Two Sisters
(Janghwa, Hongryeon) è il film horror coreano del 2003 diretto
da Ji-woon Kim
La trama di Two sisters
Due sorelle, Su-mi ( Lim Soojung )
e Su-Yeon ( Moon Geun-young ) tornano alla casa di campagna dove il
loro padre vive con la loro matrigna, Eun Joo ( Jung-ah Yum ). Tra
le ragazze e la matrigna c’è un grande odio. Tutto sembra legarsi a
presenze soprannaturali e minacciose che popolano la casa.
Raccontare la storia di Two Sisters
significa in buona parte raccogliere tasselli e indizi disseminati
dalla regia ( pillole, armadi, parole ), trovare rispondenze e
incoerenze per dare un senso a tutto ciò che si vede. Storia di
fantasmi o di una mente paranoica? Entrambe le cose? Di chi è
questa mente? Di chi i “fantasmi”? In questo film ( si può anche
parlare di tipologia di film ) lo spettatore avverte fin da subito
lo “strano” e il “perturbante” (traspare dalle primissime scene in
cui le “two sisters” arrivano nella casa, grazie
anche ad un ottima recitazione “deformante” della matrigna (la
Yum).
Lo spettatore più che dalla “paura”
è preso dal bisogno di capire, che si lega ad un vago
senso di inquietudine. Con lo scorrere del film, non può che
affastellare congetture su congetture che di volta in volta le
scene confermano, smentiscono o, cosa che chi ha familiarità con
film lynchani avrà provato spesso, “confermano in parte”, e sì!
perché c’è sempre, o quasi, qualcosa che non torna! L’orrore in Two
Sisters è affidato a poche scene propriamente “horror”: a
quelle atmosfere alla “vedo la gente morta” stile “Il Sesto
Senso” (con apparizioni dal fuori campo annesse ) e a un
paio di scene che danno fondo al repertorio “orientale” di bambine
alla “Samara di the Ring” (non resta che scegliere se avvicinarsi
alla vittima con steady o camera a mano).
Ma chi cerca un “The
Ring” non può restare soddisfatto da un “Two
sisters“. Del resto è una diversa tipologia di horror. I
punti di forza, e le tensioni del film sono in altre scelte: nel
senso di enigma attraverso un montaggio che lega scene di
apparizioni o sevizie ad altre che lasciano avvertire una tragedia
più “intima” e “metaforica”, nelle sequenze complesse (ancor più se
riviste col senno di poi) aperte da dettagli significativi o
evocativi ( l’occhio in dettaglio di Soo-mi o il calice inquadrato
con grandangolo che occupa l’intero schermo e si riempie di
vino rosso aprendo una perturbante cena con parenti ).
L’angoscia e l’orrore iniziano a
emergere negli ultimi minuti del film, per l’accumulo di tensione e
di enigmi che si “sciolgono”. In Two sisters ci
sono pochi personaggi, legati da una rete di conflitti ad eventi
passati cui si accenna continuamente ma che non vengono mai
affrontati direttamente ( ottimo sviluppo del concetto di
“perturbante” da parte Ji-woon Kim, sia in qualità di regista che
di sceneggiatore ). Le primissime scene sono curate con
grandi dote estetiche ( molto bella l’opposizione lirica dei
paesaggi naturali con gli ambienti chiusi della casa ).
Le musiche di Byung-woo Lee, pochi
temi ben dosati e ricorrenti, che creano suggestioni e avvolgono
gli eventi in una rassegnata e dolorosa malinconia, aprono i
poetici titoli di testa. Per far tornare i conti in “Two Sisters”
serve più di una visione, senza la garanzia di venire poi appagati
da una vera coerenza. Se non altro una seconda visione è invogliata
anche dalle pregevoli qualità estetiche del film.
Todd Phillips
torna in sala con Parto col folle, una brillante
commedia che si presenta come piccolo intervallo fra il suo grande
successo Una notte da leoni e l’attesissimo sequel
previsto per questa primavera. Ma Phillips non permette ai suoi fan
più accaniti di disperarsi nell’attesa e anche questa volta butta
dentro il film il divertente e amato (nonostante il nome
impronunciabile) Zach Galifianakis, il cognato dello sposo de
Una notte da leoni per intenderci.
Protagonista di Parto col
folle questa volta è il carismatico Robert Downey jr. che visti i successi degli
ultimi anni (da
Iron Man a Sherlock Holmes) può permettersi di guardare
al futuro e lasciarsi alle spalle le vicissitudini giudiziarie che
l’hanno coinvolto nei primi anni del 2000 e che gli regalarono
anche un calo di popolarità. Peter Highman, architetto in
trasferta, riceve la notizia dell’imminente nascita del suo
bambino, intenzionato a prendere il primo volo per Los Angeles si
imbatte nel curioso Ethan, aspirante attore, con cui ha una serie
di imprevisti che gli faranno saltare il volo. Paradossalmente da
qui in poi sarà proprio Ethan l’unico con cui potrà viaggiare on
the road fino all’ospedale di Los Angeles in una corsa contro il
tempo piena di situazioni “anomale”.
Parto col folle, Robert
Downey jr. e Zach Galifianakis in stato di grazia
Formula già vista e ben rodata,
Phillips utilizza l’ennesima strana coppia per l’ennesimo film on
the road pieno zeppo di spunti comici, malintesi, equivoci e
situazioni irritanti. I due attori tengono bene il film, Downey ha
finalmente la possibilità di mettere i suoi costumi da
detective/supereroe nell’armadio mentre Galifianakis ripropone con pochissime varianti
il personaggio di Alan Garner della precedente pellicola di
Phillips. Il regista dal canto suo, si rifà molto al suo datato ma
sempre molto divertente Road Trip.
Oltre ai due attori che recitano a
tutto campo sono senz’altro da segnalare le altre presenze del
film,
Jamie Foxx,
Juliette Lewis e RZA, attori che curiosamente svolgono
tutti e tre la duplice carriera di cantante/attore, chi più e chi
meno bilanciato da una parte e dall’altra. Un
Jamie Foxx, qui nei panni dell’amico Jim, che ritrova
per la terza volta Robert Downey jr. dopo Kiss Kiss
Bang Bang e il bellissimo film di Joe
Wright: Il solista. Chiude la fila Michelle Monaghan fresca del film
Somewhere di
Sofia Coppola che qui interpreta la moglie di Peter,
donna incinta in attesa dell’arrivo di suo marito.
Ottima anche la colonna sonora per
lo più a tinte rock dove spiccano nomi come Cream,
Wolfmother, Rod Stewart, Neil Young e Pink Floyd.
E’ stato rilasciato il trailer del film che ripercorre la
vicenda di Amanda Knox, girato in Italia dal regista Robert
Dornhelm, sara’ trasmesso in prima mondiale negli USA il 21
febbraio dalla rete televisiva.
Werner Herzog sarebbe in trattativa
con Naomi Watts per affidarle il ruolo da protagonista in un suo
prossimo lavoro intitolato Queen of the Desert.
Secondo alcuni rumors sembrerebbe proprio di si. Il
film racconterà la storia di Gertrude Bell, personaggio realmente
esistito, una donna inglese dalla vita ricca e avventurosa che,
all’alba del XX secolo, fu viaggiatrice, scrittrice, archeologa,
esploratrice, cartografa, agente segreto e diplomatica per conto
dell’Impero Britannico. La Bell, inoltre, fu una specie di Lawrence
d’Arabia al femminile, svolgendo attività a sostegno della Rivolta
araba nel corso della Prima Guerra Mondiale ed ebbe un ruolo di
primo piano nella creazione di stati arabi come l’Iraq e la
Giordania.
Arrivano notizie fresche dul film
tratto da Le montagne della follia di Lovecraft ed è James
Cameron in persona, produttore del film ad aggiornare la
situazione. l regista Guillermo del Toro sta lavorando allo script,
e Tom Cruise vuole far parte del cast…
Intervistato da MTV Cameron ha dichiarato:
Tom vuole partecipare al film. Non credo che sia già stato
fatto un contratto, ma la nostra speranza è quella di raggiungere
un accordo presto. Guillermo sta lavorando come un pazzo alla nuova
sceneggiatura, speriamo di girare a giugno o luglio.
Attendiamo la fine della stesura definitiva dello script per
iniziare a parlare con grande interesse del progetto.
Sembra proprio che le riprese del
terzo Ghostbusters siano destinate a ritardare. La Sony pensava di
farlo uscire per l’estate del 2012 ma questa data è sempre più in
bilico. Il tutto dovuto come avevamo già segnalato alla risposta
che tarda ad arrivare sullo script di Bill Murray. Sia la Sony
Pictures, che Harold Ramis, Dan Aykroyd e Ivan Reitman hanno già
dato la loro approvazione allo script di Lee Eisenberg e Gene
Stupnitsky. Ora arrivano dichiarazioni dallo stesso Lee Eisenberg
che spiega un po’ la situazione:
Al momento, abbiamo uno script
sul quale ormai non mettiamo mano da due mesi: stiamo aspettando
che Bill Murray lo legga. La gente sembra entusiasta, e anche la
Sony. Siamo molto fieri di questo script, ci abbiamo lavorato
duramente e penso che il film sarà molto divertente. Abbiamo
lavorato assieme a Ivan Reitman per un paio di anni, e abbiamo
coinvolto molto anche Dan Aykroyd. Harold Ramis ha un credit sulla
storia assieme a noi. Poi abbiamo riscritto la sceneggiatura, in
realtà è stata riscritta molte volte, diventando sempre più
brillante e divertente. C’è voluto un po’ per capire realmente il
tono di un film come Ghostbusters: è spaventoso scrivere un film
con i personaggi con cui sei cresciuto, l’ultima cosa che vuoi fare
è deludere.
Anche il produttore Joe Medjuck
dice la sua:
La Sony ci ha detto che
volevano farlo, e tutti sembrano adorare lo script. Bill ha saputo
che la sceneggiatura è buona, ma non l’ha letta. Bill è fatto così:
dice a tutti che non ha tempo. Harold racconta sempre una storia
molto divertente sui mesi passati a convincere Bill a leggere Il
Giorno della Marmotta. Ogni settimana Bill andava da Harold e gli
diceva: “Sai… ho letto dieci pagine, sembrano ottime. Sarà ottimo
anche il resto?”
Per quel che ne so, non ha ancora letto nemmeno dieci pagine
dello script di Ghostbusters 3. Per quanto riguarda i primi due
film, Bill diede subito la sua disponibilità. Andò in India a
girare The Razor’s Edge; non aveva ancora letto lo script di
Ghostbusters ed era già pronto per le riprese!
Sembra proprio che le riprese del
terzo Ghostbusters siano destinate a ritardare. La Sony pensava di
farlo uscire per l’estate del 2012 ma questa data è sempre più in
bilico. Il tutto dovuto come avevamo già segnalato alla risposta
che tarda ad arrivare sullo script di Bill Murray. Sia la Sony
Pictures, che Harold Ramis, Dan Aykroyd e Ivan Reitman hanno già
dato la loro approvazione allo script di Lee Eisenberg e Gene
Stupnitsky. Ora arrivano dichiarazioni dallo stesso Lee Eisenberg
che spiega un po’ la situazione:
Al momento, abbiamo uno script sul quale ormai
non mettiamo mano da due mesi: stiamo aspettando che Bill Murray lo
legga. La gente sembra entusiasta, e anche la Sony. Siamo molto
fieri di questo script, ci abbiamo lavorato duramente e penso che
il film sarà molto divertente. Abbiamo lavorato assieme a Ivan
Reitman per un paio di anni, e abbiamo coinvolto molto anche Dan
Aykroyd. Harold Ramis ha un credit sulla storia assieme a noi. Poi
abbiamo riscritto la sceneggiatura, in realtà è stata riscritta
molte volte, diventando sempre più brillante e divertente. C’è
voluto un po’ per capire realmente il tono di un film come
Ghostbusters: è spaventoso scrivere un film con i personaggi con
cui sei cresciuto, l’ultima cosa che vuoi fare è deludere.
Anche il produttore Joe Medjuck
dice la sua:
La Sony ci ha detto che
volevano farlo, e tutti sembrano adorare lo script. Bill ha saputo
che la sceneggiatura è buona, ma non l’ha letta. Bill è fatto così:
dice a tutti che non ha tempo. Harold racconta sempre una storia
molto divertente sui mesi passati a convincere Bill a leggere Il
Giorno della Marmotta. Ogni settimana Bill andava da Harold e gli
diceva: “Sai… ho letto dieci pagine, sembrano ottime. Sarà ottimo
anche il resto?”
Per quel che ne so, non ha ancora letto nemmeno dieci pagine
dello script di Ghostbusters 3. Per quanto riguarda i primi due
film, Bill diede subito la sua disponibilità. Andò in India a
girare The Razor’s Edge; non aveva ancora letto lo script di
Ghostbusters ed era già pronto per le riprese!
A quanto pare Julia Roberts è
ufficialmente entrata in trattative per interpretare la matrigna
cattiva in The Brothers Grimm: Snow White, l’adattamento della
favola di Biancaneve diretto da Tarsem Singh…
Sembra che a Hollywood impazzi la
moda di Biancaneve. Infatti sono tre i progetti che prendono spunto
dalla famosa favola. Oltre al progetto Snow And The Seven, si
aggiunge quello della Universal e oggi si è saputo che Kristen
Stewart è vicina a ottenere il ruolo di Biancaneve. Il film si
intitolerà Snow White and the Hunstman.
Mentre quello che vedrà, se le
trattative andranno in porto, Julia Roberts si intitolerà The
Brothers Grimm: Snow White ele riprese dovrebbero iniziare questa
primavera in 3D, ma resta ancora da vedere se effettivamente la
Disney, la Universal e la Relativity decideranno di procedere con
tre progetti così simili nello stesso anno.
La recensione del film
cult del 1976, Taxi Driver diretto da
Martin Scorsese e con
protagonisti Robert De Niro, Jodie Foster e
Harvey Keitel.
Taxi Driver è un film del 1976 diretto da
Martin Scorsese e scritto da Paul Schrader, vincitore della Palma
d’oro al 29º Festival
di Cannes. Il primo film-denuncia sugli effetti negativi
della guerra in Vietnam sui reduci, benché non lo faccia in modo
esplicito, ma in modo brillantemente sottinteso. La nevrosi di
Trevis è talmente ben raffigurata da De Niro che pare
materializzarsi e poter essere toccata con mano. Una certa polemica
viene destinata anche all’universo femminile, a volte
eccessivamente auto-idealizzato e verso la politica e la sua
ipocrisia. La colonna sonora di Bernard Herrmann fa il resto.
Travis, ex marines in Vietnam, si
fa assumere come tassista notturno poiché da quella brutta
avventura non riesce più a dormire serenamente. Vive così la strada
di notte, con i suoi “mostri” e i suoi “fantasmi”, che egli senza
mezze misure ritiene rifiuti della società. Non riesce nemmeno a
frequentare o anche semplicemente a parlare con qualche donna, e
soffoca questa incapacità recandosi spessissimo ad un Cinema porno.
Nota però una donna dall’aspetto angelico. Betsy, che lavora nello
staff di un senatore candidato alle presidenziali, l’on. Palantine;
e per avvicinarsi a lei finisce anche per appassionarsi alla
politica di quest’ultimo, sebbene non ne conosca minimamente le
idee politiche. Ben presto però la solitudine tornerà a fargli
compagnia, ma riuscirà anche a farsi valere.
Taxi Driver, il capolavoro di
Martin Scorsese
Considerato da molti uno dei più importanti e
controversi film del cinema statunitense, è stato acclamato per le
sue scene di forte impatto e per il suo ruvido realismo. Il film ha
reso celebri entrambi i suoi attori protagonisti, Robert De Niro e
Jodie Foster, quest’ultima solo tredicenne quando il film fu
distribuito. Di spessore anche l’interpretazione della bella Cybill
Shepherd e di Harvey Keitel, che Scorsese aveva già reso celebre
nel film Mean Streets.
Taxi Driver fu un
successo commerciale, ricevette diverse nomination al Premio Oscar
e fu premiato al Festival di Cannes con la Palma d’oro. Negli anni
successivi è stato inserito al 47º posto nella lista AFI’s 100
Years… 100 Movies redatta dall’American Film Institute. Nel 1994 è
stato scelto per la preservazione nel National Film Registry della
Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti. È stato inserito da
Quentin Tarantino nella lista dei suoi 12 film preferiti al terzo
posto. A colpire molto la critica e il pubblico sono stati due
fattori: la sparatoria finale, per l’epoca, molto intensa; la quale
ha mantenuto il suo impatto visivo ancora oggi. Nel tentativo di
evitare il massimo divieto della censura, Scorsese desaturò i
colori della pellicola, rendendo il rosso del sangue meno
appariscente. In alcune interviste rilasciate in seguito, Scorsese
commentò che col tempo aveva apprezzato il cambiamento dei colori,
considerandolo un miglioramento rispetto al girato originale (che
non è possibile vedere perché andato perduto).
Il secondo fattore è la presenza di
un’attrice appena tredicenne, nel ruolo di una giovane prostituta.
Trattasi di Jodie Foster. In particolare, a destare scalpore è la
presenza della ragazzina nella sopra citata scena della sparatoria
finale; ma come lei stesso affermò, fu eseguito con un occhio di
riguardo per lei, che non ne rimase traumatizzata e che il
backstage di preparazione degli effetti speciali suscitò in lei
molto interesse.
Tra le varie curiosità che esso ha
suscitato, si ricorda la scena finale che ritrae Travis aggiustare
nervosamente lo specchietto retrovisore non appena Betsy (la
collaboratrice del Senatore Palantine, interpretata
dall’affascinante Cybill Shepherd) lascia il taxi a pochi
fotogrammi dai crediti finali. Scorsese ha commentato i momenti
finali del film dicendo che il rapido sguardo quasi nevrotico di
Travis allo specchietto potrebbe rappresentare la possibilità che
Travis possa soffrire di nuovo di depressione e scatti d’ira in
futuro. Questo finale quasi aperto è stato paragonato a quello di
Arancia meccanica di Stanley Kubrick, in cui
Malcolm McDowell nei panni di Alex DeLarge sembra
riconquistare il suo lato sociopatico nella sua battuta finale:
«Ero guarito, eccome!».
Tra le altre curiosità sul film
ricordiamo: inizialmente Martin Scorsese
scelse Dustin Hoffman per la parte di Travis
Bickle, ma l’attore rifiutò e la parte andò a De
Niro. Quando nel film Iris si accinge a slacciare i
pantaloni a un Travis riluttante, a recitare fu la sorella maggiore
della Foster (allora diciannovenne), quasi sua sosia, per evitare
la partecipazione di una minore a scene ad alto tasso di
eccitazione sessuale. La Foster, come detto allora
dodicenne, dovette passare quattro ore con uno psichiatra prima di
ottenere la parte (la quale era stata prima offerta a
Melanie Griffith, che rifiutò). Furono utilizzate
dal regista modalità di ripresa alquanto innovative per l’epoca
come quando Travis telefona e la telecamera si sposta al corridoio,
o quando De Niro è nel deposito dei taxi e
l’inquadratura smette di seguirlo per soffermarsi su altri
particolari. Infatti il raccordo di sguardo a semi-soggettiva, non
segue tradizionalmente il protagonista nel deposito, ma la
telecamera compie un giro panoramico, per poi ritrovare il
protagonista più avanti.
De Niro recitava
parallelamente sia nel film di Scorsese sia in
Novecento di Bertolucci,
girato in Italia proprio nello stesso periodo. Inoltre l’attore ha
lavorato come tassista nei sei mesi antecedenti alle riprese, e ha
studiato le malattie mentali. Nel film compare anche Martin
Scorsese, il quale interpreta la parte del marito che osserva sua
moglie dal taxi di Travis. L’attore che doveva recitare
quella parte fu costretto a rifiutare a causa di un infortunio.
Martin Scorsese si vede anche quando Betsy entra
nell’ufficio, seduto vicino alle scale.
La scena più famosa del film è
probabilmente quella in cui Travis fa pratica con la pistola
davanti allo specchio ed inizia un monologo in cui si rivolge alla
sua immagine riflessa: «Ma dici a me? Ma dici a me? … Ma dici a
me? Ehi con chi stai parlando? Dici a me? Non ci sono che io
qui». Questa scena non era prevista nel copione, che indicava
solo «Travis guarda in uno specchio», ma De Niro
decise di aggiungere delle battute per calarsi nella personalità di
Travis. A Scorsese piacque così tanto che decise di tenerla nel
montaggio finale.
L’autore della colonna sonora è
come detto il celebre Bernard Herrmann
(1911-1975), noto per la sua collaborazione con Alfred
Hitchcock (in particolare per Psycho). Fu la sua ultima
composizione, poiché Herrmann morì prima che il
film uscisse nelle sale. Taxi Driver è
dedicato alla sua memoria. Il pezzo principale è “Twisted nerve”,
capolavoro in chiave jazz. Il finale ha lasciato spazio a molte
fantasie riguardo ad un sequel. Voci tornate in auge anche nel
corso del 2010. Scorsese ha dichiarato più volte
di non avere intenzione di realizzarlo. Ma visto che proprio nel
2010 molti sono stati i sequel anche a distanza di decenni, non si
esclude un ritorno di Trevis e le sue manie.
Ultimo clan ad
essere oggetto di attenzioni cinematografiche sarà quello dei
Casalesi, pare con particolare attenzione alla figura di “Sandokan”
Schiavone. Regista sarà lo stesso de “Il Capo dei capi”, Pietro
Valsecchi.
E’ uscito il primo poster ufficiale di Water for Elephants, il
film che vedrà per la prima volta sullo schermo la coppia Robert
Pattinson – Reese Witherspoon.
Questa mattina alla Casa del Cinema
si è tenuta la terza edizione di perFiducia, un progetto
cinematografico sostenuto da Intesa Sanpaolo che ha come padri
fondatori tre dei più rinomati registi del Cinema italiano: Ermanno
Olmi, Gabriele Salvatores e Paolo Sorrentino. In questa edizione
sono stati presentati tre cortometraggi di registi esordienti
italiani, Laura Bispori con Biondina, Marco Chiarini con Omero
bello-di-nonna e Paolo Zucca alla regia di Cuore di Clown.
Un film documentario su un mito
odierno è l’ultimo lavoro del regista Inglese, di origini indiane,
Asif Kapadia. Il mito è quello di Ayrton Senna, campione brasiliano
di Formula Uno. Il film Senna, premiato in America al
Sundence Film Festival, è uscito prima in Brasile ( la terra natale
che lo ama alla pari di Pelé e Garrincha ) e in Giappone ( dove
Ayrton è tuttora un idolo per aver portato i motori Honda della
Mclaren alla conquista di tre mondiali: ’88 , ’90 e ’91 ).
E’ morta l’attrice francese Maria
Schneider, protagonista fra l’altro di ‘Ultimo tango a Parigi’. La
Schneider, 58 anni, e’ morta questa mattina dopo una lunga
malattia.
A comunicare la notizia i familiari
dell’attrice. La Schneider è rimasta legata al ruolo di Jeanne
nell’Ultimo tango a Parigi di Bernardo Bertolucci nell’immaginario
collettivo, per sempre abbracciata a Marlon Brando, nelle sequenze
memorabili del film. Nessuna delle sue interpretazione successive e
precedenti è servita a cancellare quel personaggio così
misterioso.
Ha partecipato, tra gli altri, a
Professione Reporter di Michelangelo Antonioni, Notti selvagge,
Jane Eyre e Qualcosa in cui credere. La sua ultima apparizione è
stata invece quella nel film di Josiane Balasko Cliente, del 2008.
La salma sarà seppellita nel cimitero di Pere-Lachaise dopo il
funerale religioso.
Il casting di Loice Laine, dopo
aver archiviato quello di Clark Kent, sembra essere in grande
fermento. Da alcuni rumors è uscita una prima shortlist composta da
nomi di attrici del calibro di Kristen Stewart, Rachel McAdams,
Jessica Biel, Dianna Agron, Malin Akerman, Olivia Wilde, e anche
Mary ELizabeth Winstead e Kristen Bell
A quanto pare fra questi nomi uno era in vantaggio, quello di
Kristen Stewart. E’ quanto riferisce WhatsPlaying.au, la giovane
protagonista della saga di Twilight avrebbe incontrato Zack Snyder
e la produttrice Deborah Snyder, ma a quanto pare sembra non essere
interessata a ingabbiarsi in una nuova saga dopo Twilight,
preferirebbe dedicarsi più a ruoli in piccoli film indipendenti.
Anche se quest’ultimo rumors è stato categoricamente smentito dagli
stessi agenti dellea Stewart.
Ad ogni modo attendiamo altre
notizie. Ricordiamo che Superman è stato scritto da David S. Goyer
e diretto da Zack Snyder, e uscirà a natale 2012. Prodotto da
Christopher Nolan e Emma Thomas, e la sceneggiatura è basata su una
storia di Goyer e di Nolan.
La 01 Distribution ha pubblicato tantissime foto di Boris il
film. Le foto mostrano momenti dietro le quinte, ma anche scatti
durante le riprese. Per vederle …
Woody Allen aprirà il festival
di Cannes con il suo ultimo film, Midnight in Paris.
Si tratta di una commedia romantica
che racconta le avventure di una famiglia in viaggio per affari
nella capitale francese: tra i vari personaggi c’è anche una
giovane coppia di fidanzati le cui vite verranno profondamente
cambiate nel corso del viaggio. Nel cast di Midnight in Paris,
Adrien Brody, Marion Cotillard, Rachel McAdams, Owen Wilson, Carla
Bruni e molti altri.
I fantastici viaggi di
Gulliver: Lemuel Gulliver è un fattorino della posta di un
grande giornale di New York…la sua è una vita lavorativa piatta,
senza responsabilità e senza una possibilità di promozione.
Nonostante non abbia alcuna possibilità, Lamuel, è da anni
segretamente innamorato di Darcy, la caporedattrice della sezione
viaggi, e fantastica sempre su di lei.
Un giorno per errore Darcy crede
che Lamuel sia un grande reporter e lo manda nel mezzo del
triangolo delle bermuda per scrivere un pezzo. Lamuel coglie al
volo l’occasione ma quando arriva sul posto un onda anomala
catapulta Lamuel su una strana isola con strani abitanti….si tratta
dell’isola di Lilliput abitata dai Lillipuziani, piccoli omini
laboriosi. Inizialmente Gulliver viene imprigionato ma quando salva
al vita del Re conquista la fiducia del piccolo popolo. Diventato
il loro idolo Gulliver li aiuta nella lotta contro i loro acerrimi
nemici, i Blefuschiani, inoltre dovrà scontrarsi con i
giganti…soprattutto con una bambina che lo usa come bambola!!
Rob Letterman dirige questo
adattamento de “I viaggi di Gulliver” di Jonathan Swift…anche se
del libro c’è ben poco soprattutto perché viene trattata solo la
parte iniziale sull’isola Lilliput, per non parlare poi dei
significati nascosti dell’opera originale che qui non trovano
spazio. L’unico tema che viene affrontato è che a seconda della
prospettiva con cui guardi al mondo ogni cosa può cambiare, come
ogni cosa è cambiata al protagonista guardando il mondo dall’alto
della sua statura…la sua vita ha acquistato senso e consistenza. Al
di là di questo il resto del film è puro divertimento con il sempre
più comico Jack Black.
Biutiful: Uxbal dopo la separazione dalla
moglie Marambra che soffre di bipolarismo ottiene la custodia dei
loro due bambini, Mateo e Ana. Si mantiene grazie al lavoro
clandestino di immigrati cinesi e africani e possiede un dono,
quello di parlare con i morti, che sfrutta per alzare qualche soldo
in più. Quando scopre di avere un cancro alla prostata incurabile
la sua vita cambia…inizia ad interessarsi dei problemi degli
immigrati e cerca di aiutarli, vuole a tutti i costi occuparsi dei
figli e garantire loro una sicurezza futura, ma soprattutto non
vuole essere dimenticato dai suoi bambini come lui ha dimenticato
suo padre!
Alejandro Gonzalez Inarritu dirige Javier Bardem in questo film
drammatico che ci mostra gli ultimi mesi di vita di uomo che cerca
di affrontare i suoi problemi e i problemi delle persone che gli
stanno accanto. Si affrontano temi importanti come l’immigrazione e
l’integrazione delle comunità straniere nei paesi ospiti e il
rapporto padre figli pieno di contraddizioni.
Femmine contro
maschi: Anna e Pietro sono sposati da molto tempo e vivono
la noia di un matrimonio monotono, lei è piemontese e sempre alla
ricerca di trasformare lui nell’uomo dei suoi sogni, lui è
calabrese, donnaiolo e un po’ ignorante. Dopo un incidente Pietro
perde la memoria e per Anna arriva finalmente l’occasione di
plasmare il marito a suo piacimento…almeno finché lui non
riacquista la memoria!! Altre due coppie invece sono legate dalla
passione che Michele e Rocco hanno per i Beatles e dal fatto che
fanno parte di una cover band. Entrambe le loro mogli sono ostili
verso la band e vogliono porre fine a questa sciocchezza della
musica. Così Michele e Rocco mentono spudoratamente per poter
continuare a coltivare la loro passione….un giorno però un serio
litigio tra Rocco e sua moglie porta l’uomo a trasferirsi da
Michele…le bugie pian piano vengono a galla!! Ed infine l’ultima
coppia è formata da Marcello, chirurgo plastico, e Paola che sono
divorziati da diversi anni ma fingono di essere ancora una famiglia
felice quando vanno a trovare la madre di lui, una ottantenne che
ha pochi giorni di vita. Come ultimo desiderio la madre di Marcello
vuole vivere i suoi ultimi attimi con la famiglia, nella stessa
casa. Così la coppia deve fingere per tutto il tempo per far felice
la vecchietta.
Fausto Brizzi ci presenta ancora le varie difficoltà nei rapporti
sentimentali presentando questa volta gli uomini come eterni
bambini, un po’ mammoni e molto pigri, mentre le donne sono sempre
alla disperata ricerca dell’uomo perfetto e per questo diventano un
po’ manipolatrici. Le risate certo non mancano grazie alla presenza
di Luciana Littizzetto, della coppia Ficarra-Picone e di Claudio
Bisio.
Another Year: Tom,
geologo, e Gerri, psicologa, sono felicemente sposati, hanno un
figlio trentenne avvocato, Joe, che si lamenta continuamente del
fatto che tutti i suoi amici si stanno per sposare mentre lui non
riesce a trovare una compagna. In primavera la coppia invita Mary,
una collega di Gerri, nella loro casa e dopo qualche bicchiere la
donna inizia a lamentarsi della sua vita sentimentale. In estate è
la volta di Ken, vecchio amico di Tom, anche lui dopo qualche
bicchiere dà libero sfogo alle sue frustrazioni. Durante un
barbecue in famiglia, a cui partecipano anche Ken e Mary, lui ci
prova spudoratamente con lei, ma lei è attratta da Joe. Le sue
speranze però vengono infrante l’autunno successivo, quando Joe
presenta ai suoi genitori la fidanzata Katie…questo fa ingelosire
Mary che si rivolge a Katie in maniera molto sgarbata. Quando, in
inverno, Gerri e Tom si recano al funerale della moglie del
fratello maggiore di Tom, Ronnie, la situazione degenera….il figlio
di Ronnie ha un carattere molto particolare e durante il funerale
si scontra con il padre creando imbarazzo, poi arrivano Mary e
Katie…Gerri teme una reazione sgarbata di Mary ma fortunatamente le
cose non vanno così.
Mike Liegh mette in scena un anno di vita di una famiglia come
tante, analizza i rapporti interpersonali, studia i problemi che
ognuno di noi deve affrontare nel vivere quotidiano. Tutto questo
lo fa seguendo lo scorrere delle stagioni di un anno al termine del
quale alcuni dei personaggi riescono a crescere e ad imparare dalle
esperienze vissute, mentre altri no.
Una giovane ballerina è pronta a
sbocciare, il ruolo della vita, del debutto da solista, sta per
arrivare e vuole fare di tutto per fare bene, per essere perfetta.
Con questa premessa entriamo nel mondo de Il Cigno
Nero, thriller psicologico che vede una straordinaria
Natalie Portman al centro di una vicenda
oscura che non manca di sorprendere. La bella Nina (Portman) si
trova alle prese con un doppio ruolo, sarà lei la protagonista de
Il Lago dei Cigni, e interpreterà sia il cigno bianco che quello
nero.
Il Cigno Nero recensione del
film di Darren Aronofsky
E proprio qui Nina incontrerà le
sue prime difficoltà, come farà la dolce e delicata creatura,
perfezionista del balletto e maestra di disciplina a lasciarsi
andare alle emozioni sensuali che dovrà esprimere per rendere vivo
il cigno nero? Darren Aronofsky ci racconta
una storia molto avvincente che però sullo schermo presenta non
poche lacune. A partire dalla costruzione del personaggio
principale, che viene mostrato già all’inizio del film come
disturbato, il suo sgretolamento psicologico non comincia con la
difficoltà relativa al ruolo che deve interpretare, ma è già
cominciato, seguendo dei piccoli segnali, come le ferite sul suo
corpo, che poi ci verranno rivelati essere delle sue ‘cattive
abitudini’.
Per cui siamo di fronte
probabilmente ad una psicologia già provata dall’eccessiva ricerca
della perfezione fisica e armonico delle sue forme in movimento. A
testimoniare questa teoria c’è anche la semi-anoressia della
ragazza che rifiuta il cibo e spesso lo vomita. Nonostante una
buona costruzione della suspance Aronofsky finisce intrappolato nel
suo stesso film, regalandoci un ritratto incompleto, senza spiegare
il disagio della protagonista, ma lasciandolo indovinare allo
spettatore (è probabile che il personaggio della madre, ballerina
mancata e iper-protettiva possa aver minato lo sviluppo della
ragazza, ma è solo una congettura).
Il gioco di specchi e riflessi,
metafora fin troppo palese e abusata, risulta dopo un po’
fastidioso, dal momento che se è vero che in un’accademia di danza
è plausibile che ci siano tutti quegli specchi, specie nelle aule,
è quantomeno strana e straniante la presenza dei numerosi specchi
nella vita di Nina. Il film si basa quindi sulla doppia identità,
sul lato oscuro che nel caso dell’immaginario di Nina, viene
rappresentato e incarnato da Lily (Mila Kunis),
altra ballerina irriverente e passionale che non ha paura di
perdere il controllo e che diventa la vera e propria ossessione
della protagonista.
Le due attrici, la Portman e la
Kunis, offrono davvero delle interpretazioni interessanti: la Kunis
si rivela un’ottima giovane attrice, che comincia adesso a farsi
conoscere dal mondo (lo scorso ano è stata al cinema con Codice
Genesi), la Portman invece, già da tempo stimata oltre che per la
sua bellezza anche per la sua bravura di interprete, sfodera qui
una tensione drammatica davvero notevole, oltre ad aver la
possibilità di fare sfoggio delle sue doti di danzatrice (non è
certo una etoile ma infondo è un’attrice mica una
ballerina!). il suo cigno nero nasce dal suo stesso corpo e il suo
viso, così sofferente per tutta la durata del film, assume fattezze
mostruosamente belle nel finale, confermando la grande
interpretazione che le è valsa la candidatura agli Oscar di
quest’anno.Nel cast anche Vincent Cassel che si conferma attore di
classe, perfetto nel ruolo ambiguo del regista dello spettacolo, e
Wynona Rider che interpreta Beth, ballerina ormai
giunta a fine carriera e che per Nina diventa un’altro specchio
dentro al quale distorce la sua realtà.
Nell’insieme Il Cigno
Nero non può considerarsi certo un brutto film, resta
tuttavia l’amaro in bocca per quello che sembra lo spreco di una
storia con grosse potenzialità, e purtroppo se di un colpevole si
vuole parlare è giusto e doveroso puntare il dito contro il
regista, che non riesce bene a tenere le fila del racconto,
costruendo sul filo della tensione un thriller psicologico che si
risolleva solo nel finale ma che resta sbilanciato e poco
coeso.
Continua la stagione dei premi e
continuano anche le decisioni , più o meno discusse , delle varie
giurie. E’ ora il turno dei Visual Effects Society
Awards , per i quali il film maggiormente premiato
portando a casa quattro premi tra cui il principale, quello per il
miglior film basato sugli effetti digitali, è stato l’Inception di
Christopher Nolan.
Per l’animazione vince il delizioso
Dragon Trainer con tre riconoscimenti. La cerimonia si è svolta al
Beverly Hilton Hotel di Los Angeles. Come in molti casi, questi
premi sono significativi anche per gli Oscar, se si pensa che dal
2002, data della prima edizione, ogni anno, con sole due eccezioni,
il vincitore del premio principale si è poi portato a casa la
statuetta.
La Wildside e Raicinema, in
collaborazione con Sky Cinema, annunciano la data d’uscita di
Boris: Il Film. Sarà l’1 aprile 2011!
Il film, distribuito da 01
DISTRIBUTION, avrà tra i protagonisti: (in ordine alfabetico) LUCA
AMOROSINO . VALERIO APREA . NINNI BRUSCHETTA . PAOLO CALABRESI .
ANTONIO CATANIA . CAROLINA CRESCENTINI . MASSIMO DE LORENZO . CARLO
DE RUGGIERI . ALBERTO DI STASIO . ROBERTA FIORENTINI . CATERINA
GUZZANTI . FRANCESCO PANNOFINO . ANDREA SARTORETTI . PIETRO
SERMONTI . ALESSANDRO TIBERI . GIORGIO TIRABASSI
In “BORIS IL FILM” il
regista René Ferretti molla la brutta fiction tv che ha fatto per
anni e tenta il grande salto: un film d’autore, per il cinema.
Insomma, la libertà artistica dopo una carriera asservita al
conservatorismo televisivo. Ma il mondo del cinema con i suoi
snobismi può essere perfino peggio di quello della tv. Soprattutto
per una troupe, quella di Ferretti, a dir poco estranea all’Arte
con la “a” maiuscola. Tra cinematografari snob, attrici nevrotiche,
sceneggiatori modaioli, eroinomani, squali e improvvisati vari,
“BORIS IL FILM” mette a nudo un mondo, quello del cinema italiano,
che aspira a una nuova giovinezza e vive invece solo una perenne
immaturità. E la Grande Commedia incombe. Con lo stesso cast della
serie e gli stessi autori: Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre, Luca
Vendruscolo che firmano anche la regia.
La recensione del
film Il Truffacuori
di Pascal Chaumeil
(L’arnacoeur), presentata allo scorso
Tribeca Film Festival con il
titolo Heartbreaker. Il Truffacuori
– “La vostra unica figlia è follemente
innamorata di un ostinato imbecille? Vostra sorella si è appena
fidanzata con un rozzo bruto? La vostra miglior amica esce con uno
stronzo? C’è un uomo che può ancora salvare la situazione. Il suo
nome: Alex Lippi. La sua professione: sabotatore di coppie. Il suo
metodo: la seduzione!”
Così comincia Il
Truffacuori, la commedia di Pascal
Chaumeil (L’arnacoeur), presentata allo
scorso Tribeca Film Festival con il titolo
Heartbreaker. Alex (Romain
Duris), la sorella Melanie (Julie
Ferrier) e il marito Marc (Francois
Damiens), insieme costituiscono una troupe imbattibile. Il
loro mestiere? Mandare all’aria relazioni sentimentali di donne
infelici. Ogni mezzo è opportuno pur di raggiungere l’obiettivo
della missione: nascondigli, intercettazioni, false identità,
paesaggi romantici come dune
sabbiose sorvolate da uccelli rarissimi (appena liberati da una
voliera), frasi appassionate, sorrisi smaglianti e pianti al
momento giusto.
Una vera squadra di 007 dell’amore,
o meglio, della separazione. Nessuna complicazione sentimentale.
Questa è la regola principale. Alex è perfetto nel suo ruolo da
adorabile scavezzacollo, riesce a conquistare tutte le donne cui
mira, per poi tirarsi indietro al momento giusto. Poi però arriva
Juliette (Vanessa
Paradis), una giovane e affascinante ereditiera, colta
ed emancipata. Tra dieci giorni sposerà un giovane e ricco inglese,
Jonathan (Andrew Lincoln). Il padre di Juliette
(Jacques Frantz) teme che sua figlia possa
annoiarsi a morte in questo matrimonio e quindi chiede ad Alex di
occuparsi di lei. Inizialmente al trio dei Truffacuori, appare una
missione improbabile, sia per il poco tempo a disposizione, ma
soprattutto perché Juliette sembra veramente innamorata del suo
futuro sposo.
Decidono comunque di inseguire
questa missione e partono verso il Principato di Monaco, dove
Juliette sta organizzando il matrimonio. Inizia così, una
Mission Impossible di seduzione in cui Alex
scoprirà a sue spese che il piano perfetto non esiste e che non
sempre è semplice ritirarsi al momento giusto. Il
truffacuori, primo lungometraggio del regista televisivo
Pascal Chaumeil, è una commedia fresca, con una
sceneggiatura semplice che fa scorrere il film con ritmo e
leggerezza. Ad ogni modo, ciò che rende gradevole il film è
l’interpretazione del carismatico ed espressivo Romain
Duris, (il nostro Luca Argentero francese), il quale
riempie lo schermo e ci fa sorridere con le sue espressioni
smaliziate. Indimenticabile la scena in cui i due protagonisti
ballano sulle note di Dirty Dancing. In definitiva
è un film piacevole se si è disposti a fantasticare senza fare
troppe domande sulla trama, perché come ogni commedia romantica, lo
spettatore conosce fin dall’inizio quale sarà il destino dei
personaggi.
Ma forse è per questo che ha avuto
in Francia così successo (prima in classifica nel box office con
oltre 20 milioni di euro e 3 milioni di spettatori), e
probabilmente lo avrà in altri Paesi, perché a volte gli spettatori
hanno voglia di sognare e soprattutto di vedere le cose a loro
modo, senza alcuna sorpresa. Il film uscirà in Italia l’11 febbraio
2011.
Garry Marshall, alle prese con la
sua rom-com New Years’Eve, ha effettuato un cambio nel suo cast di
superstar. Pare infatti che il ruolo che doveva essere di Halle
Berry, sia stato poi assegnato a Katherine Heigl, che avrebbe già
dovuto lavorare con Marshall per Appuntamento con l’Amore uscito lo
scorso anno.
Nel film la Heigl sarà la ex di una
rock star interpretata da Jon Bon Jovi, che si ritrova ad
interpretare quindi il ruolo di se stesso. I due si ritroveranno a
fare i conti l’uno con l’altro dopo una tormentata storia
d’amore.
A quanto pare Nolan ama lavorare
con gli stessi attori da un film all’altro, e così come è accaduto
per Christian Bale e Michael Caine, anche Tom Hardy ha seguito il
gruppo nel cast del terzo Batman del regista britanico.
A quanto pare adesso, dopo le voci
di qualche tempo fa, pare che anche Joseph
Gordon-Levitt sia coinvolto nel casting di questo terzo
episodio dell’uomo pipistrello.
Non si sa ancora se l’attore veràà
scelto o meno, ma al momento sicuramente non sta con le mani in
mano. Dopo il successo di Inception Gordon-Levitt è tornato a
lavorare col regista di Rian Johnson per Looper, e ha finito le
riprese del prossimo film di David Koepp, Premium Rush.
A quanto pare Nolan ama lavorare
con gli stessi attori da un film all’altro, e così come è accaduto
per Christian Bale e Michael Caine, anche Tom Hardy ha seguito il
gruppo nel cast del terzo Batman del regista britanico.
A quanto pare adesso, dopo le voci
di qualche tempo fa, pare che anche Joseph
Gordon-Levitt sia coinvolto nel casting di questo terzo
episodio dell’uomo pipistrello.
Non si sa ancora se l’attore veràà
scelto o meno, ma al momento sicuramente non sta con le mani in
mano. Dopo il successo di Inception Gordon-Levitt è tornato a
lavorare col regista di Rian Johnson per Looper, e ha finito le
riprese del prossimo film di David Koepp, Premium Rush.
Wally Pfister, storico
collaboratore di Christopher Nolan sarà il direttore della
fotografia di The Dark Knight Rises. Bleeding Cool ci ha
fatto quattro chiacchiere, e sono venute fuori cose molto
interessanti, soprattutto riguardo all’ultima arrivata del cast, la
bella Anne Hathaway.
Pfister ha abbozzato qualche parola
sul terzo Batman di Nolan: la pre-produzione è ormai avanzata,
e la sceneggiatura è pronta, il film verrà girato per la
maggior parte con cineprese IMAX, e la sequenza d’apertura sarà
“impressionante”, più de Il Cavaliere Oscuro. Pfister si è
diplomaticamente dichiarato ‘all’oscuro d molte cose’:
Riuscirebbero a sorprendere
anche me, è già successo in passato. Quando mi sono reso conto
della quantità di ragazze che stavano provinando prima di scegliere
Anne Hathaway… non sapevo nemmeno quale nome era vero e quale
falso, finché Emma Thomas non me l’ha confermato due giorni prima
dei provini.
Pfister ha confermato di aver
girato il provino di Anne Hathaway lasciandosi andare a qualche
commento: E’ fenomenale con quel costume – ma subito dopo
– Verrei licenziato se ne parlassi, e così non potrei nemmeno
girare il film. Non posso davvero parlarne…
Insomma è stato detto tutto e il
contrario di tutto, speriamo soltanto che le alte aspettative
legate al film non vengano disattese.