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Cannes 2015: oggi Macbeth con Michael Fassbender e Marion Cotillard

E’ arrivato il gran giorno al Festival di Cannes 2015 di Macbeth, il film con protagonista  Michael Fassbender e Marion Cotillard e adattamento Shakespeariano diretto dall’australiano Justin Kurzel.

GUARDA ANCHE: Macbeth: prime clip del film con Michael Fassbender e Marion Cotillard 

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L’adattamento cinematografico dell’opera shakespeariana è presentata come “una rivisitazione di ciò che il periodo di guerra doveva essere stato per uno dei più famosi e interessanti personaggi di Shakespeare, una storia di passione e ambizione ambientata in una Scozia devastata dalla guerra medievale”. macbeth-poster 1Il regista, che ha condotto una ricerca approfondita sul periodo in cui sono ambientati i fatti e sulla brutalità dei combattimenti, ha affermato: “Mi ricorda molto il Western. E un peaesaggio e un’atmosfera molto più pericolosi di quanto abbia mai visto nei precedenti adattamenti di Macbeth”.

L’australiano Justin Kurzel ha d’altra parte già dato prova della sua bravura nella rappresentazione di paesaggi desolati e cupi nel suo – pluripremiato – Snowtown.

Accanto a Fassbender (Macbeth, generale dell’esercito di Duncan) e Marion Cotillard (Lady Macbeth), nel cast anche Paddy Considine (Banquo), Sean Harris (Macduff), e David Thewlis (Duncan).
Macbeth verrà presentato in anteprima a Cannes il prossimo mese.

Cannes 2015: oggi Il Racconto dei Racconti di Matteo Garrone

Cannes 2015: oggi Il Racconto dei Racconti di Matteo Garrone

Secondo giorno al Festival di Cannes 2015, ed è subito Italia con il grande giorno di Matteo GarroneIl Racconto dei Racconti, il film che vede protagonisti Salma Hayek, Vincent Cassell.

Festival di Cannes 2015: red carpet della cerimonia d’apertura [Foto]

Noi lo abbiamo visto e vi segnaliamo la nostra recensione: Il racconto dei racconti recensione del film di Matteo Garrone

Il Racconto dei Racconti: concept del film di Matteo Garrone

Ambientato in diverse regioni d’Italia, tra paesaggi misteriosi e luoghi tuttora segreti, il film – girato in inglese – si avvale di un cast internazionale: SALMA HAYEKVINCENT CASSELTOBY JONES e JOHN C. REILLY, con SHIRLEY HENDERSONHAYLEY CARMICHAELBEBE CAVESTACY MARTINCHRISTIAN LEESJONAH LEESGUILLAUME DELAUNAY, con la partecipazione di ALBA ROHRWACHER e MASSIMO CECCHERINI.

«Ho scelto di avvicinarmi al mondo di Basile – spiega Garrone – perché ho ritrovato nelle sue fiabe quella commistione fra reale e fantastico che ha sempre caratterizzato la mia ricerca artistica. Le storie raccontate ne “Il racconto dei racconti” descrivono un mondo in cui sono riassunti gli opposti della vita: l’ordinario e lo straordinario, il magico e il quotidiano, il regale e lo scurrile, il terribile e il soave».

La sceneggiatura del film è firmata dallo stesso MATTEO GARRONE con EDOARDO ALBINATIUGO CHITI e MASSIMO GAUDIOSO; la fotografia è di PETER SUSCHITZKY, storico collaboratore di David Cronenberg, le musiche del premio Oscar ALEXANDRE DESPLAT (alla sua seconda collaborazione con Garrone dopo Reality), il montaggio di MARCO SPOLETINI, le scenografie di DIMITRI CAPUANI e i costumi di MASSIMO CANTINI PARRINI.

Il racconto dei raccontiIL RACCONTO DEI RACCONTI è prodotto da MATTEO GARRONEJEREMY THOMASJEAN e ANNE-LAURE LABADIE: una co-produzione ARCHIMEDE e LE PACTE, con RAI CINEMA, e con RECORDED PICTURES, con il sostegno del MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI E DEL TURISMO – DIREZIONE GENERALE CINEMA e di EURIMAGESAPULIA FILM COMMISSION e REGIONE LAZIO – FONDO REGIONALE PER L’AUDIOVISIVO, in associazione con, ai sensi delle norme sul tax credit, GAMENETBANCA POPOLARE DI VICENZA, MORATO PANE, AMER, GRUPPO BARLETTA, CINEFINANCE. Executive Producers: ALESSIO LAZZARESCHIPETER WATSONNICKI HATTINGH,ANNE SHEEHANSHERYL CROWN.

Cannes 2015: oggi il gran giorno di Inside Out della Pixar

Cannes 2015: oggi il gran giorno di Inside Out della Pixar

Al Festival di Cannes 2015, oggi lunedì 18 maggio è il gran giorno della Pixar e del nuovo film Inside Out, che si spera riporti l’animazione ai livelli alti dell’ultimo grande film, Up.

Intatto vi segnaliamo le foto di ieri per coloro che hanno person il red carpet di ieri:

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Premiere Carol - Festival di Cannes 2015
Premiere Carol – Festival di Cannes 2015

Tra i film più attesi ovviamente troviamo la coppia Sorrentino e Garrone che hanno sempre vinto un premio nelle ultime due edizioni in cui hanno partecipato.

Tra i francesi invece troviamo madame Isabelle Huppert che combatterà se stessa nei film del connazionale Guillaume Nicloux (Valley of Love) e del norvegese Joachim Trier (Louder than Bombs). E sempre dalla Francia arriva  Marion Cotillard trasformata di Lady Macbeth (Macbeth di Justin Kurzel), Emmanuelle Bercot (Mon roi di Maiwenn) che aprirà da anche regista fuori concorso il festival e la giovane Anaïs Demoustier, attesa nel film di Valerie Donzelli, Marguerite et Julien.

Cannes 2015: oggi arriva Carol con Cate Blanchett e Rooney Mara

Cannes 2015: oggi arriva Carol con Cate Blanchett e Rooney Mara

E’ il gran giorno di Carol, l’atteso film di di Todd Haynes, che vede protagoniste l’attrice premio Oscar Cate Blanchett e l’attrice Rooney Mara. Proiettato ieri sera alla stampa internazionale, il film è stato accolto con un’ovazione unanime.

Carol è stato pubblicato nel 1952. Al centro della vicenda, ambientata nella New York degli anni Cinquanta, c’è l’amore fa una ragazza di diciannove anni che lavora in un grande magazzino e una bellissima donna fortemente in crisi con il marito.

TUTTE LE FOTO DAL FESTIVAL:

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carolTra i film più attesi ovviamente troviamo la coppia Sorrentino e Garrone che hanno sempre vinto un premio nelle ultime due edizioni in cui hanno partecipato.

Tra i francesi invece troviamo madame Isabelle Huppert che combatterà se stessa nei film del connazionale Guillaume Nicloux (Valley of Love) e del norvegese Joachim Trier (Louder than Bombs). E sempre dalla Francia arriva  Marion Cotillard trasformata di Lady Macbeth (Macbeth di Justin Kurzel), Emmanuelle Bercot (Mon roi di Maiwenn) che aprirà da anche regista fuori concorso il festival e la giovane Anaïs Demoustier, attesa nel film di Valerie Donzelli, Marguerite et Julien.

Cannes 2015: Natalie Portman, Cate Blanchett e Roney Mara [

Cannes 2015: Natalie Portman, Cate Blanchett e Roney Mara [

Ieri l’esordio alla regia di Natalie Portman, A Tale of Love and Darkness, oggi Carol, applauditissimo, di Todd Haynes con Cate Blanchett e Rooney Mara. Ecco tutte le immagini di una nuova giornata al Festival di Cannes 2015.

Tra i film più attesi ovviamente troviamo la coppia Sorrentino e Garrone che hanno sempre vinto un premio nelle ultime due edizioni in cui hanno partecipato.

Tra i francesi invece troviamo madame Isabelle Huppert che combatterà se stessa nei film del connazionale Guillaume Nicloux (Valley of Love) e del norvegese Joachim Trier (Louder than Bombs). E sempre dalla Francia arriva  Marion Cotillard trasformata di Lady Macbeth (Macbeth di Justin Kurzel), Emmanuelle Bercot (Mon roi di Maiwenn) che aprirà da anche regista fuori concorso il festival e la giovane Anaïs Demoustier, attesa nel film di Valerie Donzelli, Marguerite et Julien.

Cannes 2015: Nanni Moretti, Margherita Buy e John Turturro

Dopo aver raccolto gli applausi e le copioselacrime in proiezione stampa, Nanni Moretti, con i suoi due protagonisti Margherita Buy e John Turturro, si sono prestati agli obbiettivi dei fotografi, portando con orgoglio al Festival di Cannes 2015 il secondo film italiano in concorso, Mia Madre.

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Tra i film più attesi ovviamente troviamo la coppia Sorrentino e Garrone che hanno sempre vinto un premio nelle ultime due edizioni in cui hanno partecipato. Tra i francesi invece troviamo madame Isabelle Huppert che combatterà se stessa nei film del connazionale Guillaume Nicloux (Valley of Love) e del norvegese Joachim Trier (Louder than Bombs). E sempre dalla Francia arriva  Marion Cotillard trasformata di Lady Macbeth (Macbeth di Justin Kurzel), Emmanuelle Bercot (Mon roi di Maiwenn) che aprirà da anche regista fuori concorso il festival e la giovane Anaïs Demoustier, attesa nel film di Valerie Donzelli, Marguerite et Julien.

Cannes 2015: Nanni Moretti commuove il Festival “Cos’è il cinema? Fare bei film”

Dopo le favole di Matteo Garrone, che hanno lasciato la stampa internazionale piuttosto fredda, Cannes 2015 cambia volto e accoglie trionfante Nanni Moretti, secondo italiano in concorso al Festival. La proiezione di Mia Madre è stata un vero tripudio di applausi e soprattutto pianti sinceri. Il comparto emozionale e sensibile del film convive però anche con una grande parentesi ironica, per non dire comica. Il personaggio di John Turturro è completamente fuori ogni schema, ridicolo, il perfetto bilanciamento fra Margherita (Margherita Buy, presente anch’essa oggi sulla Croisette), la regista spaesata, e Giovanni (Nanni Moretti), il fratello cinico e arreso all’evidenza. “I miei film hanno sempre entrambi gli aspetti, si ride e si piange, ci sono momenti dolorosi ma anche divertenti, è così, non è una strategia studiata, è il modo di raccontare la vita, le persone” ha detto il regista.

moretti1Scrivere e gestire un film nel quale il personaggio principale è un regista può essere davvero complicato, ogni parola che esce dalla sua bocca può essere fraintesa e spacciata per vera. Ciò che dice il personaggio Margherita sul cinema è ciò che direbbe Nanni Moretti? “Io sono un po’ come lei, quando dico delle cose in realtà sto pensando ad altro. Anche adesso. Cos’è il cinema? Penso che sia fare buoni film, possibilmente innovativi, che non siano film che mentre li vediamo ci facciano dire ‘ma questo l’ho visto trecento volte, carino ma l’ho visto tante volte’. Questo è il compito del cinema. Per fare buoni film non ci sono argomenti privilegiati, argomenti di Serie A o Serie B, qualsiasi argomento può portare a un brutto film o a un bel film. Se vi state chiedendo quanto ci sia di me nel personaggio di Margherita, beh, c’è molto. Eppure non ho mai pensato che il protagonista potesse essere maschile, ho sempre pensato dall’inizio a una donna, fin dall’inizio ho pensato a Margherita Buy. Giovanni invece è la persona che io vorrei essere, anche Margherita vorrebbe essere Giovanni.”

Mia Madre racconta una vicenda personale del regista, con un finale proiettato ‘al futuro’ nonostante gli eventi, eppure qualcuno è riuscito a vederci un auspicio anche per il cinema italiano: “Non so come sarà il futuro del cinema italiano. Sono felice che ci siano tre film italiani in questo concorso ma si tratta ancora di singoli registi, singoli produttori, non tanto di un clima intorno al nostro cinema che è invece sempre molto distratto. C’è sempre un’attenzione distratta verso il cinema, sia come fenomeno industriale che artistico.”

moretti2La bellezza del film risiede anche nel modo in cui il regista riesce a creare diversi livelli di realtà, non si capisce se molte scene siano sogni oppure momenti di verità: “Non credo ci sia confusione fra realtà e immaginazione. Durante la sceneggiatura e le riprese abbiamo lavorato molto a questo intreccio di vari livelli della narrazione, c’è la realtà, poi ci sono i sogni, i ricordi, le fantasie. Il tempo del film è il tempo dello stato emotivo di Margherita, in cui tutto ha la stessa urgenza: la preoccupazione per la madre, il dolore, i problemi con la figlia, sul lavoro, ma ci sono i suoi ricordi, le sue emozioni. Se alle volte lo spettatore vedendo una scena non si rende conto se è sogno o realtà, questo mi fa piacere perché il film è costruito molto su questi vari livelli.”

Michelangelo Antonioni si nascondeva sempre dietro un personaggio femminile, Nanni Moretti si nasconde dietro Margherita? “Non ho mai pensato a me come protagonista, ho sempre pensato a Margherita Buy e mi interessava dargli quel nervosismo, quel senso di inadeguatezza che spesso do ai personaggi maschili dei miei film. Mi sembrava interessante dare queste caratteristiche a un personaggio femminile. Non è un personaggio accogliente, invece sta sempre altrove rispetto a dove si trova, è un personaggio che fa fatica.”

moretti4In Italia la critica, come tradizione, si è molto divisa sul film, all’estero potrebbe andare in modo diverso? Penso che i francesi, i giornalisti internazionali vedano un mio film senza interferenze. Vedono soltanto un mio film e basta, non ci sono altri fattori come pensare al mio personaggio pubblico, alle mie posizioni politiche, al perché concedo poche interviste o quanto sia caldo o freddo verso i giornalisti. In Italia ci sono più elementi, qui si vede un mio film e basta.”

Uno dei migliori dialoghi del film riguarda Stanley Kubrick, che rapporto ha Nanni Moretti con Kubrick? Ho un rapporto normale come qualsiasi altro spettatore, anzi approfitto per ricordare che alle volte John Turturro ha aggiunto cose sue al personaggio. Ha letto la sceneggiatura, ha capito il personaggio e ha aggiunto delle cose e alcune sono rimaste nel film. Volevo che ci fosse questo accenno a un gigante del cinema, era bello che fosse raccontato da lui.”

Cannes 2015: Matteo Garrone e il giorno de Il Racconto dei Racconti, “Artigianale è la parola chiave del film”

Matteo Garrone e il cast de Il Racconto dei Racconti sono sbarcati al Festival di Cannes 2015, dopo la presentazione alla stampa internazionale di ieri sera. Il primo film italiano in concorso è stato caratterizzato da una proiezione colma di tensione e silenzioso nervosismo, con una reazione piuttosto glaciale durante i titoli di coda. Atmosfera totalmente differente questa mattina in conferenza stampa, durante la quale regista e attori sono stati finalmente acclamati come meritavano. Come molti già sapranno, Il Racconto dei Racconti rappresenta una svolta nella produzione garroniana, è un prodotto interamente fantasy ispirato ad un lavoro di Giambattista Basile del ‘600, interamente scritto in dialetto napoletano strettissimo. Un dialetto che gli stessi napoletani di oggi hanno dimenticato: “Il libro è scritto in una lingua così arcaica che anche in italiano avremmo dovuto tradurre il tutto in un linguaggio più moderno. Scrivere tutto in inglese dunque è stato naturale e per nulla forzato. Abbiamo scelto questa lingua certamente per raggiungere un pubblico ampio, ma anche perché Basile ricorda un deforme Shakespeare. In ogni caso non abbiamo tradito l’anima dei racconti, abbiamo girato tutto in Italia con una troupe in gran parte italiana, quindi siamo rimasti saldamente attaccati alle radici dell’opera.”

thumb.php-6Ad ascoltare le parole del regista, girare in Italia è stato davvero fondamentale. Garrone, prima di essere un regista, ama ricordare di essere un pittore, dunque di avere un legame estremamente particolare con le immagini e i colori. “Non c’è un genere migliore del fantasy per legare le parole alle immagini, nei lavori precedenti partivo dalla realtà per tramutarla in qualcosa di fantastico, questa volta ho voluto fare il percorso inverso. Sono stati tre anni di lavorazione intensi durante i quali sono stato molto aiutato dagli attori stessi. La sceneggiatura è stata scritta da quattro uomini ma il prodotto finale è un lavoro tutto al femminile, grazie alle attrici che hanno aggiunto sfumature e dettagli alle interpretazioni.”

Attori che ancora adesso portano negli occhi una scintilla particolare per l’intero progetto, che a quanto pare non è stato particolarmente difficile da preparare: “Il mio personaggio è una teenager con tutti i bisogni e i desideri del caso, ha voglia di libertà, dunque mi sono ritrovata moltissimo in lei” ha detto Bebe Cave. Della stessa opinione Toby Jones, Vincent Cassell e Salma Hayek: “Non è stato difficile capire le ossessioni del mio personaggio, molte donne soffrono non potendo avere figli, è stato naturale.” thumb.php-5Salma Hayek che nel film deve divorare un intero cuore di drago e correre con pesanti vestiti barocchi: “Mangiare il cuore è stato tremendo, aveva un sapore terribile e avevo quasi voglia di vomitare dopo ogni morso. Matteo ha voluto che il cuore di scena fosse ricreato in maniera perfetta, in ogni sua parte o elemento, così ti ritrovavi davvero a inghiottire un’arteria o una valvola che aveva il sapore di pasta o di chissà cos’altro. È stato davvero terribile. Anche correre da una parte all’altra delle sale del castello è stato difficile con i vestiti di scena. Per Matteo era facile dire ‘Ok riprendiamo da questo punto’ ma per me significava percorrere tutto il perimetro da capo, 45 minuti di corsa con lo strascico del vestito. Una volta sono quasi svenuta, mi hanno preso tre omoni, è stato davvero imbarazzante. Nel mentre Matteo gridava ‘La luceeee’ e il costumista ‘Il costumeeee’, a pensarci adesso è stata una scena piuttosto comica.”

Più facile l’approccio di John C. Reilly: “Perché ho accettato il film? Non scherziamo, Matteo Garrone gira un film fantasy in Italia? Ma ditemi subito come parteciparvi!! Sono fortunato ad essere qui.” Ma qual è lo scopo che Garrone si è prefissato? “Raccontare come il desiderio portato all’estremo generi conflitti, direi che questo è l’elemento principale dell’opera. Volevo anche che tutto sembrasse reale e allo stesso tempo artefatto, ritornare alle origini del cinema sorprendendo il pubblico con elementi e scene al confine fra il vero e l’irreale. Per fare questo abbiamo scelto una strada artigianale per tutti gli aspetti del film, anzi posso dire che ‘artigianale’ è la parola chiave de Il Racconto dei Racconti. Ci sono molti effetti visivi, ma anche in questo aspetto c’è stato un forte supporto di bozzetti e materiali esistenti sul set, non c’è nulla ricreato da zero su computer.” Effetti ricreati per l’occasione dal talento di Leonardo Cruciano, che è riuscito a dare una forma alle paure di Garrone: le metamorfosi e l’aspetto del corpo, completamente mutevole. L’appuntamento è per questa sera, quando i mostri garroniani sconvolgeranno (si spera in bene) la proiezione ufficiale.

Cannes 2015: Marion Cotillard e Michael Fassbender sulla montée des Marches

Alla premiere di Macbeth i più belli erano loro, Marion Cotillard e Michael Fassbender, padroni della scena dentro e fuori dallo schermo. Con gli attori anche il regista Justin Kurzel.

LEGGI LA RECENSIONE DEL FILM

Tra i film più attesi ovviamente troviamo la coppia Sorrentino e Garrone che hanno sempre vinto un premio nelle ultime due edizioni in cui hanno partecipato. Tra i francesi invece troviamo madame Isabelle Huppert che combatterà se stessa nei film del connazionale Guillaume Nicloux (Valley of Love) e del norvegese Joachim Trier (Louder than Bombs). E sempre dalla Francia arriva  Marion Cotillard trasformata di Lady Macbeth (Macbeth di Justin Kurzel), Emmanuelle Bercot (Mon roi di Maiwenn) che aprirà da anche regista fuori concorso il festival e la giovane Anaïs Demoustier, attesa nel film di Valerie Donzelli, Marguerite et Julien.

Cannes 2015: Marion Cotillard e Michael Fassbender presentano il loro Macbeth

Anche il Festival di Cannes 2015 è arrivato al termine, un’edizione numero 68 ricca di ovazioni, lacrime e applausi. Molti di questi tutti per l’ultimo film in concorso, l’attesissimo Macbeth di Justin Kurzel con Michael Fassbender e Marion Cotillard. Nonostante negli spazi del Palais des Festivals ci sia molta meno gente rispetto alla prima settimana, poiché molti sono già ripartiti verso casa, l’atmosfera della sala conferenze è assolutamente calorosa e ricca di tensione, esattamente come durante la proiezione del film. Un lavoro impressionante a livello visivo e fedele al testo shakespiriano, girato in Scozia fra panorami mozzafiato non sempre di facile accesso. Quale sarà stato l’aspetto più difficile da affrontare per il regista e i due interpreti? Il primo punta il dito ovviamente contro i luoghi, freddi e impervi.

Discorso differente per i secondi: “Il linguaggio, l’approccio alla lingua originale del testo shakespiriano è stato l’aspetto più ostico della produzione” ha detto Fassbender. Anche la Cotillard, oggi pettinata come una sfinge, concorda con il suo partner sullo schermo: “Certamente il linguaggio è stata la cosa più difficile del film, a maggior ragione per me che sono francese. Inoltre bisognava dare al testo un accento particolare per rendergli omaggio come meritava, è stata una grande sfida. Ho sempre sognato di fare Macbeth a teatro nella mia lingua, ma avere questa occasione di affrontare l’inglese classico non potevo farmela sfuggire. Justin del resto ci ha aiutati molto, ci ha diretto con intimità e ci ha fatto immedesimare alla perfezione nei personaggi con il testo alla mano.”

Un linguaggio che racconta personaggi violenti, spietati, come ci si prepara a un progetto del genere, così solenne? “Recitare è il nostro mestiere – ha detto Marion – passiamo tantissimo tempo sui set e siamo sempre supportati da qualcuno a noi caro, riuscendo a superare le difficoltà quotidiane. Questa volta me la sono cavata da sola, senza nessuno accanto, per sentire nel profondo il personaggio. Ho sofferto ma era necessario per comprendere le caratteristiche di ciò che andavo a fare.” “Io ho studiato il testo due volte a scuola – ha aggiunto Michael – si tratta di un personaggio complesso quello di re Macbeth. Non si tratta solo di uccidere molte persone, devi combattere con le tue stesse mani. Devi brandire la tua spada e rompere le ossa ai nemici, spaccare i crani, tagliare gole, è questo l’aspetto più spaventoso di un lavoro del genere. Mi sono preparato pensando a tutte le atrocità contemporanee, alle guerre in medio oriente. Poi concentrandomi sul lavoro una volta sul set, il miglior modo per contenere i nervi” Nonostante l’inglese proprio di Shakespeare, Kurzel ha confermato che il film è già stato venduto in tutto il mondo anche grazie alle spettacolari immagini che completano le parole, raccontando con loro. “Parole, immagini e musica danzano insieme, era proprio quello che volevamo fare, dare un altissimo senso cinematico al progetto.”

Sulla carta, un nuovo adattamento cinematografico di Macbeth può spaventare il pubblico per molti versi, ma stiamo parlando di una storia appartenente al passato o vi è al suo interno un’atroce attualità? Secondo Fassbender si tratta della seconda opzione: “È un racconto classico, è ovvio, ma narra di un tiranno assetato di potere che a causa dell’ambizione perde tutto, un figlio, una moglie, dunque è un testo sulla perdita. Mette in discussione i rapporti di coppia e la lucidità mentale, è assolutamente attuale.” “Esatto – ha aggiunto Kurzel – è interessante vedere le reazioni umane di fronte all’ambizione e la perdita di qualcosa a noi caro. La disperazione ti avvolge e opprime, hai bisogno di colmare i tuoi vuoti con qualsiasi cosa. È un concetto che si può ritrovare tranquillamente anche nella vita di tutti i giorni, oggi.”

Oltre la tecnica, anche parole dolci e di stima da parte di Michael Fassbender rivolte a Marion Cotillard: “È la migliore nel settore, sul set ha portato grazia e talento, la cosa più sorprendente è che riesce ad essere incredibilmente umana. C’è molta umanità in Lady Macbeth e Marion ti ascolta tantissimo, è molto generosa e materna, è stato facile e meraviglioso lavorare con lei.” Si vola verso la fine, abbiamo sentito parlare della Scozia come un luogo incantato, magico, sempre accarezzato dal vento e freddo, ma qual è il migliore ricordo di questa terra selvaggia? L’attore irlandese non ha dubbi: “Che domande, il whisky.”

Cannes 2015: La Tête haute apre la kermesse

Cannes 2015: La Tête haute apre la kermesse

La Tete hauteSarà il film francese La Tête haute di Emmanuelle Bercot ad aprire il Festival di Cannes 2015, arrivato alla sua 68° edizione. Nel cast il nuovo volto Rod Paradot, affiancato da Catherine DeneuveBenoît Magimel.

La pellicolala difficile esistenza di un giovane delinquente di nome Malony, una testa calda che un giudice minorile e un educatore tentano faticosamente di riportare sulla retta via. La Bercot è la seconda regista donna a inaugurare il Festival di Cannes. La prima fu Diane Kurys nel 1987 con Un homme amoureux.

Prodotto da Les Films du Kiosque, La Tête haute è distribuito mercoledì 13 maggio nelle sale francesi da Wild Bunch. Le vendite internazionali sono guidate da Elle Driver.

Cannes 2015: la premiazione live streaming

Cannes 2015: la premiazione live streaming

Collegatevi adesso per vedere in live streaming la premiazione del Festival di Cannes 2015!

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Qui trovate tutte le foto dai photocall e dai red carpet dell’edizione 2015, mentre a questo link il nostro speciale di Cannes 2015 con recensioni, articoli di approfondimento e conferenze stampa dei film.cannes-poster-2015

Cannes 2015: la Pixar, Shakespeare e tre italiani nel segno del Festival

C’erano quattro francesi, tre italiani e due americani… Quello che potrebbe essere l’inizio di una comune, quanto scontata, barzelletta spiega in realtà chi vedremo darsi battaglia al Festival di Cannes 2015, dal 13 al 24 maggio prossimi. Nella cornice suggestiva e nostalgica del cinema UGC Normandie a Parigi, situato lungo gli affollati e trafficati Champs Élysées, questa mattina il presidente Pierre Lescure e il delegato generale Thierry Frémaux hanno presentato la selezione ufficiale della 68esima edizione. Una selezione che conferma molte delle voci circolate nelle ultime settimane e supera, sulla carta, il programma di “basso profilo” con il quale ci siamo confrontati lo scorso anno. Una delle poche sorprese arriva dal film d’apertura fuori concorso, che a scapito della tradizione non porta con se eccessivo glamour e paillettes. A dare il via alla kermesse sarà infatti Emmanuelle Bercot, l’attrice e regista francese già autrice de Gli Infedeli, Elle s’en va, Polisse (anche se di quest’ultimo firmataria solo della sceneggiatura).

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Nella storia del Festival di Cannes mai nessuna regista donna aveva avuto l’onore di inaugurare l’evento, quest’anno accade per la prima volta. Il suo film La Tête Haute racconta la vita di un giovane delinquente, Malony, dall’infanzia all’età adulta. Sempre fuori dalla competizione risalta il nome di Natalie Portman nell’inedita veste di regista, pronta a presentare al mondo l’impegnato A Tale of Love and Darkness (Racconto d’Amore e Tenebra), e Asif Kapadia con Amy, un ritratto interamente dedicato alla cantante – prematuramente scomparsa – Amy Winehouse. Tanta attesa anche per Woody Allen e il suo Irrational Man, forte di due protagonisti stellari quali Emma Stone e Joaquin Phoenix, George Miller e il cast di Mad Max: Fury Road, ovvero Tom Hardy e Charlize Theron, e il nuovo film della Pixar, Inside Out, che fra mille colori ci porta a scoprire le emozioni umane.

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Le notizie migliori per l’Italia riguardano però la sezione più importante: la competizione. Ben tre italiani, come accennavamo sopra, saranno in lizza per l’ambita Palma d’Oro, Nanni Moretti con Mia Madre, Matteo Garrone con Il Racconto dei Racconti e Paolo Sorrentino con Youth – La Giovinezza. Tre grandi autori del nostro panorama attuale insieme sulla Croisette, un evento che non accadeva dal 1994, anno in cui lo stesso Moretti con Caro Diario fronteggiava Mario Brenta, Aurelio Grimaldi e Giuseppe Tornatore. Una grandissima rivincita per il nostro cinema troppo spesso assente nelle ultime competizioni internazionali, la speranza è che anche la risposta del pubblico in sala sia altrettanto incoraggiante. La competitiva Francia risponde all’agguerrito trio italiano con Jacques Audiard e il suo Deephan, dopo Un Sapore di Ruggine e Ossa del 2012, la talentuosa Valérie Donzelli con Marguerite e Julien, Stéphane Brizé con La Loi du Marché, Denis Villeneuve con Sicario.

foto x cannes

Presenza di peso quella di Todd Haynes, che in compagnia di Rooney Mara e Cate Blanchett concorre con Carol, spunta invece un po’ a sorpresa – poiché la sua uscita era prevista solo in autunno – il Macbeth di Justin Kurzel, che ha per protagonisti Michael Fassbender e Marion Cotillard. Altro gradito ritorno quello di Gus Van Sant, che con The Sea of Trees riprova a vincere la palma dorata dopo il trionfo di Elephant. Da tenere d’occhio Jia Zhang-Ke, in concorso con Shan He Gu Ren, Joachim Trier, Yorgos Lanthimos, Maïwenn. Per tutti i titoli in dettaglio vi rimandiamo al nostro articolo riassuntivo, una lista ancora in divenire vista la mancanza di almeno quattro titoli che saranno annunciati nelle prossime settimane. A decidere vincitori e vinti la giuria presieduta dai registi americani Joel e Ethan Coen, che Pierre Lescure e Thierry Frémaux hanno omaggiato proiettando il corto World Cinema, dalla raccolta Chacun Son Cinéma. Come recita l’ultimo pannello di una conferenza stampa condotta nel segno della tranquillità e della pacatezza, l’appuntamento è per mercoledì 13 maggio, dieci giorni per sconvolgere il mondo.

Cannes 2015: la coppia Fassbender-Cotillard infiamma la croisette

Ultimo giorno di Festival di Cannes 2015 e ultimo film in concorso presentato. Si tratta di Macbeth di Justin Kurzel con Marion Cotillard e Michael Fassbender.

Tra i film più attesi ovviamente troviamo la coppia Sorrentino e Garrone che hanno sempre vinto un premio nelle ultime due edizioni in cui hanno partecipato.

Tra i francesi invece troviamo madame Isabelle Huppert che combatterà se stessa nei film del connazionale Guillaume Nicloux (Valley of Love) e del norvegese Joachim Trier (Louder than Bombs). E sempre dalla Francia arriva  Marion Cotillard trasformata di Lady Macbeth (Macbeth di Justin Kurzel), Emmanuelle Bercot (Mon roi di Maiwenn) che aprirà da anche regista fuori concorso il festival e la giovane Anaïs Demoustier, attesa nel film di Valerie Donzelli, Marguerite et Julien.

Cannes 2015: l’Islanda vince Un Certain Regard, tutti i premiati

Cannes 2015: l’Islanda vince Un Certain Regard, tutti i premiati

Ecco tutti i vincitori della sezione collaterale del Festival di Cannes 2015, Un Certain Regard. Quest’anno la giuria presieduta da Isabella Rossellini ha assegnato il premio principale all’Islanda con Hrutar di Grímur Hákonarson.

Ecco tutti i premi:

UN CERTAIN REGARD AWARD

HRÚTAR (Béliers / Rams) by Grímur Hákonarson

* * *

JURY PRIZE

ZVIZDAN (Soleil de plomb / The High Sun) by Dalibor Matanić

* * *
BEST DIRECTOR PRIZE

Kiyoshi Kurosawa for KISHIBE NO TABI (Vers l’autre rive / Journey to the Shore)

* * *

UN CERTAIN TALENT PRIZE

COMOARA (Le Trésor / Treasure) by Corneliu Porumboiu

* * *

PROMISING FUTURE PRIZE

MASAAN by Neeraj Ghaywan

Ex aequo

NAHID by Ida Panahandeh

Un Certain Regard (letteralmente “un certo sguardo”) è una sezione della selezione ufficiale del Festival di Cannes, fondata da Gilles Jacob nel 1978 per riunire tre sezioni fuori concorso create nel 1975 dal precedente delegato generale Maurice Bessy, Les yeux fertiles, L’air du temps e Le passé composé.

Cannes 2015: Ingrid Bergman nel poster ufficiale

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Cannes 2015: Ingrid Bergman nel poster ufficiale

Pubblicato il poster ufficiale della 68esima edizione del Festival di Cannes di quest’anno, che si terrà dal 13 al 24 maggio 2015. bergman-cannes2015

L’attrice svedese Ingrid Bergman è la protagonista assoluta del poster, realizzato, grazie a una foto di David Seymour, co-fondatore di Magnum Agency, da Hervé Chigioni, che ha creato anche il bellissimo manifesto del Festival dello scorso anno, con protagonista Marcello Mastroianni.

Chigioni ha anche prodotto una breve versione animata del poster, con un remix del tema musicale del Festival, “Il carnevale degli animali” di Camille Saint-Saëns, arrangiato da due musicisti svedesi, Patrik Andersson e Andreas Söderström.

Cannes 2015: il sacco di Roma, Red Weddings e altre tragedie

Cannes 2015: il sacco di Roma, Red Weddings e altre tragedie

Il 6 maggio 1527 uno spietato Carlo V a capo di 12000 mercenari Lanzichenecchi, anch’essi piuttosto arrabbiati, mettono a ferro e fuoco Roma per piegare il codardo Francesco I Re di Francia. Un assedio di dimensioni bibliche come non si vedeva dai tempi di Nerone secoli e secoli prima. Maggio 2015, il potente Thierry Fremaux I, appena salito al trono del regno di Cannes dopo l’abdicazione di Gilles Jacob Il Supremo, vendica il suo Impero preparando – in territorio francese – una trappola ai danni dello Stato di Roma, proprio nel suo momento più florido e rinascimentale. Accompagnato dal fido Pierre Lescure detto Il Calvo, si organizza un Festival del cinema lungo la costa cosiddetta “azzurra” laddove vengono invitati i tre più importanti colonnelli della penisola italica: Garrone il Barbaro, Moretti il Pignolo, Sorrentino il Masaniello.

I tre, come da copione, presentano i loro doni alla folla giunta ad ammirarli da tutto il mondo, raccogliendo onori e applausi. Onori ben più pesanti dei rivali francesi, piuttosto arresi all’evidenza ma ugualmente fieri. Si assiste a una vera sfida, di arti e sete pregiate, solo con l’arrivo delle delegazioni asiatiche rappresentate dall’imperatore Hou Hsiao Hsien, solenne e statuario come tradizione. Si passano undici giorni di banchetti, champagne a fiumi, risate cordiali e sfilate carnevalesche su tappeti rossi come il sangue, probabilmente un indizio dell’epilogo tragico che andiamo a raccontare. Al pari del feroce Red Wedding durante la Guerra dei Cinque Re, perpetrato dal voltagabbana Lord Walder Frey intento a sterminare il casato degli Stark, la sera del 24 maggio gli italiani e la quasi totalità dei guerrieri cinesi vengono sbeffeggiati e ignorati. Ad essere incoronati proprio i tronfi francesi, felici e appagati nonostante l’incomprensione generale dei regni locali e d’oltremare.

Incomprensione è proprio la parola adatta. Mettendo da parte per un attimo gli scherzi, il risveglio dopo la premiazione del Festival di Cannes 2015 è amaro e confuso. Ci dividiamo fra complottisti (“È tutto soldi e politica!!”), fra sportivi (“Hanno giocato tutti bene, qualcuno doveva vincere”) e indignati (“È una vergogna!!”), ma a perdere è probabilmente il cinema stesso e la sua credibilità. Ma cos’è successo esattamente? A vedere il palmarés, è incredibile vedere come i francesi – nonostante c’entrino relativamente poco, poiché i premi vengono assegnati da una giuria internazionale – siano riusciti a girare la frittata a loro piacimento, celebrando un trionfo che nei fatti non gli appartiene per niente. Almeno quest’anno, perché tutti conosciamo la grande qualità dell’industria cinematografia transalpina nel generale.

Nel particolare, negli ultimi dodici giorni sulla Croisette, ha invece stentato a brillare, presentando film poco incisivi che verranno dimenticati facilmente. Fra questi anche la tanto acclamata Palma d’Oro Dheepan, del buon Jacques Audiard, che in passato ha vinto molto meno (o niente) presentando prodotti migliori. Si narra epicamente la storia di un immigrato dello Sri Lanka che, una volta arrivato in una banlieue parigina, mette a ferro e fuoco una piazza dello spaccio. Da solo. In un progetto che parte con sfumature sociali e finisce per imitare Rambo, dedicando i suoi ultimissimi frames al cliché della quiete dopo la tempesta, fra riflessi di sole e arcobaleni. Poco carattere, poco impatto, persino l’impegno civile si perde nel calderone, allora perché? Domanda senza risposta numero 1.

Guardiamo ora al premio per la miglior sceneggiatura. L’ha spuntata Michel Franco con il suo Chronic, probabilmente il film peggio scritto di tutta Cannes 2015. Per novanta minuti si è costretti a guardare un infermiere (un grande Tim Roth, su questo nessun dubbio) che assiste a domicilio i suoi pazienti in fase terminale. Nessuno scossone, solo tanto voyeurismo, nulla a che fare con quel (vero) capolavoro chiamato How To Die In Oregon che affronta i medesimi temi. Non solo: per rendere accattivante le poche righe di copione vengono aggiunti elementi da noir, poiché in alcuni momenti sembra che il protagonista pratichi dello stalking in modo quasi del tutto ingiustificato, e un finale che meno originale non si può. Dopo oltre cento anni di cinema, ci sono almeno tre cose quasi sempre presenti in ogni film contemporaneo e di cui non ne possiamo davvero più: le scene in discoteca con solo musica assordante, la malattia come fulcro della storia, gli incidenti stradali come twist principali. Franco riesce a inserirne almeno due, in questo Festival è riuscito a fare peggio solo Gus Van Sant con The Sea of Trees, da molti considerato il peggior film dell’edizione. Quali sono le basi, dunque, per un premio così prestigioso? Domanda senza risposta numero 2.

Il vero, autentico capolavoro del cerimoniale riguarda poi chi ha scelto di premiare insieme Emmanuelle Bercot e Rooney Mara. L’attrice americana era data come favorita, la sua celebrazione è assolutamente meritata ma non solo. Nelle ore precedenti all’incoronazione si sperava segretamente in una doppietta con la sua partner (in senso letterale…) sullo schermo, Cate Blanchett. Insieme rendono potente un film dall’ossatura solida, da sentire sulla pelle, Carol di Todd Haynes. La doppietta è arrivata sul serio, ma con l’attrice protagonista di Mon Roi di Maïwenn, un’opera di media fattura piaciuta quasi ed esclusivamente alla stampa francese, perfetta nel fare squadra sempre e comunque. Attrice e regista che inoltre ha inaugurato proprio Cannes 2015 presentando fuori concorso La Téte Haute, ricordiamolo. La povera Rooney non è tornata a ritirare il premio, così che nel quadro perfetto e patinato dei giornali potesse esserci soltanto il terzetto delle meraviglie, tutto francofono, immolato al trionfo (il povero Vincent Lindon è forse il solo a meritare cotanto sfarzo). A far rabbia, più che i premi stessi, sono però gli assenti. Dei tre italiani, nel loro anno di grazia acclamati dal pubblico in sala e dalla stampa internazionale, non è rimasto nulla. Svaniti i 17 minuti di applausi a Youth di Paolo Sorrentino, scomparsi tutti i propositi di palma venuti sottobanco (ma neanche troppo, visti i voti dei Daily) per Nanni Moretti e a Mia Madre, ogni cosa dissolta nel nulla. Stessa sorte per Mountains May Depart di Jia Zhangke e i suoi attori. Anche i contentini dati al maestro Hou Hsiao Hsien e László Nemes (premio alla regia e Grand Prix Speciale della Giuria) suonano quasi come una beffa, un “Ok mettetevi lì nell’angolo che qualcuno verrà a chiamarvi prima o poi, non sappiamo quando, prima ci sono i premi di peso, quelli indimenticabili”. Che poi siamo davvero sicuri che siano i premi, a restare? Domanda senza risposta numero 3. Del resto non sappiamo neppure se ci si nota di più andando ad un Festival restando in disparte o non andando affatto.

Cannes 2015: il grande giorno di Carol di Todd Haynes con Cate Blanchett

Oggi è soprattutto il grande giorno di Carol, il film diretto da da Todd Haynes, basato sul romanzo Carol di Patricia Highsmith e che vede protagonisti l’attrice premio Oscar Cate Blanchett e l’attrice Rooney Mara.

Carol è stato pubblicato nel 1952. Al centro della vicenda, ambientata nella New York degli anni Cinquanta, c’è l’amore fa una ragazza di diciannove anni che lavora in un grande magazzino e una bellissima donna fortemente in crisi con il marito.

TUTTE LE FOTO DAL FESTIVAL:

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carolTra i film più attesi ovviamente troviamo la coppia Sorrentino e Garrone che hanno sempre vinto un premio nelle ultime due edizioni in cui hanno partecipato.

Tra i francesi invece troviamo madame Isabelle Huppert che combatterà se stessa nei film del connazionale Guillaume Nicloux (Valley of Love) e del norvegese Joachim Trier (Louder than Bombs). E sempre dalla Francia arriva  Marion Cotillard trasformata di Lady Macbeth (Macbeth di Justin Kurzel), Emmanuelle Bercot (Mon roi di Maiwenn) che aprirà da anche regista fuori concorso il festival e la giovane Anaïs Demoustier, attesa nel film di Valerie Donzelli, Marguerite et Julien.

Cannes 2015: i Fratelli Coen presidenti di Giuria

Cannes 2015 Fratelli CoenIl Festival di Cannes ha annunciato chi presiederà da Presidente la giuria dell’edizione numero 68 e per la prima volta nella storia della kermesse saranno due, ovvero: i Fratelli Coen.

I due registi e sceneggiatori americano ritorneranno dunque al Festival da giurati dopo il Grand Prix del 2013 di A proposito di Davis  e la Palma d’Oro del 1991 Barton Fink – È successo a Hollywood.

Cannes 2015: i film che ci aspettiamo di vedere

Cannes 2015: i film che ci aspettiamo di vedere

Manca molto poco all’annuncio del programma ufficiale del Festival di Cannes 2015 e da un po’ di tempo è partito il toto programma. Chi presenterà il suo film sulla croisette? Quali saranno le attese pellicole che concorreranno per la Palma d’Oro 2015?

Ecco di seguito alcune proposte:

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Tra i titoli papabili di quest’anno, oltre ai grnadi nomi del cinema come Woody Allen, Terrence Malick o il giovane ma affermato Jeff Nichols, ci sono anche tre italiani: Matteo Garrone, Paolo Sorrentino e Luca Guadagnino. Chi di questi verrà effettivamente chiamato a Cannes 2015? Quali sono le vostre previsioni per quest’anno?

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Cannes 2015: fredda accoglienza per Valley of Love

Cannes 2015: fredda accoglienza per Valley of Love

E’ stato proiettato alla stampa accreditata al Festival di Cannes 2014,  Valley of Love, il film di Guillaume Nicloux e con protagonisti Gérard Depardieu e Isabelle Huppert. 

Scritta da Guillaume Nicloux, la sceneggiatura è centrata su Isabelle e Gérard che hanno perso il figlio sei mesi prima. Quest’ultimo ha lasciato loro una lettera in cui dà appuntamento ai suoi genitori nella Valle della Morte, nel cuore degli Stati Uniti. Malgrado l’assurdità della situazione, padre e madre decidono di andarci e di aspettarlo…

Prodotto da Sylvie Pialat e Benoît Quainon per Les Films du Worso, e da Cyril Colbeau-Justin e Jean-Baptiste-Dupont per LGM Cinéma, The Valley of Love è coprodotto da DD Productions, France 3 Cinéma e i belgi di Scope Pictures. Pre-acquistato da Canal+, il film è anche sostenuto dall’anticipo sugli incassi del CNC e dalle Sofica Soficinéma, Cinémage, Cofinova e Palatine Etoile. Le riprese termineranno il 27 settembre. La distribuzione in Francia e le vendite internazionali saranno guidate da Le Pacte.

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Valley of LoveTra i film più attesi ovviamente troviamo la coppia Sorrentino e Garrone che hanno sempre vinto un premio nelle ultime due edizioni in cui hanno partecipato.

Tra i francesi invece troviamo madame Isabelle Huppert che combatterà se stessa nei film del connazionale Guillaume Nicloux (Valley of Love) e del norvegese Joachim Trier (Louder than Bombs). E sempre dalla Francia arriva  Marion Cotillard trasformata di Lady Macbeth (Macbeth di Justin Kurzel), Emmanuelle Bercot (Mon roi di Maiwenn) che aprirà da anche regista fuori concorso il festival e la giovane Anaïs Demoustier, attesa nel film di Valerie Donzelli, Marguerite et Julien.

Cannes 2015: fredda accoglienza per La Tête haute

Cannes 2015: fredda accoglienza per La Tête haute

Fredda accoglienza per il film d’apertura del Festival di Cannes 2015La Tête haute di Emmanuelle Bercot con  Rod Paradot, affiancato da Catherine DeneuveBenoît Magimel

La pellicola francese infatti, non ha riscosso molti applausi dalla critiche che l’ha visto stamattina. Rimanete sintonizzati con noi per la recensione.

Sarà il film francese La Tête haute di Emmanuelle Bercot ad aprire il Festival di Cannes 2015, arrivato alla sua 68° edizione. Nel cast il nuovo volto Rod Paradot, affiancato da Catherine DeneuveBenoît Magimel.

La pellicolala difficile esistenza di un giovane delinquente di nome Malony, una testa calda che un giudice minorile e un educatore tentano faticosamente di riportare sulla retta via. La Bercot è la seconda regista donna a inaugurare il Festival di Cannes. La prima fu Diane Kurys nel 1987 con Un homme amoureux.

Prodotto da Les Films du Kiosque, La Tête haute è distribuito mercoledì 13 maggio nelle sale francesi da Wild Bunch. Le vendite internazionali sono guidate da Elle Driver.

Cannes 2015: Frances McDormand e la disparità a Hollywood

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Cannes 2015: Frances McDormand e la disparità a Hollywood

“Non siamo mai state pagate proporzionalmente e questa situazione deve cambiare”. Ecco cosa ha detto Frances McDormand durante uno dei panel Women in Motion organizzati durante il Festival di Cannes da The Hollywood Reporter. L’attrice premio Oscar ha parlato, fra le varie cose, di due temi molto dibattuti in questi giorni sulla croisette: il sessismo a Hollywood e l’obbligo di indossare tacchi alti sul tappeto rosso. McDormand ha spiegato che le donne hanno sempre dovuto lavorare più duramente e con maggiore dedizione rispetto ai colleghi uomini: “Proprio come Ginger Rogers sapeva che con Fred Astaire doveva fare gli stessi passi ma all’indietro e in tacchi”.

La star ha sottolineato che frequenta Cannes da oltre 30 anni ed è sempe stato obbligatorio indossare un certo tipo di calzature: “Sono una persona che indossa più spesso scarpe comode, ma penso che siano convinti che avere delle calzature basse conduca alla rovina e si finirà per indossare sneakers sul red carpet. Ma sappiamo tutti che Roger Vivier realizza delle ballerine molto, molto più eleganti di alcune di queste scarpe che le donne indossano ora”.

Ritornando ad argomenti più seri, si è poi parlato del temine femminismo e del suo significato. L’attrice ha affermato che solo una volta ha ricevuto un compenso giusto, anche se minore di un uomo del suo stesso livello, e questo è avvenuto in occasione di Transformers 3: “Ho lavorato molto duramente per quei soldi e sono molto orgogliosa del mio lavoro. Sono felice di aver realizzato quel film e sono orgogliosa che finalmente sono stata pagata quello che mi hanno detto di valere nell’industria cinematografica. Ma quello non è niente. È comunque un decimo di quello che guadagnano gli uomini della mia età, con la mia esperienza, e la mia reputazione. Non siamo mai state pagate proporzionalmente e questa situazione deve cambiare”.

Fonte: THR

Cannes 2015: fischi per The Sea of Trees di Gus Van Sant

Cannes 2015: fischi per The Sea of Trees di Gus Van Sant

Terzo giorno al Festival di Cannes 2015 e in serata la stampa internazionale ha visto The Sea of Trees di Gus Van Sant, il film con protagonista il premio Oscar Matthew McConaughey e Naomi Watts. Purtroppo però il film ha avuto una brutta accoglienza dato che fischi buu si sono levati assordanti nella sala. Da quanto apprendiamo dal nostro inviato, un film con troppi cliché e a tratti melenso. Vi invitiamo a rimanere sintonizzati con Cinefilos per la recensione.

The Sea of Trees
The Sea of Trees

Basato su di una sceneggiatura scritta da Chris SpaldingSea of Trees vedrà protagonisti un americano (Matthew McConaughey) ed un giapponese (Ken Watanabe), uno strano duo che, conosciutosi in Giappone nella cosiddetta “Foresta dei Suicidi”, deciderà di non commettere l’insano gesto avviando un percorso riflessivo sulla vita.

Il film è attualmente in post-produzione e sarà distribuito nel 2015, ma non ha ancora una data precisa sul calendario delle uscite.

Cannes 2015: Emmanuelle Bercot inaugura il Festival, “Noi donne assolutamente integrate”

Dopo la proiezione mattutina per la stampa, arriva puntuale la conferenza stampa de La Tête Haute (per saperne di più ne parliamo nella nostra recensione). In una sala piena di sguardi curiosi, Emmanuelle Bercot fa il suo ingresso trionfale insieme al suo ragazzo prodigio Rod Paradot, Benoît Magimel, la sempre meravigliosa Catherine Deneuve, Sara Forestier e in fundus i produttori Denis Pineau-Valencienne e François Kraus. Questa sera saranno protagonisti di una serata storica, poiché per la prima volta nella storia una regista donna inaugura il Festival del Cinema più importante e imponente del mondo: “Non ci trovo nulla di strano – ha commentato la Bercot – forse in altri paesi sarebbe una scelta stramba ma in Francia la donna è integrata benissimo nell’ambiente cinematografico. Non solo, ci sono molti posti prestigiosi – solitamente in mano agli uomini – affidati a delle donne nel mondo del lavoro, nella stessa competizione di questo Festival ci sono due donne registe. Certo, siamo in minoranza, ma è una questione di statistica, niente di scandaloso.”

Una scelta che ha creato nell’ambiente molta sorpresa, lontani infatti dalla tradizione, che vede grandi produzioni (spesso anche holliwoodiane) dare inizio alla kermesse, questa volta si è optato per un prodotto impegnato, duro emotivamente, che porterà il pubblico all’interno di istituti correttivi e aule di tribunale. Catherine Deneuve veste i difficili panni di un giudice, per lei un ruolo piuttosto insolito: “Ho assistito a molte udienze per prepararmi al meglio, le avevo sempre viste in televisione o raccontate sui giornali ma assistere dal vivo è stato incredibile. Il mestiere del giudice è molto più brutale di quanto immaginassi. Bisogna avere la vocazione per farlo, molti ragazzi sono davvero aggressivi come il ragazzo del film, non è affatto facile.” Durezza che traspare completamente dai tratti severi del suo personaggio, simbolo di saggezza che muove i fili della giustizia. Ago della bilancia di una sceneggiatura a tratti difficile per gli stomaci più sensibili: “Quando ho letto la sceneggiatura ho pianto, regala davvero una speranza a chi guarda. Una speranza oltre la violenza, con l’aiuto dell’amore” ha commentato Sara Forestier.

Del resto stiamo parlando di un film estremamente emotivo, che a molta stampa ha ricordato I 400 Colpi di François Truffaut: “Non ho pensato esplicitamente al film di Truffaut per questo progetto, avevo piuttosto voglia di fare film luminoso, di creare un contrasto fra la luce degli scenari e l’animo, la vita del personaggio.” Ma quanto c’è di vero, nel film, quanto possiamo ritrovarci la società di oggi? “Ovviamente è un film di finzione, la storia non si ispira a un personaggio esistente, però dentro c’è tantissima ricerca documentaria, il racconto si avvicina davvero molto alla realtà.” Ci si avvicina anche grazie alla splendida interpretazione di Rod Paradot: “La cosa più difficile è stata lavorare con attori così talentuosi, ma soprattutto impersonare Malony, sono davvero lontano da lui e c’è voluto davvero tanto lavoro. Sono fiero di me quando riguardo il film, ma sto attento a tenere ‘la testa alta’, potrei sentire freddo.”

Cannes 2015: Emma Stone e l’uragano Woody Allen fra filosofia e cabaret

E il terzo giorno arrivò Woody Allen. Il regista di Manhattan ha portato sulla Croisette il suo nuovo Irrational Man, una commedia con sfumature noir che ha messo d’accordo positivamente quasi tutta la stampa internazionale. Con lui una dei protagonisti del film, una incantevole Emma Stone in un abitino nero piuttosto generoso che poco ha lasciato all’immaginazione, alzando notevolmente la temperatura della sala conferenze del Festival di Cannes. L’incontro è uno di quelli imperdibili, poiché Allen – nonostante i suoi 79 anni – ha ancora uno spirito e una grinta da fare invidia, ha infatti trasformato il tutto in un cabaret con tanto di fragorose risate – quasi continue – dei fortunati giornalisti riusciti a entrare. Per farvi entrare nel mood vi riproponiamo la prima domanda con tanto di risposta a tema: “Signor Allen, ha spesso scritto e girato film in cui i personaggi uccidono qualcuno. Lei ha mai pensato di uccidere?” “Certo, anche mentre stava parlando…”. Primo Levi, campi di concentramento e Kant a parte, è stata una continua risata.

“Ho scritto Irrational Man perché arriva sempre il punto in cui si pensa ‘cavolo, che succederebbe se prendessi questa decisione?’, tutti facciamo scelte. Ovviamente è meglio fare scelte giuste, il protagonista del film fa una scelta irrazionale ma in fondo è tutto relativo, anche molte cose che scegliamo di fare nella vita reale non hanno molto senso. Le persone sono sempre alla ricerca di qualcosa che dia un significato alla loro vita, i religiosi per esempio. Fanno scelte irrazionali per assicurarsi un posto in paradiso, non meno folli della scelta di Abe nel film. Io la vedo così.” (risate) Un Allen estremamente ironico e convinto, che ha considerato il tema del suo nuovo lavoro come un’idea banale in realtà, che si può trovare su qualsiasi giornale di cronaca: “Se leggete un giornale certamente trovate ogni tipo di nefandezza, coppie che si tradiscono, gente che si uccide, è assolutamente normale. Tutta la più grande letteratura è così, Anna Karenina, Guerra e Pace, e la gente ama sentire e vedere queste cose al cinema come a teatro. Siamo oltre Shakespeare.”

Difficile dargli torto, del resto chi meglio di lui conosce quello che il pubblico vuole dopo decenni di grandissima carriera. Ma si impara ancora dal proprio lavoro, dopo così tanto tempo? “Non impari tante cose girando film. O meglio, impari tantissimo durante i primi due, tre film al massimo, giusto le cose tecniche basilari, il resto si impara in modo naturale vivendo e non c’è nulla e nessuno che può insegnarti. È anche per questo che non rivedo mai i miei film, sono certo che ora troverei solo gli errori, vedrei solo le cose che potrei migliorare. Charlie Chaplin studiava tutto quello che girava, a volte cambiava, ricominciava, allora era più semplice rimettere su un set e avere gli attori, adesso costerebbe troppo quindi neanche ci penso. Però sono sicuro che rigirerei tutto, avendo gli stessi attori e le stesse location. Tornando alla domanda principale: si impara dalla vita, fondamentalmente, che è piena di lezioni. Basta un attimo per trovarsi faccia a faccia con la morte, basta poco per farci cambiare abitudini di vita.”

Non solo cinema però, come molti di voi sapranno Woody Allen ha anche firmato con Amazon per una nuova serie TV, come procedono i lavori? “Non ne ho la minima idea, non so cosa sto facendo, è stata davvero una leggerezza impegnarmi con loro. Pensavo fosse facile come girare un film, invece qui si hanno ore e ore da scrivere e girare. Non è un’ora e mezza..! Sono davvero perduto, sarà un grande imbarazzo quando uscirà.” (ancora risate generali) Se il piccolo schermo mette così in difficoltà il regista, come se la caverà mai con le grandi domande della vita? “Rispondo facendo film. Viviamo in un universo random vivendo una vita random, tutti moriremo prima o poi e ogni cosa che abbiamo fatto scomparirà. È successo a Beethoven, a Shakespeare, capiterà a tutti. L’unico modo per non pensarci è distrarsi; la gente si distrae con le partite di baseball, con gli stessi film, io per distrarmi li scrivo e li giro continuamente. Non importa se faccio brutti film, è importante distrarsi. Così non penso a quando morirò, a quando sarò vecchio e decrepito in un futuro molto lontano.” (fischi e applausi)

Signor Allen, nonostante tutto è diventato il regista che voleva diventare? “No, volevo diventare un regista serio, il mio mito è Ingmar Bergman. Però la comicità è arrivata come un dono e ho dovuto adattarmi, mi hanno sempre pagato per questo, non mi avrebbero dato un centesimo per scrivere roba seria. Devo essere divertente e va bene così.” Touché.

Cannes 2015: ecco il palmarès con tutti i vincitori

Cannes 2015: ecco il palmarès con tutti i vincitori

Ecco il palmarès della 68esima edizione del Festival di Cannes. L’adizione di quest’anno ha sulla montèe de Marches una buona qualità e forse qualche delusione, ma nel complesso, grazie anche alla classica massiccia presenza di star, Cannes 2015 sarà una delle edizione “buone” della kermesse. Davvero peccato per gli italiani in Concorso con tre ottimi film,che tornano in patria a bocca asciutta.

bergman-cannes2015Ecco i vincitori:

La Palma d’oro: Dheepan di Jacques Audiard
Il Grand Prix Speciale della Giuria: Saul Fia di Làszlò Nemes
Il Prix d’interprétation masculine: Vincent Lindon per La Loi du Marché
Il Prix d’interprétation féminine: ex aequo Rooney Mara per Carol e Emmanuelle Bercot per Mon Roi
Il Prix de la mise en scène: Hou Hsiao-Hsien per The Assassin
Il Prix du scénario: Chronic di Michel Franco
Il Premio della giuria: The Lobster di Yorgos Lanthimos

La Caméra d’or (opera prima): La Tierras y la Sombras

Qui trovate tutte le foto dai photocall e dai red carpet dell’edizione 2015, mentre a questo link il nostro speciale di Cannes 2015 con recensioni, articoli di approfondimento e conferenze stampa dei film.

Cannes 2015: divide Sicario di Villeneuve con Emily Blunt

Cannes 2015: divide Sicario di Villeneuve con Emily Blunt

E’ stato proiettato questa mattina alla stampa internazionale al Festival di Cannes 2015 Sicario, il nuovo atteso film di Denis Villeneuve, con protagonisti Emily Blunt, Benicio del Toro e Josh Brolin. Da quanto apprendiamo l’accoglienza è stata contrastante dato che ci sono stati da una parte applausi e dall’altra buu.

Rimanete sintonizzati con noi per la recensione del film. Sicario è scritta da Taylor Sheridan ed è ambientato nelle pericolose aree di confine tra gli Stati Uniti e il Messico esposte ai traffici internazionali di droga. Al centro ci sarà l’idealistica agente dell’Fbi incarnata da Emily Blunt, ingaggiata da una task force del governo formata da Del Toro e Brolin, per sgominare un boss messicano del cartello della droga.

Cannes 2015: cinque titoli che puntano agli Oscar

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Carol, Inside Out, Sicario, Amy e Son of Saul. Variety si è divertito a segnalare cinque titoli presentati nel corso del Festival di Cannes 2015 che punteranno quasi sicuramente ai prossimi Oscar. La Croisette, si sa, è un’eccellente vetrina e, come dimostra l’esempio di Foxcatcher, può essere un buon punto di partenza per la stagione dei premi che animerà l’autunno caldo del cinema.

carol1Variety segnala innanzitutto Carol di Todd Haynes come uno dei frontrunner degli Academy Awards, in uscita a dicembre negli Usa. È il melodramma firmato dal regista di Io non sono qui uno dei titoli più agguerriti con cui Harvey Weinstein può sbaragliare la concorrenza, portando alla nomination non solo il film, il regista, ma anche la sceneggiatrice Phyllis Nagy (che ha adattato l’omonimo romanzo di Patricia Highsmith) e soprattutto le eccellenti interpreti: Cate Blanchett (sarebbe la settima nomina con 2 vittorie all’attivo) e Rooney Mara, che potrebbe però essere inserita nella corsa per la migliore attrice non protagonista. Oscar buzz anche per Emily Blunt, che potrebbe arrivare a conquistare finalmente una nomination come miglior attrice protagonista grazie al ruolo di agente dell’FBI nel solido Sicario di Denis Villeneuve, nelle sale americane a settembre.

insideout2Onori e gloria per Inside Out della Disney Pixar che, secondo Variety, mira alla nomination come miglior film dopo quella ottenuta anni fa per Up. Un traguardo assolutamente alla portata, soprattutto se i posti disponibili saranno sempre più di 5. I documentari dedicati ai personaggi famosi non sembrano mai convincere appieno l’Academy, ma il progetto di Asif Kapadia su Amy Winehouse potrebbe riuscire nell’impresa. Molto probabile anche l’inserimento nella categoria del miglior film straniero dell’acclamato Son of Saul, primo sforzo alla regia di Laszlo Nemes, dramma sull’Olocausto acquisito dalla Sony Pictures Classics.

Fonte: Variety

Cannes 2015: Charlize Theron, George Miller e Tom Hardy presentano Mad Max Fury Road

Ieri 14 maggio il Festival di Cannes 2015 ha ufficialmente aperto i battenti, e lo ha fatto simbolicamente con una donna (per la prima volta nella sua storia) e un film decisamente impegnato, lontano dagli sfarzi della tradizione. La mancanza del grande titolo hollywoodiano e glamour si è fatta sentire, ma giusto per poche ore. Oggi a precipitare sul Festival come una bomba termonucleare è Mad Max Fury Road del maestro George Miller, che riprende il franchise dopo trent’anni. Con lui sulla Croisette anche i protagonisti Tom Hardy, l’ultraterrena Charlize Theron e Nicholas Hoult.

“Non avevo intenzione di realizzare un nuovo film di Mad Max, però l’idea si è insinuata nella mia testa, si è imposta e ora eccoci qui” ha esordito Miller. “Più che di un vero e proprio film possiamo parlare di una Graphic Novel, perché quasi non esiste una sceneggiatura, ci sono invece oltre 5000 storyboards. Storyboards che raccontano le scene, che dicono dove le macchine devono girare e dove deve stare la camera per filmare. È un processo piuttosto atipico per girare un film ma è necessario. Anche perché tutto è girato con macchine vere e attori veri in mezzo al deserto, nel quale siamo rimasti sette mesi.” Il processo sarà anche strambo, ma sullo schermo funziona in modo davvero clamoroso, un’autentica esplosione dinamica che rende Mad Max Fury Road un action movie imperdibile per gli amanti del genere. Certo resta il dubbio su dove collocare il film all’interno della serie, non è chiaro se sia un reboot, un sequel o chissà cos’altro, almeno finché non lo si chiede al regista: “Direi che si tratta semplicemente di un episodio della saga, non ci sono obbligazioni temporali”. Dunque questione chiusa.

Un ruolo fondamentale nel film è giocato anche dalla colonna sonora: “Molti film d’azione possono essere definiti ‘musica visuale’, poiché la musica è così connessa con le immagini che si fondono in una cosa sola. È logico anche trovare su uno dei truck del film un chitarrista supportato da una barriera di amplificatori alle spalle. C’è sempre della musica in guerra, serve per fomentare la battaglia ma non solo, la chitarra del musicista è in realtà anche un’arma, un lanciafiamme, è un personaggio che cresce durante il film.” Il chitarrista metallaro che guida i compagni alla battaglia è solo uno degli elementi del film, del quale esistono 400 ore di materiale girato..! Ogni setup aveva dalle 3 alle 15 camere, ci sono voluti due anni di riprese, dieci ore al giorno per sei giorni a settimana, non contiamo neppure le settimane passate in studio di montaggio, è stato difficile far entrare tutto in due ore soltanto” ha raccontato la moglie del regista, presente in conferenza stampa.

Ma come hanno reagito i protagonisti alla visione del film finito? “È stato spettacolare vedere tutti quei mezzi in azione” ha detto Tom Hardy, “George è un maestro assoluto del genere, la mia reazione è stata ‘Oh mio Dio’, non riuscivo a pensare ad altro”. Non troppo distante la reazione di Charlize Theron: “Mi ha letteralmente spazzato via, ero in un teatro al buio e non riuscivo a realizzare che fossi proprio io sullo schermo, così diversa, hanno fatto un lavoro di post-produzione incredibile.”

Vedremo presto un nuovo capitolo? Purtroppo no, almeno per ora: “Immaginate di aver partorito un neonato piuttosto grosso, diciamo che non mi sono ancora ripreso del tutto, ho bisogno di tempo.” Speriamo che Miller cambi idea..!

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