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John Lithgow in Dog Fight

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John Lithgow (L’alba del pianeta delle scimmie) sarà nel cast di Dog Fight, commedia politica diretta

The Tree of life director’s cut di cinque ore!

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The Tree of life director’s cut di cinque ore!
Il film evento della stagione appena trascorsa The Tree of life, vincitore della Palma d’Oro allo scorso Festival di Cannes uscirà presto in una director’s cut per la gioia del regista Terrence Malick.
A quanto sembra la versione sarà quella che il regista aveva in mente sin dall’inizio, senza le imposizioni del sistema. Stiamo parlando di un film che sfiorerà le cinque ore di durata. La cosa era già stata anticipata dal l direttore della fotografia Emmanuel Lubezki ha detto ai Les Cahiers du Cinéma che Terrence Malick che stava preparando una versione da sei ore del film:
La versione più lunga vedrà probabilmente, per la maggior parte, le scene che riguardano la parte dei bambini. C’erano cose eccezionali, abbiamo girato molto, molte cose sull’infanzia di Jack:. i suoi amici, la sua evoluzione, i suoi cambiamenti, la sua consapevolezza della perdita della sua infanzia.

The Tree of life: director’s cut di cinque ore!

A noi cinefili non ci resta che attendere questa straordinaria versione del film. Vi ricordiamo la nostra recensione:The Tree of life, a cura della nostra cultrice del cinema malickiano Chiara Guida.

Tower Heist – Colpo ad alto livello: recensione

Tower Heist – Colpo ad alto livello: recensione

Arriva nelle sale italiane Tower Heist – Colpo ad alto livello, commedia che parla di poveri che tentano di derubare i ricchi. Un gruppo di addetti alla manutenzione, per punire l’uomo che li ha defraudati delle loro pensioni, un ricco uomo d’affari di Wall Street che vive in un attico a Manhattan, organizzano un furto in grande stile, guidati dal loro direttore.

In Tower Heist – Colpo ad alto livello un gruppo di addetti alla manutenzione, per punire l’uomo che li ha defraudati delle loro pensioni, un ricco uomo d’affari di Wall Street che vive in un attico a Manhattan, organizzano un furto in grande stile, guidati dal loro direttore.

Tower Heist – Colpo ad alto livello, il film

Gli ingredienti che si mescolano nell’opera sono tutti quelli di una commedia alla “Colpo Grosso” anche se gli splendori di quel film non sono minimamente paragonabili al tiepido luccichio che emana questa pellicola. Il problema di fondo del il film diretto da Brett Ratner è che escluso il simpatico siparietto fra i personaggi di Ben Stiller e Tea Leoni, non ci sono altri spunti e il tutto pecca di originalità. Le vicende narrate come gli espedienti che mandano avanti il racconto sono già visti e nulla possono il talento comico di Ben Stiller o quello un po’ arrugginito di Eddy Marphy che solo in alcuni tratti riescono ad esaltare il film.

Pur impreziosito da un cast di caratteristi niente male il film a stento decolla, rimanendo sempre in una sufficiente aurea d’immobilità.  Per quanto ci si aspetti una svolta che faccia cambiare ritmo all’azione, quando arriva è così blanda che la si avverte appena, diventando anche in molte occasioni prevedibile e ripetitiva.

Nota positiva è la performance di Matthew Broderick, attore poco utilizzato dall’industria ma che possiede delle buone doti di autoironia. D’altro canto invece la presenza di Casey Affleck non fa altro che insinuare nello spettatore più arguto la nostalgia per i bei momenti passati insieme nella saga di Ocean’s, ricordato a tratti anche dalle musiche qui composte da Christophe Beck.

Tower Heist è una commedia che rasenta la sufficienza, a tratti piacevole ma completamente incostante. Da attori di questo calibro ci si aspetta sempre qualcosa in più che per ovvie ragioni molto spesso non si verifica.

La Donna in Nero – Full Trailer Ufficiale

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Il full trailer ufficiale del film “La Donna in Nero (The Woman in Black)” di James Watkins, con Daniel Radcliffe, Ciarán Hinds, Janet McTeer e David Burke.

Chris Evans sostituisce James Franco in The Iceman

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Chris Evans sostituirà James Franco in The Iceman, film incentrato sulla vicenda reale di Richard Kuklinski e della sua doppia vita, divisa tra l’apparente normalità di un padre di famiglia e l’attività di killer e mercenario. Il ruolo del protagonista sarà interpretato da Michael Shannon, mentre Maggie Gyllenhaal vestirà i panni della moglie, ignara dell’attività del marito.

Chris Evans è stao scritturato per il ruolo di Rober Pronte (alias Mr Softee), il ‘mentore’ di Kuklinski; nel cast potrebbero entrare anche David Schwimmer nel ruolo di un ‘collega’ e Ray Liotta in quelli di un boss criminale. Il film sarà diretto da Ariel Vromen, che ha anche realizzato la sceneggiatura, basandosi sulla biografia di Anthony Bruno:  The Iceman: The True Story Of A Cold-Blooded Killer. Le riprese dovrebbero cominciare il prossimo mese.

Fonte: EMPIRE

Julie Delpy dirigerà il biopic su Joe Strummer

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Julie Delpy dirigerà il biopic su Joe Strummer

Periodo di intensa attività per Julie Delpy: al terzo capitolo del ciclo aperto con Before Sunrise e seguito con Before Sunset, cui l’attrice dovrebbe partecipare in veste di attrice e sceneggiatrice, già in cantiere, si aggiunge ora il progetto di dirigere il film biografico dedicato a Joe Strummer, frontman dei Clash, trai più importanti (se non i maggiori) esponenti del punk inglese. Il film, prodotto da  Simon Halfon (Sleuth) sarà intitolato The Right Profile, come una canzone contenuta nell’album London Calling del 1979. Il film ripercorrerà gran parte della vita di Strummer, soffermandosi in particolare sul periodo forse meno conosciuto, compreso tra il ritiro dalle scene, nel 1982, e la morte prematura avvenuta nel 2002.

Oltre a dirigerlo, la Delpy potrebbe interpretare anche un ruolo nel film.  Non è la prima volta che i Clash e Joe Strummer finiscono sul grande schermo, sebbene nei casi precedenti si sia sempre trattato di documentari, il più recente dei quali, Joe Strummer: The Future is Unwritten è stato probabilmente il migliore.

Fonte: COLLIDER

 

Jeremy Renner nel cast di Bourne Legacy

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Trai film sui quali negli ultimi anni si sono concetrati più ‘rumours’ vi è sicuramente la nuova pellicola dedicata a Jason Bourne: il regista Paul Greengrass prima e Matt Damon poi hanno declinato l’offerta, al loro posto rispettivamente Tony Gilroy e, appunto, Jeremy Renner. Intervistato da Empire, Renner ha spiegato che il suo personaggio si chiamerà Aaron Cross, ma questa si rivelerà essere solo una delle sue tante identità.

Il film promette di essere adrenalinico come i precedenti, sebbene la vicenda sarà completamente nuova, con personaggi diversi, e solo marginalmente collegata con le vicende di Bourne, il cui personaggio non dovrebbe ritornare nel prossimo capitolo della saga. Per Renner è un periodo sicuramente prolifico: prossimamente lo vedremo infatti in Mission: Impossible – Ghost Protocol, nell’attesissimo The Avengers e in Hansel And Gretel: Witchhunters. L’uscita di Bourne Legacy è prevista per il 17 agosto 2012.

Fonte: EMPIRE

Prometheus: primissime foto ufficiali!

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Ormai manca poco all’uscita del primo trailer, ma in attesa di vederlo possiamo dare una prima occhiata alle primissime foto ufficiali del film che sono state pubblicate in un articolo su Entertainment Weekly.  Nelle foto compaiono i protagonisti del film Logan Marshall-Green, Noomi Rapace e Michael Fassbender nelle tute spaziali, mentre Charlize Theron e Idris Elba, nell’astronave da cui prende il nome il film

Fonte: Entertainment Weekly  via Badtaste

Lo Hobbit – un viaggio inaspettato: Viggo Mortensen non sarà nel film!

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Fino a poco tempo fa le voci su un possibile ritorno di Viggo Mortensen nei mappi di Aragon si sono allungo susseguite . Ora arrivano finalmente le dichiarazioni dell’attore in merito, che chiariscono per sempre questo dubbio che affligge i milioni di fan della saga.

Intervistato da movies.com,  Mortensen a confermare che non sarà nello Hobbit, nonostante qualche pensierino ce lo abbia fatto:

Peter Jackson ti ha chiesto di comparire nello Hobbit in qualche modo? A un certo punto i produttori mi chiesero se ero disponibile a tornare nei panni di Aragorn, e io risposi: certo, se Aragorn verrà incluso nella storia-ponte con il Signore degli Anelli, perché invece non è incluso nella storia dello Hobbit. Lo avrei fatto, piuttosto che vedere Aragorn interpretato da qualcun altro, ma alla fine non mi dissero più nulla e ora stanno girando il film.

Non sarò nello Hobbit, a meno che non decidano di girare qualcosa all’ultimo minuto, ma penso che me ne avrebbero già parlato. Orlando Bloom e Cate Blanchett hanno girato qualche scena, ma sono elfi e cambiano fisicamente molto lentamente. Come sapete, Aragorn è per metà elfo, e la sua vita dura un paio di centinaia di anni o più, e potrebbe comparire in una storia-ponte, ma suppongo non la faranno.

Il Signore degli Anelli è stato un periodo molto importante della mia vita, e sarò sempre grato per il successo che ha ottenuto la trilogia: mi ha dato moltissime opportunità. Non mi avrebbero mai fatto girare A History of Violence, non importa quanto David Cronemberg ci tenesse ad avermi come protagonista, se non fossi diventato così famoso.

Quindi, finalmente il mistero dietro alla sua partecipazione è svelato.

La sinossi ufficiale di Lo Hobbit – un viaggio inaspettato:

Lo Hobbit – un viaggio inaspettato segue il viaggio del protagonista Bilbo Baggins che viene catapultato in un’epica ricerca per reclamare il Regno Nanico di Erebor caduto in preda allo spaventoso drago Smaug. Sollecitato da Gandalf il Grigio, Bilbo si trova all’improvviso in compagnia di tredici nani guidati da un guerriero leggendario: Thorin Scudodiquercia. Il loro viaggio li condurrà nelle Terre Selvagge, attraverso infide lande brulicanti di Goblin e Orchi, letali Mannari, Ragni Giganti, Mutapelle e Stregoni.

Anche se la loro meta risiede a Est, tra le steppe della Montagna Solitaria, dovranno prima trovare alla svelta una via di fuga dai tunnel dei goblin, in cui Bilbo incontra la creatura che cambierà la sua vita per sempre… Gollum.

Qui, da solo con Gollum, sulle rive di un lago sotterraneo, l’ignaro Bilbo Baggins non solo scopre – con sua grande sorpresa – di possedere  una notevole dose di astuzia e coraggio ma entra in possesso del “tesoro” di Gollum, un anello dotato di insolite qualità molto utili… un semplice anello d’oro cui è legato il destino della Terra di Mezzo in modi che Bilbo non può ancora comprendere.

Fonte: hobbitfilm

Ken Watanabe in Akira?

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Ancora prima di conoscerne il cast, possiamo già immaginare che gli occhi dimoltissimi fan sono puntati sul progetto che la Warner Bros sta dedicando ad Akira.

Lo Schiaccianoci 3D: recensione del film di Andrei Konchalovsky

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Lo Schiaccianoci 3D: recensione del film di Andrei Konchalovsky

Storia famosa ed evocativa, presente. Cast interessante che abbraccia un pubblico di grandi e di piccoli, presente. Colonna sonora stratosferica, presente. Investimento economico per la realizzazione, presente. Ambizione, presente. Come ha fatto lo Schiaccianoci 3D a venir fuori così com’è?

Lo Schiaccianoci, diretto da Andrei Konchalovsky, ripercorre a grandi linee la lotta tra bene e male che vede implicato il principe Schiaccianoci contro il perfido Re dei topi, con qualche ammodernamento nella modalità di scontro tra le due parti.

Pur rimanendo fedele allo spirito dell’opera originale, o almeno tentando di rimanere fedele, il film sprofonda progressivamente a causa probabilmente di un adattamento del doppiaggio assolutamente imbarazzante. La musica di Tchaikovsky, da sola pura poesia in note, diventa un fastidioso motivetto sul quale si cantano improbabili versetti sulla Teoria della Relatività.

D’altronde non è solo questo il difetto di un film che procede lento e non riesce a coinvolgere lo spettatore nemmeno nelle fasi finali più concitate. E pensare che le prime immagini accompagnate dalle note originali del famoso balletto russo facevano ben sperare!

Il cast di Lo Schiaccianoci vede da una parte la giovane Elle Fanning, molto brava in genere eppure qui eternamente stupida e spaventata anche se la sua Mary sottolinea a più riprese che lei non ha paura e non si meraviglia nel vedere giocattoli prendere vita. Dall’altra parte c’è il perfido Re topo, vanesio e sciocco, interpretato da John Turturro, a stento riconoscibile sotto il suo finto naso da topo. Proprio i nasini e le orecchie pelose dei perfidi roditori sono invece notevoli, per quanto chiaramente finti riescono ad omogeneizzarsi con i volti degli interpreti regalando loro quell’aria viscida e disgustosa di cui devono essere necessariamente provvisti i topi.

Nel cast di Lo Schiaccianoci anche Frances de la Tour, la Madame Maxime di Harry Potter e i Calice di Fuoco, nel doppio ruolo della governante e della Regina dei topi, tutti e due ruoli abbastanza marginali ma ben riusciti e che danno un tocco di umorismo ad alcune scene. Il punto più basso del film resta però il doppiaggio, soprattutto quello riservato a Nathan Lane; la storica voce di Timon de Il Re Leone  in questo caso interpreta un non meglio specificato zio Albert che con un fastidiosissimo accento tedesco spiega ai nipoti la formula E=mc2 …

Lo Schiaccianoci 3D è uscito da circa un anno in USA e UK, e forse per una volta siamo in accordo con gli imbarazzanti ritardi delle uscite straniere in Italia.

The Artist, trailer e poster italiani

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The Artist, trailer e poster italiani

La BIM ha appena rilasciato il poster e il trailer italiani di The Artist, il fim, muto e in bianco e nero, più quotato nell’imminente stagione dei premi cinematografici…

Box Office ITA del 21 novembre 2011

Box Office ITA del 21 novembre 2011

Brillante esordio per Breaking Dawn – Parte 1, che fa suo il botteghino italiano. Regge molto bene Il Re Leone 3D, che supera I soliti idioti. Discrete le altre new entry…

Non c’erano dubbi sul massiccio incasso d’apertura di The Twilight Saga: Breaking Dawn – Parte 1, e così è stato: il penultimo film della saga cinematografica tratta dai romanzi di Stephenie Meyer esordisce con 9 milioni di euro da mercoledì a domenica, ovvero 6,2 milioni nei tre giorni. Il risultato è notevole, superiore all’esordio di Eclipse (uscito però in estate), ma che non abbatte il record della saga: due anni fa New Moon debuttò infatti con 9,5 milioni nello stesso periodo. Prevedibile dunque il tetto dei 16 milioni totali a fine corsa.

Regge benissimo Il Re Leone 3D, che guadagna una posizione nel suo secondo weekend: il classico disney convertito in 3D raccoglie 1 milione e supera i 3 milioni complessivi.

I soliti idioti scende al terzo posto e comincia a retrocedere sul fronte degli incassi: dopo tre settimane, la commedia raccoglie altri 896.000 euro e abbatte quota 10 milioni.

Calo anche per Immortals, che incassa 885.000 euro e arriva a 3,3 milioni in dieci giorni.
Seguono due new entry che ottengono risultati appena discreti: Scialla!, piuttosto apprezzato dalla critica, apre al quinto posto con 777.000 euro: ci si aspettava un risultato più soddisfacente, ma il periodo è piuttosto saturo di commedie italiane…
Anonymous esordisce invece in sesta posizione: dopo aver floppato negli USA, il film storico di Roland Emmerich incassa 581.000 euro.

La peggiore settimana della mia vita precipita al settimo posto con altri 552.000 euro, per ben 9 milioni totali.  Dopo due esordi deludenti, Lezioni di cioccolato 2 (322.000 euro) e Il cuore grande delle ragazze (391.000 euro) scendono in ottava e nona posizione giungendo rispettivamente a 1.256.000 euro e 1.224.000 euro.

Chiude la top10 One Day, arrivato a 815.000 euro con gli ultimi 221.000 euro raccolti.

Il Cavaliere oscuro il ritorno: Batman e Bane su Empire!

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Il Cavaliere oscuro il ritorno: Batman e Bane su Empire!

Manca poco più di un mese all’evento più importante del periodo cinematografico natalizio. Infatti, è per quel periodo prevista l’uscita del primo Full Trailer del Cavaliere Oscuro il ritorno, accompagnato, stando alle ultime indiscrezioni sopraggiunte dal piano di lancio del film, da un prologo del film; un po’ come era già capitato per la rapina in Banca di Joker, che però verrà trasmesso sono in alcuni schermi IMAX statunitensi.

Happy Feet 2: recensione del film di Matt Damon

Happy Feet 2: recensione del film di Matt Damon

Ritornano i pinguini in Happy Feet 2 dopo il grande successo ottenuto con la loro prima avventura sui ghiacci dell’Antartide. Al timone ritroviamo il talentuoso regista George Miller, che ritorna fra i pinguini anche in questa seconda avventura.

Il film ancora una volta segue le vicende di Mambo, re del tip tap, che questa volta è alle prese con dei problemi con il piccolo Erik, che ha la fobia per la danza. Poi Erik fugge e incontra Sven, un pinguino che può volare! Mambo non ha alcuna speranza di poter competere con lui. Ma le cose peggiorano quando il mondo viene sconvolto da forze potenti. Però Erik scopre il coraggio e la determinazione del padre quando Mambo riunisce attorno a sé la nazione dei pinguini e tutta una serie di creature straordinarie, dai minuscoli krill ai giganteschi elefanti marini, per rimettere le cose a posto.

La nuova pellicola d’animazione della Warner travolge il pubblico con un divertentissimo inizio ricco di balli e musica, aiutato dalla presenza del simpatico e dolcissimo piccolo Erik. E come accade un po’ per tutte le pellicole in uscita in questo periodo anche i pinguini di Happy Feet 2 si arricchiscono della terza dimensione.

Anche questa pellicola è ricca di contenuti e temi importanti come l’integrazione fra razze diverse, i messaggi ecologisti in un modo sempre più in pericolo e l’importanza di scoprire se stessi. Tuttavia nonostante queste buone premesse, il film è un gradino al disotto della precedente esperienza. I problemi più grossi sono riscontrabili con alcuni momenti di stasi della sceneggiatura e eccessive pretese canore che poco si sposano con alcuni dei personaggi narrati. Nota dolente è un doppiaggio che non si amalgama alla perfezione in alcuni tratti. Per dirne una, Nicola Savino e Linus, non sono certo Brad Pitt e Matt Damon in quanto a recitazione, e la pellicola in alcuni punti soffre un po’ di un eccessivo artificio d’interpretazione.

Nonostante questi piccoli nei, sicuramente le vicende di Mambo, Erik e Sven divertiranno i piccoli che correranno al cinema per intraprendere una spassosa avventura fra il gelo dell’Antartide.

The world makes zombies: il Made in Italy al lavoro!

The world makes zombies: il Made in Italy al lavoro!

Oggi vi segnaliamo un’interessantissima iniziativa sul tema degli Zombie, che comprende la messa in onda di tredici post. Gli artefici del progetto sono un gruppo di autorevoli professionisti nel campo del make-up e di Special Effect made in Italy (il Leonardo Cruciano Workshop) e della produzione (la Interzone Visions), oltre a Revok film e Onda Videoproduzioni. Di seguito un approfondimento sull’iniziativa.

Il progetto “The world makes zombies” è una liberissima sperimentazione sul tema “zombie” nata dalla voglia comune nostra e dei nostri partners di unire capacità, possibilità e mansioni, in indipendenza e libertà per ottenere qualcosa di nuovo e visivamente stimolante.

Dato il momento difficile che chi come noi si occupa di Cinema, come di pubblicità, sta vivendo, a causa della crisi economica che blocca la creatività al suo nascere, ci è sembrato naturale accostarci a una riflessione con una valenza se vogliamo sociale più complessa. Abbiamo quindi pensato a un accostamento fra un “Mondo di zombies” e una campagna di “spot” pubblicitari, senza un cliente e no-sense… almeno apparentemente. Il concetto che “il mondo crei zombies” è chiaro, ma il fatto che che la frase negli spot avrà un seguito. Inoltre, il nostro cammino verso la spontanea creazione di una sorta di circuito di produzioni ed entità professionali di alta qualità, ancora disponibili a mettersi in gioco su progetti indipendenti ma visivamente importanti, ha dato vita a un vero e proprio laboratorio di sperimentazione: dallo special make-up alle nuove forme di comunicazione visiva, in continua crescita e con la perenne voglia di mettersi in gioco.

L’idea è nata in seno al Leonardo Cruciano Workshop, che si è occupato dell’ideazione dei concept e di tutta la parte relativa allo special make-up. Una crew di truccatori, scenotecnici, props maker, costumisti si è occupato della costruzione, zombi dopo zombie, del mondo dei vari video. Ad occuparsi della parte produttiva e realizzativa in senso stretto, tre case di produzione: la Interzone Visions (www.interzonevisions.com), la Revok – Film & Media Production (http://www.revokfilm.com) e la Onda Videoproduzioni (www.ondavideoproduzioni.com), responsabili della parte relativa ad attrezzatura, produzione, shooting, post-produzione. Inoltre, abbiamo avuto l’appoggio indispensabile di professionisti con cui collaboriamo e che possiamo vantarci di avere come partner professionali e amici: da Bruno Albi Marini per i Vfx, a Briseide Siciliano per la consulenza scenografica, all’ Officina – Studi e servizi per il cinema (www.officinema.com) per le location, ai make-up artists Jeff Goodwin e Stefano Fava, che non solo hanno prestato il loro volto per due spot, ma che con il loro Cinema Makeup Academy project (http://cinemamakeupacademy.wordpress.com/) hanno partecipato alla creazione di alcuni trucchi.

Per quanto concerne tutto l’aspetto visivo, non possiamo non ammettere di aver pensato tanto al mondo di Romero… Ma, precursori a parte, abbiamo cercato di essere il più possibile “personali”. La cifra stilistica usata nei concept del trucco è stata quella del realismo che può sembrare una parola strana da usare in riferimento a una figura di fantasia come quella dello zombie, ma che in realtà si riferisce al nostro tentativo di avvicinarci per esempio a riferimenti patologici, anatomici, scientifici… Tutto per evitare l’effetto “mascherone” tipico dell’iconografia classica dei film di zombie.

Per le “storie” invece abbiamo deciso che su tutto doveva vincere sempre e comunque l’ironia: la figura dello zombie si presta perfettamente a giochi, metafore e ambivalenze… Non abbiamo cercato la gag a tutti i costi (comunque difficile per un formato così breve e immediato come quello usato per i nostri video) ma abbiamo lasciato che la “naturale” goffaggine dello zombie portasse avanti il nostro ironico punto di vista sul mondo… Quello dei morti viventi è da sempre un “tormentone” molto variegato e divertente, che con tutti suoi significati più metaforici e con le buone potenzialità che può offrire anche a basso costo, ritorna quasi ciclicamente nei momenti di crisi…

Potrete seguire WMZ sulle nostre piattaforme virtuali: il blog www.worldmakeszombies.wordpress.com, che sarà il contenitore di tutto ciò che concerne il progetto, la pagina Facebook (https://www.facebook.com/pages/WMZ-World-Makes-Zombies/218795181522901), quella su Vimeo (http://vimeo.com/user9286540) e presto il canale YouTube. Siamo partiti il 17 novembre con la pubblicazione di un’ anteprima di due minuti e mezzo del backstage. Come annunciato, dal 22 novembre sarà online la versione estesa del dietro le quinte e poi, dal 27 novembre, pubblicheremo, uno al giorno per 13 giorni, i video realizzati.

Ecco il Backstage del progetto, in attesa di vedere i tredici spot prodotti:

Backstage 4′ from WMZ world makes zombies on Vimeo.

Christian Bale parla del Cavaliere Oscuro il ritorno!

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Arrivano le primissime dichiarazioni di Christian Bale su The Dark Knight rises. L’attore ha parlato dello sviluppo del suo personaggio, Bruce Wayne, nell’ultimo episodio della trilogia diretta da Christopher Nolan.

Anthony Hopkins e Judi Dench in Scarpe Italiane di Kenneth Branagh!

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Anthony Hopkins e Judi Dench saranno i protagonisti di un film di Kenneth Branagh, adattamento del romanzo Scarpe italiane, dell’autore svedese Henning Mankell, edito in Italia da Marsilio. Il libro racconta la storia di un chirurgo che, in seguito a un grave errore, si è autoesiliato su un’isola circondata dai ghiacci. Ogni mattina scava un buco nel ghiaccio per immergersi e ricordare a se stesso che è vivo. Una visita inaspettata lo constringerà a uscire dal suo isolamento. Il libro è stato adattato per il grande schermo da Richard Cottan.

Vi ricordiamo che Branagh prima di lavorare a questa pellicola dovrà dovrà dirigere l’altro adattamento The Guernsey Literary and Potato Peel Pie Society e The Boys in the Boat.

Fonte:comingsoon.it

Amber Heard in Motor City!

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Al cast dell’action thriller Motor City si è aggiunta Amber Heard. L’attrice, fra nuovi volti in ascesa è apparsa di recente al fianco di Johnny Depp in The Rum Diary e in Drive Angry con Nicolas Cage.

Twixt di Francis Ford Coppola chiuderà il Torino Film Festival!

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Twixt di Francis Ford Coppola chiuderà il Torino Film Festival!

Mancano pochi giorni all’inizio del Festival di Torino, che a sorpresa annuncia un nuovo titolo: evento di chiusura, la serata del 3 dicembre, assieme alla proiezione del già annunciato Albert Nobbs, ci sarà l’anteprima internazionale di Twixt, il nuovo film di Francis Ford Coppola, interpretato da Val Kilmer, Bruce Dern e Elle Fanning.

Highlander – L’ultimo immortale con Christopher Lambert

Highlander – L’ultimo immortale con Christopher Lambert

Highlander – L’ultimo immortale è il film cult del 1986 diretto da Russel Mulcahy e con protagonisti Christopher Lambert, Sean Connery, Clacy Brown e Roxanne Hart.

  • Anno:1986
  • Regia: Russel Mulcahy
  • Cast: Christopher Lambert, Sean Connery, Clacy Brown, Roxanne Hart

New York, Stati Uniti, verso la fine del XX secolo. Mentre le tribune del Madison Square Garden sono al solito gremite di pubblico urlante ed eccitato, nei garage dell’edificio due uomini misteriosi si sfidano a duello…a colpi di spada. Quando uno di essi ha la meglio, conclude la tenzone con la decapitazione del rivale; a questo punto una strana energia si concentra nel corpo dell’uomo che rimane sfinito. Sentendo arrivare le sirene della polizia, il misterioso spadaccino nasconde la sua arma tra le auto parcheggiate e fugge perdendosi fra le tenebre della notte. La spada sarà ritrovata dall’agente Csi Brenda Wyatt (Roxanne Hart) che da quel momento si metterà sulle tracce del presunto assassino.

Quest’uomo dall’identità misteriosa è Russel Edwin Nash (Cristopher Lambert), un affascinante quanto tenebroso antiquario che nasconde un lungo ed oscuro passato. Per la precisione un passato lungo quattro secoli essendo egli nato nelle Highlands scozzesi intorno al 1518 quando era meglio conosciuto come Connor MacLeod. MacLeod/Nash è un immortale, un uomo appartenente ad un ristretto gruppo di eletti che non possono morire se non per mano di uno di essi e non prima di essere decapitati. Dopo quattrocento anni una strana forza oscura richiama tutti gli immortali, sopravvissuti a secoli di duelli, all’adunanza finale che decreterà l’unico destinato a vivere e sopraffare tutti gli altri. L’adunanza è prevista proprio a New York e Nash non può sottrarsi al suo destino. Ne rimarrà soltanto uno.

Highlander – L’ultimo immortale

Highlander - L'ultimo immortaleHighlander – L’ultimo immortale è un film del 1986 diretto da Russel Mulcahy e scritto a sei mani da Gregory Widen, Peter Bellwood e Larry Ferguson. Questo film ha rappresentato indubbiamente un cult per gli anni ’80 offrendo al pubblico una serie di peculiarità che hanno immediatamente catturato l’attenzione ed il gradimento degli spettatori. Da una sceneggiatura intrigante e romanzesca, ad un cast di primissimo livello, sino ad arrivare a effetti speciali che oggi possono apparire modesti se non pretestuosi ma per il tempo non comuni; e per finire una delle colonne sonore più indovinate di sempre.

Come detto il cast ha avuto un ruolo fondamentale per il successo del film: Cristopher Lambert, come confermerà la sua carriera successiva, non è certamente un attore di prim’ordine ma arriva a questo film nel momento giusto e con le caratteristiche adatte al personaggio. Il suo volto inespressivo e vagamente cupo è congeniale alla parte, Lambert appare perfetto nei panni del misterioso antiquario dal passato oscuro.

Ma sono altri due i personaggi rimasti scolpiti nell’immaginario collettivo: Ramirez interpretato da uno splendido Sean Connery e il Kurgan magistralmente impersonato dal bravissimo Clancy Brown.

Connery inizierà con questo film il primo di tre successi strepitosi in cui interpreterà tre dei suoi personaggi più indovinati e che apriranno la seconda e forse più appagante e riconosciuta parte della sua carriera artistica. Infatti Il nome della rosa di J.J.Annoud, in cui interpreta straordinariamente il domenicano Guglielmo da Baskerville è dello stesso anno di Highlander,  mentre “Gli Intoccabili” di Coppola, in cui veste i panni del sergente Malone, è girato solo due anni dopo.

Oltre al cast, di Highlander – L’ultimo immortale rimane scolpita nella memoria l’indimenticabile colonna sonora firmata dai Queen, gruppo rock che proprio in quell’anno suggellava la sua straordinaria popolarità con lo storico concerto di Wembley.

Sette pezzi incredibili come Kind of magic, Princes of Universe, Hammer to fall e soprattutto la canzone che Freddie Mercury scrisse appositamente per il film e che più si identifica con esso: Who wants to live forever.

Highlander - L'ultimo immortale

Il binomio film-Queen è apparso da subito come indissolubile e considerato il successo ed il seguito che la band inglese aveva in quel preciso momento possiamo tranquillamente affermare che proprio la popolarità dei Queen sia stata un traino determinante per il film stesso. A conferma di quanto la produzione volesse rimarcare questo legame ricordiamo il video-clip di Princes of Universe in cui Lambert duella armato di spada con lo stesso Freddie Mercury armato a sua volta con l’asta del microfono.

Highlander – L’ultimo immortale di Russel Mulcahy è avvincente e sorretto da una sceneggiatura complessa ma ben costruita, effetti speciali virtuosi e ambiziosi per il tempo, un cast indovinato e come detto una mitica colonna sonora. Ma allora perché oggi, dopo 25 anni, questo film non è ricordato da tutti come un cult o meglio come un film degno di considerazione? Molti ne sottolineano difetti e limiti legati ad attori poco apprezzati e capaci (Lambert appunto) oppure ad artifici tecnici pretestuosi e ridicoli. A rovinare la reputazione del film è in realtà qualcos’altro, un male ed una debolezza dell’industria cinematografica che negli ultimi anni sta prendendo sempre più piede: l’inflazionamento incontrollato.

Cinque anni dopo Highlander – L’ultimo immortale viene girato, sempre ad opera di Russell Mulcahy, Highlander II e solo tre anni dopo il terzo drammatico capitolo diretto da A. Morahan.

Ma il processo irrefrenabile che porta ad inflazionare e quindi svalutare l’immagine dell’Highlander e del suo personaggio è solo all’inizio. Seguiranno infatti serie televisive, sequel e prequel oltre ad un ultimo tragico lungometraggio girato nel 2000 da D. Aarniokosky, Highlander. Endgame. Anche in quest’ultimo e pessimo prodotto cinematografico troviamo l’interpretazione di Lambert oltre che di Adrian Paul nei panni di Duncan MacLeod, il personaggio protagonista della serie tv. Questo eccessivo sfruttamento del proprio personaggio ne ha indubbiamente indebolito lo spessore e la credibilità, un errore che Lambert ha pagato a caro prezzo sulla sua pelle e sulla sua successiva carriera.

Il primo e apprezzabilissimo film di Highlander – L’ultimo immortale è di fatto rimasto vittima del suo stesso enorme successo che ha generato una pletora di scadenti imitazioni, surrogati e improbabili sequel. Abusare del successo ottenuto dal film e sfruttarne sino a distruggerla l’immagine, è un errore, per non dire orrore, che in questi ultimi anni si ripete ormai costantemente e scientificamente per ogni pellicola di successo.

Purtroppo lo scempio per quanto riguarda Highlander non sembra aver ancora fine; infatti dopo dieci anni i produttori di Hollywwod tornano alla carica e promettono un nuovo quanto improbabile capitolo della saga: un reboot previsto per il 2012 e con un cast ancora da scoprire. I diritti sono di proprietà della Summer Entertainment che dopo aver pensato al regista di Fast and Furious Justin Lin, ha dovuto virare su Juan Carlos Fresnadillo.

Ma le tragiche notizie non finiscono qui perché sembra ormai certo che la sceneggiatura sia stata affidata a Melissa Rosenberg già autrice della Twilight saga. Cosa possiamo dire? Il primo e martoriato film della serie Highlander si incentrava sulla mitica frase: “…ne rimarrà soltanto uno!”…noi dopo 25 anni ci chiediamo perché i produttori non abbiamo seguito questo saggio consiglio.

Io speriamo che me la cavo: recensione del film di Lina Wertmuller

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Io speriamo che me la cavo è il film del 1992 di Lina Wertmuller con Paolo Villaggio, Isa Danieli, Sergio Solli, Adriano Pantaleo e Ciro Esposito.

Io speriamo che me la cavo – trama: Per un errore del computer del Ministero della Pubblica Istruzione, il maestro Marco Tullio Sperelli (Paolo Villaggio), viene mandato invece cha a Corsano in Liguria, a Corzano, un paesino in provincia di Napoli. Si trova subito in una condizione piuttosto tragica: la classe assegnatagli sarebbe costituita da una ventina di bambini, ma lui al suo arrivo ne trova solo tre. Deve andare a cercare il quarto a casa, mentre gli altri li trova per le strade della città, tra storie di povertà e di microcriminalità.

Il maestro ha notevoli problemi ad adattarsi alla vita tipica del sobborgo meridionale. Ad esempio, la preside è la moglie di un politico e non fa nulla nel suo istituto; il bidello è il vero capo della scuola e vende agli alunni gesso e carta igienica intascando grosse somme; il sindaco favorisce il lavoro minorile clandestino; i bambini sono totalmente ignoranti e lasciati a se stessi. Dopo un primo naturale astio tra il maestro e i suoi alunni-scugnizzi, le cose tra loro cominciano a funzionare.

Io speriamo che me la cavo (1992) è ispirato a un libro omonimo pubblicato due anni prima, che riporta sessanta temi di bambini di una scuola elementare della città di Arzano, in provincia di Napoli, raccolti dal maestro Marcello D’Orta nella forma di una raccolta di temi. Temi che raccontano con innocenza, umorismo, dialettismi (e infiniti errori grammaticali, appositamente non corretti) storie di vita quotidiana di bambini che vedono in prima persona fenomeni come la camorra, il contrabbando, la prostituzione, tutte situazione che dovrebbero essere tenute lontane dagli occhi dei ragazzini.

Questo libro, anomalo nel suo genere, ha venduto più di un milione di copie diventando un bestseller. Il titolo del libro, e del film, è dato dalla frase con cui un alunno, il più scalmanato di tutti, conclude il tema sulla sua storia evangelica preferita, ossia l’Apocalisse, ribattezzata in quel caso “la fine del mondo”.

Di film sui pregi e i difetti di Napoli ne sono stati girati tanti, specie negli anni ’80, grazie alla splendida messa in scena di personaggi come Massimo Troisi e Luciano De Crescenzo. Questi lavori hanno raffigurato una Napoli dalle tante contraddizioni e difficoltà, ma anche creativa, orgogliosa e ingenua, e anche Io speriamo che me la cavo rientra in questo filone.

Io speriamo che me la cavo  rispecchia in pieno lo stile di Lina Wertmüller, apprezzatissima regista fattasi conoscere grazie ai numerosi film grotteschi degli anni ’70 aventi come attore-protagonista Giancarlo Giannini. Senza dubbio questo lungometraggio estremizza e calca la mano sui problemi di Napoli, portandoli più che al grottesco, alla loro drammatizzazione. Ciò su cui punta la Wertmüller è soprattutto l’ironia, la capacità di sdrammatizzare che caratterizza il popolo napoletano.

Io speriamo che me la cavo

Ad addolcire un’amarissima pillola ci pensano i piccoli protagonisti, gli alunni disastrati del maestro Sperelli. In fondo vittime di un sistema che gli nega quei diritti di cui dovrebbero beneficiare in modo innato.

Tra quei piccoli scugnizzi, così graziosi quanto compassionevoli, spiccano: Vincenzino, interpretato da Adriano Pantaleo, il famoso Spillo della serie Amico Mio, Raffaele, interpretato da Ciro Esposito (altro attore che ha proseguito la carriera con la fiction televisiva), il più turbolento della, piccole bambine ormai già cresciute, come Rosinella e Tommasina, interpretate rispettivamente da Maria Esposito e Carmela Pecoraro, Salvatore, che non sa il suo cognome, interpretato da Salvatore Terracciano. Intorno a loro ruotano altri personaggi che incarnano ottimamente varie sfumature partenopee: la Preside lassiva, interpretata dalla magistrale Isa Danieli; il Custode accattone interpretato da Gigio Morra; il cartonaio, genitore di uno degli alunni, interpretato dal caratterista Sergio Solli.

E poi c’è lui, Paolo Villaggio, il maestro Marco Tullio Sperelli. L’attore genovese, dopo un ventennio passato a interpretare soprattutto il buffo Ragionier Ugo Fantozzi, viene restituito ad un ruolo molto più vicino alle proprie caratteristiche naturali. Villaggio interpreta bene il ruolo dello spaesato maestro del Nord “calato dall’alto” in una realtà così distante dalla propria. Toccante, infine, il finale, nel quale si contrappone la lettera del più discolo di tutti, Raffaele, con le note della famosa canzone What a wonderful world, cantata dall’inconfondibile Louis Armstrong.

Real Steel – Intervista a hugh jackman e Evangeline Lilly!

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Real Steel – Intervista a hugh jackman e Evangeline Lilly!

In questa Featurette di Real Steel, il cast ed il regista ci parlano delle tecnologie utilizzate per realizzare i movimenti dei Robot. Hugh Jackman è Charlie Kenton, un ex pugile diventato promoter di poco conto, che una volta sognava di combattere per il titolo e che ha visto il suo sogno infrangersi quando i ring sono stati presi d’assalto da enormi robot che combattono al posto degli umani. Charlie guadagna quello che può costruendo robot fatti di materiali di scarto.

Quando Max, il figlio che non vedeva da tempo, viene affidato a lui, i due uniscono le forze e iniziano a lavorare insieme. Una notte, Max trova Atom, un robot abbandonato in un deposito, e insieme queste tre anime perse troveranno il modo per unire le loro forze e diventare una squadra. Scaltri, testardi e con animo da veri campioni, questi tre perdenti combatteranno alla loro maniera nella più famosa arena del WRB dove, contro ogni pronostico, avranno la loro ultima possibilità di riscatto.


Real Steel, al cinema dal 25 Novembre 2011

Hook – Capitan Uncino: recensione del film

Hook – Capitan Uncino: recensione del film

Hook – Capitan Uncino è un film del 1991 diretto dal grande Steven Spielberg e con protagonisti un cast d’eccezione composto da Robin Williams, Dustin Hoffman, Maggie Smith, Julia Roberts.

La trama di Hook – Capitan Uncino

Hook - Capitan UncinoPeter Bunning (Robin Williams) è un avvocato, non ha tempo per giocare con i suoi bimbi, soffre di vertigini ed è un noioso, affaccendato, grasso, floscio adulto. Impossibile scorgere, sotto gli occhiali e la cravatta, l’eterno bambino sempre pronto a dar filo da torcere ai pirati. Sono passati dieci anni dall’ultima volta  che ha visto Nonna Wendy (Maggie Smith): la dolce ragazzina che aveva fatto da madre ai bimbi sperduti è diventata ormai un’anziana signora, che ha dedicato l’esistenza ai suoi orfani, perché potessero avere una famiglia.

La recensione di Hook – Capitan Uncino

Ma se Peter è tornato non è certo per ricordare i bei tempi passati, perché quelli davvero non li ricorda più… i suoi ricordi vanno dai 12 anni in su, quella dell’Isola che non c’è è solo una fiaba per ragazzini, è tutta fantasia. Giacomo Uncino però non dimentica i conti in sospeso, perché la vendetta è un piatto che va servito freddo, così rapisce i figli di Peter, assicurandosi il suo biglietto di andata all’Isola che non c’è. Ma il Peter che vi fa ritorno è solo un avvocato con scarpe firmate che proteggono i piedi saldamente fissati a terra.

Uncino è terribilmente deluso, voleva la sua guerra e il suo degno avversario, ma è tutto perduto… sta per uccidere senza pietà e senza neanche molto entusiasmo i figli di Peter quando Campanellino, la fatina amica d’infanzia di Peter riesce a strappargli un accordo: tre giorni per rimettere in sesto il Pan e poi la resa dei conti.

Hook - Capitan UncinoNon è casuale la scelta del nome del cattivo come titolo del film: è lui a dare impulso alla vicenda, ad ispirare e creare i presupposti per la storia… dopotutto non tutti i mali vengono per nuocere! Ed estremamente curioso è il fatto che sia stato proprio un bambino, precisamente il figlio dello sceneggiatore, James V. Hart, a suggerire la trama del film, facendo notare che Uncino non era stato realmente inghiottito dal coccodrillo, ma era riuscito a fuggire e, come ogni cattivo che si rispetti, non si era arreso. Il film, c

Concepito come un musical ma trasformato in corso d’opera in un film di fiction regala una delle migliori colonne sonore dell’accoppiata Spielberg/Williams, in cui il grandissimo John ha dato il meglio di sè con una soundtrack che ancora oggi viene usata come gigle o sfondo per eventi, pubblicità e trasmissioni.

Hook – Capitan Uncino – Un film senza tempo in tutti i sensi, perché è il tempo stesso il colosso contro cui combatte. È Uncino il personaggio che, più di tutti, ne è terrorizzato. In Hook – Capitan Uncino la fobia di Uncino per gli orologi, o meglio, per il ticchettio che segna lo scorrere inesorabile del tempo, provoca stati di puro terrore nel pirata, che lo associa al coccodrillo che gli aveva preso la mano ed inghiottito un orologio.

Hook – Capitan Uncino

Ma in questo film, più che mai, il cattivo fa anche un po’ tenerezza. Nel finale, disarmato e spogliato della parrucca ci appare per quello che è: un vecchio solo, circondato da uomini rozzi per i quali non vale neanche la pena essere un uomo migliore; un uomo che, in mancanza d’altro, si è perso nel fasullo culto di se stesso, nella sua nave-reggia.

E Peter ha paura del tempo? Lui sembra aver dimenticato la nozione e l’importanza del tempo, dato che spreca il suo al telefono, perennemente teso nello sforzo di concludere “l’affare più importante della sua vita”, perdendosi gli anni d’oro, sempre troppo fuggenti, dei suoi bambini. È paradossale, ma è sull’Isola che non c’è che Peter ritrova il suo tempo: il tempo di giocare, esultare, ma soprattutto di volare.

Tra i cameo Gwyneth Paltrow nel ruolo della giovane Wendy e un’irriconoscibile Glenn Close nei panni di un pirata ai servizi di Uncino.

Candidato a diverse categorie ai Premi Oscar del 1992, pur avendo riscosso critiche poco lusinghiere, Hook – Capitan Uncino è un film di culto, uno di quelli per cui non si è mai troppo grandi, valido sostituto di qualunque elisir di giovinezza.

Bisogna guardarlo per non invecchiare mai e per sentirsi addosso “l’odore di chi ha cavalcato sulle ali del vento, di cento estati da favola a dormire sugli alberi, delle avventure con indiani e pirati“, quando “il mondo era nostro, potevamo fare tutto o niente, ma ogni cosa era importante perché eravamo noi a farla“.

Halloween – La notte delle streghe di John Carpenter

Halloween – La notte delle streghe di John Carpenter

Halloween – La notte delle streghe è il film cult del 1978 diretto da John Carpenter e con protagonisti Jamie Lee Curtis, Donald Pleasence, Nancy Kyes, Will Sandin, Tony Moran.

La trama di Halloween – La notte delle streghe

Michael Myers: un nome, una leggenda. Tutti conoscono – o almeno dovrebbero – la storia del bambino di sei anni che, in assenza dei genitori, uccise a coltellate la sorella adolescente. Lui, Michael, in cura per anni dal Dottor Loomis, senza mai proferire parola, non veniva considerato un essere umano, ma un bambino svuotato di coscienza e sentimenti, prima; un uomo (immortale) dal volto bianco e gli occhi neri del diavolo, poi. John Carpenter, nel lontano 1978, creò un personaggio forte, ambiguo, pericoloso, verso cui gli spettatori provavano paura e ammirazione, turbamento ed eccitazione, allontanamento ed immedesimazione.

Il punto chiave di Halloween – La notte delle streghe, infatti, è proprio quest’ambivalenza di fondo che porta il pubblico, indipendentemente dal suo consenso, ad identificarsi con il Mostro. È tutto palese già dalla scena iniziale in cui la musica inquietante (composta dallo stesso Carpenter) e la filastrocca infantile preparano lo spettatore a confrontarsi con una situazione tormentata, guidandolo, suo malgrado, ad osservare (e vivere) la scena con gli occhi del protagonista. Michael e lo spettatore, allora, afferrano un affilato coltello da cucina, indossano una maschera da clown e commettono il primo omicidio. Per la prima volta nella storia del cinema, un regista ha coraggiosamente deciso di far assumere alla storia il punto di vista del villain – con cui, solitamente, nessuno vuole avere niente a che fare.

Halloween – La notte delle streghe film trailer

Halloween – La notte delle streghe di John Carpenter

Dopo il delitto, passano 15 anni e Michael, ormai divenuto un uomo, attende pazientemente la notte di Halloween per fuggire dalla prigione e tornare ad  Haddonfield, nell’Illinois. Si sa, Halloween è la notte delle streghe, e allora, invece di bruciare la fattucchiera (come vorrebbe la tradizione), Carpenter la difende, la alleva, e poi la lascia libera di esprimere tutto l’odio che ha dentro. Inspiegabilmente capace di guidare, il criminale torna nella sua città natale e, tramutatosi in qualcosa di più di un semplice uomo, divenendo l’ombra della strega che tutti temono, dà vita ad una spirale di sangue senza precedenti. Con il volto sempre coperto da una maschera (tranne che per pochi fotogrammi), Michael riesce ad uccidere tutti i personaggi ad eccezione di Laurie (l’allora esordiente Jamie Lee Curtis) che, consapevolmente, si prepara ad una lunga lotta contro il Mostro.

John Carpenter non è uno sprovveduto: conosce bene i trucchi del mestiere e sa come giocarsi le sue carte al momento giusto. Obbligando lo spettatore ad identificarsi sempre con Michael (tramite soggettive o semi soggettive), a vivere come un outsider, a sentirsi braccato come un animale, il pubblico, volente o nolente, finisce per fare il tifo per lui. Anche provando pena per Laurie e i suoi amici, gli spettatori, infatti, sperano sadicamente che Michael metta a segno i suoi colpi, persino quando, infantilmente, si nasconde sotto un lenzuolo. Halloween, insomma, è una pellicola eccellentemente costruita per spaventare lo spettatore e, nel contempo, fargli provare il brivido, per una volta, di prendere le difese del cattivo, consapevole che, alla fine della pellicola, si ritroverà al sicuro, seduto sulla propria poltrona di casa. Almeno, fino alla prossima notte di Halloween….

La Mosca: recensione del fim di David Cronenberg

La Mosca: recensione del fim di David Cronenberg

La Mosca è il film cult del 1986 di David Croneneberg con protagonisti nel cast Jeff Goldblum e Geena Davis.

Nel 1986 David Cronenberg realizza un remake di un classico del genere horror contaminato da venature fantascientifiche, L’esperimento del dottor K portato al cinema da K.Neumann nel 1958 e interpretato magistralmente da un inquietante Vincent Price.

La pellicola girata nel XX secolo si intitola La mosca e ricalca in parte la trama dell’originale: un brillante genetista di fama mondiale, Seth Brundle (interpretato da un titanico Jeff Goldblum) costruisce una macchina per il teletrasporto in grado di cambiare per sempre la percezione che gli esseri umani hanno delle coordinate spazio-temporali; ma il rivoluzionario marchingegno infernale mostra qualche “piccolo” difetto nel teletrasporto degli esseri viventi.

Dopo un primo, eclatante, successo (su un povero babbuino!)  la sicurezza di Seth cresce, ma in maniera inversamente proporzionale rispetto alla storia con la giornalista Veronica (Geena Davis), della quale è geloso. Ubriaco e fuori di sé, tenta di teletrasportarsi da lei introducendosi nella cabina, ma con lui si introduce nell’abitacolo anche una mosca. Pian piano Seth scopre di essere diventato più forte, resistente e disgustoso: comincia a decomporsi, perde intere parti del corpo e frammenti di pelle, si deforma, in definitiva comincia a trasformarsi in qualcosa di… “altro”, in una mosca.

La mosca mostra tutto il gusto gore cronenberghiano per gli eccessi che indugiano nelle deformazioni fisiche e psichiche, collocando di diritto l’opera nel filone del body horror, uno dei tanti sottogeneri dell’horror-splatter che vede un’attenzione perversa proprio per le deformità fisiche del corpo umano, seguendo con occhio clinico le sue metamorfosi, i suoi cambiamenti, i suoi smembramenti. Spesso questo genere si accompagna a un gusto grottesco e iperrealista condito però da una discreta dose di sottile e caustica ironia provocatoriamente disgustosa, erede del tocco di quei registi, si veda Sam Raimi, che ne hanno fatto una loro cifra stilistica.

La Mosca, oltre ad essere un delirante e disgustoso viaggio attraverso il crollo e la radicale trasformazione psico-fisica di un uomo, può inoltre essere letto come una riflessione su alcuni punti fondamentali che rientrano nel dibattito sulla bioetica e le nuove scienze: i limiti della tecnologia e le sue conseguenze (il teletrasporto e il suo tragico epilogo); la volontà umana di migliorare a tutti i costi le proprie condizioni fisiche (l’iniziale stupore di Seth di fronte alle nuove capacità fisiche acquisite); le polemiche riguardo all’aborto, temi che forse David Cronenberg non si è mai minimamente sognato di toccare ma che risaltano, insistentemente, agli occhi dello spettatore più attento che legge nella semplice parabola macabra dell’uomo-mosca una metafora dei nostri tempi asettici, dominati da scienza e tecnologia.

La trasformazione del protagonista, poi, sembra evocare a tratti quello stesso orrore “quotidiano” de La metamorfosi kafkiana. Se nel racconto del celebre scrittore ceco lo scarafaggio indicava la mediocrità, forse nella pellicola di David Cronenberg la mosca in cui si trasforma Brundle può essere emblema di un male antico, radicato e irrazionale. Non a caso, nella Bibbia e nei Vangeli il principe dei demoni è chiamato proprio Beelzebub (o Belzebù), che vuol dire “Signore/Dio delle mosche”.

La mosca oscilla tra un gusto gore unito a un’estetica che rimanda ai film di fantascienza stile Alien, dove tutto però è avvolto da un’atmosfera di sottile e perversa inquietudine uscita direttamente da uno dei migliori incubi kafkiani.

Uscite di mercoledì 23 e venerdì 25 novembre 2011

Uscite di mercoledì 23 e venerdì 25 novembre 2011

Uscita mercoledì 23 – Anche se è amore non si vede: Salvo e Valentino (Ficarra & Picone) sono due amici che hanno una piccola società di servizi per il turismo. Il loro mezzo, un restaurato e coloratissimo autobus inglese di qualche anno fa, trasporta i turisti tra i monumenti di Torino, una delle più belle città italiane. Salvo e Valentino sono due personaggi totalmente diversi. Valentino è abbastanza timido e riservato, mentre Salvo è parecchio intraprendente e sfacciato. Alle loro dipendenze c’è Natascha (Sascha Zacharias) una giovane e bella guida turistica, che non conosce però nessuna lingua straniera.

Uscite venerdì 25 novembre – Real Steel: Un grintoso film d’azione ambientato in un futuro non molto lontano, dove lo sport del pugilato è diventato hi-tech. In Real Steel, Hugh Jackman interpreta Charlie Kenton, un combattente fallito che ha perso la sua chance per il titolo quando dei robot di ferro da 900 chili, alti 2,4 metri hanno preso possesso del ring. Ora non è altro che un piccolo promotore.

Happy Feet 2 in 3D: I Pinguini Imperatori sono tornati, pronti a vivere un’altra avventura ballerina in Antartide! Il buffo Mambo ha ormai conquistato la sua Gloria. Dal loro amore è nato un figlio, Erik, che vuole assolutamente scoprire quale sia il suo talento ed affermarsi nel mondo dei pinguini. Ma nuovi pericoli minacciano la terra dei ghiacci. È necessaria un’unione di forze per raggiungere la salvezza e la felicità. Nel nuovo capitolo di Happy Feet il cast vocale originale si arricchisce con le voci di Brad Pitt e Matt Damon, ancora insieme dopo la saga di Ocean’s eleven. La pellicola animata, prodotta da Animal Logic, Kennedy Miller Productions e Villane Roadshow Pictures, è diretta e sceneggiata ancora una volta da George Miller.

Miracolo a Le Havre: Marcel Marx, un lustrascarpe, vive un’esistenza modesta ma tranquilla accanto alla moglie. La donna è affetta da una grave malattia, da lungo tempo tiene nascosta la cosa al marito, ma ora non può più mentirgli. Affranto da questo scherzo del destino, Marcel si reca nel porto di Le Havre. Lì incontra un bambino africano, clandestino, minacciato di deportazione in ogni momento. Marcel prende in simpatia il ragazzo e decide di proteggerlo.

Tower Heist – Colpo ad alto livello: Josh Kovacs è il direttore del personale del Tower, un lussuoso grattacielo residenziale di New York di proprietà del magnate Arthur Shaw. Josh ha una forte ammirazione verso il capo, per il quale gestisce con rigore e professionalità tutti gli impegni, oltre a uno stuolo di dipendenti e di clienti. Finché un giorno, l’FBI irrompe e Josh scopre incredulo che l’amato capo è accusato di bancarotta fraudolenta e che ha truffato, tra gli altri, anche tutti i suoi dipendenti, investendo i loro fondi pensione e lasciandoli senza un soldo. La sua furiosa reazione costa il licenziamento a lui e al cognato in procinto di diventare padre, ma anche l’idea di lanciarsi in una folle impresa volta a espropriare i beni illegalmente accumulati dal magnate.

Inti-illimani – Dove cantano le nuvole: Storia, emozioni e impegno politico degli Inti-Illimani, gruppo musicale di punta della Nueva Canción Chilena. Attraverso le testimonianze dei vari componenti ne conosciamo le origini, l’esilio italiano (dal 1973 al 1988) conseguente al golpe di Augusto Pinochet, il glorioso ritorno in Patria, i dissidi interni e l’avvio di due diverse e parallele formazioni, sempre nel nome di un’identità che riesce ad attraversare i cuori di più generazioni con messaggi di speranza e solidarietà civile.

L’uomo di neve per Scorsese

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Martin Scorsese dirigerà l’adattamento de L’uomo di neve, best seller del norvegese Jo Nesbo, settimo della

La Cosa da un altro mondo, il film cult del 1951

La Cosa da un altro mondo, il film cult del 1951

La Cosa da un altro mondo è il film cult del 1951 di Christian Nyby e Howard Hawks (non accreditato) con protagonisti Robert Cornthwaite e Jamess Arness.

La Cosa da un altro mondo, la trama: Da una delle basi scientifiche, stabilite da studiosi americani nella regione del polo Nord, perviene una chiamata urgente al capitano Pat Hendry ed al giornalista Ned Scott. Guidati da uno scienziato, il prof. Carrington, i due raggiungono la banchisa polare, nella quale s’è incastrato un gigantesco ordigno, forse un disco volante. Nei tentativi intrapresi per liberare l’ordigno, questo va distrutto: si recupera soltanto un corpo mostruoso, imprigionato in un blocco di ghiaccio.

Trasportato alla base della spedizione, il blocco ghiacciato, per un fatale errore, si liquefa: riottenuta la libertà il misterioso individuo, proveniente forse da Marte, sparge intorno il terrore e la morte. Si tratta, a quanto la scienza ha potuto accertare, d’un organismo appartenente al mondo vegetale e dedito all’emofagia. Solo dopo varie dolorose perdite, il capitano Hendry e i suoi riescono a sopraffare il mostro. Durante la drammatica lotta, Hendry riesce anche a conquistare il cuore d’una giovane e graziosa segretaria.

La Cosa da un altro mondo, l’analisi

Nel 1951 esce negli Stati Uniti d’America il film La Cosa da un altro mondo, prodotto dalla RKO Pictures e basato sul racconto Who goes there? di John W. Campbell, sconvolgendo gli spettatori immersi nel clima “glaciale” della guerra fredda. Considerato da Stephen King come uno dei cento film realizzati tra il 1950 e 1980 che hanno dato “un peculiare contributo al genere horror”, La Cosa da un altro mondo rappresenta un vero cult per gli appassionati del science-fiction.

La Cosa da un altro mondo, pellicola in bianco e nero, conserva degli straordinari fotogrammi che raccontano la storia di un equipe scientifica chiamata in Alaska per indagare sulla misteriosa comparsa di un veicolo non identificato, congelato tra i ghiacci, al cui interno risiede un gigantesco mostro alieno apparentemente morto. Dopo aver perso in un increscioso incidente il disco volante, i coraggiosi uomini trasportano alla base scientifica il cadavere ibernato, per sottoporlo all’analisi dello stravagante Dottor Carrington (Robert Cornthwaite). Nella notte, a causa della manovra distratta di un soldato di guardia, la “Cosa” (Jamess Arness) si risveglia grazie al torpore di una coperta termica, e decisamente affamato, uccide qualsiasi essere vivente incontri, cibandosi del suo sangue.  Lasciando lo spettatore in trepidante attesa, il film procede seguendo una sottile linea di suspence, alimentata dalle tracce violente lasciate dal mostro sanguinario.

Scelto nel 2001 per essere preservato nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti, La Cosa da un altro mondo  nato dalla collaborazione dei registi Christian Nyby,  (famoso per le serie televisive di Lessie e Perry Mason), e il pluripremiato Howard Hawks,  stupisce per la sua originalità senza tempo. Gli effetti speciali, se pur artigianali, sono curati nei minimi dettagli e i dialoghi fittissimi, che hanno fatto penare non poco il doppiaggio italiano, si allontano dalla formalità  altisonante tipica del vocabolario filmico anni ’50, rimanendo sospesi in un’atmosfera di familiarità quotidiana che coinvolge lo spettatore fino alla fine.

Girato nel Montana, La Cosa da un altro mondo fu ritoccato più volte dai registi, e la produzione stessa fu costretta a ridurre il numero di inquadrature e di scene che avevano per soggetto la Cosa. L’esigenza fondamentale era quella di evitare un film eccessivamente prolisso, data la iniziale durata di tre ore, e realizzare un film più fruibile dal grande pubblico. Il risultato finale è comunque impeccabile. L’enorme successo del lungometraggio si protrae nel tempo, e non a caso il regista John Carpenter nel 1982 regala agli spettatori una nuova versione del film, La Cosa, aprendo la famosa Trilogia dell’Apocalisse, composta da Il Signore del Male, (1987), e Il Seme della Follia, (1995). Nonostante il film sia stato dichiaratamente tratto dal racconto Who goes there? di John W. Campbell, è innegabile per gli appassionati di letteratura sci-fi e horror vedere dietro la storia l’incredibile penna e la straordinaria immaginazione di H. P. Lovecraft.

Attualmente è prevista per il due dicembre 2011 l’uscita del prequel La Cosa diretto dal regista semi-esordiente Matthijs van Heijningen, che invita nuovamente tutti i cittadini a scrutare il cielo, attentamente…

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