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The X-Files 10×01: foto promozionali “My Struggle”

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The X-Files 10×01: foto promozionali “My Struggle”

Il network americano FOX ha diffuso le foto promozionali di The X-Files 10×01, il primo episodio dell’atteso ritorno che si intitolerà “My Struggle”:

THE X-FILES 10: ROBBIE AMELL E LAUREN AMBROSE NEL CAST

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THE X-FILES 10: NUOVO PROMO UFFICIALE “I WANT TO BELIEVE”

THE X-FILES 10: KUMAIL NANJIANI SARÀ UNA GUEST STAR

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X-Files-1X-Files è una serie televisiva statunitense ideata da Chris Carter e prodotta dalla FOX a partire dal 1993. Ha avuto un enorme impatto grazie ai vari temi trattati come il paranormale, le teorie del complotto, mutazioni genetiche, UFO ed alieni.

Ciascun episodio, pur essendo narrativamente auto conclusivo (salvo alcune eccezioni di storie sviluppate in due o anche tre episodi), talvolta tratta temi ricorrenti. Argomenti quali il governo ombra, l’interferenza aliena (in particolare il rapimento alieno) e l’imminente primo contatto alieno, vengono sviluppati in vari episodi di ogni stagione del telefilm. Tali sviluppi narrativi sono comunemente noti come la mitologia di X-Files.

Vincitrice del Golden Globe per la miglior serie drammatica nel 1995, nel 1997 e nel 1998, tra la prima e la seconda stagione ha avuto un aumento dell’audience del 42% diventando lo spettacolo televisivo più seguito negli Stati Uniti. Ha al suo attivo ben 9 stagioni terminate con gli ultimi due episodi dove vengono risolti in parte gli interrogativi sulla mitologia di X-Files lasciati in sospeso nelle stagioni precedenti. Nel 2002, la rivista americana TV Guide la ha inserita al trentasettesimo posto nella classifica de I migliori 50 spettacoli televisivi di tutti i tempi.

Sean Penn e la figlia Dylan immortalati insieme per promuovere Condemned

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Dylan Penn, figlia del regista e attore Sean Penn e dell’attrice Robin Wright, ha debuttato sul grande schermo con Condemned, film che ha avuto una premiere allo Screamfest lo scorso 18 ottobre. Il padre Sean non sta facendo mancare il suo supporto alla figlia, per la quale ha presenziato più di un evento a Hollywood con il fine principale di promuovere il film, che sarà in Digital HD e nei cinema americani dal 13 novembre prossimo.

The Walk: recensione del film di Robert Zemeckis

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The Walk: recensione del film di Robert Zemeckis

La mattina del 6 agosto del 1974 i newyorkesi si sono svegliati con il naso all’insù, guardando in quello spazio, di circa 42 metri, che separava la vetta della Torre Sud dalla Torre Nord. Quella mattina, a New York, il funambolo Philippe Petit camminava su un cavo sospeso a 415 metri d’altezza, conquistando le Torri Gemelle ed entrando nella storia. Quest’impresa, già protagonista di un magnifico documentario del 2008, Man on Wire, diretto da James Marsh e premiato con l’Oscar, diventa il soggetto di The Walk, nuovo film di Robert Zemeckis con protagonista Joseph Gordon-Levitt.

In The Walk Philip è un ambizioso funambolo, un ottimista inguaribile che sogna in grande. Quando, su un giornale, legge che a New York si stanno erigendo due imponenti torri, decide quello che sarà il suo scopo principale, mettere un cavo tra le due strutture e attraversarlo. Comincia così un’avventura incredibile, un’appassionante vicenda che all’epoca fece grande scalpore e che ancora oggi desta incredulità ed emozione.

The Walk

Robert Zemeckis fa immediatamente sua la vicenda, condendo il racconto di suspence, adrenalina, grande senso del cinema e dell’avventura. Forse proprio per questo la prima parte del film, più esplorativa e di preparazione, risulta stagnante, mentre nella seconda parte, quando Philippe e i suoi complici sono all’opera, è ricca, magica, emozionante. Utilizzando l’espediente dell’auto-racconto, Zemeckis mette al sicuro lo spettatore che non conosce la vicenda storica. Petit riesce nella sua impresa o comunque sopravvive a essa, e viene inquadrato sulla fiaccola della Statua della Libertà per raccontarcelo, ricostruendo con noi la vicenda. L’intensa interpretazione di Gordon-Levitt, che raramente sbaglia un colpo, ci mette di fronte alla forza d’animo, alla vitalità, alla voglia di affrontare l’ignoto ma soprattutto all’incredibile inclinazione artistica di un’anima pura e selvaggia, spesso intrattabile, ma comunque riconoscente e positiva.

the walk filmConsiderando la delicatezza della location, il film poteva essere comunque emotivamente sconcertante per coloro che hanno vissuto in prima persona la tragedia dell’11 settembre. In fondo, tutto il film ruota intorno a questi colossi dell’architettura che non ci sono più, e che hanno profondamente ferito una nazione, e non solo quelli che hanno perso qualcuno nella tragedia. Zemeckis riesce a tenere presente il fatto in una potentissima e sintetica immagine conclusiva, senza però affogare nella retorica. La protagonista vera del film è la gloriosa impresa di Philippe, e così anche la tragedia che sarebbe avvenuta da lì a qualche decennio passa in secondo piano.

Festa di Roma 2015: Wes Anderson e Donna Tartt incontrano il pubblico dell’Auditorium

Alla decima edizione della Festa del Cinema di Roma arriva una strana coppia: il regista Wes Anderson e la scrittrice Premio Pulitzer per Il Cardellino, nel 2014, Donna Tartt.

Ma l’accoppiata non è l’unica cosa atipica di questo incontro. Ai due viene infatti chiesto di parlare del cinema italiano attraverso 4 pellicole scelte dalla scrittrice. Le clip si aprono con Medea (1970) di Pier Paolo Pasolini, un film – dice la scrittrice – con un ritmo lento, discontinuo, non molto accessibile a chi non abbia familiarità col teso. Eppure Pasolini ci permette di coglierne l’essenza, la brutalità e la violenza di quel mondo. Nessun’altra opera del XX secolo è riuscita così bene in questa. Amo il suo ritmo ipnotico e ritualistico.

La seconda clip è tratta da La Notte (1961) di Michelangelo Antonioni, una scena che, per una curiosa coincidenza è stata scelta ieri da Paolo Sorrentino (qui la storia). Del film di Antonioni, Donna Tartt dice di aver apprezzato il modo magistrale di raccontare la solitudine. È pieno di scene meravigliose e conturbante. La notte è una presenza spaventosa ed è incredibile la scena in cui Mastroianni e Jeanne Moreau escono finalmente alla luce. Fuori è giorno, ma loro non riescono a togliersi di dosso la notte, sembrano un quadro di Piero della Francesca.

Wes Anderson ricorda che il primo film di Antonioni che ha visto è stato L’Avventura, che l’ha subito colpito, ancor più di Fellini, per lo stile così personale dell’autore, di rottura rispetto a ciò che c’era stato nel cinema italiano prima di lui.

Il terzo frammento è tratto da La signora di tutti (1934) di Max Ophuls, un film tutto italiano, eccezion fatta per il regista. La Tartt parla della struttura narrativa di quest’opera, radicale per il cinema di allora e cita Kubrick, che di Ophuls diceva che riusciva ad attraversare i muri con la macchina da presa. Parla poi anche del contenuto della pellicola, sempre attuale: una donna ha tentato di uccidersi, ma a nessuno importa, purché lo spettacolo vada avanti. La quarta e ultima scena scelta dalla Tartt è tratta da La Grande Bellezza (2013) di Paolo Sorrentino.

Wes Anderson e Donna Tartt 2Un film che trascina, conquista, con personaggi profondi è complicati, momenti divertenti e di spiritualità. E alla domanda di Antonio Monda, che gli fa presente della divisione di critica che ha accolto il film di Sorrentino in Italia, avanza l’ipotesi che la differenza culturale nell’approccio cinematografico tra gli americani e gli italiani sta nel fatto che i primi sono cresciuti con Hollywood, dove lo spettacolo puro va bene e un film non deve necessariamente avere un contenuto politico per essere goduto.
Anche Wes Anderson concorda con il fatto che il film di Sorrentino sia un capolavoro, lo considera strettamente legato a La Dolce Vita ed è particolarmente impressionato dall’espressività del volto si Toni Servillo.

Martin Scorsese ha fatto il suo nome, Wes Anderson, designandolo come suo erede. Come si sente a riguardo?

WA: Credo che l’abbia detto molti anni fa, non so se lo pensa ancora oggi. E poi lo ha fatto nel contesto di un’intervista in cui era obbligato a fare un nome, non è che se ne sia uscito così spontaneamente. Ma naturalmente ne sono onorato e mi sono sentito ispirato da lui: Scorsese è uno dei motivi per cui faccio questo lavoro.

Ha mai pensato di girare un horror o un film di Natale?

In effetti sì, anche perché se fai una canzone o un film di Natale potresti avere molto successo, poiché verrebbe riproposto di anno in anno. Tuttavia credo di non esserci mai riuscito perché mi vedrei costretto a rispettare delle regole, che è una sfida interessante, ma per me dura: è raro che io sappia se quello che sto per mettere in scena sia buffo o triste.

Infine, Wes Anderson sceglie per il pubblico della festa il suo film italiano preferito. Si tratta de L’oro di Napoli (1954) di Vittorio De Sica.

Dice di aver scoperto il film due anni prima e che, da quel momento, ne ha parlato con chiunque gli capitasse a tiro. Uno dei motivi per cui l’ha colpito così tanto è la sua attrazione verso la struttura di film a episodi sconnessi tra di loro, come fossero una sorta di raccolta di racconti. Si sofferma poi sulla figura di Totò, che definisce il Buster Keaton italiano.

12 film gotici da vedere prima di Crimson Peak di Guillermo Del Toro

Il romanzo gotico nasce ufficialmente nella metà del 1700, ma Guillermo Del Toro (Il Labirinto del Fauno, Hellboy, Pacific Rim) ha re-immaginato il genere con una sensibilità contemporanea in Crimson Peak, in uscita nelle sale italiane il 22 ottobre. Il film possiede tutti i caratteri canonici di una novella gotica e ovviamente non è il primo prodotto a esplorare sfumature simili.

Prima di lui ricordiamo Intervista con il Vampiro, Shining, Dark Shadows, oppure Penny Dreadful e Hellsing in televisione, Castelvania, Bloodborne nel mondo del gaming. Nel mondo della musica bisogna citare invece i Black Sabbath, Alice Cooper e i The Cure. Come prepararsi dunque alla visione? Eccovi dodici film gotici da vedere prima di Crimson Peak.

Che fine ha fatto Baby Jane?

Che fine ha fatto Baby Jane? (What Ever Happened to Baby Jane?) è un thriller psicologico del 1962 diretto da Robert Aldrich e basato sul romanzo What Ever Happened to Baby Jane? di Henry Farrell (1960). Accolto con successo sia dalla critica che al botteghino, è stato presentato in concorso al Festival di Cannes 1963 ricevendo ben 5 candidature al Premio Oscar e vincendo il premio miglior costume nella categoria “bianco e nero”.

Nel 2001 il film è inserito al 63º posto della lista AFI’s 100 Years… 100 Thrills istituita dall’American Film Institute. Nel 2003 il personaggio di “Baby Jane Hudson” diventa il 44º miglior cattivo della lista AFI’s 100 Years… 100 Heroes and Villains, sempre istituita dall’American Film Institute.

Dark Shadows

Dark Shadows è un film del 2012 diretto da Tim Burton e con protagonisti Johnny Depp, Eva Green, Michelle Pfeiffer, Jonny Lee Miller ed Helena Bonham Carter. La sceneggiatura del film, scritta da Seth Grahame-Smith, si basa sull’omonima soap opera degli anni sessanta creata da Dan Curtis.

Dracula cerca sangue di vergine… e morì di sete!!!

Dracula cerca sangue di vergine… e morì di sete!!! (Blood for Dracula) è un film del 1974, diretto da Paul Morrissey con la collaborazione di Antonio Margheriti.

Si tratta del secondo film girato da Morrissey in Italia, dopo Il mostro è in tavola… barone Frankenstein (1973). Le due opere vennero ideate da Andy Warhol, intenzionato a realizzare un horror erotico in 3-D. Il produttore italiano Carlo Ponti, interessato a finanziare il progetto, si offrì di produrne due da girare in Italia. Solo il primo dei due film venne però realizzato in 3-D.

Dracula di Bram Stoker

Dracula di Bram Stoker (Bram Stoker’s Dracula) è un film del 1992 prodotto,co-scritto e diretto da Francis Ford Coppola, tratto dal romanzo Dracula (1897) dello scrittore irlandese Bram Stoker.

Frankenstein

Frankenstein è un film dell’orrore fantascientifico del 1931 diretto da James Whale.

Di genere orrore il film è tratto dall’omonimo romanzo di Mary Shelley e dal suo adattamento teatrale del 1927 Frankenstein: an Adventure in the Macabre di Peggy Webling. Fu prodotto dagli Universal Studios.

Appartenente alla corrente espressionista, è una delle opere più importanti del genere orrore. Pur ispirandosi all’opera di Shelley, in realtà riprende principalmente l’adattamento teatrale del 1823 Presumption; or, the Fate of Frankenstein di Richard Brinsley Peake. Alcuni punti del romanzo sono modificati, come l’ambientazione storica e alcune caratteristiche del mostro, e viene ampliata la storia per sottolinearne i contenuti scientifici e sociali.

Fu un grande successo, il film col maggiore incasso nell’anno 1931, inaugurando una mitologia e uno stile che influenzarono tutte le successive pellicole dell’orrore (ad esempio gli stereotipi dello scienziato pazzo e del suo assistente gobbo nacquero proprio da questa pellicola ) e rimane tuttora il più noto fra quelli ispirati dal romanzo. Da questa versione cinematografica l’immagine della creatura entrò nell’immaginario collettivo e tutte le versioni successive del mostro si rifecero a questa.

I delitti della luna piena

I delitti della luna piena (Romasanta) è un film del 2004 diretto da Paco Plaza.

Film prodotto da Brian Yuzna e distribuito dalla Dnc Entertainment. Nelle sale cinematografiche italiane è stato distribuito dal 26 novembre 2004.

Il film è ispirato ad un venditore ambulante, Manuel Blanco Romasanta, realmente esistito della fine del 1800, che confessò di aver ucciso tredici persone e di aver ricavato dal loro grasso del sapone.

Il Corvo

Il corvo – The Crow (The Crow) è un film del 1994 diretto da Alex Proyas. Il film è basato sul fumetto di James O’Barr Il corvo, e racconta la storia di Eric Draven, un musicista rock che viene resuscitato per vendicare la propria morte e lo stupro e l’omicidio della sua fidanzata.

L’attore protagonista Brandon Lee rimase ferito accidentalmente sul set durante le riprese da un colpo di pistola e successivamente morì in ospedale durante l’intervento chirurgico. A soli otto giorni dalla fine della produzione, le scene incomplete che dovevano essere interpretate da lui vennero gestite riscrivendo la sceneggiatura e grazie a una controfigura ed effetti digitali. Il film è dedicato a Lee e alla sua fidanzata, Eliza.

Il corvo – The Crow fu distribuito negli Stati Uniti dalla Miramax il 13 maggio 1994 e, nonostante i numerosi contrattempi produttivi dovuti alla morte di Lee, fu ben accolto dalla critica per l’unicità di stile visivo, premessa e profondità emotiva e per il suo omaggio all’attore defunto. Il film debuttò al vertice del botteghino e divenne un film di culto, dando origine a un franchise che include tre sequel e una serie televisiva.

Il pozzo e il pendolo

Il pozzo e il pendolo (The Pit and the Pendulum) è un film del 1961 diretto da Roger Corman. Il soggetto, anche se si discosta notevolmente dal racconto originale, si ispira al racconto omonimo di Poe.

Intervista col Vampiro

Intervista col vampiro (Interview with the Vampire: The Vampire Chronicles) è un film del 1994 diretto da Neil Jordan, tratto dall’omonimo romanzo di Anne Rice. Vede come attori protagonisti Tom Cruise, Brad Pitt, Antonio Banderas, Christian Slater e una giovane Kirsten Dunst.

La maschera del demonio

La maschera del demonio è un film horror del 1960 diretto da Mario Bava, che con questa pellicola esordì alla regia.

Nel 1989 il figlio del regista, Lamberto, girò un remake del film dal titolo omonimo.

Nel 2016 è presente nella sezione After Hours del 34° Torino Film Festival in una versione restaurata dalla Cineteca Nazionale.

Nosferatu il vampiro

Nosferatu il vampiro (Nosferatu, eine Symphonie des Grauens) è un film muto diretto da Friedrich Wilhelm Murnau e proiettato per la prima volta il 4 marzo 1922 a Berlino.

Considerato il capolavoro del regista tedesco e uno dei capisaldi del cinema horror ed espressionista, Nosferatu il vampiro è ispirato liberamente al romanzo Dracula (1897) dello scrittore irlandese Bram Stoker. Murnau dovette modificare il titolo, i nomi dei personaggi (il Conte Dracula diventa il Conte Orlok, interpretato da Max Schreck) e i luoghi (da Londra a Wisborg) per problemi legati ai diritti legali dell’opera. Il regista fu comunque denunciato dagli eredi di Stoker; perse la causa per violazione del diritto d’autore e venne condannato a distruggere tutte le copie della pellicola, tuttavia una copia “clandestina” fu salvata dallo stesso Murnau, e il film è potuto sopravvivere ed arrivare ai giorni nostri. La psicoanalisi si è impadronita dell’opera per una lunga serie di elucubrazioni. La Prana-Film G.m.b.H., casa di produzione del film, fu costretta a dichiarare bancarotta in seguito alla causa con gli eredi di Stoker, in quanto fu obbligata a pagare il contenzioso sui diritti d’autore.

Suspiria

Suspiria è un film del 1977 diretto da Dario Argento, ispirato al romanzo Suspiria De Profundis di Thomas de Quincey, e interpretato da Jessica Harper e Stefania Casini. Il film è il primo capitolo della trilogia delle tre madri ed ha avuto due sequel: Inferno (1980) e La terza madre (2007).

In occasione del 40º anniversario, il film è stato restaurato in 4K ed è tornato al cinema il 30, 31 gennaio e 1º febbraio 2017, distribuito da QMI/Stardust e Videa.

Nel 2018 è uscito il remake del film, diretto dal regista italiano Luca Guadagnino.

Festa del cinema di Roma 2015 conferenza stampa del film Les Rois du monde

Il regista Laurent Laffargue e gli attori protagonisti Sergi Lòpez ed Eric Cantona hanno presentato oggi il film Les Rois du monde in occasione della quarta giornata della Festa del Cinema di Roma 2015. La prima domanda, rivolta a Laffargue, lo induce ad una riflessione sulla sua carriera, sospesa tra teatro e cinema: l’idea stessa per il film nasce da una pièce teatrale in partenza, dove il regista stesso avrebbe interpretato tutti gli altri personaggi. Successivamente passò ad un’altra idea, ampliando il cast a dieci personaggi, infine ha avuto la possibilità di trasporre questa storia per il grande schermo, firmando così la sua prima regia: la pellicola ha dei riferimenti autobiografici forti, ad esempio la scelta di girare nello stesso paese dove è nato e cresciuto, rielaborando personaggi frutto dei suoi incontri; costoro gli hanno fornito l’ispirazione primaria per poi romanzarli e creare quelli che hanno preso vita sul grande schermo. Laffargue parla piuttosto di “auto-fiction”, ovvero: partire dalla realtà, per poi deformarla e metterla al servizio dell’esigenza narrativa.

Qualcuno ha chiesto agli attori se avevano precedentemente lavorato sulla competizione, enfatizzando la rivalità che lega Chichinet e Jeannot, ma Cantona replica che non hanno mai assolutamente pensato a questo aspetto, anzi, che hanno sempre cercato di pensare- e pensarsi- come personaggi coinvolti in una storia, facendo solo in un secondo momento emergere le emozioni che provavano e che venivano suggerite loro dalle singole scene. Anche secondo il regista l’aspetto della competizione e della rivalità sono trascurabili: il film nasce come una tragedia nella sua mente, solo dopo una fase di riscrittura “prolungata” che si è protratta nel tempo è arrivato a realizzare un’opera frammentata che passa “di genere in genere”, dalla commedia grottesca dell’inizio fino al dramma passionale. Per questo le due figure maschili, così simili e complementari, opposte ma complementari (a partire dall’aspetto fisico) possono essere lette come due fratelli, due uomini legati da una fraterna “rivalità” maschile direttamente legata alla figura della donna amata, Chantal, una donna dal carattere forte ma allo stesso tempo fragile, in grado però di reggere allo stress e al peso della situazione; una donna che perde un amore per guadagnarne uno simile ma molto più solido e protettivo. La loro sofferenza, i loro dolori, nascono solo da loro stessi e dall’amore “malato” che entrambi provano per questa donna, un sentimento che li spinge inesorabilmente verso il tragico finale, bilanciato però dall’altro che vediamo, quello che vede protagonisti Romain e Pascaline, e che apre invece una spiraglio di luce alla speranza. In fondo, come conferma Laffargue stesso, il film è una storia di ritorni e partenze, il titolo è quasi casuale, non indica la vera essenza dei tratti percorsi narrativi avviati nel film.

Les Rois du monde 2Riguardo invece al suo lavoro sui generi, Laffargue ha riconfermato le affinità con la commedia barocca, la tragedia, il melodramma e con il western, anche se quest’ultimo non era proprio voluto: deriva piuttosto dal contesto in cui è stato girato il film, dai paesaggi scelti, non tanto dai temi trattati o dallo stile visivo. Volutamente ha scelto di non definire l’epoca in cui è ambientata la pellicola, contravvenendo ad una “regola d’oro” del cinema francese e avvicinandosi, piuttosto, ai prodotti indipendenti americano- e, a tal proposito, cita il cult Mud.

Una domanda solleva invece delle polemiche, ed è quella che accusa la pellicola di mostrare una forma di maschilismo: secondo il regista e i due interpreti maschili, Les Rois du monde non è in nessun modo un film maschilista; piuttosto, è una storia d’amore. Un amore particolare, eccessivo, che in un caso trascende nella psicosi, ma Laffargue quasi augura ad ogni donna di vivere una storia d’amore come quella che vede protagonista Chantal: contesa tra due uomini che la venerano, che l’hanno magnificata a tal punto da desiderarla entrambi, fino a spingersi oltre ogni limite per averla, “possederla”, come viene ribadito più volte nel corso del film. La loro violenza cieca passa dall’uno all’altro, esclude la donna che non è mai al centro degli atti peggiori, ne è quasi il “motore propulsivo” che li genera, ma mai l’obbiettivo o il soggetto.

L’ultima parte della conferenza verte sul passaggio, compiuto da Laffargue, dal teatro al cinema, e dalle eventuali differenze che ha incontrato: ammette di non aver avvertito un brusco stacco nel passare dall’uno all’altro, anzi, ha semplicemente ri-confermato la laboriosità del teatro e dei suoi tempi molto più lunghi rispetto al cinema- più immediato e frenetico- e la sua naturale predisposizione a dare indicazioni agli altri, a spiegare che tipo di lavoro seguire, mettendo letteralmente in scena in personaggi, facendoli vivere come accade su di un palco teatrale. Una differenza più marcata l’ha avvertita dal punto di vista della scrittura: quella cinematografica è stata definita più “tecnica” e meno “lirica”, meno incline a quei picchi di poesia lirici che spesso accompagnano i dialoghi teatrali, in grado di evocare mondi e dimensioni semplicemente attraverso la forza evocativa delle parole. Al contrario, al cinema l’importante è l’immagine e la forza evocativa di quest’ultime: per questo motivo bisogna immaginare i dialoghi, le situazioni e come adattarli per la trasposizione sullo schermo, anche grazie all’uso del montaggio che rappresenta un’ulteriore fase di scrittura.

The X-Files: nuovo promo “Danger”

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The X-Files: nuovo promo “Danger”

Guarda il nuovo promo inedito di The X-Files, l’atteso ritorno dello show televisiva di successo targato FOX. Il nuovo contributo video si intitola “Danger”:

Grey’s Anatomy 12: Sara Ramirez commenta gli ultimi sviluppi

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Grey’s Anatomy 12: Sara Ramirez commenta gli ultimi sviluppi

Nell’ultimo episodio andato in onda di Grey’s Anatomy 12, la protagonista Meredith ha rivisto qualcuno con cui ha un difficile rapporto dopo i tragici eventi del finale di stagione. Ebbene oggi l’attrice Sara Ramirez ha così commentato come entrerà nella serie TV la sua fidanzata di Callie si inserirà in questa stagione:

Per Meredith è una scoperta difficile, avrà bisogno di molto supporto. E reagirà, questo creerà molti conflitti fra i dottori inclusa Meredith.

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Gotham 2×06: promo dell’episodio “By Fire”

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Gotham 2×06: promo dell’episodio “By Fire”

Il network americano FOX ha diffuso il promo ufficiale di Gotham 2×06, il sesto episodio che si intitolerà “By Fire” e che andrà in onda prossima settimana.

Once Upon a Time 5×05: promo e clip dall’episodio “Dreamcatcher”

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Once Upon a Time 5×05: promo e clip dall’episodio “Dreamcatcher”

Il network americano della ABC ha diffuso il promo ufficiale di Once Upon a Time 5×05, il quinto episodio che si intitolerà “Dreamcatcher” e che andrà in onda prossima settimana.

Festa di Roma 2015: oggi Angry Indian Goddesses di Pan Nalin

Oggi nella Selezione Ufficiale, alle ore 22.30, la Sala Petrassi ospita il primo “Buddy movie” indiano al femminile, Angry Indian Goddesses di Pan Nalin, il regista di Ayurveda: Art of Being, il documentario indiano di maggior incasso. Con il suo nuovo film, Pan Nalin – inserito lo scorso anno nella prestigiosa lista di “The Better India” dei “25 indiani residenti nel mondo che hanno fatto l’orgoglio dell’India” – firma un ritratto fresco e spigliato delle donne nell’India di oggi: Frieda, una fotografa di moda, si sta per sposare e raduna le sue più care amiche per un addio al nubilato che durerà una settimana intera, in cui le ragazze metteranno alla prova il loro legame fra rotture, ricongiungimenti, sesso, passione, paura. Ben presto gli eventi prenderanno una piega diversa. E molto drammatica.

Brian Tyler ricorda Paul Walker: “Scrivere le musiche di F&F 7 è stato devastante”

Brian Tyler è un compositore eclettico, capace di spaziare da un genere all’altro senza molta fatica. Nel 2015 ha firmato le musiche di tre grandi film arrivati in sala, Fast & Furious 7, Avengers: Age of Ultron e Truth di James Vanderbilt, presente all’ultima Festa del Cinema di Roma. Tyler ha scritto le colonne sonore dei Fast & Furious a partire dal terzo film della serie, insieme a Now You See Me, le Tartarughe Ninja, Iron Man 3 e Thor: The Dark World, dunque il legame con la produzione è ormai consolidato, così come lo era l’amicizia con Paul Walker.

Parlando con il The Hollywood Reporter, l’autore ha raccontato com’è stato scrivere la parte musicale finale di Fast & Furious 7, ovvero il ricordo e l’omaggio all’amico scomparso. “Ho sempre visto Paul come una star molto “alla mano”, socievole e per nulla antipatica, tanto da non sembrarlo affatto. Aveva la testa sulle spalle, è stato davvero troppo triste. Ero sul set appena due giorni prima che accadesse l’incidente, è stato devastante. Anche se non ho scritto l’intera colonna sonora, avevo delle musiche anche nel primo Furious, dunque ci conoscevamo da allora, avevamo la stessa età. Sono stato travolto da uno stato di incredulità quando tutto è successo.”

“Ho lavorato duramente per pensare a qualcosa che fosse un tributo e una celebrazione per Paul. La scena finale è stata l’ultima parte che ho scritto per il film, così come la musica nella scena di Brian e Mia, ovvero l’ultima volta che li vediamo sullo schermo insieme. È stata dura, era la fine di un’intera epoca.”

Continuando le imprese globali nell’inafferrabile franchise fondato sulla velocità, Vin Diesel, Paul Walker e Dwayne Johnson si riuniscono per capeggiare il cast di Fast and Furious 7. James Wan dirige questo capitolo della serie di grandissimo successo che vede nel cast i ritorni di Michelle Rodriguez, Jordana Brewster, Tyrese Gibson, Chris “Ludacris” Bridges, Elsa Pataky e Lucas Black. Per l’occasione, si uniscono al cast altre star internazionali come Jason Statham, Djimon Hounsou, Tony Jaa, Ronda Rousey, Nathalie Emmanuel e Kurt Russell. Il film è scritto da Chris Morgan e prodotto da Neal H. Moritz, Vin Diesel e Michael Fottrell. Il film arriverà in Italia il 2 aprile 2015.

Festa di Roma 2015: oggi Monica Bellucci con Ville-Marie

Oggi arriva alla Festa del cinema di Roma 2015, Ville-Marie, secondo lungometraggio di Guy Èdoin, regista di pluripremiati corti, autore di Marécages, presentato alla Settimana della critica a Venezia. Con il suo nuovo film il regista canadese racconta le vite di quattro problematici personaggi che si intersecano durante un disastroso evento a Ville-Marie in una buia notte di Montreal. Insieme a Èdoin, sul red carpet delle ore 19, la protagonista Monica Bellucci.

Star Wars Il Risveglio della Forza: finalmente il Trailer Ufficiale italiano

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La Walt Disney Pictures ha diffuso finalmente il trailer ufficiale di Star Wars Il Risveglio della Forza, l’atteso film di J.J. Abrams che arriverà al cinema a natale.

Sia lodato il mio creatore! Finalmente il trailer ufficiale de “Il Risveglio della Forza”! www.ilrisvegliodellaforza.it

Posted by Star Wars on Lunedì 19 ottobre 2015

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JOHN BOYEGA REPLICA SUI DUBBI “RAZZISTI” IN MERITO A STAR WARS

BB-8 CON CONTROLLO REMOTO [VIDEO]

ASCOLTA LA VOCE DI KYLO REN!

STAR WARS IL RISVEGLIO DELLA FORZA: I COSTUMI AL D23 [FOTO]

Star Wars Il Risveglio della Forza uscirà sul grande schermo il 18 dicembre 2015 con un cast che include il ritorno di Harrison FordCarrie FisherMark HamillAnthony DanielsPeter Mayhew e Kenny Panettiere con le nuove aggiunte John BoyegaDaisy RidleyAdam pilotaOscar IsaacAndy SerkisDomhnall GleesonLupita Nyong’oGwendoline Christie Max von Sydow.

Doctor Who al Lucca Comics 2015: gli appuntamenti con Steven Moffat

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L’episodio pilota della nona stagione di Doctor Who, da inizio gennaio su Rai4, sarà presentato in anteprima a Lucca Comics & Games 2015 alla presenza di Steven Moffat, show runner, e Jamie Mathieson, sceneggiatore. Qui tutti gli appuntamenti:

DATA ORA SALA EVENTO INTERVENTI
Venerdì 30 Ottobre 14:00 Sala del Giglio Conferenza Stampa
Steven Moffat e Jamie Mathieson
Modera Andrea Fornasiero
esperto di serialità e autore del programma
di Rai4 MainstreamIntervengono:
Roberto Nepote (direttore Rai Gold),
Steven Moffat (Show Runner)
Jamie Mathieson (sceneggiatore)
18:30 Cinema Astra Proiezione in anteprima
Doctor Who
The Magician’s Apprenctice
Pilota, nona stagione
Intervengono:
Roberto Nepote,
Steven Moffat,
Jamie Mathieson
Sabato 31 Ottobre 12:00 Auditorium San Romano Incontro con i fan Modera Gabriella Cordone Lisiero
sceneggiatrice di fumetti e coordinatrice fandom Doctor WhoIntervengono:
Steven MoffatJamie Mathieson
Maurizio Imbriale (responsabile
editoriale Rai4)

 

Doctor Who è la serie più longeva della tv, in onda fin dal 1963, ora arrivata alla nona stagione del nuovo corso. Protagonista è il Dottore, il Signore del Tempo che con il suo TARDIS viaggia lungo tutte le epoche dell’Universo, correndo in aiuto di chi ne ha bisogno.
Grazie alla sua capacità di rigenerarsi, il Dottore è stato interpretato da attori diversi nel corso degli anni, e ora è arrivato alla sua dodicesima incarnazione, con le sembianze di Peter Capaldi.

In occasione della presenza a Lucca Comics & Games 2015Rai4 presenterà anche le novità della prossima stagione, concentrandosi sull’anteprima assoluta di Fairy Tail, anime fantasy per adulti, e la terza stagione di Vikings.

Lo stand di Rai4 sarà al Loggiato Pretorio con materiali promozionali, informazioni sulla programmazione, gadget e sfondi fotografici per i cosplayer. Ogni giorno, da venerdì 30 ottobre a lunedì 2 novembre, sarà trasmessa una striscia giornaliera di Mainstream, in seconda serata alle 22:50 circa.

War Machine: nuovo look di Brad Pitt sul set [foto]

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Le riprese del prossimo film della Netflix, War Machine, sono iniziate e hanno rivelato una sorpresa inattesa. Da queste immagini possiamo vedere infatti il nuovo look di Brad Pitt, che nel film vestirà i panni di un generale: dalle testate americane viene definito look ”Silver Fox”, letteralmente ”volpe argentata”. I capelli dell’attore, infatti, appaiono tinti di grigio per il nuovo ruolo.

War Machine è diretto da David Michôd (The Rover,Animal Kingdom). Il film è prodotto da Netflix con la Plan B di Pitt stesso, in collaborazione con Dede Gardner, Jeremy Kleiner e Ian Bryce (World War Z, Saving Private Ryan). War Machine segue un generale a quattro stelle (Pitt), il cui curriculum impeccabile lo porta al comando della guerra americana in Afghanistan.

Festa di Roma 2015: i biglietti in palio per Martedì con Cinefilos e #MazdaPurePassion

Come di consueto in collaborazione con Mazda mettiamo in palio biglietti per Martedì 20 Ottobre 2015. I film di sono:

FESTA DI ROMA 2015: TUTTE LE FOTO DELLE STAR

Cars (retrospettiva Pixar) 17:00

Ville-Marie 20:00

LAND OF MINE 22:30

Coloro che vinceranno riceveranno risposta di conferma. Contatta la [email protected] per partecipare indicando titolo del film e proiezione, oltre a nome e cognome.

Underworld 5: iniziate le riprese con Kate Beckinsale

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Underworld 5: iniziate le riprese con Kate Beckinsale

Sono iniziate le riprese a Praga del quinto capitolo di Underworld, la saga campioni di incassi con 500 milioni di dollari guadagnati in tutto il mondo. Le dieci settimane di riprese si svolgeranno interamente nella capitale e nelle zone circostanti in Repubblica Ceca, con – ovviamente – Kate Beckinsale nel ruolo di Selene.

Theo James ritornerà nel ruolo di David, alleato di Selene. Gli attori britannici Tobias Menzies (“Outlander”, “Roma”) e Lara Pulver (“Sherlock”) avranno i rispettivi ruoli di un nuovo formidabile leader dei Lycans e quello di un feroce ambizioso Vampiro. Charles Dance (“Game of Thrones”) interpreterà invece un Vampiro anziano, Thomas. A completare il cast stellare del film troviamo: James Faulkner (“Game of Thrones”), Peter Andersson (The Girl with the Dragon Tattoo), l’esordiente Clementine Nicholson, Bradley James e Daisy Head.

Anna Foerster, meglio conosciuta per il suo lavoro come direttore della fotografia in The Day After Tomorrow e White House Down di Roland Emmerich, si occuperà della regia del film. Underworld 5, che sarà sceneggiato da Cory Goodman (Priest), entrerà in produzione a Ottobre, precisamente a Praga. Il film verrà prodotto da Gary Lucchesi e Tom Rosenberg per la Lakeshore.

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Philippe Petit e la sua “camminata” tra le Torri Gemelle

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È senza dubbio l’uomo che ha trasformato l’impossibile in possibile, sfidando non solo “una decina di leggi municipali” ma anche la forza di gravità e ogni umano senso del pericolo e istinto di sopravvivenza. Stiamo parlando di Philippe Petit, l’uomo che ha appeso un cavo tra le Torri Gemelle e lo ha attraversato, rimanendo sospeso, tra un’acrobazia e l’altra, per circa 45 minuti nel vuoto a 415 metri d’altezza. Era il 6 agosto del 1974 e le imponenti costruzioni di New York erano appena state erette. Lui, con pochi e incoscienti amici, ha compiuto l’impresa che gli ha regalato l’imperitura memoria, e non è ancora stanco. Vivace, profondo, felice, così si è presentato alla stampa della Festa di Roma per presentare The Walk 3D, film di Robert Zemeckis che racconta la sua avventura più grande, la realizzazione del suo sogno.

Ma cosa ha pensato Petit quando le Torri, in quel funesto giorno del 2001, sono state abbattute?

“Sono felice che me l’abbiate chiesto subito, perché per me è molto doloroso pensarci. Non solo per i palazzi, che chiaramente ho vissuto in maniera del tutto particolare, ma soprattutto pensando che in quell’attentato sono morte così tante persone”.

Il suo sogno l’ha realizzato nel ’74, ma non per questo è soddisfatto. Guarda ancora la futuro con grande energia, facendo progetti e cercando di tagliare altri traguardi impossibili: “Sotto al letto ho una scatola rossa con scritto ‘progetti’ – ha detto – È piena di fotografie che rappresentano i miei sogni. Sarebbe molto bello camminare tra due Mohai dell’Isola di Pasqua”.

Quanto c’è di vero nel film e quanto di spettacolarizzato?

“Il film è tratto dal mio libro ‘Toccare le nuvole’. Diciamo che è abbastanza fedele a come sono andate le cose veramente, giusto un paio sono state aggiunte, per rendere il film più adatto a Hollywood. Del resto, l’intento è portare gli spettatori con me sulla fune”.

Ha incontrato Joseph Gordon-Levitt?

“Ho insistito per allenarlo, anche se avevamo a disposizione solo otto giorni. Gli ho detto: ‘bene, in otto giorni camminerai su un cavo’, e ho tracciato una linea sul pavimento. Camminare su una linea morta è forse anche più difficile cha farlo su un cavo. Lui era pieno di dubbi, ma io non volevo certo che camminasse tra le Torri Gemelle, mi bastava comprendesse l’anima, lo spirito, la maestà, la nobiltà, l’eleganza, il senso di sfida che ho nel camminare. Alla fine ha fatto 10 metri. Zemeckis non credeva ai suoi occhi. Sul set c’erano anche degli stunt-man ma per gran parte del tempo sono i suoi piedi che vedete nel film”.

E la paura? È qualcosa che si sente mai a quelle altezze?

“Quando faccio il primo passo so che arriverò a fare l’ultimo. Sia chiara una cosa: non lo faccio per disprezzo della vita. Io la vita la amo”.

Ci sono delle scene che le sono piaciute particolarmente del film?

“Direi, sicuramente la scena del ‘visitatore misterioso’. Una cosa che mi è accaduta realmente, mentre stavo fissando i cavi, e ovviamente avevo paura di essere scoperto perché stavo facendo una cosa illegale, prima dell’alba, sul tetto delle Torri Gemelle arriva questo tizio. Per un attimo ho temuto che il mio sogno si schiantasse. Ma non era un poliziotto e nemmeno un operaio. Non ho idea di chi fosse. Magari voleva solo starsene lì a rimirare il panorama dall’alto. E nel film c’è questa scena carica di tensione in cui io tengo stretto in mano un pezzo di tubo. Non lo minaccio, ce l’ho solo lì. E ci guardiamo, ed è chiaro che lui pensa di avere a che fare con un pazzo. E poi amo la scena in cui sto per partire con la camminata. Un piede poggiato sul filo e uno sul cornicione. Ed è la mia gamba, non io, a capire quando il cavo è pronto, e a dare inizio allo show”. 

Su quello che invece non gli è piaciuto, Petit è decisamente più morbido e indulgente. “Il film mi piace molto, altrimenti non sarei qui a parlarne, chiaro. C’è una cosa che non risponde a verità. Ad esempio è vero che mi sono ferito il piede poco prima dell’evento, ma non perdevo sangue, come nel film. Comunque questo non mi dà fastidio. Due cose avrei fatto diversamente. La prima è che a un certo punto si vede che inciampo. Vi assicuro che se fossi inciampato oggi questo incontro non si potrebbe fare. L’ho detto a Zemeckis: ‘Bob, dai, non si può fare’, ma lui ha insistito, perché il cinema è anche questo, ìè la magia del cinema’ ha detto. La seconda è il modo in cui fisso i cavi, con delle chiavi mobili che se fossero cadute avrebbero potuto uccidere qualcuno. Io invece ho fatto un allestimento meraviglioso, se mi posso permettere, stando attentissimo a non danneggiare le persone né i palazzi, con degli strumenti del mestiere antichi e collaudati. Ecco, queste due cose le avrei cambiate, ma non mi danno fastidio al punto di rovinarmi la visione del film”.

Dopo la prima traversata lei decide di tornare sul cavo e compiere anche il percorso inverso. Cosa l’ha spinta?

Philippe Petit film“È che, vede, io stavo lì, seduto, ed ero come un re sul suo trono. Non me la sentivo di dire ‘Ok, è fatta, festeggiamo’. Non ero soddisfatto della prima camminata, era stata una specie di prova, avevo provato il cavo. Poi avevo controllato la mia seconda estremità e, beh, ho sentito qualcosa che ancora mi chiamava. La bellezza del vuoto, delle Torri, di New York. E la gente che sotto cominciava ad accalcarsi. Ormai conoscevo il cavo. Non era un gran cavo, però sapevo come gestirlo. Mi sono alzato e ho ricominciato a camminare, avanti e indietro. Quando sono sceso, i miei amici hanno detto che sono stato sul filo per 45 minuti, compiendo 8 traversate, ho improvvisato, come fanno gli artisti”.

Cosa rappresenta per lei quel cavo?

“In francese noi diciamo ‘fil’, che è molto più raffinata di ‘cable’. Beh, è il filo della vita, come dirlo diversamente. Mi porto sempre dietro una cordicella, che vedete anche nel film. E la uso quando vedo dei luoghi per immaginarmi quanto sarebbe bello metterci un cavo in mezzo. Il cavo non è mai una linea retta, è una curva catenaria, gira su se stesso, si muove in orizzontale e in verticale. È come un animale e io lo devo gestire. E quando l’ho installato tra le Torri, anche se non avevo tempo, mi sono fermato comunque un momento a guardare quella curva. Era bellissima, come un sorriso. Il funambolo collega i posti e le persone. Magari da un lato e dall’altro ci sono dei nemici, e quando mi vedono e mi ammirano sono un tutt’uno ad applaudire. Non credo in un unico Dio ma in molte forze, e da dove viene il termine religione? Dal latino ‘religare’, cioè legare insieme. La verità è che non ho ancora imparato del tutto come si fa. Ho 66 anni e ancora mi alleno, 3 ore al giorno”.

La vedremo mai sospeso da qualche parte qui in Italia?

“Ci sono venuto tante volte ma è la prima volta che vengo a Roma. Non potrò certo scoprirla in due giorni. Cercherò di coglierne lo spirito, poi ci devo tornare un paio di settimane e fare dei sopralluoghi, magari mettere su un progetto e presentarlo alle autorità competenti per ricevere un invito, e un assegno. Non mi serve molto, non sono un milionario. Sono un semplice artista che vive di questo. Il mio sogno inizia così. Sono venuto a Carrara per un festival letterario e mi ha affascinato la cultura del marmo. C’era un tipo che suonava un pianoforte tutto di marmo. Mi piacerebbe attraversare sul filo la cava dei marmi, da una parte all’altra, illuminando tutto di candele come Milos Forman che per Amadeus ne ha usate 30mila. Ma ancora non sono riuscito a parlarne con nessuno”.

Un uomo così vivo, appassionato e estroverso ha un rapporto complicato con la tecnologia, sul 3D ad esempio, ha detto: “Generalmente a me il 3D non piace, penso che il cinema debba basarsi sul talento del regista, del montatore eccetera. Però questo film è un’eccezione, se lo vedi in 3D e in IMAX è come un volo sul Grand Canyon, porto veramente il pubblico con me sul cavo e gli faccio avere paura, ma una paura divertente. Ovviamente funziona al meglio nella parte che riguarda la camminata, ma se potete consigliate alla gente di vederlo così. Anch’io l’ho fatto, con quegli stupidi occhialini. Però questo film è bello anche senza, nel 2D tradizionale”. Sulle tecnologie invece è stato molto severo: “Le tecnologie però secondo me attutiscono i sensi. Tutti questi gadget, il pc, il cellulare, le cuffie. Vedo questi teenager completamente isolati e stanno dimenticando i propri sensi. Io uso solo una penna, una bella penna a inchiostro, e quando viaggio matita e taccuino, per disegnare. philippe petitNemmeno la macchina fotografica uso. Non ho l’orologio, sono un bravo borseggiatore e giocoliere, per cui se mi dovesse servire lo rubo. Non uso il PC, scrivo come Leonardo Da Vinci. Io vado nella direzione opposta, cerco di combinare i miei sensi per crearne altri, del resto nella preistoria lo facevamo, eravamo animali a quattro zampe con enormi narici. Annusavamo, sentivamo tutto. Lo faccio anche oggi, vivo nei boschi vicino Woodstock e se c’è un orso in giro lo fiuto, anche se non lo vedo. I nostri sensi vanno tenuti vivi”.

In merito alle differenze su questo film e sul documentario premio Oscar che lo ha visto protagonista nel 2008, Man on Wire: “Sì, ma sono imparagonabili. Sono proprio due quadri diversi. Diciamo che consiglierei prima di vedere il documentario per informarsi e poi di passare al film”.

Daniel Craig in Otello in una produzione Off-Broadway

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Daniel Craig è già pronto a lasciare i panni di James Bond per quelli di Iago. È stato annunciato infatti che l’attore prenderà parte allo spettacolo teatrale ”Otello”, una produzione Off-Broadway, a fianco a David Oyelowo, star di Selma, e diretto da Sam Gold, vincitore del Tony Award.

”Otello” verrà messo in scena al New York Theater Workshop nell’autunno del 2016. Le date sono ancora da determinare. Il Workshop ha preso l’abitudine di ospitare produzioni di alto profilo negli ultimi anni, tra cui i primi allestimenti di successi di Broadway, come ”Once” e ”Peter and the Starcatcher”. In questa stagione invece il workshop presenterà la prima mondiale di ”Lazarus” il nuovo musical di David Bowie-Enda Walsh, con Michael C. Hall e Cristin Milioti.

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Festa del cinema di Roma 2015, foto: le star al giro di boa

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Siamo al giro di boa per la Festa del Cinema di Roma 2015, e come di consueto ripercorriamo la prima parte dell’evento capitolino attraverso una photogallery di tutte le star arrivate sul red carpet.

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Mustang: recensione del film di Denis Gamze Erguven

Mustang: recensione del film di Denis Gamze Erguven

Mustang – Turchia, giorni nostri. In uno sperduto paesino sul Mar Nero a centinaia di chilometri da Istanbul, Lale (Gunes Nezihe Sensoy) e le sue quattro sorelle maggiori vivono con la nonna e lo zio, orfane di entrambi i genitori. Un giorno, tornando da scuola, si intrattengono con dei compagni a giocare sulla spiaggia, qualche vicino di casa le osserva e dice tutto alla nonna. Scandalo nel paese. La nonna  e lo zio, preoccupati per l’onorabilità delle fanciulle, decidono di recluderle in casa che diventa per loro una vera e propria prigione dove dedicarsi unicamente a corsi di economia domestica. Il passo successivo è trovar loro immediatamente marito così inizia la penosa ricerca di matrimoni combinati a cui le ragazze non possono sottrarsi.

Mustang è il primo lungometraggio della giovane regista turca Denis Gamze Erguven, vincitrice di un pardo al Festival di Locarno nel 2006 con il suo corto Bir Damla su (Une goutte d’eau) sezione Pardi di domani. Questo suo primo lungo, che verrà presentato al Festival di Roma, e che già si è fatto notare a quello di Cannes, è un lavoro fortemente autobiografico in quanto nella storia di Lale e delle sue quattro sorelle troviamo molto della storia personale della regista nata ad Ankara. Mustang è il nome dei bellissimi cavalli selvaggi dalla lunga criniera e dall’indole focosa, così come focoso e indomabile è il temperamento delle cinque bellissime eroine che la regista ha scelto per la sua storia. Cinque giovani donne cui lunghi capelli, come le criniere dei mustang, sono accarezzati dal vento, immagine simbolo di quella libertà per cui esse combattono unite, come fossero una persona sola.

La loro battaglia è contro assurde convenzioni sociali di un piccolo paese che rappresenta il volto più conservatore di una Turchia che si sforza di liberarsi da antichi legami morali e religiosi. Una Turchia che, all’infuori della capitale vista come una meta lontana e irraggiungibile, è purtroppo ricaduta in un’ortodossia religiosa e sociale che ha nelle donne l’elemento più sacrificato. Lale, una bravissima e sorprendente Gunes Nezihe Sensoy, al suo esordio da attrice, interpreta la più piccola ma anche la più combattiva delle cinque sorelle, colei che per ultima si arrenderà a quel sistema che pretende di decidere della sua vita al posto suo.

Mustang è un film di denuncia, mai crudo ma comunque dal forte impatto emotivo, che mira a smascherare l’ipocrisia di queste assurde convenzioni dietro le quali si nasconde lo squallore e l’abuso, di cui queste donne sono oggetto, perpretato proprio da chi vorrebbe difendere la loro moralità. Mustang è anche un film sull’amore, quello vero e intensissimo che lega le cinque sorelle, così come sulla speranza che non deve mai venir meno, perchè in un mondo dove tutti sembrano esserti nemici qualcuno disposto a tenderti una mano può sempre arrivare.

Jessica Chastain conferma enormi disparità di compenso per The Martian

La scorsa settimana Jennifer Lawrence si era scagliata contro i suoi colleghi maschi, o meglio le produzioni, accusate di pagare di più gli attori uomini che le attrici donne. La Lawrence ha subito raccolto i pareri favorevoli e l’appoggio di molte colleghe di Hollywood, compresa Jessica Chastain, che in qualche modo ha risposto alla sua ‘lettera aperta’.

Ora, in occasione dell’uscita di Crimson Peak, l’attrice è tornata sull’argomento parlando con l’Huffington Post: “È un argomento importante, bisogna parlare dei nostri salari perché si tratta di un problema sociale. Le donne ne stanno discutendo, ma è bene che anche gli uomini dicano la loro. Nell’industria cinematografica sono tutti belli e perfetti, ma quando si parla di qualcosa di serio tutti si defilano. Più in generale, abbiamo un problema di disparità. Esistono dei compensi enormi a Hollywood, anche dietro la macchina da presa, parlare apertamente può solo aiutare a cambiare le cose.”

“Parliamo di Sopravvissuto – The Martian. C’è stata molta disinformazione, sono uscite cifre che poi non hanno avuto riscontro nella realtà. Ho percepito un quarto di ciò che hanno riportato i giornali.” Facciamo un po’ di conti allora: il compenso di Matt Damon praticamente accertato è stato di 25 milioni di dollari, per il suddetto film, mentre la Chastain avrebbe percepito 7 milioni. Se ciò che dice l’attrice è vero, cioè di aver percepito solo un quarto di quella cifra, rasentiamo i due milioni di dollari di compenso reale. La disparità fra i due sarebbe effettivamente enorme. Speriamo che preso le cose possano cambiare.

Festa di Roma 2015, Daily 4: The Walk, Les rois du monde, Wes Anderson, Dario Argento

Festa di Roma 2015, Daily 4: The Walk, Les rois du monde, Wes Anderson, Dario Argento.

https://youtu.be/grD5wBuExbc

Philippe Claudel racconta Une Enfance alla Festa di Roma

Philippe Claudel presenta per la sezione Alice nella Città, un film che narra la vicenda di Jimmy, un bambino a cui l’infanzia è stata rubata da una famiglia che versa in condizioni difficili, investendolo di responsabilità che non dovrebbero riguardargli. Il regista si esprime subito riguardo la necessità che la storia narrata possedeva, di essere raccontata con grande aderenza al realismo, evitando artefatti che ne avrebbero potuto minare la forza. È un film – dice – in cui le emozioni non esplodono mai e chiede molto allo spettatore per essere completato.

Come nasce il personaggio di Jimmy?

Philippe Claudel: Desideravo fare un film sull’infanzia. Il mio film precedente narrava appunto di un uomo che aveva raggiunto ormai un’età matura e si domandava se fosse riuscito a vivere come voleva la sua gioventù. Dunque mi sono guardato indietro anche io, e ho capito quante cose io abbia imparato durante un’età cruciale come quella tra i 10  e gli 11 anni. È un momento fondamentale in cui delle sensazione, delle emozioni si vivono così intensamente da restarci per sempre. Un altro desiderio che avevo era quello di raccontare il posto geografico in cui sono cresciuto, che ha una zona industriale e un bosco al quale sono molto legato. In questo film ho unito quindi questi miei desideri nella storia di un bambino che cerca di preservare la sua infanzia, mentre gli adulti non intervengono, impegnati a fare altro. Il film è costruito un po’ come un western, c’è un paese che nella stagione estiva si svuota, il cattivo e la donna da salvare.

Spesso i suoi personaggi sono accostabili a delle canzone. Che canzone è Jimmy?

PC: Jimmy è le canzoni della scelta musicale del film. L’artista principale che possiamo ascoltare nel film è Ray LaMontagne, lui fa una musica adatta ai grandi e deserti spazi (ancora il western), ma anche molto intima. L’uso della musica nei miei film è teso a dare un’idea su ciò che sta avvenendo in quel momento all’interno del personaggio, senza necessità di usare tante parole.

Come ha scelto gli attori e che tipo di lavoro ha fatto su di loro?

PC: Il lavoro sui bambini è stato molto semplice. Li ho scelti tra i bambini della mia regione, ho visto 400 o 600 schede e provinato un numero ovviamente inferiore. Con loro abbiamo fatto un lavoro che si è basato soprattutto su esercizi di concentrazione e rilassamento, volevo far capire loro che recitare è una cosa seria. Non ho però mai provato le scene con loro prima di girarle, volevo che ci arrivassero con una certa freschezza.
Per quanto riguarda gli adulti, volevo che fossero sconosciuti, per dare un effetto di realismo al film. Per esempio Pierre Deladonchamps è abbastanza conosciuto per via di un film uscito un anno prima del mio, ma è completamente diverso e moltissimi non lo riconoscono. Per il personaggio di Pris, con Angelica Sarre mi sono trovato benissimo, perché è una delle poche attrici che non si preoccupa di apparire bella, poiché aveva capito perfettamente gli obiettivi del film.

Une EnfancePerché ha deciso di comparire nella scena finale del film?

PC: Non è nel mio stile comparire nei miei film. Mi sono trovato a farlo a volte per necessità, da studente, quando non avevo attori fisici da usare. Qui però mi sono reso conto di quanto fosse autobiografico, non necessariamente per la vicenda specifica, e quanto la figura dell’allenatore, quindi, simbolicamente fosse il mio personaggio. Era come se l’uomo che sono oggi tendesse la mano al bambino che sono stato. Avevo scelto un altro attore per quel ruolo, ma poi mi sono reso conto che quello doveva essere il mio ruolo.

Jimmy non sorride mai, tranne che nel finale, in cui sorride e ci guarda. Come mai la scelta dello sguardo in macchina per chiudere il film?

PC: Nella sceneggiatura avevo scritto che il suo viso si sarebbe illuminato con un sorriso. Mentre giravamo la scena, però, Alexi Mathieu vagava con lo sguardo a destra e a manca. Per cui gli ho detto di guardare noi, dandogli il permesso di fare quello che gli avevo proibito durante tutta la lavorazione. Così lui ha fatto lo sguardo in macchina che avete visto e ci ha commossi così tanto, che mi sono reso conto che non poteva finire altrimenti. È una storia fittizia, che narra però di fatti reali, e il suo sguardo in macchina serviva a richiamare l’attenzione, per far riflettere chi lo guarda sull’emergenza di questi bambini.

Festa di Roma 2015: Gianni Amelio presenta Registro di Classe

L’acclamato regista Gianni Amelio è arrivato alla Festa del Cinema di Roma 2015 per presentare il suo ultimo lavoro: non un film bensì un documentario creato insieme alla collaboratrice Cecilia Pagliarani.

Registro di classe in realtà nasce da un progetto mancato” confessa Amelio, “Sono anni che tento di fare un film sulla figura di una maestra nel dopoguerra ispirandomi a vicende della mia famiglia. Mia zia era una maestra della scuola serale e faceva 8 chilometri a piedi tutti i giorni per raggiungere la scuola. Era il racconto di una ragazza che esce dalle magistrali e finisce in un paese lontano e sconosciuto ad insegnare in una scuola un po’ particolare: non ci sono bambini, ma solo uomini dai 21 ai 100 anni. Si pensava che alle donne non servisse la scuola ma a gli uomini si: in classe erano in 350! Ma non mi hanno mai permesso di farlo.”

Leggi anche Registro di Classe recensione del film di Gianni Amelio

Questo non è il primo documentario per Amelio, che è però più conosciuto per i suoi successi cinematografici come Porte Aperte e Così Ridevano, “Io questo però non lo chiamo documentario ma ‘Film d’archivio’. Andai da Ceccato e gli chiesi: Ti andrebbe di finanziarmi una ricerca nelle teche dell’Istituto Luce? Quindi per espresso volere della produzione abbiamo lavorato su immagini di repertorio e cose già esistenti. Il nostro lavoro è stato proprio quello di scovare tra questi tesori, io così loti chiamo, le cose che andavano raccontate. Da subito però ci siamo accorti che il materiale era troppo e l’arco di tempo che volevamo comprare troppo esteso, così abbiamo deciso di dividerlo in due: Libro Primo e Libro Secondo. Avremmo potuto chiamarle Parte Prima e Parte Seconda ma ci piaceva Libro perché stavamo parlando di scuola! Posso dirvi che stiamo già lavorando al secondo film e lo finiremo per il 30 Novembre.”

Infine Amelio ci racconta la sua scena preferita di Registro di Classe e lancia una proposta: “Il nostro momento preferito è stato quello della bambina Caloggera, siciliana di 9 anni, che a quell’età aveva ripetuto la prima per più di tre volte: lì si capisce che non era la classica bambina svogliata,come quelle di oggi che pensano solo a chattare, ma una bambina a cui era stato impedito il piacere della scuola. Io non voglio sentire parlare ‘Scuola dell’Obbligo” perché obbligo suona come una cosa punitiva. Vorrei sentire dire Scuola di Diritto, perché è un diritto poter studiare, un dono per la società.

Il Viaggio di Arlo: dietro le quinte del film Pixar con Disney Channel

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Movie Surfers di Disney Channel ha fatto visita agli studi della Pixar per mostrarvi il dietro le quinte del nuovo film d’animazione Il Viaggio di Arlo (The Good Dinosaur). Diretto da Peter Sohn e ispirato a una storia di Enrico Casarosa e Bob Peterson, Il Viaggio di Arlo prova a raccontare la nostra Terra nel caso in cui i dinosauri non si fossero mai estinti.

La data d’uscita italiana del film è prevista per il prossimo 25 novembre.

https://youtu.be/fQoRrcz8oqA

https://youtu.be/02BM-tlSMyA

https://youtu.be/NdCI4bQc5_0

Indiana Jones: la trilogia in 90 secondi

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Indiana Jones: la trilogia in 90 secondi

In attesa si scoprire nuovi dettagli sul possibile quinto capitolo della saga di Indiana Jones, ecco un video che racchiude i primi tre film in soli 90 secondi. Non è compresa l’ultima pellicola della serie, Il Regno del Teschio di Cristallo. Ecco il video.

LEGGI ANCHE: Indiana Jones 5: Steven Spielberg conferma il film con Harrison Ford

 

Il Genio del secolo

Il Genio del secolo

Benvenuti alla Festa Internazionale del Film di Bangkok. Le piogge torrenziali hanno causato qualche disagio (Stefania del Kebab è andata dispersa lungo la fiumana ma qualcuno ha avvistato Christian Bale che la traeva in salvo) ma noi siamo qui pronti a lottare per voi. Oggi è la volta buona che c’è un ospite che mi interessa, il Robert Zemeckis di Ritorno al Futuro e Chi ha incastrato Roger Rabbit?. Ok, ha fatto anche un Beowulf in cui Ray Winstone (che di base è un barile) mostrava chiappe dure e finte in Cgi e Angelina Jolie interpretava un mostro con i tacchi a spillo, ma perché farsi del male? Rimozione, rimozione è la parola chiave. ritorno al futuroChe tra l’altro Zemeckis ci casca a pennello perché dopodomani è il 21 ottobre 2015, il giorno in cui Marty McFly sbarca nel futuro e secondo la teoria del film (datato 1989) in giro dovrebbe essere pieno di gente che gioca col volopattino e si veste come un deficiente. E invece, se ti guardi intorno, all’Auditorium non si vede nessuno che gioca col volopattino.

Ma vabbè, Zemeckis non poteva prevedere che i bruschi cambi climatici avrebbero arretrato il progresso tecnologico di 15 anni, del resto costruire microchip con l’umidità tropicale e le zanzare che ti si infilano nei circuiti non è facile.

Oggi comunque il grande Bob presenta il film su un genio del secolo scorso. No, no, fermi. So cosa state pensando. Non si tratta di Albert Einstein, che con la teoria della relatività ha rivoluzionato il modo di concepire l’Universo e di metterci in relazione con esso. No, non si tratta nemmeno di Alexander Fleming, che con la scoperta della Penicillina ha contribuito a curare milioni, ma che dico, miliardi di persone.

No.

Si tratta di un tizio che nel 1974 ha deciso di camminare su un filo teso tra le due Torri Gemelle rischiando di spiaccicarsi come un pomodoro maturo. Onestamente non conosco come è andata a finì la storia nella realtà, ma guardando il film tiferò che si spiaccichi. Lo merita.

sub zeroDetto questo, me volete male. Io è da sempre che confondo tutti sti registi che si chiamano Anderson, da quello de I Tenenbaum a quello di The Master a quello di Mortal Kombat e dei Tre Moschettieri in versione Steampunk. Per me so’ tutti la stessa persona. Te chiami Anderson, sei quello. Sarei capace, come ha fatto una volta Mirko Lomuscio (ma coscientemente, io no) di portare ad autografare un dvd dell’uno a uno degli altri. Ecco, m’avete messo in programmazione due di questi Anderson, uno con un documentario, uno con un incontro. E io non so quale cazzo dei due andrò ad intervistare. Speriamo che sia quello di Mortal Kombat almeno gli propongo un doppio. Io prendo Sub-Zero però, non rompesse il cazzo.

(Ang)

auditoriumBuongiorno anche da me cari affezionati lettori: stamattina mi sono svegliata e credevo di essere intrappolata dentro Suburra, è da ieri pomeriggio che un cielo grigio mi accompagna mentre percorro 400 chilometri da una stazione all’altra con Runtastic. Essì, ho un secondo abbandonato la Festa del cinema perché avrei pure da lavorare ad altro – ma non temete, tornerò presto, giusto il tempo di trovare un abito per la chiusura che non mi posso fa parla’ dietro, non vorrete che le foto sui giornali abbiano didascalie tipo ‘La matrigna, Valentina Pettinato, vestita demmerda’ o ‘vestita random’.

Sono comunque in filo diretto con la sala stampa, per cui continuerò a scrivere indiscrezioni, non preoccupatevi. Nel mentre state accanto ad Ang che lo vedo un po’ stanchino: tra sale, interviste, presentazioni e redazione ha più impegni lui a sto festival di Jude Law.

Io proporrei di fare un incontro in Petrassi dal titolo, ‘Ang, l’animatore della Festa del Cinema’. Altro che quelli della Pixar.

(Vì)

Box Office USA: Goosebumps in testa

Box Office USA: Goosebumps in testa

Piccoli Brividi film jack blackSi avvicina Halloween e anche la classifica del box office USA cambia. In testa questa settimana, tra i dieci film più visti nelle sale statunitensi troviamo Goosebumps, adattamento cinematografico della serie di romanzi fantasy-horror per bambini. Il film, con protagonista Jack Black, incassa 23 milioni di dollari. In seconda posizione resiste The martian,  con un incasso di 21 milioni che porta il suo totale a 143. Il terzo posto è di Bridge of spies, nuova fatica di Steven Spielberg con Tom Hanks, che incassa 15 milioni di dollari. E’ uscito questa settimana anche il nuovo film di Guillermo Del Toro, Crimson Peak, una storia d’amore gotica con Tom Hiddleston e Jessica Chastain, che incassa 12 milioni di dollari attestandosi in quarta posizione. Al quinto posto troviamo invece Hotel Transylvania 2, che di milioni ne incassa 12 per un totale di 136 raccolti in quattro settimane di classifica. Il sesto posto lo occupa un altro film fantasy, Pan,  diretto da Joe Wright, che incassa 5 milioni di dollari portando il suo totale a 27. La settima posizione è della commedia The intern, che incassa 5 milioni di dollari per un totale di 58, mentre all’ottavo posto si ferma Sicario, con un incasso di 4 milioni di dollari per un totale di 34. La nona posizione è della nuova usicta Woodlawn che incassa 4 milioni di dollari, mentre chiude la classifica Maze Runner: The scorch trails che incassa 2 milioni di dollari questa settimana per un totale di 75.

La prossima settimana usciranno: Our brand is crisis, per il quale si vocifera già una possibile candidatura all’Oscar per Sandra Bullock e il nostro Le meraviglie, vedremo come verrà accolto.

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