Nella società dello
spettacolo, dove tutto è regolato dall’ansia di apparire migliori
agli occhi della gente, non v’è più differenza tra un corpo e
l’altro, non sono ammessi difetti fisici o curve improvvise, e a
soffrire di questa barbara umiliazione sono specialmente le donne.
Alcune, le terribili emancipate, da tempo si ribellano agli
standard imposti dall’industria, alcune invece con coraggio hanno
assecondato questa urgenza di “mostrarsi” pur restando se stesse,
né troppo magre, né troppo sciocche, e Blake
Lively appartiene di certo a questa categoria.
Lo scorso Maggio, in
occasione del Festival di Cannes, per tre volte ha
benedetto il red carpet della croisette, di cui una insieme a
Woody Allen (la vedremo infatti nel suo nuovo film
Café
Society), muovendosi fiera e leggera come un
bellissimo esemplare di leonessa. Una bellezza impossibile da
contestare perché accompagnata dalla dolce attesa e un pancino
appena percettibile, sotto i vestiti color oro, azzurro e bianco
sfoggiati davanti ai fotografi innamorati. E lei cosa dice?
“Stare sul tappeto rosso equivale ad una performance. Non è la
vita vera, non è nemmeno la mia confort zone ideale con tutte
quelle persone intorno che scattano foto e io che cerco di imitare
la stupenda posa alla Jennifer Lopez. Però Cannes è diverso,
mettono su un po’ di musica e riesci a distrarti da chi urla il tuo
nome”.
Nata e cresciuta in
una famiglia di “esibizionisti” (il papà, la mamma e i
fratelli sono registi, insegnati di recitazione e attori), ha
attraversato ogni fase della tipica bambina destinata a percorrere
le stesse strade dei suoi parenti: a undici anni il primo film, a
diciassette il primo grande successo con Quattro amiche e un paio
di jeans, e poco più tardi la conquista delle
fama internazionale sul piccolo schermo, nella serie che ha rotto
l’equilibrio della middle-class americana di Dawson’s Creek
portando in cima all’interesse popolare i ricchi rampolli
contemporanei di New York. Gossip Girl, che va in onda dal 2007 al
2012, non solo la fa diventare subito icona di moda e musa per
celebri stilisti (Christian Louboutin darà il suo
nome ad una linea di scarpe), ma la consacra come moderna
Gloria Gilbert, la protagonista femminile di
Belli e Dannati di Francis Scott
Fitzgerald, a cui la serie deve molto, o forse tutto,
almeno nella caratterizzazione dei profili giovanili tra pesanti
eredità e nessuna responsabilità morale. Eppure a Blake non bastano
la condizione di celebrity, le passerelle, i servizi fotografici,
la sconvolgente bellezza. Vuole recitare, uscire dal guscio di
sicurezza, smentire gli infedeli e l’occasione arriva nel 2010,
grazie a Ben
Affleck.
“L’ho conosciuta al
provino per The Town, e quando si è alzata ricordo di essere
rimasto un po’ sorpreso – ha raccontato Affleck – Come
diavolo aveva imparato quell’accento di Boston? Non so quante
attrici mi erano state proposte, ma lei era semplicemente la
migliore, aveva assunto un coach per migliorare il suo accento e
fatto ricerche, parlando con la gente del posto per comprendere le
loro ragioni e gli stili di vita. A ventitré anni poi, una cosa
incredibile”. E infatti, senza perdere tempo e con
l’entusiasmo tipico dell’età, si rigetta nella mischia, al
capezzale di chi oggi domina l’intrattenimento e il botteghino: sua
maestà il cinecomic. Deve ancora affermarsi lo strapotere delle
case di produzione e il colosso Marvel resta ancora da parte in
attesa del grosso exploit, ma con Lanterna
Verde la Dc ripropone un film di basse aspettative e
dagli intenti semplici, quasi scanzonati, dove la bella Blake, nei
panni di Carol Ferris, appare donna forte e indipendente. Da pedina
attiva in The Town ad oggetto del
desiderio maschile, ne Le Belve di
Oliver Stone inizia ad assaporare il gusto del
cinema d’autore aggressivo, denudandosi fisicamente e mentalmente,
ormai libera di sperimentare le varie forme della femminilità.
Agli eventi mondani
dello star system è sempre un gradino sopra le altre, non
tanto per il fattore estetico determinante quanto per l’estrema
confidenza con il proprio corpo, di certo lontano chilometri dai
modelli di anoressia (finalmente!); sullo schermo invece cresce e
convince, è un animale da palco, una diva d’altri tempi, ora anche
una mamma. Della piccola James e di un figlio in arrivo, entrambi
concepiti con il marito Ryan Reynolds. E che
spasso questi due insieme, almeno nelle rappresentazioni pubbliche
di un romantico e divertente matrimonio sugli strumenti più
fuorvianti della nostra realtà, i social network. “Sul lavoro
sono ambiziosa e amo ciò che faccio, ma amo così tanto la mia
famiglia che mi riesce davvero difficile lasciarli. Perciò mi batto
sempre per qualcosa in cui credo.”
Blake Lively
nel nuovo trailer di Paradise Beach
– Dentro L’incubo
Ora, a 29 anni, si
permette il lusso di scegliere pochi e precisi progetti, e tra una
promenade nel mondo di Woody Allen e una sfida in
solitario contro lo squalo bianco di Paradise Beach (The
Shallows), la diva cede sempre più il posto ad
una donna tutta casa, bambini e tanto, tantissimo cervello.

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