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Box office USA del 21 novembre 2011

Come era prevedibile, la prima parte dell’episodio finale di Twilight, Breaking dawn, appena uscito anche negli Stati Uniti, è subito balzato in prima posizione del Box office, con un incasso spaventoso di ben 140 milioni di dollari, tutti accumulati in una sola settimana di uscita nelle sale.

Vedremo come andrà nelle prossime settimane, ma si profila come l’ennesimo blockbuster.

In seconda posizione, con un incasso decisamente inferiore, si posiziona un altro sequel, molto meno cupo delle avventure di vampiri e licantropi, che ha come protagonisti degli animali abituati al freddo polare: Happy feet 2 è in seconda posizione con 22 milioni di dollari di incasso.

Nonostante queste uscite importanti, in terza posizione resiste il film epico-fantastico di Tarsem Singh, Immortals, che aggiunge altri 12 milioni al suo incasso questa settimana, raggiungendo quota 52 milioni.

In quarta posizione scende a piombo il film in cui Adam Sandler ha un doppio ruolo, Jack and Jill, l’attore è anche autore della sceneggiatura, il che rende il film estremamente autoreferenziale. L’incasso totale della pellicola è di 41 milioni di dollari.

A metà classifica, e dopo 4 settimane tra i primi dieci film più visti negli Stati Uniti, Puss in boots arriva alla cifra raggiunta in una settimana da Bella ed Edward, ossia 122 milioni di dollari.

In sesta posizione lo segue Tower Heist, commedia con Eddie Murphy diretta da Brett Ratner, che ha avuto un cedimento negli apprezzamenti probabilmente dopo le uscite poco felici del regista e l’annullamento della presenza del comico nella conduzione degli Oscar, prontamente sostituito dal classico Billy Crystal, veterano della cerimonia. Il film ha incassato 7 milioni di dollari questa settimana, raggiungendo un totale di 53 milioni.

Il nuovo film di Clint Eastwood, J. Edgar, resta nella zona bassa della classifica, in settima posizione, nonostante la presenza di DiCaprio come protagonista il film ha incassato ad oggi un totale di 20 milioni di dollari, in 2 settimane di uscita.

In ottava posizione scende inesorabilmente A very Harold and Kumar 3D Christmas, che ha raggiunto 28 milioni di dollari di incasso, mentre in nona posizione troviamo il thriller futuristico In time, con un incasso ad oggi di 33 milioni di dollari.

Chiude la classifica The descendants, il nuovo film di Alexandre Payne, regista amato dagli intellettuali della costa ovest degli Stati Uniti, nonchè regista di Sideways, con protagonista George Clooney, che esordisce in classifica con un incasso che è meno di un centesimo di quello di Breaking dawn: 1,22 milioni di dollari.

La prossima settimana, a due mesi di distanza dal Festival del cinema di Venezia in cui è stato presentato, esce nella sale statunitensi il film di David Cronenberg A dangerous method, poi, un altro film festivaliero, ma questa volta relativamente al Festival del film di Roma: My week with Marilyn, e un film con i Muppett, intitolato semplicemente The Muppets.

 
 

Chi interpreterà Tetsuo?

Akira

Due dei ruoli principali del film della Warner Bros Akira sono stati assegnati: Garret Hedlund (TRON: Legacy) sarà Kaneda, Kirsten Stewart (Twilight)

 
 

Stephen Frears, passaggio in India

La 20th Century Fox ha acquisito i diritti del documentario indiano The Bengali Detective di Philip Cox per trarne

 
 

George Clooney sarà Steve Jobs?

George Clooney

George Clooney è seriamente in lizza per vestire i panni di Steve Jobs nel biopic sulla vita deGuru Apple, recentemente scomparso a soli 56 anni.Tuttavia, per il ruolo Clooney dovrà vedersela con il più giovane Noah Wyle, altro papabile, che ha già interpretato Jobs nel 1999 nel film per la televisione Pirates of Silicon Valley. I due attori hanno lavorato fianco a fianco ai tempi di E.R.: erano il dottor Ross (Clooney) e il dottor Carter (Wyle).

Il biopic, targato Sony – la casa nipponica ha acquisito i diritti cinematografici per la biografia di Jobs scritta da Walter Isaacson- sarà probabilmente scritto da Aaron Sorkin, sceneggiatore del fortunato The Social Network di David Fincher.

Fonte: The Sun

 
 

Infortunio sul set per Schwarzy

Arnold Schwarzenegger
Foto di © Cinefilos.it

Arnold Schwarzenegger, tornato al cinema dopo l’ampia parentesi politica, si è fatto male

 
 

Mosse vincenti – Trailer Italiano

Mike Flaherty (Paul Giamatti) è uno scalcinato avvocato che trova la sua realizzazione lavorando anche come allenatore della squadra di lotta di un liceo newyorchese. Mike viene nominato tutore legale di un suo anziano cliente, ma quando la nipote di quest’ultimo, fuggita da casa, si rifugia dal nonno, la sua vita e quella dei ragazzi che allena subiranno delle brusche modificazioni.


 
 

Al via il MEDFILMfestival

Prende il via, da domani fino a domenica 27 novembre la XVII edizione del MEDFILMfestival, manifestazione storica della Capitale che rinnova l’appuntamento di Roma con i protagonisti del cinema del Mediterraneo.

 
 

L’Arte di Vincere – Trailer italiano

L'arte di Vincere - Moneyball film

Assunto come general manager della squadra di baseball degli Oakland’s Athletics, Billy Beane cerca di trovare in un complesso sistema computerizzato d’analisi statistica il modo di trovare i giocatori migliori da mettere sotto contratto e da schierare. Per tornare finalmente a vincere. Scritto da Aaron Sorkin, con Brad Pitt, Jonah Hill, Chris Pratt, Philip Seymour Hoffman e Robin Wright.

 
 

Angelina Jolie sarà Gertrude Bell per Ridley Scott?

Ridley Scott 2012
Gage Skidmore from Peoria, AZ, United States of America, CC BY-SA 2.0 , via Wikimedia Commons

Angelina Jolie potrebbe tornare a vestire i panni di un’archeologa: stavolta non si tratterebbe però di un’eroina da videogioco come Lara Croft, ma di un personaggio realmente esistito: Gertrude Bell. Il biopic dedicato alla viaggiatrice, scrittrice e archeologa inglese è stato messo in cantiere da Ridley Scott e si trova attualmente nelle primissime fasi di gestazione.

Quella della Bell è stata in effetti una vita ‘da film’: l’archeologa finì infatti anche per lavorare per i servizi segreti britannici nel corso della Prima Guerra Mondiale, ebbe un ruolo fondamentale nei rapporti col Medio Oriente e partecipò attivamente alla creazione di una moderna amministrazione stata in Iraq; successivamente fondò il Museo Archeologico di Baghdad per preservare le testimonianze delle civiltà mesopotamiche (purtroppo molti di quei reperti sono stati persi nel corso della recente guerra in Iraq); la sua morte, nel 1926 apparentemente per suicidio, è in buona parte circondata dal mistero.

Peraltro, come spesso accade nel cinema, improvvisamente si risveglia l’interesse attorno a personaggi prima dimenticate: a una biografia della Bell starebbe infatti lavorando Werner Herzog, protagonista – forse – Naomi Watts. Tornando al film di Scott, della sceneggiatura si sta occupando Jeffery Caine (The Constant Gardner), che la starebbe scrivendo pensando specificamente alla Jolie come interprete.

Fonte: EMPIRE

 
 

Rampage: dai computer al grande schermo?

La notizia potrebbe suscitare più di una perplessità, tuttavia la mai sopita passione del cinema per i mostri giganti e il fatto che già in passato i videogiochi in voga negli anni ’80 hanno costituito fonte di ispirazione, dà una maggiore credibilità alla possibilità che Rampage, um classico gioco ‘da bar’ (o per i primi computer) possa sbarcare sul grande schermo: a occuparsene, dovrebbe essere la New Line.

In Rampage, tre esseri umani venivano mutati in altrettanti mostri: lo scimmione George, ovviamente ispirato a King Kong, la Lucertolona Lizzy (dalle chiare ascendenze godzilliane) e Ralph, un lupo mannaro gigante… Il giocatore, nei panni di uno dei mostri, doveva radere al suolo quante più città possibile evitando di essere vittima dei colpi d’artiglieria dei militari.

Ovviamente, si tratta di uno di quei giochi vittima del passare del tempo e del progredire della tecnologia, tuttavia un film dedicato potrebbe solleticare proprio coloro che erano adolescenti negli anni ’80.La produzione del film dovrebbe essere affidata a John Rickard (Final Destination, Horrible Bosses). A questo punto la difficoltà principale sarà quella di dare a tutta la storia una seppur minima parvenza di ‘credibilità’…

Fonte: EMPIRE

 
 

Fincher e Walker per 20.000 leghe sotto i mari

L’accoppiata vincente che diede vita a Seven, tra il regista David Fincher e lo sceneggiatore Kevin Walker potrebbe riformarsi in occasione del nuovo adattamento cinematografico del capolavoro di Giulio Verne. Del progetto si parla da tempo, ma i passi in avanti non sono stati molti: diversi sono stati gli scrittori presi in esame, ma Fincher non sembra essere stato convinto fino in fondo di nessuna delle possibilità valutate: per questo, si sarebbe pensato a Walker (che negli ultimi anni ha sceneggiato, tra gli altri Sleepy Hollow e The Wolfman), riformando il team che fu alle spalle del capolavoro con Pitt e Freeman: certo c’è da domandarsi come si troveranno i due a cooperare sulle avventure del Capitano Nemo & Co. a bordo del Nautilus, così lontane dal precedente thriller.

A produrre il film sarà la Disney, cui peraltro si deve il precedente adattamento del libro, negli anni ’50. Gli appassionati di Giulio Verne potrebbero  però dover pazientare: diversi sono infatti i progetti attualmente al vaglio di Fincher, fresco reduce dalla lavorazione di The Girl With The Dragon Tattoo, adattamento di Uomini che odiano le donne, primo capitolo della ‘Millennium Trilogy’ di Stieg Larsson.

Fonte: EMPIRE

 
 

Shame – trailer

Shame film
 
 

Nuovo bellissimo trailer per Shame

Vessato da critiche e osannato nei festival di tutto il mondo, con tanto di Coppa Volpi al protagonista Michael Fassbender, Shame è un film che fa senz’altro parlare di sè.

 
 

Real Steel: recensione del film con Hugh Jackman

Reel Steel recensone film
Foto di Melissa Moseley - © DreamWorks II Distribution Co., LLC. All Rights Reserved.

Real Steel, il nuovo film prodotto dalla DreamWorks Pictures, racconta la storia di un ex pugile, Charlie Kenton, (interpretato da un prorompente Hugh Jackman), che ha visto e subìto la trasformazione della boxe, costretta a piegarsi di fronte alle nuove esigenze del pubblico: violenza indiscriminata e spettacolarizzazione.

La trama di Real Steel

In Real Steel Siamo nel 2020, un futuro non troppo lontano, dove i robot, comandati attraverso speciali telecomandi high-tech e pannelli di controllo, salgono sul ring con un solo scopo: distruggere per non essere distrutti. Girovagando in cerca di grana facile, Charlie si immerge nel circuito degli incontri clandestini, allenando i suoi robot malandati senza passione, alla fine dei conti è proprio per colpa loro che la boxe ha perso la sua poesia ed eleganza, e Charlie il suo lavoro. Ma non tutti i mali vengono per nuocere. Sarà proprio grazie ad un robot molto speciale, Atom, che Charlie riuscirà a riscattare un’assenza durata undici anni, riconquistando l’affetto del figlio Max, (Dakota Goyo) e la fiducia della compagna Bailey, (Evangeline Lilly), uscendo vincitore dalla sfida col destino.

Reel Steel Hugh Jackman e Evangeline Lilly
Foto di Melissa Moseley – © DreamWorks II Distribution Co., LLC. All Rights Reserved.

Basato sul racconto Steel del leggendario maestro di fantascienza Richard Matheson, il nuovo e spettacolare film Real Steel diretto dal regista Shown Levy è la storia di tre personaggi, un uomo, un bambino ed un robot, che ritrovando se stessi grazie al perseguimento di una passione, la boxe, arrivano a combattere nella Lega  ufficiale, la WRB, (World Robot Boxing League), eludendo le meccaniche schiaccianti dello show-business.

Con Real Steel siamo di fronte ad un  film di grande impatto, molto sentito sia dal regista che dagli attori stessi, che non si limita al solo gioco degli effetti speciali, ma ricerca l’aspetto più “umano” della voglia di mettersi in gioco e ricominciare da capo. “Shown ha creato una realtà. Questo è forse il suo film più realistico, con cui si è completamente reinventato come filmmaker” dichiara il produttore esecutivo Steven Spielberg, ed è infatti lo stesso Shown, grande ammiratore della boxe e regista creativo, ad avvalersi di professionisti come Sugar Ray Leonard, per realizzare dei combattimenti avvincenti, dove le coreografie sempre diverse dei robot non hanno nulla da invidiare ai match combattuti da umani in carne e ossa.

Real Steel

L’impegno del regista di lavorare in completa sinergia con gli attori e i tecnici è rintracciabile nell’assoluta morbidezza e spontaneità dell’azione dove  l’happy ending, tanto atteso e forse un po’ scontato, è il risultato di una catarsi che lascia allo spettatore un’energia positiva, non troppo edulcorata ma carica di buoni sentimenti, che ben si mescolano con le immagini iperboliche di un film dal sapore “retrò-futuristico”.

 
 

Scarlett Johansson passa alla regia

Scarlett Johansson sta cercando di passare dietro la macchina da presa e si prepara al suo debutto alla regia portando sul grande schermo un romanzo di Thruman Capote: Summer Crossing.

 
 

Due nuovi banner per The Avengers

I Marvel Studios hanno ufficializzato un nuovo banner per The Avengers, che come al solito mostra l’intero cast di spuer eroi in assetto da combattimento.

 
 

Jack e Jill – Trailer italiano

Arriva il trailer italiano di Jack e Jill, una commedia di Dennis Dugan, con Adam Sandler, Katie Holmes e Al Pacino. Dal 10 febbraio al cinema.

 
 

The Whistleblower: recensione del film con Rachel Weisz

Rachel Weisz in The Whistleblower
Sophie Giraud/Samuel Goldwyn Films

The Whistleblower è tratto da una storia vera e racconta le vicende di una poliziotta del Nebraska (Rachel Weisz) che entra a far parte dei corpi di pace delle Nazioni Unite nella Bosnia del dopoguerra civile. Si troverà a portare alla luce uno scandalo legato alla tratta di esseri umani, che persino l’ONU tenta di insabbiare.

Il punto di forza del film è senza dubbio la solida interpretazione di Rachel Weisz. L’attrice britannica conferma ancora una volta il suo talento sobrio e versatile, riuscendo a dare profondità a un personaggio complesso, segnato da un passato difficile e catapultato in una realtà brutale e inadeguata rispetto alle sue aspettative. È il suo personaggio il vero fulcro del film: con forza e tenacia si batte contro chi vorrebbe relegare questi crimini a semplici incidenti di percorso, nascosti come polvere sotto il tappeto.

Rachel Weisz è affiancata da un cast di tutto rispetto: Vanessa Redgrave, David Strathairn e Monica Bellucci. Quest’ultima, spesso ricordata più per la sua bellezza che per le sue doti interpretative, si cimenta qui in un piccolo ruolo, offrendo comunque una prova convincente.

Il film segna un buon esordio alla regia per la canadese Larysa Kondracki, che accompagna la narrazione con sobrietà, evitando inutili artifici. La storia, già di per sé cruda e sconvolgente, non ha bisogno di orpelli: lo spettatore assiste impotente a ciò che può accadere in luoghi devastati dalla guerra e dimenticati dall’umanità, dove persino chi dovrebbe proteggere i deboli sceglie di chiudere gli occhi di fronte all’efferatezza.

The Whistleblower è un film necessario, perché accende i riflettori su una realtà scomoda, spesso rimossa tanto dalla politica quanto dal cinema. Denuncia il silenzio colpevole delle istituzioni, mette in discussione il ruolo degli organismi internazionali e racconta senza filtri quanto possa essere difficile, per una singola persona, opporsi a un sistema corrotto.

In un panorama in cui il cinema civile trova sempre meno spazio nella distribuzione italiana, sorprende e amareggia che un’opera così importante, e sorretta da un cast di primo piano, resti quasi invisibile nel nostro Paese.

 
 

1921 – il mistero di Rookford: recensione del film con Rebecca Hall

1921 – il mistero di Rookford

Un po’ come accade quando si parla di morte e visioni senza riuscire a non pensare a Il sesto senso, 1921 – Il mistero di Rookford richiama, per certi versi, molti di quei film che hanno segnato profondamente il sottogenere della ghost story. Quando si affronta una storia di fantasmi ambientata in una spettrale villa di campagna circondata da uno sterminato giardino, è inevitabile pensare a pellicole come The Others o, più recentemente, The Orphanage.

Ambientato nell’Inghilterra del 1921, alla fine della Prima Guerra Mondiale, 1921 – Il mistero di Rookford racconta la storia di Florence, una donna estremamente razionale e scettica che viene chiamata in una scuola di campagna per indagare su un crimine inspiegabile. Un ragazzo è morto e alcune fotografie successive al decesso mostrano, sullo sfondo, una figura sfocata e misteriosa. I ragazzi della scuola parlano di presunte apparizioni di un fantasma. Quando Florence crede di aver confutato ogni teoria soprannaturale, si troverà invece faccia a faccia con una creatura che metterà in crisi tutte le sue certezze razionali.

Un thriller soprannaturale tra atmosfere gotiche e inquietudine

1921 – il mistero di Rookford

Pur rimanendo un gradino sotto a The Orphanage e nonostante il tema già ampiamente esplorato, il film segna un buon esordio nel cinema di Nick Murphy, che riesce a raccontare una storia a tratti originale, senza rinunciare a richiami formali e tematici ad altre opere del genere. Questo risultato si deve anche a una sceneggiatura non perfetta per intreccio, ma interessante per dettagli e piccoli espedienti narrativi con cui accompagna lo spettatore attraverso gli eventi.

Se a questo si aggiunge la bravura del cast femminile, il giudizio complessivo non può che essere positivo. Su tutte spicca la straordinaria Rebecca Hall, che conferma il suo talento sobrio e raffinato, regalandoci un personaggio che si muove con eleganza in una cornice colma di dolore e inquietudine.

La sua interpretazione ha quella sottigliezza e profondità che rendono credibili anche gli elementi soprannaturali con cui viene in contatto. Al suo fianco troviamo Imelda Staunton, volto noto ai fan di Harry Potter, che con il suo carisma e la sua espressività arricchisce ulteriormente il cast. A completare il quadro, la poetica partitura di Daniel Pemberton, capace di donare al film ulteriore profondità emotiva: l’uso insistito del violino accompagna infatti la sofferenza dei personaggi e amplifica la dimensione perturbante dell’ambiente in cui si muovono, la casa, luogo privilegiato dell’horror, come insegna anche Invasati di Robert Wise.

L’unico limite del film è rappresentato dalla prima parte, che fatica a trovare il giusto ritmo per costruire la suspense. Fortunatamente, la narrazione prende presto vigore e riesce a restituire quell’azione necessaria a mantenere il film sui binari del thriller soprannaturale. Gli spettatori più avvezzi al genere troveranno in 1921 – Il mistero di Rookford un discreto thriller, con sprazzi efficaci di orrore.

 
 

Miracolo a Le Havre: recensione del film di Aki Kaurismäki

Miracolo a Le Havre

In Miracolo a Le Havre Marcel Marx un tempo era uno scrittore, ma ha abbandonato da anni la vita artistica per dedicarsi a una più modesta attività, quella di lustrascarpe nella città portuale di Le Havre; Idrissa è un giovanissimo ragazzino africano, sbarcato per caso in Normandia dentro un container diretto a Londra, dove vive sua mamma. L’incontro fortuito tra questi due sradicati e l’aiuto spontaneo che Marcel offre a Idrissa è solo la prima scintilla che spinge tutta la comunità a darsi da fare per mostrare un po’ di solidarietà, mentre le autorità lo cercano come fosse un soggetto pericoloso.

È di pochi saper trattare temi alti con sincerità e al tempo stesso leggerezza, e in questo sta la grandezza di Kaurismaki: nel riflettere sull’Europa senza frontiere e sull’immigrazione clandestina, sull’identità e sulla solidarietà sociale, rinuncia da subito ai toni predicatori e conferisce a Miracolo a Le Havre la giocosità di un fumetto. A questo fanno pensare sia il suo stile di regia, fatto di immagini quasi sempre fisse ma con colori così netti e vividi, sia la caratterizzazione dei personaggi, sempre fortemente tipizzati: il lustrascarpe vietnamita, il rocker Little Bob, il vicino spione, l’esilarante Commissario Monet che mantiene il suo volto impassibile anche girando per Le Havre con un ananas in mano. Il regista finlandese è aiutato in questo da un cast straordinario, con molti habitué dei suoi film, dei quali asseconda minuziosamente ogni gesto e mimica facciale.

Oltre alla levità di cui si è detto c’è un messaggio ottimista di fondo che, se ai più cinici può apparire forzato nella realtà attuale dell’Unione Europea, è in realtà sintomo di un umanesimo incrollabile: così come Marcel ha scelto di fare il lustrascarpe per vivere in mezzo alla gente (seguendo “i precetti del discorso della montagna” secondo le sue stesse parole), Kaurismaki racconta il quotidiano in modo essenziale e mai artificioso, ama tutti i suoi personaggi indistintamente perché vuole mostrarci come i gesti individuali abbiano un valore assai più incalcolabile della cecità dei sistemi e delle autorità costituite. Se la polizia di Le Havre non sa far altro che accogliere a mitra spianati dei poveracci che muoiono di fame, Marcel è lì a ribadirci che forse la scelta migliore è farlo con un panino al formaggio.

 
 

Ligabue Campovolo 3D: un treno per i fan dritto all’anteprima di Roma!

Lunedì 21 novembre alcune centinaia di fortunati fan di LIGABUE iscritti al barMario avranno la possibilità di viaggiare su un unico treno con carrozze riservate, da Milano a Roma (con fermate intermedie a Bologna e Firenze),

 
 

Inti-Illimani – Dove cantano le nuvole. Incontro con la stampa

I due registi del documentario incontrano la stampa dopo la proiezione della loro opera, le domande che vengono loro fatte sono sul passato e sulla modalità di realizzazione del filmato.

E’ presente anche il distributore, che spiega come è avvenuto l’incontro con Pagnoncelli e Cordio.

 
 

Inti-Illimani: dove cantano le nuvole

Il titolo viene da una strofa di una canzone degli Inti-Illimani, quelli originali, i primi, come si dice nel documentario a ricevere questo nome.

Un gruppo di musicisti che amavano la musica popolare che si ritrovò a diventare icona di un decennio di rivolte e di lotta all’oppressione.

 
 

Kirsten Dunst in Red Light Winter di Adam Rapp

Kirsten Dunst, premiata come miglior attrice femminile al Festival di Cannes 2011 per l’interpretazione di Justine in Melancholia di Lars von Trier, entra

 
 

Niente Django Unchained per Michael K. Williams

Michael Kenneth Williams, l’Omar di The Wire, attore apprezzato e versatile, era stato inizialmente in lizza per il ruolo principale di Django Unchained, il nuovo film di Quentin Tarantino. Per questioni d’agenda, la parte era andata a Jamie Foxx. In seguito, era nata l’idea di un ruolo minore in Django per M. K. Williams. Tuttavia, ora pare ormai certo che, a causa degli impegni con la serie Boardwalk Empire, non vedremo l’attore afroamericano nel western di Tarantino. Niente paura per i fan dell’Omar Little di The Wire: nel 2012 sarà ugualmente sui grandi schermi con Snitch di Ric Roman Waugh.

Fonte: Deadline

 
 

Hugh Jackman: a Broadway con gli artigli di Wolverine

Hugh Jackman 2022
Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

Hugh Jackman ha cominciato con Wolverine. Si può tranquillamente prendere per buona questa affermazione, se consideriamo che quello del mutante è il suo primo ruolo di una certa importanza e che gli ha dato anche notorietà. La sua carriera cinematografica, cominciata con il quasi sconosciuto Paperback Hero nel 1999, subisce nel 2000 una svolta decisiva con il film di Bryan Singer, e quest’anno, con un piccolo cameo in X Men: L’inizio, ha compiuto il suo undicesimo anno e chiuso una sorta di cerchio ideale.

Quella col personaggio di Wolverine è la tipica ‘identificazione’ che rischia di rivelarsi un’arma a doppio taglio: certo l’interpretazione, riuscitissima,  del personaggio ha dato a Hugh Jackman una popolarità che forse altrimenti non avrebbe avuto, tuttavia vi è sempre il rischio che certi ruoli finiscano per ‘imprigionare’ l’attore, impedendogli di mostrare pienamente le proprie potenzialità.

A guardarli nel loro insieme, nel corso di questi undici anni abbiamo visto Hugh Jackman (nato a Sidney nel 1968) impegnato in due filoni principali: da una parte l’azione, quella certo della trilogia degli X-Men (meglio forse il primo e il terzo,  più debole il secondo capitolo), ma anche di un film ambizioso quanto dagli esiti abbastanza scontati come Codice Swordfish, o il più riuscito Van Helsing, in cui ha vestito i panni del cacciatore di vampiri in una rilettura (forse un pò troppo libera) del personaggio di Bram Stoker. All’opposto, vi sono i film della categoria ‘commedie romantiche’, come Qualcuno come te, che lo ha visto recitare a fianco di Ashley Judd, o Kate & Leopold con Meg Ryan, in cui il nostro ha interpretato un gentiluomo ottocentesco catapultato ai giorni nostri.

Ma è nel musical che Hugh Jackman trova la sua vera vocazione. Nel 2002 canta il ruolo di Billy Bigelow nell’edizione di Carousel presentata alla Carnegie Hall mentre nel 2003 debutta a Broadway come protagonista dell’acclamato spettacolo The Boy from Oz. La sua interpretazione del musicista Peter Allen riceve grandi apprezzamenti da parte di pubblico e critica, ottenendo, nel 2004, il Drama Desk Award e il Tony Award come miglior interpretazione maschile in un musical. Per tre stagioni successive (2003, 2004 e 2005) presenta la cerimonia di premiazione dei Tony Awards (vincendo, nel 2004, l’Emmy come miglior presentatore). Nel 2003 la sua interpretazione di Peter Allen nell’ edizione newyorkese di The Boy from Oz gli vale il Tony Award come miglior interprete maschile e nell’estate del 2006 riprende il ruolo Peter Allen nello show Boy From Oz – Arena Spectacular, (un’ edizione speciale del musical, diretta da Kenny Ortega).  Sempre nel 2006 esce una tripletta di lavori che, grazie soprattutto al livello della regia, hanno senz’altro contribuito alla crescita professionale dell’attore, che si è dedicato alla recitazione dopo gli studi di giornalismo: Scoop, secondo film londinese di Woody Allen, The Fountain (in italiano: L’albero della vita di Darren Aaronofsky) e soprattutto The Prestige di Christopher Nolan dove, complice anche il dividere la scena con Christian Bale, Jackman ha offerto una delle sue interpretazioni più convincenti.

Hugh Jackman: a Broadway con gli artigli di Wolverine

Hugh JackmanPoi è il turno di una scelta sbagliata: nel 2008 Baz Luhrmann mette insieme un cast di australiani per portare al cinema una grande epopea su quella terra, in stile Via Col Vento. Purtroppo però il film è un vero fiasco e Hugh si ritrova con la collega Nicole Kidman a dare volta al più brutto film di Luhrmann.

Non appare casuale, quindi, che il nostro sia spesso tornato ‘sul luogo del delitto’, interpretando a più riprese Wolverine, fino al film omonimo dedicato alle origini del personaggio, forse per restare ‘fedele’ (o cementare la fedeltà) del suo pubblico.

Nel corso di questi undici anni Hugh Jackman si è tolto qualche soddisfazione ‘importante’, come la conduzione della cerimonia degli Oscar nel 2009, qualche altra più ‘frivola’, come l’elezione a uomo più sexy del mondo da parte di “People” nel 2008, e ha forse visto svanire ‘l’occasione della vita’, essendo stato per qualche tempo trai ‘papabili’ per il ruolo di nuovo ‘007’, assegnato a Daniel Craig.

Hugh JackmanPiù recenti sono i ruoli ne Il ventaglio segreto e in Real steel, variazione futuristica sul rapporto ‘padre – figlio’ che vedremo e breve sugli schermi italiani.

Per Hugh Jackman sembra che non sia ancora arrivata la grande occasione al cinema, uno di quei ruoli che consacrano un attore, e quindi per ora si impegna affinchè arrivi al cinema ancora una volta il suo personaggio feticcio, quel Wolverine che l’ha reso noto, con una produzione che però fatica a decollare. Per ovvie ragioni d’età non sappiamo quanto a lungo Hugh potrà ancora contare sul mutante artigliato, tuttavia speriamo che la sua vocazione musicale non venga accantonata.

 
 

Amy Adams in trattative per Trouble With the Curve

Robert Lorenz, produttore dei film di Clint Eastwood degli ultimi dieci anni, sta preparando Trouble with the Curve,

 
 

Sharon Stone nel biopic su Linda Lovelace

Sharon Stone interpreterà la madre di Linda Lovelace (1949-2002) nel film biografico Inferno: a Linda Lovelace Story, diretto da Matthew Wilder. Il film, che avrà come protagonista la svedese Malin Akerman (Watchmen), sarà basato sul libro Ordeal: An Autobiography by Linda Lovelace with Mike McGrady.

La Stone, prima di dedicarsi a Inferno, prenderà parte a The Mule, un thriller firmato Michael Radford.

Fonte: MovieWeb

 
 

Picchiarello sul grande schermo


La Universal Illumination Entertainment (Cattivissimo me) sta gettando le basi per un film dedicato a un noto personaggio dei cartoon

 
 

Django Unchained: ecco montatore e direttore della fotografia

Django Unchained

Quentin Tarantino, nel settembre 2010, ha perso la fedele montatrice di tutti i suoi film, Sally Menke, scomparsa a soli 56 anni. Ora sembra averne individuato il successore in Fred Raskin, che con Tarantino ha già collaborato in qualità di assistente al montaggio nei due Kill Bill.

Sciolto anche il nodo del direttore della fotografia: toccherà a Robert Richardson, già agli ordini di Tarantino nella saga di Bill e in Bastardi senza gloria, nonché vincitore di due premi Oscar per la miglior fotografia con The Aviator e JFK.

Fonte: Collider