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Ritorno al Futuro Day negli UCI Cinemas il 21 ottobre: info e prezzi dei biglietti

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Il 21 ottobre 2015 Doc e Marty arrivano nel futuro e UCI Cinemas li festeggia con il Ritorno al Futuro Day. Infatti all’inizio del secondo episodio della saga, Doc e Marty selezionano sul display della macchina del tempo proprio il 21 ottobre del 2015!

RitFut2015_POSTER_webUn evento organizzato da Nexo Digital e Universal Pictures Italia Home Video che riporta in 44 multisale del Circuito i primi due episodi della saga insieme ad alcuni contenuti speciali.

Il prezzo del biglietto è di 11 euro per l’intero e di 9 euro per il ridotto. È possibile acquistare i biglietti presso le multisale UCI che proietteranno l’evento, o tramite internet sul sito www.ucicinemas.it, call center (892.960), App di UCI Cinemas per iPhone, iPod Touch e per iPad (scaricabile gratuitamente da App Store), Android (scaricabile da Google Play) e Windows Phone.

Per maggiori informazioni visitare il sito www.ucicinemas.it o la pagina ufficiale di Facebook di UCI Cinemas all’indirizzo: www.facebook.com/home.php#!/ucicinemasitalia. In alternativa contattare il call center al numero 892.960.

Diritti a Todi: il festival dei diritti umani vi aspetta dal 27 ottobre

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Siria senza pace, India senz’acqua, Beirut senza corrente, Sardegna senza lavoro, Palestina senza futuro. Conflitti da prima pagina o trascurati dai media, narrati attraverso storie esemplari di persone comuni: il profugo, l’omosessuale, il detenuto, l’adolescente. dirittiatodi manifestoPrivazioni, lotte, sofferenze e aspirazioni raccolte in ogni continente. Con 10 lungometraggi e 30 “corti”, scelti tra oltre duemila proposte, nell’orizzonte del documentario d’autore irrompe Diritti a Todi – Human Rights International Film Festival.

Dal 27 ottobre al 1° novembre proiezioni, spettacoli, convegni, mostre fanno dell’Umbria (e di uno dei suoi gioielli più noti) uno schermo speciale per riflettere sui diritti umani e per conoscere la cinematografia che ne descrive le nuove sfide e i drammi dimenticati. In luoghi suggestivi, dal Tempio di Santa Maria della Consolazione alla Sala del Capitano del Popolo, i registi incontreranno il pubblico, studiosi e organizzazioni impegnate in prima linea su quella frontiera, nell’arco di sei giornate dense di appuntamenti e di “première” (una nazionale, una europea e una mondiale). Alle opere in concorso si affiancano infatti due focus con titoli provenienti dall’Argentina e dall’Iran, cinque film-evento italiani e una rassegna presentata dall’Archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico (Aamod), la cui collaborazione è un altro dei motivi d’orgoglio di questa prima edizione.

Festa di Roma 2015: Angry Indian Goddesses, la conferenza stampa

Siamo al quinto giorno di festival, che ha visto come primo film Angry Indian Goddesses, presentato alla stampa direttamente dal regista Pan Nalin, le attrici Anushka Manchanda, Sandhya Mridul, Rajshri Deshpande e dai produttori Dhingra Gaurav e Sol Bondy. È un film che ci fa entrare nel mondo di donne straordinarie, che con estrema grinta si battono per un’India che deve necessariamente fare i conti con la modernità.

È uno dei pochi o forse l’unico film indiano a raccontare la vita delle donne in una società che sta cambiando. Da dove nasce il desiderio di affrontare questa tematica?

Pan Nalin: L’idea del film mi è venuta da alcune storie reali di cui ho avuto notizia. Mi hanno toccato profondamente soprattutto per la forza che queste donne devono avere, che sembrano attingere dalle grandi donne indiane delle leggende, che vengono catapultate nell’ India contemporanea. Nel nostro paese attualmente la questione è molto calda, anche perché le nuove generazioni hanno una formazione di tipo occidentale che non può che stridere con quella che è la nostra antica tradizione. È dunque frequente che si creino conflitti rispetto a questa situazione.

Dhingra Gaurav (produttore): Quando abbiamo cominciato questo film eravamo molto concentrati sulle donne in India, e cioè specificamente sulle donne indiane. Tuttavia, andando avanti con il lavoro ci siamo resi conto di quanto questa sia in realtà una storia molto universale. In ogni parte del mondo le donne lottano con le disparità ancora presenti nel mondo lavorativo o con lo sforzo di conciliare il loro essere madri e donne in carriera allo stesso tempo.

L’alternarsi continuo dell’inglese e della lingua hindi rispecchia il reale modo di parlare della gente o ha un altro significato?

Anushka Manchanda: Il film è un grande affresco di come le donne sono realmente in India. Le conversazioni dei personaggi sono in realtà conversazioni che noi ci troviamo ad avere continuamente nella nostra quotidianità. In realtà mentre giravamo spesso non sapevamo dove fosse la macchina da presa, quelle che vedete sullo schermo non siamo altri che noi stesse. Quindi anche per quanto riguarda la lingua, la risposta è sì, è il modo reale in cui parliamo. Spesso veniamo da parti differenti dell’india, e se parlassimo il nostro dialetto non ci capiremmo, per cui parliamo sempre mescolando. O a volte completamente in inglese.

Quella che abbiamo visto sembra un’India molto occidentalizzata. Direbbe che anche il modo di vestirsi e di comportarsi delle ragazze, il film rispecchia la realtà?

Rajshri Deshpande: L’india è davvero molto varia, probabilmente rimarreste scioccati se poteste vedere quanto sono sfrenate le nostre feste. Certo, c’è ancora chi è molto attaccato alla tradizione, ma dipende molto dalla città in cui ci si trova.

Sandhya Mridul: Sì, in effetti le cose cambiano molto di città in città. Personalmente a Delhi, be’ ci penserei due volte se volessi vestirmi all’occidentale. Ma se fossi a Bombey, non avrei alcun problema a indossare degli shorts. Ci si deve costantemente adattare.

Il film ha un grande impatto emotivo, soprattutto nella parte finale: le donne si fanno giustizia da sole… non crede che sia un messaggio pericoloso?

Pan Nalin: Beh sì, sarebbe un messaggio pericoloso, ma non è quello che intendo veicolare con quel finale. Io voglio suscitare una reazione, voglio che il sistema apra gli occhi, è piuttosto una provocazione a svegliarsi e fare qualcosa prima che sia troppo tardi.

Dhingra Gaurav: In India non si fanno film in cui le donne sono le protagoniste. A Bollywood le donne sono trattate spesso e volentieri come oggetti, non hanno una reale rappresentazione nel cinema indiano. Per cui è importante poter trasmettere l’attuale condizione delle donne in India, dargli una voce, non lasciarle come delle bellissime sculture sullo sfondo di un film, ma metterle al centro.

Festa di Roma 2015, Daily 5: Ville Marie, Land of Mine e Monica Bellucci

Festa di Roma 2015, Daily 5: Ville Marie, Land of Mine, Angry Indian Goddesses e Monica Bellucci.

https://youtu.be/_pXIb8y8F0E

Festa di Roma 2015: Land of Mine conferenza stampa con Roland Møller

Alla Festa del Cinema di Roma è la giornata di Land of Mine, film danese del regista Martin Zandvliet su una pagina inedita del post seconda guerra mondiale.
A fare le vedi di Zandvliet, sono arrivati a Roma il protagonista Roland Møller, il produttore Mikael Rieks e il distributore italiano della Notorious Picture, Guglielmo Marchetti.

“La cosa bella di questo film è che espone un argomento che non viene trattato nemmeno nei libri di scuola danesi, eppure è una pagina buia della storia di quel paese” commenta Roland Møller, che nel film interpreta il Sergente Rasmussen, “Trovo inoltre che sia attualissimo pensando ai rifugiati dalla Siria. Land of Mine mostra che ci si può sedere e parlare con il nemico per scoprire che si hanno gli stessi sogni e le stesse ambizioni e che non si è così differenti.”
Mikael Rieks, produttore della pellicola conferma “Con Martin abbiamo pensato sin dall’inizio che il tipo di storia che volevamo mostrare del dopoguerra era riguardo le conseguenze di essa. La Danimarca è un paese molto piccolo, ma quella costa era coperta da oltre due milioni di mine. E le mine antiuomo sono un problema ancora oggi: milioni di persone muoiono ogni anno a causa di esse ed è un argomento davvero complesso che va affrontato.”

“La nostra ambizione dall’inizio era proprio di mostrare la bellezza di questi luoghi: per parlare di una situazione così brutta era necessario addolcirla con uno scenario bellissimo, quello della spiaggia danese. Il direttore della fotografia ha fatto un ottimo lavoro e si può notare anche nella bellezza dei volti dei ragazzi, nella luce e il forte contrasto di essi con la situazione” commenta Mikael Rieks sulla scenografica costa danese e l’ottimo lavoro svolto dal direttore della fotografia, Camilla Hjelm Knudsen e aggiunge, “Una particolarità di Martin poi è il modo che ha lui di lavorare con i personaggi: la storia può essere forte ma la sua concentrazione è su di loro, tanto che a volta cambiava le scene in base a come i ragazzi reagivano e provavano.”

La maggior parte dei protagonisti era a gli esordi e per Roland Møller non è stato semplicissimo tenerli a bada, “È stata una sfida anche con i ragazzi: erano molto giovani, erano lontani da casa e quindi si sentivano in vacanza. All’inizio li abbiamo lasciati divertire ma dopo abbiamo dovuto dargli delle regole. Abbiamo avuto qualche incidente perché i ragazzi non si concentravano abbastanza ma poi mi sono reso conto che era anche colpa mia perché non ero abbastanza sicuro nemmeno io del mio ruolo. Una volta infatti mi sono arrabbiato molto e gli ho detto che non era una vacanza ma un lavoro e che dovevano venirmi incontro e aiutare perché questo film era una grande opportunità anche per me. Mi sono scusato per aver gridato e loro hanno capito le mie ragioni e da lì in poi siamo riusciti a lavorare molto bene. Anzi gli devo fare i complimenti perché in alcune scene sono stati davvero bravi, in particolare ai due gemelli che mi hanno fatto piangere in una scena molto intensa.”

Land of Mine verrà prossimamente distribuito in Italia dalla Notorius Picutres e Guglielmo Marchetti ci motiva la loro scelta: “Faccio questo lavoro da oltre 25 anni e raramente ci capita di avere un connubio così particolare: un film che unisce un valore artistico e un’aspetto commerciale. Abbiamo visto questo film al Festival di Toronto ed è stato un pugno allo stomaco. Ho fortemente voluto distribuirlo in Italia. Ci piaceva l’idea di poter comunicare con le nuove generazioni, mostrandogli la violenza e le barbarie della guerra, problematiche a loro fortunatamente sconosciute, ma anche il tema della redenzione e del perdono. Volevamo fortemente mostrare questo passato orribile, che c’è stato anche per il nostro paese in maniere diverse, ma far capire ai giovani anche come può essere la situazione attuale di alcuni paesi.”

Star Wars il Risveglio della Forza trailer: le reazioni del fan!

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In un simpatico video, ecco le reazioni del fan durante la prima visione del nuovo trailer ufficiale di Star Wars il Risveglio della Forza.

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JOHN BOYEGA REPLICA SUI DUBBI “RAZZISTI” IN MERITO A STAR WARS

BB-8 CON CONTROLLO REMOTO [VIDEO]

ASCOLTA LA VOCE DI KYLO REN!

STAR WARS IL RISVEGLIO DELLA FORZA: I COSTUMI AL D23 [FOTO]

Star Wars Il Risveglio della Forza uscirà sul grande schermo il 18 dicembre 2015 con un cast che include il ritorno di Harrison FordCarrie FisherMark HamillAnthony DanielsPeter Mayhew e Kenny Panettiere con le nuove aggiunte John BoyegaDaisy RidleyAdam pilotaOscar IsaacAndy SerkisDomhnall GleesonLupita Nyong’oGwendoline Christie Max von Sydow.

Christopher McQuarrie rifinisce la sceneggiatura di Star Wars Rogue One

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Mentre siamo ancora in fermento per il trailer ufficiale in inglese di Star Wars il risveglio della Forza, arrivano nuovi aggiornamenti su Star Wars Rogue One, il primo spin-off della saga che uscirà l’anno prossimo e sarà diretto da Gareth Edwards.

Il film, originariamente affidato alla penna di Gary Whitta, è passato poi nelle mani dello sceneggiatore di Cenerentola, Chris Weitz. Adesso, a conclusione del lavoro di Weitz, sembra che a rifinire lo script ci penserà Christopher McQuarrie, regista di MI5 Rogue Nation, incaricato dalla Disney.

Che ne pensate?

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Star Wars Rogue One è scritto da Gary Whitta e Chris Weitz, e sarà diretto da Gareth Edwards. L’uscita è prevista per il 16 dicembre 2016. Nel cast del film Felicity JonesRizz AhmedDiego LunaForest Whitaker, Jiang Wen e Ben Mendelsohn. 

Il film sarà certamente ambientato durante a “Dark Time” dell’Impero, Tra gli episodi III e IV e sarò il più oscuro e grintoso film dell’universo di Star Wars. Sembra che il film sarà un war movie vecchia maniera. Nella storia tutti i Jedi vivono in clandestinità e probabilmente saranno sullo sfondo della storia principale. Ci saranno inoltre un sacco di nuove forme di vita aliena. Saranno introdotti nuovi personaggi droidi e Alieni. At-at, X-Wings, Ala-Y, A-Sts saranno presenti nella storia. Ci sarà molta azione nella Jungla. Sembra un nuovo droide sarà parte della banda di ribelli che tentano di rubare i piani della Morte Nera. Felicity Jones sarà un soldato ribelle pronta per la battaglia.

Captain America Civil War: niente maschera per il Barone Zemo

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Nonostante l’attenzione mediatica su Captain America Civil War sia tutta sullo scontro tra Cap e Tony Stark, non dobbiamo dimenticare che il vero villain del film sarà il barone Zemo, interpretato da Daniel Brühl.

L’attore ha riferito alcuni elementi del look del suo personaggio a Business Insider: “Non indossa la maschera” ha dichiarato Brühl, e “sarà diverso da quello che immaginate”. “Quello che mi piace del villain Marvel è che si possono connettere con gli eventi contemporanei, per cui il mio personaggio viene da un posto diverso rispetto a quello che immaginate”.

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captainamericacivilwarartworkIn attesa di nuovi dettagli in merito ricordiamo che Captain America: Civil War sarà diretto da Anthony Joe Russo e vedrà nel cast Chris Evans, Robert Downey Jr., Scarlett Johansson, Chadwick Boseman, Sebastian Stan, Samuel L. Jackson, Frank Grillo, Jeremy Renner e Daniel Bruhl. Il film uscirà il 6 maggio 2016.

Monica Bellucci, meravigliosa stella alla Festa di Roma

Star incontrastata della quinta giornata della Festa di Roma 2015 è Monica Bellucci. Già negli anni passati, in più di un’occasione, la star italiana adottata dalla Francia e dal mondo è stata protagonista dello splendido palcoscenico della cavea dell’Auditorium di Renzo Piano, e quest’anno lo fa con un film canadese, Ville-Marie di Guy Èdoin.

“Guy mi ha mandato il copione e la sola lettura mi ha molto emozionata. Ho scelto questo film per una questione emotiva, poi il ruolo era così ben scritto, così eclettico che avevo quasi un po’ paura a interpretarlo. Lo ringrazio molto perché un’attrice ha sempre bisogno di eccitarsi e lui ci è riuscito con il mio personaggio. Èdoin aveva fatto un altro film prima, Marécages. L’ho visto dopo aver detto sì alla sceneggiatura di Ville-Marie, è la cosa che mi ha sorpreso di più è stata la direzione degli attori”.

Come ha lavorato sul personaggio che, come lei, è una madre e un’attrice?

“Sono madre di due femmine, nel film si parla di un rapporto tra madre e figlio. Ho provato a farmi aiutare da amiche che hanno figli maschi che mi hanno detto ‘nessun uomo mi ha fatto soffrire come mio figlio’. Non conosco quel dolore, ma conosco l’amore di madre. Credo che per questo ruolo ci volesse un atto di abbandono, il mio personaggio deve togliere la maschera di attrice e far trasparire il suo dolore. Non è importante che nel film mi tolga il trucco davanti allo specchio, tutte noi lo facciamo ogni sera. La cosa importante è che ho dovuto far trasparire il dolore dagli occhi. In fondo il mio personaggio cade e si rialza, e in questo è molto molto simile a tutti noi”.

Che differenza c’è nell’aver lavorato da poco in Spectre e in questo film, che è più piccolo?

“Non c’è differenza tra grandi e piccoli film. Perché il mio lavoro davanti alla macchina da presa non cambia, anche perché ho lavorato con registi diversi ma tutti di talento. Inoltre partecipare a tanti progetti così vari mi interessa anche perché ho la possibilità di entrare in contatto con culture diverse”.

Come è stato cantare nel film?

Monica Bellucci 1“Io non sono una cantante e si vede, ma quello che mi interessava era che questa donna non sa come comunicare con suo figlio e cantare diventa un modo per spiegare le emozioni che sente ma che non sa comunicare. Un altro modo per mettersi in contatto con il figlio”.

Somiglia di più alla madre glamour o a quella che dedica tutto il suo tempo al figlio?


“Io sono una donna, un’attrice. Ci sono sicuramente delle similitudini con il mio personaggio, ma non sono io. I miei amici, figli di attori e attrici, sono persone che hanno sofferto molto, io provo a evitare degli errori che so di poter commettere e per le mie figlie vorrei essere una madre, non un’attrice. Spero che da grandi non guarderanno i miei film ma che avranno di meglio da fare, qualcosa che riguarderà solo la loro vita”.

Il tempo per una bella attrice può essere il riscatto professionale?

“La bellezza è un dono, non puoi esserne fiero. Si ringrazia per averla ricevuta ma non ne abbiamo merito. La ricerca personale, che riguarda ognuno in modo privato, è quella che cerco nel mio lavoro e adesso, perdendo la bellezza della giovinezza, posso lavorare su un altro tipo di bellezza che spero di acquisire nel mio lavoro e anche nella mia vita”.

Mostri: il fumetto tutto italiano debutta al Lucca Comics & Games 2015

Tra pochi giorni il fratello di Splatter, Mostri, esordirà a Lucca Comics & Games con il numero uno. Presentato con la cover regular di Valerio Giangiordano e la cover variant di Giancarlo Caracuzzo, il numero uno di Mostri conterrà storie nuove e una selezione delle più belle del Mostri originale della ACME. Su questo numero troveremo infatti grandi 12171408_10154328060996982_1451589583_ocapolavori del passato realizzati da Ferrandino, Celoni, La Neve, Venturi, Burattini e Andreucci ma anche fantastiche storie realizzate dalla nuova generazione degli autori di Mostri: Valerio Giangiordano, Antonio De Luca, Cristiano Crescenzi, Riccardo Latina, Alessio Maruccia, Massimiliano Filadoro, Andrea Guglielmino, Marco Scali, Gianmarco Fumasoli e Alissa Barone.

Tra le storie inedite realizzate dagli autori BUGS Comics, troverete anche quella disegnata in esclusiva da Giancarlo Caracuzzo per il nuovo corso di Mostri nonché le strisce dei MoFtri di Adriana Farina. Lo stand BUGS Comics vi aspetta dal 29 Ottobre al primo Novembre a Lucca Comics & Games presso il Padiglione Giglio.

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Festa del Cinema di Roma 2015, Mazda: prova il cinema per due Mx-5 Cinema Hall

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Mazda alla Festa del Cinema di Roma presenta in esclusiva il cinema per due: MX-5 CINEMA HALL

  • Mazda, presso la Mazda Lounge nel Villaggio del Cinema, inaugura un’esperienza unica: MX-5 CINEMA HALL
  • Una sala cinema un po’ speciale: può ospitare solo 2 persone ed è all’interno dello spider icona di Mazda, icona della #MazdaPurePassion

Mazda, in questa sua terza esperienza alla Festa del Cinema di Roma, ha deciso di essere più sorprendente e “unconventional” che mai nel suo modo di partecipare quale Official Sponsor della Manifestazione.

Oltre ad essere protagonista di questa grande kermesse grazie alla presenza delle oltre 50 vetture che faranno da chaperon alle personalità dello star system e agli oltre 1.000 posti dell’imponente Mazda Cinema Hall, creato e costruito per l’occasione e pronto ad ospitare ben 1000 spettatori, Mazda ha scelto ancora una volta una strada particolare per distinguersi,  fedele alla sua natura di Brand Challenger.

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Nel Villaggio del Cinema, accanto alla mega sala da 1.000 posti, è ancora una volta pronta a stupire con l’unica sala cinematografica al mondo riservata unicamente a due spettatori. All’interno della MAZDA LOUNGE infatti, spazio posto all’interno del Villaggio della Festa e luogo deputato ad ospitare personalità e attori del mondo del cinema, ma dedicato anche al pubblico della Festa che vorrà vivere un’esperienza unica, ci sarà un apposito corner riservato ad una fiammante MX-5 rigorosamente Soul Red, allestita a sala cinematografica: sul parabrezza della vettura scorreranno immagini esclusive, l’anteprima di contenuti speciali de “Il ponte delle spie” il nuovo attesissimo film di Steven Spielberg con Tom Hanks, al cinema dal 17 dicembre, distribuito da Twentieth Century Fox, in esclusiva per gli ospiti della Festa del Cinema. Ospiti e visitatori potranno sperimentare questa “sala cinema” assolutamente unica che può ospitare solo 2 spettatori, un vero e proprio privè, un’idea differente ed originale che conferma la vocazione di Mazda come marchio assolutamente non convenzionale.

Indubbiamente un’occasione unica, un’esperienza particolarissima, per coniugare la passione che genera il roadster più venduto al mondo con la passione autentica per il Cinema, sentimenti e sensazioni da condividere e commentare su #MazdaPurePassion.

 

Thomas Wilson di Ritorno al Futuro: “Biff incarna i bulli che mi tormentavano”

Thomas Wilson, il volto indimenticabile di Biff Tannen nella trilogia di Ritorno al Futuro, conosceva bene il suo personaggio e i suoi modi di fare a causa di diverse esperienze nella vita reale. In una intervista al The Hollywood Reporter in occasione del 21 ottobre 2015, data in cui Marty McFly arriva nella Hill Valley del futuro nel secondo film della saga, l’attore ha spiegato come il personaggio è stato creato.

“Ero un ragazzino sempre magro e malaticcio, sono stato spinto e picchiato da diversi bulli  durante tutta la mia infanzia, finché non sono diventato più grosso di chiunque e la cosa è finita. Conoscono benissimo come questi ragazzi operano, soprattutto la loro gioia nello spaventare le persone. Li guardavo spesso in faccia, dunque non è stato difficile ricreare le loro espressioni.”

Nonostante questo non è stato facile creare il personaggio di Biff: “Si tratta di un personaggio iconico della cultura pop, eppure è stato molto difficile interpretarlo, sono fiero del lavoro che ho fatto. Sono più bravo come attore e artista sul set, più che come ‘icona leggendaria’, sono infatti sempre impegnato e raramente riesco a presenziare gli eventi legati a Ritorno al Futuro.”

“All’epoca non avevo davvero idea che quei film potessero penetrare così a fondo nell’immaginazione americana e non solo, sono davvero entrati nel cuore della gente, che ancora mi ferma e mi riconosce. È qualcosa di incredibile, che ti gratifica costantemente.”

Ville-Marie: recensione del film con Monica Bellucci

Dopo Marécages, presentato alla Settimana della critica a Venezia, il regista canadese Guy Èdoin torna al lungometraggio con Ville-Marie. Il film è un dramma corale che racconta una tragica notte nei corridoi e nelle camere di una clinica, la Ville-Marie, a Montreal, dove un ragazzo, investito da un’ambulanza, combatte per la propria vita, un’infermiera che lo accudisce rivive il suo dramma personale, la perdita di un figlio, e una donna, una celebre attrice, non riesce a stare vicina a quello stesso figlio morente.

Protagonista carismatica della pellicola è Monica Bellucci, che interpreta la famosa attrice Sophie Bernard (nomen omen), con un rapporto conflittuale con il figlio. Nonostante però la fisicità che riempie lo schermo, la Bellucci non riesce a dare vera autenticità alle sue emozioni sullo schermo, risultando sempre un po’ costruita, forse fuorviata dal contesto. Nonostante l’appello a sentimenti universali e emozioni facilmente correlabili con il pubblico, Èdoin non riesce a innescare un vero e proprio legame con il pubblico, affidandosi a degli interpreti che purtroppo non sono supportati da una sceneggiatura all’altezza dei sentimenti e delle forti emozioni che si vorrebbero scomodare.

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Malala: trailer italiano del film di Davis Guggenheim

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Malala è un ritratto intimo e personale del Premio Nobel per la Pace Malala Yousafzai, divenuta un obiettivo dei Talebani e rimasta gravemente ferita da una raffica di proiettili durante un ritorno a casa sul bus scolastico, nella valle dello Swat in Pakistan. Allora quindicenne (ha compiuto 18 anni lo scorso luglio) era stata presa di mira, insieme a suo padre, per la sua battaglia a favore dell’istruzione femminile, e l’attentato di cui rimase vittima ha suscitato l’indignazione e le proteste di sostenitori da tutto il mondo. Miracolosamente sopravvissuta, ora conduce una campagna globale per il diritto all’istruzione delle bambine e dei bambini nel mondo, come co-fondatrice del Fondo Malala.

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Il film sarà al cinema dal 5 novembre, distribuito da 20th Century Fox Italia.

Festa di Roma 2015: The Confession of Thomas Quick recensione

Quando si pensa alla possibile manipolazione di ogni informazione, in genere, si fa riferimento alla rete, alle immagini digitali. Ma già il fotografo Hippolyte Bayard, nel 1840, aveva dimostrato che era possibile falsificare una fotografia, facendo in modo che mostrasse qualcosa che non era la realtà, con il celebre scatto dell’autoritratto del morto annegato, in cui si ritraeva in posa da defunto. Ma questo vale anche per le informazioni di altro tipo, come quelle relative a confessioni di crimini terribili, a deposizioni, a perizie psichiatriche.

The Confession of Thomas Quick è un caso lampante di questo tipo di manovrabilità. Il documentario, realizzato dal britannico Brian Hill, racconta la vicenda giudiziaria e umana di Sture Ragnar Bergwall, un uomo che ha passato 23 anni della sua vita in un manicomio criminale, a causa di gravi disturbi della personalità e dove ha confessato di aver rapito, ucciso e stuprato otto ragazzini.

Dopo una gogna mediatica, molteplici condanne e una fama assolutamente non meritata, Bergwall ha smesso di foraggiare con le sue storie i suoi psichiatri, mandando in crisi il metodo della clinica di Saeter, che credevano che se si portavano alla luce traumi subiti durante l’infanzia dal criminali, questi avrebbero smesso di compiere atti violenti.

Per anni, Bergwall si è addossato omicidi e nefandezze che non erano sue, inventando anche di sana pianta un trauma infantile, macabro e violento, che avrebbe innescato in lui l’esigenza di compiere questi atti. Questa situazione l’ha posto in uno status di superstar all’interno della clinica, dove gli venivano fornite tutte le droghe di cui aveva bisogno.

Nel momento in cui nella clinica arriva un nuovo medico che impone a Thomas/Sture di disintossicarsi, questo smette di fornire dettagli e di confessare omicidi. La stampa e altri medici e psichiatri cominciano a interessarsi a questo caso e alla misteriosa interruzione delle confessioni. Misteri e stranezze che hanno permesso alle persone giuste di porsi le giuste domande, in modo tale che alla verità è stato concesso di venire alla luce.

La vicenda, completamente assurda per molti versi, conferma la monipolabilità dell’informazione, del dato, di ogni aspetto della vita umana che, per essere presentato, necessita di un veicolo, anch’esso umano, e inevitabilmente orientato da una volontà.

The Vampire Diaries 7×05: foto promozionali di “Live Through This”

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Il network americano della THe CW ha diffuso le foto promozionali di The Vampire Diaries 7×05, il quinto episodio che si intitolerà “live Through This” e che andrà in onda questa settimana.

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Arrow 4×03: Producer’s Preview dall’episodio “Restoration”

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Il network americano della The CW ha diffuso la producer’s preview di Arrow 4×03, l’attesissimo terzo episodio che si intitolerà “Restoration”:

The Flash 2×03: clip dall’episodio “Family of Rogues”

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Il network americano della The CW ha diffuso una nuova clip diThe Flash 2×03, il terzo episodio che si intitolerà “Family of Rogues” :

https://youtu.be/M9DGM1POZVs

The Flash 2 è la seconda stagione della serie The Flash spin-off di Arrow, sviluppata dai creatori di quest’ultima Greg Berlanti, Marc Guggenheim e Andrew Kreisberg. Basata sul personaggio di Flash, supereroe protagonista di una serie di fumetti pubblicata da DC Comics, si svolge nello stesso universo della serie madre e verrà trasmessa dal 7 ottobre 2014 sul canale The CW.

Amy Adams su Batman v Superman: “È stato difficile ma divertente”

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A cinque mesi dall’uscita del nuovo lavoro della Warner Bros. Batman v Superman: Dawn of Justiceuna delle sue star, Amy Adams, ha detto a Stephen Galloway del The Hollywood Reporter che sta aspettando di vedere il film, nel quale torna a fare la parte di Lois Lane esattamente come in Man of Steel.

“Non ho ancora visto il film completo, conosco quello che tutti hanno visto” ha detto il 14 ottobre. “È stato un lavoro duro, lo è sempre con i progetti con molti effetti visivi. Abbiamo lavorato per sei mesi, è davvero tanto tempo, ma ci siamo divertiti moltissimo.” “Non posso dire molto, ma la mia scena preferita del film è in un momento in cui entro in scena mentre Superman e Batman sono già lì, ma non posso rivelare altro. È stato divertente, tutto qui, abbiamo lavorato insieme per settimane, senza sosta, è bello vedere un progetto simile prendere forma. Quando faremo la promozione del film potremo certamente rivelare molte più cose. In ogni caso i momenti più divertenti riguardano il costume di Batman e argomenti simili.”

Once Upon a Time 5×05: foto dall’episodio “Dreamcatcher”

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Il network americano della ABC ha diffuso le foto promozionali di Once Upon a Time 5×05, il quinto atteso episodio che si intitolerà “Dreamcatcher”:

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In Once Upon a Time 5×02 nel tentativo di proteggere Emma, Regina si ritrova in una situazione che mette a dura prova il suo allineamento buono, mentre Re Arthur e la Regina Guinevere organizzano un ballo per accogliere gli eroi a Camelot, ma quando la situazione diventa pericolosa, David e Robin entreranno in azione; infine, aStorybrooke, mentre Hook cerca di riportare alla ragione Emma, gli eroi scoprono che qualcosa li ha seguiti da Camelot.

Una mamma per amica, ufficiale: nuova stagione su Netflix!

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Arriva oggi a sorpresa l’annuncio che molti fan desideravano leggere, ovvero Una mamma per amica, la serie cult di Amy Palladino ritorno in un nuovo ciclo inedito grazie a Netflix. A rivelare la notizia è stato il noto sito TvLine che aggiunge che la stagione sarà composta da quattro mini film da 90 minuti che saranno scritti da Amy Sherman-Palladino e produttore esecutivo Daniel Palladino.

UNA MAMMA PER AMICA: I LUOGHI CHE HANNO ISPIRATO STAR HOLLOW

Dunque rivedremo sullo schermo Lorelai, Rory, Emily e company.

Via TVLine

American Horror Story 5×03: Naomi Campbell nelle foto promozionali di “Mommy”

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Il network della FX ha diffuso le foto promozionali di American Horror Story 5×03, il terzo episodio che si intitolerà “Mommy”:

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American Horror Story Hotel partirà a ottobre 2015.

american horror story hotelAmerican Horror Story è una serie televisiva statunitense di genere horror trasmessa dal 5 ottobre 2011 sulla rete via cavo FX.

Richiamando caratteristiche delle serie antologiche, la fiction venne concepita in modo che ogni stagione avesse trama, ambientazione e personaggi diversi. Al suo debutto, la serie raccolse un’accoglienza mediamente positiva dalla critica e un ottimo riscontro di pubblico; la première risultò la più vista di sempre sulla rete FX.

In Italia il primo episodio è stato distribuito dal 31 ottobre 2011 sul sito internet di Fox, canale televisivo della piattaforma pay satellitare Sky, che trasmette la serie dall’8 novembre 2011. La prima stagione in chiaro viene trasmessa dal 3 febbraio 2013 su Deejay Tv.

The X-Files 10×01: foto promozionali “My Struggle”

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Il network americano FOX ha diffuso le foto promozionali di The X-Files 10×01, il primo episodio dell’atteso ritorno che si intitolerà “My Struggle”:

THE X-FILES 10: ROBBIE AMELL E LAUREN AMBROSE NEL CAST

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THE X-FILES 10: NUOVO PROMO UFFICIALE “I WANT TO BELIEVE”

THE X-FILES 10: KUMAIL NANJIANI SARÀ UNA GUEST STAR

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X-Files-1X-Files è una serie televisiva statunitense ideata da Chris Carter e prodotta dalla FOX a partire dal 1993. Ha avuto un enorme impatto grazie ai vari temi trattati come il paranormale, le teorie del complotto, mutazioni genetiche, UFO ed alieni.

Ciascun episodio, pur essendo narrativamente auto conclusivo (salvo alcune eccezioni di storie sviluppate in due o anche tre episodi), talvolta tratta temi ricorrenti. Argomenti quali il governo ombra, l’interferenza aliena (in particolare il rapimento alieno) e l’imminente primo contatto alieno, vengono sviluppati in vari episodi di ogni stagione del telefilm. Tali sviluppi narrativi sono comunemente noti come la mitologia di X-Files.

Vincitrice del Golden Globe per la miglior serie drammatica nel 1995, nel 1997 e nel 1998, tra la prima e la seconda stagione ha avuto un aumento dell’audience del 42% diventando lo spettacolo televisivo più seguito negli Stati Uniti. Ha al suo attivo ben 9 stagioni terminate con gli ultimi due episodi dove vengono risolti in parte gli interrogativi sulla mitologia di X-Files lasciati in sospeso nelle stagioni precedenti. Nel 2002, la rivista americana TV Guide la ha inserita al trentasettesimo posto nella classifica de I migliori 50 spettacoli televisivi di tutti i tempi.

Sean Penn e la figlia Dylan immortalati insieme per promuovere Condemned

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Dylan Penn, figlia del regista e attore Sean Penn e dell’attrice Robin Wright, ha debuttato sul grande schermo con Condemned, film che ha avuto una premiere allo Screamfest lo scorso 18 ottobre. Il padre Sean non sta facendo mancare il suo supporto alla figlia, per la quale ha presenziato più di un evento a Hollywood con il fine principale di promuovere il film, che sarà in Digital HD e nei cinema americani dal 13 novembre prossimo.

The Walk: recensione del film di Robert Zemeckis

La mattina del 6 agosto del 1974 i newyorkesi si sono svegliati con il naso all’insù, guardando in quello spazio, di circa 42 metri, che separava la vetta della Torre Sud dalla Torre Nord. Quella mattina, a New York, il funambolo Philippe Petit camminava su un cavo sospeso a 415 metri d’altezza, conquistando le Torri Gemelle ed entrando nella storia. Quest’impresa, già protagonista di un magnifico documentario del 2008, Man on Wire, diretto da James Marsh e premiato con l’Oscar, diventa il soggetto di The Walk, nuovo film di Robert Zemeckis con protagonista Joseph Gordon-Levitt.

In The Walk Philip è un ambizioso funambolo, un ottimista inguaribile che sogna in grande. Quando, su un giornale, legge che a New York si stanno erigendo due imponenti torri, decide quello che sarà il suo scopo principale, mettere un cavo tra le due strutture e attraversarlo. Comincia così un’avventura incredibile, un’appassionante vicenda che all’epoca fece grande scalpore e che ancora oggi desta incredulità ed emozione.

The Walk

Robert Zemeckis fa immediatamente sua la vicenda, condendo il racconto di suspence, adrenalina, grande senso del cinema e dell’avventura. Forse proprio per questo la prima parte del film, più esplorativa e di preparazione, risulta stagnante, mentre nella seconda parte, quando Philippe e i suoi complici sono all’opera, è ricca, magica, emozionante. Utilizzando l’espediente dell’auto-racconto, Zemeckis mette al sicuro lo spettatore che non conosce la vicenda storica. Petit riesce nella sua impresa o comunque sopravvive a essa, e viene inquadrato sulla fiaccola della Statua della Libertà per raccontarcelo, ricostruendo con noi la vicenda. L’intensa interpretazione di Gordon-Levitt, che raramente sbaglia un colpo, ci mette di fronte alla forza d’animo, alla vitalità, alla voglia di affrontare l’ignoto ma soprattutto all’incredibile inclinazione artistica di un’anima pura e selvaggia, spesso intrattabile, ma comunque riconoscente e positiva.

the walk filmConsiderando la delicatezza della location, il film poteva essere comunque emotivamente sconcertante per coloro che hanno vissuto in prima persona la tragedia dell’11 settembre. In fondo, tutto il film ruota intorno a questi colossi dell’architettura che non ci sono più, e che hanno profondamente ferito una nazione, e non solo quelli che hanno perso qualcuno nella tragedia. Zemeckis riesce a tenere presente il fatto in una potentissima e sintetica immagine conclusiva, senza però affogare nella retorica. La protagonista vera del film è la gloriosa impresa di Philippe, e così anche la tragedia che sarebbe avvenuta da lì a qualche decennio passa in secondo piano.

Festa di Roma 2015: Wes Anderson e Donna Tartt incontrano il pubblico dell’Auditorium

Alla decima edizione della Festa del Cinema di Roma arriva una strana coppia: il regista Wes Anderson e la scrittrice Premio Pulitzer per Il Cardellino, nel 2014, Donna Tartt.

Ma l’accoppiata non è l’unica cosa atipica di questo incontro. Ai due viene infatti chiesto di parlare del cinema italiano attraverso 4 pellicole scelte dalla scrittrice. Le clip si aprono con Medea (1970) di Pier Paolo Pasolini, un film – dice la scrittrice – con un ritmo lento, discontinuo, non molto accessibile a chi non abbia familiarità col teso. Eppure Pasolini ci permette di coglierne l’essenza, la brutalità e la violenza di quel mondo. Nessun’altra opera del XX secolo è riuscita così bene in questa. Amo il suo ritmo ipnotico e ritualistico.

La seconda clip è tratta da La Notte (1961) di Michelangelo Antonioni, una scena che, per una curiosa coincidenza è stata scelta ieri da Paolo Sorrentino (qui la storia). Del film di Antonioni, Donna Tartt dice di aver apprezzato il modo magistrale di raccontare la solitudine. È pieno di scene meravigliose e conturbante. La notte è una presenza spaventosa ed è incredibile la scena in cui Mastroianni e Jeanne Moreau escono finalmente alla luce. Fuori è giorno, ma loro non riescono a togliersi di dosso la notte, sembrano un quadro di Piero della Francesca.

Wes Anderson ricorda che il primo film di Antonioni che ha visto è stato L’Avventura, che l’ha subito colpito, ancor più di Fellini, per lo stile così personale dell’autore, di rottura rispetto a ciò che c’era stato nel cinema italiano prima di lui.

Il terzo frammento è tratto da La signora di tutti (1934) di Max Ophuls, un film tutto italiano, eccezion fatta per il regista. La Tartt parla della struttura narrativa di quest’opera, radicale per il cinema di allora e cita Kubrick, che di Ophuls diceva che riusciva ad attraversare i muri con la macchina da presa. Parla poi anche del contenuto della pellicola, sempre attuale: una donna ha tentato di uccidersi, ma a nessuno importa, purché lo spettacolo vada avanti. La quarta e ultima scena scelta dalla Tartt è tratta da La Grande Bellezza (2013) di Paolo Sorrentino.

Wes Anderson e Donna Tartt 2Un film che trascina, conquista, con personaggi profondi è complicati, momenti divertenti e di spiritualità. E alla domanda di Antonio Monda, che gli fa presente della divisione di critica che ha accolto il film di Sorrentino in Italia, avanza l’ipotesi che la differenza culturale nell’approccio cinematografico tra gli americani e gli italiani sta nel fatto che i primi sono cresciuti con Hollywood, dove lo spettacolo puro va bene e un film non deve necessariamente avere un contenuto politico per essere goduto.
Anche Wes Anderson concorda con il fatto che il film di Sorrentino sia un capolavoro, lo considera strettamente legato a La Dolce Vita ed è particolarmente impressionato dall’espressività del volto si Toni Servillo.

Martin Scorsese ha fatto il suo nome, Wes Anderson, designandolo come suo erede. Come si sente a riguardo?

WA: Credo che l’abbia detto molti anni fa, non so se lo pensa ancora oggi. E poi lo ha fatto nel contesto di un’intervista in cui era obbligato a fare un nome, non è che se ne sia uscito così spontaneamente. Ma naturalmente ne sono onorato e mi sono sentito ispirato da lui: Scorsese è uno dei motivi per cui faccio questo lavoro.

Ha mai pensato di girare un horror o un film di Natale?

In effetti sì, anche perché se fai una canzone o un film di Natale potresti avere molto successo, poiché verrebbe riproposto di anno in anno. Tuttavia credo di non esserci mai riuscito perché mi vedrei costretto a rispettare delle regole, che è una sfida interessante, ma per me dura: è raro che io sappia se quello che sto per mettere in scena sia buffo o triste.

Infine, Wes Anderson sceglie per il pubblico della festa il suo film italiano preferito. Si tratta de L’oro di Napoli (1954) di Vittorio De Sica.

Dice di aver scoperto il film due anni prima e che, da quel momento, ne ha parlato con chiunque gli capitasse a tiro. Uno dei motivi per cui l’ha colpito così tanto è la sua attrazione verso la struttura di film a episodi sconnessi tra di loro, come fossero una sorta di raccolta di racconti. Si sofferma poi sulla figura di Totò, che definisce il Buster Keaton italiano.

12 film gotici da vedere prima di Crimson Peak di Guillermo Del Toro

Il romanzo gotico nasce ufficialmente nella metà del 1700, ma Guillermo Del Toro (Il Labirinto del Fauno, Hellboy, Pacific Rim) ha re-immaginato il genere con una sensibilità contemporanea in Crimson Peak, in uscita nelle sale italiane il 22 ottobre. Il film possiede tutti i caratteri canonici di una novella gotica e ovviamente non è il primo prodotto a esplorare sfumature simili.

Prima di lui ricordiamo Intervista con il Vampiro, Shining, Dark Shadows, oppure Penny Dreadful e Hellsing in televisione, Castelvania, Bloodborne nel mondo del gaming. Nel mondo della musica bisogna citare invece i Black Sabbath, Alice Cooper e i The Cure. Come prepararsi dunque alla visione? Eccovi dodici film gotici da vedere prima di Crimson Peak.

Che fine ha fatto Baby Jane?

Che fine ha fatto Baby Jane? (What Ever Happened to Baby Jane?) è un thriller psicologico del 1962 diretto da Robert Aldrich e basato sul romanzo What Ever Happened to Baby Jane? di Henry Farrell (1960). Accolto con successo sia dalla critica che al botteghino, è stato presentato in concorso al Festival di Cannes 1963 ricevendo ben 5 candidature al Premio Oscar e vincendo il premio miglior costume nella categoria “bianco e nero”.

Nel 2001 il film è inserito al 63º posto della lista AFI’s 100 Years… 100 Thrills istituita dall’American Film Institute. Nel 2003 il personaggio di “Baby Jane Hudson” diventa il 44º miglior cattivo della lista AFI’s 100 Years… 100 Heroes and Villains, sempre istituita dall’American Film Institute.

Dark Shadows

Dark Shadows è un film del 2012 diretto da Tim Burton e con protagonisti Johnny Depp, Eva Green, Michelle Pfeiffer, Jonny Lee Miller ed Helena Bonham Carter. La sceneggiatura del film, scritta da Seth Grahame-Smith, si basa sull’omonima soap opera degli anni sessanta creata da Dan Curtis.

Dracula cerca sangue di vergine… e morì di sete!!!

Dracula cerca sangue di vergine… e morì di sete!!! (Blood for Dracula) è un film del 1974, diretto da Paul Morrissey con la collaborazione di Antonio Margheriti.

Si tratta del secondo film girato da Morrissey in Italia, dopo Il mostro è in tavola… barone Frankenstein (1973). Le due opere vennero ideate da Andy Warhol, intenzionato a realizzare un horror erotico in 3-D. Il produttore italiano Carlo Ponti, interessato a finanziare il progetto, si offrì di produrne due da girare in Italia. Solo il primo dei due film venne però realizzato in 3-D.

Dracula di Bram Stoker

Dracula di Bram Stoker (Bram Stoker’s Dracula) è un film del 1992 prodotto,co-scritto e diretto da Francis Ford Coppola, tratto dal romanzo Dracula (1897) dello scrittore irlandese Bram Stoker.

Frankenstein

Frankenstein è un film dell’orrore fantascientifico del 1931 diretto da James Whale.

Di genere orrore il film è tratto dall’omonimo romanzo di Mary Shelley e dal suo adattamento teatrale del 1927 Frankenstein: an Adventure in the Macabre di Peggy Webling. Fu prodotto dagli Universal Studios.

Appartenente alla corrente espressionista, è una delle opere più importanti del genere orrore. Pur ispirandosi all’opera di Shelley, in realtà riprende principalmente l’adattamento teatrale del 1823 Presumption; or, the Fate of Frankenstein di Richard Brinsley Peake. Alcuni punti del romanzo sono modificati, come l’ambientazione storica e alcune caratteristiche del mostro, e viene ampliata la storia per sottolinearne i contenuti scientifici e sociali.

Fu un grande successo, il film col maggiore incasso nell’anno 1931, inaugurando una mitologia e uno stile che influenzarono tutte le successive pellicole dell’orrore (ad esempio gli stereotipi dello scienziato pazzo e del suo assistente gobbo nacquero proprio da questa pellicola ) e rimane tuttora il più noto fra quelli ispirati dal romanzo. Da questa versione cinematografica l’immagine della creatura entrò nell’immaginario collettivo e tutte le versioni successive del mostro si rifecero a questa.

I delitti della luna piena

I delitti della luna piena (Romasanta) è un film del 2004 diretto da Paco Plaza.

Film prodotto da Brian Yuzna e distribuito dalla Dnc Entertainment. Nelle sale cinematografiche italiane è stato distribuito dal 26 novembre 2004.

Il film è ispirato ad un venditore ambulante, Manuel Blanco Romasanta, realmente esistito della fine del 1800, che confessò di aver ucciso tredici persone e di aver ricavato dal loro grasso del sapone.

Il Corvo

Il corvo – The Crow (The Crow) è un film del 1994 diretto da Alex Proyas. Il film è basato sul fumetto di James O’Barr Il corvo, e racconta la storia di Eric Draven, un musicista rock che viene resuscitato per vendicare la propria morte e lo stupro e l’omicidio della sua fidanzata.

L’attore protagonista Brandon Lee rimase ferito accidentalmente sul set durante le riprese da un colpo di pistola e successivamente morì in ospedale durante l’intervento chirurgico. A soli otto giorni dalla fine della produzione, le scene incomplete che dovevano essere interpretate da lui vennero gestite riscrivendo la sceneggiatura e grazie a una controfigura ed effetti digitali. Il film è dedicato a Lee e alla sua fidanzata, Eliza.

Il corvo – The Crow fu distribuito negli Stati Uniti dalla Miramax il 13 maggio 1994 e, nonostante i numerosi contrattempi produttivi dovuti alla morte di Lee, fu ben accolto dalla critica per l’unicità di stile visivo, premessa e profondità emotiva e per il suo omaggio all’attore defunto. Il film debuttò al vertice del botteghino e divenne un film di culto, dando origine a un franchise che include tre sequel e una serie televisiva.

Il pozzo e il pendolo

Il pozzo e il pendolo (The Pit and the Pendulum) è un film del 1961 diretto da Roger Corman. Il soggetto, anche se si discosta notevolmente dal racconto originale, si ispira al racconto omonimo di Poe.

Intervista col Vampiro

Intervista col vampiro (Interview with the Vampire: The Vampire Chronicles) è un film del 1994 diretto da Neil Jordan, tratto dall’omonimo romanzo di Anne Rice. Vede come attori protagonisti Tom Cruise, Brad Pitt, Antonio Banderas, Christian Slater e una giovane Kirsten Dunst.

La maschera del demonio

La maschera del demonio è un film horror del 1960 diretto da Mario Bava, che con questa pellicola esordì alla regia.

Nel 1989 il figlio del regista, Lamberto, girò un remake del film dal titolo omonimo.

Nel 2016 è presente nella sezione After Hours del 34° Torino Film Festival in una versione restaurata dalla Cineteca Nazionale.

Nosferatu il vampiro

Nosferatu il vampiro (Nosferatu, eine Symphonie des Grauens) è un film muto diretto da Friedrich Wilhelm Murnau e proiettato per la prima volta il 4 marzo 1922 a Berlino.

Considerato il capolavoro del regista tedesco e uno dei capisaldi del cinema horror ed espressionista, Nosferatu il vampiro è ispirato liberamente al romanzo Dracula (1897) dello scrittore irlandese Bram Stoker. Murnau dovette modificare il titolo, i nomi dei personaggi (il Conte Dracula diventa il Conte Orlok, interpretato da Max Schreck) e i luoghi (da Londra a Wisborg) per problemi legati ai diritti legali dell’opera. Il regista fu comunque denunciato dagli eredi di Stoker; perse la causa per violazione del diritto d’autore e venne condannato a distruggere tutte le copie della pellicola, tuttavia una copia “clandestina” fu salvata dallo stesso Murnau, e il film è potuto sopravvivere ed arrivare ai giorni nostri. La psicoanalisi si è impadronita dell’opera per una lunga serie di elucubrazioni. La Prana-Film G.m.b.H., casa di produzione del film, fu costretta a dichiarare bancarotta in seguito alla causa con gli eredi di Stoker, in quanto fu obbligata a pagare il contenzioso sui diritti d’autore.

Suspiria

Suspiria è un film del 1977 diretto da Dario Argento, ispirato al romanzo Suspiria De Profundis di Thomas de Quincey, e interpretato da Jessica Harper e Stefania Casini. Il film è il primo capitolo della trilogia delle tre madri ed ha avuto due sequel: Inferno (1980) e La terza madre (2007).

In occasione del 40º anniversario, il film è stato restaurato in 4K ed è tornato al cinema il 30, 31 gennaio e 1º febbraio 2017, distribuito da QMI/Stardust e Videa.

Nel 2018 è uscito il remake del film, diretto dal regista italiano Luca Guadagnino.

Festa del cinema di Roma 2015 conferenza stampa del film Les Rois du monde

Il regista Laurent Laffargue e gli attori protagonisti Sergi Lòpez ed Eric Cantona hanno presentato oggi il film Les Rois du monde in occasione della quarta giornata della Festa del Cinema di Roma 2015. La prima domanda, rivolta a Laffargue, lo induce ad una riflessione sulla sua carriera, sospesa tra teatro e cinema: l’idea stessa per il film nasce da una pièce teatrale in partenza, dove il regista stesso avrebbe interpretato tutti gli altri personaggi. Successivamente passò ad un’altra idea, ampliando il cast a dieci personaggi, infine ha avuto la possibilità di trasporre questa storia per il grande schermo, firmando così la sua prima regia: la pellicola ha dei riferimenti autobiografici forti, ad esempio la scelta di girare nello stesso paese dove è nato e cresciuto, rielaborando personaggi frutto dei suoi incontri; costoro gli hanno fornito l’ispirazione primaria per poi romanzarli e creare quelli che hanno preso vita sul grande schermo. Laffargue parla piuttosto di “auto-fiction”, ovvero: partire dalla realtà, per poi deformarla e metterla al servizio dell’esigenza narrativa.

Qualcuno ha chiesto agli attori se avevano precedentemente lavorato sulla competizione, enfatizzando la rivalità che lega Chichinet e Jeannot, ma Cantona replica che non hanno mai assolutamente pensato a questo aspetto, anzi, che hanno sempre cercato di pensare- e pensarsi- come personaggi coinvolti in una storia, facendo solo in un secondo momento emergere le emozioni che provavano e che venivano suggerite loro dalle singole scene. Anche secondo il regista l’aspetto della competizione e della rivalità sono trascurabili: il film nasce come una tragedia nella sua mente, solo dopo una fase di riscrittura “prolungata” che si è protratta nel tempo è arrivato a realizzare un’opera frammentata che passa “di genere in genere”, dalla commedia grottesca dell’inizio fino al dramma passionale. Per questo le due figure maschili, così simili e complementari, opposte ma complementari (a partire dall’aspetto fisico) possono essere lette come due fratelli, due uomini legati da una fraterna “rivalità” maschile direttamente legata alla figura della donna amata, Chantal, una donna dal carattere forte ma allo stesso tempo fragile, in grado però di reggere allo stress e al peso della situazione; una donna che perde un amore per guadagnarne uno simile ma molto più solido e protettivo. La loro sofferenza, i loro dolori, nascono solo da loro stessi e dall’amore “malato” che entrambi provano per questa donna, un sentimento che li spinge inesorabilmente verso il tragico finale, bilanciato però dall’altro che vediamo, quello che vede protagonisti Romain e Pascaline, e che apre invece una spiraglio di luce alla speranza. In fondo, come conferma Laffargue stesso, il film è una storia di ritorni e partenze, il titolo è quasi casuale, non indica la vera essenza dei tratti percorsi narrativi avviati nel film.

Les Rois du monde 2Riguardo invece al suo lavoro sui generi, Laffargue ha riconfermato le affinità con la commedia barocca, la tragedia, il melodramma e con il western, anche se quest’ultimo non era proprio voluto: deriva piuttosto dal contesto in cui è stato girato il film, dai paesaggi scelti, non tanto dai temi trattati o dallo stile visivo. Volutamente ha scelto di non definire l’epoca in cui è ambientata la pellicola, contravvenendo ad una “regola d’oro” del cinema francese e avvicinandosi, piuttosto, ai prodotti indipendenti americano- e, a tal proposito, cita il cult Mud.

Una domanda solleva invece delle polemiche, ed è quella che accusa la pellicola di mostrare una forma di maschilismo: secondo il regista e i due interpreti maschili, Les Rois du monde non è in nessun modo un film maschilista; piuttosto, è una storia d’amore. Un amore particolare, eccessivo, che in un caso trascende nella psicosi, ma Laffargue quasi augura ad ogni donna di vivere una storia d’amore come quella che vede protagonista Chantal: contesa tra due uomini che la venerano, che l’hanno magnificata a tal punto da desiderarla entrambi, fino a spingersi oltre ogni limite per averla, “possederla”, come viene ribadito più volte nel corso del film. La loro violenza cieca passa dall’uno all’altro, esclude la donna che non è mai al centro degli atti peggiori, ne è quasi il “motore propulsivo” che li genera, ma mai l’obbiettivo o il soggetto.

L’ultima parte della conferenza verte sul passaggio, compiuto da Laffargue, dal teatro al cinema, e dalle eventuali differenze che ha incontrato: ammette di non aver avvertito un brusco stacco nel passare dall’uno all’altro, anzi, ha semplicemente ri-confermato la laboriosità del teatro e dei suoi tempi molto più lunghi rispetto al cinema- più immediato e frenetico- e la sua naturale predisposizione a dare indicazioni agli altri, a spiegare che tipo di lavoro seguire, mettendo letteralmente in scena in personaggi, facendoli vivere come accade su di un palco teatrale. Una differenza più marcata l’ha avvertita dal punto di vista della scrittura: quella cinematografica è stata definita più “tecnica” e meno “lirica”, meno incline a quei picchi di poesia lirici che spesso accompagnano i dialoghi teatrali, in grado di evocare mondi e dimensioni semplicemente attraverso la forza evocativa delle parole. Al contrario, al cinema l’importante è l’immagine e la forza evocativa di quest’ultime: per questo motivo bisogna immaginare i dialoghi, le situazioni e come adattarli per la trasposizione sullo schermo, anche grazie all’uso del montaggio che rappresenta un’ulteriore fase di scrittura.

The X-Files: nuovo promo “Danger”

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Guarda il nuovo promo inedito di The X-Files, l’atteso ritorno dello show televisiva di successo targato FOX. Il nuovo contributo video si intitola “Danger”:

Grey’s Anatomy 12: Sara Ramirez commenta gli ultimi sviluppi

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Nell’ultimo episodio andato in onda di Grey’s Anatomy 12, la protagonista Meredith ha rivisto qualcuno con cui ha un difficile rapporto dopo i tragici eventi del finale di stagione. Ebbene oggi l’attrice Sara Ramirez ha così commentato come entrerà nella serie TV la sua fidanzata di Callie si inserirà in questa stagione:

Per Meredith è una scoperta difficile, avrà bisogno di molto supporto. E reagirà, questo creerà molti conflitti fra i dottori inclusa Meredith.

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