In Star
Wars il Risveglio della Forza abbiamo visto Billie Lourd, figlia di
Carrie Fisher, nei panni del Luogotenente
Connix, ufficiale della Resistenza, e sappiamo che il
personaggio tornerà in Star Wars Episodio
VIII.
Quello che però era un cameo nel
settimo film della saga, potrebbe essere un ruolo molto più ampio
nell’Episodio VIII. Durante un’intervista, la Lourd ha infatti
dichiarato che Connix tornerà “meglio di prima”
nel prossimo capitolo galattico. La giovane attrice ha poi
proseguito raccontando dell’esperienza di condividere lo schermo
con sua madre Carrie Fisher e di quanto entrambe
fossero molto più rilassate sul set del film di Rian
Johnson rispetto all’esperienza con JJ
Abrams.
Cosa vi aspettate da questo
personaggio che sembra apparentemente marginale nella saga?
Star Wars Episodio
VIII sarà diretto da Rian Johnson e
arriverà al cinema il 15 dicembre 2017. Il film racconterà le
vicende immediatamente successive a Il Risveglio della
Forza.
Sul sequel del film a 20 anni dal
primo, Ewan McGregor ha dichiarato: “Questo film è diverso,
perché ci sono 20 anni in più. È molto diverso perché non abbiamo
provato a fare un remake, il che sarebbe stato un po’ triste.Si
tratta di un animale diverso, e per questo speciale.“
Il film Trainspotting
2 è basato sui personaggi del romanzo di
Irvine Welsh che abbiamo conosciuto nel primo
film. La sceneggiatura è scritta da John Hodge e
tutti i protagonisti del film del 1996 torneranno. Si tratta di
Ewan McGregor,
Jonny Lee Miller, Ewen Bremner e Robert
Carlyle di nuovo nei panni di Renton, Sick Boy, Spud e
Begbie. Ilfilm è atteso per il 2017 al cinema, esattamente 21 anni
dopo il primo film.
Mentre per ora è Megan
Fox l’unico nome che orbita intorno al ruolo di
Poison Ivy per Gotham City
Sirens, potrebbero in realtà essere molte le attrici
adatte al ruolo, anche più di quanto non lo sia la
Fox. Ecco di seguito 10 proposte alternative:
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Il denominatore comune è chiaramente
quello del colore dei capelli. Sebbene sia un aspetto relativo,
dati i magnifici miracoli che possono fare trucco e make-up al
cinema, è comunque un incentivo per immaginare il personaggio.
I primi dettagli, per la verità
ancora scarsi, parlano ovviamente di un coinvolgimento di
Margot Robbie e di un suo ruolo anche nella
produzione del film. La sceneggiatura è affidata a Geneva
Robertson-Dworet, che è stata reclutata anche per il nuovo
film in sviluppo su Tomb Raider.
Gotham City Sirens è una
serie della DC Comics scritta da Paul Dini e
disegnata da Guillem March. Come accennato, le
protagoniste della serie sono Catwomna, Poison Ivy e Harley Quinn.
Il primo numero risale al 2009 lanciato come appendice di
Batman Reborn.
Tutte le protagoniste sono approdate
al cinema almeno una volta. Harley quest’anno con Margot
Robbie, Poison Ivy con le fattezze di
Uma Thurman e Catwoman con le tre
diversissime interpretazioni di Michelle Pfeiffer,
Halle Berry e Anne Hathaway.
La
Warner Bros. ha diffuso la data di uscita e le prime foto del
film Life – Non oltrepassare il limite, il
nuovo thriller fantascientifico diretto da Daniel Espinosa,
con Rebecca Ferguson, Ryan Reynolds e Jake
Gyllenhaal.
La trama di Life – Non oltrepassare il limite ruota
intorno alla storia dell’equipaggio di una stazione spaziale
internazionale in procinto di fare una delle scoperte più
importanti della storia: raccogliere la prima prova di una vita
terrestre su Marte. Quando l’equipaggio inizia a svolgere le prime
ricerche sul campione, capirà di trovarsi di fronte una forma di
vita più intelligente del previsto.
Life – Non
oltrepassare il limite
Life
– Non oltrepassare il limite si basa su una
sceneggiatura scritta da Rhett Reese e Paul
Wernick, la coppia di scrittori dietro al recente
successo della 20th Century Fox, Deadpool e film
Zombieland.
La
pellicola è prodotto invece da Bonnie Curtis,
David Ellison, Dana Goldberg, Don Granger, Julie Lynn e Vicki
Dee Rock.
Ha finalmente debuttato al
cinema Rogue One A Star
Wars Story, il primo atteso spin-off basato sul
franchise Star Wars di George
Lucas, e dopo avervi rivelato la recensione del film, ecco
la colonna sonora composta per l’occasione da Michael
Giacchino.
Alla colonna sonora in piccolissima
parte ha contribuito anche la leggenda John
Williams.
TRACK LISTINGS
della colonna sonora di Rogue One a Star
Wars Story
1. He’s Here For Us
2. A Long Ride Ahead
3. Wobani Imperial Labor Camp
4. Trust Goes Both Ways
5. When Has Become Now
6. Jedha Arrival
7. Jedha City Ambush
8. Star-Dust
9. Confrontation on Eadu
10. Krennic’s Aspirations
11. Rebellions Are Built on Hope
12. Rogue One
13. Cargo Shuttle SW-0608
14. Scrambling the Rebel Fleet
15. AT-ACT Assault
16. The Master Switch
17. Your Father Would Be Proud
18. Hope
19. Jyn Erso & Hope Suite
20. The Imperial Suite
21. Guardians of the Whills Suite
Rogue OneAStar WarsStory, il primo film di una nuova serie
cinematografica ambientata nell’amato universo di Star Wars
e interpretata da nuovi personaggi alle prese con storie
inedite.
Rogue OneAStar WarsStory racconta la storia di un improbabile gruppo
di eroi che in un periodo di conflitto intraprende una missione per
sottrarre i piani della più potente arma di distruzione di massa
mai ideata dall’Impero, la Morte Nera. Questo evento, fondamentale
per la storia di Star Wars, spingerà delle persone ordinarie
a unirsi per realizzare imprese straordinarie, diventando parte di
qualcosa di più grande.
Rogue One A Star Wars Story presenta un cast
internazionale con attori provenienti da ogni parte del mondo, come
Inghilterra, Australia, Cina, Messico, Danimarca e Stati Uniti: la
candidata all’Oscar Felicity Jones (La Teoria
del Tutto), Diego Luna (il film premio
Oscar Milk, Cogan – Killing Them Softly, Ben
Mendelsohn (Mississippi Grind, la serie Tv
Bloodline), la star di Hong Kong di film d’azione e arti
marziali Donnie Yen (Ip Man e Blade
II), Jiang Wen (Let the Bullets Fly,
Devils on the Doorstep), il premio Oscar Forest
Whitaker (The Butler – Un Maggiordomo alla Casa
Bianca, L’Ultimo Re di Scozia), Mads
Mikkelsen (Il Sospetto, Casino
Royale), Alan Tudyk (L’Ultima Parola – La Vera Storia
di Dalton Trumbo, la serie Tv Con Man), la cui
performance in Rogue One A Star Wars
Storysi avvale della tecnica di
performance-capture, e Riz Ahmed (Lo Sciacallo –
Nightcrawler, Four Lions).
In
Italia fino al 18 gennaio 2017 i fan avranno l’opportunità di
mettersi alla prova partecipando al grande concorso “Star Wars
Missions” che mette in palio tutti i giorni un premio instant
win: gli utenti potranno unirsi ai Ribelli e affrontare diverse
sfide distribuite all’interno di 3 livelli di gioco sul sito
www.star-wars-missions.it. I giocatori più assidui
avranno ogni settimana la possibilità di vincere un super kit
Disney Store di gadget ispirati al film Rogue One A Star
Wars Story.
Inoltre,
acquistando almeno un prodotto Star Wars e inserendo
sul sito i dati dello scontrino, gli utenti registrati avranno la
possibilità di vincere ogni venerdì una Rogue One Google
Cardboard, sbloccare un quarto livello del gioco e partecipare
all’estrazione di un fantastico premio finale: un viaggio a Orlando
per quattro persone in occasione di Star Wars Celebration
2017.
Dai profondi abissi del mare la
mostra, Titanic The Artifact
Exhibition, che ha emozionato
oltre 10 milioni di persone in tutto il mondo, con pezzi autentici
della nave, oggetti originali di proprietà dei passeggeri, la
ricostruzione in scala reale di una cabina di prima classe ed una
di terza classe, il celebre ponte principale, reperti e filmati
dell’epoca…
Titanic The Artifact Exhibition – Per non perdere
l’opportunità di riscoprire le atmosfere dell’epoca e i sogni dei
passeggeri che si accingevano a compiere il viaggio inaugurale del
transatlantico più famoso al mondo, sono disponibili fin da ora in
prevendita i biglietti open sul sito:www.ticketone.it.
Era
l’aprile del 1912 quando il Titanic, la nave dei sogni, come era
chiamata all’epoca, il più grande e lussuoso transatlantico del
mondo, a seguito della collisione con un iceberg durante il suo
viaggio inaugurale affondò in poche ore. Oltre 2.200 passeggeri
persero la vita in quella terribile tragedia marina, diventata 20
anni or sono (1997) un colossal cinematografico apprezzato da
milioni di persone in tutto il mondo. Il film capolavoro diretto da
James Cameron, ha così contributo a incrementare la notorietà di
questa incredibile storia, unendo realtà e finzione
cinematografica. Ma forse, non tutti sanno che i personaggi
presenti sullo sfondo della pellicola sono realmente esistiti: i
membri dell’orchestra, i marconisti, gli ufficiali, tutti i
personaggi presenti nel film hanno il nome di persone realmente
salite sul Titanic.
La
mostra Titanic The Artifact Exhibition, in
esposizione a Torino dal 18 marzo al 25 giugno presso Promotrice
delle Belle Arti, via Balsamo Crivelli 11, offre la possibilità
di conoscerli da vicino, condividere le loro storie personali,
scoprire le ragioni del loro viaggio in America, attraverso i
reperti in mostra appartenuti sia ai milionari della prima classe
che agli immigrati della terza classe.
La
drammatica e al contempo romantica storia del Titanic è così
raccontata trascinando i visitatori in fondo al mare, la dove tra
il 1987 ed il 1994 RMS Titanic organizzò numerose spedizioni per il
recupero del relitto è porto alla luce oltre 4.000 oggetti.
Pezzi autentici della nave, oggetti originali di proprietà dei
passeggeri, la ricostruzione in scala reale di una cabina di prima
classe ed una di terza classe, il celebre ponte principale, reperti
e filmati dell’epoca.
Tutti
questi oggetti compongono l’essenza di una mostra
itinerante Titanic The Artifact
Exhibition che ha commosso e continua a commuovere
tutto il mondo. Uno straordinario successo che ha già affascinato
oltre 10 milioni di visitatori e che per la primissima volta in
assoluto arriva in Italia, con la produzione di Dimensione
Eventi, su licenza Premier Exhibitions.
La Sony Pictures Italia ha diffuso la versione italiana
del teaser trailer (o announcement trailer) di Blade Runner
2049. Potete vedere il video a seguire.
Il teaser trailer italiano di
Blader Runner 2049
Di seguito la prima sinossi del
film: “Trent’anni dopo gli eventi del primo film, un nuovo
blade runner, l’Agente LAPD K (Ryan Gosling), dissotterra un segreto a lungo sepoltoche potrebbe avere il potere di
gettare nel caos quello che è rimasto della società. La
scoperta di K lo guida in una ricerca con lo scopo di trovare Rick
Deckard (Harrison Ford), un ex blade runner della LAPD che è
rimasto nasconsot per 30 anni.”
Nel cast del film figurano
Ryan Gosling, Harrison Ford, Robin Wright,
Ana de Armas, Sylvia Hoeks, Carla Juri, Mackenzie Davis, Barkhad
Abdi, Dave Bautista, David Dastmalchian, Lennie
James, Hiam Abbass e Jared
Leto.
La
sceneggiatura del sequel, ambientato diverse decadi dopo
l’originale pellicola del 1982, è affidata a Hampton
Francher e Michael Green e segue la
storia originale scritta da Francher e David
Peoples basata sul romanzo di Philip K.
DickIl Cacciatore di
Androidi.
Produttori esecutivi del film sono Frank Giustra e Tim
Gamble, CEO di Thunderbird Film. Lo stesso Ridley Scott
sarà produttore esecutivo della pellicola così come Bill
Carraro.
“Sono sempre stato attratto dai film
sci-fi con una forte impronta visiva in grado di trasportare lo
spettatore in dei mondi paralleli unici e il primo Blade Runner è
senza dubbio il miglior film del genere di tutti i
tempi– commentaDenis
Villeneuve, regista della
pellicola, che aggiunge – Ridley Scott è stato geniale nel fondere
lo sci-fi col noir per creare un viaggio irripetibile nella
condizione umana. Il nuovo Blade Runner segue la pellicola
originale qualche decade dopo“.
L’ultimo film di Tim
Burton, Miss Peregrine la Casa dei Ragazzi
Speciali, ci porta dentro un modno di citazioni e
riferimenti che appartengono al mondo del regista culto ma che
hanno radici molto più profonde…
Spesso, la mancanza di cultura e di
riferimenti espressivi può portare alla creazione di luoghi
comuni, ma a volte, tali semplificazioni, divengono così insistenti
e reiterate da determinare delle vere e proprie mode e in rari casi
addirittura delle correnti artistiche. È il caso di Tim
Burton, che con il suo originale mondo strampalato, basato
sulla diversità e sulla difficoltà di integrarsi in una società
normale, ha dato il via a una schiera di imitatori, alcuni
inconsapevoli, altri sinceri, altri ancora subdolamente plagiatori,
che sotto la bandiera di capoccioni spropositati, magliettine a
righe e spirali, ha alimentato l’immaginario popolare, arrivando a
forgiare un vero e proprio fenomeno culturale: il
Burtonismo, o Burtonesque, per
dirlo alla francese.
Tim Burton e i
pupazzi di Enoch
E non si tratta di un fenomeno
strettamente legato al cinema, ma che tocca un insieme correlato di
diverse forme di espressione, come illustrazione, musica,
letteratura, fotografia, ecc. Così, chiunque da più di un ventennio
si ritrova a fare film, a illustrare libri, o semplicemente a
scarabocchiare attorno a tematiche malinconiche, macabre, gotiche,
facendo della sproporzione fisica e dell’incomunicabilità legata
alla diversità un marchio di fabbrica, si ritrova
inesorabilmente etichettato come burtoniano. E molto spesso,
per ingenuità collettiva, vengono tacciati come tali quegli stessi
riferimenti che il buon Tim Burton dissemina nelle
sue opere, che invece il più delle volte sono cronologicamente
antecedenti.
Quante volte è capitato di sentir
dire che Edward Gorey è burtonianio? Tantissime,
infinite. Anche se il macabro e originale illustratore americano
sia nato nel 1925 e che tutta la sua opera sia diventata uno dei
fondamenti dell’ispirazione di Tim
Burton.
A dire il vero esiste un vero e
proprio movimento artistico denominato Pop Surrealism, evoluzione
di una corrente chiamata Low Brown nata a los Angeles negli anni
70, nel quale Burton viene spesso collocato, anche se lui non ha
mai ufficialmente dichiarato di aderire o di sentirsi rappresentato
dalle istanze espressive di chi ne fa orgogliosamente parte, come
Mark Ryden (in mostra ora a Malaga), Marion Peck, Ray
Caesar, Elizabeth McGrath, Joe Sorren.
Mark Ryden
E il Pop
Surrealism, già dal nome, richiama due elementi
fondamentali della poetica burtoniana, ovvero il Surrealismo, l’
avanguardia artistica del novecento, che insieme all’Espressionismo
tedesco è stato fin dalla giovinezza fonte di ispirazione per
Burton e il suffisso Pop, inteso come popolarizzazione di una forma
espressiva artistica regalata a tutti, utilizzando dispositivi
visivi e comunicativi facilmente comprensibili, senza il bisogno di
possedere una cultura o una formazione specifica.
Nel film Miss Peregrine –
La casa dei ragazzi speciali, sono disseminati tantissimi
riferimenti ad autori e artisti che hanno influenzato Tim
Burton, alcuni volutamente dichiarati e già omaggiati in
vario modo come in altre pellicole, altri invece utilizzati
disinvoltamente, senza curarsi del fatto che sono destinati ad
essere riconosciuti solamente da un pubblico di nicchia o di
addetti ai lavori. Si va dai pionieri della fotografia che
immortalavano fenomeni da freak-show, ai finti fotomontaggi con
spettri dell’epoca vittoriana, direttamente richiamati dalla
collezione di vecchie foto che il protagonista riceve in regalo dal
nonno, fino ad arrivare alle sconvolgenti composizioni di
Joel Peter Witkin, richiamato in maniera assai
velata in alcuni momenti molto cupi del film.
Tutti avranno sicuramente colto e
apprezzato il doveroso omaggio che viene fatto nei confronti del
maestro assoluto della stop-motion americana Ray
Harryhausen, che era gia stato chiamato in causa in
passato; il pianoforte suonato ne La Sposa Cadavere era infatti di
marca Harryhausen. Qui un’ armata di scheletri viventi e impavidi
richiamano inequivocabilmente le gesta dei loro antenati ossuti che
combattevano contro Giasone nel film Gli Argonauti
del 1963.
Ma non tutti quelli che sono
rimasti morbosamente affascinati dalle peculiarità del cupo Enoch,
un ragazzo in grado di infondere la vita a cose morte, avranno
riconosciuto i riferimenti diretti ad altri due pilastri
fondamentali dell’animazione a passo uno, ovvero Jan
Svankmajer e i fratelli Quay, il primo,
animatore ceco e costruttore di burattini fatti con crani,
ossa e pezzi di animali impagliati e i secondi, americani ma ormai
europei per scelta, utilizzatori seriali di vecchie bambole di
porcellana e di fantocci scricchiolanti. E se fino a un certo
momento tale richiamo poteva sembrare casuale o legato a una fugace
suggestione visiva del nostro Tim, nel momento in cui due creature
si animano è la partitura musicale che non lascia più dubbi, poiché
le note echeggiano ammiccando la partitura composta da Lech
Jankowski per il meraviglioso cortometraggio dei
Quay Street of Crocodiles
del 1986. Mossa sicuramente rispettosa e devota da parte di Burton,
che in questo modo ammette e dichiara tale filiazione visiva, ma
decifrabile solo da chi ha avuto la fortuna di imbattersi in
capolavori purtroppo estromessi dai normali circuiti
cinematografici.
Ma la poetica e lo stile di un
autore sono fatti anche di simili sottigliezze, diventando quasi un
gioco andare a ricercarle tra i fotogrammi. E poi basta sapere che
è stato proprio grazie a Tim Burton che l’animazione stop-motion è
uscita finalmente allo scoperto, rianimandosi dal mortifico torpore
nel quale l’industria cinematografica l’aveva relegata.
La stanza di Enoch in Miss Peregrine – La Casa dei Ragazzi
speciali
Quello che più fa riflettere
sull’ultimo film di Tim Burton è l’allontanamento dello stesso
autore da quello stile che lui stesso ha creato all’inizio della
propria carriera e che si è evoluto negli anni insieme a lui,
determinando mode, influenzando altri autori e arrivando a
confluire in una vera e propria corrente espressiva. Cosa voluta, o
inconsapevole?
Sia ben chiaro, Miss
Peregrine – La Casa dei Ragazzi Speciali è un film
assolutamente riuscito (qui la recensione), che rende
perfettamente giustizia al fortunato romanzo di Ransom
Riggs, anche se strutturalmente modificato per assumere
una struttura filmica auto-concludente e che non desse il via
all’ennesima saga cinematografica young-adult. Ma è anche vero che
la caratteristica principale dello stile di Burton consiste nella
creazione di un mondo stralunato e nella descrizione puntuale e
originale dei personaggi che lo popolano, non è certo sottolineato
da una calligrafia registica perfettamente riconoscibile, come
quella di un Wes Anderson o un Terry Gilliam ( per capirci e
mantenerci su un versante commerciale, senza chiamare in causa
misconosciuti autori), quindi non bastano svariati stilemi
disseminati tra le immagini, come gli alberi a forma di animale per
esempio, a far diventare a colpo d’occhio Burton il vero
Burton.
Miss Peregrine la Casa dei
ragazzi speciali – Tim Burton
Manca inoltre un elemento
essenziale per la riconoscibilità di stile, ovvero il connubio
indissolubile con un compositore che crei un unico elemento
comunicativo fatto di immagine e musica, quel fortunato caso in cui
l’uno rafforza l’altro e viceversa, rendendolo perfettamente
identificabile dopo una manciata di fotogrammi. In poche parole
manca da troppi film quel Danny Elfman che tanto aveva dato al
cinema di Tim Burton, da Pee-wee’s Big Adventure e
Beetlejuice – Spiritello porcello passando per
Tim Burton’s Nightmare Before Christmas e
La Sposa Cadavere fino a Big Eye
uno dei film meno burtoniani del buon Tim, insieme a Il
Pianeta delle Scimmie. D’altronde la stessa sorte è
toccata a molte coppie sullo schermo, come Peter Greenaway e
Michael Nyman o Jean Pierre Jeunet e Yann Tiersen
Non si può dire se questo
allontanamento dal Burtonesque sia un bene o un male per Tim
Burton, perché rappresenta sicuramente una fase matura e ben
riuscita di una forma cinematografica complessa, che apre nuove
forme di sperimentazione e allontana l’autore dal pericolo
dell’auto-manierismo, cosa successa a molti suoi colleghi. Ma viene
anche naturale riflettere sulle derive del grande cinema, sempre
più blindato nei confronti dell’autore e impegnato a sfornare
strutture e modelli già visti, al limite del prevedibile, a
differenza di altre forme di espressione dove un movimento
artistico come il Pop Surrealism dimostra che è possibile cercare e
trovare una sana e funzionale forma di compromesso.
Se Tim Burton si affacciasse oggi
timidamente nel mondo della produzione cinematografica, gli sarebbe
permesso di fare film? E se si, potrebbe imporre tutto il suo
meraviglioso mondo fino ad arrivare a diventare un icona di stile e
a dettare le regole di una corrente espressiva? Forse si, perché il
ragazzaccio di Burbank è pur sempre geniale, originale e pieno di
risorse, ma dovrebbe sicuramente rivedere le tappe della sua
biografia, iniziata casualmente con l’abitare a poca distanza dagli
studi Disney e disseminata da non pochi fortunati
eventi.
Tim Burton, bambino
speciale, racconta Miss Peregrine – leggi tutto
A partire dall’inizio di dicembre
2016 la nota azienda di giocattoli Hasbro ha
svelato al grande (e piccolo) pubblico la sua nuova linea di
prodotti legati al franchise di Guardiani della Galassia, i
quali comprendono una vasta gamma di gadget e di action figure
ispirate al film in live-action. Tra le proposte spiccano i
modellini
raffiguranti Star-Lord, Drax
e Yondu, oltre a delle new entry da poco
aggiunte al catalogo.
Rifacendosi direttamente al
nuovo Guardiani della Galassia Vol.
2la linea di
prodotti Hasbro offre una ricca collezione
ispirata alle ormai celebri Titan Hero
Figures da 12 pollici, oltre a includere molte maschere di
ruolo modellate sulla fisionomia degli attori della pellicola. Da
segnalare l’inclusione all’interno dell’offerta di prodotti anche
del personaggio di Gamora, soprattutto dopo
il piccolo scandalo scoppiato in casa Hasbro
in seguito alla decisione iniziale di non includere personaggi
femminili all’intento della batteria di action figures. A
rassicurare ulteriormente le fan di Guardiani della
Galassiacirca una maggiore
inclusione di “quote rosa” vi è la dichiarazione da parte del
regista James
Gunn circa la volontà di fare pressione affinché in
futuro anche Nebula possa entrare a far parte
della linea di giocattoli.
È inotre stata rivelata intenzione
da parte di Hasbro di realizzare una variante
del noto gioco Bop It con protagonista
nientemeno che il simpatico Groot.
In Guardiani della
Galassia vol 2, che arriverà al cinema nel 2017,
torneranno Chris Pratt, Zoe Saldana, Dave
Bautista e in veste di doppiatori Vin
Diesel e Bradley Cooper.
Confermati anche il Collezionista
(Benicio Del Toro), Yondu (Michael
Rooker) e Nebula (Karen Gillan). Tra le
new entry Pom Klementieff, Kurt
Russell, Elizabeth
Debicki,Tommy
Flanagan e Chris
Sullivan.
Immaginate un bambino indiano di
cinque anni perso negli slum di Calcutta, adottato poi da una
coppia australiana, e che venticinque anni dopo ritrova la via di
casa per riabbracciare i suoi familiari. Potrebbe essere la trama
di un semplice spot natalizio, invece è l’incredibile storia
vera di Saroo Brierley, e il film in questione
è Lion di Garth Davis. Tratto dal
libro di memorie La lunga strada per tornare a
casa, scritto in prima persona proprio dal protagonista,
Lion si presenta come un film emozionante che
scalderà i cuori di chi crede ancora nei sogni e nel lieto fine, o
alimenterà la speranza di chi, nonostante tutto, continua a non
arrendersi alle avversità della vita. Saroo (Sunny
Pawar, da bambino – Dev Patel, da adulto)
è un bambino di cinque anni che vive con i genitori e i fratelli in
un paesino dell’India. Un giorno, per sbaglio, sale su un treno e
si ritrova, tutto solo, nella metropoli di Calcutta.
Lion – La strada verso
casa: al cinema la storia vera di Saroo
Brierley
Riesce a sopravvivere, finché le
autorità lo trovano e lo danno in affidamento a una coppia
australiana (Nicole Kidman, David
Wenham). Venticinque anni dopo, supportato dalla famiglia,
dalla fidanzata Lucy (Rooney Mara) e con l’aiuto
di Google Earth, riesce a ritrovare la via di casa. Presentato in
anteprima al Toronto International Film Festival, dove ha
conquistato il secondo posto al Premio del Pubblico, il film sta
continuando a ricevere consensi sia di pubblico sia di critica,
grazie soprattutto alle interpretazioni dei suoi interpreti,
Dav Patel e una Nicole Kidman di
nuovo in auge, con tanto di nomination ai Golden Globe (quattro
totali: miglior film, miglior colonna sonora, miglior attore non
protagonista, miglior attrice non protagonista), ai Critics’ Choise
Awards e ai Screen Actor Guild, solo per citarne alcuni. Nel cast,
oltre ai già citati Patel e
Kidman, troviamo un’autentica sorpresa nel bambino
Saroo interpretato da Sunny Pawar, Rooney
Mara nei panni della fidanzata Lucy, David
Wenham in quelli di John Brierley,
Nawazuddin Siddiqui è Rawa, Priyanka
Bose interpreta Kamla, Tannishtha
Chatterjee è Noor, mentre Deepti Naval
sarà Saroj Sood. La sceneggiatura è stata
scritta da Luke Davies, la fotografia è di
Greg Faiser, il montaggio di Alexandre de
Franceschi, mentre la colonna sonora è affidata a
Dustin O’Halloran e Volker
Bertelmann. Distribuito da Eagle Pictures,
Lion vi aspetta al cinema dal 22 dicembre, con una
storia vera che difficilmente dimenticherete.
Durante una recente intervista
rilasciata a Empire Podcast (ripresa da
Heoric Hollywood) il regista Garteh
Edwards ha discusso a lungo dello sviluppo
di Rogue One A Star
Wars Story, descrivendo come il progetto è cambiato
nel corso del tempo e rivelando la presenza di una versione
iniziale della sceneggiatura che avrebbe previsto un finale
differente rispetto a quello in seguito incluso nella
pellicola.
Discutendo sulla genesi
di Rogue One e delle varie peripezie accorse
in durante le varie fasi di realizzazione del
progetto, Garteh
Edwardsha affermato che
“si tratta di una grande tradizione della
Disney. Per ogni singolo personaggio è prevista l’opzione
dell’happy end in tutti i loro film. Credo ci fosse una prima
versione della sceneggiatura che riguardava l’opzione di
lasciare Jyn Erso e il Capitano
Cassian Andorin vita. Tuttavia è ormai noto il
fatto che non siamo riusciti realizzare questa
condizione e non credo che la useremo in futuro. Quindi
stiamo cercando di capire come finirà davvero questo racconto
presente in Rogue One. Ci siamo chiesti a lungo se
questi due personaggi dovessero realmente morire o se si potesse
trovare il modo di lasciarli vivere felici e contenti. A un
certo punto è intervento persino Kathleen
Kennedy e tutti alla Disney erano dell’idea che si
potesse realizzare un finale del genere, in linea con il titolo
di Star Wars Episodio VIIUna
nuova speranza. E così da quel momento in poi abbiamo
avuto via libera e abbiamo continuato a lavorare nella
direzione di poter vedere Jyn e Cassian vivi e su un altro
pianeta… ma alla fine questo non è avvenuto, e nessuno ci ha
più dato feedback in senso contrario“.
Fin dalle prime
indiscrezioni Rogue One era stato descritto
come un “grintoso dramma di guerra” ispirato alla Seconda
Guerra Mondiale e ai combattimenti in Vietnam, dunque come un
perfetto miscuglio fra macismo e sentimentalismo che alla fine ha
ripagato più che dignitosamente gli sforzi messi in campo. Tuttavia
sembra proprio che un finale diverso in cui Jyn
Erso e Cassian Andor fossero
rimasti in vita non avrebbe forse avuto lo stesso impatto
drammatico della loro morte sacrificale annunciata come alla fine
si è vista sullo schermo.
Diretto da Gareth
Edwards su una sceneggiatura di Gary
Whitta e Chris
Weitz, Rogue One a Star Wars
Story è un film prequel ambientato negli anni
tra La Vendetta dei
Sith e Una Nuova Speranza. Nel
cast del film Felicity Jones, Mads
Mikkelsen, Riz
Ahmed, Diego Luna, Forest
Whitaker, Jiang Wen e Ben
Mendelsohn.
In perfetto tempismo con il rilascio
cinematografico di Assassin’s
Creed avvenuto negli Stati Uniti proprio questa
settimana sembra ora sul punto di rinvigorirsi l’interessi per gli
adattamenti di celebri videogiochi di culto, tendenza che Hollywood
ha faticato non poco ad affermare nel corso degli anni passati,
molto spesso con esiti non proprio felici. Tra li esempi di come la
realtà videoludica, se non opportunamente controllata, rischi di
essere mal trasposta sul grande schermo vi è
sicuramente Mortal Kombat, sfortunata
pellicola targata Warner Bros. diretta nel
1995 da Paul W. S. Anderson e tratta dal
celebre videogioco della Midway Games, il
quale possiede oggi grazie a Screen Junkies
il suo primo trailer onesto.
Malgrado un incasso ragguardevole di
oltre 23 milioni di dollari alla sua
unisca negli Stati Uniti e un introito complessivo
di 120 milioni di dollari nel mondo,
l’adattamento cinematografico di Mortal
Kombat non ha mai riscosso grande successo fra lo zoccolo
duro dei fan videludici, i quali hanno avuto molto da ridire sia
riguardo a una narrazione considerata troppo scialba e infantile
così come verso l’impiego di effetti speciali che, anche per
l’epoca, vennero considerati al limite del B-movie.
Mortal Kombat è
stato uno dei franchise più popolari e redditizi di tutto il mondo
fin dal suo debutto originale nel lontano 1992, tuttavia il suo
adattamento cinematografico che narra di un gruppo di combattenti
giunti in un duello multidimensionale senza esclusione di colpi non
ottenne il successo sperato, malgrado la presenza di personaggi
iconici
come Sub-Zero, Scorpion e Goro,
oltre ovviamente al protagonista Raiden
interpretato da Christopher Lambert.
Malgrado la nome tutt’altro che
lusinghiera sembra che il destino cinematografico
di Mortal Kombat sia destinato a rinvigorirsi
molto presto grazie alla decisone della New Line
Cinema di assoldare James
Wan per produrre un reboot 2.0, mentre si è alla
ricerca di un regista da mettere alla guida del progetto. Tuttavia
è notizia recente che l’esordiente Simon
McQuoid sarebbe attualmente in trattative per
prendere in mano le redini della situazione.
Mortal
Kombat è una serie di videogiochi creata nel 1992 da
Midway Games. In seguito al fallimento della Midway, il marchio è
stato acquisito dalla Warner Bros.. Dal 2011 i videogiochi della
serie sono sviluppati dalla NetherRealm Studios.
Oltre a numerosi videogiochi per
diverse piattaforme, dalla serie sono stati tratti due
lungometraggi, Mortal Kombat e Mortal Kombat – Distruzione totale,
un cortometraggio dal titolo Mortal Kombat: Rebirth, il telefilm
Mortal Kombat: Conquest e una serie animata, Mortal Kombat:
Defenders of the Realm.
Midway Games ha creato diversi
seguiti per le console, computer e Arcade. Uno dei punti salienti
della saga di Mortal Kombat è la violenza e ad ogni seguito ha
incrementato la brutalità e gli altri valori della serie. Con
Mortal Kombat 4 la serie è passata alla grafica tridimensionale,
abbandonando così la digitalizzazione dei personaggi. Mortal
Kombat: Deadly Alliance è stato il primo a non essere pubblicato
per le sale giochi, ma solo per il mercato casalingo. Mortal
Kombat: Deception ha introdotto nuove modalità, una simile al gioco
Tetris, una di avventura e una di scacchi. In Mortal Kombat:
Armageddon sono presenti la Modalità konquista con protagonista
Taven e la Modalità Kombat Motori, cioè Motor Kombat. Con Mortal
Kombat 9 avviene il reboot della sagaː essa ritorna alle origini
con le due dimensioni. Mortal Kombat X introduce i tre stili di
combattimento per ogni personaggio e raffina il gameplay e le
meccaniche di gioco.
Il grande mistero che negli ultimi
tempi circonda il progetto di Alien Covenant
sembra infittirsi giorno dopo giorno, anche se alcuni sporadici
barlumi di chiarezza vengono rilasciati a intervalli tutt’altro che
regolari, così come accade a una nuova immagine pubblicata
da EW che mostra Katherine Waterstonarmata di
tutto punto e intenta a vestire i panni
di Daniels, membro dell’equipaggio di una
nave spaziale colonica approdata su un nuovo pianeta apparentemente
ospitale per la vita ma già abitato da minacciose creature
aliene.
[nggallery id=2635]
Come si può notare dall’immagine qui
proposta Katherine
Waterston in Alien
Covenant sembra chiaramente ammiccare ai tratti
mascolini e nervosi della storica Ripley che
fu Sigourney
Weaver, incominciando da un rustico
abbigliamento a canotta grigia e imbracciando un fucile d’assalto.
Tuttavia, in perfetta linea con la recente filosofia criptica
voluta espressamente da Ridley Scott, nulla
di più è dato sapere circa la natura dell’immagine e della porzione
di girato a cui essa fa riferimento.
Il fatto che il look
di Katherine
Waterstonin Alien
Covenant fosse alquanto simile a quello
di Sigourney
Weavernella saga originale
di Alien era già emerso a inizio 2016
attraverso la pubblicazione di alcune fotografie in bianco e nero
che ritraevano Daniels accovacciata nel mezzo
di un corridoio, già provvista del classico taglio di capelli corto
alla militare che non poteva che confermare una tale linea di
continuità tra i due personaggi, arrivando al punto di ipotizzare
che, così come molti ancora oggi sostengono a gran
voce, Daniels potrebbe essere addirittura la
madre di Ripley.
Alien
Covenant uscirà il 19 maggio 2017. Alla sceneggiatura
hanno lavorato, tra gli altri, Michael Green, John
Logan e Jack Paglen.
Bill
Cudrup (Spotlight), Jussie
Smolett (Empire), Amy
Seimetz (You’re
Next), Carmen
Ejogo (Selma), Benjamin
Rigby e Callie
Hernandez (Machete Kills) sono le
ultime new entry nel cast di Alien
Covenant che sarà diretto da Ridley
Scott e sarà ambientato in un momento
cronologicamente imprecisato tra le vicende di Prometheuse
quelle di Alien.
I dettagli dei personaggi per adesso
sono ancora un mistero, ma si suppone che possano ricoprire i ruoli
del resto della troupe del Covenant, che sarà comandata dal
personaggio interpretato da Katherine
Waterston. Anche Demian
Bichir e Danny
McBride fanno parte del cast che vedrà
tornare Michael Fassbender nei panni
dell’androide David.
Ricordiamo che il film originale era
incentrato sull’equipaggio della nave spaziale Prometheus,
che, seguendo una mappa stellare rinvenuta tra i manufatti di varie
culture terrestri, scopre un pianeta che potrebbe essere la chiave
dell’origine della vita sulla Terra, ma nella ricerca s’imbatte in
una minaccia che potrebbe causare l’estinzione della razza
umana.
In una recente intervista rilasciata
a EWDave
Filoni, produttore esecutivo
di Star
Wars Rebels – la nota serie televisiva animata
prodotta da Lucasfilm che narra le vicende
che precedono di cinque anni gli eventi della saga originale
di Star Wars e dunque successivi di
quattordici anni a La vendetta dei
Sith – ha fatto sapere che sarebbero presenti
alcuni indizi nascosti capaci di connettere gli eventi narrati
in Rogue One con quelli
della serie Rebels.
Secondo quanto riportato
da Dave
Filoniall’interno
di Rogue One, malgrado non siano comparsi i
personaggi
di Kanan e Ezra
provenenti da Star Wars Rebels, la
connessione più evidente fra i due universi sarebbe da individuare
nel design della nave spaziale impiegata dal gruppo di ribelli
per portare a termine la propria missione (molto simile dunque al
velivolo Phantom di
Rebels), oltre alla possibilità di intravedere sul
lato sinistro dello schermo il droide Chopper
(C1-10P) durante la scena di dialogo
con Mon Mothma. Quest’ultimo
easter egg sarebbe in realtà stato voluto direttamente da Filoni in
persona, presente sul set di Rogue One durante le
fasi di ripresa del cameo del piccolo robottino.
Come se non bastasse – e
probabilmente qui si per un caso fortuito – durate le riprese in
cui compare il
droide Choppersarebbe
stato introdotto un ulteriore aggancio con l’universo
di Star Wars Rebels, ovvero
il riferimento a un certo Generale
Syndulla, il quale però è stato rivelato
non essere direttamente Cham, il padre
di Hera Syndulla. A chiarire la questione è
intervento proprio Dave Filoni, il quale ha
affermato che “il riferimento a cui si fa accenno
riguardaHera e non suo
padre. Rogue One dà un indizio in quella
direzione, ma avrei preferito avere tutti i riferimenti a mia
disposizione per guidare lo spettatore verso questo tipo di
interpretazione. Hera finirà per diventare un
generale dell’Alleanza Ribelle alla
fine“.
Osservando attentamente le immagini
di Rogue One ecco però saltar fuori altri
chiari riferimenti a Star Wars Rebels, come
ad esempio la già citata nave ribelle e una sua gemella molto
simile a quelle di Rebels che compare
per alcuni secondi nella porzione in alto a destra dello schermo
durante le fasi di atterraggio sulla piattaforma Yavin
4, la stessa che appare invece in assetto da combattimento
affianco al velivolo del Generale Raddus. Il
produttore John Knoll ammette di essersi
confrontato con
David Filoni sulla
possibilità di usare quest’ultimo punto come un appiglio per un
possibile contatto fra i due universo narrativi, affermando
che “ho già alcune teorie circa la
storia che si cela dietro questi indizi. Posso immaginare di far
si che tutta la battaglia di Scarif si possa svolgere dal
punto di vista dei ribelli situati nella
navetta Phantom“.
Il fatto che all’interno
di Rogue One siano dunque presenti moltissimi
easter eggs capaci di rivolgersi più o meno direttamente
all’universo di Star Wars Rebels avvalora
dunque la teoria secondo cui Lucasfilm sia
sempre più rivolta a interconnettere le varie dimensioni del
franchise di Star Wars, così come confermato
dall’inclusione del personaggio di Saw
Gerrera proveniente da Star Wars The Clone
Wars.
La terza stagione di Star
Wars Rebels uscirà negli Stati Uniti a partire
dal 7 gennaio 2017 trasmessa
da Dinsey XD.
In una recente pubblicazione ad
opera di Film Casting Call (ripresa da
Omega Underground) si è a lungo parlato della
tanto annunciata – e in parte già realizzata – Fase
3 con la quale Marvel Studios punta ad aumentare
esponenzialmente il numero dei supereroi presenti sullo schermo
(ben 12 nel recente Captain America Civil
War), spostando però ora l’attenzione sulle attese
prossime uscite di Avengers Infinity War
fissato per il 2018 e il relativo follow-up
sugli Avengers, per il momento ancora senza
titolo. Ebbene, secondo quanto riportato, alcune recentissime
indiscrezioni hanno fatto trapelare quello che appare essere un
nuovo ricco cast di personaggi presenti proprio in Infinity
War, tra cui i nomi più illustri e quotati sono quello
di Brie Larson (già confermata per
Captain Marvel in uscita nel
2019) oltre che a Karen
Gillian alias Nebula.
Marvel
Studios sembrerebbe dunque voler
creare Avengers Infinity War e il
relativo follow-ip partendo dalla volontà di includere punti
più personaggi possibili del MCUall’interno di
una stessa pellicola, e già si mormorano alcuni nomi illustri tra
cui Tom Holland nei nuovi panni
di Spider-Man, Vin
Diesel e il suo Groot, il
celebre Iron Man di Robert
Downey Jr., Chris Evans
alias Captain America e Chris
Hemsworth nelle vesti nordiche
di Thor. Tuttavia, fatta eccezione che
per Brie Larson e Karen
Gillian prossimi alla conferma definitiva, il casting
per Infinity War rimane tutt’ora ancora
aperto e nessuna presenza è stata confermata ufficialmente.
La produzione
di Avengers Infinity War dovrebbe avere
ufficialmente inizio a partire da gennaio 2017, dunque molti di
questi rumors riguardo a una possibile confluenza dei
personaggi MCU provenienti
da Captain Marvel (e in parte anche
da Guardiani della Galassia)
potrebbero presto trovare un
riscontro positivo. Brie
Larson e Karen Gillian
potrebbero dunque essere i portabandiera dei rispettivi universi di
provenienza e trovare un punto d’incontro proprio in queste
pellicole destinate a mescolare ulteriormente l’immenso e variegato
mondo Marvel.
Avengers Infinity
War arriverà al cinema il 4 Maggio 2018.
Christopher Markus e Stephen McFeely si occuperanno della
sceneggiatura del film, mentre la regia è affidata
a Anthony e Joe
Russo.
Il grade successo di critica e di
pubblico che ha piacevolmente accolto la recente uscita
cinematografica di Rogue One A Star
Wars Story ha avuto come diretta conseguenza quella di
consacrare nell’immaginario popolare una nuova ricca serie di
personaggi derivati facente parte dell’universo antecedente
di Star Wars, tra cui il più amato risulta
già da ora il droide imperiale
riprogrammato K-2SO, divenuto in primissimo
tempo una vera e propria star. A dare misura della sua immediata
popolarità all’interno dell’universo fandom ecco ora pubblicati
da Vulture una serie di strambi manifesti
elaborati digitalmente che ritraggono il personaggio
interpretato (vocalmente e in motion capture) da Alan
Tudyk quale protagonista di alcuni famosi film e
programmi televisivi.
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Lo scherzoso e creativo progetto
grafico ad opera di Vulture dimostra non solo
le ottime competenze nel saper padroneggiare programmi di ritocco
grafico come Photoshop ma rivela anche un
chiaro gusto per la cultura fandom nella quale un nuovo personaggio
iconico come K-2SO proveniente da uno
spin-off di successo come Rogue One può
tranquillamente convivere nel vasto mondo della pop culture
immettendosi direttamente nell’immaginario visivo che tutti abbiamo
in qualche modo assorbito, tra famose pellicole e serie televisive
diventate anch’esse iconiche.
Da notare in particolare
come K-2SO compaia in alcuni famosi titoli
quali Raven, I Married an Axe
Murderer, I Soprano piuttosto
che X-Pax, Pirati dei Caraibi,
Non è un pese per vecchi
e Snowpiercer in cui il personaggio è
incorporato ad hoc all’interno del design originale del manifesto.
Che dire? Un interessantissimo e riuscito esperimento di
manipolazione grafica che esprime tutto l’amore della cultura
popolare per questo nuovo ma già amato personaggio, consacrato
grazie a Rogue One e forse destinato a un ben
più roseo futuro cine-televisivo.
Diretto da Gareth
Edwards su una sceneggiatura di Gary
Whitta e Chris
Weitz, Rogue One a Star Wars
Story è un film prequel ambientato negli anni
tra La Vendetta dei
Sith e Una Nuova Speranza. Nel
cast del film Felicity Jones, Mads
Mikkelsen, Riz
Ahmed, Diego Luna, Forest
Whitaker, Jiang Wen e Ben
Mendelsohn.
Mentre abbiamo saputo che il nuovo
trailer d Justice League arriverà a breve, entro la
fine del mese, ecco una nuova foto dal film di Zach Snyder
che ritrae Ezra Miller come Flash, Ben Affleck
nei panni di Batman e Gal Gadot tornare a essere
Wonder Woman.
Justice League sarà diretto ancora
una volta da Zack Snyder ed è previsto per il 10 novembre 2017. Nel
film vedremo protagonista Henry Cavill come Superman, Ben Affleck
come Batman, Gal Gadot come Wonder Woman, Ezra Miller come Flash,
Jason Momoa come Aquaman, e Ray Fisher come Cyborg. Nel cast
confermati anche: Amber Heard, Amy Adams, Jesse Eisenberg, Willem
Dafoe, J.K. Simmons e Jeremy Irons. I produttori esecutivi del film
sono Wesley Coller, Goeff Johns e Ben Affleck stesso.
Proseguendo in grande stile la più
che riuscita campagna promozionale in vista dell’uscita
dell’atteso LEGO Batman Il Film
la Warner Bros. ha rilasciato ben
sei character posters dedicati ai personaggi principali della
pellicola il cui stile irriverente e parodistico ha già conquistato
milioni di fan in tutto il mondo ancor prima del rilascio ufficiale
sul grande schermo.
Nel cast vocale di LEGO
Batman – Il Film ci saranno Will
Arnett (che doppierà il Cavaliere Oscuro),
Michael Cera (Robin), Rosario Dawson (Batgirl), Zach Galifianakis (The Joker), Mariah
Carey (Gordon) e Ralph Fiennes (Alfred Pennyworth). Lo spin-off
del successo del 2014 The Lego Movie,
sarà diretto dal supervisore all’animazione Chris
McKay. La sceneggiatura è stata scritta da Seth
Grahame-Smith, creatore di Abraham Lincoln:
Vampire Hunter. A produrre il film, insieme a
Dan Lin, saranno Phil Lord e
Chris Miller, registi di The Lego
Movie (attualmente occupati nella realizzazione di
una versione animata di Spider-Man per la
Sony).
Dai creatori della grande
avventura The LEGO Movie.
In merito a LEGO Batman Il Film,
Arnett ha dichiarato: “La Batcaverna è meglio di quanto
ricordassi. Ma mi piace molto anche scoprire cosa vuol dire essere
Batman e combattere il crimine giorno per giorno. Mi diverte
davvero molto il fatto che Batman dorma oltre l’orario della
sveglia, lo umanizza in qualche modo”.
Dopo le recenti indiscrezioni
riguardo alla possibilità di includere all’intento del
nuovo Thor Ragnarok alcuni elementi
fondamentali provenuti dalla saga di Planet
Hulk, durante un’intervista rilasciata
a Total Film (ripresa all’interno di
MCU Exchange) il
regista Taika Waititi ha confermato la
centralità che pianeta Sakaar assumerà nella
nuova attesa pellicola.
Durante l’intervista in cui si è
lungamente discusso a proposito dell’universo che verrà modellato
in Thor Ragnarok, Taika
Waititi ha affermato che “Sakaar era
solo un folle sperduto luogo futuristico, ed è
stato il più grande cambiamento legato al mondo in cui i
personaggi di questo film hanno dovuto imparare a
muoversi“. A proposito della grande influenza
esercitata dall’artista Jack Kirby sullo
stile visivo del film, il regista ha inoltre dichiarato che
“personalmente ero molto emozionato quando
Kevin e il resto della Marvel sono entrati nel progetto
con l’idea di usare Kirby quale grande influenza nella
progettazione della pellicola. La cosa veramente difficile è
stata per lui rimanere autentico in base al proprio
stile“.
Le connessioni che rendono il
pianeta Sakaarcosì
importante nel mondo filmico di Thor
Ragnarokderivano in realtà dalla
trama stessa di Planet Hulk, nella quale il
pianeta si trovava in un wormhole spaziale nel quale si rifugiavano
moltissimi esuli proventi da ogni parte della galassia, dando vita
a una suggestiva battaglia fra gladiatori.
Thor
Ragnarok sarà diretto da Taika Waititi. Nel cast del
film Chris Hemsworthsarà
ancora Thor; Tom Hiddleston il fratello
adottivo di Thor, Loki; Il vincitore del
Golden Globe e Screen Actors Guild Award Idris Elbasarà la
sentinella di Asgard, Heimdall; il premio Oscar Sir Anthony Hopkinsinterpreterà
nuovamente Odino, signore di Asgard.
Nelle new entry invece si annoverano
il premio OscarCate
Blanchett (Blue
Jasmine, Cenerentola)
nei panni del misterioso e potente nuovo cattivo
Hela, Jeff
Goldblum(Jurassic
Park, Independence Day:
Resurgence), che sarà l’eccentrico
Grandmaster, Tessa
Thompson(Creed, Selma)
interpreterà Valkyria, mentre Karl Urban(Star
Trek, il Signore degli Anelli: il
ritorno del re) aggiungerà la sua forza nella mischia
come Skurge. Marvel ha anche confermato
che Mark Ruffaloriprenderà il suo
ruolo di Bruce Banner / Hulk nel sequel. La data d’uscita è
prevista per il 3 novembre 2017.
Un recente immagine pubblicata
sull’account Twitter
di Alien Anthology ha scatenato subito un
intenso tam tam mediatico fra i fan della saga
di Alien, i quali si sono trovati dinanzi un
doppio rompicapo: da una parte la possibilità
che Ridley Scott possa effettivamente fare
ritorno alle radice horror della sua celebre saga sci-fi e
introdurre una nuova versione della Colonial
Marine all’intento di Alien
Covenant, dall’altra una misteriosa serie di cifre che
accompagnano la fotografia e che forse nascondo un significato
oscuro connesso al franchise.
Ad accompagnare l’immagine tratta da
Alien Covenant che mostra le silhouette di un
gruppo di militari armati di tutto punto – presumibilmente
interi a stanare qualche stana creatura aliena – vi è la sequenza
numerica 220512052104, apparentemente
senza alcun senso ma che potrebbe nascondere molteplici
informazioni. Le cifre potrebbero ad esempio essere un semplice
timestamp che indica quando l’immagine è stata catturata
all’intento della finzione del racconto (quindi potrebbe essere una
fotografia scattata alle
22:04 del 5 dicembre
2104 e del 12 maggio 2014).
Il mistero tuttavia avvolge anche il
contenuto stesso dell’immagine tratta da Alien
Covenant, la quale potrebbe da un lato confermare la
presenza del corpo dei Colonial
Marinequale esercito regolare
oppure trattarsi del reclutamento dei Weyland-Yutani, squadrone di
giovani coraggiosi interessati a viaggiare per il cosmo e conoscere
(e combattere) nuove forme di vita. Tuttavia dalla vegetazione che
si intravede nel buio pare che il gruppo di militari si trovi in
qualche luogo sperduto della Terra piuttosto che in un avamposto
stellare sconosciuto.
L’atmosfera tetra che si respira
dall’immagine qui riportata sembra in linea con le recenti parole
di Michael Fassbender, il quale ha descritto
il nuovo Alien Covenant come nettamente
più cupo e spaventoso rispetto a Prometheus, in linea dunque con un deciso
ritorno allo stile originale della saga.
Alien
Covenant uscirà il 19 maggio 2017. Alla sceneggiatura
hanno lavorato, tra gli altri, Michael Green, John
Logan e Jack Paglen.
Bill
Cudrup (Spotlight), Jussie
Smolett (Empire), Amy
Seimetz (You’re
Next), Carmen
Ejogo (Selma), Benjamin
Rigby e Callie
Hernandez (Machete Kills) sono le
ultime new entry nel cast di Alien
Covenant che sarà diretto da Ridley
Scott e sarà ambientato in un momento
cronologicamente imprecisato tra le vicende di Prometheuse
quelle di Alien.
I dettagli dei personaggi per adesso
sono ancora un mistero, ma si suppone che possano ricoprire i ruoli
del resto della troupe del Covenant, che sarà comandata dal
personaggio interpretato da Katherine
Waterston. Anche Demian
Bichir e Danny
McBride fanno parte del cast che vedrà
tornare Michael Fassbender nei panni
dell’androide David.
Ricordiamo che il film originale era
incentrato sull’equipaggio della nave spaziale Prometheus,
che, seguendo una mappa stellare rinvenuta tra i manufatti di varie
culture terrestri, scopre un pianeta che potrebbe essere la chiave
dell’origine della vita sulla Terra, ma nella ricerca s’imbatte in
una minaccia che potrebbe causare l’estinzione della razza
umana.
Superate le più che comprensibili
perplessità iniziali circa l’efficacia di un sequel legato a una
pellicola di culto per grandi e piccini, Mary Poppins
Returns si trova ora in piena fase di attività e si
arricchisce di nuove gustose novità, tra le quali spicca la recente
conferma rilasciata da Dick Van Dyke in
persona circa la sua presenza accanto a Emily
Blunt e Lin-Manule Miranda nel nuovo
film diretto da Rob Marshall.
In una recente intervista rilasciata
a THR Dick Van Dyke ha più volte
avuto modo di parlare del suo rapporto con
l’originale Mary
Poppinse di quale sia la sua
opinione riguardo a un possibile sequel, affermando che
“c‘è stato uno spirito di amicizia e
familiarità fin dall’inizio. Ricordo che Walt Disney mi aveva
interpellato di persona per il ruolo dello
spazzacaminoJack, e ho avuto
modo di vedere le scene visualizzate in anteprima sullo
storyboard appeso al muro prima che il film fosse iniziato.
Questo si eredita un personaggio e lo si porta avanti per 20
anni e più ci si accorge infine che quelli che in origine erano
dei bambini ora sono tutti cresciuti. Ho accettato con molto
piacere di prendere parte a Mary Poppins
Returnsperché credo si tratti di un
ottimo progetto con un grande cast, tra cui Meryl
Streep, Angela Lansbury e quel simpatico
ragazzo di Hamilton [Lin-Manuel
Miranda N.d.r]“.
Al momento non si hanno ancora
informazioni certe riguardo al ruolo di Dick Van
Dyke in Mary Poppins Returns, in
quanto potrebbe trattarsi di un semplice cameo oppure di una parte
più ampia e consistente, quest’ultima tesi avvalorata da recenti
indiscrezioni che vorrebbero Lin-Manule
Mirandacomparire proprio come un
protetto di Van Dyke. All veneranda età di 91
anniDick Van
Dykeappare tuttavia ancora arzillo
e in piena forma canora, dunque sarebbe davvero bello rivederlo
intento nelle prodezze musicali che tanto lo resero celebre
affianco a Julie Andrews nell’originale del
1964 diretto da Robert Stevenson.
Il cast di Mary Poppins
Returnscomprende
già Emily Blunt, nel ruolo che fu
di Julie Andrews, Lin-Manuel
Miranda, creatore del musical di grandissimo
successo Hamilton, e il tre volte premio
Oscar Meryl Streep, che interpreterà
il ruolo della cugina Topsy. Ben
Whishaw(Spectre, The Zero Theorem,
Paddington) interpreterà invece Michael Banks da
adulto, mentre Emily
Mortimer sarà Jane Banks adulta. Di recente è
stata inoltre confermata la presenza di Colin
Firth.
Il film arriverà in sala il 25
dicembre 2018 e racconta di Jane e Michael Banks oramai diventati
adulti che, dopo una grave perdita, accolgono in
casa Mary Poppins. Attraverso le sue
doti magiche, e con l’aiuto del suo amico Jack, Mary aiuterà la
famiglia a riscoprire la gioia e il senso di meraviglia che hanno
abbandonato le loro vite.
La sceneggiatura sarà scritta
da David Magee; per quanto riguarda la
colonna sonora, importantissima per questo progetto, il candidato
al premio Oscar Marc Shaiman si
occuperà della composizione, mentre il vincitore del Tony
Award Scott Wittman scriverà nuove
canzoni originali.
A dirigere il film è stato chiamato
un esperto di musical, Rob Marshall.
L’ambientazione, che nel primo film era di poco precedente alla
Prima Guerra Mondiale, in questo film sarà quella della Grande
Depressione, mentre la storia sarà basata sulle storie
di Pamela Lyndon Travers su Mary Poppins
e la famiglia Banks.
Dopo il rilascio dell’attesissimo
full-trailer ufficiale di Dunkirk avvenuto nei giorni scorsi, il
prologo del nuovo film di Christopher
Nolan è stato recentemente proiettato in edizione
limitata in alcuni cinema IMAX americani
e internazionali accuratamente selezionati per offrire un assaggio
di ciò che la nuova pellicola storica di uno dei registi più
visionari di Hollywood sarà in grado di offrire agli
spettatori.
Secondo quanto riportato dai
corrispondenti di Cinema Blend presente a una
delle proiezioni in IMAX selezionate, il
prologo di sette minuti di Dunkirkrivela
allo spettatore la presenza di ben tre racconti in parallelo che
hanno luogo simultaneamente. Il tutto ha inizio con i rintocchi di
un grande orologio che immettono lo spettatore nell’immediata
atmosfera di sacralità del film, a cui segue un gruppo di soldati
britannici intenti a trasportate un alleato rimasto ferito su di
una barella lungo una spiaggia verso una barca di trasporto nel
mezzo di uno scontro a fuoco.
Il prologo
in IMAX
di Dunkirk
mostra inoltre l’attore Mark Rylance intento
a fare spazio all’interno di un vascello ad uso militare
armeggiando con un gran numero di giubbotti di salvataggio, mentre
allo stesso tempo Tom Hardy si trova a
pilotare un aeromobile in fuga assieme a un alleato da un temibile
velivolo tedesco pronto ad abbattere entrambi.
Le tre narrazioni parallele
mostrate nel prologo di Dunkirk
finiscono per intrecciarsi nel momento in cui la tensione di
ciascun micro-racconto raggiunge il culmine, proprio nel momento in
cui il suono inquietante di un velivolo Stuka
tedesco irrompe nell’inquadratura e si fonde alla colonna sonora,
rivelando infine il titolo del film. Ma ecco che, subito dopo lo
sfumare del titolo di testa, alcune immagini residue mostrano
l’aereo pilotato da Tom Hardy scendere
pericolosamente in picchiata nel cielo.
Dunkirk sarà
ambientato durante la Seconda Guerra
Mondiale, e si concentrerà sulla cronaca dell’evacuazione
di Dunkerque nel 1940, nota anche come Operazione
Dynamo.
La Warner Bros.
Pictures distribuirà in tutto il mondo il film il 21
Luglio 2017, il 31 agosto in Italia.
L’evacuazione si svolse dal 27
maggio al 4 giugno: truppe francesi, inglesi e belghe erano rimaste
circondate dalle forze tedesche. Circa un milione di soldati. Alla
fine dell’operazione se ne salvarono 330 mila grazie alla fuga via
mare verso la Gran Bretagna.
A pochi mesi dall’uscita ufficiale
dell’attesissimo Power Rangers in grado di
riattivare il celebre franchise anni ’90 e a pochi giorni dalle
rivelazioni riguardo al fantastico look del perfido Goldar il
sito ComicBook annuncia a sorpresa che,
secondo alcune recenti indiscrezioni, il celebre
attore Jason David
Frank(interprete originale del
Green Ranger) potrà
comparire nel nuovo film attraverso un cameo.
La notizia sembrava in un primo
momento provenire dal profilo Instagram
dell’attore Blake Foster
–interprete della serie Power
Rangers Turbo proprio affianco
a Jason David Frank– il quale, dopo aver elargito senza
alcuna remora le sue critiche riguardo al look
di Goldar nel nuovo Power
Rangersaveva fatto sapere tra
le righe che il collega JDF sarebbe
stato presente nella pellicola. In seguito però lo stesso Foster ha
corretto la sua originale affermazione, precisando che la frase da
lui pronunciata era in realtà uscita da una ricerca
effettuata in rete tramite Siri durante un
viaggio in macchina in cui lo stesso Foster
avrebbe chiesto all’app di trovare informazioni circa la presenza o
meno di Jason David
Frank nel nuovo Power
Rangers. Dunque al momento nulla di ufficiale è
stato confermato in tal senso.
Questi rimors riguardanti un
possibile cameo di Jason David
Frank nel nuovo Power
Rangers fanno pensare tuttavia che nelle
intenzioni degli autori e produttori vi sia quantomeno la volontà
di mantenere una certa coerenza e continuità con i capitoli
originali del franchise, il tutto con l’intenzione di trovare un
possibile equilibrio fra passato e futuro.
Jason, Trini, Zack, Billy e
Kimberly, ovvero, Austin St. John, Thuy Trang, Walter
Jones, David Yost e Amy Jo
Johnson avranno il volto di Dacre
Montgomery(Betrand The
Terrible), Naomi
Scott (The
Martian), Ludi
Lin (Marco
Polo), RJ
Cyler (Me And Earl And The Dying
Girl) e Becky
Gomez (Empire). Elizabeth Bankssarà Rita
Repulsa. Bryan Cranstonpresta il
suo volto a Zordon.
Ecco la
trama: Power Rangers segue cinque
ragazzi delle superiori, piuttosto ordinari, che devono diventare
qualcosa di straordinario quando scoprono che la loro piccola
città, Angel Grove, insieme a tutto il mondo, è minacciata da una
potenza aliena. Scelti dal destino, i nostri eroi capiranno presto
che sono gli unici che possono salvare il pianeta. Ma per farlo,
devono imparare a gestire la loro vita di tutti i giorni con
l’essere un Power Ranger.
Il 12 aprile 2016 a Vancouver sono
cominciate le riprese del reboot sui Power
Rangers, film diretto da Dean
Israelite e scritto da Ashley
Miller e Zack Stenz, che hanno
all’attivo le sceneggiature di X-Men
L’Inizio e
di Thor.
Secondo quanto recentemente
riportato da Variety
il noto sito IMDB avrebbe
eletto Suicide Squad quale film più popolare
della rete per il 2016, attraverso una classifica stilata a partire
dalle ricerche effettuate dagli utenti e il numero di pagine web
visitate, dando il via a una recente e innovativa modalità
attraverso la quale saggiare il gradimento da parte del pubblico
2.0 riguardo a una certa pellicola.
Malgrado le numerose polemiche
partite direttamente dai fan e un incasso che, malgrado la
considerevole somma di 745 milioni di
dollari, non è riuscito a imporsi su concorrenti ben più
agguerriti (vedi Captain
America Civil Ware la sorpresa Deadpool), Suicide
Squad sale in vetta alla Top Ten
2016 dei film più poplari di IMDB,
seguita a ruota da altri importanti cinecomics quali X-Men
Apocalypse e Batman
V Superman Down of Justice. Fuori dalla lista si
trova Doctor
Strange, in realtà penalizzato dal fatto di essere
uscito così tardi rispetto ai suoi concorrenti.
Il podio conquista
da Suicide Squad nella classifica dei film
più popolari del 2016 è sicuramente una gradita notizia
per DC e Warner
Bros. intenti a rintuzzare le
problematicità seguite dal rilascio cinematografico con la
nuova Extended Cut Edition in prossima uscita
nell’edizione Blu-ray del film. Allo stesso
modo IMDB aumenta la sua popolarità fra
i siti d’informazione cinematografica e guadagna ancora più terreno
rispetto al rivale Rotten Tomatoes, salito
agli onori della cronica proprio in concomitanza dell’uscita
di Suicide Squad e della conseguente
petizione emanata da un agguerrito gruppo di fan per chiederne la
chiusura in seguito ai durissimi giudizi elargiti in occasione
degli ultimi film appartenenti al DCEU.
In attesa di vedere
se effettivamente questo “premio” ottenuto da Suicide
Squad possa di fatto aumentarne ancora di più la
popolarità, il regista David
Ayer è in fase di elaborazione
dell’atteso spin-off dedicato al personaggio
di Harley Quinn nel quale Margot
Robbie sarà affiancata da Catwoman e
Poison Ivy nel progetto annunciato di
Gotham
City Sirens. Ma questo è solo uno degli spin-off
proposti, così come è ancora aperta la questione che
riguarda una possibile pellicola standalone improntata
sul Deadshot di Will
Smith.
La trama di Suicide Squad
Trama: Un’agenzia governativa
segreta arruola i super cattivi in prigione per eseguire pericolose
missioni promettendo loro in cambio la libertà. Lo scopo della Task
Force è obbedire agli ordini o morire, così come chiariscono ai
componenti il leader della squadra Rick
Flagg, la sua spada giurata, la
samurai Katana e il dispositivo
esplosivo inserito nei loro colli e gentilmente offerto
dalla Wayne Enterprise. Poi c’è
il Joker, che comparendo sia nel presente che
in alcuni flashback, cercherà di mandare a monte il piano della
Waller e di ricongiungersi con il suo vero amore,
Harley.
Nel cast del film Jared
Leto, Ben Affleck, Will Smith, Margot Robbie, Joel Kinnaman, Jai
Courtney, Adam Beach, Adewale Akinnuoye-Agbaje, Jay Hernandez,
Karen Fukuhara, Scott Eastwood, Cara Delevingne, Viola Davis,
Common, Jim Parrack, Ike Barinholtz, Corina Calderon.
Nonostante il il successo più che
dignitoso di critica e pubblico ottenuto da Captain
America Civil War, in una recente dichiarazione di
accompagnamento alla stesura della sua personale Top Ten
cinematografica del 2016il
fumettista Mark Millar – autore
dell’opera da cui Civil War è stato tratto – ha confessato di non
aver sviluppato una particolare stima nei confronti della pellicola
diretta da Joe e Anthony Russo, in quanto la
ritiene un pò troppo tetra e narrativamente priva d’interesse,
etichettandola come “senza alcun mordente“.
Analizzando la struttura
di Captain America Civil
Warin relazione alla storia
originale a fumetti da lui stesso elaborata, Mark
Millar ha infatti affermato che “Civil
War ha avuto una buona apertura nei
primi venti minuti, ma poi onestamente non riesco a ricordare
ciò che il film ha proposto in seguito. É interessante il fatto che
i fratelli Russo abbiamo un background di comedy, perché
stranamente è proprio ciò che manca in queste immagini, che
altrimenti sarebbero state sicuramente migliori e più incisive.
Spero davvero che questo squallore non si estenda anche nella
realizzazione degli Avengers, perché ciò che
ha reso i primi lavori così interessanti era proprio il
contatto tra luce e ombra, tra buoni e cattivi, e io sarò
davvero molto triste se tutto questo sarà sacrificato come è
accaduto per Captain America Civil
War“.
Escludendo
completamente Captain America Civil
Wardalla sua personale Top Ten
2016 Mark Millarha
dunque consegnato nelle mani dei fan un argomento davvero scottante
di cui discutere, soprattutto in base al fatto che gran parte del
successo della pellicola è dipeso, secondo quanto rivolto dallo
stesso pubblico, dal sapiente miscuglio di dramma e umorismo che i
fratelli Russo sarebbero riusciti comunque a infondere al racconto.
Millar tuttavia si è invece dimostrato molto entusiasta e benevolo
nei confronti dell’adattamento di Doctor
Strange ad opera di Scott
Derrickson, facendolo dunque rientrare nella sua
classifica dei dieci migliori film dell’anno.
La storia del cinema è piena di
leggende e di eventi che rasentano l’incredibile, soprattutto
quando questi accadimenti riguardano alcuni degli oggetti più
famosi e iconici mai comparsi nelle pellicole divenute fenomeni di
culto per più generazioni di spettatori. Anche la saga
si Star
Wars vanta un racconto “epico” in tal senso che
riguarda nientemeno che il modellino di scena della
celebre Morte Nera usato durante le
riprese della trilogia originale creta nel 1977
da George Lucas e che, secondo recenti
indiscrezioni, rischiava di finire nel bidone dell’immondizia una
volta terminato il suo compito.
A rivelare l’assurda questione è
stato il collezionista Gus Lopez che,
intervenuto durante l’esplosione dei gadget di Star
Wars avvenuta a Siattle, afferma in
post dal titolo “Salvare la Morte Nera: come il modello
originale è stato perso e ritrovato” pubblicato sul
blog
Starwars.comdi aver ricostruito minuziosamente
la genesi del modellino di scena orinale della Morte
Nera – ora incluso gelosamente nella sua sterminata
collezione – fin dalla sua comparsa sul set, oggetto che, come
molti altri meno fortunati, sarebbe stato destinato dalla
produzione ad essere gettato nel cassonetto dell’immondizia ed
eliminato definitivamente piuttosto che essere conservato in
costosi alloggi di stoccaggio di proprietà degli studios
americani.
Nel suo articolo Gus
Lopezfa notare che, malgrado il
franchise di Star Wars sia diventato col
tempo il più redditizio al mondo – oltre ad aver di fatto fondato
il cosiddetto “introito parallelo” al guadagno delle proiezioni in
sala – la Lucasfilm possedeva (e possiede
tuttora) un immenso magazzino-discarica chiamato “Dollar
Moving and Storage” nel quale moltissimi props e oggetti
provenienti dal set sono stati ammassati e infine distrutti, poiché
considerati non più necessari. Per nostra fortuna invece un
dipendete di nome Doug W. avrebbe
ravvisato un certo valore nel modellino di scena
della Morte Nera e in pochi altri oggetti,
tanto da impossessarsene di nascosto e salvandoli dunque dal
macero.
Gus
Lopez afferma che dopo il fortunato salvataggio il
modellino di scena della Morte
Nera avrebbe cambiato proprietario almeno un paio di
volte nel corso degli anni ’80, finendo in un negozio di
antiquariato prima di entrare a far parte di uno spettacolo fandom
dal titolo Star World. L’avventurosa genesi
dell’arma imperiale si conclude con l’acquisto d parte di un
collezionista privato e infine l’entrata ufficiale nella collezione
di Lopez. Da quel momento il giovane ha esposto il celebre oggetto
al centro della sua abitazione privata, oltre a farlo presenziare
al Museo di Cultura
Popolare di Seattle, del quale egli
afferma: “l‘EMP ha dato ampia visibilità al
modellino della Morte Nera, mettendolo
in primo piano al centro di una delle sale principali. Ho
ascoltato con piacere le conversazioni provenienti dai
visitatori che raccontano le loro storie su ciò che Star Wars
ha significato per loro. E ora la Morte Nera è tornata a casa,
dove tutti la possono ammirare ogni giorno. E quando la guardo sono
ancora stupito del fatto che sia sopravvissuta a un lungo
viaggio e che ora è esposta proprio di fronte a
me!“.
Durante una recente intervista
pubblicata
da Time l’attrice Gal
Gadot ha espresso la sua personale
opinione riguardo alle numerose polemiche sorte a partire dal
mese di ottobre in seguito alla decisone avanzata
dalle Nazioni Unite di
nominare Wonder WomanAmbasciatore
Onorario per l’Emancipazione di Donne e Ragazze, decisone
presa in concomitanza delle celebrazioni per i 75 anni dalla
nascita del noto personaggio
targato DC a cui è subito seguita una
repentina petizione online nella quale si chiedeva a gran voce al
segretario generale Ban Ki-Moon di
revocare la decisione poiché considerata esempio di
ennesimo stereotipo nei confronti della figura femmine.
Entrata ufficialmente nell’universo
dei cinecomics proprio grazie a un’inedita e
agguerrita versione di Wonder
Woman nel controverso Batman V Superman Down of
Justice, Gal Gadot si è detta
rammaricata dalla revoca del titolo di Ambasciatore Onorario UE
avvenuta all’inizio di dicembre, in particolare del fatto che il
personaggio non abbia potuto dare seguito al tanto decimato
progetto “Sustainable Development Goal 5” con cui
aumentare la consapevolezza attorno alla questione femminile.
Tuttavia, proprio a riguardo dell’ormai famosa petizione nella
quale Wonder Woman veniva portata quale
esempio di una visione tutt’altro che femminista – e anzi, a detta
di molti, anche eccessivamente sessualizzata e per nulla inclusiva
dell’intero universo rosa – Gal Gadot ha
definito tali polemiche del tutto inutili e fuori luogo in
confronto ai molti problemi attuali che il nostro mondo sta
affrontando.
Parlando a lungo di tale questione
Gal Gadot ha infatti affermato che
“ci sono così tante cose orribili che sono in
atto in tutto il mondo, e questo è davvero quello per cui ci
sentiamo di protestare, sul serio? Quando le persone sostengono che
Wonder Woman dovrebbe essere rappresentativa
dell’intero universo femminile, allora non hanno capito del
tutto la natura del personaggio… Molti affermano che se lei è forte
e intelligente, allora non può essere anche sexy. Non è
giusto. Perché non può essere entrambe le cose?“.
Le parole di Gal
Gadotfanno dunque riflettere su
quella che, solo apparentemente, sembra essere una contraddizione,
ovvero il fatto che se Wonder
Woman vuole essere davvero un personaggio inclusivo non
può essere di fatto rappresentativo di tutto l’universo femminile,
in quanto il suo essere forte, intelligente e anche bella non è un
fattore che annulla automaticamente il suo valore. La posizione di
Gal Gadot sembra inoltre
scagliarsi contro l’estremismo di alcuni gruppi femministi, gli
stessi che avevano già in passato criticato alcune ambasciatrici UE
accusate di essere solo “carne e sangue” in pasto alla cultura
maschilista internazionale, tra cui Graça Machel del Mozambico, Alaa
Murabit della Libia, Leÿcmah Gbowee della
Liberia, la regina Mathilde del Belgio, oltre a
Emma Watson e al messaggero di pace
Charlize Theron.
In ogni caso,
un’altra petizione è stata lanciata per ripristinare Wonder
Woman come ambasciatore, in modo che l’ONU possa
eventualmente rivedere e riconfermare la sua decisione
iniziale. Gal Gadot sarà invece molto presto
impegnata nell’atteso film in solitaria dedicato proprio
a Wonder Woman previsto per
il 2017.
A una settimana dal rilascio
cinematografico dell’atteso spin-off Rogue One A Star
Wars Story i fan di tutto il mondo stanno ora
analizzando con molta cura il prodotto finito alla ricerca di
informazioni e indizi che colleghino la pellicola con i capitoli
della saga originale, nel mentre in cui moltissime nuove
informazioni riguardo alla realizzazione del film. Dopo la
pubblicazione di alcuni disegni che mostrano il design alternativo
del droide K-2SO, grazie
a EW (tramite Film
e io9)
è ora possibile visionare altri succosi concept alternativi dei
personaggi di Rogue One provenienti
direttamente dal volume in prossima uscita The Art of
Rogue One.
Il nuovo volume The Art
of Rogue One sebra già apparire come un prezioso oggetto
da collezione per tutti i fan di Star
Wars e per i nuovi adepti, illustrando minuziosamente
l’universo di Rogue One attraverso immagini
illustrate capaci di gettare una serie di sguardi alternative sul
film e sulla sua genesi. Com’è possibile notare alcune
illustrazioni riguardano delle piccole variazioni subite
dall’aspetto dei personaggi principali rispetto alla loro effettiva
forma finale, altre invece introducono un design originariamente
del tutto differente e inedito.
Osservando attentamente le immagini
provenienti da The Art of Rogue One è
possibile notare notare ad esempio tutte le varie transizioni
subite dal concept dell’eroine Jyn Erso,
oltre a una bizzarra versione iniziale di Saw
Gerrera e alcuni strano alieni dalle zampe lunghissime
guidati dagli Stormtroopers. Pezzo forte
della collezione sono poi alcune prove grafiche alternative legate
al deride K-2SO e molti altri personaggi non
umani che popolano, seppur di sfuggita, l’universo
di Rogue One.
Dopo solo una settimana dalla sua
uscita cinematografica Rogue One sta già
svelando al popolo degli adepti moltissime informazioni legate alla
sua genesi e ai suoi segreti tecnici più nascosti, precisa
strategia attivata da Lucasfilm con cui
mantenere alto – e se possibile incrementare ulteriormente –
l’interesse e la curiosità dei fan, ora in trepidante attesa di
gustare l’attesissimo teaser di Star Wars Episodio
VIII annunciato per la primavera 2017.
Diretto da Gareth
Edwards su una sceneggiatura di Gary
Whitta e Chris
Weitz, Rogue One a Star Wars
Story è un film prequel ambientato negli anni
tra La Vendetta dei
Sith e Una Nuova Speranza. Nel
cast del film Felicity Jones, Mads
Mikkelsen, Riz
Ahmed, Diego Luna, Forest
Whitaker, Jiang Wen e Ben
Mendelsohn.
Come avevamo annunciato,
ecco il primo trailer ufficiale di John Wick Chapter
2, diffuso dal canale Youtube della
Lionsgate. Protagonista dell’adrenalinico trailer è Keanu
Reeves.
Il trailer di John Wick
Chapter 2
In John Wick Chapter
2, le cui riprese si sono svolte anche in Italia, a Roma,
torna il personaggio dell’affascinante sicario interpretato da
Keanu Reeves che, nel 2014, conquistò un ottimo
risultato al botteghino.
Il
sequel sarà diretto da Chad Stahelski,
regista del primo film insieme a David
Leitch. Dal primo fortunato action thriller
abbiamo Bridget Moynahan, John
Leguizamo, Lance
Reddick eIan
McShane, a cui si
affiancano Common, nel ruolo del
villain,Ruby
Rose, Peter Stormare,
Riccardo Scamarcio
eLaurence Fishburne.
La Lionsgate ha annunciato
che John Wick 2 sarà nelle sale il 10
febbraio 2017.
Dopo il primo emozionante teaser trailer, ecco la prima
sinossi ufficiale di Blade Runner 2049, diretto da
Denis Villeneuve e interpretato da Ryan
Gosling e Harrison Ford.
“Trent’anni dopo gli eventi del
primo film, un nuovo blade runner, l’Agente LAPD K (Ryan Gosling),
dissotterra un segreto a
lungo sepoltoche potrebbe
avere il potere di gettare nel caos quello che è rimasto
della società. La scoperta di K lo guida in una ricerca con lo
scopo di trovare Rick Deckard (Harrison Ford), un ex blade runner
della LAPD che è rimasto nasconsot per 30 anni.”
Nel cast del film figurano
Ryan Gosling, Harrison Ford, Robin Wright,
Ana de Armas, Sylvia Hoeks, Carla Juri, Mackenzie Davis, Barkhad
Abdi, Dave Bautista, David Dastmalchian, Lennie
James, Hiam Abbass e Jared
Leto.
La
sceneggiatura del sequel, ambientato diverse decadi dopo
l’originale pellicola del 1982, è affidata a Hampton
Francher e Michael Green e segue la
storia originale scritta da Francher e David
Peoples basata sul romanzo di Philip K.
DickIl Cacciatore di
Androidi.
Produttori esecutivi del film sono Frank Giustra e Tim
Gamble, CEO di Thunderbird Film. Lo stesso Ridley Scott
sarà produttore esecutivo della pellicola così come Bill
Carraro.
“Sono sempre stato attratto dai film
sci-fi con una forte impronta visiva in grado di trasportare lo
spettatore in dei mondi paralleli unici e il primo Blade Runner è
senza dubbio il miglior film del genere di tutti i
tempi– commentaDenis
Villeneuve, regista della
pellicola, che aggiunge – Ridley Scott è stato geniale nel fondere
lo sci-fi col noir per creare un viaggio irripetibile nella
condizione umana. Il nuovo Blade Runner segue la pellicola
originale qualche decade dopo“.Fonte:
TrailerTrack