Non è mai facile
parlare di qualcosa che viene reso pubblico a seguito di una morte
improvvisa. Non è quindi facile recensire l’ultima opera compiuta
di Paul Walker, Brick
Mansions.
Luc Besson, a dieci
anni di distanza, ripropone per il pubblico americano il suo
riuscitissimo film Banlieu 13, con
Camille Delamarre alla regia e ambientandolo nella
pericolosa Detroit. Pericolosa oggi, quasi invivibile nel non
troppo lontano 2018 del film. Come da sempre è successo, si tende a
nascondere ciò che c’è di marcio e cattivo nella società , ci si
nasconde dietro a castelli di carte e ci si gira dall’altra parte
per evitare di essere coinvolti. Per Besson quindi il passo sembra
breve fino alla ghettizzazione della parte violenta e povera della
città nel sobborgo di Brick Mansion. Lasciato andare a se stesso,
dietro spesse mura di cinta da cui è impossibile uscire (e di
entrare nessuno ne ha voglia), a Brick Mansion la criminalità e la
violenza sono ormai la regola e questo non è più un problema delle
autorità di Detroit.
Chiuse le porte del quartiere, poco
ci è voluto a ricreare un nuovo ecosistema dove vige la legge del
branco, a cui capo c’è Tremaine (RZA), signore
della droga che tira i fili del gioco, protetto dietro al suo
esercito di bestie senza scrupoli. A seguito di uno strano colpo,
Tremaine si imbatte nel poliziotto sotto copertura Damien Collier
(Paul Walker), protagonista nella lotta contro il
crimine e la corruzione nella città. Volontario a fronteggiare il
problema all’interno di Brick Mansions e
con una vendetta personale da compiere, Damien troverà un alleato
nel riluttante Lino (David Belle), anche lui con
un conto in sospeso con Tremaine. Pronti a sconfiggere il re di
Brick Mansion, Damien e Lino si
ritroveranno a correre contro il tempo, tra inseguimenti e salti
impensabili, imparando a fidarsi l’uno dell’altro.
Paul
Walker ancora una volta riesce bene nei panni dell’agente
sotto copertura, al volante di macchine lanciate a tavoletta e
riuscendo a confondere l’avversario con la sua faccia da bravo
ragazzo. Grazie a David Belle, l’elemento che contraddistingueva i
film Banlieu 13 e Banlieu 13
Ultimatum, ovvero la tecnica del Parkour (co-fondata
dallo stesso Belle), resiste e anzi spiazza lo spettatore,
aggiungendo una marcia in più all’action movie. Luc Besson riesce
nel salto dalla Francia all’America, con una trama per niente
scontata e dalla morale forte, affidandosi ad occhi chiusi al
fascino di un “eroe” come Walker.
Non è quindi facile giudicare
Brick Mansions, perché ogni volta che
Paul Walker compare sullo schermo ti fa
dimenticare tutto e ti fa sperare di poterlo guardar fare ciò che
gli riesce meglio, ancora per un po’.
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