Dopo il successo di
critica e pubblico ottenuto dalle varie versioni di Call My
Agent, Apple TV+
risponde a modo suo con questa serie in dieci puntate diretta dalla
coppia consolidata Seth
Rogene Evan
Goldberg. The Studio racconta le
peripezie dell’executive Matt Remick (Rogen), improvvisamente messo
a capo della Continental, Major di Hollywood che ha bisogno di
realizzare il nuovo Barbie per risollevare le proprie sorti commerciali.
Ed è proprio questo il dilemma che renderà impossibile la vita a
Remick nel corso dei vari episodi: si può realmente fare cinema di
qualità tentando di rispettare, anzi elevare la visione artistica
di chi viene messo al timone di un progetto? La risposta per Matt,
ora attento più che mai a far quadrare i conti dell’azienda,
diventa quanto mai problematica da trovare…
The Studio è una goduria per ogni cinefilo accanito
Partiamo immediatamente
con lo scrivere che The Studio è pura,
lussureggiante goduria per chiunque sia un cinefilo accanito. Basta
sapere che nel funambolico episodio pilota recita addirittura la leggenda
vivente Martin Scorsese in un ruolo decisamente non secondario.
Altra chicca ultra cinefila: quanti spettatori hanno riconosciuto
il nome del personaggio interpretato dal “boss dei boss” Bryan Cranston? Nel caso lo abbiate fatto,
avrete senza dubbio capito che anche l’idea di girare tutte le
puntate attraverso lunghissimi, sinuosi pianosequenza deriva allo
stesso modo da quel grandioso film su Hollywood diretto da un
maestro di cinema
come nessun altro. Ok, forse stiamo flirtando un po’ troppo con il
rischio spoiler, il che però serve a testimoniare ancora una volta
quanto Rogen e Goldberg siano due enormi conoscitori della storia
del cinema. Del buon cinema.
Episode 1. Bryan Cranston in “The Studio,” premiering March 26,
2025 on Apple
TV+.
Stracolmo di guest star
famosissime, di inside-jokes azzeccate e di almeno un paio di
episodi scritti con notevole lucidità per una commedia che vuole
essere comunque anche frizzante e ridanciana quando possibile, The
Studio soffre però di una certa ripetitività quando indulge troppo
nello schema narrativo che vede Remick rischiare (o riuscire) di
mandare tutto alla malora a causa delle sue insicurezze. Diamo che
i primi episodi sono tutto sommato più efficaci degli ultimi tre o
quattro, i quali invece si poggiano appunto su delle idee già
esplorate con intelligenza e senso del genere negli episodi
precedenti. A proposito delle singole puntate, oltre al già citato
pilot se dovessimo scegliere le nostre preferite opteremmo senza
dubbio per quelle che vedono protagoniste Sarah Polley e Olivia
Wilde, molto spiritosa e piuttosto coraggiosa nel giocare con il
suo recentemente acquisito status di “regista difficile” dopo le
controversie relative al suo ultimo Don’t Worry
Darling.
Un grande ensemble
Altro elemento prezioso
che rende The Studio uno show a dir poco sfizioso
è il suo cast di attori che compone il team principale. Come
protagonista Seth Rogen si rivela capace di
tratteggiare un personaggio in linea con le sue corde e quindi con
i suoi precedenti ruoli, ma anche dotato di una malinconia e una
coscienza delle proprie mancanze prima sconosciute, segno che come
attore e autore Rogen sta certamente maturando. Accanto a lui
troviamo uno scatenato e ugualmente coinvolgente Ike Barinholtz,
finalmente in un ruolo consistente dopo anni di piccole apparizioni
non in grado di testimoniare in pieno la bravura. Se poi
aggiungiamo due “Regine” della commedia contemporanea come
Catherine O’Hara e Kathryn Hahn,
ecco che il gruppo di caratteristi assemblato per guidare la serie
non può che essere meritevole di plauso.
Episode 6. Rebecca Hall and Seth Rogen in “The Studio,” premiering
March 26, 2025 on Apple TV+.
Ci si diverte, a tratti
davvero molto, ad assistere alle squinternate peripezie dei
personaggi di The Studio, show che porta dietro le
quinte di cosa significhi produrre e realizzare un film a
Hollywood. In maniera disincantata e sbarazzina. Seth
Rogen e Evan Goldberg hanno girato una
serie che forse la tira un po’ troppo per le lunghe, magari avrebbe
funzionato meglio con otto puntate invece di dieci, ma rimane un
guilty-pleasure realizzato con evidente intelligenza e notevole
volontà dissacrante. Si può tranquillamente fare binge-watching con
The Studio, anzi forse è consigliabile farlo –
vista anche la durata contenuta di molti episodi – per passare una
giornata all’insegna del sorriso talvolta ironico, altre volte
grossolano e sfacciato. Comunque sempre sorriso.
In vista del debutto del 26 marzo,
Apple
TV+ ha rilasciato una clip in cui Seth Rogen svela il cast e le guest star che
lo affiancano in “The
Studio“, la nuova comedy di cui Rogen è anche
sceneggiatore, regista e produttore esecutivo insieme al candidato
all’Emmy Evan Goldberg. “The Studio“,
composta da un cast stellare che offre camei in ogni episodio, farà
il suo debutto su Apple
TV+ mercoledì con i primi due episodi dei dieci
totali seguiti da un episodio settimanale, fino al 21
maggio.
Episode 1. Bryan Cranston in “The Studio,” premiering March 26,
2025 on Apple TV+.
Elenco completo delle guest star
presenti in “The Studio”:
Aaron Sorkin
Adam Scott
Anthony Mackie
Antony Starr
Arthur Keng
Bill Watterson
Bryan Cranston
Charli D’Amelio
Charlize Theron
Chris Gann
Courtney Pauroso
Dan Black
Dave Franco
David Krumholtz
Derek Wilson
Devon Bostick
Dewayne Perkins
Erin Moriarty
Greta Lee
Ice Cube
Jean Smart
Jen Statsky
Jessica Clements
Jessica St. Clair
Johnny Knoxville
Josh Hutcherson
Keyla Monterroso Mejia
Kit Hoover
Larry Brown
Lil Rel Howery
Lisa Gilroy
Lucia Aniello
Martin Scorsese
Matt Belloni
Nicholas Stoller
Olivia Wilde
Owen Kline
Parker Finn
Paul Dano
Paul W. Downs
Peter Berg
Quinta Brunson
Ramy Youssef
Rebecca Hall
Rhea Perlman
Ron Howard
Sarah Polley
Steve Buscemi
Sugar Lyn Beard
Ted Sarandos
Thomas Barbusca
Trevor Tordjman
Zac Efron
Zack Snyder
Ziwe
Zoë Kravitz
In “The Studio”, Seth Rogen
interpreta Matt Remick, il nuovo capo dei Continental Studios in
crisi. In un settore in cui i film faticano a rimanere vivi, Matt e
il suo team di dirigenti in lotta combattono le proprie
insicurezze, mentre si scontrano con artisti narcisisti e con i
vili proprietari dell’azienda nella ricerca sempre più
effimera di realizzare grandi film. Indossando il vestito buono che
maschera un infinito senso di panico, ogni festa, set visit,
decisione sul casting, riunione marketing e premiazioni offre
loro l’opportunità di un successo scintillante o di una catastrofe
che pone fine alla loro carriera. Da persona che mangia, dorme e
respira cinema, Matt ha inseguito questo lavoro tutta la vita e ora
potrebbe distruggerlo. “The Studio” riunisce un cast stellare che
comprende anche la vincitrice di Emmy, SAG e Golden Globe
Catherine O’Hara, la candidata all’Emmy Kathryn Hahn, Ike
Barinholtz e Chase Sui Wonders. Il candidato all’Oscar® e vincitore
di un Emmy Award Bryan Cranston, Keyla Monterroso Mejia e Dewayne
Perkins appariranno come guest star.
Episode 1. Ike Barinholtz, Kathryn Hahn, Chase Sui Wonders and Seth
Rogen in “The Studio,” premiering March 26, 2025 on Apple
TV+.
Prodotta da Lionsgate Television,
“The Studio” è creata dai vincitori di più Emmy Peter Huyck e Alex
Gregory insieme a Rogen, Goldberg e Frida Perez. James Weaver, Alex
McAtee e Josh Fagen della Point Grey Pictures sono anche produttori
esecutivi insieme a Rogen e Goldberg.
Disney+ ha diffuso un emozionante nuovo
trailer e un poster inedito della seconda stagione di Andor,
la serie thriller targata Lucasfilm nominata agli Emmy®, che in
Italia tornerà per la sua attesissima conclusione
il 23 aprile. Per prepararsi alla nuova
stagione, su YouTube sono disponibili dei contenuti speciali di
Andor, tra cui un video del dietro le quinte della
stagione 2 e un riassunto di 14 minuti della stagione 1.
La data di uscita di Andor –
Stagione 2
Lucasfilm ha confermato
ufficialmente che la stagione 2 di Andor uscirà il 22
aprile 2025. Questa stagione è divisa in quattro blocchi di tre
episodi (o “capitoli”) e ogni settimana verrà pubblicato un
capitolo. Questo significa che il programma di uscita sarà il
seguente:
Data di uscita a
episodio
22 aprile 2025 . Stagione 2 di
Andor, episodi 1-3
29 aprile 2025 – Stagione 2 di
Andor, episodi 4-6
6 maggio 2025 – Stagione 2 di
Andor, episodi 7-9
13 maggio 2025 Stagione 2 di
Andor, episodi 10-12
Il cast della stagione 2 di
Andor
Il cast di Andor
tornerà
Il cast di Star
Wars: Andor tornerà nella seconda stagione. Ci saranno
anche alcuni ritorni inaspettati, con indizi che suggeriscono che
anche Andy Serkis, che interpreta il generale Kilo Onyo, tornerà in
azione. Ecco il cast principale e i personaggi attesi nella seconda
stagione di Star Wars: Andor:
Ci sono stati alcuni accenni e
suggerimenti sulla trama della seconda stagione di Andor. Lo
showrunner Tony Gilroy ha confermato che la seconda stagione di
Andor sarà divisa in quattro episodi da tre episodi
ciascuno, ognuno dei quali descriverà un periodo di 12 mesi
importante per lo sviluppo dell’Alleanza Ribelle. Includerà Yavin
4, il pianeta nella giungla che fungeva da base operativa per
l’Alleanza Ribelle in Rogue One e nel primo film
di Star Wars, il che ha senso dato che la serie si dirige
verso l’anno 0 BBY nella
linea temporale di Star Wars.
La seconda stagione di Andor
sarà divisa in quattro episodi da tre episodi ciascuno, ognuno dei
quali descriverà un periodo di 12 mesi importante per lo sviluppo
dell’Alleanza Ribelle.
Alla D23: The Ultimate Disney Fan
Convention, è stato confermato il ritorno del regista Orson
Krennic di Ben Mendelsohn e di K-2SO di Alan Tudyk in filmati
esclusivi. È stato inoltre confermato che la seconda stagione
di Andor uscirà nel 2025. Nel trailer esclusivo, Gilroy ha
accennato a una scala ancora più grande con una posta in gioco
ancora più alta rispetto alla prima stagione. Separatamente dal
D23, Adria Arjona, che interpreta Bix, la cara amica di Cassian, ha
anticipato un arco sorprendente pieno di colpi di scena. Oltre a
questo, al momento non si sa nulla della storia.
La linea temporale potrebbe portare
a grandi momenti noti per venire da Mon Mothma nella seconda
stagione di Andor. In Star Wars Rebels, è stato
rivelato che Mon Mothma lasciò Coruscant e formò ufficialmente
l’Alleanza Ribelle dopo il massacro di Ghorman. Questo evento
potrebbe essere presente nella seconda stagione di
Andor, così come molti altri momenti interessanti,
emozionanti e pieni di tensione che permettono all’Alleanza Ribelle
di diventare la forza che combatte l’Impero che è nel film
originale di Star Wars.
Tom Everett Scott
(That Thing You Do, The Summer I Turned Pretty) si è unito
al cast della
serie prequel di Prime Video Elle, la cui
produzione esecutiva è affidata alla star del franchise
cinematografico Reese Witherspoon.
Creata da Laura
Kittrell (High School, Insecure),
Elle segue Elle Woods al liceo mentre apprendiamo
le esperienze di vita che l’hanno trasformata nell’iconica giovane
donna del primo film di Legally Blonde.
In un ruolo fisso nella serie,
Scott interpreterà il padre di Elle, “Wyatt”.
Lavorerà al fianco di Lexi Minetree che interpreta l’adolescente
titolare e June Diane Raphael nel ruolo di sua moglie Eva. Nel film
originale, Wyatt era interpretato da James Read, che insieme alla
moglie cercò di dissuadere Elle dal frequentare Harvard.
Gli showrunner Kittrell e Caroline
Dries sono produttori esecutivi con Witherspoon e Lauren Neustadter
di Hello Sunshine e il produttore del film Marc Platt. Jason Moore
(Pitch Perfect) dirige i primi due episodi. Elle è prodotto da
Hello Sunshine e Amazon MGM Studios.
Tom Everett Scott
ha recitato di recente in The Summer I Turned Pretty di Prime Video nelle prime due stagioni dello show e
nei film Clouds, Sister of the Groom e Finding You. È forse più
noto per aver interpretato il batterista “Guy Patterson” in That
Thing You Do! diretto da Tom Hanks, il suo debutto nel
lungometraggio.
La serie Elle è
stata ideata dalla creatrice Laura Kittrell, che
sarà anche showrunner e produttrice esecutiva. Reese Witherspoon è produttrice esecutiva
insieme a Lauren Neustadter tramite Hello Sunshine, una parte di
Candle Media. Anche Lauren Kisilevsky e Marc Platt
saranno produttori esecutivi. Amazon MGM Studios produrrà.
“Uno dei personaggi più
citazionistici, iconici e amati che si sono radicati nel tessuto
della storia di Hollywood è Elle Woods, e siamo onorati di portare
la sua storia d’origine ai nostri clienti globali di Prime
Video“, ha dichiarato Vernon Sanders, responsabile della
televisione di Amazon MGM Studios. “La visione di Reese e Hello
Sunshine per questa serie, unita alla voce vincente di Laura
Kittrell, ha reso questo show assolutamente innegabile“.
Linda Cardellini
(Dead to Me,
No Good Deed) ha concluso un accordo per interpretare
Pamela Voorhees nella serie prequel di Venerdì 13
dal titolo Crystal Lake di Peacock e A24.
Brad Caleb Kane è il creatore,
sceneggiatore, showrunner e produttore esecutivo della serie, la
cui premessa è tenuta nascosta. Si ritiene che la Pamela di
Cardellini sia una madre che ha rinunciato alla carriera di
cantante per crescere un bambino con bisogni speciali e che subisce
una svolta oscura quando perde il figlio.
Nei film di Venerdì
13, Pamela è la madre di Jason Voorhees e una delle
principali antagoniste. Nel film originale è stata interpretata da
Betsy Palmer. Il ruolo è stato successivamente
interpretato da Marilyn Poucher, Paula Shaw e
Nana Visitor in vari sequel, crossover e film
reboot.
Crystal Lake è
prodotto esecutivamente da A24, Kane, Marc Toberoff, Victor Miller,
Robert M. Barsamian, Robert P. Barsamian e Stuart Manashil.
Linda Cardellini
avrà il ruolo principale femminile nella prossima serie limitata
della HBO DTF St. Louis al fianco di Jason Bateman
e David Harbour. È stata una delle protagoniste
della prima stagione della commedia di NetflixDead to Me, il cui futuro è ancora
in sospeso, sebbene l’arco narrativo di Cardellini sia stato
ampiamente concluso nel finale.
Ecco il trailer e il poster di
Bring Her Back – Torna da me, il nuovo
horror Sony Pictures prodotto da A24. Il
film è diretto da Danny Philippou e Michael Philippou (Talk
to Me). Nel cast ci sono Billy Barratt (Crater),
Sora Wong, Jonah Wren Phillips (How to Make Gravy),
Sally-Anne Upton (Five Bedrooms), Stephen Phillips, Mischa
Heywood e Sally Hawkins (La forma dell’acqua – The Shape of
Water).
Un fratello e una
sorella scoprono un terrificante rituale nella casa isolata della
loro nuova madre adottiva. Il film sarà nelle sale
italiane dal 29 maggio distribuito da Eagle Pictures.
Il prossimo thriller d’azione di
alto profilo di David Leitch si sta arricchendo di
una serie di star: secondo le fonti di Deadline, Nicholas Hoult sarà il protagonista del film
di Amazon MGM Studios, Imagine Entertainment e 87North, ancora
senza titolo, che Leitch sta a punto dirigendo. Il film, come
riferito, è sviluppato a partire da una sceneggiatura di
Mark Bianculli.
I dettagli sulla trama sono stati
tenuti nascosti, ma visti i precedenti di Leitch, che ha saputo
regalare grandi emozioni e divertenti colpi di scena in film come
Bullet
Train, Deadpool 2 e, più recentemente, The Fall
Guy, ci si aspetta qualcosa di simile. Kelly
McCormick di 87North e Leitch produrranno insieme a
Brian Grazer, Jeb Brody e
Allan Mandelbaum di Imagine.
Il progetto ha guadagnato molto
slancio nelle ultime settimane, dopo che Leitch e McCormick sono
saliti a bordo del progetto all’inizio dell’anno. Una volta che il
pacchetto è stato immesso sul mercato, non è passato molto tempo
prima che Amazon si muovesse per aggiudicarsi i diritti e il
progetto ha subito iniziato ad attirare talenti di alto profilo,
con Nicholas Hoult che ha recentemente firmato per
diventare il protagonista e le cui riprese sono previste per la
fine dell’estate.
Nicholas Hoult, da Nosferato a Superman
Nicholas Hoult è reduce da un inverno
molto intenso, iniziato con la partecipazione al film di Clint EastwoodGiurato
numero 2. A questo ha fatto seguito il ruolo acclamato
dalla critica in The
Order e ha concluso l’anno recitando nel film campione
d’incassi Nosferatu.
In estate interpreterà Lex Luthor nell’attesissimo Superman
di James Gunn. Tra gli altri suoi importanti
lavori cinematografici e televisivi figurano La favorita, la serie X-Men e The Great, per il quale ha ottenuto una nomination ai
SAG e agli Emmy.
Mentre proseguono le riprese della
quinta e ultima stagione di The
Boys di Prime Video, l’attore Antony Starr ha condiviso su Instagram una
foto del dietro le quinte del set insieme a due scatti di ritorno
dalla stagione precedente e ad alcuni concept art non utilizzati.
Nella foto del set Starr indossa il costume di
Homelander e non sembra che siano state apportate
modifiche sostanziali al suo costume. Si era infatti ipotizzato che
il leader dei Sette avrebbe potuto indossare un nuovo abito per
questo finale di stagione dopo essersi avvicinato alla Casa Bianca
nel finale della quarta stagione.
L’attore ha anche rivelato alcuni
artwork per il costume di Ryan (Cameron Crovetii)
“Homeboy”, che non è mai stato realizzato. Ryan sembra essersi
completamente consegnato al “lato oscuro” dopo aver ucciso Grace
Mallory (Laila Robins) nel finale della quarta
stagione di The
Boys, quindi forse lo vedremo vestire panni simili a
quelli del padre a un certo punto della quinta stagione. Per questo
e altri dettagli, non resta che attendere maggiori rivelazioni nel
corso delle prossime settimane. Intanto, ecco le foto condivise da
Starr:
Parlando con TV Guide dei
suoi piani per la stagione finale all’inizio di quest’anno, a
Kripke è stato chiesto se ha già deciso chi sopravviverà e chi
invece farà una fine senza dubbio disordinata. “Chiunque morirà
nella quinta stagione se lo meriterà ampiamente. Abbiamo un certo
senso di chi vive e di chi muore, ma non abbiamo ancora deciso
tutto. Ma si può fare l’ultima stagione di uno show e uscire di
scena alle proprie condizioni, quindi non tutti ce la
faranno”.
The
Boys è basata sul fumetto certificato bestseller dal
New York Times, creato da Garth Ennis e Darick Robertson, qui in
veste anche di executive producer, e sviluppato dall’executive
producer e showrunner Eric Kripke. The
Boys è prodotta da Amazon Studios e Sony Pictures
Television Studios, in collaborazione con Kripke Enterprises,
Original Film e Point Grey Pictures. E’ disponibile su Prime Video.
Samuel L. Jackson ha interpretato per la prima
volta Nick Fury in Iron Man del 2008, comparendo
in una scena post-credit a sorpresa che ha preparato il terreno per
The Avengers del 2012. Da allora, il leggendario
attore è diventato un pilastro del MCU, apparendo in innumerevoli
progetti cinematografici e televisivi per i Marvel Studios.
Gli ultimi anni non hanno regalato
le migliori storie di Nick Fury, anche se Jackson rimane al top
della sua carriera. Avengers:
Doomsday sembra essere la probabile prossima
destinazione per l’icona dello schermo, anche se solo il tempo ci
dirà per quanto tempo continuerà a interpretare l’ex direttore
dello S.H.I.E.L.D.
Parlando con Vanity Fair per
celebrare il 70° compleanno di Bruce Willis,
Samuel L. Jackson ha rivelato il
consiglio che la sua co-star di Unbreakable e
Glass gli ha dato poco dopo aver condiviso lo
schermo in Die Hard – Duri a morire. “Mi ha
detto, ‘Spero che tu riesca a trovare un personaggio che, quando
fai brutti film e non fanno soldi, puoi sempre tornare a questo
personaggio che tutti amano'”, ha ricordato Jackson. “Ha
detto, ‘Arnold ha Terminator. Sylvester ha Rocky e Rambo. Io ho
John McClane.’ E io, ‘Oh, okay.'”
“E non mi è venuto in mente
finché non ho ottenuto quel ruolo di Nick Fury – e avevo un
contratto di nove film per essere Nick Fury – che, ‘Oh, sto facendo
quello che ha detto Bruce. Ora ho questo personaggio'”, ha
aggiunto.
Il consiglio di Willis ha dato i
suoi frutti alla grande per Samuel L. Jackson. Sfortunatamente, la star di
Die Hard si è ritirata dalla recitazione nel 2022
dopo aver ricevuto una diagnosi di
afasia. Il disturbo è il risultato di un danno cerebrale e
colpisce la capacità di una persona di comunicare; nel caso di
Willis, è progredito in demenza frontotemporale.
Nella sua retrospettiva sulla
carriera dell’anno scorso, Jackson ha riflettuto sull’ingresso
nell’MCU e sul fatto che Nick Fury ha
iniziato rapidamente a comparire praticamente ovunque. “Sapevo
di avere un contratto per nove film”, ha iniziato. “[Il
presidente dei Marvel Studios] Kevin [Feige] ha
detto: ‘Ti offriremo un contratto per nove film’. Quanto tempo devi
restare in vita per fare nove film? Non è il processo più rapido
del mondo”.“Non sapevo che avrebbero fatto nove film in
due anni e mezzo”, ha ammesso Jackson. “È una follia! Oh
merda, sto esaurendo i miei contratti. Ha funzionato”.
Alla fine dell’anno scorso, abbiamo
ricevuto la deludente notizia che il sequel di
The Batman di Matt Reeves
era stato ritardato e non sarebbe arrivato nelle sale prima del 1°
ottobre 2027. Un report commerciale aveva anche notato che non è
più previsto che il film si intitoli “The
Batman – Part II”, il che ora sembra essere stato
confermato.
Questo potrebbe non significare
molto, ma poiché il primo film era elencato come
Azione/Avventura, alcuni fan hanno preso questi
generi aggiuntivi come conferma che Reeves sta pianificando di
introdurre più elementi fantastici nel suo relativamente concreto
“BatVerse”.
Ciò si allineerebbe con le voci
precedenti secondo cui Clayface avrebbe dovuto
essere originariamente il cattivo, e l’ambientazione invernale del
film ha portato a speculazioni sul fatto che Mr.
Freeze potrebbe fungere da antagonista principale.
Il co-direttore dei DC Studios
James
Gunn ha affermato che il ritardo di quasi un anno era
semplicemente dovuto al fatto che la sceneggiatura non era stata
completata, ma sembra che il regista abbia ora, come minimo,
svelato la storia generale.
In una recente intervista, la star
Robert Pattinson ha
rivelato di sapere di cosa parlerà il sequel di The
Batman, mentre affrontava anche la notizia che il film è
stato posticipato al 2027. “Matt è uno scneggiatore molto
attento [ride]… ma finalmente ora so di cosa si tratta. È molto
bello e sono molto emozionato”.
Molti fan e addetti ai lavori del
settore rimangono convinti che Pattinson alla fine rimarrà come
Cavaliere Oscuro della DCU per il film pianificato The Brave and the Bold.
Inserire il Batverse nel DCU potrebbe avere più senso, se non altro per
evitare di avere due franchise di Batman separati e paralleli.
Gunn e Peter Safran
hanno smentito le voci su Pattinson durante il recente
aggiornamento della lista DCU, anche se potrebbe essere significativo che
il regista di Superman non abbia dichiarato
apertamente che l’attore non avrebbe interpretato Batman in
The Brave and The Bold, semplicemente notando che
era “molto improbabile”.
Ricordiamo che
The Batman – Parte II è un titolo provvisorio,
mentre non si hanno ancora conferme ufficiali sul cast. A parte
Robert Pattinson che tornerà nei panni di Bruce
Wayne/Batman, dovrebbero tornare anche Andy
Serkis come Alfred, Zoë Kravitz,
nella tutina di pelle di Selina Kyle,
Jeffrey Wright nei panni di Gordon
e
Colin Farrell che dovrebbe tornare a essere il
Pinguino.
James Gunn ha condiviso la sua reazione al
fatto che la star dell’Universo DC Jason Momoa abbia quasi fatto trapelare il
primo look di Lobo da
Supergirl: Woman of Tomorrow. In quel film, Milly Alcock porterà in vita Kara Zor-El, ma
il film porterà sul grande schermo anche un altro personaggio molto
amato, ovvero Lobo, interpretato a punto Momoa. Una delle cose che
molti aspettano di vedere da questo film non è dunque solo il
costume ufficiale della Ragazza d’Acciaio, ma anche l’aspetto di
Momoa nei panni di questo personaggio.
Nel fine settimana è stata
rilasciata una nuova intervista a Momoa, in cui gli è stato chiesto
di parlare di Lobo in
Supergirl: Woman of Tomorrow, descrivendo al contempo
l’aspetto del suo trucco e del suo costume nel film. Mentre ad un
certo punto Momoa stava per mostrare il look all’intervistatore con
una foto sul suo cellulare, il suo agente lo ha pregato di non
farlo, il che ha portato Gunn a condividere la seguente reazione su
Threads: “Voglio solo ringraziare profondamente l’addetto
stampa di Jason”. L’agente ha poi rassicurato le persone
coinvolte che “varrà la pena aspettare”.
Questa sarà la prima volta di Lobo
in un film DC live-action, anche se il personaggio era già apparso
nella breve serie televisiva Krypton, dove era
interpretato da Emmett J. Scanlan. Per quanto sia
comprensibile che i fan vogliano vedere il Lobo di Momoa, è
fondamentale ricordare che il film deve ancora essere completato, e
questo potrebbe essere il motivo per cui non si vuole rivelare
alcuna immagine prima del debutto di un vero e proprio look
ufficiale. È indubbio che sia in atto un piano per rivelare in modo
ufficiale elementi come l’abito di Supergirl della Alcock e il
design di Lobo di Momoa, e che qualsiasi rivelazione anticipata
possa sabotare questo piano.
Il fatto che si senta anche
l’addetto stampa di Momoa dire “Varrà la pena aspettare”,
sottolinea che anche se i fan dovranno avere pazienza, il risultato
finale sarà gratificante per i fan del personaggio. Nel corso di un
recente evento stampa dedicato al DCU, Gunn ha anche lasciato intendere che la
rivelazione del Lobo di Momoa non avverrà prima di un po’ di tempo,
dato che le riprese di Supergirl: Woman of
Tomorrow sono ancora in corso. Una volta che saranno
effettivamente completi i lavori sul set, i DC Studios potrebbero
rivelare immagini ufficiali dei personaggi di Alcock e Momoa,
separatamente o singolarmente.
Le voci su Spider-Man 4 hanno preso piede
da quando è stato annunciato che Sadie Sink si è unita al cast del film in un
misterioso ruolo da protagonista, e un nuovo casting call che sta
girando online (tramite Daniel Richtman) ha
portato a speculazioni su un altro livello.
Il personaggio di Sink è descritto
come “una donna acuta e libera con un passato misterioso.
Determinata, intelligente e non facilmente intimidita”. Un
numero qualsiasi di eroi e cattivi della Marvel Comics potrebbe potenzialmente adattarsi
al ruolo. Si è parlato un po’ di Felicia Hardy/Black Cat, ma la
teoria prevalente è che Sink interpreterà una nuova versione di
Mary Jane Watson. Jean Grey degli
X-Men è un’altra possibilità, ma sembra sempre più
probabile che questa voce iniziale non sia fondata.
Per quanto riguarda la donna cattiva
di cui abbiamo sentito parlare, si dice che Marvel/Sony stiano cercando
qualcuno tra i “30 e i 50 anni, qualsiasi etnia. Una figura
potente e imponente. Cercano un’attrice con una presenza scenica
forte e autorevole e profondità. Negoziazione con qualcuno (non
dice chi).”
Jeff Sneider ha
recentemente lasciato intendere che la star di Succession Sarah Snook potrebbe essere in
trattative per questo ruolo dopo che Anne Hathaway
ha rifiutato l’offerta. Non sappiamo ancora di quale personaggio si
tratti, ma i dettagli che abbiamo potrebbero supportare l’ipotesi
che l’arrampicamuri di Tom Holland affronterà Adriana Soria, alias
Spider-Queen.
Il resto del casting call recita:
Nuovo ruolo maschile: un giovane intraprendente sui
vent’anni.
Nuovo ruolo maschile: 30-50 anni, qualsiasi etnia. Una
figura autoritaria senza fronzoli che vede il mondo in bianco e
nero. Leale, determinato e disposto a oltrepassare i limiti per
mantenere l’ordine.
Alcuni fan sono convinti che queste
ripartizioni si riferiscano a Norman e Harry Osborn, il che non
sarebbe poi così esagerato. Green Goblin è di gran lunga il nemico
più noto di Spider-Man e, sebbene Willem Dafoe
abbia ripreso il suo ruolo dal film originale di Sam
Raimi per No Way Home, è sicuro che un
nuovo attore prenderà il suo posto nel MCU.
Cosa sappiamo su Spider-Man
4?
Precedenti indiscrezioni hanno
affermato che Tom Rothman della Sony e
Kevin Feige, capo dei Marvel Studios,
hanno avuto dei disaccordi per quanto riguarda la storia di
Spider-Man 4, con quest’ultimo che sperava di
ridimensionare il Multiverso per un’avventura più piccola. Rothman,
invece, si dice che voglia capitalizzare il successo di No
Way Home riportando Tobey Maguire e
Andrew Garfield nei rispettivi ruoli di Peter
Parker.
Più di recente, abbiamo sentito che
entrambi gli studios si sono accordati su una storia
prevalentemente terrestre con alcuni elementi multiversali, anche
se il film viene ancora descritto come un “evento di livello
Avengers”. Oltre a Tom Holland, Zendaya
dovrebbe riprendere il suo ruolo di MJ, mentre è confermata la
partecipazione di Sadie Sink. Si dice inoltre che Sydney Sweeney potrebbe interpretare Black
Cat, mentre è stato ampiamente riportato – ma non confermato –
che Charlie
Cox, Vincent
D’Onofrio e Paul Rudd potrebbero a loro volta apparire
come Daredevil, The Kingpin e Ant-Man.
Si ritiene però che Holland sia
“sempre più diffidente” nei confronti del ruolo dell’iconico eroe,
per cui questa potrebbe essere la sua ultima uscita da solista nei
panni del wall-crawler – anche se quasi certamente avrà un ruolo in
uno o entrambi i prossimi film degli Avengers. Gli sceneggiatori di
No
Way Home, Chris McKenna e Erik
Sommers, stanno scrivendo la sceneggiatura. Mentre a
dirigere il progetto vi sarà Destin Daniel
Cretton, già regista di Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli. Spider-Man 4
uscirà al cinema il 31
luglio 2026.
Il prossimo film di Christopher Nolan non ha affatto una piccola
premessa. Adattamento del classico “l’Odissea”, il film –
intitolato proprio The
Odyssey – include un grande cast composto da alcune
delle più grandi star di Hollywood. Ma John Leguizamo, membro di esso, afferma che
Nolan riesce comunque a far sembrare questa imponente produzione un
film indipendente.
“Il fatto è che ha un budget
pazzesco, non è piccolo, ma lo gestisce come un film indipendente
perché non lo fa in base a un comitato, non lo fa in base a quello
che dice lo studio”, ha detto Leguizamo in
una recente intervista a ‘Morning Joe’ della MSNBC. “È come
un regista indipendente, ma con soldi a palate”, ha
aggiunto.
La filmografia di Nolan, come noto,
comprende grandi blockbuster come “Oppenheimer”,
“Interstellar”
e “Inception”.
“Sono attratto dal lavoro su larga scala perché so quanto sia
fragile l’opportunità di mettere insieme queste risorse”, ha
detto Nolan in un’intervista al Time nel 2024. “So che ci sono
tanti registi là fuori nel mondo che darebbero i denti per avere le
risorse che ho messo insieme io, e sento di avere la responsabilità
di usarle nel modo più produttivo e interessante”.
Ma il regista presta anche molta
attenzione ai film indipendenti, citando nella stessa intervista
“Aftersun”
e “Past
Lives” come alcuni dei film recenti di minori dimensioni
produttive che gli sono piaciuti di più. Indubbiamente Nolan gode
di una libertà creativa con pochi eguali nel panorama
cinematografico di Hollywood, per cui sarà interessante vedere come
userà questo suo privilegio nella realizzazione di The
Odyssey.
Quello che sappiamo su The
Odyssey
L’antico poema epico di Omero
racconta la storia di Odisseo, re di Itaca, e del suo pericoloso
viaggio di ritorno a casa dopo la guerra di Troia, esplorando temi
di eroismo, lealtà, astuzia e la lotta contro la volontà divina. Il
racconto include episodi iconici come l’incontro con il ciclope
Polifemo, le Sirene e la strega-dea Circe, avventure che culminano
con il suo ricongiungimento con la moglie Penelope.
Secondo recenti indiscrezioni, nel
film Tom Holland interpreterà il figlio di Odisseo,
Telemaco (come già ipotizzato), Zendaya sarà la dea della saggezza Atena,
Charlize Theron la maga Circe, Anne Hathaway la moglie di Odisseo, Penelope,
Benny Safdie il re di Micene Agamennone e Lupita Nyong’o sua moglie Clitennestra.
I dettagli sulla trama del film
The
Odyssey di Christopher Nolan sono ad ora stati tenuti
nascosti e non è confermato quanto il regista sarà fedele all’opera
di Omero. Considerando i suoi precedenti, c’è da aspettarsi che
apporti una svolta inaspettata alla storia che già presenta tutti i
marchi di fabbrica del suo cinema, in particolare la non linearità
della narrazione. Le riprese di Odyssey dovrebbero iniziare il mese
prossimo e sarà il secondo film di Nolan per la Universal, dopo
Oppenheimer.
Quasi 15 anni dopo la fine della
storia delle origini di Superman, i fan di Smallville dovranno aspettare ancora un po’
per
una potenziale continuazione animata. Con David Corenswet che farà il suo debutto come
Uomo d’Acciaio nel nuovo Superman
del DCU, in prima visione il 10 luglio, il
co-creatore di Smallville, Alfred
Gough ha recentemente spiegato che l’incarico di James Gunn e Peter Safran
come co-CEOS dei DC Studios ha portato il suo progetto “fuori
dal tavolo per un po‘”.
“Il problema della maggior parte
dei progetti in fase di sviluppo in qualsiasi studio e/o rete è il
cambio di regime”, ha dichiarato Alfred Gough nel podcast
Talk Ville, condotto dalle star di
Smallville, Tom Welling e
Michael Rosenbaum. “La Warners ha ovviamente
affrontato molte cose, e penso che il fatto che stiano per fare un
nuovo reboot di Superman, purtroppo, credo che tenga la nostra cosa
fuori dal tavolo per un po’”, ha aggiunto Gough, che ha
sviluppato la serie con Miles Millar.
“Ma tutto torna in una
forma o nell’altra, ho letto proprio l’altro giorno che stanno
facendo un reboot di Buffy per Hulu”. L’aggiornamento arriva
un anno dopo che Rosenbaum aveva annunciato che lui e Welling
stavano sviluppando il seguito animato con il cast e i creatori
originali della serie. “Tutto quello che posso dire è che è una
grande idea. Abbiamo Al e Miles, i creatori di Smallville, che ci
sostengono”, ha dichiarato. “Quando sarà il momento
giusto, vorremmo fare questa cosa: proporla alla Warner Bros. Deve
essere il momento giusto, e adesso non è il momento
giusto”.
Rosenbaum ha aggiunto: “C’è
stato lo sciopero, c’è stato un cambio di dirigenti alla DC – uno
dei quali è uno dei miei migliori amici al mondo, James
Gunn. Quando sarà il momento giusto, penso che sia una cosa
impossibile da non fare, a meno che non abbiano altre idee. Ci
piacerebbe farlo, tutto il cast vorrebbe farlo”. Nel
frattempo, i fan di Smallville hanno potuto
rivedere il Clark Kent di Welling nel 2019 nell’evento crossover
dell’Arrowverse “Crisis on Infinite Earths”, dove si è
riunito con Erica Durance nel ruolo di Lois
Lane.
George Clooney ha parlato con 60 Minutes del prossimo
adattamento a Broadway del suo film candidato all’Oscar, Good
Night, and Good Luck. Nello spettacolo Clooney, oggi 63enne,
interpreta il giornalista Edward R. Murrow, un
ruolo che ha dichiarato di non essersi sentito pronto a ricoprire
quando ha diretto il film nel 2005. “Murrow aveva una gravitas
che a 42 anni non ero in grado di raggiungere”, ha detto a Jon
Wertheim di 60 Minutes.
Il rovescio della medaglia, ha detto
Clooney, è che ci sono ruoli per i quali non è più adatto.
“Sentite, ho 63 anni”, ha detto l’attore a Wertheim.
“Non sto cercando di competere con i protagonisti di 25 anni.
Non è il mio lavoro. Non farò più film romantici”. Non che ne
abbia fatti molti, comunque. Mentre promuoveva Ticket
to Paradise nel 2022, Clooney ha fatto notare che non
faceva una commedia romantica dal 1996.
Tuttavia, l’età e l’esperienza hanno
i loro privilegi. Oltre a possedere la gravitas necessaria per
interpretare Murrow, Clooney ha dichiarato a 60 Minutes di sentirsi
finalmente in grado di reggere il confronto con il palcoscenico di
Broadway. “Non so se sarei riuscito a farlo prima. Non ero… non
ho fatto il lavoro necessario per arrivarci”. Ha continuato:
“Voglio dire, non c’è un solo attore vivente che non avrebbe
voluto, sai, essere a Broadway. È questo il bello”.
Clooney ha poi affermato di avere un
modello piuttosto valido per allontanarsi dal ruolo di protagonista
romantico. “Paul Newman era il migliore in questo campo”,
ha dichiarato al Washington Post nel 2022. “Ha capito, [con] Il
verdetto, onestamente, che era un attore caratterista e ha
accettato quel ruolo. Non si è opposto, né ha cercato di rifarsi il
viso o di sembrare più giovane e di recitare più giovane. Ha
semplicemente detto: ‘Ok, questo è ciò che sono ora’, e ha cambiato
un po’ le aspettative”.
L’idea che Robert Downey Jr. dovesse interpretare uno dei
cattivi per eccellenza della Marvel è precedente al suo ruolo di
uno dei buoni per eccellenza. Quando Downey è
salito sul palco vestito da Dottor Destino al Comic-Con di San
Diego l’anno scorso è stato uno shock per quasi tutti, in gran
parte perché aveva già salvato l’Universo Marvel nel ruolo di Tony Stark. Ma
sembra che l’idea di Downey nei panni del cattivo Victor Von Doom
risalga a molto prima che l’attore venisse scritturato come alter
ego di Iron Man, ovvero a I Fantastici 4 del 2005.
Joe Russo – che
dirigerà i prossimi due film degli Avengers insieme al fratello
Anthony – ha recentemente rivelato chi ha avuto
l’idea di riportare Downey – non come Stark ma come cattivo dei
Fantastici Quattro: nientemeno che il boss dei Marvel StudiosKevin Feige. “È stato Kevin”, ha
dichiarato recentemente il giovane Russo all’outlet online Omelete. “È interessante notare
che la conversazione è avvenuta un po’ di tempo fa”. Victor
Von Doom è poi stato interpretato nel film del 2005 da Julian McMahon, star di Nip/Tuck,
mentre Downey ha poi debuttato come Stark in Iron Man del 2008, ma
Feige ha mantenuto l’idea di affidare a Downey il ruolo di
Doom.
Questa volta, una volta accettato,
l’attore ha cercato di convincere i registi di Avengers: Endgame a rimettere insieme il
gruppo per i prossimi Avengers: Secret Wars e
Avengers: Doomsday. Secondo Joe,
all’inizio il duo ha esitato. “Robert ha cercato di convincerci
a farlo e noi abbiamo detto ‘no’. Non avevamo una storia. Non
avevamo una via d’accesso. Per un po’ abbiamo fatto
resistenza”. Alla fine i fratelli hanno trovato un’idea.
“Un giorno Steve McFeely, uno dei nostri principali
collaboratori, ha detto: “Ho un’idea”. E noi abbiamo detto: ‘Questa
è la storia! Questa storia deve essere raccontata. È una storia
davvero potente”.
Di che idea si tratta? Nessuno dei
due registi ha voluto divulgare molto, finché Joe ha aggiunto:
“L’unica cosa che dirò del film è questa: Amiamo i cattivi che
pensano di essere gli eroi delle loro storie. È allora che
diventano tridimensionali e più interessanti. E quando hai un
attore come Robert Downey, devi creare un personaggio
tridimensionale e ben modellato per il pubblico”. Non resta
che attendere di poter conoscere maggiori dettagli sul film, la cui
uscita è prevista per il maggio 2026.
Il ritorno di Downey nel MCU è stato
annunciato al Comic-Con dello scorso anno, dove è stato svelato che
l’attore interpreterà Victor Von Doom nei prossimi due film dei
Vendicatori. A dicembre Deadline ha riportato la notizia che
Chris Evans sarebbe tornato nell’universo
Marvel in un ruolo
ancora da definire. Un altro casting per il prossimo
Avengers:
Doomsday è quello di Hayley Atwell, che dovrebbe riprendere il suo
ruolo di Agente Carter.
Mr. Morfina (qui la recensione), commedia
d’azione del 2025, è incentrata su un uomo incapace di provare
dolore, il che porta naturalmente a chiedersi se la sua condizione
sia una vera malattia genetica o solo un espediente hollywoodiano.
Con un cast guidato da Jack Quaid e Amber
Midthunder, il film segue un mite assistente direttore di
banca che usa la sua incapacità di provare dolore a suo vantaggio
mentre insegue un trio di rapinatori che hanno preso in ostaggio la
donna che ama. Non mancano ferite raccapriccianti per il
protagonista, Nathan Caine, che rinuncia alla
sicurezza personale per progredire nella sua ricerca.
Durante l’inseguimento, Nate viene
infatti colpito sia da una pistola che da una balestra, si bolle la
mano nell’olio da frittura per recuperare un’arma, viene colpito
alla schiena da una fiocina fatta in casa, subisce un forte trauma
cranico e subisce persino una tortura brutale ma esilarante.
Sebbene tutto ciò faccia parte del fattore di intrattenimento del
film, sembra irrealistico che qualcuno possa subire così tanti
danni al proprio corpo e continuare a combattere e a correre. Il
dolore fisico che riesce a ignorare dall’inizio alla fine
di Mr. Morfina è ciò che rende la sua
condizione cinematografica così affascinante.
L’insensibilità congenita al dolore
è un disturbo reale
La condizione di Nate è del tutto
legittima, fino al nome medico specifico che le dà quando ne parla
per la prima volta con Sherry. Secondo Medline Plus, l’insensibilità
congenita al dolore con anidrosi (CIPA) è caratterizzata da due
elementi chiave: l’incapacità di percepire il dolore o le
variazioni di temperatura e una forte riduzione
della sudorazione. Le persone affette da CIPA guariscono
però più lentamente del normale da lesioni ossee e cutanee e
possono soffrire degli effetti duraturi di lesioni che guariscono
in modo non corretto. Alcuni studi stimano la frequenza della
condizione a circa 1 su 125 milioni di nascite, ma
è difficile ottenere stime precise a causa dell’elevato tasso di
mortalità.
Jack Quaid in Mr. Morfina
Come descrive Nate, la CIPA porta
infatti a frequenti lesioni gravi, soprattutto ustioni e tagli,
poiché si manifesta tipicamente alla nascita o nella prima
infanzia. Chi soffre di CIPA spesso si morde la lingua o le dita
senza saperlo, causando gravi lacerazioni. A causa dell’anidrosi
(mancanza di sudorazione), molti soggetti affetti da CIPA soffrono
di ipertermia (surriscaldamento) per l’incapacità del corpo di
raffreddarsi con il sudore, con conseguenze spesso letali. Si
tratta di una condizione estremamente grave e tipicamente letale,
anche se ci sono esempi di persone che vivono in età adulta con la
CIPA grazie a un’attenta gestione, proprio come fa Nate.
La rappresentazione di Novocaine
dell’insensibilità congenita al dolore è accurata?
Sebbene Mr. Morfina faccia un buon
lavoro nel rappresentare la completa insensibilità di Nate al
dolore e al calore estremo, banalizza alcuni degli effetti più
letali e meno cinematografici della condizione. Il fatto che il
corpo di Nate sembri completamente normale all’inizio del film non
è impossibile per una persona affetta da CIPA, ma sarebbe
estremamente improbabile data l’incapacità di guarire a un ritmo
normale. Come Nate nota alla mostra d’arte quando appare uno dei
suoi tormentatori delle scuole medie, in gioventù è stato picchiato
spesso.
Se così fosse, probabilmente avrebbe
avuto problemi di sviluppo, con ferite che guariscono lentamente
mentre le ossa e le articolazioni stanno ancora crescendo. Inoltre,
non mostra alcuno degli effetti mortali del surriscaldamento, data
la sua anidrosi, soprattutto se si considera quanto si esercita. Il
film sorvola anche sul fatto che, pur non sentendo il dolore, molte
delle ferite subite impediscono letteralmente al suo corpo di
funzionare normalmente, impedendogli di continuare a correre e
combattere. In definitiva, Mr. Morfina riprende alcuni
elementi della condizione, ma ne cambia molti altri per il bene del
film.
I centri di detenzione nascondono in
tutto il mondo delle realtà parallele, in cui sembrano vigere
regole diverse, in cui spesso è la forza ad avere la meglio. Questo
è un tema che merita certamente l’attenzione del pubblico e viene
presentato con tutta la sua crudezza in Sons
(titolo originale Vogter). La pellicola,
presentata e candidata per l’orso d’oro al Festival del cinema di
Berlino, porta alla luce la quotidianità di una prigione danese,
tra conflitti di potere tra detenuti e polizia penitenziaria.
Sons, diretto da
Gustav Möller (il
colpevole-The guilty, da cui il remake di Netflix
The guilty), presenta nel cast alcune figure già note nel
panorama cinematografico internazionale. Tutto il film ruota
intorno a Eva, guardia interpretata da Sidse Babett
Knudsen (Westworld,
Inferno),
e Mikkel, uno dei detenuti interpretato da Sebastian Bull.
Sons, presentato ai Firebirds awards nel Hong Kong
film festival, è uscito vincitore nella categoria Cinema Giovani
(mondo).
Sons: la vendetta del
carceriere
Eva svolge una vita tranquilla e
abitudinaria: svolge i suoi turni presso il penitenziario in cui
lavora, in un padiglione in cui si trovano detenuti con reati
minori, cerca di rendere la vita dei carcerati più normale
possibile, favorendone la riabilitazione. Poco sa lo spettatore
della sua vita al di fuori del carcere, finché dei nuovi detenuti
vengono trasferiti nel penitenziario dove lavora. Uno nello
specifico colpisce l’attenzione di Eva: si tratta di Mikkel, il
responsabile della morte del figlio, Simon. Mikkel aveva
brutalmente assassinato il ragazzo mentre si trovavano entrambi
detenuti in un altro carcere.
La rabbia e la sete di vendetta
guidano Eva a chiedere il trasferimento nel padiglione in cui si
trova Mikkel, quello dedicato ai detenuti di massima sicurezza. Qui
inizia un gioco di giustizia perversa da parte di Eva contro il
detenuto. Ogni azione però non sembra soddisfare Eva, la quale non
trova nella sofferenza di Mikkel nessun vero sollievo dalla sua
perdita. Dopo un culmine a questo climax di violenza, Eva sembra
credere, sperare in una possibile riabilitazione di Mikkel, finendo
però con lo sbagliarsi.
Sons Foto di Nikolaj Moeller
Sons: poliziotto o criminale?
“Quando avevo la tua età, i preti ci dicevano che potevamo
diventare poliziotti o criminali. Oggi quello che ti dico io è
questo: quando hai davanti una pistola carica, qual è la
differenza?”
Questa celebre citazione del film
The departed: il bene e il male permette di riflettere
sulla contrapposizione, talvolta troppo marcata, tra la polizia,
rappresentante nobili valori di giustizia e ordine, e i detenuti,
simbolo di criminalità e violenza. Pian piano che si procede con la
narrazione, però, in Sons questa differenza tende
ad affievolirsi sempre di più.
Mikkel, da pericoloso assassino
quale è, diventa quasi una vittima nelle mani di Eva, la
quale pur di vendicare la morte del figlio porta avanti una
strategia di veri e propri “dispetti” nei confronti del detenuti,
passando dal sputargli nel cibo, a non garantirgli l’uso del bagno,
per culminare nella brutale violenza.
Eva si lascia pervadere totalmente
dalla rabbia nei confronti di Mikkel, dimostrando una ferocia e un
disprezzo non indifferenti. Ma proprio le prime scene mostrano come
la donna non sia di per se una persona violenta e spregevole.
Proprio per questo motivo, dopo un culmine di violenza, Eva sembra
cambiare totalmente il proprio atteggiamento nei confronti di
Mikkel, sia per le minacce di sporgere denuncia ma forse anche per
un sentimento di vergogna. In fin dei conti, anche Mikkel è un
giovane come lo era suo figlio, e può essere meritevole di una
nuova possibilità dalla vita.
La prigione: da punizione a
riabilitazione
Fin dal Panopticon dell’utilitarista
inglese Jeremy Bentham nel XVIII secolo, la prigione è stata
ipotizzata dai filosofi e realizzata negli stati democratici come
un luogo di riabilitazione, non solo di detenzione. I paesi del
nord Europa sono notoriamente conosciuti per l’alto livello di
risocializzazione e servizi che vengono garantiti nelle carceri, e
ciò viene facilmente dedotto anche in Sons, nella
prima parte del film in cui Eva si trova in un settore con detenuti
condannati per reati meno gravi. Si vede come tutti vengano
trattati quasi alla pari, come gli venga garantito di girare
liberamente fuori dalle loro celle durante il giorno, e come questi
possano svolgere lavori o corsi vari, come quello di yoga tenuto da
Eva. Quest’ultima infatti sembra credere molto nel reindirizzare e
rieducare i detenuti, creando un rapporto molto stretto con i
ragazzi della sua sezione e cercando anche a seguire di salvare
Mikkel.
Diverso è certamente il caso della
sezione con i detenuti più gravi: qui la polizia stessa si comporta
in maniera più dura e severa, ricorrendo a brutali costrizioni come
l’uso cinghie e costrizioni fisiche. Sons si
afferma come una pellicola molto efficace nel presentare una realtà
non sempre ben nota, e lo fa in maniera talvolta cruda e
diretta.
La seconda stagione dello show
tedesco di Netflix,
Totenfrau – La signora dei morti, presenta un
ritorno a un mondo oscuro e violento per Brunhilde
Blum. Due anni dopo aver vendicato la morte di suo marito
– e aver scoperto nel frattempo un disgustoso giro di traffico di
esseri umani – l’impresaria di pompe funebri locale e il suo
assistente, Reza, continuano a rimanere sotto il
radar della legge. Tuttavia, il passato li raggiunge di nuovo
quando l’improvvisa scoperta del cadavere di un vecchio nemico
riapre un caso di polizia. Di conseguenza, l’agente federale
Wallner si insospettisce rapidamente di Blum e del
suo passato sepolto. Contemporaneamente, un problema più urgente
emerge quando sua figlia Nela viene rapita. Così,
con i problemi che arrivano da tutte le parti, Blum si ritrova in
una corsa contro il tempo per salvare la sua famiglia e impedire
che le ombre del suo passato si impossessino della sua vita.
Cosa accade nella seconda stagione
di Totenfrau – La signora dei morti
Brunhilde Blum e
Reza hanno tenuto il loro passato segreto per
quasi due anni, quando finalmente un nuovo problema bussa alla loro
porta. Si scopre infatti che una delle bare in cui l’impresaria di
pompe funebri e la sua assistente avevano nascosto le prove dei
loro crimini passati sta per essere riesumata a causa di alcuni
problemi legali. Di conseguenza, è destinato a dipanarsi un filone
dannoso che rivelerà inevitabilmente il coinvolgimento di Blum
nella morte di più uomini. Anche se i due cercano di risolvere la
questione con un tombarolo nel cuore della notte, la cosa non fa
altro che accelerarsi quando un testimone per poco non li becca. Di
conseguenza, finiscono per lasciare sulla scena del crimine alcune
parti del corpo fatte a pezzi.
Una di queste parti del corpo
appartiene a Edwin Schönborn, erede della lucrosa
famiglia Schönborn. Questo porta alla riapertura dell’indagine sul
suo omicidio, che porta l’agente federale Wallner
nella piccola città. Fin dall’inizio, la detective sospetta di
Blum, certa che l’impresaria di pompe funebri abbia i mezzi e i
motivi per compiere l’omicidio. Per lo stesso motivo, segue con
determinazione la stessa pista, saltando a volte anche la
burocrazia per ottenere risultati. Così finisce per arrestare la
donna senza un mandato. Tuttavia, all’orizzonte della Blum si
profilano complicazioni maggiori. In precedenza, la sua casa è
stata violata da un criminale esperto che era a caccia di
qualcosa.
Durante la detenzione, un avvocato,
Herbert Wagenschaub, fa visita a Blum con il
pretesto di essere il suo legale. Attraverso un messaggio
registrato, le rivela che sua figlia, Nela, è
stata rapita da un misterioso gruppo disposto a chiedere un
riscatto per la registrazione del vile filmato porno di Edwin.
Tuttavia, la donna non è in possesso del video. Di conseguenza, si
ritrova a dover trovare un modo per rintracciare la figlia e
salvarla da un destino crudele. Mentre segue diverse piste – e si
rivolge persino a Johanna Schönborn per chiedere
aiuto – Reza prende una decisione estrema: si prende la colpa per
lei e confessa l’omicidio di Edwin.
Nel frattempo, anche Johanna si
ritrova in acque pericolose. La riapertura del caso dell’omicidio
del figlio ha gettato una luce indesiderata sulla sua azienda,
soprattutto dall’interno. Badal Sarkissian, che è
anche il mandante del rapimento di Nela, è in lizza per sottrarre
le quote di Edwin e conquistare l’intera azienda. Tuttavia, la sua
ricerca del video incriminato dell’erede non è finalizzata ai suoi
scopi. Al contrario, Lange, attualmente candidato
a sindaco, ha chiesto all’uomo d’affari/capo della criminalità di
recuperare il filmato. A sua volta, è ricattato da un’altra parte
con un video simile che lo ritrae mentre stupra e uccide una
donna.
Col tempo, la situazione di Blum si
aggrava, soprattutto dopo aver perso un’importante merce di
scambio: Amar, la sorella di Sarkissian. Per
questo motivo, non ha altra scelta che chiedere aiuto alla polizia
e arrendersi. Tuttavia, sceglie di avvalersi dell’aiuto di Wallner,
ritenendola affidabile. In quel momento, la poliziotta è però alle
prese con i suoi problemi, in particolare con l’omicidio di un
collega per legittima difesa e la conseguente sospensione.
Tuttavia, la sua indagine l’ha resa sospettosa anche nei confronti
di Sarkissian. Pertanto, quando Blum promette di rivelare la verità
sul caso di Edwin, Wallner accetta di aiutarla a catturare l’uomo
d’affari. I due formano un’ottima squadra e riescono a trovare la
posizione di Nela in tempo utile. Di conseguenza, si ritrovano a
cercare una tenuta abbandonata mentre respingono Sarkissian e il
suo tirapiedi.
Cosa accade a Blum?
Nel corso della stagione 2 di
Totenfrau – La signora dei morti, Blum rischia
quindi di essere arrestata per i suoi crimini passati. Tuttavia, la
sua storia è ampiamente oscurata dal pericolo più spaventoso che
circonda la vita di Nela. In precedenza, Nela era solo un ostaggio,
il che la rendeva relativamente più sicura rispetto
all’alternativa. Tuttavia, ora che la sorella di Sarkissian,
Tamar, è morta e lui è in cerca di vendetta, il
destino dell’adolescente è praticamente segnato. Per lo stesso
motivo, verso la fine, costituirsi diventa un sacrificio che la
Blum è disposta a fare. Per questo motivo, si allea con Wallner:
una decisione che dà i suoi frutti molto presto, perché porta la
madre alla tenuta in cui la figlia è tenuta prigioniera.
Britta Hammelstein in Totenfrau – La signora dei morti. Courtesy of
Netflix 2025
Sarkissian intende vendicarsi di
Blum trasformando la figlia in una delle sue vittime attraverso lo
stupro, la tortura e infine la morte, che verranno registrate per
essere diffuse nella sua cerchia di malati. Mentre la madre cerca
Nela, Wallner rinchiude Sarkissian nella sua auto. Tuttavia, i suoi
scagnozzi riescono alla fine a farlo uscire dalla sua prigione. Per
questo, ben presto, trovare Nela non è più la sfida più grande.
Invece, uscire dalla tenuta con le loro vite diventa il vero
ostacolo per le donne. Una volta che Blum ha trovato la figlia,
Sarkissian e uno dei suoi scagnozzi tentano di incapacitare la
madre per farla assistere alla tortura della giovane.
Ciononostante, Blum si rifiuta di
arrendersi senza combattere. Per questo motivo, la donna sopraffà
lo scagnozzo di Sarkissian prima di usare la sua pistola per
ingaggiare un confronto con l’altro uomo. Anche se riesce a
sparargli, facendo guadagnare a se stessa e a Nela il tempo
necessario per fuggire dalla stanza delle torture, si procura una
ferita mortale da taglio. Inoltre, una volta che il duo è quasi al
sicuro, Sarkissian li raggiunge e ingaggia con Blum un altro
combattimento in cui allevia la pressione della lama sulla ferita
da taglio. Alla fine, l’intervento di Nela aiuta la madre ad avere
la meglio e a ridurre in poltiglia l’aggressore con un tubo.
Tuttavia, la realtà della ferita rimane.
Senza la pressione della lama, è più
probabile che Blum muoia dissanguata. Così, anche se le autorità
stanno arrivando, sembra che questa possa essere la fine per lei.
Per lo stesso motivo, si rassegna al suo destino e cerca di dare un
amaro addio alla figlia. Tuttavia, la storia di Blum non finisce
qui. Quando la narrazione di Totenfrau – La signora dei
morti passa all’epilogo, si vede la donna circondata dalla
sua famiglia, apparentemente viva. Alla fine, Blum sopravvive,
anche se la sua mobilità sembra essere stata sacrificata nel
processo. Tuttavia, la donna deve continuare a convivere con la
realtà della sua esistenza e con il fatto che non sembra mai troppo
lontana dalla morte, in un modo o nell’altro. Alla fine, comincia a
rendersi conto che non potrà mai mettere veramente da parte queste
cose orribili. Per questo, il massimo che può fare è assicurarsi
che i suoi cari siano al sicuro e lontani da tutto ciò, anche se
questo finisce per portarli via da Blum.
Come ha fatto Johanna a ottenere il
video di Lange? Perché lo stava ricattando?
Dopo il salvataggio di Nela, si apre
il caso criminale di Sarkissian. La polizia scopre i resti di
diverse donne nella tenuta, il che promette grossi guai al
neoeletto governatore Lange. L’uomo d’affari è stato a lungo un
sostenitore del politico, sia pubblicamente che finanziariamente, e
il loro legame era così profondo che la tenuta era originariamente
intestata a Lange. Per questo motivo, il caso porta molta
attenzione indesiderata sui suoi possibili legami con le
organizzazioni di trafficanti di sesso. Alla fine, il governatore
si rende conto che non c’è modo di uscire da questa situazione
senza che venga rivelato il suo coinvolgimento nella circolazione
dei video porno di tortura. Pertanto, si suicida prima che la
polizia possa raggiungerlo.
Tuttavia, una rivelazione
interessante in Totenfrau – La signora dei morti
arriva all’indomani della morte di Lange. Si scopre che era Johanna
a ricattare il politico fin dall’inizio. L’interesse per il video
di Edwin è emerso dopo il ritrovamento dei suoi resti, portando
alla riapertura del suo caso irrisolto. Johanna sapeva che il
controllo della polizia, soprattutto quello di un agente federale
come Wallner, avrebbe potuto creare problemi all’immagine di Edwin,
visto il suo passato poco raccomandabile. Per lo stesso motivo,
decide di ricattare Lange, il futuro governatore. Pensa che lui
possa trovare un modo per localizzare efficacemente il video,
permettendole di cancellare la sua ombra oscura sul nome della
famiglia Schönborn. Fortunatamente, aveva lo strumento perfetto da
usare contro il politico per fargli eseguire i suoi ordini.
Come Edwin, anche Lange aveva
partecipato allo stupro di gruppo di una vittima della tratta di
esseri umani, che era stato registrato per essere fatto circolare
in circoli malati. Tuttavia, in questo caso particolare, la
maschera del politico si era momentaneamente tolta, rivelando la
sua identità su nastro. Edwin aveva conservato questo video sul suo
computer, che Johanna aveva trovato dopo la sua morte. Data la
promettente traiettoria politica di Lange, aveva intenzione di
tenere il filmato sulla testa dell’uomo per molto tempo, a proprio
vantaggio. Per lo stesso motivo, il suo inaspettato suicidio manda
all’aria i suoi piani. Tuttavia, la donna ha intenzione di
mantenere un controllo sul potere politico della città, anche se
ciò significa che potrebbe candidarsi lei stessa a governatore.
Emilia Pieske in Totenfrau – La signora dei morti. Courtesy of
Netflix 2025
Cosa succede a Nela? Blum uccide
Sarkissian?
Nela rimane dunque in perenne
pericolo per tutta la durata della storia, poiché diventa uno degli
ostaggi di Sarkissian. Tuttavia, non riesce mai a comprendere
veramente il contesto del suo rapimento. Poiché la Blum preferisce
tenere nascosto ai figli tutto ciò che riguarda le sue fughe più
pericolose, l’adolescente non ha idea del perché il passato della
madre l’abbia messa in pericolo. Fortunatamente, la madre riesce a
salvare la figlia in tempo. Inoltre, mentre sta morendo, cerca di
sostenere la sua innocenza, dicendo alla figlia di non odiarla una
volta che la polizia avrà scoperto qualcosa sul suo passato.
Nonostante le sue motivazioni e l’immoralità delle sue vittime, la
Blum è comunque responsabile di molte morti. Per questo motivo, ci
si aspetta da lei un po’ di odio da parte di Nela e Tim.
Tuttavia, come rivela l’epilogo,
Nela non si è allontanata dalla sua famiglia. Dato che la Blum è
sopravvissuta alla ferita quasi mortale, è probabile che durante la
convalescenza abbia condiviso con la figlia alcune delle sue verità
più avverse. Tuttavia, a differenza di quanto accadeva in passato,
quando i segreti spingevano Nela ad allontanarsi, la realtà – a
prescindere dalla sua oscurità – ha costretto l’adolescente a
combattere al fianco della sua famiglia. Per questo motivo, ha
rinunciato al suo sogno di fuggire dalla piccola città. Tuttavia,
c’è un certo distacco tra il duo madre-figlia che mostra la
transizione di Nela da adolescente a giovane adulta. Anche la sua
relazione con Alex, che è passata da una storia d’amore vorticosa a
una possibilità stabile di un futuro insieme, simboleggia la stessa
cosa.
La spiegazione del finale di
Totenfrau – La signora dei morti: Wallner arresta
Blum?
A differenza di Nela e Blum, il
detective Wallner non ha una conclusione positiva nella seconda
stagione di Totenfrau – La signora dei morti. La
poliziotta era intenzionata a risolvere il caso della morte di
Edwin e a dimostrare la colpevolezza di Blum. Per riuscirci, aggira
molte regole, piega le convenzioni e rischia persino di perdere il
lavoro. Tuttavia, non si tira mai indietro di fronte ai suoi
obiettivi. Anche quando aiuta Blum a salvare Nela, Wallner fa
capire che si aspetta che la madre confessi il suo passato in
cambio. Pertanto, era probabile che il futuro di Blum prevedesse la
cella di una prigione, se la detective avesse avuto la meglio.
Tuttavia, sfortunatamente per la
Wallner, non riesce mai a uscire viva dalla tenuta di Sarkissian.
Mentre Blum va alla ricerca di Nela, la detective la copre
affrontando l’abilissimo scagnozzo dell’uomo d’affari. Nelle ultime
settimane, quest’uomo ha ucciso numerose persone, affermando la sua
sorprendente competenza come killer professionista. Di conseguenza,
diventa un avversario scoraggiante. Alla fine, la donna è riuscita
a metterlo alle strette e a fargli aprire il fuoco. Tuttavia,
mentre lui rimane vittima del suo colpo, anche Wallner si becca il
suo proiettile. Così, l’operazione porta alla morte della
detective, lasciando il suo caso freddo e irrisolto.
La colonna sonora
di Mr.
Morfina, in sala dal 27 marzo con Eagle
Pictures, è un mix eclettico di pop e rock che si adatta
all’energia in continua evoluzione della divertente narrazione
action-comedy. Con Jack Quaid e Amber
Midthunder, Mr.
Morfina segue un giovane con una malattia congenita
che gli impedisce di provare dolore mentre cerca di salvare la
ragazza che ama dai rapinatori di banche che l’hanno presa in
ostaggio.
La colonna sonora di Mr.
Morfina funge da sfondo emotivo per gli avvenimenti
del film, dagli inseguimenti in auto ai momenti intimi, mescolando
diversi generi musicali e artisti per allinearsi alla storia. Non
sorprende che la colonna sonora includa alcune canzoni i cui titoli
si allineano al contenuto del film. Il classico “Everybody
Hurts” dei R.E.M., ad esempio, apre il film,
appoggiandosi ai concetti fondamentali sul dolore, sia interno che
esterno. È un mix divertente che piace anche agli spettatori di
tutte le età, poiché tutti, dalla Gen X alla Gen Z, riconosceranno
almeno un paio di artisti popolari nella colonna sonora.
“Parsifal – Act II: Grausamer! Fuhlst Du Im Herzen”
Richard Wagner
“You’re The Inspiration”
Chicago
“Power Lines”
Telekinesis
Quando ogni canzone della colonna
sonora di Mr.
Morfina viene riprodotta nel film
10 canzoni principali riprodotte
durante il film
“Everybody Hurts” dei
R.E.M.: come detto, il classico rock americano senza tempo
dei R.E.M. ha dato il via al film ed è stato riprodotto sui titoli
di testa. È continuato mentre il personaggio di Jack
Quaid, Nathan Caine, si alzava, si preparava per il lavoro
e guidava fino all’ufficio, il tutto mentre forniva scorci delle
precauzioni che prendeva per non farsi male, come mettere le
palline da tennis sui bordi taglienti del tavolo.
“Silver Bells”
originariamente di Jay Livingston e Ray Evans: la versione
di Andy Williams di questo classico natalizio viene riprodotta
sullo sfondo della conversazione tra Nate e Sherry (Amber
Midthunder) durante il pranzo in una tavola calda. È
un’esposizione sia per Sherry che per il pubblico, poiché è la
spiegazione più approfondita della condizione di Nate,
insensibilità congenita al dolore con anidrosi.
“Casual” di Chappell
Roan: il singolo del 2022 della cantante pop ultra
popolare viene riprodotto nel locale della mostra d’arte di Sherry
quando Nate entra per la prima volta e trova Sherry. Continua a
riprodursi mentre parlano e lei rivela di avere i suoi dipinti
esposti alla mostra, uno dei quali vende. È diventato un successo
inaspettato nel 2024 quando la popolarità di Roan è salita alle
stelle ed è stata una delle sette canzoni che Roan ha avuto
contemporaneamente nella Billboard Top 100.
“So Hot You’re Hurting My
Feelings” di Caroline Polachek: un altro successo
inaspettato che è esploso su TikTok nel 2022 (ben dopo la sua
uscita nel 2019), il singolo indie pop new wave di Caroline
Polachek viene riprodotto mentre Nate e Sherry sono al bar del
locale della mostra d’arte. Vengono avvicinati da qualcuno con cui
Nate è andato a scuola, il che li porta a confrontare le loro
spiacevoli storie con il dolore.
“This Is Gonna Hurt” di
Dirty Nice: con uno dei titoli più scontati della colonna
sonora di Novocaine, “This Is Gonna Hurt” di Dirty Nice suona
mentre il personaggio del passato di Nate, il fratello della
confraternita, sta chiacchierando con Sherry al bar. Mentre Nate è
inizialmente devastato, si scopre che Sherry lo stava ingannando
per fargli prendere un doloroso shot infuso di peperoncino
fantasma, provocando un’agonia fisica per il suo vecchio bullo
invece che dolore emotivo per Nate.
“Mist Of A Dream” di
Birdlegs & Pauline: questa classica traccia R&B fluida
del duo sposato Sidney “Birdlegs” Banks e sua moglie Pauline è
stata pubblicata per la prima volta nel lontano 1964, ma è la
canzone perfetta per la scena in cui è usata. La melodia dolce e
sensuale fa da sfondo alla discussione di Nate e Sherry sul dolore
contro il piacere nel suo appartamento e continua durante il loro
primo incontro intimo.
“I Believe In A Thing Called
Love” dei The Darkness: il singolo del 2003 della rock
band inglese The Darkness è un vero inno e una rappresentazione del
rock dei primi anni 2000, e la sua atmosfera ad alta energia si
adatta perfettamente alla sua posizione nel film. Funziona come
colonna sonora per Nate che si sveglia dopo la sua notte che gli ha
cambiato la vita con Sherry, e Novocaine la posiziona come
l’inverso di “Everybody Hurts”, suonandola ancora una volta su Nate
che si prepara e va al lavoro, ma questa volta con un saltello e un
sorriso sul viso.
“Parsifal – Atto II:
Grausamer! Fuhlst Du Im Herzen” di Richard Wagner: la
canzone d’opera tedesca viene suonata nel salone dei tatuaggi che
Nate visita nel tentativo di ottenere informazioni su Ben, il
rapinatore a cui ha sparato, basandosi su un tatuaggio sul suo
braccio. L’opera tedesca è una gag su come il tatuatore, che
inizialmente sembra amichevole, sia in realtà un neonazista, come
dimostra il suo tatuaggio con una svastica sul collo.
“You’re The Inspiration” di
Chicago: il classico soft rock del 1984 è usato
ironicamente in base al suo titolo. Sebbene sia un ovvio
riferimento all’affetto di Nate per Sherry, viene utilizzato mentre
il rapinatore Andre tortura Nate nella casa del fratello morto.
Nate è costretto a fingere di soffrire per guadagnare tempo finché
Roscoe non può venire a salvarlo, quindi (in modo poco convincente)
si comporta come se Andre si strappasse le unghie in realtà facesse
male.
“Power Lines” dei
Telekinesis: la canzone allegra del 2013 della band indie
rock americana Telekinesis suona alla fine della visita di Nate a
Sherry in prigione e nei titoli di coda del film. Corrisponde al
finale positivo del film e il testo si adatta persino abbastanza
bene alla trama del film con la sua discussione su una coppia in
fuga e destinata al fallimento.
Dove ascoltare la colonna sonora di Novocaine
La colonna sonora ufficiale è uscita nel giorno della release
USA
La colonna sonora
altalenante di Mr.
Morfina merita sicuramente di essere riascoltata,
soprattutto per gli appassionati di rock e pop di epoche diverse.
Ufficialmente intitolato Novocaine (Music from the
Motion Picture), come il titolo originale del film, la colonna
sonora del film è uscita il 14 marzo, giorno in cui il film è
arrivato al cinema negli USA. Puoi trovare l’album sulla tua
piattaforma preferita qui e scaricarlo direttamente
sul tuo dispositivo non appena sarà disponibile.
Il genere dei film di vendetta ha
avuto un’impennata di popolarità dopo il successo di Death
Wish del 1974, e ha continuato ad avere successo anche in
questi anni. Giustiziaprivata
(qui
la recensione) del 2009, ad esempio, è uno dei casi più
interessanti, interpretato da attori del calibro di Gerard Butler e Jamie Foxx. Il film è incentrato sul
Clyde di Butler, che ha assistito all’omicidio
della moglie e della figlia davanti ai suoi occhi, ma dopo che il
sistema ha lasciato andare il loro assassino a cuor leggero, giura
una vendetta epica.
Giustiziaprivata pone dunque domande interessanti sul
sistema giudiziario e gioca con le simpatie del pubblico. Dato
tutto quello che ha subito il protagonista, è difficile non fare il
tifo per lui, ma gradualmente diventa così mostruoso che gli
spettatori si schierano in seguito con il Rice di
Foxx. Detto questo, Rice ha deciso di essere clemente con
l’assassino della famiglia di Clyde, il che ha portato in parte a
tutto il pasticcio. La campagna di Clyde inizia quindi con la
tortura e l’omicidio del suddetto assassino, ma nonostante
l’arresto, riesce in qualche modo a colpire e uccidere altre
vittime, come un giudice o l’assistente di Rice,
Sarah.
Cosa succede nel finale di
Giustizia privata
Giustiziaprivata rivela che Clyde ha lavorato per un
periodo per la CIA ed è un esperto in grado di progettare e
commettere omicidi elaborati. Rice si rende conto che deve essere
stato un suo progetto se Clyde è stato mandato in isolamento.
Insieme al detective Dunnigan (Colm
Meaney, Con Air) scopre che Clyde possiede una proprietà
vicino alla prigione in cui è detenuto e trova un tunnel che passa
sotto di essa, costruito nel corso degli anni. Clyde usciva dunque
di nascosto per commettere personalmente gli omicidi prima di
tornare in cella.
Colm Meaney e Jamie Foxx in Giustizia privata
Rice e Dunnigan apprendono che
l’uomo ha intenzione di colpire il municipio e devono dunque
trovare una bomba che ha piazzato lì per colpire il sindaco. Il
film si conclude con Rice che cambia quindi le carte in tavola e
incontra Clyde nella sua cella. Fa un ultimo appello all’uomo
affinché smetta di fare quello che sta facendo e si arrenda,
insistendo sul fatto che se attiverà la bomba, se ne pentirà per il
resto della sua vita. Dichiara inoltre di non voler fare più
accordi con gli assassini, cosa che Clyde aspettava da tempo di
sentire.
Clyde afferma di aver preso comunque
la sua decisione e attiva la bomba. Rice allora gli ripete che
conviverà con questa sua scelta per tutto il resto della sua vita
e, chiudendo la porta della cella, aggiunge “cioè per i
prossimi ultimi 25 secondi“, allontanandosi di corsa. Shelton
sentendo un rumore metallico provenire dal tunnel si accorge subito
dopo che Rice ha collocato la bomba sotto il letto della cella e
che non può nemmeno scappare dal tunnel, dato che il passaggio è
stato bloccato da Dunnigan: l’ingegnere si siede sul letto e,
guardando il braccialetto di sua figlia (unica cosa rimastagli),
viene avvolto dalle fiamme.
Nell’epilogo viene mostrato un Rice
provato dalla dura esperienza, che gli ha comunque insegnato a
discernere le priorità nella vita ed a mettere il bene davanti a
ogni cosa. Il film si conclude con una scena in cui finalmente Rice
assiste al concerto di sua figlia, assieme alla moglie Kelly,
lasciando così intendere che le sue priorità sono cambiate e
cercherà ora di essere non solo un uomo migliore, ma anche un
marito e un padre più affettuoso.
Il vero significato del finale di
Giustizia privata
In molti film di vendetta di
vigilanti, le persone che hanno subito un torto se la prendono con
altri responsabili del loro dolore. Tuttavia, ciò che Clyde ha
fatto è andato oltre e ha oltrepassato il limite, diventando a sua
volta un mostro. Clyde non era semplicemente disposto a fare del
male a coloro che avevano permesso a un assassino di cavarsela con
una pena più lieve, ma era disposto a fare del male anche a
chiunque lo ostacolasse. I danni collaterali non erano un problema,
e lui era cattivo quanto l’assassino originale.
Gerard Butler in Giustizia privata
Clyde non poteva più essere
considerato un eroe, anche se all’inizio era giustificato.
Tuttavia, c’è un altro aspetto del finale che colpisce. Rice è in
definitiva responsabile della rabbia di Clyde quando fa un accordo
con un assassino. Alla fine, Rice dice di non scendere più a patti
con gli assassini, compreso Clyde, ma nonostante ciò supera
comunque il limite per un’ultima volta. Quando mette la bomba nella
cella di Clyde, è di fatto lui ad ucciderlo, oltrepassando a sua
volta il limite diventando lo stesso mostro che aveva cercato di
fermare. Si può però immaginare che questo evento rimanga un unicum
e che Rice passerà la sua vita a rimediare a questa macchia.
Giustizia privata
ha quasi avuto un finale diverso
Il finale di Giustizia
privata è quasi stato molto diverso da quello che si vede
nel film. Sebbene sia l’unica area in cui critica e pubblico
concordano nel ritenere che il film non sia stato all’altezza delle
aspettative, il finale alternativo avrebbe potuto mettere d’accordo
tutti. Il tema principale del film è il fallimento del sistema
giudiziario e il modo in cui ha distrutto un uomo buono, portandolo
a compiere azioni molto cattive. Anche quando era la vittima
originaria, la sua punizione è stata peggiore di quella di coloro
che hanno commesso i crimini originali, il che non è stato un buon
messaggio da inviare alla fine.
Sembra che Giustizia
privata sia passato attraverso diverse versioni prima che
il regista F. Gary Gray decidesse per questo
finale. Si diceva che Jamie Foxx avesse richiesto questo nuovo
finale, in cui il suo personaggio uccideva Clyde per salvare i
cittadini del municipio. Questo sembra non essere vero, ma c’era un
finale diverso in cui Rice uccideva Clyde in un combattimento corpo
a corpo. Questo finale si concludeva poi con l’arresto di Rice per
omicidio, ma stringe poi un accordo con il nuovo procuratore
distrettuale, il che significa che è diventato lui il nuovo Clyde.
Questa conclusione eliminava il lieto fine di Rice e lo rendeva
dunque il nuovo assassino.
Subito dopo la sua uscita, il 13
marzo 2025, Adolescence ha fatto parlare di sé,
diventando la serie TV di tendenza del momento e ottenendo anche un
punteggio di critica del 100% su Rotten Tomatoes. La serie racconta
la storia di Jamie Miller, un tredicenne accusato
dell’omicidio di un compagno di classe. In soli quattro episodi, la
serie esplora non solo il viaggio di Jamie, ma anche le conseguenze
sulla sua famiglia, sui suoi amici e sui detective che si occupano
del caso. Dopo aver visto la nuova miniserie di Netflix, Adolescence, gli
spettatori potrebbero desiderare altri strazianti drammi
polizieschi da vedere, e le seguenti cinque serie Netflix che
elenchiamo qui di seguito sono perfette per questo scopo.
Oggi sono davvero innumerevoli i
drammi polizieschi che si possono vedere, ma quando si tratta di
Adolescence, i titoli da vedere dopo devono essere
un po’ più specifici. Per esempio, alcune delle migliori opere di
accompagnamento sono quelle che parlano di criminalità, ma anche di
giovani coinvolti nella criminalità. Inoltre, l’ambientazione di
Adolescence e la sua attenzione al perché le
persone commettono crimini sono altri elementi che dovrebbero
comparire in un solido seguito. Le cinque serie di Netflix qui
proposte possiedono tutto ciò, offrendo evidenti legami con
Adolescence e i suoi temi.
Una serie Netflix
che ha una premessa molto simile ad Adolescence è
Una famiglia quasi normale (qui
la recensione). Distribuito nel 2023, questo dramma svedese
segue i Sandell, una coppia apparentemente normale la cui vita
viene sconvolta quando la figlia quindicenne diventa la principale
sospettata di un omicidio. Nel corso di sei episodi, il pubblico
assiste alla lotta dei Sandell per proteggere la figlia, anche a
costo di nascondere la verità.
Una famiglia quasi
normale non ha le stesse recensioni positive di
Adolescence, ma è un compagno molto sensato per la
serie. Entrambe prendono in considerazione l’idea di un giovane che
commette un crimine orribile e la ricerca della verità che ne
consegue. La grande differenza che distingue Una famiglia
quasi normale da Adolescence è il fatto
che i Sandell sono più preoccupati di salvare la figlia che di
risolvere il crimine vero e proprio, il che è diverso dal senso di
realismo e giustizia di Adolescence.
Adolescence
presenta diversi momenti intensi nel corso delle sue quattro
puntate, ma una scena che spicca particolarmente è l’interrogatorio
di Jamie nel primo episodio. Chi è rimasto
particolarmente affascinato da questa scena e dai metodi utilizzati
dall’ispettore Bascombe di Ashley
Walters dovrebbe allora dare un’occhiata a
Criminal: Regno Unito. Questa serie di due
stagioni si svolge esclusivamente all’interno di una suite di
interrogatori della polizia, dove il pubblico vede i sospetti messi
in posizioni difficili.
Certo, Criminal: Regno
Unito rinuncia a molti degli elementi principali di
Adolescence. Non c’è una trama generale e non c’è
un focus particolare sui giovani e sul crimine. Tuttavia, la serie
cattura molto dell’essenza della nuova serie Netflix. Ci sono casi
che devono essere risolti e criminali che i detective sono ansiosi
di risolvere. In questo senso, Criminal: Regno
Unito è altrettanto avvincente e tesa di
Adolescence.
Mindhunter
Per chi cerca altri drammi
polizieschi di alta qualità su Netflix, Mindhunter
è un must da guardare. La serie thriller si svolge negli anni ’70 e
segue gli agenti dell’FBIHolden Ford e Bill Tench, che
fanno parte dell’Unità di Scienze Comportamentali dell’FBI.
Insieme, i due uomini portano avanti un progetto in cui
intervistano i serial killer, sperando di ottenere maggiori
informazioni sulla loro mentalità e sulle loro motivazioni. In
definitiva, il loro lavoro porta a quello che oggi è noto come
criminal profiling.
Ancora una volta,
Mindhunter potrebbe non avere i legami più ovvi
con Adolescence, ma il loro rapporto va oltre la
semplice trama. In fondo, entrambe le serie si interessano al
perché i criminali commettono crimini. Proprio come Ford e Tench
imparano a conoscere assassini agghiaccianti,
Adolescence si addentra nella personalità di Jamie
e negli eventi che hanno portato al suo presunto crimine. Entrambe
le serie sono intense e inquietanti, ma trattano i loro personaggi
con il massimo rispetto e umanità.
Unbelievable
Owen Cooper, che
interpreta Jamie in Adolescence,
è una delle parti migliori della serie. Un’altra serie che vanta un
incredibile giovane attore nel ruolo di protagonista è
Unbelievable. La serie è incentrata su Kaitlyn Dever nel ruolo di Marie
Adler, un’adolescente che denuncia di aver subito una
violenza sessuale, salvo poi ritrattare la sua dichiarazione. Con
molti che la accusano di essere una bugiarda, una squadra di
detective donne si mette alla ricerca della vera storia.
Unbelievable
condivide molto DNA di Adolescence. Proprio come
Jamie, Marie si trova nel mezzo di un’indagine criminale che
potrebbe non essere così clemente come spera. A causa della sua
età, le conseguenze di ogni cosa sembrano gigantesche e
terrificanti. Fortunatamente, però, due detective si interessano
alla sua storia e scoprono una lunga storia di corruzione e
criminalità che tiene le vittime in silenzio e i criminali a piede
libero. Inoltre, Unbelievable vanta un altro
incredibile punteggio su Rotten Tomatoes, pari al 98%.
L’intensità cruda di
Adolescence è una delle qualità più sorprendenti
dello show, e potrebbe far venire in mente un’altra serie Netflix
che ha ottenuto elogi simili l’anno scorso: Baby
Reindeer. La serie racconta di Donny, un
giovane aspirante comico che inizia a essere perseguitato da una
donna ossessiva di nome Martha. Mentre il
sostentamento di Donny è in pericolo, gli vengono ricordati i
traumi del passato che ha lasciato andare troppo oltre, e deve ora
affrontare i suoi problemi per ottenere finalmente giustizia.
Come Adolescence,
Baby Reindeer è vulnerabile e scioccante. È un altro show che non
fa sconti, lasciando che il pubblico assista a momenti davvero
inquietanti. Tuttavia, queste scene cupe sono importanti perché
piene di realismo. Ricordano che il crimine non è solo una finzione
televisiva, ma ha effetti reali sulle persone e può non essere così
chiaro come appare sullo schermo. In questo, Baby
Reindeer è molto simile ad
Adolescence.
Recita da più di dieci anni
Jack Quaid, ma solo negli ultimi cinque ha messo a
segno una serie di ruoli in popolari film e serie che gli hanno
permesso di ottenere grande notorietà. Spaziando dal dissacrante
The
Boys al thriller Scream, dal drammatico
Oppenheimer al fantascientifico Companion e fino alla commedia d’azione
Mr. Morfina, senza dimenticare
il tanto doppiaggio svolto, Quaid si è affermato come uno dei più
convincenti everyman dello schermo, dando
continuamente prova di grandi capacità.
2. È noto per aver recitato
e doppiato alcune serie TV. All’inizio della sua
carriera l’attore ha recitato nella serie comedy Sasquatch
Sketch Comedy (2014-2015), per poi comparire anche
in Criminal Crimes (2015), The Fantastic
Adventures of Foolish Gentlemen (2016),
Vinyl (2016), Workaholics (2017) e
The Tap (2017). Nel 2019 assume il ruolo di Hughie
Campbell nella serie The
Boys, con
Karl Urbane Anthony
Starr. Ha poi anche lavorato come doppiatore per le
serie Harvey Girls per sempre! (2019-2020), Star
Trek: Lower Decks (2020-2023), Star Trek
Logs (2021-2022) e My Adventures with
Superman (2023), dove dà voce proprio al supereroe
protagonista.
Jack Quaid ha recitato in Hunger Games
3. Ha subito un infortunio
prima delle riprese.Hunger Games è stato il primo progetto di Quaid, dove
ha interpretato uno degli antagonisti. In un’intervista a IGN,
l’attore ha raccontato la sua esperienza, che ha incluso un brutale
infortunio prima delle riprese. Il giorno prima di esse, infatti,
l’attore allora diciannovenne si stava allenando con una palla
medica quando questa rimbalzò troppo in alto e gli ruppe il naso.
L’attore ritiene che il suo naso “non abbia mai più avuto lo
stesso aspetto” e ha persino sottolineato che in alcune scene
si può notare come gli si gonfiasse per il trauma subito.
4. Il ruolo di Hughie era
stato pensato per un altro attore. Il ruolo per cui
oggi Quaid è maggiormente noto è quello di Hughie nella
serie The
Boys. In realtà, però, nel fumetto il personaggio ha le
sembianze di Simon
Pegg e doveva essere proprio lui ad interpretarlo in
quello che doveva essere un film. Il progetto, tuttavia, tardò a
svilupparsi e quando alla fine venne riadattato come una serie Pegg
era ormai troppo anziano e quindi venne scelto per interpretare il
ruolo del padre di Hughie.
5. Vorrebbe smettere di
apparire nudo nella serie. Nel corso delle quattro
stagioni ad oggi realizzate di The
Boys, c’è sempre un momento in cui lo Hughie di Quaid
finisce con il ritrovarsi nudo. In vista della quinta stagione,
l’attore ha dunque affermato: “Oh, cavolo, vorrei che la nudità
finisse. Il mio sedere ha avuto un sacco di tempo sullo schermo e
non è un granché, capite cosa intendo“. Quaid ha inoltre
rivelato di aver chiesto ai suoi genitori di non guardare la serie
proprio per via della sua nudità.
Jack Quaid ha recitato in Oppenheimer
6. Ha interpretato un noto
scienziato. In Oppenheimer, il film di Christopher
Nolanpremiato agli Oscar, Quaid ha interpretato
Richard Feynman, fisico teorico che ha lavorato
nella Divisione Teorica di Los Alamos e premio Nobel per la fisica
nel 1965. L’attore, nei panni di questo importante scienziato,
viene mostrato mentre suona i bonghi più volte durante il film.
Oltre alle sue capacità nel campo della fisica, Feynman era infatti
noto per essere un prolifico suonatore di bongo, cosa dunque
riportata anche nel film.
Jack Quaid protagonista di Mr. Morfina
7. Ha imparato a non reagire
al dolore. Per perfezionare il suo ruolo in Mr. Morfina, è stato necessario
per Quaid acquisire un set di abilità non convenzionali. “Jack
ha dovuto ricablare il suo cervello in modo da poter ricevere un
pugno e non indietreggiare”, ha raccontato Robert Olsen, uno
dei registi. “Per tutta la vita come attore, ti viene detto di
vendere il colpo, e quando ricevi un pugno, trasali, vendi il
dolore. Ha dovuto lavorare con il nostro coordinatore degli stunt,
Stanimir Stamatov, per disabituarsi a questo”.
9. Ha una relazione con la
sua collega di The Boys. Sebbene non sia chiaro
quando Quaid e Claudia Doumit abbiano iniziato a
frequentarsi, la coppia è decisamente nata sul set di The
Boys, in cui Quaid interpreta Hughie Campbell e Doumit è
invece Victoria Neuman. Ad ogni modo, i due starebbero insieme dal
2022 e si sono dimostrati da subito una coppia molto affiatata,
mantenendo però anche una certa riservatezza sulla loro vita di
coppia.
L’età e l’altezza di Jack Quaid
10. Jack Quaid è nato il 24
aprile 1992 a Los Angeles, California, Stati Uniti.
L’attore è alto complessivamente 1,85 metri.
Attenzione! Questo articolo
contiene spoiler per l’episodio 6 di The White Lotus – Stagione
3
Le visioni di Timothy Ratliff che
vede se stesso morire nell’episodio 6 di The White Lotus – Stagione 3 sono collegate
alla sua trama e potrebbero suggerire cosa accadrà in futuro. Di
tutti i membri del cast, Timothy sta vivendo il periodo più
stressante. Sebbene l’episodio 6 aumenti un po’ la tensione tra
Laurie e Jaclyn dopo che quest’ultima ha dormito con Valentin ed
esplori alcune delle ricadute della trama dell’incesto di The White
Lotus, la settimana di Timothy continua ad andare di male in
peggio.
La vacanza di Timothy nella
terza stagione di The White Lotus continua a essere
sconvolta, se non per i suoi crimini da ricattatore e truffatore
che vengono alla luce, per il peso mentale che questo sta avendo su
di lui. Il quasi suicidio di Timothy nell’episodio 5, lo ha
dimostrato senza ombra di dubbio, con l’episodio 6 incentrato sul
suo stato mentale. Mentre sembra esserci una qualche forma di
chiarezza per Tim, l’episodio 6 non fa che spingerlo ulteriormente
verso un percorso doloroso con visioni di morte imminente.
Perché Tim ha una visione di
suicidio all’inizio dell’episodio 6 di The White Lotus – Stagione
3
The White Lotus stagione 3 – Cortesia di Sky
Innanzitutto, Tim si immagina steso
morto dopo essersi sparato alla testa, e poi viene trovato da una
Piper e Victoria addolorate. La scena è incredibilmente inquietante
e presenta alcune performance brutalmente reali di Parker Posey e
Sarah Catherine Hook,
ma la domanda sul perché Tim abbia immaginato questo rimane. Il
motivo è legato al suo tentativo di suicidio alla fine
dell’episodio 5. Se Victoria non avesse interrotto Tim, sarebbe
stato a pochi secondi dal rendere la sua visione realtà.
Ovviamente, è ovvio che Tim si trova
in un momento di buio mentalmente, abbastanza da tentare di
togliersi la vita. Solo perché è stato interrotto non significa che
questi sentimenti se ne andranno. Naturalmente, uno spazio mentale
così traumatico e la consapevolezza di aver tentato il suicidio
rimarranno con Tim, spiegando perché ha immaginato di farlo
all’inizio dell’episodio 6. Il coinvolgimento di Piper e Victoria
mostra anche come Tim stia pensando a cose che non sono state
evidenziate nell’episodio precedente, come il modo in cui le sue
azioni avrebbero influenzato la sua famiglia.
Perché Tim in seguito ha una
visione di uccidere Victoria
Più avanti, Tim ha un’altra visione
che riguarda la morte. Questa volta, immagina di usare la pistola
che ha rubato nel
finale dell’episodio 4, per sparare a Victoria mentre dorme.
Tim si scusa e dice di amare Victoria mentre lo fa, prima di
puntare la pistola alla propria testa e premere il grilletto. Saxon
arriva alla villa e scuote Tim dalla sua immaginazione, con questa
visione che si collega a una conversazione che lui e Victoria hanno
avuto in precedenza nell’episodio e legata ai crimini che ha
commesso.
Victoria menziona che Piper non
vorrà vivere in Thailandia senza le comodità dei soldi della sua
famiglia. Victoria poi continua dicendo che se dovesse vivere una
“vita scomoda” lei stessa preferirebbe non viverla affatto. Timothy
è visibilmente turbato da questo a causa della possibilità molto
concreta che la sua famiglia perda la sua fortuna a causa delle sue
azioni con Kenny Nguyen. Qui sta il simbolismo della seconda
visione di Timothy.
In un certo senso, Timothy che spara
a Victoria insieme a sé è una forma di pietà nella sua mente. Tim
sta lottando per far fronte alla realtà che le sue azioni avranno
delle ramificazioni sulla sua famiglia, e la prima visione del suo
suicidio è stata un modo per sfuggire a quelle conseguenze. Dopo
aver sentito che Victoria odierebbe vivere senza ricchezza, la
mente di Timothy la aggiunge allo scenario oscuro come un modo per
“risparmiarla” dalla vita che dovrà vivere se lui viene dichiarato
colpevole.
La conversazione di Tim con il
monaco si aggiunge ai suoi pensieri sulla morte
Per sviluppare
ulteriormente il concetto di Timothy che pensa alla morte nella
terza stagione di The White Lotus, l’episodio lo
fa parlare con il monaco con cui Piper desidera vivere in
Thailandia. Timothy chiede di Piper, prima di chiedere al monaco
cosa succede dopo la morte degli umani. Il monaco dice a Tim che
ogni nascita è una goccia d’acqua che esce dal vasto oceano
sottostante. Con l’avanzare dell’età, la goccia raggiunge il suo
apice e inizia a ricadere nell’oceano, con la morte che riunisce
una persona alla più ampia coscienza dell’universo.
Il monaco dice a Timothy che questo
rende la morte una felice riunione, quasi come se qualcuno venisse
accolto di nuovo a casa. Questa conversazione colpisce molto Tim e
potrebbe persino indicare che sta cercando di giustificare il suo
suicidio o la seconda visione che coinvolge un omicidio-suicidio.
Come accennato, Tim sta lottando per accettare che la sua vita vada
così com’è e sta potenzialmente iniziando a vedere la morte come
una via di fuga o, in effetti, un felice ritorno.
Tim morirà davvero nella terza
stagione di The White Lotus?
Tutte queste visioni e
parole di morte sollevano la questione se Timothy morirà davvero.
La vittima della terza stagione di The White Lotus
è stata anticipata all’inizio dell’episodio 1, con il furto della
pistola di Gaitok e il tentativo di suicidio che hanno portato
molti a credere che Tim sarebbe stata la persona ad affrontare una
fine prematura. Tuttavia, lo show è stato molto aperto sulle
esperienze di Timothy con la morte, specialmente dopo l’episodio 6,
suggerendo potenzialmente che sarà davvero la vittima di questa
storia.
Nonostante questo, penso ancora che
sarebbe troppo ovvio che Tim fosse la vittima della terza stagione
di The White Lotus. Ovviamente, più di un
personaggio potrebbe morire e quello di Tim potrebbe arrivare in un
momento diverso dall’apertura a freddo della stagione, ma dubito
che la sceneggiatura renderebbe così ovvio che Tim si sta esponendo
alla morte se dovesse davvero morire.
Jennifer Coolidge non è presente in The White Lotus – Stagione 3, ma il
nuovo ciclo ha effettivamente una perfetta sostituta per il suo
personaggio, ed è di gran lunga l’elemento più divertente del cast.
Come le altre stagioni di The White Lotus, la
terza stagione introduce un cast completamente nuovo di personaggi
unici, ognuno interpretato da un fantastico attore caratterista.
Tuttavia, Tanya McQuoid di Jennifer Coolidge è
scomparsa dopo la sua morte nella seconda stagione.
Tanya McQuoid è stata uno dei pochi
personaggi principali che è tornato nella seconda stagione di
The White Lotus dopo aver fatto il suo debutto
nella prima stagione, con ciò che molto probabilmente ha a che fare
con il fatto che è un personaggio preferito dai fan. Purtroppo,
Tanya è morta alla fine della
seconda stagione di The White Lotus, il che
significa che non è potuta tornare nella terza stagione. Mentre
Belinda Lindsey di Natasha Rothwell e Greg
Hunt di Jon Gries riappaiono, c’è un vuoto a forma di
Tanya nei cuori di molti fan di The White
Lotus.
Victoria di Parker Posey è
un’ottima sostituta di Tanya in The White Lotus – Stagione 3
Sebbene
Jennifer Coolidge non ci sia, Victoria Ratliff di
Parker Posey è un’ottima sostituta di Tanya in
The White Lotus – Stagione 3. Victoria Ratliff è
un nuovo personaggio nella terza stagione, è la madre della ricca e
rigida famiglia Ratliff. Nella terza stagione, la maggior parte
della storia di Victoria è incentrata sul suo tentativo di
localizzare il suo lorazepam scomparso, mentre suo marito cerca di
nasconderle il suo scandalo finanziario.
Victoria e Tanya hanno molte
somiglianze in The White Lotus. Entrambi i
personaggi sono diventati noti per i loro manierismi linguistici
unici, con tutti i tipi di umorismo che derivano dalle loro
battute. Sono anche entrambi personaggi incredibilmente ignari,
spesso non hanno idea di cosa stia succedendo intorno a loro. I due
personaggi hanno molto in comune, il che li rende entrambi i
personaggi più divertenti da guardare nelle rispettive stagioni di
The White Lotus.
Victoria e Tanya sono entrambe
persone piuttosto antipatiche, ma fantastici personaggi
Come molti personaggi di
The White Lotus, Victoria e Tanya sono entrambe
persone piuttosto antipatiche. Tuttavia, questo è il motivo per cui
sono così divertenti da guardare. Nella stagione 1 di The
White Lotus, Tanya approfitta di coloro che vede come
inferiori a lei. Tanya promette di aiutare Belinda ad avviare
un’attività di massaggi, anche se la abbandona completamente dopo
aver trovato Greg. Nella stagione 2, Tanya è maleducata e insulta
Portia, rendendola ancora più antipatica.
Nel frattempo, Victoria ha molti
difetti simili, è maleducata, snob e crede di essere migliore di
molti a causa della sua classe sociale. Victoria è troppo sicura di
sé e inconsapevole, creando alcune dinamiche interessanti in cui è
sicuramente l’antagonista. Mentre questi tratti rendono Victoria
una cattiva persona, la rendono un personaggio divertente, il che
significa che è la perfetta sostituta di Tanya in The White
Lotus – Stagione 3.
Di vendicatori privati e agenti
speciali il cinema è sempre stato pieno, trovando ad ogni nuova
generazione i propri più intrepidi esemplari di uomini o donne in
grado di ottenere giustizia con le loro sole mani. In anni recenti
è toccato a personaggi come John Wick, il Robert McCall
di The
Equalizer, il Bryan Mills di
Taken o alla Lorraine Broughton di
Atomica
bionda ricoprire tale ruolo, affermandosi come macchine da
guerra pronte a combattimenti di ogni sorta pur di portare a
termine la propria missione. È dunque interessante che a loro
faccia ora seguito un personaggio tanto improbabile quanto quello
protagonista di Mr.
Morfina.
Nel film diretto da Dan
Berk e Robert Olsen – duo affermatosi per
gli horror Malvagi e Non siamo
soli – l’eroe di turno ha infatti il solo merito di non
provare il benché minimo dolore per via di una particolare
patologia. È questo il suo unico “superpotere”, presentandosi per
il resto come una persona con un coraggio tanto esile quanto il suo
fisico. Eppure, è un personaggio che presenta diversi elementi
inaspettati, all’interno di un film che, pur muovendosi su un
terreno narrativo quantomai semplice, riesce a regalare più di
qualche momento di buon intrattenimento.
Amber Midthunder e Jack Quaid in Mr. Morfina
La trama di Mr.
Morfina: farsi male per amore
Protagonista del film è dunque
Nathan Caine (Jack
Quaid), un introverso affetto da insensibilità
congenita al dolore, che lavora come vicedirettore in una
cooperativa di credito di San Diego. Qui lavora anche
Sherry Margrave (Amber
Midthunder), dalla quale Nathan è attratto ma si tiene a
distanza per via della sua condizione e della sua inesperienza con
le donne. Quando però anche Sherry dimostra di essere
romanticamente interessata a lui, la vita di Nathan sembra prendere
un’inaspettata piega positiva. A spezzare questo idillio arriva
però una rapina in banca che culmina con il rapimento di Sherry. A
quel punto, Nathan deciderà di sfruttare la sua condizione per
andare a salvare la donna di cui si è innamorato.
Vogliamo vedere il sangue!!!
Come si può intuire da questa
sinossi, il film è di base il racconto di un uomo che si lancia al
salvataggio della donna amata e rapita. Tutto qui. Non ci sono
ulteriori elementi narrativi che complicano la cosa (se non un
colpo di scena ben organizzato) nella sceneggiatura di Lars
Jacobson, qui alla sua prima volta con un grosso film di
Hollywood. Su questo modello – a partire dal quale si sono
costruiti innumerevoli film – Jacobson applica però la
particolarità di un protagonista incapace di sentire dolore. È
ovviamente questo che rende il film intrigante e avvincente, tolto
il quale resterebbe ben poco.
Nella visione di Mr.
Morfina non bisogna dunque aspettarsi acrobazie narrative
o un particolare spessore dei personaggi. Gli stessi villain,
d’altronde, sono dei semplici criminali – guidati però da un
convincente Ray Nicholson (figlio di Jack Nicholson). Siamo piuttosto qui per il
sangue, per godere o rabbrividire dinanzi alle situazioni mortali
in cui si caccia questo improbabile eroe. Insomma, è chiaro che il
solo interesse che si può avere nei confronti di questo film per
vedere quanto male può ridursi il povero Nathan.
Jack Quaid in Mr. Morfina
Jack Quaid perfetto protagonista di
Mr. Morfina
E da questo punto di vista il film
certamente non delude. Pur con il preciso intento dei registi di
non allontanarsi mai dal reale, ma anzi di far sì che ogni colpo
inferto a Nathan sia premeditato e ben rappresentato, Mr.
Morfina offre una convincente sequela di situazioni che,
tra il divertente e il raccapricciante, tengono alta l’attenzione e
l’interesse nei confronti del film. Su tutte, le trappole che
Nathan fa scattare all’interno dell’abitazione di uno dei
criminali, o ancora sequenza – forse la più dolorosa da vedere –
nel laboratorio di tatuaggi che lo vede diventare un improbabile
“Wolverine”.
Momenti che confermano, come si
diceva, che il primario obiettivo del film è quello di offrirci
questo protagonista e il suo corpo martoriato in tutte le sale,
facendo volentieri dimenticare tutto il resto. Il merito è anche di
Jack Quaid, perfetto everyman scelto
dai registi grazie alla serie The
Boys, dove interpreta un Hughie continuamente coperto di
sangue e maltrattato ma anche dotato di una sua esplosiva carica
energica. Quaid, con il suo fisico slanciato ma esile e i suoi modi
di fare gentili, si dimostra l’interprete giusto per un ruolo di
questo tipo, favorendo quel contrasto che rende ancor più
intrigante e riuscito il film.
Indubbiamente, come si diceva,
Mr. Morfina non propone molto altro oltre questo
(se non un’altra bella prova attoriale di Amber
Midthunder dopo Prey) e si
notano una serie di lungaggini che rallentano talvolta il ritmo, ma
risate e intrattenimento sono assicurati. Si potrebbe infine
guardare a Nathan come ennesimo rappresentante di una generazione
che si sta finalmente allontanando dallo stereotipo del maschio
duro e spietato (qui presente con il personaggio di Nicholson),
abbracciando piuttosto quelle fragilità umane troppo spesso
nascoste. Un elemento che, questo sì, conferisce al film qualcosa
su cui riflettere.
L’ultimo film diretto dalla coppia
di registi Dan Berk e Robert
Olsen, Mr.
Morfina (qui
la spiegazione del finale), uscirà il 27 marzo 2025. Questa
commedia d’azione segue la storia di Nathan, che nasce con una
condizione insolita che gli impedisce di provare alcuna sensazione
dolorosa sul corpo. Tuttavia, quando la sua ragazza viene rapita
durante una rapina in banca, lui lotta con le unghie e con i denti
per salvarla, usando la sua condizione fisica a suo vantaggio.
Uscito a metà marzo negli Stati
Uniti, Mr.
Morfina ha ricevuto una valutazione favorevole di
7,1/10 su IMDb e un totale dell’81% su Rotten Tomatoes. Il film ha
un cast di attori di talento, tra cui Jack Quaid, Amber
Midthunder, Jacob Batalon e molti altri. Scopriamo
maggiori dettagli sul cast e sui personaggi di Mr.
Morfina.
Guida al cast e ai personaggi di
Mr.
Morfina: chi interpreta chi nel film d’azione e
commedia?
Jacob Batalon nel ruolo di
Roscoe
Angourie Rice, Jacob Batalon and Zendaya in Columbia Pictures’
SPIDER-MAN: FAR FROM HOME.
In Mr.
Morfina, l’attore Jacob Batalon
interpreta il ruolo di Roscoe. È un caro amico di Nathan nel film,
inizialmente un amico virtuale. Tuttavia, a causa del
rapimento della compagna di Nathan, Sherry, questi due amici si
incontrano nel mondo reale, mentre Roscoe lo aiuta a trovare
Sherry.
Amber Midthunder
interpreta il ruolo di Sherry in Mr.
Morfina. Lavora con Nathan e i due si frequentano.
Tuttavia, nel film, durante una rapina sul posto di lavoro, viene
tenuta prigioniera dai membri della rapina.
Amber Midthunder ha
lavorato in precedenza in film e serie tra cui The
Originals (2016), Legion (2017-2019),
The Ice Road (2021), Prey (2022),
Reserve Dogs (2022), Avatar: The Last
Airbender (2024), Opus (2025) e molti
altri.
Jack Quaid nel ruolo di Nathan
“Mr.
Morfina” Caine
Mr. Morfina – Jack Quaid
Per il ruolo di Nathan, non abbiamo
altri che Jack Quaid! Nathan, come si vede narrare nel
trailer del film, è “solo un ragazzo normale, con un lavoro
normale”, lavora in una banca. La sua compagna, Sherry, lavora con
lui. Tuttavia, durante una rapina in questa banca, deve salvare la
sua ragazza da quei rapinatori. Nathan nasce con una condizione
unica, a causa della quale non sente alcun dolore nel suo
corpo.
Jack Quaid è riconosciuto per il suo lavoro in
film e serie tra cui Hunger Games (2012),
Logan Lucky (2017), The
Boys (2019-presente), Batman: The Long
Halloween: Part One (2021), Scream
(2022), Spider-Man: Across the Spider-verse
(2023), Oppenheimer (2023),
Companion (2025) e molti altri.
Cast di supporto di Novocaine – Il
cast di supporto di Mr.
Morfina include:
Betty Gabriel come Mincy
Ray Nicholson come Simon
Matt Walsh come Coltraine
Conrad Kemp come Andre
Craig Jackson come Nigel
Evan Hengst come Ben
Lou Beatty Jr. come Earl
Garth Collins come Zeno
Jessica Leigh Stanley come cameriera
Chioma Antoinette Umeala come barista
Dylan Skews come agente 1
Margot Wood come donna anziana
Maria Vos come agente di tracciamento delle
chiamate
Mr.
Morfina, in sala dal 27 marzo con Eagle Pictures
(qui
la nostra recensione), è pieno di colpi di scena senza
sosta, indirizzando la storia verso un finale che lascia il
pubblico a tifare per l’eroe, Nathan Caine. Jack
Quaid ha finalmente la possibilità di avere un ruolo da
protagonista e le prime recensioni di Mr. Morfina
promettono un viaggio selvaggio per il personaggio di Quaid e per
il pubblico.
Il film segue un uomo di nome Nathan
Caine (Jack Quaid) che vive con insensibilità
congenita al dolore e anidrosi, che, a livello superficiale,
significa che non riesce a sentire dolore né è sensibile alle alte
o basse temperature. Dopo aver finalmente trovato il coraggio di
uscire con la collega che ama, Sherry (Amber
Midthunder), si rende conto che potrebbe perderla quando
viene rapita durante una rapina in banca. Prende la decisione
improvvisa di inseguire i rapinatori in modo da poterle salvare la
vita, ma non sarà una lotta facile. Nathan Caine si ritrova a
combattere con armi non convenzionali in una cucina di un
ristorante, in uno studio di tatuaggi e in una casa piena di
trappole esplosive. Ciò porta a un finale tanto sanguinoso quanto
divertente.
Come fa Nathan Caine a sopravvivere
in Mr. Morfina
La condizione di Nathan lo aiuta a
sopravvivere a una lotta mortale
Nonostante abbia subito
molte ferite che avrebbero dovuto ucciderlo, Mr. Morfina ha fornito
a Nathan Caine un’armatura nella trama, chiarendo subito che non
sarebbe morto. Tuttavia, si avvicina all’essere ucciso verso la
fine del film. Simon prende il sopravvento su Nathan, promettendo
di uccidere Sherry in seguito. Fortunatamente, Sherry si presenta
per salvare Nathan all’ultimo minuto.
La lotta passa a Sherry e Simon, con
la sorella che cerca di salvare l’uomo che ama. Nathan arriva alla
fine della lotta, usando l’osso del braccio per pugnalare il
rapinatore, un modo grottesco e memorabile per concludere
il climax di Mr. Morfina. Il fatto che Nathan e Sherry si
siano salvati a vicenda, invece di essere uno l’eroe e l’altra la
damigella, completa il ritratto del personaggio principale,
riaffermando il tema che le persone hanno bisogno l’una dell’altra
per sopravvivere.
Il film non mostra direttamente come
arriva all’ospedale, ma la spiegazione più logica è che Sherry ha
chiamato un’ambulanza. In entrambi i casi, il fatto che Nathan
Caine sopravviva in qualche modo all’intero film e non abbia
conseguenze permanenti dalle ferite è la parte meno realistica di
Mr. Morfina, nonostante il thriller d’azione incorpori molti spunti
di trama stupidi.
Il grande colpo di scena di Mr.
Morfina: il coinvolgimento di Sherry nella rapina e la spiegazione
del legame con i rapinatori
Sherry ha accettato il lavoro in
banca per ottenere informazioni sulla rapina
Sebbene inizialmente venga
presentata come l’interesse amoroso e la damigella in pericolo di
Nathan Caine, Mr. Morfina offre un divertente colpo di scena al
personaggio: lei è coinvolta nella rapina. Il trailer ha anticipato
il grande colpo di scena di Mr. Morfina facendo sì che i rapinatori
portassero via Sherry dalla banca senza puntarle una pistola alla
testa, e non la si vede legata. Nonostante ciò, il coinvolgimento o
meno di Sherry nella rapina sembra ambiguo quando si ritrova da
sola con i rapinatori. Sembra arrabbiata e provocatoria nei
confronti dei suoi rapitori. Tuttavia, alla fine della scena,
rivelano che è la sorella di Simon, uno dei cattivi.
Man mano che il film procede,
continuano a rivelare altre informazioni sulla rapina e sul suo
legame. Ha ottenuto il lavoro in banca in modo che potessero
ottenere il codice per il caveau. Sebbene non sia dichiarato
direttamente, il dialogo tra Sherry e Simon implica fortemente che
lei sia uscita con Nathan Caine solo per ottenere il codice da lui.
Nonostante il suo coinvolgimento nella rapina, Sherry ha una
parvenza di morale fin dall’inizio. Ha accettato di fare la rapina
solo se non avessero ucciso nessuno.
Perché Sherry tradisce i rapinatori
e salva Nathan
L’amore di Sherry per Nathan e i
suoi valori contribuiscono al suo tradimento
Sebbene inizialmente si
avvicini a Nathan per ottenere il codice della banca, Sherry si
innamora del suo collega nel giro di 24 ore. I due si legano perché
entrambi hanno aspetti di sé che vogliono nascondere. Nathan
condivide con Sherry di vivere con insensibilità congenita al
dolore e anidrosi. Sebbene sia leggermente meno cauta sul suo
segreto rispetto a Nathan, Sherry in seguito rivela di essersi
autolesionata. Il momento in cui mostra il suo stomaco, coperto di
cicatrici, a Nathan sembra profondamente intimo. Questa connessione
ha indubbiamente contribuito al tradimento del fratello da parte di
Sherry.
Inoltre, Sherry non sembra mai del
tutto a suo agio con la rapina, arrabbiandosi con Simon per il
fatto che ha ucciso il direttore della banca e diversi agenti di
polizia. Come Nathan Caine, non ha problemi con il furto. È a suo
agio con l’idea che Simon prenda i soldi e se ne vada se lascia che
tutti vivano. In definitiva, la differenza tra i valori di
Simon e Sherry sulla violenza implica che, in ogni scenario, lei lo
tradirebbe a un certo punto. La sua connessione con Nathan Caine
serve solo da catalizzatore per accelerare il processo.
Cosa significa la fine di Mr.
Morfina per il futuro di Nathan e Sherry
Nathan e Sherry sono ancora una
coppia alla fine di Mr. Morfina
La fine di Mr.
Morfina include due salti temporali che forniscono
dettagli sui futuri individuali di Nathan e Sherry, così come sulla
loro storia d’amore. Dopo aver ucciso Simon con l’osso del braccio,
Nathan perde conoscenza e si sveglia giorni dopo in ospedale.
L’agente di polizia che lo ha aiutato durante Mr. Morfina gli
rivela che se l’è cavata facilmente, ottenendo solo arresti
domiciliari e libertà vigilata per tutti i suoi crimini. Il film fa
un altro salto in avanti di un anno.
Nathan Caine è completamente guarito
senza conseguenze durature, che è una delle parti meno realistiche
del film di Jack Quaid. Ha ancora una stretta
amicizia con Roscoe, ma lo lascia nel bel mezzo di una lotta ai
videogiochi per andare a un appuntamento con Sherry. Il film poi
passa a Nathan e Sherry che festeggiano il loro anniversario nella
sala visite della prigione, confermando che stanno ancora insieme
dopo il tradimento di Sherry, l’omicidio di Simon da parte di
Nathan e la sua messa in prigione.
Nathan sta contando i giorni che
mancano alla sua uscita, dimostrando di essere innamorato di lei
tanto quanto lo era lei quando sono usciti per la prima volta.
Tuttavia, il fatto che mangi la crostata di ciliegie indica che non
sta trascorrendo il tempo in cui Sherry è in prigione per isolarsi
dalla società come prima. Sherry gli ha insegnato a correre dei
rischi e lui continua a farlo anche senza di lei al suo fianco.
Il vero significato del finale di
Mr. Morfina
Mr. Morfina dice agli spettatori
che i rischi valgono la gioia
Mr. Morfina rende
il suo messaggio chiaro all’inizio del film quando Nathan e Sherry
vanno al ristorante. Lui le dice che non può mangiare cibi solidi a
causa delle sue condizioni, e lei lo esorta a provarci. Nathan è
molto più felice dopo aver mangiato la crostata di ciliegie,
confermando il messaggio che non puoi vivere la tua vita nella
paura se questo significa non provare gioia.
Il finale di Mr. Morfina ribadisce
il tema due volte durante l’appuntamento di Sherry e Nathan nella
sala visite della prigione. Lui le mostra il tatuaggio finito,
raffigurante il cavaliere e la principessa che combattono per
salvarsi a vicenda. Sono in pericolo, ma ne vale la pena per via
del loro amore reciproco.
Poi, nell’inquadratura finale del
film, Nathan dà un morso alla crostata di ciliegie che ha portato
in prigione e sorride, con un chiaro riferimento alla scena
iniziale. L’inquadratura di Nathan che mangia la crostata è un
momento di ritorno piacevole e idealistico che consente al pubblico
di riflettere su quanto lontano sia arrivato il coraggioso
protagonista dalla prima volta che ha mangiato quel cibo.
È da poco su Netflix il film
LittleSiberia, una commedia nera
finlandese diretta da Dome Karukoski e incentrata sui
temi della punizione e del perdono, sul ciclo della redenzione che
sembra particolarmente difficile da ottenere ma sfuggente. I
personaggi mentono, truffano e si manipolano a vicenda, tutto per
un briciolo di felicità e per prospettive migliori che sembrano
impossibili da raggiungere nella loro piccola città. Tutti si
conoscono e i segreti non possono essere nascosti nell’oscurità
troppo a lungo. Nel film, dunque, Joel – uno dei
protagonisti – subisce un cambiamento radicale nella sua mentalità
e finalmente affronta la sua crisi esistenziale di fede.
La mancanza di fede di questo
pastore lo spinge a prendere misure drastiche nel corso della
storia, quasi come un modo per trovare una risposta a tutti i suoi
problemi. Tuttavia, più cede alla sua disperazione, più si rende
conto che la verità è sempre stata vicina al suo cuore. Invece, la
sua ossessione per il meteorite, proprio come il resto della città,
gli fa perdere di vista le cose importanti della vita. Verso i
momenti finali, il film si addentra dunque nella psiche interiore
di Joel e anche nella divina provvidenza che ha cercato come
rimedio a tutti i suoi problemi. Tuttavia, questo avviene al prezzo
di molte lotte, anche personali, spirituali ed emotive.
La trama di Little
Siberia
La storia inizia con un uomo
sdraiato sulla neve con un coltello che gli esce dal petto. Vediamo
una visione dell’Universo e dei suoi vari stadi evolutivi
attraverso miliardi di anni. Alla fine, una roccia si stacca da una
cintura di asteroidi e si dirige verso la Terra. Quattordici giorni
prima della nostra scena d’apertura, un uomo viene mostrato alla
guida di un’auto spericolata per le strade di una remota cittadina
chiamata Hurmevaara. Nel frattempo, una coppia sta facendo sesso
nella propria camera da letto. Improvvisamente, l’intero cielo
notturno inizia a brillare di un colore rosso brillante. L’autista
sbanda e si ferma prima di urtare una roccia sul ciglio della
strada.
Quando il bagliore si spegne,
l’autista si accorge che c’è un buco nel tetto dell’auto e nel
sedile del passeggero. Un meteorite è atterrato all’interno del suo
veicolo proprio prima che l’uomo finisse dritto contro la roccia.
Il mattino seguente, il pastore di nome Joel si reca dal suo
cliente, Matias. I due hanno una conversazione
esoterica che si conclude con la fuga del primo. Mentre si trova in
città, il protagonista viene poi segnalato da un uomo di nome
Jukkis, che vuole che si occupi del servizio di
guardia al museo. Il meteorite della notte precedente è stato lì
esposto e si prevede che porterà grande fortuna al villaggio. Il
pastore decide quindi di partecipare a un evento cittadino in cui
Jukkis parla dei benefici del meteorite.
Lì, la moglie di Joel,
Krista gli comunica una notizia scioccante: è
incinta. Il giorno seguente Joel si reca quindi dal suo medico con
la scusa di un controllo. La verità è che una ferita militare che
si è procurato in passato lo ha reso incapace di avere figli. Si
sottopone dunque ad alcuni esami per verificare se è ancora così.
Sapendo di essere sterile, Joel sospetta che la moglie possa averlo
tradito, soprattutto alla luce di questa gravidanza. A peggiorare
la situazione, a lezione di danza la vede scambiare qualche parola
con Raystis, un abitante della zona che gestisce
una palestra. Ma Joel non può preoccuparsi più di troppo di questo,
in quanto quella sera stessa deve fare da guardia al museo.
Quando tutti se ne vanno, passa
quindi un po’ di tempo da solo a fissare il meteorite. Veniamo così
a sapere che il pastore sta attraversando una grave crisi di fede
ed è alla ricerca di segni di Dio, di un miracolo. La sua
tranquillità viene interrotta da Tarvainen, l’uomo
che ha trovato il meteorite, che si ferma al museo per rivedere la
roccia, ma Joel lo manda via. Poco dopo, però, un gruppo di
rapinatori irrompe nell’edificio e fugge con qualcosa. Il pastore
li segue fino all’esplosione di un’auto. In seguito scopre che sono
fuggiti con una bomba a mano e non con il meteorite.
La spiegazione del finale di
Little Siberia: qual è il miracolo? Come fa Joel a
riaccendere la sua fede?
La crisi di fede di Joel attraversa
tutta la narrazione e rimane l’elemento più importante del suo
viaggio. Dopo anni in cui non è riuscito a concepire un figlio con
Krista, l’uomo ha perso la fiducia in un potere superiore, anche
quando predica la sua parola. Tutto ciò che desidera è un grande
gesto che dimostri l’esistenza di Dio. Tuttavia, è diventato così
cinico che anche l’atterraggio di un meteorite non ha un grande
effetto su di lui. Cerca invece qualcosa di monumentale e
impressionante, qualcosa che non possa essere confutato in nessun
modo. Con il passare del tempo, questo pensiero si rivela errato.
Joel si rende infatti conto di aver cercato un miracolo nel posto
sbagliato.
Il più grande segno della divina
provvidenza è sempre stato al suo fianco e gli ha tenuto compagnia
durante i suoi peggiori dolori: sua moglie, Krista. Joel non riesce
però a vedere la devozione della moglie nei suoi confronti perché
si concentra su tutte le cose negative della sua vita, la più
grande delle quali è la sua incapacità di dare un figlio a Krista.
Di conseguenza, ha sviluppato una profonda insicurezza su se stesso
e sulla sua relazione. Pensa che Krista sia disposta a lasciarlo in
qualsiasi momento a causa della sua infertilità. Di conseguenza,
inizia a credere che lei lo tradisca. Non riesce invece a
riconoscere la possibilità di un miracolo nella loro capacità di
concepire un figlio.
In un certo senso, quindi, la sua
infertilità e la sua crisi di fede si sono intrecciate in un
complesso pasticcio, alimentandosi a vicenda. Inizia a credere che,
qualunque cosa faccia, Krista non sarà mai felice con lui. Questo
gli consente una facile via d’uscita quando il meteorite atterra in
città. Si convince che la roccia sia un segno di Dio piuttosto che
il dolore che prova pensando alle sue mancanze. Joel impiega dunque
molto tempo per superare i suoi demoni. I suoi sentimenti
interiorizzati di inadeguatezza sono un misto di convinzioni
personali e di una devozione spirituale in declino. Di tanto in
tanto lo vediamo piangere davanti a Dio. È un segno che cerca
disperatamente delle risposte alla situazione desolante in cui si
trova.
In effetti, solo alla fine, quando
Krista e Joel iniziano ad affrontare più apertamente i loro
problemi, il pastore comincia a rendersi conto della follia del suo
pensiero. Rimane ostinatamente convinto che lei lo abbia tradito
per rimanere incinta, perché è quello che “vuole” credere. Pensa di
essere incapace di amarla perché non può darle ciò che vuole. Nella
sua testa, è una conclusione scontata che lei sia andata a letto
con Jukkis o Raystis per avere il bambino. A un certo punto, lo
accetta persino come qualcosa di naturale. Quando però Jukkis
rivela che anche lui è sterile, Joel si rende conto che molte delle
ipotesi che aveva in testa sono sbagliate.
Pensava che Krista avesse avuto un
figlio da un altro. Non ha mai pensato che a lui sarebbe potuto
accadere un miracolo. Nei momenti finali del film, Joel subisce un
cambiamento radicale nella sua mente, rendendosi conto di aver
sbagliato a credere nelle cose solo perché pensava di non meritare
amore e attenzione. La sua fede era forte solo quanto le sue
convinzioni gli dicevano. Dice a sua moglie che lei è il suo
miracolo. Per tutto questo tempo, è stato uno sciocco a non
accorgersi della cosa più importante della sua vita. Lei e il loro
bambino non ancora nato sono i miracoli che stava cercando. Invece,
ha perso la concentrazione e ha pensato che il meteorite fosse la
risposta a tutti i suoi problemi. Queste parole confermano il suo
amore per la moglie e la sua fede ritrovata.
Dopo che Jukkis passa da casa e
racconta a Joel della sua infertilità, il protagonista inizia a
rimpiangere gli ultimi scambi con Krista. Gli appare evidente che
lei non lo ha mai tradito. Tuttavia, a causa del precedente
ultimatum di lei che intendeva lasciarlo a meno che lui non
rinunciasse alla sua ossessione, crede che lei abbia mantenuto la
parola. Qualche istante dopo, riceve una telefonata da una persona
sconosciuta che gli dice di rubare il meteorite quella notte se
vuole rivedere sua moglie. Joel va quindi a trovare
Karolina al Golden Moon, dove scopre che la donna
è l’artefice della recente telefonata. Vuole la roccia per sé
perché si è stancata di vivere a Hurmevaara. Gli dà quindi
istruzioni dettagliate su cosa fare durante il furto.
Se lui seguirà i suoi ordini, gli
prometterà che uscirà da questa situazione come un eroe e che
riavrà sua moglie. Quella sera, dunque, Joel inizia il suo turno di
notte armato di un fucile con un solo colpo in canna. Come da
istruzioni di Karolina, trova un ladro che sta entrando dal retro:
Petar. Minacciandolo con il fucile, ordina a Petar
di attaccare le mani e la lingua a un palo di metallo congelato,
prevedendo che questo lo terrà occupato per un bel po’ di tempo.
Una volta all’interno del museo, si presenta Karolina e ordina a
Joel di rompere l’involucro di vetro intorno alla roccia. Lo fa
perché, in quel modo, non ci saranno impronte digitali per le
autorità e sembrerà un’effrazione. A sorpresa, anche Petar entra
nell’edificio, dopo essersi in qualche modo strappato la lingua e
le braccia dal palo.
Il trio viene però interrotto da
Tarvainen, che prende la pietra e fugge via. Joel
riesce però a trovare Tarvainen a casa sua, consolandolo riguardo
alle sue recenti riflessioni filosofiche ed esistenziali. La
situazione si calma momentaneamente, ma poi Tarvainen pugnala
improvvisamente Joel al petto. Ferito, il pastore insegue Tarvainen
nel fiume ghiacciato, cercando disperatamente di recuperare il
meteorite, l’unico modo per salvare Krista. Lì, il ghiaccio crolla
sotto i piedi di Tarvainen, che cade così nell’acqua gelida con il
meteorite. Joel, sopraffatto dalla disperazione e dalle ferite, si
sdraia sul ghiaccio. Ha di nuovo una visione grandiosa
dell’universo e della bellezza della vita.
A quel punto si riprende e torna a
casa. Riceve il messaggio che Krista sarà restituita a condizione
che Joel consegni la roccia alla palestra di Raystis. Per farlo,
decide allora di usare una roccia normale al posto del meteorite.
Giunto alla palestra, Joel nota che Raystis è stato agganciato a
una bomba a mano. Se smette di correre sul tapis roulant, la bomba
esploderà. L’uomo rivela di essere stato lui a rapire Krista perché
la sua azienda è sul punto di fallire. Ora Petar e Karolina l’hanno
però in pugno. Joel si reca quindi nel retro del negozio per
impedire che il loro piano vada a buon fine. I due entrano però in
una situazione di stallo quando Karolina mostra la sua vera natura
sparando a Petar.
Tutto ciò che vuole è una
possibilità di libertà. Fa quindi uscire Krista sotto la minaccia
di una pistola per recuperare la borsa con la pietra da Joel.
Tuttavia, Joel riesce a inviare un messaggio in codice a Krista,
dicendole di “piroettare” mentre usa l’unico proiettile del suo
fucile per abbattere Karolina, salvando così la vita di sua moglie.
Dopo un salto temporale, scopriamo anche che il pastore, nonostante
le ferite, è vivo e vegeto e conduce una felice vita familiare con
Krista e il suo bambino appena nato, avendo così ritrovato la fede
e la gioia di vivere.
Che cosa simboleggia il
meteorite?
All’inizio di Little
Siberia, tutti gli abitanti della città sono ossessionati
dalla piccola roccia e desiderano possederla per i loro scopi
personali. Alla fine, tuttavia, il meteorite giace sul fondo del
fiume ghiacciato, dimenticato dagli abitanti della città che hanno
trovato uno sbocco migliore per il loro entusiasmo. In un certo
senso, questo rappresenta la crescita della personalità di tutti,
in particolare di Joel. Il pastore era convinto che il meteorite
fosse un segno della presenza di Dio e un suo messaggio dal cielo.
Anche Tarvainen esprime la stessa idea a Joel. Tutti credono che la
roccia contenga una ricetta segreta per la salvezza. Tuttavia, dopo
una serie di lotte, il suo valore diminuisce nella mente di tutti
coloro che ne sono coinvolti.
Una recente aggiunta al catalogo di
film di Netflix
è Tre rivelazioni, un thriller con un piccolo ma
notevole cast di star sudcoreane. In esso, il pubblico segue le
vicende di due diversi personaggi. Uno è un pastore che crede che
punire i criminali non solo sia necessario, ma sia un atto di
intervento divino. Il secondo è un assassino a piede libero, il cui
passato è però tormentato e la cui psiche è tutto fuorché a posto.
Infine, c’è una giovane detective che è sulle tracce di un caso di
persona scomparsa, ma che è impantanata dai ricordi della sorella
che non è riuscita a salvare da un caso simile. In qualche modo,
queste due persone diverse trovano la strada per entrare l’una
nella vita dell’altra.
Tre rivelazioni
potrà avere un piccolo cast, ma è compensato da grandi nomi. Ad
esempio, il film è diretto da Yeon Sang-ho, la cui fama è dovuta
soprattutto alla regia del film horror del 2016 Train to Busan. Da allora, Yeon ha continuato a
realizzare film d’azione e di fantascienza dark, oltre a scrivere e
dirigere popolari K-drammi di Netflix come Hellbound e Parasyte: The Grey. Yeon è
affiancato da un premio Oscar d’eccezione quale Alfonso
Cuarón, che ha prodotto il film ed è noto per titoli come
Roma, Harry Potter e il prigioniero di Azkaban e Gravity. In questo articolo, scopriamo però di più sui
tre protagonisti di Tre rivelazioni.
Il thriller coreano inizia con
Min-chan, un pastore appassionato che accoglie
nella sua congregazione un criminale incallito,
Yang-rae. Tuttavia, quando Min-chan scopre che suo
figlio potrebbe essere scomparso, sospetta immediatamente di
Yang-rae e cerca di dargli la caccia, provocando però la sua
scomparsa. Il giorno seguente, si scopre che il figlio di Min-chan
è stato ritrovato, ma che in realtà è stato rapito un altro
bambino. La detective Yeon-hee indaga, turbata dal
caso di Yang-rae perché dietro la morte di sua sorella c’è proprio
lui. Da qui, Yeon-hee tenterà dunque a scoprire il ruolo di
Min-chan e Yang-rae nella scomparsa di
A-yeong.
Il cast e i personaggi di
Tre rivelazioni
Ryu Jun-yeol nel ruolo del pastore
Min-chan
Ryu Jun-yeol è nato
a Suwon, nella provincia di Gyeonggi, in Corea del Sud. Ha iniziato
a recitare nel 2012, ricoprendo ruoli minori in cortometraggi e in
televisione. Nel 2015 si è fatto notare per il suo ruolo nel
thriller mistery Socialphobia e subito dopo ha ottenuto il
ruolo di Kim Jung-hwan in Reply1988. Negli
ultimi anni, Ryu ha recitato in numerosi film, come A Taxi
Driver, The Night Owl e Alienoid. È anche
apparso nel dramma K 2024 di Netflix, The 8 Show. In
Tre rivelazioni, interpreta il pastore troppo
zelante Min-chan.
Shin Hyun-been è
un’attrice nata in Corea del Sud. Nel 2010, ha dato il via alla sua
carriera apparendo nel film commedia nera He’s On Duty,
che le è valso il premio come miglior attrice esordiente al 47°
Baeksang Arts Awards. Poco dopo, ha fatto il salto di qualità
recitando nel K-dramma Warrior Baek Dong-soo. Per i
successivi anni Shin è passata un po’ inosservata, finché non ha
avuto una seconda impennata di popolarità recitando nella serie
crime mystery Confession e nel medical dramaHospital Playlist.
Tre rivelazioni vede Shin nel ruolo della
detective traumatizzata Yeon-hee.
Shin Min-jae nei panni dell’ex
detenuta Yang-rae
L’ultimo membro importante del cast
di Tre rivelazioni è Shin
Min-jae. L’attore sudcoreano ha esordito nel 2016 con il
musical Delta Boys. Da allora, ha assunto diversi ruoli
minori in film come Night of the Undead e
Smugglers. In particolare, Shin ha collaborato con il
regista Yeon Sang-ho in tre diverse occasioni, apparendo in
Jung_E, Parasyte: The Grey e ora in Tre
rivelazioni. Il ruolo di Shin in quest’ultimo film è
quello dell’assassino ed ex detenuto di nome Yang-rae, che potrebbe
avere a che fare con il caso della persona scomparsa.