Home Blog Pagina 179

Valeria Golino a Linea D’Ombra: “Penso a un film da regista internazionale, magari a Hollywood”

0

Il XXVI Linea d’Ombra Festival a Salerno ha superato il giro di boa con una serata ricca di suggestioni che ha visto darsi il cambio due grandi talenti del cinema italiano come Mario Martone e Valeria Golino.

L’attrice e regista è arrivata da Napoli, dove ha iniziato a girare la serie tv La vita segreta degli adulti, tratta dal romanzo omonimo di Elena Ferrante e diretta da Edoardo De Angelis, e si è accomodata nel salotto di Linea d’Ombra alla Sala Pasolini, intervistata dal direttore artistico Boris Sollazzo, per parlare della sua carriera e dei suoi progetti futuri.

Ne La vita segreta degli adulti sarò solo interprete, ma dopo questa inizierò a preparare la serie di cui sarò invece regista, tratta dal romanzo L’arte della gioia, di Goliarda Sapienza, inizieremo a girare l’estate prossima e sono molto felice perché è un libro speciale che ho amato molto”.

Proprio una serie televisiva ha anche riportato Valeria Golino negli Stati Uniti, la seconda stagione di The Morning Show, in cui interpreta Paola Lambruschini, nella finzione documentarista nota per avere girato un film in difesa di Amanda Knox e per le sue posizioni critiche nei confronti del movimento #MeToo. Il personaggio esordisce con un monologo che ha fatto il giro del mondo in poche ore appena la serie è giunta su Apple TV+.

In realtà ero preoccupata, ma non per quello che dice, anzi, ho pensato subito che fosse una bella presentazione del personaggio. Ero preoccupata perché volevo che venisse bene e quella scena è stata la prima che ho girato appena arrivata sul set a Los Angeles. Ma a parte questo, è come se ci fosse in atto una rivoluzione e come in tutte le rivoluzioni ci sono anche cose sbagliate. Sono imbarazzata dalla censura nei confronti delle parole, dei modi di fare, dal fatto che viviamo un periodo in cui quasi niente di quello che prima ci sembrava normale ora non lo è più, ed è vero che c’erano e ci sono ancora sessismo, razzismo e che bisogna lottare e farsi sentire, ma bisogna anche poter avere la libertà di dissentire, di essere scorretti anche. In ambito artistico la drammaturgia è scorretta perché l’essere umano è scorretto e non si può pretendere che chi racconta storie, scrive libri, fa cinema o teatro sia corretto per volere di un sistema, perché significherebbe snaturare il nostro lavoro. Il movimento di questi anni è importante, anche dal punto di vista dell’inclusione, ma il processo con cui sta avvenendo lo trovo non del tutto corretto”.

The Morning Show ha riportato Valeria Golino a Los Angeles, dove ha vissuto per molti anni. “Sono stata quattro mesi per le riprese della serie e ho trovato la città molto cambiata, eravamo in pieno Covid e l’atmosfera era molto cupa, ma sono stata felice di tornare per un periodo così lungo dopo molti anni. Quando sono andata negli Stati Uniti per fare il provino per il film di Tim Burton con Pee Wee Hermann era il 1987, poi ho fatto il film e nel mentre i tanti provini per Rain Man. Ho incominciato a lavorare tanto e alla fine sono rimasta lì fino al 2002. Ho imparato da quell’esperienza cosa significhi essere molto professionali nel fare questo lavoro, ma è un insegnamento che non sono mai riuscita a fare mio fino in fondo, perché è sempre rimasta in me una indisciplina legata al fatto di non avere fatto una scuola di recitazione, di avere cominciato con autori come Peter Del Monte, Citto Maselli, con cui ho vinto giovanissima la Coppa Volpi, che avevano un metodo lontano anni luce da quello hollywoodiano. Ancora oggi credo di avere la stessa indisciplina”.

Anche regista di due bellissimi film come Miele ed Euforia, Valeria Golino non pensa a un film a Hollywood “ma mi piacerebbe girare un film internazionale, in cui poter mettere a frutto tante cose ho imparato nel corso della mia vita e della mia carriera, raccontare una storia che si dipani tra le molte lingue che conosco con attori con cui poter parlare in maniera diretta, condividendo con loro esperienza e cultura”.

A proposito di registi, Mario Martone si è collegato via Zoom con il pubblico di Linea d’Ombra Festival per partecipare alla presentazione del bel saggio di Giovanni De Luna Cinema Italia, edito da UTET. E lo ha fatto in un giorno molto speciale.

Ho finito oggi le riprese del mio nuovo film”, ovvero Nostalgia, tratto dal romanzo Ermanno Rea, con protagonisti Pierfrancesco Favino, Francesco Di Leva e Tommaso Ragno. Martone è ancora in sala con Qui rido io, che dopo il trionfo di critica alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, dove era in concorso, ha avuto un grande successo nelle sale cinematografiche. E proprio alla sala va il pensiero del regista napoletano.

La macchina comica, intesa come impianto della narrazione, del ritmo e della struttura, ha bisogno della sala, come ne aveva bisogno la commedia di Eduardo”. Sala cinematografica che come ha detto lo storico e saggista Giovanni De Luna “inevitabilmente perderemo e non si tornerà indietro, e con la sala perderemo la costruzione di identità e di appartenenza che è stata parte integrante del ‘900”.

Per questo, come a chiosato il presidente di Linea d’Ombra Festival Giuseppe D’Antonio, “la funzione dei festival è oggi ancora più importante, perché mantiene vivo e indissolubile un legame tra spettatore e luogo cinematografico tenendo viva una tradizione che è stata fondamentale per la formazione del patrimonio culturale collettivo del nostro paese”.

Valeria Bruni Tedeschi: 10 cose che non sai sull’attrice

Valeria Bruni Tedeschi: 10 cose che non sai sull’attrice

Distintasi anche oltre i confini nazionali, Valeria Bruni Tedeschi è ad oggi una delle più affermate interpreti italiane, che negli anni ha compiuto anche il passo dietro la macchina da presa firmando alcune apprezzate pellicole. Celebre anche per i suoi lungometraggi francesi, la Tedeschi si divide con naturalezza tra le due cinematografie, ottenendo continuamente riconoscimenti per le sue interpretazioni. Ecco 10 cose che non sai su Valeria Bruni Tedeschi.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

valeria-bruni-tedeschi-instagram

Valeria Bruni Tedeschi: i film in cui ha recitato

10. Ha recitato in film italiani e film francesi. L’attrice ottiene una prima notorietà grazie al film Storia di ragazzi e di ragazze (1989), per poi divenire ancor più popolare con i suoi ruoli in La seconda volta (1995) e La parola amore esiste (1998). Negli anni successivi recitare in pellicole di importanti registi come Il colore della menzogna (1998), La balia (1999), La felicità non costa niente (2003), È più facile per un cammello (2003), CinquePerDue – Frammenti di vita amorosa (2004), Tickets (2005), Il tempo che resta (2005), Munich (2005), dove recita accanto all’attore Eric Bana, L’abbuffata (2007), Baciami ancora (2010), di Gabriele Muccino, Padroni di casa (2012), Un castello in Italia (2013), Il capitale umano (2014), con l’attore Fabrizio Bentivoglio, Latin Lover (2015), di Cristina Comencini, La pazza gioia (2016), con l’attrice Micaela Ramazzotti, I villeggianti (2018) e Aspromonte – la terra degli ultimi (2019).

9. Ha scritto e diretto dei lungometraggi. Ad oggi la Tedeschi ha diretto un totale di quattro film, da lei anche sceneggiati. Questi sono È più facile per un cammello, Actrices (2007), Un castello in Italia e I villeggianti. Questi ultimi due presentati rispettivamente al Festival di Cannes e alla Mostra di Venezia, ottenendo ottimi riscontri da parte della critica, che lodato le doti e la sensibilità da regista della Tedeschi.

8. Ha vinto importanti premi. L’attrice vanta un totale di sei nomination ai premi David di Donatello come miglior attrice protagonista. Di queste, la Tedeschi ha riportato ben quattro vittorie, rispettivamente per i film La seconda volta, La parola amore esiste, Il capitale umano e La pazza gioia. Nel 1994 ha invece vinto il Premio César come miglior promessa femminile per il film Le persone normali non hanno niente di eccezionale.

Valeria Bruni Tedeschi e il suo discorso di David di Donatello

7. Ha incantato tutti con il suo discorso. Nel ricevere il David di Donatello per la migliore attrice protagonista per il film La pazza gioia, l’attrice si è lanciata in un lungo discorso divenuto subito iconico. Oltre ad aver ringraziato i suoi colleghi nel film, la Tedeschi ha inoltre ringraziato tra lacrime e risate amici, amiche, amori ed ex-amori, poeti come Leopardi e Ungaretti, i genitori e anche la sua psicanalista.

Valeria Bruni Tedeschi non è su Instagram

6. Non è presente sul social network. L’attrice ha dichiarato di non possedere un account su Instagram, non piacendole sprecare tempo dietro a social network di questo tipo. Sulla piattaforma è tuttavia possibile trovare alcune fan page a lei dedicate, con le sue foto più recenti o gli ultimi aggiornamenti sui suoi progetti.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

valeria-bruni-tedeschi-louis-garrel

Valeria Bruni Tedeschi ha una sorella famosa

5. Sua sorella è una nota cantante. Come il cognome Bruni può suggerire, l’attrice è la sorella della cantante e modella Carla Bruni, nota negli ultimi anni per aver sposato l’ex presidente francese Nicolas Sarkozy. Il film È più facile per un cammello…, girato dall’attrice e regista, è stato ispirato proprio dalla storia della sorella, che scopre di avere un padre biologico diverso da quello che credeva di avere.

Valeria Bruni Tedeschi e Louis Garrel

4. Ha avuto una relazione con il noto attore.

L’attrice ha avuto per diversi anni una storia d’amore con l’attore francese Louis GarrelQuesti ha anche recitato nei film Actrices e Un castello in Italia, diretti proprio dalla Tedeschi. Insieme i due hanno anche adottato una bambina di origine senegalese. In seguito, si sono separati senza richiamare le attenzioni della stampa.

Valeria Bruni Tedeschi ha due figli adottati

3. Ha adottato due bambini. Oltre alla bambina senegalese adottata insieme all’attore Louis Garrel, nel 2014 l’attrice adotta il suo secondo figlio, un bambino vietnamita. Particolarmente riservata, la Tedeschi evita che i due bambini possano essere esposti all’invasività dei media, conducendo pertanto una vita il più lontano possibile dai riflettori.

Valeria Bruni Tedeschi: qual è il suo ultimo film?

2. È tornata a recitare con un suo amico regista. Nel 2019 l’attrice torna al cinema con il film Aspromonte – la terra degli ultimi, diretto da Mimmo Calopresti. L’attrice aveva già lavorato in più occasioni con il regista, grazie al quale aveva ottenuto i suoi primi successi.

Valeria Bruni Tedeschi: età e altezza

1. Valeria Bruni Tedeschi è nata a Torino, in Italia, il 16 novembre 1964. L’attrice è alta complessivamente 171 centimetri.

Fonte: IMDb

 

Valeria – stagione 4: trailer, trama, cast e tutto quello che sappiamo

La quarta stagione di Valeria è pronta per arrivare sui piccoli schermi questo mese. La quarta e ultima stagione di Valeria sarà disponibile in streaming dal 14 febbraio su Netflix. Come al solito, tutti gli episodi saranno trasmessi in anteprima contemporaneamente, quindi i fan non dovranno aspettare che vengano pubblicati nuovi episodi. I nuovissimi episodi della quarta stagione di Valeria saranno disponibili alle 12:00 Pacific Standard Time o alle 3:00 Eastern Standard Time del 14 febbraio.

Va notato che questa stagione segnerà la fine della serie. Basata sui romanzi di Elísabet Benavent, la serie è ambientata a Madrid e racconta la vita della scrittrice di nome Valeria (Diana Gómez). Sente che manca qualcosa nella sua vita coniugale e nella sua scrittura. Affronta la sua vita insieme alle sue tre amiche più care, Lola (Silma López), Nerea (Teresa Riotto) e Carmen (Paula Malia). Data di uscita della quarta stagione di Valeria Come accennato in precedenza, la quarta stagione di Valeria sarà trasmessa per la prima volta negli Stati Uniti il 14 febbraio a mezzanotte (fuso orario del Pacifico) o alle 3 del mattino (fuso orario della costa orientale).

Cosa è successo nella terza stagione di Valeria

Prima dell’inizio della nuova stagione, ecco un breve riassunto di come si è conclusa la terza stagione di Valeria. La terza stagione si è conclusa con Valeria che ha dato la priorità alla sua crescita personale e alla carriera di scrittrice dopo aver affrontato i suoi sentimenti complicati sia per Adrián (il suo ex marito) che per Víctor (il suo amore on-again, off-again). Anche gli amici di Valeria sperimentano alcuni cambiamenti fondamentali nelle loro vite. Lola rinuncia alle sue iniziali riserve sulla differenza di età tra lei e Rai e inizia una nuova relazione con lui. Carmen è alle prese con i preparativi per il matrimonio, mentre la suocera continua a interferire. Anche Nerea acquista maggiore sicurezza nella sua vita personale e professionale.

Cosa aspettarsi dalla quarta stagione di Valeria

Netflix ha già pubblicato il trailer della quarta stagione di Valeria. Proprio come nelle tre stagioni precedenti, anche in questa le quattro migliori amiche affronteranno gli alti e bassi della vita. Fortunatamente, la loro amicizia li aiuta a superare ogni cosa. In questa stagione, la protagonista Valeria prenderà una decisione importante riguardo alla sua vita sentimentale, scegliendo tra Víctor (Maxi Iglesias) e Bruno (Federico Aguado). Inoltre, dovrà anche decidere riguardo alla sua carriera. Carmen, invece, sarà una neomamma che dovrà esplorare i suoi nuovi doveri di genitore insieme a Borja (Juanlu González).

Lola raggiungerà un nuovo traguardo a 30 anni, che porterà con sé le sue difficoltà. Per non parlare del fatto che il suo partner Rai (José Pastor) non sarà nella stessa fase della sua vita. Nel frattempo, Nerea, che i fan hanno visto fare i conti con la sua sessualità, affronterà la sua vita professionale come libera professionista insieme alla sua vita sentimentale con Georgina (Mima Riera). Produzione e regia della quarta stagione di Valeria: Plano a Plano è la società di produzione dietro la serie commedia-drammatica. Marina Pérez e Montaña Marchena hanno scritto questa stagione, con Pérez che ha anche condiviso i compiti di regia insieme a Laura M. Campos. Inoltre, Pérez è anche la produttrice esecutiva dello show insieme a Ángel Armada ed Elísabet Benavent, che come accennato in precedenza, è la scrittrice dei romanzi su cui si basa lo show.

Valentina Romani: 10 cose che non sai sull’attrice

Valentina Romani: 10 cose che non sai sull’attrice

L’attrice Valentina Romani vanta ormai diversi ruoli tra cinema e televisione, grazie ai quali si è affermata come una delle più brillanti interpreti della sua generazione. Divenuta ora particolarmente popolare presso un pubblico di giovani spettatori grazie alla serie Mare fuori, la Romani ha davanti a sé un futuro particolarmente roseo, tra progetti in arrivo e nuove sfide all’orizzonte.

Ecco 10 cose che non sai su Valentina Romani.

Valentina Romani: i suoi film e le serie TV

1. È molto conosciuta per alcune serie TV. La Romani ha iniziato la sua carriera recitando per la televisione in alcuni episodi di celebri fiction, come Che Dio ci aiuti 3 (2014), Un passo dal cielo 3 (2015) e Il candidato (2015). Recita poi nelle miniserie Questo è il mio paese (2015) e Grand Hotel (2015) e nella serie Tutto può succedere (2016), con Pietro Sermonti. Recita poi in La porta rossa (2017-2023), con cui ottiene maggior popolarità, per poi prendere parte a Skam Italia (2018), Non uccidere (2017) e Mare fuori (2020-2023), dove guadagna ulteriore popolarità interpretando Naditza, accanto ai colleghi Massimiliano Caiazzo, Nicolas Maupas, Serena Codato, Maria Esposito e Giacomo Giorgio. Nel 2021 è poi in Alfredino – Una storia italiana, mentre nel 2022 recita in Noi siamo leggenda.

2. Ha recitato anche per il cinema. Nel 2016 l’attrice ha esordito al cinema recitato da protagonista nel film Un bacio, storia di tre ragazzi liceali alle prese con problemi tipici di quell’età. Nel 2018 è Lucia nel film TV Aldo Moro il professore, mentre nel 2021 recita invece nel film Carla, dedicato alla ballerina Carla Fracci, interpretata da Alessandra Mastronardi. Qui la Romani interpreta il ruolo di Anita Spelta. Nel 2023 torna al cinema interpretando Emma nel film di Nanni Moretti Il sol dell’Avvenire, con protagonisti anche Margherita Buy e Silvio Orlando.

3. È la doppiatrice di un noto film d’animazione. Come annunciato dalla Walt Disney Italia, l’attrice presterà la propria voce per il doppiaggio italiano del film Pixar Elemental, interpretando la protagonista Ember, che in lingua originale è doppiata da Leah Lewis, attrice nota per la serie Nancy Drew e per il film L’altra metà. Per la Romani si tratta della prima occasione come doppiatrice, per di più per un film particolarmente importante realizzato dal noto studio di produzione pluripremiato agli Oscar.

Valentina-Romani-Skam-Italia
Valentina Romani in Skam Italia

Valentina Romani in Mare fuori

4. Ha amato molto il suo personaggio.  In Mare fuori l’attrice interpreta Naditza, una zingara rom con un carattere solare, sfacciato, irriverente e una tendenza naturale a cacciarsi nei guai. Ma è anche una ragazza buona e altruista, con un talento per il pianoforte. Alla vita al campo preferisce di gran lunga la detenzione in IPM, poiché essa rappresenta una via di fuga dai suoi genitori, colpevoli di volerla dare in sposa in cambio di una cospicua somma di denaro. L’attrice ha raccontato di aver da subito amato molto il personaggio, che ritiene avere un mondo intero di storie da raccontare, risultando sempre interessante.

5. Non tornerà nella quarta stagione. Come ormai noto, l’attrice ha confermato che non sarà presente nella quarta stagione di Mare fuori e che dunque per il momento il racconto relativo a Naditza si è concluso. La Romani si è detta eternamente grata per ciò che la serie ha rappresentato per lei, affermando che se ci sarà l’opportunità le piacerebbe in futuro ritornare in Mare fuori per portare avanti le avventure del suo personaggio e scoprire come è evoluta.

Valentina Romani in Skam Italia

6. Ha recitato nella prima stagione della nota serie. Prima di diventare ulteriormente popolare grazie al ruolo di Naditza nella serie Mare fuori, l’attrice aveva già recitato in una celebre serie pensata per un target di giovani. Si tratta di Skam Italia, nella quale compare brevemente negli episodi 6, 9 e 11 della prima stagione. Il suo personaggio è quello di Maria, una studentessa del liceo Kennedy che avrà una piccola discussione con Eva, la protagonista interpretata da Ludovica Martino.

Valentina-Romani-fidanzato-Nicolas-Maupas
Valentina Romani in Mare fuori

Valentina Romani in La porta rossa

7. Ha ottenuto grande popolarità grazie a questa serie. Nel 2017 arriva il momento della consacrazione per l’attrice, che grazie alla serie Rai La porta rossa, con protagonista Lino Guanciale, ottiene una maggiore popolarità. Qui interpreta Vannessa Rosic, una medium che si scopre essere l’unica in grado di entrare con il protagonista, il defunto commissario di polizia interpretato da Guanciale. Per ottenere questo ruolo, all’attrice è bastato un solo provino, durante il quale ha convinto tutti di essere la persona giusta per la parte.

Valentina Romani ha un fidanzato?

8. È molto riservata. Da quando fa parte del cast di Mare fuori per l’attrice è divenuto sempre più difficile tenere privata la propria vita al di fuori dal set. In particolare, i fan sono curiosi di sapere se l’attrice sia o meno impegnata sentimentalmente in questo momento e in diverse occasioni le è stata attribuita una relazione con il collega Nicolas Maupas. La Romani, tuttavia, non ha mai confermato né smentito la cosa, dichiarando semplicemente che preferisce non parlare di tali aspetti della propria vita. Una richiesta, la sua, decisamente comprensibile e da rispettare.

Valentina Romani è su Instagram

9. È presente sul social network. L’attrice è presente sul social network Instagram, con un proprio profilo verificato seguito da ben 694 mila follower e dove attualmente si possono ritrovare più di 300 post. Questi sono principalmente immagini relative a suoi lavori da attrice e da modella, inerenti il dietro le quinte di tali progetti o promozionali nei loro confronti. Ma non mancano anche curiosità, momenti di svago, eventi a cui ha preso parte e altre situazioni ancora. Seguendola, si può dunque rimanere aggiornati su tutte le sue novità.

Valentina Romani: età e altezza dell’attrice

10. Valentina Romani è nata il 16 giugno del 1996 a Roma. L’attrice è alta complessivamente 1,65 metri.

Fonti: IMDb, Instagram,

Valentina Lodovini: 10 cose che non sai sull’attrice

0
Valentina Lodovini: 10 cose che non sai sull’attrice

Valentina Lodovini è una di quelle attrici che ha fatto la storia del cinema italiano recente grazie alla sue intense interpretazioni.

L’attrice, che svolge questa attività da diversi anni, ha dimostrato di essere molto versatile e capace di svolgere il proprio lavoro con professionalità e in maniera eccellente.

Ecco dieci cose da sapere su Valentina Lodovini.

Valentina Lodovini film

valentina lodovini

1. I film e la carriera. La carriera cinematografica dell’attrice è iniziata nel 2004, quando debutta sul grande schermo nel film Ovunque sei, per poi proseguire a recitare in Il mistero di Lovecraft – Road to L. (2005), L’amico di famiglia (2006), A casa nostra (2006), Pornorama (2007), La giusta distanza (2007), Riprendimi (2008) e Il passato è una terra straniera (2008). In seguito, lavora in Fortapàsc (2009), Generazione mille euro (2009), Benvenuti al sud (2010), La donna della mia vita (2010), Cose dell’altro mondo (2011), Benvenuti al nord (2012), Passione sinistra (2013), Il sud è niente (2013), Una donna per amica (2014), L’inventore di giochi (2014), Ma che bella sorpresa (2015) e La linea Gialla: Bologna, 2 agosto (2015). Tra i suoi ultimi lavori, vi sono La verità sta in cielo (2016), Si muore tutti democristiani (2017), Cosa fai a Capodanno? (2018), Figli del Destino (2019) e 10 giorni senza mamma (2019). Nel 2020 interpreta Sorella di Giulia nel film Spore, Giulia nel film Cambio Tutto, Paola nel film E’ per il tuo bene e ritorna ad interpretare Giulia di 10 giorni senza mamma, nel sequel 10 giorni con Babbo Natale. Nel 2021 sarà Anna nel film L’Afide e la Formica.

2. Ha lavorato in numerose serie tv. L’attrice non ha prestato la sua attività solo per il cinema, ma ha anche lavorato in numerosi progetti dedicati al piccolo schermo. Infatti, è apparsa in Incantesimo 7 nel 2004, per poi apparire in La moglie cinese (2006), 48 ore (2006), Donna Roma (2007), L’ispettore Coliandro (2009), Boris (2010) e Il segreto dell’acqua (2011). In seguito, prende parte alle serie Eities, Ottanta mi da tanto (2016), Untraditional (2016), Il commissario Montalbano (2017) e L’Aquila – Grandi speranze (2019). Inoltre, ha recitato in diversi film tv come Coco Chanel (2008), Gli ultimi del paradiso (2010) e Un Natale con i fiocchi (2012). Nel 2019 è la volta della serie tv L’Aquila – Grandi speranze nel quale interpreta Elena Fiumani.

Valentina Lodovini nuda

L’attrice è considerata da molti in Italia un vero schianto tant’è che la ricerca ha un seguito importante sui motori di ricerca. Tuttavia l’attrice non ha mai posato nuda per un calendario o altro anche se nella sua carriera è stata interprete di alcune scene davvero hot. Infatti una delle sue doti è naturalmente la bellezza mediterranea e quindi Valentina Lodovini è davvero sexy quando interpreta dei ruolo da femme fatale. Come ad esempio nella fiction tv Il segreto dell’acqua sul quale ha poi scherzato dichiarando: «Le amiche mi dicono che con gli attori con cui ho girato film mi sono rifatta delle esperienze con i miei fidanzati, erano uno più brutto dell’altro».

3. È doppiatrice, produttrice ed è apparsa in diversi videoclip. Nel corso della sua carriera, l’attrice ha svolto diverse attività, oltre quelle attoriali. Infatti, ha vestito i panni di doppiatrice per il film d’animazione Coco (2017), mentre ha svolto anche l’esperienza di produttrice per il corto Uomo (2018). Inoltre, è apparsa in diversi videoclip, come I giorni migliori di Tiromancino, Gli spietati dei Baustelle, Colpisci di Neffa e Sospesi di Colapesce.

Valentina Lodovini fidanzato

4. Non si è mai sposata. L’attrice non ha mai rivelato molto sulla sua vita privata, tenuta ben lontano dai riflettori. Tuttavia, stando alle dichiarazioni dell’attrice, pare che abbia avuto una lunga storia con un uomo, durata dal 2010 al 2016. In ogni caso, non è possibile dire se sia attualmente fidanzata o meno.

5. È abituata a stare da sola. L’attrice ha rivelato di essere una persona che si trova bene da sola, anche se si trova a convivere con una punta di malinconia. Infatti, non si fa problemi a viaggiare da sola, puntando più sulle amicizie vere che fanno parte della sua vita.

Valentina Lodovini figli

6. Non sente il bisogno di diventare mamma. L’attrice ha dichiarato più volte di non sentire il bisogno di diventare madre, ritenendo tutto ciò, per ora, fuori dalle sue priorità. Per lei la priorità vera sarebbe aiutare tutti quei bambini nel mondo che si trovano a vivere in condizioni di sofferenza.

Valentina Lodovini Instagram

7. Ha un profilo social. L’attrice possiede un proprio account Instagram che è seguito da 207mila persone. Sulla sua bacheca sono molte le foto che la ritraggono protagonista tra momenti di lavoro e svago, mostrando tutta la sua femminilità e la sua bellezza acqua e sapone.

Valentina Lodovini Benvenuti al Sud

valentina lodovini

8. Ha vinto diversi premi. Per la sua interpretazione in Benvenuti al sud, film che le ha dato una certa notorietà, ha vinto un David di Donatello per la Miglior attrice non protagonista ed è stata candidata a un Nastro d’argento e a un Ciak d’oro per la stessa categoria.

9. Ha detto no a proposte successive. Questo film ha dato all’attrice un certo successo ma, nonostante questo, l’attrice ha rifiutato diverse proposte successive che l’avrebbero fatta rientrare in altri film commedia. Infatti, ha detto diversi no perché non voleva rimanere incastrata in uno stesso schema.

Valentina Lodovini: età e altezza

10. Valentina Lodovini è nata il 14 maggio del 1978 a Umbertide, in Umbria, e la sua altezza complessiva corrisponde a 170 centimetri.

Fonte: IMDb

Valentina Lodovini racconta la sua esperienza in Love & Gelato

0

Valentina Lodovini è Francesca in Love & Gelato, il nuovo film Netflix, disponibile sulla piattaforma a partire dal 22 giugno. Ecco cosa ci ha raccontato del suo personaggio.

Volto amatissimo del cinema italiano, Valentina Lodovini è trai protagonisti di Love & Gelato. Nel film interpreta Francesca, una giovane donna italiana che prende sotto la sua ala Lina, la figlia di una sua amica americana che non c’è più. Con tanta energia, ma anche con discrezione, aiuterà la giovane a trovare la sua strada nel corso di una calda estate romana.

Già dal titolo, il film richiama alla mente quest’abitudine, tutta italiana, di cercare cura e conforto nel cibo, in particolare nel gelato. Ma qual è il conforto di Valentina Lodovini?

“Nella vita la mia carezza è il carboidrato (ride)! … Una cosa che su di me esercita una grande influenza è l’arte in generale. Dico sempre che se la vita ti delude, rifugiati nell’arte. Quindi andare in un museo mi rimette in pace e mi offre un punto di vista nuovo sulle cose. L’arte ti fa capire che esiste un altro punto di vista. E anche quello, oltre al cibo, nel nostro Paese, è una cosa che troviamo dietro ogni angolo.”

Nel film, Valentina Lodovini recita in lingua doppia, confessando di aver girato tutte le scene importanti del suo personaggio in due versioni: “L’esperienza della doppia lingua è stata divertente. Giravo sempre tutte le scene in italiano e in inglese, perché a seconda della situazione si sceglieva una versione piuttosto che un’altra. Guardando il trailer ho un po’ ‘rosicato’ perché mi hanno tagliato un bel monologo in inglese e hanno scelto l’italiano, ma forse in quel momento era più adatto per il personaggio.”

La storia del cinema è piena di pellicole che raccontano più o meno la storia che vediamo in Love & Gelato: una giovane donna americana che viene in Italia per trovare se stessa. Tra esempi altissimi, come Vacanze Romane, e film neo riusciti, come Mangia Prega Ama, da cosa dipende il fascino che il Belpaese esercita sui cugini d’Oltreoceano?

“Credo che sia la Storia italiana ad esercitare questo fascino sugli stranieri. Siamo nati in una culla di cultura e questa cosa si percepisce. Quando sono negli Stati Uniti io avverto il contrario, avverto la mancanza della loro storia. Ma basta pensare all’Opera, che ha fatto conoscere l’italiano in tutto il mondo. Chiunque, grazie all’Opera, conosce almeno una parola di italiano. In Italia la Storia si respira ad ogni angolo, e Roma in particolare, ti sbatte in faccia la sua bellezza. Nonostante non sia una bellezza di cui ci si prende cura, resta comunque da togliere il fiato.”

Com’è stato lavorare con una produzione Netflix e come è andato il lavoro con Brandon Camp, il regista?

“La presenza di Netflix la davo per scontata. Immaginavo che, essendo una produzione Netflix America, sarebbe andato tutto in un certo modo. Avevamo tanti giorni per lavorare, si aveva il tempo per fare le cose per bene (…) Porterò sempre con me il lavoro con il regista, e questo non dipende dalla nazionalità ma dalla qualità umana. Mi sono sentita sempre protetta e coinvolta nella parte creativa, Brandon ha visto tutti i miei film, e non capita sempre. Ha tenuto in considerazione molti dei miei suggerimenti e, soprattutto nei momenti in cui dovevo essere più allegra, dovevo spingere di più sulla commedia, lui mi diceva sempre che non avrebbe potuto darmi indicazioni che io già non sapessi, essendo italiana. Diceva sempre ‘l’avete inventata voi la commedia’.”

Love & Gelato arriva su Netflix dal 22 giugno. Diretto da Brandon Camp, vede nel cast, oltre a Valentina Lodovini, Susanna Skaggs, Saul Nanni e Tobia de Angelis.

Love & Gelato: intervista ai protagonisti del film Netflix

Valentina Cortese, morta a 96 anni l’attrice di Effetto Notte

0
Valentina Cortese, morta a 96 anni l’attrice di Effetto Notte

Si è spenta a 96 anni Valentina Cortese, lo annuncia l’Ansa. L’attrice italiana si era distinta nel panorama internazionale perché era stata una delle poche, e rimane una delle poche attrici non anglofone a venire nominata agli Oscar per un film non in lingua inglese. La categoria era la Migliore non protagonista e il film era Effetto Notte di Francois Truffaut, del 1973.

Per un adattamento cinematografico di “Les Miserables”, prodotto da Carlo Ponti nel 1948, Cortese ha fatto scalpore interpretando entrambe le protagoniste femminili, Fantine e Cosette. “Con la scomparsa di Valentina Cortese, l’industria italiana dell’intrattenimento perde la sua ultima diva di cinema e teatro”, ha dichiarato Carlo Fontana, presidente di AGIS.

Ha recitato in Le Amiche di Michelangelo Antonioni (1955), La barca sull’erba di Gérard Brach (1971), Le avventure del barone Munchausen (1988) di Terry Gilliam e in numerosi progetti di Franco Zeffirelli , tra cui il film del 1972 Fratello Sole, Sorella Luna, miniserie del 1977 Gesù di Nazareth e il film del 1993 Storia di una Capinera.

Valentina Cortese è nata a Milano. Ha fatto il suo debutto cinematografico nel 1940 e ha recitato in molti film italiani all’inizio della sua carriera. Nel 2017, Francesco Patierno ha presentato al Festival di Venezia Diva!, un documentario che ne ripercorre la vita e la carriera,

Valentina Cervi: 10 cose che non sai sull’attrice

Valentina Cervi: 10 cose che non sai sull’attrice

Distintasi per la sua attività artistica tanto in Italia quanto negli Stati Uniti, l’attrice Valentina Cervi ha negli anni collezionato una serie di importanti ruoli con i quali ha potuto sfoggiare tutto il suo carisma e la sua versatilità. Apprezzata in generi spesso diversi tra di loro, la Cervi non ha mancato di portare il suo fascino e il talento anche sul piccolo schermo, dove ha recitato per alcune delle principali serie italiane degli ultimi anni, conquistando così ulteriormente le simpatie del grande pubblico.

Ecco 10 cose che non sai di Valentina Cervi.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Valentina Cervi marito

Valentina Cervi: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in noti lungometraggi italiani. L’attrice debutta sui grandi schermi italiani nel 1988 con il film Mignon è partita, per poi affermarsi grazie a titoli come Oasi (1994), La notte e il momento (1995), Escoriandoli (1996), Figli di Annibale (1998) e La via degli angeli (1999). Inizia poi a recitare anche a livello internazionale, senza però dimenticare l’Italia. Continuerà infatti a recitare nel Bel Paese per apprezzati film come L’anima gemella (2002), di Sergio RubiniMundo civilizado (2003), Provincia meccanica (2005), Fine pena mai (2007), Il resto della notte (2008), Sleepless (200), Mi rifaccio vivo (2013), Senza lasciare traccia (2016), Dove non ho mai abitato (2017), Euforia (2018), di Valeria Golino, Vivere (2019), con Micaela Ramazzotti, e Gli infedeli (2020), con Riccardo Scamarcio.

9. Ha preso parte anche a film statunitensi. Nel 1996 l’attrice recita per la prima volta al di fuori dell’Italia per Ritratto di signora (1996), con Nicole Kidman. Da quel momento, inizia così a recitare anche per film di altre nazionalità, e prevalentemente per la Francia e gli Stati Uniti. Tra i titoli a riguardo si annoverano dunque Artemisia – Passione estrema (1997), Rien sur Robert (1999), Hotel (2001), Le valigie di Tulse Luper – La storia di Moab (2003), Miracolo a Sant’Anna (2008), e Jane Eyre (2011), con Mia Wasikowska.

8. È nota per i suoi ruoli televisivi. Nel corso della sua carriera, diversi sono anche i titoli televisivi a cui l’attrice ha preso parte tra l’Italia e gli Stati Uniti. Tra questi si annoverano il film James Dean – La storia vera (2001), con James Franco, Guerra e pace (2007), con Clémence Poésy, Le inchieste dell’ispettore Zen (2011), Distretto di polizia (2011-2012), Una grande famiglia (2012-2015), con Alessandro Gassmann, e True Blood (2012), dove interpreta la vampira Salome Agrippa recitando accanto ad Alexander Skarsgård. Negli anni successivi ha invece recitato nelle celebri serie italiane I Borgia (2012), Solo per amore (2015-2017), I Medici (2016) e nel film I ragazzi dello Zecchino d’Oro (2019), con Matilda de Angelis.

Valentina Cervi: chi è suo padre

7. È figlia di un noto regista. Come suggerisce il cognome, l’attrice è figlia del regista e produttore Tonino Cervi, noto in particolare per aver prodotto alcuni dei film dei più grandi autori del cinema italiano, da Antonioni a Rosi, da Bertolucci a Bolognini, come anche per la sua collaborazione con grandi interpreti del panorama cinematografico nazionale come Sordi, Gassmann e Villaggio. A sua volta, Tonino era figlio dei celebri attori Gino Cervi e Ninì Gordini Cervi, nonni dunque di Valentina, che si affermarono come grandi e versatili interpreti della prima metà del Novecento.

Valentina Cervi: il marito e i figli

6. Ha sposato un regista. Nel 2005 l’attrice recita nel ruolo della protagonista per il film Provincia meccanica, opera prima del regista Stefano Mordini. Con questi, poi, l’attrice intraprende una relazione, da cui nascerà la figlia Margherita e pochi anni dopo un secondo figlio. L’esperienza della maternità è stata da lei descritta come «l’esperienza più folgorante che potessi vivere». Nel 2020, infine, l’attrice torna a collaborare con Mordini per il suo nuovo film da regista, Gli infedeli, distribuita sulla piattaforma Netflix.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Valentina Cervi True Blood

Valentina Cervi in I Medici

5. Ha interpretato un noto personaggio. Comparsa in tre episodi della celebre serie di carattere storico, l’attrice ha impersonato qui la parte di Alessandra degli Albizzi. Personaggio influente, questa è membro dell’importante famiglia degli Albizzi, nobili che acquisendo potere nella città di Firenze hanno contribuito ad orientarne la cultura e la politica locale. Ella è la moglie del capofamiglia, Rinaldo, nonché madre di Ormanno. Per l’attrice, si è inoltre trattando di un ritorno al costume, avendo già in precedenza recitato in film e serie ambientate in epoche passate.

4. Ha condotto diverse ricerche sul personaggio. Per prepararsi al ruolo di Alessandra degli Albizzi, l’attrice ha raccontato di aver studiato il personaggio svolgendo diverse ricerche su di esso. Documentandosi, ha infatti potuto scoprire aspetti inediti, non accennati nella sceneggiatura, ma che le sono tornati utili per costruire la psicologia del personaggio. Pur essendo comparsa soltanto in tre episodi della prima stagione, l’attrice ha avuto modo di portare in scena un’apprezzata versione della nobildonna.

Valentina Cervi in True Blood

3. Si è totalmente affidata al giudizio del regista per il suo ruolo. Spesso sono gli stessi attori a proporre modifiche o varianti per quanto riguarda il carattere o l’aspetto dei personaggi che dovranno interpretare. Per la sua partecipazione alla serie True Blood, dove interpreta la vampira di oltre duemila anni Salomè Agrippa, la Cervi ha invece deciso di affidarsi totalmente alle scelte del regista. L’attrice infatti aveva in mente di proporre una versione del personaggio che ricordasse un’epoca passata, ma il regista volle invece dar risalto alla modernità del personaggio, cambiandovi perfino look. La Cervi si affidò a queste nuove indicazioni, e costruì il personaggio poi visto sullo schermo e tanto apprezzato.

2. È affascinata dalla tragicità del personaggio. Parlando del suo ruolo, la Cervi ha raccontato di come si sentisse particolarmente attratta dalla sua psicologia e dal suo credo. In particolare, era affascinata dalla tragicità intrinseca alla sua natura, e ha cercato pertanto di rendere il personaggio il più umano possibile. Ha dunque lavorato per spogliarlo di qualsiasi egocentrismo rispetto alle sue azioni, ricercando un fondo di verità e umanità in esse. Altro aspetto che l’attrice avrebbe poi desiderato approfondire è il coinvolgimento politico della vampira, nella serie soltanto accennato.

Valentina Cervi: età e altezza

1. Valentina Cervi è nata a Roma, Italia, il 13 aprile 1974. L’attrice è alta complessivamente 170 centimetri.

Fonte: IMDb

 

Valencia: debutto post apocalittico per Dan Trachtenberg

ValenciaDopo il suo cortometraggio basato sul videogioco Portal, il regista Dan Trachtenberg è stato collegata a diversi progetti, tra cui Crime of the Century Y: The Last Man . Nulla è stato ancora ultimato, ma tutti gli indizi del caso porterebbero a credere che Valencia sia destinato a essere il debutto alla regia di Trachtenberg dopo aver chiuso un accordo con la Bad Robot e Insurge Pictures (una divisione della Paramount per i progetti a basso budget). 

A quanto risulta da diversi script, una brevissima sinossi del film ci lascia capire come la protagonista (una ragazza poco più che adolescente) si risvegli in una cantina a seguito di un incidente. Accanto a lei c’è un ragazzo che la mette a conoscenza della sconvolgente realtà che l’attende: un attacco nucleare ha distrutto la società così come tutti la conoscevano. Come reagirà e come si comporterà la giovane protagonista?

In attesa di ulteriori notizie, ecco una breve clip di Portal: No Escape, recente lavoro di Trachtenberg.

[iframe width=”560″ height=”315″ src=”//www.youtube.com/embed/4drucg1A6Xk” frameborder=”0″ allowfullscreen][/iframe]

Paramount via libera alla produzione di Valencia per 5 milioni di dollari, per una data di inizio autunno.

Fonte: Collider.com

 

Valchiria: 15 cose che solo i fan dei fumetti sanno sul personaggio

La Valchiria del Marvel Cinematic Universe non è la stessa che i fan dei fumetti Marvel conoscono. Entrambi i personaggi provengono dallo stesso luogo, sono ex guerriere di Asgard passate a operare sulla Terra, ma la loro origin story è molto diversa e il loro character design differisce completamente.

Love and Thunder riporterà il personaggio di Valchiria nel Marvel Cinematic Universe, dato che questa versione del personaggio aiuterà Thor nella sua battaglia contro Gorr il Macellatore di Dei. L’aspetto interessante è che farà squadra con Jane Foster, che ha assunto il ruolo di Mighty Thor e nei fumetti è lei stessa una Valchiria. Con il nuovo film che mostra Valchiria in possesso di poteri che non aveva mai rivelato nelle sue precedenti apparizioni, è interessante che almeno uno di questi venga prelevato direttamente dai fumetti, che si tratti della versione di Jane, Runa o della Valchiria originale, Brunnhilde.

Valchiria ha ali artificiali

Quando la maggior parte delle persone pensa alle Valchirie, ha in mente l’immagine della versione originale, Brunnhilde, che cavalca il cavallo alato Aragorn. Tuttavia, la verità è che una Valchiria può volare anche senza cavallo. La versione di Jane Foster della Valchiria ha sviluppato un modo per usare Undrajuarn, ‘Arma del Tutto in molti modi: uno di questi comprende la trasformazione in ali, in modo da poter volare quando necessario.

Ha condotto i morti nel Valhalla

Nei fumetti, Odino ha guidato un attacco alla Terra e uno dei soldati che gli si sono opposti, Sigmund, è morto. Ritenendo che i guerrieri come Sigmund meritassero il paradiso dopo la morte, scelse l’amante di questi, Brunnhilde, per diventare Valchiria .

Odino ha guidato una nuova schiera di Valchirie come dee guerriere e Valchiria stessa ha condotto i morti nella versione di Asgard del Paradiso, il Valhalla: Brunnhilde ha servito Odino in questo ruolo per secoli. Tuttavia, dopo che questi dichiarò che solo i guerrieri asgardiani sarebbero potuti approdare nel Valhalla, l’entusiamso di Brunnhilde lasciò spazio al disincanto.

Può percepire l’arrivo della morte

Il compito principale della Valchiria è quello di scortare gli Asgardiani morti verso il Valhalla. Oltre a ciò, è in grado di percepire l’arrivo della morte, capacità che le consente di assicurarsi di essere presente al momento giusto per accompagnare i guerrieri nell’aldilà. Questo potere è stato approfondito nel dettaglio quando Dani Moonstar, membro dei New Mutants, ha acquisito la capacità di percepire la morte dopo essere diventata una valchiria.

Questa caratteristica della Valchiria sarà presente anche in Thor: Love and Thunder. In un’intervista, Tessa Thompson ha dichiarato che la sua Valchiria possiederà infatti “strane abilità”, alludendo al fatto che “può percepire quando qualcuno è vicino alla morte e condurlo nel Valhalla”.

Può parlare con i morti

Valchiria può inoltre parlare con i morti, per accompagnarli pacificamente nell’aldilà. Ciò che è interessante è che tutte le Valchirie possiedono l’abilità asgardiana dell’Allspeak, ovvero possono comunicare in tutte le lingue e i dialetti dei Nove Regni, quindi possono interagire con qualsiasi persona.

Le Valchirie possono teletrasportarsi in qualsiasi dimensione

Poiché Valchiria ha il potere di condurre i guerrieri nel Valhalla, deve ovviamente essere in grado di raggiungere luoghi lontani in un batter d’occhio. Per questo motivo, chiaramente, possiede il potere del teletrasporto, anche perché i guerrieri asgardiani possono morire in uno qualsiasi dei Nove Regni, che Valchiria deve poter raggiungere immediatamente.

Non solo può teletrasportarsi da sola, ma può portare con sé chiunque, ed è così che accompagna i guerrieri nel Valhalla. Non vi sono trucchi, il teletrasporto è possibile solo con la forza della sua volontà.

Il suo nemico principale era l’Incantatrice

L’Incantatrice è sempre stata una delle donne più subdole e manipolatrici di Asgard. Lei e Valchiria hanno vissuto diverse avventure insieme ma, quando Brunnhilde ha capito che la vera natura di Amora era malvagia, ha cercato di separarsene.

Tuttavia, l’Incantatrice ha intrappolato la sua anima e ha usato i poteri di Valchiria per combattere i suoi nemici. Per anni ha approfittato di questi poteri sia per sé che per le sue pedine, ma tutto è cambiato quando ha incontrato i Defenders.

Valchiria era legata a Barbara Norriss

Barbara Norriss era una donna umana che divenne amica di Hulk. Apparsa per lo più nelle storie dei Defender, era una donna tormentata e con difficoltà a superare il trauma di aver vissuto per un periodo nella Dimensione Oscura. Finì per essere catapultata indietro nel tempo e fu allora che l’Incantatrice la scoprì.

L’Incantatrice inviò Brunnhilde nel corpo di Barbara e la Valchiria controllò la donna tornando con i Defenders ai giorni nostri, dove si unì alla squadra.

Valchiria aveva un destriero di nome Aragorn

Valchiria possiede un cavallo alato di nome Aragorn che apparteneva in precedenza a Dane Whitman, il Cavaliere Nero. Quando Barbara Norriss venne mandata nel passato e il suo corpo finì per essere posseduto da Brunnhilde, venne rispedito indietro nel tempo anche un americano di nome Dane Whitman, che sarebbe poi diventato il Cavaliere Nero nei Vendicatori.

Tuttavia, in questa occasione scelse di rimanere nel XII secolo d.C., ma fece un regalo a Valchiria: le diede in custodia Aragorn, che cavalcò da lì in poi per anni in battaglia, finché non arrivò il momento di passarlo al suo sostituto.

Valchiria è stata a lungo membro dei Defenders

Valchiria è stato un membro di lunga data dei Difensori, nonché primo nuovo membro a unirsi alla squadra. I membri originali erano infatti Doctor Strange, Hulk, Namor e Silver Surfer, e non erano tanto una squadra quanto piuttosto degli alleati che si aiutavano a vicenda.

Valchiria è stata la prima a unirsi alla squadra, trasformandola in un vero e proprio gruppo. Rimase con il Dottor Strange quando altri lasciarono la squadra e si unirono nuovi arrivati come Nighthawk e Hellstrom.

Barbara ha dovuto morire perché Valchiria fosse libera

Barbara Norriss si accorse presto della presenza di Brunnhilde e le due condivisero il corpo per un certo periodo. Tuttavia, la situazione era chiaramente scomoda per entrambe, poiché Brunnhilde non aveva accesso al suo vero corpo e Barbara sentiva di aver perso se stessa: l’unico modo per porre fine a questa situazione era dunque la morte di Barbara.

Mentre Barbara stava morendo, lo spirito di Brunnhilde continuava a vivere. Il Dottor Strange si servì della sua magia per aiutarla a ritrovare il suo vero corpo, restituendole i ricordi. Lei scelse poi di rimanere sulla Terra, poiché sentiva che Odino non aveva mai cercato di salvarla.

Valchiria ha una spada chiamata Zanna di Drago

Valchiria possiede un’arma mitica, una spada nota come Dragonfang, che è stata ricavata dalla zanna di un drago interdimensionale ed è quasi indistruttibile. Le è stata consegnata dal Dottor Strange dopo averla ricevuta dall’Antico.

La spada può assorbire forze magiche quando entra in contatto con il sangue. Inoltre, frantuma qualsiai barriera e gli scudi mistici, migliora le capacità di combattimento di chi la usa e chi la controlla può evocarla nelle proprie mani.

Brunnhilde è morta nella Guerra dei Regni

La Valchiria originale, Brunnhilde, è morta in War of the Realms, una serie crossover Marvel del 2019, che ha visto Malekith, l’Elfo Oscuro, conquistare tutti i reami e per poi puntare a quello finale, la Terra. Valchiria, a quel tempo, era un membro degli Asgardiani della Galassia, che arrivarono in suo soccorso.

Brunnhilde scese in campo con l’intero esercito di Valchirie, che caddero di fronte al nemico Malekith. Per ultima, Malekith uccise Valchiria, ponendo fine al suo arco narrativo.

Jane Foster diventa la nuova Valchiria

Jane Foster, l’interesse amoroso di lunga data di Thor, prese il suo posto quando lui si ritenne indegno di sollevare il Mjolnir. Per molto tempo nessuno ha saputo che Jane era la nuova versione femminile di Thor, ma ha combattuto al fianco dei Vendicatori ed è diventata un’eroina a tutti gli effetti.

Alla fine Jane ha rinunciato al ruolo e Thor l’ha reclamato. Durante la Guerra dei Regni, Jane Foster si trovava con tutte le Valchirie morte nell’obitorio quando lo spirito di Brunnhilde arrivò e le chiese se potesse diventare una Valchiria e accompagnare quelle guerriere nel Valhalla, e lei accettò.

Una nuova valchiria è apparsa nel 2021

La Valchiria del MCU potrebbe avere ora una controparte Marvel Comics. Nella serie The Mighty Valkyries, infatti, la versione di Valchiria del MCU è apparsa per la prima volta nei fumetti con il nome di Runa.

Questa nuova Valchiria faceva parte delle nove Valchirie originali, ma non è mai stata uccisa ed è rimasta intrappolata nel corpo di un Celestiale morto, dove è stata dimenticata. Ora Jane Foster e Runa condividono il ruolo di Valchiria nell’Universo Marvel Comics.

Knull ha intrappolato Runa per secoli

La storia di Runa è stata raccontata in The Mighty Valkyrie, dove si è scoperto che aveva a che fare con uno dei nemici più potenti della Marvel Comics: Knull, dio delle tenebre, nonché essere che ha creato i simbionti. Nel crossover King in Black ha quasi conquistato la Terra, sconfiggendo quasi tutti gli eroi e cadendo solo quando Venom ricevette l’aiuto divino.

Knull ha anche dei precedenti con Runa, la nuova valchiria della Marvel Comics basata sul personaggio di Tessa Thompson dei film di Thor. Quando la Valchiria di Jane Foster ha cercato di mettere insieme una squadra per combattere Knull, Runa non ne ha voluto sapere. Questo perché Runa stava trasportando l’anima della sua amata Alta attraverso il Regno di Mezzo quando Knull attaccò e la intrappoò all’interno del corpo di un Celestiale non morto per millenni, così a lungo da farle dimenticare chi fosse.

Valar: chi sono nella seconda stagione de Il Signore degli Anelli: Gli anelli del potere

Se siete stati attenti mentre guardavate la serie di Prime Video Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere, avrete probabilmente sentito il termine “Valar” una o due volte. Per chi non ha familiarità con i testi di Tolkiien, si tratta di una razza angelica di spiriti che sovrintendono non solo alla Terra di Mezzo, ma anche a tutta Arda. Nella seconda stagione, Sauron (Charlie Vickers), spacciandosi per il “Signore dei Doni” Annatar, dice a chi gli sta vicino di essere stato inviato per conto dei Valar, dichiarazione che gli conferisce un’autorità semi-divina su Celebrimbor (Charles Edwards). Ma chi sono davvero i Valar e che impatto hanno ne Gli Anelli del Potere?

I Valar esistono fin dalla creazione di Arda nella Prima Era

Prima che il Dio del leggendario di J.R.R. Tolkien, un essere chiamato Eru Ilúvatar, creasse il cosmo, il primo gruppo che portò all’esistenza fu quello degli spiriti immortali chiamati Ainur. Nel Silmarillion, Tolkien descrive un racconto della creazione, chiamato “Ainulindalë”, in cui Eru usa la musica degli Ainur (la Musica di Ilúvatar) per formare l’intero universo, chiamato Eä, compresa la Terra, chiamata Arda. È qui, all’inizio, che Melkor, un Vala anch’egli, inizia a seminare i suoi semi nel mondo di Eru, con l’intenzione di usurpare il suo Signore. Una volta completata la creazione, Eru dà agli Ainur la possibilità di scegliere, offrendo ad alcuni di loro l’opportunità di entrare nel mondo fisico per contribuire alla sua cura. I più forti furono chiamati Valar (le Potenze di Arda), mentre molti degli spiriti minori furono chiamati Maiar.

Il Signore dei Valar, un essere chiamato Manwë, è il re dei quindici Valar, mentre suo fratello Melkor è il più bello e potente. È questo che rende il suo passaggio alla malvagità così spiacevole, un po’ come Lucifero nella tradizione cristiana: l’angelo più bello agli occhi di Dio lo tradisce e per questo viene cacciato del paradiso. Alla fine Melkor viene bandito dai Valar, assumendo l’identità di Mortgoth, anche se convince molti Maiar a seguirlo nella sua ribellione, tra questi c’è Mairon, che in seguito sarà meglio conosciuto come Sauron. È allora che inizia la guerra tra luce e tenebre, quando i Valar aiutano gli Elfi e gli Uomini (i Figli di Ilúvatar) contro Morgoth e le sue forze vili e corrotte. Nella Prima Era, i Valar trovarono anche Valinor, nel continente più occidentale di Aman. Solo gli immortali, come gli Elfi, hanno il permesso di viverci, anche se, dopo la sconfitta di Sauron nella Terza Era, vengono fatte alcune eccezioni per tre Hobbit (Frodo, Sam e Bilbo, in quanto Portatori dell’Unico Anello) e un Nano (Gimli, per intercessione di Galadriel). A Valinor, i Valar creano i famigerati Due Alberi che vediamo nei flashback de Gli Anelli del Potere, che poi le forze di Morgoth distruggeranno in seguito.

Il Signore degli Agnelli: Gli anelli del Potere valinor trees
Credit © Prime Video

Oltre a Manwë – che è già stato citato per nome nella seconda stagione – e a Melkor, ci sono altri tredici Valar che hanno ciascuno diverse specialità. Solo Eru Ilúvatar è onnipotente, e quindi i Valar hanno ciascuno un ruolo specifico da svolgere nella creazione. Manwë è il Re dei Venti, mentre sua moglie Varda è la Regina delle Stelle. Ulmo è il Signore dell’Acqua, Aulë il Fabbro è il Signore della Terra (è anche il vecchio maestro di Sauron e uno dei pochi Valar a essere menzionato per nome in Anelli del Potere), Yavanna la Portatrice di Frutti è la Signora della Terra (un’altra indirettamente menzionata nello show), Estë è la Signora della Guarigione e del Riposo, e così via. Alcuni Valar rappresentano i sogni (Irmo), il giudizio (Námo) o la bellezza (Vána), mentre altri sono l’incarnazione della sportività (Oromë), della misericordia (Nienna) e delle arti (Vairë, Nessa). Data la devota fede cattolica di Tolkien, i Valar potrebbero quasi essere considerati santi patroni angelici, mentre altre interpretazioni accademiche li paragonano alle divinità romane o greche di un tempo.

I Valar sono profondamente legati al destino di Númenor nella Seconda Era

Uno degli aspetti più importanti del posto dei Valar nella Terra di Mezzo è il loro legame con Númenor. Nella Seconda Era, i Valar sollevarono l’isola di Númenor dalle profondità del mare per amore degli Edain, il gruppo di Uomini che aveva combattuto valorosamente nella Guerra dei Grandi Gioielli della Prima Era. Anch’essi si opposero a Morgoth, che fu bandito dai Valar in un Vuoto senza tempo, apparentemente per non tornare mai più. (Tuttavia, Tolkien propone un mito apocalittico per Arda chiamato “Dagor Dagorath”, in cui Morgoth viene presumibilmente liberato per un ultimo conflitto, come Satana alla fine del Libro biblico dell’Apocalisse). Consegnando Númenor agli Edain, i Valar non sono più coinvolti negli avvenimenti di Arda durante la Seconda Era. Con Sauron che ha preso il posto di Morgoth nella gerarchia del male, gli Uomini e gli Elfi (e i Nani, naturalmente) sono essenzialmente abbandonati a se stessi per affrontare il nascente Signore Oscuro.

Ma tutto questo cambiò quando i Númenóreani attaccarono. Sebbene in origine, dopo la Prima Era, i Númenóreani tenessero in grande considerazione i Valar, ritenendoli quasi degli dei, anni di silenzio, uniti agli inganni di Sauron, hanno fatto sì che Númenor voltasse le spalle ai vecchi modi e alle vecchie tradizioni. Questo è esattamente ciò che accade ne Gli Anelli del Potere, dove c’è una chiara tensione tra i Númenóreani più agnostici, che non hanno alcuna utilità per i Valar o gli Elfi, e i Fedeli, come Elendil (Lloyd Owen), che lottano per rimanere fedeli alla loro eredità. Sotto l’influenza del Signore Oscuro, i Númenóreani – sotto la guida di Ar-Pharazôn (Trystan Gravelle) – portano la lotta ad Aman, la patria dei Valar, con il risultato di un orribile tradimento. Disperato, Manwë implora Eru Ilúvatar di intervenire.

L’“Akallabêth” del Silmarillion descrive nei dettagli ciò che accade in seguito. Come il Grande Diluvio che si trova nel libro biblico della Genesi, Eru distrugge Númenor con una Grande Onda, risparmiando solo i Fedeli rimasti, come Elendil e la sua famiglia. Ma Eru non si fermò alla distruzione di Númenor. Rifece anche il mondo, trasformandolo dal suo aspetto originario di terra piatta in un globo sferico, e rimosse Aman da esso in modo che l’uomo non potesse mai più navigarvi se non attraverso un percorso specifico. Questo percorso porta gli Elfi completamente fuori da Arda, conducendoli nelle Terre Eterne che Eru Ilúvatar ha riservato per il bene dei suoi più grandi servitori.

I Maghi Istari furono originariamente inviati dai Valar nella Terza Era

Al tempo della Terza Era, i Valar interagiscono raramente con Arda. A parte qualche sporadica menzione ne Il Signore degli Anelli, i Valar sono in gran parte assenti dalla scena. Dopo la distruzione di Númenor, Sauron fu sconfitto alla fine della Seconda Era durante la Guerra dell’Ultima Alleanza, dove il figlio di Elendil, Isildur (Maxim Baldry), rimosse dal suo dito con la forza il suo Unico Anello del Potere. Ma nonostante il Signore Oscuro abbia faticato a riacquistare il suo aspetto fisico, era ancora una minaccia incombente sulla Terra di Mezzo. In risposta a ciò, i Valar si rifiutarono di lasciare che la Terra di Mezzo rimanesse completamente indipendente dalla loro influenza e inviarono cinque valorosi Maiar, chiamati “Istari”, nel mondo travestiti da uomini.

Olórin divenne Gandalf il Grigio (poi Gandalf il Bianco), Curumo divenne Saruman il Bianco e Aiwendil divenne Radagast il Bruno. C’erano altri due “Maghi Blu” di nome Alatar e Pallando che non compaiono mai né ne Lo Hobbit, né ne Il Signore degli Anelli, né in nessun altro racconto di Tolkien. Attraverso Gandalf e gli altri quattro Istari, i Valar contribuirono alla continua resistenza all’influenza di Sauron. Purtroppo, non diversamente da Sauron stesso, Saruman alla fine si rivoltò contro gli altri Maghi, i Valar, Eru Ilúvatar e tutta la Terra di Mezzo, alleandosi con il Signore Oscuro.

In effetti, nei Racconti incompiuti, Tolkien stesso nota che solo Gandalf alla fine rimase fedele al suo compito, e questo è senza dubbio il motivo per cui Eru Ilúvatar lo resuscitò dopo la sua fatale battaglia con il Balrog ne La Compagnia dell’Anello. Non si sa molto di più sui Valar, ma se Annatar/Sauron sostiene di essere il loro messaggero nella Terra di Mezzo ne Gli Anelli del Potere, sappiamo che non è vero. Semmai, i Maghi Istari sono la cosa più vicina a quel ruolo, e speriamo di vederne di più quando questo misterioso Straniero (Daniel Weyman) inizierà a scoprire di più sulle sue origini.

Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere è ora in streaming su Prime Video.

Valanga di foto romantiche per il remake de La Casa

0
Valanga di foto romantiche per il remake de La Casa

Arrivano il giorno di San Valentino una valanga di foto del remake deLa Casa, il film diretto da Fede Alvarez e remake del cult horror del 1981 diretto da Sam Raimi,

Valak: la storia vera del cattivo di The Conjuring

Valak: la storia vera del cattivo di The Conjuring

Quella di The Conjuring, iniziata nel 2013 e in corso tutt’ora, è una delle saghe horror più celebri e acclamate di sempre. A differenza di altri titoli di questo genere, grazie a sequel, spin-off e prequel, questa è divenuta un vero e proprio universo condiviso, con personaggi, situazioni e creature divenute ormai iconiche. Proprio parlando di queste ultime, una delle più spaventose è certamente Valak, il demone presente in alcuni dei film della saga e affermatosi come una vera e propria fonte di terrore continuo. Su di esso, ci sono però molte cose da sapere al di là dei film, alcune delle quali lo renderanno ancor più spaventoso.

Valak: i film in cui compare

La prima comparsa di Valak all’interno della saga di The Conjuring si ha nel secondo film della trilogia principale, ovvero The Conjuring – Il caso Enfield, del 2016. Qui il demone è il principale antagonista della vicenda, opponendosi dunque ai protagonisti interpretati da Patrick Wilson e Vera Farmiga. Il personaggio ha poi avuto un cameo nel film del 2017 Annabelle: Creation. Data la sua crescente popolarità tra i fan, Valak ha infine ricevuto un proprio film che ne esplora le origini, ovvero lo spin-off The Nun – L’evocazione del male.

La saga di The Conjuring è notoriamente ambientata in un arco temporale che va dagli anni Sessanta agli anni Settanta. Proprio con l’arrivo di The Nun – L’evocazione del male, tale periodo si è esteso agli anni Cinquanta. Il film, che esplora le prime manifestazioni del demone Valak, è infatti ambientato nel 1952 e ciò lo posiziona come prima titolo in ordine cronologico all’interno della saga. Considerando che The Conjuring – Il caso Endfield è ambientato nel 1976, Valak attraversa dunque l’intero ciclo narrativo, affermandosi come uno dei principali villain in assoluto.

Uscito nel 2018, The Nun – L’evocazione del male si è affermato come un ulteriore grande successo della saga. Ciò ha naturalmente spinto i produttori a valutare la possibilità di realizzare un sequel di questo spin-off, approfondendo ulteriormente le azioni del demone Valak e la sua storia. Attualmente in fase di pre-produzione, con il semplice titolo di The Nun 2, questo dovrebbe raccontare una storia che si ricollega infine agli eventi di The Conjuring – Il caso Endfield, chiudendo così idealmente l’arco narrativo del personaggio.

Valak film

Valak: l’attrice che interpreta il personaggio e le sembianze da suora

Sotto le sembianze del demone Valak vi è l’attrice Bonnie Aarons, celebre anche per aver recitato nei film Mulholland Drive, Drag Me to Hell I Know Who Killed Me. La vera popolarità è però arrivata proprio grazie alla saga di The Conjuring, dove ha interpretato il demone Valak nei tre film in cui questo compare. L’attrice ha poi affermato di essere pronta a riprendere il personaggio anche per ulteriori titoli della saga, di fatto portando avanti le gesta del terribile demone.

Per poter interpretare il personaggio, l’attrice si è naturalmente dovuta sottoporre a diverse ore di trucco, necessarie a conferirle il demoniaco aspetto di Valak. Questo è poi stato esaltato e reso più spaventoso in fase di post produzione tramite effetti digitali, ma sul set era comunque necessario poter avere a che fare con una prima versione dell’aspetto del demone, così che anche gli altri attori potessero sentirsi davvero intimiditi dalla sua presenza.

Per quanto riguarda l’aspetto del personaggio, al momento di introdurre il demone Valak nel film The Conjuring – Il caso Endfield, i produttori, gli sceneggiatori e il regista James Wan hanno optato per rivisitare le sembianze con cui tale creatura è nota. Secondo il mito, infatti, Valak è un demone associato ai serpenti, ed ha dunque somiglianze con questi rettili. Poiché la sua presenza nel film è però legata ad un monastero in Romania, come si vedrà poi in The Nun, si decise di dargli l’aspetto di una suora demoniaca e particolarmente spaventosa.

Dovendo spiegare come mai, tra tutte le rappresentazioni possibili del demone, è stata scelta una suora, James Wan ha così motivato la cosa: “essendo un’entità demoniaca che perseguita Lorraine, che la attacca, volevo qualcosa che minasse alla sua fede. Qualcosa che mettesse in pericolo l’incolumità di suo marito. E quindi in questo modo si è cementata nella mia testa l’idea di un’immagine religiosa.”

Valak suora

Valak: la vera storia dietro al demone

Per quanto riguarda la vera storia dietro al demone Valak, le prime descrizioni risalgono a testi come Piccola Chiave di Salomone, scritto nel XVII secolo. Questo contiene dettagliate informazioni su alcuni spiriti e dei rituali necessari per evocarli. Le sembianze di Valak variano poi di testo in testo, e ad esempio in Dictionnaire Infernal, del 1818, Valak assume le sembianze di un angelo alato che cavalca un drago a due teste. Tutte le fonti che citano il demone, tuttavia, sono concordi nell’assegnargli grandi poteri, tra cui la capacità di controllare i serpenti e di possedere il corpo umano.

La maggior parte dei testi in cui si parla di Valak, citano infatti il demone con l’appellativo di “Presidente”. Ciò sottolinea l’autorità per cui Valak è noto nel mondo demoniaco. La Piccola Chiave di Salomone, addirittura, lo indica come il Gran Presidente dell’Inferno. Secondo il testo, infatti, egli governerebbe su intere legioni di demoni. Tale autorevolezza rende Valak molto difficile da invocare, poiché non si concede se non a chi ritiene meritevole della sua presenza.

Come noto, i film della saga di The Conjuring sono liberamente ispirati ad eventi raccontati dai coniugi Ed e Lorraine Warren, ricercatori del paranormale. Nel corso della loro lunga attività, i due hanno affermato di essersi scontrati anche con il demone Valak, il quale sarebbe arrivato negli Stati Uniti dalla Romania dopo aver posseduto un uomo di nome Maurice Theriault. L’uomo, secondo quanto riportato dagli Warren, era capace di azioni sovrumane e si caratterizzava anche per spaventose manifestazioni corporali. Come per molti dei casi degli Warren, non ci sono prove effettive della loro veridicità, ma certo è che la fama di Valak come demone è sempre più estesa e presenta origini tutt’altro che recenti.

Fonte: IMDb, HistoryvsHollywood, Allthatsinteeresting

Val, il trailer ufficiale del documentario su Val Kilmer

0
Val, il trailer ufficiale del documentario su Val Kilmer

Amazon Prime Video ha diffuso in rete il primo trailer ufficiale di Val, documentario sulla vita dell’attore Val Kilmer. Chi è Val Kilmer? Lui è Batman, è Iceman, è Jim Morrison. Ed è un filmmaker da tutta la vita. Il film uscirà su Prime Video il prossimo 6 agosto.

Il trailer del documentario Val

Val Kilmer: Michael Mann, Josh Brolin, Francis Ford Coppola porgono il loro tributo

0

La notizia della morte di Val Kilmer ha generato saluti e tributi da tutto il mondo ma in particolare da Hollywood, dove colleghi e amici dell’attore ne hanno salutato il talento e lo spirito. L’attore, che ha interpretato Bruce Wayne in “Batman Forever“, e che ha interpretato Jim Morrison in “The Doors” di Oliver Stone e ha recitato in molti altri film preferiti degli anni ’80, è morto a 65 anni. Combatteva contro un cancro alla gola da diversi anni e una polmonite lo ha stroncato.

Michael Mann, che ha diretto Kilmer insieme a Robert De Niro, Al Pacino e Jon Voight nell’acclamato thriller d’azione del 1995 “Heat – La Sfida“, ricorda l’attore come colui che ha portato una “corrente potente” al cinema.

Mentre lavoravo con Val su ‘Heat’, mi sono sempre meravigliato della gamma, della brillante variabilità all’interno della potente corrente del carattere di Val che possiede ed esprime. Dopo così tanti anni in cui Val ha combattuto la malattia e ha mantenuto il suo spirito, questa è una notizia tremendamente triste“, ha detto Mann in una dichiarazione.

Josh Brolin ha pubblicato una foto di sé stesso con Kilmer su Instagram, scrivendo: “Ci vediamo, amico. Mi mancherai. Eri un petardo intelligente, stimolante, coraggioso e super creativo. Non ne sono rimasti molti così. Spero di vederti lassù in cielo quando finalmente ci arriverò. Fino ad allora, ricordi incredibili, pensieri adorabili”.

Anche Josh Gad ha reso omaggio su Instagram, pubblicando una foto di Kilmer nei panni di Tom “Iceman” Kazansky da “Top Gun”. Gad ha scritto: “RIP Val Kilmer. Grazie per aver definito così tanti film della mia infanzia. Eri davvero un’icona“.

Il leggendario studio di effetti visivi Industrial Light & Magic ha ricordato Kilmer con un post sul suo account Instagram ufficiale Threads. Il post recitava: “Siamo profondamente addolorati nell’apprendere della scomparsa del nostro amico e collega, Val Kilmer. Dai suoi ruoli memorabili come Madmartigan, Iceman, Doc Holliday e Jim Morrison, Val si è affermato come uno dei grandi. Ci mancherà profondamente e i nostri pensieri sono con la sua famiglia in questo momento”.

L’autore americano Don Winslow ha scritto su X: “Riposa in pace VAL KILMER. Un attore brillante e un brav’uomo”. Kilmer è stato un attore di primo piano negli anni ’80 e ’90, con ruoli da protagonista in “Top Gun“, “Real Genius“, “Tombstone“, “Heat” e “Il Santo“. È tornato brevemente in “Top Gun: Maverick” del 2021, sebbene non potesse più parlare a causa del cancro.

Nel 2021 è uscito un documentario sulla sua vita, “Val“. Suo figlio ha fornito la voce all’attore e il film ha utilizzato centinaia di ore di video che aveva registrato nel corso degli anni, offrendo uno sguardo rivelatore sui set su cui ha lavorato e mostrando l’attore come un pensatore introspettivo con l’anima di un artista.

Michael Mann su Val Kilmer

Josh Brolin ricorda il suo amico

Francis Ford Coppola sul talento di Val Kilmer

Addio Val Kilmer

Val Kilmer: 10 cose che non sai sull’attore

Val Kilmer: 10 cose che non sai sull’attore

Diventato famoso per il suo sguardo sexy e glaciale, Val Kilmer è stato uno dei Batman più amati del grande schermo. La sua è stata una carriera lunghissima, fatta di alti e bassi e di tanti successi.

Scopriamo insieme tutto quello che c’è da sapere su Val Kilmer, ripercorrendo tutte le tappe più importanti della sua carriera.

Val Kilmer film: gli inizi della sua carriera

10. Nato a Los Angeles, in California, Stati Uniti, Val Edward Kilmer è il secondo di tre figli. Dopo il divorzio dei suo genitori, a otto anni Val si trasferisce a San Fernando Valley con il padre, il fratello maggiore Mark e il fratello minore Wesley, mentre la madre si trasferisce in Arizona e inizia a lavorare come hostess.

Ma la vita a San Fernando Valley per Val diventa un vero incubo. Nel 1977 suo fratello minore muore annegato a soli 15 anni e nel 1993 tocca a suo padre, che viene a mancare quando Val ha poco più di trent’anni.

Val Kilmer, Meg Ryan, Kyle MacLachlan, and Frank Whaley in The Doors
Val Kilmer, Meg Ryan, Kyle MacLachlan e Frank Whaley in The Doors – Fonte: IMDB

9. E’ proprio in questo periodo molto difficile della sua vita, dopo la morte del fratello Wesley, che Val Kilmer si avvicina alla Chiesa Cristiano Scientista. Oltre a frequentare lo stesso liceo di Kevin Spacey e Mare Winningham, dopo il diploma, Val viene accettato alla Julliard School, famosa scuola di arte drammatica. Qui Kilmer studiare recitazione e comincia a sperimentare con il suo talento.

Durante i suoi anni alla Julliard, Val Kilmer si unisce alla compagnia teatrale, scrivendo e recitando in vari spettacoli. Grazie al suo talento di attore e giovane autore, viene notato dal regista Francis Ford Coppola che, nel 1983, gli offre una parte nel film I Ragazzi della 56a Strada, ruolo che Val rifiuta per non abbandonare il suo gruppo di teatro.

Val Kilmer nel film The Doors
Val Kilmer nel film The Doors – Fonte: IMDB

Quello stesso anno, partecipa a uno spettacolo a Broadway, dal titolo The Slab Boys, insieme a Kevin Bacon e Sean Penn e in più appare in un episodio della serie tv ABC Afternoon Specials al fianco di Michelle Pfeiffer. Ispirato dall’incontro con la giovane Michelle, qualche anno più tardi Val Kilmer pubblica un suo libro di poesie dal titolo My Edens After Burns, attualmente in vendita su Amazon per quasi 2500 euro.

Val Kilmer filmografia

8. Finalmente nel 1984 Val Kilmer debutta al cinema all’età di 24 anni nel film Top secret!, commedia diretta da Jim Abrahams, David Zucker e Jerry Zucker. Nel film Val interpreta il ruolo del protagonista, Nick Rivers, una star del rock americano che per sbaglio viene invitato a un festival musical nella Germania Est, in pieno clima di Guerra Fredda.

A quel primo film, negli anni ottanta, ne seguirono molti altri. In questo periodo Val Kilmer recita in Scuola di Geni (1985), Willow (1988), Killing Me Again (1989) e ovviamente Top Gun (1985).

 

7. Diretto da Tony Scott e prodotto dal grande Jerry Bruckheimer, Top Gun è un film d’azione divenuto un vero e proprio cult del cinema degli anni ottanta. Val Kilmer in Top Gun interpreta il pilota Tom “Iceman” Kazinsky, e recita al fianco di Tom Cruise e Anthony Edwards.

 

Val Kilmer, Rick Rossovich, Whip Hubley, and Barry Tubb in Top Gun
Val Kilmer, Rick Rossovich, Whip Hubley e Barry Tubb in Top Gun – Fonte: IMDB

7. Diretto da Tony Scott e prodotto dal grande Jerry Bruckheimer, Top Gun è un film d’azione divenuto un vero e proprio cult del cinema degli anni ottanta. Val Kilmer in Top Gun interpreta il pilota Tom “Iceman” Kazinsky, e recita al fianco di Tom Cruise e Anthony Edwards.

Tom Cruise, Val Kilmer, Tom Skerritt, Rick Rossovich, and Adrian Pasdar in Top Gun
Tom Cruise, Val Kilmer, Tom Skerritt, Rick Rossovich e Adrian Pasdar in Top Gun – Fonte: IMDB

Il film racconta la storia di Pete ‘Maverick’ Mitchell (Tom Cruise), pilota della marina militare americana, scelto insieme al suo Navigatore Nick ‘Goose’ Bradshaw (Anthony Edwards) a partecipare alla famosa e prestigiosa scuola Top Gun. La pellicola di Tony Scott segue tutte le fasi della formazione di Mavercik, dal durissimo addestramento fino al fatale incidente durante le esercitazioni e l’abbattimento degli aerei nemici. A movimentare i mesi di duro lavoro di Maverick ci sono i suoi compagni di viaggio e una storia d’amore molto speciale con una delle sue istruttrici, Charlotte “Charlie” Blackwood (Kelly McGillis).

Val Kilmer in Batman Forever

6. Negli anni novanta, Val Kilmer gira numerosi film tra cui The Doors (1991), Cuore di Tuono (1992), Una Vita al Massimo (1993), Una Bionda Tutta d’Oro (1993), Tombstone (1993), Le Ali del Coraggio (1995), Heat (1995) e ovviamente Batman Forever.

Terzo capitolo in ordine cronologico nella “saga” dei film dell’uomo pipistrello, Batman Forever, diretto nel 1995 da Joel Schumacher, segna la svolta nella carriera di Val Kilmer.

Val Kilmer and Pat Hingle in Batman Forever
Val Kilmer e Pat Hingle in Batman Forever – Fonte: IMDB

Nel film siamo in una Gotham City funestata dall’arrivo di due nuovi malvagi criminai, Due Facce e l’Enigmista. Il primo è l’ex procuratore distrettuale Harvey Dent (Tommy Lee Jones) ferito da un getto d’acido che ha lasciato il suo volto deturpato; mentre il secondo è Edward Nygma (Jim Carrey), ex dipendente della Wayne Enterprises, nonché inventore di uno strano apparecchio chiamato The Box, capace di manipolare le onde cerebrali delle persone. Entrambi hanno giurato di distruggere Gotham City, la città che li ha fagocitati e poi risputati, e di vendicarsi di Batman.

Val Kilmer in Batman Forever
Val Kilmer in Batman Forever – Fonte: IMDB

Non sapendo come fermare questi due inarrestabili criminali, il detective James Gordon (Pat Hingle) chiede aiuto all’Uomo Pipistrello che, per l’occasione potrà avvalersi di un aiuto in più. Si tratta di Robin, alias Dick Grayson (Chris O’Donnell), giovane protetto di Bruce Wayne la cui famiglia è stata decimata dal perfido Due Facce. Il ragazzo, aiutato dal maggiordomo di casa Wayne, Alfred (Michael Gough), si trasforma in Robin, un secondo giustiziere mascherato, correndo in soccorso di Batman.

Jim Carrey and Tommy Lee Jones in Batman Forever
Jim Carrey e Tommy Lee Jones in Batman Forever – Fonte: IMDB

Il film, pur non essendo all’altezza dei primi due capitoli della saga, Batman e Batman Il Ritorno, entrambi diretti da Tim Burton, diventa comunque un grande successo e quell’anno porta a casa ben tre candidature agli Oscar per miglior fotografia, miglior sonoro e miglior montaggio sonoro.

Val Kilmer in Il Santo

5. Gli anni novanta continuano senza sosta per Val Kilmer che continua a passare da un progetto a un altro. In questo periodo l’attore recita in film come Heat – La Sfida (1995), Dead Girl (1996), L’Isola Perduta (1996), Spiriti nelle Tenebre (1996), A Prima Vista (1999), Joe The King (1999) e in ultimo Il Santo.

Diretto da Phillip Noyce nel 1997, Il Santo è un film d’azione diventato negli anni un vero cult di genere. Il suo protagonista è ispirato al personaggio letterario di Simon Templar, detto appunto il Santo, nato nel 1928 dalla penna di Leslie Charteris con il romanzo giallo Meet The Tiger.

Val Kilmer and Elisabeth Shue in The Saint
Val Kilmer e Elisabeth Shue in The Saint – Fonte: IMDB

Il film racconta la storia di Simon Templar (Val Kilmer), un ladro molto astuto e dai modi sofisticati che opera su scala internazionale ed è in grandi di depistare chiunque lo insegua grazie alla sua straordinaria abilità nel cambiare identità.
Lavorando su commissione, Simon è veloce e non commette errori e passa continuamente da un lavoro all’altro viaggiando per il mondo. In uno dei suoi lavori sotto falso nome incontra la dottoressa Emma Russell (Elisabeth Shue) che travolgerà la sua perfetta routine criminale.

4. Negli anni duemila Val Kilmer continua la sua scalata dell’impero hollywoodiano, un film alla volta. Tra i suoi progetti più importanti ricordiamo Pollock (2000), The Missing (2003), Nella Mente del Serial Killer (2004), Alexander (2004), Kiss Kiss Bang Bang (2006), Conspiracy (2008), ll cattivo tenente – Ultima chiamata New Orleans (2009), MacGruber (2010) – commedia in cui recita al fianco di Will ForteMister Vendetta (2010), Twixt (2011), Wyatt Earp – La Leggenda (2012), Song to Song (2017), L’uomo di neve (2017) e ovviamente Top Gun: Maverick (2020).

Val Kilmer in Top Gun 2

3. A distanza di trentacinque anni dal primo film Val Kilmer nel 2020 si trova nuovamente a interpretare il ruolo di Tom “Iceman” Kazinsky nel sequel di Top Gun, dal titolo Top Gun – Maverick.

Jennifer Connelly and Tom Cruise in Top Gun - Maverick
Jennifer Connelly and Tom Cruise in Top Gun – Maverick – Fonte: IMDB

A più di trent’anni dalla scomparsa di Goose, suo compagno di volo, Maverick (Tom Cruise) è diventato uno dei nuovi istruttori della scuola di piloti Top Gun. Tra le nuove reclute dell’accademia, trova anche Bradley (Miles Teller), figlio del defunto Goose, che cerca di diventare pilota proprio come suo padre. Sarà quindi compito di Maverick addestrarlo e fargli da mentore durante la sua formazione.

Al cast del film, diretto da Joseph Kosinski, oltre a Tom Cruise e Val Kilmer che riprendono i loro vecchi ruoli, si aggiungono anche Miles Teller, Jennifer Connelly, Glen Powell e il grande Ed Harris.

Miles Teller in Top Gun - Maverick
Miles Teller in Top Gun – Maverick – Fonte: IMDB

Nonostante le riprese di Top Gun – Maverick siano finite ormai già lo scorso anno, a causa della pandemia di Corona Virus ancora in corso, l’uscita del film, prevista per il 2020, è stata posticipata di un altro anno, al 2 luglio del 2021.

Val Kilmer e la malattia: lotta contro il cancro

2. Guardando alla carriera di Vale Kilmer dagli inizi ad oggi, si nota una sostanziale discrepanza in termini quantitativi tra gli anni ottanta-novanta e gli anni duemila. La carriera dell’attore ‘losangelino’ ha infatti subito un rallentamento causato da una terribile malattia.

Nel 2014, a Val Kilmer è stato diagnosticato un tumore aggressivo alla gola, notizia che lo stesso attore ha reso nota via social. Così come racconta nel suo libro di memoria, dal titolo I’m Your Huckleberry, l’attore aveva disturbi alla gola già da tempo, segnali che ha trascurato fino quasi al punto di non ritorno. Una notte, infatti, racconta di essersi svegliato all’improvviso iniziando a tossire sangue; dopo aver chiamato il 911 è stato portato in ospedale dove gli esami hanno evidenziato una massa cancerosa proprio alla gola.

Val Kilmer ha combattuto per anni quel cancro così aggressivo affidandosi alla medicina e alla chemioterapia ma anche alla preghiera; l’attore è sempre stato molto religioso e crede siano state proprio le costanti preghiere sue e dei suoi cari a farlo guarire. Oggi Val Kilmer, all’età di sessant’anni, ha l’aspetto segnato dal tempo e dalle sofferenze causate dalla malattia, eppure continua a lottare e a fare quello che gli riesce meglio, recitare.

1. Per restare sempre aggiornati sulla vita professionale e privata di Val Kilmer, seguite il suo profilo Instagram ufficiale.

 

Fonte Wiki, IMDB, Il Giornale

Val Kilmer ed Anthony Edwards tra le voci di Planes

0
Val Kilmer ed Anthony Edwards tra le voci di Planes

Proseguono gli aggiornamenti sul cast delle voci del nuovo lungometraggio Disney: ultimi arrivati, Val Kilmer ed

Val Kilmer condivide una foto dell’originale Top Gun, in attesa di Maverick!

0

Manca sempre meno all’uscita di Top Gun: Maverick e molta dell’attesa intorno al film riguarda anche la curiosità di capire in che modo è stato inserito nel film il cameo annunciato di Val Kilmer, che nel film originale interpretava Tom “Iceman” Kazansky.

Lo stesso Val Kilmer ha condiviso un’immagine di lui e Tom Cruise con il cast dell’originale Top Gun e i loro consiglieri della Marina. Anthony Edwards (Goose) e Tom Skerritt (Viper), sono alcuni degli altri volti importanti nella foto. Guarda lo snap qui sotto:

Top Gun: Maverick, il film

Il Tenente Pete “Maverick” Mitchell (Tom Cruise), tra i migliori aviatori della Marina, dopo più di trent’anni di servizio è ancora nell’unico posto in cui vorrebbe essere. Evita la promozione che non gli permetterebbe più di volare, e si spinge ancora una volta oltre i limiti, collaudando coraggiosamente nuovi aerei. Chiamato ad addestrare una squadra speciale di allievi dell’accademia Top Gun per una missione segreta, Maverick incontrerà il Tenente Bradley Bradshaw (Miles Teller), nome di battaglia “Rooster”, figlio del suo vecchio compagno di volo Nick Bradshaw “Goose”. Alle prese con un futuro incerto e con i fantasmi del suo passato, Maverick dovrà affrontare le sue paure più profonde per portare a termine una missione difficilissima, che richiederà grande sacrificio da parte di tutti coloro che sceglieranno di parteciparvi.

Nel cast del film ci sono Tom CruiseMiles Teller, Val Kilmer, Jennifer Connelly, Glen Powell, Jon Hamm ed Ed Harris. Top Gun: Maverick arriverà al cinema il 25 maggio.

Vado a vivere da solo di Marco Risi

0
Vado a vivere da solo di Marco Risi

Vado a vivere da solo è il film del 1982 di Marco Risi con Jerry Calà, Enzo Salvi, Lando Buzzanca

Giacomo, Giacomino per i genitori iperprotettivi, è un ventiseienne milanese studente fuoricorso. Al suo compleanno mamma e papà gli promettono “qualunque cosa” e lui, colta la palla al balzo, chiede d’andare a vivere da solo. Per i genitori, specie per la mamma, è un autentico dramma. Affitta un appartamento malconcio all’ultimo piano di un palazzo senza ascensore, il cui proprietario è partito per l’India, seguendo una moda diffusa tra i giovani dell’epoca. E lo arreda con mobili di seconda mano, ma con un tocco spiccato di originalità, sia per i colori scelti quanto per gli oggetti strani sparsi qua e là per la casa.

Su tutti, il mitico Wc che suona e s’illumina quando ci si siede sopra. Inizia la sua avventura da scapolo gaudente, ma deve purtroppo sopportare le visite “pedagogiche” dell’invadente signor Giuseppe, ex vicino di casa cacciato dalla moglie. Presto quest’effimera vita viene rotta dall’arrivo di Françoise, amica del proprietario di casa, bella francese alla ricerca dell’uomo giusto, che inizialmente non si accorge dei sentimenti che Giacomino prova per lei e che tenta timidamente di dimostrarle.

Questo film del 1982 segna l’esordio come regista di Marco Risi, che cambierà presto registro nei suoi lungometraggi dedicandosi a film principalmente a sfondo sociale o d’inchiesta. Risi si avvale di attori in quel periodo in pieno successo e popolarità, quali Jerry Calà, nei panni del buffo protagonista Giacomo, Lando Buzzanca, l’invadente vicino signor Giuseppe e di Francesco Salvi, il depresso amico-collega di Giacomo. A loro va aggiunta la graziosissima Elvire Audray, nei panni di Françoise.

Vado a vivere da solo si colloca in quel lungo filone del Cinema italiano costituito da commedie spensierate, partito proprio a inizio anni ’80. Film leggeri, esilaranti, demenziali, talvolta trash e volgari, che presero il posto dei film erotici anni ’70, ormai soppiantati dai film hard. Ma la presente pellicola si differenzia da molte altre di questo calderone perché mai volgare o eccentrica, bensì comica e colorita al punto giusto.

Vado a vivere da solo è quanto mai attuale, dato che tratta una piaga delle attuali generazioni: le difficoltà di lasciare il tetto familiare, vuoi per motivi economici, vuoi per quel (in)sano atteggiamento iperprotettivo dei genitori italiani. Specie quelli del sud. Anzi, si può dire che Risi, coadiuvato nella sceneggiatura dal re delle commedie, Enrico Vanzina, e dallo stesso Jerry Calà, abbia perfino anticipato un fenomeno: quello della proliferazione dei mammoni “alla Giacomino” in Italia, i bamboccioni.

Un film consigliato dunque per chi vuole passare un’ora e mezza spensierata, senza volgarità, impreziosita dalla verve comica di Jerry Calà, con le sue inconfondibili gestualità e mimiche facciali, nonché le sue battute imprevedibili e che sembrano (o forse lo sono davvero) spontanee e fuori copione. Ad aggiungersi all’ilarità di Cala’ ci sono anche la verve di un attore consolidato quale Lando Buzzanca, e la timida spalla di un giovanissimo Francesco Salvi.

Vado a vivere da solo ha avuto anche un sequel: Torno a vivere da solo, nel quale Giacomino è ormai adulto, sposato con due figli, affermato agente immobiliare. Divorzia dalla partenopea moglie Francesca e intraprende una vita da scapolo incallito. Ma ovviamente, anche qui i pasticci non mancano. Un sequel che risente della stanca riproposizione delle caratteristiche del primo film, ma soprattutto, dell’eccessivo lasso di tempo intercorso col primo episodio. Ben 16 anni.

Vacation: teaser poster ufficiale con Ed Helms

0

Dopo avervi mostrato il primo trailer ufficiale con un Chris Hemsworth a torso nudo e con i suoi “gioielli” in mostra (potete vederlo qui), è arrivato online anche il teaser poster di Vacation, il prossimo film comico con Ed Helms sulla falsa riga di Come ti spaccio la famiglia. Potete vederlo di seguito:

vacationteaserposter

Vacation, reboot del franchise National Lampoon’s Vacation, uscirà al cinema il prossimo 9 ottobre. Ed Helms interpreterà il protagonista del film, Rusty Griswold, mentre Christina Applegate sarà sua moglie. Chevy Chase e Beverly D’Angelo, protagonisti della saga originale, appariranno in un cameo. La pellicola sarà diretta da John Francis Daley e Jonathan Goldstein, che ne hanno anche scritto la sceneggiatura.Chris Hemsworth interpreterà il marito della sorella di Rusty (Helms), Audrey (ruolo che non è stato ancora coperto), mentre Charlie Day apparirà in un cameo nei panni di una guida di rafting. Le riprese del film inizieranno a Settembre.

National Lampoon’s Vacation è una saga comedy iniziata nel 1983 con il film omonimo diretto da Harold Ramis. Il franchise segue le avventure della famiglia Griswold, composta da papà Clark (Chevy Chase), mamma Ellen (Beverly D’Angelo) e i loro due figli. Il primo film della serie è stato seguito da altre tre pellicole e da uno spin-off.

Vacation: il nuovo poster del film con Ed Helms

0

In anteprima, uno sguardo al nuovo poster di Vacation, commedia americana scritta e diretta da John Francis Daley (Bones, Freaks and Geeks) e Jonathan Goldstein (The Incredible Burt Wonderston). Il reboot della commedia del 1983 di Harold Ramis, National Lampoon’s Vacation, vede tra i protagonisti Ed Helms , Christina Applegate , Leslie Mann e Chris Hemsworth.

vacationposter1Il film segue le avventure di Rusty (protagonista dell’originale) cresciuto, sposato e con una famiglia propria. Preoccupato che i suoi figli James (Skyler Gisondo) e Kevin (Steele Stebbins) si fossilizzino a casa, organizza una vacanza con loro e la moglie Debbie (Christina Applegate).

Il viaggio attraversa il paese fino a Walley-World, il parco a tema che suo padre ha cercato di raggiungere anni prima. E lungo il tragitto, Rust si ferma a visitare proprio la sua famiglia: il padre Clark (Chevy Chase) e la madre Ellen Griswold (Beverly D’Angelo), la sorella Audrey (Leslie Mann) e suo marito Stone Crandall (Chris Hemsworth).

Nel cast anche Keegan Michael Key, Nick Kroll, Charlie Day, Regina Hall e Kaitlin Olson.
Vacation sarà nelle sale americane il 13 novembre.

Fonte: Empire

Vacanze di Natale batte tutti al botteghino. Sua la media copia più alta in Italia

0

Dopo 40 anni Vacanze di Natale batte tutti al botteghino con la media copia più alta d’Italia e quasi 500.000 euro d’incasso in un solo giorno. Ieri, sabato 30 dicembre, in tantissime sale si è registrato il sold out per la commedia cult di Natale firmata da Carlo Vanzina, prodotta dalla Filmauro di Luigi e Aurelio De Laurentiis e distribuita nelle sale, in versione restaurata e rimasterizzata, da Nexo Digital a 40 anni dall’uscita al cinema del film. I cinema si sono riempiti di appassionati che hanno accolto l’invito a scegliere un dress code rigorosamente ispirato agli anni Ottanta e che hanno cantato, ballato e recitato a memoria le battute più celebri del film.

Così, per accontentare i tanti fan che non sono riusciti a rivederlo, VACANZE DI NATALE in versione restaurata e rimasterizzata tornerà nelle sale solo per un altro giorno il prossimo 6 gennaio. L’elenco delle sale e i biglietti in prevendita saranno a breve disponibili su nexodigital.it.

Uscito al cinema nel dicembre del 1983, “Vacanze di natale riconquista il grande schermo per una giornata unica: il VACANZE DI NATALE DAY è infatti uno speciale appuntamento nelle sale pensato per radunare tutti i fan che ne conoscono a memoria le battute e le scene più esilaranti e che ne ricordano perfettamente la colonna sonora in cui sono presenti alcuni dei brani più celebri di tutti gli anni Ottanta.

Celebrando al cinema i 40 anni di un film che ha fatto ridere e divertire intere generazioni, l’appuntamento al cinema è anche il momento per rivivere un rito che per molti anni ha accompagnato i tradizionali festeggiamenti natalizi italiani: andare al cinema in compagnia di amici e familiari per vedere un film tutti insieme.

Vacanze di Natale” diretto nel 1983 da Carlo Vanzina, scritto insieme a suo fratelloEnrico, è una commedia cult, patrimonio dell’immaginario del nostro Paese. Ambientata a Cortina d’Ampezzo e ritmata da una colonna sonora che ha fatto epoca, fotografa con umorismo e leggerezza l’Italia di allora avvalendosi di un cast memorabile: Jerry Calà, Christian De Sica, Claudio Amendola, Stefania Sandrelli, Karina Huff, Guido Nicheli, Riccardo Garrone, Mario Brega, Marilù Tolo, Antonellina Interlenghi, Moana Pozzi e tantissimi altri divertenti interpreti della commedia italiana. Gli arricchiti e i periferici romani, gli sbruffoni milanesi, i pianobar, le cene di Natale, le piste innevate, le gare di sci, le comitive giovanili, le battute fulminanti, fanno di questo film un piccolo romanzo generazionale su come eravamo. E forse su come vorremmo ancora essere.

Vacanze di Natale a Cortina: recensione del film

Vacanze di Natale a Cortina: recensione del film

La squadra del film di Natale quest’anno torna “sul luogo del delitto”, con Vacanze di Natale a Cortina, come lo ha definito lo stesso Neri Parenti in conferenza stampa: quello Cortina d’Ampezzo dove tutto cominciò nel lontano 1983 con Vacanze di Natale di Carlo Vanzina. E ad affiancare il regista toscano ci sono alla sceneggiatura proprio i fratelli Vanzina. Si ricostituisce dunque il terzetto che già collaborò per Vacanze di Natale ’95. L’intento dichiarato è riportare l’italianità nel film, abbandonare l’esotico per il nostrano, che vuol dire anche tornare alla commedia di costume, a prendere di mira i modi e le mode della società italiana attuale.

Vacanze di Natale a Cortina, il film

Atmosfera pienamente natalizia dunque stavolta, che punta sulle varie facce e situazioni di una commedia indubbiamente corale. Al centro, la vicenda della coppia alto borghese, Christian De Sica, nei panni dell’avvocato Roberto Covelli, e sua moglie Elena (Sabrina Ferilli): lui è stanco della sua vita da donnaiolo e vorrebbe riconquistare la moglie, che però proprio ora sembra tradirlo. Ma ci sono anche i popolani arricchiti grazie a un gioco a premi, che spendono tutto in una vacanza a Cortina, sperando di incontrare persone famose (Giuseppe Giacobazzi/Andrea e Katia Follesa/Wanda), e i loro parenti (Brunella/Valeria Graci e Massimo/Ricky Memphis) che li raggiungono sulla neve per innescare una lotta senza quartiere a colpi di lusso e vips. Infine c’è l’ingegner Brigatti/Ivano Marescotti, che rappresenta una compagnia del Gas e durante le vacanza deve a tutti i costi chiudere un accordo con un magnate russo per la fornitura di energia all’Italia, se non vuole rischiare il suo posto. Lo affianca il suo autista siciliano di nome Lando/Dario Bandiera, che lo metterà ulteriormente nei guai.

Dunque, si gioca sulle diverse provenienze, sia in termini di estrazione sociale, sia in termini geografici, puntando forse su una comicità più “adulta” rispetto alle “gag meccaniche” delle pellicole precedenti. Molto è basato sullo scambio di battute comiche, sugli equivoci, sulla comicità di situazione. Si ride in effetti in vari momenti, anche da chi come la sottoscritta, si aspettava poco o nulla dal “cinepanettone”. Anche se, intendiamoci, non si tratta certo di una comicità o di un’ironia raffinate. E non mancano anche battute scontate o banali. Diciamo che, quanto meno, c’è un’alternanza di questi due aspetti. Il cast, oltre a De Sica – che padroneggia l’ormai collaudatissimo ruolo dell’italiano un po’ cialtrone, cinico e misogino, che alla fine però riesce a farsi ben volere (nei momenti migliori ci ricorda Alberto Sordi) – e alla Ferilli, a suo agio in territori comici  da diverso tempo, dà nel complesso buone prove. Ivano Marescotti veste al solito in modo impeccabile i panni della “canaglia”, mentre Bandiera è in bilico tra la recitazione cinematografica e la comicità da sketch. Funziona la coppia Graci-Memphis, un po’ meno quella Giacobazzi-Follesa (che risente forse troppo di una comicità “alla Zelig”). Efficaci poi alcune caratterizzazioni azzeccate di personaggi come il receptionist dell’albergo o la domestica filippina.

Sceneggiatura di Parenti e dei fratelli Vanzina, dagli esiti discontinui. Si è voluto tornare a fotografare certi attuali vizi e mode italiani, il che contiene in sé un elemento di riflessione, se non di critica: l’abuso del social network, la smania della gente comune per un contatto – anche breve ed effimero – con la celebrità o con chi ne fa parte (con numerosi vips nel ruolo di sé stessi). Anche se a volte sembra ci sia più un ammiccamento complice a quanti seguono quelle mode. Così come l’attenzione riservata alla donna, trattata secondo Neri Parenti qui diversamente che negli altri film (“credo che questo film, forse per la prima volta, piacerà anche molto alle donne, perché sono trattate in maniera diversa rispetto al passato”), da una parte ci dispensa dall’esposizione ridondante di anatomie femminili, dall’altra finisce per rientrare comunque negli stereotipi, solo che accanto a quello del marito fedifrago, o dello scapolo donnaiolo, ora c’è anche quello della donna cornificatrice, e/o creduta tale. Il ricorso a vari dialetti d’Italia, è senza dubbio una risorsa, ma la contrapposizione nord-sud è abusata, e nei dialoghi qualche scivolata c’è. Si sconta poi una certa ripetitività di alcuni meccanismi comici.

Altra nota un po’ dolente, la presenza di svariati marchi che si fa sentire e vedere in più punti: a partire dall’albergo dov’è girato il film, ai marchi di automobili, alle attrezzature sportive, ai ristoranti di Cortina … Non è detto che chi va al cinema abbia voglia di assistere con frequenza a riferimenti pubblicitari nel film. Tuttavia, lo si è detto in apertura, seduti sulla vostra poltrona potrete farvi certo qualche risata; è da apprezzare lo sforzo del cambiamento di rotta, ed è stata senz’altro buona l’idea del ritorno alle origini, che ha prodotto effetti positivi. La pellicola sarà da oggi nelle sale italiane, prodotta, al solito, dalla Filmauro di Aurelio e Luigi De Laurentiis.

V/H/S/99: trailer del prossimo film horror antologico

0
V/H/S/99: trailer del prossimo film horror antologico

È stato rilasciato un trailer ufficiale di  V/H/S/99 , che offre ai fan della serie di antologia horror in corso di Shudder uno sguardo su cosa possono aspettarsi da questo nuovo capitolo. V/H/S/99 uscirà esclusivamente tramite Shudder negli USA il 20 ottobre. Al momento non sappiamo se il film arriverà ance in Italia.V/H/S/99 si rifà agli ultimi giorni del punk rock analogico delle VHS, mentre compie un gigantesco balzo in avanti nell’infernale nuovo millennio”, si legge nella sinossi del film. “In V/H/S/99 , l’home video di un adolescente assetato porta a una serie di orribili rivelazioni.” 

Anche l’ultimo  film V/H/S ,  V/H/S/94 , si è tuffato nel mondo degli anni ’90 quando è stato distribuito lo scorso anno. Quel film comprendeva anche un’ampia varietà di cortometraggi creativi, inclusi cortometraggi su uno scienziato squilibrato che crea un ibrido meccanico-umano, un gruppo di cacciatori di vampiri e altro ancora. Guarda il trailer ufficiale di  V/H/S/99 qui sotto:

V/H/S Viral trailer dell’ultimo film della trilogia horror V/H/S

0
V/H/S Viral trailer dell’ultimo film della trilogia horror V/H/S

vhs

Arriva online il primo trailer e il poster per V/H/S Viral ultimo film della trilogia V/H/S.
Anche questo film, come i precedenti, è diviso in segmenti a tematica comune (per questo film sarà la voglia di successo dei giovani della generazione-internet) ma con diversi registi, che per questo capitolo sono: Marcel Sarmiento (Deadgirl, the incredible The ABCs of Death segment “D Is for Dogfight”), Nacho Vigalondo (Timecrimes, Extraterrestrial), Gregg Bishop (The Other Side, Dance of the Dead), Todd Lincoln (The Apparition), e la coppia Justin Benson & Aaron Moorhead (Resolution, Spring).

[iframe src=”http://www.metacafe.com/embed/11347558/” width=”640″ height=”360″ allowFullScreen frameborder=0][/iframe]

VHS VIRAL

Fonte: Bloody Disgusting

V per Vendetta: Natalie Portman tornerebbe volentieri nel sequel

0
V per Vendetta: Natalie Portman tornerebbe volentieri nel sequel

Intervistata da BuzzFeed in occasione dell’uscita del documentario Eating Animals da lei prodotto, Natalie Portman si è detta disponibile a tornare in un eventuale sequel di V per Vendetta, il film che la vide protagonista nel 2005 insieme a Hugo Weaver.

Nell’ormai celebre adattamento della graphic novel omonima di Alan Moore e David Lloyd, l’attrice interpretava Evey Hammond, orfana e sopravvissuta all’odio verso il governo dell’anarchico V. Un ruolo iconico per la Portman che all’epoca delle riprese dovette radersi tutti i capelli.

Così, quando le è stato chiesto di quale film farebbe volentieri un sequel, la risposta è stata piuttosto veloce: “V per Vendetta“.

V per Vendetta – Natalie Portman aperta all’idea di un sequel

Di seguito la sinossi del film:

In un futuro alternativo la Germania, vincitrice della seconda guerra mondiale, ha trasformato la Gran Bretagna in un paese nazista, governato con il pugno di ferro da una tirannia mediatica degna di un romanzo orwelliano. Contro questo regime totalitario si scaglia un misterioso uomo mascherato: carismatico e spietato, straordinariamente esperto dell’arte del combattimento e dell’inganno, “V” provoca una serie di atti terroristici cercando di esortare i suoi concittadini a ribellarsi alla tirannia e all’oppressione. In questa sua lotta solitaria il giovane troverà una inaspettata alleata, Evey Hammond, una ragazza salvata dalle grinfie della polizia segreta.

V per Vendetta: la spiegazione del finale del film

V per Vendetta: la spiegazione del finale del film

Cosa succede alla fine del dramma politico distopico del 2005, V per Vendetta? Diretto da James McTeigue e sceneggiato dalle sorelle Wachowski, il film è ambientato in un futuro alternativo che ruota attorno a un regime totalitario neofascista nordico e alla figura di V (Hugo Weaving), un anarchico mascherato che vuole spingere il Regno Unito verso un cambiamento rivoluzionario. Allegoria dell’oppressione alimentata dal governo e della tirannia statale, V per Vendetta è ambientato nel 2020, dove il mondo è in subbuglio come mai prima d’ora, mentre una pandemia devasta l’Europa e tutti i gruppi di minoranza, compresi gli atei e gli ebrei, sono considerati “indesiderabili” e vengono cacciati e giustiziati.

Il 4 novembre, V, che indossa sempre una maschera di Guy Fawkes, salva la giornalista televisiva Evey Hammond (Natalie Portman) dall’assalto della polizia segreta dello Stato, che poi assiste al piano di V in azione, che prevede la demolizione dell’Old Bailey, tra fuochi d’artificio e l’Ouverture 1812 di Tchaikovsky, scritta per commemorare la ritirata di Napoleone da Mosca. Nel frattempo, l’ispettore Finch (Stephen Rea) di Scotland Yard guida la ricerca del vigilante mascherato V e mira a porre fine ai suoi piani radicati nella ribellione. Nel corso del tempo, si rafforza la roccaforte del partito Norsefire, che non lascia nulla di intentato per quanto riguarda la violazione della privacy, la sorveglianza intrusiva e la formazione dell’opinione pubblica attraverso la narrazione controllata dei media.

L’autorità del governo viene ripetutamente sfidata da V, che emerge come unico simbolo di cambiamento e ribellione per le masse, strettamente associato all’immagine di Guy Fawkes. Tra i piani di V per distruggere il Parlamento il 5 novembre e aizzare la popolazione contro il governo, Evey subisce una metamorfosi estrema, giocando un ruolo vitale negli eventi del Guy Fawkes Day. Sebbene quasi tutte le opere di narrativa distopica siano raramente previsioni del futuro, ma piuttosto critiche dei tempi in cui sono state scritte, V for Vendetta rimane inquietantemente attuale, riecheggiando gli eventi in cui il mondo è attualmente coinvolto.

V per Vendetta è tratto da una graphic novel

V for Vendetta è basato sull’omonima graphic novel scritta da Alan Moore, noto anche per aver creato Watchmen. Sebbene l’adattamento cinematografico si basi in buona parte sul romanzo di Moore, il film si discosta notevolmente in termini di contesto politico, simbolismo e finale. Il regime totalitario di Moore è radicato negli anni ’90, in un mondo che si sta ancora riprendendo da una guerra nucleare mortale, in cui il conflitto centrale tra l’enigmatico V e il governo è emblematico dei punti di vista contrastanti di fascismo e anarchismo. Mentre il film rimodella questo conflitto centrale per adattarlo meglio all’atmosfera sociopolitica del suo tempo, cosa che ha portato Moore a giudicarlo negativamente.

John Hurt e Roger Allam in V per Vendetta
John Hurt e Roger Allam in V per Vendetta © 2006 – Warner Bros. All rights reserved.

Cosa rappresenta la V in V per Vendetta

Quando V viene introdotto per la prima volta in V for Vendetta durante il tentativo di aggressione di Evey da parte della polizia segreta, interviene emergendo dall’ombra e citando drammaticamente quanto segue: “Le molteplici malvagità della natura sciamano su di lui. Disdegnando la fortuna con il suo acciaio brandito che fumava per la sanguinosa esecuzione”. Questi versi tratti dal Macbeth di William Shakespeare, Atto I, Scena II, in cui viene descritta la spavalderia di Macbeth in battaglia, sono scelti deliberatamente da V, in quanto stabiliscono la dualità con cui viene percepito il suo personaggio.

Le sue azioni possono quindi essere viste contemporaneamente come radicate nel terrorismo e nell’eroismo, e queste righe rivelano anche il paradigma teatrale della sua identità. Sebbene le sue origini e la sua vera identità non vengano mai rivelate, V, a un certo punto, è stato un detenuto del campo di reinsediamento di Larkhill, dove è stato sottoposto a orribili esperimenti che gli hanno provocato uno sfregio facciale e capacità fisiche quasi sovrumane. Essendo l’unico sopravvissuto a questa tragedia, il prigioniero della Stanza V (cinque) assume l’identità di V, che diventa più un simbolo dell’uomo comune che una persona con un obiettivo.

Alan Moore pone deliberatamente le azioni di V come moralmente ambigue, in quanto trascorre anni a pianificare la sua vendetta contro Norsefire. Nel film, V interrompe una trasmissione di propaganda e si presenta alle masse, proponendo il suo piano di sovversione e rivolta per il 5 novembre, che gli permette di evolversi in un simbolo di resistenza contro la tirannia e di speranza per un mondo più libero. In questo modo getta il seme dell’idea che le persone non debbano rannicchiarsi per paura dei loro governi e della nascita di un’utopica società anarchica nel prossimo futuro. “Le idee sono a prova di proiettile”, osserva V a un certo punto.

Natalie Portman e Hugo Weaving in V per Vendetta
Natalie Portman e Hugo Weaving in V per Vendetta © 2006 – Warner Bros. All rights reserved.

Il che si rivela vero, poiché anche dopo la sua morte, l’immagine di Guy Fawkes non si erode né si affievolisce, e la sua identità viene assunta da migliaia di persone che prendono d’assalto il Parlamento prima di farlo saltare. Alla fine di V per Vendetta, quando Finch chiede a Evey dell’identità di V, lei risponde semplicemente: “Era tutti noi”, consolidando il simbolismo che chiude il cerchio. Nel mondo reale, la maschera di Guy Fawkes di V si è trasformata in un simbolo di rivoluzione, come dimostra la sua adozione da parte del collettivo internazionale di hacktivisti Anonymous e la sua apparizione in protezione durante Occupy Wall Street e la rivoluzione egiziana.

Il significato della Congiura delle Polveri

Il Gunpowder Treason Plot (Congiura delle Polveri) del 1605, un attentato sventato contro il re Giacomo I e l’esplosione della Camera dei Lord il 5 novembre, assume un’importanza centrale nella trama di V per Vendetta. V utilizza questo evento come ispirazione storica, che si riflette nelle sue ideologie, nel suo linguaggio e nel suo aspetto, poiché l’uso della maschera di Guy Fawkes ha una funzione sia pratica che simbolica. La maschera non solo oscura la sua identità e lo trasforma in un’idea, ma funge anche da catalizzatore per la rivolta, alimentata dai seguenti versi:

Ricorda per sempre il 5 novembre, il giorno della congiura delle polveri contro il parlamento. Non vedo perché di questo complotto nel tempo il ricordo andrebbe interrotto”.

Oltre a questo, il film fa riferimento a tre cospiratori della Congiura delle Polveri attraverso i personaggi di Rookwood, Percy e Keyes, e fa un parallelo con Il conte di Montecristo di Alexandre Dumas, paragonando V a Edmond Dantès. Man mano che la narrazione procede, l’arrivo del 5 novembre è impregnato di urgenza, poiché segna l’inizio della fine per il governo neofascista del film e per i suoi modi totalitari. Il 5 novembre è ancora oggi celebrato in Gran Bretagna come Guy Fawkes Day, anche se in un contesto diverso, per ricordare il fallimento del complotto, con spettacoli pirotecnici e falò per commemorare l’evento.

Hugo Weaving in V per Vendetta
Hugo Weaving in V per Vendetta © 2006 – Warner Bros. All rights reserved.

Il vero significato del finale di V per Vendetta

All’approssimarsi del 5 novembre, V distribuisce quindi migliaia di maschere di Guy Fawkes tra il pubblico, scatenando un incidente che coinvolge l’omicidio di un bambino che indossa la maschera da parte di un membro della polizia segreta. Incoraggiate dall’immagine di V e dall’atto efferato commesso davanti a loro, le masse superano la paura e avanzano verso il poliziotto per fare giustizia. Alla vigilia del 5 novembre, Evey fa visita a V, che rivela un treno pieno di esplosivi nella metropolitana di Londra, lasciando a lei la decisione di usarli, poiché non vuole dare forma a un futuro di cui potrebbe far parte.

Ciò dimostra che V era preparato alla morte imminente per mano dello Stato e l’aveva accettata grazie alla sua convinzione che la morte di un uomo non uccide l’idea che sta dietro di lui o ciò che rappresenta.  Prima di morire, V professa il suo amore per Evey. Nel frattempo, Finch, disilluso dal regime del partito, permette a Evey di inviare il treno carico di esplosivo per far saltare in aria il Parlamento. Prima di morire, V crea un vuoto di potere eliminando tutti coloro che sono al potere, lasciando il personale militare incaricato di difendere il Parlamento privo di direzione e di leadership.

Come da lui immaginato, una folla di cittadini ammantati e mascherati da Guy Fawkes marcia davanti a loro mentre il Parlamento esplode e i fuochi d’artificio illuminano i volti dei presenti. Il finale è catartico e potente, poiché l’immortalità dell’idea di V si realizza pur accogliendo le diverse interpretazioni e il significato di ogni singolo membro della folla. V per Vendetta è dunque un grido d’appello per la voce del popolo, che si solleva verso la fine per combattere la sorveglianza del governo, la manipolazione dei media e la politica divisiva alimentata dall’odio.

V per Vendetta: ecco tutte le differenze tra film e graphic novel

0

Prendendo in esame la trasposizione cinematografica di V per Vendetta diretta da James McTeigue, CineFix ha realizzato un video-saggio in cui si mettono in evidenza tutte le differenze tra il film e la graphic novel di Alan Moore.

Ecco il video:

Ricordiamo che V per Vendetta è stato prodotto dai fratelli Wachowski e che nel cast annovera Natalie Portman e, sotto la maschera di V, Hugo Weaving.

V per Vendetta: 10 cose che non sai sul film

V per Vendetta: 10 cose che non sai sul film

V per Vendetta è uno di quei film che hanno fatto la storia del cinema e che, con molta probabilità, continuerà ad essere ricordato negli anni per la sua forza espressiva e per i lunghi ed intensi dialoghi.

Adattamento dell’omonima graphic novel, questo film coinvolge lo spettatore sin da subito, lo rende partecipe degli avvenimenti e lo invita a riflettere sul suo presente e sul suo futuro.

Ecco dieci cose da sapere su V per Vendetta.

V per Vendetta film

v per vendetta

1. La polizia segreta ha un nome preciso. In V per Vendetta, questo tipo di polizia viene chiamata Fingerman perché il Nuovo Ordine era organizzato sul modello del corpo umano. Il cancelliere era il capo, la stazione televisiva BTN era la bocca, la sorveglianza visiva e audio erano gli occhi e le orecchie. Uniti a questi elementi, l’ispettore Finch faceva parte del naso, mentre il corpo di polizia e Creedy erano la mano.

V per Vendetta streaming

2. Il film è disponibile su numerose piattaforme. Chi volesse vedere o rivedere V per Vendetta è possibile farlo grazie alla sua disponibilità su varie piattaforme digitali legali, come Infinity, Chili, Rakuten Tv, Tim Vision, Google Play e iTunes.

V per Vendetta frasi

3. Frasi iconiche da un film iconico. Un film come V per Vendetta non poteva non essere generatore di numerosi frasi d’effetto, tali da rimenere nella memoria collettiva per diverso tempo. Ecco qualche esempio:

  • Nascondi ciò che sono e aiutami a trovare la maschera più adatta alle mie intenzioni. (V)
  • Io sono il frutto di quello che mi è stato fatto. È il principio fondamentale dell’universo: a ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria. (V)
  • Io, come Dio, non gioco ai dadi, e non credo nelle coincidenze. (V)
  • E così ricopro la mia nuda perfidia con antiche espressioni a me estranee rubate ai sacri testi e sembro un santo quando faccio la parte del diavolo. (V)
  • Gli artisti usano le bugie per dire la verità mentre i politici per coprire la verità. (Evey)
  • E la morale è… i buoni vincono, i cattivi perdono e come sempre l’Inghilterra domina! (Lewis Prothero)
  • Una rivoluzione senza un ballo è una rivoluzione che non vale la pena di fare. (V)

V per Vendetta maschera

v per vendetta

4. La maschera rappresenta Guy Fawkes. In V per Vendetta, il protagonista indossa per tutto il tempo una maschera raffigurante il volto di Guy Fawkes, famoso per il suo coinvolgimento nella Congiura delle Polveri del 1605, messo a capo dell’esecuzione. Di fatto, il film ha preso spunto dal tentativo fallito dei cospiratori cattolici inglese che avevano cercato di uccidere re Giacomo I d’Inghilterra, la sua famiglia e la maggior parte dell’aristocrazia protestante in un colpo solo, facendo saltare il Parlamento durante la cerimonia d’apertura. Questa maschera, realizzata dall’illustratore David Lloyd, in seguito è stata usata da Anonymous.

5. Tutti i dialoghi sono stati doppiati. Inizialmente, era previsto che Hugo Weaving recitasse con un microfono inserito nella maschera ed un altro posizionato lungo l’attaccatura dei capelli. Tuttavia, nessuno dei due microfoni ha funzionato come sperato e, dunque, si è reso necessario doppiare tutte le parti di V.

V per Vendetta fumetto

6. Il film si basa su una serie a fumetti. V per Vendetta è un adattamento della serie a fumetti originariamente creata da Alan Moore. Tuttavia, in seguito alla sua esperienza negativa con La vera storia di Jack lo Squartatore (2001) e La leggenda degli uomini straordinari (2003), Moore ha rifiutato tutto il denaro e i diritti da Hollywood di qualsiasi suo adattamento.

7. Nel film non si fa riferimento all’anarchia, ma alla libertà. Nella graphic novel, la causa di V era l’anarchia. Alan Moore è stato molto critico nei confronti del film per aver stravolto quella che era la struttura dell’”anarchia versus il fascimo” in quella che è diventata un’esplorazione del neoliberismo americano contro il neo-conservatorismo americano che sarebbe dovuto essere ambientato negli Usa e non nella Gran Bretagna.

V per Vendetta cast

8. Hugo Weaving ha rimpiazzato un altro attore. In alcune scene del film, un occhio ben attento potrebbe notare delle differenze e ciò è dovuto al fatto che inizialmente era James Purefoy a vestire i panni di V, rimpiazzato poi da Hugo Weaving quando Purefoy decise di abbandonare il set per il fatto non riuscire a sentirsi a proprio agio in quel ruolo.

9. Natalie Portman si è rasata a zero. Per interpretare il ruolo di Evey, Natalie Portman ha deciso, oltre che dedicarsi ad utilizzare un maggiore accento inglese, di rasarsi i capelli a zero. Non che questo obbligatorio per la sua parte, ma lei stessa desiderava provare questa avventura da tempo.

10. Hanno girato di notte. Per poter girare il film, era necessario farlo in notturna. La produzione, quindi, si è mobilitata ed è riuscita ad avere il permesso per girare vicino al Parlamento e alla Torre dell’Orologio dalla mezzanotte alle 4:30 del mattino, potendo fermare il traffico solo per quattro minuti alla volta.

Fonti: IMDb, Aforismi

V per Vendetta, il film distopico con Natalie Portman

V per Vendetta, il film distopico con Natalie Portman

V per Vendetta è un film del 2006 diretto da James McTeigue e scritto dai Fratelli Wachowski, ora noti come Lilly e Lana Wachowski. Nel cast del film Natalie Portman, Hugo Weaving, Stephen Rea, Rupert Graves, Stephen Fry, Sinéad Cusack e John Hurt. 

“Non si sfugge al Giudizio!”

La mia idea per questa recensione è la seguente: indurre alla riflessione. E non è un caso che io abbia cominciato esponendovi un’idea, poiché V per Vendetta vuole celebrare innanzitutto il potere delle idee, come rivelato nel prologo. Mi accingo pertanto a presentarvi un’opera cinematografica che, in virtù delle sue analogie con la nostra attualità, continuerà a far discutere ancora per molto.

V per Vendetta è tratto dalla graphic novel di Alan Moore illustrata da David Lloyd, pubblicata per la prima volta nel 1988. Tra i numerosi fan del fumetto troviamo i fratelli Andy e Larry Wachowski che, dopo aver scritto la sceneggiatura del film anni fa, sono riusciti a mettere in atto il progetto, diretto da James McTeigue: prima esperienza per lui alla regia.

V per Vendetta

L’intreccio appare piuttosto diverso rispetto all’originale, motivo per cui Alan Moore ha preferito dissociarsi dal progetto: in realtà, nonostante vari cambiamenti – tra i quali le coordinate temporali, per ovvie esigenze – la sceneggiatura risulta efficace e convincente.

V per Vendetta è ambientato a Londra in un futuro a noi prossimo – la vicenda si svolge intorno al 2030 – in cui il Regno Unito è divenuto uno stato totalitario governato da un regime di matrice nazi-fascista. Il leader del governo è l’Alto Cancelliere Adam Sutler (Susan, nell’originale), il cui nome – e non solo quello – richiama la figura di Adolf Hitler.

Si tratta di un’epoca di grande oppressione in cui gli Stati Uniti non esistono più per cui, appropriandosi dello scenario politico, “l’Inghilterra domina”: questo è il motto del regime. Quest’ultimo esercita una forte discriminazione che si manifesta nella xenofobia, nel razzismo, nell’odio nei confronti del ‘diverso’ inteso anche in termini di ideologia: tra i principali nemici del governo, tra l’altro, vi sono i musulmani.

V per VendettaSu questo sfondo cupo e opprimente si staglia un individuo attivista e carismatico che, sentendosi tradito da Madame Giustizia, si rifugia tra le braccia dell’Anarchia: il suo nome è V. Il suo volto è celato dietro una maschera di Guy Fawkes, il cittadino britannico che il 5 novembre 1605 tentò di far esplodere il Parlamento inglese in nome di un’idea. Volendo imprimere questa data nella memoria di tutti, V ci insegna la filastrocca del “Ricorda per sempre il 5 Novembre”.

Nel momento in cui V esce dall’ombra, o meglio, dalla Galleria della Ombre, come chiama la sua casa, egli si imbatte in una giovane donna che viene aggredita dai Castigatori, o uomini del Dito, la polizia speciale. V salva la ragazza, Evey Hammond che, da quel momento, si schiererà dalla sua parte in nome della libertà.

V è infatti un eroe anticonformista che si impegna in una lotta politica, contro il regime totalitario, e personale, contro coloro che hanno devastato la sua vita. Egli intende vendicarsi a causa degli eventi che hanno caratterizzato il suo oscuro passato: prima di tutto, prima di essere un Violento, egli è una Vittima. E porta avanti una lotta senza esclusione di colpi, agendo da terrorista.

In apertura, egli pone fine all’opprimente silenzio del suo Paese facendo esplodere l’Old Bailey in un ‘concerto’, come da lui definito, reso festoso da musica e fuochi d’artificio. Ma V non teme nulla e ha ben altro in mente: Guy Fawkes aveva infatti intenzione di far saltare in aria il Parlamento perché, afferma V, “l’edificio è un simbolo, come lo è l’atto di distruggerlo”. E sono gli uomini a conferire potere ai simboli.

Oggi viviamo l’era post-11 settembre e un simile discorso può apparire sfrontato. Ma ciò che è da considerare e valutare è il contenuto, non la forma. La domanda più scottante è: può un terrorista essere un eroe? Del resto questo film fa maturare un’inquietante considerazione circa l’identità del colpevole: è V il nemico, il terrorista, che uccide, che assale, che distrugge? O è il governo, che ha asservito la scienza, la religione, i media, la giustizia, che opera un massacro e viola l’identità dell’uomo?

Nel corso della vicenda saranno fatte importanti rivelazioni, e l’uomo imparerà che non sono i popoli a dover temere i propri governi, bensì sono i governi che dovrebbero aver paura dei popoli. L’unità non si ottiene attraverso la forza, bensì nella condivisione di un medesimo ideale. Per questo non ha alcuna importanza il volto di colui che si cela dietro la maschera perché, come dice V, “dietro la maschera non c’è solo carne: dietro la maschera c’è un’idea”. A seguire l’idea e a precedere l’azione ci sono le parole: con le parole V riesce ad entrare nel cuore della gente e nel cuore di Evey.

Ma, parlando di un film, non bisogna dimenticare che l’aspetto più importante nella caratterizzazione di un personaggio è l’interpretazione. E interpretare un personaggio del calibro di V risulta un’impresa. Ebbene, Hugo Weaving ci ha regalato una performance straordinaria: “Interpretare un personaggio con una maschera”, ha dichiarato, “è per un attore una specie di esercizio tecnico, ma a poco a poco la cosa si è fatta interessante”. Come spiega l’attore, oltre alle varie difficoltà tecniche che si riscontrano nel recitare con una maschera, è necessario dare vita alla maschera: questo avviene mediante le parole, il tono della voce, i gesti, anche i movimenti più insignificanti. Ed egli è riuscito magistralmente nell’impresa, offrendoci un personaggio eccentrico e carismatico, dotato di una certa teatralità. Il culmine è nel punto di vista dello spettatore giacché, a seconda delle scene e con la progressiva familiarità che instauriamo col personaggio, sembra che la maschera assuma paradossalmente espressioni diverse.

Lodevoli anche le interpretazioni del resto del cast, a partire da un’eccellente Natalie Portman che si rivela la migliore interprete che si potesse ingaggiare per il ruolo di Evey Hammond. L’attrice ha inoltre dimostrato un certo coraggio: per esigenze di copione, in una scena del film, la Portman si è sottoposta alla completa rasatura dei capelli, che prelude alla trasformazione interiore del personaggio. Da sottolineare che l’attrice, in uno dei ruoli migliori della sua carriera, è in grado di eccellere nelle scene più emotive e ricche di pathos.

V per Vendetta risulta impeccabile anche tecnicamente: dalle bellissime musiche di Dario Marianelli agli effetti speciali, superbi nella sequenza finale; la fotografia, che riproduce le cupe atmosfere del regime; la scenografia, esuberante soprattutto nella rappresentazione della Galleria delle Ombre. Una nota di approvazione anche per il doppiaggio, in particolare per il personaggio di V – la voce italiana è di Gabriele Lavia – ma il film in lingua originale è nettamente superiore. Infatti la versione originale rende al meglio le citazioni, da Shakespeare (Macbeth e La Dodicesima Notte) al Conte di Montecristo. E, a proposito di citazioni, è facile cogliere le affinità di V per Vendetta con un’altra grande opera: 1984 di George Orwell, tra le fonti di ispirazione del fumetto.

È dunque un film politico? Un monito, una visione del futuro? Ebbene, come afferma Natalie Portman, “tutto dipende da chi sei tu, dal contesto dal quale provieni e soprattutto da ciò in cui credi”.

Di certo si tratta di un film che induce alla riflessione sull’importanza delle parole, dell’espressione, della libertà di pensiero. V per Vendetta intrattiene con interesse il pubblico – che può inoltre dilettarsi nell’enumerare i vari riferimenti alla ‘V’ e al ‘5’ –, commuove e fa pensare. Non è semplicemente “V per Vendetta“, ma V per Vox Populi. Valori. Virtù. Volontà. Vittoria. E soprattutto… Verità.

Pubblicità
Pubblicità
Pubblicità