Ecco il primo trailer di The
Killing of a Sacred Deer, il nuovo film diretto
da Yorgos Lanthimos (The
Lobster), presentato in Concorso all’ultimo Festival di Cannes.
Protagonisti del thriller sono
Colin Farrell, che torna a lavorare
con Lanthimos dopo The Lobster, e
Nicole Kidman. Il trailer è stato diffuso dalla
A24, che
distribuisce il film negli USA.
The Killing of a Sacred
Deer recensione del film con Colin
Farrell
Il film, ispirato ad una tragedia di
Euripide, racconterà la storia di Steven (Farrell), un carismatico
chirurgo, e di un giovane ragazzo che cerca di far integrare l’uomo
nella sua famiglia problematica. Quando i comportamenti del ragazzo
diventano sempre più strani, la vita perfetta di Steven
inizierà ad andare in frantumi, cosa che spingerà l’uomo a compiere
un sacrifico impensabile.
Ed Guiney e
Andrew Lowesi, che avevamo già prodotto
The Lobster, si occuperanno anche della
produzione di questo film.
The Killing of a Sacred
Deer è solo il primo di una serie di progetti che
Yorgos Lanthimos ha in cantiere di sviluppare con
Element e Film4. Tra questi figura anche il dramma storico
The Favourite che avrà come protagoniste
Olivia Colman, Emma Stone e
Rachel Weisz.
Affrontare un’operazione a cuore
aperto non è mai facile per un paziente, anche dall’altro lato
della barricata però non è certo uno scherzo. Anestesista e
chirurgo dividono parte delle responsabilità totali, la percentuale
più grande però è dominata dal caos, dal fato o dal destino, come
chiamarlo si voglia. Yorgos Lanthimos per spiegare
questo concetto decide di operare egli stesso a cuore aperto, e di
scrivere un’opera dai tratti tanto folli quanto geniali chiamata
simbolicamente The Killing of a Sacred
Deer – l’assassinio del cervo sacro. Steven Murphy è
un chirurgo di successo con una bellissima moglie e due figli, vive
una vita apparentemente perfetta, nel suo passato però c’è
un’operazione andata male, un paziente perso e un senso di colpa
che non accenna a svanire. Quest’ultimo aspetto lo ha spinto a
creare un particolare feeling con Martin, ragazzo adolescente
figlio della vittima, con cui si vede spesso, a cui fa regali
costosi, a cui bada come un padre adottivo – nei ritagli del suo
tempo.
The Killing of a Sacred Deer, il film
In The Killing of a Sacred
Deer il loro rapporto però diventa presto strano e
ambiguo, il ragazzo richiede sempre più attenzioni, diventa sempre
più un’ossessione, quando Steven decide di staccarsi però è troppo
tardi e i piani macabri del ragazzo sono già avviati. Il suo
obiettivo è far provare al chirurgo lo stesso dolore, lo stesso
vuoto che ha sentito lui perdendo il padre, vuole che almeno un
membro della famiglia Murphy muoia. Quello che può sembrare lineare
e diretto, in realtà sullo schermo è completamente onirico e
surreale. Il giovane Martin si muove come un’entità sovrannaturale,
capace di controllare i corpi altrui a piacimento. elementi che
fanno letteralmente impazzire Steven e con lui gli spettatori – che
osservano tutto dallo stesso punto di vista. Non c’è un solo
istante di The Killing of a Sacred Deer
che passa senza la giusta tensione, un racconto serrato che non
lascia respiro e genera dubbi, paure e incertezze – sentimenti e
sensazioni amplificati da una colonna sonora dai toni bassi e
oscuri e una fotografia impeccabile, cupa e claustrofobica. Il
regista greco, che in Italia abbiamo conosciuto soprattutto grazie
a The Lobster, ha ulteriormente perfezionato la sua già
ottima tecnica e la forma, creando un’opera maestosa dal punto di
vista visivo. Sul fronte dei temi invece la questione è più
complessa, si discute di vendetta, di senso di colpa, ma
soprattutto ci spiega per filo e per segno il funzionamento del
caos.
Spesso, in quanto uomini che si
credono onnipotenti, investiamo tutte le nostre forze per cambiare
il corso di uno o più eventi, invece è il fato che gestisce la
partita, sempre e comunque. In The Killing of a Sacred
Deer, gli strumenti del mestiere nelle mani dell’autore
non sono ovviamente i ferri chirurgici, bensì degli attori di
talento che fanno in modo eccezionale il loro lavoro. Colin Farrell nei panni del protagonista è
riuscito a raccogliere una tale intensità come non faceva da tempo,
al suo fianco una Nicole Kidman passionale e carnale, di una
bellezza senza tempo. Buona parte del lavoro però è svolta dai
piccoli membri del cast, che recitano come adulti maturi e
pienamente formati. Le immagini che passano su schermo non sono
certo per chi ha lo stomaco debole, e lo si capisce sin dal torace
aperto con un cuore battente a vista in apertura, neppure per chi
soffre di attacchi di ansia e claustrofobia, tutti gli altri invece
hanno la possibilità di godere di un’esperienza emozionante e
visivamente sublime. 100 minuti in balia del caos e della follia
umana, indimenticabili.
Alicia Silverstone
lavorerà al fianco di Colin Farrell e Nicole Kidman per il regista greco
Yorgos Lanthimos, già autore dell’applaudito
The Lobster (con
protagonista proprio Farrell).
Il progetto in questione è
The Killing of a Sacred Deer e vedrà
Lanthimos occuparsi non solo della regia ma anche della
sceneggiatura in collaborazione con Efthymis
Filipou (già co-autore dello script di The
Lobster).
Il film, ispirato ad una tragedia di
Euripide, racconterà la storia di Steven (Farrell), un carismatico
chirurgo, e di un giovane ragazzo che cerca di far integrare l’uomo
nella sua famiglia problematica. Quando i comportamenti del ragazzo
diventano sempre più strani, la vita perfetta di Steven
inizierà ad andare in frantumi, cosa che spingerà l’uomo a compiere
un sacrifico impensabile.
Ed Guiney e
Andrew Lowesi, che avevamo già prodotto
The Lobster, si occuperanno anche della
produzione di questo film.
The Killing of a Sacred
Deer è solo il primo di una serie di progetti che
Yorgos Lanthimos ha in cantiere di sviluppare con
Element e Film4. Tra questi figura anche il dramma storico
The Favourite che avrà come protagoniste
Olivia Colman, Emma Stone e
Rachel Weisz.
Hulu ha pubblicato
il trailer di The Killing Kind, una serie thriller
in arrivo che mette in luce l’esperienza di
stalking di un avvocato dopo aver difeso una
persona dalle accuse di stalking. Lo streamer ha scelto lo show
tratto dall’omonimo romanzo bestseller di Jane Casey.
The Killing Kind
era in precedenza un originale Paramount+
e da allora si è unito a una serie di show ritirati dal servizio di
streaming, secondo quanto riportato da Deadline. Fortunatamente,
Hulu ha deciso di salvare la serie originale britannica. In arrivo
sulla piattaforma negli USA il 14 maggio (in Italia i contenuti
HULU sono STAR, di Disney+)
la prossima serie thriller sarà incentrata sull’avvocato difensore
Ingrid Lewis, che è riuscita a difendere il suo cliente
uomo d’affari, John Webster, dalle accuse di stalking.
Ingrid è stata la rappresentante di
John quando l’ex fidanzata di quest’ultimo lo ha accusato di
stalking. I due hanno poi intrapreso una relazione, che Ingrid ha
deciso di chiudere. John, tuttavia, si rifiuta di farlo. Ingrid si
trova presto coinvolta nella sua stessa esperienza di stalking,
perpetrata dall’uomo che un tempo aveva difeso con successo.
“The Killing Kind è incentrato su un’avvocatessa, Ingrid Lewis,
che difende John Webster dalle accuse di stalking, solo che Webster
si rivolge contro di lei“, si legge nel titolo.
Chi c’è dietro The Killing Kind?
The Killing Kind ha come protagonisti
Emma Appleton (The Witcher) nel ruolo di Ingrid e
Colin Morgan (The Living and the Dead) nel ruolo
di John. Zara Hayes (Showtrial) ha diretto la
serie. Hayes è stata anche una delle sceneggiatrici insieme a
Jonathan Stewart di Meet You In Hell.
Il resto del cast comprende Elliot Barnes-Worrell, Olivia
D’Lima, Sara Powell, Nicholas Rowe e Sophie Stanton. The
Killing Kind sarà composta da sei episodi, in arrivo su
Hulu il 14 maggio.
Ecco teaser trailer di
The Killing Joke, nuovo film d’animazione
della DC/Warner in cui possiamo riascoltare le voci di
Kevin Conroy e Mark Hamill,
rispettivamente Batman e Joker.
https://www.youtube.com/watch?v=LvEZa_dY4Sc
The Killing
Joke, prodotto dalla Warner Bros, vede tornare al
doppiaggio Mark Hamill e Kevin
Conroy. Con loro ci saranno anche Tara
String per Barbara Gordon/Batgirl e Ray
Wise come Commissario Gordon.
Hamill ha dichiarato: “Il fatto
di lavorare di nuovo con Kevin Conroy, che è il mio Batman
preferito, in quella che io considero la definitiva genesi di un
villain così iconico è come un sogno che si realizza. Sono più che
emozionato di tornare a essere il Joker in The Killing
Joke.”
Conroy ha replicato: “Ho avuto
il privilegio di essere Batman per più di due decenni e alcuni dei
miei momenti preferiti in cabina di doppiaggio li ho passati con
Mark. Lui è sempre in grado di farmi diventare un attore migliore.
Sono felice che siamo tornati entrambi a lavorare insieme a una
storia così importante per il binomio Batman/Joker.”
The Killing
Joke sarà presentato quest’estate al Comic Con di San
Diego, prima della release ufficiale il prossimo
anno.
Dopo i primi trailer finalmente la
DC Entertainment ha
svelato la data di uscita di The Killing
Joke, l’attesissimo adattamento animato dell’omonimo
fumetto. Infatti su Amazon scopriamo che il film uscirà
direttamente in home video il 2 agosto 2016,
una settimana prima dell’uscita nelle sale americane
di Suicide Squad. Ecco la copertina
dell’edizione USA:
Batman The Killing
Joke, prodotto dalla Warner Bros, vede tornare al
doppiaggio Mark Hamill e Kevin
Conroy. Con loro ci saranno anche Tara
Strong per Barbara Gordon/Batgirl e Ray
Wise come Commissario Gordon.
Hamill ha dichiarato: “Il fatto
di lavorare di nuovo con Kevin Conroy, che è il mio Batman
preferito, in quella che io considero la definitiva genesi di un
villain così iconico è come un sogno che si realizza. Sono più che
emozionato di tornare a essere il Joker in The Killing
Joke.”
Conroy ha replicato: “Ho avuto
il privilegio di essere Batman per più di due decenni e alcuni dei
miei momenti preferiti in cabina di doppiaggio li ho passati con
Mark. Lui è sempre in grado di farmi diventare un attore migliore.
Sono felice che siamo tornati entrambi a lavorare insieme a una
storia così importante per il binomio Batman/Joker.”
Batman The Killing
Joke sarà presentato quest’estate al Comic Con di San
Diego, prima della release ufficiale il prossimo anno.
“Tutto quello che serve è
una sola brutta giornata per ridurre il più sano di mente in un
lunatico… sola una brutta giornata”. Il Joker sta tornando e
avrà di nuovo la voce di Mark Hamill.
L’attore ha ufficialmente annunciato
su Twitter che tornerà a prestare la voce alla nemesi di Batman
nell’adattamento d’animazione di The Killing
Joke, in lavorazione alla Warner Bros. Con lui ci
sarà anche Kevin Conroy che tornerà a far parlare
l’Uomo Pipistrello. Con loro ci saranno anche Tara
String per Barbara Gordon/Batgirl e Ray
Wise come Commissario Gordon.
Hamill ha dichiarato: “Il fatto
di lavorare di nuovo con Kevin Conroy, che è il mio Batman
preferito, in quella che io considero la definitiva genesi di un
villain così iconico è come un sogno che si realizza. Sono più che
emozionato di tornare a essere il Joker in The Killing
Joke.”
Conroy ha replicato: “Ho avuto
il privilegio di essere Batman per più di due decenni e alcuni dei
miei momenti preferiti in cabina di doppiaggio li ho passati con
Mark. Lui è sempre in grado di farmi diventare un attore migliore.
Sono felice che siamo tornati entrambi a lavorare insieme a una
storia così importante per il binomio Batman/Joker.”
The Killing
Joke sarà presentato quest’estate al Comic Con di San
Diego, prima della release ufficiale il prossimo anno.
Ecco il trailer vietato di
The Killing Joke, film d’animazione della
Warner, adattamento (a quanto pare fedele) dell’omonima storia a
fumetti che vede protagonista Batman e la sua nemesi, il Joker.
Ecco il video:
https://www.youtube.com/watch?v=SnTSqgJPVl8
Batman The Killing
Joke, prodotto dalla Warner Bros, vede tornare al
doppiaggio Mark Hamill e Kevin
Conroy. Con loro ci saranno anche Tara
Strong per Barbara Gordon/Batgirl e Ray
Wise come Commissario Gordon.
Hamill ha dichiarato: “Il fatto
di lavorare di nuovo con Kevin Conroy, che è il mio Batman
preferito, in quella che io considero la definitiva genesi di un
villain così iconico è come un sogno che si realizza. Sono più che
emozionato di tornare a essere il Joker in The Killing
Joke.”
Conroy ha replicato: “Ho avuto
il privilegio di essere Batman per più di due decenni e alcuni dei
miei momenti preferiti in cabina di doppiaggio li ho passati con
Mark. Lui è sempre in grado di farmi diventare un attore migliore.
Sono felice che siamo tornati entrambi a lavorare insieme a una
storia così importante per il binomio Batman/Joker.”
Batman The Killing
Joke sarà presentato quest’estate al Comic Con di San
Diego, prima della release ufficiale il prossimo anno.
Ospite d’onore alla Star Wars Celebration 2016 a Londra,
Mark Hamill, che da pochi giorni ha concluso le
riprese di Star Wars Episodio VIII, ha
parlato di The Killing Joke, il nuovo
adattamento animato delle storie di Batman in cui, come già
capitato in passato, presta la voce al Joker.
Di seguito il video delle sue
dichiarazioni in merito:
Hamill dichiara in maniera
inequivocabile che il film non sarà per bambini e che non seguirà alla
lettera le tavole di Alan Moore, ma che sarà un
progressivo e inevitabile tunnel che trascinerà lo spettatore verso
una realtà sempre più violenta. La storia, oltre ovviamente al
Joker e a Batman, vedrà coinvolta
anche Batgirl.
Batman The Killing
Joke, prodotto dalla Warner Bros, vede tornare al
doppiaggio Mark Hamill e Kevin
Conroy. Con loro ci saranno anche Tara
Strong per Barbara Gordon/Batgirl e Ray
Wise come Commissario Gordon.
Hamill ha dichiarato: “Il fatto
di lavorare di nuovo con Kevin Conroy, che è il mio Batman
preferito, in quella che io considero la definitiva genesi di un
villain così iconico è come un sogno che si realizza. Sono più che
emozionato di tornare a essere il Joker in The Killing
Joke.”
Conroy ha replicato: “Ho avuto
il privilegio di essere Batman per più di due decenni e alcuni dei
miei momenti preferiti in cabina di doppiaggio li ho passati con
Mark. Lui è sempre in grado di farmi diventare un attore migliore.
Sono felice che siamo tornati entrambi a lavorare insieme a una
storia così importante per il binomio Batman/Joker.”
Batman The Killing
Joke sarà presentato quest’estate al Comic Con di San
Diego, prima della release ufficiale il prossimo anno.
La DC/Warner sarà riuscita
nell’impresa di realizzare un film animato basato sulla celeberrima
storia di Alan Moore e Brian
Bolland, The Killing Joke?
“Basta una giornata storta per
trasformare il migliore degli uomini in un folle.”
Era impossibile tratte un intero
film utilizzando esclusivamente il materiale originale della
graphic novel, per cui è stato necessario aggiungere delle parti
completamente inedite, un compito difficile, affidato a
Brian Azzarello, uno degli scrittori di punta
della DC Comics. Il film è diviso in due parti e soltanto nella
seconda inizia il racconto vero e proprio della graphic
novel.
La prima parte è stata utilizzata
per introdurre Barbara Gordon, alias Batgirl. L’idea di base è solida, dato
che il personaggio è centrale nelle vicende della pellicola ed è
importante che tutti gli spettatori riescano a empatizzare con lei
anche senza aver letto fumetti sul suo conto. Purtroppo però
l’inserimanto di una sottotrama azzardata farà storcere il naso ai
puristi e non, dal moemnto che ci troviamo di fronte a vicende
caratterizzanti senza che si provveda a fornire una motivazione
alle azioni. Ai fini del film, questa scelta non ha senso,
perdendosi nella seconda parte senza il benché minimo tentativo di
giustificazione.
Nella seconda parte ci sono delle
piccole aggiunte efficaci, tra cui qualche easter egg (perfino su
Una Morte in Famiglia!), altre di cui non
si sentiva il bisogno, come alcune aggiunte che coinvolgono in
maniera cruenta Gordon e snaturano il concetto dell’opera di
Moore.
Lo stile di disegno è una versione
più matura e realistica di quello visto nelle classiche serie
animate DC/Warner e purtroppo non rende giustizia
al tratto di Bolland. Il Joker è quello che ne
esce peggio, troppo diverso e cartoonesco rispetto a quello della
graphic novel.
Fortunatamente attraverso dei giochi di luci e ombre si è riusciti
comunque a rendere giustizia al personaggio nei momenti più topici.
Purtroppo neanche i colori utilizzati contribuiscono, poiché si
discostano troppo da quelli originali che tendevano all’utilizzo
eccessivo del rosso e del giallo. La regia di Sam
Liu è funzionale alla trama e dà il meglio di sé nelle
scene di combattimento.
Il punto forte del film è
sicuramente il doppiaggio di Kevin Conroy e
Mark Hamill, entrambi di altissimo livello.
The Killing Joke è godibile, ma
chiaramente non tiene il confronto con l’opera originale,
rivelandosi quindi un’occasione sprecata.
Netflix ha rilasciato il primo atteso trailer di
The Killing 4, l’atteso quarto e ultimo
ciclo di episodi dello show che sarà composto da sei episodi.
The Killing è una serie
televisiva statunitense poliziesca prodotta
da Fox Television Studios e da Fuse
Entertainment per la rete televisiva via cavo AMC,
che l’ha trasmessa dal 3 aprile 2011.
Remake della
serie televisiva danese Forbrydelsen, The
Killing è incentrata sulle vicende che ruotano attorno
l’omicidio di una giovane ragazza e la conseguente indagine della
polizia. La serie ha debuttato in Italia su Fox
Crime il 3 novembre 2011.
Dopo due stagioni
prodotte, la serie era stata inizialmente cancellata dal network
statunitense il 27 luglio 2012,ma dopo delle trattative
avviate dalla casa di produzione Fox Television Studios con la
società Netflix e la stessa AMC, le quali si divideranno
i costi di produzione, è stato deciso di produrre una terza
stagione che ha debuttato il 2 giugno 2013. Il 10
settembre 2013, AMC cancella ufficialmente la serie. Due mesi
dopo la cancellazione della serie, Netflix ha acquistato i diritti
per produrre una quarta e ultima stagione composta da 6 episodi per
il 2014
A Seattle una giovane ragazza, Rosie Larsen, viene
uccisa. La trama intreccia tre aspetti connessi all’omicidio: le
indagini della detective Sarah Linden, affiancata dal collega
Stephen Holder; il dolore che colpisce la famiglia della vittima; e
un gruppo di politici locali che rischia di vedersi compromessa la
campagna elettorale. Con la prosecuzione della storia, diventa
chiaro che non ci sono casualità e ognuno dei personaggi coinvolti
si porta dietro un segreto che gli impedisce di poter voltare
pagina. Nell’ultimo episodio della seconda stagione viene rivelato
che ad uccidere Rosie Larsen è stata Terry Marek che, non sapendo
che fosse la nipote la ragazza rinchiusa nel bagagliaio, spinse
l’auto nel lago per aiutare Jamie Wright, il capo staff di Darren
Richmond, a sbarazzarsi del problema che si era creato quando Rosie
assistette per caso a qualcosa che non avrebbe dovuto sentire. Sarà
poi Holder a uccidere Jamie, dopo che questi aveva sparato allo
specchio che rifletteva l’immagine di Linden.
Netflix ha rilasciato due sanguinosi poster
di The Killing 4, l’atteso
quarto e ultimo ciclo di episodi dello show che sarà composto da
sei episodi.
The Killing è
una serie
televisiva statunitense poliziesca prodotta
da Fox Television Studios e da Fuse
Entertainment per la rete televisiva via cavo AMC,
che l’ha trasmessa dal 3 aprile 2011.
Remake della
serie televisiva danese Forbrydelsen, The
Killing è incentrata sulle vicende che ruotano attorno
l’omicidio di una giovane ragazza e la conseguente indagine della
polizia. La serie ha debuttato in Italia su Fox
Crime il 3 novembre 2011.
Dopo due stagioni
prodotte, la serie era stata inizialmente cancellata dal network
statunitense il 27 luglio 2012,ma dopo delle trattative
avviate dalla casa di produzione Fox Television Studios con la
società Netflix e la stessa AMC, le quali si divideranno
i costi di produzione, è stato deciso di produrre una terza
stagione che ha debuttato il 2 giugno 2013. Il 10
settembre 2013, AMC cancella ufficialmente la serie. Due mesi
dopo la cancellazione della serie, Netflix ha acquistato i diritti
per produrre una quarta e ultima stagione composta da 6 episodi per
il 2014
A Seattle una giovane ragazza, Rosie Larsen, viene
uccisa. La trama intreccia tre aspetti connessi all’omicidio: le
indagini della detective Sarah Linden, affiancata dal collega
Stephen Holder; il dolore che colpisce la famiglia della vittima; e
un gruppo di politici locali che rischia di vedersi compromessa la
campagna elettorale. Con la prosecuzione della storia, diventa
chiaro che non ci sono casualità e ognuno dei personaggi coinvolti
si porta dietro un segreto che gli impedisce di poter voltare
pagina. Nell’ultimo episodio della seconda stagione viene rivelato
che ad uccidere Rosie Larsen è stata Terry Marek che, non sapendo
che fosse la nipote la ragazza rinchiusa nel bagagliaio, spinse
l’auto nel lago per aiutare Jamie Wright, il capo staff di Darren
Richmond, a sbarazzarsi del problema che si era creato quando Rosie
assistette per caso a qualcosa che non avrebbe dovuto sentire. Sarà
poi Holder a uccidere Jamie, dopo che questi aveva sparato allo
specchio che rifletteva l’immagine di Linden.
Dopo essere stato annunciato
in concorso alla Mostra del Cinema
di Venezia di quest’anno, The Killer, il nuovo film
diretto da David Fincher dopo Mank, si mostra ora con
una prima foto ufficiale svelata tramite Empire. Rilasciata da
Netflix, che distribuirà il film nel proprio
catalogo a partire dal 10novembre, l’immagine ci offre un primo sguardo a
Michael
Fassbender, protagonista del film, mentre nei panni
dell’assassino del titolo guarda fuori dalla finestra di un
appartamento con un cannocchiale, probabilmente intento a pedinare
una delle sue vittime.
Accanto a Fassbender,
in The
Killer ritroveremo in un ruolo da protagonista anche
Tilda Swinton.
La logline ufficiale fornita da Netflix recita: “dopo un
incidente quasi fatale, un assassino combatte i suoi datori di
lavoro e se stesso, mentre porta avanti una caccia all’uomo
internazionale che insiste non avere nulla di personale“. Sono
dunque ancora vaghi i dettagli sulla trama del film, adattamento
dell’omonima graphic novel francese di Alexis
Nolent e Luc Jacamon, con una
sceneggiatura di Andrew Kevin Walker.
The Killer, il cast del film
Come già riportato, Michael
Fassbender e Tilda Swinton interpreteranno i
protagonisti, ma il cast include anche Kerry
O’Malley nei panni di Dolores e Charles
Parnell (Top Gun: Maverick) nei panni di Hodges,
Arliss Howard (Full Metal Jacket) e la
star brasiliana Sophie Charlotte nel film. Il
direttore della fotografia Erik Messerschmidt
(Mindhunter) collabora ancora una volta con Fincher per il
film, mentre il regista torna a collaborare con Trent
Reznor e Atticus Ross (The Social Network, Millennium, Gone Girl, Mank) per
comporre la colonna sonora di The Killer. Sappiamo inoltre che la
durata del film è pari a 113 minuti, il che lo rende il secondo
film più corto nella filmografia di Fincher dopo Panic
Room.
Ecco il teaser trailer di The
Killer, il nuovo film di David
Fincher con protagonista
Michael Fassbender e che sarà presentato in
Concorso alla prossima Mostra
Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia 80. Scritto da
Andrew Kevin Walker e diretto da
Fincher, il film è basato sulla graphic novel
“The Killer” scritta da Alexis Nolent (a.k.a Matz) e
illustrata da Luc Jacamon, originariamente pubblicata in francese
da Editions Casterman e vede protagonisti Michael
Fassbender, Charles Parnell, Arliss Howard, Sophie
Charlotte e
Tilda Swinton.
Dopo un tragico incarico quasi
fallito un assassino affronta i suoi mandanti e se stesso in una
caccia all’uomo internazionale che crede non sia affatto personale.
The
Killer sarà a ottobre nei cinema italiani e dal
10 novembre su Netflix.
Attieniti al tuo piano.
Anticipa, non improvvisare. Non fidarti di nessuno. Non cedere mai
un vantaggio. Combatti solo le battaglie per cui sei pagato. È
questo il mantra che l’assassino interpretato da Michael
Fassbender in The Killer si
ripete ogni volta prima di eliminare gli obiettivi che gli vengono
assegnati. A rivelarci queste regole è proprio lui, grazie
all’accesso privileggiato alla sua mente che il regista del film,
David Fincher, ci permette di
avere. Dopo aver raccontato di serial killer in Se7en, Zodiac e Mindhunter, egli decide
infatti stavolta di assumere il loro punto di vista, alla scoperta
del loro codice e del modo in cui la loro realtà possa differire
dalle aspettative.
Presentato in Concorso alla
Mostra del Cinema di Venezia, The Killer
segna dunque il ritorno di Fincher al mondo criminale, dopo la
parentesi sul mondo del cinema di Mank. Ma è un ritorno
estremamente particolare, lontano da ciò che ci si potrebbe
aspettare e che pertanto potrebbe scontentare chi si aspetta un
film su tale argomento simile alle opere del regista poc’anzi
citate. Perché con The Killer non ci confrontiamo con un
intricati complotti o sorprendenti colpi di scena, né con ritmi
esagitati o frequenti scene d’azione. Insomma, non è il classico
dramma basato sulla trama, bensì qualcosa di molto più esistenziale
e filosofico di quanto possa sembrare ad una prima visione.
The Killer… preparati, attendi, uccidi, ripeti
Non c’è dunque molto da dire
riguardo la storia del film, volutamente molto esile, la quale
semplicemente ha per protagonista un assassino (Michael
Fassbender) che, dopo un disastroso passo falso di cui
rimane sorpreso egli stesso, si trova a dover sfidare i propri
committenti intraprendendo una caccia all’uomo su scala globale che
egli giura non avere niente di personale. Ma è davvero così? Oppure
sta ingannando sé stesso per primo? Quanto è disposto a tradire le
proprie regole pur di ristabilire il proprio status quo e quanto la
realtà intorno a lui può sfuggire al suo controllo? Prenderà così
forma un disperato tentativo di riparare ai propri errori.
Essere un assassino non è facile
come viene raccontato nei film, dove spesso viene offerta una
rappresentazione romantica o avvincente della loro vita, per quanto
ciò che compiono rimanga inaccettabile. Fincher, che con ogni suo
film cerca di smarcarsi dai cliché, si pone dunque nella mente del
serial killer per cercare di studiarne i pensieri, la routine, la
gestualità. Il suo assassino senza nome non è un uomo dotato di
particolari gadget e per ottenere ciò che gli serve, che sia un
travestimento o un accessorio, si rivolge a negozi online quale può
essere Amazon. Insomma, quello di The Killer è un
personaggio che cerca di rimanere il più possibile nell’anonimità e
per farlo sa di dover seguire un preciso codice.
Le sue missioni, inoltre, non sono
per nulla avventure caratterizzate da epici scontri o dinamici
inseguimenti. Lo dimostra la sequenza d’apertura del film, dove il
killer deve attendere l’arrivo del suo obiettivo rimanendo
nascosto in un appartamento di Parigi. In tale frangente egli ci
rende partecipi dei suoi pensieri, riempiendo dunque di parole
scene nelle quali sostanzialmente non avviene nulla se non l’atto
di attendere, intervallato da attività come lo stretching,
l’andarsi a comprare del cibo e naturalmente il dormire. Una
sequenza che potrebbe scoraggiare quanti ricercano ben altri ritmi
e atmosfere, ma se si fa attenzione è diffiicile non rimanere
catturati dalla messa in scena che Fincher propone.
Con una calma metodica e grande
attenzione ai particolari, il regista inquadra il tutto con un
gusto per la composizione e una precisione da vero serial killer,
rendendo tutto ciò così attraente che è difficile non venire rapiti
da questo modo di raccontare per immagini. Sono infatti queste ad
avere la priorità assoluta sul film, persino sul racconto in sé,
ridotto qui al suo grado più elementare per ricercare tanto un
senso di distacco coerente con quello che il protagonista porta
avanti nei confronti della realtà, quanto per far emergere la sua
percezione delle cose quale vero e proprio cuore pulsante di
The Killer.
The Killer è uno dei film più importanti
dell’anno
The Killer lavora dunque
sulla scissione esistente tra realtà e soggettività, proponendocela
non solo tramite la voice over del protagonista, ma anche con un
preciso lavoro sulla fotografia, il montaggio e il sonoro, con il
quale si punta anche a costruire un senso di crescente disagio e
ansia. Quando ad esempio il killer è in controllo della situazione,
tutto scorre fluidamente, ma basta un attimo perché la realtà si
riveli differente, lasciando spazio ad una maggiore rigidità che
disorienta e annulla tutto ciò che credevamo di sapere. Capiamo
dunque che quello di Fincher è un narratore inattendibile,
costretto egli stesso a scontrarsi con l’imprevisto e portarci a
riflettere sul nostro rapporto con esso e con ciò che lui è
chiamato a compiere.
Semplicemente perfetta si rivela
allora la scelta di Fassbender nel ruolo del protagonista. L’attore
non solo torna a regalarci un’interpretazione di alto livello dopo
diversi passi falsi, ma con il suo volto glaciale riesce a
raccontarci tutto il distacco e all’occorrenza anche la paura del
suo personaggio. E ciò che lui prova impariamo a provarlo anche
noi, scontrandoci con un film che richiede assolutamente molteplici
visioni, necessarie per rapportarsi in modo approfondito con il
gusto per le immagini che Fincher da sempre possiede e con le quali
ci intrattiene. Di certo, però, già a primo impatto The
Killer risulta una delle opere più dense di significati e
valori viste quest’anno.
The Killer
(qui la recensione) è il
thriller neo-noir del celebre regista David Fincher (Fight Club,
Zodiac, Gone Girl), disponibile
dal 10 novembre su Netflix. Presentato in anteprima lo
scorso settembre all’80esima Mostra del Cinema di Venezia, il film
vede protagonista l’attore Michael
Fassbender (Shame, 12 anni schiavo, Steve Jobs) nei panni di un
paranoico sicario, un assassino senza nome. La sua vita è dettata
da un codice ben preciso e iterativo, finché – dopo aver fallito
una missione uccidendo la persona sbagliata – il killer si ritrova
in una caccia all’uomo internazionale dove è costretto ad
affrontare i suoi committenti e sé stesso. Il film, basato
sull’omonima serie di graphic novel francese (titolo originale
“Le Tueur”) illustrata da Luc Jacamon e scritta da Matz
(Alexis Nolent) presenta dunque un racconto ambiguo e più complesso
di quel che potrebbe sembrare.
Il cupo e teso film di Fincher si
apre con la visione dell’anonimo killer che temporeggia all’ultimo
piano di un ufficio WeWork a Parigi. Dalla sua finestra spia la
suite dell’edificio sul lato opposto della strada, attendendo il
suo obiettivo. Inizia dunque un monologo interiore
in cui il protagonista racconta le sue abilità e le modalità con
cui lavora: è un uomo disciplinato, fermo, deciso,
imperturbabile. Segue gli ordini per cui è pagato bene
senza curarsi delle conseguenze. Ma quando poco dopo sbaglia il
tiro, uccidendo l’amante del suo bersaglio, sul suo volto cala
improvvisamente un velo di terrore e smarrimento. Raccatta tutto
ciò che può nel breve tempo possibile e fugge via dell’edificio,
organizzando un volo per casa in Repubblica Dominicana. Al suo
arrivo però scopre che il suo committente lo ha già punito: la sua
compagna Magdala (Sophie Charlotte) è stata
aggredita e torturata. Ferito e in collera, il Killer inizia una
caccia vendicativa in cui fa fuori chiunque si sia macchiato del
sangue di lei.
Il Killer comincia la sua spietata
ricerca uccidendo Hodges (Charles Parnell), il suo
misterioso datore di lavoro. Successivamente convince la segretaria
Dolores (Kerry O’Malley) a svelare il cliente
mandante che lo sta cercando e i due aggressori che hanno torturato
Magdala. Ricevuto i nomi, parte prima per Miami per uccidere i due
scagnozzi: un uomo chiamato il Bruto (Sala Baker)
e una donna conosciuta come L’Esperto (Tilda Swinton).
Attraversa poi Chicago per trovare il Cliente, Claybourne
(Arliss Howard). Quando i due si ritrovano faccia
a faccia, Claybourne gli spiega che è stato lo stesso Hodges a
suggerirgli di eliminare il Killer dal consiglio per l’inefficienza
del suo caso. Non c’era, quindi, “nulla di personale”.
Soddisfatto della sua vendetta e di aver scoperto la verità, il
Killer decide di non eliminarlo e partire via con Magdala.
Fin dal primo minuto, Fincher
dipinge il protagonista come una persona meticolosa, calcolatrice,
pacata e fredda. Persino quando fallisce la sua missione, colpendo
la persona sbagliata, riesce a contenere le proprie emozioni molto
più di quanto sarebbe in grado chiunque altro. Ed è proprio questa
sua consapevole e tanto orgogliosa impassibilità e indolenza che
crolla a poco a poco nel film. Se inizialmente si considera
“uno dei pochi”, solo alla fine si rende conto di
essere in realtà “uno dei molti”. Sotto tutti quei
travestimenti e false identità, dunque, non c’è semplicemente una
spietata macchina per uccidere ma un uomo. Un uomo come tanti altri
che – oltre l’anonima espressione gelida da assassino – sente il
bisogno di amare ed essere amato. E ciò che lo scuote dal suo ruolo
di inalterabile assassino è il trovare la donna che ama malridotta
e morente a causa del suo lavoro. Una scena che lo porta a fargli
desiderare di avere una vita normale e tranquilla con lei.
The Killer racconta dunque
una storia di evoluzione: il protagonista alla
fine del film non è lo stesso uomo che è stato presentato al
pubblico nel suo spoglio ufficio a Parigi. E questo viene messo in
risalto anche dalla sua controversa scelta di non uccidere
Claybourne. Se da un lato questa decisione pare indicare un punto
di svolta nella vita del Killer e al fatto che sia davvero
cambiato; dall’altro lascia alcuni interrogativi che alludono a un
possibile secondo fine: risparmiare quel potente committente
potrebbe tornargli utile professionalmente in futuro? È davvero
cambiato o – come per tutto il resto del film – anche questa scelta
nasconde un piano ben studiato?
“Attieniti al piano. Non
fidarti. Niente empatia. Gioca d’anticipo, non improvvisare. Mai
concedere un vantaggio. Combatti solo se sei pagato per combattere.
Attieniti al piano”. Questo è ciò che il Killer recita più
volte a sé stesso durante il film, un vero e proprio mantra di
concentrazione e fermezza che lo accompagna in ogni sua metodica
mossa. Quasi una preghiera che lo rende invulnerabile e privo di
tutte quelle emozioni che potrebbero intaccare il suo operato. Il
protagonista di Fincher sembra credere fedelmente a quelle parole,
finché le conseguenze del suo lavoro non bussano alla porta di
casa, l’unico luogo in cui sembrano custoditi i suoi sentimenti più
puri. Infatti, è ciò che prova per Magdala a mettere in moto il suo
blitz di vendetta che si conclude con una decisione inaspettata. Il
Killer non si attiene al piano né quando sbaglia bersaglio né
probabilmente quando risparmia Claybourne, eppure alla fine del
film sembra essere sollevato e soddisfatto accanto alla donna che
ama.
Il confronto con l’Esperto (Tilda Swinton) in The
Killer
L’uccisione più elegante e
significativa del film è senz’altro quella del secondo lacchè,
l’Esperto. Con il suo iconico savoir-faire, Tilda
Swinton, nel confronto col personaggio di Michael
Fassbender, dà vita a una delle scene più accattivanti e
interessanti del film. L’Esperto – con una favola cupa e bizzarra
in cui spiega che ciò che muove un cacciatore a uccidere un orso
non è la preda stessa ma la caccia in sé – cerca disperatamente di
dissuadere il Killer dall’ucciderla. Un momento di tensione in cui
il personaggio della Swinton suggerisce al pubblico una morale che
in fondo si rispecchia nelle loro vite: il lavoro del sicario è una
caccia all’uomo mossa solamente dal denaro e
dal piacere di uccidere, non riguarda niente di
personale.
Tutto in The Killer è
ridotto ai minimi termini, persino i dialoghi. Infatti, ciò che
davvero accompagna la narrazione è il monologo interiore del
protagonista. Un continuo flusso di coscienza che tenta di
incoraggiare lo spettatore a guardare il mondo con gli stessi occhi
del Killer. Ma, di fatto, a chi si rivolge il Killer? Per chi
esegue questo monologo interiore? Queste sono le stesse domande che
Erik Messerschmidt, direttore della fotografia, ha
posto al regista: “Per comprendere meglio a chi si rivolge il
protagonista, Fincher mi suggerì di guardare ‘Le Samourai’
(thriller poliziesco del 1967 diretto da Jean-Pierre
Melville), spiegandomi che questo film francese mi
avrebbe fatto comprendere ciò che si prova a essere oggettivamente
un fantasma in una stanza. Come ci si sente quando si ha davanti
qualcuno che non permette mai a nessuno di stargli accanto?” –
ha raccontato il collaboratore. In altre parole, il monologo del
Killer è tanto rivolto al pubblico quanto a sé stesso, un dialogo
intimo e personale che permette di conoscere la psiche del
personaggio e comprenderne la storia.
Cosa ha detto David Fincher
riguardo al finale di The Killer?
The Killer è una pellicola
tremendamente elegante e algente, al punto da non essere semplice
per il pubblico provare empatia nei suoi confronti. A riguardo, al
Festival del Cinema di Venezia, il tre volte candidato all’Oscar
David Fincher ha spiegato che quando ha dato vita
a questo personaggio non voleva che fosse simpatico o spaventoso.
In realtà, ciò che davvero spera di suscitare nel pubblico è
l’irritabilità verso il prossimo o, stando alle sue parole: “La
mia speranza è che qualcuno veda questo film e diventi nervoso
pensando alla persona che si trova dietro di lui in una qualunque
fila“, lasciando dunque intendere che chiunque potrebbe essere
un assassino, proprio come il protagonista del film e la sua
ricerca dell’anonimato dimostra.
David Fincher ha
concluso le riprese del suo prossimo film, The
Killer, realizzato con Netflix. The Killer è un film d’azione neo-noir
basato su una graphic novel francese con lo stesso titolo che segue
la vita di un assassino senza nome. Il nuovo film Netflix è diretto
da David Fincher e vede nei ruoli principali
Michael Fassbender e Tilda Swinton.
Di seguito, il post di Instagram
che conferma la conclusione delle riprese di The
Killer, con particolari ringraziamenti al Direttore della
Fotografia Erik Messerschmidt e ai protagonisti Swinton e
Fassbender.
L’ultimo film di David
Fincher, The Killer, ha ricevuto il plauso della
critica per il suo stile narrativo a lento rilascio ma
incredibilmente metodico, che ha nascosto alcuni dettagli in
maniera molto intelligente, i quali si fanno notare solo ad una
seconda visione. Con lo stile caratteristico del regista e
l’eccellente interpretazione di Michael Fassbender nel ruolo del protagonista,
questo film Netflix
racconta di un meticoloso sicario impegnato in una caccia all’uomo
internazionale che giura non essere personale.
Un’azzeccata metafora del modus operandi di
Fincher, i cui film sono progettati al millimetro
e includono un’incredibile attenzione ai dettagli strutturali e
narrativi, proprio come dimostrano questi dettagli nascosti in
The Killer che abbiamo selezionato per
voi.
Il primo appostamento
L’assassino pianifica
meticolosamente l’assassinio del suo primo bersaglio dalla sua
postazione in un ufficio WeWork abbandonato e fatiscente,
di fronte alla camera d’albergo parigina in cui alloggia la sua
vittima, in compagnia di una dominatrice. Questo abbinamento tra
l’ufficio di un capitalista in bancarotta e lo squallido mondo
criminale abitato dal protagonista è un classico dello stile di
David
Fincher. L’accostamento tra il suo imminente tentativo
di assassinio e l’azienda in cui si trova mette in evidenza le
connessioni tra questo killer freddo e insensibile e il mondo degli
affari: l’ambiente in cui l’assassino fallisce è una metafora del
suo imminente fallimento.
I riferimenti ai film classici
Come in tutti i film di
Fincher, emerge fin da subito la sua incredibile attenzioni ai
dettagli, curati perfettamente anche nella fotografia. Come
spettatori, seguiamo il punto di vista dell’assassino mentre
osserva il mirino cercando l’angolazione perfetta per passare
all’azione, segmento che viene ripreso con non pochi rimandi
all’iconico thriller di Alfred Hitchcock del 1954,
La finestra sul cortile. Questo omaggio al cinema
classico è solo il primo di una serie nei confronti di pellicole
che sono state d’ispirazione per The Killer, tra cui il classico
della Nouvelle Vague francese Frank Costello faccia
d’angelo, La conversazione di
Francis Ford Coppola e, naturalmente, il
leggendario film di Hitchcock.
La frequenza cardiaca del
killer
La narrazione di The Killer ci dà un’idea delle prospettive del
nostro protagonista sena nome e della sua filosofia. Tuttavia, a
differenza della maggior parte dei sicari solitari del cinema, egli
abbraccia la tecnologia e utilizza persino uno smartwatch per
servirsi di maggiore precisione. Mentre si prepara a mirare al
bersagio, l’assassino dice al pubblico che la sua frequenza
cardiaca deve essere inferiore a 60 bpm per poter colpire il
bersaglio, mentre attende lentamente il momento perfetto prima di
decidere di procedere con l’uccisione. Tuttavia, l’ultima
inquadratura dell’orologio dell’assassino mostra una frequenza
cardiaca di 65 bpm, il che dà al pubblico il primo indizio del
fatto che le cose potrebbero non andare secondo i piani.
La mancanza di dialoghi
The
Killer presenta raramente dialoghi e, per la maggior
parte, è guidato dalla narrazione del personaggio principale. Si
tratta di una componente principale del film, ma alla prima visione
potrebbe non essere evidente quanto poco parli il personaggio di
Michael Fassbender. Grazie a una forte colonna
sonora, a un ritmo eccellente e a un’emozionante struttura a
episodi, il fatto che questo film sia essenzialmente The Killer che si muove con calma e attenzione
da un luogo all’altro con pochissima interazione umana non risulta
noioso. Quando si immerge nel mondo di questo racconto, il pubblico
potrebbe essere perdonato per non aver notato la scarsità dei
dialoghi.
L’empatia dell’assassino aumenta
con l’avanzare del film
La prospettiva priva di
emozioni dell’assassino trova eco nel mantra che ripete a se
stesso: “Vietato provare empatia. L’empatia è debolezza. La
debolezza è vulnerabilità“. Questa filosofia nichilista
richiama alla mente pensatori come Friedrich
Nietzsche e l’occultista Aleister Crowley
anche se, con l’avanzare del film, notiamo che queste restrizioni
autoimposte dal killer iniziano a crollare. Quando l’assassino
ottiene l’identità di altri assassini dall’amministratrice
dell’ufficio, Dolores, questa gli chiede di procurarle una morte
rapida e non sospetta, in modo che la sua famiglia abbia diritto a
un’assicurazione sulla vita. La sua volontà di esaudire questo
ultimo desiderio spingendola giù da una rampa di scale indica che è
difficile per il killer rifuggire sempre questa regola contro
l’empatia.
Gli pseudonimi dell’assassino sono
personaggi classici delle sitcom
The Killer fa continui riferimenti al settore
del branding aziendale, ai film e ai videogiochi e presenta una
serie di Easter egg e dettagli nascosti che gli spettatori più
attenti potranno scoprire a una seconda visione. Una pratica
interessante di The Killer è il come decide
i suoi diversi alias visti nel corso del film: tra questi, vi sono
una serie di nomi in codice di serie televisive classiche, tra cui
La strana coppia, Happy Days e Cin cin.
Questi diversi pseudonimi possono essere visti sui documenti
d’identità falsi, sui passaporti e sulla documentazione
dell’assassino nel corso del film per imbarcarsi sui voli,
noleggiare auto e farsi strada nel mondo.
Tra gli pseudonimi utilizzati
dall’assassino ci sono: Felix Unger (La strana
coppia), Archibald Bunker (Tutto in famiglia),
Oscar Madison (La strana coppia), Howard
Cunningham (Happy Days), Reuben Kincaid
(La famiglia Partridge), Lou Grant (Mary Tyler
Moore Show / Lou Grant), Sam Malone (Cin cin),
George Jefferson (I Jefferson) e Robert
Hartley (Bob Newhart Show).
Michael Fassbender non ha mai
sbattuto le palpebre
Un dettaglio incredibile in
The Killer che dimostra l’incrollabile impegno
di Michael Fassbender per questo ruolo è il fatto
che non abbia mai sbattuto le palpebre davanti alla telecamera
durante l’intera produzione. Il direttore della fotografia
Erik Messerschmidt, vincitore di un Oscar, ha
confermato che l’attore non ha sbattuto le palpebre nemmeno una
volta durante le riprese. Fassbender è noto per il suo approccio
metodico alla recitazione e per dedicarsi anima e corpo a ogni
ruolo che accetta. In passato, ha dichiarato che ripassa le battute
centinaia di volte e che per lui è importante riuscire a entrare
nella mente del personaggio che sta interpretando.
La musica degli Smiths allude
all’umanità sepolta dell’assassino
Quando non ascolta la colonna sonora
di Trent Reznor e Atticus Rose,
il killer opta per una playlist composta quasi interamente dalle
canzoni degli Smiths. A primo impatto, potrebbe
sembrare una scelta strana come band preferita di un killer freddo
e menefreghista, ma in realtà ha perfettamente senso. I testi
cantati dal frontman degli Smiths, Morrissey, sono quelli di
un’anima tormentata che cerca di non provare empatia, ma che non
riesce a fare a meno di preoccuparsi. Canzoni come “How Soon Is
Now?” contengono versi come “I am human and I need to be
loved” (sono umano e ho bisogno di essere amato), che fanno
pensare che il killer stia cercando di riappacificarsi al suo senso
di compassione sepolto lungo la strada del suo cammino omicida
nella vita.
L’uccisione finale è
metaforica
The
Killer è diviso in sei capitoli, ognuno dei quali si
concentra su una particolare uccisione nel corso della sua
vendetta. Il primo è il suo sfortunato colpo mancanto, che risulta
nell’omicidio della dominatrice a Parigi. Il secondo è il tassista
nella Repubblica Dominicana. Il terzo vede l’assassino prendere di
mira un avvocato a New Orleans. Il quarto è una violenta rapina in
Florida. Nel quinto, fa fuori l’esperta assassina di Tilda Swinton a New York. Tuttavia, l’ultimo
capitolo non contiene alcuna uccisione fisica, poiché l’assassino
lascia vivere il Cliente che stava cercando. Si tratta invece di
un’uccisione spirituale, in cui il Killer si lascia alle spalle la
sua vita di assassino.
Il tic finale del killer allude
alla sua rinnovata umanità
Il finale di The Killer vede il nostro protagonista fare
ritorno in Repubblica Dominicana e riunirsi con la fidanzata
Magdala, pronto a godersi la pensione. L’arco
caratteriale di The Killer lo posiziona come una persona che
crede di poter controllare la propria vita, che sia attraverso il
modo in cui mangia, si sente o agisce. Vuole differenziarsi dalla
massa e rifiutare lo stile di vita ordinario. Tuttavia,
nell’inquadratura finale di The Killer gli spettatori possono vedere che
le cose potrebbero essere cambiate, come racconta lui stesso:
“Forse sei proprio come me. Uno dei tanti“. A questo segue
un sottile battito di ciglia che allude a un riavvicinamento alla
sua parte più umana e empatica.
Dal 10 novembre è disponibile su
Netflix il nuovo film
di David Fincher, The
Killer (qui la nostra recensione),
incentrato su un serial killer senza nome interpretato da Michael
Fassbender che in seguito ad un proprio errore si vede
costretto ad eliminare quanti potrebbero minacciare la sua
esistenza. Presentato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia
di quest’anno, il film è stato accolto positivamente dalla critica
e dal pubblico, che lo ha ora portato ad essere uno dei titoli più
visti sulla piattaforma streaming. Alle tante lodi che il film sta
ricevendo si è ora aggiunta anche quella del regista premio Oscar
Guillermo del Toro.
Tramite il proprio account X (ex Twitter), il
regista di La forma
dell’acquae Pinocchio ha infatti
recensito con entusiasmo il nuovo thriller di Fincher, elogiando il
regista e paragonando il film ad altre opere. “The Killer è un
bellissimo film di Bronson, scritto da Sartre e girato da Melville
con l’irruenza di Siegel. Adoro, adoro, adoro quando Fincher fa
colpo con un film di genere bello cattivo. Agile, preciso e
divertente. È il film più leggero che abbia visto da molto tempo a
questa parte. È bello quando si può vedere un film e una pellicola
allo stesso tempo“, ha scritto del Toro.
Il regista, nella sua ultima
affermazione, scrive “film” e “movie”, sottolineando dunque di aver
apprezzato The Killer sia come interno all’industria
che come semplice spettatore, ovvero avvendolo gradito in ogni suo
aspetto e possibile interpretazione, ma riferendosi anche alla
capacità di questo film di essere tanto un’opera d’autore quanto un
prodotto commerciale. Come noto, del Toro, da grande appassionato
della settima arte, non si tira mai indietro dall’elogiare il
lavoro dei suoi colleghi e dal proporre proprie riflessioni sui
film di oggi che più apprezza. Per il nuovo lungometraggio di
Fincher si tratta dunque di un ennesimo riconoscimento di valore,
offerto da un regista tra i più competenti e premiate dell’attuale
scena cinematografica.
Secondo la notizia pubblicata da
Variety.com, la produzione del film con Anthony HopkinsThe Kidnapping of FreddieHeineken
partirà il prossimo mese in Europa. Voci dicono che le riprese
verranno effettuate tra Parigi e Amsterdam.
La produzione sarà dell’ Informant
Media, già produttori di Crazy Heart, e la regia
dello svedese Daniel Alfredson, che ha raggiunto il successo
con Millenium-La ragazza che giocava con il fuoco e
La regina dei castelli di carta.
Il film, scritto da William
Brookfield, racconterà la ricostruzione del crimine del secolo,
ovvero il rapimento del presidente dell’ Heineken, interpretato da
Hopkins. Avvenuto nel 1983, il presidente venne sequestrato
da quattro amici d’infanzia e dal suo autista, incluso Willem
Holleeder il padrino del crimine olandese. Dopo essere stato
rinchiuso in un magazzino per settimane, venne rilasciato con una
richiesta di riscatto di 16 milioni di euro. Alla fine i rapitori
furono tutti rintracciati e condannati, anche se i soldi ricevuti
non furono mai ritrovati dalle forze dell’ordine.
Nel cast, oltre a Anthony
Hopkins, ci sarà anche l’australiano Tom Cocquerel, che
interpreterà uno dei sequestratori di Heineken.
“Non importa cosa è vero,
importa cosa raccontano una volta che sei morto.” Sono queste
le parole che lo sceriffo interpretato da Ethan
Hawke pronuncia nel trailer di The Kid,
il primo film da regista di Vincent D’Onofrio.
Il film racconterà la storia di
Billy The Kid, già diverse volte declinata sul
grande schermo. Il personaggio principale sarà interpretato da
Dane DeHaan. Oltre a Billy, la storia si concentra
anche su un giovane ragazzo, Rio (Jake Schur), che
è costretto a mettersi in fuga attraverso il sud-ovest americano in
un tentativo disperato di salvare sua sorella (Leila
George) dal suo cattivo zio (Chris Pratt in un raro ruolo di
cattivo). Lungo la strada, incontra lo sceriffo Pat Garrett
(Hawke), a caccia del famigerato fuorilegge.
D’Onofrio ha sostanzialmente
radunato alcuni amici, in particolare parte del cast de The
Magnificent Seven del 2016, forse per accescere l’atmosfera di
western.
Christopher Nolan e
Michael Stokes hanno recentemente completato la
scrittura della sceneggiatura di The Keys To The
Street basata sull’omonimo romanzo thriller di
Ruth Rendell. Il film, che vedrà fra i protagonisti Gemma
Arterton e Tim Roth e sarà diretto
dal
regista ceco Julius Sevcik , dovrà
essere propagandato ai compratori internazionali dalla
Myriad Pictures che si occuperà di instaurare le
trattative per i diritti di distribuzione al di fuori del Regno
Unito.
L’inizio dei lavori attorno alla realizzazione della pellicola è
previsto per il primo trimestre del 2014. Il film sarà prodotto
daPretty Pictures e Apollo
Productions e si tratterà di un thriller psicologico le
cui vicende gireranno attorno alla storia di una donna che, fuggita
da un matrimonio violento, avrà una storia d’amore con un uomo che
non è ciò che sembra. Kirk D’amico della
Myriad, che sarà accreditato come produttore
esecutivo, ha dichiarato:
Noi pensiamo che il pubblico amerà il modo in cui Christopher Nolan
e Michael Stokes hanno adattato questo popolare romanzo giallo
inglese.
Attualmente il film, pronto per
entrare in produzione nel Regno Unito, rimane quindi in attesa
delle offerte da parte dei distributori esteri per trovare una sua
giusta collocazione anche nel mercato europeo e statunitense
nonostante si possa già dare per scontato che l’apporto di
Christopher Nolan al progetto darà senz’altro a
quest’ultimo la sua giusta cassa di risonanza.
Dopo una lunga ricerca, è stato
scelto il nuovo protagonista di Karate Kid,
remake in cui sono già coinvolti Ralph Macchio e Jackie Chan.
Distribuito originariamente nel 1984, The Karate Kid racconta la
storia di un maestro di arti marziali che insegna a un adolescente
l’arte del karate. Il film ha tre sequel, un riavvio e una
continuazione televisiva con Cobra Kai, e sarà presto adattato in
un altro film.
Secondo The Hollywood Reporter,
l’imminente film di Karate Kid ha trovato la sua nuova stella. Si
tratta dell’attore di American Born ChineseBen Wang. Dopo un processo di audizione, gli
addetti ai lavori hanno affermato che il casting di Wang è stato
determinato dal suo profondo legame emotivo con il personaggio e
alla sua fluidità in mandarino.
Il casting di Wang in The
Karate Kid è un’impresa titanica considerando il processo
di casting della produzione. Nel novembre del 2023, Sony
Entertainment ha lanciato un casting per il protagonista di Karate
Kid, oltre a confermare lo sviluppo del film. Dopo l’annuncio, la
società ha ricevuto oltre 10.000 audizioni. Wang aveva già recitato
nella serie American Born Chinese.
Al momento la trama di The Karate
Kid è ancora nascosta. Voci precedenti indicavano che la storia si
concentrerà su un adolescente cinese-americano che cresce
attraverso l’arte del karate, con l’aiuto di un maestro.
Analogamente al riavvio di The Karate Kid del 2010, il film Karate
Kid del 2024 non sarà un remake esatto del film originale del 1984,
ma piuttosto prenderà in prestito la struttura generale della trama
e i temi.
Macchio riprenderà il ruolo di
Daniel LaRusso, che ha interpretato nella trilogia
cinematografica originale di Karate Kid iniziata
nel 1984 e ripreso nella serie Cobra Kai di
Netflix,
che ha da poco annunciato la sua sesta e ultima stagione. Chan
tornerà nel ruolo di Mr. Han, un maestro di kung fu ispirato al
personaggio del Maestro Miyagi, che ha allenato Dre Parker di
Jaden Smith nel film remake del 2010.
La Warner Bros. ha
annunciato l’inizio delle riprese di The Jungle
Book, nuovo adattamento cinematografico del popolare
romanzo di Rudyard Kipling ad opera di
Andy Serkis (Il Signore degli Anelli, Apes
Revolution: Il pianeta delle scimmie).
Per Serkis, che del film sarà anche
produttore insieme a Steve Kloves (Harry
Potter), si tratta del debutto dietro la macchina da presa. Il
film, la cui uscita è fissata per il 6 ottobre 2017, annovera nel
cast BenedictCumberbatch
(Shere Khan), Rohan Chand (Mowgli),
Christian Bale
(Bagheera),Cate Blanchett
(Kaa), Naomie Harris
(Nisha), Tom Hollander
(Tabaqui), Eddie
Marsan e Peter Mullan
(Akela).
Lo stesso Serkis
parteciperà al film in qualità di attore, interpretando l’Orso
Baloo. Ricordiamo che la pellicola mescolerà live action e
performance capture. La sceneggiatura porterà la firma di
Callie Kloves, nipote del sopracitato Steve.
Ricordiamo che anche la
Walt Disney sta sviluppando un nuovo adattamento
de Il libro della giungla, diretto da
Jon Favreau (Iron Man, Chef) su
sceneggiatura di Justin Marks (Street Fighter:
The Legend of Chun-Li). Il cast comprende nomi
importanti, come quelli di Lupita Nyong’o e
Scarlett Johansson, ma anche
Idris Elba, Bill Murray e Ben
Kingsley.
Fa parte della Selezione
Ufficiale della Festa del Cinema di RomaThe Jump, il film lituano della regista
Giedre Zickyte, documentarista nota in patria – e
produttrice del film con la sua Moonmakers,
assieme a VFS Films e Faites Un
Voeu, in associazione con Naked Edge
Films – le cui opere sono state scelte per diversi
festival internazionali. Tanto è vero che The
Jump arriva a Roma dopo essere stato presentato in
prima mondiale al Warsaw International Film
Festival.
Quella che la regista sceglie di
raccontare è una storia di disperata ricerca di libertà da parte di
un uomo vissuto sotto il regime sovietico. Regime che lei stessa ha
conosciuto da bambina, essendo la Lituania tornata indipendente
quando aveva 10 anni, nel 1990. E’ quella voglia di libertà e
quell’America sognata come un paradiso, ma troppo difficile da
raggiungere che si vuole raccontare.
La trama di The
Jump, diserzione, detenzione e infine di libertà
E’ il 23 novembre del 1970 quando
una motovedetta della Guardia Costiera americana e una nave
sovietica si incontrano a largo della costa orientale degli Stati
Uniti per discutere di diritti di pesca nell’Atlantico. I
comandanti sovietici salgono a bordo della nave Usa ed è lì che il
marinaio lituano Simas Kudirca decide di tentare
il tutto per tutto e fare lo stesso. Le due navi sono vicinissime e
lui con un balzo è sulla nave americana, dove chiede asilo
politico. In un primo momento gli americani danno rifugio a Simas,
ma poi sono costretti da ordini superiori a restituirlo ai
sovietici. Sarà processato per tradimento e condannato a 10 anni,
spedito poi sugli Urali nei campi di lavoro. Nel frattempo in Usa
si moltiplicano le proteste di piazza e i movimenti che chiedono la
liberazione di Simas. Quando ormai sembra non ci sia più nulla da
fare, un fatto nuovo promette di spalancare al marinaio le porte
della tanto sognata libertà e quelle degli Stati Uniti.
Il racconto di protagonista
e testimoni
OLYMPUS DIGITAL CAMERA
E’ lo stesso Simas,
oggi novantenne, ad accompagnare lo spettatore lungo tutta la sua
storia, sono la passione e il trasporto nei suoi occhi azzurri
lucidi e sgranati, l’autentica commozione, ma al tempo stesso
la grande forza che promana da quest’uomo a coinvolgere lo
spettatore. Inoltre, la regista fa una scelta vincente: servirsi
dell’energia di Simas e della sua voglia di rendere il pubblico
partecipe, mettere in atto una vera e propria ricostruzione degli
eventi nelle loro fasi salienti, tornando con l’anziano marinaio
sui luoghi della vicenda. Le concitate fasi della tentata fuga
sulla nave americana Vigilant hanno il ritmo avvincente di un film
d’azione e la suspense di un thriller, con l’anziano trascinato
quasi da un furor mentre le racconta e le rivive. I corridoi della
prigione di Vilnius, dove fu rinchiuso, e la cella 13, che
Simas definisce “la sua casa”, mentre ricorda la durezza della
prigionia. Poi il campo di lavoro, il gelo e le privazioni. Ma non
c’è solo la sua voce. Vi sono anche il comandante della nave Usa,
Ralph W. Eutis, sospeso dopo l’inchiesta che venne
aperta sull’accaduto, e altri membri dell’equipaggio come
Paul E.Pakos. Vi sono le voci
delle attiviste che si spesero tantissimo per creare un movimento
per la liberazione di Simas, Daiva Kezis e
Grazina Peagle, fino alle testimonianze di
politici del calibro di Henry Kissinger.
La seconda parte del documentario,
che ripercorre il soggiorno statunitense di Simas e della sua
famiglia, durato fino al 2007, quando l’anziano ha fatto ritorno in
Lituania dove oggi vive, è meno avvincente, come prevedibile. Manca
la tensione della prima parte e la narrazione è più lenta.
Colpiscono però alcune dichiarazioni rilasciate da Simas alle tv
Usa, dove era invitato come una celebrità, trattato da eroe. Egli,
conscio di cosa significassero povertà e privazioni, invitava gli
americani a riflettere sul proprio benessere, a non sprecare e non
dare nulla per scontato.
I materiali inediti e i
filmati d’epoca
La ricostruzione è interessante non
solo per la passione trascinante che il protagonista mette nel
racconto, ma anche per la modalità in cui questo si dipana,
alternando i ricordi dei testimoni a materiale di repertorio
eterogeneo e spesso inedito, abilmente montato. Dalle foto ai
documenti d’epoca, ai filmati delle manifestazioni, a quelli dei
discorsi di un imbarazzato Nixon che non sa come
giustificare il comportamento della democratica America, patria
della libertà, che in piena Guerra Fredda restituisce un
richiedente asilo all’Urss. Fino a un vero e proprio film di
finzione, TheDefection of
Simas Kudirca, che raccontò la vicenda negli
anni Settanta, protagonista Alan Arkin. Moltissimo
materiale, ben assemblato nel montaggio efficace di Thomas
Ernst e Danielius Kokanauskis, che spinge
a una riflessione sui diritti umani e civili in Russia, in America
e ad ogni latitudine, indagando però soprattutto il rapporto degli
Usa con questi temi.
The Jump è
il racconto di un sogno di libertà infine realizzato. Un racconto
coinvolgente da un testimone prezioso, diretto da una talentuosa
regista, i cui lavori sono da riscoprire e che farà ancora parlare
di sé.
Arrivano online, dopo la prima
immagine ufficiale, anche il trailer ed il poster di
The Judge, thriller con protagonisti
Robert Downey Jr. e Robert Duvall.
Eccoli per voi di seguito:
The
Judge con il candidato agli Oscar Robert Downey Jr. (“Chaplin”, “Tropic
Thunder”) e il Premio Oscar Robert Duvall (“Tender
Mercies-Un tenero ringraziamento”), insieme per la prima volta sul
grande schermo. Il film è interpretato anche dalla candidata
agli Oscar
Vera Farmiga (“Tra le nuvole”) e dal premio
Oscar
Billy Bob Thornton (“Lama tagliente”) ed è diretto da
David Dobkin. Nel film Robert Downey Jr. interpreta il ruolo di Hank
Palmer, avvocato in una grande città, che torna nei luoghi della
sua infanzia dove il padre, con cui non ha più rapporti da anni e
che è il giudice della cittadina (Duvall), è sospettato di
omicidio. Decide allora di scoprire la verità e in questo
percorso ricostruisce i legami con la famiglia da cui si era
allontanato anni prima.
Nel cast di The
Judge anche Vincent D’Onofrio, Jeremy Strong,
Dax Shepard, Leighton Meester, Ken Howard, Emma Tremblay, Balthazar
Getty e David Krumholtz. The
Judge è prodotto da Susan Downey, David Dobkin
e David Gambino, con Herbert W. Gains, Robert
Downey Jr., Jeff Kleeman e Bruce Berman
come produttori esecutivi. La sceneggiatura è di Nick Schenk
e Bill Dubuque, il soggetto di Dobkin & Schenk. Nel team dei
collaboratori di Dobkin troviamo il direttore della fotografia
premio Oscar Janusz Kaminski (“Salvate il soldato Ryan”,
“Schindler’s List”), lo scenografo Mark Ricker, il montatore Mark
Livolsi e la costumista Marlene Stewart. Le musiche sono del
compositore candidato 12 volte agli Oscar Thomas
Newman (“Saving Mr. Banks”, “Skyfall”).
In attesa di trovarlo nuovamente
alle prese con JARVIS e le innumerevoli
armature di Iron Man
in Avengers Age of Ultron, potremo
vedere nuovamente al cinema Robert Downey
Jr il prossimo ottobre nel film The
Judge, pellicola drammatica diretta
da David Dobkin.
La pellicola, che giungerà
nei cinema italiani il prossimo 23 ottobre, è
stata recentemente anticipata da un nuovo trailer internazionale
che vi proponiamo qui di seguito:
The
Judge con il candidato agli Oscar Robert Downey Jr. (“Chaplin”, “Tropic
Thunder”) e il Premio Oscar Robert Duvall (“Tender
Mercies-Un tenero ringraziamento”), insieme per la prima volta sul
grande schermo. Il film è interpretato anche dalla candidata
agli Oscar
Vera Farmiga (“Tra le nuvole”) e dal premio
Oscar
Billy Bob Thornton (“Lama tagliente”) ed è diretto da
David Dobkin. Nel film Robert Downey Jr. interpreta il ruolo di Hank
Palmer, avvocato in una grande città, che torna nei luoghi della
sua infanzia dove il padre, con cui non ha più rapporti da anni e
che è il giudice della cittadina (Duvall), è sospettato di
omicidio. Decide allora di scoprire la verità e in questo
percorso ricostruisce i legami con la famiglia da cui si era
allontanato anni prima.
Nel cast di The
Judge anche Vincent D’Onofrio, Jeremy Strong,
Dax Shepard, Leighton Meester, Ken Howard, Emma Tremblay, Balthazar
Getty e David Krumholtz. The
Judge è prodotto da Susan Downey, David Dobkin
e David Gambino, con Herbert W. Gains, Robert Downey Jr., Jeff Kleeman e
Bruce Berman come produttori esecutivi. La
sceneggiatura è di Nick Schenk e Bill Dubuque, il soggetto di
Dobkin & Schenk. Nel team dei collaboratori di Dobkin troviamo il
direttore della fotografia premio Oscar Janusz Kaminski (“Salvate
il soldato Ryan”, “Schindler’s List”), lo scenografo Mark Ricker,
il montatore Mark Livolsi e la costumista Marlene Stewart. Le
musiche sono del compositore candidato 12 volte agli Oscar
Thomas Newman (“Saving Mr. Banks”, “Skyfall”).
Uno nuovo spot italiano di
The Judge è stato pubblicato online da
Warner Bros Italia. Il film vedrà
protagonista Robert Downey Jr. Ecco lo
spot:
The Judge, il film
The
Judge con il candidato agli Oscar Robert Downey Jr. (“Chaplin”, “Tropic
Thunder”) e il Premio Oscar Robert Duvall (“Tender
Mercies-Un tenero ringraziamento”), insieme per la prima volta sul
grande schermo. Il film è interpretato anche dalla candidata
agli Oscar
Vera Farmiga (“Tra le nuvole”) e dal premio
Oscar
Billy Bob Thornton (“Lama tagliente”) ed è diretto da
David Dobkin. Nel film Robert Downey Jr. interpreta il ruolo di Hank
Palmer, avvocato in una grande città, che torna nei luoghi della
sua infanzia dove il padre, con cui non ha più rapporti da anni e
che è il giudice della cittadina (Duvall), è sospettato di
omicidio. Decide allora di scoprire la verità e in questo
percorso ricostruisce i legami con la famiglia da cui si era
allontanato anni prima.
Nel cast di The
Judge anche Vincent D’Onofrio, Jeremy Strong,
Dax Shepard, Leighton Meester, Ken Howard, Emma Tremblay, Balthazar
Getty e David Krumholtz. The
Judge è prodotto da Susan Downey, David Dobkin
e David Gambino, con Herbert W. Gains, Robert
Downey Jr., Jeff Kleeman e Bruce Berman
come produttori esecutivi. La sceneggiatura è di Nick Schenk
e Bill Dubuque, il soggetto di Dobkin & Schenk. Nel team dei
collaboratori di Dobkin troviamo il direttore della fotografia
premio Oscar Janusz Kaminski (“Salvate il soldato Ryan”,
“Schindler’s List”), lo scenografo Mark Ricker, il montatore Mark
Livolsi e la costumista Marlene Stewart. Le musiche sono del
compositore candidato 12 volte agli Oscar Thomas
Newman (“Saving Mr. Banks”, “Skyfall”).
Grazie a Entertainment Weekly siamo
in grado di mostrarvi la prima foto di The
Judge, thriller con protagonisti Robert Downey Jr. e Robert
Duvall.
The Judge, il film
The
Judge con il candidato agli Oscar Robert Downey Jr. (“Chaplin”, “Tropic
Thunder”) e il Premio Oscar Robert Duvall (“Tender
Mercies-Un tenero ringraziamento”), insieme per la prima volta sul
grande schermo. Il film è interpretato anche dalla candidata
agli Oscar
Vera Farmiga (“Tra le nuvole”) e dal premio
Oscar
Billy Bob Thornton (“Lama tagliente”) ed è diretto da
David Dobkin. Nel film Robert Downey Jr. interpreta il ruolo di Hank
Palmer, avvocato in una grande città, che torna nei luoghi della
sua infanzia dove il padre, con cui non ha più rapporti da anni e
che è il giudice della cittadina (Duvall), è sospettato di
omicidio. Decide allora di scoprire la verità e in questo
percorso ricostruisce i legami con la famiglia da cui si era
allontanato anni prima.
Nel cast di The
Judge anche Vincent D’Onofrio, Jeremy Strong,
Dax Shepard, Leighton Meester, Ken Howard, Emma Tremblay, Balthazar
Getty e David Krumholtz. The
Judge è prodotto da Susan Downey, David Dobkin
e David Gambino, con Herbert W. Gains, Robert
Downey Jr., Jeff Kleeman e Bruce Berman
come produttori esecutivi. La sceneggiatura è di Nick Schenk
e Bill Dubuque, il soggetto di Dobkin & Schenk. Nel team dei
collaboratori di Dobkin troviamo il direttore della fotografia
premio Oscar Janusz Kaminski (“Salvate il soldato Ryan”,
“Schindler’s List”), lo scenografo Mark Ricker, il montatore Mark
Livolsi e la costumista Marlene Stewart. Le musiche sono del
compositore candidato 12 volte agli Oscar Thomas
Newman (“Saving Mr. Banks”, “Skyfall”).
Guarda la nuova clip dell’atteso
film The Judge, di David
Dobkin con protagonisti Robert Downey
Jr, il Premio Oscar Robert
Duvall e Vera
Farmiga, da giovedì 23
ottobre al cinema.
The Judge, il film
The
Judge con il candidato agli Oscar Robert Downey Jr. (“Chaplin”, “Tropic
Thunder”) e il Premio Oscar Robert Duvall (“Tender
Mercies-Un tenero ringraziamento”), insieme per la prima volta sul
grande schermo. Il film è interpretato anche dalla candidata
agli Oscar
Vera Farmiga (“Tra le nuvole”) e dal premio
Oscar
Billy Bob Thornton (“Lama tagliente”) ed è diretto da
David Dobkin. Nel film Robert Downey Jr. interpreta il ruolo di Hank
Palmer, avvocato in una grande città, che torna nei luoghi della
sua infanzia dove il padre, con cui non ha più rapporti da anni e
che è il giudice della cittadina (Duvall), è sospettato di
omicidio. Decide allora di scoprire la verità e in questo
percorso ricostruisce i legami con la famiglia da cui si era
allontanato anni prima.
Nel cast di The
Judge anche Vincent D’Onofrio, Jeremy Strong,
Dax Shepard, Leighton Meester, Ken Howard, Emma Tremblay, Balthazar
Getty e David Krumholtz. The
Judge è prodotto da Susan Downey, David Dobkin
e David Gambino, con Herbert W. Gains, Robert Downey Jr., Jeff Kleeman e
Bruce Berman come produttori esecutivi. La
sceneggiatura è di Nick Schenk e Bill Dubuque, il soggetto di
Dobkin & Schenk. Nel team dei collaboratori di Dobkin troviamo il
direttore della fotografia premio Oscar Janusz Kaminski (“Salvate
il soldato Ryan”, “Schindler’s List”), lo scenografo Mark Ricker,
il montatore Mark Livolsi e la costumista Marlene Stewart. Le
musiche sono del compositore candidato 12 volte agli Oscar
Thomas Newman (“Saving Mr. Banks”, “Skyfall”).