In attesa del suo arrivo nelle sale, previsto nel marzo 2013, ecco la pagina Facebook dedicata al nuovo adattamento di Carrie,
Sherlock – Stagione 2, episodio 3: recensione dell’episodio “The Reichenbach Fall”
Ne Sherlock – Stagione 2, episodio 3 “Il Professor James Moriarty” non è un avversario comune: l’iconica nemesi di Sherlock Holmes, assoldata da Sir Arthur Conan Doyle allo scopo di eliminare un protagonista talmente famoso e amato da essere divenuto scomodo e ingombrante, ha sempre affascinato la cultura popolare ben oltre i limiti imposti dalla pagina scritta, colpevole di aver esaurito la figura del villain nelle poche pagine del racconto “The Final Problem” (presente nella raccolta Le Memorie di S. H.); difficile trovare un adattamento che abbia resistito alla tentazione di ampliare il più possibile la storia del Napoleone del Crimine, per regalare ad Holmes uno scontro degno di questo nome e portare sotto i riflettori le leggendarie Cascate di Reichenbach, iconico luogo dove il Detective sembra perire insieme al suo nemico e che fa venire i brividi a tutti gli appassionati del Canone.
“Is the Napoleon of crime, Watson. He is the organizer of half that is evil and of nearly all that is undetected in this great city. He is a genius, a philosopher, an abstract thinker. He has a brain of the first order. He sits motionless, like a spider in the center of its web, but that web has a thousand radiations, and he knows well every quiver of each of them.” ( Sherlock Holmes, The Final Problem, Arthur Conan Doyle).
Col terrorizzante nome di Moriarty pronto a far capolino sin dal primo episodio, sapevamo che anche per lo Sherlock della BBC il momento della resa dei conti sarebbe presto arrivato: ciò che ignoravamo era che Steven Thompson, terzo sceneggiatore della serie spesso considerato la penna più debole del team(per alcune ingenuità in The Blind Banker, suo precedente episodio), sarebbe stato in grado di costruire la complessa architettura di un finale tanto splendido ed efficace, pronto a sorprendere e commuovere come mai prima.
Concepito come il lungo flashback di un distrutto John Watson (Martin Freeman) , ritornato da quella terapista che ben 18 mesi prima era stata resa inutile dall’incontro con Sherlock (Benedict Cumberbatch), The Reichenbach Fall rompe gli indugi svelando subito ciò che fu per i primi lettori di Doyle uno shock senza precedenti: Sherlock Holmes è morto, lasciando l’amico John a sopportare il peso di un mancanza talmente dolorosa e assurda da dover essere quasi rinnegata, come un brutto incubo dal quale è ancora possibile svegliarsi (”You… you told me once that you weren’t a hero. Umm, there were times I didn’t even think you were human. But let me tell you this, you were the best man, the most human… human being that I’ve ever known, and no-one will ever convince me that you told me a lie, so there. I was so alone, and I owe you so much. But, please, there’s just one more thing, one more thing, one more miracle, Sherlock, for me. Don’t be… dead. Would you do that just for me? Just stop it. Stop this.).
Se il disappunto dei fan vittoriani per la fine di Holmes fu tale da costringere il suo autore a rimediare con una lesta resurrezione, oggi sappiamo per certo che la salvezza del personaggio non è più in discussione, ma continuiamo egualmente ad attendere questo momento con impazienza non tanto preoccupati per il destino del Detective quanto per il povero Dottore, lasciato nello sconforto e tenuto all’oscuro di un disegno che puntualmente vorremmo rivelargli.
Sherlock 2×03, l’episodio
Eccoci allora 3 mesi prima dell’evento, quando tutto sembra andare per il meglio e la fama di Sherlock, indissolubilmente legata all’eccezionale ritrovamento del quadro” Le Cascate di Reichenbach ” di William Turner (furbo stratagemma per introdurre la location senza davvero utilizzarla), è in costante ascesa. Quando le sorprendenti capacità di Holmes sono ormai universalmente riconosciute Jim Moriarty (Andrew Scott) torna in scena in grande stile, usando una misteriosa chiave d’accesso per violare la sicurezza di tre dei luoghi più blindati del Regno Unito: la Torre di Londra, la Banca di Inghilterra e la Prigione di Pentonville restano improvvisamente prive di protezione, mentre il Criminale attende comodamente l’arrivo degli agenti sulla sedia dell’Incoronazione deciso a farsi arrestare.
Dopo un processo farsa che gli rende la libertà in breve tempo, con la pazienza di un ragno (nelle parole di Sherlock e dello stesso Conan Doyle) Moriarty continua a tessere la sua tela per raggiungere l’obiettivo a lungo prefissato di schiacciare l’avversario, non grazie a una rapida morte ma a una totale e irreparabile distruzione della sua reputazione: Sherlock Holmes è solo un impostore, l’uomo comune che ha assunto un attore di nome Richard Brook per impersonare il ruolo di Moriarty, null’altro che una persona ordinaria con manie di protagonismo alla ricerca di notorietà; le capacità deduttive di Sherlock sono troppo straordinarie per essere vere ed è più facile credere che non siano mai esistite, piuttosto che accettare la realtà.
Dopo aver compreso che la Corsa di Moriarty potrà fermarsi solo col suicidio del finto Detective, pubblica ammissione di colpa per la grande menzogna raccontata, Sherlock si presenta sul tetto del St Bartholomew’s Hospital ed affronta il suo avversario, certo di poter scambiare il codice di accesso a tutti i sistemi di sicurezza che ogni criminale di Londra sta disperatamente cercando: auspicando un finale degno delle sue aspettative Moriarty è pronto a rispondere ad arte mettendo sotto tiro John, Lestrade (Rupert Graves) e Mrs Hudson (Una Stubbs) per farli uccidere all’istante se Sherlock si rifiuterà di saltare dall’edificio; per essere sicuro che il suo avversario non possa risalire al comando necessario a fermare i suoi cecchini, Jim Moriarty esce di scena sparandosi un colpo alla testa, costringendo quindi Holmes a mettere fine alla sua vita per salvare i suoi amici.
Precipitatosi sul posto dopo essere stato allontanato dallo stesso Sherlock con uno stratagemma( qui è un presunto incidente mortale a Mrs Hudson, sulla carta era la malattia improvvisa di una Signora sconosciuta), John riceve una straziante telefonata dall’amico: la confessione fra le lacrime di aver mentito sin dall’inizio e un ultimo addio prima di saltare nel vuoto sotto gli occhi atterriti del fido Watson.
La parola fine in Sherlock 2×03 sembra così scritta sulla lapide di Holmes, suggellata dal saluto militare che John riserva al compagno d’avventure che l’aveva salvato dalla solitudine: sopravvissuto alla caduta in circostanze sconosciute Sherlock rimane in disparte, guardando l’amico allontanarsi. C’era una volta un detective brillante e solitario(“Alone is what I have, Alone protects me”), talmente sicuro delle sue capacità da essere disposto a rischiare la vita pur di provare la propria superiorità intellettuale: il sociopatico iperattivo di A Study in Pink sembra molto lontano dall’uomo che abbiamo visto in The Reichenbach Fall, deciso a gettare via nome e reputazione per seguire le ragioni del cuore.
Anche se privata della spettacolare location delle Cascate, la soluzione del “problema finale” offerta dalla seconda serie di Sherlock non solo conserva il fascino dell’originale, ma piuttosto amplifica l’epicità dello scontro con un intreccio ricchissimo, abile a mischiare le classiche trame della lotta fra bene e male con le ambizioni di un thriller dal sapore quasi Nolaniano: l’eroe getta la maschera e sacrifica il simbolo positivo che incarna per proteggere un bene superiore, mentre quel mondo che non era pronto ad accoglierlo sceglie di abbracciare la menzogna solo perché è più facile convivere con la mediocrità che con l’eccezione.
In una non troppo velata critica al potere dei media e alle morbose manipolazioni della stampa (forse il più eclatante punto debole di cui soffre il Regno Unito) Thompson fa un balzo degno del miglior cinema di genere, riservando al famigerato Genio del Crimine un congedo sconvolgente: molti troveranno il suo suicidio una forzatura imprevista, ma quando Moriarty comprende che Sherlock non è più un affascinante Doppelgänger ed è pronto a mettere gli affetti al di sopra di tutto, la sfida perde improvvisamente d’ interesse e la fine è l’unica soluzione auspicabile(“ Every fairy tale needs a good old-fashioned villain. You need me or you’re nothing. Because we’re just alike, you and I, except you’re boring. You’re on the side of the angels”).
La prova di Andrew Scott, vincitore del BAFTA come migliore attore non protagonista, è impeccabile, ma il controllo della scena rimane ancora una volta ben saldo fra le mani del gigantesco Sherlock di Benedict Cumberbatch: il suo addio a Watson, ancora più straziante perché raccolto per telefono e non per lettera, è una scena che porteremo nel cuore per molto tempo e dinanzi alla quale le lacrime sono quasi inevitabili; dall’altra parte della strada, un attonito Martin Freeman completa l’episodio grazie a una performance perfettamente in sintonia col suo personaggio, leale fino alla fine contro tutto e tutti ( “I know you for real”) e pur trattenuto dinanzi alla morte dell’amico, costretto a lasciare che il contegno militare e la sua indole introversa prendano il sopravvento per sopravvivere alla sofferenza.
Sappiamo per certo che Sherlock è sopravvissuto e che la dolce patologa Molly Hooper( Louise Brealey) ha avuto un ruolo determinante(il Detective le chiede aiuto poco prima di affrontare Moriarty), ma questo non rende la ferita meno dolorosa: abbiamo bisogno che Sherlock e John tornino subito da noi, di nuovo insieme, di nuovo uniti più che mai. Il countdown per la terza serie, prevista per l’autunno 2013, è già iniziato.
Kevin Feige e l’avvento di Thanos
Nel corso di una recente intervista Kevin Feige, presidente dei Marvel Studios, Kevin Feige si è soffermato sul personaggio di
Box Office ITA del 24 settembre 2012
Apre in testa Magic Mike, seguito da Prometheus e Ribelle – The Brave. Discreti incassi per le altre new entry.
John Travolta tra Killer e Football
Dopo anni in cui ha fatto notizia più per tragedie famigliari e scandali che per i propri film, per John Travolta sembra si stia aprendo una nuova fase, in cui la sua attività di attore sembra fortunatamente destinata ad avere un ruolo centrale: dopo aver partecipato a Le Belve di Oliver Stone, l’attore ha annunciato di aver in cantiere altri due progetti.
Il primo è il reboot di The Killer di John Woo, mentre il secondo è un biopic dedicato al pluridecorato coach di football americano Vince Lombardi; a questo secondo progetto Travolta tiene particolarmente: suo padre fu infatti allenato da Lombardi a inizio carriera. L’allenatore vince due Super Bowl con i Green Bay Packers negli anni ’60, e lo stesso trofeo è intitolato a lui. Per quanto concerne il remake del film di Woo, Travolta sarà diretto da John H. Lee. Nel frattempo, lo vedremo assieme Robert De Niro in Killing Season. Altro pogetto in cantiere, il fim dedicato alla cosca mafiosa italo-americana dei Gotti, per ora lasciato in stand-by.
Fonte: ComingSoon.It
Indana Jones 5: Steven Spielberg aspetta George Lucas
Da tanto tempo si parla di un quinto Indiana Jones, ma il progetto non parte mai; nel frattempo, gli anni si accumulano sulla schiena di Harrison Ford: siamo a quota 70. In una recente intervista, Steven Spielberg ha spiegato che tutto potrebbe partire se soltanto George Lucas si decidesse a dare un colpo sull’acceleratore. Sentiamo Spielberg:
“Tutto è nelle mani di George. Io ci sono, Harrison è pronto: sta a George realizzare la sceneggiatura o almeno preparare la scaletta e la storia”
Ricordiamo che farà parte del progetto anche Shia LaBeouf. Ma davvero si andrà fino in fondo? I fan cominciano a temere che il procrastinarsi della cosa possa mestamente portare a un nulla di fatto. L’ultimo capitolo della saga, Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo, è uscito nel 2008.
Fonte: Movies
The story of the film: recensione del documentario
Un documentario ambizioso scritto e diretto da Mark Cousins, nato da una profonda passione per il cinema e i viaggi, e tratto dal suo omonimo libro. The story of the film – nelle sale dal 25 settembre – è un progetto ammirevole che, nel soffermarsi sulle tappe fondamentali dell’innovazione cinematografica, ne ripercorre l’intero ciclo evolutivo, dalla genesi, nel lontano e magico 1895, fino alla rivoluzione odierna.
Cousins ha girato il mondo, esplorato luoghi inenarrabili – come l’appartamento di Ejzenstein a Mosca o il villaggio indiano in cui fu girato Pather Panchali di Satyajit – raccolto testimonianze, preziosi spunti e frugato nelle menti di alcuni tra i più grandi maestri del cinema.
Da Hollywood a Mumbai, dalla Londra di Hitchcock a Tokyo, passando per Parigi, Mosca, Dakar, e Teheran, tutti i luoghi esplorati sembrano conservare ancora quell’essenza vintage e sublime del cinematografo di un tempo. Cruciali incroci di idee, di registi e attori leggendari, attraverso i quali Cousins ci racconta come il cinema sente e riflette i cambiamenti storici, esaltandone l’esuberanza e la tristezza.
The story of the film, il film
Poderosa opera filmica, un puzzle di circa mille spezzoni di film, che cerca di tracciare i confini di epoche che, nell’incessante sovrapporsi, si contraddistinguono in quanto a peculiarità tecniche e concettuali. 15 capitoli per 15 ore, non il semplice frutto di un collage di interviste, fotografie e grafici, ma il risultato di una profonda urgenza comunicativa, non un banale compendio della storia del cinema, bensì la volontà di trasmetterne l’anima e la poesia. In quest’ottica vanno interpretate le tante scene girate all’alba e al crepuscolo con una voce fuori a campo a suggerisce un pò l’effetto di lampada magica.
A dare mordente, ad esempio, ai due episodi proiettati – La devastazione della guerra e il nuovo linguaggio filmico del secondo dopoguerra e Il nuovo cinema americano dal ’67 al ’79 – è la capacità del regista di descrivere stili, generi, influenze e contaminazioni, andando alla riscoperta di preziose pellicole, adoperando raffronti di inquadrature tesi ad evidenziare le conquiste tecniche e stilistiche. Si pensi alla rivoluzione della profondità di campo, inaugurata da Ford e legittimata da Welles, o alla de-drammatizzazione voluta dal Neorealismo italiano che, al contrario del contemporaneo cinema hollywoodiano, bandiva eventi forzati ed esagerati per dare spazio a inquadrature povere, traballanti e tragicamente aderenti alla realtà.
Pregevole anche il dibattito sul nuovo cinema americano, su come esso sia stato attraversato, all’alba delle rivoluzioni studentesche, da correnti antagoniste ma ugualmente influenti. Da una parte il cinema manierista di Bogdanovich e Peckinpah, devoto al cinema classico, di cui propone una versione rivisitata; dall’altra, un cinema d’opposizione sdoganato dagli avventurosi Hopper a Altman fino a Coppola e Scorsese. Ma c’è anche il filone satirico che, nel proclamare la sua estraneità al dibattito, sbeffeggiava la società – in malora – sul modello dei fratelli Marx.
The story of the film è tutto questo, un’ode al cinema e alla sua magia, ma anche il racconto personale di un viaggiatore nel tempo e nello spazio, nonché il tramite prediletto della sua curiosità e delle sue emozioni.
Appartamento ad Atene: recensione del film
Torniamo indietro nel passato ma neanche di troppo, per plasmare dei racconti narrati dai nostri nonni e che improvvisamente paiono divenire reali. Appartamento ad Atene, di Ruggero Dipaola, prende come spunto la storia vera di Glenway Wescott per innescare le storie che i suoi cari gli hanno raccontato nel tempo e trasmettere il senso del disagio che nasce laddove la parola libertà non trova più il suo posto.
Il protagonista di questo film (Appartamento ad Atene) è un appartamento, la casa di una famiglia benestante, gli Helianos, che per via dei suoi spazi ampi e raffinati è stata scelta dal Capitano Kalter per soggiornarvi e viverci. Le stanze luminose, ben arredate e che esprimono il carattere dei singoli personaggi sono improvvisamente colonizzate da uno straniero, che in un primo momento non usa alcuna cortesia per gli indigeni di quel luogo. La storia si articola in un via vai continuo narrando l’evoluzione di un rapporto e il suo tragico epilogo.
Appartamento ad Atene, il film
All’interno di questo microcosmo si assiste al nervosismo di una madre, intollerante verso la prepotenza di uno straniero e gelosa per i suoi spazi, accuditi con molta dedizione, da contrapporre alla gentilezza e comprensione del capo famiglia per un uomo dall’occhio vitreo e impenetrabile, che pare subire un lieve cambiamento, tale da alterare i limiti instaurati e da ingannare la percezione di chi lo accoglie. Il racconto del regista non si immerge a pieno nel dramma di una guerra, ma utilizza solo degli elementi per mettere in risalto le relazioni umane, per paragonare le conseguenze causate da atteggiamenti diversi ed esprimere quanto il concetto di cultura e morale possa cambiare radicalmente da una formazione ad un’altra.
Così, lo spettatore osserva delle dicotomie che cercano di trovare il giusto ingranaggio per una migliore convivenza: il piccolo Alex, scontroso e irrisorio, si oppone alla personalità inesistente e vanitosa della sorella maggiore Leda, la forza e determinazione di una madre è affiancata alla cortesia e troppa pacatezza del Signor Helianos e infine la cultura e lungimiranza di quest’utlimo sembra inizialmente accostarsi all’animo del Capitano, ma questo finto abbaglio condurrà, inevitabilmente, verso un dramma senza speranza.
In Appartamento ad Atene, il regista affianca delle situazioni molto simili, degli eventi che mutando, determinano il capovolgimento dei ruoli ma al contempo evidenzia quanto diverse siano le reazioni di chi vive eventi simili ma letti e analizzati da prospettive lontane fra loro.
Un Hulk movie? Ok, ma dopo The Avengers 2. Parola del boss Marvel Kevin Feige
Il presidente dei Marvel Studios Kevin Feige, intervistato da MTV, ha parlato della possibilità di vedere nei prossimi anni un nuovo film interamente dedicato a Hulk,
Innocence of Muslims può restare su Youtube. Taglia di 100mila dollari sull’autore
Tragedia sul set di The Lone Ranger
Un membro della troupe di The Lone Ranger, film Disney con Johnny Depp, è morto per arresto cardiaco mentre era immerso in una vasca piena d’acqua; la stava preparando per una sequenza subacquea. Inutile il tempestivo elisoccorso. Lo studio ha confermato la tragedia (senza render noto il nome dello sventurato) con queste righe:
“Ci dispiace confermare che un membro della troupe di The Lone Ranger è morto dopo il trasporto in un ospedale locale. In questo momento i nostri cuori e pensieri sono con la sua famiglia, gli amici e i colleghi, e l’indagine su questa sciagura avrà tutto il nostro appoggio”
In The Lone Ranger, Johnny Depp interpreta il guerriero indiano Tonto, fedele amico del protagonista il cui ruolo è stato affidato ad Armie Hammer. Depp e Hammer saranno affiancati da un cast di stelle internazionali tra cui Tom Wilkinson, nominato due volte dall’Academy Award per “Michael Clayton” e per “In the Bedroom”, vincitore di un Emmy e di un Golden Globe; William Fichtner, il vincitore di un Emmy, Barry Pepper; James Badge Dale; Ruth Wilson, star televisiva in “Jane Eyre” e “Luther”; Helena Bonham Carter, due nomination all’Oscar e sei nomination ai Golden Globe (“Il discorso del re” “Alice in Wonderland”). L’uscita del film è prevista per il 31 maggio 2013.
The Lone Ranger è un emozionante film d’avventura intriso di azione e humor, in cui il famoso eroe mascherato torna a rivivere attraverso nuovi occhi. Il guerriero indiano Tonto (Johnny Depp) racconta la storia di John Reid (Armie Hammer), uomo di legge che divenne leggenda, trascinando il pubblico in un’avventura fatta di imprese epiche e rocambolesche, vissute dai due eroi impegnati nella lotta all’avidità e alla corruzione.
The Lone Ranger è scritto da Ted Elliott e Terry Rossio (“Pirati dei Caraibi”), Eric Aronson e Justin Haythe. Mike Stenson, Chad Oman, Ted Elliott, Terry Rossio, Eric Ellenbogen ed Eric McLeod sono i produttori esecutivi della pellicola.
Fonte: TMZ
Scary Movie 5, Lindsay Lohan e Charlie Sheen in una scena del film!
Le riprese di Scary Movie 5 sono iniziate da appena due settimane ed ecco che già arriva la prima immagine del film in cui vediamo insieme due dei protagonisti, Charlie Sheen e Lindsay Lohan.
Pacific Rim: Guillermo Del Toro cambia idea sul 3D!
Dopo le dichiarazioni che Guillermo del Toro aveva rilasciato al Comic-con di San Diego nel quale sosteneva che il suo nuovo film non sarebbe stato riconvertito in 3D, perché la stereoscopia limitava la portata di Pacific Rim sembrava una vera sorpresa l’annuncio della Warner Bros di pochi giorni fa della riconversione in 3D della pellicola. Ora arrivano le dichiarazioni dello stesso regista che spiega il cambio di opinione sulla riconversione, sostenendo che non tutte le scene saranno riconvertite in 3D e lo stesso processo che in genere dura poche settimana durerà invece ben 40 settimane e che le scene completamente in Computer grafica verranno realizzate in 3d nativo.
Uo chiesto (e ottenuto) che mi venisse concesso del budget extra da dare alla ILM in modo che le scene completamente in computer grafica vengano realizzate in 3D nativo. Sembra che le premesse a questa riconversione che ha spiazzato molti siano molto buone. Vi ricordiamo che la pellicola è attesa negli USA per il 12 Luglio del 2013.
Pacific Rim uscirà nelle sale il 12 luglio 2013.
Quando legioni di mostruose creature, note come Kaiju, iniziano a sorgere dai mari, avrà inizio una guerra che porterà via milioni di vite e consumerà per anni le risorse dell’umanità. Per combattere i giganteschi Kaiju verrà sviluppato uno speciale tipo di arma: degli imponenti robot, chiamati Jaegers, controllati simultaneamente da due piloti le cui menti vengono collegate tramite un ponte neuronale. Ma anche gli stessi Jaegers sono quasi indifesi di fronte agli implacabili Kaiju. Ormai sull’orlo della sconfitta, le forze di difesa dell’umanità non avranno altra scelta se non quella di mandare avanti due improbabili eroi – un ex pilota in declino (Charlie Hunnam) e un’apprendista inesperta (Rinko Kikuchi) – uniti per pilotare un leggendario, ma al contempo obsoleto Jaeger del passato. Insieme, rappresenteranno l’ultima speranza dell’umanità contro l’imminente apocalisse.
Due nuovi attori per Thor: The Dark World!
Secondo Comicbookmovie altri due volti nuovi si sono aggiunti al cast del sequel Marvel Thor: The Dark World. Si tratta di Clive Russell e Richard Brake, il primo ha preso parte a Sherlock Holmes: gioco di ombre e a Game of Thrones, il secondo(nella foto) invece uccise i genitori di Bruce Wayne in Batman Begins. Invece, non è stato rivelato con quali ruoli prenderanno parte al film, attualmente in fase di riprese in Gran Bretagna. Per ulteriori info sul film vi ricordiamo il nostro speciale Thor: The Dark World
Diretto da Alan Taylor Thor: The Dark World vede nel cast Chris Hemsworth, Natalie Portman, Tom Hiddleston, Stellan Skarsgård, Idris Elba, Christopher Eccleston, Adewale Akinnuoye-Agbaje, Kat Dennings, Ray Stevenson, Zachary Levi, Tadanobu Asano e Jaimie Alexander con Rene Russo e Anthony Hopkins nei panni di Odino.
Il film Marvel Thor: The Dark World riporta sul grande schermo Thor, il potente vendicatore, in lotta per salvare la Terra e i Nove Regni da un oscuro nemico più antico dell’universo stesso. Dopo i film Marvel Thor e The Avengers, Thor torna a combattere per riportare l’ordine tra i pianeti… ma un’antica dinastia dominata dallo spietato Malekith minaccia di far ripiombare l’universo nell’oscurità. Di fronte a un nemico al quale né Odino né Asgard riescono a opporsi, Thor deve intraprendere il viaggio più pericoloso e introspettivo della sua vita, che lo ricongiungerà con Jane Foster e lo costringerà a sacrificare tutto per la salvezza dell’intero universo.
Lo Hobbit: il poster con protagonista Bilbo!
Dopo un po’ di giorni dall’uscita del trailer arriva un nuovo sorprendente poster de Lo Hobbit: un viaggio inaspettato, con protagonista assoluto Bilbo, interpretato da Martin Freeman.
Una Notte da Leoni 3: anche Melissa McCarthy nel cast?
Stando alle ultime indiscrezioni, Melissa McCarthy (nomination come miglior attrice non protagonista agli Oscar 2012 per l’interpretazione in Le amiche della sposa), sarebbe in trattative per entrare a far parte del cast di Una Notte da Leoni 3. Per quanto i dettagli riguardo al suo ruolo siano ancora segreti, si tratterà probabilmente di un cameo o di un ruolo minore come quello riservato a Mike Tyson in Una notte da leoni 2. Il cast di Una notte da leoni 3 vanta già interpreti come Bradley Cooper, Ed Helms, Zach Galifianakis, Gillian Vigman, Jamie Chung e Sasha Barrese, le ultime tre nei panni delle mogli dei protagonisti.
Al via le riprese di Saving Mr. Banks!
La Disney ha ufficialmente annunciato l’inizio delle riprese di Saving Mr. Banks, film che racconterà di come Walt Disney riuscì ad ottenere da Pamela Lyndon Travers i diritti per Mary Poppins, dopo quattordici anni di tentativi.
A vestire i panni di Walt Disney sarà Tom Hanks, mentre John Lee Hancock si occuperà della regia. Il film, intitolato Saving Mr. Banks con ovvio riferimento al personaggio interpretato da David Tomlinson, si basa su uno script di Kelly Marcel (creatore della serie TV “Terra Nova”) e vanta interpreti come Emma Thompson e Colin Farrell.
Saving Mr. Banks con protagonista Tom Hanks nei panni di Walt Disney, diretto da John Lee Hancock (The Blind Side, Alamo-Gli Ultimi eroi) e scritto da Kelly Marcel e Sue Smith.
Il film narra la storia dei problemi affrontati da Walt Disney – per ben 14 anni – per portare sullo schermo il romanzo di Pamela L. Travers, Mary Poppins, e della difficoltà nel convincere l’autrice a cederne i diritti. Saving Mr. Banks segue la realizzazione di questo classico, in fase di sviluppo, lavorazione e uscita. Mary Poppins, coi suoi 5 Oscar e lo stratosferico successo di pubblico, sarebbe poi diventato uno dei fiori all’occhiello della Disney. Nonostante questo, la bisbetica Travers odiò la pellicola, incluse le straordinarie sequenze animate. Del cast fanno parte, oltre a Tom Hanks, Emma Thompso, Colin Farrell, Bradley Whitford, Jason Schwartzman e Paul Giamatti. La release statunitense è fissata per il 20 dicembre 2013. Inoltre, qualora non l’abbiate fatto, vi consigliamo di dare uno sguardo al trailer italiano di Saving Mr Banks.
Bittersweet Life: in arrivo il remake!
Secondo le ultime indiscrezioni, sarebbe in arrivo il remake americano di Bittersweet Life, film sudcoreano uscito nel 2005 e presentato fuori concorso al 58° Festival di Cannes.
Snitch: nelle sale statunitensi a febbraio 2013!
Vita di Pi: ecco il nuovo trailer internazionale!
è stato diffuso online il nuovo trailer internazionale per vita di Pi, attesissimo film in 3D diretto da Ang Lee.
Nel film, che vanta nel cast anche Gerard Depardieu, Adil Hussain e Irrfan Khan, si narrerà la storia di un ragazzo rimasto bloccato bloccato per 227 giorni su una barca insieme ad una tigre, una iena, una zebra e un orango.
Potete vedere il trailer qui sotto:
http://www.youtube.com/watch?v=5IKKVxJS5AQ&feature=player_embedded
fonte: badtaste.it
Nuove foto per Silent Hill: Revelation 3D!
Silent Hill: Revelation 3D arriverà nei cinema italiani in tempo per la notte di Halloween( il 31 ottobre) poco dopo l’uscita americana il 27 ottobre. Nell’attesa, ecco alcune inquietanti nuove immagini del film di Michael J. Bassett con protagonista l’attrice australiana Adelaide Clemens(Wolverine, Parade’s End).
Potete vederle qui sotto:
fonte: badtaste.it
Kick-Ass 2: Jim Carrey sul set!
Sono arrivate in questi giorni le prime foto di Jim Carrey dal set di Kick-Ass 2, che vede l’attore americano nei panni del Colonnello. Scritto da Matthew Vaughn e Jeff Wadlow, il film uscirà il 28 giugno 2013 negli USA e vedrà ritornare nel cast Aaron Johnson e Chloe Moretz. Potete vedere tutte le foto qui sotto:
Tornano i protagonisti dell’irriverente commedia d’azione sui supereroi del 2010 diventata in breve tempo un cult cinematografico. In Kick-Ass 2 la ragazza assassina Hit Girl (Chloë Grace Moretz) e il giovane vigilante Kick-Ass (Aaron Taylor-Johnson) stanno entrambi cercando di vivere come due normali teenager con i nomi di Mindy e Dave. Preoccupato del diploma di fine anno e di un futuro alquanto incerto, Dave crea la prima squadra di supereroi “mondiali” insieme a Mindy. Sfortunatamente però la ragazza viene scoperta nei panni di Hit Girl, ed è costretta a ritirarsi, restando sola ad affrontare il terrificante mondo della scuola, popolato da malvagie studentesse. Nel frattempo Red Mist sta creando la propria squadra per far pagare ai suoi acerrimi nemici – Kick-Ass e Hit Girl – per ciò che hanno fatto a suo padre…
Skyfall: uno spot Heineken!
Nell’attesa che 007: Skyfall arrivi nelle sale il 31 ottobre, è stato lanciato un nuovo spot proporzionale Heineken, sponsor ufficiale del film, con Daniel Craig e Berenice Marlohe. Potete vederlo qui sotto:
http://www.youtube.com/watch?v=rMj93N6f5TQ&feature=player_embedded
Jorma Taccone per Spy Guys
Jorma Taccone dirigerà Spy Guys, nuova action-comedy targata New Line Cinema. Taccone, attore, regista, sceneggiatore e autore TV, ha debuttato come regista cinematografico con MacGruber (2010), commedia ispirata all’omonimo sketch del Saturday Night Live. Spy Guys ruoterà attorno alle avventure di un agente CIA che, recatosi in Europa per il matrimonio di un amico, viene incastrato diventando improvvisamente un nemico degli Stati Uniti.
Adam Sztykiel si occuperà della sceneggiatura; in produzione Andy Samberg, John Rickard, il regista di Vicini del terzo tipo Akiva Shaffer e lo stesso Taccone. Non si sa ancora niente sul cast e i tempi di realizzazione.
Fonte: The Hollywood Reporter
Justin Timberlake vivo grazie al bacio di Amy Adams
Incidente pericoloso sul set di Trouble with the Curve. L’attore protagonista, Justin Timberlake stava per andare in ipotermia a causa della temperatura bassissima che c’era sul set, ma la sua collega e compagna di set, Amy Adams, visto il volto quasi cianotico di Justin non ha esitato a operargli una respirazione bocca a bocca, salvandogli così la vita.
Tutta colpa di una scena in cui Timberlake era immerso in un ruscello, le cui acque erano ad una temperatura di poco inferiore ai 10 gradi.
Il Baywatch cinematografico affidato Robert Ben Garant
Le Belve: recensione del film di Oliver Stone
Arriva in Italia Le Belve, ultimo film di Oliver Stone tratto dall’omonimo romanzo di successo del 2010 scritto quasi di getto da Don Winslow. A Winslow si deve anche la sceneggiatura, scritta a sei mani con Shane Salerno e lo stesso Stone.
Le Belve ruota intorno alla droga, allo spaccio d’erba ad alti livelli a confine tra California e Messico e si muove tra dei narcotrafficanti messicani senza scrupoli e un trio di piccoli spacciatori che lavorano in proprio. O (sta per Ophelia), Chon e Ben sono un terzetto particolare: vivono insieme, hanno un legame profondo, condividono ogni cosa, dai loro corpi ai loro pensieri alle loro ricchezze, e si arricchiscono con il traffico di erba in tutto il Paese, seguendo una sola regola: non dar fastidio a nessuno.
Le Belve, il film di Oliver Stone
La loro erba è la migliore in circolazione e così degli uomini sbarrano loro la strada, provando a fermare la loro ascesa. Sono gli uomini di Elena, il boss, o meglio la “Reina” dei narcotrafficanti messicani, colei che non ha rivali. La situazione però si complica quando i due giovani non vogliono stare al patto propostogli dagli scagnozzi della Reina, e così lei prenderà dei provvedimenti per farsi obbedire.
Olive Stone non si smentisce e mette insieme una storia di violenza, un po’ pulp, che ricorda moltissimo i suoi lavori precedenti ma che forse testimonia un po’ la perdita di smalto da parte del regista. Le Belve ha una trama esile e dilatata su una durata superiore al dovuto, così che il risultato finale è un film un po’ noioso che poteva essere risolto con più ritmo e mordente in 90 minuti, al posto del 131 del montaggio finale.
Gli interpreti che, senza distinzioni di età ed esperienza, regalano una buona prova collettiva, soprattutto per la vecchia generazione segnaliamo la performance di Benicio Del Toro, nei panni del losco e doppiogiochista Lado, scagnozzo di Elena. Oltre a Del Toro, nel cast la Gossip Girl Blake Lively, Aaron Taylor-Johnson, Taylor Kitsch, Salma Hayek e un ritrovato John Travolta.
Il filo conduttore de Le Belve, al di là del nodo narrativo che ruota intorno alla droga, dovrebbe essere senza dubbio il concetto di “belva”, che da il titolo al film (e al romanzo), che varia a seconda del campo visivo in cui ci troviamo: sono belve degli assassini senza scrupoli, assetato di soldi e potere, ma forse anche dei ragazzi che hanno un modo tutto loro di concepire l’amore fisico e spirituale. Il concetto, seppure importante, viene appena accennato, lasciando in ombra quella che poteva essere la questione più interessante del film. Le Belve è un film tipicamente stoniano, chi non ama i regista resti pure a casa.











