Manca poco meno di una settimana
all’inizio di White Collar 6, l’atteso sesto e ultimo ciclo di
episodi della serie di successo con protagonista l’attore Matt
Bomer. Il nuovo spot si intitola “Cheers”
White
Collar è una serie televisiva statunitense
trasmessa dal 2009 sulla rete USA Network.
Creato da Jeff Eastin, lo show vede
protagonisti Matt Bomer e Tim DeKay, e narra le vicende di Neal
Caffrey, un giovane genio della truffa che si ritrova a lavorare
come consulente per l’agente dell’FBI Peter Burke.
In Italia la serie ha debuttato in
prima visione satellitare su Fox Crime, e dalla seconda stagione
viene trasmessa da Fox; in chiaro le prime tre stagioni sono state
trasmesse da Italia 1 dal 2011, mentre dalla quarta stagione viene
trasmessa da Top Crime mentre la sesta e ultima stagione andrà in
onda prossimamente su Fox.
La messa in onda in lingua italiana
della prima stagione è avvenuta col titolo White Collar – Fascino
criminale, mentre dalla seconda stagione lo show viene trasmesso in
italiano col solo titolo originale.
Dopo l’annuncio che
la sesta stagione sarebbe stata l’ultima, ecco che cala il sipario
su White Collar 6. E’ stato infatti
battuto l’ultimo ciak della serie che vede protagnista Matt
Bomer. Le testimonianze su Twitter di seguito:
White Collar è una serie televisiva
statunitense trasmessa dal 2009 sulla rete USA Network.
Creato da Jeff Eastin, lo show vede protagonisti Matt Bomer e
Tim DeKay, e narra le vicende di Neal Caffrey, un giovane genio
della truffa che si ritrova a lavorare come consulente per l’agente
dell’FBI Peter Burke.
In Italia la serie ha debuttato in prima visione satellitare su
Fox Crime, e dalla seconda stagione viene trasmessa da Fox; in
chiaro le prime tre stagioni sono state trasmesse da Italia 1 dal
2011, mentre dalla quarta stagione viene trasmessa da Top Crime
mentre la sesta e ultima stagione andrà in onda prossimamente su
Fox.
La messa in onda in lingua italiana della prima stagione è
avvenuta col titolo White Collar – Fascino criminale, mentre dalla
seconda stagione lo show viene trasmesso in italiano col solo
titolo originale.
Manca ancora molto all’inizio
di White Collar 6, sesto ciclo di
episodi della serie di successo con protagonista Matt Bomer e
nell’attesa oggi vi segnaliamo alcune anticipazioni.
La sesta stagione
di White Collar, sarà composta da un
numero limitato di episodi che porterà lo show ad essere
particolarmente incentrato sui personaggi e sulle relazioni tra
loro e secondo quanto affermato dal creatore dello
show Jeff Eastin, possiamo aspettarci un
lavoro degno delle serie ad edizione limitata per questa
stagione.
White
Collar è una serie
televisiva statunitense trasmessa
dal 2009 sulla rete USA Network.
Creato da Jeff
Eastin, lo show vede protagonisti Matt Bomer e Tim
DeKay, e narra le vicende di Neal Caffrey, un giovane genio
della truffa che si ritrova a lavorare come consulente per l’agente
dell’FBI Peter Burke. In Italia la serie ha
debuttato in prima visione satellitare su Fox Crime,
e dalla seconda stagione viene trasmessa da Fox; in chiaro le
prime tre stagioni sono state trasmesse da Italia
1 dal 2011, mentre dalla quarta stagione viene
trasmessa da Top Crime mentre la sesta e ultima stagione
andrà in onda prossimamente su Fox.
La messa in onda
in lingua italiana della prima stagione è
avvenuta col titolo White Collar – Fascino
criminale, mentre dalla seconda stagione lo show
viene trasmesso in italiano col solo titolo originale.
New York. Neal Caffrey è
un giovane ed affascinante mago della truffa, geniale e
spavaldo. Peter Burke è invece un esperto agente
dell’FBI che fa parte della sezione White Collar Crime
Unit, una divisione dell’agenzia che si occupa di crimini non
violenti, quali truffe, frodi, falsificazioni e furti d’arte,
perpetrati per la massima parte da persone di stato sociale medio
alto e spesso nell’ambito della loro professione.
I due sono agli antipodi, ma non
potrebbero conoscersi meglio: infatti, dopo anni di indagini ed
inseguimenti, l’agente federale Burke è stato l’unico capace di
catturare faticosamente Caffrey e consegnarlo alla giustizia. Pur
di non rimanere in prigione, Neal si offre come consulente a
Peter per aiutare l’FBI nei suoi casi irrisolti, chiedendo come
ricompensa la libertà. Sulle prime l’agente rifiuta, poi però
capisce che l’esperienza di Caffrey nel settore potrebbe rivelarsi
molto preziosa per risolvere le indagini della sua divisione.
Neal ottiene così il rilascio sotto
la custodia di Burke e, pur tra alti e bassi, la loro partnership
funziona così bene che Neal viene presto confermato come consulente
fisso dell’FBI. Il ragazzo trova però difficile adattarsi al suo
nuovo ruolo dall’altra parte della barricata, rischiando spesso di
ricadere nelle vecchie abitudini; allo stesso modo, pur
concedendogli molto credito, Peter non riesce mai a nutrire piena
fiducia nell’operato di Caffrey, mostrandosi spesso sospettoso e
prevenuto nei suoi confronti. La semilibertà ottenuta è
indispensabile a Neal per scoprire dove sia finita Kate, la donna
di cui è innamorato, che dopo un ultimo colloquio in carcere è
misteriosamente scomparsa.
Manca ancora molto all’arrivo
di White Collar 6, l’atteso
sesto e ultimo ciclo di episodi della serie di successo vede
protagnista Matt Bomer. Oggi nell’attesa
vi segnaliamo alcune anticipazioni sulla prossima stagione.
In White Collar 6, dove già
dalla premiere di stagione si capirà che ci sarà un finale dove la
posta in gioco sarà alta come non mai ed inoltre possiamo
aspettarci di
vedere Peter e Neal a
far finta di essere padre e figlio e qualcosa di totalmente
inaspettato nella relazione tra Peter ed
il personaggio di Elizabeth Burke.
White
Collar è una serie televisiva statunitense trasmessa
dal 2009 sulla rete USA Network.
Creato da Jeff Eastin, lo show vede protagonisti Matt Bomer e
Tim DeKay, e narra le vicende di Neal Caffrey, un giovane genio
della truffa che si ritrova a lavorare come consulente per l’agente
dell’FBI Peter Burke.
In Italia la serie ha debuttato in prima visione satellitare su
Fox Crime, e dalla seconda stagione viene trasmessa da Fox; in
chiaro le prime tre stagioni sono state trasmesse da Italia 1 dal
2011, mentre dalla quarta stagione viene trasmessa da Top Crime
mentre la sesta e ultima stagione andrà in onda prossimamente su
Fox.
La messa in onda in lingua italiana
della prima stagione è avvenuta col titolo White Collar – Fascino
criminale, mentre dalla seconda stagione lo show viene trasmesso in
italiano col solo titolo originale.
Manca molto all’arrivo
di White Collar 5, l’atteso quinto
ciclo di episodi della serie di successo USA Network e che vede
protagonista Matt
Bomer e Tim DeKay. Nell’attesa
oggi vi riveliamo alcune anticipazioni sul prossimo
futuro.
Il finale riguarderà il
personaggio di Matt Bomer, riguarderà anche un gruppo di criminali
che esiste per davvero: le Pantere
Rosa. Neal tenterà di diventare una
talpa all’interno di quest’organizzazione criminale per ottenere la
sua libertà dall’FBI. Nuovi e vecchi personaggi verranno introdotti
nello show.
White
Collar è una serie
televisiva statunitense trasmessa
dal 2009 sulla rete USA Network.
Creato da Jeff
Eastin, lo show vede protagonisti Matt Bomer e Tim
DeKay, e narra le vicende di Neal Caffrey, un giovane genio
della truffa che si ritrova a lavorare come consulente per l’agente
dell’FBI Peter Burke. In Italia la serie ha
debuttato in prima visione satellitare su Fox Crime,
e dalla seconda stagione viene trasmessa da Fox; in chiaro le
prime tre stagioni sono state trasmesse da Italia
1 dal 2011, mentre dalla quarta stagione viene
trasmessa da Top Crime mentre la sesta e ultima stagione
andrà in onda prossimamente su Fox.
La messa in onda
in lingua italiana della prima stagione è
avvenuta col titolo White Collar – Fascino
criminale, mentre dalla seconda stagione lo show
viene trasmesso in italiano col solo titolo originale.
New York. Neal Caffrey è
un giovane ed affascinante mago della truffa, geniale e
spavaldo. Peter Burke è invece un esperto agente
dell’FBI che fa parte della sezione White Collar Crime
Unit, una divisione dell’agenzia che si occupa di crimini non
violenti, quali truffe, frodi, falsificazioni e furti d’arte,
perpetrati per la massima parte da persone di stato sociale medio
alto e spesso nell’ambito della loro professione.
I due sono agli antipodi, ma non
potrebbero conoscersi meglio: infatti, dopo anni di indagini ed
inseguimenti, l’agente federale Burke è stato l’unico capace di
catturare faticosamente Caffrey e consegnarlo alla giustizia. Pur
di non rimanere in prigione, Neal si offre come consulente a
Peter per aiutare l’FBI nei suoi casi irrisolti, chiedendo come
ricompensa la libertà. Sulle prime l’agente rifiuta, poi però
capisce che l’esperienza di Caffrey nel settore potrebbe rivelarsi
molto preziosa per risolvere le indagini della sua divisione.
Neal ottiene così il rilascio sotto
la custodia di Burke e, pur tra alti e bassi, la loro partnership
funziona così bene che Neal viene presto confermato come consulente
fisso dell’FBI. Il ragazzo trova però difficile adattarsi al suo
nuovo ruolo dall’altra parte della barricata, rischiando spesso di
ricadere nelle vecchie abitudini; allo stesso modo, pur
concedendogli molto credito, Peter non riesce mai a nutrire piena
fiducia nell’operato di Caffrey, mostrandosi spesso sospettoso e
prevenuto nei suoi confronti. La semilibertà ottenuta è
indispensabile a Neal per scoprire dove sia finita Kate, la donna
di cui è innamorato, che dopo un ultimo colloquio in carcere è
misteriosamente scomparsa.
Arrivano oggi alcune anticipazioni
su White Collar 6,il sesto
ciclo di episodi della serie di successo targata USA Network e
creato da Jeff
Eastin.
ATTENZIONE, quanto segue
potrebbe essere SPOILER
In White Collar
6, dove Nealtornerà al lavoro nel
secondo episodio, ma dovrà lavorare parecchio per tirare fuori dai
guai Peter, il cui talento come attore lo
metterà in una situazione scomoda.
White
Collar è una serie
televisiva statunitense trasmessa
dal 2009 sulla rete USA Network. Creato da Jeff
Eastin, lo show vede protagonisti Matt Bomer e Tim
DeKay, e narra le vicende di Neal Caffrey, un giovane genio
della truffa che si ritrova a lavorare come consulente per l’agente
dell’FBI Peter Burke.
In Italia la serie ha debuttato in prima
visione satellitare su Fox Crime, e dalla seconda
stagione viene trasmessa da Fox; in chiaro le prime tre
stagioni sono state trasmesse da Italia
1 dal 2011, mentre dalla quarta stagione viene
trasmessa da Top Crime mentre la sesta e ultima stagione
andrà in onda prossimamente su Fox. La messa in onda in lingua
italiana della prima stagione è avvenuta col
titolo White Collar – Fascino criminale, mentre
dalla seconda stagione lo show viene trasmesso in
italiano col solo titolo originale.
New York. Neal Caffrey è
un giovane ed affascinante mago della truffa, geniale e
spavaldo. Peter Burke è invece un esperto agente
dell’FBI che fa parte della sezione White Collar Crime
Unit, una divisione dell’agenzia che si occupa di crimini non
violenti, quali truffe, frodi, falsificazioni e furti d’arte,
perpetrati per la massima parte da persone di stato sociale medio
alto e spesso nell’ambito della loro professione.
I due sono agli antipodi, ma non
potrebbero conoscersi meglio: infatti, dopo anni di indagini ed
inseguimenti, l’agente federale Burke è stato l’unico capace di
catturare faticosamente Caffrey e consegnarlo alla giustizia. Pur
di non rimanere in prigione, Neal si offre come consulente a
Peter per aiutare l’FBI nei suoi casi irrisolti, chiedendo come
ricompensa la libertà. Sulle prime l’agente rifiuta, poi però
capisce che l’esperienza di Caffrey nel settore potrebbe rivelarsi
molto preziosa per risolvere le indagini della sua divisione.
Cresce l’attesa per i prossimi
episodi di White Collar 6, sesto e
ultimo ciclo della serie televisiva di successo con protagonista
l’attore Matt Bomer e trasmessa dal network americano della
USA Network. Ebbene oggi nell’attesa vi sveliamo
alcune anticipazioni sul finale della serie dal il produttore
esecutivo Jeff Eastin, che in una dichiarazione
parla di speranze e aspettative dello show:
La mia speranza è chi è un vero fan dello show, chi ci vede
dalla prima puntata non sarà deluso. Il finale di qualcosa è sempre
molto complicato concepirlo, e spero proprio che il nostro non
deluderà chi ci segue fin dall’inizio. I ragazzi hanno fatto
davvero un buon lavoro e penso possa essere una degna conclusione
della serie.
White
Collar è una serie
televisiva statunitense trasmessa
dal 2009 sulla rete USA Network. Creato da Jeff
Eastin, lo show vede protagonisti Matt Bomer e Tim
DeKay, e narra le vicende di Neal Caffrey, un giovane genio
della truffa che si ritrova a lavorare come consulente per l’agente
dell’FBI Peter Burke.
In Italia la serie ha
debuttato in prima visione satellitare su Fox Crime,
e dalla seconda stagione viene trasmessa da Fox; in chiaro le
prime tre stagioni sono state trasmesse da Italia
1 dal 2011, mentre dalla quarta stagione viene
trasmessa da Top Crime mentre la sesta e ultima stagione
andrà in onda prossimamente su Fox.
La messa in onda in lingua
italiana della prima stagione è avvenuta col
titolo White Collar – Fascino criminale, mentre
dalla seconda stagione lo show viene trasmesso in
italiano col solo titolo originale.
New York. Neal Caffrey è
un giovane ed affascinante mago della truffa, geniale e
spavaldo. Peter Burke è invece un esperto agente
dell’FBI che fa parte della sezione White Collar Crime
Unit, una divisione dell’agenzia che si occupa di crimini non
violenti, quali truffe, frodi, falsificazioni e furti d’arte,
perpetrati per la massima parte da persone di stato sociale medio
alto e spesso nell’ambito della loro professione.
I due sono agli antipodi, ma non
potrebbero conoscersi meglio: infatti, dopo anni di indagini ed
inseguimenti, l’agente federale Burke è stato l’unico capace di
catturare faticosamente Caffrey e consegnarlo alla giustizia. Pur
di non rimanere in prigione, Neal si offre come consulente a
Peter per aiutare l’FBI nei suoi casi irrisolti, chiedendo come
ricompensa la libertà. Sulle prime l’agente rifiuta, poi però
capisce che l’esperienza di Caffrey nel settore potrebbe rivelarsi
molto preziosa per risolvere le indagini della sua divisione.
Neal ottiene così il rilascio sotto
la custodia di Burke e, pur tra alti e bassi, la loro partnership
funziona così bene che Neal viene presto confermato come consulente
fisso dell’FBI. Il ragazzo trova però difficile adattarsi al suo
nuovo ruolo dall’altra parte della barricata, rischiando spesso di
ricadere nelle vecchie abitudini; allo stesso modo, pur
concedendogli molto credito, Peter non riesce mai a nutrire piena
fiducia nell’operato di Caffrey, mostrandosi spesso sospettoso e
prevenuto nei suoi confronti. La semilibertà ottenuta è
indispensabile a Neal per scoprire dove sia finita Kate, la donna
di cui è innamorato, che dopo un ultimo colloquio in carcere è
misteriosamente scomparsa.
Cresce l’attesa per l’arrivo
di White Collar 6, il sesto e ultimo
ciclo di episodi della serie televisiva di successo che vede
protagnista Matt Bomer. Oggi nell’attesa
vi segnaliamo alcune anticipazioni sulla prossima stagione.
In White Collar 6 ci sarà un
colpo di scena quando si scoprirà
che Peter e
non Neal sta nascondendo qualcosa e
nonostante le capacità investigative
di Neal, non sarà quest’ultimo a
scoprire per primo il segreto di Peter.
White
Collar è una serie televisiva statunitense
trasmessa dal 2009 sulla rete USA Network.
Creato da Jeff Eastin, lo show vede
protagonisti Matt Bomer e Tim DeKay, e narra le vicende di Neal
Caffrey, un giovane genio della truffa che si ritrova a lavorare
come consulente per l’agente dell’FBI Peter Burke.
In Italia la serie ha debuttato in
prima visione satellitare su Fox Crime, e dalla seconda stagione
viene trasmessa da Fox; in chiaro le prime tre stagioni sono state
trasmesse da Italia 1 dal 2011, mentre dalla quarta stagione viene
trasmessa da Top Crime mentre la sesta e ultima stagione andrà in
onda prossimamente su Fox.
La messa in onda in lingua italiana
della prima stagione è avvenuta col titolo White Collar – Fascino
criminale, mentre dalla seconda stagione lo show viene trasmesso in
italiano col solo titolo originale.
Cresce l’attesa per l’arrivo
di White Collar 6, l’atteso sesto e
ultimo ciclo di episodi della serie di enorme successi vede
protagnista Matt Bomer. Oggi nell’attesa
vi segnaliamo alcune anticipazioni sulla prossima stagione.
In White Collar
6 Neal potrebbe usare alcune informazioni in suo
possesso per essere rilasciato dall’FBI;
White Collar è una serie televisiva
statunitense trasmessa dal 2009 sulla rete USA Network.
Creato da Jeff Eastin, lo show vede
protagonisti Matt Bomer e Tim DeKay, e narra le vicende di Neal
Caffrey, un giovane genio della truffa che si ritrova a lavorare
come consulente per l’agente dell’FBI Peter Burke.
In Italia la serie ha debuttato in
prima visione satellitare su Fox Crime, e dalla seconda stagione
viene trasmessa da Fox; in chiaro le prime tre stagioni sono state
trasmesse da Italia 1 dal 2011, mentre dalla quarta stagione viene
trasmessa da Top Crime mentre la sesta e ultima stagione andrà in
onda prossimamente su Fox.
La messa in onda in lingua italiana
della prima stagione è avvenuta col titolo White Collar – Fascino
criminale, mentre dalla seconda stagione lo show viene trasmesso in
italiano col solo titolo originale.
Si è chiusa con ottimi risultati
White Collar 6 ultimo e breve ciclo di
episodi che ha chiuso la serie con protagonista Matt Bomer e
trasmesso da USA NETWORK negli USA. Ebbene oggi l’attore a sorpresa
ha commentando la possibilità di un ritorno dello show:
Sicuramente il casoVeronica Marsha aperto una possibilità che altrimenti non avremmo mai
neanche considerato, quindi non dico di no ad un
possibile seguito.
White
Collar è una serie
televisiva statunitense trasmessa
dal 2009 sulla rete USA Network. Creato da Jeff
Eastin, lo show vede protagonisti Matt Bomer e Tim
DeKay, e narra le vicende di Neal Caffrey, un giovane genio
della truffa che si ritrova a lavorare come consulente per l’agente
dell’FBI Peter Burke.
In Italia la serie ha
debuttato in prima visione satellitare su Fox Crime,
e dalla seconda stagione viene trasmessa da Fox; in chiaro le
prime tre stagioni sono state trasmesse da Italia
1 dal 2011, mentre dalla quarta stagione viene
trasmessa da Top Crime mentre la sesta e ultima stagione
andrà in onda prossimamente su Fox.
La messa in onda in lingua
italiana della prima stagione è avvenuta col
titolo White Collar – Fascino criminale, mentre
dalla seconda stagione lo show viene trasmesso in
italiano col solo titolo originale.
New York. Neal Caffrey è
un giovane ed affascinante mago della truffa, geniale e
spavaldo. Peter Burke è invece un esperto agente
dell’FBI che fa parte della sezione White Collar Crime
Unit, una divisione dell’agenzia che si occupa di crimini non
violenti, quali truffe, frodi, falsificazioni e furti d’arte,
perpetrati per la massima parte da persone di stato sociale medio
alto e spesso nell’ambito della loro professione.
I due sono agli antipodi, ma non
potrebbero conoscersi meglio: infatti, dopo anni di indagini ed
inseguimenti, l’agente federale Burke è stato l’unico capace di
catturare faticosamente Caffrey e consegnarlo alla giustizia. Pur
di non rimanere in prigione, Neal si offre come consulente a
Peter per aiutare l’FBI nei suoi casi irrisolti, chiedendo come
ricompensa la libertà. Sulle prime l’agente rifiuta, poi però
capisce che l’esperienza di Caffrey nel settore potrebbe rivelarsi
molto preziosa per risolvere le indagini della sua divisione.
Neal ottiene così il rilascio sotto
la custodia di Burke e, pur tra alti e bassi, la loro partnership
funziona così bene che Neal viene presto confermato come consulente
fisso dell’FBI. Il ragazzo trova però difficile adattarsi al suo
nuovo ruolo dall’altra parte della barricata, rischiando spesso di
ricadere nelle vecchie abitudini; allo stesso modo, pur
concedendogli molto credito, Peter non riesce mai a nutrire piena
fiducia nell’operato di Caffrey, mostrandosi spesso sospettoso e
prevenuto nei suoi confronti. La semilibertà ottenuta è
indispensabile a Neal per scoprire dove sia finita Kate, la donna
di cui è innamorato, che dopo un ultimo colloquio in carcere è
misteriosamente scomparsa.
Questi ultimi mesi del 2014,
cinematograficamente parlando, sembrano essere particolarmente
dedicati all’assenza, al vuoto, e agli infiniti modi in cui l’uomo
reagisce ad essi. Lutti, sparizioni improvvise, eventi traumatici
dal punto di vista di chi resta ad affrontarli faccia a faccia in
modo obbligato, senza esserne assolutamente preparato.
Titoli come L’Amore Bugiardo – Gone
Girldi David Fincher, nelle
sale italiane dal 18 dicembre prossimo, Une Nouvelle Amie
del regista francese François Ozon e Colpa delle Stelle,
tutte opere focalizzate sulla mancanza di una persona a noi vicina,
senza la quale non sapremmo pensare la nostra vita. Si aggiunge con
forza a questo filone anche White Bird in a
Blizzard, nuovo film di Gregg Araki,
conosciuto per il riuscito Mysterious Skin.
Kat Connors
ha infatti solo 17 anni, quando la madre scompare misteriosamente
nel nulla. Una figura piuttosto autoritaria che segna pesantemente
la sua infanzia, così come la vita del fragile padre, privo di
polso e di carattere. Proprio alla luce del passato, i due
protagonisti reagiscono all’evento con discreto sollievo,
ma solo per ritrovarsi negli anni successivi a fare i conti
con le macerie dell’assenza, del silenzio.
A differenza dei titoli nominati
appena sopra, che sanno ben prendere la direzione del thriller,
della commedia nera o del dramma, White Bird in a Blizzard
possiede un vizio di forma che lo rende fastidiosamente ibrido; la
colonna sonora leggera, spensierata, le voci off e la messa in
scena fanno pendere la bilancia verso il teen movie, lo scheletro
della trama vira invece sul noir, lasciando lo spettatore
decisamente confuso durante la visione.
Anche i sentimenti che ne derivano
finiscono per essere contrastanti, risultando alla fine dei giochi
freddi e distaccati. Un chiaro errore di scrittura, insieme ad un
linguaggio ridondante, in contrasto con le buone intenzioni
generali e il tema – l’elaborazione dell’assenza di una madre da
parte di una teenager e di un padre – di profondo interesse. Anche
la cura delle inquadrature e l’attenzione ai dettagli, insieme a
una fotografia ben bilanciata e fumettata (con filtri che potremmo
definire ‘alla Instagram’) avrebbero meritato sceneggiatura
migliore.
Allo stesso modo gli interpreti,
abbandonati in balia delle onde senza un reale spessore; la
promettente Shailene Woodley – astro nascente del panorama
americano dopo Divergent – non è messa in condizione di brillare in
modo particolare e torna a casa con un’interpretazione inferiore a
quella vista in Colpa delle Stelle. Persino la statuaria
Eva Green – nell’insolita veste di madre di
famiglia… – viene portata sullo schermo con troppi freni e limiti,
non le bastano le capigliature strambe a donarle un’anima.
Un ritratto adolescenziale dunque
appena tratteggiato, glaciale, raccontato con un linguaggio ormai
datato che resterà impresso nella mente di pochi.
Si intitola White Bird
In A Blizzard ed è diretto da Gregg
Araki il film interpretato da Shailene
Woodley e Eva Green che è stato
presentato all’ultima edizione del Sundance Film Festival.
Il film avrà un’uscita limitata il
prossimo 24 ottobre negli USA e di seguito vi mostriamo il trailer
internazionale e il primo poster.
La Paramount
Pictures ha reso disponibile online, attraverso il proprio
canale Youtube, il primo trailer ufficiale
di WhiskeyTango
Foxtrot, commedia dark ambientata durante la guerra
in Afghanistan.
La pellicola è un adattamento del
libro di memorie scritto dalla giornalista Kim
Barker.
Nel cast del film Tina
Fey, Margot Robbie, Martin
Freeman, Alfred Molina, Nicholas
Braun, Christopher Abbott, Sheila
Vand, Stephen Peacocke, Evan
Jonigkei e Billy Bob Thornton.
La pellicola vedrà la luce nelle
sale americane a partire dal 4 marzo 2016.
Whiskey Tango
Foxtrot è la nuova dramedy ispirata al libro di Kim
Barker, The Taliban Shuffle: Strange Days in Afghanistan and
Pakistan, e prodotta da Tina Fey.
Baker (Tina Fey) è
annoiata dalla sua vita newyorkese quando il network per cui lavora
le chiede di diventare corrispondente di guerra in Afghanistan.
Inizialmente titubante, la giornalista si lancia in questa
avventura, scoprendo nuovi amici e riscoprendo una passione per la
vita e per il suo lavoro che a New York si era sbiadita col tempo.
Inizialmente spaventata, Kim è intenzionata a restare solo tre mesi
ma nella “bolla di Kabul” il tempo passa così velocemente che tre
mesi diventano tre anni. Durante questo periodo, le sono
indispensabili il traduttore e amico Fahim (Christopher
Abbot), la collega Tanya Vanderpoel (Margot
Robbie) e il Generale Hollanek (Billy
Bob Thornton) che aiuteranno Kim ad ambientarsi fino
al punto di sentirsti completamente casa.
La competizione con gli altri
giornalisti sul campo di guerra e la forte amicizia che li lega
fuori dal lavoro incorniciano questa commedia che ci mostra le zone
di guerra da un punto di vista insolito, in cui il conflitto e le
stragi rimangono decisamente sullo sfondo. Tuttavia se questo può
rendere interessante e insolita la commedia, in realtà il tema
principale è un cliché cinematografico. La pellicola, infatti, è
incentrata sul percorso personale della protagonista che va in
Afghanistan principalmente per ritrovare se stessa.
Alla fine Baker si ritrova a dover
raccogliere due sfide: quella fin troppo surreale di dover salvare
il proprio fidanzato, rapito da un gruppo di talebani e quella
molto più ragionevole di dover trovare un pubblico che sia
realmente interessato alle sue notizie e alla “guerra dimenticata”
in Afghanistan. Nonostante il libro sia molto preciso sulla vita in
un luogo di conflitto vista con gli occhi di un reporter, il film
fallisce miseramente nel fare lo stesso e lascia che la tematica
sentimentale prenda spesso il sopravvento, tanto che in certi casi
si ha l’impressione che la storia di star guardando una commedia
qualunque, ambientata in una qualunque città.
Certo, non tutti i film devono
necessariamente avere un forte messaggio sociale ma la pellicola è
distante anni luce dalla ricchezza di dettagli fornita dal libro e
anzi, sembra quasi rafforzare i cliché sul Medio Oriente che vedono
questa zona come pericolosa, sessista, completamente diversa
dall’Occidente e quindi incomprensibile. Non ci sarebbe nulla di
male se questa fosse soltanto una pellicola leggera come tante
altre, ma l’ambientazione in una zona di guerra e l’assoluta
mancanza di attori di origine afghane nei ruoli di personaggi
locali non fa che rafforzare l’idea secondo cui il film sia un
enorme cliché sul Medio Oriente, con barbe finte e finti
accenti.
La Universal Pictures Italia ha
diffuso il trailer italiano di Whiskey Tango
Foxtrot, con protagonisti Tina Fey,
Glenn Ficarra, John Requa,
Martin Freeman e Margot
Robbie.
Whiskey Tango
Foxtrot è l’adattamento cinematografico
di Taliban Shuffle, l’omonimo libro
autobiografico della giornalista Kim
Baker, dove ripercorre il suo lavoro da reporter di
guerra in Pakistan e Afghanistan, affrontando lo scenario
quotidiano con tutte le difficoltà dell’essere donna e di
sentirsi come un pesce fuor d’acqua.
Ad affiancare i protagonisti sono,
inoltre, Alfred Molina, Nicholas
Braun, Christopher Abbott, Sheila
Vand, Stephen Peacocke, Evan
Jonigkeit e Billy
Bob Thornton. L’adattamento è stato realizzato
da Robert Carlock. I produttori
sono Lorne Michaels, la stessa Tina
Fey e Ian Bryce.
La Paramount Picture ha diffuso un
nuovo trailer di Whiskey Tango Foxtrot, il
film di guerra a sfondo satirico che vede come mattatrice la grande
comica Tina Fey. Nel cast del film, diretto
da Glenn Ficarra e John
Requa, anche Martin Freeman
e Margot Robbie.
Whiskey Tango
Foxtrot è l’adattamento cinematografico
di Taliban Shuffle, l’omonimo libro
autobiografico della giornalista Kim
Baker, dove ripercorre il suo lavoro da reporter di
guerra in Pakistan e Afghanistan, affrontando lo scenario
quotidiano con tutte le difficoltà dell’essere donna e di
sentirsi come un pesce fuor d’acqua.
Ad affiancare i protagonisti sono,
inoltre, Alfred Molina, Nicholas
Braun, Christopher Abbott, Sheila
Vand, Stephen Peacocke, Evan
Jonigkeit e Billy
Bob Thornton. L’adattamento è stato realizzato
da Robert Carlock. I produttori
sono Lorne Michaels, la stessa Tina
Fey e Ian Bryce.Whiskey
Tango Foxtrot uscirà il 4 marzo.
Willem Dafoe e Matt Dillon
entrano nel cast di Whiskey Bar, pellicola indipendente che segnerà
il debutto alla regia del produttore Chris Brinker. Dafoe sarà un
poliziotto
Nonostante sia passato un anno
abbondante dalla prima presentazione di Whiplash,
il piccolo miracolo cinematografico di Damian
Chazelle continua a far parlare di sè. Ecco un video in
cui si analizza il montaggio del film, protagonista incontrastato,
forsepiù dei due magnifici interpreti JK Simmons e
Miles Teller.
Whiplash
è l’opera prima di Damian Chazelle, ha vinto tre
premi Oscar, tra cui quello al migliore attore non
protagonista e al miglior montaggio ed è senza dubbio uno dei
migliori film usciti nelle nostre sale nella prima parte
dell’anno.
Guarda il Trailer italiano di
Whiplash,
il film candidato all’Oscar diretto da Damien
Chazelle e con protagonisti J.K. Simmons
e Miles Teller.
Trama: Andrew, diciannove anni,
sogna di diventare uno dei migliori batteristi di jazz della sua
generazione. Ma la concorrenza è spietata al conservatorio di
Manhattan dove si esercita con accanimento. Il ragazzo ha come
obiettivo anche quello di entrare in una delle orchestre del
conservatorio, diretta dall’inflessibile e feroce professore
Terence Fletcher. Quando infine riesce nel suo intento, Andrew si
lancia, sotto la sua guida, alla ricerca dell’eccellenza.
Abbiamo parlato molto di
Miles Teller per il suo futuro ruolo in
Fantastic Four nei panni allungabili di
Mr. Fantastic. Ma quello che forse non tutti sanno è che questo
giovane e promettente attore, futuro protagonista del controverso
cinecomics Fox, ha già alle spalle una solida
filmografia indie che gli ha permesso di essere noto nell’ambiente
del cinema meno commerciale, ma spesso di maggiore valore
artistico. Il discorso vale sicuramente per Whiplash,
film che lo vede protagonista nei panni di un ambizioso batterista
jazz.
Yahoo Movies
ha mostrato in anteprima il trailer del film che ha già fatto
parlare tanto di sè nel circutio dei Festival e che speriamo arrivi
presto nei nostri cinema.
Whiplash è un film del 2014 diretto
da Damien Chazelle con protagonista Miles Teller. È stato
proiettato in anteprima il 16 gennaio, come film d’apertura
dell’edizione 2014 del Sundance Film Festival
Andrew, sogna di diventare uno dei
migliori batteristi jazz della sua generazione. Ma la concorrenza è
feroce al conservatorio di Manhattan, dove si allena duramente
sotto la sapiente guida di uno spietato direttore d’orchestra.
Arriva al cinema distribuito da
Warner Bros Pictures Italia Whiplash, l’acclamato film
diretto da Damien Chazelle, con Miles Teller e J.K. Simmons.
In Whiplash nel
1936, durante una jam session con il leggendario batterista
Jo Jones, l’adolescente Charlie
Parker si ritrova incastrato nella peggiore esecuzione
della sua vita. Talmente pessima, fuori tempo e spartito, che Jones
– istigato dalla rabbia – gli lancia uno dei piatti della sua
batteria, rischiando inoltre di fargli seriamente del male. Anziché
agganciare il sassofono al chiodo, il giovane Charlie si getta a
capofitto nello studio dello strumento, della musica e del
solfeggio. Un anno dopo, proprio di fronte alle persone che lo
hanno umiliato e che ascoltano adesso a bocca spalancata, suona uno
storico e incredibile solo accompagnato da Oliver Todd alla tromba.
È la notte in cui viene soprannominato Bird e inizia un cammino che
lo porterà ad essere uno dei più grandi jazzisti di sempre.
Su questa gloriosa storia
Whiplash fonda scrittura, spettacolo e tensione.
Andrew Neyman studia al conservatorio di Manhattan aspirando a
diventare uno dei migliori batteristi della sua generazione, di
fronte a lui – come un gigante intoccabile – il terribile
insegnante Terence Fletcher, preparato e incrollabile quanto rigido
e violento. Una guerra a colpi di rullante e schiaffi raccontata
con piglio d’autore e durezza di stomaco dal talentuoso
Damien Chazelle, classe 1985, che firma regia e
sceneggiatura. 106 minuti in totale apnea, senza respiro, montati
al ritmo delle opere leggendarie di Hank Levy
(Whiplash), Juan Tizol e Duke
Ellington (Caravan). Un’autentica lezione di vita
che mostra al pubblico, senza fronzoli superflui, la conquista del
talento, del mestiere e della personalità, fatta di sangue e
consapevolezza.
A incarnare tutto questo
sullo schermo un ottimo Miles Teller, che dopo Divergent e Quel Momento
Imbarazzante mostra artigli e carattere, all’ombra di
un maestoso J.K. Simmons. Il famoso J. Jonah
Jameson degli Spider-Man di Sam
Raimi completa il capolavoro della sua carriera, con
il quale ha già incassato un Golden Globe, un Critics’ Choice
Movie Award e la nomination nella cinquina Oscar fra gli attori non
protagonisti. Virando il discorso su meri e freddi tecnicismi,
poiché la perfezione non esiste, bisogna assolutamente
notare una fotografia per nulla bilanciata (Sharone
Meir), che salta da atmosfere esageratamente calde ad
altre glaciali senza un apparente motivo.
Il racconto inciampa in piccoli
cliché di trama che potrebbero far storcere il naso al pubblico più
esigente. Dettagli non forti abbastanza da spostare l’ago della
critica dalla parte negativa, poiché il resto fa di
Whiplash un progetto di grande qualità, ben
pensato e girato con una potenza particolare di questi
tempi certamente rara. Da non perdere.
Prima di essere un film che ha
portato a casa tre premi Oscar, Whiplash
era un cortometraggio. Ecco di seguito il corto, diretto da
Damien Chazelle, che poi il regista ha trasformato
nel lungometraggio che è entrato nel cuore di tutti quelli che
hanno seguito la sua marcia trionfale per i Festival di tutto il
mondo, fino agli Academy Awards e alla sala cinematografica.
Come per il lungo, anche in questo
caso il protagonista è J.K. Simmons.
Ecco la trama del film: Andrew, 19 anni, sogna di diventare il
miglior batterista jazz della sua generazione. Al Conservatorio di
Manhattan, dove si esercita senza sosta, la concorrenza è però
feroce. Andrew, poi, vorrebbe entrare nella big band di punta,
quella diretta da Terence Fletcher, professore tanto inflessibile
quanto intrattabile. Quando infine riesce a raggiungere il suo
scopo, sotto la guida di Fletcher, Andrew inizia la sua ascesa
nella ristretta cerchia dell’eccellenza dei batteristi.
Whiplash è uno di
quei film indimenticabili sotto ogni aspetto, dalla potenza fisiva
alla forma narrativa, dalla regia dinamica e indagatrice alla
recitazione eccellente di tutti i suoi interpreti.
Questo film è il primo
lungometraggio ad alto budget per Damien Chazelle, che è riuscito a
realizzare il sogno di vedere per intero quel corto omonimo che
aveva già realizzato un anno prima.
Ecco, allora, dieci cose da
sapere su Whiplash.
Whiplash film
1. Questo film nasce da un
cortometraggio. Prima di diventare un film apprezzato,
Whiplash era nato come cortometraggio perché Damien Chazelle, regista e sceneggiatore del
film, non era riuscito ad ottenere i finanziamento per
realizzare un lungometraggio. Date le circostanze, ha dovuto
realizzare un
cortometraggio che ha presentato al Sundance Film Festival nel
2013. Dopo aver vinto il Short Film Jury Award ha ottenuto i
finanziamenti per realizzare il lungometraggio.
2. Il film si basa su un
evento vero del regista. Damien Chazelle ha rivelato che
durante i suoi anni di studio alla Princeton High School provava a
farsi notare come batterista jazz e che aveva un professore di
musica molto esigente. Di fatto, il regista si è ispirato a questi
fatti passato per realizzare il personaggio di Terence Fletcher,
dando poi vita a Whiplash.
3. La scena dello schiaffo
ha richiesto parecchi ciak. Per questa scena, J. K. Simmons e Miles Teller hanno girato diverse
riprese con Simmons che imitava di dare lo schiaffo a Teller.
Per la ripresa finale, i due attori hanno deciso di girare la scena
con uno schiaggo vero e genuino. Ed è proprio questa la riprese che
si vede nel film.
Whiplash streaming
4. Il film è disponibile in
streaming digitale. Chi volesse vedere o rivedere questo
film, è possibile farlo grazie alla sua presenza sulle diverse
piattaforme di streaming digitale come Google Play, Tim Vision,
Rakuten Tv, Chili e iTunes.
Whiplash trailer
5. Un film dal trailer
portentoso. Un film come Whiplash andrebbe visto partendo
dal trailer, in grado di suscitare da solo le emozioni che
contraddistinguono tutto il film e di esprimere le caratteristiche
in esso contenute.
Whiplash cast
6. Miles Teller si è fatto
venire le vesciche. Teller, che suona la batteria da
quando aveva quindici anni, si è trovato con delle vesciche sulle
mani, causate dallo stile vigoroso e anticonvenzionale della
batteria jazz. Un po’ del suo sangue era rimasto sulle bacchette e
sulla batteria.
7. Chazelle voleva Teller
già per il cortometraggio. Il
regista voleva che l’attore interpretasse il ruolo di Andrew
Neiman mentre stava girando il corto originale nel 2013, ma
l’attore non era disponibile e la scelta è ricaduta su
Johnny Simmons. Per la versione finale del
lungometraggio, i finalisti per lo stesso ruolo erano Teller e
Simmons. Alla fine, Teller è stato scelto perché era un nome più
conosciuto e perché aveva un passato da batterista.
8. K. Simmon si è fatto
male durante le riprese. L’attore si è incrinato due
costole quando Miles Teller lo ha affrontato durante una delle
ultime riprese. Nonostante il suo infortunio, l’attore ha
continuato a lavorare.
Whiplash trama
9. Sognare in grande ma con
incertezza.Whiplash racconta la storia di Andrew
Neiman, un batterista jazz di diciannove anni che sogna di
diventare un professionista del suo settore, deciso a diventare il
migliore del prestigioso conservatorio del paese. A un certo punto,
Andrew viene notato da Terrence Fletcher, un insegnante tanto
eccellente, quanto rude nei metodi di insegnamento.
Whiplash frasi
10. Un film che si è
imposto anche per le sue frasi.
Non esistono in qualsiasi lingua
del mondo due parole più pericolose di “bel lavoro”!
(Terrence Fletcher)
Ho nostalgia di casa molto spesso…
mi incazzo quando la gente finge di non averne.
(Nicole)
Ero lì per spingere le persone
oltre le loro aspettative, era quella la mia assoluta necessità.
Altrimenti avremmo privato il mondo del futuro Luis Armstrong o del
futuro Charlie Parker. (Terrence Fletcher)
Fondato nel 1978 da Robert Redford, il Sundance Film Festival si tiene
ogni anno nello Utah come piattaforma per la presentazione e
promozione di registi indipendenti. Oggi il più grande festival di
cinema indipendente degli Stati Uniti, il Sundance ha nel tempo
lanciato le carriere di molti registi di successo, tra cui Quentin Tarantino, Christopher Nolan, i fratelli
Joel e Ethan Coen e molti altri
che sono stati nominati e hanno poi vinto l’Oscar. In vista del 40°
Sundance Film Festival, che prenderà il via il 18 gennaio, è stato
ora condotto un sondaggio per determinare la Top 10 dei film
proiettati al festival.
Secondo i risultati, è Whiplash,
il film del 2014 di Damien Chazelle, il vincitore.
Di seguito, ecco l’elenco completo dei 10 film più votati:
In honor of the 40th Edition of the Sundance
Film Festival, we asked filmmakers, critics, colleagues, and
industry members to share their personal top 10 lists.
This is their collective top 10 list of the Sundance films that
have touched their hearts and changed lives. pic.twitter.com/H0LcSogGTm
Come si può notare, la Top 10 del
Sundance è ricca di opere prime di grandi registi che hanno poi
intrapreso carriere di successo a Hollywood. Partendo dal decimo
posto, Blood Simple è stato il lungometraggio d’esordio di
Joel e Ethan Coen, che ha vinto il Gran Premio della Giuria del
festival nel 1985. Nei decenni successivi, i fratelli Coen hanno
coltivato una filmografia variegata e hanno vinto diversi premi
Oscar, tra cui quello per la migliore sceneggiatura per
Fargo e quello per il miglior film, la migliore regia e la
migliore sceneggiatura per Non è un paese per vecchi.
Richard Linklater è
l’unico regista con ben due titoli nella Top 10: Boyhood, all’ottavo posto, e Before Sunrise
al settimo. Al sesto posto c’è invece Sesso, bugie e
videotape, il primo lungometraggio di Steven Soderbergh, che ha vinto il Premio del
pubblico del festival. Sia Linklater che Soderbergh hanno nuovi
progetti che debuttano al festival proprio quest’anno,
rispettivamente Hit Man e Presence. Memento, invece, non è stato il primo film di Nolan
(che è Following del 1998), ma ha vinto il Waldo Salt
Screenwriting Award del festival. Tra i primi tre, oltre a Whiplash,
vi sono poi Get
Out e Le iene, rispettivamente le opere d’esordio di
Jordan Peele e Tarantino.
Whiplash,
come noto, è un intenso dramma su un ambizioso studente di batteria
e il suo violento istruttore. Il film ha vinto sia il Gran Premio
della Giuria che il Premio del Pubblico al Sundance ed è stato poi
premiato con tre Oscar, tra cui quello come Miglior attore non
protagonista a J. K. Simmons. Con il suo film successivo,
La La
Land, Chazelle è diventato il più giovane vincitore
dell’Oscar come Miglior regista. Whiplash può
dunque essere considerato l’esempio migliore per rappresentare il
potere del Sundance Film Festival nell’elevare i registi
indipendenti.
Ben Stiller è un
uomo di mezza età che cerca disperatamente di rimanere giovane con
l’aiuto di un suo nuovo amico, Adam Driver. La A24
ha diffuso in rete il primo trailer di While We’re
Young, nuova commendia di Noah
Baumbach con protagonista appunto Stiller che torna a
lavorare con il regista dopo Lo stravagante mondo di
Greenberg.
Nel film ci sono anche
Naomi Watts, Adam Driver, giovane promessa del
cinema che presto vedremo in Star
Wars Il Risveglio della Forza, in un ruolo ancora
misterioso, e Amanda Seyfried. Il film racconta di
una coppia che attraversa la crisi di mezza età, Stiller/Watts, che
va in crisi quando incontra i giovani Seyfried e Driver.
Il film è stato presentato a Toronto
quest’anno e uscirà negli Stati Uniti il 27 marzo 2015. Non
sappiamo ancora se e quando arriverà in Italia.
Annapurna Pictures ha diffuso il
primo trailer ufficiale di Where’d You Go,
Bernadette, il nuovo lavoro di Richard
Linklater tratto dal romanzo omonimo di Maria Sempleche e
che vede protagonista il premio oscar Cate
Blanchett.
Linklater ha rivisto la
sceneggiatura originariamente scritta da Michael H. Weber e Scott
Neustadter (The Spectacular Now, The Disaster Artist) ed è
qui alla sua seconda collaborazione con la casa di produzione dopo
Everybody Wants Some.
Di seguito trovate il trailer.
Where’d You Go, Bernadette – il trailer
La sinossi: Where’d You Go,
Bernadette è la storia di una donna e architetto affetta da
agorafobia che all’improvviso scompare, e lascia alla figlia Bee di
quindici un’unica scelta: mettersi in viaggio e indagare sulla sua
scomparsa.
Nel cast anche Emma
Nelson, Billy
Crudup, Kristen Wiig, Judy
Greer, James Urbaniak e Troian
Bellisario. L’uscita nelle sale è fissata al 22 Marzo
2019.
Criptico, scaltro e manipolatore,
Roy Cohn è stato una
delle figure di spicco del mondo della politica americana dagli
anni cinquanta agli anni ottanta. Con il documentario
Where’s My RoyCohn?, diretto dal giornalista e
documentarista Matt Tyrnaure, e presentato
alla Festa del Cinema di Roma, si riporta
alla luce una figura ancora oggi di difficile comprensione nelle
sue numerose sfaccettature. Una figura forse poco conosciuta al di
fuori dei confini statunitensi, ma che ha contribuito a ridefinire
il modo di fare politica a livello mondiale.
Il film ripercorre in ordine
cronologico i principali casi a cui si lega il nome di Cohn, dalla
condanna a morte per spionaggio contro i Rosenberg alla battaglia
anticomunista della commissione McCarthy e sino agli anni in cui
divenne avvocato di Donald Trump. Costruito sulla base di
interviste a conoscenti, parenti e studiosi, ma anche e soprattutto
con materiali d’archivio come vecchi filmati, interviste
televisive, immagini e registrazioni, si arriva a delineare un
profilo della controversa figura in questione. Il ritratto di Cohn
diventa inoltre l’occasione per ricostruire le origini della destra
reazionaria contemporanea.
Where’s My Roy Cohn?, attaccare per
non essere attaccato
È affascinante ritrovare nel modo di
comunicare di Cohn molto dell’attuale linguaggio politico. Un
linguaggio aggressivo, intimidatorio, costruito sull’utilizzo
spietato del proprio potere. Da ciò che il documentario permette di
apprendere, infatti, Cohn ha sempre aspirato ad ottenere il
controllo di quanto lo circondava, ponendosi sempre in una
situazione di superiorità rispetto all’altro.
Il suo motto era “attaccare per
non essere attaccato, non chiedere mai scusa, negare sempre anche
davanti alle prove evidenti”. Durante la sua intera vita ha
infatti portato avanti con convinzione queste leggi morali, che sa
da una parte gli hanno permesso di diventare uno dei più temuti
avvocati e strateghi politici, dall’altra lo hanno reso spesso
vulnerabile, vittima delle sue stesse menzogne.
Quello di Tyrnauer è un ritratto
tutt’altro che neutrale, che mira a mostrare i numerosi aspetti
malvagi del personaggio attraverso una sorta di processo postumo.
Per quanto classico nella forma e nella struttura, il documentario
pone l’accento su precisi dettagli della vita di Cohn, assumendo
toni particolarmente incisivi. Per la negatività suscitata dal
personaggio, sembrerebbe quasi di star guardando un thriller, alla
ricerca dell’indizio che possa smascherare una personalità tanto
corrotta come quella dell’avvocato in questione. Nei suoi occhi, in
quello sguardo vitreo, in molti affermano infatti sia possibile
rintracciare pura malvagità.
Where’s My Roy Cohn?, ritratto
avvincente della vita pubblica e privata
Nel suo ritrarre sotto più punti di
vista Cohn, il regista si concentra soprattutto nella scelta di
materiali volti a svelarne tanto la vita pubblica quanto quella
privata. Oltre ai numerosi casi di cui si è reso protagonista,
preponderante è l’aspetto legato all’omosessualità sempre negata di
Cohn. Anche attraverso il suo rapporto con questa è possibile
conoscere meglio il suo modo di pensare.
Anche sotto il profilo della vita
privata si ottengono notevoli sorprese. Se in pubblico Cohn amava
dare un’idea composta di sé, nel privato viveva in modo dissoluto.
Una dissoluzione che tuttavia gli si è ritorta contro in modo
definitivo nel momento in cui contrae l’AIDS, da lui negato fino
alla morte.
Per svelare poi l’ombra ancora oggi
presente di Cohn sull’attualità, il documentario mostra i suoi
rapporti con Donald Trump, e di quanto questi abbia appreso
dall’avvocato la spregiudicatezza con cui oggi è celebre. Pur se il
coinvolgimento emotivo dello spettatore appare limitato, la
condanna portata avanti nel film risulta chiara. Nuovamente viene
ribadito quanto il potere nelle mani sbagliate possa essere
pericoloso, e Roy Cohn ne è un esempio perfetto.
Where to invade
next, l’ultimo film di Michael
Moore, inizierà la sua avventura in
alcune sale statunitensi il 23 Dicembre, ma è di poche ore fa
che la notizia che la sua uscita in tutto il resto del paese è
stata fissata al 12 Febbraio.
Il documentario segna il ritorno di Moore dietro la camera dopo ben
sei anni, e sarà distribuito dalla compagnia ancora senza nome
fondata da Tom Quinn e Jason
Janego. Il film verrà rilasciato una sola settimana a
Los Angeles e New York, in modo da rendere il film eleggibile per
la corsa agli Oscar, prima di approdare nelle altre sale il
prossimo anno.
Il film è già stato selezionato
dall’ Academy come uno dei 15 finalisti per la corsa alle cinque
caselle per la nomination a Miglior Documentario.
Il film presenterà una campagna
pubblicitaria differente dai precedenti lavori di Moore, che
intende attraversare i 50 stati statunitensi con una première
diversa per ogni stato. Quello del regista americano sembra quasi
un tour da rockstar, ed inizierà il 4 Gennaio il suo percorso. Per
un eventuale uscita italiana, invece, non si sa ancora nulla.
Dopo
Capitalism: A LoveStory,
Michael Moore torna al cinema con un film
esilarante e scomodo: un documentario sugli Stati Uniti e le sue
controversie ma anche e soprattutto sulle bellezze nascoste in
altri Paesi del Mondo.
Il regista Premio Oscar s’immagina
di dover gestire una crisi del Pentagono e si cala nel ruolo
d’invasore con una missione particolare in cui nessun’arma è
coinvolta e l’unico obiettivo è quello di “raccogliere fiori,
anziché erbacce”. Moore ci accompagna a scoprire le bellezze
di alcuni Paesi come l’Italia, la Francia e la Tunisia, invitando
gli spettatori di qualunque nazionalità a riflettere su pregi e
difetti della propria nazione.
È curioso osservare come il sogno
americano è in realtà un’ideale prettamente europeo che nel Paese
che gli dà il nome ha perso lo smalto. Per rimediare a tutto ciò,
Moore ironicamente attraversa l’oceano e invade alcuni Paesi per
riportare in patria diritti che europei e tunisini danno per
scontati come, ad esempio, la maternità pagata o un sistema di
salute pubblica gratuito, e che in America, invece, sono
sconosciuti alla maggior parte della popolazione.
Se da un lato, il regista ci invita
alla riflessione, dall’altro è impossibile non ridere di fronte
alle sue reazioni di genuino stupore in situazioni che per noi sono
del tutto naturali. Il documentario induce a riflettere sull’enorme
discrepanza fra media americani e media europei: se i primi evitano
di mostrare i difetti del proprio Paese, sottolineando come
dall’altra sponda dell’oceano si paghino più tasse; i secondi
sembrano sempre pronti ad esaltare i difetti del Vecchio
Continente, decantando i pregi americani. Moore azzera queste
differenze, alternando le sue esperienze in Europa a video
autentici, a volte cruenti, e a spunti di riflessione più reali
sulla grande America. Ne esce una visione autentica e controversa
del Paese, in cui il tema della schiavitù è quasi ancora un tabù e
l’educazione ha un prezzo altissimo. Gli argomenti trattati,
inoltre, interessano qualunque società e forniscono uno spunto di
riflessione attuale indipendentemente dalla nazionalità dello
spettatore.
Nonostante le critiche, il regista
riesce a mostrare un punto di vista ottimista, una visione del
Mondo in cui tutto, anche il cambiamento più radicale e assoluto,
sembra davvero possibile. Moore riesce nell’ardua impresa di
mostrare i problemi del suo Paese in modo produttivo e quasi
inusuale, ovvero attraverso le soluzioni a questi ultimi,
infondendo allo spettatore una dose di fiducia verso il futuro.
Dopo aver visto questo documentario, infatti, si esce dalla sala
convinti che il proprio Paese non è sicuramente perfetto ma del
tutto migliorabile.
Where to invade
next è distribuito in Italia da Nexo Digital e Good
Film e sarà nelle sale italiane solo per tre giorni, dal 9 all’11
maggio.
When You’re
Strange è il documentario diretto da Tom Dicillo sui
Doors, la band statunitense che in 54 mesi ha cambiato per sempre
la storia del rock. Protagonista assoluto di When You’re
Strange è Jim Morrison, da timido e
sensibile poeta, a star eccessiva e incredibilmente carismatica,
che è riuscito a splendere con tanta intensità da bruciarsi
immediatamente, a 27 anni, con Jimi Hendrix e
Janis Joplin, per sempre giovane nella memoria dei
fan di tutto il mondo.
When You’re
Strange prende le mosse dall’incontro di Morrison con Ray
Manzarek e parla della successiva fondazione del gruppo, per il
quale Jim scelse un nome dalle poesie di William Blake. La
bruciante ascesa e il crollo immediato, parabola consueta delle
star del rock, assume per Morrison la forma di un destino
ineluttabile, costellato da alcool e draghe di ogni tipo che ne
hanno alla fine determinato la caduta, e forse, anche la morte.
When You’re Strange, il film
Con uno stile piuttosto piatto
Dicillo ci conduce in un montaggio di sequenze di repertorio, senza
troppo aggiungere con la voce narrante che in originale è di Johnny
Deep, mentre da noi è quella di Morgan. Una voce che si limita a
raccontare quello che viene anche mostrato, lasciando inalterate le
emozioni che le immagini offrono. When You’re
Strange raggiunge i suoi livelli più alti solo quando
lascia parlare la musica, che anche per coloro che non conoscono i
Doors, o non ne sono fan appassionati, rappresenta un esempio
particolare e interessante, degno del successo che ha avuto e che
continua ad avere(80 milioni di dischi venduti nei 54 mesi di
‘vita’ della band e 10 milioni ancora oggi ogni anno).
Astenendosi dal giudizio umano,
When You’re Strange mette in risalto la figura
dell’artista, degli artisti, sottolineando in particolari sequenze
proprio la natura ibrida della preparazione musicale di ogni
componente del gruppo, alla quale si attribuisce lo stile e le
sonorità originalissime che li hanno reso il gruppo famigerato. Tom
Dicillo fa vivere il suo film soprattutto del grande mito dei Doors
in sé, e di Morrison soprattutto, senza apportare grande valore
aggiunto ad una storia che, per la sua eccezionalità, non ne ha
affatto bisogno.
Il documentario uscirà al cinema il
21 giugno, il 3 luglio, anniversario della morte di Morrison, andrà
in onda su Studio Universal e il 6 luglio uscirà in DVD in una
doppia versione: la prima edita da Feltrinelli accoppiata al volume
I Giorni del Caos, e la seconda edita da Universal.