FREE – Liberi, la commedia
diretta da Fabrizio Maria Cortese e presentata nella
prestigiosa cornice del Festival Internazionale del cinema di
Venezia. Un cast stellare, che annovera attori del calibro di
Sandra Milo, Ivano Marescotti e Corinne Clery, è
protagonista di un viaggio on-the-road sui generis, dal Lazio fino
al Puglia, che fa della vita e del desiderio di libertà il fil
rouge della pellicola. FREE – Liberi vuole portare una ventata di
ottimismo e speranza attraverso la celebrazione della così detta
‘terza età’, momento della vita ricco ancora di aspirazioni e di
sogni. “Quello che ho voluto raccontare nel film è la bellezza di
essere anziani. Anziani non come fine o meglio non come principio
di una fine, ma come categoria di persone consapevoli di vivere uno
dei tanti momenti della vita, forse il più bello.” Così Cortese
descrive FREE – Liberi, la storia di 5 anziani che scappano da una
casa di riposo con un entusiasmo dilagante, che colora la storia
come se fosse un po’ fumetto e un po’ favola.
Cinque anziani ospiti della casa
di riposo dell’Opera Don Guanella di Roma, annoiati dalla vita
quotidiana e delusi per il distacco dei loro affetti più cari,
decidono di fuggire verso la Puglia per realizzare il sogno della
loro vita: si tratta di Rocco (Ivano Marescotti), trader fallito,
suo fratello Luchino (Enzo Salvi), cuoco ossessivo compulsivo,
Antonio (Babak Karimi), ex-capitano di lungo corso, Erica (Corinne
Clery), ex- cantante cardiopatica e Mirna (Sandra Milo),
arrivata in Italia dalla Serbia allo scoppio delle guerre
jugoslave. Innamorati dell’avventura che Mirna sta per
intraprendere per ritrovare il pluriricercato Dragomir (Antonio
Catania), suo vecchio amore creduto morto ma in realtà nascosto da
decine d’anni nel Salento, i quattro si uniscono al viaggio. Sono
certi che la loro vita cambierà per il meglio una volta incontrato
il potente criminale. Le storie personali si alterneranno in un
susseguirsi di vicende tra passione e avventura, in un Salento che
farà da cornice alle loro emozioni. Riusciranno i nostri amici a
realizzare i loro sogni?
Accanto a Sandra Milo, Ivano
Marescotti e Corinne Clery, Babak Karimi, Enzo Salvi, Antonio
Catania, Marco Marzocca, Sergio Friscia insieme a Tullio Solenghi,
Shalana Santana, Michele Venitucci, Paolo de Vita, Martina
Palmitesta e Erika Blanc. Prodotto da Golden Hours Films in
collaborazione con Rai Cinema e in associazione con Ismaele Film,
FREE – Liberi è stato girato grazie al sostegno della Apulia Film
Commission e sarà nei cinema italiani dal 12 novembre con
Ismaele Film.
Fondato nel 1930 nella Francia
centrale, il ristorante della famiglia Troisgros detiene 3 stelle
Michelin da 55 anni e da quattro generazioni. Frederick
Wiseman racconta questa storia attraverso i membri della
storica brigata di cucina. Michel Troisgros, terza
generazione a capo del ristorante, ha passato la responsabilità
della cucina al figlio César, quarta generazione di chef Troisgros.
Dal mercato per la raccolta delle verdure fresche, all’impianto di
lavorazione del formaggio, al vigneto, all’allevamento di bestiame
biologico, fino all’orto che rifornisce il ristorante, Wiseman ci
accompagna in un viaggio goloso e piacevole nelle cucine dei tre
ristoranti della famiglia. Un’esperienza coinvolgente, che mostra
la grande maestria, l’ingegno, l’immaginazione e il duro lavoro
dello staff del ristorante nel creare, preparare e presentare
piatti di altissima qualità.
Michel Troisgros,
Léo Troisgros e Frederick Wiseman hanno presentato il film Fuori
Concorso a Venezia 80. Un film che ruota intorno al tema della
gastronomia e della cucina unito all’amore per la famiglia. Lo
stesso regista è affascinato da questo processo creativo e della
preparazione: “Penso che la preparazione e la creazione del
cibo siano una forma d’arte. Ogni piatto prima di lasciare la
cucina viene esaminato con cura da Michel e Leo e ho voluto
soffermarmi anche su questi piccoli dettagli come mettere in ordine
gli elementi sul piatto attraverso l’uso delle pinze da
cucina”.
Frederick Wiseman presenta Menus Plaisirs – Les
Troisgros
Anche dalla parte degli attori e
protagonisti di questa storia familiare hanno commentato la
collaborazione con il regista e sono rimasti colpiti dalla sua
dedizione al progetto. “Non conoscevo il cinema di Fred. Il
progetto è iniziato l’anno prima del Covid. È venuto a visitarci al
ristorante e ha incontrato mio figlio e ha amato il piatto che gli
hanno preparato dimostrando una certa attenzione al nostro mondo,
alla nostra eredità e alla nostra storia di famiglia. Ogni
generazione appartiene a questo mondo. Quando ci è venuto a trovare
subito dopo ci ha parlato del progetto. Poi ho recuperato tutti i
suoi film, ho visto Crazy Horse [ride]”., racconta Michel.
Un progetto che ha messo a dura
prova il regista con delle scene particolari e dettagliate sul
lavoro di preparazione dei piatti: “La famiglia mi ha dato il
permesso di girare e introdurmi ovunque, senza nessuna restrizione.
Le parti da girare in cucina sono state le più difficili perché
c’erano sempre molte persone e volevo essere sicuro di dare uno
sguardo accurato al loro lavoro all’interno della cucina. La
famiglia ci ha aiutato ad ottenere i permessi anche per gli ospiti
che venivano serviti durante il servizio. Ho voluto anche
soffermarmi su quello che riguarda la preparazione del piatto
quindi elementi di quotidianità come la spesa al mercato”.
La narrazione fuori dal ristorante è
stata necessaria per raccontare il dietro le quinte della
composizione e preparazione dei piatti e ha sottolineato ancora una
volta la cura e la dedizione al progetto da parte di Frederick
Wiseman: “È stata una parte importante perché fa parte del
nostro quotidiano perché è come se facessero parte della famiglia,
sono più dei compagni di viaggio che dei fornitori, sono la risorsa
che porta avanti il ristorante”.
Entrambe le parti si sono spesa
anima e corpo per la riuscita di Menus Plaisirs e anche per la brigata di
cucina è stato intenso condividere uno spazio così riservato con le
telecamere: “È stata una sfida anche per noi ma ci siamo
abituati. C’erano solo un paio di persone che si muovevano attorno
a noi mentre cucinavamo. Cercava di dare consigli per rendere la
scena sempre più fluida ma allo stesso tempo gli conferisce
rispetto e trasmette la complicità della squadra anche attraverso i
dialoghi. C’è molta intensità in cucina, Fred vuoel dare a vedere
la forza dei gesti nella successione tra le varie tecniche che si
accavallano in cucina, che seguono un certo ritmo” ha detto
Michel.
La storia della famiglia Troisgros
va avanti da moltissime generazioni e come racconta Leo, è una
passione che è cresciuta con il tempo: “La passione si è
trasmessa a noi dai nostri genitori davvero in modo naturale.
Abbiamo sempre visto fare questo all’interno della nostra famiglia,
siamo cresciuto così e questa passione si è ampliata crescendo. I
nostri genitori ci hanno permesso di farde moltissime esperienze
all’interno della haute cuisine e sono tutti molto
interessanti”.
Nonostante il flop del film, gli
appassionati horrorifici di tutto il mondo sono stati molti felici
di vedere i villain dei franchise di Nightmare e
Venerdì 13 faccia a faccia nella stessa pellicola
grazie a Freddy vs Jason del 2003.
Diversi anni dopo l’uscita del film,
si era cominciato a parlare di un possibile adattamento di
Freddy vs Jason vs Ash, serie a fumetti in
edizione limitata (composta da 6 numeri) che, oltre agli iconici
villain sopracitati, vedeva protagonista anche il personaggio di
Ash Williams della trilogia di Evil
Dead (La Casa in italiano).
Il progetto però non ha mai visto la
luce e adesso, in una recente chat su Reddit, è stato lo stesso Bruce
Campbell (interprete di Ash nella serie diretta da
Sam Raimi) a spiegare come mai il
progetto è naufragato. Queste le sue parole:
“Sarò molto sincero. Non mi
interessano i crossover. Uno dei motivi principali per cui Freddy
vs Jason vs Ash non ha mai visto la luce è perchè non avevamo il
controllo su altri personaggi al di fuori di Ash. Ci sembrava un
modo creativo per finire in bancarotta. Inoltre, si trattava di
dividere i proventi per tre, con partner con cui probabilmente non
avresti voluto dividerli.”
Freddy vs Jason vs
Ash: Bruce Campbell spiega perché il crossover non è
stato realizzato
Nell’ottobre del 1984 debuttava
Nightmare di Wes Craven
e regalava al mondo la nuova icona del cinema horror,
Freddy Krueger. Ebbene oggi quell’icona
torna a splendere nella nuova action figure
firmata NECA, di pregevolissima fattura.
Ecco le foto:
[nggallery
id=2950]
La nuova versione dell’action
figure di Freddy Krueger è un
ritorno alle origini e in perfetto stile originale del classico
dell’horror. Inoltre fa parte della serie NECA basata su A
Nightmare on Elm Street. L’action figure è scala 7 pollici.
Il freddoinvernale ha cominciato a spazzare tutta
l’Italia, che non è abituata troppo alle temperature sotto lo zero
e alla neve, almeno non ovunque. Di seguito vi proponiamo quei
personaggi che, buoni o cattivi, al
cinema, in tv o nei
fumetti, utilizzano il freddo come arma, offensiva
o difensiva. [nggallery id=3081]
Freddo record: i
personaggi glaciali più potenti di cinema, tv e fumetti
Freddie Stroma
(Pitch Perfect, Harry Potter e i doni della
morte) nel cast di cast di 13
Hours, il film di Michael Bay
(l’acclamato regista della saga
Transformers) sull’attacco terroristico
ai danni dell’ambasciata degli Stati Uniti, avvenuto a Bengasi l’11
settembre 2012. L’attore interpreterà un agente sotto copertura
della CIA in Libia.
La sceneggiatura,
scritta da Chuck Hogan (autore dello script di
The Town di Ben
Affleck), adatta per il grande schermo l’inchiesta di
Mitchell Zuckoff “Thirteen Hours: A Firsthand
Account of What Really Happened in Benghazi”, di cui la Paramount
acquistò i diritti ancora prima della sua pubblicazione. La
pellicola racconterà delle 13 ore in cui i responsabili dell’Annex
Security Team, sotto attacco, dovettero attendere l’arrivo dei
mariners e della CIA. In quell’occasione persero la vita
l’ambasciatore americano in Libia, Christopher Stevens, due marines
e un funzionario.
Tra i protagonisti del film, che
inizierà le riprese il prossimo mese a Malta e in Marocco, ci sono
anche David Denman (da poco entrato nel cast nel
ruolo del cecchino che tentò di salvare l’ambasciatore
americano), John Krasinski (protagonista
come uno dei Navy SEAL), James Badge Dale, Max
Martini e Pablo Schreiber.
Non ancora fissata la data di uscita della pellicola.
Freddie Highmore è
uno di quegli attori che ha fatto la storia del cinema e delle
serie tv recenti grazie alla sua versatilità e al suo talento.
L’attore, che ha iniziato questa professione quando era solo un
bambino, entrato subito nel cuore degli spettatori che lo hanno
visto crescere e lo hanno seguito in tutti questi anni.
Ecco dieci cose da sapere su
Freddie Highmore.
Freddie Highmore: i suoi film e le
serie TV
1. Ha recitato in celebri
film. La carriera cinematografica dell’attore è iniziata
nel 1999, quando ha debuttato sul grande schermo in Women
Talking Dirty, per poi apparire in Due fratelli
(2004), Neverland – Un sogno per la
vita (2004) e 5 bambini & It (2004). In seguito,
lavora in La fabbrica di
cioccolato (2005), Un’ottima annata – A Good Year
(2006), Arthur e il popolo dei Minimei (2006),
La musica nel cuore – August Rush (2007), Spiderwick –
Le cronache (2008), Arthur e la vendetta di
Maltazard (2009), Arthur e la guerra dei due
mondi(2010) e Master Harold… and the Boys
(2010). Tra i suoi ultimi lavori, vi sono L’arte di arrangiarsi
(2011), Il viaggio – The
Journey (2016), La rivoluzione di Charlie (2016),
Way Down – Rapina alla banca di Spagna (2021).
2. Ha lavorato in diverse
serie tv. L’attore non ha recitato solo per il cinema, ma
ha spesso anche per il piccolo schermo. Infatti, il suo debutto nel
mondo della recitazione risale al 1999, con il film tv Walking
the Moon, per poi apparire nelle serie Le nebbie di
Avalon (2001), Jack e il fagiolo magico (2001), I
Saw You (2002), Close to the Enemy (2016). Di recente
si è reso celebre grazie alle serie Bates Motel
(2013-2017) e The Good Doctor
(2017-2019). Nel 2021 ha recitato nella serie
Leonardo.
Freddie Highmore: chi è sua
moglie
3. Si è sposato da
poco. L’attore non ha mai posto la sua vita privata sotto
i riflettori, anche se è noto che in passato ha avuto una storia
con la collega Sarah Bolger, con la quale si
sarebbe frequentato dal 2006 al 2009, e con l’attrice
Abigail Bresling, con cui avrebbe avuto una breve
storia nel 2016. Nel settembre del 2021, durante lo show Jimmy
Kimmel Live! ha rivelato di essersi sposato, ma non è nota
l’identità di sua moglie, che potrebbe dunque non appartenere al
mondo dello spettacolo.
Freddie Highmore non è
autistico
4. In molti gli
attribuiscono erroneamente il noto disturbo. Nella
popolarissima serie di genere medial drama The Good
Doctor, l’attore interpreta il protagonista Shaun Murphy,
Specializzando in chirurgia, con autismo e Sindrome del savant. Le
sue abilità comprendono la memoria fotografica e la capacità di
notare dettagli e cambiamenti anche minimi. Per via della maniacale
precisione con cui Highmore interpreta questo ruolo, in molti hanno
iniziato a credere che egli fosse realmente affetto da autismo.
L’attore, tuttavia, non condivide tale dettaglio con il suo
personaggio.
Freddie Highmore, attore bambino
5. È stato un attore
prodigio sin da bambino. Highmore è stato uno dei più
popolari attori bambini degli ultimi decenni. Dopo aver debuttato a
soli sei anni in alcuni film per la televisione, egli ha recitato
in film per il cinema come Due fratelli, Neverland – Un sogno
per la vita e La fabbrica di cioccolato, che lo hanno
reso una celebrità senza eguali. Una volta cresciuto, Highmore ha
saputo reinventarsi, confermando il proprio talento nella
recitazione.
Freddie Highmore in La fabbrica
di cioccolato
6. È stato raccomandato da
Johnny Depp. Johnny Depp è rimasto così impressionato dalla
performance di Highmore in Neverland – Un sogno per la
vita, da raccomandarlo a Tim Burton per
il ruolo di Charlie Bucket. Dopo che Burton ebbe incontrato il
bambino, si convinse anche lui non solo del suo talento ma anche
del suo essere perfetto per interpretare l’innocente Charlie.
7. Ha vinto un
premio. Per la sua interpretazione, il giovane attore ha
vinto nel 2005 un Critics’ Choice Movie Award per il Miglior
giovane attore, mentre è stato candidato al Phoenix Film Critics
Society Awads come Miglior attore giovane protagonista o non. Ad
oggi, infatti, quella in La fabbrica di cioccolato rimane
una delle interpretazioni più celebri dell’attore, che ancora oggi
viene identificato proprio con questo film.
Freddie Highmore in Bates
Motel
8. Ha studiato tra le
riprese. Durante le riprese delle prime stagioni della
serie Bates Motel, incentrata sulla formazione del
problematico Norman Bates, l’attore stava studiando all’Università
di Cambridge. Per far quadrare il tutto, si è deciso di far
coincidere le riprese con la sue necessità, tanto da dargli sei
mesi di pausa per finire di studiare.
9. Ha avuto il ruolo grazie
alla sua collega. Per interpretare Norman Bates, in realtà
l’attore non fu proprio la prima scelta dei produttori. Tuttavia, è
stata Vera Farmiga,
collega di set, a suggerire l’attore per il ruolo di Norman. Ancora
una volta, Highmore sorprese tutti, dimostrando di potersi togliere
la maschera del bravo ragazzo per indossare quella dello spietato
assassino.
Freddie Highmore: età e
altezza
10. Freddie Highmore è nato
il 14 febbraio del 1992 a Camden Town, Londra. La sua
altezza complessiva corrisponde a 178 centimetri.
Freddie Highmore
si è finora fatto conoscere sul grande schermo per ruoli ‘da
buono’, come quello di Peter Llewellyn Davies in
Finding Neverland o quello di Charlie Bucket in
La fabrrica di cioccolato, o ancora per aver dato
la voce ad Astroboy e ad Arthur nella serie dedicata all’omonimo
personaggio della saga firmata da Luc
Besson. Superato da poco il traguardo dei vent’anni,
l’attore lascia questi climi distesi per addentrarsi in territori
molto più oscuri: sarà infatti un giovane Norman
Bates in Bates Motel, serie che narrerà
gli avvenimenti precedenti a quanto raccontato da Alfred Hitchcock
in Psycho.
La serie verrà curata dal network
americano A&E, che ha dato il via alla produzione dei primi
dieci episodi. La scelta di Highmore è per certi versi simile a
quelle di Perkins: anche per interpretare il protagonista del film
fu infatti scelto un attore fino a quel momento noto per i suoi
ruoli tutto sommato rassicuranti. Pur augurando il successo ad
Highmore, c’è da sperare che non segua le orme del suo
predecessore, rimanendo confinato a vita nel ruolo dello
psicopatico.
Freddie Highmore,
Odeya Rush e Haley Joel
Osment ufficialmente nel cast della commedia
drammatica di Jake GoldbergerHolding
Patterns. Highmore interpreterà un ventenne demotivato che
vive ancora a casa con la madre e il patrigno e che si innamora di
una giovane donna già fidanzata (Odeya Rush).
L’ambigua relazione che nasce tra i due costringerà entrambi a
riprendere in mano le proprie vite.
Tra i co-protagonisti anche
Rita Volk (Faking It – Più che
amiche), Jake Abel
(Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo) e
Taylor John Smith (Insidious 3:
L’inizio). La sceneggiatura è stata scritta dallo
stesso Goldberger: a produrre il film Alex
Ginzburg e Tony Lee, insieme a
Jim Young per Animus Films, società che ha
prodotto il primo lungometraggio del regista, Don
McKay, interpretato da Thomas Haden Church,
Elisabeth Shue e Melissa Leo.
Tra i crediti di Goldberger, anche
Life of a King, con Cuba Gooding
Jr., Dennis Haysbert e Lisa Gay
Hamilton.
Highmore, star
della serie Bates Motel nel ruolo di
Norman Bates, apparirà prossimamente nella miniserie
Close to the Enemy. La
Rush sarà co-protagonista assieme a Jack
Black della commedia fantasy
Goosebumps – Piccoli
brividi (nei cinema a febbraio 2016), mentre
Osment è recentemente apparso in
Entourage.
Le riprese di Holding Patterns sono
attualmente in corso a Mobile, Alabama.
L’attore Bryan
Cranston è principalmente noto per la serie televisiva
Breaking Bad, che gli è valsa ben quattro premi Emmy come
miglior attore. Oltre a questa, egli si è poi distinto anche nei
film Drive,Last Flag Flying e
L’ultima parola – La vera storia
di Dalton Trumbo. Tra i titoli meno noti a cui ha preso
parte vi è invece Fredda è la notte, dove
l’attore interpreta un ruolo da cattivo. Uscito nel 2013, il film è
l’opera seconda di Tze Chun, meglio noto come
sceneggiatore di diversi episodi delle serie C’era una
volta e Gotham.
Egli firma la sceneggiatura anche di
questo film, scritto insieme a Oz Perkins e
Nick Simon, dando vita ad un thriller indipendente
che gioca sul classico rapporto tra criminale rapitore e innocente
rapita. Inizialmente intitolato Cold Quarter e Eye of
Winter, il film ripropone dunque dinamiche classiche, rendendo
però meno netta la distinzione tra bene e male nei personaggi
protagonisti. Girato in soli 22 giorni, il film è poi stato
distribuito in tutto il mondo dalla Sony Pictures. Nonostante gli
attori di richiamo, le cui interpretazioni sono state acclamate, il
film non ha però riscosso un particolare successo.
Accolto in modo piuttosto freddo da
critica e pubblico, Fredda è la notte è finito con il
passare in sordina. Per gli appassionati di storie crime con
personaggi imprevedibili, però, si tratta di un titolo da
riscoprire. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà
certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità
relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti
possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al
cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Fredda è la notte: la
trama del film
La vicenda del film si svolge nel
motel di Chloe, madre single della piccola
Sophia, teatro perfetto per il giro di
prostituzione e droga organizzato dal poliziotto corrotto
Billy. La loro attività sembra scorrere tranquilla
come sempre, fino a quando un giorno tutto cambia. Una sera, dopo
essersi svegliata di soprassalto a causa di rumori d’arma da fuoco,
Chloe scopre infatti in una delle camere i corpi senza vita della
prostituta Gwen e di un ospite di passaggio.
Quest’ultimo è il socio del misterioso criminale polacco
Topolewski, anche detto Topo.
L’uomo, la cui vista presenta gravi
carenze, è intenzionato a recuperare una borsa piena di denaro da
Billy. Preoccupata per l’ultimatum dei servizi sociali, che le
vogliono portare via Sophia, Chloe si trova costretta a dover
sottostare alle volontà del malvivente, assecondando le sue
richieste pur di salvare sé stessa e sua figlia. Sarà però solo
questione di tempo prima che ognuno di loro inizierà a perdere il
controllo delle proprie azioni, provocando una lunga scia di
cadaveri durante una disperata lotta per la sopravvivenza.
Fredda è la notte: il cast
del film
Come anticipato, tra i protagonisti
del film vi è Bryan Cranston,
che dà qui vita al personaggio del criminale Topolewski. Per il
ruolo, egli ha raccontato di aver tratto ispirazione da alcuni
personaggi simili presenti nella serie Breaking Bad ed ha
inoltre cercato di sfoggiare un convincente accento polacco. Per
riuscire in ciò, prima dell’inizio delle riprese egli si è dedicato
ad un periodo di studio a riguardo. Nel ruolo della prostituta
Gwen, invece, si ritrova l’attrice Sarah
Sokolovic, nota per i suoi ruoli ricorrenti nelle serie
Homeland e Big Little Lies. Sono poi presenti gli
attori Robert Prescott nel ruolo del detective
McKenney e Leo Fitzpatrick in quello di
Donnie.
Nel ruolo di Chloe, protagonista
femminile del film, vi è invece l’attrice Alice Eve. Nota
per i film Crossing Over, Lei è troppo per me e Before
We Go, la Eve ha raccontato di aver accettato il ruolo poiché
le permetteva di calarsi in situazioni a lei inedite, lavorando con
sentimenti nuovi. Nei panni del poliziotto corrotto Billy, invece,
si ritrova Logan Marshall-Green, noto per aver
recentemente recitato nei film Prometheus e Spider-Man: Homecoming,
dove interpreta Shocker. L’attrice Ursula Parker
interpreta invece Sophia, figlia di Chloe, mentre Robin
Lord Taylor, celebre per il ruolo di Oswal Cobblepot, è
Quincy.
Fredda è la notte: il
trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Fredda è la
notte è infatti disponibile nei cataloghi di
Rakuten TV, Chili, Google Play, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un
dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è
inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 9
luglio alle ore 21:20 sul canale
Rai 4.
Fred Savage,
conosciuto in Italia per aver recitato da bambino ne la storia
fantastica e nella serie tv blue jeans ma ormai
regista professionista, potrebbe dirigere Charlize Theron nella commedia
Ladies Night, prodotta dalla Skydance e destinata
a entrare in produzione all’inizio del 2014.
Il progetto rappresenterebbe di
certo un salto ulteriore nell’insolita carriera di Savage, che dopo
un promettente inizio attoriale da bambino ha scelto di seguire
l’esempio di Ron Howard e di passare dietro la macchina da
presa.
La commedia, che promette di
seguire il percorso già tracciato da Bridesmaids segna un nuovo
inizio anche per Theron, piuttosto restia a lavorare con questo
genere (anche se ha da poco firmato per il nuovo film di Seth
MacFarlane A Million Ways to Die in the West). La
Theron sarà anche produttrice del film, che racconterà di una donna
che decide di concedersi un’ultima notte di follia con le amiche
prima di cambiare vita e trasferirsi a New York. David Caspe (Happy
Endings) è autore della sceneggiatura.
A quanto pare i Marvel Studios non sembrano
percepire come un grosso problema il fenomeno del re-casting o il
fatto di impiegare attori già utilizzati in precedenza nel MCU per
nuovi ruoli. I casi più eclatanti sono sicuramente quelli di
Edward Norton e Terrence Howard
(sostituiti da Mark Ruffalo e Don
Cheadle nei ruoli di Hulk e War Machine), ma anche di
recente abbiamo visto ad esempio Gemma Chan
entrare a far parte del cast dell’attesissimo Gli
Eterni dopo essere già apparsa in un ruolo
differente in Captain Marvel.
Ecco perché Vin
Diesel è ancora possibilità in merito ad un film
interamente dedicato a Freccia Nera (Black Bolt),
il sovrano degli Inumani creato da Stan Lee e Jack
Kirby. Ma facciamo un passo indietro: nonostante la star della saga
di Fast & Furious faccia già parte del MCU (è infatti la
voce del personaggio di Groot), diversi anni fa era stato lo stesso
attore a rivelare che i Marvel Studios stavano valutando la
possibilità di utilizzarlo per un nuovo progetto, questa volta in
qualità di attore e non di doppiatore: “Abbiamo già
chiacchierato molto in merito al fatto che la Marvel mi vuole per
interpretare un personaggio che non abbia la mia voce”, aveva
raccontato Diesel. “Quindi la mia voce è utilizzata per Groot e
la mia presenza per l’altro personaggio”.
Da allora sono letteralmente esplose
valanghe di speculazioni sul fatto che Vin Diesel
potesse interpretare proprio Freccia Nera, con il
diretto interessato che ha più volte espresso la volontà di portare
il personaggio al cinema, non necessariamente con uno stand-alone,
ma magari anche con un film dedicato agli
Inumani.
Adesso, in occasione del mega evento
di lancio del primo trailer
ufficiale di Fast & Furious 9,ComicBook ha avuto la
possibilità di chiedere proprio a Diesel se un progetto dedicato a
Freccia Nera è ancora nei piani della Marvel. A
quel punto l’attore ha chiamato in causa i fan, dichiarando:
“Tutto dipende da voi, ragazzi! Tutto dipende da voi. Diciamo
che sarebbe uno scherzo abbastanza divertente nei confronti di Vin
dargli prima un personaggio che dice tre parole monosillabiche e
poi un altro che non dice assolutamente nulla.”
Sembra quindi che l’attore sia
assolutamente favorevole ad interpretare il personaggio, e che
tutto dipenda non solo dalla Marvel ma anche dai fan, che spesso
facendo sentire la propria voce sono stati in grado di influenzare
le scelte della Casa delle Idee in merito a progetti in
cantiere.
Sabato 22 dicembre alle ore 14.00
su Disney Channel arriva in prima Tv il nuovo
Disney Channel Original Movie Freaky
Friday, il film che segue le vicende della sedicenne
Ellie Blake (Cozi Zuehlsdorff) e della sua iper-organizzata mamma
Katherine (Heidi Blickenstaff) costantemente in disaccordo su
tutto: il disordine della cameretta, l’abbigliamento e il
comportamento di Ellie, in apparenza sempre troppo
indifferente.
Durante un litigio, Ellie e
Katherine rompono accidentalmente la preziosa clessidra donata a
Ellie dal padre, scomparso alcuni anni prima. D’improvviso le due
si ritrovano letteralmente l’una nei panni dell’altra, costrette a
cambiare punto di vista e ad imparare a capirsi e apprezzarsi a
vicenda.
Freaky Friday, il film
Basato sull’omonimo racconto per
bambini pubblicato per la prima volta nel 1972 dalla scrittrice
Mary Rodgers, Freaky Friday vanta una
serie di prestigiosi riadattamenti cinematografici: tra i più
celebri, il lungometraggio del 1976 con protagonista una
giovanissima Jodie Foster, e il film del 2003 in cui le due
protagoniste sono interpretate da Jamie Lee Curtis e Lindsay
Lohan.
Il nuovo Disney Channel Original
Movie Freaky Friday vede la giovane
attrice e cantautrice Cozi Zuehlsdorff, classe 1998, nei panni
della teenager Ellie, mentre nel ruolo della madre Katherine
l’attrice di Broadway Heidi Blickenstaff che già aveva interpretato
lo stesso ruolo nella tournée americana del musical Freaky
Friday, inaugurato in Virginia nel 2016.
Anche la musica è una grande
protagonista del film, interamente girato in Canada con la regia di
Steve Carr. La colonna sonora comprende brani realizzati
appositamente per il film da Tom Kitt e Brian Yorkey, nonché dalla
stessa protagonista Cozi Zuehlsdorff che firma come autrice
What It’s Like to Be Me, il brano che accompagna le prime
scene di Freaky Friday.
Debutterà domani solo al cinema
Freaky, la nuova sorprendente commedia horror dai
creatori di Auguri
per la tua morte con
Vince Vaughn, Kathryn Newton, Celeste O’Connor e Misha
Osherovich.
Il film vede la partecipazione di
Alan Ruck, Katie Finneran e Dana Drori. Dalla mente deliziosamente
corrotta del regista e sceneggiatore Christopher Landon arriva una
commedia horror su un killer, una studentessa e una verità brutale
del liceo. Freaky è scritto da Christopher Landon e Michael Kennedy
ed è prodotto da Jason Blum. Questo autunno preparatevi a rimanere
sconvolti da una perversa versione del film sullo scambio di corpi
in cui una giovane ragazza scambia il suo corpo con un implacabile
serial killer. La diciassettenne Millie Kessler sta cercando di
sopravvivere alle sanguinarie aule della Blissfield High e alla
crudeltà della folla popolare. Ma quando diventa il nuovo obiettivo
del Macellaio, il famigerato serial killer della sua città, il suo
ultimo anno diventa l’ultima delle sue preoccupazioni.
Quando l’antico mistico pugnale del Macellaio fa sì che lui e
Millie si sveglino uno nel corpo dell’altra, Millie scopre che ha
solo 24 ore per riavere il suo corpo prima che lo scambio diventi
permanente e rimanga intrappolata per sempre nel corpo di un
maniaco di mezza età. L’unico problema è che ora sembra un
imponente psicopatico, oggetto di una caccia all’uomo in tutta la
città, mentre il Macellaio ha il suo aspetto e ha portato la sua
voglia di carneficina all’Homecoming. Con l’aiuto della sua amica
super sveglia Nyla, del super favoloso Joshua e della sua fiamma
Booker, Millie corre contro il tempo per sciogliere la maledizione,
mentre il Macellaio scopre che avere il corpo di una teenager è la
copertura perfetta per una piccola follia omicida
all’Homecoming.
Freaks è il
film Horror del 1932, vero e proprio cult, di Tod
Browning con protagonisti nel cast Wallace Ford,
Leila Hyamas, Olga Baclanova e Rosco
Ates.
Trama del film Freaks
Tra gli artisti di un circo che ha
tra le sue attrazioni esseri bizzarri e deformi, nascono relazioni
morbose. Il nano Hans è innamorato della bella Cleopatra, una donna
“normale” e avvenente, che lavora nel medesimo circo come
trapezista. In realtà, la trapezista è interessata solo al denaro
di Hans e progetta con il suo amante – il forzuto del circo,
Hercules – di ucciderlo per godersene l’eredità.
La fidanzata di Hans, Frieda,
anch’essa affetta da acondroplasia, lo mette in guardia su
Cleopatra perché diffida di lei. Ciò malgrado si arriva al
matrimonio tra Hans e Cleopatra, che continua ad intrattenere la
sua relazione con Hercules. Ma qui, con grande sgomento di
Cleopatra, i Freaks che avevano scoperto il
tradimento e i veri sentimenti che Cleopatra e il suo amante
nutrivano per loro, si ribellano e portano a compimento la loro
atroce vendetta: dopo un inseguimento tra i più terrificanti della
storia del cinema Cleopatra ed il “forzuto” ricevono la loro
punizione.
I Freaks si
accaniscono a torturarli e mutilarli riducendo lui a un grasso
eunuco e lei ad una tale deformità che in futuro sarebbe stata
presentata al pubblico come la “donna
gallina”
Analisi del film Horror
Freaks
Comunque se ne parli la
storia del genere dell’orrore ha vissuto momenti sconvolgenti
nell’arco di tutto un secolo di vita del cinematografo. Molto
spesso questi momenti erano strettamente legati all’uscita di film
che per un verso o nell’atro scioccavano la sale stracolme di gente
inorridita di fronte a spettacolo molto spesso troppo orrorifici da
poter essere fruiti e “sopportati”.
Se film come
L’esorcista o Shinning hanno
provocato nell’opinione pubblica e critica sgomento, di sicuro un
titolo ben meno noto ma altrettanto spaventoso diede inizio a
questa serie di film “scandalo”. Stiamo parlando del bel ma
“brutto” Freaks di Tod Browning, uno che di horror ne
mastica abbastanza, a cui ha dedicato gran parte della sua carriera
e come non poterlo allora citare in questa nostra amata
rubrica.
Il Freaks del
regista è un film altamente disturbato, flop al botteghino, bollato
come un’opera inguardabili a causa dei suoi contenuti estremi,
maledetto e censurato tanto da levargli ben 30 minuti e ridurlo a
poco più di 65 senza scene finali e con una misera
inquadratura, che però rende pienamente giustizia alla storia dei
personaggi.
Il film, visto ben 76 anni dopo,
conserva ancora quel potenziale visivo che tanto ha scomodato e che
difficilmente risulta essere un film godibile dal punto di vista
puramente estetico, forse con il senno di poi, ma va anche
detto che forse qualcuno in quegli anni ha avuto la coda di
paglia di fronte alla lezione di vita del regista.
In Freaks, i veri
mostri sono le persone cosiddette normali – che ingannano,
feriscono, mettendo al bando chi è più brutto o semplicemente chi è
affetto da una forma di nanismo, o qualsivoglia connotato non
esteticamente presentabile, trattandolo peggio di un animale e
infierendo sulla sua sensibilità e sulla sua umanità. Polemica
questa, che come anticipato prima, bruciò qualche coda di paglia,
direi molte; tanto scandaloso da essere bandito in
Inghilterra per trent’anni.
Tutto questo
perché non esistono effetti speciali o trucco,tutto ciò che la macchina da presa ci mostra è
reale. Freaksè semplicemente
uno spaccato dell’ambiente circense, ambiente tra l’altro ben
conosciuto dal regista avendovi lavorato per molti anni durante la
gioventù, un microcosmo di umanità diversa, dove i fenomeni da
baraccone, gli scherzi di natura, i Freaks
appunto, ci sono mostrati per quello che sono, senza pietismi. Le
gemelle siamesi, la donna barbuta, l’uomo torso, l’uomo serpente e
le ragazze macrocefale con le teste a spillo sono realmente così
come li vediamo, senza ricorrere all’artificio di nessun trucco. E’
nello stesso modo, con la stessa semplicità Tod
Browing raccoglie spezzettati delle vere sembianze
che si nascondono sotto un bel visino e sotto una montagna di
muscoli; è li che cova il vero mostro, come lo erano le persone
qualunque per Frankenstein, come per il Fantasma
dell’Opera o The Elephant Man Alla base di tutta questa
mostruosità che dimostra il genere umano c’è: la paura per la
diversità.
È l’essere
diverso che ci spaventa e per questo va rifiutato e messo al bando;
non siamo capaci di accettare le persone per quello che sono,
e non siamo neanche disposti a vedere, o meglio a credere che
qualcosa di buono possa celarsi sotto l’aspetto esteticamente
diverso, estranio. Molte sono le figure classiche del cinema horror
che vengono citate sotto questa tema ricorrente e molti altri si
rifaranno ai personaggi del circo dei Freaks,
tanto da diventare un vero e proprio classico del
genere.
Freaks in definitiva non mostra niente di
così inguardabili come all’epoca si cercò di far credere…forse il
film ha mostrato la vera natura di noi uomini che dietro a
ipocrisie nascondiamo la paura di aprirci al
diverso.
Curiosità sul
film Freaks
Si tratta, sotto molto aspetti, di
un’opera anomala e in un certo senso anche maledetta (all’interno
del panorama cinematografico degli anni in cui fu prodotta),
circondata fin dalla sua uscita da un’aura di mistero, incubo e
paura. In Inghilterra ne fu vietata la visione per circa
trent’anni
Il film deve gran parte della sua
celebrità anche alla presenza nel cast di veri
freaks: termine che in maniera assolutamente cruda
definisce nella lingua inglese persone con gravi deformità
fisiche.
Concepito inizialmente come
film horror per risollevare le
sorti della compagnia Metro-Goldwyn-Mayer, alla sua
uscita viene invece dapprima rinnegato dalla stessa società di
produzione e poi drasticamente censurato.
In realtà la pellicola – che narra
le vicende in un circo di un gruppo di teatranti ostacolati da una
cinica rivale – non analizza in maniera né impietosa né elogiativa
la triste e mostruosa condizione dei protagonisti. Il film si
presenta invece come un’amara, caustica ma anche toccante allegoria
sulla “diversità”, affermando che talvolta è proprio dietro la
“normalità” che si nasconde la vera “mostruosità”.
A seguito di immani contestazioni
avute dopo la proiezione della prima, il regista Tod
Browning (al quale Hollywood chiuse le porte dopo questo
film, forse proprio a causa della sua vicenda maledetta), dovette
tagliare quasi mezz’ora di pellicola. Vi erano stati persino casi
di gente che si era sentita male alla visione delle scene
raccapriccianti, quali ad esempio la mutilazione di Olga perpetrata
dai freaks per vendetta e la castrazione del
forzuto amante di lei, il quale nella scena finale del
film compariva effemminato e cantava in falsetto. Dopo la
visione del film una donna subì un aborto
spontaneo.
Il film fu vietato dalla Germania
nazista dal 1933 al 1945, nel Regno Unito la visione fu vietata
fino al 1964, fu vietata la visione nella città di Cleveland negli
Stati Uniti e anche
nell’Italia fascista fu vietata la
proiezione. Il film uscì in Italia solo all’inizio degli anni 70, e
solo in televisione, dopo essere stato doppiato su richiesta della
RAI.
Guglielmo Scilla è diventato celebre
tramite un canale youtube, è interprete della webserie “Freaks!”. I
suoi video raggiungono i 35 milioni di visualizzazioni totali.
Notato da Linus, è diventato speaker su Radio DJ e Massimo Boldi lo
ha scritturato per il suo nuovo film. Acclamato dai fan come una
star è ancora un ragazzo con i piedi per terra.
L’aggettivo “maledetto” viene
solitamente impiegato per definire alcuni specifici prodotti
culturali (nel nostro caso specifico di tipo filmico) che, per un
motivo o per l’altro, fin dalle proprie origini possiedono la
capacità di imprimersi indelebilmente nell’immaginario popolare più
per la presunta aura di mistero e leggenda che vi aleggia attorno
che per il loro effettivo contenuto. A tal proposito, ben poche di
fatto appaiono le pellicole degne di poter essere definite
“maledette”, come Freaks! alcune grazie a
mitologici e inspiegabili accadimenti legati alla propria genesi
produttiva – come nei casi al limite del perturbante de
L’Esorcista (1973), Omen
(1976) o Amytiville
Horror (1979) –, altri invece in seguito a
celeberrimi e travagliati interventi censori che ne hanno visto in
gran parte alterata (spesso irrimediabilmente) la propria forma,
esattamente come Rapacità (1924) e
Sul globo d’argento (1989) tristemente
testimoniano.
Ma sopra ogni altro esempio
possibile, proprio in quella perturbante twilight zone che
unisce leggenda, verità e una gran dose d’immaginazione alimentata
dal tempo e dalla mitomania cinefila ecco collocarsi
Freaks, pellicola del 1932 divenuta nel
corso degli anni un autentico fenomeno di culto, tanto negli
ambienti underground quanto nelle cerchie di raffinati
cultori della settima arte. Un film giustamente definito e
definibile “maledetto” sia nelle peripezie che ne hanno visto la
nascita che nelle vicissitudini a dir poco grottesche che ne hanno
accompagnato la perpetrazione in questi ultimi ottant’anni.
La potenza culturale di Freaks
Per riuscire realmente a
comprendere quale potenza culturale (e quale relativa eredità)
possa mai sprigionarsi da un tale insieme di fotogrammi è bene
procedere con ordine, in quanto, così come accade per ogni prodotto
realmente definibile “artistico”, è dalla genesi dell’autore che si
comprende e conseguentemente giunge a quella dell’opera. In questo
caso la figura mitica chiamata in causa è quella di Tod
Browning, giovane promessa della giovane Hollywood
d’inizio ‘900 destinata a una rapida e strabiliante ascesa nel
cinema appena istituzionalizzatosi così come a un altrettanto
repentino e inglorioso epilogo.
Cresciuto con una profonda
ammirazione verso il mondo circense (esattamente come il futuro
collega italiano Federico Fellini) e avendo avuto modo di
avvicinarvisi per un certo periodo della propria scapestrata
giovinezza, il giovane Tod (pseudonimo di Charles Albert
Jr) si fa le ossa nel mondo del cinema direttamente alle
dipendenze del leggendario regista David W.
Griffith, per il quale svolge il triplice ruolo di
assistente, attore e sceneggiatore nel capolavoro Intolerance del 1916, prima di
muovere da solo i primi passi dietro la macchina da presa durante
il periodo del muto grazie alla grande amicizia col produttore
Irving Thalberg, all’epoca ai vertici della
Universal Pictures. Ed è proprio per la casa di produzione fondata
da Carl Laemmle che Browning realizza alcune
pellicole caratterizzate da tematiche morbose e inquietanti che
rivelano il suo peculiare gusto per un mondo malsano e perturbante
nel quale i veri protagonisti sono quei “diversi” che popolavano di
consueto i baracconi da fiera e le carovane circensi ancora a
inizio XX° secolo.
Con Il trio
infernale (1925) il regista narra ad esempio di un
gruppo di furfanti grotteschi e disumani dediti al travestitismo,
il cui leader è un nano vestito da neonato intento a fumare grossi
sigari – diretto antenato del Baby Herman di Chi ha incastrato Roger Rabbit (1988), mentre
con Lo sconosciuto (1927) si cimenta
nella vicenda bohémien di un trapezista che decide di farsi
amputare le braccia in modo da poter restare in compagnia di una
giovane collega fobica degli abbracci maschili. Passando attraverso
narrazioni tipicamente proto-orrorifiche quali Il
fantasma del castello (1927) e trame poliziesche come
quelle di La grande città (1928) Browning
decide infine di dare una drastica svolta di qualità alla propria
carriera approfittando della recente rivoluzione (e subito moda)
del cinema sonoro dirigendo Dracula
(1931), prima e ormai famosissima trasposizione filmica
del romanzo di Bram Stoker caratterizzata da una messa in scena
formalmente impeccabile ma eccessivamente statica e teatrale a
causa dell’ingombro e delle difficoltà tecniche delle prime
cineprese sonore, nella quale il volto del vampiro più famoso di
tutti i tempi è quello della leggenda ungherese Bela
Lugosi.
Dopo aver diretto
un’ultima pellicola drammatica incentrata sul mondo pugilistico dal
titolo Iron Man (1931), l’ormai affermato
cineasta di Louisville decide lasciare la Universal per seguire il
suo amico e mentore Thalberg verso la MGM, ed è proprio in seno al
più famoso studio hollywoodiano che egli medita di realizzare una
pellicola interamente dedicata al mondo del circo e ai suoi
abitanti più illustri, ovvero i cosiddetti “freaks” (dura
e spregiativa terminologia anglosassone che sta a indicare tutti
coloro che sono in qualche modo “strani” e “diversi”, spesso al
limite del “mostruoso”), il tutto attraverso un ruvido e impietoso
racconto di vendetta e fratellanza nel quale a vincere, questa
volta, sono proprio coloro che il mondo è solito emarginare.
La vicenda, nella sua sconcertante
crudezza e semplicità, è pesto esposta: in un circo ambulante
caratterizzato dai più consueti e variegati “fenomeni da baraccone”
(donne barbuta, gemelli siamesi, uomini senza arti, donne cannone
ecc.) il nano Hans è fidanzato con la collega di spettacolo Frieda,
me ben presto inizia a nutrire una forte attrazione per Cleopatra,
splendida e altezzosa trapezista che è solita illudere il piccolo
uomo per ottenere regali e favori economici. Grazie alla complicità
del forzuto Ercole di cui è dichiaratamente invaghita, Cleopatra
decide di sposare Hans, iniziando però un processo di sordido
avvelenamento nei suoi riguardi con lo scopo di ereditarne la
piccola fortuna. Venuti a conoscenza del terribile piano ordito
dalla coppia, gli amici di Hans (i Freaksdel titolo,
così come li etichetta la trapezista in uno sfogo alcolico durante
la grottesca festa di nozze) decidono di vendicarlo, accoltellando
a morte Ercole e sfigurando orribilmente la bella Cleopatra, la
quale sarà in seguito esposta al pubblico in qualità di
“donna-gallina” durante i futuri spettacoli girovaghi della
compagnia.
Se già di per sé un racconto del
genere può risultare alquanto bizzarro e a dir poco estremo per gli
standard del cinema americano dell’epoca già avviato verso
l’imminente codice di autocensura (l’integerrimo “codice Hays”),
ancora più azzardate – e in verità coraggiose – appaiono
le scelte registiche impiegate da Browning nella realizzazione di
un film che avrebbe sollevato un tale polverone mediatico da
mettere in atto una delle più radicali e feroci campagna di
boicottaggio e indignazione pubblica dell’industria del film.
Come prima cosa il cineasta decise
di ingaggiare autentici fenomeni circensi già all’epoca molto noti
e in gran parte provenienti dalle sue passate frequentazioni di
gioventù, alcuni di essi in seguito divenuti famosi negli ambienti
mondani, come ad esempio Prince Randian
(l’Uomo-Torso privo di tutti e quattro gli arti), Josephine
Joseph (l’ermafrodita più celebre d’Europa), le sorelle
siamesi Daisy e Violet Hilton, Frances
O’Connor (la ragazza senza braccia) e Johnny
Eck (l’uomo senza gambe). Mai prima di allora il grande
schermo aveva osato sfoggiare così apertamente il tema della
diversità e delle malformazioni corporee, tanto che apparve a dir
poco deplorevole al pubblico di allora il fatto che entità così
“diverse” e “mostruose” potessero essere capaci di provare
sentimenti così “umani” quali la fratellanza la compassione,
sentimenti che – almeno nella finzione filmica – li conducaono a
coalizzarsi per giustiziare, secondo un proprio codice d’onore (il
“codice dei Freaks” come lo chiama l’imbonitore nell’incipit della
pellicola), coloro che ordiscono a loro danno e che, cosa ancora
più grave, tradiscono la loro fiducia.
Descritto dagli stessi attori come
un despota e un insaziabile perfezionista avvezzo al facile
insulto, Browning ebbe modo di contare sulle superbe
interpretazioni di Olga Baclanova nelle vesti
della perfida Cleopatra e del nano di origini tedesche
Harry Eales (già attore di punta nel sopracitato
I tre furfanti e fratello di Daisy
Earles, colei che nel film interpreta la fidanzata
Frieda), ma ciò non poté salvare la pellicola dal turbolento e
mitico destino che l’avrebbe attesa al varco e che ne avrebbe in
gran parte alimentato la leggenda per gli anni avvenire. Malgrado
fosse stato ideato fin dall’origine come una pellicola
horror con cui rilanciare la non certo facile situazione
della MGM, Freaks venne in seguito prontamente
disconosciuto dai suoi stessi produttori in seguito alle polemiche
seguite alla prima tenutasi il 16 febbraio del 1932, venendo in
seguito vietato sia dalla Germania di Hitler fino al 1945 e anche
dall’Italia fascista fino ai tardi anni ’70, quando la RAI ne
chiese una traduzione e una conseguente uscita cinematografica
limitata (in tv bisognerà invece aspettare gli anni ’80 grazie alla
fascia notturna di Enrico Ghezzi). Addirittura nel Regno Unito la
pellicola venne interdetta al pubblico ben oltre il 1964.
Il più grande smacco a cui
però Browning dovette andare in contro fu la
censura e la conseguente mutilazione di oltre un quarto d’ora di
girato – in seguito distrutto e purtroppo a oggi del tutto
irrecuperabile – che, stando a quanto riportano le testimonianze
dell’epoca, corrisponderebbe a due sequenze a dir poco estreme: la
prima riguardante i dettagli della mutilazione inferta dai
freaks al corpo di Cleopatra e la seconda al destino ben
diverso e poco lusinghiero riservato a Ercole, evirato e costretto
a cantare in pubblico in falsetto. In seguito alle aspre polemiche
sollevate da questa sua controversa produzione il cineasta un tempo
celebre e acclamato si vide letteralmente sbattuta in faccia la
porta dei grandi studios e a nulla valsero le ultime collaborazioni
di genere con la MGM – tra cui i suggestivi ma ormai manieristici
I Vampiri di Praga (1935) e
La bambola del diavolo (1936) – poiché
agli albori della Seconda Guerra Mondiale la fulgida e promettente
carriera di Browning era ormai giusta irrimediabilmente al
capolinea.
Ben otto decadi abbondanti sono
passate da quando Freaks squarciò letteralmente i bianchi
schermi dell’America post Grande Depressione e altrettanto numerose
(e fantasiose) sono state le leggende maturate attorno a questo
controverso “tumore su celluloide” – tra cui una sequela di
svenimenti e addirittura un improbabile ma suggestivo aborto
spontaneo che avrebbe accompagnato la prima storica proiezione – e
sembra esse ormai giunto il momento di conferire la giusta
notorietà e il degno valore a un film che in realtà un po’ tutti
conosciamo (almeno nel mito popolare) e che molti hanno già visto
(spesso senza ammetterlo) in una miriade di versioni più o meno
apocrife passate di soppiatto nelle programmazioni di terza serata.
Ed è proprio a tal proposito che, grazie al progetto “Il
Cinema ritrovato al Cinema” realizzato dai laboratori
di restauro dell’Immagine Ritrovata della
Cineteca di Bologna, a partire da lunedì
24 ottobreFreaks ritorna nei cinema delle
maggiori città italiane in qualità rinnovata per far apprezzare
finalmente al grande pubblico dei nostri tempi un’opera “maledetta”
che già grandi maestri del cinema postmoderno hanno avuto modo di
omaggiare con sentito affetto, partendo dagli universi
dandy-trash di John Waters e giungendo
alle filosofie cinefile di The Dreamers (2007) di
Bertolucci, senza dimenticare il più celebre e
dichiarato omaggio televisivo ad opera di American Horror Story – Freak Show,
prodotto seriale anch’esso di culto capace di riproporre tutto
l’orrore e la visionarietà del suo antenato a lungo relegato ai
margini del cinema “ufficiale.
E noi, spettatori 2.0, facendo eco
all’allegro coro di grotteschi e deformi personaggi che popolano i
risicati e superstiti 60 minuti del girato, possiamo solo gridare a
gran voce «l’accettiamo… è uno di noi!».
01
Distribution ha diffuso oggi il trailer ufficiale di
Freaks
Out, l’attesissimo film del regista Gabriele
Mainetti artefice del successo di Lo
chiamavano Jeeg Robot. Il film, una
produzione Goon Films, Lucky
Red con Rai Cinema, in
coproduzione con Gapbusters, in associazione
con Voo e Be Tv, uscirà nelle sale italiane
il prossimo 16 dicembre, distribuito
da 01 Distribution.
Nel cast di Freaks
Outprotagonisti sono
Aurora Giovinazzo,
Claudio Santamaria,
Pietro Castellitto, Giancarlo Martini, con la
partecipazione di Giorgio Tirabassi, Max Mazzotta,
Franz Rogowski.Freaks Out è
prodotto da Lucky
Red e Goon
Films con Rai Cinema, in
coproduzione con Gapfinders (Belgio).
Freaks Out, la trama
Matilde, Cencio, Fulvio e Mario sono
come fratelli quando il dramma della seconda guerra mondiale
travolge Roma. Siamo nel ‘43, nel pieno del conflitto, e la città
eterna ospita il circo in cui lavorano. Israel, il proprietario e
loro padre putativo, scompare nel tentativo di aprire una via di
fuga per tutti loro oltre oceano. I nostri quattro protagonisti
sono allo sbando. Senza qualcuno che li assista ma, soprattutto,
senza il circo, hanno smarrito la loro collocazione sociale
e si sentono solo dei fenomeni da baraccone, “a piede
libero” in una città in guerra.
Ecco il teaser trailer di
Freaks Out, l’ambizioso secondo film di
Gabriele Mainetti. Da un soggetto originale
di Nicola Guaglianone e una sceneggiatura
scritta a quattro mani dallo stesso Guaglianone con Gabriele
Mainetti, sarà di nuovo Roma la cornice che accoglierà i
protagonisti di questa storia. A firmare le musiche ancora una
volta Michele Braga con Gabriele
Mainetti.
Nel cast Aurora
Giovinazzo,
Claudio Santamaria,
Pietro Castellitto, Giancarlo Martini, con la
partecipazione di Giorgio Tirabassi, Max Mazzotta,
Franz Rogowski. Le riprese si svolgeranno a Roma
e in Calabria per 12 settimane.
Freaks Out è
prodotto da Lucky
Red e Goon
Films con Rai Cinema, in
coproduzione con Gapfinders (Belgio).
La trama di Freaks
Out
Matilde, Cencio, Fulvio e Mario
sono come fratelli quando il dramma della seconda guerra mondiale
travolge Roma. Siamo nel ‘43, nel pieno del conflitto, e la città
eterna ospita il circo in cui lavorano. Israel, il proprietario e
loro padre putativo, scompare nel tentativo di aprire una via di
fuga per tutti loro oltre oceano. I nostri quattro protagonisti
sono allo sbando. Senza qualcuno che li assista ma, soprattutto,
senza il circo, hanno smarrito la loro collocazione sociale
e si sentono solo dei fenomeni da baraccone, “a piede
libero” in una città in guerra.
Lo chiamavano Jeeg
Robot ha senz’altro segnato una svolta importante
diventando un film simbolo di un cambiamento cinematografico
italiano che negli ultimi anni ha dato frutti nuovi per il nostro
mercato, e con Freaks Out,
Gabriele Mainetti vuole continuare a percorrere
quel sentiero.
Di seguito potete vedere infatti
alcuni nuove immagini dal film dalla produzione lunga e costosa,
che dovrebbe arrivare in sala nel 2020. Nel cast Aurora
Giovinazzo, Claudio Santamaria, Pietro Castellitto, Giancarlo
Martini, Giorgio Tirabassi, Max
Mazzotta e Franz Rogowski.
1 di 5
Da un soggetto originale
di Nicola Guaglianone e una
sceneggiatura scritta a quattro mani dallo stesso Guaglianone con
Gabriele Mainetti, sarà di nuovo Roma la cornice che accoglierà i
protagonisti di questa storia.
A firmare le musiche ancora una
volta Michele Braga con Gabriele
Mainetti.
Nel cast Aurora
Giovinazzo, Claudio Santamaria, Pietro Castellitto, Giancarlo
Martini, con la partecipazione di Giorgio
Tirabassi, Max Mazzotta, Franz
Rogowski. Le riprese si svolgeranno a Roma e in
Calabria per 12 settimane.
Freaks out è prodotto
da Lucky Red e Goon
Films con Rai Cinema, in
coproduzione con Gapfinders (Belgio).
Sinossi:
Matilde, Cencio, Fulvio e Mario sono
come fratelli quando il dramma della seconda guerra mondiale
travolge Roma. Siamo nel ‘43, nel pieno del conflitto, e la città
eterna ospita il circo in cui lavorano. Israel, il proprietario e
loro padre putativo, scompare nel tentativo di aprire una via di
fuga per tutti loro oltre oceano. I nostri quattro protagonisti
sono allo sbando. Senza qualcuno che li assista ma, soprattutto,
senza il circo, hanno smarrito la loro collocazione sociale
e si sentono solo dei fenomeni da baraccone, “a piede
libero” in una città in guerra.
A seguito della chiusura delle sale
cinematografiche lo scorso ottobre, l’uscita di Freaks
Out, il nuovo e atteso film di Gabriele
Mainetti, è stata posticipata e adesso abbiamo una nuova
data: 28 ottobre 2021.
Questa data potrebbe indicare che il
film possa essere presentato alla prossima Mostra di Venezia,
oppure alla Festa di Roma, come accadde per Lo chiamavano
Jeeg Robot.
Nel cast di Freaks
Outprotagonisti sono
Aurora Giovinazzo,
Claudio Santamaria,
Pietro Castellitto, Giancarlo Martini, con la
partecipazione di Giorgio Tirabassi, Max Mazzotta,
Franz Rogowski.Freaks Out è
prodotto da Lucky
Red e Goon
Films con Rai Cinema, in
coproduzione con Gapfinders (Belgio).
Freaks Out, la trama
Matilde, Cencio, Fulvio e Mario sono
come fratelli quando il dramma della seconda guerra mondiale
travolge Roma. Siamo nel ‘43, nel pieno del conflitto, e la città
eterna ospita il circo in cui lavorano. Israel, il proprietario e
loro padre putativo, scompare nel tentativo di aprire una via di
fuga per tutti loro oltre oceano. I nostri quattro protagonisti
sono allo sbando. Senza qualcuno che li assista ma, soprattutto,
senza il circo, hanno smarrito la loro collocazione sociale
e si sentono solo dei fenomeni da baraccone, “a piede
libero” in una città in guerra.
Ecco il nuovo trailer di Freaks
Out, il film di Gabriele Mainetti
presentato in concorso alla 78° Mostra del Cinema di Venezia e
dal 28 ottobre 2021 al cinema.
Nel cast di Freaks
Outprotagonisti sono
Aurora Giovinazzo,
Claudio Santamaria,
Pietro Castellitto, Giancarlo Martini, con la
partecipazione di Giorgio Tirabassi, Max Mazzotta,
Franz Rogowski.Freaks Out è
prodotto da Lucky
Red e Goon
Films con Rai Cinema, in
coproduzione con Gapfinders (Belgio).
Freaks Out, la trama
Matilde, Cencio, Fulvio e Mario sono
come fratelli quando il dramma della seconda guerra mondiale
travolge Roma. Siamo nel ‘43, nel pieno del conflitto, e la città
eterna ospita il circo in cui lavorano. Israel, il proprietario e
loro padre putativo, scompare nel tentativo di aprire una via di
fuga per tutti loro oltre oceano. I nostri quattro protagonisti
sono allo sbando. Senza qualcuno che li assista ma, soprattutto,
senza il circo, hanno smarrito la loro collocazione sociale
e si sentono solo dei fenomeni da baraccone, “a piede
libero” in una città in guerra.
Dopo il grande successo di
Lo chiamavano Jeeg Robot, il regista Gabriele
Mainetti e lo sceneggiatore Nicola
Guaglianone si sono messi al lavoro per realizzare il loro
secondo lungometraggio insieme. Dopo ben sei anni di attesa e con
un budget di 13 milioni di euro, è così arrivato sul grande schermo
Freaks
Out (qui la recensione), ambientato a
Roma durante la Seconda guerra mondiale e con protagonisti un
gruppo di stravaganti “supereroi”. Mainetti ha descritto il film
come un’opera corale che porta avanti la ricerca formale che aveva
intrapreso con le sue opere precedenti, definendolo anche la
maggiore sfida affrontata sino ad oggi.
Potendo contare su un budget più
alto, Mainetti ha potuto sbizzarrirsi nel dar vita a grandi
ricostruzioni per i set dove girare, ma anche ad effetti speciali
particolarmente elaborati. Si è poi occupato anche delle musiche
del film insieme a Michele Braga e in generale
della produzione del film. Come noto, Freaks
Out sarebbe dovuto arrivare in sala nell’ottobre del
2020, ma per via della pandemia di Covid-19 è stato infine
distribuito esattamente un anno dopo, dopo essere però stato
presentato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia. Candidato
a 16 David di Donatello, ne ha poi vinti 6.
È stato dunque senza dubbio uno dei
grandi titoli italiani di quella stagione, oltre ad esere un’opera
decisamente non comune nella produzione nazionale. Grazie al suo
passaggio televisivo, è ora possibile rivederlo e scoprire nuovi
aspetti. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle
principali curiosità relative a Freaks
Out. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti
possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori e alle
location dove è stato girato. Infine, si
elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Franz Rogowski e Anna Tenta in Freaks Out. Copyright: 01
Distribution.
La trama, il cast e il significato del titolo Freaks
Out
Nel film Matilde,
Cencio, Fulvio e
Mario sono come fratelli quando il dramma della
seconda guerra mondiale travolge Roma. Siamo nel ‘43, nel pieno del
conflitto, e la città eterna ospita il circo in cui lavorano.
Quando però Israel, il proprietario e loro padre
putativo, scompare nel tentativo di aprire una via di fuga per
tutti loro oltre oceano, i nostri quattro protagonisti si ritrovano
allo sbando. Senza qualcuno che li assista ma, soprattutto, senza
il circo, hanno smarrito la loro collocazione sociale e si sentono
solo dei fenomeni da baraccone, “a piede libero” in una città in
guerra. Ben presto, troveranno però un nuovo scopo.
Protagonista del film, nel ruolo di
Matilde, dotata del potere di produrre scariche elettriche capaci
di folgorare chiunque la tocchi, vi è l’attrice Aurora
Giovinazzo, precedentemente vista anche in
Immaturi e Anni da cane. Accanto a lei, ruolo di
Fulvio, “uomo bestia” affetto da ipertricosi, interamente ricoperto
di peli e dotato di forza sovrumana, vi è invece
Claudio Santamaria. Cencio, ragazzo albino capace di
controllare gli insetti, è interpretato da
Pietro
Castellitto, mentre Giancarlo Martini
è Mario, un nano con la capacità di controllare gli oggetti
metallici. Israel è interpretato invece da Giorgio
Tirabassi, mentre l’antagonista Franz è interpretato
dall’attore tedesco Franz Rogowski.
I personaggi del film, dunque, sono
tutti – in modo più o meno evidente che sia – dei freak,
ovvero dei diversi, degli esseri stravaganti, dotati in questo caso
caso anche di veri e propri poteri. Parlando di questo aspetto
durante la conferenza stampa di
presentazione alla Mostra del Cinema di Venezia, Mainetti ha
dichiarato che: “Il titolo è nato perché “to freak out” in
inglese vuol dire “impazzire” e il nostro villain impazzisce; e poi
perché il Circo Mezzapiotta viene sventrato da un bombardamento e i
nostri freaks si trovano al di fuori del loro spazio sicuro,
dovendo fare i conti con la propria diversità e con il mondo,
quindi sono “out”.”
Claudio Santamaria, Giancarlo Martini, Pietro Castellitto e Aurora
Giovinazzo in Freaks Out. Copyright: 01 Distribution
Le location del film: ecco dove è stato girato
Il racconto proposto da Freaks
Out, dunque, è ambientato a Roma e
nelle sue campagne circostanti. Naturalmente, le riprese si sono
svolte effettivamente nella capitale e nei suoi dintorni, come la
città di Viterbo, ma anche in altre regioni quali
l’Abruzzo e la Calabria. Per
quanto riguarda Viterbo, dove sono ambientate le prime scene del
film, vi si ritrova piazza San Lorenzo, quartiere
medievale della città che rappresenta nel film in centro storico di
Roma. È qui che si colloca il circo Mezzapiotta dove si esibiscono
i protagonisti del racconto. Altri luoghi riconoscibili sono il
palazzo dei Papi e la sua loggia, ma anche la
cattedrale di San Lorenzo.
In Abruzzo sono
state effettuate le riprese successive al bombardamento iniziale,
che costringe i protagonisti a fuggire. Queste si sono svolte nel
paese di Castelnuovo, frazione di San Pio
delle Camere, in provincia di L’Aquila,
che ben si è prestato a tramutarsi in un luogo che ha pesantemente
subito i danni della guerra. Roma compare invece a
tutti gli effetti prima con un fotogramma dalla collina di
Montecucco (fosso di Papa Leone), area a sud-est della
capitale, e poi con alcune scene svolte nel parco
archeologicodel Colosseo.
Ci si sposta poi in viale
del Colle Oppio, al teatro di Marcello e
al rione Monti, in particolare via degli
Ibernesi e via Baccina, luoghi che i
protagonisti attraversano mentre cercano riparo dalla guerra.
Quando poi in Freaks
Out le loro strade si dividono, Matilde incontra due
nazisti sull’Isola Tiberina, all’altezza del
Ponte Fabricio, che collega l’isola con il ghetto
ebraico. Nel buio oltre il ponte si intravede la cupola della
sinagoga. Successivamente, si rifugia nella faggeta di
Soriano nel Cimino, dove incontra un gruppo di
partigiani.
I suoi amici Cencio, Fulvio e Mario
si sono invece uniti al sontuoso Zirkus Berlin. Questo è stato
allestito presso l’ottocentesco forte Bravetta,
situato nel quartiere gianicolense a Roma. A Camigliatello
Silano è invece stata allestita la stazione Tiburtina,
mentre il suggestivo tragitto del treno che trasporta in Germania
gli ebrei rastrellati e la battaglia finale si sono svolti sui
monti della Sila, in Calabria.
Per quanto riguarda tutti gli interni di Freaks
Out, invece, questi sono stati ricostruiti presso i
Videa Studios di via Livigno.
Il trailer di Freaks
Out e dove vederlo in streaming e in TV
È possibile fruire di Freaks
Out grazie alla sua presenza su alcune delle più
popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Apple
TV e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film
è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 19
aprile alle ore 21:20 sul canale
Rai 2.
Dopo lo straordinario successo
di Lo Chiamavano Jeeg
Robot, Gabriele Mainetti torna
dietro la macchina da presa. Al via le riprese
dell’attesissimo Freaks out.
Da un soggetto originale
di Nicola Guaglianone e una
sceneggiatura scritta a quattro mani dallo stesso Guaglianone con
Gabriele Mainetti, sarà di nuovo Roma la cornice che accoglierà i
protagonisti di questa storia.
A firmare le musiche ancora una
volta Michele Braga con Gabriele
Mainetti.
Nel cast Aurora
Giovinazzo, Claudio Santamaria, Pietro Castellitto, Giancarlo
Martini, con la partecipazione di Giorgio
Tirabassi, Max Mazzotta, Franz
Rogowski. Le riprese si svolgeranno a Roma e in
Calabria per 12 settimane.
Freaks out è prodotto
da Lucky Red e Goon
Films con Rai Cinema, in
coproduzione con Gapfinders (Belgio).
Leggi la recensione di Lo
Chiamavano Jeeg Robot di Gabriele
Mainetti
“A due anni dal successo
di ‘Lo chiamavano Jeeg Robot’, abbiamo lavorato insieme a Gabriele
Mainetti, che è anche produttore, e a Rai Cinema per gettare le
basi di un film ambizioso e originale”, dichiara
Andrea Occhipinti . “Siamo davvero ansiosi di
iniziare le riprese di ‘Freaks out’, nato dalla vena creativa di
Nicola Guaglianone e scritto insieme a Gabriele“.
“Si dice che il secondo film sia
il più difficile da realizzare, soprattutto quando il primo ha
generato un riscontro positivo. Non sarà facile soddisfare le
aspettative ora che l’asticella si è alzata
ulteriormente.Come nella precedente esperienza
faremo del nostro meglio per fare di più di quello che potremmo
permetterci. Alla fine l’approccio produttivo sarà com’è stato
con Jeeg… solo su una scala più grande”, dichiara la
Goon Films.
“Finalmente si parte, siamo
pronti a iniziare questa nuova avventura insieme a Lucky Red e a
Goon Films con i quali abbiamo condiviso la scommessa e i successi
di ‘Lo chiamavano Jeeg robot’”, dice Paolo Del
Brocco amministratore delegato di Rai Cinema. “Insieme
al pubblico che ha profondamente amato il suo film, aspettavamo con
impazienza il ritorno al lavoro di Gabriele Mainetti, crediamo
molto nel suo talento e nell’originalità delle sue
storie”.
Sinossi:
Matilde, Cencio, Fulvio e Mario sono
come fratelli quando il dramma della seconda guerra mondiale
travolge Roma. Siamo nel ‘43, nel pieno del conflitto, e la città
eterna ospita il circo in cui lavorano. Israel, il proprietario e
loro padre putativo, scompare nel tentativo di aprire una via di
fuga per tutti loro oltre oceano. I nostri quattro protagonisti
sono allo sbando. Senza qualcuno che li assista ma, soprattutto,
senza il circo, hanno smarrito la loro collocazione sociale
e si sentono solo dei fenomeni da baraccone, “a piede
libero” in una città in guerra.
Giovedì 28 ottobre,
data di uscita nelle sale del film Freaks
Out, il regista Gabriele Mainetti e
l’interprete Claudio Santamaria hanno incontrato il
pubblico milanese per una lezione di cinema con il critico
Gianni Canova. Il Cinema Anteo ha accolto
gli ospiti nella sala Excelsior, creando un piacevole spazio
d’incontro e permettendo un dialogo entusiasmante tra regista,
attore, cinefili e fan.
Freaks out: la trama e i
personaggi
Freaks
Out racconta la storia di
quattro freaks, quattro fenomeni da baraccone che durante la
Seconda guerra mondiale vedono il proprio circo venire distrutto
dai bombardamenti. Dopo la scomparsa di
Israel (Giorgio Tirabassi), loro
direttore e padre putativo, Fulvio, Cencio,
Matilde e Mario vagano nella Roma del 1943
alla ricerca di un luogo in cui la loro diversità possa essere
accettata. In un racconto ucronico, i protagonisti percorrono un
viaggio di formazione che li porta a esplorare il brutale mondo
esterno ma soprattutto la loro interiorità.
In un periodo storico in cui la
diversità è fortemente perseguitata, Fulvio è un uomo
lupo. Cencio (Pietro
Castellitto) è un ragazzo albino in grado di
comunicare con gli
insetti. Matilde (Aurora
Giovinazzo) è la ”ragazza elettrica”, terrorizzata dal suo
stesso potere. Mario (Giancarlo
Martini) è un adulto con la testa da bambino dotato di
forza magnetica. I protagonisti non sono gli unici freaks, gli
outsider della storia. Il direttore del circo nazista,
Franz (Franz Rogowsky), è dotato di sei
dita e prevede il futuro. Anche i partigiani sono freaks a loro
modo: c’è ”il gobbo”, ”il guercio”, chi è mutilato.
Lezione di cinema con i Freaks
Ieri, grazie alla lezione di cinema
organizzata all’Anteo di Milano, Gabriele
Mainetti e Claudio Santamaria hanno
dato modo al pubblico di esplorare con loro la magia che sta dietro
a Freaks
Out. L’evento, moderato dal professore e critico
cinematografico Gianni Canova, è stato un
piacevole dialogo tra il palco e la platea, in cui domande non
banali hanno incontrato risposte cariche di entusiasmo e
passione.
Non appena sale sul palco,
Gabriele Mainetti confessa la sua felicità:
”È bello eh? É una grande emozione, voi siete il mio primo
vero pubblico, quello che serve, le persone per cui noi facciamo
veramente questo lavoro.” Tornare nelle sale è emozionante per
il regista come per l’attore Claudio Santamaria.
I due si riuniscono sul set di Freaks out
dopo la collaborazione in Lo chiamavano Jeeg Robot,
opera prima di Maietti che ha collezionato 8
David di Donatello e 3 Nastri d’argento.
La costruzione del freaks di
Santamaria
Nel film,
Santamaria è Fulvio, l’uomo lupo dotato
di forza sovrumana, scorbutico e cinico ma anche protettivo nei
confronti degli altri protagonisti. Parlando del suo personaggio,
ispirato ad un uomo ipertricotico esistito
davvero, Claudio Santamaria scherza ”Ma
io in realtà nel film non c’ero.” Interpretare il personaggio,
completamente coperto dal pelo, è stato il lavoro più duro della
sua carriera. Girare il film d’estate con quattro ore di trucco al
giorno, è stato difficilissimo. Però confessa: ”Se la
preparazione di Jeeg è stata più dura per altri aspetti,
in Freaks out mi sentivo più maturo. Fulvio
ha una maschera molto forte, bisognava trovare una personalità
che uscisse fuori da questa maschera. Avevo una libertà nella
costruzione del personaggio notevole, ho lavorato molto
d’improvvisazione. Essendo Fulvio un personaggio di
spettacolo, mi ha permesso di attingere molto anche alla mia
carriera e al mio passato.”
Santamaria
evidenzia l’importanza delle prove, il lavoro sul proprio passato,
sulle discriminazioni vissute lui stesso. Mainetti
conferma e aggiunge: ”É bello come l’attore prenda da un
gesto la storia del personaggio.”
Nell’interiorità dei freaks
Parlando del messaggio alla base del
film, Claudio Santamaria rivela:
”Possiamo parlare di maschera, di pelo, di diversità ma la cosa
fondamentale per sospendere l’incredulità e dare credibilità a
questi personaggi era lavorare su una costruzione forte di
relazioni tra di loro. Costruire questo fratello maggiore
(Fulvio) che si prende cura degli altri freaks e questo padre
putativo che è Israel.”
Il discorso sul padre è forte nel
film. Mainetti racconta come Nicola
Guaglianone, autore del soggetto del film, abbia attinto
alla propria vicenda personale per l’idea di Freaks
out. ”I personaggi del film guardano a quello che
è il mondo mio e di Guaglianone.
Nicola ha perso suo papà e voleva raccontare
quell’ossessiva ricerca del padre come una possibile protezione a
tutto. Una protezione che, quando tuo papà non c’è più non riesci a
trovare e che, una volta adulto, nessun padre può darti.”
I dettagli della realizzazione del
film
Mainetti affascina
poi il pubblico raccontando il modo in cui lavora con l’immagine,
gli attori, la musica. ”Il film ha una macchina ipercinetica,
che non trova pace, ma mette in scena un concerto virtuoso, che è
quello del movimento attoriale.”
Gli effetti speciali e i costumi in
Freaks
Out sono ciò che balza all’occhio del
pubblico. ”Ogni scena è il risultato di un concerto di
scenografi, trucco, parrucco, fotografia, attori… L’effetto
speciale è questo, l’unione di tutte le forze.”
Mainetti spiega poi
come ha lavorato alla ricostruzione storica della Roma del 1943,
facendo un’attenta analisi del periodo storico ma anche tradendolo
per un discorso puramente cinematografico. ”I tradimenti vanno
fatti quando sono funzionali a rendere l’immagine più espressiva.
Va poi capito come nei personaggi raccontare quel periodo senza
perdere la possibilità di essere comunicativi ad una platea
odierna, soprattutto quella dei giovani…”
L’obiettivo per il regista era
quello di ”Trovare personaggi che funzionassero in quel
contesto storico e ibridarli nella narrazione del fantastico, che
nel nostro paese non c’è, o c’è poco.”
La meraviglia del diverso
Un film storico, un po’ fantasy, ma
anche un racconto di crescita e di ricerca di sé. Gabriele
Mainetti mostra allo spettatore un mondo fantastico, che
coniuga verità storica e superpoteri, esibendo la meraviglia e
l’orrore delle stranezze. E afferma: ”L’identità ti rende
in qualche modo unico e se sei unico sei diverso da chi ti sta
accanto, ma in una forma meravigliosa.”
Freaks
Out è un unicum nel panorama nazionale. Rimanda
all’horror di Browning, al
thriller di Tarantino, all’azione
e al fantastico di Spielberg,
ma è tutto italiano, o forse romano. Un film che lascia a bocca
aperta per la precisione con cui tutto è stato costruito, una
favola che sembra reale nella sua assurdità. In Freaks
Out c’è un’incredibile forza attrattiva: dalla scena
di apertura dello spettacolo nel circo, ai piani sequenza dei
momenti di combattimento, dalle battute di spirito tra i freaks ai
dialoghi introspettivi.
Gabriele
Mainetti è tornato. L’attesa è stata sfibrante: nel 2015
Lo chiamavano Jeeg Robot era stato un successo
clamoroso ricevendo valanghe di riconoscimenti, facendo accedere
Ilenia Pastorelli al
fatato mondo del cinema (e dei David di Donatello), e
confermando una volta in più la sacralità folle delle doti
attoriali di Luca Marinelli, così come di Claudio
Santamaria – per quanto, quest’ultimo, imbolsito e con
l’occhio a mezz’asta, sfruttato in chiave positiva, da eroe ruvido
ma dal cuore di panna.
Freaks (sono) out!
Freaks
Out è una tra le gemme del cinema italiano in Concorso
a Venezia alla 78esima Mostra Internazionale d’Arte
Cinematografica, e regala uno spettacolo pirotecnico, proprio come
il “Circo Mezzapiotta” di Israel (Giorgio
Tirabassi), che non si risparmia in luci, colori e
bagliori di fuliggine volante.
Avvalendosi, infatti,
sempre della scrittura di Nicola Guaglianone,
Gabriele Mainetti confeziona un fantasy
intensamente nostrano, ma con l’intelligenza e l’acume
dell’elaborazione e la mescolanza di una tecnologia decisamente ben
utilizzata, che volge lo sguardo anche verso il cinema del resto
del mondo.
Freaks
Out parla in maniera perfetta e ritmata di un gruppo
di scalcagnati – neanche a dirlo – romanacci d.o.c., che fanno
parte, appunto, del “Circo Mezzapiotta” di proprietà di Israel.
Cencio (Pietro
Castellitto), Fulvio (Claudio
Santamaria), Matilde (Aurora
Giovinazzo) e Mario (Giancarlo Martini)
sono quattro adorabili fenomeni da baraccone, amati come figli dal
loro presentatore e gestore d’esibizioni itineranti, che possiedono
però realmente dei poteri soprannaturali e che diventeranno, loro
malgrado, oggetto d’interesse di un malvagio nazista che prevede il
futuro (Franz Rogowski), a sua volta a capo di un
sanguinario circo tedesco.
L’ambientazione storica di
Freaks Out
Perché, a condimento di
tutto questo fantastico carrozzone, il contesto scelto dagli autori
è il 1943, anno di grande sofferenza e rastrellamenti, che
subiranno tutti i protagonisti della nostra storia, soprattutto per
le qualità che li contraddistinguono. E in effetti quasi ogni
personaggio del film con cui si entra in contatto è caratterizzato
da qualcosa per certi aspetti di orrorifico, dunque le persecuzioni
naziste, dopotutto, simboleggiano tutto ciò che in assoluto si
vorrebbe distruggere, quando non rientra entro i ranghi
dell’accettabilità. Ma non è certo solo questo ad interessare al
regista.
Tutta l’architettura di
Freaks
Out rappresenta in realtà lo spasso di un ragazzo che
mette insieme i suoi supereroi, inserendoli in un ambiente a lui
caro e conferendogli quel giusto senso di “imbranatezza” che
soltanto noi, da bravi italiani un po’ malandati, possiamo
conoscere. E nel farlo si diverte un mondo.
Mainetti è un creatore
che ha colto l’essenza di come unire l’utile al dilettevole: ciò
che si desidera fortemente mettere in scena partendo, però, dalla
precisa consapevolezza di chi si è personaggi un po’ storti,
bucherellati, ma tremendamente geniali, simpatici e passionali.
Personaggi passionali e “storti”
Tant’è che un altro degli
elementi che fa perdutamente innamorare del film, è l’ardore
traboccante che trasuda sempre dai suoi protagonisti, anche i
cattivi. Il desiderio scalpitante, continuo, che muove ogni
interprete della storia: partendo dalla voglia di giustizia,
d’amore, di conquista del mondo o dell’attenzione del proprio
fratello, ognuno freme per arrivare ad agguantare ciò che
agogna.
E il regista sa
raccontarlo con un’efficacia così fluida, da renderla vera e
incredibilmente attraente. Perché se c’è una cosa che questi
supereroi conoscono bene, è la difficoltà a convivere con
l’ingombro di loro stessi. Ed così perfetto quando nella scrittura
di una storia si combinano insieme l’impaccio e la bellezza,
l’artista con l’arte, senza rinunciare mai ai difetti, agli aspetti
– naturalmente – un po’ freak.
La spettacolarità del
cinema italiano incarnato dalla seconda opera di Gabriele
Mainetti, racconta la scaltrezza del non rigettare mai
quel che sembra malconcio, ma incorniciarlo con attori che siano
dei fuoriclasse, una fotografia e dei suoni calibrati e studiati al
millimetro, e da lì far iniziare la magia.
Quanto abbiamo bisogno di un film
che ci riporti in sala? Quanto è grande la responsabilità di chi si
carica del compito di far uscire un film attesissimo in questo
momento storico nella tradizionale forma della distribuzione al
cinema? Ebbene, nessun film più di Freaks
Out poteva essere scelto per questo
difficilissimo compito.
Dopo il grande clamore suscitato dal
suo film d’esordio, il semplice eppure geniale Lo
chiamavano Jeeg Robot, Gabriele
Mainetti si è preso tutto il tempo che gli era necessario
per confezionare il film migliore con tutti i mezzi del caso, un
film che porta sullo schermo una storia e una visione che sembrano
assolutamente travolgenti, divertenti, cinematografici nella scala
e nello scopo.
Il trailer di Freaks Out che ha infiammato la
rete nelle ore di questo pomeriggio ha dimostrato che il film
riserva meraviglie e sicuramente ha generato moltissime aspettative
anche nei più scettici. Mainetti ha una mente che pensa in grande
e, grazia al suo primo film, è stato messo in grado di realizzare
esattamente il film che voleva.
L’attesa per il 16 dicembre adesso è
spasmodica. Di seguito, vi lasciamo alcune immagini dal trailer di Freaks Out, che mostrano i
misteriosi ed affascinanti protagonisti del film che troveremo
prestissimo sugli schermi di tutta Italia:
Nel cast di Freaks
Outprotagonisti sono
Aurora Giovinazzo,
Claudio Santamaria,
Pietro Castellitto, Giancarlo Martini, con la
partecipazione di Giorgio Tirabassi, Max Mazzotta,
Franz Rogowski.Freaks Out è
prodotto da Lucky
Red e Goon
Films con Rai Cinema, in
coproduzione con Gapfinders (Belgio).
Freaks Out, la trama
Matilde, Cencio, Fulvio e Mario sono
come fratelli quando il dramma della seconda guerra mondiale
travolge Roma. Siamo nel ‘43, nel pieno del conflitto, e la città
eterna ospita il circo in cui lavorano. Israel, il proprietario e
loro padre putativo, scompare nel tentativo di aprire una via di
fuga per tutti loro oltre oceano. I nostri quattro protagonisti
sono allo sbando. Senza qualcuno che li assista ma, soprattutto,
senza il circo, hanno smarrito la loro collocazione sociale
e si sentono solo dei fenomeni da baraccone, “a piede
libero” in una città in guerra.
Diretto
da CaterinaCarone, Fraulein, racconta della più
grande tempesta solare che l’uomo ricordi si abbatte sulla Terra
provocando sbalzi di corrente e blackout. Una ben più profonda
tempesta si scatena nell’animo di Regina, scontrosa e solitaria
zitella da tutti chiamata Fräulein, dopo che un misterioso
turista sui sessanta, uomo smarrito e infantile, oltrepassa il
cancello del suo albergo chiuso da anni. Quello che doveva essere
il fugace “scontro” di una notte, si trasformerà ben presto in una
tempestosa e sorprendente convivenza.
«Ho sentito sin dall’inizio la
necessità di lavorare sullo specifico registro di un certo tipo di
commedia, – afferma Caterina Carone – quel tipo di commedia che
riesce ad essere al tempo stesso leggera e profonda, divertente e
drammatica.»
Sin dal loro esordio, avvenuto nel
1984 con Blood Simple, i fratelli Joel ed
Ethan Coen si sono affermati con una serie di
opere cinematografiche che coniugano genere e autorialità,
presentando spesso e volentieri situazioni e personaggi grotteschi,
a cui ogni etichetta o possibile definizione sembra stare stretta.
Dopo aver realizzato negli anni Novanta celebri titoli come
Barton Fink, Fargo e Il grande Lebowski,
sono entrati nel nuovo millennio con Fratello, dove
sei?, dove come al solito si mescolano elementi
diversi, dalla commedia al drammatico, dall’avventura all’epica.
Uscito in sala nel 2000, è ancora oggi uno dei loro film più
amati.
L’idea per Fratello, dove
sei? era tra le mani dei Coen già verso la metà degli anni
Novanta. Entrambi sapevano di voler realizzare una satira moderna
liberamente basata sul poema omerico l’Odissea, pur non
avendolo mai letto. I due registi si ispirarono infatti solo agli
eventi divenuti più noti attraverso la cultura popolare per dar
vita ad un racconto satirico nei confronti della politica e delle
campagne elettorali negli Stati Uniti. Lo stesso titolo del film è
un riferimento alla pellicola del 1941 I dimenticati, in
cui un regista aspira a girare un film intitolato Fratello,
dove sei? in cui dar vita ad un commento storico sulla
condizione moderna dell’essere umano.
Il film venne inizialmente
considerato un’opera minore dei Coen, ma negli anni ha poi
acquistato il valore che gli spetta, forte anche di diversi
riconoscimenti tra cui una nomination agli Oscar come miglior
sceneggiatura non originale. Per gli appassionati dei Coen, è un
film imprescindibile. Prima di intraprendere una visione del film,
però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali
curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori e alla
colonna sonora. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
Fratello, dove sei?: la trama del film
La storia si svolge nel Mississippi
all’inizio degli anni Trenta, nel pieno della Grande depressione.
Ulysses Everett McGill, Delmar
O’Donnell e Pete Hogwallop sono tre
galeotti riusciti miracolosamente ad evadere dai lavori forzati.
Sotto la guida di Ulyssess, l’unico dei tre con un po’ di buon
senso e capacità oratorie, i fuggiaschi si mettono alla ricerca del
tesoro da un milione di dollari nascosto prima di essere arrestati.
Tale somma è stata sepolta nei pressi di un fiume dove ora sta per
essere costruita una diga e ciò spinge i tre ex galeotti a doversi
sbrigare per arrivare lì prima che il denaro sia irrecuperabile. Da
quel momento, prima di arrivare a ciò che cercano, i tre vivranno
una sequenza di imprevedibili incontri e rocambolesce avventure,
fino a trovare molto più di quel che cercavano.
Fratello, dove sei?: il cast del film
Per il ruolo di Ulysses Everett i
due registi avevano da subito pensato all’attore George Clooney,
con il quale desideravano lavorare da tempo. Lo stesso Clooney non
vedeva l’ora di recitare in un loro film, accettando la parte senza
neanche voler prima leggere la sceneggiatura. L’attore decise poi
di far leggere quessta ad un suo zio del Kentucky, sperando di
comprendere meglio il personaggio attraverso la lettura di un uomo
di campagna. Poiché lo zio è un devoto Battista, egli omise tutte
le parolacce. Arrivato sul set, Clooney si trovò così a scoprire un
lato inaspettato del personaggio. Egli si esercitò poi anche nel
canto per settimane, ma alla fine si decise di farlo doppiare per
le scene dove il suo personaggio canta.
Nel ruolo del lestofante Pete
Hogwallop vi è invece l’attore John Turturro,
qui al suo quarto film insieme ai Coen dopo Crocevia della
morte, Barton Fink e Il grande Lebowski. Tim
Blake Nelson, da qui in poi divenuto anch’egli un attore
ricorrente nel cinema dei Coen, era il vicino di casa di Joel e
quando ricevette la sceneggiatura pensò che il regista volesse solo
qualche parare. Ritrovatosi invece ad interpretare il ruolo di
Delmar O’Donnell, egli praticò un accento del sud recandovisi in
vacanza e parlando con gente del posto. Nel film compaiono poi
anche John Goodman
nel ruolo di Daniel Teague, ladro con un occhio solo, e
Holly Hunter nei panni di Penny Wharvey-McGill,
moglie di Ulysses.
Fratello, dove sei?: la colonna sonora del film
La colonna sonora del film è
diventata negli anni estremamente popolare, superando persino il
successo del film. All’inizio del 2001, questa aveva venduto cinque
milioni di copie, ha generato un film documentario, tre album
successivi (“O Sister” e “O Sister 2“), due
tournée e ha vinto i Country Music Awards per Album of the Year e
Singolo dell’anno (per “Man of Constant Sorrow“). Ha anche
vinto cinque Grammy, tra cui Album of the Year, e ha raggiunto il
primo posto nelle classifiche degli album di Billboard la settimana
del 15 marzo 2002, 63 settimane dopo la sua uscita e oltre un anno
dopo l’uscita del film.
Questa è composta da brani
tradizionali statunitensi, ma include anche musica folk, religiosa
e gospel. Tutte le canzoni scelte, infatti, riflettono gli stili
musicali più popolari dell’epoca in cui è ambientato il film.
All’interno di questo, inoltre, i protagonisti formano un fittizio
gruppo musicale chiamato Soggy Bottom Boys. Le canzoni da loro
eseguite sono però cantate in playback dagli attori, tranne per il
caso di In the Jailhouse Now, che venne realmente eseguita
da Tim Blake Nelson con la sua voce. Oltre a questi titoli, nella
colonna sonora del film si ritrovano anche popolari brani come
You Are My Sunshine, Down the River to Pray e Keep On
the Sunny Side.
Fratello, dove sei?: il
trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Fratello, dove
sei? è infatti disponibile nei cataloghi di
Rakuten TV, Google Play, Apple iTunes e Netflix. Per vederlo, una volta scelta la
piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o
sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È
bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite
temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente
nel palinsesto televisivo di sabato 3settembre alle ore 21:10 sul
canale TwentySeven.