Cinefilos.it mette in palio
nuovi biglietti per la proiezione di Belli di
papà, la commedia di Guido
Chiesa, con Diego Abatantuono,
Andrea Pisani, Matilde Gioli, Francesco Di Raimondo
e Marco Zingaro.
Le sale che partecipano all’evento e
per cui è possibile chiedere il biglietto (valido per 2) sono
SOLO:
Roma al The Space
Parco de’ Medici il 27 ottobre pv. alle ore20.00
Milano al UCI
CINEMAS Bicocca il 27 ottobre pv. alle ore
20.30
Firenze al UCI
CINEMAS Campi Bisenzio il 27 ottobre pv. alle
ore 20.30
Per avere la possibilità di
partecipare scrivi a [email protected]
indicando Nome
Cognome, città e cinema. L’invito è valido per 2
persone.
Saranno ammessi alla proiezione
tutti coloro che riceveranno una risposta dalla redazione con
la conferma dei due biglietti, in caso di mancata risposta vorrà
dire che i posti a nostra disposizione sono terminati.
NB: Tutte le
e-mail che non conterranno i dati richiesti saranno automaticamente
scartate. Tutte le e-mail in cui si richiedono biglietti per cinema
NON disponibili saranno ignorate.
Cinefilos.it mette in palio
nuovi biglietti per la proiezione di Tutto può accadere
a Broadway, la commedia del maestro
Peter Bogdanovich, con
Owen Wilson, Imogen Poots, Kathryn Hahn, Will
Forte e Rhys Ifans.
La proiezione offerta da Cinefilos.it
si terrà lunedì 26 ottobre a Torino, presso
ilMASSAUA CITYPLEX alle
ore 20.30.
Per avere la possibilità di
partecipare scrivi a [email protected]
indicando Nome e
Cognome. L’invito è valido per 2 persone.
Saranno ammessi alla proiezione
tutti coloro che riceveranno una risposta dalla redazione con
la conferma dei due biglietti, in caso di mancata risposta vorrà
dire che i posti a nostra disposizione sono terminati.
NB: Tutte le
e-mail che non conterranno i dati richiesti saranno automaticamente
scartate.
Di seguito il trailer del film e a questo link la nostra recensione:
Il regista Yves
Angelo, la protagonista Mathilde Bisson e
il produttore del film Au plus près du
soleil hanno presentato nella sala Petrassi
dell’Auditorium il loro film, suscitando la curiosità della
moderatrice dell’incontro proprio per via della scelta della
storia, un racconto a tinte forti e tragiche. Secondo Angelo, la
domanda posta risultava troppo ampia e generica: sono partiti prima
di tutto dalla storia di due donne, una madre adottiva e una
naturale, che re- incontra dopo anni il figlio biologico
abbandonato anni prima. Solo in un secondo momento la storia si è
strutturata maggiormente includendo un’analisi del rapporto tra
bugia e verità, finzione e realtà e le loro conseguenze.
Per questo motivo si è
scelto di calare entrambi i protagonisti, Sophie e Olivier,
nell’ambito giuridico: lei magistrato e lui avvocato, entrambi
perdono lentamente il confine tra ciò che è giusto e ciò che è
sbagliato, con degli esiti drammatici che avranno delle conseguenze
sulla realtà della loro famiglia. Trovare la verità è un processo
complesso e drammatico smarritosi sul fondo del gioco di specchi
delle loro bugie, riconfermando la tesi- come ha sottolineato la
moderatrice- che in fin dei conti non si finisce mai di conoscere
fino in fondo le persone, perfino quelle che amiamo.
Si crea, sempre secondo Angelo, un
complesso d’estraneità verso l’altro: cosa si sa in effetti di
lui/lei? Della sua vita professionale/sentimentale? Conoscere
meglio l’altro consiste di conoscere meglio prima di tutto sé
stessi.
Un altro dei temi più interessanti
del film è quello legato alla manipolazione, sia nella vita di
tutti i giorni (e legato appunto alle bugie e alle menzogne) che al
concetto stesso di regia, dove l’occhio meccanico della macchina da
presa costringe, in fin dei conti, lo spettatore ad andare in una
certa direzione, a vedere solo ciò che gli mostra.
Manipolare, per Angelo, consiste
nell’allontanarsi progressivamente dalla realtà, sviandola e
rivelandola in senso cinematografico; nello specifico la macchina
da presa non si limita solo a questo processo, piuttosto si propone
come scopo quello di riproporre le emozioni percepite attraverso la
recitazione degli attori stessi.
La prima domanda rivolta
all’interprete di Juliette riguarda la costruzione del suo
personaggio: sia l’attrice che il regista sono d’accordo nel
descriverlo come un’(anti) eroina degna dei romanzi di Simenon; una
donna che porta ad un destino fatale, inafferrabile, difficile da
comprendere, che pone una distanza invalicabile tra lei e gli altri
che si carica di mistero. Una caratteristica ricorrente del suo
personaggio, insieme al vagabondaggio: Olivier non prova nessun
sentimento per lei, ma più la allontana, più una strana forza
magnetica lo riporta da lei. La volontà della Bisson era quella di
trasformare il personaggio di questa donna in una sorta di
proiezione fantasmatica, un’icona di donna pericolosa, bionda,
fatale e animalesca, un carattere con nessuna caratteristica
organica quanto animale, spinta da istinti e stimoli che ci
accomunano alla loro sfera.
Al produttore del film viene
domandato se quello pensato fosse in effetti l’unico finale
possibile: no – replica- non era l’unico valutato, ma era quello
più adatto per sciogliere i nodi narrativi dei personaggi. Secondo
il regista, il film inizia con il pensiero di un suicidio e si
chiude allo stesso modo sottolineando l’idea che sia gli uomini che
le donne di legge possano spingersi fino all’omicidio per
riappropriarsi della propria vita: Nella pellicola non c’è un forte
manicheismo ma i personaggi- allo stesso tempo non creano
empatia.
Per quanto riguarda l’aspetto
tecnico, Angelo ha scelto di privilegiare l’uso del primo e del
primissimo piano proprio perché si tratta di un film lontano dal
canone descrittivo e contemplativo (nel quale si predilige una
certa distanza formale dai personaggi) al contrario invece in
questo caso è impossibile allontanarsi troppo da loro, perché la
macchina da presa spontaneamente decide di avvicinarsi, di annusare
letteralmente gli attori trasformati in veri e propri animali sulla
scena, dominati solo dal loro istinto e dalle emozioni.
Un’ultima domanda- prima di
congedarsi- investe l’aspetto musicale della pellicola, e il motivo
specifico che ha spinto Angelo a non prediligere una colonna sonora
vera e propria: come per la scelta delle inquadrature, anche la
musica non poteva che essere diegetica e scaturire direttamente
dalla pellicola stessa, dalle sue scene più cariche d’intensità, e
non dall’esterno; questo perché una vera e propria musica extra-
diegetica manipola ulteriormente- a livello emotivo- lo spettatore,
pilotandolo verso specifiche emozioni che deve suscitargli.
Parlando con l’Hollywood Reporter,
l’attore Topher Grace, recentemente apparso
in Interstellar, American
Ultra e accanto a Robert Redford e Cate Blanchett in
Truth, ha difeso
Spider-Man 3 della trilogia di Sam Raimi. Il film è ancora
oggi considerato il meno graffiante della serie, l’unico a non
aver ottenuto il successo sperato dagli autori.
“So che per Sony magari è stato
un buon prodotto, ma so anche che molte persone non lo hanno
gradito. Penso che Sam Raimi sia davvero talentuoso. Ricordo un
giorno in cui recitavo con la nona unità… Nona unità, capite? È
come far parte di una piccola cittadina e Raimi riesce a gestire
tutto. Vorrei vedere chi altro riuscirebbe a gestire un film
colossale come quello. Era il presidente di un piccolo Stato e
ha anche guadagnato un piccolo reddito nazionale lordo,
era una grossissima responsabilità e secondo me ha fatto un ottimo
lavoro su tutta la trilogia.”
Paramount Pictures ha rilasciato
due nuove clip della commedia horrror Scouts
Guide to the Zombie Apocalypse. Il film, in uscita il
30 ottobre in America, vede protagonista Tye Sheridan (X-Men:
Apocalypse), nella clip “Zombie Stripper” alle prese con uno
spogliarello piuttosto particolare. Segue a ruota “How to
build a fire”.
Nel cast anche Patrick
Schwarzenegger, Logan Miller (The Stanford Prison
Experiment), Joey Morgan, Sarah Dumont (Don John),
Halston Sage (Neighbors), Cloris Leachman (Young
Frankenstein, Butch Cassidy and the Sundance Kid)
e David Koechner (Anchorman, “The Office”). Alla
direzione Christopher Landon (Paranormal Activity: The
Marked Ones).
Le riprese di War
for the Planet of the Apes sono ufficialmente
iniziate e Matt Reeves, che torna alla regia dopo
aver diretto Apes Revolution – Il pianeta delle
scimmie, lo ha annunciato pubblicando una foto del
set su Twitter.
L’immagine ritrae due attori
impegnati con il motion capture, uno a piedi e uno su un cavallo,
su una spiaggia deserta all’alba.
Disney ha rilasciato un piccolo
teaser prima del trailer ufficiale di
Star
Wars il Risveglio della Forza, che vedremo questa
notte. Il trailer sarà trasmesso durante la
partita New York Giants vs. Philadelphia
Eagles alle 20.15 di lunedì sera negli USA, intorno
alle 2.00 in Italia.
Star Wars Il Risveglio della
Forzauscirà
sul grande schermo il 18 dicembre 2015 con un cast che include il
ritorno di Harrison
Ford, Carrie
Fisher, Mark
Hamill, Anthony
Daniels, Peter
Mayhew e Kenny Panettierecon
le nuove aggiunte John
Boyega, Daisy
Ridley, Adam
pilota, Oscar
Isaac, Andy
Serkis, Domhnall
Gleeson, Lupita
Nyong’o, Gwendoline
Christiee Max
von Sydow.
Grazie a Just Jared possiamo mostrarvi le nuove immagini
di Hunger Games: Il Canto della Rivolta – parte
2 con Jennifer Lawrence, Liam
Hemsworth, Natalie Dormer e il cast quasi al completo.
Hunger Games: Il Canto
della Rivolta – parte 2 è diretto da Francis
Lawrence da una sceneggiatura di Peter Craig e Danny Strong, e
comprende un acclamato cast composto dal premio Oscar Jennifer
Lawrence, Josh Hutcherson, Liam Hemsworth, Woody Harrelson,
Elizabeth Banks, il premio Oscar Philip Seymour Hoffman, Jeffrey
Wright, Willow Shields, Sam Claflin e Jena Malone, con Stanley
Tucci e Donald Sutherland che riprendono i loro ruoli
in Hunger Games e Hunger Games: La
Ragazza di Fuoco.
A questo imponente cast si
aggiungono i co-protagonisti di Hunger Games: Il Canto
Della Rivolta – parte 1, il premio Oscar Julianne Moore,
Mahershala Ali, Natalie Dormer, Wes Chatham, Elden Henson ed Evan
Ross. Hunger Games: Il Canto della Rivolta – parte
2 sarà al cinema in Italia dal 19 novembre 2015.
EON Productions, Metro-Goldwyn-Mayer
Studios e Sony Pictures hanno rilasciato un nuovo spot TV
di Spectre.
Il film, diretto da Sam
Mendes (American Beauty,
Skyfall), uscirà nelle sale il prossimo 6 novembre.
Bond sarà impegnato a scoprire la terribile verità dietro
all’organizzazione criminale SPECTRE (aka Special Executive for
Counter-intelligence, Terrorism, Revenge and Extortion), mentre M
combatte le forze politiche per tenere in vita i servizi
segreti.
A fianco di Daniel
Craig, che vedremo vestire i panni di James
Bond per la quarta volta, ci saranno Ben
Wishaw (nel ruolo di Q), Naomie
Harris (Moneypenny), Ralph
Fiennes (M), Christoph
Waltz (Oberhauser), Monica
Bellucci (Lucia Sciarra), David
Bautista (Mr. Hinx), Léa
Seydoux (Madeleine Swann) e Stephanie
Sigman (Estrella).
In che modo una star di Hollywood
esce a fare colazione, mostrando i suoi muscoli? Con una polo
piuttosto stretta, azzurra… È l’abbigliamento di Mark
Wahlberg, beccato la mattina del 16 ottobre, venerdì
scorso, da Just Jared a Brentwood,
California. L’attore quarantaquattrenne sarà nei cinema a Natale
con Daddy’s Home, insieme a Will
Ferrell.
Il network della The
CW ha diffuso il promo ufficiale di Arrow
4×03, il terzo episodio che si
intitolerà “Restoration” e che andrà in onda questa
settimana.
Alle ore 19.30 la Sala Sinopoli
ospita Les Rois du monde, primo
lungometraggio di Laurent Laffargue. Il regista
teatrale e attore – amante del teatro francese classico e
contemporaneo e dei drammaturghi anglofoni – porta sul grande
schermo una tragedia greca che presto assume i tratti del Western:
a Casteljaloux, una città nel Sud Ovest della Francia, Jeannot esce
di prigione con un unico pensiero, riconquistare Chantal, il grande
amore della sua vita. Mentre lui scontava la sua pena, la donna è
andata a vivere con il macellaio del paese. Nel cast, un
sorprendente Eric Cantona.
Oggi alle ore 20, incontro “da
brivido” fra due grandi autori del cinema di genere, il premio
Oscar William Friedkin e il maestro
dell’horror italiano Dario Argento. I due
sveleranno le reciproche influenze, le fonti di ispirazione, i
punti di contatto fra le loro opere: “Per me Dario è un regista
rivoluzionario” ha detto Friedkin. “I suoi film sono viaggi nella
disperazione ma pieni di ironia” ha spiegato Argento.
Il network americano della The CW
ha diffuso il nuovo promo esteso di The Vampire
Diaries 7×03, il terzo episodio che si
intitolerà “Age of Innocence”:
Due appuntamenti con gli “Incontri
Ravvicinati”. Alle ore 18, presso la Sala Petrassi, Wes
Anderson, il surreale e raffinato regista de I
Tenenbaum, Il treno per il Darjeeling, Grand Budapest
Hotel, e Donna Tartt, Premio Pulitzer per la
narrativa con “Il cardellino”, parleranno al pubblico del loro
grande amore per il cinema italiano, nato con i film di Fellini,
Visconti, De Sica, Germi e Pasolini.
Dopo il primo weekend di
programmazione, la Festa del Cinema di
Roma presenta domani, lunedì 19 ottobre, alle ore 22
presso la Sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica, uno dei
film più attesi della stagione cinematografica, The
Walk 3D di Robert Zemeckis. Il
geniale autore della trilogia di “Ritorno al futuro”, Forrest Gump,
Chi ha incastrato Roger Rabbit, Contact e Cast Away, porta sul
grande schermo la storia vera di Philippe Petit, il funambolo
francese che sorprese la città di New York camminando su una fune
d’acciaio tesa tra le due torri del World Trade Center. Philippe
Petit sarà sul red carpet delle ore 21.30.
E se i dinosauri non si fossero mai
estinti? Come sarebbe stata la convivenza con gli umani? Ne
possiamo avere un assaggio ne Il Viaggio di Arlo,
ultimo capolavoro della Disney Pixar per la regia
di Peter Sohn.
Al centro della storia del film
animato c’è Arlo, un giovane dinosauro che perde la via di casa ed
è quindi costretto ad affrontare le sue più grandi paure
attraversando luoghi misteriosi e a lui sconosciuti per ritornare
dalla sua famiglia. Ad accompagnarlo in questo viaggio, il
piccolo di umano Spot, più selvaggio del dinosauro stesso che lo
aiuterà nelle situazioni più difficili anche se inizialmente non
ben voluto. Ma dopotutto è questa la premessa per tutte le migliori
amicizie!
Nel footage presentato alla stampa,
Il Viaggio di Arlo si è presentato come un film
animato che conquisterà sicuramente il pubblico. La storia è
semplice ma efficace, spogliata di tutti gli orpelli che
distraggono, come i dialoghi ridotti all’osso che aiutano ad
apprezzare ancora di più i sentimenti puri dei protagonisti. Si
ride parecchio, non solo per le situazioni ma anche per i
personaggi pensati fin nei minimi dettagli, ma la bellezza di Arlo
sta anche e soprattutto nel saper commuovere e raggiungere lo
spettatore in un modo totalmente inaspettato. Tutto questo solo
dopo aver visto 30 minuti di film e questo ci conferma che Il
Viaggio di Arlo non sarà da meno rispetto al suo predecessore
Inside Out.
Ecco due video anteprime per il
nuovo trailer di Star
Wars il Risveglio della Forza, che vedremo
domani. Il trailer sarà trasmesso durante la partita New
York Giants vs. Philadelphia Eagles alle 20.15 di lunedì sera
negli USA, intorno alle 2.00 in Italia.
Star Wars Il Risveglio della
Forzauscirà
sul grande schermo il 18 dicembre 2015 con un cast che include il
ritorno diHarrison Ford, Carrie
Fisher, Mark Hamill, Anthony
Daniels, Peter
Mayhew e Kenny Panettierecon
le nuove aggiunte John
Boyega, Daisy
Ridley, Adam
pilota, Oscar
Isaac, Andy
Serkis, Domhnall
Gleeson, Lupita
Nyong’o, Gwendoline
Christiee Max
von Sydow.
Sulla scia del bellissimo
Room (qui la recensione) di Lenny
Abrahamson e della straordinaria interpretazione del
giovanissimo Jacob Tremblay, ecco le migliori 20
interpretazioni del cinema recente offerte da attori bambini:
Au plus près du
soleil è un dramma francese virante alla tragedia
greca più nera, che ricorda da vicino opere come l’Ippolito
portatore di corona oppure il classico Edipo Re, del
quale richiama in qualche modo atmosfere, suggestioni e sensazioni
mescolandole sapientemente- grazie alla regia di Yves
Angelo– ad altre provenienti direttamente dall’universo
del noir, e in particolare dalle storie scritte da Simenon. Tutto
questo per raccontare la storia di una coppia, Sophie (magistrato)
e suo marito Olivier (avvocato): entrambi si muovono nel sottobosco
del mondo giudiziario e sono alle prese con casi complessi. La loro
esistenza borghese viene sconvolta quando la donna si imbatte nel
caso di Juliette, accusata di aver indotto il suo amante
all’omicidio. La scoperta che è lei la madre del figlio che avevano
adottato diciotto anni prima si abbatte sulle loro vite,
soprattutto quando l’uomo comincia ad avere dei contatti con
l’altra donna, l’estranea, traghettandola lentamente nella loro
vita e innescando una pericolosa catena di eventi
autodistruttivi.
Angelo parte da
presupposti curiosi e morbosamente interessanti per tessere le
fitte trame di questo dramma, che ha su carta tutti gli elementi
utili per tenere alta l’attenzione dello spettatore: purtroppo
decide di abbandonare il tocco più “dark” per avvicinarsi invece ai
toni della pura tragedia, disperata e disperante, a base di amori
dati e non ricevuti, gelosie, drammi di uomini e donne comuni alle
prese con eventi più grandi di loro che non sanno gestire, con il
risultato che la narrazione ne risulta appesantita, rarefatta tra i
dedali ciechi delle sue inquadrature ricercate e vicine alla
sensibilità della nouvelle vague, tra primissimi piani e
bruschi stacchi di montaggio, affiancati a veri e propri momenti di
“poesia creativa”, dove il tempo viene sospeso e le immagini si
dilatano sullo schermo inglobando lo spettatore.
Spettatore che viene messo nella
condizione di un voyeur impotente delle macabre vicende che si
abbattono su questi quattro personaggi, dimostrazione vivente di
come piaccia- e anche parecchio- al destino giocare a dadi con le
vite degli altri.
E’ stata Ellen
Page la star di oggi della Festa del
cinema di Roma 2015. L’attrice ha promosso il suo
ultimo film Freeheld con Julienne
Moore. Per l’occasione l’abbiamo intervista in merito agli
X-Men e al suo personaggio, la deliziosa
Kitty Pride:
Molte volte i fan accaniti di cinema
e tv entrano così tanto dentro le loro passioni cinematografiche
che arrivano a formulare anche teorie e ipotesi sull’oggetto delle
loro passioni.
Anche
Aladdin, film della Disney del 1992 ha
subito questa sorte, ma dopo tanti anni, sono proprio i registi,
Ron Clements e John Musker,
a confermare la teoria dei fan secondo cui il mercante che compare
all’inizio del film, con quattro dita e con la voce di Robin
Williams, è in realtà il Genio camuffato.
Clements ha dichiarato: “Mi sono
reso conto che qualcuno ha speculato sul fatto che il mercante
all’inizio di Aladdin è il Genio. Ebbene è vero! Era nostra
intenzione dall’inizio. Avevamo anche questa parte, alla fine del
film, in cui si rivela, e ovviamente Robin aveva dato la voce al
mercante. Solo alla fine del montaggio la scena è andata perduta,
per cui, sì, è una leggenda metropolitana che si è rivelata
corretta”.
Ricordiamo che al momento è in
produzione alla Disney un film spin off sul
Genio.
L’ Auditorium Parco della Musica si
è riempito per la prima grande star di questa edizione della
Festa del Cinema di Roma: Jude
Law! L’attore si è raccontato partendo da scene chiave dei
suoi film di maggior successo ma ha anche parlato della sua
esperienza con il nostro regista da Oscar, Paolo
Sorrentino.
Jude Law si trova infatti da più di due mesi a Roma per lavorare
all’ultimo progetto diSorrentino,
The Young Pope, dove interpreta il giovane
papa del titolo e si è dimostrato molto entusiasta del progetto,
“Come tanti altri miei colleghi amavo il lavoro di Paolo
Sorrentino e dopo La Grande Bellezza sognavo di poter lavorare con
lui e lo dicevo a tutti. Nemmeno un mese dopo mi è arrivato questa
sceneggiatura e mi è stato detto che sarebbe stato il suo prossimo
progetto e mi è sembrata un occasione straordinaria. Ora sono qui
da Agosto e giriamo principalmente dentro e nei dintorni di Roma.
Sarà un film di 8 ore per la HBO e io interpreto questo papa
americano inventato ambientato ai giorni nostri e per ora sta
andando molto bene” ha raccontato Jude Law al pubblico. La
sfida più difficile per un attore nell’interpretare un papa?
“Bè al momento posso solo sedermi su una specie di sgabello
scomodo perché se no rovino il costume di scena. Quindi una volta
che sono vestito magari passo anche 14 ore in piedi! L’aspetto è
meraviglioso ma è parecchio faticoso.”
La novità di quest’anno negli
Incontri con il pubblico è che vengono proiettate scene tratte da
film a cui l’ospite ha partecipato, che poi commenterà aiutato da
domande del Direttore Artistico della Festa, Antonio
Monda. Dalla filmografia di Jude Law sono state tratte
scene chiave da A.I.Intelligenza
Artificiale, Il Talento di Mr Ripley,
Ritorno a Cold Mountain, Sherlock
Holmes, Wilde, Sleuth,
Era mio padre, Gattaca,
Anna Karenina, Closer e
Grand Budapest Hotel.
Partendo da A.I. è stata scontata
una domanda su il suo rapporto con Steven Spielberg e Jude Law ha
ammesso che il suo film preferito del regista è Incontri
ravvicinati del terzo tipo, “Quel film da piccolo mi
ha molto colpito, ricordo che lo vidi e ne rimasi terrorizzato.
Eppure già all’epoca mi intrigava queste qualità per il quale è poi
diventato famoso. L’ho rivisto diverse volte da giovane, da padre e
da attore con 20 anni di carriera alle spalle e ogni volta è stata
un esperienza straordinaria perché è un film che cresce ogni volta
che lo vedi ed è un modo molto interessante per notare l’equilibrio
tra la normalità, la vita familiare e questo mondo della fantasia e
della magia che ti permette anche di evadere”
Jude Law, look minimal con giacca di
pelle nera, si è regalato al pubblico con risposte belle lunghe e
qualche confessione! C’è qualche film che rivedendolo gli fa
pensare di aver voluto rifare la scena in modo diverso? “In
realtà questa è una situazione molto curiosa, perché una volta
finiti i film non li rivedo mai e queste scene le sto riguardando
per la prima volta dopo tantissimi anni ed è strano rivedermi!
Sicuramente farei alcune cose diversamente…ma ero giovane, sono
passati 10-15 anni dall’uscita di questi film e ricordo vagamente
quello che cercavo di fare come attore a quei tempi”.
Qual’è il tuo approccio al
personaggio? Come lo studi? “È un viaggio interessante perché
ripensando a come ho iniziato da adolescente lavoravo molto
d’istinto: usavo le sensazioni piuttosto che seguire attentamente
le istruzioni del regista. Mentre invece sono arrivato a
comprendere che una delle cose più belle di questo mestiere è che
ti da l’opportunità di imparare di qualcosa di un mondo sconosciuto
o scoprire di un preciso momento della storia o insegnarti cose che
non sapevi: un vero e proprio strumento di apprendimento. Quindi
come attore questo mi permette di costruire il mio personaggio su
delle basi ma a volte si esagera. Per concludere possono valere
entrambe le impostazioni, dipende da quello che uno trova più
idoneo per arrivare ad una preparazione solida del proprio
personaggio e anche da quello che il regista chiede dalla tua
performance”.
Ma per quanto riguardo il suo
Karenin in Anna Karenina, l’attore è partito dalla
sceneggiatura e non dal grande classico di Tolstoj, “Non avevo
letto il libro ma conoscevo ovviamente la storia grazie ad altre
trasposizioni cinematografiche. La cosa che mi ha affascinato di
più della sceneggiatura è stato come Tom Stoppard
abbia puntato ad un’aspetto più intimistico di questo lavoro, non
polarizzando i personaggi e senza trasformare il mio nel cattivo
senza riscatto. Era più concentrato sul potere che ha l’amore e il
processo di esso. Dopo ho letto il libro e mi sono trovato subito
allineato con l’impostazione che aveva dato Tom alla sceneggiatura
e dopo l’uscita del film molti mi hanno anche detto che finalmente
avevano visto un Karenin riscattato, visto per quello che era e non
come la causa principale della fine del rapporto”.
“Mi sento molto fortunato perché
alla fine mi sono divertito in tutti i miei lavori e ruoli e penso
che sia anche merito della gente con cui ho lavorato e in parte
perché mi ritengo davvero fortunatissimo di fare questo mestiere e
voglio sfruttare ogni opportunità al massimo. Francamente se uno
non si divertisse in situazioni del genere dovrebbe farsi delle
domande. È un mestiere straordinario che ad esempio mi porta per
lunghi periodi, come nel caso di The Young Pope, a trascorrere
tanto tempo in un’altra città. Quale altro lavoro ti permette una
cosa del genere? Sono privilegiato!”, tra sorrisi e battute,
Law è stato molto apprezzato dal pubblico ma non molto disponibile
con foto e autografi, saltando il red carpet e uscendo velocemente
a fine incontro.
Per finire gli è stato chiesto di
scegliere un film importante per lui e sorprendendo tutti è stata
proiettata una scena da La morte corre sul fiume,
opera del 1955 di Charles Laughton: “Questo è
un film che mia mamma mi fece vedere quando avevo circa 16-17 anni
e stava iniziando il mio amore assoluto nei confronti del cinema e
questo film mi ha fatto vedere cosa era possibile raggiungere. Io
sono molto legato al teatro e alla magia che si crea tra il cast,
attori e regista e la nostra fantasia, con cui possiamo arrivare in
qualunque luogo rimanendo dentro un teatro. Mentre trovo che non
venga utilizzato abbastanza nel cinema questo elemento di
teatralità: siamo troppo ossessionati nel far apparire tutto vero,
che suoni vero, che sembri vero, che lo sia. Va benissimo e sono un
sostenitore di tutto ciò ma non bisogna sottovalutare l’importanza
della teatralità. E questo film dà un quadro straordinario di come
si possa raggiungere un equilibrio tra una storia vera un po’ cupa
all’interno di un involucro quasi fiabesco. È triste pensare quello
che poi è successo a Charles Laughton e questo fa pensare molto al
destino del cinema poiché gli studios non avevano affatto compreso
il suo lavoro e hanno deciso che non avrebbe più
lavorato.”
Nella gallery a seguire potete
ammirare il nuovo fiammante poster di Star
Wars il Risveglio della Forza, con in primo piano
tutti i nuovi protagonisti.
Star Wars Il Risveglio della
Forzauscirà
sul grande schermo il 18 dicembre 2015 con un cast che include il
ritorno diHarrison Ford, Carrie
Fisher, Mark Hamill, Anthony
Daniels, Peter
Mayhew e Kenny Panettierecon
le nuove aggiunte John
Boyega, Daisy
Ridley, Adam
pilota, Oscar
Isaac, Andy
Serkis, Domhnall
Gleeson, Lupita
Nyong’o, Gwendoline
Christiee Max
von Sydow.
Dopo diversi progetti leggeri,
Peter Sollett si cimenta in un progetto importante
per i temi di cui si fa portatore e per le dinamiche delicate e
sempre attuali che mette in campo.
Attraverso il grande impegno di due
magnifiche protagoniste, Freeheld
racconta la storia della pluridecorata detective del New Jersey
Laurel. Quando le viene diagnosticato un cancro al quarto stadio,
decide di assicurarsi che la sua sudata pensione vada alla sua
compagna Stacie. Ma i funzionari della Contea di Ocean (Ocean
County – New Jersey), detti Freeholders, non le riconoscono questo
diritto. Il Detective Dane Wells (Michael
Shannon), e l’attivista per i diritti civili Steven
Goldstein (Steve
Carell) si uniscono a Laurel e Stacie coinvolgendo
altri agenti di polizia e la comunità a sostegno della loro lotta
per l’uguaglianza.
Basato sull’omonimo cortometraggio
documentario vincitore dell’Oscar e adattato dallo sceneggiatore di
Philadelphia, il film narra la vera
storia d’amore di Laurel Hester (Julianne
Moore) e Stacie Andree (Ellen
Page), e della battaglia che condussero per ottenere
giustizia di fronte alla legge, una battaglia che, paradossalmente,
sembrerebbe essersi conclusa, con una vittoria gloriosa, lo scorso
giugno, quando la Corte Suprema degli Stati Uniti ha votato a
favore del matrimonio tra persone dello stesso sesso in tutti e 50
gli Stati.
Freeheld, il film
La storia è però
ambientata circa 10 anni fa, quando si stavano appena
ufficializzando le unioni civili e tutto sembra nuovo e
estremamente progressista anche per gli Stati Uniti.
Freeheld è una perfetta confezione per un
progetto con intenti didattici molto precisi che però sbaglia tempi
e luoghi, combattendo battaglie già vinte e che al massimo
potrebbero essere accolte in paesi come l’Italia, dove le coppie di
fatto hanno ancora vita difficile. Da un punto di vista dello
spessore cinematografico, il film si fregia di ottime
interpretazioni, su tutte quelle di
Julianne Moore e Michael Shannon, ma di una regia didascalica e
per nulla personale che si limita a impacchettare un prodotto già
sulla carta vincente a causa della potenza emotiva della
storia.
L’aspetto invece bello,
emozionante, coinvolgente di Freeheld è
la storia d’amore, situazione che cinematograficamente non passa
mai di moda e che trova sempre un forte riscontro nel pubblico
pronto a empatizzare con i protagonisti.
Apparsa per la
prima volta su grande schermo con L’Evocazione – The
Conjuring, la bambola Annabelle ha
così segnato l’immaginario del pubblico da meritarsi uno spin-off
tutto suo. Ispirato dai veri fatti di cronaca di Ed e Lorrain
Warren, due “indagatori dell’incubo”, la bambola è riuscita con il
suo primo film a raccogliere ben 256 milioni di dollari a fronte di
un budget di soli 6,5.
Ora lo studio
New Line – secondo Tracking Board – ha
confermato che il sequel del film,
Annabelle 2, è in lavorazione e sarà
ancora una volta prodotto da James Wan.
Soprattutto sarà scritto ancora da Gary Dauberman,
sceneggiatore del primo film, di The Wolves at the
Door e di Hellfest, in arrivo sulla CBS.
Sebbene sia acclarato che
Alien: Paradise Lost, sequel di
Prometheus, vedrà la luce ben prima
di Alien 5, il regista Neill
Blomkamp ha pensato di tenere alta l’attenzione attorno al
quinto capitolo della saga ideata da Ridley Scott,
proponendo attraverso Instagram la prima foto del
nuovo Pulse Rifle, fucile che per l’occasione sarà dotato del
Rail Interface System.
Una foto pubblicata da Brownsnout (@neillblomkamp) in data: 15 Ott
2015 alle ore 11:44 PDT
Vi ricordiamo che a produrre la
pellicola ci sarà Ridley Scott il quale ha
confermanto che Alien 5 si svolgerà
circa 30/40 anni dopo gli eventi di
Aliens. Difficile capire se
Sigourney Weaver, a 65 anni, possa interpretare
ancora Ripley.
Questa edizione della Festa di Roma
continua a stupirmi sempre più. Non solo perché i film che
proiettano sono notevoli ma perché ogni tanto trovi delle chicche
che ti fanno sperare nel genere umano. Ad esempio ieri passeggiavo
per l’Auditorium e mi sono imbattuta in diverse signorinelle con
delle allegre bottiglie vuote in mano, tutte dirette verso lo
stesso punto. Al che ho pensato: vedi che bello? Come si impegnano
a fare la differenziata? Poi però ho pensato di approfondire il
discorso, e mi sono resa conto che invece andavano tutti spediti
verso una sorta di distributore d’acqua dove poter fare il refil
una volta svuotata la bottiglietta. La mia mente è volata alla
gastroenterite post fontanella del Movie Village di Venezia, e non
vi nascondo che ho avuto un certo timore. Però poi ho pensato
subito che è una cosa bella che tu non debba necessariamente
spendere milioni per bere una cosa vitale come l’acqua, e poter
avere qualcosa a disposizione, per la gente. Certo, se ce
fosse.
Ragazzi, non c’è un cane. A Venezia
almeno quello c’era, e gli abbiamo detto pure due parole, arcane.
Ve lo ricordate?
Quest’anno continua ad esserci un
vuoto cosmico: trovi posto se vuoi mangiare, fai la fila per poco
tempo, trovi posto se vuoi uno Spritz, che gli altri anni dovevi
prenotare pure per cenare dar kebabbaro. Giustamente l’anno che i
film so belli e che l’organizzazione è un po’ più civile manca la
materia prima. Quindi sembriamo una setta di invasati: siamo solo
addetti ai lavori, c’è poco da fa costume. Alle cose glam non ci
andiamo, si parla solo di film visti e di conferenze stampa.
Insomma, per dire, non c’è una groupie di qualche attore da
perculare, non scoppiano risse in sala o in fila, fai la pipì in 10
secondi. Che uno gli altri anni faceva in tempo a stamparsi il
pressbook di tutti i volumi di
Nymphomaniac mentre andava a fa la fila
per il bagno. Niente. So pure puliti. Eccheccazzo.
Per giunta siccome siamo solo noi
ormai ci conoscono per nome pure gli esercenti dei baretti del
posto. Ieri la Stefania, mitica donna che serve Spritz vicino
l’Auditorium, mi ha dato direttamente una cofana in busta formato
famiglia di chips, ‘tanto stamo tra noi, non te sconvolgi se
nun te do’ na ciotola vè?’.
No Stefà, tranquilla. Domani vengo
in ciavatte.
Altra esperienza mitica
i cocktail al sakè e il gelato all’azoto del Mazda
Space. Per la serie, le cagate ogni anno ce devono sta’.
Se non so’ i film so’ gli sponsor che s’impegnano.
Una cosa però non manca: la corsa ai
gadget, alla roba gratis. Quella c’è sempre. E noi non ci possiamo
distrarre un attimo che ce fregano la roba da sotto al naso. Rischi
che te giri e tipo Houdini fanno una manovra e ti ritrovi in
mutande.
Ieri ci stavano comprando pure Ang.
Ma questo lo faccio raccontare a lui, io devo andare in un posto
nuovo, in stazione. Ah non lo sapevate? So’ la madrina della Festa.
Quest’anno da contratto mi spetta solo apertura e chiusura. Corro a
Milano a scegliere il vestito per la premiazione.
ho visto il corto di Sorrentino, La
fortuna.
SINOSSI
Una giovane donna avvenente sta in
spiaggia con quel gran fustacchione di suo marito, un
vecchiodemmerda in sedia a rotelle diabetico e più di la che di
qua, che ha evidentemente sposato perché un gran tocco di manzo.
Insomma lui a una certa vuole fumà, e lei gli dice ‘no
coglione, gnegne sei malato, non puoi’. E se ne accende
empaticamente una e glie spipacchia in faccia. Poi lui vede un
cioccolatino e le dice ‘amo’ che me ne dai uno?’ E lei:
‘ahahhaha sei diabetico, idiota, cor cavolo, soffri tiè me lo
mangio io’. Poi si accende l’iPod e si mette
a ballare in spiaggia, mentre il marito la guarda impotente come
Malgioglio davanti a Dakota Johnson.
Il finale non ve lo spoilero, ma il
grande cinema di Sorrentino arriva efficace anche in questa
manciata di secondi. La morale è: ‘Anziani. [Pausa scenica]. Se
alla vostra mausoleica età ancora v’accollate e non ve la sentite
di ammettere a voi stessi che quei movimenti in basso non siano
decisamente più libido [altra pausa scenica]. Ma con tante mignotte
che ce stanno in giro per il mondo, proprio ‘na mignotta stronza ve
dovete trovà?’
Fine.
(Vì)
Quest’anno, grazie al fatto che
dietro sta facciata da cazzone si nasconde un serio giornalista che
lavora per un ente istituzionale importante (o forse è il
contrario), alla Festa di Roma ho la fortuna di
non dover lavorare necessariamente in sala stampa, ma all’interno
di una comoda redazione allestita dietro ai banchetti degli
sponsor.
La solita sculata del Guglielmino,
direte voi. E vi capisco.
Però, a parte che grazie al
sottoaffollamento generale al momento la sala stampa è più
desertica di Tatooine alla vigilia di Natale (e quindi alla fine un
allaccio per il PC si trovava) qui nell’acquario di vetro dove
m’hanno piazzato in effetti faccio la figura del Gigolò d’avanzo,
con tanto di occhiatine ammiccanti da parte di diverse vecchie
signore che erano convinte che dal mio libro sarebbe stato tratto
un film a breve. Ho provato più volte a spiegar loro che era un
saggio, e che la loro proiezione era improbabile, ma hanno
insistito due tre volte e alla fine ho ceduto: “Sì, signora, sarà
un kolossal e vi reciterò io stesso. Si intitolerà
Ercole vs. Prepuzio e uscirà a
Natale, andate in sala e non ve ne pentirete”. Volevano il mio
numero di telefono e ho risolto dandogli quello dell’inquilino del
piano di sotto che litiga urlando con la moglie tutte le domeniche
mattina.
Inoltre, dato che leggono
il marchio della suddetta prestigiosa società, entra la qualunque.
Oggi un tizio voleva che gli rintracciassi un amico sulla base di
una foto sbiadita. Tutto molto romantico, se non fosse che in
teoria dovremmo lavorà. Quando mi assento, se non c’è nessun altro
in stanza, devo chiudere con un pesante lucchetto con catena (il
che mi piace perché mi fa sentire una specie di Guardia di Porta o
l’Ercole di cui sopra, in quelle iconiche immagini con Steve Reeves
cinto d’acciaio) altrimenti questi vengono e se fregano tutto,
convinti che tutto sia un gadget. Ieri – m’hanno detto, io stavo
appunto presentando il libro – che una se voleva prende la borsa di
Piquadro che avevo lasciato lì con tutto il
portafogli, le chiavi della macchina, i documenti e i sigari
ciancicati. E non perché fosse una ladra, ma perché se è in un
Festival (sì, vabbè. Festa. Come ve pare) ed è prendibile, per loro
non ha padrone. Senza contare quelle che hanno cercato di
intascarsi copie del mio libro, il che mi potrebbe pure lusingare.
Comunque c’era il mio editore, che è un culturista dalla forza
smisurata (lui sì Ercole, ma pè davèro) e per fortuna stava lì a
controllare. E la scena della signora impaurita che lo ricaccia
fuori dalla borsa dove l’aveva goffamente nascosto ha valso da sola
tutto l’evento.
Oggi nella sezione per bambini Alice
nella città è passato Pan, un film dove
Peter Pan e Capitan Uncino sono amichetti e fanno il puttantour
insieme. In America è stato un flop. Che strano.
Credo che avrò bisogno di tipo
diciotto di quei cocktail all’Azoto.