Ecco le foto dal set di Rush,
ultima fatica del regista Ron Howard, ambientato nel mondo della
Formula 1 e incentrato sulla storica rivalità dei due campioni Niki
Lauda e James Hunt.
E’ stato lo stesso Howard a
diffonde numerosissime foto sul suo Twitter.
Ecco la trama del film: Il racconto
di una delle più celebri rivalità sportive della storia, quella tra
i piloti di Formula 1 James Hunt e Niki Lauda. Nato da un ambiente
privelgiato, carismatico e affascinante, Hunt non poteva essere più
diverso dal metodico e riservato Lauda: la loro rivalità nacque fin
dai tempi della Formual 3 e continuò per anni, fermata nemmeno dal
terribile incidente che vide protagonista Lauda nel 1976 al
Nürburgring. Il film nasce da un soggetto di Peter
Morgan, autore anche della sceneggiatura, ed è prodotto da
Ron Howard stesso con la sua Imagine Brian Grazer,
insieme a Brian Oliver della Cross Creek e
Tim Bevan e Eric Fellner della
Working Title.
Il trailer del film dei
Manetti Bros, L’ARRIVO DI WANG, che sarà in sala dal 9 marzo
distribuito da Iris Film. Il film racconta di Gaia, un’interprete
di cinese, che viene chiamata per una traduzione urgentissima e
segretissima. Si troverà di fronte Curti, un agente privo di
scrupoli che deve interrogare un fantomatico signor Wang. Per la
segretezza l’interrogatorio viene fatto al buio e Gaia non riesce a
tradurre bene…Quando la luce viene accesa, Gaia scoprirà perché
l’identità del signor Wang veniva tenuta segreta. Una scoperta che
cambierà per sempre la sua vita…e non solo.
Il post-apocalittico è
un genere parecchio sottovalutato e poco studiato, specialmente in
Italia, dove non è affatto facile reperire una bibliografia
adeguata che consenta di esplorare il filone a 360°.
Il regista e attore tunisino Abdellatif Kechiche, dalla prossima
primavera alle prese con l’adattamento cinematografico di un
graphic novel di Julie Maroh, ha chiamato alla sua corte
Jonah Hill e James Franco
insieme sulle scene del film ispirato a True Story: Murder,
Memoir, Mea Culpa del giornalista Michael Finkel. Diretto da
un Rupert Goold al suo debutto
La Walt Disney, in trattative con la Ruby
Films per acquistare i diritti di Saving Mr.
Banks, la pellicola ispirata al rapporto conflittuale
tra la Walt Disney e l’autrice del
Sono appena terminate a Roma le
riprese del film Gli Equilibristi di Ivano De Matteo, tratto
da un soggetto di Valentina Ferlan e scritto da quest’ultima
con Ivano De Matteo. Il cast del film vede protagonisti Valerio
Mastrandrea e Barbora Bobulova, insieme a Maurizio Casagrande,
Rolando Ravello, Rosabel Laurenti Sellers e Grazia Schiavo.
Arriva al cinema distribuito da
Universal Pictures, Safe House – Nessuno è al
sicuro l’action movie diretto da Daniel
Espinosa, con protagonisti Ryan Reynolds e Denzel Washington. Matt Weston è un
giovane agente CIA, vorrebbe far carriera, vedere un po’ d’azione,
giocare allo 007. Invece suo malgrado è confinato in una safe
house, un’abitazione blindata in cui dovrebbero essere
‘ospiti’ i super criminali sorvegliati dall’agenzia. Tuttavia la
sua safe house è vuota da 12 mesi e lui smania per un po’
d’azione.
In Safe House – Nessuno è
al sicuroTobin Frost è un ex agente
CIA, uno che ha riscritto i termini degli interrogatori all’interno
dell’agenzia, che è diventato leggenda prima come agente scelto,
poi come traditore e venditore di informazioni riservate. Tobin si
consegna e viene collocato nella di Matt per essere ‘interrogato’.
Ma qualcosa va storto e il novellino Matt si trova a dover ‘badare’
al veterano Tobin fino al recupero previsto solo dopo 18 ore.
Neanche a dirlo Frost non è un docile agnellino, e così trascina
Weston in un folle inseguimento a colpi di pistola, sul filo del
miracolo balistico attraverso una Città del Capo, assolata, umida e
caotica.
Safe House – Nessuno è al sicuro, il film
Safe Huose – nessuno è al
sicuro vede l’esordio hollywoodiano di Daniel
Espinoza che fa un’ottima figura raccontando la storia con
grande personalità, privilegiando la macchina a mano e i primissimi
piani di due protagonisti sudati stanchi e insanguinati. Se da un
lato Denzel Washington rientra nella definizione di
‘bravissimo’, la vera sorpresa è quella che ci fa Ryan
Reynolds. Dimenticate le espressioni attonite e fisse
di Lanterna Verde, perché qui il giovane attore ha trovato il suo
posto sul set, ha trovato il personaggio e sicuramente ha offerto
la sua migliore performance ad oggi. Sarà merito compagni di set di
così alto livello? Accanto a Washington nel film compaiono anche
Vera Farmiga, ormai fossilizzata in ruoli in divisa,
Brendan Gleeson, il bravissimo attore irlandese
sempre più presente sugli schermi, Sam Shepard in
tutta la sua storica mole cinematografica.
Gran parte del lavoro d’atmosfera
di questo action tachicardico è da attribuire al direttore della
fotografia, Oliver Wood, che ne sa qualcosa di agenti in fuga dal
momento che ha collaborato alla trilogia di Bourne. A metà film la
trama vira verso il classico tema del tradimento, della fedeltà ad
una causa e dell’inquietante mondo dello spionaggio internazionale.
Nulla di più ritrito ma allo stesso tempo nulla di più adatto per
tenere l’attenzione alta: scoprire chi ha tradito chi e soprattutto
fino a che punto si può considerare tradimento quello che viene
fatto ai danni di altri traditori. La questione, che alla fine
determina un finale alla The Departed, porta a giusto compimento la
parabola ascendente del protagonista, che probabilmente nella vita
reale sarebbe sprofondato. Safe House – Nessuno è al
sicuro si rivela un prodotto sopra la media, ben
interpretato, ben scritto ma soprattutto ben girato da
un’esordiente a Hollywood che farà (lo speriamo) ancora parlare di
sé.
Arriverà nelle sale
italiane nel marzo 2012 il quarto episodio della serie
American Pie: ancora insieme.
A distanza di tredici anni
dall’uscita del primo episodio, si riunisce il cast originale al
completo. I protagonisti fanno ritorno nella cittadina di East
Great Falls per partecipare ad una riunione dei compagni delle
scuole superiori. Durante questo weekend molto atteso si scoprirà
cosa e chi è cambiato, chi è rimasto sempre lo stesso e soprattutto
che la distanza e il tempo non rompono un legame di amicizia forte
come quello dei protagonisti.
Venerdì 2 marzo – The
Woman in Black: Dalla Londra in cui vive con il
figlioletto di tre anni e una governante, l’avvocato Arthur Kipps
si reca per conto del suo studio legale in uno sperduto villaggio
della brughiera inglese al fine di sbrigare alcune questioni legate
a Eal Marsh House. Che la tetra e isolata magione spaventi a morte
gli abitanti del luogo appare subito chiaro dalla diffidenza
dimostratagli così come da una diffusa ritrosia a parlare di una
spaventosa leggenda temuta da tutti. A sue spese, Kipps decide di
andare a fondo in un groviglio di paura e dolore in cui le
apparizioni di una donna in nero sembrano strettamente connesse
alla morte improvvisa di alcuni bambini.
Opera prima di Drew Goddard
(già produttore e sceneggiatore di Cloverfield e delle serie tv
Alias e Lost), scritto a quattro mani con Joss Whedon (padre di
Buffy l’ammazzavampiri e Angel, regista di The Avengers) che ne è
anche produttore, l’attesissimo, allucinante horror THE CABIN IN
THE WOODS uscirà nelle sale italiane il 13 aprile in contemporanea
con gli USA, distribuito da M2 Pictures.
Nel cast Chris Hemsworth (Thor), Jesse Williams (star
di Gray’s Anatomy), Richard Jenkins, Bradley Whitford, Kristen
Connolly e in un cameo anche Sigourney Weaver. Un gruppo di amici,
in vacanza in un cottage isolato fra i boschi, deve improvvisamente
affrontare una minaccia di origine sconosciuta. Una pellicola che,
dichiara Goddard: “metterà la parola fine a tutti gli altri horror
sulle case stregate”.
La furia dei titani (Wrath of the
Titans) è un film previsto per il 2012 diretto da Jonathan
Liebesman, sequel di Scontro tra titani del 2010. Già nel
marzo del 2010 si è iniziato a parlare di un sequel, ancora prima
dell’uscita nelle sale di Scontro tra titani. Ad aprile 2010 è
stato comunicato che il regista Louis Leterrier
non avrebbe diretto il sequel, ma che sarebbe stato produttore
esecutivo della pellicola.
Lo sceneggiatore Greg
Berlanti ha iniziato a scrivere una storia, ma nel giugno
2010, la Warner Bros. ha assunto David Leslie Johnson e Dan Mazeau
per scrivere la sceneggiatura. Inoltre viene comunicato che il film
sarà girato direttamente in 3D, e non successivamente convertito.
Nel mese di agosto 2010, il The Hollywood Reporter annuncia che
Jonathan Liebesman ha firmato un accordo per dirigere il
sequel.
Nel settembre del 2010, Liebesman
ha confermato la presenza di Sam Worthington,Ralph
Fiennes e Liam
Neeson anche nel sequel. Al cast si aggiungono
Bill Nighy nel ruolo di Efesto, Toby Kebbell, nel ruolo di Agenore,
e Édgar Ramírez nei panni del Dio della guerra Ares,
precedentemente interpretato da Tamer Hassan. Per il ruolo di
Andromeda, interpretato da
Alexa Davalos in Scontro tra titani, si è fatto il
nome di varie attrici, tra cui Hayley Atwell, Janet Montgomery,
Dominique McElligott e Clémence Poésy. Infine la parte è stata
assegnata a Rosamund Pike. Le riprese sono iniziate il 23 marzo
2011, negli studi di fuori Londra. Successivamente le riprese hanno
avuto luogo a Surrey, Inghilterra, e nelle Isole Canarie, più
precisamente sulle isole di Tenerife e La Gomera. Il film verrà
distribuito negli Stati Uniti, Regno Unito e Italia il 30 marzo
2012.
Ecco il Trailer Italiano del film “ROCK OF
AGES”, tratto dal grande successo di Broadway, che uscirà il 22
giugno, distribuito da Warner Bros. Pictures Italia. Fra i
protagonisti del film diretto da Adam Shankman: Tom
Cruise, nel ruolo di una rockstar anni 80, Julianne Hough,
Diego Boneta, Paul Giamatti, Russell Brand, Mary J. Blige, Malin
Akerman, Bryan Cranston, Catherine Zeta-Jones, Alec Baldwin.
“Rock of Ages” racconta la storia di Sherrie, una giovane
ragazza che lascia la sua sperduta cittadina nel kansas per
inseguire i suoi sogni a Los Angeles. Il suo incontro con Drew, un
ragazzo che sogna di diventare una rockstar, cambierà per sempre la
sua vita.
La loro storia d’amore rock ‘n’ roll è raccontata attraverso
i grandi successi di: Def Leppard, Joan Jett, Journey, Foreigner,
Bon Jovi, Night Ranger, REO Speedwagon, Pat Benatar, Twisted
Sister, Poison, Whitesnake, e altri.
Lucky Red presenta KILLER ELITE, film di Gary
McKendry con Jason Statham, Clive Owen e Robert De Niro.
SINOSSI
Danny (Jason Statham) è un killer e, insieme al suo mentore e amico
Hunter (Robert De Niro) e ad un ristretto gruppo di fedelissimi,
uccide su commissione. Ormai stanco della sua spietata professione
di mercenario, Danny si ritira in luogo privato, lontano dalle
brutalità commesse e alla ricerca di una serenità mai avuta
precedentemente. Quando però scopre che Hunter è prigioniero del
sultano dell’Oman, abbandona tutto per salvarlo. Il costo della
vita dell’amico è molto alto. Per liberarlo, infatti, dovrà
accettare un compito molto difficile: vendicare la morte dei figli
del sultano, uccisi per mano di alcuni ex membri dei SAS (Servizi
Aerei Speciali Britannici) durante la segreta Guerra dell’Oman.
L’impresa si complica ulteriormente quando Danny scopre che i suoi
bersagli sono protetti da una squadra clandestina di uomini
spietati: i “Feather Men”, capitanati da Spike (Clive Owen), ex SAS
assetato di combattere una nuova guerra. Danny con la sua squadra e
Spike con i suoi “Feather Men” sono missili la cui traiettoria è
destinata a scontrarsi, ciascuno pronto a battersi per ciò che
ritiene giusto. KILLER ELITE è la storia della loro guerra segreta,
combattuta dalla Gran Bretagna all’Oman, da Parigi
all’Australia.
KILLER ELITE è tratto dal romanzo di Ranulph Fiennes The Feather
Men e arriverà nelle sale italiane il 20 aprile.
Red Carpet –
Atmosfera strabiliante, luci e colori, sfarzo e profusione,
lustrini e magnificenza e tanta sontuosa eleganza sul tappeto rosso
della notte degli Oscar! In un disteso e
glorioso défilé, da degne protagoniste dell’ambito red carpet, le
star hanno generosamente dato spettacolo della loro bellezza,
eleganza, fascino, vanità.
Red Carpet –
Rosso, bianco, nero, oro, i colori prevalenti degli abiti scelti
dalle star. Strascichi, accessori ricchi e luminosi, acconciature
sobrie ovvero frivole. E qualche nota stonata, che non manca quasi
per nessuno.
Rosso su Red
Carpet per Natalie Portman,
Emma Stone e Michelle Williams.
La prima, in un lungo abito vintage Christian Dior del ’54 e adornata
di un collier di diamanti Harry Winston, mostra una indiscutibile
naturale bellezza classica sciupata appena, forse, da una
acconciatura poco morbida. Diamanti anche per Emma
Stone, che attinge dalla collezione Louis Vuitton High Jewelry e veste un
Giambattista Valli rosso fuoco, con strascico discreto e una larga
cravatta a fiocco, indubbiamente meno discreta. Per
Michelle Williams infine, un abito firmato Louis
Vuitton accompagnato da una pochette Bottega Veneta
disarmonicamente rosa e un girocollo in diamanti Fred Leighton.
Bianco, invece, il colore scelto da
Jennifer Lopez, Cameron Diaz, Rooney Mara, Gwyneth Paltrow,
Octavia Spencer, Milla Jovovich. In stile supersexy
Jennifer Lopez, con un abito Zuhair Murad che,
mettendole ampiamente in risalto le curve, le dona le sembianze di
una sirena. Note stonate, l’acconciatura piuttosto seria e rigida e
l’effetto vedo-non vedo dell’abito. Coordinata alla
co-presentatrice Jennifer Lopez, Cameron
Diaz veste un Gucci Premiere e indossa gioielli
Tiffany & Co.. Di Givenchy Couture è
l’abito di Rooney Mara, spoglia di accessori e
dallo stile severo dell’acconciatura. Una austera ma bellissima
Gwyneth Paltrow veste Tom Ford, un’elegante
Octavia Spencer sceglie un prezioso e lumioso
Tadashi Shoji, mentre un’affascinante Milla
Jovovich attinge da Elie Saab Couture.
Fuori dal coro per la scelta del
colore, si è contraddistinta una Penelope Cruz in
stile fiabesco con un lungo abito color grigio perla Giorgio
Armani. Bellissima, adornata di diamanti Chopard, si è presentata
con un’acconciatura e trucco anni cinquanta. Fuori dal coro anche
Viola Davis, in un abito verde smeraldo Vera Wang.
Per Sandra Bullock un Marchesa bianco-nero-dorato
lungo, asciutto e semplice si è rivelato piuttosto dissonante con
la sua figura, come pure l’austera acconciatura.
Nero invece per Rose
Byrne, in un Vivienne Westwood di paillettes e gioielli
Chanel. E nero per una splendida Angelina
Jolie in elegante abito Versace dal lungo spacco e bustier
asimmetrico, un’acconciatura naturale e morbida, e il sorriso
smagliante contornato dall’immancabile rossetto rosso. Il tutto
armoniosamente in sintonia con il red carpet.
A chi dunque la statuetta per
l’eleganza da tappeto rosso?
Se l’eleganza è, come professa
Valentino, l’equilibrio tra proporzioni, emozione e sorpresa, chi è
riuscito a ben mescolare questi elementi la notte scorsa? Molto
probabilmente la statuetta non cadrebbe nelle mani di Sandra
Bullock, come di Jennifer Lopez o Rooney Mara. Come forse nemmeno
in quelle di Michelle Williams o Cameron Diaz … Allora forse in
quelle della regale Penelope Cruz con il suo abito da fiaba? O di
Angelina Jolie con la sua naturale bellezza e l’innata
eleganza?
Buon fine settimana per le novità
che si piazzano sul podio: Viaggio nell’isola
misteriosa è primo, ma la migliore media è di
Quasi amici, subito dietro. Terza
posizione per In Time, mentre le altre
new entry non sfondano…
Sul fronte degli incassi italiani,
il week-end che si è appena concluso con la proclamazione dei
vincitori agli Academy Awards non ha ovviamente beneficiato della
risonanza della magica notte del cinema: soltanto a partire dai
feriali si potrà parlare di quanto i vincitori degli Oscar
attireranno un pubblico maggiore per via della visibilità ottenuta
dai premi conquistati qualche ora fa; potremo quindi fare un
bilancio soltanto il prossimo fine settimana.
Negli ultimi tre giorni al box
office italiano si è registrato un testa a testa fra due new entry.
Si tratta di Viaggio nell’isola
misteriosa, che apre in prima posizione con 1,6
milioni di euro, e Quasi amici. La
brillante commedia francese campione d’incassi in patria debutta al
secondo posto con 1,5 milioni incassati in un centinaio di sale in
meno rispetto al film per famiglie con Dwayne Johnson e senza
beneficiare del 3D, ottenendo così la migliore media della top10.
Il passaparola potrebbe inoltre garantire un’ottima tenuta nei
prossimi giorni.
Scende al terzo posto
In Time, giunto a 2,7 milioni con altri
797.000 euro. Segue Paradiso amaro (Oscar
per la migliore sceneggiatura non originale), che ottiene altri
722.000 euro per 2,2 milioni complessivi.
Com’è bello far
l’amore scende in quinta posizione con 717.000 euro,
giungendo a quota 6,1 milioni. Subito dietro Hugo
Cabret, consacrato da 5 Oscar tecnici, che arriva a
6,1 milioni con altri 500.000 euro.
Seguono tre new entry che ottengono
risultati discreti. Knockout – resa dei
conti apre al settimo posto con 434.000 euro, seguito
da Hysteria (271.000 euro), presentato
all’ultimo Festival del Film di Roma, e Un giorno
questo dolore ti sarà utile, con appena 218.000
euro.
Chiude la top10 War
Horse, rimasto a mani vuote a Los Angeles, arrivato a
961.000 euro complessivi con altri 211.000 euro.
Il magnifico poker d’attori che ieri
notte è tornato a casa con la statuetta sotto al braccio non poteva
essere meglio assortito e di maggiore qualità artistica. Vediamoli
insieme nei loro discorsi da Oscar!
Uscito nel 2008, The Host
(L’Ospite), ha rappresentato l’abbandono da parte di Stephanie
Meyer degli scenari vampireschi per esplorare territori più alieni.
Come era prevedibile, il romanzo avrà presto un adattamento per il
grande schermo, che sarà diretto da Andrew Niccol (Gattaca, Lord Of
War, In Time).
Frances Fisher (il cui ruolo più
conosciuto, in una carriera nella quale ha alternato cinema
televisione, è stato forse quello della madre di Kate Winslet in
Titanic) è la più recente aggiunta a un cast che vedrà Saoirse
Ronan (Hanna) nel ruolo della protagonista affiancata tra gli altri
da William Hurt, Diane Kruger e Jake Abel. Il film è ambientato
trai pochi terrestri sopravvissuti a un particolare tipo di
invasione aliena, quella delle Anime, che prendono possesso degli
abitanti dei paesi da loro visitati per condurli a una vita
pacifica. La protagonista si rivelerà particolarmente ‘resistente’
all’influenza aliena, cercando di convivere assieme a un piccolo
gruppo di ribelli. Le riprese del film sono appena cominciate;
l’uscita è prevista alla fine di marzo 2013.
Si intitola Out Of The Furnace il
nuovo film diretto da Scott Cooper (Crazy Heart) su una
sceneggiatura di Brad Ingelsby. Il progetto, appartenente al filone
dei ‘film di vendetta’ aveva in precedenza attirato l’attenzione di
Ridley Scott e Leonardo DiCaprio, sebbene il
coinvolgimento dei due sia poi sfumato. Dopo aver trovato il
regista, è ora la volta del cast: Christian Bale sarà il protagonista
che, uscito dal carcere dopo quattro anni di prigionia, si
metterà al ricerca degli assassini del fratello minore.
Scott Cooper ha preso le redini del
film nell’aprile 2011, riscrivendo la scenggiatura in base alle
proprie esigenze; trai nomi che circolano attorno al progetto vi è
quello di Viggo Mortensen, che potrebbe interpretare il ‘cattivo’
della situazione, mentre per il fratello del protagonista sembra
che Cooper stia valutando, tra gli altri Casey Affleck, Garett
Hedlund, Taylor Kitsch e Channing Tatum; al film potrebbe inoltre
partecipare anche Robert Duvall. Christian Bale sarà presto sugli
schermi con The Dark Knight Rises e, in
seguito, nei due nuovi film di Terrence Malick, Lawless e
Knight Of Cups.
Giugno si avvicina, e con esso
l’uscita di Prometheus,
ritorno di Ridley Scott a territori spaziali con quello che
sarà una sorta di prequel di Alien; della partita sarà anche Guy
Pearce, che ha affermato recentemente che il suo sarà un ruolo
marginale: il personaggio da lui interpretato si chiamerà Peter
Weyland, e sarà il proprietario dell’astronave da cui il film
prende il nome.
Il cognome non risulterà nuovo ai
patiti di Alien: Weyland-Yutani è infatti il nome della corporation
che ricorre nei vari film della saga: in Aliens ad esempio Carte
Burke, uno dei responsabili della compagnia, era interpretato da
Paul Reiser, mentre in Aliens vs Predator Lance Henriksen vestiva i
panni del fondatore della compagnia.
Si intitola La donna invisibile, ma
non è l’ennesimo film dedicato ai fumetti della Marvel: si tratta invece del film
dedicato a Charles Dickens, del quale quest’anno ricorre il
bicentenario della nascita. L’occasione era fin troppo ghiotta, e
infatti nel corso dell’anno fioccheranno i progetti dedicati allo
scrittore e alla sua opera; tra questi, particolarmente atteso
l’adattamento di Grandi Speranze, diretto da Mike Newell e, appunto
The Invisible Woman, diretto da Rlph Fiennes che sarà anche davanti
alle telecamere, nel ruolo dello stesso Dickens.
Al progetto si è unito recentemente
anche Tom Hollander che interpreterà Wilkie Collins, amico e
collaboratore del creatore di Oliver Twist. Il titolo del film è un
riferimento a Ellen ‘Nelly’ Ternan, attrice con la quale Dickens
ebbe una relazione nell’ultima parte della propria vita, lasciando
per questa la moglie. Relazione ‘scandalosa’ sia per la professione
della donna (ai tempi il lavoro di attrice era ben poco
considerato, anzi…), sia per la giovane età (la Ternan era più
giovane di un anno della figlia maggiore dello scrittore). La
relazione venne tenuta segreta praticamente per tutta la sua
durata, visto che se fosse venuta alla luce avrebbe gettato ancora
più discredito sulla donna, diventando nota solo dopo la morte di
Dickens. Il ruolo della Ternan sarà interpretato da Felicity Jones,
mentre Kristin Scott-Thomas sarà la moglie dello scrittore. La
sceneggiatura del film è stata stesa da Abi Morgan (Shame) sulla
base di un libro di Claire Tomalin, risalente al 1991. Le riprese
prenderanno il via in aprile.
Nel weekend degli Oscar, in cima al
Box Office statunitense, non troviamo uno dei candidati alla
statuetta, ma una nuova uscita: Act of valor, che
narra le vicende di alcuni Navy seals che devono recuperare un
agente della CIA rapito. Il film ha incassato quasi 25 milioni di
dollari. In seconda posizione troviamo invece Good
deeds, un film interamente realizzato da Tyler Perry,
attore conosciuto in patria per i film in cui interpreta l’anziana
e corpulenta Madea, nella serie di film omonima. Questa commedia
invece incassa 16 milioni di dollari. Dopo una settimana
passata oltre la metà bassa della classifica, risale
Journey 2: the mysterious island che incassa 13.5
milioni di dollari arrivando ad un totale di 76. Safe
house, che aveva dominato il box office statunitense la
scorsa settimana, lo troviamo in quarta posizione, con un incasso
settimanale di 11 milioni di dollari che portano il suo totale a
98. A metà classifica la storia di amore e di riconquista di
The vow, presente in classifica da 3 settimane, ha
raggiunto quota 103 milioni di dollari.
In sesta posizione si ferma
Ghost rider: Spirit of vengeance, Nicolas Cage è
stato candidato ai Razzie Awards sia come peggior
attore che come peggior coppia (sulla fiducia, chiunque gli fosse
stato al fianco in uno qualsiasi dei film usciti quest’anno con lui
protagonista) chissà se l’incasso settimanale del film, di quasi 9
milioni di dollari, è stato influenzato da questa doppia
nomination. In settima posizione troviamo invece la spy story
This means war, che incassa 8.5 milioni di
dollari, mentre la nuova commedia con Paul Rudd e Jennifer Aniston
esordisce all’ottavo posto; Wanderlust incassa
infatti solo 6 milioni di dollari. Chiudono la classifica il
thriller con Amanda Seyfried Gone, che incassa 5
milioni di dollari e il film di animazione
Arrietty in decima posizione con un incasso totale
di 14 milioni di dollari.
La prossima settimana usciranno:
Project X, che racconta di tre ragazzi arrivati
all’anno finale al college che decidono di organizzare una festa
indimenticabile, ma che ad un certo punto va fuori controllo;
Boy, film campione d’incassi in Nuova Zelanda che
ha raccolto tramite Kickstarter, un sito di crowdfunding, i soldi
necessari per l’uscita negli Stati Uniti, e addirittura,
l’italianissimo Gianni e le donne, distribuito
come Salt of life, vedremo che riscontro avrà in
sala.
Appena conclusa la cerimonia degli
Oscar 2012 gli ambiti Academy Awards. Come al solito nessuno è contento un
po’ perché non si possono premiare tutti i film (che premi
sarebbero!) un po’ perché i criteri di premiazione sono sempre più
arbitrari. Tuttavia non facciamo polemiche a quest’ora e in questa
sede, andiamo un po’ a vedere chi si è portato a casa la preziosa
statuetta di Oscar 2012.
Oscar 2012 è il trionfo di
The Artist
Il trionfo telefonatissimo di
The Artist era
prevedibile, il film di Hazanavicius si è portato
a casa miglior colonna sonora, miglior regia, miglior attore
Jean Dujardin, miglior costumi e naturalmente
miglior film. Nulla da obbiettare, un bel film premiato senza
dubbio tuttavia il premio alla regia resta quello più strano da
inquadrare quanto in gara c’erano Scorsese con un
bellissimo Hugo e quel genio di Malick,
ancora una volta snobbato. Anche Hugo però ha vinto cinque
statuette tutte ‘tecniche’: miglior fotografia, miglior effetti
speciali, miglior scenografia (unico premio italiano a
Dante Ferretti e Francesca Lo
Schiavo), miglior missaggio e montaggio del suono. Tutti
meritati invece i premi agli attori: Dujardin come
migliore protagonista è sicuramente una scelta scontata ma
eccellente e lo stesso dicasi per la bravissima Octavia
Spencer per The
Help.
Christopher
Plummer per The Beginners si è portato a casa la sua prima
statuetta in 60 anni di carriera accogliendola con queste dolci
parole: “Sei appena due anni più vecchio di me, dove sei stato
tutto questo tempo?“. E infine il premio a sorpresa a
Meryl Streep che con la sua 17esima nomination e
la sua terza statuetta l’attrice è entrata nella storia, ha
raggiunto Jack Nicholson, Ingrid Bergman e Walter Brennan e si
candida con questo ritmo a eguagliare il primato assoluto di
quattro premi Oscar detenuto adesso dall’immensa Katherine
Hepburn.
Meritata la statuetta alla
sceneggiatura originale di Midnight in Paris, oggettivamente l’unico film
che potesse vincere in questa categoria, e Allen come al solito non
era presente a ritirare il premio! Un po’ dura da mandar giù invece
la statuetta assegnata ad Alexander Payne per la
sceneggiatura non originale di Paradiso Amaro. Trionfo annunciato per il
bellissimo Una separazione di Asghar
Farhadi, film iraniano che è per l’interpretazione la
regia e soprattutto la sceneggiatura il meritatissimo vincitore
della categoria miglior film straniero, un premio per cui l’Italia
detiene il maggior numero di vittorie, 11 Oscar, ma che da troppo
tempo latita nel nostro Paese (dai tempi de La Vita è
Bella di Benigni).
Promossa a pieni voti invece la
conduzione, Billy Crystal si è dimostrato come al
solito un ottimo ospite, ha canticchiato, ha fatto qualche battuta,
ha presentato con sobrietà l’omaggio ai deceduti dell’ultimo anno,
momento sempre molto commovente, ha accompagnato con eleganza e
ironia la serata al termine, e con lui grandi sono stati i
co-presentatori, attori e attrici che hanno assegnato i premi. Si
segnalano per bellezza e simpatia Emma Stone, la
coppia Diaz-Lopez e il loro splendido lato B e Will
Ferrell e Zach Galifianakis nel loro
piccolo momento comico che ogni anno qualcuno si addossa.
Qualche piccolo rimpianto questa
serata se lo porta dietro, a partire dal mancato premio a Terrence
Malick per la regia, ma soprattutto alle bravissime attrici e ai
bravissimi attori rimasti a bocca asciutta, su tutti Max
Von Sydow, Jessica Chastain e soprattutto
la bravissima Glenn Close.
Il giudizio dell’Academy è
insindacabile, sempre più spesso imperscrutabile ma infondo a tutti
va bene così, gli Oscar fanno sognare, ridere, arrabbiare e battere
il cuore, e così continueranno a fare.
La lunga notte al Kodak Theatre ha dato i suoi frutti, le
buste sono state strappate, i premi consegnati e noi vi riportiamo
la lista completa dei vincitori che quest’anno hanno brillato
nel
E’ eloquente e non ammette repliche,
per i lettori di Cinefilos.it l’Oscar al miglior film per il 2012
va a Hugo, il delicato fantasioso e tridimensionale omaggio di
Martin Scorsese al cinema di Georges Méliès.
Edward mani di
forbice è il film del 1990 di Tim Burton
con protagonisti nel cast Johnny Depp, Winona Ryder, Dianne Wiest, Alar
Arking e Vincent Prince.
Anno: 1990
Regia: Tim
Burton
Cast: Johnny Depp
(Edward); Winona Ryder (Kim Boggs); Dianne Wiest (Peggy Boggs);
Alan Arkin (Bill Boggs); Robert Oliveri (Kevin Boggs); Anthony
Michael Hall (Jim); Vincent Prince (l’inventore).
Trama: Ad un ridente e colorato quartiere si
contrappone un tetro e tenebroso castello dove da troppo
tempo ormai vive in completa solitudine il giovane Edward, creatura
quasi umana, la cui imperfezione lo costringe ad isolarsi dal resto
del mondo, timoroso di affacciarsi ad una società poco incline ad
accettarlo.
Edward, che per mani ha delle
forbici a causa della prematura morte del suo creatore, sviluppa
così una straordinaria capacità creativa che grazie alla premura e
alla generosità di Peg, rappresentante Avon alla disperata ricerca
di clienti, varrà l’amicizia dell’intero vicinato. Il coraggio di
questa donna e la voglia di Edward di conoscere una realtà diversa
da quella sino ad allora vissuta non basteranno pero perché il
quartiere si liberi definitivamente di quei pregiudizi di cui tanto
paventava il giovane, costretto a rapportarsi con un bigottismo ed
una ipocrisia a causa dei quali preferirà tornare alla sua cara e
fedele solitudine.
Edward mani di forbice, il film la
cui favola romantica ha emozionato milioni di persone
Analisi: Per molti il lavoro in assoluto più
autobiografico di questo eccentrico ed eccelso regista, per altri
un film il cui genere fantasy la dice lunga sulla possibilità di
auspicare ad un buon riscontro al box office, per il cui confronto
con altre pellicole cinematografiche ci si aspetti lo sviluppo di
un tema lontano dal fiabesco, per altri ancora il delicato
tentativo di Tim Burton di trasferire quanto di più
essenziale nonché prezioso nella vita di ciascuno di noi in cento
minuti raccontati con una leggerezza straordinaria. Perché ai tanti
cimentatesi in Edward mani di forbice non passa
certamente in sordina il messaggio che il regista ha voluto far
trapelare, sebbene in maniera curiosa e tipica di chi delle proprie
pellicole ne ha fatto sempre motivo di grande riflessione morale:
la diversità sociale e la forsennata ricerca di una perfezione
stereotipata e omologante.
Con Edward mani di
forbice Tim Burton sperimenta il suo primo lungometraggio
da “solista”, fondando la
Tim Burton Productions in collaborazione con la Fox;
il tema, reduce da bozzetti che l’hanno ispirato tra i banchi di
scuola, testimonia la grande sensibilità di un uomo intento a
render protagonisti nei suoi lavori coloro che nella vita
protagonisti non sono affatto. Il diverso viene percepito e
rappresentato come unica variante alla piattezza e alla paranoica
vita dell’ammasso sociale, intrappolato nella propria
abitudinarietà fatta di banali e insignificanti certezze, in
uno sfondo di drammatica ipocrisia.
In Edward, magnificamente
interpretato da un favoloso Johnny Depp la cui partecipazione varrà un
sodalizio con il regista che ad oggi conta ben sei film da
protagonista, è facile cogliere quello spirito pop e reazionario
che fanno di Tim Burton un regista assolutamente esclusivo,
lontano dai tradizionali schemi hollywoodiani. La sua penna è
assolutamente inconfondibile sia come sceneggiatore che come
regista e in ciascuno dei suoi capolavori firma quell’universo che
gli è tanto caro, fatto di nobili sentimenti, sebbene coltivati
nella propria interiorità e difficilmente condivisi con il resto
del mondo. Il cinema di Tim Burton racconta proprio questo, il mondo
introverso che è proprio di ciascuno di noi e lo fa con una
semplicità ingannevolmente subdola ed infantile, scegliendo
quell’atmosfera favolistica troppo semplice da criticare, ma
effettivamente la sola in grado di far volare chiunque entri nei
suoi personaggi, purché mossi da un animo sensibile e sognante.
I
contrasti cromatrici che si ravvisano costituiscono il filtro di
cui si avvale Burton per rappresentare la favola della diversità
sociale, la cui essenzialità, che si colora di sgargianti tinte
pastello, e la spigliatezza del quartiere, estremizzato da strade
deserte e aridi giardini privi di qualsiasi connotato naturale, si
oppongono ad un castello tetro e opprimente il cui aspetto poco
rassicurante ne costituisce però solo un ingannevole facciata,
dietro la quale si nasconde un meraviglioso giardino, lontano dagli
schemi convenzionali tipici del qualunquismo di massa.
Dunque il genio incompreso per
antonomasia, percepito dal resto della società come un fenomeno da
baraccone, la cui artisticità sembra sconvolgere positivamente i
fanatici buonisti, allegoria della società dei consumi dai tipici
tratti statunitensi. La metafora delle forbici, causa
dell’isolamento di Edward, si plasma in dono meraviglioso percepito
come tale dal momento in cui la società alla quale il giovane si
affaccia si spoglia della diffidenza verso il diverso, cogliendone
quei tratti per i quali si è in grado di nutrire affetto.
Ma la curiosità tollerante per il
nuovo ha breve durata e il nichilismo e la scaltrezza del popolino
alla fine prevalgono. L’animo gentile e l’ingenuità pura di Edward
non riescono infatti a scalfire il resto della collettività,
incapace di andare oltre quella corazza fatta di tratti e connotati
troppo distanti dagli stereotipi in voga in quegli anni, simbolo di
una spaventosa involuzione umana. Non è un caso che il solo a
mostrare comprensione e affatto nei confronti di Edward sia
l’agente di colore, unico tra l’altro tra gli inconfondibili
“bianchi” , icona della diversità per eccellenza, come a dire tra
diversi ci si capisce e ci sostiene.
La
musica, a cura dell’amico Danny Elfman, precede in
simbiosi con l’aspetto favolistico del film, attraverso la
riproduzione di modulazioni che riecheggiano suoni gradevoli e
sognanti, in grado di proiettare chiunque l’ascolti nella propria
lontana o vicina infanzia. Sebbene l’aspetto musicale non pervada
totalmente la pellicola, questa ne costituisce certamente un
elemento fondamentale che accompagna quelle scene la cui portata
morale si intensifica.
Edward mani di forbice è un
capolavoro che conferma la grandiosità di un regista profondamente
attento alle tematiche sociali, alternativamente rappresentate
attraverso un forte e predominante aspetto anticonformista, un film
che lascia il segno della sua rilevante portata riflessiva: questo
Edward mani di forbici di Tim
Burton.
Dwayne Johnson è in
trattativa con la MGM per entrare nel cast di Hercules, di Brett
Ratner (Tower Heist); come è facile intuire, a “The Rock”
toccherebbe
Auditorium parco della musica di Roma.
Carlo Verdone ed il cast (quasi al completo) del suo ultimo film,
Posti in piedi in paradiso, rispondono alle domande dei giornalisti
all’indomani dell’anteprima per la stampa.