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Girasoli: il trailer del film con Gaia Girace

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Girasoli: il trailer del film con Gaia Girace

Ecco il trailer di Girasoli, l’opera prima di Catrinel Marlon che, dopo essere stato presentato Fuori Concorso al 41.mo Festival di Torino esce al cinema il prossimo 23 maggio distribuito da Masi Film. Nel cast del film Gaia Girace (L’amica Geniale, The Good Mothers) al suo esordio in un lungometraggio, Mariarosaria Mingione, Monica Guerritore, Pietro Ragusa.

Il film, ispirato a una storia vera, racconta dei “bimbi sperduti” che abitavano i manicomi fino agli anni ’70 in Italia, cercando di restare bambini il più a lungo possibile in un luogo senza gioia, per non venire trasferiti nei reparti degli adulti. Attraverso una storia d’amore e di solidarietà femminile, i tre personaggi principali Lucia (una giovane paziente), Anna(un’infermiera alle prime armi) e la dottoressa Marie (pioniera delle successive teorie di Basaglia) mostrano un periodo storico di cambiamento della disciplina psichiatrica. Un film corale, in cui l’immaginazione dei ragazzi dimenticati è centrale.

Giraffada recensione del film di Rani Massalha

Giraffada recensione del film di Rani Massalha

Giraffada recensioneGiraffada è un piccolo gioiello, un film poetico con tratti surreali che prova a raccontare una realtà crudele e spietata come quella del conflitto arabo- palestinese attraverso gli occhi di un bambino, come se si trattasse di una favola surreale.

La storia ruota intorno a Yacine, un veterinario dello zoo di Qalqilya (Palestina) che vive solo con il figlioletto Ziad al confine con la West bank, la zona sorta vicino al muro di separazione dai coloni israeliani. Nello zoo, oltre ad una ricca varietà umana, c’è una fauna variegata dove svettano le due bellissime giraffe Rita e Brownie, la passione del piccolo Ziad. Ma una notte, durante un raid aereo, Brownie- spaventato dalle esplosioni- muore sbattendo la testa. La giraffa Rita smette di mangiare e comincia a lasciarsi morire, pur essendo incinta: l’unica soluzione per salvarla è rubare una giraffa maschio, trovandole così un nuovo compagno. Insieme alla giornalista francese Laura, reporter in cerca della verità nei territori devastati dalla guerra, Yacine e Ziad si mettono in viaggio, per portare a termine la loro pericolosa- e folle- missione.

Giraffada recensione posterPeripezie surreali e fiabesche per salvare una giraffa, due vite, un mondo animale così delicato e fragile sono le vicende che vedono però, sullo sfondo, il dramma della guerra, la devastazione che attraversa un territorio conteso e vessato da tempo immemore.

La “favola” animalista diventa una metafora più profonda per raccontare in generale l’umanità: in fondo i sentimenti che proviamo, empaticamente, per queste due giraffe e per la loro sorte, non possono non ricordarci che anche noi- dietro le sovrastrutture secolari che ci regolano e che determinano le nostre diverse società- siamo, in fondo, degli animali. Anche noi soffriamo e spesso per le stesse ragioni: il dramma di Rita e del suo piccolo, destinato a nascere e crescere senza padre, non ricorda in fondo il dramma del piccolo Ziad, cresciuto con l’amore immenso del padre ma senza l’affetto di una madre, morta prematuramente?

Il regista francese (ma palestinese di nascita) Rani Massalha confeziona un bel film per tutti dal tocco delicato e leggero, senza perdersi nelle assurde lotte tra fazioni politiche e ideologie diverse, bensì mettendo in risalto una storia universale che, a partire da un piccolo spunto, prova a raccontare una dimensione universale che coinvolge tutti gli essere umani e le logiche del sentimento che ci legano l’uno all’altro: un padre ad un figlio, un uomo ad una donna, gli amici e tutti gli esseri umani in generale, pronti ad aiutarsi nelle situazioni di pericolo e pronti a sacrificare tutto quello che hanno (come accade a Laura o a Yohav) in nome di un ideale più alto, in nome della libertà stessa, per permettere ad ognuno di vivere liberamente- e con coraggio- la propria esistenza, anche a costo di rischiare tutto e di mettersi in gioco fino in fondo.

Gipi: intervista al regista di Il ragazzo più felice del mondo

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Guarda la nostra intervista a Gipi, fumettista pisano regista del film Il ragazzo più felice del mondo, presentato a Venezia 75, nella sezione Sconfini.

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È una storia vera. C’è una persona che da più di vent’anni manda lettere a tutti gli autori di fumetti italiani spacciandosi per un ragazzino di quindici anni. Nelle lettere chiede sempre “uno schizzetto” in regalo. C’è un fumettista italiano, Gipi, che inizia a indagare su questa persona. Vuole girare un documentario, trovare questa persona, intervistare gli altri autori che hanno ricevuto la lettera. Per realizzarlo, recluta degli amici. Sono solo degli amici.

Venezia 75: Il ragazzo più felice del mondo, recensione del film di Gipi

Completamente incompetenti. Ma c’è una storia da raccontare e, per Gipi, raccontare storie è la cosa più importante che c’è. Ma questa è anche una storia non scritta, che si adatta alle scoperte del momento. Ma le cose non vanno mai come vorremmo. E durante la lavorazione del documentario tutto si trasforma, sfugge, scappa di mano. Ed è così che Gipi si troverà a dover riflettere sul senso stesso del “raccontare storie” e sulle scelte morali che stanno a monte di questo desiderio. Cercando “il ragazzo più felice del mondo”, in una ricerca maldestra e dai contorni comici e deliranti, Gipi troverà tutt’altro, e lo stesso documentario, alla fine, si trasformerà in un film.

Gipi e i suoi eroi al Linea d’Ombra festival di Salerno

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Gipi e i suoi eroi al Linea d’Ombra festival di Salerno

Venerdi 14 dicembre è la penultima giornata della XXIII edizione di Linea d’Ombra, il festival diretto da Luigi Marmo in programma a Salerno fino a sabato 15 dicembre.

Ospite per la sezione “Incontri” Gian Alfonso Pacinotti, in arte Gipi. Prima dell’incontro l’autore introdurrà al Cinema Fatima il suo film: Il ragazzo più felice del mondo. La priezione del film avverra presso il Cinema Fatima alle ore 19:00 ad ingresso libero. L’incontro con l’artista si terrà presso la Sala Pasolini alle ore 21:30, sempre ad ingresso libero fino ad esaurimenti posti.

Storie a fumetti, acquerelli, illustrazioni, ma anche racconti e attività di regista, frutto di una creatività senza confini. Val la pena ripercorrere dal vivo gli orizzonti di un narratore che ha fatto del racconto una forma d’arte intima e sorprendente. Il fumettista, illustratore e regista pisano Gian Alfonso Pacinotti, in arte Gipi, prima introduce al pubblico del Festival il suo ultimo film Il ragazzo più felice del mondo e poi si racconta, dialogando con Boris Sollazzo per parlarci dei suoi “eroi”.

Nasce come fumettista ad olio e ad acquerello e si caratterizza fin da subito grazie al suo realismo di cronaca, vincendo già nel 2006 premi all’avanguardia come il Premio Goscinny e il Premio al Miglior Album al Festival International de la bande dessinée d’Angouléme. Ricordato inoltre per la collaborazione con il quotidiano La Repubblica per il quale illustra racconti e articoli.

Gipi: intervista al regista di Il ragazzo più felice del mondo

Nel 2011 gira il suo primo film dal nome L’ultimo terrestre seguito dal mediometraggio Smettere di Fumare Fumando presentato al Torino Film Festival nel 2012.

Il suo fumetto Unastoria entra nei dodici finalisti del Premio Strega del 2014 aggiudicandosi il primato come romanzo a fumetti a ricevere la candidatura nella storia del premio letterario. Nel 2016 pubblica il graphic novel La terra dei figli, disegnato completamente in bianco e nero e ambientato in un futuro distopico e desolato.

La sinossi del suo ultimo film: Tratto da una storia vera. C’è una persona che da più di vent’anni manda lettere a tutti gli autori di fumetti italiani spacciandosi per un ragazzino di quindici anni. Nelle lettere chiede sempre “uno schizzetto” in regalo. C’è un fumettista italiano, Gipi, che inizia a indagare su questa persona. Vuole girare un documentario, trovare questa persona, intervistare gli altri autori che hanno ricevuto la lettera.

Giovanni Veronesi inaugura il Festival di Roma 2013 con L’ultima ruota del Carro

l'ultima ruota del carroGiovedì 14 novembre appuntamento nelle sale italiane per il nuovo film di Giovanni Veronesi, L’ultima ruota del carro. Il film vede protagonista l’ormai affermatissimo Elio Germano, reduce dal noir Padroni di Casa, nei panni di Ernesto Marchetti, un uomo normale, con una vita fatta di lavoro, fatiche,’70 ad oggi, come si intuisce dall’accattivante trailer, rilasciato a inizio ottobre. “È la amori e delusioni. E con la storia di Ernesto, la pellicola racconta quella del nostro Paese dagli anni storia di un cittadino italiano con il vizio dell’onestà – ha spiegato Germano – lontano dai classici stereotipi”. Fanno compagnia al giovane attore romano, decollato anni e anni fa come Er Pasticca in Un medico in famiglia, Alessandra Mastronardi (la moglie di Ernesto, Angela), Ricky Memphis (Giacinto) e ancora Ubaldo Pantani, Sergio Rubini, Virginia Raffaele, Alessandro Haber, Maurizio Battista. L’ultima ruota del carro è stato scritto da Veronesi, dal fedelissimo Ugo Chiti, da Filippo Bologna e da Ernesto Fioretti, la persona le cui vicende hanno ispirato il soggetto. Prodotto da Warner Bros e Fandango in associazione con Ogi Film, L’ultima ruota del carro avrà l’onore, venerdì 8 novembre, di aprire (fuori concorso) l’ottavo Festival Internazionale del Film di Roma. Sarà proiettato nella Sala Santa Cecilia dell’Auditorium Parco della Musica alla presenza di regista e attori. Prevista anche la partecipazione di Elisa: la cantautrice triestina ha infatti composto la colonna sonora della nuova fatica di Veronesi.

l'ultima ruota del carro 2C’è attesa, per L’ultima ruota del carro, che si fa avanti con una certa ambizione e il desiderio di lasciare qualcosa di più oltre a un paio di ore piacevoli, ben interpretate, su note probabilmente di grande qualità. Un respiro più ampio, quindi, rispetto a genitori e figli da agitare e a una nutrita serie di manuali d’amore. Parlare dell’Italia e di quasi mezzo secolo di storia patria, certo, è un’opportunità, una leva per fare film di peso che tocchi con cura e delicatezza il piccolo e il grande, le storie e la Storia; ma dietro l’angolo c’è sempre in agguato il rischio di spiccare un salto nel vuoto – o fare il classico passo più lungo della gamba – dal quale nemmeno un cast di tutto rispetto può preservare. D’altronde, un film non è soltanto un investimento economico, ma anche artistico, di credibilità artistica. Non resta che prender posto in sala – l’8 novembre per i fortunati presenti al Festival romano, poco più tardi per i profani – per farsi un’idea.

La nostra foto gallery del Festival:

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Giovanni Troilo, regista di Vesuvio, racconta il suo documentario presentato al Noir in Festival

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L’area che comprende il Vesuvio e i Campi Flegrei —il secondo super-vulcano che periodicamente ricorda agli abitanti delle zone di Agnano, Pozzuoli e Bagnoli della sua esistenza attraverso stormi sismici ricorrenti—, è la più densamente abitata d’Europa. In caso di eruzione i risultati sarebbero catastrofici.

Abbiamo incontrato Giovanni Troilo, regista del documentario Vesuvio, in occasione della presentazione del film al Noir in Festival. Documentarista di grande successo, noto principalmente per il suo lavoro con Sky Arte, che porta avanti da circa dieci anni (di recente abbiamo visto Frida Viva la Vida), Troilo si presenta al festival con un documentario insolito, dal grande fascino. Ma che ci fa un documentario sulla regione vulcanica del napoletano nella selezione di un festival dedicato al cinema di genere noir?

È un linguaggio al confine tra fiction e documentario, e devo dire che questa modalità di racconto a Napoli funziona particolarmente bene. La prima volta che ho pensato di fare questo film, immaginavo di realizzare un mockumentary su questo allarme eruzione, su una possibile messa in atto del piano di evacuazione. In realtà sin dai primi sopralluoghi è stato subito chiaro che la finzione da noi immaginata non sarebbe stata nemmeno vagamente simile alla messa in scena del reale che avremmo intercettato Nella maggior parte dei casi i protagonisti delle molte storie del film non li abbiamo cercati, ci siamo imbattuti in loro. I più importanti sono state delle vere e proprie epifanie, spesso giunte nel momento in cui, dopo una lunga giornata di esplorazione, eravamo ad un passo dal desistere.

Ad esempio durante le prime giornate di sopralluoghi, dopo una serie di insuccessi, eravamo diretti al cratere e su questa strada verso l’apocalisse, tra le ultimissime case che affollano il cono del Vesuvio, abbiamo scorto un’insegna: Paradise Tv! La prima epifania ci aveva portato ad una delle storie più importanti del film.

Come hai rintracciato i personaggi e le storie, e quanto tempo hai impiegato?

Abbiamo iniziato con l’idea di questo film nel 2018, ci è voluto tanto. È stato un paziente spendere del tempo per cercare di cogliere l’essenza del luogo. In questo senso è stato fondamentale avere un team che, innamoratosi del progetto, ha deciso di sposarlo in toto facendosi carico dei molti sacrifici. Oltre al produttore Davide Azzolini che ha deciso di imbarcarsi su questo progetto totalmente al buoi, sono molto grato al cameraman Valerio Coccoli, al fonico Renato Grieco e soprattutto ad Allegra Nelli che è stata fondamentale nella ricerca delle storie e nella relazione continua con questi personaggi.

L’idea di avere tanti protagonisti che potessero portare ad una percezione collettiva e condivisa di questo senso del pericolo e di come ci si può convivere, che investe tutti dalla nascita alla morte, era necessario. Con il tempo mi sono fatto l’idea che questo gigantesco apparato vulcanico somiglia molto a quelli che Timothy Morton definisce iperoggetti, ovvero degli oggetti così grandi e multidimensionali che risulta impossibile alla singola percezione umana leggerne l’interezza.

La soluzione che abbiamo tentato è stata quella di aggregare le singole percezioni in una sorta di rete sensoriale collettiva per provare a leggere meglio questo oggetto così complesso. Che continua a sfuggire soprattutto per la così grande differenza di  scala temporale  che c’è tra la vita di un apparato vulcanico e quella di un essere umano.

Il film è molto democratico nelle esistenze che racconta, dal Vescovo che presenzia il miracolo di San Gennaro al fabbricante di fuochi d’artificio, tutte le storie hanno la stessa importanza. Di alcune Giovanni Troilo è testimone, di altre è partecipe, con domande e interviste vere e proprie ai personaggi che di volta in volta incontra. In base a cosa hai scelto di intervenire o meno?

C’è una componente istintiva molto forte per progetti di questo tipo. Dipende molto dal tempo, ma anche dall’utilità che ci può essere nel chiedere qualcosa, quando la storia non passa chiaramente attraverso le immagini. Io credo fermamente che, anche di fronte alla forza delle parole, spesso un’immagine possa essere molto più permeante. Poi sicuramente c’è una questione di bilanciamento del racconto, infatti non è un caso che l’aspetto informativo sia delegato al personaggio del vulcanologo. Questo serve allo spettatore per orientarsi, ed è lo scheletro minimo per avere la possibilità di avere altri momenti lisergici. Il tentativo era quello di  far partire lo spettatore dalla terra ferma, e di traghettarlo pian piano al largo. Per ritrovarsi qualche minuto dopo un po’ disorientati, per scoprire che sotto i piedi la terra non è così fissa, ma trema, e trovarsi in un nuovo territorio con nuove regole fisiche, in cui non si può far altro che abbandonarsi e provare a immedesimarsi.

Nelle note di regia scrivi “A Napoli non si è vicini o dentro a un vulcano. Si è vulcano.” Come sei stato accolto?

Benissimo. Sono stato felicissimo di avere la possibilità di fare un progetto del genere a Napoli, dove avevo già fatto diversi lavori ma con un respiro minore. È una città che mi dà una carica energetica che mi dura per anni. Ero certo della risposta e le aspettative sono state più che confermate.

In che modo Vesuvio si inserisce nel tuo percorso artistico che di recente si era focalizzato prevalentemente sul documentario d’arte?

Ci sono dei progetti che abbracciano archi di tempo così differenti che necessariamente devono convivere sul piano temporale. L’ultimo lavoro di questo tipo che avevo fatto è stato Coeurope, un documentario molto affine nell’approccio a Vesuvio e la cui lavorazione ha richiesto moltissimo tempo. Sarebbe bellissimo fare solo questo, ma anche impensabile. E così ci sono questi documentari d’arte che amo moltissimo e che da quasi dieci anni realizzo per Sky Arte. Mi appassiona molto il fatto di poter sperimentare dei linguaggi e di poterli portare al cinema, è capitato di recente con Frida, con Monet e succederà di nuovo con un progetto su Borromini.

Presentato in anteprima al Noir in Festival a Milano, Vesuvio uscirà a marzo in day and date, al cinema che in streaming, sulla piattaforma IWonder di I Wonder Pictures, accompagnato anche da presentazioni con i protagonisti.

Giovanni Ribisi si unisce a Sean Penn

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Giovanni Ribisi ha ottenuto un ruolo da co-protagonista in The Gangster Squad, prossimo film di Ruben Fleischer (Zombieland).

Giovanni Maini: 10 cose che non sai sull’attore

Giovanni Maini: 10 cose che non sai sull’attore

Sono bastati pochi ruoli a Giovanni Maini per affermarsi come uno dei più promettenti giovani attori del panorama italiano. Ad oggi presente unicamente in alcune serie TV, egli sembra avere tutto il potenziale per espandere sempre più la propria popolarità, distinguendosi anche in altri contesti. Tra ottima presenza scenica e doti attoriali in costante miglioramento, Maini è davvero uno dei nomi da tenere d’occhio per il futuro.

Ecco 10 cose che non sai di Giovanni Maini.

Giovanni Maini: i suoi film e le serie TV

1. Ha recitato in diverse serie TV. Il debutto come interprete avviene nel 2020, quando recita nel ruolo di Edoardo nella serie Summertime, con protagonista Ludovico Tersigni. Maini riprende poi il suo personaggio anche nella seconda e nella terza ed ultima stagione. In seguito ha poi recitato nella serie Nudes (2021), dove interpreta Tommi, mentre nel 2022 è stato tra i protagonisti di Buongiorno mamma!, dove recita accanto a Raoul Bova.

2. Non ha ancora compiuto il debutto sul grande schermo. Attualmente l’attore non ha ancora avuto modo di recitare in un lungometraggio per il cinema. Grazie alla popolarità ottenuta negli ultimi anni è però lecito aspettarsi che anche questo traguardo verrà ben presto raggiunto, portando dunque l’attore ad estendere la propria popolarità anche sul grande schermo.

Giovanni Maini è su Instagram

3. Ha un profilo sul social network. Giovanni Maini è naturalmente presente sul social network Instagram, con un profilo seguito attualmente da 103 mila persone. Su tale piattaforma egli ha ad oggi pubblicato appena 46 post, la maggior parte relativi alle sue attività come attore. Si possono infatti ritrovare diverse immagini legate a momenti trascorsi sul set ma anche foto promozionali dei suoi progetti. Non mancano però anche immagini inerenti la sua quotidianità, tra attività e amici. Seguendolo si può dunque rimanere aggiornati sulle sue attività.

4. Non è presente su altri social. Instagram sembra essere l’unico social network dove è possibile seguire l’attore attraverso un suo account ufficiale. Non risultano infatti esserci profili verificati su altre piattaforme come Twitter o Facebook. Ciò permette anche all’attore di non dover spendere troppo tempo su queste piattaforme, evitando di condividere ogni dettagli della propria vita.

Giovanni Maini Summertime

Giovanni Maini ha una fidanzata?

5. È molto riservato. Nonostante la popolarità raggiunta, Maini non si è lasciato andare ad un’eccessiva sovraesposizione mediatica, mantenendo invece un forte riserbo per quanto riguarda la sua vita privata. Al momento, dunque, non è noto se sia o meno impegnato in una relazione sentimentale. L’attore non lascia infatti trasparire nulla a riguardo, né nelle sue interviste né sui suoi profili social.

Giovanni Maini in Summertime

6. Si era candidato per un altro progetto. L’attore ha raccontato di aver ottenuto il ruolo di Edo nella serie Netflix Summertime in modo del tutto inaspettato. Egli si era infatti inizialmente deciso a partecipare alle selezioni per il film Volevo nascondermi, con Elio Germano e dedicato al pittore Liguabue. Pur non avendo ottenuto alcun ruolo, Maini è in seguito stato ricontattato dai produttori, che gli hanno proposto di candidarsi per la serie Summertime. Dopo alcuni provini sostenuti, egli ha infine ottenuto il ruolo.

7. Ha avuto tempo per studiare. Parallelamente al lavoro sul set della serie, Maini stava completando i suoi studi liceali. L’attore ha raccontato di essersi confrontato con la produzione a riguardo, ottenendo la possibilità di avere del tempo da poter dedicare allo studio. Alle fine egli è riuscito a portare a termine con successo entrambe le cose, riprendendo poi il ruolo di Edo anche nelle due successive stagioni.

Giovanni Maini fidanzata

Giovanni Maini in Skam Italia

8. Non ha recitato nella serie Netflix. Ogni volta che un giovane attore diventa popolare, in molti si chiedono se abbia recitato o meno nella popolare serie Skam Italia, dedicata alle vite di un gruppo di adolescenti e disponibile sulla piattaforma Netflix. Come per Damiano Gavino, anche per Giovanni Maini si è erroneamente diffusa tale convinzione. L’attore, tuttavia, non ha partecipato alla serie, anche se non è da escludere che possa prendervi parte in futuro qualora vi saranno ulteriori stagioni.

Giovanni Maini: qual è la sua agenzia

9. È rappresentato da una nota agenzia. Maini è attualmente rappresentato dalla ttAgency, un’agenzia di rappresentanza, consulenza e promozione artistica rivolta ad attori, sceneggiatori e registi. Grazie al lavoro con quest’agenzia, che rappresenta numerosi volti noti del cinema italiano, Maini ha avuto possibilità di trovare importanti opportunità come attore, recitando in diversi progetti.

Giovanni Maini: età e altezza dell’attore

10. Giovanni Maini è nato a Bologna, il 19 febbraio del 2000. L’attore è alto complessivamente 1.83 metri.

Fonte: Instagram, ttAgency

Giovanna Taviani racconta le sue Eolie

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Giovanna Taviani racconta le sue Eolie

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Figliodoro è il soprannome di un pescatore di Lipari che si chiama Francesco D’Ambra. Alla proiezione del film-documentario di Giovanna Taviani, avvenuta ieri, 30 Marzo, alla Casa del Cinema, parla in qualità di protagonista dell’opera di Giovanna ma soprattutto di uomo innamorato delle proprie terre, le Eolie, vere protagoniste di  Fughe e Approdi che uscirà Venerdì 8 Aprile nelle sale.

Giovanna Mezzogiorno: 10 cose che non sai sull’attrice

Giovanna Mezzogiorno: 10 cose che non sai sull’attrice

Tra le più premiate e apprezzate interpreti italiane, Giovanna Mezzogiorno si è da sempre distinta per le sue scelte in ambito cinematografico, che l’hanno portata in più occasioni a ricoprire ruoli da protagonista, collaborando con importanti attori e registi, e ottenendo in più occasioni il plauso della critica.

Tra i meriti della Mezzogiorno vi è inoltre quello di aver portato sul grande schermo personaggi tragici, esseri umani piegati dalla vita ma con ancora barlumi di speranza a cui aggrapparsi.

Ecco 10 cose che non sai di Giovanna Mezzogiorno.

Giovanna Mezzogiorno: i suoi film

1. Ha recitato in noti film italiani. L’attrice debutta al cinema nel 1997 con il film Il viaggio della sposa, per poi recitare in Del perduto amore (1998), Un uomo perbene (1999) e Asini (1999). Nel 2001 ottiene grande popolarità grazie al film L’ultimo bacio, di Gabriele Muccino. Con la fama acquisita ottiene ruoli di rilievo in film come La finestra di fronte (2003), La bestia nel cuore (2005), Lezioni di volo (2007), L’amore ai tempi del colera (2007), Palermo Shooting (2008) e Vincere (2009), che le fa guadagnare nuove lodi da parte della critica. Negli ultimi anni recita in Basilicata coast to coast (2010), I nostri ragazzi (2014), Come diventare grandi nonostante i genitori (2016), La tenerezza (2017), Napoli velata (2017) e Tornare (2019).

2. Ha preso parte a produzioni televisive. Nel corso degli anni la Mezzogiorno è apparsa anche sul piccolo schermo, recitando sia in film come Più leggero non basta (1999) e Il segreto di Thomas (2003), sia in serie come I miserabili (2000), Virginia, la monaca di Monza (2004) e nella terza stagione di In Treatment (2017), dove ricopre il ruolo di Adele, recitando accanto all’attore Sergio Castellitto. Nel 2019 è invece protagonista in TV della serie La compagnia del cigno.

3. Ha partecipato al doppiaggio di un film. Nel 2016 l’attrice viene scelta per partecipare al doppiaggio del film Il libro della giungla, live-action del classico Disney diretto da Jon Favreau. Qui l’attrice presta la voce al celebre serpente Kaa, che in lingua inglese ha la voce di Scarlett Johansson.

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Giovanna Mezzogiorno non è su Instagram

4. Non ha un profilo su Instagram. L’attrice si è dichiarata profondamente critica nei confronti dei social network, affermando di ritenersi «sbalordita da questa voglia di essere continuamente guardati in ogni fase della propria vita». La Mezzogiorno ha per tanto confermato di non possedere alcun profilo sui vari social network.

Giovanna Mezzogiorno: marito e figli

5. È sposata. Sul set del film Vincere, l’attrice conosce il macchinista Alessio Fugolo, con cui intraprende una relazione. Dopo pochi mesi i due si sposano, nel 2009, con una cerimonia civile particolarmente riservata, a chi sono invitati solo i parenti e gli amici più stretti.

6. Hanno avuto due gemelli. Nell’agosto del 2011 la coppia dà alla luce due gemelli, e a comunicare la notizia è l’ufficio stampa dell’attrice. Nel corso degli anni, come è normale che sia, i due genitori si dimostrano particolarmente protettivi, evitando che i riflettori della loro vita professionale si riversino anche su quella privata.

Giovanna Mezzogiorno: chi sono i suoi genitori

7. È figlia d’arte. L’attrice è figlia del noto attore napoletano Vittorio Mezzogiorno, celebre tanto per i suoi ruoli cinematografici quanto per quelli teatrali. Sua madre è invece Cecilia Sacchi, anche lei nota attrice, e figlia a sua volta del celebre critico cinematografico Filippo Sacchi, nonno di Giovanna.

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Giovanna Mezzogiorno e Piazza Fontana

8. Ha recitato nella docufiction. Nel dicembre del 2019 l’attrice torna in televisione con la docufiction Piazza Fontana. Io ricordo, andata in onda proprio il 12 dicembre, nel cinquantesimo anniversario dalla nota strage. Qui l’attrice ricopre il ruolo di Francesca, attraverso cui si intreccia la narrazione storica con l’amore di una figlia per il padre.

Giovanna Mezzogiorno: il suo 2019

9. È tornata a recita al cinema. Il 2019 ha segnato il ritorno al cinema per l’attrice, che ha recitato nel film Tornare, presentato alla Festa del Cinema di Roma. Nello stesso anno ha poi preso parte alle riprese del film Gli indifferenti, basato sull’omonimo romanzo di Alberto Moravia, ed atteso al cinema nel corso del 2020.

Giovanna Mezzogiorno: età e altezza

10. Giovanna Mezzogiorno è nata a Roma, Italia, il 9 novembre 1974. L’attrice è alta complessivamente 168 centimetri.

Fonte: IMDb

 

Giovani, carini e … ricchissimi: i 10 under 30 più ricchi del mondo

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Il titolo del famoso film con Ben Stiller diceva Giovani, Ricchi e Disoccupati, tuttavia i dieci soggetti che vi mostriamo adesso sono tutto fuorchè Disoccupati e di conseguenza poveri.

 

Giovani Streghe: la Sony prepara il remake

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Giovani Streghe: la Sony prepara il remake

Arriva dall’Hollywood Reporter la notizia che la Sony starebbe lavorando ad un remake di Giovani Streghe (titolo originale The Craft), il thriller soprannaturale diretto da Andrew Fleming nel 1996.

Il noto sito ci informa che la major ha già ingaggiato Phil Graziadei per occuparsi della sceneggiatura, mentre la regia è stata affidata a Leigh Janiak (Honeymoon). Doug Wick, produttore del film originale, si occuperà anche della produzione del remake insieme a Lucy Fisher. Giovani Streghe, divenuto nel tempo un piccolo cult, aveva come protagoniste Robin Tunney, Fairuza Balk, Neve Campbell e Rachel True.

Fonte

Giovani si diventa: recensione del film con Ben Stiller

Giovani si diventa: recensione del film con Ben Stiller

Arriva al cinema distribuito da Eagle Pictures Giovani si diventa il film diretto da Noah Baumbach, con protagonisti Naomi Watts e Ben Stiller.

Giovani si diventa, la trama: Jon e Cornelia sono una coppia di quarantenni newyorchesi della middle class. Josh (Ben Stiller) è un docente e un documentarista che, dopo un brillante esordio, non riesce a completare il suo ambizioso e fluviale progetto sul post-capitalismo. La moglie Cornelia (Naomi Watts) è a sua volta figlia, nonché produttrice e assistente, di un affermato documentarista che si appresta a ricevere un riconoscimento alla carriera. La loro esistenza, benché serena, pare bloccata, forse dall’impasse artistico, forse dal fatto di non essere riusciti ad avere figli, mentre intorno a loro gli amici più stretti sono sempre più assorbiti dall’esperienza della genitorialità.

La svolta nelle vite di Josh e Cornelia arriva inaspettatamente da una giovane coppia di sposi hipster: Darby (Amanda Seyfried) e Jamie (Adam Driver), spregiudicati, vitali, appassionati di vintage e aperti alla contaminazione di gusti, mode, arti e tendenze; una contaminazione che diventa per loro cifra identitaria oltre che espressiva. Il legame tra le due coppie si farà sempre più stretto, alimentato dal fatto che anche Jamie è un documentarista, pronto a coinvolgere Josh e Cornelia nel suo ambizioso progetto. I differenti valori e le divergenti motivazioni che caratterizzano l’approccio al lavoro di Jamie e Josh – dal rapporto con le fonti a come far emergere la verità del racconto e dei protagonisti – costringeranno il personaggio di Ben Stiller a fare i conti con le proprie paure, le proprie debolezze, ma in fondo anche certezze.

Noah Baumbach dirige la contrapposizione tra la generazione degli anni Ottanta dell’ormai secolo scorso e quella dei giovani Millennial con toni ora delicati ora pungenti, dipingendo un quadro piuttosto lucido e preciso sulla società attuale e sul suo rapporto con la tecnologia e con la rappresentazione del reale che da essa filtra.

Più indulgente con la coppia degli “anta” che non con quella degli irriverenti e ambiziosi Jamie e Darby – e più efficace nel delineare i personaggi maschili delle due coppie – il regista di Frances Ha guarda a Woody Allen e flirta con le citazioni per consegnarci una commedia agro-dolce che probabilmente piacerà di più ai quarantenni, i quali si identificheranno con la ricerca esistenziale di Josh e Cornelia. È la ricerca, sembra dirci Baumbach, di un senso e di un posto nel mondo di un’intera generazione, schiacciata tra il giudizio e l’eredità delle precedenti e incalzata da quella successiva, che sul tavolo mette le proprie regole del gioco.

Con Giovani si diventa, Noah Baumbach non si limita a ritrarre un confronto tra diverse generazioni, ma imbastisce una riflessione più stratificata e sottile sulla società contemporanea, sull’arte e la sua rappresentazione.

Giovani si diventa: due nuove clip del film con Ben Stiller

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Giovani si diventa: due nuove clip del film con Ben Stiller

Ecco due nuove clip in italiano dal film Giovani si Diventa (While We’re Young), pellicola firmata da Noah Baumbach con protagonisti Ben Stiller e Naomi Watts.

Josh e Cornelia Srebnick (Ben Stiller e Naomi Watts), una coppia di quarantenni newyorkesi felicemente sposati e impegnati in campo artistico. Dopo aver provato senza successo ad avere dei figli, Josh e Cornelia hanno deciso di fermarsi e accettare la situazione. Josh, che da diversi anni non riesce neanche a terminare il laborioso montaggio del suo ultimo documentario, è ormai consapevole che la spinta artistica si è affievolita e sente di dover dare una svolta alla propria vita.

Giovani si diventa posterUn giorno conosce Jamie (Adam Driver) e Darby (Amanda Seyfried), due spiriti liberi e indipendenti, fantasiosi e pieni di iniziativa, che anche nella vita privata fanno coppia, appassionati di videogame vintage e di animali domestici decisamente fuori dal comune – allevano un pollo in casa. Per Josh, l’incontro con Jamie significa poter riaprire uno spiraglio sulla propria giovinezza, o meglio, su quella che avrebbe desiderato avere.

Senza troppe esitazioni Josh e Cornelia abbandonano gli amici di sempre per seguire i due hipsters che ai loro occhi appaiono irresistibilmente liberi, disinibiti e pieni di vita.

Giovani si Diventa, presentato al Toronto Film Festival a settembre è uscito nelle sale americane il 27 marzo ed arriverà nel nostro paese il  9 luglio.

Giovani ribelli Kill Your Darlings trailer italiano ufficiale

Giovani ribelli Kill Your Darlings trailer italiano ufficiale

La Notorious Pictures ha finalmente diffuso online il trailer italiano ufficiale di Kill Your Darlings, pellicola di John Krokidas con protagonisti Daniel Radcliffe e Dane DeHaan. Il film, presentato al Sundance Film Festival, ha vinto la decima edizione delle “Giornate degli Autori” in occasione del Festival del Cinema di Venezia 2013. In Italia, verrà rilasciato il 17 ottobre con il titolo Giovani ribelli – Kill Your Darlings. Di seguito il trailer.

Giovani ribelli Kill Your Darlings trailer italiano 

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Kill Your Darlings è ispirato alla storia vera di quattro studenti della California University che, basandosi sulla “setta dei poeti estinti” di Walt Whitman, decidono di infrangere le regole di una delle più importanti università americane, influenzando così a loro volta le generazioni a venire. Il resto del cast include Jack Huston, Ben Foster, Michael C. Hall, Elizabeth Olsen e Jennifer Jason Leigh.

Giovani ribelli Kill Your Darlings trailer italiano 

Fonte: notoriousitalia

Giovani Ribelli – Kill Your Darlings: recensione del film

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Giovani Ribelli – Kill Your Darlings: recensione del film

Cosa c’è dietro al mito? Al genio? Che adolescenza può aver avuto uno dei poeti più famosi e premiati della storia americana? Questa domanda trova risposta in Giovani Ribelli – Kill Your Darlings, film in cui il giovane regista alla sua opera prima John Krokidas racconta i turbolenti inizi del poeta Allen Ginsberg e il suo approccio al College, compresa la distruttiva amicizia che l’allora sconosciuto Allen intrecciò con Lucien Carr, e con quei ragazzi che sarebbero diventati Jack Kerouac e William S. Burroughs.

La storia riprende gli inizi della vita di Ginsberg (Daniel Radcliffe) alla Columbia University, quando, liberatosi di una situazione familiare complicata, intrecciò una relazione di intima amicizia con Lucien (Dane DeHaan) e con quelli che sarebbero diventati i più grandi esponenti della cultura americana degli anni ’50 Jack Kerouac (Jack Huston) e William S. Burroughs (Ben Foster). Tra feroci istinti creativi e secessionisti rispetto alla cultura accademica, alcool, fumo e droghe di ogni genere, i giovani ribelli si trovano però presto coinvolti in un’amicizia con il professor David Kammerer (Michael C. Hall) che rischia di distruggere per sempre le loro vite.

Definito dalla maggior parte della critica una specie di Attimo Fuggente di nuova generazione, il Giovani Ribelli – Kill Your Darlings è un biopic che racconta eventi realmente accaduti alla Columbia University mentre le geniali menti in erba si formavano mettendo le basi per la rivoluzione letteraria degli Stati Uniti.

Il giovane regista si affida a due volti noti per interpretare i suoi due protagonisti: da una parte abbiamo Daniel Radcliffe, che forse per la prima volta realizza un ritratto davvero convincente di un personaggio complesso e turbolento; dall’altro lato c’è Dane DeHaan giovane talentuoso dalla straordinaria somiglianza con Leonardo DiCaprio e dal talento quasi pari alla grande star di Hollywood.

Giovani Ribelli - Kill Your Darlings film

Il racconto procede narrativamente in maniera classica, pur incagliandosi di tanto in tanto nelle visioni alcooliche dei protagonisti che sperimentano la giovinezza e i limiti che corpo e mente possono raggiungere, stimolando la loro creatività all’insegna di una nuova poetica priva di margini strutturali.

In un vorticante universo di visioni e perversioni, un finale tragico rimette i vagoni sui binari, facendoci prefigurare il luminoso futuro dei personaggi protagonisti.

ATTENZIONE SPOILER

Nota a margine: ai fan della serie ShowTime Dexter non sfuggirà l’ironia della sorte del personaggio interpretato da Michael C. Hall.

Giovani attrici per Anderson

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Nonostante la Universal gli abbia tagliato i finanziamenti, Paul Thomas Anderson continua a lavorare sull’annunciato progetto  di The Master, il film che racconterà dell’irresistibile ascesa di un’organizzazione religiosa nell’America degli anni Cinquanta vista attraverso gli occhi di un giovane adepto, braccio destro del leader, che inizierà a provare un crescente scetticismo.

Giovane e Bella: recensione del film di François Ozon

Giovane e Bella: recensione del film di François Ozon

Crescere è la cosa più difficile che viene richiesta ad ogni essere umano. Non tutti cresciamo allo stesso modo. Ognuno di noi intraprende il proprio percorso per cercare di capire se stesso e il mondo che lo circonda. Tutto è finalizzato, nel passaggio dall’adolescenza all’età adulta, alla ricerca della propria verità. Il francese François Ozon, regista di Nella casa, arrivato in Italia lo scorso Aprile, torna sui nostri schermi con una storia del genere, la storia della crescita di una ragazzina diciassettenne e della sua trasformazione in una giovane donna; un viaggio fatto di scelte di vita discutibili, che la maggior parte di noi sarebbe subito pronta a definire estreme o forse, addirittura, prive di senso.

In Giovane e bella, Isabelle, interpretata dalla bellissima Marine Vacth, decide, al rientro dalle vacanze estive, di cominciare a prostituirsi. È una scelta assolutamente libera, e in questa scelta Isabelle intravede l’unico modo per riuscire a conoscersi, a esplorarsi, a comprendersi. Non lo fa per soldi, né tantomeno per seguire una perversione. La prostituzione è per lei un mezzo per giustificare un fine: quello di fuggire dalla realtà, da quella sensazione di insoddisfazione tipica degli adolescenti di oggi, per confrontarsi con i conflitti che tormentano il suo fragile animo.

giovane e bella 2

La narrazione si svolge lungo l’arco di quattro stagioni. Il film comincia in estate, quando Isabelle conosce la propria sessualità; prosegue in autunno, quando il suo alter ego Lea (così si fa chiamare dai clienti) vive ormai di luce propria; si complica in inverno, quando la giovane è inevitabilmente costretta a fare i conti con le conseguenze delle sue scelte; termina in primavera, dove quella maturità tanto ricercata sembra fare capolino e dove Isabelle appare finalmente pronta ad assumersi la responsabilità delle sue azioni. A scandire il passaggio da una fase all’altra, fatto di specifici rituali come in ogni esperienza proibita che si rispetti, ci pensano anche le canzoni di François Hardy, che accentuano il carattere malinconico della pellicola già filtrato attraverso i disordini interiori della sua protagonista.

Il film di Ozon non offre una spiegazione psicologica al comportamento di Isabelle, lo spettatore dunque può tranquillamente giustificare come preferisce la protagonista e le sue azioni. Inoltre, seppur non emergendo per una sceneggiatura particolarmente brillante, la pellicola si distingue per la singolare capacità di non giudicare mai gli atti della ragazza, limitandosi a osservarli e a raccontarli con profondità e leggerezza allo stesso tempo.

Nelle sale italiane dal 7 novembre, Giovane e bella, presentato in concorso all’ultima edizione del Festival di Cannes, non sconfina mai nell’indagine sociologica, ma si impone come il racconto multiforme e misterioso di una maturazione, non solo sessuale, ma anche, e soprattutto, intima e personale.

Giorno della Memoria: la Shoah raccontata al cinema

Giorno della Memoria: la Shoah raccontata al cinema

Ricorre oggi, 27 gennaio, il Giorno della Memoria, l’anniversario della liberazione del campo di sterminio di Auschwitz da parte dell’Armata Rossa. Istituita nel 2005 dall’ONU, la ricorrenza celebra e ricordale vittime della Shoah. Anche il cinema ha celebrato tante volte una delle più tremende macchie nella Storia dell’umanità. Ecco alcuni dei più famosi film che la raccontano:

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La memoria non va soltanto ricordata e commemorata, la memoria va anche esercitata. Il cinema, qualche volta, aiuta anche a fare questo.

Giorno della Memoria, su SKY il doc Eredi della Shoah

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Giorno della Memoria, su SKY il doc Eredi della Shoah

Eredi della Shoah è il suggestivo documentario Sky Original in due episodi realizzato da Apnea Film, ideato e scritto da Roly Kornblit e Gianfranco Scancarello e diretto da Francesco Fei, in esclusiva su Sky Documentaries in occasione del Giorno della Memoria, il 27 gennaio alle 21.15, in streaming solo su NOW e disponibile anche on demand.

Un viaggio da Tel Aviv in Italia per indagare perché dopo 80 anni la Shoah è ancora attuale e come condiziona il nostro presente. Uno sguardo nuovo e contemporaneo per raccontare il presente e cosa significa crescere nella ‘memoria’, invitandoci a riflettere sulla nostra società.  Sei storie, sei protagonisti.

A guidare la narrazione Roly Kornblit, che con la sua storia personale e familiare parte da Tel Aviv, città in cui è nato e cresciuto, alla ricerca di sei “nipoti della Shoah” che vivono in Italia, suo paese di adozione. Eredi di un passato che li accomuna.

Un racconto intimo e toccante che tenta di offrire una nuova chiave di lettura sull’eredità della Shoah, con l’obiettivo di raccontare perché questa eredità appartiene a tutti noi e come e quanto l’Olocausto si sia sedimentato nelle vite private e pubbliche dei nipoti dei sopravvissuti, condizionando le loro scelte personali e di partecipazione alla vita sociale e civile.

Una testimonianza ancora necessaria, affidata ai racconti di Federica Astrologo, nipote di Alberto Sed, che all’età di 70 anni ha fatto della testimonianza stessa lo scopo della propria vita, tanto da aver ricevuto, nel 2015, un’onorificenza dal Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella; Elio Limentani, che ad 11 anni è stato scelto dalla nonna, Errina Fornaro Di Veroli, per tramandare i ricordi e l’esperienza del campo di Auschwitz; Shulim Vogelmannn, titolare della casa editrice Giuntina e nipote di Schulim Vogelmann, unico italiano presente nella famosa lista di Schindler; Sarah Rugiadi, nipote di Frida Misul, cantante lirica livornese sopravvissuta alla Shoah grazie alla propria voce da soprano; Simone Santoro, ex presidente dell’Unione Giovani Ebrei d’Italia e nipote di Giuliana Fiorentino Tedeschi, scrittrice e testimone attiva; Lia Tagliacozzo, giornalista e scrittrice romana le cui due famiglie, paterna e materna, sono state profondamente segnate dalla Shoah. Al termine del suo viaggio, carico di racconti ed emozioni, Roly proverà a rispondere alla domanda che lo ha accompagnato lungo tutto il percorso “Cos’è la memoria?” mentre al pianoforte un’esibizione di Ivri Lider, noto cantautore israeliano, compositore delle musiche del documentario e anche lui erede della Shoah.

Giorni di un futuro passato: gli eroi dei fumetti in mostra

Giorni di un futuro passato: gli eroi dei fumetti in mostra

Si intitola Giorni di un futuro passato la mostra che fino a oggi ha permesso al pubblico di ammirare le sculture di Adrian Tranquilli nella cornice del Museo Archeologico Nazionale di Napoli.

Di seguito qualche scatto dalla mostra che ogni appassionato di fumetti deve vedere!

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L’artista australiano è noto al pubblico per le sue opere sui supereroi, che per l’occasione sono state esposte a Napoli in uno spiazzante contrasto con i pezzi classici del museo. I lavori di Tranquilli sono infatti stati accostati alle statue della Collezione Farnese, all’interno di un percorso espositivo che si snoda tra le Gallerie Farnesiane, i cortili e il primo piano.

Eroi antichi e contemporanei a confronto, quindi, a testimonianza del dualismo salvezza-sacrificio che queste figure rappresentano nella cultura occidentale. La mostra è fino ad oggi la più grande dedicata al poliedrico artista, che da sempre spazia tra diverse forme d’arte, tra cui scultura e disegno, per rappresentare supereroi contemporanei come Joker, Batman e Yoda.giorni di un futuro passato

Giorni d’estate: dal cast al finale, tutte le curiosità sul film

Giorni d’estate: dal cast al finale, tutte le curiosità sul film

In mezzo agli orrori della guerra, l’incontro tra due anime solitarie accomunate da simili traumi può essere la miccia che riaccende nei coinvolti la speranza nell’umanità. Si basa su queste premesse il film del 2020 Giorni d’estate (qui la recensione), diretto da Jessica Swale. In questo racconto, la guerra funge da sfondo che amplifica i suoi temi, mettendo in luce la fragilità della vita e l’importanza delle relazioni umane, ma anche il rapporto materno che la protagonista sarà chiamata a riscoprire.

Giorni d’estate si basa inoltre sul concetto di Summerland (che è il titolo originale del lungometraggio), un’idea pagana di un aldilà che coesiste con il nostro mondo e rappresenta il cuore filosofico del film. La regista ha spiegato: “Summerland è una nozione di un luogo che esiste accanto al nostro, e l’idea che si possa comunicare tra questi due mondi è qualcosa che rappresenta la possibilità di qualcosa oltre e di qualcosa di magico”.

Si tratta dunque di un film emotivamente forte, che permette però anche di riscoprire la forza delle relazioni e della vita umana. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Giorni d’estate. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e al finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Giorni d'estate Gemma Arterton

La trama e il cast di Giorni d’estate

Protagonista del film è Alice, una scrittrice indipendente ed esperta di folklore, che conduce una vita solitaria tra le scogliere a picco sul mare nell’Inghilterra meridionale. Siamo negli anni della Seconda guerra mondiale e Alice ha deciso di isolarsi nel suo studio, lontano dai bombardamenti, per dedicarsi ai miti, analizzandoli in un’ottica scientifica e cercando di sfatarli per negare l’esistenza della magia.

La donna trascorre le sue giornate da sola ed è perseguitata da una storia d’amore del passato, da quando è finita, infatti, non ha più aperto il suo cuore a nessuno. Un giorno le viene affidato un giovanissimo sfollato londinese di nome Frank. Alice deve prendersi cura di lui, dopo che la città è stata bombardata, ma vede il ragazzo solo come un ostacolo ai suoi studi e alle sue ricerche. Giorno dopo giorno, però, i due si renderanno conto di aver più cose in comune nel loro passato.

Il cast e le location dove si sono svolte le riprese

Ad interpretare Alice vi è l’attrice Gemma Arterton, vista nei film Scontro tra titani e The King’s Man – Le origini. L’attore Lucas Bond, noto per aver interpretato il giovane Cassian in Andor, è qui presente nel ruolo di Frank. Gugu Mbatha-Raw, recentemente vista nel ruolo di Ravonna Renslayer in Loki, interpreta invece Vera. Completano poi il cast Penelope Wilton nel ruolo di Alice da anziana, Tom Courtenay in quello di Mr Sullivan e Dixie Egerickx nel ruolo di Edie.

Le riprese di Giorni d’estate sono state effettuate nell’East Sussex, nelle città di Seaford e Brighton e nella contea del Kent. Le location nel Kent comprendevano il Chatham Historic Dockyard e Anchor Wharf, con riprese del Dover Castle a Dover. Gli esterni del Sail and Colour Loft, Church Lane e Ropery del Dockyard sono stati interpretati come strade della East London durante il Blitz; la Captain’s House sulla Officer’s Terrace è stata utilizzata come casa bombardata e le cantine della Fitted Rigging House sul Wharf sono state utilizzate come rifugio antiaereo.

Giorni d'estate cast

Il finale del film

Nel corso del film, il giorno prima del compleanno di Frank, Alice viene informata che suo padre è stato ucciso in battaglia e deve dargli la notizia. Essendo stata devastata dall’analoga perdita del padre, Alice decide di rimandare la comunicazione a Frank. Il bambino, però, finisce con lo scoprirlo comunque e incolpa Alice per non averglielo detto. Nel corso della discussione, il bambino cade e scivola dalla scogliera in mare, dove Alice si tuffa poi per salvarlo. Il giorno dopo, Alice porta la colazione a Frank, che inizialmente la rifiuta.

Alice gli rivela di aver perso il padre anni prima e di aver faticato a farsene una ragione. Gli mostra poi la stanza che ha preparato per lui, confortandolo quando si arrabbia guardando alcune foto di famiglia. Quando tornano a casa, qualche giorno dopo, trovano Vera ad aspettarli. Per sua fortuna non era in casa al momento dell’attentato. Vera confessa di aver architettato la scelta di Alice come ospite per Frank, perché sapeva che se le fosse successo qualcosa, Alice si sarebbe presa cura di lui.

Il racconto si sposta poi al presente, dove Alice sta completando il suo manoscritto quando Vera la interrompe improvvisamente. Dopo essersi riunite qualche tempo fa, le due vivono ora insieme. Mentre passeggiano sulla spiaggia, si unisce a loro un Frank adulto, venuto in visita. Frank scopre la dedica nel manoscritto di Alice e, con sua grande sorpresa, è dedicata a lui.

Il trailer di Giorni d’estate e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Giorni d’estate grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di lunedì 8 luglio alle ore 21:20 sul canale Cielo.

Giorni d’estate, recensione del film con Gemma Arterton

Giorni d’estate, recensione del film con Gemma Arterton

In arrivo nelle sale italiane il 25 agosto, Giorni d’estate (Summerland) è un film della regista Jessica Swale, con Gemma Arterton, Gugu Mbatha-Raw e Lucas Bond protagonisti. La giovane Jessica Swale si era già fatta un nome nel teatro inglese, vincendo l’ambito Laurence Olivier Award per la sua commedia Nell Gwynn, alla quale ha lavorato sempre con Mbatha-Raw e Arterton, che sta tra l’altro per essere trasformata in un lungometraggio. Con Giorni d’estate, suo primo lungometraggio che ha scritto e diretto, ha invece ricevuto il BAFTA JJ Writers’ Fellowship nel 2012, convertendosi rapidamente in un nome di spicco tra i registi esordienti.

Giorni d’estate, la trama: una “gravidanza” inaspettata

In Inghilterra, durante la Seconda Guerra Mondiale, molti bambini vengono evacuati dalle città e inviati in piccoli villaggi presso famiglie locali che si prendono temporaneamente cura di loro. Quando Frank (Lucas Bond), uno di questi bambini, arriva a casa di Alice (Gemma Arterton), una scrittrice solitaria perseguitata da una passata storia d’amore, lei è riluttante ad accettarlo. A poco a poco, però, man mano che si conoscono, l’innocenza e la curiosità di Frank aprono il cuore di Alice, permettendole di svelare ricordi e sentimenti che pensava di aver dimenticato. La nostra protagonista di renderà presto conto che le ferite possono guarire e che la speranza e le seconde possibilità esistono. Insieme scopriranno di avere in comune molto più di quanto immaginassero e che, a volte, lasciar correre la fantasia può condurci in luoghi che non avremmo mai pensato potessero esistere.

Il racconto di Giorni d’estate è immerso in un’estetica che nuota tra il fantastico e il realistico. Di conseguenza, la direzione artistica ha sì sviluppato una messa in scena che ricrea il momento storico in cui il film è ambientato, ma concentrandosi sugli universi narrativi che ne vengono proposti all’interno e su quell’ingenuità fuori e dentro dallo schermo che trasporta il pubblico in quegli specifici ideali. La fotografia sfrutta al meglio gli esterni, che danno vera vita al film, evocando i miti e le leggende citati, una parentesi “artistica” che si contrappone efficacemente alla cornice della Londra in guerra.

Un cast diretto splendidamente

La sceneggiatura di Giorni d’estate si avventura anche nella rivendicazione dell’omosessualità femminile, evidenziando le difficoltà che il XX secolo poneva nei confronti di tutto ciò che non era socialmente non accettato. Se a questo aggiungiamo il cuore di un bambino bisognoso di affetto, troviamo gli elementi giusti per realizzare un dramma con un chiaro aspetto ideologico e che punta direttamente alle corde dello spettatore.

Giorni d’estate supera quelle che potrebbero porsi come formule convenzionali di sceneggiatura grazie a una produzione meticolosa, attenta ai dettagli e all’atmosfera, alla personalità di ogni inquadratura e sequenza e, soprattutto, a un lavoro efficace con un cast impeccabile. Il film di Swale è un incantevole gioco di equilibrio tra passato, presente e futuro, narrato dal presente di Alice, con occasionali salti soprattutto in un passato che vuole dimenticare. Ogni filo gioca su diversi tropi familiari di altri film d’epoca queer, armonizzandoli per raccontare un tipo diverso di narrazione.

Non c’è quindi da stupirsi che Gemma Arterton, se da un lato ha dentro di sé l’ironia e l’amarezza tipica dello humor inglese, dall’altro contrappone questa inclinazione a un’umanità e a una sensibilità che estrapola al suo personaggio attraverso l’espressività. Essendo la colonna portante della storia, mantiene questa intensità scenica per tutto il film, umanizzando il suo ruolo in misura notevole. In questo modo, riesce a entrare in contatto sia con il pubblico che con il resto dei suoi compagni. L’altro protagonista principale è Lucas Bond, che interpreta Frank. Nonostante la giovane età, ha già realizzato diversi progetti, ma con questo film emana un’energia speciale, che si fonde perfettamente con quella della Arterton. Gugu Mbatha-Raw, invece, appare in alcuni frangenti ricorrenti nel corso del film, ma in ogni scena lascia trasparire un’eleganza e un romanticismo naturali che la rendono eccezionale.

Il “Summerland” di Alice

Basandosi sul termine Summerland, un luogo immaginario della mitologia wiccan, la regista e sceneggiatrice Jessica Swale articola in Giorni d’estate un manifesto personale e per nulla pretenzioso che, riafferma la singolare alleanza tra la causa LGTBIQ+ e la filosofia New Age. E’ interessante notare che Summerland è originariamente stato distribuito nelle sale statunitensi nel 2020, anno che aveva già accolto un altro film d’epoca queer di successo, Ritratto della Giovane in Fiamme di Céline Sciamma, premiato a Cannes e ambientato nella Bretagna del 1770.

Swale dà vita a una storia drammatica ambientata geograficamente e mentalmente in un luogo assolutamente idilliaco – le zone costiere di Dover, che non conoscono guerra e il Summerland, rifugio spazio-temporale dalle interperie storiografiche che vogliono minare non solo l’infanzia di tanti bambini, ma anche la crescita della bambina più grande di tutte, Alice, per cui l’isolamento a Dover diventa opportunità di apprendimento, di incontro con chi non pensava sarebbe mai stata in grado di instaurare un rapporto. E, soprattutto, di incontro con un pubblico che si innamorerà del suo personaggio, trasportandolo alto nella vastità narrativa del Summerland.

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Terzo giorno all’Hilton Sorrento Palace e aria decisamente elettrica per la presentazione, questa mattina, del listino Warner Bros per i primi sei mesi del 2013. Come si ci aspettava la major ha fatto la parte

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Tante sono le case di distribuzione che in questi giorni si affollano all’Hilton Palace di Sorrento per le Giornate Professionali di Cinema.

Sicuramente il listino che ha suscitato

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Continuiamo la nostra carrellata cdi listini che si stanno susseguendo alla 35esima edizione delle Giornate Professionali del cinema a Sorrento.

La Lucky Red è nota nel panorama distributivo italiano

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Dopo la conclusione della remunerativa Saga di Twilight, la Eagle si guarda intorno per cercare di sostituire una tale macchina fabbrica soldi. Cerca di farlo puntando su un’altra Saga fantasy per ragazzi,

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Continua a gonfie vele la presentazione dei listini delle principali case di distribuzione italiane che popoleranno le nostre sale nei prossimi sei mesi. Come le sue colleghe, anche la 20th Century Fox

Giornate professionali di Cinema di Sorrento: assegnati i biglietti d’oro

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Si conclude oggi la 44° edizione delle Giornate Professionali di Cinema – Energy l’appuntamento che come di consueto ha unito e accolto l’intera industria del cinema italiano coinvolgendo artisti e operatori del settore. Organizzato dall’ANEC (Associazione Nazionale Esercenti Cinema) con la collaborazione dell’ANICA (Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive e Digitali), il sostegno del Ministero della Cultura, del Comune di Sorrento e della Regione Campania e il patrocinio del Ministero della Transizione Ecologica.

E’ stato Eternals a vincere il Biglietto d’oro per il maggiore numero di biglietti venduti della stagione. Il film Disney ha totalizzato 8,1 milioni di incasso ad oggi e così si posiziona davanti a No Time To Die della Universal, con 8 milioni, e a Dune della Warner con 7,3 milioni.

Conquistano il podio nella classifica dei film italiani più visti della stagione, i Me contro Te – Il mistero della scuola incantata di Gianluca Leuzzi distribuito da Warner. Uscito il 18 agosto e con le sale a capienza ridotta, il film del duo diventato famoso su YouTube è stato lo stesso un grandissimo successo mettendo insieme 5,1 milioni di euro. Secondo classificato Come un gatto in tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto con 3,1 milioni di euro, atteso sequel del campione di incassi con il medesimo cast e medesimo team creativo, mandato in sala da Vision anch’esso in un periodo non facile, per aiutare l’esercizio (26 agosto) e terzo Freaks Out di Gabriele Mainetti per 01 Distribution che ad oggi ha incassato 2,5 milioni di euro. Sceneggiatori e registi di questi primi 3 film hanno ricevuto le Chiavi d’oro.

Premio speciale alla miglior uscita evento andato a Time Is Up di Elisa Amoruso e ancora premi speciali Claudio Zanchi e Pietro Coccia consegnati dall’ANEC rispettivamente al talento emergente (Aurora Giovinazzo, Lorenzo Zurzolo) e al regista esordiente (Gianluca Jodice), ma anche un premio speciale ANEC a Carlo Bernaschi e il Premio alla carriera all’ex numero 1 di Universal Italia Richard Borg.

Nell’ultimo giorno all’Hilton,  gli attori Giovanni Esposito e Gianluca Di Gennaro insieme al regista Alessandro Giglio hanno parlato del film “Black Partenope”; il regista Giuseppe Alessio Nuzzo ha presentato il documentario “Farina, acqua e lievito”; il regista Luca Cesana Trovellesi insieme a Andrea Beruatto, Ugo Dighero, Giacomo Bottoni, Martina Fusaro, Greta Oldoni, Carola Addalla Said e Kelly Chen hanno presentato “Criminali si diventa”, il regista Vito Zagarrio con Andrea Renzi, Antonella Stefanucci, Antonello Cossia, Serena Marziale il film “Le seduzioni”.  Tutti saluteranno il pubblico in sala alle anteprime aperte al pubblico al Cinema Tasso: “Black Parthenope” (venerdì 3, ore 21.15), “Farina, acqua, lievito”con la voce narrante di Marisa Laurito (sabato 4, ore 18.30). Film di chiusura delle Giornate Professionali di Cinema sarà “Nowhere special – Una storia d’amore” di Uberto Pasolini con James Norton, Daniel Lamont (sabato 4, ore 21.15). Gli inviti per le anteprime saranno in distribuzione, fino ad esaurimento, a Sorrento presso l’Info Point di piazza Tasso. Il programma completo ed aggiornato è disponibile sul sito www.giornatedicinema.it.

Giornate Professionali di Cinema di Sorrento, ecco il listino Lucky Red

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Direttamente dalle Giornate Professionali di Cinema di Sorrento, arriva il listino Lucky Red, che ha presentato le sue uscite per i prossimi sei mesi di cinema in sala. Ecco di seguito i titoli:

lucky red

6 dicembre  

COUP DE CHANCE

Regia: WOODY ALLEN

Cast: Lou de Laage, Valerie Lemercier, Melvil Poupaud, Niels Schneider

   
21 dicembre FOGLIE AL VENTO (FALLEN LEAVES)

Regia: AKI KAURISMÄKI

Cast: Alma Pöysti, Jussi Vatanen

   
1 gennaio IL RAGAZZO E L’AIRONE

Regia: HAYAO MIYAZAKI

   
4 gennaio PERFECT DAYS

Regia: WIM WENDERS

Cast: Koji Yakusho, Tokio Emoto, Arisa Nakano, Aoi Yamada, Yumi Aso, Sayuri Ishikawa

   
22-24 gennaio

evento

IL CACCIATORE 4K

Regia: MICHAEL CIMINO

Cast: Robert De Niro, Christopher Walken, John Cazale, Meryl Streep

   
14 febbraio PAST LIVES

Regia: CELINE SONG

Cast: Greta Lee, Teo Yoo, John Magaro

   
Marzo

Evento

ANSELM

Regia: WIM WENDERS

Documentario

   
Marzo THE TEACHER’S LOUNGE

Regia: ILKER ÇATAK

Cast: Leonie Benesch, Michael Klammer, Rafael Stachowiak, Eva Löbau

   
Marzo LA PASSIONE DI DODIN BOUFFANT

Regia: TRÀN ANH HÙNG

Cast: Juliette Binoche, Benoît Magimel

   
Aprile E LA FESTA CONTINUA

Regia: ROBERT GUÉDIGUIAN

Cast: Ariane Ascaride, Jean-Pierre Darroussin, Lola Naymark, Robinson Stévenin

   
Aprile MAY DECEMBER

Regia: TODD HAYNES

Cast: Natalie Portman, Julianne Moore, Charles Melton

   
Aprile MILLER’S GIRL

Regia: Jade Halley Bartlett

Cast: Martin Freeman, Jenna Ortega, Dagmara Dominczyk, Gideon Adlon, Bashir Salahuddin

   
Maggio THE GREAT ESCAPER

Regia: OLIVER PARKER

Cast: Michael Caine, Glenda Jackson, Wolf Kahler, John Standing

   
Maggio EILEEN

Regia: WILLIAM OLDROYD

Cast: Anne Hathaway, Thomasin McKenzie, Shea Whigham, Marin Ireland, Owen Teague

   
Giugno DAAAAAALÌ!

Regia: QUENTIN DUPIEUX

Cast: Anaïs Demoustier, Gilles Lellouche, Edouard Baer, Jonathan Cohen, Pio Marmaï, Didier Flamand, Romain Duris

   
Giugno DALL’ALTO DI UNA FREDDA TORRE

Regia: FRANCESCO FRANGIPANE

Cast: Edoardo Pesce, Vanessa Scalera, Anna Bonaiuto, Giorgio Colangeli, Elena Radonicich, Massimiliano Benvenuto

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