Apple TV+
ha annunciato oggi la data d’uscita della seconda stagione di “Il
pianeta preistorico”, la pluripremiata serie-evento di storia
naturale, realizzata dai produttori esecutivi Jon Favreau e Mike Gunton
della BBC Studios Natural History Unit (“Pianeta Terra”) e narrata
da Sir David Attenborough. La nuova stagione,
composta da cinque episodi, farà il suo debutto nel corso di
una serie di eventi di cinque giorni su Apple TV+,
a partire dal 22 maggio, ed è pronta per trasportare gli
spettatori indietro nel tempo alla scoperta del nostro mondo e dei
dinosauri che lo popolavano. Il tutto arricchito da dettagli
sbalorditivi e condito dalla colonna sonora originale dal
pluripremiato Hans Zimmer.
«La pluripremiata prima stagione di “Il
pianeta preistorico” ha riportato in vita i dinosauri in
un modo che il pubblico non aveva mai visto prima», ha dichiarato Jay Hunt, Creative Director,
Europe, Apple
TV+. «Collaborando con il brillante Jon
Favreau e con i nostri fantastici partner della BBC, siamo
entusiasti di poter offrire ancora una volta agli spettatori
l’opportunità di immergersi nel nostro mondo come era 66 milioni di
anni fa e di farli entrare in contatto con creature ancora più
strane e meravigliose».
La serie ha ottenuto il 100% del
punteggio della critica su Rotten Tomatoes ed è stata definita come
“assolutamente incantevole” (Inverse), “sbalorditiva” (Daily Mail
UK) e “stupefacente” (Decider). “Il pianeta preistorico” è stata
anche premiata, tra gli altri, dai Television Critics Association
Awards, dai Visual Effects Society Awards, dagli Annie Awards,
dagli Hollywood Music in Media Awards e dai Cinema Eye Honors
Awards.
Il pianeta
preistorico combina la miglior regia naturalistica, le più
recenti conoscenze paleontologiche e l’utilizzo di tecnologie
all’avanguardia per svelare gli spettacolari habitat e gli abitanti
dell’antica Terra, in un’esperienza immersiva unica nel suo genere.
La serie è prodotta dal dal team della BBC Studios Natural History
Unit con il supporto degli effetti visivi fotorealistici di MPC
(“Il re leone”, “Il libro della giungla”), applicati alla concept
art creata da Jellyfish Pictures (“Il Libro di Boba Fett”, “Spirit
– Il ribelle”). La seconda stagione di “Il pianeta preistorico”
continua a far rivivere la storia della Terra come mai prima d’ora:
la serie presenta al pubblico nuovi dinosauri, nuovi habitat e
nuove scoperte scientifiche, portando gli spettatori in un’epica
avventura: con nuove creature, come il Tarchia, uno dei più grandi
Anchilosauri, e con il ritorno di ‘personaggi’ famosi come il
Tyrannosaurus rex e molti altri, la serie torna con una nuova
stagione di meraviglie preistoriche.
Colonna sonora di Hans Zimmer e
Andrew Christie per Bleeding Fingers Music. Partitura originale di
Zimmer, Anže Rozman e Kara Talve per Bleeding Fingers Music. La
prima stagione completa è disponibile in streaming su Apple TV+.
Il Pianeta delle
scimmie è il film culto del 1968 di Franklin
J. Schaffner con protagonisti nel cast Charlton
Heston, Roddy McDowell, Kim Hunter e Maurice
Evans.
Anno: 1968
Regia: Franklin
J. Schaffner
Cast: Charlton
Heston, Roddy McDowell, Kim Hunter, Maurice Evans
Il pianeta delle scimmie, trama
Alle soglie
dell’anno 4.000, l’equipaggio ibernato di una navetta spaziale
viene ‘svegliato’ allorché il veicolo si approssima ad un pianeta
con caratteristiche simili a quelle della Terra.
I tre astronauti superstiti (una
quarta, unica donna della missione, è morta per un guasto alla sua
capsula nel corso del viaggio), sbarcano e si avviano
all’esplorazione, incrociando un gruppo di esseri umani ad uno
stadio primitivo di civilizzazione… Improvvisamente, vengono
attaccati da un gruppo di scimmie a cavallo: uno dei tre muore, gli
altri due vengono catturati.
Da qui in poi la storia seguirà le
vicende di uno di loro, Taylor (Charlton Heston),
il quale prima comprenderà di trovarsi di fronte a un pianeta in
cui le scimmie si sono evolute mentre il genere umano è rimasto ad
uno stadio primitivo, diventando in seguito una sorta di
cavia nel momento in cui mostrerà di saper parlare
correttamente; in seguito, con l’aiuto di due scimmie
particolarmente sensibili, Zira e Cornelius (Kin Hunter e
Roddy McDowall) e di uno scienziato più ostile, ma in
fondo comprensivo, (Maurice Evans) Taylor riuscirà a fuggire
assieme a Nova, donna primitiva assieme alla quale era stato
imprigionato, solo per scoprire in seguito di trovarsi proprio
sulla Terra che, devastata da una guerra nucleare, ha visto il
genere umano regredire e le scimmie diventare la specie
dominante.
Il pianeta delle scimmie, il film
di fantascienza
Il pianeta delle scimmie è tratto da un
romanzo del francese Pierre Boulle, rispetto al quale
diverse sono le libertà narrative prese, a partire dal pianeta che
nel libro non è la Terra, e dallo stato evolutivo delle scimmie
che, molto più ‘tecnologiche’ nel libro, nel film hanno raggiunto
uno stadio sociale molto più vicino a quello dell’Alto Medioevo,
compreso l’atteggiamento della classe dominante, che conserva e il
proprio potere in forza di un dogmatismo che mescola scienza e
religione in modo da preservare lo status quo. L’arrivo dell’umano
‘intelligente’ metterà in crisi molte convinzioni, o meglio
rischierà di portare alla luce una verità tenuta nascosta.
L’anno di uscita, 1968, è
emblematico del clima che si respirava ai tempi, che alla fine
influenza tutto Il pianeta delle scimmie: le
tensioni razziali (simboleggiate dalle diverse specie di primati
inserite nel film, coi gorilla nelle vesti di una spietata casta
militare), le proteste civili (la scena dell’aggressione e della
cattura dei primitivi appare riprodurre una carica della polizia
nei confronti di un gruppo di manifestanti), il sogno di una
coesistenza civile (con la celebre scena del bacio tra Taylor e
Zira, probabilmente il primo ‘bacio inter-specie’ della storia del
cinema), fino al monito lanciato a un mondo sull’orlo della
catastrofe (non sono passati tanti anni dalla crisi dei missili di
Cuba), con la celeberrima sequenza finale con la testa della Statua
della Libertà a emergere dalle sabbie (scena che porta il pathos ai
massimi livelli, con la natura di quella statua a lentamente
svelata) rendono l’opera un efficace specchio delle questioni
sociali che caratterizzavano quel periodo.
Allo stesso tempo, Il
pianeta delle scimmie fa segnare una svolta epocale
per i trucchi utilizzati, anche se bisogna dire che sotto questo
profilo non ha resistito al passare del tempo: visto oggi, può
sembrare per certi aspetti grottesco, se non ridicolo, pur essendo
godibile, cercando di immedesimarsi nel pubblico dell’epoca.
Il pianeta delle scimmie,
caposaldo dal 1968
Il
Pianeta delle Scimmie a oltre 40 anni di distanza resta
ancora oggi un caposaldo nella storia del genere; ha forse avuto la
sfortuna di uscire nello stesso anno di 2001 Odissea nello spazio, risultando già
‘vecchio’ rispetto al capolavoro di Stanley
Kubrick, tuttavia col tempo si è conquistato un posto nel
cuore degli appassionati e non solo, visto che nel 2001 è
stato inserito nel Registro Nazionale dei Film della Libreria del
Congresso Americano, che ne ha riconosciuto il valore storico e
culturale.
Il successo de Il
Pianeta delle Scimmie all’epoca è stato tale da produrne
ben quattro sequel, due serie tv, e due remake (poco riuscito
quello firmato nel 2001 da Tim Burton, più efficace il più recente,
L’alba del pianeta delle scimmie, basato in
realtà su 1999 Conquista della Terra, quarto film
della serie), e ha rappresentato uno degli apici del successo
sia di Charlton Heston, che del regista
Franklin J Schaffner, per il quale questo fu il
primo film ‘importante’ e che in seguito diresse Patton
(per il quale venne premiato con l’Oscar), Papillon e
I ragazzi venuti dal Brasile.
A riprova dell’importanza
de Il Pianeta delle Scimmie vi sono anche le
tante parodie e citazioni che ne sono state fatte nel corso degli
anni, basti ricordare le allusioni contenute in
Balle Spaziali di Mel Brooks e gli omaggi presenti in
più episodi dei Simpson.
Andy Serkis è
tornato a parlare del franchise Il Pianeta delle
Scimmie, in cui ha interpretato il protagonista
Cesare negli ultimi due film, L’Alba del Pianeta delle
Scimmie e Apes Revolution.
La rivelazione è che questa nuova serie potrebbe non fermarsi ad
una trilogia:
Potrebbero essere tre film,
potrebbero essere quattro. Potrebbero essere cinque. Chi lo sa? Il
viaggio continua. Potrebbe non necessariamente essere
riassunto o completamente adempiuto in questo prossimo
film. Il punto è che, alla fine, sappiamo che stiamo andando a
finire di nuovo in ‘Il Pianeta delle Scimmie’, ma che si tratti di
questo film o no, io non lo so.
Ecco il video dell’intervista di Andy Serkis ad
MTV:
Vi ricordiamo che l’ultimo film del
franchise uscito al cinema è stato Apes
Revolution Il Pianeta delle Scimmie: La crescente
nazione delle scimmie guidata da Caesar è minacciata da una banda
di umani sopravvissuti al devastante virus diffuso dieci anni
prima. Raggiunta una fragile pace, essa sarà molto breve, ed
entrambe le parti si troveranno sul’orlo di una guerra che deciderà
quale sarà la specie dominante sulla Terra.
Andy Serkis ancora nel
ruolo di Caesar. Nel cast di Apes Revolution Il
Pianeta delle Scimmie ci sono
anche Jason Clarke (Zero Dark
Thirty, Public Enemies, The Great
Gatsby), Gary Oldman (The Dark Knight
Rises, The Harry Potter film series), Keri
Russell (The Americans, Mission Impossible
III), Toby Kebbell (The Prince of
Persia, Wrath of the Titans, Rock N
Rolla), Kodi Smit-McPhee (Let Me
In, ParaNorman), Enrique
Murciano (Traffic, Black Hawk
Down), Kirk Acevedo (The Thin Red Line)
e Judy Greer (The
Descendants, Three Kings, 13 Going on
30).
Il terzo capitolo, ancora sprovvisto
di titolo ufficiale, uscirà al cinema il 29 luglio del
2016.
Continua indisturbato il
proliferare di film sul franchise de Il Pianeta delle
Scimmie. Dopo L’alba del Pianeta delle
Scimmie e Apes Revolution Il Pianeta
delle Scimmie, uscito quest’estate con grande
consenso di critica e di pubblico, la Fox ha deciso di portare
avanti ancora il franchise con un ennesimo film in uscitail 14
luglio del 2017.
Il titolo è ancora un mistero e non
si sa nulla di del cast tecnico e artistico che verrà
coinvolto.
L’unica cosa che davvero può essere interessante e stimolante
per il pubblico italiano è: quale titolo avrà, nel nostro Paese,
questo futuro film?Fonte: CBM
La scioccante conclusione
dell’adattamento originale de Il pianeta delle
scimmie (qui
la recensione) è stato – ed è tutt’oggi – uno dei finali
cinematografici più memorabili di tutti i tempi. Basato sul romanzo
di Pierre Boulle, la storia immagina un pianeta in
cui le scimmie diventano la specie dominante e gli esseri umani
sono sottomessi come animali. Ricco di commenti politici, il film è
anche un pezzo fondamentale del
cinema di fantascienza e di quello a
tema post-apocalittico, elevandosi da film di serie B a vero e
proprio successo al botteghino. La sua impresa più importante è
però stata quella di lanciare un enorme franchise cinematografico,
che continua ancora oggi.
Con Charlton Heston nei
panni dell’astronauta Taylor, la semplice premessa
de Il pianeta delle scimmie era arricchita da un
brillante lavoro di trucco e da una colonna sonora sorprendente.
Spesso ricordato come uno dei
film di fantascienza più strabilianti degli anni ’60,
Il pianeta delle scimmie non ha perso nulla della
sua forza nei molti decenni trascorsi dalla sua uscita. Non
basandosi solo sulle idee della fantascienza classica, il film
mescola anche elementi di mistero, azione e orrore, dando
all’adattamento un tono unico che ha contribuito a distinguerlo dal
diluvio di fantascienza della fine degli anni Sessanta. Il colpo di
scena finale, poi, conclude la storia in un modo particolarmente
scioccante.
La spiegazione del finale de
Il pianeta delle scimmie
Dopo aver fatto amicizia con gli
scienziati Cornelius e Zira,
Taylor viene liberato dagli utili primati e
portato con la sua compagna di prigionia, Nova,
nella Zona Proibita. Lì, a Taylor viene mostrato un gruppo di
manufatti umani che provano che un tempo l’uomo era stato
industrioso sul pianeta. Arriva però il Dr. Zaius
e rivela di essere sempre stato a conoscenza dei manufatti umani.
Zaius permette a Taylor e Nova di esplorare la Zona Proibita, ma li
avverte che ciò che troveranno potrebbe non piacergli. Zira e
Cornelius vengono invece portati via dal dottor Zaius e processati
per eresia, mentre Nova e Taylor iniziano a esplorare l’arida terra
desolata in cerca di risposte.
Dopo aver presumibilmente esplorato
per qualche tempo, il duo umano si ritrova su un tratto di costa
che termina con la presenza di una distrutta Statua della Libertà.
È a questo punto che Taylor si rende conto di essere stato sulla
Terra per tutto il tempo e che il suo viaggio di secoli non lo ha
fatto precipitare su un altro pianeta ma gli ha solo permesso di
evitare il massiccio evento di estinzione causato dall’uomo che ha
distrutto la civiltà umana e ha portato le scimmie ad assumere il
controllo. Per lui non c’è dunque nessun pianeta terra su cui
tornare, poiché non lo ha mai lasciato.
Il cattivo dr. Zaius è anche uno dei
personaggi principali più intelligenti de Il pianeta delle
scimmie e sa di non avere più motivo di trattenere Taylor.
Dopo aver permesso all’umano curioso di esplorare la Zona Proibita,
sa che qualsiasi cosa Taylor scopra lì non farebbe alcuna
differenza. Si può presumere che Zaius sappia già tutto ciò che
Taylor avrebbe trovato, e non c’era modo di minacciare la società
delle scimmie con questa conoscenza, dato che a nessuno importava
cosa pensassero o sentissero gli umani. Taylor sarebbe dunque
rimasto nella Zona Proibita o sarebbe tornato nelle città delle
scimmie per essere ricatturato e tornare a vivere da schiavo.
Il dottor Zaius vuole mantenere il
segreto sui manufatti umani
Il pianeta delle scimmie ha rivelato
che il dottor Zaius non solo ha fatto arrestare Zira e Cornelius
alla fine per eresia, ma ha anche ordinato di sigillare la grotta
piena di artefatti umani. Le linee temporali de Il pianeta
delle scimmie divergono negli eventuali sequel e reboot
della serie, ma la ricerca di Zaius di sedare la conoscenza era
ancora parte integrante del dominio della società delle scimmie.
Allo stesso modo in cui la società umana copriva gli aspetti più
oscuri della sua storia, la decisione di Zaius di mantenere il
passato segreto permetteva alla struttura sociale di rimanere
intatta.
Con frasi come “legge delle
scimmie” lanciate di frequente, era ovvio che la società di
questo pianeta fosse fondata sulla presunta superiorità delle
scimmie su tutti gli altri esseri viventi. Se si scoprisse che gli
umani sono in realtà esseri altamente capaci, questo potrebbe non
solo dare forza agli umani soggiogati, ma anche portare gli umili
gorilla a mettere in discussione il loro posto nella società. In
linea con l’elemento migliore de Il pianeta delle
scimmie, i suoi cattivi, il dottor Zaius ha ritenuto di
suo interesse mantenere il segreto sui manufatti umani e su ciò che
essi rivelano, per evitare che il suo posto elevato nella società
venga messo in discussione.
La rivelazione della Statua della
Libertà alla fine del film è un’immagine suggestiva che ha lasciato
gli spettatori sotto shock, ma il suo scopo nel film va ben oltre
il semplice valore di shock. Il romanzo di Boulle era stato scritto
per un pubblico francese e tutti i suoi punti di riferimento
attingevano alla cultura francese. Tuttavia, l’adattamento del 1968
fu prodotto negli Stati Uniti e quei riferimenti dovevano dunque
essere modificati.
Il finale di Planet of Apes –Il
pianeta delle scimmie, film del 2001 di Tim Burton, era ad esempio più fedele al
romanzo, ma il film originale ha creato un proprio immaginario che
ha contribuito a distinguerlo dal resto del franchise de Il
pianeta delle scimmie.
Considerando che la Statua della
Libertà è stata usata come simbolo degli Stati Uniti, era
l’immagine perfetta per rivelare a Taylor che si trovava sulla
Terra e nel suo Paese natale. Al di là del modo in cui lo collegava
al suo pubblico primario, aveva anche implicazioni su quanto
avvenuto sulla Terra e sembra suggerire che gli Stati Uniti abbiano
avuto un ruolo importante nella caduta dell’uomo. La rabbiosa
diatriba di Taylor sui suoi predecessori che hanno fatto saltare
tutto in aria dimostra che ha capito che la sua ex nazione deve
essere stata la causa dell’estinzione.
Il vero significato del finale de
Il pianeta delle scimmie
Sebbene il primo sequel,
L’altra faccia del pianeta delle scimmie (1970),
sia particolarmente cupo, lo è anche il suo predecessore, solo in
modo più sottile. Il romanzo è piuttosto esplicito nel commentare
la classe e il dominio dell’uomo sulla Terra, mentre il film del
1968 affronta le stesse idee ma senza essere troppo esplicito.
Molti media dell’epoca della Guerra Fredda avevano lanciato foschi
avvertimenti sulla guerra nucleare, ma tutti avevano l’idea
piuttosto egoistica che la distruzione dell’uomo sarebbe stata la
fine del mondo stesso. Il finale de Il pianeta delle
scimmie era completamente diverso, in quanto suggeriva che
la distruzione dell’uomo non avrebbe posto fine al pianeta, ma solo
al suo dominio.
Lo scorso dicembre abbiamo appreso
la notizia che un nuovo
film del franchise de IlPianeta delle
Scimmieè stato ufficialmente messo in fase di
lavorazione. Trattandosi del primo dei classici Fox a subire il
trattamento di riqualificazione da quando la Disney ha acquisito la
maggior parte dello studio e dei suoi titoli, in molti hanno subito
pensato che il nuovo film sarebbe stato l’ennesimo reboot della
saga.
In realtà, non sarà così! Nella
giornata di ieri, un report di DiscussingFilm
sosteneva che il nuovo film della saga de Il Pianeta
delle Scimmie affidato a Wes Ball
(regista di Maze Runner) sarebbe stato un vero e proprio
reboot. A poche ore di distanza dalla diffusione della notizia,
però, è arrivata la smentita di Ball in persona via Twitter: il nuovo
film porterà avanti la storia di Cesare, il protagonista della
serie reboot (interpretato da Andy Serkis)
iniziata 2011 con L’alba del pianeta delle
scimmie e proseguita nel 2014 e nel 2017
rispettivamente con Apes Revolution – Il pianeta delle
scimmie e The War – Il pianeta delle
scimmie.
Attraverso il suo profilo Twitter
ufficiale, in risposta ad un fan che ha sottoposto alla sua
attenzione la presunta “conferma” del reboot, Wes
Ball ha dichiarato:
“Non è mai stato più facile per
un giornalista di cinema entrare direttamente in contatto con le
vere persone che conoscono davvero i fatti… ma forse il punto,
oggigiorno, non è proprio la mancanza di un controllo dei
fatti?
Non importa. Non preoccupatevi.
Non voglio in alcun modo rovinare la sorpresa, ma posso
tranquillamente dire che l’eredità di Cesare continuerà…”
(Photo: Twitter / @wesball)
Wes Ball sarà
anche a capo della produzione del film, con il suo partner alla
Oddball Entertainment, Joe Hartwick.
Il pianeta delle
scimmie (Planet of the Apes) è una media franchise
composto da nove film, due serie televisive e vari libri, fumetti e
videogiochi. È basato sul romanzo “Il pianeta delle scimmie (La
Planète des Singes)” di Pierre Boulle, pubblicato
per la prima volta nel 1963 in cui gli esseri umani si scontrano
per il controllo della terra con scimmie intelligenti (Simius
sapiens).
L’adattamento cinematografico del
1968, Il pianeta delle scimmie, è stato un successo per la
critica e per il pubblico, iniziando una serie di sequel, tie-in e
opere derivate. Originariamente in mano a Arthur P. Jacobs,
produttore dei primi film della serie, dal 1973 i diritti della
serie sono andati alla 20th Century Fox.
Il franchise de Il Pianeta
delle Scimmie dovrebbe continuare con un nuovo film della
saga che potrebbe arrivare entro pochi anni, e adesso il regista
Wes Ball ha deciso di aggiornare sullo stato della
pre-produzione. Iniziata ufficialmente nel lontano 1968, la saga de
Il Pianeta delle Scimmie ha una lunga tradizione alle
spalle, tornata negli ultimi anni alla ribalta grazie al successo
dei film della trilogia reboot firmati da Rupert
Wyatt prima e da Matt
Reeves poi.
Per quanto riguarda Wes
Ball, il regista americano si è fatto conoscere grazie
alla saga di Maze
Runner, basata sui romanzi di James
Dashner, di cui ha diretto tutti e tre i capitoli
cinematografici. Inizialmente, sempre per conto della Fox, Ball
avrebbe dovuto dirigere il live action di Mouse Guard, tratto dai fumetti e dalla
graphic novel di David Petersen, ma il
progetto è stato definitivamente cancellato. All’inizio del 2020, è
stato poi confermato alla regia del nuovo film della saga de
Il Pianeta delle Scimmie, che non sarà un reboot,
ma “un’estensione” della trilogia iniziata nel 2011: ciò significa
che con molta probabilità rivedremo anche l’amato personaggio di
Cesare interpretato da Andy Serkis.
Adesso, in una recente intervista
con
Discussing Film, Wes Ball ha spiegato di
essere già impegnato con lo sviluppo del nuovo film e di tenere
regolarmente delle call via Zoom con lo sceneggiatore Josh
Friedman per discutere dello script “in continua
evoluzione”. Ball ha spiegato di aver lavorato a tantissime
idee per il film durante la quarantena e che lui e il suo team di
lavoro non hanno mai smesso di pensare al concept del nuovo
capitolo. Il regista ha anche rivelato che il film “potrebbe
entrare in una sorta di produzione virtuale molto presto, dal
momento che sarà in larga parte girato grazie all’impiego della
CGI.”
Il nuovo film della saga de Il
Pianeta delle Scimmie potrebbe entrare in produzione prima del
previsto
Il nuovo capitolo della saga de
Il Pianeta delle Scimmie porterà avanti la storia
di Cesare, il protagonista della serie reboot (interpretato da
Andy Serkis) iniziata 2011 con L’alba
del pianeta delle scimmie e proseguita nel 2014 e nel
2017 rispettivamente con Apes Revolution – Il pianeta
delle scimmie e The War – Il pianeta delle
scimmie. Ricordiamo che Wes Ball sarà
anche a capo della produzione del film, con il suo partner alla
Oddball Entertainment, Joe Hartwick.
Il Pianeta delle
Scimmie (Planet of the Apes) è una media franchise
composto da nove film, due serie televisive e vari libri, fumetti e
videogiochi. È basato sul romanzo “Il pianeta delle scimmie (La
Planète des Singes)” di Pierre Boulle, pubblicato
per la prima volta nel 1963 in cui gli esseri umani si scontrano
per il controllo della terra con scimmie intelligenti (Simius
sapiens).
Il Regno del Pianeta delle
Scimmie è stato presentato all’inizio di
quest’anno ed è stato un grande successo, guadagnando quasi 400
milioni di dollari al botteghino e registrando punteggi dell’80% e
del 77% rispettivamente da parte della critica e del pubblico su
Rotten Tomatoes.
Tutti erano curiosi di sapere se la
20th Century Studios avrebbe dato al sequel del 2024 un’altra
trilogia come la precedente trilogia del Pianeta delle scimmie con Andy Serkis, e oggi il dirigente
Steve Asbell ha fornito l’aggiornamento che tutti
aspettavano. Durante una recente intervista con THR, Asbell ha rivelato che un altro film de Il
pianeta delle scimmie è in fase di sviluppo e uscirà nel 2027.
Non ha rilasciato ulteriori dettagli sul progetto, ma è lecito
supporre che si tratterà di un sequel diretto de Il regno del
pianeta delle scimmie.
Il regno del pianeta delle scimmie ha come
protagonista Owen Teague nel ruolo di Noa e ha
portato anche Freya Allan, veterana di
Witcher, a interpretare Nova / Mae, uno
dei personaggi umani principali in un mondo governato dalle
scimmie. Kevin Durand, noto per aver
interpretato Fred Dukes o Blob in X-Men
Origins:Wolverine,
interpreta l’antagonista Proximus Ceasar, un leader brutale che
maschera la sua violenza con atti di ragione. William H.
Macy, famoso per aver interpretato Little Bill in
Boogie Nights e per aver interpretato
Frank Gallagher in Shameless, è stato scelto per un
ruolo in Kingdom of the Planet of the Apes; interpreta
Trevathan, il consigliere umano di Ceasar. Tra gli altri membri del
cast figurano Peter Macon nel ruolo di Raka,
Eka Darville nel ruolo di Sylva, Travis
Jeffery nel ruolo di Anaya e Lydia
Peckham nel ruolo di Soona.
Chi ha diretto “Il regno del
pianeta delle scimmie”?
Wes Ball ha
diretto “Il regno del pianeta delle scimmie” su
sceneggiatura di Josh Freidman. Ball è noto
soprattutto per il suo lavoro sulla trilogia di Maze
Runner e ha debuttato alla regia del primo film nel 2014,
interpretato da Dylan O’Brien e Will
Poulter. Ha poi diretto i seguiti del 2015 e del 2018
prima di dirigere Kingdom of the Planet of the
Apes all’inizio di quest’anno. Ball è stato anche
incaricato di dirigere l’attesissimo adattamento live-action di
The Legend of Zelda, una delle serie di
videogiochi più amate di sempre. Il prossimo film del Pianeta
delle scimmie uscirà nel 2027, ma al momento sono disponibili
pochi dettagli.
Un nuovo film del franchise del
Pianeta delle Scimmie è stato messo in
fase di lavorazione e sarà il primo dei classici titoli Fox a
subire il trattamento di riqualificazione da quando la Disney ha
acquisito la maggior parte dello studio e dei suoi titoli. Secondo
quanto riferito, il regista Maze Runner,
Wes Ball, è stato incaricato di dirigere il
progetto.
L’iconico franchise è stato
riavviato nel 2011, con una serie di film che fungevano da prequel
all’iconico racconto divenuto immortale per il cinema nel 1968.
Rise of the Planet of the Apes ha
raccontato parte dell’inizio della storia classica e la nuova
trilogia si è conclusa con War for the Planet of the
Apes del 2017, acclamato dalla critica (come tutti i
film di questa trilogia prequel).
Sebbene ci siano molti modi per
espandere e continuare la storia, THR, che
riferisce la notizia, non dà indicazioni di sorta sul fatto che il
nuovo film possa essere un seguito del racconto, una espansione del
franchise o un riavvio.
Wes Ball sarà anche
a capo della produzione del film, con il suo partner alla Oddball
Entertainment, Joe Hartwick.
Il pianeta delle scimmie (Planet
of the Apes) è una media franchise composto da nove film, due serie
televisive e vari libri, fumetti e videogiochi. È basato sul
romanzo Il pianeta delle scimmie (La Planète des Singes) di Pierre
Boulle, pubblicato per la prima volta nel 1963 in cui gli esseri
umani si scontrano per il controllo della terra con scimmie
intelligenti (Simius sapiens). L’adattamento cinematografico del
1968, Il pianeta delle scimmie, è stato un successo per la critica
e per il pubblico, iniziando una serie di sequel, tie-in e opere
derivate. Originariamente in mano a Arthur P. Jacobs, produttore
dei primi film della serie, dal 1973 i diritti della serie sono
andati alla 20th Century Fox.
Ormai manca pochissimo all’arrivo del
primo atteso trailer della pellicola diretta da Matt
Reeves, Il pianeta delle scimmie
Revolution, sequel del film con James
Franco intitolato L’alba del pianeta
delle scimmie.
Il Trailer arriverà mercoledì 18
Dicembre, e in attesa di gustarcelo possiamo goderci
quest’anticipata che è stata diffusa oggi dalla 20th
Century Fox.
Il protagonista invisibile della
clip è senz’altro Ceaser, personaggio introdotto già nel film con
James Franco.
Matt Reeves ha
twittato sul suo profilo ufficiale che possiamo aspettarci di
vedere il primo trailer del film il 18 dicembre. Oltre
a Andy Serkis a vestire i panni di
Cesare, il film è interpretato anche da Jason Clarke,
Keri Russell, Gary Oldman, Judy Greer, Kodi Smit –
McPhee, e Toby
Kebbell. Il pianeta delle scimmie
Revolution debutterà nelle sale il 11 luglio
2014 .
Ecco la sinossi ufficiale
per Il pianeta delle scimmie
Revolution:
Una nazione crescente di scimmie geneticamente evolute guidati da
Cesare è minacciata da una banda di sopravvissuti umani al virus
devastante scatenato un decennio prima. Raggiungono una pace
fragile, ma si rivela di breve durata, in quanto entrambe le parti
sono portate sull’orlo di una guerra che determinerà chi emergerà
come specie dominante del pianeta .
Dopo l’immagine pubblicata ad
inizio settimana, la Twentieth Century Fox
(via Empire) ha rilasciato tre
nuovissime foto dietro le quinte dell’atteso
film Il Pianeta delle Scimmie
Revolution diretto da Matt
Reeves e con protagonisti Andy Serkis, Jason
Clarke, Gary Oldman e Keri
Russell. Il Pianeta delle Scimmie
Revolution, è il sequel del film di successo L’alba
del pianeta delle scimmie con James Franco. Nel cast del film
anche Toby Kebbell, Kodi Smit-McPhee, Enrique
Murciano, Kirk Acevedo e Judy Greer.
[nggallery
id=256]
Questa la trama del film
Apes Revolution – Il pianeta delle scimmie: La
crescente nazione delle scimmie guidata da Caesar è minacciata da
una banda di umani sopravvissuti al devastante virus diffuso dieci
anni prima. Raggiunta una fragile pace, essa sarà molto breve, ed
entrambe le parti si troveranno sull’orlo di una guerra che
deciderà quale sarà la specie dominante sulla Terra.
Andy Serkis ritorna nel ruolo di Caesar. Faranno parte
del cast di
Apes Revolution – Il pianeta delle scimmie anche
Jason Clarke (Zero Dark
Thirty, Public Enemies, The Great
Gatsby),
Gary Oldman (The Dark Knight
Rises, The Harry Potter film series),
Keri Russell (The
Americans, Mission Impossible III), Toby
Kebbell (The Prince of Persia, Wrath of the
Titans, Rock N Rolla), Kodi
Smit-McPhee (Let Me
In, ParaNorman), Enrique
Murciano (Traffic, Black Hawk
Down), Kirk Acevedo (The Thin Red Line)
e Judy Greer (The
Descendants, Three Kings, 13 Going on
30).
Apes Revolution – Il pianeta delle scimmie arriverà al
cinema in Italia il 30 Luglio.
Ecco un nuovo spot e un nuovo
poster per Il Pianeta delle Scimmie
Revolution, l’ennesimo film che si inserisce nel
franchise de Il Pianeta delle Scimmie,
inaugurato felicemente nel 1968 dal potente film di
Franklin J. Schaffner con Charlton
Heston.
Questa la trama del film
Apes Revolution – Il pianeta delle scimmie: La
crescente nazione delle scimmie guidata da Caesar è minacciata da
una banda di umani sopravvissuti al devastante virus diffuso dieci
anni prima. Raggiunta una fragile pace, essa sarà molto breve, ed
entrambe le parti si troveranno sull’orlo di una guerra che
deciderà quale sarà la specie dominante sulla Terra.
Andy Serkis ritorna nel ruolo di Caesar. Faranno parte
del cast di
Apes Revolution – Il pianeta delle scimmie anche
Jason Clarke (Zero Dark
Thirty, Public Enemies, The Great
Gatsby),
Gary Oldman (The Dark Knight
Rises, The Harry Potter film series),
Keri Russell (The
Americans, Mission Impossible III), Toby
Kebbell (The Prince of Persia, Wrath of the
Titans, Rock N Rolla), Kodi
Smit-McPhee (Let Me
In, ParaNorman), Enrique
Murciano (Traffic, Black Hawk
Down), Kirk Acevedo (The Thin Red Line)
e Judy Greer (The
Descendants, Three Kings, 13 Going on
30).
Apes Revolution – Il pianeta delle scimmie arriverà al
cinema in Italia il 30 Luglio.
La settimana scorsa era stata data
la notiza che Matt Reves sarebbe tornato a
dirigere il sequel di Il pianeta delle scimmie
Revolution, il terzo capitolo del franchise. Ancora
senza titolo, il film con protagonista Andy
Serkis, nei panni della scimmia a capo della rivoluzione,
uscirà il 29 Luglio 2016.
Questa la trama del film
Apes Revolution – Il pianeta delle scimmie: La
crescente nazione delle scimmie guidata da Caesar è minacciata da
una banda di umani sopravvissuti al devastante virus diffuso dieci
anni prima. Raggiunta una fragile pace, essa sarà molto breve, ed
entrambe le parti si troveranno sull’orlo di una guerra che
deciderà quale sarà la specie dominante sulla Terra.
Andy Serkis ritorna nel ruolo di Caesar. Faranno parte
del cast di
Apes Revolution – Il pianeta delle scimmie anche
Jason Clarke (Zero Dark
Thirty, Public Enemies, The Great
Gatsby),
Gary Oldman (The Dark Knight
Rises, The Harry Potter film series),
Keri Russell (The
Americans, Mission Impossible III), Toby
Kebbell (The Prince of Persia, Wrath of the
Titans, Rock N Rolla), Kodi
Smit-McPhee (Let Me
In, ParaNorman), Enrique
Murciano (Traffic, Black Hawk
Down), Kirk Acevedo (The Thin Red Line)
e Judy Greer (The
Descendants, Three Kings, 13 Going on
30).
Apes Revolution – Il pianeta delle scimmie arriverà al
cinema in Italia il 30 Luglio.
La 20th Century Fox
ha rilasciato i primi nuovi poster per Il pianeta
delle scimmie Revolution (Dawn of the
Planet of the Apes). I dettagli sulla trama sono
ancora scarsi. Intanto questi nuovi manifesti danno un primo
sguardo a Cesare e ai suoi compatrioti. La vernice da guerra è
interessante, quindi si attende di vedere quale tipo di battaglia
tra uomini e scimmie il regista Matt Reeves ha in
serbo questa volta. Ecco di seguito i nuovi poster:
Matt Reeves ha
twittato sul suo profilo ufficiale che possiamo aspettarci di
vedere il primo trailer del film il 18 dicembre. Oltre a
Andy Serkis a vestire i panni di Cesare, il film è
interpretato anche da Jason Clarke, Keri Russell, Gary
Oldman, Judy Greer, Kodi Smit – McPhee, e Toby
Kebbell. Il pianeta delle scimmie
Revolution debutterà nelle sale il 11 luglio 2014
.
Ecco la sinossi ufficiale per
Il pianeta delle scimmie Revolution:
Una nazione crescente di scimmie geneticamente evolute guidati da
Cesare è minacciata da una banda di sopravvissuti umani al virus
devastante scatenato un decennio prima. Raggiungono una pace
fragile, ma si rivela di breve durata, in quanto entrambe le parti
sono portate sull’orlo di una guerra che determinerà chi emergerà
come specie dominante del pianeta .
La Twentieth Century
Fox (via USA Today) ha
rilasciato dieci nuovissime foto tratte dall’atteso
film Il Pianeta delle Scimmie
Revolution diretto da Matt
Reeves e con protagonisti Andy Serkis, Jason
Clarke, Gary Oldman e Keri
Russell. Il Pianeta delle Scimmie
Revolution è il sequel del film di successo
L’alba del pianeta delle scimmie con
James Franco. Nel cast del film
anche Toby Kebbell, Kodi Smit-McPhee, Enrique
Murciano, Kirk Acevedo e Judy Greer.
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La crescente nazione
delle scimmie guidata da Caesar è minacciata da una banda di umani
sopravvissuti al devastante virus diffuso dieci anni
prima. Raggiunta una fragile pace, essa sarà molto breve, ed
entrambe le parti si troveranno sul’orlo di una guerra che deciderà
quale sarà la specie dominante sulla Terra.
Il Pianeta delle Scimmie Revolution
uscirà nella sale USA l’11 Luglio 2014.
Andy Serkis ritorna nel
ruolo di Caesar. Faranno parte del cast di DAWN OF THE
PLANET OF THE APES ancheJason Clarke (Zero
Dark Thirty, Public Enemies, The Great
Gatsby), Gary Oldman (The Dark Knight
Rises, The Harry Potter film series), Keri
Russell (The Americans, Mission Impossible
III), Toby Kebbell (The Prince of
Persia, Wrath of the Titans, Rock N
Rolla), Kodi Smit-McPhee (Let Me
In, ParaNorman), Enrique
Murciano(Traffic, Black Hawk
Down), Kirk Acevedo (The Thin Red Line)
e Judy Greer (The
Descendants, Three Kings, 13 Going on
30).
Arriva finalmente online il primo
trailer dell’atteso Il pianeta delle scimmie
Revolution, pellicola diretta da Matt
Reeves e sequel del film con James
Franco intitolato L’alba del pianeta
delle scimmie.
Ecco la sinossi ufficiale
per Il pianeta delle scimmie
Revolution: Una nazione crescente di scimmie
geneticamente evolute guidati da Cesare è minacciata da una banda
di sopravvissuti umani al virus devastante scatenato un decennio
prima. Raggiungono una pace fragile, ma si rivela di breve durata,
in quanto entrambe le parti sono portate sull’orlo di una guerra
che determinerà chi emergerà come specie dominante del pianeta.
Il cast comprende Jason Clarke, Gary Oldman, Kodi
Smit-McPhee, Keri Russell, Kirk Acevedo e Judy
Greer, che indossa un vestito di performance capture per
riprodurre Cornelia a fianco di Andy Serkis di nuovo nel ruolo dello
scimpanzè Cesare. Diretto da Matt
Reeves, basato su
una sceneggiatura di Rick Jaffa, Amanda Silver,
Scott Z. Burns e Mark Bomback,
il film dovrebbe uscire negli USA entro il il
11 luglio 2014.
Ecco anche la versione italiana del
trailer de Il Pianeta delle scimmie
Revolution, l’atteso film con
protagonisti Jason Clarke, Gary Oldman, Kodi Smit-McPhee e
Keri Russell, sequel del film con James
Franco.
La crescente nazione
delle scimmie guidata da Caesar è minacciata da una banda di umani
sopravvissuti al devastante virus diffuso dieci anni
prima. Raggiunta una fragile pace, essa sarà molto breve, ed
entrambe le parti si troveranno sul’orlo di una guerra che deciderà
quale sarà la specie dominante sulla Terra.
Andy Serkis ritorna nel ruolo
di Caesar. Faranno parte del cast di DAWN OF THE PLANET OF THE
APES anche Jason Clarke (Zero Dark Thirty,
Public Enemies, The Great Gatsby), Gary Oldman
(The Dark Knight Rises, The Harry Potter film
series), Keri Russell (The Americans, Mission
Impossible III), Toby Kebbell (The Prince of
Persia, Wrath of the Titans, Rock N Rolla),
Kodi Smit-McPhee (Let Me In, ParaNorman),
Enrique Murciano (Traffic, Black Hawk Down),
Kirk Acevedo (The Thin Red Line) e Judy Greer
(The Descendants, Three Kings, 13 Going on
30).
Ecco tre nuove immagini dei
protagonisti umani de Il Pianeta delle Scimmie
Revolution in cui vediamo Jason Clarke, Keri
Russell e Gary Oldman in tre intensi
ritratti.
La crescente nazione delle scimmie
guidata da Caesar è minacciata da una banda di umani sopravvissuti
al devastante virus diffuso dieci anni prima. Raggiunta una
fragile pace, essa sarà molto breve, ed entrambe le parti si
troveranno sul’orlo di una guerra che deciderà quale sarà la specie
dominante sulla Terra.
Andy Serkis ritorna nel ruolo
di Caesar. Faranno parte del cast di DAWN OF THE PLANET OF THE
APES anche Jason Clarke (Zero Dark Thirty,
Public Enemies, The Great Gatsby), Gary Oldman
(The Dark Knight Rises, The Harry Potter film
series), Keri Russell (The Americans, Mission
Impossible III), Toby Kebbell (The Prince of
Persia, Wrath of the Titans, Rock N Rolla),
Kodi Smit-McPhee (Let Me In, ParaNorman),
Enrique Murciano (Traffic, Black Hawk Down),
Kirk Acevedo (The Thin Red Line) e Judy Greer
(The Descendants, Three Kings, 13 Going on
30).
Tramite Empire, 20th
Century Fox ha rivelato una nuova immagine del film di
Matt Reeves (Cloverfield, Blood
Story) Il Pianeta delle Scimmie
Revolution, sequel de L’Alba del Pianeta
delle Scimmie.
In questa immagine vediamo in primo
piano Toby Kebbell, che nel film interpreta la
scimmia Koba, con la tuta da mo-cap in quella che dovrebbe essere
la città principale delle scimmie guidate da Cesare.
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id=256]
Questa la trama del film
Apes Revolution – Il pianeta delle scimmie: La
crescente nazione delle scimmie guidata da Caesar è minacciata da
una banda di umani sopravvissuti al devastante virus diffuso dieci
anni prima. Raggiunta una fragile pace, essa sarà molto breve, ed
entrambe le parti si troveranno sull’orlo di una guerra che
deciderà quale sarà la specie dominante sulla Terra.
Andy Serkis ritorna nel ruolo di Caesar. Faranno parte
del cast di
Apes Revolution – Il pianeta delle scimmie anche
Jason Clarke (Zero Dark
Thirty, Public Enemies, The Great
Gatsby),
Gary Oldman (The Dark Knight
Rises, The Harry Potter film series),
Keri Russell (The
Americans, Mission Impossible III), Toby
Kebbell (The Prince of Persia, Wrath of the
Titans, Rock N Rolla), Kodi
Smit-McPhee (Let Me
In, ParaNorman), Enrique
Murciano (Traffic, Black Hawk
Down), Kirk Acevedo (The Thin Red Line)
e Judy Greer (The
Descendants, Three Kings, 13 Going on
30).
Apes Revolution – Il pianeta delle scimmie arriverà al
cinema in Italia il 30 Luglio.
Ecco Andy Serkis,
pioniere della mocap, alle prese con le riprese de Il
Pianeta delle Scimmie Revolution, in cui riprende il
ruolo del gorilla Cesare. Ecco l’attore sul set:
Questa la trama del film
Apes Revolution – Il pianeta delle scimmie: La
crescente nazione delle scimmie guidata da Caesar è minacciata da
una banda di umani sopravvissuti al devastante virus diffuso dieci
anni prima. Raggiunta una fragile pace, essa sarà molto breve, ed
entrambe le parti si troveranno sull’orlo di una guerra che
deciderà quale sarà la specie dominante sulla Terra.
Andy Serkis ritorna nel ruolo di Caesar. Faranno parte
del cast di
Apes Revolution – Il pianeta delle scimmie anche
Jason Clarke (Zero Dark
Thirty, Public Enemies, The Great
Gatsby),
Gary Oldman (The Dark Knight
Rises, The Harry Potter film series),
Keri Russell (The
Americans, Mission Impossible III), Toby
Kebbell (The Prince of Persia, Wrath of the
Titans, Rock N Rolla), Kodi
Smit-McPhee (Let Me
In, ParaNorman), Enrique
Murciano (Traffic, Black Hawk
Down), Kirk Acevedo (The Thin Red Line)
e Judy Greer (The
Descendants, Three Kings, 13 Going on
30).
Apes Revolution – Il pianeta delle scimmie arriverà al
cinema in Italia il 30 Luglio.
In attesa di vedere sul grande
schermo, a partire dal 30 luglio, Apes Revolution Il
Pianeta delle Scimmie, ecco il trailer onesto
de Il Pianeta delle Scimmie di
Tim Burton e a seguire tutti gli errori del
film.
Planet of the Apes – Il pianeta delle
scimmie (Planet of the
Apes) è un film del 2001 diretto da Tim
Burton. È il remake dell’omonima pellicola del 1968,
tratta dal romanzo Il pianeta delle
scimmie (La Planète des
singes) di Pierre Boulle.
Nell’anno 2029, il cosmonauta Leo
Davidson lavora nella base spaziale Oberon a stretto contatto con i
primati addestrati per compiere missioni spaziali; il suo esemplare
preferito è Pericles, uno scimpanzé. Quando una tempesta
elettromagnetica si scatena presso l’Oberon, Pericles parte in una
navicella spaziale per sondarla. Il veivolo della scimmia scompare
nella tempesta e quindi Leo, ignorando gli ordini dei suoi
superiori, parte a sua volta dall’Oberon per soccorrere Pericles
dalla tempesta. Una volta entratoci dentro, Leo perde ogni contatto
con l’Oberon e finisce per schiantarsi nella palude del pianeta
alieno di Ashlar, nell’anno 5021.
Ben presto Leo scoprirà che questo pianeta è popolato da scimmie
antropomorfe parlanti che trattano gli esseri umani come schiavi.
L’astronauta, catturato dalle scimmie, viene in seguito comprato da
un commerciante di umani di nome Limbo, un avido orango.
Successivamente Leo viene venduto ad Ari, una scimpanzé, la quale è
attivista contro il maltrattamento degli umani, che prende sotto la
sua ala anche Daena, una donna schiava che insieme a lui sarà
costretta a servire il Senatore Sandar, il padre di Ari.
Per una serie di circostanze Leo riesce ad uscire dallo stato di
prigionia e libera altri umani e schiavi, tra qui anche il gorilla
ex-soldato Krull, la cui carriera militare è stata distrutta dal
perfido Generale Thade, uno scimpanzé, il quale gestisce la caccia
agli umani dalla morte del suo padre Zaius ed è assistito dal
gorilla Colonnello Attar. Durante la corsa verso la libertà la
compagnia di Leo si trascina dietro anche Limbo. La meta della fuga
è “Calima”, un luogo sacro per le scimmie, il tempio del loro dio
Seamus: secondo la loro religione, in quel luogo il dio diede
origine alla vita delle scimmie. Arrivati sul sito proibito, Leo
scopre che Calima sono i resti dell’Oberon (che è stato travolto
dalla tempesta elettromagnetica) ed è chiamato così per via delle
uniche lettere rimaste visibili su una dicitura. Secondo i registri
informatici che Leo riviene, l’Oberon si è schiantato lì da
migliaia di anni, deducendo quindi che la tempesta lo ha spinto in
avanti nel tempo prima del suo arrivo e che i primati addestrati
devono essersi liberati ed evoluti indipendentemente e, guidati
dalla scimmia Seamus, si ribellarono agli umani del pianeta, che
sono i discendenti dei membri dell’equipaggio dell’Oberon
sopravvissuti allo schianto.
Subito dopo l’arrivo di Leo al tempio, tutti gli umani ancora
liberi del pianeta, avendo appreso che esiste un uomo che sta
lottando contro le scimmie, confluiscono nei pressi del tempio
stesso, per combattere con lui. Il giorno dopo gli umani vengono
raggiunti dall’esercito del Generale Thade, il quale dichiara
guerra aprendo un disperato scontro. La battaglia tra scimmie e
uomini viene improvvisamente interrotta dall’arrivo della navetta
di Pericles; le scimmie smettono di combattere gli umani e si
inchinano davanti allo scimpanzé credendo che il dio Seamus sia
tornato.
Pericles poi entra nei resti dell’Oberon insieme a Leo, che
viene inseguito da Thade, intenzionato ad ucciderlo. Alla fine di
un combattimento, Leo riesce a intrappolare il malvagio nella zona
di pilotaggio attivando un sigillo automatico. Krull, morto in
battaglia, viene sepolto insieme agli altri caduti da Attar, il
quale apprende la verità e decide di abbandonare Thade al suo
destino e quindi di cessare l’ostilità verso gli umani. Leo decide
di partire dal Pianeta delle Scimmie, e dopo un saluto accordato
con Danea e Ari (alla quale affida Pericles) sale a bordo della
navetta appartenuta alla scimmia e rientra nella tempesta
elettromagnetica.
Nel finale, Leo raggiunge la Terra nella sua epoca schiantandosi
presso Washington. Camminando all’interno del Lincoln Memorial, Leo
scopre con orrore che la gigantesca statua del presidente possiede
il volto del Generale Thade. In seguito all’atterraggio accidentato
di Leo, sul posto giungono vigili del fuoco, reporters e poliziotti
scimmieschi che lo accerchiano.
La recensione del film
d’animazioneIl pianeta del
tesoro diretto da Ron Clements
e John Musker, con le voci di Joseph
Gordon-Levitt (Jim Hawkins); Brian Murray (John Silver); Emma
Thompson (Capitano Amelia)
Sinossi: Cresciuto con la mamma,
proprietaria di una locanda sul pianeta minerario Montressor,
l’adolescente scavezzacollo Jim Hawkins si mette spesso nei guai
per le scorribande a bordo del suo Solar Surfer. Sin da piccolo, il
ragazzo è affascinato dalle avventure dei pirati dello spazio –
come il leggendario Capitano Flint – e dai cercatori di tesori,
così, quando un’astronave precipita nelle vicinanze della locanda
ed uno strano viaggiatore gli consegna un’antica sfera che
custodisce una misteriosa mappa spaziale, il ragazzo decide di
partire per andare alla ricerca del Pianeta del Tesoro. Ad
accompagnarlo nella sua avventura c’è il dott.Doppler, un astronomo
che si incarica di organizzare la spedizione prendendo in affitto
il galeone spaziale R.L.S. Legacy, comandato dal Capitano Amelia,
ed un equipaggio per governarlo.
Una volta a bordo, con suo sommo
rammarico Jim si vede relegato al ruolo di mozzo affidato alle cure
del cuoco John Silver, un cyborg dall’aspetto minaccioso che prende
però il ragazzo sotto la sua protezione. Durante il viaggio, però,
la vera natura dell’equipaggio si rivelerà estremamente pericolosa
e una volta giunti sul pianeta del Tesoro per Jim, Doppler e Amelia
le cose si metteranno al peggio perché la ciurma della nave si è
rivelerà una ciurma di pirati. Tuttavia, con l’aiuto di B.E.N., un
robottino abbandonato da anni sul pianeta, Jim riuscirà a trovare
il tesoro e a tornare da sua madre.
Analisi: Il Pianeta del
tesoro è stato tratto dal noto romanzo di Robert Luis
Stevenson, L’isola del tesoro. Dell’opera di
Stevenson è stata mantenuta la trama avventuristica della caccia al
tesoro, ma in un’ambientazione fantascientifica. Il
pianeta del tesoro è stato presentato in prima
mondiale nella città natale del grande scrittore, Edimburgo, con
una festa al suono di cornamuse in un castello settecentesco, che è
il periodo di ambientazione del romanzo. Nel lungometraggio al
posto di un’isola c’è un pianeta da raggiungere, si viaggia
attraverso invenzioni futuristiche in una dimensione
intergalattica, con buchi neri, tempeste cosmiche, sentieri del
cielo, pirati cybernetici, e tecniche tridimensionali. Ci sarebbero
gli ingredienti per parlare di un lungometraggio animato da
ricordare quindi, ma il film purtroppo risulta essere statico.
Questo perché non si è riusciti ad andare oltre lo schema un po’
rigido da cartone dysneiano, non ci sono grandi trovate, anche se
ci sono spiritosaggini…di sicuro i piccoli sono serviti. Si sa che
la maggior parte dei film disney si basa su una rielaborazione di
fiabe o romanzi famosi, in una totale trasformazione dell’opera
originale, adattata ad un pubblico di giovanissimi, anche se a
volte grazie ai giochi di fantasia, la comicità, le trame non
scontate, i film sembrano riusciti.
Il pianeta del tesoro:
recensione del film
Il romanzo “L’isola del tesoro”
venne pubblicato sulla rivista per ragazzi “Young Folks” negli anni
1881-1882. La fantasia del libro assume significato alla luce della
simbologia ed allegoria che pongono al centro di tutto la morale.
Lo stile è chiaro e riesce a trasmettere tensione. Da questo testo
dovrebbero prendere lezioni registi e sceneggiatori della saga
“Pirati dei Carabi”, in debito con Stevenson. Il tesoro che non si
riesce a trovare è il simbolo dell’avidità degli uomini che
trascina verso il nulla, Jim Hawkins cresce interiormente quando
riesce a scorgere nelle persone adulte, rimanendo colpito, la
doppiezza dei loro comportamenti, l’ambiguità e lo sdoppiamento, ed
alla fine continua ad essere perseguitato da incubi in cui rivede
le spiagge dell’isola dei pirati. E’ affascinante anche la vita
dello stesso Stevenson, giovane ribelle in polemica con il padre ed
il puritanesimo borghese del suo ambiente, che si stabilì negli
ultimi anni di vita nelle isole Samoa, circondato dal rispetto
degli indigeni che lo chiamarono “Tusitala” (narratore di storie),
e che difese più volte dalle prepotenze dei bianchi.
BIM ha diffuso il trailer italiano
del film Il piacere è tutto mio (tit. orig. Good
luck to you, Leo Grande), film di Sophie Hyde con protagonisti
la due volte Premio Oscar
Emma Thompson e Daryl McCormack, arriva al cinema il 10
novembre con BiM Distribuzione.Dopo aver
conquistato la critica internazionale alla Berlinale – Festival
Internazionale del Film e al Sundance Film Festival il film verrà
presentato alla Festa de cinema di Roma.
Nel film Nancy Stokes (Emma
Thompson) è un’insegnante in pensione, vedova, con alle spalle un
matrimonio solido e rigoroso a cui però è sempre mancato un po’ di
brivido. Ormai sola, Nancy decide di cercare quello che nella vita
di coppia non ha mai trovato: una soddisfacente esperienza
sessuale. Si rivolge così a un’agenzia di gigolò e sceglie di
incontrare Leo Grande(Daryl McCormack). Giovane e affascinante, Leo
Grandesembra essere tutto quello per cui Nancy è pronta a pagare:
un uomo in grado di realizzare le sue fantasie. Ma nel corso di tre
incontri in una camera di hotel le dinamiche cambiano: Leo si
dimostra non solo come un uomo con cui fare dell’ottimo sesso, ma
anche una persona con cui parlare e nonostante la differenza d’età,
tra i due nascerà un rapporto di fiducia che porterà Nancy a
riscoprire se stessa…
Il pezzo mancante,
in concorso al 28° Torino Film Festival, parla della famiglia
Agnelli, ma vuole farlo in maniera particolare. Il
documentario del navigato Giovanni Piperno non si muove come
un’inchiesta giornalistica, né va alla ricerca di una
rappresentazione della famiglia come un pezzo d’Italia, e nemmeno
cerca di mostrare i fasti di quella che è stata per un secolo la
famiglia più importante d’Italia. Quello che il film cerca di fare,
e con successo, é raccontare allo spettatore la sensazione dei
lutti, i dolori e le angosce di una famiglia che ha nascosto, a se
stessa prima ancora che al pubblico, tutto ciò che non era forte,
elegante e sicuro come la Fiat, un’azienda dominata dalla
gerarchia.
Gli Agnelli sono una casta i cui
membri non possono sbagliare, dove tutti coloro che non sono
abbastanza forti devono essere cancellati: il pezzo mancante è la
parte più sensibile della famiglia, quella che si è fermata a
riflettere su ciò che l’azienda stava facendo. Il pezzo mancante è
l’equilibrio, soprattutto quello mentale di chi ha messo in conto
di non potersi mai lasciarsi prendere dal sentimentalismo, «Gianni
non ha mai mostrato il dolore che portava dentro per la morte del
figlio», così Taki Theodoracopulos. Ma non si
tratta del caso sporadico di un personaggio, anche Susanna, sorella
preferita dell’Avvocato, viene ricordata come una donna che aveva
represso i suoi sentimenti. Il pezzo mancante ogni tanto esce
fuori, e così fanno capolino l’immagine del fratello Giorgio,
intelligente, sveglio, troppo sensibile, rinchiuso in un
manicomio in svizzera dove morirà nel 1964. O come un figlio troppo
simile allo zio, Edoardo, sul quale si concentra gran parte del
film. Penetrante, accorto, molto sensibile anche lui, come lo zio
con cui ha condiviso la triste fine, Edoardo era appassionato delle
culture del mondo, andava spesso in medio oriente, salutava tutti,
camminava tra la gente, non aveva paura di essere rapito, cercava
qualcosa in più del «mito dell’accumulo del denaro, vera malattia
dei giorni nostri».
Gelasio Gaetani,
caro amico di Edoardo, ripercorre i suoi ricordi per tutto il film
con i commenti che si aggiungono a quelli di altri amici e parenti
della famiglia torinese, tra cui le parole sentite di Marta Vio,
compagna d’amore di Giorgio. Il trade union stilistico del film
sono piccoli spot e filmati del ‘CineFiat’, che intervengono di
tanto in tanto come veri e propri break nella storia, inquietanti e
particolari così come gli stacchetti realizzati con l’animazione al
computer, e i lunghi carrelli laterali di una fabbrica e una
famiglia che non si è fermata mai.
Peccato che il film ogni tanto si
perda dimenticando di mostrare quei pezzi degli Agnelli, forse meno
di spicco, che avrebbero potuto essere la chiave tra i personaggi
che tutti conosciamo bene e i ‘pezzi mancanti’. Ma i tempi sono
giusti e le immagini sembrano voler parlare da sole.
Considerato un film spartiacque
nella carriera del regista Paul Thomas Anderson,
Il petroliere ha segnato l’inizio di una
nuova poetica, che trova nell’esplorazione profonda dell’animo
umano una delle sue tematiche principali. Il film ha inoltre
permesso al regista di consacrarsi come uno dei migliori e più
importanti della sua generazione. Seguito poi negli anni da
The Master, Vizio di forma e
Il filo
nascosto, il film, il cui titolo originale è il suggestivo
There Will Be Blood, è oggi considerato uno dei migliori
dal 2000 ad oggi. Vien inoltre indicato da molti come uno dei
grandi capolavori contemporanei.
Dopo aver diretto Ubriaco
d’amore nel 2002, Anderson si prese una lunga pausa per
ponderare bene il suo progetto successivo. Fu in questo periodo che
entrò in contatto con il romanzo Petrolio! di
Upton Sinclair, pubblicato nel 1927. Il regista
rimase estasiato da quel racconto, e decise di trarre da quelle
pagine il suo nuovo film. Il petroliere non è però una
fedele trasposizione, al contrario. Anderson adattò infatti
soltanto le prime cento pagine, poiché in esse erano contenuti i
temi e la storia di suo interesse. Per il resto, decise di dar vita
ad un racconto soltanto vagamente ispirato a quello narrato nel
libro.
Nel 2007 il film uscì così nei
cinema di tutto il mondo, ottenendo in breve tempo recensioni
estremamente entusiastiche. La critica riconobbe subito nel film
del regista una lucida riflessione sullo sviluppo degli Stati Uniti
e sulla nascita del capitalismo. Il petroliere venne poi
candidato a ben otto premi Oscar, tra cui miglior film, miglior
regista e miglior sceneggiatura. Vinse però soltanto le statuette
per il miglior attore Daniel Day-Lewis e per la
miglior fotografia di Robert Elswit. Con il tempo,
il suo prestigio è aumentato particolarmente, fino ad essere
posizionato al terzo posto nel sondaggio dedicato ai più grandi
film del XXI Secolo.
Il petroliere: la trama del
film
La vicenda si apre negli Stati
Uniti del 1989, nel pieno di un periodo che ha visto nella ricerca
del petrolio il suo unico scopo. Nel deserto del New Mexico, anche
Daniel Plainview è a caccia dell’oro nero. Con il tempo, grazie
alla sua intraprendenza e alla sua sete di potere, l’uomo diventa
un ricco uomo d’affari, sempre pronto ad espandere i propri
confini. In questo lo aiuta anche H.W., figlio che ha adottato in
seguito alla morte di uno dei suoi lavoratori. Con questi si
presenta infatti come un amorevole padre, influenzando
positivamente i proprietari dei terreni che aspira a fare suoi.
L’uomo sembra ormai totalmente corrotto dal potere raggiunto, ma
questo si rivela essere anche la sua dannazione.
Si giunge al 1911, anno decisivo
per Plainview. Questi, su proposta del giovani predicatore Eli, ha
ora modo espandere i propri possedimenti anche a Little Boston, in
California, dove sembra essere nascosto un grande giacimento di
petrolio. Eli si dimostra inizialmente favorevole all’arrivo
dell’uomo, ma nel momento in cui comprende che gli equilibri del
paesino verranno irrimediabilmente stravolti dalla sua ricerca,
decide di opporsi. Plainview si ritroverà dunque ad essere
etichettato come un orco malvagio, la cui sete di potere sembra
inarrestabile. Gli scontri che da qui si genereranno saranno
decisivi per la morte e la rinascita dell’America capitalista.
Il petroliere: il cast del
film
Quello di Daniel Plainview è
indicato come uno dei personaggi più complessi e affascinanti di
sempre. L’interpretazione che il premio Oscar Daniel
Day-Lewis ne ha dato è allo stesso tempo considerata
una delle performance migliori della storia. Anderson ha raccontato
di aver scritto il personaggio proprio pensando all’attore. Dal
canto suo, Day-Lewis accettò di ricoprire la parte ancor prima di
leggere la sceneggiatura completa. Noto per le sue meticolose
ricerche sui personaggi che interpreta, l’attore iniziò a condurre
una serie di ricerche sui cercatori di petrolio dell’epoca.
Inoltre, lavorò a lungo sulla propria voce, ascoltando
registrazioni di personalità dell’epoca in cui il film è
ambientato. Tutto ciò lo portò ad ottenere meritatamente il premio
Oscar per il miglior attore.
Altra figura chiave del film è
quella del predicatore Eli Sunday, interpretato nel film
dall’attore Paul
Dano. Questo, in realtà, originariamente doveva
interpretare il fratello Paul Sunday, un ruolo particolarmente
piccolo all’interno del film. Anderson, però, rimase così colpito
dalla sua interpretazione di Paul che decise di assegnarli anche il
ruolo di Eli, trasformando così i due in fratelli gemelli. Anche
Dano non ha poi voluto essere da meno rispetto a Day-Lewis, e
condusse numerose ricerche per poter comprendere meglio la
mentalità del suo personaggio principale. Pretese inoltre che,
nella scene che lo richiedeva, il collega lo picchiasse realmente
con schiaffi e botte varie. Ciò gli permise di rimanere nella parte
e fornire una performance migliore.
Il petroliere: il significato del
film
Film tanto affascinante quanto
ricco di riflessioni, Il petroliere si è affermato per la
sua grande capacità di dar vita ad un racconto epico incentrato
sulla nascita dell’animo capitalista. Nel corso del film si assiste
infatti all’ascesa di Daniel Plainview da semplice cercatore di
petrolio a proprietario di un vero e proprio impero fondato
sull’oro nero. L’intera narrazione mira a rendere evidente come in
quel periodo storico sia germogliato il seme dell’avidità
incondizionata, che ancora oggi sembra essere uno dei valori su cui
si fondano le società. Plainview espande il suo dominio a scapito
di chiunque, finendo in una spirale di follia che lo porta a
perdere ogni contatto con l’umanità. Coloro che lo circondano, dal
figlio adottivo al fratello, vengono infatti visti come meri
strumenti attraverso cui poter raggiungere ulteriore potere.
La forza dominante del capitalismo
è così sempre più evidente man mano che la narrazione procede. In
ciò si inserisce anche una stretta connessione con la fede
religiosa. Il contrasto tra Plainview ed Eli sottolinea la
differenza esistente tra avidità materiale e ricerca di
spiritualità. Ma con il rivelarsi della natura corrotta del
predicatore, sembra emergere come anche la fede abbia infine ceduto
e si sia corrotta e macchiata. Anche ciò che era sacro è infine
stato vinto dal desiderio di potere e lussuria. Con il finale, la
morte di questi valori sembra compiersi in modo inequivocabile.
Considerato ciò, molti critici hanno ritrovato nella storia di
Il petroliere una parabola sul fallimento dei principi
fondativi degli Stati Uniti in nome di valori spesso opposti, e
quasi sempre in senso negativo.
Il petroliere: il trailer e dove
vedere il film in streaming
Film imprescindibile, è possibile
fruire di Il petroliere grazie alla sua presenza su alcune
delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete.
Questo è infatti presente nel catalogo di Chili Cinema, Now
TV e Netflix. Per vederlo, una volta scelta la
piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o
sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È
bene inoltre notare che il noleggio prevede dei tempi di scadenza
entro i quali è necessario guardare il titolo. Con un abbonamento
generale, invece, si avrà modo di guardarlo senza limiti e con
maggiore libertà. Il film verrà inoltre trasmesso in televisione
lunedì 28 settembre, alle ore
21:15 sul canale La7.
Quello che succede ad un uomo
ordinario che viene catapultato suo malgrado in mezzo ad un’impresa
straordinaria e un po’ folle. Questo potrebbe essere un breve e
significativo commento a Il Pescatore di Sogni, la
commedia romantica inglese diretta da Lasse
Hallstrom e tratta dal romanzo Salmon fishing in
the Yemen.
In Il Pescatore di
sogniEwan McGregor è Alfred Jones e lavora per il
Ministero della Pesca e dell’Agricoltura. Emily Blunt è la signorina Harriet
Chetwode-Talbot assistente di un ricco sceicco yemenita che vuole
trapiantare la pesca al salmone nel suo Paese.
Kristin Scott Thomas è Patricia Maxwell, portavoce del
Governo britannico e alla disperata ricerca di una notizia che
possa gettare una luce positiva sui rapporti tra Regno Unito e
Medio Oriente. Le tre vite di questi personaggi collideranno
burrascosamente e si concentreranno nella realizzazione di un
progetto folle e visionario.
La sceneggiatura di Il
pescatore di sogni è firmata da Simon Beaufoy è il punto
forte del film: brillante, divertente, che ben caratterizza i
personaggi e li colloca alla perfezione in una storia che sebbene
dall’inizio sia prevedibile, non manca di fascino. Merito
soprattutto del personaggio dello Sciecco, interpretato
splendidamente da Amr Waked (Syriana), e che scardina il cliché del
ricco uomo orientale preso dalla sua ricchezza e dalle sue mogli e
ne fa un uomo di fede, in cerca di un misticismo e all’inseguimento
di una visione di grandezza per il suo popolo. A lui si contrappone
un impiegato banale, grigio e con la testa sulle spalle, un
McGregor che si conferma ottimo interprete e
ritrae un uomo tenero e inconsapevolmente insoddisfatto che
scardinerà la propria vita per seguire un’emozione mai provata
prima.
Anche Emily Blunt conferma il suo talento anche se
forse messo al servizio di un personaggi meno interessante.
Grandissima prova per la Thomas che invece mette in scena una donna
solida, senza scrupoli nel lavoro così come è attenta nella vita
dei suoi figli e di suo marito. Forse dietro al suo cinismo e al
suo linguaggio non proprio british si nasconde una critica
all’attività della stampa e alla manipolazione dei media, ma poco
importa, dal momento che la Maxwell è il principale veicolo di
comicità del film e si contrappone al tema romantico affidato alla
coppia Blunt – McGregor.
Il pescatore di
sogni racconta di un sogno, dell’importanza di un progetto
nella vita e delle scelte che si compiono per realizzare proprio
quei sogni che ci guidano; è un film romantico e ironico,
sicuramente melenso in alcune scelte, ma ben confezionato e ben
raccontato da un regista che padroneggia alla perfezione questi
elementi narrativi.
Celebre per film come Buon compleanno Mr.
Grape,Chocolat e Hachiko
– Il tuo migliore amico, il regista svedese Lasse
Hallström si è sempre distinto per i suoi melodrammi,
capaci di suscitare nello spettatore emozioni forti e
irresistibili. Uno dei suoi film più recenti, Il
pescatore di sogni (qui la recensione) è un ennesimo
perfetto esempio delle capacità del regista con questo genere di
storie. Egli ripropone qui un uomo ordinario catapultato suo
malgrado nel pieno di un’avventura straordinaria e ai limiti del
possibile, dove come sempre sarà l’amore il motore primario del
tutto.
Il film è la trasposizione
cinematografica del romanzo Pesca al salmone nello Yemen,
scritto da Paul Torday. Pubblicato nel 2007, il
libro è basato sulle vere esperienze di lavoro di Torday nel
governo britannico, come anche sulla sua forte passione per la
pesca al salmone e il Medio Oriente. Combinando tutti questi
elementi, lo scrittore ha dato vita ad un racconto particolarmente
emozionante, vincitore di numerosi prestigiosi riconoscimenti. La
fama del libro lo ha dunque fatto essere sin da subito un titolo
perfetto per essere portato al cinema, dove ha poi ottenuto un
discreto successo insieme ad un’accoglienza critica generalmente
positiva.
Per tutti gli amanti del genere, di
quei film dove la forza d’animo vince su ogni ostacolo e i sogni
diventano realtà, Il pescatore di sogni è un titolo da non
lasciarsi sfuggire assolutamente. Prima di intraprendere una
visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune
delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi al libro, alla trama e
al cast di attori. Infine, si elencheranno anche
le principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
Il pescatore di sogni: la
trama del film e le differenze con il libro
Protagonista del film è
Alfred Jones, uno scienziato timido e introverso
che grazie alle sue conoscenze di ittica si ritrova a lavorare per
il governo britannico. Le attività che compie, tuttavia, sono
quantomai monotone e contribuiscono, insieme ad un matrimonio
insoddisfacente, a rendere ancor più piatta la sua già ordinaria
esistenza. Per lui tutto cambia quando si ritrova inaspettatamente
coinvolto dallo sceicco Muhammad nel folle
progetto di questi. L’uomo, infatti, aspira ad introdurre il
salmone nell’arido territorio dello Yemen. Un piano che Alfred non
può che trovare ridicolo, ma al quale dovrà sottostare per volere
del suo governo.
La portavoce del governo
Patricia Maxwell, infatti, vede nelle intenzioni
dello sceicco un modo per distogliere l’attenzione mediatica
dall’ultima operazione fallimentare del governo britannico in Medio
Oriente. A convincere lo scienziato a introdurre la pesca al
salmone nelle acque degli altipiani dello Yemen è la visione
mistica del mondo del pascià. Non sarà solo il carisma di Muhammad
a conquistare Alfred, ma anche la sua assistente Harriet
Chetwode-Talbot, che lo aiuterà a capire cosa vuole dalla
sua vita e a smuovere la sua scialba e grigia esistenza.
Scritto come romanzo epistolare,
ovvero composto da una serie di lettere, e-mail, interviste,
articoli e altre tipologie di scritti, il libro necessitò di
un’attenta riscrittura per la sceneggiatura. La sceneggiatrice
Simon Beaufoy apprezzò molto la sfida di trarre da
questa moltitudine di testi un racconto unico e coeso. Ovviamente
ciò rese inevitabili alcune modifiche, che hanno portato il film a
differire per buona parte dal suo testo di base. La più
significativa delle differenze è quella che vede il portavoce del
governo passare dall’essere un uomo nel libro a una donna nel film.
Inoltre, viene resa più centrale la storia d’amore tra Alfred e
Harriet.
Il pescatore di sogni: il
cast del film
Ad interpretare Alfred Jones vi è
l’attore Ewan McGregor,
celebre per film come Trainspotting o Big Fish.
McGregor ha raccontato di aver accettato il ruolo in Il
pescatore di sogni proprio per via di alcune similitudini
riscontrate tra il personaggio di Jones e quello interpretato in
Big Fish. Per prepararsi al ruolo, egli non solo ha letto
attentamente il libro da cui il film è tratto, ma ha anche dovuto
imparare a pescare a far “volare” i pesci. Dopo un lungo
addestramento, l’attore è riuscito a trovare la tecnica giusta per
riuscire in tale attività apparentemente semplice ma in realtà
molto complessa.
Accanto a lui, nel ruolo di Harriet
Chetwode-Talbot, la donna di cui Alfred si innamora, vi è l’attrice
Emily Blunt,
rimasta particolarmente affascinata dalle tematiche e dalla storia
in sé. Ad interpretare lo sceicco Muhammad vi è invece l’attore
Amr Waked, visto in popolari film come
Lucy e Wonder Woman 1984. Ad interpretare la
porta voce del governo, Patricia Maxwell, vi è l’attrice Kristin Scott
Thomas, mentre il marito di lei è interpretato da
Tom Beard. Nel film recitano poi anche Tom
Mison nei panni del capitano Robert Mayers e
Catherine Steadman in quelli di Ashley.
Rachel Stirling, infine, è la moglie del
protagonista.
Il pescatore di sogni: il
trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di Il
pescatore di sogni grazie alla sua presenza su alcune
delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete.
Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV,
Chili Cinema, Google Play, Infinity+, Apple iTunes e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
mercoledì 6 aprile alle ore 21:00
sul canale Iris.
Il 22 novembre con l’uscita
de Il Peggior Natale della mia Vita, ritroviamo
l’imbranato Paolo in una nuova e disastrosa esperienza. È quasi
Natale e Giorgio (Antonio Catania) e Clara
(Anna Bonaiuto), insieme alla figlia e al genero,
sono invitati a passare le feste nel castello in montagna di
Alberto (Diego Abatantuono), capo e amico di lunga
data di Giorgio, appena scampato alla morte.
Ne Il Peggior Natale della
mia Vita il finale aperto del primo film trova riscontro
nel pancione di Margherita (Cristiana
Capotondi), che è quasi giunta al termine della sua
gravidanza e che aspetta ansiosa l’arrivo di Paolo (Fabio
De Luigi). Il marito, infatti, li raggiungerà in un
secondo momento con la sua mini-car portandosi dietro una piscina
portatile, affinché Margherita possa partorire in acqua, come
desidera tanto. Giorgio, invece, è più preoccupato del solito
perché sa che Alberto, ora incurabile ottimista, vuole godersi la
vita lasciandogli le redini dell’azienda, ma ha paura che Paolo
possa, come sempre, rovinare tutto. Nel castello ci sono, inoltre,
la figlia di Alberto, Benedetta (Laura Chiatti),
anche lei incinta, e un’inquietante quanto bizzarro maggiordomo,
Pino (Dino Abbrescia). Insomma, a Paolo non
mancheranno le occasioni per combinare guai e le persone alla cui
incolumità attentare.
Con questo suo lungometraggio,
Genovesi dimostra di aver raggiunto una certa maturità nel mettere
in scena i personaggi e nel creare una storia più omogenea e
bilanciata; ciò dipende sia dalla sceneggiatura, scritta come nel
precedente film insieme a De Luigi, sia soprattutto dalla sua
abilità nel gestire un cast così ricco di attori bravi e famosi. Si
nota dall’inizio alla fine la complicità e la sintonia del gruppo
attoriale, sia nei dialoghi che nei momenti di silenzio,
quest’ultimi molto importanti nel creare carichi spunti comici.
Inoltre, un’altra evidente differenza da La Peggior Settimana della Mia Vita, è appunto
la scelta, azzeccata, di delegare battute e scene divertenti anche
al resto del cast, non più solo a De Luigi; decisione che
permettere di approfondire gli altri personaggi, come ad esempio
quello di Margherita, molto marginale nel primo film. Un accenno ai
piccoli ruoli del truccatore e del becchino, rispettivamente Ale e
Franz, che seppur concentrati in poche brevi scene, creano un buon
ritmo comico col trio maschile principale.
Lo scenografo è riuscito ad
arredare e decorare il castello, set del film, in maniera tale da
evidenziare l’aspetto fiabesco, eterno del Natale, cui mirava la
produzione. Anche la selezione di certe canzoni tipiche, americane
e non, e le musiche di Pivio & Aldo De Scalzi
hanno contribuito allo scopo, facendo sempre percepire, sotto le
risate e l’atmosfera un po’ surreale, un piacevole spirito
natalizio e di affetto familiare, che cresce nel corso della
storia, raggiungendo l’apice alla fine.
Decisamente migliore rispetto al
primo episodio, Il Peggior Natale della mia Vita,
seconda disavventura di Paolo e della sua famiglia è raccontata con
più convinzione e in maniera più armoniosa, mostrando di mirare sì
alla pura risata, ma senza basarsi esclusivamente su quella, e di
aver espresso bene la comicità e l’anormalità che colpisce tutti
durante la festività natalizia.
Ecco il poster e la sinossi
ufficiale de Il Peggior Natale della mia Vita, film di
Alessandro Genovese sequel de La Peggior
Settimana della mia vita, tratto sempre dalla famosa
Alla conferenza stampa de
Il Peggior Natale della Mia Vita,
tenutasi ieri mattina al The Space Moderno di Roma, era presente
tutto il cast principale (Fabio De Luigi,
Cristiana Capotondi, Antonio
Catania, Anna Bonaiuto, Diego
Abatantuono, Laura Chiatti), il regista
Alessandro Genovesi, il presidente della casa di
produzione Colorado Film, Maurizio Totti, e il direttore generale
della Warner Bros. Pictures Italia, Niccolò Maccanico.