L’attrice Lauren
Graham, impegnata nella promozione del suo ultimo libro, è
stata protagonista di una chat questo lunedì durante la quale
ha parlato a ruota libera della serie di successo Gilmore
Girls, in Italia conosciuta come Una Mamma per
amica, che ad oggi è senza dubbio il suo lavoro meglio noto e
più apprezzato.
Tra le tante domande sulla serie,
finita in maniera inconclusiva più o meno secondo l’opinione comune
dei fan, era immancabile quella sulla trasposizione cinematografica
della storia, anche per dare una giusta conclusione alla story live
tra Lorelei e Luke (Scott Patterson).
Ecco cosa ha dichiarato la
bellissima Lauren: “Non so se verrà realizzato un film, ma
qualora accadesse sarei molto felice. Ho amato moltissimo il
personaggio di Lorelai e mi piacerebbe molto poter tornare ad
interpretarlo …Vedo spesso Alexis Bledel, le voglio bene
ed abbiamo avuto sin da subito un ottimo legame. Inoltre, ho da
poco pranzato con Kelly Bishop (che nel telefilm interpreta Emily
Gilmore) ed Amy Sherman-Palladino (creatrice della
serie).”
Dopo il miracolo che ha dato vita al film su Veronica Mars, un
progetto del genere non sembra per niente assurdo. Chissà cosa ne
pensa il resto del cast!Fonte: EW
Per sette stagioni di
Una mamma per amica ci ha incantato con
battute sagaci, personaggi bizzarri e il fascino della vita di
provincia. Ma la storia non sarebbe stata la stessa senza un
ambiente che ci trasportasse nelle vite di Rory e Lorelai.
Amy Sherman
Palladino, la creatrice della serie, ha ideato le strade,
i negozi e le abitudini del luogo in cui vivono Rory
(Alexis Bledel) e Lorelai (Lauren
Graham) mentre si trovava in vacanza a Washington, nel
Connecticut, e soggiornava al Mayflower Inn (conosciuto come
Mayflower Grace). L’autrice, in soli due giorni, si è innamorata
dell’area e ne ha voluto ricreare l’atmosfera nelle puntate della
serie.
In un’intervista rilasciata nel
2001 la Sherman ha racontato la sua esperienza e quello che ha
amato del soggiorno “Se posso far sentire quello che ho provato
camminando nelle strade di questa città da favola, pensavo che
sarebbe stato meraviglioso”.
Nella serie Stars Hollow si trova a
circa trenta minuti da Hartford ed è una città un po’ turistica, il
sito HuffingtonPost ha ora identificato alcune mete dove i fan di
Una Mamma per Amica possono riconoscere
alcuni set.
La creatrice e produttrice di
Una Mamma per Amica, Amy Sherman
Palladino, ha diffuso alcune parole in ricordo di
Ed Herrmann, l’attore scomparso qualche giorno fa
che ha interpretato nello show il padre delle Gilmore
Girls, ecco le sue parole riportate da TvLine:
Ricorod quando facevamo il casting
per il ruolo di Richard in Gilmore Girls, eravamo tutti seduti e
dicevamo: ‘Se solo potessimo avere Ed Herrmann.’ Quindi mandammo la
sceneggiatura al suo agente il quale poi ci rispose che Ed sarebbe
venuto da noi e ci avrebbe incontrati, ma che non avrebbe letto
nulla. Noi pensammo “Grandioso”. Fissiamo l’incontro. L’agente
disse: “Ma ho bisogno che voi capiate — lui non leggerà.” Poi
aggiunse: “Lui è Ed Herrmann. Ha lavorato con Woody Allen! Era in
Reds! Lui non leggerà, in nessun modo!” E noi pensammo: ‘Hey,
se anche solo venisse qui e parlasse con noi ne saremmo onorati.’
Quindi Ed venne. Si sedette davanti a noi e disse: “Mi piace. E’
divertente. Posso leggere?”. Eravamo seduti lì silenziosi e
increduli mentre Ed apriva la sceneggiatura e iniziava a leggere. E
in quell’istante Richard Gilmore era seduto di fronte a noi. Ed è
stato quello il momento in cui ho capito che questo show era
fatato… Al nostro patriarca, ti ringrazio. Mi manchi. E non potrò
mai ripagarti.
Arriva oggi a sorpresa l’annuncio
che molti fan desideravano leggere, ovvero Una mamma
per amica, la serie cult di Amy
Palladino ritorno in un nuovo ciclo inedito grazie a
Netflix. A rivelare la notizia è stato il noto sito
TvLine che aggiunge che la stagione sarà composta da quattro mini
film da 90 minuti che saranno scritti da Amy Sherman-Palladino
e produttore esecutivo Daniel Palladino.
Sveglia gente, le ragazze
Gilmore
sono tornate Una mamma per amica – Di nuovo
insieme! Via alle conversazioni brillanti, ai dialoghi
sparati a tutta manetta, ai personaggi paradossali, alle situazioni
esilaranti. Ci sono cose che non cambiano mai, certo, ma
l’ineluttabilità del tempo tocca tutti, e tra chi è partito ed è
ritornato, c’è anche chi se ne è andato per sempre. Come
Richard,
nonno di
Rory (Alexis
Bledel)
e padre di
Lorelai,
fantasma che aleggia sulla famiglia
Gilmore
e miccia che innesca queste nuove vicende.
C’era una volta Stars
Hollow, ridente cittadina del Connecticut. E c’è ancora,
con i suoi personaggi-macchietta, i suoi paesaggi da cartolina e le
strampalate iniziative del consigliere comunale Taylor
Doose, dell’ammiccante Miss Patty,
dell’eccentrico Kirk, e di tutti i bizzarri
cittadini a cui tanto ci eravamo affezionati nelle sette stagioni
degli anni 2000.
«Where you lead/ I will
follow…»
Il piccolo universo creato dai
coniugi AmySherman e
DanielPalladino torna sul
piccolo schermo con Una mamma per amica – Di nuovo insieme,
dopo nove anni dall’epilogo che aveva lasciato tanto di amaro in
bocca agli spettatori. Lorelai e
Luke si sposeranno? Cosa accadrà di nuovo nella
vita di Rory? Emily come vivrà la
sua perdita?
Proprio per rispondere a tutti
questi interrogativi, i due sceneggiatori hanno deciso di tornare
dietro la macchina da presa e finire ciò che non avevano degnamente
concluso, esibendosi in quattro episodi della durata di un’ora e
mezza ciascuno. Ad ogni episodio corrisponde una stagione
dell’anno, a cominciare da quella invernale, per terminare con
l’Autunno.
Rory, giornalista
itinerante e senza fissa dimora, torna nel natio paesino, dalla
madre Lorelai, stabilmente accompagnata dall’amato
Luke. Non ci è dato sapere molto di cosa sia
accaduto in questi anni passati. A parte la morte di nonno
Richard, che ha segnato ovviamente la famiglia
Gilmore, tutto sembra rimasto sospeso. In attesa
di un epilogo. Una risposta. Che però non arriva mai.
Una
mamma per amica – Di nuovo insieme non è stato
pensato per dare veramente delle risposte. Forse quelle più
semplici. Quelle che tutti, in fondo, sapevamo di conoscere. Ma non
è qui per dar certezze. Come la vita. Il telefilm dei coniugi
Palladino dimentica gli originali toni dolci e un
po’ surreali, e si permea di un retrogusto nostalgico e amarissimo.
Niente è più cristallizzato nella joie de vivre di
Stars Hollow, e le due protagoniste si trovano
scaraventate nella brutalità della realtà odierna. La difficoltà
pressante del trovare un lavoro e la costante incertezza del futuro
– complici i cambiamenti sociali – fungono da piloni portanti di
questa nuova serie autoconclusiva.
Rory è “sulla
strada”, novella JackKerouac – come la definisce la madre–
impegnata in una personale reserche che la fa sentire
«come un palloncino pieno di elio che fluttua nel vuoto infinito»
(cit.). Non ha radici, non ha legami seri, e a 32 anni non sa
ancora bene cosa vuole dalla vita. E Lorelai non è
da meno. Ormai affascinante signora di mezza età, tra il solito
battibeccare con la madre Emily e l’amore della
sua vita Luke, sarà quella tra le due ragazze
Gilmore ad avere la crisi più profonda. L’attrice,
Lauren Graham, dà buona prova attoriale nel
rendere esternamente lo sconvolgimento interiore di
Lorelai.
Una mamma per amica – Di nuovo insieme è, proprio
come suggerisce il titolo originale, un excursus vitae che
chiude un cerchio. In un crescendo di sentimenti continuo, lo
script si fa sempre più introspettivo della vita delle due
protagoniste (tre, se vogliamo, in quanto anche il disagio della
terza Gilmore, Emily, è ben delineato).
E se nel primo episodio,
Inverno, riecheggiano ancora i toni ilari ormai
noti, col mutare delle stagioni cambiano le emozioni, gli schemi si
rompono e la crisi personale delle protagoniste si appalesa
dapprima con la psicoanalisi, poi con la presa di coscienza vera e
propria che condurrà le due donne in due avventure molto diverse,
ma dagli esiti similari. Le citazioni (anche autoreferenziali) sono
ovunque: dal cinema di David Lynch ai musical di Broadway, da
Into the Wild a Fellini. Menzione
d’onore va al surreale omaggio ai Beatles,e al musical Across the Universe, nell’episodio
finale (Autunno), sulle note di “With a
little help from my friends”, testamento dei coniugi
Palladino ed emblema del carattere visionario
dell’intera serie.
Il senso di spaesamento di
Lorelai e Rory trapela dallo
schermo e invade lo spettatore. La nostalgia è ovunque, la lezione
sulla vita dietro l’angolo: non esistono risposte vere. Possiamo
solo continuare a cercare. Dietro alcune vicende forse c’è un po’
di amarezza, quasi ad indicare che gli istanti felici durano poco,
il resto è routine. Ma – come si apprende appunto in
psicanalisi – essere consapevoli è già un primo passo verso la
libertà.
Sono iniziate la scorsa settimana a
Roma le riprese del nuovo film tv in due episodi dal titolo
Una mamma all’improvviso. Una nuova
produzione Sunshine Production di Bruno Frustaci e
Alessandro Carpigo.I due episodi da 90’
ciascuno, diretti da Claudio Norza e
scritti da Luca Biglione, saranno prossimamente in
onda sulle Reti Mediaset.
Una mamma
all’improvviso, interpretato da
Giulia Bevilacqua, Simone Corrente, Elena Cucci, Raniero
Monaco di Lapio, Margareth Madè, Dino Abbrescia, Crisula Stafida,
Alice Maselli, Enzo De Caro e Cecilia Dazzi, è un progetto
che si sviluppa in due parti e racconta la storia di un travagliato
e inedito rapporto tra madre e figlia. Insieme affronteranno in
maniera inusuale le problematiche e l’inevitabile amore che le lega
attorniate da una comunità di provincia, “una famiglia allargata”
dove l’amicizia a volte è più importante del rapporto di
sangue…
La trama del film
Protagoniste principali di
questi film sono una madre e una figlia. CLAUDIA (Giulia
Bevilacqua), giovane madre, donna piacevole ed
affascinante poco più che trentacinquenne, si risveglia da un coma
lungo 17 anni. Dopo essersi ripresa tra mille smarrimenti, continua
la sua vita da adolescente come se non si fosse mai interrotta. I
suoi atteggiamenti turbano non poco invece, la vera adolescente di
questa storia, Michela (Alice Maselli), detta
Miky, che ha vissuto fino ad ora senza la madre già in coma dal
momento della sua nascita. Michela vive appieno la sua adolescenza
ma dimostra nei pensieri qualche anno in più. La sua famiglia sono
stati i nonni e la comunità degli amici di un tempo della madre che
l’hanno accudita come fosse figlia loro.
Gli altri protagonisti sono:
Nino (Enzo De Caro), il nonno di Miky che, rimasto
vedovo, ha vissuto sperando ogni giorno in un “risveglio“
della figlia. Il gruppo di amici del liceo ormai
cresciuti, come Giuliano (Simone Corrente),
insegnante idealista, che ha sempre avuto un debole per Claudia ma
che presto sposerà Vittoria (Margareth Madè),
bella donna, precisina e impeccabile.C’è poi la coppia
formata da Stefano (Raniero Monaco Di Lapio),
prestante Prof. di educazione fisica e dall’affascinante Fiorenza
(Elena Cucci). Attorno a loro ci sono gli altri, i
compagni di scuola di Miky, gli amici minori di Claudia, i
presunti, i possibili papà di Miky…Il dottor Benpieri
(Dino Abbrescia) è, invece, il dottore che ha
seguito Claudia negli anni del coma. Aiutato dalla sua amante
Virginia (Crisula Stafida), cerca di approfittarsi
del miracoloso “rispetto” di Claudia per farsi riconoscere meriti
scientifici che assolutamente non ha. Virginia, infermiera svampita
e sognatrice, attende da anni il giorno in cui “il suo luminare” si
liberi dalla ingombrante moglie, Anna (Cecilia
Dazzi), ora più pericolosa che mai: in quanto psichiatra
di Claudia rischia di scoprire, nascosti nel cervello della
paziente, certi imbarazzanti segreti su Benpieri…
Quando l’emerito signor nessuno
Wynand Mullins si è vestito per prendere l’aereo diretto in Nuova
Zelanda, non avrebbe sicuramente mai pensato di diventare un
pericolo
Una Lunga domenica di
Passione, è il film del 2004 diretto da
Jean-Pierre Jenuet e con protagonisti nel cast
Audrey Tautou, Gaspard Ulliel, Dominique Pinon, Clovis
Cornillac, Jérôme Kircher, Chantal Neuwirth, Albert Dupontel, Denis
Lavant, Jean-Pierre Becker, Dominique Bettenfeld, Jean-Pierre
Darroussin, Marion Cotillard, André Dussollier, Ticky Holgado,
Jodie Foster, Julie Depardieu.
Una Lunga domenica di
Passione, la Trama: Cinque soldati, accusati di
automutilazione, stanno per essere giustiziati. La loro pena di
morte sarà uscire allo scoperto dalle trincee e resistere sotto il
fuoco nemico giorno e notte. Da qui tutto ha inizio. La loro morte
o la loro sopravvivenza è avvolta nel mistero. Uno di questi è
Manech, un giovane di poco più di vent’anni che a casa ha lasciato
la ragazza Mathilde. Sarà proprio lei, con il suo istinto, a non
arrendersi di fronte alla notizia della morte del ragazzo e, con
ostinazione, indagherà sugli accaduti che hanno caratterizzato la
vita precedente dei cinque soldati.
Una Lunga domenica di Passione,
l’analisi
Jean-Pierre Jenuet
mette la firma a un altro capolavoro dopo Il favoloso
mondo di Amélie e si conferma essere un regista di
grande talento. Dopo aver sfiorato undici Oscar, il regista non si
perde d’animo e ci stupisce con un film tratto dall’omonimo romanzo
di Sébastien Japrisot.
Lo stile di Jenuet s’intuisce sin
dall’inizio, dove la voce narrante, che ci ricorda quella di
Amélie, permette di addentrarci nelle vite dei cinque soldati.
Immediatamente cinque sconosciuti saranno gli abitanti di un
piccolo mondo che, col proseguire dell’indagine di Mathilde,
diventeranno familiari nonostante l’intreccio di nomi e storie.
Mathilde è ostinata, fa
scommesse con se stessa (“Se arrivo alla curva prima della
macchina, Manech ritornerà vivo”), il suo istinto non riesce a
convincersi che l’amato è morto e, a partire dal ritrovamento delle
lettere e dei ricordi dei condannati, anche il pubblico si farà
coinvolgere sempre più nella ricerca. Il film inizialmente ha un
ritmo incalzante ma, man mano che l’indagine va avanti, si fa
strada la stessa angoscia che prende Mathilde tra speranze e false
piste.
Al racconto della storia d’amore si
affianca l’onnipresente dramma della prima guerra mondiale,
ritratta in modo così realistico da farci sporcare con il fango
delle trincee, affondare nelle buche delle granate, rasentare la
follia dei soldati. Ad aiutarci c’è una mirabile fotografia dai
toni freddi e bui del campo di battaglia a quelli caldi e
accoglienti nella Parigi degli anni Venti.
Come ne Il famoso mondo
di Amèlie, alla sceneggiatura il regista è affiancato
da Guillaume Laurant e insieme ricostruiscono al
meglio le atmosfere letterarie, come se il libro fosse stato cucito
attorno ai personaggi.
Audrey Tatoun, che
interpreta Mathilde, torna in un ruolo simile a quello che aveva
interpretato nel precedente film: investigare sulle vite degli
altri, questa volta per ricomporre l’intricato puzzle e ritrovare
l’amato Manech (Gaspard Ulliel). Allo stesso modo,
l’intrigante Tina Lombardi (Marion Cotillard)
compagna di uno dei condannati, con i mezzi della seduzione
intraprenderà la stessa ricerca di Mathilde. Due donne
apparentemente uguali, accomunate dalla voglia di perseguire la
verità, con l’unica differenza che a muovere la seconda è la
vendetta.
Colpi di scena, nuovi personaggi,
momenti d’ilarità alternati a quelli drammatici, fanno di
Una Lunga domenica di Passione una combinazione di
generi che spazia dal drammatico al romantico senza che uno dei due
prevalga sull’altro. Un’altra pellicola di Jean-Pierre
Jenuet che non ci delude.
Cavalcando l’onda del successo
della trilogia di Dario
Argento (L’Uccello Dalle Piume di
Cristallo, Il Gatto a Nove Code e Quattro Mosche di Velluto
Grigio) anche Lucio Fulci, spinto
dal produttore Edmondo Amati, fu costretto a
cambiare il titolo del suo ultimo film – in un primo momento
La Gabbia – in Una Lucertola
con La Pelle di Donna.
La trama di Una Lucertola
con La Pelle di Donna
Il 1971 è, nel cinema italiano, un
anno popolato da mosche, gatti, lucertole, tarantole, uccelli dalle
piume di cristallo e scorpioni; niente a che fare con un
improbabile oroscopo cinese comunque: quell’anno videro la luce
numerosi thriller dalle venature horror che avevano come
protagonisti- almeno nel titolo- gli animali.
Il film di Lucio
Fulci
Il film rappresenta la seconda
incursione di Fulci nel thriller, dopo il promettente esordio di
L’Una sull’Altra, e attraverso una narrazione
sospesa tra l’onirico e il gore racconta la storia di
Carol Hammond, che vive a Londra col marito avvocato Frank e la
figliastra Joan; improvvisamente, però, le notti della donna
vengono turbate da strani incubi ricorrenti, che confida al suo
psicanalista: sogna di correre nello stretto e claustrofobico
corridoio di un treno, che poi si popola di uomini e donne nude;
prima Carol comincia a cadere nel buio, poi si ritrova nel “king
size bed” della sua vicina, Julia Durer, una donna bizzarra e
ambigua che organizza, ogni notte, degli strani festini in casa sua
invitando hippie e sballati. Nell’incubo, dopo un rapporto d’amore
lesbico, uccide la donna piantandole un fermacarte nel petto.
La mattina dopo, Carol apprende
proprio dalla polizia che Julia è morta realmente, e che hanno
ritrovato vicino al suo corpo una pelliccia e un fermacarte, gli
stessi oggetti che aveva Carol nel sogno, e che la fanno diventare
a tutti gli effetti l’indiziata numero uno nelle indagini condotte
dall’ispettore Corvin.
Una Lucertola con La Pelle di
Donna, classico giallo all’italiana
Una Lucertola con La Pelle
di Donna ha l’impianto solido e ben strutturato del
classico giallo italiano, caratterizzato da una trama ricca di
colpi di scena e un gusto splatter che ha reso Fulci il
Godfather of gore in tutto il mondo, raccogliendo perfino
il plauso di Mario Bava: ma proprio i numerosi
colpi di scena che dovrebbero servire a rendere ancora più
intricata la diegesi di questo giallo tendono piuttosto ad
appesantirne lo svolgimento, perdendo di vista il fil
rouge che dovrebbe tenere uniti gli eventi.
Il pregio maggiore di Una
Lucertola con La Pelle di Donna riguarda le innovazioni
tecnico- visive: già nel precedente thriller Fulci aveva
sperimentato con la fotografia, premiando soprattutto le variazioni
cromatiche in chiave pop; qui fa ancora di più, realizzando alcune
delle scene più oniriche – e sensuali – della storia del
cinema italiano, restituendo allo spettatore la medesima sensazione
di un trip psichedelico e lisergico prettamente anni ’70,
una discesa nel maelstrom popolata da incubi e fantasmi
del mondo dei sogni, perturbanti freudiani che popolano la nostra
realtà quotidiana e che, durante il sonno della ragione notturno,
tornano a farci visita sotto altre, inquietanti, forme.
Per lo spettatore – come per Carol
– diventa quasi impossibile discernere il confine tra realtà e
sogno lucido, incubo e inferno del quotidiano, senza perdere la
bussola della propria lucidità mentale.
Da diverso tempo circolano notizie più
o meno confermate intorno ad un film live action che avrà per
protagonisti i personaggi di He-Man and the Masters of the
Universe. Fino allo scorso ottobre il progetto
aveva anche un regista, Jon M. Chu
(G.I. Joe: La Vendetta) che però ha
dovuto lasciare il progetto perchè confermato alla regia del terzo
adattamento live action della serie basata sui popolari soldatini.
Adesso, schmoesknow.com ha pubblicato una lista di registi che
potrebbero essere presi in considerazione per dirigere il film su
He-Man.
Eccola:
I nomi sono abbastanza importanti
nel panorama dello sci-fi e sono i seguenti: Joe Cornish
(Attack the Block), Rian Johnson (Looper), Andy
Muschietti (Mama), Kirk DeMicco & Chris Sanders (I
Croods) e Phil Lord e Chris Miller (21 Jump
Street).
Cosa ne pensate di questa lista? Quale di questi nomi potrebbe
fare al caso di He-Man and the Masters of the
Universe?Fonte: schmoesknow
Arriva dal canale
youtube della 20th Century Fox una speciale intro con molte scene
inedite di Lincoln, nuovo film di Steven Spielberg con Daniel Day Lewis
Sarà disponibile dal 5 febbraio su
Prime
VideoUna
gran voglia di vivere, il nuovo film diretto da
Michela Andreozzi, liberamente tratto dall’omonimo
romanzo, edito in Italia da Mondadori Libri S.p.A., scritto da
Fabio Volo, che ne è anche protagonista insieme a
Vittoria Puccini. Al centro della storia una
coppia, quella formata da Anna e Marco, apparentemente arrivata al
capolinea, che intraprende un viaggio con il figlio Tommaso in
cerca di un ultimo tentativo di riavvicinamento. La sceneggiatura è
firmata dalla stessa Andreozzi insieme a Volo e a Filippo Bologna
(Premio David di Donatello per Perfetti sconosciuti). Nel
cast Paola Tiziana Cruciani, Rocío Muñoz Morales, Corrado
Nuzzo e il giovanissimo Ludovico
Nava.
Girato tra l’Italia e la Norvegia,
Una gran voglia di vivere è prodotto da Isabella
Cocuzza e Arturo Paglia per Paco
Cinematografica, in collaborazione con Prime
Video e RTI. L’opera consolida la collaborazione tra la
regista e Paco Cinematografica, che ha prodotto anche i suoi tre
film precedenti (Nove lune e mezza, Brave ragazze
e Genitori vs influencer). Una gran voglia di
vivere è realizzato con il sostegno della Regione Lazio fondo
regionale per il cinema e l’audiovisivo.
La trama del film
Milano, giorni nostri. Marco,
ingegnere, e Anna, architetta, dopo un colpo di fulmine in piena
regola, anni di convivenza serena e la nascita del figlio Tommaso,
sono in crisi. Eppure, il loro sembrava un amore in grado di
mantenere le promesse: coetanei, belli e sani. Ma non è bastato.
Quando Anna, che ha messo da parte le sue ambizioni per occuparsi
del figlio, propone a Marco un trasferimento a Ibiza per
ricominciare insieme un nuovo capitolo della loro vita, il marito
rifiuta. Ma quando a Marco viene proposto un trasferimento di
lavoro ad Amsterdam, lui inizia a pensarci. Intanto, Anna vorrebbe
separarsi, Marco no, ma dal momento che hanno promesso a Tommaso un
viaggio nella terra dei Vichinghi, decidono comunque di partire in
camper per la Norvegia. Riuscirà Marco a riconquistare sua moglie
di cui è ancora innamorato? Durante un magico e indimenticabile
giro per le terre dei fiordi, recupereranno in modo naturale ed
insperato il loro rapporto. Fino al momento in cui Anna scoprirà
che Marco le ha tenuto nascosta la proposta di lavoro ad
Amsterdam…
In periodo storico in cui le
discussioni e le battaglie per la parità di genere sono
particolarmente vive e intense, portando alla luce problematiche
mai realmente risolte, anche il cinema contribuisce a sostenere
tali cause con film che celebrano la figura della donna attraverso
storie di fantasia o, spesso e volentieri, ispirate ad eventi
reali. Un titolo esemplare a riguardo è il film del 2018
Una giusta causa, diretto da Mimi
Leder (regista nota per i film d’azione The Peacemaker e
Deep Impact) e
interpretato dall’attrice Felicity Jones.
Quella raccontata in questo film è
una delle più importanti figure femminili della storia
statunitense, Ruth Bader Ginsburg, seconda donna a
essere nominata Giudice alla Corte Suprema. Attraverso la sua
storia, Una giusta causa diventa dunque un tributo a tutte
le donne e alla loro forza, ma anche al non lasciarsi mai vincere
dagli stereotipi, dalle imposizioni dettate dalla società e da chi
crede erroneamente nell’impossibilità per una donna di ottenere ciò
che le spetta di diritto. Il film, inoltre, risulta ancor più
significativo in quanto scritto da Daniel
Stiepleman, nipote della Ginsburg.
Grazie alla sceneggiatura da lui
scritta, inserita tra l’altro nella Blacklist del 2014 dei migliori
script ancora non prodotti, il racconto si rivela particolarmente
attento e fedele alla vera storia della giurista. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama e al
cast di attori, passando poi ad esplorare la
vera storia dietro al film. Infine, si
elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama e il cast di Una giusta causa
Prima di scoprire la vera storia
dietro il film, è bene però sapere di cosa questo parla
effettivamente. Protagonista è dunque Ruth Bader
Ginsburg, una delle nove donne ammessa al corso di legge
dell’Università di Harvard nel 1956. Nonostante questo successo, la
vita di Ruth non smette di essere complessa. L’aspirante giudice si
vede infatti rifiutata da tutti gli studi legali in quanto donna.
L’unica che la sostiene è l’avvocato progressista Dorothy
Kenyon, che la sostiene nel processo per discriminazione
di genere che Ruth deciderà di portare avanti. Sfidando numerosi
oppositori, Ruth si troverà dunque a dar vita a qualcosa di
storico.
Per quanto riguarda il cast di
attori coinvolti nel film, ad interpretare Ruth Bader Ginsburg vi è
l’attrice Felicity Jones,
candidata all’Oscar per il film La teoria del
tutto, mentre Armie
Hammerinterpreta il marito Marty Ginsburg. La
premio OscarKathy
Batesè Dorothy Kenyon, mentre Justin Theroux
interpreta Melvin Wulf, suo collega all’ACLU. Sam
Waterston interpreta l’avvocato Erwin Griswold,
mentre Cailee Spaeny è Jane C. Ginsburg,
figlia di Ruth. La vera Ruth, inoltre, accettò di apparire nel
finale del film, da lei poi giudicato in modo molto positivo e
fedele alla sua storia.
Una giusta causa: la vera storia dietro al film
Ma qual è dunque la storia della
Ginsburg? Nata nel 1933 da genitori ebrei emigrati dall’Ucraina,
Ruth non ebbe una giovinezza facile, vedendo prima morire sua
sorella per la meningite e poi sua madre per via di un cancro. Nel
1955 Ruth riuscì poi ad essere ammessa al corso di laurea in
giurisprudenza all’Harvard Law School, divenendo una delle sole 9
studentesse in una classe di circa 500 persone. Terminati gli studi
nel 1959, Ruth iniziò a cercare lavoro ma ebbe difficoltà a
trovarlo in quanto donna e pertanto giudicata non idonea
all’attività giuridica e legale.
La Ginsburg iniziò dunque a lavorare
come ricercatrice e docente presso la Rutgers University (con uno
stipendio molto più basso rispetto ai colleghi maschi) e alla
Columbia University. Nel corso degli anni Settanta, poi, decise di
portare avanti una causa che costituì un precedente importante
nella storia giuridica americana e che portò alla luce le
discriminazioni basate sul sesso, sia per ruoli femminili che
maschili. Il film si concentra infatti sul primo caso di
discriminazione di genere sostenuto dalla Ginsburg, ovvero il
cosiddetto Moritz v. Commissioner. Nel caso, che
ebbe luogo nel 1972, la Ginsburg sostenne che la Sezione 214 del
codice fiscale degli Stati Uniti, che negava a Charles Moritz il
diritto di detrarre le spese per la cura della madre malata, era
incostituzionale.
Inizialmente la Ginsburg non era
interessata al caso, pensando si trattasse unicamente di questioni
relative a tasse da pagare. Dopo essersi informata, tuttavia, capì
che quel caso era l’occasione giusta per portare alla luce il tema
delle discriminazioni di genere. Dopo aver vinto il caso, la
Ginsburg ha co-fondato il Women’s Right’s Project
presso l’ACLU (American Civil Liberties
Union) nel 1972, dove ha continuato la lotta per
promuovere l’uguaglianza di genere. A partire da questo momento la
Ginsburg divenne infatti un attiva sostenitrice di cause legali a
favore dei diritti di genere, delle donne e dunque promuovendo
l’uguaglianza tra uomo e donna.
Per via del peso politico acquisito,
nel 1980 venne nominata dal presidente Jimmy
Carter giudice della Corte d’appello degli Stati Uniti
d’america per il Distretto della Columbia. Qui lavora fino al 1993,
quando il presidente Bill Clinton la nomina membro
della Corte Suprema degli Stati Uniti d’America, divenendo la
seconda donna dopo Sandra Day O’Connor a far parte
di tale istituzione. Ha ricoperto tale ruolo fino al giorno della
sua scomparsa, avveuta il 18 settembre del 2020 all’età di 87 anni
per via di un cancro al pancreas. Questo le era stato diagnosticato
pochi giorni dopo la premiere del film Una giusta
causa.
Il trailer di Una giusta
causa e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Una giusta causa grazie alla sua presenza
su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten
TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
venerdì 24 febbraio alle ore
21:10 sul canale Rai Movie.
Da giovedì 28 marzo
sarà in sala Una giusta
causa di Mimi
Leder con Felicity
Jones e Armie Hammer. Un
tributo a una delle figure più influenti del nostro tempo, Ruth
Bader Ginsburg, seconda donna a essere nominata Giudice alla
Corte Suprema; un omaggio a tutte le donne, un invito a non farsi
sopraffare.
La candidata
all’Oscar Felicity
Jones è Ruth Bader Ginsburg,
una delle nove donne a entrare, nel 1956, al corso di Legge
dell’Università di Harvard e che, nonostante il suo talento, fu
rifiutata da tutti gli studi legali in quanto donna. Sostenuta
dall’amore del marito Martin Ginsburg (Armie
Hammer) e dall’avvocato progressista Dorothy Kenyon (il
premio Oscar Kathy
Bates), Ruth accettò un controverso caso di
discriminazione di genere. Contro il parere di tutti, vinse il
processo, determinando un epocale precedente nella storia degli
Stati Uniti sul fronte della parità dei diritti.
Diretto da Mimi
Leder, sceneggiato da Daniel Stiepleman e interpretato anche da
Justin Theroux, Jack Reynor, Cailee Spaeny, Stephen Root, Sam
Waterston, UNA GIUSTA CAUSA sarà al cinema da giovedì
28 marzo distribuito
da Videa.
Una Giornata
Particolare è il film culto del1977 di Ettore
Scola con protagonisti nel cast Marcello
Mastroianni e
Sophia Loren.
Una giornata particolare, la trama:
Roma, 3 maggio 1938. E’ un giorno storico per l’Italia fascista e
per tutti gli italiani: il grande alleato tedesco, il Fuhrer,
giunge in visita nella capitale pronta ad accoglierlo con tutti gli
onori del caso. Palazzi e viali tappezzati da bandiere tricolori e
con svastiche del Reich, decine di migliaia di uomini, donne e
bambini pronti ad accorrere alla grande adunata per far sentire
tutto il proprio calore al capo di stato tedesco.
Antonietta (Sofia
Loren) dopo aver servito la colazione al burbero marito e
ai sei figli preparati di tutto punto per il grande evento rimane
sola nel silenzio della casa; per lei, grande ammiratrice del duce,
ci sono le faccende domestiche, niente adunata. Quando il merlo
esce dalla gabbia e si adagia sulla finestra della casa di fronte
Antonietta è costretta a bussare alla porta del solitario
proprietario che fortunatamente non è accorso, come tutti gli altri
nel palazzo, a salutare l’avvento di Hitler.
Gabriele (Marcello
Mastroianni) è un elegante quanto affascinante
annunciatore radiofonico verso cui Antonietta prova da subito
un’attrazione fortissima. I due si inseguiranno per tutta quella
lunga giornata prima a casa dell’uno e quindi a casa dell’altro, il
tutto sotto gli occhi della perfida e indiscreta custode del
palazzo che conosce le tendenze anti-fasciste del sovversivo
Gabriele.
Quando Antonietta scoprirà con
delusione le tendenze politiche dell’uomo non riuscirà a placare il
suo desiderio verso una persona così “insolitamente” gentile ma il
vero segreto che egli cela è in realtà un altro ed è il vero motivo
che gli ha procurato il licenziamento: è un omosessuale.
Una giornata particolare,
l’analisi
Analisi: E’ il
1977 quando Ettore Scola dirige questo raffinatissimo film di cui
cura anche la sceneggiatura insieme a Ruggiero Maccari e Maurizio
Costanzo. Una giornata particolare è un bellissimo
film in cui si tratteggia un quadro quanto mai esaustivo di
un’Italia fascista inquadrata però non attraverso le romantiche
lotte partigiane o le spettacolari adunate nelle piazze, ma tramite
la sua più semplice e normale quotidianità delle migliaia di
famiglie medio-borghesi che costituivano la così detta massa.
L’impressione che oggi suscita
maggiormente questo film risiede proprio in questo; ai nostri occhi
può apparire quasi incredibile come “l’uomo qualunque”italiano di
74 anni fa potesse aderire con tanto entusiasmo alla causa
mussoliniana e soprattutto con quanto calore aspettasse ed
accogliesse la venuta di uno dei più terribili mostri della storia
come Adolf Hitler.
Scola inserisce in questo
particolare contesto storico la vicenda che riguarda i due
protagonisti; la radiocronaca dell’evento echeggia perenne e
sonante come sfondo sonoro della storia ma di essa, appunto, rimane
solo come sfondo.
I personaggi di Antonietta e
Gabriele sono disegnati in modo straordinario e in modo
straordinario sono interpretati dai due protagonisti:
Antonietta/Loren è la classica moglie poco istruita e affascinata
dall’aurea del Duce che sogna come uomo ideale e che al contempo
accetta supina una vita da sguattera al servizio di un marito
insensibile e rozzo. Gabriele/Mastroianni è l’immagine
dell’intellettuale non allineato con la cultura del regime, non
politicamente impegnato ma attonito di fronte alla credulità
generale verso un regime tanto vessatorio. Quindi il dramma della
sua omosessualità che gli procura isolamento, violenze e
discriminazione sino alla perdita del lavoro.
Lo stile di Scola
è al solito di un’eleganza straordinaria; la sua commedia è meno
caciarona e popolana rispetto a quella di altri registi suoi
contemporanei, egli racconta a voce bassa, con inconfondibile garbo
ma non senza una notevole efficacia narrativa.
La particolarità di questo film
risiede nelle caratteristiche dei due protagonisti; è come se il
regista avesse invertito i soliti clichè che accompagnavano la
coppia per eccellenza del cinema italiano.
Mastroianni sveste
infatti i panni del donnaiolo impenitente che spesso vestiva al
fianco della Loren per interpretare un personaggio schivo, timido,
insicuro e introverso, attanagliato e torturato dall’impossibilità
di mostrarsi per come realmente è. La Loren dal canto suo non è la
solita chiassosa donna del popolo, che ha sempre interpretato
impeccabilmente, ma in questo film Scola vuole per lei un
personaggio più umile, indifeso e tremante che si vergogna della
propria ignoranza e che affronta malinconicamente un’esistenza
triste.
Una giornata
particolare è un film di una raffinatezza incredibile e
che riesce nella sua misura a raggiungere in determinate sequenze
una grandissima sensualità. Mai Sofia Loren e
Marcello Mastroianni hanno raggiunto un livello di
tale complicità e soprattutto di intima passione e fa quasi
sorridere che accada proprio quando Mastroianni interpreta la parte
di un omosessuale.
In questo film
Scola sottolinea ed evidenzia alcuni aspetti della
tipica cultura fascista soprattutto in relazione al ruolo della
donna: da una parte si esaltava l’importanza della famiglia e della
sua sacralità e dell’altra per il tipico uomo fascista era lecito
trattare le proprie mogli come serve mentre ci si concedeva di
continuo licenze varie in bordelli o in rapporti clandestini.
Una giornata
particolare è un bellissimo film che crediamo valga la
pena di essere visto.
Un celebre quartetto d’archi è
costretto a fare i conti con un grave dramma dopo quasi venticinque
anni di collaborazione: uno dei loro membri è colpito da un male
incurabile e il precario equilibrio del gruppo si frantuma in una
polifonia disarmonica dettata dall’ego di ogni musicista. Gelosia,
tradimento e passioni inopportune minacciano l’esistenza del
quartetto alla ricerca di una conciliazione tra la perfezione della
musica e l’imperfezione della vita.
Yaron Zilberman esordisce
alla regia dopo il premio Oscar ottenuto per il documentario
Watermarks. Con uno spunto interessante che si avvale della
sfida di riprodurre il Quartetto d’archi dell’Opera 131 di
Beethoven come metafora del fluire ininterrotto delle molteplici
voci e della casualità della vita, Una fragile
armonia (A Late Quartet) è un’opera alquanto
ambiziosa, ricca di temi degni di riflessione quali il rapporto tra
l’arte e l’uomo, la complessa relazione fra talento e amicizia,
nonché la fragile unità di un quartetto di musicisti che mette la
vita in secondo piano per consacrarsi alla sublime armonia della
musica.
Tuttavia, il film smarrisce parte
del suo fascino a causa di una sceneggiatura che non sfrutta fino
in fondo gli spunti introdotti nel corso della storia, preferendo
soluzioni più rassicuranti ed evocando il perfetto finale de Il
Concerto di Radu Mihăileanu. Ma Una fragile armonia è
comunque in grado di insegnarci che il palcoscenico resta pur
sempre un luogo sottoposto allo scorrere del tempo e che bisogna
avere il coraggio di abbandonare con dignità quando occorre
mettersi da parte e lasciare spazio al cambiamento.
Immerso in una New York innevata e
malinconica, il film di Zilberman si poggia in gran parte su un
ottimo cast che conferisce un grande valore alla pellicola
raffinata eppure imperfetta alla quale assiste lo spettatore.
Attori solidissimi e di prim’ordine, con Philip Seymour
Hoffman nel ruolo del secondo violino che ambisce alle
gratificazioni del numero uno, Catherine Keener moglie
tormentata con l’anima in pena come le note dolorose della sua
viola, e il violoncellista Christopher Walken, figura
paterna e ponte di coesione tra ego in conflitto. Una piacevole
scoperta Mark Ivanir, il primo violino ossessionato dalla
perfezione, attore meno navigato dei colleghi ma decisamente
all’altezza del gruppo.
Il debutto alla regia di Yaron
Zilberman è una pellicola ben confezionata che non intende
rivolgersi esclusivamente a un pubblico di esperti musicali, poiché
la sublimità della musica di Beethoven si scontra con la fragilità
dell’essere umano che si manifesta nelle sue contraddizioni. Del
resto, come ricorda il malinconico Peter (Walken), “siamo tutti
fuori tonalità”.
Distribuito da Good
Films, Una fragile armonia è in sala in questi
giorni.
Pubblicato online da Eagle Pictures
il trailer italiano di Una Folle
Passione, il nuovo film di Susanne
Bier (In un Mondo Migliore, Dopo il
Matrimonio) con protagonisti Jennifer
Lawrence e Bradley Cooper nei panni
di George e Serena Pemberton, che tornano a recitare insieme per la
terza volta dopo Il lato positivo e
American Hustle.
Una Folle
Passione, diretto da Susanne Bier,
racconta di George e Serena: i due si trasferiscono da Boston al
North Carolina per dare inizio ad un’attività di commercio del
legname che comincia ad andare molto bene. Presto Serena si
rivelerà al pari di un uomo sorvegliando gli operai, scacciando
serpenti a sonagli e addirittura salvando la vita di un uomo nel
deserto. I due troneggiano sul loro impero distruggendo tutto ciò
che intralcia la loro ricchezza. Ma quando Serena scopre di non
poter avere figli, per desiderio di vendetta decide di uccidere il
figlio che George aveva avuto prima di sposarlo, accusando il
marito di mantenere la famiglia illegittima. Quella che sembrava
un’appassionata storia d’amore si rivelerà presto essere una
sanguinosa resa dei conti.
Susanne Bier,
regista premio Oscar per il miglior film straniero, gioca la carta
vincente, sceglie una storia di forti passioni, e sceglie due
protagonisti ineccepibili. Jennifer Lawrence e
Bradley Cooper hanno accettato il ruolo di Una
Folle Passione nel 2012, reduci dal grandissimo successo
de Il Lato Positivo, e hanno sperato di
replicare l’alchimia vincente che ha fatto la fortuna del film di
David O. Russell. L’operazione, su carta, sembrava
a prova di bomba, e invece la Bier riesce a confezionare un film
mediocre, prevedibile e senza nessun coinvolgimento da parte degli
attori protagonisti.
In Una Folle
Passione George Pemberton è un imprenditore del legname,
che vuole costruire il suo impero nelle montagne del North
Carolina. In viaggio di lavoro a Boston, George incontra Serena,
una giovane donna, figlia di un tagliatore di legna, rimasta
completamente sola al mondo a seguito di un drammatico incidente
che ha ucciso tutta la sua famiglia. George e Serena vengono
travolti da una folle passione, si sposano e vanno a vivere in
North Carolina, dove Serena si mostra subito una padrona di casa
atipica. Non è una donna che ricama e bada alla casa, ma alla pari
di qualsiasi altro uomo, detta ordini, si occupa di affari e
diventa una vera e propria socia, oltre che appassionata amante,
per il marito George. La nuova posizione professionale di Serena
non piace però al vecchio socio di George, né la sua condizione di
legittima e bellissima moglie piace alla ragazza del paese, che ha
appena avuto un figlio (concepito prima che lui conoscesse Serena)
da George stesso. Le due delicate situazioni arriveranno ad un
punto di esasperazione, che distruggerà per sempre la vita di
tutti.
Una Folle Passione, il film
Eppure il casting era perfetto.
Oltre all’amicizia trai due attori, che in casi del genere può
aiutare, Jennifer e Bradley sono anche esteticamente perfetti per
interpretare George e Serena: lui è un vero uomo, rude, mascolino,
la rappresentazione del macho; lei una donna formosa, bellissima,
decisa e carnale. Peccato però che il film si trasformi in un
drammone in cui tutto ciò che di peggio può accadere,
prevedibilmente accade, secondo il più scontato dei copioni,
seguendo una logica misteriosa, che porta il film ad un epilogo in
bilico tra il drammatico e l’involontariamente comico.
Con un solo film, Susanne
Bier riesce a rendere inutile il sex appeal di Cooper, la
bellezza della Lawrence, e la bravura di un cast composto da grandi
caratteristi tra cui Rhys Ifans e Toby Jones.
Tratto dall’omonimo romanzo di Ron Rash,
Una Folle Passione è stato girato nel 2012, e
arriverà solo il 30 ottobre 2014 nei nostri cinema.
Ecco il poster italiano di
Una Folle
Passione (Serena in
originale) con Jennifer Lawrence protagonista
accanto, per la terza volta, a Bradley Cooper.
Una Folle
Passione, diretto da Susanne Bier,
racconta di George e Serena: i due si trasferiscono da Boston al
North Carolina per dare inizio ad un’attività di commercio del
legname che comincia ad andare molto bene. Presto Serena si
rivelerà al pari di un uomo sorvegliando gli operai, scacciando
serpenti a sonagli e addirittura salvando la vita di un uomo nel
deserto. I due troneggiano sul loro impero distruggendo tutto ciò
che intralcia la loro ricchezza. Ma quando Serena scopre di non
poter avere figli, per desiderio di vendetta decide di uccidere il
figlio che George aveva avuto prima di sposarlo, accusando il
marito di mantenere la famiglia illegittima. Quella che sembrava
un’appassionata storia d’amore si rivelerà presto essere una
sanguinosa resa dei conti.
Consacratisi insieme grazie al film
Il lato positivo, gli
attori Bradley Cooper e Jennifer
Lawrence hanno poi nuovamente recitato insieme in
American Hustle, Joy e Una follepassione (qui la recensione).
Quest’ultimo, diretto dalla premio Oscar SusanneBier, è uscito in sala nel 2014, portando sul
grande schermo una complessa vicenda sentimentale segnata anche dal
potere e dal contesto storico in cui si svolge. Il film riunisce
così una coppia di attori particolarmente brillante, che trae dalla
chimica che scorre tra loro il vero punto di forza di quanto gli
ruota intorno.
Il film, scritto da
Christopher Kyle, è tratto dal romanzo
Serena (che è anche il titolo inglese del film), scritto
nel 2008 da Ron Rash. Si tratta del suo libro più
noto, divenuto un bestseller e incentrato sulle tematiche
dell’avidità, della corruzione e della passione che sfocia
nell’ossessione. Attraverso i due personaggi protagonisti e le loro
attività, tutto ciò si evidenzia in modo forte e chiaro, lasciando
allo spettatore il compito di riflettere su quanto realmente ciò
per cui si ha una passione alla lunga finisce con il
possederci.
Nel dar vita all’adattamento del
film, Kyle, la Bier e i produttori hanno in particolare puntato
sulla profondità psicologica dei personaggi come anche sul punto di
vista di entrambi, mentre nel libro si ritrova solo quello di
Serena. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà
certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità
relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti
possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama e al cast di attori.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Una folle passione: la trama del film
Ambientato sul finire degli Anni
Venti, sullo sfondo delle montagne del North Carolina, la pellicola
vede protagonisti George e Serena
Pemberton, due giovani neosposi, bellissimi e
innamoratissimi, che iniziano a lavorare per quello che diventerà
presto un impero del legname. La vera artefice del loro destino è
però Serena, una giovane donna forte, passionale e senza paura. È
lei che supervisiona i taglialegna, dà la caccia a serpenti a
sonagli e salva addirittura la vita di un uomo in mezzo alla natura
selvaggia. Il suo potere decisionale sull’azienda, così come anche
sull’uomo che ha sposato, non ha eguali.
Forti del loro potere,
dell’ascendente e del carisma che esercitano sugli altri, i
Pemberton non permettono a nessuno di ostacolare il loro amore
folle e le loro ambizioni. Quando Serena, però, scopre il passato
segreto di George e si trova a fare i conti con il proprio
ineluttabile destino, l’unione passionale dei Pemberton comincia a
sgretolarsi, facendo presagire un drammatico epilogo. A quel punto,
il amore forte finirà con il trasformarsi in follia, passando
dall’essere un sentimento all’essere un’ossessione, in grado di
raggiungere i meandri più bui dell’animo umano.
Una folle passione: il cast del film
Originariamente, ad interpretare il
ruolo di Serena era stata chiamata l’attrice
AngelinaJolie, la quale però
finì con l’allontanarsi dal progetto. Al suo posto venne a quel
punto scelta la premio Oscar Jennifer
Lawrence. L’attrice, rimasta affascinata dal complesso
animo del personaggio, si disse da subito disponibile a recitare
nei panni della protagonista. Per calarsi nei suoi panni, iniziò in
particolare ad approfondire il ruolo della donna in quel contesto
storico, al fine di poter risultare più realistica. Come
anticipato, accanto a lei, nei panni di suo marito George si
ritrova il candidato all’Oscar Bradley Cooper.
Fu proprio la Lawrence a suggerire l’attore per la parte. I due,
che avevano lavorato così bene insieme sul set di Il lato
positivo, erano rimasti in ottimi rapporti e cercavano da
tempo un nuovo progetto dove poter recitare insieme.
Dopo aver letto la sceneggiatura di
Una folle passione, la Lawrence la inviò a Cooper,
convincendolo ad accettare. Cooper, allo stesso modo, studiò il
periodo storico e l’attività del suo personaggio, calandosi come
suo solito quanto più possibile nella mentalità di questo. Accanto
a loro, nei panni del controverso Galloway, vi è l’attore Rhys Ifans,
ricordato in particolare per il ruolo di Spike in Nottingh
Hill. Sean Harris, attore visto anche
in Mission: Impossible – Rogue
Natione Prometheus, invece, ricopre il
ruolo di Campbell, uno dei lavoratori di George. Toby
Jones, noto come doppiatore di Dobby nella saga di
Harry Potter, recita qui nel ruolo dello sceriffo
McDowell, mentre Sam Reid è Joe Vaughn.
Una folle passione: il
trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Una folle
passione è infatti disponibile nei cataloghi di
Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes,
Netflix e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
sabato 11 giugno alle ore 21:20
su Canale 5.
Ultimo clan ad
essere oggetto di attenzioni cinematografiche sarà quello dei
Casalesi, pare con particolare attenzione alla figura di “Sandokan”
Schiavone. Regista sarà lo stesso de “Il Capo dei capi”, Pietro
Valsecchi.
Dopo il successo dell’horror
Mama, tratto da un racconto breve scritto
da lui stesso, Andy Muschietti è diventato un nome
‘hot’ per Hollywood, se non altro per il genere horror: la
Universal in particolare sembra molto interessata
a lavorare con lui, avendo avviato le trattative per il
post-apocalittico Bird Box.
Tratto da un romanzo la cui
pubblicazione è però prevista non prima del 2014, firmato da
Josh Malerman (che ha affiancato l’attività di
scrittore a quella di leader della rock band High
Strung, gruppo forse non troppo conosciuta, ma alquanto
prolifica, avendo dato alla luce oltre una decina di dischi da
inizio anni 2000 a oggi), Bird Box vede protagonisti una donna e
due bambini che vengono bendati e abbandonati in un fiume al loro
destino.
Muschietti deve ancora giungere ad
un accordo definitivo, mentre si è alla ricerca degli scrittori
adatti a portare la storia sul grande schermo.
Medusa Film Official ha diffuso il
primo trailer di Una festa esagerata, il nuovo
film di e con Vincenzo Salemme, tratto
dall’omonimo spettacolo teatrale dell’attore napoletano.
Il film arriverà in sala a partire
dal 22 Marzo e vedrà protagonisti lo stesso Salemme al fianco
di Massimiliano Gallo, Tosca D’Aquino, Iaia
Forte con la partecipazione di Nando
Paone e con Francesco Paolantoni.
Di seguito il poster del film:
Ecco la trama:
Napoli. A casa Parascandolo fervono
i preparativi per una magnifica festa sulla splendida terrazza dove
il capofamiglia, l’ingenuo Gennaro, geometra e piccolo imprenditore
edile, vive con Teresa, famelica moglie dalla feroce ambizione di
salire sempre più in alto nella scala sociale. Per il diciottesimo
compleanno della figlia Mirea, Teresa ha deciso di fare le cose in
grande e non ha badato a spese, dal catering agli arredi, ha
persino scritturato un cameriere indiano relegando in cucina la
vecchia domestica non ritenuta abbastanza esotica per una festa
così importante! Gennaro, pur di accontentare le donne della sua
vita e con l’aiuto di Lello, l’invadente aiutante del portiere,
continua ad assecondare ogni loro capriccio e a spendere una
fortuna per una festa che lui stesso definisce “esagerata”. Tutto
sembra perfetto, gli invitati iniziano ad arrivare, ma
un’inaspettata notizia giunge dal piano di sotto, da casa
Scamardella, dove abitano un padre molto anziano e la figlia
zitella: la sfortuna ha deciso che il signor Scamardella doveva
morire proprio il giorno della festa. Cosa fare? Come si fa una
festa con un morto sotto casa?
Uno dei film che più ha fatto
parlare di sé della scorsa stagione del cinema italiano è
Una femmina, l’esordio alla regia di un
lungometraggio di Francesco Costabile, studente di
regia al Centro Sperimentale di Cinematografia, dove ha realizzato
i corti L’armadio e Dentro Roma, quest’ultimo
vincitore del Nastro d’argento al miglior cortometraggio e
candidato al David di Donatello come miglior cortometraggio
italiano. Con Una femmina egli porta sullo schermo una
storia molto dolorosa, purtroppo all’ordine del giorno, che pone in
primo piano la forza di una donna che si oppone alla
‘Ndrangheta.
Il film nasce da un’idea del regista
Edoardo De Angelis (Il vizio della speranza,
Comandante) e Lirio
Abbate ed è tratto dal libro inchiesta Fimmine
ribelli, scritto da Abbate, sulle donne vittime di violenza
all’interno dell’organizzazione mafiosa. La protagonista di
Costabile diventa dunque l’emblema di tutt quelle donne, madri,
mogli e figlie che si sono opposte a quella che è considerata
l’organizzazione criminale più arretrata d’Italia, guidata da soli
uomini, che perpetua regole antiquate che vanno dal matrimonio
forzato alla totale sottomissione della donna, pena la morte.
Il film viene presentato in
anteprima internazionale nella sezione ufficiale di “Panorama” al
Festival di Berlino 2022, oltre a riceve poi due candidature ai
David di Donatello 2022 come miglior regista esordiente e miglior
sceneggiatura adattata, affermandosi dunque come uno dei titoli
italiani più importanti del suo anno. Prima di intraprendere una
visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune
delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno
anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
La trama e il cast di Una femmina
La storia è quella di
Rosa, giovane dal carattere ribelle, che vive
insieme alla nonna e allo zio in un paesino della Calabria. La sua
quotidianità viene improvvisamente stravolta da qualcosa che emerge
dal suo passato, un trauma che la lega indissolubilmente alla
misteriosa morte di sua madre, di cui Rosa conserva pochi ricordi e
dietro la cui morte vige la più assoluta omertà da parte della sua
stessa famiglia. Grazie all’incontro con Gianni,
giovane guardiano del cimitero del paese, decide di scoprire la
verità e riscattare la memoria di sua madre. Deciderà dunque di
tradire la sua famiglia e cercare la propria vendetta di sangue, ma
quando questa famiglia è la ‘Ndrangheta ogni passo può rivelarsi
fatale.
Ad interpretare Rosa vi è
l’esordiente Lina Siciliano, dal
regista incontrata in una casa famiglia nella
quale era giunta dopo aver vissuto una giovinezza particolarmente
difficile. La giovane, anche per via del suo vissuto, ha dunque
saputo restituire a Rosa un’intensità e una verità genuine,
ricevendo molte lodi per la sua interpretazione. Accanto a lei, nel
ruolo di Gianni, vi è l’attore Mario Russo, mentre
Fabrizio Ferracane, visto di recente anche in
Ariaferma, interpreta
Salvatore. Francesca Ritrovato interpreta Cetta,
madre di Rosa, mentre Anna Maria De Luca è la
nonna Berta. Luca Natale, infine, interpreta il
cugino Natale.
Una femmina, la storia vera dietro il film
Come anticipato, quella di Una
femmina è una storia basata su alcuni eventi reali e ispirata
alle vere donne che si opposero alla ‘Ndrangheta. In particolar
modo, gli sceneggiatori hanno costruito il racconto a partire dalle
vicende di Maria Concetta Cacciola e
Giuseppina Pesce. La prima di queste, nata
all’interno di una potente famiglia calabrese appartenente alla
‘Ndrangheta e costretta all’età di tredici anni a sposare Salvatore
Figliuzzi, il quale ambiva ad entrare nel clan. La sua vita,
condotta perennemente sotto il controllo del marito, del padre e
del fratello, si apre ad una svolta inaspettata l’11 maggio 2011 è
convocata presso la Tenenza dei Carabinieri di Rosarno, per
l’arresto del figlio maggiore per guida senza patente.
Con l’occasione ne approfitta per
rivelare quanto sa della sua famiglia e delle sue azioni per
sfuggire a quel tipo di vita e per dare ai suoi figli un futuro
migliore, correndo però il rischio di essere uccisa nel caso in cui
fosse stata scoperta. Nella notte tra il 29 e il 30 maggio dello
stesso anno, diventa ufficialmente testimone di giustizia, inserita
nel programma di protezione e trasferita di nascosto prima a
Cassano all’Ionio, poi a Bolzano e infine a Genova, senza poter
avere più contatti con la sua famiglia. I genitori cercano però di
ricattarla usando i figli per farsi rivelare ciò che ha confessato
alle autorità. Il 12 agosto accetta di vedere gli avvocati del
clan, che la costringono a firmare una ritrattazione.
Maria si pentirà poi di questo
gesto, ma a quel punto non può più scappare. Due giorni dopo il suo
ultimo contatto con la polizia, il 20 agosto 2011, viene trovata
morente in bagno dopo aver ingerito dell’acido cloridrico che le ha
bruciato la bocca. Tuttavia le autorità non credono alla storia del
suicidio, ed ha così inizio un processo che si conclude con la
condanna della madre a tre anni di arresti domiciliari, del padre a
sei anni e sei mesi di reclusione e del fratello a cinque anni e
otto mesi. Parzialmente diversa è invece la storia
di Giuseppina Pesce, la quale pur vivendo
inizialmente una situazione simile a quella della Cacciola, quando
nel 2010 finisce in carcere con l’accusa di essere la ‘postina’ del
clan.
Inizia a questo punto a collaborare
con il pubblico ministero della Dda di Reggio Calabria, svelando i
crimini della propria famiglia e ottenendo protezione per sé e i
suoi tre figli. La sua vicenda come testimone non è stata priva di
momenti di incertezza su ciò che stava facendo, ma è stata la
consapevolezza che ritrattare tutto l’avrebbe condotta a morte
certa a farle proseguire quel percorso. Oggi Giuseppina Pesce
continua a vivere in una località protetta con i suoi figli. Per il
coraggio dimostrato, è riconosciuta come un’eroina, anche se
purtroppo una delle poche ancora in vita. La sua storia, come anche
quella della Cacciola e di Lea Garofalo, altra
vittima della ‘Ndrangheta, sono raccontate anche nella serie
The Good Mothers,
disponibile su Disney+.
Il trailer di Una femmina
e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Una femmina grazie alla sua presenza su
alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di
Infinity+, Prime Video e Netflix. Per vederlo, una volta scelta la
piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o
sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video.
Arriva da Open Road Film una
nuova featurette del film The Host di Andrew Niccol, l’adattamento
cinematografico del romanzo di Stephenie
Meyer (Twilight)
Una famiglia è il
secondo lungometraggio di Sebastiano Riso, dopo
Più buio di mezzanotte (2014). Il tema centrale
della vicenda è il mercato sommerso di neonati che vengono venduti
dalle madri naturali a genitori adottivi compiacenti e privi di
scrupoli, che pur di avere un figlio sono disposti a pagare,
ignorando le conseguenze che spesso tale gesto impulsivo ed egoista
può comportare.
Vincent e Maria sono una coppia che
vive modestamente e regolarmente genera e cede i propri figli in
cambio di cospicue somme di denaro. Vivono isolati, in un quartiere
popolare di Roma, senza amici e lontano dalle proprie famiglie, con
le quali hanno tagliato i legami da molto tempo. Lui in
particolare, nato e cresciuto vicino Parigi, sembra essersi gettato
alle spalle un passato che vorrebbe dimenticare. Apparentemente
sembrano affiatati e innamorati, ma è solo una scorza di
superficie, che cela il grande dolore di Maria per la continua
costrizione a cui è costretta da Vincent. Arrivata all’ennesima
compravendita cercherà di opporsi, nel desiderio di poter avere
finalmente una famiglia sua.
Una scritta iniziale
informa che la vicenda è ispirata a storie vere e purtroppo
sabbiamo bene che un tipo di mercato così bieco e spietato esiste,
ma nel film, nonostante l’approccio registico volutamente spietato,
freddo e di taglio molto realistico, la vicenda risulta assai poco
credibile e pian piano che si va avanti si fa grande fatica
accettare quello che viene raccontato. Viene naturale porsi domande
o esigere delle spiegazioni. Manca completamente una descrizione
del fenomeno e la terribile compravendita viene rappresentata solo
attraverso poche figure: un medico, un’intermediaria e la coppia in
questione. Si sente la necessità di conoscere gli spietati
meccanismi di tale mercato e capire quali sono le figure che si
muovono nelle sue file, molto numerose e sicuramente vicine ad
altre forme di criminalità. Probabilmente si tratta di vere e
proprie organizzazioni, ma nel film la vendita sembra procedere in
maniera autonoma, come si farebbe per un’automobile usata.
Probabilmente l’intento del regista era quello di concentrarsi
sull’aspetto emotivo e interiore di scelte così estreme e questo
viene avvertito, ma quando si fa riferimento a tematiche reali,
oltretutto poco trattate, sarebbe doveroso cercare di indagare, di
informare, di sensibilizzare.
Una famiglia ha grandi ambizioni,
ma cade miseramente per estrema superficialità. Oltretutto la
storia non è sorretta da un adeguata interpretazione degli attori.
I protagonisti Patrick Bruel e Micaela Ramazzotti, risultano forzati,
caricati e portatori di battute il più delle volte artificiose e
didascaliche. Tutti gli altri personaggi, in numerosi casi inutili
o meramente di servizio, sono ridotti a una vera e propria
macchietta, come nel caso della coppia omosessuale che decide di
comprare il figlio che ha sempre desiderato, o il mercante d’armi,
o ancora la nuova candidata alla turpe attività.
La fotografia è fredda,
stanca, solamente di supporto tecnico, così come la musica. Anche
il lavoro di scenografia e di ambientazione, non rende giustizia
alla città di Roma, al suo sottobosco di storie ai margini e di
infiniti traffici illeciti. Non basta Ponte Casilino, la
Tangenziale, un pontile di Ostia, per dare un idea di tutto questo
e oltretutto, quanto mostrato in esterno, stona incredibilmente con
gli arredi e i colori ricreati in interno, contribuendo ancora di
più a trasmettere una sensazione di straniante finzione.
Sarà presentato a Venezia il nuovo film UNA
FAMIGLIA, di Sebastiano Riso con
Micaela Ramazzotti, Patrick Bruel, Pippo Delbono, Fortunato
Cerlino, Marco Leonardi, Matilda De Angelis, Ennio
Fantastichini.
Sceneggiatura di Andrea
Cedrola, Stefano Grasso, Sebastiano Riso la pellicola è
prodotta da Indiana Production con Rai
Cinema con la partecipazione di BAC Films
Production
Sebastiano Riso ha
commentato la notizia del
Concorso di Venezia:Sono veramente onorato di
essere in concorso a Venezia, un festival che ha una storia così
importante, che ha ospitato i registi e gli attori più grandi del
cinema contemporaneo. E sono felice di poter condividere questa
esperienza con i miei attori. Sul set la storia ci ha molto
coinvolto tutti dal punto di vista emotivo, Micaela ha fatto un
grandissimo lavoro sul suo personaggio e mi emoziona l’idea di
essere parte, con lei, con tutti loro, di una competizione così
prestigiosa.
Una famiglia la trama
Vincent è nato cinquant’anni fa
vicino a Parigi, ma ha tagliato ogni legame con le sue radici.
Maria, più giovane di quindici anni, è cresciuta a Ostia, ma non
vede più la sua famiglia. Insieme formano una coppia che non sembra
aver bisogno di nessuno e conducono un’esistenza appartata nella
Roma indolente e distratta dei giorni nostri, culla ideale per chi
vuole vivere lontano da sguardi indiscreti. In più, Vincent e Maria
sono bravi a mimetizzarsi: quando prendono il metrò, si siedono
vicini, teneramente abbracciati. A volte cenano al ristorante, più
interessati a guardarsi negli occhi che al cibo nei loro piatti.
Quando tornano a casa, fanno l’amore con la passione degli inizi,
in un appartamento di periferia che lei ha arredato con cura.
Eppure, a uno sguardo più attento,
quella quotidianità dall’apparenza così normale lascia trapelare un
terribile progetto di vita portato avanti da lui con lucida
determinazione e da lei accettato in virtù di un amore senza
condizioni. Un progetto che prevede di aiutare coppie che non
possono avere figli. Arrivata a quella che il suo istinto le dice
essere l’ultima gravidanza, Maria decide che è giunto il momento di
formare una vera famiglia. La scelta si porta dietro una
conseguenza inevitabile: la ribellione a Vincent, l’uomo della sua
vita.
Ecco la nostra intervista a
Jon Bernthal e Will Smith, trai protagonisti di Una
famiglia vincente – King Richard, il biopic su Richard
Williams, padre di Venus e Serena, le campionesse di tennis, che
arriverà in sala a partire dal 13 gennaio 2022.
Basato su una storia vera che
ispirerà il mondo,
Una famiglia vincente – King Richard della Warner Bros.
Pictures ripercorre la vita di Richard Williams, un padre
imperterrito che ha contribuito a formare due delle atlete più
dotate di tutti i tempi, che hanno cambiato lo sport del tennis per
sempre. Il due volte candidato all’Oscar Will Smith (“Ali”, “La ricerca della
felicità”, “Bad Boys for Life”) interpreta Richard, sotto la
direzione di Reinaldo Marcus Green (“Monsters and Men”).
Spinto da una chiara visione del
loro futuro, e utilizzando metodi non convenzionali, Richard ha un
piano che porterà Venus e Serena Williams dalle
strade di Compton in California agli scenari internazionali, come
icone leggendarie. Il film profondamente toccante, mostra il potere
della famiglia, della perseveranza e dell’incrollabile convinzione
come mezzi per raggiungere l’impossibile e avere un impatto sul
mondo.
Aunjanue Ellis (“Se la strada
potesse parlare”, “Quantico” in TV”) interpreta la mamma delle
ragazze, Oracene “Brandi” Williams; Saniyaa Sidney (“Il diritto di
contare”, “Barriere”) interpreta Venus Williams; Demi Singleton
(“Godfather of Harlem” in TV) interpreta Serena Williams, con Tony
Goldwyn (la serie “Divergent”, “Scandal” in TV) nei panni
dell’allenatore Paul Cohen e Jon Bernthal (l’imminente “I molti
santi di Newark”, “Le Mans ’66 – La grande sfida”) in quelli
dell’allenatore Rick Macci. Fanno parte del cast anche Andy Bean
(“IT – Capitolo due”), Kevin Dunn (i film di “Transformers”, “Veep
– Vicepresidente Incompetente” della HBO) e Craig Tate (“Greyhound:
Il nemico invisibile”).
Green ha diretto
Una famiglia vincente – King Richard da una sceneggiatura
scritta da Zach Baylin. I produttori sono Tim White e Trevor White
sotto la loro bandiera di Star Thrower Entertainment, e Will Smith con la sua Westbrook. I produttori
esecutivi del film sono Isha Price, Serena Williams, Venus
Williams, James Lassiter, Jada Pinkett Smith, Adam Merims, Lynn
Harris, Allan Mandelbaum, Jon Mone e Peter Dodd.
La squadra creativa che ha lavorato
dietro le quinte comprende il direttore della fotografia premio
Oscar Robert Elswit (“Il petroliere”), gli
scenografi Wynn Thomas (“Da 5 Bloods – Come fratelli”, “Il diritto
di contare”) e William Arnold (“Il coraggio della verità – The Hate
U Give”), la montatrice nominata all’Oscar® Pamela Martin (“The
Fighter”) e la costumista due volte nominata all’Oscar® Sharen
Davis (“Dreamgirls”, “Ray”). Musiche ad opera del compositore
candidato all’Oscar® Kris Bowers (“Space Jam: New Legends”, “A
Concerto is a Conversation”).
Warner Bros. Pictures presenta, una
produzione Star Thrower Entertainment /Westbrook /Keepin’ It Reel,
Una famiglia vincente – King
Richard che uscirà nelle sale italiane il
13 Gennaio 2022.
Basato su una storia vera che
ispirerà il mondo,
Una famiglia vincente – King Richard della Warner Bros.
Pictures ripercorre la vita di Richard Williams, un padre
imperterrito che ha contribuito a formare due delle atlete più
dotate di tutti i tempi, che hanno cambiato lo sport del tennis per
sempre. Il due volte candidato all’Oscar Will Smith (“Ali”, “La ricerca della
felicità”, “Bad Boys for Life”) interpreta Richard, sotto la
direzione di Reinaldo Marcus Green (“Monsters and Men”).
Spinto da una chiara visione del
loro futuro, e utilizzando metodi non convenzionali, Richard ha un
piano che porterà Venus e Serena Williams dalle
strade di Compton in California agli scenari internazionali, come
icone leggendarie. Il film profondamente toccante, mostra il potere
della famiglia, della perseveranza e dell’incrollabile convinzione
come mezzi per raggiungere l’impossibile e avere un impatto sul
mondo.
Aunjanue Ellis (“Se la strada
potesse parlare”, “Quantico” in TV”) interpreta la mamma delle
ragazze, Oracene “Brandi” Williams; Saniyaa Sidney (“Il diritto di
contare”, “Barriere”) interpreta Venus Williams; Demi Singleton
(“Godfather of Harlem” in TV) interpreta Serena Williams, con Tony
Goldwyn (la serie “Divergent”, “Scandal” in TV) nei panni
dell’allenatore Paul Cohen e Jon Bernthal (l’imminente “I molti
santi di Newark”, “Le Mans ’66 – La grande sfida”) in quelli
dell’allenatore Rick Macci. Fanno parte del cast anche Andy Bean
(“IT – Capitolo due”), Kevin Dunn (i film di “Transformers”, “Veep
– Vicepresidente Incompetente” della HBO) e Craig Tate (“Greyhound:
Il nemico invisibile”).
Green ha diretto
Una famiglia vincente – King Richard da una sceneggiatura
scritta da Zach Baylin. I produttori sono Tim White e Trevor White
sotto la loro bandiera di Star Thrower Entertainment, e Will Smith con la sua Westbrook. I produttori
esecutivi del film sono Isha Price, Serena Williams, Venus
Williams, James Lassiter, Jada Pinkett Smith, Adam Merims, Lynn
Harris, Allan Mandelbaum, Jon Mone e Peter Dodd.
La squadra creativa che ha lavorato
dietro le quinte comprende il direttore della fotografia premio
Oscar Robert Elswit (“Il petroliere”), gli
scenografi Wynn Thomas (“Da 5 Bloods – Come fratelli”, “Il diritto
di contare”) e William Arnold (“Il coraggio della verità – The Hate
U Give”), la montatrice nominata all’Oscar® Pamela Martin (“The
Fighter”) e la costumista due volte nominata all’Oscar® Sharen
Davis (“Dreamgirls”, “Ray”). Musiche ad opera del compositore
candidato all’Oscar® Kris Bowers (“Space Jam: New Legends”, “A
Concerto is a Conversation”).
Warner Bros. Pictures presenta, una
produzione Star Thrower Entertainment /Westbrook /Keepin’ It Reel,
Una famiglia vincente – King
Richard che uscirà nelle sale italiane il
13 Gennaio 2022.