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Fukushima: la storia vera dietro al film

Fukushima: la storia vera dietro al film

Fukushima, il cui titolo originale è Fukushima 50, è un dramma storico del 2020 nel quale si ripercorrono i momenti successivi alla terribile tragedia di Fukoshima del 2011, quando la centrale nucleare fu colpita e inondata da uno tsunami, subendo danni gravissimi e potenzialmente letali per migliaia di persone. A dirigere la pellicola è Setsurō Wakamatsu, regista conosciuto soprattutto in patria, che realizza con questo film non solo una resoconto di quanto avvenuto, ma anche un elogio degli eroi che salvarano quella rischiosissima situazione anche sacrificando la propria vita.

Il film è basato sul saggio di Ryusho Kadota, On the Brink: The Inside Story of Fukushima Daiichi, ed è il primo film giapponese a rappresentare il disastro nel dettaglio, concentrando la narrazione sul gruppo di operai che riuscì a far fronte ad un incidente di dimensioni epocali. A cavallo fra disaster movie e dramma storico, il film ripercorre dunque la storia di quella tragedia, richiamando alla mente un titolo simile realizzato negli ultimi anni, ovvero Chernobyl, la miniserie di HBO andata in onda nel 2019.

Come in quel caso, anche qui si offre una riflessione sui pericoli di tali impianti, ma ancor di più sui pericoli delle menzogne. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Fukushima. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla storia vera dietro il film. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Fukushima cast

La trama e il cast di Fukushima

Quando un terremoto di magnitudo 9.0 colpisce l’Oceano Pacifico vicino al Giappone, si genere un enorme tsunami che va a colpire la centrale nucleare di Fukushima Dai-ichi. Un responsabile dell’impianto si trova allora a dover rischiare tutto e rimanere sul luogo per gestire il disastro causato dalla perdita del reattore, ormai compromesso. Mentre l’esercito giapponese entra in azione e anche gli americani si presentano per gestire la situazione, i dipendenti dell’impianto continuano a lottare nella speranza di uscire vivi da quella situazione e scongiurare un disastro di enormi proporzioni.

A recitare nel film si ritrova Ken Watanabe nel ruolo di Masao Yoshida, il sovrintendente della centrale nucleare di Fukushima Daiichi durante il disastro. Watanabe è un attore molto conosciuto anche a Hollywood, avendo partecipato a blockbuster come L’ultimo samurai, Batman Begins e Godzilla. Al momento del terremoto del 2011, l’attore si prodigò per raccogliere fondi per le vittime della zona Tohoku e della centrale nucleare di Fukushima, esibendosi e facendo apparizioni pubbliche insieme ad altri suoi colleghi.

Recitano poi nel film Koichi Sato nel ruolo di Toshio Izaki, il supervisore del turno della centrale, Riho Yoshioka nel ruolo di Haruka Izaki, Hidetaka Yoshioka (Godzilla Minus One) nel ruolo di Takumi Maeda, Narumi Yasuda (Under the Open Sky) in quello di Mari Asano e Shirō Sano nel ruolo del Primo Ministro del Giappone. Completano il cast Mitsuru Hirata nel ruolo di Shigeru Hirayama, Yuri Nakamura in quello di Kana Maeda, Masane Tsukayama in quello di Keizo Izaki e Yasuyuki Maekawa in quello di Hideo Henmi.

Fukushima storia vera

La storia vera dietro il film Fukushima

Il film ripercorre gli eventi avvenuti in Giappone a partire dalle 14:46 dell’11 marzo 2011, quando si è verificato il più grande terremoto della storia del Giappone, con una magnitudo di 9,1 e un’intensità sismica massima di 7. Un enorme tsunami ha poi colpito la centrale nucleare di Fukushima Daiichi e un reattore nucleare ha perso tutta l’energia a causa dell’inondazione provocata dallo tsunami. Un blackout della stazione (SBO) ha infine fatto sì che il reattore cadesse in una situazione non raffreddabile e subisse danni inimmaginabili a causa della fusione nucleare.

I lavoratori in loco, tra cui Izaki Haruka, in servizio presso le Unità 1 e 2, rimasero nella centrale nucleare e lavorarono duramente per controllare il reattore. Il direttore Masao Yoshida, che supervisiona il comando generale, ha sostenuto i suoi subordinati in tali operazioni, ma ha espresso anche rabbia nei confronti della sede centrale e del Kantei (Ufficio del Primo Ministro), che non sono pienamente consapevoli della situazione. Tuttavia, gli sforzi sul posto sono stati vani e la situazione ha continuato a peggiorare, costringendo la popolazione circostante ad evacuare.

Nello scenario peggiore di questo incidente, stimato dal Kantei, il raggio dei danni sarebbe stato di 250 km, con una popolazione di circa 50 milioni di persone da evacuare, il che significava la distruzione della parte orientale di Honshu (l’isola principale più grande). L’unica opzione rimasta sulla scena è lo “sfogo”, che non è mai stato fatto prima nel mondo e richiede il lavoro manuale di un operaio che si precipita nel reattore con il proprio corpo. L’operazione porta poi ad un progressivo miglioramento della situazione e scongiura la temuta esplosione dei reattori, anche se il danno ambientale è ormai irreparabile.

Il trailer di Fukushima e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Fukushima grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di lunedì 11 marzo alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

Fughe e Approdi di Giovanna Taviani

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Fughe e Approdi di Giovanna Taviani

Fughe e Approdi è l’ultimo film-documentario di Giovanna Taviani, figlia di Vittorio Taviani che con il fratello Paolo ha firmato lavori come Kaos e Allosanfàn . Fughe e Approdi, distribuito da Cinecittà Luce,  uscirà Venerdì 8 Aprile nelle sale. In Colloquio con la madre, un episodio di Kaos ( 1984 ) Figliodoro (  soprannome di un pescatore di Lipari che si chiama Francesco D’Ambra ) metteva in salvo una madre, in fuga con i figli, dalle persecuzioni dei Borboni. Una delle bambine in fuga era proprio Giovanna Taviani.

Fughe e Approdi parte dai ricordi d’infanzia di Giovanna Taviani per raccontare queste Isole e ad accompagnare Giovanna è anche stavolta Figliodoro. Fughe e Approdi  si chiama così perché le rive di queste isole ne sono da sempre la scenario. Giovanna Taviani racconta la fuga dei cavatori di pomice per difendersi dal “mal di pietra”, la silicosi. Le fughe da Stromboli, Salina Panarea, Vulcano in seguito ai grandi disastri naturali come l’eruzione dello Stromboli dell’11 Settembre 1930. Racconta le storie degli abitanti di queste terre che si intrecciano con la grande Storia e con il cinema. le immagini di Rossellini (Stromboli, terra di Dio) , De Seta (Isole di fuoco), Moretti (Caro diario), Antonioni (L’Avventura), Radford (Il Postino) e i volti della Bergman, della Magnani, di Troisi e di Monica Vitti accompagnano la narrazione di queste terre che, anche attraverso il cinema, sono entrate nell’immaginario dell’ Italia e del mondo.

Le vicende di Lussu, Nitti e Rosselli che furono mandati al confino a Lipari, e da lì riuscirono a fuggire con l’aiuto dei paesani o di Edda Ciano, figlia di Mussolini, che sempre a Lipari ebbe una storia d’amore con un comunista dell’isola, vivono attraverso le testimonianze degli abitanti che vengono intervistati da Giovanna Taviani. Le bellissime immagini della natura selvaggia e i bei colori raccolti da Giovanna Taviani si alternano alle scene dei molti film e documentari che hanno avuto le Eolie come protagoniste. Le immagini sgranate in super8 intervengono per raccontare il personale rapporto di Giovanna Taviani con quei luoghi dove lei va in vacanza fin da piccolissima.

Fughe e Approdi di Giovanna Taviani risente della fretta con cui le molte storie sono ripercorse, nel tentativo di offrire un mosaico di tantissime avventure che hanno avuto le Eolie come scenario. E’ un peccato perché le storie raccontate dalla “filgia dei Taviani” in Fughe e Approdi  sono interessanti e affascinanti. Ottima e accattivante la scelta di Giovanna che fa sentire più vivi e concreti i fatti che racconta attraverso l’intreccio tra Cinema, Storia,storie biografiche e dimensione autobiografica.

Fuga per la vittoria: trama, cast e la vera storia dietro il film

Quello del film sportivo è un genere ricco di titoli celebri e particolarmente apprezzati da critica e pubblico. In questi, il più delle volte, si narrano le gesta di atleti o uomini realmente esistiti e degni di essere ricordati con un lungometraggio incentrato esclusivamente su di loro. Due titoli da poter citare sono Invictus – L’invincibile e il recente Chi segna vince. Uno dei più grandi capolavori a riguardo è però Fuga per la vittoria, film del 1981 diretto dal premio Oscar John Huston, considerato uno dei maestri del cinema hollywoodiano degli anni d’oro. Anche in questo caso si racconta di una storia vera, tanto incredibile quanto perfetta per il cinema, dove ha modo di esprimere al meglio tutto il suo valore.

Scritto da Evan Jones, il film è ispirato alla pellicola ungherese del 1962 nota a livello internazionale con il titolo The Last Goal. In entrambe le opere si affronta un preciso evento storico, riguardante una partita di calcio, avvenuto durante la Seconda guerra mondiale, per ribadire l’importanza della libertà e il desiderio di riacquistarla nel momento in cui questa viene meno. Interpretato da un cast composto da attori e calciatori di provenienza internazionale, il film ottenne da subito un grande successo di critica e pubblico, vantando ancora oggi una popolarità invidiabile. Per gli amanti di questo genere, è certamente uno dei titoli più emozionanti in cui ci si può imbattere.

Recentemente è stata annunciata la realizzazione di un remake di Fuga per la vittoria, un’operazione particolarmente complessa che può quantomeno far tornare a parlare con più attenzione del film di Huston, un’opera ancora oggi attuale e da riscoprire più e più volte. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla vera storia dietro il film. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Fuga per la vittoria trama

La trama e il cast di Fuga per la vittoria

La vicenda, ambientata nel 1942, ha per protagonista il calciatore John Colby, il quale è costretto a lasciare la propria attività per unirsi alle truppe inglesi in marcia per la guerra. Ben presto, egli si ritrova recluso in un campo di concentramento, dove viene notato dal maggiore nazista Von Steiner. L’uomo, commosso dalla sorte dello sportivo, gli offre la possibilità di formare una squadra per una partita di calcio contro i soldati tedeschi. L’evento diventa una nuova occasione per dimostrare la superiorità dei nazisti, mentre per Colby e la sua squadra, tra cui spicca il canadese Robert Hatch, comprendono che la loro vittoria può invece rappresentare una segno di speranza contro l’oppressione.

Protagonista del film, nel ruolo di John Colby, è il due volte premio Oscar Michael Caine. L’attore, che all’epoca delle riprese aveva 47 anni, faticò non poco a destreggiarsi nelle scene di calcio. Egli accettò però di partecipare al film unicamente perché ciò gli avrebbe permesso di incontrare il leggendario calciatore Pelè. Nei panni del portiere canadese Robert Hatch, invece, si ritrova Sylvester Stallone. Egli preferì allenarsi da solo per il ruolo, rimpiangendo poi tale scelta. Impreparato agli urti che un portiere riceve, si infortunò alle gambe, ad una spalla, alle costole e si ruppe un dito cercando di parare un tiro eseguito da Pelè.

Nei panni del maggiore Karl Von Steiner, il nazista che offre a Colby di giocare una partita, vi è il celebre attore svedese Max von Sydow, noto per i tanti film da lui girati con Ingmar Bergman. Particolarità del film è quella di avere, accanto ad alcuni celebri attori, diversi noti calciatori di provenienza internazionale. In primis si ritrova Pelè, qui nei panni di Luis Fernandez, seguito da Bobby Moore, capitano della nazionale inglese, che interpreta Terry Brady. L’argentino Osvaldo Ardiles è Carlos Rey, mentre il belga Paul Van Himst è Michel Fileu. L’unico calciatore statunitense, Werner Roth, compare invece nei panni di Baumann, capitano della squadra nazista, scelto in quanto in grado di parlare tedesco.

Fuga per la vittoria cast

 

La vera storia dietro il film

Come anticipato, il film è ispirato ad un episodio realmente avvenuto durante la Seconda guerra mondiale, noto come la partita della morte, un incontro di calcio svoltosi nel 1942 tra ufficiali tedeschi e giocatori ucraini. Nel corso degli anni si è affermata una versione di questo episodio che non corrisponde alla realtà storica. Secondo il mito, lo stadio era pieno di soldati armati e il gioco fu profondamente scorretto e truccato a favore dei soldati tedeschi. La squadra degli ucraini sarebbe inoltre stata minacciata, con la promessa che se non avessero perso le conseguenze sarebbero state terribili.

Tuttavia i giocatori decisero di non arrendersi, arrivando a vincere 5 a 3. Sempre secondo questa versione, a seguito della loro vittoria, gli ucraini furono tutti fucilati nei rispettivi campi di concentramento. La vera storia è però più complessa, nonché (fortunatamente) molto diversa. La squadra di prigionieri ucraini ha infatti giocato non una bensì una serie di partite contro più squadre tedesche, uscendo vittoriosa in ognuna di esse. Lo stadio, il 9 agosto, giorno dell’ultima partita, era pieno di civili, non vi erano soldati armati né nessuno intimò gli ucraini di perdere volontariamente.

Dopo la loro vittoria non vi furono particolari rappresaglie, ma anzi i giocatori di entrambe le squadre fecero una foto insieme. Alcuni dei giocatori che vennero poi effettivamente uccisi, diversi mesi dopo la partita, andarono incontro alla morte per motivi non legati alla loro vittoria. Diversi di loro riuscirono anche a sfuggire ai campi di concentramento, trovando poi salvezza nell’espatrio. L’episodio è dunque passato alla storia come una delle tante dimostrazioni di solidarietà emerse verificatesi durante la guerra, dove popolazioni appartenenti a schieramenti diversi si riconoscevano come simili e non in guerra tra loro.

Il trailer di Fuga per la vittoria e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Fuga per la vittoria è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Apple TV e Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà noleggiare il singolo film, avendo così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 29 marzo alle ore 21:00 sul canale Iris.

Fonte: IMDb, Sportvalues

Fuga per la vittoria: Doug Liman per il remake

Fuga per la vittoria: Doug Liman per il remake

Reduce da recensioni e giudizi entusiasti per il suo recentissimo Edge of tomorrow, Doug Liman non ha alcuna intenzione di prendersi una pausa.

Leggi anche: Edge of tomorrow Senza domani Recensione film

Liman sembra essere in trattative per dirigere il remake di un classico del 1981, Victory, conosciuto da noi italiani come Fuga per la vittoria. Si tratta di un film d’azione ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale, nel quale vengono narrate le imprese di una squadra di calcio composta da membri delle Forze Alleate in prigionia, i quali devono prepararsi per disputare una partita contro la nazionale tedesca, mentre alcuni ufficiali britannici sono a lavoro per organizzare la loro fuga.

L’originale fu diretto da John Huston, interpretato da Sylvester Stallone, Micheal Caine e Pelè. La Warner Bros. ha già avvertito Gavin O’Connor che dovrà occuparsi della sceneggiatura. Qui di seguito vi proponiamo la locandina dell’originale Fuga per la vittoria.

Fuga per la vittoria

Ma prima di cimentarsi su questo remake, Liman dirigerà l’adattamento su grande schermo di Splinter Cell con Tom Hardy , pronto per il 2015


Fonte: Collider.com

Fuga in Tacchi a Spillo: recensione del film con Reese Witherspoon

La veretana regista di commedie Anne Fletcher (27 volte in bianco, Ricatto d’amore) torna al cinema per dirigere il premio Oscar Reese Witherspoon e la bellissima Sofia Vergara in Fuga in Tacchi a Spillo, ennesima incursione nel genere di riferimento non soltanto per la cineasta statunitense, ma anche per la Whiterspoon, che torna al genere che l’ha consacrata al grande pubblico dopo le parentesi drammatiche dell’ultima fase della sua carriera, tra cui Vizio di Forma e Wild.

La storia è quanto di più semplice e lineare una commedia senza alcuna pretesa abbia da offrire al pubblico: nel film la poliziotta Rose Cooper (Whiterspoon), decisamente rigida e attenta alle regole, dovrà proteggere Daniella Riva (Vergara), sexy ed estroversa vedova di un boss della droga, mentre vengono braccate attraverso il Texas da poliziotti corrotti e sanguinari criminali.

L’elemento che più colpisce di Fuga in Tacchi a Spillo è l’evidente e (forse) naturale alchimia generata dai personaggi della Whiterspoon e della Vergara. Le loro opposte fisicità contribuiscono a innescare dei meccanismi narrativi che, seppure prevedibili e per nulla originali, risultano alla fine della fiera anche divertenti: bassa, sempliciotta e buffa la Whiterspoon; giunonica, sensuale, classica “moglie-trofeo” la Vergara. È dunque sulla contrapposizione fisica, ma anche caratteriale, che gioca costantemente la commedia della Fletcher, trascinando le nostre “Thelma & Louise senza arte né parte” in un viaggio on the road carico di imprevisti e colpi di scena che nulla di particolarmente entusiasmante aggiungono ad una storia le cui parole chiave, azione e fisicità, rimbombano ad ogni goffa impugnatura d’arma di Rose o ad ogni sexy escamotage di Daniella per cercare di farla franca.

Fuga in tacchi a spillo trailerSenza andare a scomodare capisaldi della commedia americana a cui il film potrebbe essere erroneamente affiancato, è chiaro che Reese Witherspoon e Sofia Vergara danno il meglio di sé quando recitano insieme, perdendo entrambe di spessore nei rari momenti in cui si trovano da sole. I difetti di regia neanche si contano e la sceneggiatura impone troppo spesso alle due protagoniste di recitare sopra le righe e risultare per questo eccessive (soprattutto la Vergara). Ma a Fuga in Tacchi a Spillo, in uscita nei cinema italiani il 18 giugno, il ritmo non manca di certo.

Confezionando un prodotto a tratti divertente e pieno di entusiamo (almeno negli intenti), Anne Fletcher concilia senza infamia e senza lode quasi 85 minuti di comicità, palesandone anche all’occhio dello spettatore più distratto le numerose imperfezioni e senza rendere mai il suo lavoro un vero prodotto di qualità, lasciando che siano le sue attrici, con il loro feeling e il loro essere così agli antipodi, a reggere il gioco dall’inizio alla fine.

Fuga in tacchi a spillo: nuovo trailer con Reese Witherspoon

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Fuga in tacchi a spillo: nuovo trailer con Reese Witherspoon

La Warner Bros ha diffuso il nuovo trailer ufficiale di Fuga in tacchi a spillo (Hot Pursuit), il nuovo film di Anne Fletcher (Ricatto d’amore). Protagoniste il premio Oscar Reese Whitherspoon (vista di recente in Vizio di forma e Wild) e Sofia Vergara. Potete vedere il trailer di seguito:

Reese Witherspoon interpreta un poliziotto severo e rispettoso delle regole che sta cercando di proteggere la vedova sexy ed estroversa di un boss della droga (Vergara), mentre attraversano il Texas inseguite da poliziotti corrotti e banditi assassini.

Fuga in tacchi a spillo uscirà in Italia il 18 giugno. Nel cast anche Robert Kazinsky, Michael Mosley, Matthew Del Negro , Richard T. Jones, Mike Birbiglia , Jodi Lyn Brockton e Mike R. Moreau.

Fuga in tacchi a spillo Trailer Ufficiale Italiano con Reese Witherspoon

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Guarda il Trailer italiano ufficiale di Fuga in tacchi a spillo, il nuovo film di Anne Fletcher al cinema dal 18 giugno. Protagoniste Reese Witherspoon e Sofia Vergara.

Fuga in tacchi a spillo trailerLa Metro-Goldwyn-Mayer Pictures e New Line Cinema presentano la commedia “Fuga in tacchi a spillo”, protagoniste la vincitrice Oscar Reese Witherspoon (“Walk the Line”/”Quando l’amore brucia l’anima”, “Wild”) e Sofia Vergara (“Chef”/“Chef-La ricetta perfetta”, sitcom “Modern Family”), per la regia di Anne Fletcher (“The Proposal”/“Ricatto d’amore”).

In “Fuga in tacchi a spillo,” una poliziotta (la Witherspoon) molto rigida e attenta alle regole dovrà proteggere la sexy ed estroversa vedova di un boss della droga (Vergara), mentre vengono inseguiti attraverso il Texas da poliziotti corrotti e tiratori scelti.

Fletcher dirige un copione sceneggiato da David Feeney (serie TV “New Girl”) & John Quaintance (serie TV “Ben & Kate”) e Dana Fox (“What Happens in Vegas”) & Katherine Silberman (serie TV “Ben & Kate”). Tra i protagonisti, anche John Carroll Lynch (“Crazy, Stupid, Love”) e Rob Kazinsky (“Pacific Rim”).

Il film è prodotto da Bruna Papandrea (“Wild”, “Gone Girl”/“L’amore bugiardo”), Reese Witherspoon, Dana Fox e Jeff Waxman; produttori esecutivi Sofia Vergara e Luis Balaguer.

Fuga in tacchi a spillo Trailer Italiano con Reese Whitherspoon

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Fuga in tacchi a spillo Trailer Italiano con Reese Whitherspoon

Fuga in tacchi a spilloLa Warner Bros Italia ha diffuso il trailer italiano di Fuga in tacchi a spillo, il nuovo film di Anne Fletcher al cinema dal 18 giugno. Protagonista un cast d’eccezine composto da Reese Whitherspoon, Sofia Vergara, Robert Kazinsky , Michael Mosley , Matthew Del Negro , Richard T. Jones, Mike Birbiglia , Jodi Lyn Brockton e Mike R. Moreau.

Reese Witherspoon interpreta un poliziotto severo e rispettoso delle regole che sta cercando di proteggere la vedova sexy ed estroversa di un boss della droga (Vergara), mentre attraversano il Texas inseguite da poliziotti corrotti e banditi assassini.

Fuga in Normandia, la recensione del film con Michael Caine e Glenda Jackson

È passato da poco l’80° anniversario del D-Day, di quello sbarco in Normandia avvenuto il 6 giugno 1944 e che molti film hanno raccontato, da Il giorno più lungo a Salvate il soldato Ryan, anche se quasi sempre dal punto di vista bellico. Anche per questo merita considerazione – e una visione – il Fuga in Normandia diretto da Oliver Parker, presentato al Festival di Bari e nei cinema dal 20 giugno, distribuito da Lucky Red.

E non solo per l’interpretazione di due protagonisti come i premi Oscar Michael Caine e Glenda Jackson, ma per il fatto di raccontare la storia vera (per quanto drammatizzata) dell’allora 89enne Bernard Jordan, veterano della Seconda Guerra Mondiale, irresistibile quanto irrefrenabile.

The Great Escaper – Fuga in Normandia

Nella realtà, il vero Bernie non dovette scappare dalla residenza dove viveva con la moglie René (la The Pines Care & Nursing Home di Hove) come è costretto a fare il personaggio interpretato da Michael Caine, protagonista di una “grande fuga” che lo rende famoso in tutto il Regno Unico come #thegreatescaper e che nasce dal suo desiderio di partecipare alle celebrazioni per il 70° anniversario dello sbarco in Normandia in programma in Francia. Persa la possibilità di unirsi al gruppo organizzato dalla stessa struttura, il determinato Bernie decide di scappare da solo per unirsi ad altri veterani di guerra e commemorare i compagni caduti. Ma nel mondo connesso e impiccione di oggi, è pressoché impossibile passare inosservati, e mentre l’anziano avanza nella sua missione, incontrando nuovi amici molto diversi tra loro (e da lui), la notizia fa il giro del mondo e l’ex combattente finisce in prima pagina. Ma in prima pagina, viene raccontata solo una parte della storia…

Michael Caine, Wolf Kahler, and John Standing in The Great Escaper (2023)

Una storia emozionante, e tanti ricordi

Vista l’onda emotiva suscitata all’epoca dalla storia del viaggio in solitaria del vecchietto inglese verso la Francia, sarebbe bastato forse farne un mero racconto, ma non si sarebbe scelto Oliver Parker (Othello, L’importanza di chiamarsi Ernest, St. Trinian’s, Dorian Gray) per portarla sullo schermo. Da subito, infatti, l’operazione alla base del film si è colorita di una forte impronta nostalgica, per i ricordi del regista (il cui padre era stato un giovane capitano in Birmania e aveva perso due fratelli che prestavano servizio nella RAF) e dello sceneggiatore William Ivory (figlio di un aviatore e fratello di un caduto in combattimento), oltre all’immedesimazione del “vecchio Cockney” Caine con lo stesso protagonista “gettato sotto i riflettori dei media”.

Una ‘chiamata alle armi’ vera e propria, che non poteva non sortire effetto, soprattutto considerata la quantità di carisma messa in campo dalla coppia Jackson-Caine, che inevitabilmente catalizza l’attenzione dello spettatore, dando profondità a una storia in sé non particolarmente articolata o sorprendente, ma perfetta per un ‘feelgood’ movie, come non è peregrino definire questo. Che per buona parte – soprattutto all’inizio – vive degli sguardi del 91enne decano, ben accompagnati e sottolineati da una musica sapiente.

L’addio a Glenda Jackson e Michael Caine

La fatica di ogni passo, la paura di un ostacolo insormontabile, la tentazione di abbandonare prima della meta, l’umanità che nasce da una dolorosa lezione imparata o la dignità e la forza di sapere scegliere l’importante rispetto al dovuto sono gli elementi che più coinvolgono, probabilmente, più della naturale curiosità per la vera sorpresa che il film riserva allo spettatore o del piacere di ammirare quella che potrebbe essere l’ultima apparizione di Caine, e che lo sarà sicuramente per la sua compagna d’avventura, due volte Premio Oscar, purtroppo scomparsa prima dell’uscita del film. Al quale concediamo volentieri una mezza stellina in più per i tanti e diversi momenti commoventi, soprattutto quelli meno scontati o prevedibili.

Fuga di Cervelli recensione dell’esordio di Paolo Ruffini

Fuga di Cervelli recensione dell’esordio di Paolo Ruffini

fuga di cervelli recensionePrimo film da regista per l’attore comico Paolo Ruffini, mattatore di Colorado Cafè su Italia1, Fuga di Cervelli vede un cast improbabile e nuovo, composto da due personaggi del web Guglielmo Scilla in arte Willwoosh (65mila visualizzazioni su You Tube), Francesco Matano, meglio conosciuto come Frank (autore di scherzi telefonici e video esilaranti con 650mila fan su Facebook), un duo comico, I Panpers, prelevato da Colorado Cafè, e Olga Kant, modella.

Il film è un remake di Fuga de Cerebros, pellicola spagnola risceneggiata da Giovanni Bognetti e Guido Chiesa e prodotta da Alessandro Usai, insieme a Maurizio Totti della Colorado Film. Insieme a Paolo Ruffini, gli sceneggiatori si sono basati sul plot originale per creare un film nuovo, modificando personaggi e situazioni.

fuga di cervelli recensione posterLa storia è quella di Emilio (Luca Peracino), nerd innamorato da sempre della bella Nadia (Olga Kent). Per tutta l’infanzia e l’adolescenza, Emilio non è mai riuscito a dichiararsi, nonostante l’avesse seguita anche all’Università di Medicina. Un giorno Nadia annuncia ad Emilio il suo trasferimento all’Università di Oxford, notizia che butterà il ragazzo in uno stato di sconforto totale. Ma grazie ai suoi amici Emilio riuscirà a cambiare la situazione. Alfredo (Paolo Ruffini), cieco e da sempre amico del ragazzo, decide di partire per Oxford con Emilio e il resto della loro banda: Lebowsky (Guglielmo Scilla), venditore di granite e di marijuana ed hacker provetto, Franco (Frank Matano), leader intellettuale del gruppo e gay non dichiarato e Alonso (Andrea Pisani), ragazzo costretto su una sedia a rotelle, malato compulsivo di sesso. Insieme ad Oxford ne combineranno di tutti i colori, ma Emilio riuscirà a dichiararsi finalmente alla sua bella.

Ispirato ai classici “college movie” americani, Fuga di Cervelli è il risultato di un solido lavoro di gruppo, fatto che questo traspare da ogni sequenza.

Divertente, ironico e a tratti serio, questo è un film per i giovani ma non giovanilistico, anzi sembra essere rivolto ad un pubblico di tutte le età.

Nella seconda parte si riflette molto sull’amicizia dopo l’adolescenza, si affrontano anche tematiche come la disabilità e l’omosessualità, ma sempre in chiave ironica e scherzosa, rendendo il tutto una vera esplosione di ilarità, in alcuni momenti anche un po’ esagerata.

Si può pensare che sia una commedia italiana già vista, ma in realtà il fatto che ci sia un cast così particolare e mai visto nelle sale cinematografiche, rende Fuga di Cervelli un film unico nel suo genere.

Il film uscirà nelle sale il 21 Novembre, distribuito da Medusa Film in 400 copie.

Fuga di Cervelli la conferenza stampa con Paolo Ruffini

Fuga di Cervelli la conferenza stampa con Paolo Ruffini

fuga di cervelliSi è tenuta questa mattina al Cinema Adriano di Roma la presentazione del film Fuga di Cervelli, remake del film spagnolo Fuga de Cerebros.

Il film è il debutto alla regia per l’attore comico Paolo Ruffini, lanciato in questa avventura dalla Colorado Film, affiancato da un cast inaspettato composto da Guglielmo Scilla alias WillWoosh, Frank Matano, Luca Peracino, Andrea Pisani, Olga Kent.

Ruffini ha raccontato la sua prima esperienza da regista:

“La Colorado Film, in particolare Maurizio Totti che ha sempre creduto in me, mi hanno offerto questa occasione e io ho accettato di buon grado, nonostante sapessi fosse un ruolo di responsabilità. Mi ha fatto piacere prendere un film già fatto e renderlo mio, modificando i personaggi e rendendolo originale. Uno degli aspetti più significativo del lavoro da regista è la scelta del cast, il nostro è un film sincero recitato da ragazzi con la loro autenticità. Avevo conosciuto Frank Matano tramite il programma Le Iene, durante uno scherzo televisivo che lui aveva organizzato ai miei danni (…) siamo diventati subito amici e abbiamo iniziato a frequentarci. Ho notato da subito un talento comico unico in lui, secondo me è il Jim Carrey italiano. Frank è sempre stato molto creativo e spontaneo. Ero da sempre fan su you tube di Willwoosh, ossia Guglielmo Scilla, che avevo incontrato ad un ristorante giapponese riproponendomi di lavorare un giorno con lui. Anche con Guglielmo l’intesa è stata immediata e subito piacevole, il fatto che sia lui che Matano siano stati scelti dal web si spiega col fatto che siano in grado di masticare il linguaggio giovanile e moderno(…) Luca Peracino e Andrea Pisani, alias i Panpers, provengono da Colorado perciò li conoscevo bene da tempo, mentre per quanto riguarda Olga appena incontrata io e Maurizio Totti  abbiamo pensato fosse l’interprete ideale, perché era necessaria una bellezza che attraesse la parte maschile non solo dal punto di vista fisico. Ci siamo preparati tutti insieme a Milano per due settimane prima delle riprese, e questo ha fatto si che si creasse una grande armonia nel gruppo.”

fuga di cervelli recensione posterTra scherzi e risate il regista-attore ha raccontato l’essenza del film:

“La vicenda di base del film spagnolo è la stessa, solo che nella versione italiana abbiamo fatto vari cambiamenti interni. È stato , ad esempio, introdotto il personaggio di Lebowsky, Guglielmo Scilla, ed è stato modificato il Franco di Frank Matano. La nostra storia può contare su una seconda parte incentrata sulla nemesi dei personaggi, che si rivelano per quello che sono davvero , ed è una parte del film che mi piace tantissimo(…) Fuga di cervelli è un film dedicato ai perdenti, ai nerd che sognano di stare con una ragazza dalle elementari, agli sfigati, a quei ragazzi che hanno paura di mostrare la loro sensibilità, si rifugiano nel gruppo per non svelare di essere fragili. Il nostro film soprattutto ai giovani, ma non è un film giovanilistico.”

Anche il resto del cast si è espresso in merito ai propri personaggi e al lavoro sul set:

Luca Peracino: “ Il mio personaggio è molto lontano da me, è abbastanza sfortunato , ma forse c’è in lui comunque un qualcosa di mio, su cui poi abbiamo lavorato in sede di preparazione e di riprese. Gliene capitano di tutti colori ed è innamorato da una vita di Nadia anche se non ha mai trovato il coraggio di avvicinarsi. La sua qualità più forte è la tenacia e allora fa di tutto per raggiungere il suo obiettivo. Emilio non è un tipo superficiale, è molto paziente e nel corso della vicenda tutto questo verrà fuori in maniera evidente(…) Il copione non era ferreo , abbiamo sempre lavorato tutti per portare in scena anche qualcosa di nostro. Paolo è sempre stato d’accordo su questo, ma ovviamene ci ha dato delle direttive che abbiamo cercato di seguire alla meglio(…) Secondo me il nostro film è qualcosa di diverso rispetto a tutto quello che si vede oggi, non è la classica commedia di costume, credo che sia piuttosto unico.”

Frank Matano: “ Paolo l’ho conosciuto alle Iene, abbiamo familiarizzato e ci siamo scambiati i numeri di telefono promettendo di rivederci. A distanza di circa un mese mi ha proposto di fare un provino per il film. Sono andato ma visto che tutte le mie battute erano in romano gli ho detto che per farlo avrei dovuto parlare a modo mio, e così è stato. Il mio personaggio è un tipo molto accomodante, sempre divertito da tutto, energico a mille, ci tiene molto a divertirsi e ad essere sempre a suo agio con il suo gruppo a cui è molto legato. Ci sono diversi momenti del film in cui la sua umanità viene fuori in modo evidente, ma la sua ingenuità non è inferiore alla sua bontà. Per me  lavorare con questo gruppo è stato come andare in gita scolastica con i migliori amici, si è creato un gruppo fortissimo. Il nostro film è molto vicino al genere giovanilistico americano e la cosa che viene fuori dallo schermo è che si capisce che tutti noi fossimo veramente amici.”

Guglielmo Scilla: “Avevo conosciuto Paolo tre anni fa in un ristorante, quando ci siamo riconosciuti a vicenda, io non pensavo che lui sapesse chi fossi, poi poco meno di un anno fa il mio telefono ha iniziato a squillare: era Paolo che voleva propormi un piccolo ruolo in Fuga di Cervelli. Il fatto che abbiamo lavorato insieme prima delle riprese mi è piaciuto perché sul set, poi, è stato come ritrovarsi in gita. I miei compagni di lavoro si sono rivelati tutti delle bellissime persone. Il mio personaggio, Lebowsky, è l’opposto di me. Lui è un totale apatico che, al contrario del tumulto di personaggi che ha attorno, è completamente opposto tende a togliere, a sottrarre rispetto agli altri. Io non sono per niente così ma è stato divertente interpretarlo, facendomi crescere capelli e barbone, che a fine riprese mi sono mancati tantissimo.”

fuga di cervelli recensioneAndrea Pisani: “L’ esperienza con Paolo è stata bellissima per tutti noi, soprattutto perché lui si è rivelato un regista anomalo. La cosa bella fin dall’inizio delle riprese era la sua intenzione di far rivivere in scena tutto quello che lui non era mai riuscito a portare a termine nei vari film a cui aveva preso parte come attore, non aveva mai avuto quella libertà di movimento che invece a noi è stata concessa. Con gli altri prima delle riprese si è creato un gruppo particolarmente affiatato. Il mio personaggio, Alonso, viene presentato come un tipo ai limiti del viscido che sfrutta con cinismo la sua disabilità quando entra in relazione con le donne, ma poi col tempo è in grado di rivelare una sua forte sensibilità.”

Olga Kent: “ Sono felicissima di aver conosciuto Paolo come persona, è eccezionale, mette gli altri sempre a proprio agio ed è in grado di creare con tutti una famiglia , una vera amicizia. Non mi aspettavo di fare un altro film dopo Natale a Cortina, ma è stata una piacevole sorpresa. Quando sono arrivata sul set i ragazzi mi sembravano tutti un po’ matti, ma poi mi sono completamente innamorata di ognuno di loro. Il mio personaggio, Nadia, è la tipica ragazza della porta accanto, molto semplice e molto bella. Il suo obiettivo e quello di far capire chi è davvero, cercando di non mettere troppo in luce la propria bellezza. Ho cercato di interpretarla essendo me stessa, cercando le sue qualità dentro di me.”

Il film uscirà nelle sale il 21 Novembre 2013.

Fuga dal Pianeta Terra: recensione del film di Cal Brunker

Fuga dal Pianeta Terra: recensione del film di Cal Brunker

Dopo il successo di Frozen il cinema di intrattenimento per i più piccoli sembra continuare a perseguirne la filosofia di fondo. Quell’attenzione ai valori umani che dal più generico nucleo familiare si sposta verso il rapporto tra fratelli. Così anche in Fuga dal Pianeta Terra, film d’animazione diretto da Cal Brunker (già story board artist di Cattivissimo Me e Minions), assistiamo alla storia di due fratelli: Scorch Supernova e Gary.

I due protagonisti provengono da una galassia lontana lontana, dove forme di vita aliene hanno raggiunto un grado di superiorità scientifica ma soprattutto “umana” estranei al pianeta Terra, da loro non a caso denominato “Pianeta Oscuro”. I nostri eroi dovranno fare i conti proprio con l’infinita inferiorità delle menti terrestri per salvare il proprio pianeta e l’intero universo dal cattivo di turno, un umano della peggior specie che tenta di rinchiuderli nella famosa area 51 e di sfruttare la materia prima aliena, il blubonio, per distruggere l’intero universo.

Fuga dal Pianeta Terra 2Il film ha evidenti debiti nei confronti della pregressa animazione per bambini (le forme delle varie razze aliene, simpatiche e accattivanti, sono un palese tributo ai mostri di Monsters & Co., Mostri contro Alieni, Lilo & Stitch e compagnia bella). Tuttavia, se nella forma grafica non spicca per originalità (sebbene l’animazione digitale sia impeccabile), la sceneggiatura del regista e di Bon Barlen coglie nel segno. Senza mai perdere di vista il divertimento dei più piccini, il film tenta anche di accontentare il pubblico adulto, gettando qua e là gag dal sapore citazionistico che non risultano mai troppo scontate (dal maccartismo militare alla fantascienza di Star Wars fino all’azzardato richiamo ai Clerks di Kevin Smith nei due unici umani amichevoli).

Ma infondo ciò che più conta è la morale, forse ovvia ma sempre rassicurante, da mostrare ai piccini: l’importanza del gioco di squadra e la strenua condanna della violenza, che i simpatici alieni del film rimarcano più volte («Veniamo in pace»). Non mancano poi le strizzatine d’occhio alle nuove tecnologie, fautrici di quell’universo digitale che ha permesso la realizzazione di film come Fuga dal Pianeta Terra, che si dimostra tutto sommato godibile per l’intera famiglia, adulti compresi.

Fuga da New York: tre attori in lizza per Snake Plissken

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Fuga da New York: tre attori in lizza per Snake Plissken

fugada_new_yorkEntra sempre più nel vivo la corsa il cui premio in palio vede la possibilità di portare, sotto nuove sembianze, il leggendario personaggio di Snake Plissken nuovamente sul grande schermo nel remake di 1997 Fuga da New York. Se appena ieri vi avevamo anticipato che Charlie Hunnam era ormai il favorito a vestire i panni dell’eroe nato dalla mente di John Carpenter, sembrerebbe che nelle ultime due ore siano tornati alla ribalta i nomi di ulteriori attori al vaglio per la parte.

Il nome del destinato a succedere a Kurt Russell sembra infatti che possa uscire da un trio composto da Charlie Hunnam, le cui quotazioni sembrano scendere in virtù dell’impegno sul set del film diretto da Guy Ritchie ed ispirato alla figura di Re Artù, Jon Bernthal, l’indimenticato Shane Walsh di The Walking Dead Dan Stevens, anch’egli maggiormente conosciuto per il ruolo di Matthew Crawley nella serie Downton Abbey.

Vi ricordiamo, inoltre, che al momento non è stato ancora deciso chi sarà chiamato all’arduo compito di dirigere il remake di un film culto qual è Fuga da New York, ma, secondo le ultime rivelazioni, sembrerebbe che, questa volta, Snake non sarà solo nella sua nuova avventura, ma sarà coadiuvato da un suo ex-partner soprannominato The Brain, da Cabbie, una guida turistica affetta da schizofrenia, Mina, giornalista di guerra, e Gareth, l’unico membro sopravvissuto della sicurezza del Presidente degli Stati Uniti.

A produrre la pellicola saranno Silver Pictures StudioCanal.

Fonte: Starlog

Fuga da New York: al via il reboot del film di Jonh Carpenter

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Fuga da New York: al via il reboot del film di Jonh Carpenter

Fuga da New York rebootSnake Plissken farà ritorno sul grande schermo nel reboot di Fuga da New York di John Carpernter. Ad annunciarlo è il noto sito Deadline che conferma che la 2oth Century Fox ha vinto i diritti del remake del film di Carpernter che sarà il produttore esecutivo.

La pellicola introdusse un personaggio-icona del cinema: l’antieroe “Snake” Plissken, interpretato da Russell. Il soprannome del personaggio è probabilmente dovuto al vistoso tatuaggio a forma di serpente (“snake” in inglese) sul ventre, analogia che si è persa nella versione italiana, costretta, per motivi di labiale, a ribattezzarlo “Jena” Plissken.

Il film è ambientato in un futuro distonico nel 1981 in una New York completamente anarchica,

Carpenter ha diretto il sequel dell’originale, Escape From LA, nel 1996,  ma con minor fortuna del primo film.

Il nuovo film sarà prodotto da Alex Heineman e Andrew. Al momento non è stato annunciato il regista.

Trama del primo film: Stati Uniti, 1997: la delinquenza è fuori controllo, e New York è stata trasformata in un carcere di massima sicurezza dove vengono rinchiusi tutti i reietti della società. Quando un commando terrorista dirotta il jet su cui viaggia il presidente, facendolo precipitare proprio sulla città, le autorità si rivolgono a un ex marine condannato per rapina, una leggenda: Jena Plissken.

Fuga da Mogadiscio: trama, cast e la storia vera dietro il film

Fuga da Mogadiscio: trama, cast e la storia vera dietro il film

Presentato in anteprima italiana al Far East Film Festival 2022 e al Florence Korea Film Fest, il film sudcoreano Fuga da Mogadiscio è basato su una storia vera nonché su uno dei rarissimi casi in cui, in quasi ottant’anni di conflitto, le due Coree si sono trovate a collaborare. Diretto da Ryu Seung-wan il film – a partire da questa storia – offre dunque spunti di riflessione su temi come la solidarietà umana e il potere della collaborazione anche tra nemici dichiarati. Si pone così in luce la determinazione dell’animo umano di fronte alle avversità più gravi, offrendo di conseguenza un racconto che pur affrontando uno specifico episodio risulta essere più attuale e universale che mai.

Le riprese esterne del film si sono svolte tra Mogadiscio in Somalia e alcune località del Marocco ed ha dunque anche il pregio non solo di mostrare i veri luoghi dove ebbero luogo i reali eventi di cui si parla, ma anche di portare alla luce un particolare caso di quel conflitto che ribadisce ancor di più come in caso di guerra non ci sono differenze che impediscano anche a chi di solito è nemico di aiutarsi. In quanto portatore di tutti questi valori, il film è poi stato Candidato della Corea del Sud per la nomination come miglior film straniero agli Oscar 2022, senza però arrivare alla cinquina di finalisti.

Si tratta di un film da non perdere assolutamente, non solo per chi è amante delle opere coreane ma in generale per ogni spettatore, che ritroverà qui una storia ricca di umanità e grandi emozioni. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Fuga da Mogadiscio. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Fuga da Mogadiscio cast attori

La trama di Fuga da Mogadiscio

A Mogadiscio, capitale della Somalia, nel 1991 si svolge una sanguinosa guerra civile tra i ribelli, intenzionati a mettere fine al trentennale regime dittatoriale del presidente Mohammed Siad Barre, e le truppe fedeli a quest’ultimo. I guerriglieri, convinti che alcune ambasciate di paesi stranieri stiano appoggiando Barre, minacciano di attaccare le sedi diplomatiche di Mogadiscio. Protagonisti del film sono dunque Han Shin-Sung, ambasciatore della Corea del Sud, intrappolato insieme a sua moglie nell’edificio dell’ambasciata del suo paese; e Kang Dae-Jin, consigliere presso l’ambasciata nordcoreana la cui sede è sotto minaccia dei ribelli.

Per entrambi, l’unica possibilità di salvezza è di mettere momentaneamente da parte le loro storiche divisioni politiche e di unire le loro forze per tentare di attraversare la città devastata dalla guerra e mettersi al sicuro insieme ai famigliari e colleghi. I “nuovi alleati”, che per il solo fatto di essersi tesi la mano rischiano ora l’accusa di diserzione da parte dei loro rispettivi governi, hanno assoluto bisogno dell’aiuto di un paese terzo e in questo, l’intervento italiano, coordinato dall’ambasciatore Mario Sica si rivelerà decisivo per la fuga.

Il cast di attori del film

Il cast di Fuga da Mogadiscio include attori come Kim Yoon-seok – attore noto per The Chaser e 1987 – When The Day Comes – nel ruolo di Han Shin-sung, e In-Sung Jo – recentemente visto nella serie Una famiglia in fuga – in quello di Kang Dae-jin. Huh Joon-ho interpreta Rim Yong-su, mentre Koo Kyo-hwan è Tae Joon-ki e Kim So-jin è Kim Myung-hee. Park Myung-hoon interpreta Bae Yeong-sook, mentre Kim Jae-hwa interpreta Jo Soo-jin. Nel ruolo dell’ambasciatore italiano Mario Sica, invece, si ritrova l’attore Enrico Ianniello, celebre in particolare per aver interpretato il commissario Nappi nella fiction A un passo dal cielo ma visto anche in Il giorno più bello del mondo.

Fuga da Mogadiscio film trama

La storia vera dietro il film

La battaglia di Mogadiscio fu uno scontro di vaste proporzioni svoltosi nella capitale somala tra il 3 ed il 4 ottobre del 1993, nel corso dell’operazione Restore Hope. Questa operazione, iniziata sotto l’egida delle Nazioni Unite, ha visto il susseguirsi di svariati scontri a fuoco di elevata intensità, che hanno coinvolto truppe statunitensi, pakistane, malesi e di altre nazioni partecipanti all’operazione. Due anni prima di questa battaglia vera e propria, però, nel 1991 si chiudese il lungo periodo di potere del generale Siad Barre. Tale periodo perdurava dal 1969, anno nel quale un colpo di Stato aveva condotto il paese ad una organizzazione sociale e statale stabile, anche se sotto la forma di una dittatura.

Ad essa si sostituiva un periodo di instabilità e di scontri tra varie fazioni armate su base tribale, controllate da signori della guerra locali, nessuna delle quali in grado di prevalere sulle altre. Tra le varie situazioni che si verificarono nel paese vi è dunque quella della cooperazione tra gli ambiasciatori delle due coree e i rispettivi dipendenti. “Nella realtà, le persone del Sud e del Nord hanno trascorso insieme oltre 12 giorni. Ma dal momento che per raccontare la storia io avevo solo due ore, che è quanto dura la maggior parte dei film, dovevo comprimere gli eventi“, ha spiegato il regista in un’intervista rilasciata a L’Espresso.

Nella realtà, le due parti si incontrano all’aeroporto, e quando l’ambasciatore sudcoreano convince quello del Nord, si recano all’ambasciata sudcoreana per stare insieme prima della fuga. Io ho accorciato questa situazione, e ho ridotto il tempo che hanno passato insieme, perché concentrarsi sulle situazioni individuali avrebbe dato meno tempo per esprimere la psicologia dei personaggi. Per questo ho semplificato la situazione e mi sono concentrato sull’espressione degli stati d’animo”. Il regista ha dunque modificato parzialmente la situazione, andando però in ogni caso a raccontare la cooperazione tra questi “nemici giurati” che ha permesso loro di salvarsi.

Il trailer di Fuga da Mogadiscio e dove vederlo in streaming e in TV

Sfortunatamente il film non è presente su nessuna delle piattaforme streaming attualmente attive in Italia. È però presente nel palinsesto televisivo di lunedì 15 aprile alle ore 21:20 sul canale Rai 4. Di conseguenza, per un limitato periodo di tempo sarà presente anche sulla piattaforma Rai Play, dove quindi lo si potrà vedere anche oltre il momento della sua messa in onda. Basterà accedere alla piattaforma, completamente gratuita, per trovare il film e far partire la visione.

Fuck you, prof! trailer italiano del film con Elyas M’Barek

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Fuck you, prof! trailer italiano del film con Elyas M’Barek

Ecco l’esilarante trailer italiano di Fuck you, prof!, commedia campione d’incassi in Germania che arriverà in Italia il prossimo 15 ottobre.

Nel cast del film Elyas M’Barek, Karoline Herfurth, Katja Riemann, Alwara Höfels, Jana Pallaske, Uschi Glas, Anna Lena Klenke, Max von der Groeben, Jella Haase, Aram Arami, Gizem Emre, Farid Bang e Laura Osswald.

Di seguito il manifesto ufficiale italiano:

Fuck you prof

Fuck you, prof! nuova clip dal film con Elyas M’Barek

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Fuck you, prof! nuova clip dal film con Elyas M’Barek

Ecco una nuova clip in italiano di Fuck you, prof!, commedia campione d’incassi in Germania che arriverà in Italia il prossimo 15 ottobre.

GUARDA IL TRAILER DEL FILM

Nel cast del film Elyas M’Barek, Karoline Herfurth, Katja Riemann, Alwara Höfels, Jana Pallaske, Uschi Glas, Anna Lena Klenke, Max von der Groeben, Jella Haase, Aram Arami, Gizem Emre, Farid Bang e Laura Osswald.

Fuck you, prof! clip italiana del film con Elyas M’Barek

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Fuck you, prof! clip italiana del film con Elyas M’Barek

Ecco una nuova clip in italiano di Fuck you, prof!, commedia campione d’incassi in Germania che arriverà in Italia il prossimo 15 ottobre.

GUARDA IL TRAILER DEL FILM

Nel cast del film Elyas M’Barek, Karoline Herfurth, Katja Riemann, Alwara Höfels, Jana Pallaske, Uschi Glas, Anna Lena Klenke, Max von der Groeben, Jella Haase, Aram Arami, Gizem Emre, Farid Bang e Laura Osswald.

FUBAR: teaser trailer della serie action Netflix con Arnold Schwarzenegger

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Netflix ha rilasciato il primo teaser trailer di FUBAR, la commedia d’azione di prossima uscita con Arnold Schwarzenegger mentre guida il suo primo grande progetto televisivo con sceneggiatura. La serie sarà disponibile per lo streaming dal 25 maggio. Ovunque vada, le persone mi chiedono quando farò un’altra grande commedia d’azione come True Lies“, ha detto Schwarzenegger. “Bene, eccolo qui. FUBAR ti prenderà a calci in culo e ti farà ridere, e non solo per due ore. Hai un’intera stagione. È stata una gioia lavorare con Nick, Skydance e Netflix per dare ai miei fan esattamente quello che stavano aspettando“.

Il video ci offre il nostro primo sguardo a Luke Brunner di Schwarzenegger, una spia della CIA che assume il suo ultimo incarico prima di ritirarsi. Ci dà anche un assaggio di alcune delle sequenze d’azione dello spettacolo.

FUBAR è creato e prodotto esecutivamente da Nick Santora, che ha descritto la serie come “il progetto più surreale” della sua carriera. La commedia d’azione di 8 episodi è interpretata da Schwarzenegger, Monica Barbaro, Milan Carter, Gabriel Luna, Fortune Feimster, Travis Van Winkle, Fabiana Udenio, Barbara Eve Harris, Aparna Brielle, Andy Buckley e Jay Baruchel.

“Un agente della CIA sull’orlo della pensione scopre un segreto di famiglia”, si legge nel logline. “Costretta a tornare sul campo per un ultimo lavoro, la serie affronta dinamiche familiari universali in un contesto globale di spie, azione e umorismo”. La serie è prodotta da Schwarzenegger, Adam Higgs, Scott Sullivan, Holly Dale e Bill Bost con David Ellison e Dana Goldberg di Skydance. Proviene da Skydance Television.

Fubar: recensione della nuova serie con Arnold Schwarzenegger

Fubar: recensione della nuova serie con Arnold Schwarzenegger

In un atmosfera densa di attività sotto copertura e tante risate, Fubar è la nuova serie di spionaggio targata Netflix. Ideata da Nick Sandora (Lie to me, Law and Order), la serie è al momento formata da una sola stagione da otto episodi, ognuno di circa 50 minuti. Nel  cast di Fubar ritroviamo note figure del cinema Hollywoodiano: qui il protagonista, Luke Brunner, è interpretato dall’austriaco Arnold Schwarzenegger (Terminator, Contagious:  epidemia mortale). Monica Barbaro (Top gun: maverick) è nei panni della co protagonista, Emma Brunner, figlia di Luke. Jay Baruchel (L’apprendista stregone) qui è nel ruolo di Carter, fidanzato di Emma.

Fubar: spie in azione

Luke Brunner è un veterano agente della Cia, prossimo alla pensione. Dopo la sua ultima missione, viene reclutato per un attività di salvataggio di un altro agente che sta per essere scoperto. Luke ritornerà in Guyana nei panni di Finn Hoss per salvare l’agente perduto che scoprirà  essere sua figlia, Emma. Finn era già stato coinvolto molti anni prima in una missione in questi territori: in quel caso, aveva dovuto uccidere  un pericoloso trafficante di armi. Ora si trova ad avere a che fare con il figlio, Boro: Luke/Finn, per i sensi di colpa di aver privato il bambino del proprio padre, aveva garantito a Boro un’istruzione adeguata ed ha cercato di prendersi cura di lui come un figlio. Ma il dolce bambino da adulto segue le orme del padre, divenendo astuto e crudele.

Emma e Luke si  ritroveranno a dover collaborare per fermare Boro dal creare e vendere delle valigette bombe nucleari. In un turbinio di missioni ed azione, non mancheranno i drammi d’amore: Luke cerca in ogni modo di riconquistare l’ex moglie Tally, la quale lo aveva lasciato perché poco presente per lei ed in famiglia. Emma sarà coinvolta in grandi dilemmi riguardo il suo futuro e la sua relazione con Carter. Mentre padre e figlia avranno la possibilità di lavorare insieme e risanare il proprio rapporto.

FUBAR netflix
Fubar. (L to R) Arnold Schwarzenegger as Luke Brunner, Cailin Stadnyk as Will’s wife, Ariella Cannon as Will’s Daughter, Monica Barbaro as Emma Brunner, Patrick Garrow as Will in episode 101 of Fubar. Cr. Christos Kalohoridis/Netflix © 2023

L’azione che incontra la commedia

Uno dei fattori che rende Fubar piacevole e divertente da guardare è il perfetto bilanciamento di scene di azione e combattimento e scene comiche, quasi tendenti al demenziale. Di esempi di momenti ironici ce ne sono tantissimi: già dal primo episodio con una citazione del cartone animato Lilo e Stitch, ad Aldon che viene  salvato durante dei combattimenti in Grecia da una ex fiamma che poi va via con Mamma mia come sottofondo.

Le scene di azione sono frequenti, ma nei combattimenti non viene mostrato  molto sangue, quindi non è in alcun  modo disturbante neanche per spettatori più sensibili. Ogni episodio si conclude con un colpo di scena che invoglia il pubblico a continuare la visione: anche lo stesso finale di stagione lascia molto in sospeso, quindi si spera che una seconda stagione arriverà e molto presto!

Parlando del finale, l’ultimo episodio risulta essere a tratti paradossale: qui, infatti, senza fare alcuno spoiler, alcuni avvenimenti sembrano essere poco realistici. Questo è effettivamente il difetto maggiore di Fubar.

Interessante è anche proprio la scelta del titolo della serie; Fubar è un acronimo, utilizzato dai soldati americani già dal secondo conflitto mondiale e sta per Fucked Up Beyond All Repair, tradotto fregato oltre ogni possibilità di riparazione.

I contrasti tra padre e figlia

Una delle tematiche centrali in Fubar è il rapporto tra Luke e sua figlia. Emma vive tutta la sua infanzia a cercare di essere perfetta in tutto, vincendo trofei, suonando il violino solo per attirare l’attenzione del padre assente. La ragazza che Luke conosce come sua figlia non è altro che una finzione: la proiezione che lei da di se. Lavorando insieme, lui riesce a conoscere Emma per quelli che è. Diventa chiaro praticamente subito che i due in realtà sono uguali, e proprio perché hanno la stessa testardaggine e forza d’animo non fanno altro che scontrarsi. Luke finisce fin troppo spesso ad intromettersi nella vita privata, e specialmente amorosa di Emma, mentre lei da la colpa di tutti i suoi problemi proprio al fatto di aver avuto lui come padre.

Altro personaggio interessante in Fubar è Aldon; altro agente bello ed affascinante, all’inizio non sembra essere altro che un donnaiolo pieno di sé. Con lo scorrere degli episodi e delle vicende, lo spettatore può conoscere sempre meglio il ragazzo, fino al discorso che egli stesso fa su se stesso  e la propria vita. La spavalderia mostrata all’inizio risulterà essere nient’altro che un armatura.

Fubar: Arnold Schwarzenegger annuncia che la seconda stagione è in lavorazione

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Fubar è stata rinnovata per una seconda stagione da Netflix. La serie, che ha debuttato lo scorso maggio, presenta l’icona del cinema action Arnold Schwarzenegger nel suo primo ruolo televisivo da protagonista. Apparentemente una derivazione delle dinamiche di True Lies, la serie d’azione vede la star interpretare Luke Brunner, un agente della CIA che scopre che anche sua figlia Emma (Monica Barbaro) lavora per l’organizzazione.

Durante l’evento globale per i fan di Netflix, Tudum, Arnold Schwarzenegger è salito sul palco per condividere un blooper reel della prima stagione di Fubar e ha anche rivelato che la seconda stagione è ufficialmente in lavorazione. Dopo aver fatto l’annuncio, ha detto: “Sapete quanto amo i sequel. Quindi siamo tornati, ragazzi, siamo tornati!”

Oltre a recitare in film che hanno generato i propri remake e franchise, tra cui Predator e Total Recall, la leggendaria star è apparsa in molti dei suoi sequel. Sebbene ciò includa in gran parte i sequel dei film in cui ha recitato originariamente, tra cui I Mercenari 2 e 3, e cinque sequel di Terminator, è apparso anche in sequel o spin-off di altri franchise, come in Batman & Robin e Kung Fury 2.

Oltre ad essere la sua prima grande incursione in televisione, Fubar potrebbe essere una nuova occasione per Arnold Schwarzenegger di dare vita a un franchise d’azione, cosa che potrebbe risarcirlo degli esiti non troppo felici di Terminator: Genisys e Terminator: Destino Oscuro.

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Fruitvale Station Clip in esclusiva con Michael B. Jordan

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Guarda la clip in esclusiva su Cinefilos.it del film Fruitvale Station con protagonista l’attore Michael B. Jordan.

Fruitvale StationIl film ripercorre le ultime ore di vita del ventiduenne Oscar Grant, a partire dalla mattina del 31 dicembre 2008, giorno del compleanno di sua madre, e racconta la quotidianità e gli ostacoli che il ragazzo deve fronteggiare nel tentativo di diventare una persona migliore. Il film prodotto dal Premio Oscar Forest Whitake e costato solo 2 milioni di dollari, è stato distribuito negli Usa dalla prestigiosa The Weinstein Company incassando oltre 16 milioni di dollari.
 
Il film ha trionfato ai “Gotham Awards”di New York dove si è aggiudicato i due premi per cui era candidato – Miglior attore rivelazione per Michael B. Jordan e Miglior regista rivelazione per Ryan Coogler – ha vinto al Sundance Film Festival il Premio come Miglior Film ed il Premio del Pubblico, aCannes il Prix de l’Avenir e si è aggiudicato tre candidature agli Independent Spirit Awards, che si assegnano il giorno prima degli Oscar, per Miglior Film d’esordio, Miglior Attore protagonista (Michael B. Jordan) e Miglior Attrice non protagonista (Melonie Diaz).

Fruit Ninja: New Line Cinema acquista i diritti per adattare la celebre app

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Secondo The Hollywood Reporter, la New Line Cinema ha acquistato i diritti cinematografici per il grande schermo della popolare app mobile Fruit Ninja, che in Australia Halfbrick Studios sta cercando di adattare come una commedia per famiglie live-action. Già da maggio erano uscite notizie in questo senso, ora un nuovo passo avanti è stato fatto.

Tripp Vinson (San Andreas, Hansel & Gretel: Witch Hunters) produrrà il film con la sua Vinson Films. Gli sceneggiatori saranno JP Lavin e Chad Damiani, che avranno il compito tutt’altro che semplice di adattare la semplice interfaccia in cui si affetta frutta e si evitano le bombe, in una storia drammatica valida con elementi interessanti, personaggi, retroscena. Sam White e Tara Farney saranno produttori esecutivi.

Fruit Ninja (conosciuto come Fruit Ninja HD nella versione per iPad e Fruit Ninja THD nella versione per Android) è un videogioco sviluppato dalla Halfbrick Studios. Con oltre 1 miliardo di download, Fruit Ninja è attualmente il secondo gioco più venduto su iOS di tutti i tempi.

Fonte: CS

Fruit Ninja diventerà una commedia live action

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Fruit Ninja diventerà una commedia live action

Fruit NinjaÈ The Hollywood Reporter a riportare la notizia che un altro famosissimo gioco per smartphone e tablet diventerà un film. Dopo Angry Birds infatti è il turno di Fruit Ninja, gioco Halfbrick Studios che dovrebbe diventare una commedia per famiglie in live action.

Tripp Vinson di San Andreas 3D produrrà il film con la Vinson Films. JP Lavin e Chad Damiani scriveranno invece la sceneggiatura, il che sarà, almeno sulla carta, un’operazione alquanto azzardata.

Fruit Ninja (conosciuto come Fruit Ninja HD nella versione per iPad e Fruit Ninja THD nella versione per Android) è un videogioco sviluppato dalla Halfbrick Studios. Sarà davvero interessante capire in che modo il film sarà costruito e come si intende procedere per adattarne lo spirito.

Fonte: THR

Frozen: un video mash-up con La Cosa di John Carpenter

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Frozen: un video mash-up con La Cosa di John Carpenter

L’utente YouTube Lee Hardcastel ha realizzato, attraverso la tecnica della stop-motion, un terrificante video mash-up tra il classico Disney Frozen e il capolavoro horror-fantascientifico La Cosa di John Carpenter. Il risultato finale è una scena assolutamente creepy che mescola il film d’animazione vincitore del premio Oscar con una delle pellicole più iconiche del maestro Carpenter.

Potete vederlo di seguito:

La Cosa (The Thing) è un film del 1982 diretto da John Carpenter, liberamente tratto dal racconto horror-fantascientifico La “cosa” da un altro mondo (Who Goes There?, 1938) di John W. Campbell, già alla base del film La cosa da un altro mondo (1951) diretto da Howard Hawks.

Il regista lo considera come il primo episodio della Trilogia dell’Apocalisse, composta da Il signore del male e Il seme della follia rispettivamente del 1987 e del 1995. Durante l’uscita nelle sale cinematografiche, La cosa ha avuto incassi modesti al botteghino, e la critica non lo accolse molto bene, facendo particolarmente dei paragoni con il già menzionato film di Hawks. Nel corso degli anni tuttavia, il film fu rivalutato positivamente dalla critica e dal pubblico, divenendo un intramontabile cult, ed è stato classificato diverse volte come uno dei film più paurosi in assoluto. Lo stesso Carpenter lo ritiene il suo film preferito tra tutti quelli da lui diretti.

Il 14 ottobre 2011 è uscito negli USA un prequel, La Cosa, diretto dal regista semi-esordiente Matthijis van Heijningen Jr. e ambientato tre giorni prima degli eventi del film di John Carpenter.

Frozen: tutti gli errori del film in 10 minuti

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Frozen: tutti gli errori del film in 10 minuti

Ecco un video in cui vengono elencati tutti gli errori di Frozen il regno di ghiaccio in poco più di 10 minuti. Il film di maggior successo della stagione ha degli errori? Ebbene sì! Eccoli:

Disney Frozen Once Upon a time elsaDiretto da Chris Buck (Tarzan, Surf’s Up) e Jennifer Lee (sceneggiatrice di Ralph Spaccatutto), autrice anche della sceneggiatura, e prodotto da Peter Del Vecho (Winnie the Pooh, La principessa e il ranocchio) Frozen Il regno di ghiaccio ha vinto un Golden Globes® 2013 come Miglior film d’animazione, ed è stato il primo film prodotto da Walt Disney Animation Studios a vincere il premio Oscar per il miglior film d’animazione e per la migliore canzone originale Let it Go.

Ispirato alla fiaba di Hans Christian Andersen “La regina delle nevi” (pubblicata per la prima volta nel 1845), Frozen – Il regno di ghiaccio trasporta grandi e piccini in un’epica avventura ricca di magia, divertimento e musica.

Fonte: HitFix

Frozen: trama, cast e curiosità sul film thriller

Frozen: trama, cast e curiosità sul film thriller

Ci sono film che fanno della loro unica ambientazione l’occasione per mostrare il comportamento umano in situazioni di grande crisi o pericolo. All’interno di questo filone vi sono però anche titoli che restringono talmente tanto il campo d’azione da non permettere ai personaggi pressocché nessun movimento. Dal celebre Locke con Tom Hardy al claustrofobico Buried con Ryan Reynolds, questi film costringono così i personaggi, e gli spettatori con loro, a vivere situazioni quanto mai estreme e a dover ricorrere a soluzioni altrettanto estreme. Il film del 2010 Frozen fa proprio questo, bloccando però i personaggi in uno spazio aperto ma non meno minaccioso.

Scritto e diretto da Adam Green, già noto per lo slasher Hatchet, il film è stato considerato uno dei migliori thriller dell’anno, ricco di tensione e colpi di scena particolarmente memorabili. La storia, nonostante alcune voci circolate in rete, non è tratta da una vicenda vera, ma è puro frutto dell’immaginazione del regista. L’idea, ancora una volta, era quella di mostrare cosa si è disposti a fare in situazioni di particolare rischio e pericolo. Con un’unica location, tre attori, un ambiente ostile e scelte di regia particolarmente coinvolgenti, Green riesce così a dar vita ad un film che colpisce in pieno lo stomaco dello spettatore.

Affermatosi come un grande successo di critica e pubblico, Frozen è stato anche candidato come miglior film horror ai Saturn Award. Ancora oggi a distanza di dieci anni è un ottimo esempio del suo genere, arricchito da una sceneggiatura forte e da una messa in scena che tiene lo spettatore con il fiato sospeso fino all’ultimo. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Frozen: la trama del film

Protagonisti del film sono tre studenti universitari, Joe, Dan e Parker, i quali decidono di trascorrere insieme un periodo di relax sulle montagne della zona statunitense del New England. A fine giornata, prima che l’impianto sciistico chiuda, decidono di fare un’ultima sciata insieme. Riuscendo a convincere il guardiano della seggiovia, con la promessa di fare presto, i tre iniziano la loro salita verso la cima. Prima di arrivarvi, però, l’inserviente a cui i tre si erano rivolti viene sostituito da un collega, a cui viene però comunicata la presenza degli ultimi sciatori della giornata. A causa di un disguido, però, il nuovo addetto li scambia con altri tre sciatori ritardatari.

Andati via questi, l’uomo spegne l’impianto, lasciando Joe, Dan e Parker bloccati sulla seggiovia. I tre si rendono subito conto di essere stati dimenticati lì, e la situazione è quanto mai disperata. Si trovano infatti bloccati ad un’altezza che non consente loro di saltare giù, poiché significherebbe morte certa, costretti dunque a trascorrere lì una notte gelida che potrebbe ugualmente portarli alla morte. Nel minor tempo possibile, i tre dovranno trovare una strategia per riuscire a salvarsi da quella situazione. A complicare le cose, però, oltre al sopraggiungere del buio e della neve, vi sarà la scoperta di non essere soli in quei boschi, i quali pullulano di lupi.

Frozen cast

Frozen: il cast e le curiosità sul film

Intenzionato a rendere il film quanto più realistico possibile, permettendo allo spettatore di avvertire concretamente il pericolo in cui i tre giovani si ritrovano incastrati, Green ha scelto di non avvalersi di effetti speciali o green screen. Il regista ha infatti portato gli attori a rimanere realmente sospesi su una seggiovia a diversi metri da terra per tutta la durata delle riprese. Per permettere loro di comprendere la difficoltà della situazione, gli attori non hanno avuto modo di scendere dalla seggiovia finché non previsto dalla sceneggiatura. Gli interpreti di Frozen sono Emma Bell nei panni di Parker O’Neil, Shawn Ashmore in quelli di Joe Lynch e Kevin Zegers in quelli di Dan Walker.

La Bell, nota oggi anche per la serie Dallas, è stata la prima attrice a presentarsi per il ruolo. Dopo aver incontrato altre interpreti, Green decise di affidare a lei il ruolo, poiché ritenuta la più convincente e capace di un’interpretazione particolarmente intensa. Ashmore e Zegers, invece, si sono distinti durante le riprese per aver eseguito personalmente i propri stunt, senza ricorrere a controfigure. Il film ha rappresentato una prova di resistenza anche per lo stesso Green, il quale soffre di vertigini. Poiché la troupe del film aveva paura di stare alle altezze previste, è stato lo stesso Green insieme al direttore della fotografia Will Barratt a doversi sospendere all’altezza della seggiovia per poter riprendere i tre attori intenti a dialogare.

Frozen: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Frozen è infatti disponibile nei cataloghi di Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes e Now. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 13 maggio alle ore 21:15 sul canale Italia 2.

Fonte: IMDb

 

Frozen: recensione del film di Adam Green

Frozen: recensione del film di Adam Green

Il prossimo 25 marzo uscirà nelle sale Frozen un film di Adam Green che sconvolgerà lo spettatore per le scene dall’alto contenuto drammatico e dal forte impatto visivo. Prodotto dalla “A bigger boat/ariescope pictures” e distribuito in Italia dalla neonata M2 Pictures Frozen non può essere considerato un semplice horror in quanto la storia raccontata non ha nulla di assurdo.

In Frozen tre giovani amici decidono di trascorrere la domenica sciando sulle piste di una piccola e poco rinomata località montana. Joe (Shawn Ashmore) accetta malvolentieri di condividere la giornata con la nuova ragazza di Kevin (Dan Walker), amico di una vita, con il quale era solito trascorrere quel tradizionale appuntamento sulla neve. La ragazza in questione, Parker (Emma Bell), deve quindi affrontare le difficoltà nel rimanere in equilibrio sullo snowboard oltre che le velenose battute di Joe che cova per lei il risentimento tipico dell’amico “geloso”.

Le ore trascorrono più o meno serene, tra qualche risata, ricordi d’infanzia e qualche momento di vaga tensione per l’insofferenza di Joe verso quel terzo incomodo che impedisce a lui e a Kevin di affrontare le piste più stimolanti e difficili. Giunge la sera e con lei l’imbrunire, l’impianto sciistico sta per chiudere e le piste sono ormai quasi deserte. I tre amici vogliono fare l’ultima discesa ed implorano l’addetto all’impianto di concedergli l’ultima salita; ottenuto il favore i tre siedono sulla seggiovia ignorando quello che il destino ha serbato per loro.

Richiamato dal capo in ufficio, l’addetto all’impianto viene sostituito da un collega avvisato della presenza dei tre ma una sfortunata coincidenza genererà l’inconveniente fatale. L’impianto viene chiuso, le luci sulle piste si spengono e gli addetti lasciano gradualmente l’impianto che riaprirà solo il venerdì successivo; Joe, Kevin e Parker sulla seggiovia a metà percorso, ancora incapaci di comprendere quello che sta accadendo. Con il lento passare delle ore i tre ragazzi, bloccati sulla seggiovia, realizzano di essere stati abbandonati e al contempo di essere in grave pericolo di vita. Impossibile sopravvivere al rischio di congelamento che sarebbe inevitabile durante quei cinque giorni, impossibile illudersi di poter sopportare quelle rigide temperature.

Il panico iniziale lascia gradualmente spazio all’istinto di sopravvivenza ed è così che i tre cercheranno in tutti i modi di vincere la morte combattendo con ogni mezzo per la propria vita. Sequenze dall’alto contenuto drammatico si alterneranno ad altre di rara crudezza, la morte sempre incombente per il gelo insopportabile non sarà l’unico    pericolo da affrontare, l’unico ostacolo tra loro e la sopravvivenza. La montagna nasconde innumerevoli insidie e continue minacce ed ogni ora ed ogni minuto in più sono un passo verso la fine.

Adam Green e Peter Block, due nomi che da soli dovrebbero mettere in guardia lo spettatore su quello che questo film ha in serbo per lui. Frozen non tradisce le attese ma forse va anche oltre le aspettative; Green, regista e sceneggiatore, impacchetta un horror anomalo in cui non troviamo gli ingredienti tipici del genere come in Hatchet, suo precedente successo del 2007, ma ci presenta un film che “non spaventa e turba il pubblico con le tipiche convenzioni della violenza” afferma il regista stesso “ma con un’aurea di terrore generale ti ricorda incessantementequesto potrebbe accadermi davvero”.

Ed è proprio questo l’aspetto che rende Frozen una successione di sequenze sempre al limite della tensione ma una tensione imperniata di angoscia crescente, di ansia costante. “Questo film non farà ridere, gridare ed esultare il pubblico di appassionati dell’horror come il primo lavoro Hatchet” continua il regista “ma descrive una situazione cruda e inquietante: tre giovani nel tentativo disperato di sopravvivere a una situazione reale senza apparente via d’uscita”.

Frozen è una storia che sconvolge per il suo drammatico realismo e per non sconfinare mai nell’assurdo o nell’inverosimile; la crudezza di alcune sequenze ricorda lo splatter dei film dell’orrore a cui Green è inconsciamente legato ma la drammaticità che accompagna la vicenda è costruita attraverso lo studio dei personaggi e della loro personalità. Green si pone l’intento di toccare le paure più primordiali e attraverso esse provocare nel pubblico le ansie più forti e autentiche; l’istinto di sopravvivenza, l’eterna lotta dell’uomo contro la natura, il rifiuto di abbandonarsi ad una morte sicura e inevitabile. Frozen ha la qualità di trascinare lo spettatore all’interno del dramma, di farlo sentire parte della vicenda, di creare una graduale complicità con i personaggi protagonisti della storia.

Come lo stesso regista rivela, il realismo delle sequenze è ottenuto anche grazie alla scelta di Green di girare tutte le scene sul posto e non nel chiuso di uno studio:”gli attori e la troupe erano veramente lì, a 15 metri d’altezza. Il tempo, il freddo e gli elementi che abbiamo affrontato erano tutti reali”conferma il regista stesso. Questa rischiosa scelta che ha messo in pericolo l’incolumità degli attori, è stata subito accolta con entusiasmo dalla produzione ed in particolar modo da Peter Block. Block è un produttore che, in questi anni,  ha legato il proprio nome ad altri film di successo che hanno suscitato nel pubblico ansie e paure a grandi dosi, tra questi ricordiamo su tutti Saw – l’enigmista e sopratutto Open water che con Frozen presenta diverse affinità.

Una nota di commento la meritano i tre giovani protagonisti che hanno da subito sposato con entusiasmo il progetto di Green non esitando a dare la propria disponibilità nel girare le scene sulla seggiovia a 15 metri di altezza e a temperature proibitive. Sia Ashmore che Zegers e la Bell interpretano con passione e trasporto le rispettive parti contribuendo non poco alla drammaticità di molte sequenze. Frozen è un film non certo adatto a tutti ma solo a coloro avvezzi a certi eccessi del genere horror ma che, al contempo, saprà anche commuovere e coinvolgere lo spettatore, un film asciutto e diretto, un film che non potrà lasciare indifferenti.

Frozen: Olaf ci augura buon San Valentino

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Ha conquistato il cuore di tutti coloro che l’hanno visto, e adesso sembra il favorito di categorie per la corsa agli Oscar, dove è ovviamente candidato come miglior film d’animazione e anche per la miglior canzone Let it go. Adesso Frozen ci regala anche una particolare e dolcissima cartolina di auguri di San Valentino in cui il tenero protagonista è Olaf, il pupazzo di neve incantato creato da Elsa.

Dopo tutto Olaf ha conquistato tutti con la sua predilezione per i caldi abbracci, e adesso ci ricorda che …. “Per qualcuno vale la pena sciogliersi”.

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I Walt Disney Animation Studios presentano Frozen – Il regno di ghiaccio, un’avventura da brivido per il grande schermo, dagli autori di Rapunzel – L’intreccio della torre e Ralph Spaccatutto. Quando una profezia intrappola un intero regno in un inverno senza fine, Anna, valorosa e ottimista, insieme al coraggioso uomo di montagna Kristoff e alla sua renna Sven, intraprende un viaggio epico alla ricerca della sorella Elsa, la Regina delle Nevi, per riuscire a porre fine al glaciale incantesimo. Anna e Kristoff incontreranno sul loro cammino creature fantastiche come i trolls, un buffo pupazzo di neve di nome Olaf, montagne alte come l’Everest e magia dietro ogni angolo, e combatteranno contro tutti gli elementi della natura per salvare il regno dalla distruzione.

Basato sulla storia originale di Hans Christian AndersenFrozen il regno di ghiaccio racconta dell’avventura di Anna e Olaf, e del loro affascinante incontro con la Regina delle Nevi. Nella versione originale del film le voci dei doppiatori saranno di Kristen Bell, Idina Menzel, Josh Gad e Jonathan Groff.

Frozen: nuovi concept dalla Disney!

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Frozen: nuovi concept dalla Disney!

Sono stati diffusi online alcuni nuovi concept art per Frozen, il nuovo film della Disney che verrà realizzato in CGI per la regia di Chris Buck( Tarzan).

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