Arriva oggi nelle sale italiane
La Battaglia di Hacksaw Ridge, l’ultimo film da
regista di Mel Gibson che è in corsa per ben sei
premi Oscar. Intanto per Gibson non abbandona la sua carriera di
attore e The Wrap ci informa che è entrato a far parte
di Dragged Across Concrete, in cui reciterà al fianco di Vince
Vaughn, che lui stesso ha diretto proprio nel film presentato a
Venezia 73.
La battaglia di Hacksaw
Ridge recensione del film di Mel Gibson
A dirigere il film c’è S. Craig
Zahler, mentre a produrlo ci sono Unified Pictures, Cinestate e
Assemble Media. Zahler ha parlato della sua visione del progetto e
della gioia di avere nel cast i due attori. “Dragged Across
Concrete è il mio tentativo di realizzare un film che rappresenti
un mondo sorprendente, triste, felice, schockante e memorabile con
molti punti di vista. Come spesso capita nelle mie sceneggiature, i
protagonisti sono in circostanze pericolose contro cui devono
combattere. Sono assolutamente eccitato all’idea di avere Mel e
Vince a interpretare i protagonisti.”
Trai prossimi progetti da regista di
Mel Gibson c’è il sorprendente e già annunciato Resurrection, una
ricostruzione che vuole rappresentare il sequel de La Passione di
Cristo.
J.J. Abrams
continua con la sua Bad Robot il lavoro di
produttore e arriva da Variety la notizia che è
stato trovato un regista per il uso prossimo film, ambientato
durante la Seconda Guerra Mondiale.
Si tratta di Julius
Avery, regista di Son of a Gun, che è
stato incaricato da Paramount e Bad Robot
di dirigere Overlord.
L’idea è nata da
Abrams e da Billy Ray, che ha
anche scritto la sceneggiatura, salvo poi ricevere una mano per le
“rifiniture” da Mark L. Smith (The Revenant).
J.J. Abrams
contro i nazisti: trovato un regista per il film Bad
Robot
Siamo durante la Seconda Guerra
Mondiale: la storia segue due paracadutisti che vengono catturati
dietro le linee nemiche dopo che il loro aereo è precipitato
durante una missione per distruggere una torre radio tedesca in una
piccola cittadina della Normandia durante il D-Day. Dopo aver
raggiunto il loro obbiettivo, i due capiscono che oltre a
combattere i nazisti, devono anche affrontare una minaccia
soprannaturale, forze scatenate da esperimenti del nemico.
CORRELATI:
Half-Life: J.J.
Abrams pronto a produrre un adattamento live-action
La Lionsgate, in
perfetta linea con gli Universi Condivisi in voga
a Hollywood, ha avviato il suo MonsterVerse nel 2014, con
Godzilla di Gareth
Edwards, e Kong SkullIsland sarà il prossimo anello della catena.
Kong Skull Island:
rivelata la connessione con Godzilla
Durante un’intervista con
Cinema Blend, il produttore Alex
Garcia ha parlato dell’associazione
Monarch, che sarà presente nell’ambientazione anni
’70 del film, e dei suoi “progetti per il futuro” che si vedranno
poi negli altri film in programmazione. “Si tratta di una
spedizione normale, ufficialmente – ha dichiarato Garcia –
ma il personaggio di John Goodman, che è uno della Monarch, è colui
che tira le fila della storia dal dietro le quinte e presto
scopriremo che sanno molto più di quello che lasciano
intendere.”
Sempre con la rivista on-line ha
parlato Tom Hiddleston, che ha spiegato cosa
aspettarsi dal suo personaggio: “Lui non ha un obbiettivo e
anche la sua anima è inquieta. Così partecipa alla spedizione per
soldi, ma è molto scettico e prende questi soldi per andare su
un’isola alla ricerca di questa scimmia preistorica
gigante.”
L’idea dei mostri giganti è
rischiosa per un film che si prefigge di essere realistico nei
toni, ma come ha mostrato il Godzilla di
Edwards potrebbe essere possibile anche per
Kong Skull Island riuscire nell’impresa.
Kong Skull Island,
che uscirà il 9 marzo 2017, include nel cast Tom
Hiddleston, Brie Larson, Samuel L.
Jackson, John Goodman, Tian Jing, Corey
Hawkins, Jason Mitchell, John Ortiz, Shea Whigham e
Toby Kebbell. Diretto da Jordan
Vogt-Roberts, il film è scritto da Max Borenstein,
John Gatins, Dan Gilroy e Derek
Connolly.
Godzilla vs Kong è previsto per il
momento per il 29 maggio 2020 negli USA, mentre Godzilla 2 dovrebbe
arrivare l’anno prima, il 22 marzo 2019.
C’è una discreta curiosità intorno
a Robin Hood
Origins, uno dei prossimi progetti
Lionsgate che vedrà protagonista il leggendario
personaggio del folklore britannico.
Il produttore del film,
Basil Iwanyk, ha discusso con Collider del film e
di quello che dovremmo aspettarci da un nuovo racconto di un
personaggio che abbiamo già visto in tutti gli adattamenti
possibili.
“Con l’eccezione delle doti da
killer, credo che il film catturi l’avventura e il divertimento
dello spirito di Robin Hood, ma proprio perché si tratta della
storia d’origine, sarà una sorta di discesa in guerra pensando che
andrà a partecipare a una grande Crociata, dove poi realizzerà che
è stato coinvolto in un’impresa indegna e tornerà indietro
comprendendo che ha ascoltato delle menzogne. Si ritrova così in
una società che non lo accetta più e capisce che la ricchezza e la
povertà si stanno dividendo sempre più. Quello che il nostro
sceneggiatore Joby Harold è stato abile a raccontare è che fa
sembrare tutto molto allegorico e contemporaneo, e allo stesso
tempo giovane, ma non nel senso di adolescenziale. Si sente la
rabbia, l’energia, della giovinezza. Sarà una versione più giovane
dello stesso mito.”
Robin Hood Origins sarà ispirato a
John Wick
Per quanto riguarda invece l’azione
che ci sarà nel film, il produttore ha fatto un paragone con
John Wick con Keanu Reeves:
“L’immagine di Robin Hood che abbiamo è stata ispirata un sacco
a John Wick. Le cose che faremo con arco e frecce saranno le stesse
che Keanu fa con la pistola. I costumi poi… sarà differente da ogni
altro film su Robin Hood mai visto prima.”
Previsto per febbraio 2018, il film
è stato spostato per il 23 marzo dello stesso anno, dal momento che
il protagonista, Taron Egerton, sarà impegnato
anche con Kingsman The Golden Circle, sequel
dell’acclamato The Secret Service, in cui torna
nei ruolo di Gary ‘Eggsy’ Unwin.
Otto
Bathurst, regista televisivo (Black
Mirror, Peaky Blinders), si occuperà
della regia di Robin Hood Origins, basato sulla
sceneggiatura firmata da Joby Harold (autore dello
script di Knights Of The Round Table di
Guy Ritchie). Il film racconterà le origini del
popolare eroe inglese. La pellicola sarà prodotta dalla Appian Way
di Leonardo
DiCaprio.
Nel cast di Robin Hood
Origins al fianco di Taron Egerton
sono stati confermati Jamie Dornan (nei panni di
Will Scarlett) il premio Oscar Jamie Foxx (che
interpreterà invece Little John), Eve Hewson (che
vestirà i panni di Lady Marian) e Ben Mendelsohn
(Sceriffo di Nottingham).
Alla rivista, il regista
James Gunn ha dichiarato: “Il primo film è
stato un successo perché abbiamo colto l’occasione e abbiamo dato
agli spettatori qualcosa di inaspettato. Questo film può essere
solo quello che è, i Guardiani possono solo essere ciò che sono, se
si prendono dei rischi. Questo significa che daremo loro un film
molto diverso.”
In Guardiani
della Galassia vol 2, che arriverà al cinema nel 2017,
torneranno Chris Pratt, Zoe Saldana, Dave
Bautista e in veste di doppiatori Vin
Diesel e Bradley Cooper.
Confermati anche il Collezionista
(Benicio Del Toro), Yondu (Michael
Rooker) e Nebula (Karen Gillan). Tra le
new entry Pom Klementieff, Kurt
Russell, Elizabeth
Debicki,Tommy
Flanagan e Chris
Sullivan.
Al ritmo di una nuova, fantastica
raccolta di brani musicali (Awesome Mixtape #2), Guardiani
della Galassia Vol 2, racconta le nuove avventure dei
Guardiani, stavolta alle prese con il mistero che avvolge le vere
origini di Peter Quill. Vecchi amici e nuovi alleati, oltre ai
personaggi preferiti dai fan verranno in aiuto ai nostri eroi
mentre l’Universo Cinematografico Marvel continua ad espandersi.
Ecco il trailer del documentario
Nightmares in the Makeup Chair, che, come
suggerisce il titolo, racconta la nascita la nascita del look del
demone di Elm Street e vede la partecipazione in
prima persona del suo interprete originale, Robert
Englund.
Nightmares in the Makeup
Chair, trailer del documentario
Sul documentario,
Englud ha dichiarato: “Nightmares in the
Makeup Chair è la mia lettera d’amore alla serie di Nightmare e al
trucco prostetico. Sono sempre stato in ammirazione di fronte al
lavoro dei truccatori. Dai disegni alle sculture, loro hanno
realizzato ild esign (del personaggio). Poi la realizzazione dei
pezzi e degli strati, e poi infine l’applicazione dove io mi siedo
nella sedia al trucco e divento la loro tela vivente mentre loro mi
truccano e mi incollano. Questo documentario non solo cattura il
loro talento, ma credo che possa ispirare una nuova generazione di
artisti degli effetti speciali. Sono stato felice di diventare
Freddy ancora una volta per condividere il processo di make up con
i fan.”
Dopo quello che sembrava un
irreparabile allontanamento, Bryan Singer è
tornato ad avvicinarsi agli X-Men con l’annuncio
che sarà lui a dirigere (almeno) il primo episodio dello show in
programma alla Fox.
Durante una conversazione con
Mashable, il regista ha parlato anche
dei prossimi sviluppi dell’universo cinematografico. Anche se al
momento non è coinvolto nei progetti per i film,
Singer pensa che i crossover e gli standalone
saranno la base per il futuro del franchise: “(Per il futuro)
Si prevedono dei crossover, è tutto quello che posso dive. Non ne
posso davvero parlare. Ne sono entrato e uscito, più o meno, ma
sono stato coinvolto per oltre 20 anni. Ho firmato il primo accordo
nel 1996! Credo che da ora in avanti saranno crossover e
standalone. Credo sia la cosa giusta da fare adesso. L’universo
degli X-Men è vasto quanto tutto il resto dell’Universo Marvel, quindi perché
no?”.
I film in programma appartenenti al
franchise sono Logan, Deadpool 2,
New Mutants e probabilmente
X-Force.
Ricordiamo che il prossimo capitolo
del franchise degli X-Men che arriverà al cinema
sarà Logan, di James Mangold, con
Hugh Jackman che dovrebbe concludere con questa
pellicola la sua collaborazione con la Fox in merito agli
X-Men.
Per Hugh Jackman questo ritorno nei panni
del mutante con gli artigli di adamantio sarà la sua ottava volta
(se si conta anche il cameo di X-Men L’Inizio) nel
personaggio. È l’attore che più di tutti rappresenta i mutanti
Marvel al cinema, una sorta
di Robert Downey Jr per il
corrispettivo MCU, e potrebbe essere arrivato
alla fine del suo coinvolgimento nel franchise proprio con questo
film.
Logan ha
un’uscita prevista per il 3 marzo 2017. Alla regia c’è
James Mangold (già regista di Wolverine
L’Immortale), mentre nel cast ci saranno Hugh
Jackman,Boyd Holbrook, Richard
E. Grant, Stephen Merchant, Eriq La
Salle, Elise Neal e Patrick
Stewart.
Nel prossimo futuro, uno stanco
Logan si prende cura di un malato Professor X, in un nascondiglio
sul confine messicano. Ma i tentativi di Logan per nascondersi dal
mondo e dal suo passato finiscono quando arriva una giovane
mutante, inseguita da forze oscure.
Thor Ragnarok è uno
dei prossimi film Marvel in uscita e vedrà il Dio del
Tuono, interpretato da Chris Hemsworth, alle prese
con la ricerca del padre Odino, dopo che Loki ne ha usurpato il
trono di Asgard.
Un nuovo logo per Thor
Ragnarok?
Artistswork(via CBM) ha condiviso su Twitter un’immagine
di una t-shirt promozionale del film che riporta delle stampe anni
’80 e un nuovo logo che potrebbe essere la nuova grafica del titolo
del film di Taika Waititi.
Thor
Ragnarok sarà diretto da Taika Waititi. Nel cast del film
Chris Hemsworth sarà ancora Thor;
Tom Hiddleston il fratello
adottivo di Thor, Loki; Il vincitore del Golden
Globe e Screen Actors Guild Award Idris Elba sarà la sentinella di
Asgard, Heimdall; il premio Oscar Sir Anthony Hopkins interpreterà
nuovamente Odino, signore di Asgard.
Nelle new entry invece si annoverano
il premio OscarCate
Blanchett (Blue Jasmine,
Cenerentola) nei panni del misterioso e
potente nuovo cattivo Hela, Jeff Goldblum (Jurassic
Park, Independence Day:
Resurgence), che sarà l’eccentrico
Grandmaster, Tessa Thompson
(Creed, Selma)
interpreterà Valkyria, mentre Karl Urban (Star
Trek, il Signore degli Anelli: il ritorno
del re) aggiungerà la sua forza nella mischia come
Skurge. Marvel ha anche confermato che
Mark Ruffalo riprenderà il suo ruolo
di Bruce Banner / Hulk nel sequel. La data d’uscita è prevista per
il 3 novembre 2017.
“In Marvel Studios’ Thor Ragnarok, Thor è
imprigionato dall’altro lato dell’universo senza il suo formidabile
martello e si trova in una corsa contro il tempo per tornare a
Asgard per fermare il Ragnarok, la distruzione della sua casa e la
fine della civiltà asgardiana, dalle mani di una nuova e potente
minaccia, la spietata Hela. Ma prima deve sopravvivere a una
mortale lotta tra gladiatori che lo metterà contro uno dei suoi
amici Avengers, l’incredibile Hulk.
Thor Ragnarok è diretto da Taika
Waititi, nel film tornano Chris Hemsworth nei panni di Tohr e Tom
Hiddleston in quelli di Loki. A loro si uniscono Cate Blanchett,
Idris Elba, Jeff Goldblum, Tessa Thompson e Karl Urban, con Mark
Ruffalo e Anthony Hopkins.”
Arriverà il 9 marzo in sala
Kong Skull Island, la nuova incursione nel momndo
di King Kong, una delle creature più
cinematografiche della storia del cinema. Lo scimmione è infatti
arrivato la prima volta in sala nel 1933 e ci è tornato molte altre
volte, ultimamente ricreato da Peter Jackson nel
2005.
Kong Skull Island
non sarà una storia di origini tradizionale
Il regista del film, Jordan
Vogt-Roberts, parlando con The Nerdist, ha approfondito il punto
di partenza del film, spiegando che non si tratterà di una storia
di origini vera e propria: “Quando guardi Predator 2 e vedo lo
scheletro dello Xenomorfo sull’astronave, ti viene da dire ‘Oh mio
dio!’. Il cervello impazzisce di fronte alle possibilità. E la mia
cosa preferita da bambino spettatore al cinema era proprio avere
questi piccoli indizi sullo sfondo dei film. Quindi stiamo cercando
di camminare in punta di piedi lungo questa strada. Ci sono un
sacco di cose per cui il nostro film sarà una specie di filmd elle
origini, ma non è davvero questo in fin dei conti. C’è moltissima
mitologia nel background e abbiamo creato anche una mitologia tutta
nostra.”
In merito al futuro possibile del
franchise, Vogt-Roberts ha dichiarato: “Non ci
sono molti buoni prequel. E se provi a spiegare troppo nel
dettaglio alcune cose, queste perdono la magia. Vogliamo mantenere
il magnifico senso di mistero e usarlo per creare una nostra isola,
delle creature nostre, e far percepire il personaggio di Kong come
più grande perché si capisce qualcosa di lui, ma allo stesso tempo
non provi certo a scoprire ogni singola cosa.”
Kong Skull Island,
che uscirà il 9 marzo 2017, include nel cast Tom
Hiddleston, Brie Larson, Samuel L.
Jackson, John Goodman, Tian Jing, Corey
Hawkins, Jason Mitchell, John Ortiz, Shea Whigham e
Toby Kebbell. Diretto da Jordan
Vogt-Roberts, il film è scritto da Max Borenstein,
John Gatins, Dan Gilroy e Derek
Connolly.
Godzilla vs Kong è previsto per il
momento per il 29 maggio 2020 negli USA, mentre Godzilla 2 dovrebbe
arrivare l’anno prima, il 22 marzo 2019.
Mentre Black
Panther e Avengers Infintiy War sono
entrati ufficialmente in produzione, Captain Marvel resta l’unico progetto
della Casa delle Idee a non aver ancora un regista.
La scorsa primavera, Kevin
Feige aveva dichiarato che entro l’estate sarebbero stati
in grado di comunicare un nome, tuttavia, mentre Brie
Larson è stata confermata nel ruolo in occasione del
SDCC 2016, nulla si è detto del potenziale
regista, che dovrebbe essere una donna.
Brie Larson è Captain
Marvel: l’annuncio al Comic Con – video
Adesso Justin Kroll di
Variety ha riportato un breve update sul film,
riferendo che alla Marvel hanno dichiarato che
“non c’è fretta” di annunciare la regia del film, e che al
momento le priorità sono quelle di realizzare una sceneggiatura che
sia all’altezza del progetto.
Intanto Brie
Larson esordirà nei panni di Carol
Danvers in Avengers Infinity War.
Nell’ultima shor-tlist di candidate
alla regia di del film c’erano Rebecca
Thomas, Niki Caro, Lesli Linka Glatter e
Lorene Scafaria, Jennifer Kent e
Jennifer Yuh, mentre non è stato ancora scartato
il nome di Michelle MacLaren, quella che in
un primo momento avrebbe dovuto dirigere per la DC Films il progetto su Wonder Woman, poi passato a
Patty Jenkins.
Scritto da Nicole
Perlman (Guardians of the Galaxy) e
Meg LeFauve (Inside Out), Captain
Marvel arriverà al cinema l’8 marzo 2019.
In Guardiani
della Galassia vol 2, che arriverà al cinema nel 2017,
torneranno Chris Pratt, Zoe Saldana, Dave
Bautista e in veste di doppiatori Vin
Diesel e Bradley Cooper.
Confermati anche il Collezionista
(Benicio Del Toro), Yondu (Michael
Rooker) e Nebula (Karen Gillan). Tra le
new entry Pom Klementieff, Kurt
Russell, Elizabeth
Debicki,Tommy
Flanagan e Chris
Sullivan.
Al ritmo di una nuova, fantastica
raccolta di brani musicali (Awesome Mixtape #2), Guardiani
della Galassia Vol 2, racconta le nuove avventure dei
Guardiani, stavolta alle prese con il mistero che avvolge le vere
origini di Peter Quill. Vecchi amici e nuovi alleati, oltre ai
personaggi preferiti dai fan verranno in aiuto ai nostri eroi
mentre l’Universo Cinematografico Marvel continua ad espandersi.
Gal Gadot non vede
l’ora che arrivi al cinema Wonder Woman, ma lei, come tutti noi,
dovremmo aspettare il prossimo giugno. Sul suo account Twitter, la Gadot
ha condiviso una magnifica immagine che la ritrae nell’armatura
dorata dell’eroina DC Comics, così come la vedremo
nel film di Patty Jenkins.
Gal Gadot ha
fatto il suo esordio nei panni di Wonder Woman
in Batman v Superman Dawn of
Justice di Zack Snyder, al
fianco di Ben
Affleck e Henry Cavill.
Trama: “Prima di diventare
l’eroina che tutti conosciamo, Wonder Woman era Diana, principessa
delle Amazzoni, addestrata per diventare una guerriera invincibile.
Cresciuta in una paradisiaca isola protetta, quando un pilota
americano, in seguito a un incidente, approda sulle sue rive e
annuncia un grandissimo conflitto che infuria nel mondo esterno,
Diana lascia la sua casa, convinta di poter fermare la minaccia.
Combattendo insieme all’uomo in una guerra che potrebbe mettere
fine a tutte le guerre, Diana scoprirà i suoi straordinari poteri
andando incontro al suo vero destino”.
Nel cast di Wonder Woman ci sono Gal
Gadot, Chris Pine, Connie Nielsen, Robin Wright, Lucy Davis, Lisa
Loven Kongsli, Danny Huston, Ewen Bremner, Saïd Taghmaoui, Elena
Anaya e David Thewlis.
Il film è prodotto
da Charles Roven, Zack
Snyder e Deborah Snyder,
con Richard Suckle, Stephen Jones, Wesley Coller,
Geoff Johns, Connie Nielsen e Rebecca
Roven come executive producers.
Esattamente un anno fa cominciavano
le riprese di Guardiani della Galassia Vol.
2. James
Gunn ha celebrato l’anniversario su Instagram, condividendo una foto scattata proprio in
quella occasione, in cui compaiono Zoe Saldana, Chris
Pratt, Dave Bautista e Sean Gunn.
In Guardiani
della Galassia vol 2, che arriverà al cinema nel 2017,
torneranno Chris Pratt, Zoe Saldana, Dave
Bautista e in veste di doppiatori Vin
Diesel e Bradley Cooper.
Confermati anche il Collezionista
(Benicio Del Toro), Yondu (Michael
Rooker) e Nebula (Karen Gillan). Tra le
new entry Pom Klementieff, Kurt
Russell, Elizabeth
Debicki,Tommy
Flanagan e Chris
Sullivan.
Al ritmo di una nuova, fantastica
raccolta di brani musicali (Awesome Mixtape #2), Guardiani
della Galassia Vol 2, racconta le nuove avventure dei
Guardiani, stavolta alle prese con il mistero che avvolge le vere
origini di Peter Quill. Vecchi amici e nuovi alleati, oltre ai
personaggi preferiti dai fan verranno in aiuto ai nostri eroi
mentre l’Universo Cinematografico Marvel continua ad espandersi.
I due attori condividono il set e
già in passato Gad ha provato a estorcere a
Daisy alcuni dettagli del prossimo Star
Wars. Adesso l’attore, anche voce di Olaf
di Frozen, ha riprovato a tendere un tranello a
Daisy Ridley, che si è prestata al gioco ma non ha
rivelato alcun dettaglio della trama del film.
Star Wars The Last
Jedi sarà diretto da Rian Johnson e
arriverà al cinema il 15 dicembre 2017. Il film racconterà le
vicende immediatamente successive a Il Risveglio della
Forza.
Sembra che la “pratica
The
Batman” stia costando molto cara a Ben
Affleck, che dopo aver comunicato di aver abbandonato la
regia, adesso sarà spodestato anche dal suo ruolo di
sceneggiatore.
Deadline conferma infatti che la
Warner Bros ha deciso di affidare a Chris
Terrio, sceneggiatore premio Oscar per
Argo e collaboratore di Affleck,
la riscrittura del film. Terrio è stato chiamato
in corsa anche per il lavoro sullo script di Batman v Superman Dawn Of Justice
e ha firmato ex novo la sceneggiatura di Justice League.
Ben Affleck, da
parte sua, ha diffuso il seguente comunicato: “Ci sono alcuni
personaggi che occupano un posto speciale nel cuore dei fan.
Interpretare questi personaggi richiede concentrazione, passione e
la migliore interpretazione che posso offrire. È diventato chiaro
che non posso fare entrambi i lavori al livello che essi
richiedono. Insieme con lo Studio, ho deciso di trovare un partner
in un regista che collaborerà con me su questo film immenso. Io ci
sono ancora dentro e lo stiamo facendo, ma stiamo cercando un
regista. Rimango estremamente dedicato a questo progetto, e guardo
avanti per portarlo alla vita e darlo al mondo intero.”
Affleck conferma quindi la sua
incapacità a seguire tutti i ruoli che gli erano stati affidati,
per l’oggettiva difficoltà di fare tutto al meglio. Tuttavia c’è
chi dice che la perdita di 75 milioni di dollari de La
Legge della Notte, film di Ben Affleck da
regista e interprete, abbia condotto la WB a ripensare al
coinvolgimento così importante del regista.
Secondo le prime anticipazioni,
Arkham in questa storia potrebbe avere un ruolo chiave se non
addirittura importantissimo. Pare infatti che tutto il film
racconterà di un Batman bloccato proprio in Arkham
Asylum e che si ritroverà costretto ad affrontare
molti dei suoi nemici. Vi ricordiamo
che lo stesso Ben Affleck ha confermato che il film
chiaramente si ispirerà ad una o più storie dal fumetto seppur
mantenendo un’originalità predominante.
Sappiamo che le riprese di
Black Panther sono già cominciate e che
Chadwick Boseman, con il regista Ryan
Coogler e il resto del cast sono già a lavoro.
Adesso Variety riporta che gli shooting
del film si sono spostati in Corea del Sud, dove il set Marvel sarebbe impegnato a Busan.
La grande sequenza che sarà girata in questa locationè ambientata
in campagna, e sarà un momento molto importante nel film. Alcuni
dettagli sono stati forniti da una compagnia coreana di production
service: “L’inquadratura, che coinvolge 150 macchine e più di 700
persone, è un inseguimento in macchina con il protagonista e il
villain. Saranno anche coinvolti elicotteri e pistole e potrebbe
causare rumori e restrizioni del traffico.”
Black Panther, la
trama del film
Di seguito la prima sinossi del
film: Black Panther segue T’Challa che, dopo gli eventi di
Captain America Civil War, torna a casa, nell’isolata e
tcnologicamente ultra avanzata nazione africana, Wakanda, per
prendere il suo posto in qualità di nuovo re. Tuttavia, un vecchio
nemico ricompare sui radar e il doppio ruolo di T’Challa di sovrano
e di Black Panther è messo alla prova, quando viene trascinato in
un conflitto che mette l’intero fato di Wakanda e del mondo in
pericolo.
Ryan Coogler
scriverà e dirigerà Black
Panther che seguirà la storia di T’Challa, il re
guerriero di Wakanda, da dove era stata interrotta in Captain America Civil
War.
Non è ancora chiaro quali altri
personaggi parteciperanno alla storia, anche se sembra una buona
possibilità che nel film ci sia anche Ulysses Klaw, che ha esordito
in Avengers Age of Ultron con il volto di
Andy Serkis. Inoltre sembra ci possa essere spazio
anche per Everett Ross, visto sempre in Civil
War con il volto di Martin
Freeman.
Chadwick Boseman interpreta il
protagonista, T’Challa, già visto in Captain America
Civil War. Nei ruoli principali del film ci saranno,
oltre a Boseman, Michael B. Jordan, Lupita Nyong’O, Danai
Gurira, Martin Freeman, Daniel Kaluuya, Angela Basset, Forest
Whitaker e Andy Serkis. Nei ruoli di
comprimari compariranno invece Letitia Wright, Winston
Duke, Florence Kasumba, Sterling K. Brown e John
Kani.
Black
Panther arriverà al cinema il 16 febbraio del
2018.
Colin Farrell sta
attraversando un momento professionale molto intenso. Dopo il
grande successo al box office con Animali Fantastici e Dove
Trovarli, l’attore irlandese è anche reduce da una
nomination ai Golden Globes per The
Lobster e adesso pensa ai progetti futuri.
Variety riferisce che Farrell
potrebbe unirsi a Denzel Washington nel cast di
Inner City, legal drama scritto e diretto da
Dan Gilroy (Lo Sciacallo –
Nightcrawler) e prodotto da Jennifer
Fox.
Colin Farrell con Denzel Washington
in Inner City
Il progetto dovrebbe ricordare nelle
atmosfere e nella caratterizzazione del personaggio
il classico Il verdetto di
Sidney Lumet del 1982 con Paul
Newman, riportando Denzel Washington
nella corsa ai premi. Non si conosce ancora alcun
particolare della trama del film, che sarà ambientato a Los
Angeles, come del resto Lo Sciacallo –
Nightcrawler. Il film con Jake
Gyllenhaal ha segnato il debutto dietro alla macchina da
presa di Gilroy dopo decenni di
esperienza come sceneggiatore.
Diverse case di produzione e anche
Netflix stanno seguendo con attenzione le fasi di
pre-produzione.
Al momento Colin Farrell è impegnato
nella sua seconda collaborazione con Yorgos
Lanthimos. Il progetto in questione è The
Killing of a Sacred Deer e vedrà Lanthimos occuparsi
non solo della regia ma anche della sceneggiatura in collaborazione
con Efthymis Filipou (già co-autore dello script
di The Lobster).
Durante una conversazione con
The Playlist, gli sceneggiatori di
Deadpool, Rhett Reese e
Paul Wernick, hanno brevemente commentato le
notizie che riferiscono di un crossover, vero e proprio oggetto del
desiderio dei fan.
Deadpool non sarà in Logan
I due sceneggiatori hanno escluso
definitivamente la possibilità che Deadpool possa
apparire in Logan: “Questo non succederà. I
toni sono troppo differenti. Non sono sicuro da dove sia venuto
fuori il rumor, ma Hugh e Ryan sono davvero amici e davvero
vogliono lavorare insieme e vedere insieme i loro rispettivi
personaggi, quindi magari sul lungo termine, quel rumor potrebbe
diventare vero, ovvero che li vedremo insieme in un film, ma non si
tratta di Logan. E no, nemmeno nella scena post-credits.”
Deadpool: un crossover con
Wolverine funzionerebbe
In merito al come e quando un
crossover possa funzionare, Reese ha risposto: “Quando dico che
il tono non funziona, penso che il tono funzionerebbe perfettamente
se mettessimo questi due insieme. Deadpool ha bisogno sempre di una
persona rigida per funzionare, e Wolverine andrebbe bene come ha
funzionato Colosso, sarebbe solo più caratterizzato. So che Logan,
per come l’hanno concepito, non avrebbe mai potuto avere al suo
interno Deadpool. Troppo serio, troppo oscuro. Non è il tono
giusto. Davvero davvero differente.”
Al momento i due stanno scrivendo la
sceneggiatura di Deadpool 2.
Deadpool ha
incassato 363 070 709 dollari in Nord America e 417 408 522 dollari
nel resto del mondo, per un totale mondiale di 780 479 231 dollari.
Deadpool è stato accolto generalmente bene dalla
critica, soprattutto grazie alla recitazione di Ryan Reynolds e
alla comicità pungente e ironica della sceneggiatura.
Può un grande amore cambiare la
storia? Ne è convinta Amma Asante, regista di
A United Kingdom, in sala dal 2 febbraio, ma
soprattutto lo è il protagonista David Oyelowo
(Selma – La strada per la libertà), che ha voluto
il film con il produttore Rick McCallum.
A Oyelowo e Rosamund Pike (Gone
Girl – L’amore bugiardo) il compito di incarnare
Seretse Khama e Ruth Williams, che negli anni ’50 con la loro
unione interraziale hanno traghettato il Botswana, allora
Bechuanaland, verso l’indipendenza dalla Gran Bretagna – ottenuta
nel 1966 – e la democrazia, opponendosi al dilagare delle politiche
segregazioniste in molti stati africani, primo fra tutti il vicino
Sudafrica.
A United Kingdom, il film
Seretse e Ruth si conoscono nel
1947 a Londra. Lui, laureato ad Oxford, sta per tornare in
Botswana, protettorato britannico, per diventare re,
prendendo il posto dello zio Tshekedi. Ruth è una giovane londinese
impiegata in uno studio legale. Si innamorano e decidono di
sposarsi contro il parere di tutti: Tshekedi e il popolo del
Botswana non vogliono una regina bianca; il Sudafrica minaccia di
invadere lo stato e impedire agli inglesi l’accesso alle risorse
minerarie sudafricane; il governo britannico è determinato a
tutelare i propri interessi nell’area. Nonostante ciò, la coppia si
sposa e in Botswana inizia una dura battaglia per poter vivere
liberamente il proprio amore – contrastato anche con l’esilio di
Seretse – e per l’autodeterminazione del paese africano.
Rosamund Pike e David
Oyelowo nel trailer di A United
Kingdom
Il soggetto del film è tratto dalla
biografia di Ruth e Seretse ad opera di Susan Williams, una storia
vera di per sé appassionante, i cui protagonisti sono due figure
anticonformiste, che hanno avuto il coraggio di osare compiendo un
gesto rivoluzionario e di resistere. Parla di razzismo – dei
bianchi nei confronti dei neri e viceversa – e di un’integrazione
possibile, del ruolo della donna nella società – la figura
femminile è forte e determinata, rivendica la sua libertà al fianco
del marito in un contesto fortemente tradizionalista – anticipando
le lotte per i diritti civili degli anni ’60.
Tuttavia, anziché proporre questo
materiale in una veste dinamica, coinvolgente, attuale e
realistica, non imbrigliata in rigidi schemi che le tolgano
vitalità, Asante sceglie una regia paludata e confeziona un mèlo
romantico in stile retrò, che riporta alla filmografia anni ’40. La
sceneggiatura di Guy Hibbert sacrifica alcuni punti chiave: non
riesce a rendere l’amore travolgente che ha spinto Ruth e Seretse a
sfidare le convenzioni, raffreddandolo nello stereotipo romantico
con l’uso di un linguaggio affettato e retorico; né fa di Khama
quella figura carismatica, elogiata anche da Nelson Mandela, che
certo è stata.
Diventa quindi difficile per i
protagonisti far passare le emozioni attraverso i formalismi,
sebbene Pike abbia l’elegante bellezza della first lady e Oyelowo
cerchi di sfruttare al meglio gli stretti margini a disposizione.
Così A United Kingdom, anziché essere un viaggio
appassionante nel profondo di due mondi e di due individualità,
diventa un’occasione non colta.
Jessica Woodworth
ha presentato oggi a Roma il suo ultimo film Un Re allo
sbando – King of the Belgians diretto in coppia con
Peter Brosens; entrambi sono reduci dal successo
che la commedia ha riscosso alla 73esima edizione del
Festival di Venezia e in patria,
pronti per accogliere l’uscita italiana grazie a Officine
UBU in 40 copie sia in versione originale con sottotitoli
che doppiata.
Nella cornice della Casa del Cinema,
la Woodworth ha risposto alle domande della stampa.
Com’è stato accolto il film
in Belgio?
«Il film è uscito il 30
novembre nelle Fiandre e poi, tre settimane dopo, nella Vallonia,
riscuotendo un discreto successo da entrambe le
parti»
La tradizione
cinematografica belga è molto più severa, e ci ha abituato da
sempre a titoli più drammatici e “scuri”; ora però, grazie ad un
film come questo e a una commedia come Dio esiste e vive a
Bruxelles, ne stiamo scoprendo il lato più divertente e
leggero
«In base ai nostri film
precedenti – Khadak, Altiplano e La Quinta Stagione – The
Fifth Season – abbiamo realizzato che tragedia e commedia
sono, in realtà, due facce della stessa medaglia. L’idea per il
film e nata nel 2011 mentre stavamo lavorando su altri progetti,
proprio quando il Belgio per 589 giorni non ha avuto un governo:
tutto funzionava lo stesso molto bene, ma la crisi ci aveva spinto
a creare qualcosa. Poi arrivò il vulcano islandese Eyjafjallajökul
con la sua inaspettata e prodigiosa eruzione, che costrinse il
presidente dell’Estonia a restare bloccato ad Istanbul, e solo dopo
aver visto delle foto di questo presidente che attraversava i
Balcani con un vecchio pullman, senza seguire il protocollo, c’è
venuta una piccola grande idea: perché non facciamo che sia il re
del Belgio ad essere forzato a compiere un viaggio, nell’anonimato,
senza comunicazioni attraverso l’infinita complessità dei Balcani,
partendo da Istanbul, che non è altro che la periferia d’Europa? In
queste scelte c’era una forza simbolica immensa. Ci piaceva un
viaggio vintage dove i concetti di spazio/tempo avessero una
percezione totalmente diversa.»
Gli attori sono dei non
professionisti (a parte coloro coinvolti nei ruoli principali)? E
come avete trovato un equilibrio?
«Abbiamo detto agli
attori che non stavamo facendo una commedia bensì un mockumentary,
quindi bisognava calarsi con credibilità e trovare un equilibrio.
Il rischio, una volta incontrati così tanti stereotipi lungo il
nostro percorso, era quello di incapparci; ma abbiamo evitato di
fare un’antologia di elementi, una sorta di allegoria politica: la
nostra chiave era quella di rimanere sempre molto vicini alla
figura del Re, viaggiando attraverso gli occhi di Duncan Lloyd (il
regista che lo segue nel viaggio). Potevamo inoltrarci in territori
oscuri parlando di profughi e guerre nei Balcani, ma abbiamo
cercato di trovare un equilibrio soprattutto attraverso il
montaggio, proprio mentre l’Europa stava mutando sotto i nostri
occhi. Cercavamo di rivelare delle cose ma di non svelare in nessun
modo il lato nascosto di nessuna di queste: la chiave era restare
concentrati sul Re. Un’altra difficoltà l’abbiamo incontrata nel
finanziare il film: abbiamo iniziato con il fondo fiammingo che
pero ci ha “bypassato” dicendo che non avremmo mai potuto far
ridere la gente, mentre invece a Venezia c’è stata una grande
sorpresa.
Un Re allo Sbando: Jessica
Woodworth presenta a Roma la sua nuova commedia
Molti attori sono non dei
professionisti: in Bulgaria, in Serbia e Montenegro, incontravamo
persone divertenti che si prestavano alla “nostra causa”; tutto
quello che viene detto in certi momenti è vero, non segue una
scrittura, siamo rimasti aperti alla realtà. La realtà, appunto, ci
ha dato tanti regali lungo il percorso: abbiamo girato
cronologicamente in 20 giorni, restando 2 giorni ad Istanbul e poi
trasferendoci in Bulgaria. Molte scene sono improvvisate, e ho
scelto di non consegnare i dialoghi agli attori fino all’ultimo
momento, così si sono abituati ad accettarli in extremis e hanno
vissuto un’esperienza trovando il tempo giusto per sviluppare i
personaggi e la sintonia tra di loro, cercando i comportamenti,
improvvisando sui caratteri e perfino lavorando sul protocollo,
personaggio invisibile che non si vede mai ma che aleggia fin
dall’inizio del film. Abbiamo cercato di lavorare sulle voci e la
sinergia, perfino sulla lingua, perché in certi momenti si usa una
lingua e in altri un’altra, riflettendo la stessa complessità
linguistica che riflette – a sua volta – la complessa struttura del
Belgio dominato da tre lingue.»
Il viaggio del Re Nicolas
III si sarebbe dovuto concludere in Italia: perché alla fine avete
escluso questa opzione?
«L’Italia non entra mai
nella storia: la vicenda si conclude in Albania ma non è detto che
il Re non sia scappato di nuovo, e magari stavolta proprio in
Italia. Visto che stiamo scrivendo il seguito della commedia ma né
come viaggio né come finto documentario, stavamo pensando di
girarlo sull’isola di Tito in Croazia, e forse i protagonisti
potrebbero finire in Italia, chissà. Questa volta stiamo usando un
umorismo molto più feroce e mordace, parlando dell’estrema destra
in modo forte, visto che viviamo in un’epoca di dittature e la
nostra arma principale qual è, se non la commedia unita alla
satira?»
Il rimando alla censura con
riferimento alla stampa è voluto oppure no?
«In Belgio c’è molta
libertà e non c’è autocensura, la situazione è diversa rispetto a
prima: oggi i giornalisti devono reinventarsi, c’è molta più
libertà. Pero l’immagine della famiglia reale è controllata, non
può esprimersi liberamente con la gente perché tutto è controllato.
L’immagine del re e del pase va rinfrescata, soprattutto quella
legata ad un paese come il nostro dal quale nessuno si aspetta che
possa accadere qualcosa. Per quanto riguarda il codice etico del
giornalismo, la vera domanda è: quando provocare, e come? E il
montaggio, che taglio dare? Come la domanda rivolta nel film: la
camera ci dà il diritto di entrare nella vita degli altri?
L’integrità dimostrata del documentarista Lloyd dà fiducia al Re e
lo spinge ad appoggiarlo.»
Il film è una grande
metafora: un Re allo sbando, come il Belgio, l’Europa o gli Stati
Uniti. Siete rimasti spiazzati da questa uscita profetica? Siccome
la vostra formazione è incentrata soprattutto sul documentario, vi
state orientando piuttosto sulle commedia per ricavare il maggior
numero di spettatori?
«Ogni volta pensiamo
che il nostro film sia l’ultimo. Che non ne arrivino altri: fare un
film è sacro, un privilegio per via delle innumerevoli difficolta.
Ogni film e fatto con l’idea di raggiugere il pubblico. Non abbiamo
scelto noi di avere una piccolissima distribuzione dei nostri film
drammatici e la scelta è ricaduta sulla commedia anche se non nasce
da questo discorso: noi facciamo film con fondi pubblici per il
pubblico. Oggi la gente preferisce vedere i film a casa, ma la
tradizione non si è esaurita. Per quanto riguarda il
discorso politico, oggi non solo l’Europa ma tutto il mondo è allo
sbando: stiamo vivendo un periodo triste per il nostro paese,
soprattutto dopo gli attentati terroristici. Non dobbiamo lasciare
che la paura e l’odio marchino i nostri giovani: andiamo avanti con
le cicatrici, ma pur sempre andiamo avanti. Dobbiamo recuperare un
dialogo proprio con i giovani per evitare una nuova crisi mondiale,
bisogna scongiurarla, e allontanare i vari
pericoli. Per quanto riguarda, invece, il nostro
punto di vista da registi e da abitanti del Belgio, noi non siamo
certo contro la monarchia belga, perché è qualcosa che unisce (nel
caso del nostro paese) pur costando molto al paese; c’è molta
distanza e poca comunicazione, ma il Belgio ha bisogno di questa
figura che è un collante, perché il calcio e la birra sicuramente
non bastano. Siamo uniti da tutto quello che non siamo (non siamo
francesi, non siamo tedeschi ma nemmeno olandesi). E una cosa un
po’ vecchia, ma la gente ama tutto questo: abbiamo bisogno di eroi,
di un Re che ci possa ispirare visto che oggi manca una figura
simile. Bruxelles, in fondo, è una sorta di isola nelle
fiandre.»
Secondo le indiscrezioni raccolta
da Forbes oltre al nome di Matt
Reeves, la Warner Bros e la DC
FILMS stanno valutando cinque nomi per la regia del film e
trai noi spicca quello regista George Miller
fresco del recente successo di Mad
Max Fury Road, acclamato anche dalla
critica.
Secondo nome sulla lista dello
Studios è quello di Gavin O’Connor che
ha diretto proprio per la Warner
BrosThe
Accountant, interpretato nientedimeno
che da Ben Affleck.
Tra i nomi dello studio
spicca anche quello dell’acclamato regista di Sicarioe
Arrival, nonché prossimo regista di Blade Runner
2049 e dell’annunciato remake di Dune,Denis
Villeneuve. Anche se quest’ultimo sembra un po’ troppo
impegnato.
Infine, ma non ultimo c’è
Matt Ross, regista dell’apprezzato
Captain Fantastic con Viggo
Mortensen, che sembra abbia suscitato l’interesse della
Warner Bros.
Che dire, sono tutti nomi di
altissimo livello, e anche se Denis Villeneuve, Matt
Reevs, Matt Ross e Gavin O’Connor, sono
registi di enorme talento, il nostro cuore potrebbe battere per
George Miller. E il vostro? per chi batte?
Attualmente senza più un regista
confermato The Batman (titolo
provvisorio) sarà scritto da Ben
Affleck e Geoff
Johns. Nel
cast J.K. Simmons sarà Jim Gordon e Joe Manganiello sarà
Deathstroke.
Sono ufficialmente aperte le
prevendite per i biglietti dell’attesissimo film La Bella e la Bestia. La
rivisitazione in chiave live action del classico d’animazione
Disney arriverà nelle sale italiane il 16 marzo,
anche in 3D.
Nell’attesa, un nuovo trailer in italiano anticipa
l’arrivo sul grande schermo dell’iconica storia d’amore.
Diretto da Bill Condon La
Bella e la Bestia è interpretato da un cast stellare che
comprende Emma Watson nel ruolo di Belle, Dan
Stevens nel ruolo della Bestia, Luke Evans nei
panni dell’affascinante ma superficiale Gaston, che fa la corte a
Belle, Kevin Kline nelle vesti di Maurice, il padre di Belle, e
Josh Gad nei panni di Le Tont, il piagnucoloso tirapiedi di
Gaston.
Inoltre, Ewan
McGregor interpreta il candelabro Lumière, Stanley
Tucci è il Maestro Cadenza, un clavicembalo, Audra
McDonald interpreta il guardaroba Madame De Garderobe,
Gugu Mbatha-Raw è lo spolverino Plumette,
Hattie Morahan è la maga Agathe, Nathan
Mack è la tazzina Chicco, Ian McKellen è
l’orologio Tockins e Emma Thompson interpreta la
teiera Mrs. Bric.
La Bella e la Bestia
Le star
internazionali Celine Dion, Ariana Grande, John Legend e
Josh Groban interpreteranno alcuni brani della colonna
sonora scritta dal pluripremiato compositore Alan
Menken, che includerà nuove registrazioni delle canzoni
originali composte insieme a Howard Ashman e tre nuovi brani
scritti dallo stesso Menken insieme all’esperto paroliere vincitore
di tre premi Oscar Tim Rice.
Lo scorso dicembre vi avevamo comunicato
che Denis Villeneuve era in trattative per
dirigere il reboot di Dune,
in cantiere alla Legendary.
Arriva adesso, tramite
Brian Herbert, figlio dello scrittore di Dune,
Frank Herbert, la conferma che il regista di
Sicario e Blade Runner 2049 è
salito a bordo del progetto.
It’s official — Legendary Pictures has
signed the very talented Denis Villeneuve to direct the exciting
new DUNE
series film project.
Dune sarà
prodotto da Thomas Tull, Mary Parent e
Cale Boyter, con Brian Herbert, Byron
Merritt e Kim Herbert nei panni di
produttori esecutivi. Chiaramente di Dune si
conosce molto bene l’adattamento cinematografico del 1984 firmato
da David Lynch.
Dune è un romanzo fantascientifico
del 1965 di Frank Herbert. Vincitore nello stesso
anno del premio Nebula e l’anno successivo del premio Hugo, i
massimi riconoscimenti della narrativa fantascientifica, è il primo
dei sei romanzi che formano la parte centrale e originaria del
ciclo di Dune. A questi si è aggiunta, dopo la scomparsa
dell’autore, una seconda serie di romanzi scritti dal figlio
Brian Herbert con Kevin J.
Anderson, il Preludio a Dune.
Per quanto riguarda Denis
Villeneuve, il regista è ora impegnato con Blade
Runner 2049 che arriverà il 6 ottobre 2017 negli Stati
Uniti. Nel film, Harrison Ford riprenderà il ruolo
di Rick Deckard, mentre Ryan
Gosling sarà il nuovo protagonista.
Nel suo curriculum si annoverano
Prisoners e Sicario, due dei film
più acclamati delle ultime stagioni cinematografiche.
Arrival, presentato in concorso all’ultimo
Festival di Venezia, è in corsa agli
Oscar con sei nomination, tra cui quella per il miglior film e la
migliore regia.
Emma Stone, Meryl Streep,
Ruth Negga, Isabelle Huppert e Natalie
Portman si contenderanno agli Oscar 2017
il premio per la migliore interpretazione femminile (che sembra già
nelle tasche della Stone, a dire il vero). Tuttavia la storia
dell’Academy è piena di performance straordinarie che avrebbero
dovuto vincere lo stesso premio, ma che non sono state invece
premiate.
Di seguito vi proponiamo le attrici
che, per un determinato ruolo, avrebbero dovuto vincere un Academy
Award
Nonostante non sia un
computo completo, le attrici in questa gallery hanno offerto
particolari interpretazioni da manuale che, anche se nominate, in
alcuni casi, sono state ignorate dall’Academy, vuoi per la presenza
di performance migliori lo stesso anno, vuoi per particolari giochi
di “potere” che gli Oscar conoscono bene. Ecco 15 fulgidi esempi di
recitazione femminile non riconosciuta dall’Academy.
Bette Davis – Mildred Rogers –
Schiavo d’amore (1935)
Il premio oscar andò a
Claudette Clorbert per Accadde una Notte.
Faye Dunaway – Bonnie Parker –
Gangster Story (1968)
Il premio oscar andò a
Katharine Hepburn per Indovina chi viene a cena.
Mia Farrow – Rosemary Woodhouse –
Rosemary’s Baby (1969)
Il premio oscar andò a ex
aequo a Barbra Streisand per Funny Girl e Katharine Hepburn per Il
Leone d’Inverno. Mia Farrow non venne nominata.
Sigourney Weaver – Ellen Ripley –
Aliens (1987)
Il premio Oscar ancdò a
Marlee Matlin per Figli di un Dio Minore.
Glenn Close – Alex Forrest –
Attrazione fatale (1988)
Il premio Oscar andò a Cher
per Stregata dalla Luna.
Jamie Lee Curtis – Wanda Gershwitz
– Un pesce di nome Wanda (1989)
Il premio Oscar andò a
Jodie Foster per Sotto accusa. Jamie Lee Curtis non venne
nominata.
Pam Grier – Jackie Brown – Jackie
Brown (1998)
Il premio Oscar ancdò a
Helen Hunt per Qualcosa è cambiato. Pam Grier non venne
nominata.
Fernanda Montenegro – Isadora
“Dora” Teixeira – Central Station (1999)
Il premio Oscar andò a
Gwyneth Paltrow per Shakespeare in Love.
Ellen Burstyn – Sara Goldfarb –
Requiem for a Dream (2000)
Il premio Oscar andò a
Julia Roberts per Erin Brockovich – forte come la verità.
Audrey Tautou – Amélie Poulain – Il
meraviglioso mondo di Amélie (2001)
Il premio Oscar andò a
Julia Roberts per Erin Brockovich – forte come la verità. Audrey
Tautou non venne nominata.
Salma Hayek – Frida Kahlo – Frida
(2003)
Il premio Oscar andò a
Nicole Kidman per The Hours.
Zhang Ziyi – Chiyo Sakamoto –
Memorie di una Geisha (2006)
Il premio Oscar andò
aHilary Swank per Million Dollar Baby. Zhang Ziyi non arrivò nella
cinquina finalista.
Gabourey Sidibe – Claireece
“Precious” Jones – Precious (2010)
Il premio Oscar andò
aSandra Bullock per The Blind Side.
Michelle Williams – Cynthia “Cindy”
Heller – Blue Valentine (2011)
Il premio Oscar andò
aNatalie Portman per Il Cigno Nero
Quvenzhané Wallis – Hushpuppy – Re
della terra selvaggia (2012)
Il premio Oscar andò a
Jennifer Lawrence per Il Lato Positivo.
Ecco il trailer di Slam
tutto per una ragazza, nuovo film di Andrea
Molaioli presentato al Festival di Torino 2016. Nel cast
del film, basato sul romanzo di Nick Hornby,
Jasmine Trinca a Luca
Marinelli.
Slam tutto per una ragazza: il
trailer
“SLAM: sbattere,
scagliare, scaraventare. Nei fumetti: rumore di una porta chiusa con
forza. Nel gergo dello skateboarding: caduta rovinosa al
termine di un’evoluzione acrobatica”.
Samuele ha sedici anni e una grande passione per lo skateboard.
Passa le sue giornate con gli amici tra salti, evoluzioni e cadute,
e coltiva un’amicizia tutta immaginaria con il suo eroe, Tony Hawk,
il più grande skater di tutti i tempi. Sam vorrebbe andare
all’università, viaggiare, magari vivere in California. Vorrebbe
soprattutto essere il primo della sua famiglia a non inciampare
nell’errore di diventare genitore a sedici anni, come è capitato a
sua mamma e a sua nonna. È però difficile sfuggire al singolare
destino della sua famiglia specie quando incontra Alice, lei è
meravigliosa e sembra rappresentare tutto ciò che
desidera…
Andrea Molaioli, regista de ‘La
Ragazza del Lago’, caso cinematografico vincitore di 10 David di
Donatello (tra cui Miglior Film; Miglior Regia; Miglior Attore
Protagonista) e tre Nastri d’Argento, torna al cinema con il suo
nuovo film: ‘SLAM – Tutto per una ragazza’. La pellicola è tratta
dal best seller ‘Tutto per una ragazza (Slam)’ di Nick Hornby,
anche autore di Alta Fedeltà, Febbre a 90°, About a Boy.
‘SLAM – Tutto per una ragazza’ ha
come protagonisti i giovani Ludovico Tersigni (‘L’estate addosso’
di Gabriele Muccino) e Barbara Ramella (‘Non si ruba a casa dei
ladri’ di Carlo Vanzina), insieme ai premiati interpreti Jasmine
Trinca (‘La stanza del figlio’, ‘La meglio gioventù’, Il grande
sogno) vincitrice di tre Nastri D’Argento e del Premio Mastroianni
al Festival di Venezia e Luca Marinelli (‘La
solitudine dei numeri primi’, ‘Lo chiamavano Jeeg Robot’, ‘Non
essere cattivo’), David di Donatello 2016 per ‘Lo chiamavano Jeeg
Robot’.
Il film è prodotto da Indigo Film
con Rai Cinema, e sarà distribuito nelle sale da Universal Pictures
Italia dal 23 marzo.
Oscar 2017: tutto è
quasi pronto per la notte più scintillante – e cinefila –
dell’anno; gli Accademy Awards sono vicini e solo
il 26 Febbraio verranno rivelati i nomi dei vari vincitori, in
un’annata scandita da musical patinati omaggio del passato “made in
Hollywwod – land”, racconti di formazione (metropolitana), quieti
drammi dell’animo, tesi neo – western macchiati dal petrolio,
sbarchi alieni dall’oscuro messaggio simbolico e on the road dello
spirito sulle tracce delle proprie origini. Chi sbaraglierà la
concorrenza? Nell’attesa, non si può far altro che focalizzare
l’attenzione sui vari nominati, scegliendo il proprio cavallo
vincente sul quale puntare in attesa della grande sfida.
Road to Oscar 2017: il migliore
attore non protagonista
Analizziamo da vicino i cinque
candidati nella categoria Miglior Attore Non
Protagonista.
Lucas Hedge per Manchester by
the Sea
Lucas Hedge è il
più giovane della lista: nato nel 1997 a Brooklyn, figlio d’arte –
padre sceneggiatore e madre poetessa – ha iniziato a recitare dalla
tenera età di dieci anni debuttando nel film firmato dal padre
L’Amore Secondo Dan; dopo aver collezionato
prestigiose collaborazioni con registi come Wes Anderson,
Terry Gilliam e Jason Reitman è grazie a Kenneth
Lonergan che ottiene la sua prima nomination agli Oscar,
interpretando il ruolo del nipote sedicenne di Lee Chandler
(Casey Affleck) nel drammatico Manchester
by the Sea.
Dev Patel per Lion
L’altro giovane – e
lanciatissimo – coetaneo con il quale dovrà vedersela Hedge è
Dev Patel: inglese, classe 1990, già abituato ai
fasti degli Oscar dopo aver preso parte, nel 2008, al pluripremiato
film The Millionaire diretto da Danny
Boyle, che in quella stagione stracciò nettamente la
concorrenza. Com’è abituato ai successi e all’aria di Hollywood,
però, è abituato anche agli insuccessi, come la candidatura ai
Razzie Awards ricevuta nel 2010 per il suo ruolo
nel film di M. Night Shyamalan L’Ultimo Dominatore
dell’Aria. Con Lion – La strada verso
casa sembra aver trovato la propria definitiva occasione
di riscatto, interpretando il ruolo di Saroo Brierley – autore del
romanzo autobiografico che ha ispirato il film – ragazzo indiano
che, dopo essere sopravvissuto da solo, a cinque anni, su un treno
diretto a Calcutta, viene prima portato in un orfanotrofio e poi in
seguito viene adottato da una coppia australiana; una volta
cresciuto, decide di cercare informazioni sulle proprie radici
appellandosi solo ai pochi – e frammentari – ricordi che ha e a
Google Earth. Per la sua toccante interpretazione è stato
candidato ai Golden Globes, al Premio
BAFTA e agli Screen Actors Guild
Award.
Mahershala Ali per Moonlight
Anche l’americano
Mahershala Ali è a caccia di premi, dopo aver
preso parte a molti dei film più caldi di questa stagione
cinematografica: Free State of Jones, Il diritto di contare
(Hidden Figures) ma soprattutto
Moonlight, diretto da Barry
Jenkins; il drammatico ed intenso racconto di formazione
di Chiron, dall’infanzia fino all’età adulta vissute in un
turbolento quartiere di Miami, porta ad Ali il plauso della
critica, la vittoria di uno Screen Actors Guild
Award, una candidatura ai Golden Globes e
una ai BAFTA. Un ottimo risultato per l’attore
nato a Oakland nel 1974, che durante la sua carriera ha
collezionato ruoli in film come Il Curioso Caso di Benjamin
Button, Come un Tuono, Hunger Games: Il canto della rivolta (Parte
I e II) e in famose serie tv (Crossing Jordan,
CSI: Scena del Crimine, 4400, Lie To Me, Alcatraz, Alphas, House of
Cards – Gli intrighi del potere e Marvel’s Luke Cage).
Michael Shannon per Animali
Notturni
Per Michael
Shannon questa è la seconda nomination agli Oscar: la
prima arrivò nel 2008 con il ruolo del disturbato e tormentato John
Givings nel dramma di Sam Mendes Revolutionary
Road; questa volta è grazie alla sua interpretazione dello
schivo Detective “di confine” Bobby Andes nel noir diretto da
Tom Ford che non solo conquista la critica, ma
anche il pubblico e la suddetta nomination che si somma alle altre
maturate nel corso della sua carriera, iniziata nei primi anni 90’
dopo una gavetta teatrale, e che lo ha portato a collaborare con
registi come Harold Ramis, John Waters, Joel Schumacher,
Michael Bay, Cameron Crowe, Curtis Hanson, William Friedkin, Oliver
Stone, Jeff Nichols, Sidney Lumet, Sam Mendes, Werner Herzog, James
Franco, Marc Forster, David Koepp, Ariel Vromen, Zack Snyder, Ramin
Bahrani, Peter Bogdanovich e – ultimo ma non ultimo – lo
stilista Ford che gli regala l’ennesimo, camaleontico, ruolo da
caratterista pronto ad imprimersi nell’immaginario cinefilo.
Jeff Bridges per Hell or High
Water
L’ultimo nominato è un vero
veterano degli Oscar: Jeff Bridges, classe 1949, è
uno dei sex symbol degli anni ’80 sopravvissuto incolume a quel
decennio ed arrivato fino ad oggi inanellando una serie di
memorabili interpretazioni, dividendosi tra grandi nomi della
cinematografia (Peter Bogdanovich, John Huston, Michael
Cimino, Bob Rafelson, John Carpet, Sidney Lumet, Francis Ford
Coppola, Alan J. Pakula, Terry Gilliam, Peter Weir, Ridley
Scott e Joel ed Ethan e Coen) e grandi
blockbuster generazionali (come Tron firmato dalla
Disney). Bridges muove i primi passi nel mondo
dello spettacolo fin da bambino, collezionando ottime critiche per
le sue convincenti interpretazioni e numerosi premi, fino alla
vittoria di un Oscar come Miglior Attore
Protagonista nel 2009 grazie al film Crazy
Heart; è tornato sulla cresta dell’onda, nel circuito dei
premi, dopo aver indossato i panni del cinico Texas Ranger Marcus
nel neo – western firmato da David Mackenzie Hell or High
Water, tesa storia di due fratelli fuorilegge disposti a
tutto pur di salvare la fattoria di famiglia: l’unica soluzione
plausibile consiste nel rapinare banche nel Texas remoto e
attanagliato dalla crisi.
Sarà presentato al SXSW film
festival 2017 il nuovo film di Edgar
Wright, Baby Driver, con protagonista
Ansel Elgort (Colpa delle
Stelle).
South by Southwest
(SXSW) è un festival musicale e cinematografico, composto
anche di un insieme di conferenze e mostre interattive, che ha
luogo ogni primavera ad Austin, la capitale del Texas, dal 1987.
L’evento si svolgerà dal 10 al 19 marzo 2017.
Baby Driver sarà presentato al SXSW
2017
Saranno presenti quest’anno
all’evento anche titoli molto attesi, come Song to
Song di Terrence Malick e Free
Fire di Ben Wheatley.
Nel corso degli anni il festival ha
visto presentati alcuni dei film di genere che sono divenuti poi
cult. Ad esempio al SXSW è stato presentato il remake de La
Casa di Sam Raimi, o più di recente,
Ex
Machina, di Alex Garland.
Nel cast di Baby
Driver, oltre a Elgort, ci sono
Lily Jems, Jamie Foxx, John Bernthal, Kevin Spacey
e Jon Hamm.
Baby Driver: prime immagini dal nuovo film di Edgar
Wright
Sul film Wright ha dichiarato:
“Ho sempre voluto fare un action che fosse impreziosito dalla
muscia. È qualcosa che fa parte in grande misura dei miei film
precedenti e ho pensato a quest’idea di avere un personaggio che
ascolta musica continuamente. Quindi, hai questo giovane autista
che ha una colonna sonora per tutta la sua esistenza, in particolar
modo per le rapine alle banche e le fughe veloci che
verranno.”
Durante la promozione di
John Wick Chapter Two, il produttore del film,
Basil Iwanyk, ha parlato per la prima volta di
Sicario 2, che si intitolerà
Soldado.
Il produttore ha spiegato brevemente
che natura avrà il film e in che modo sarà connesso al precedente
lavoro diretto da Denis Villeneuve.
“Non avrete idea di dove siete,
se prima o dopo gli eventi narrati in Sicario. Se si tratta di
cinque anni, non ne avrete nessun indizio. Non ci sono riferimenti
al primo Sicario, quindi non sapete quando si svolgono i fatti… In
Sicario il mondo non è così specifico. Sono solo quei personaggi. E
francamente volevamo che il pubblico avesse esperienza dei
personaggio in tempo reale invece di un riferimento continuo
all’altro film come una sorta di ‘Intanto in Sicario…'”.
In pratica Sicario
2 sarà un film ambientato nello stesso universo del primo
film, con gli stessi personaggi, ma narrativamente svincolato dal
film stesso.
Benicio Del
Toro e Josh Brolin,
protagonisti del primo film, torneranno entrambi in
Soldado. Al momento, invece, è incerto il ritorno
di Emily
Blunt. La sceneggiatura del film porterà nuovamente la
firma di Taylor Sheridan (Sons
of Anarchy), già autore dello script del primo film.
Stefano Sollima è noto soprattutto
per aver diretto serie televisive di successo
come Gomorra La
serie e Romanzo criminale La
serie. Si tratta della prima produzione hollywoodiana che
vedrà coinvolto il regista romano.
Di seguito la trama
di Sicario:
In una zona di confine tra Stati
Uniti e Messico, dove la legge non conta, Kate (Emily Blunt) è
un’agente dell’FBI
giovane e idealista, arruolata dal funzionario di una task force
governativa per la lotta alla droga (Josh Brolin) per compiere una
missione speciale. Sotto la guida di un ambiguo e impenetrabile
consulente (Benicio Del Toro) la squadra parte per un viaggio
clandestino, costringendo Kate a mettere in discussione tutto ciò
in cui crede per riuscire a sopravvivere.
Dopo la clamorosa
assenza in Star
Wars Il Risveglio della Forza che non ha mancato
di suscitare le proteste di molti fan, è stato finalmente reso noto
che Donald Glover vestirà i panni dell’ex
uomo d’affari e neo-generale dell’Alleanza
Ribelle Lando Clarissian nello
standalone dedicato ad Han Solo, attualmente in
produzione. Tenendo conto delle poche apparizioni in prodotti
derivati – tra cui la serie animata Star Wars
Rebels – la notizia diffusa recentemente riguardo alla
pubblicazione di un nuovo volume dal titolo Star Wars
Aftermath Empire’s End in cui Lando
Clarissiangiocherà un ruolo
fondamentale non può che suscitare una grande curiosità per tutti
gli amanti e sostenitori del personaggio.
La trilogia di
volumi Star Wars Aftermath è stata
ideata dallo scrittore Chuck Wendig con
l’intento di narrare e approfondire gli accadimenti situati negli
oltre 35 anni che vanno dalle vicende di Star Wars Il
ritorno dello Jedi e Star Wars
Il Risveglio della Forza, un progetto epico che
ora avrà modo di essere concluso dall’ultimo
capitolo Aftermath Empire’s
Endin uscita il 21
febbraio 2017. Secondo le recenti indiscrezioni raccolte
da io9 uno dei protagonisti sarà
proprio Lando Clarissian, il quale ritornerà
a Cloud City per riprendere dal momento in
cui le truppe dell’Impero Galattico si
presentarono davanti alla sua porta.
Secondo l’estratto pubblicato
da io9 che contiene alcuni collegamenti con
le precedenti narrazioni di Star Wars
appartenenti a diversi prodotti derivati, tra cui il gioco per
cellulare Star Wars
Uprising in cui il Governatore Imperiale
Adelhard crea un blocco nel settore
Anoat (la sede di Bespin e Hoth)
per cercare di mantenere il controllo subito dopo la
Battaglia di Endor. Ma quello che più colpisce è
il secondo aggancio, questa volta direttamente al famoso intermezzo
del primo volume della serie Star
Wars Aftermathin cui si narra
di rivolta scoppiata a Cloud City e
guidata dal pirata Kars
Tal-Korla a sua volta
impegnato a collaborare con Lobot, il braccio
destro di Lando Clarissian. Dunque appare più
che ovvio che
in Aftermath Empire’s
EndLando potrà avere un ruolo di
primo piano nel tentativo di battere il
governatore Adelharde
riconquistare così Cloud
City.
La HBO sta lavorando a un film dal
titolo Francis and The Godfather, uno show tv che
seguirà le vicende produttive de Il Padrino.
Chiaramente il Francis del titolo è chiaramente
Ford Coppola.
Si tratterà di un film che, come è
stato per l’Hitchcock con Anthony
Hopkins, che raccontava la produzione di
Psycho, racconterà la produzione di uno dei
capolavori del maestro italo americano Francis Ford
Coppola.
Il Padrino: in produzione un film
sulla lavorazione del film
Il film sarà basato su una
sceneggiatura di Andrew Farotte, inserita nella
Black List del 2015. La Black
List, ricordiamo, è una lista dei migliori script
registrati a Hollywood che non sono ancora stati
trasformati in film.
Francis and The
Godfather sarà prodotto da Mike Marcus
(The Ward), Doug Mankoff
(Nebraska) e Andrew Spaulding
(The Young Messiah). La consulenza produttiva sarà
affidata a Paul Bart, l’executive che per primo
opzionò Il Padrino.
Film che ha lanciato la folgorante
carriera di Al Pacino nel 1972, Il
Padrino rimane a oggi uno dei migliori esempi di cinema
offerti da Coppola. Nel cast originale, al fianco di Pacino, ci
sono Marlon Brando, James Caan, Robert Duvall, John Cazale,
Richard S. Castellano, Gianni Russo, Talia Shire e
Diane Keaton.
Come ben sanno gli appassionati di
cinema, il film ha avuto due sequel, la Parte II
che ha brillato per la superba interpretazione di Robert De
Niro nei panni del giovane Vito Corleone, e la
Parte III che resta il progetto più debole della
trilogia, realizzata a molti anni di distanza e su commissione.