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Storie Pazzesche: trailer del film di Damian Szifron

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Guarda il trailer italiano del film Storie Pazzesche, il film di Damian Szifron, in uscita nelle sale giovedì 11 dicembre. Nel cast Ricardo Darín, Leonardo Sbaraglia, Darío Grandinetti, Erica Rivas, Julieta Zylberberg.

Vulnerabili a una realtà disturbata e imprevedibile, i personaggi di Relatos salvajes attraversano la frontiera che separa la civiltà dalla barbarie. Un tradimento romantico, il ritorno del passato, una tragedia o anche la violenza di un dettaglio di detonatori giornalieri spingono questi personaggi nella vertigine che fornisce la sensazione di perdere le staffe, al piacere innegabile di perdere il controllo.

Storie pazzesche: due clip del film prodotto da Pedro Almodóvar

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Guarda due clip del film in uscita Storie pazzesche, film rivelazione di Cannes 2014 diretto da Damiàn Szifron.

Le ineguaglianze, l’ingiustizia e le pressioni del mondo in cui viviamo generano stress e depressione in molte persone. Alcune, però, esplodono. Questo film parla di loro. Vulnerabili di fronte a una realtà che cambia continuamente che all’improvviso può diventare imprevedibile, i protagonisti di STORIE PAZZESCHE oltrepassano il sottile confine tra civiltà e barbarie. Il tradimento di un marito, il ritorno a un passato sepolto e la violenza che si insinua negli incontri di tutti i giorni, portano alla follia i personaggi del film, che si abbandonano all’innegabile piacere della perdita del controllo.

Storie Pazzesche: 2 clip dal film presentato da Almodóvar

Storie-pazzesche

Lucky Red ha appena rilasciato sul suo canale Youtube due clip da uno dei suoi film di prossima distribuzione: stiamo parlando di Storie Pazzesche, film scritto e diretto dall’argentino Damián Szifrón e presentato dal grande autore spagnolo Pedro Almodóvar.

Storie Pazzesche è stato scelto dall’Argentina come film rappresentante del paese per competere nella categoria Miglior Film Straniero agli Oscar 2015 ed è stato proiettato in anteprima al Festival di Cannes 2014, dove ha ricevuto 10 minuti di applausi dal pubblico in sala.

Ecco le due clip tratte dal film, intitolate “Incontri Sfortunati” e “Finchè morte non ci separi”:

Si tratta di un film antologico, composto da sei episodi. La trama ufficiale della pellicola di produzione ispano-argentina è la seguente:

Vulnerabili a una realtà disturbata e imprevedibile, i personaggi di Relatos salvajes attraversano la frontiera che separa la civiltà dalla barbarie. Un tradimento romantico, il ritorno del passato, una tragedia o anche la violenza di un dettaglio di detonatori giornalieri spingono questi personaggi nella vertigine che fornisce la sensazione di perdere le staffe, al piacere innegabile di perdere il controllo.

Nel cast di Storie Pazzesche figurano Ricardo Darín, Leonardo Sbaraglia, Darío Grandinetti, Erica Rivas, Julieta Zylberberg, Nancy Dupláa, Oscar Martinez, María Onetto, Rita Cortese e Osmar Nuñez.

Il film esce in Italia l’11 dicembre 2014.

Storie di vampiri: un classico dell’horror che non tramonta mai

Storie di vampiri: un classico dell’horror che non tramonta mai

La figura del vampiro non smette mai di sedurre, d’inquietare e di farci riflettere sui grandi temi dell’esistenza. La sua origine è avvolta nel mistero, nella mitologia e nel folklore. Molte leggende antiche narrano di esseri che devono nutrirsi dell’essenza vitale degli uomini per sopravvivere, generalmente del loro sangue. Il termine “vampiro”, dal serbocroato “vampir”, entra nel linguaggio europeo intorno al Settecento. Nell’Est Europa prosperano molte leggende su queste creature misteriose. Nell’Ottocento la lettura romantica ne rielabora il mito e nascono romanzi leggendari, uno su tutti “Dracula”, scritto nel 1897 dall’irlandese Bram Stoker.

Negli anni seguenti anche il cinema attingerà a piene mani da questo immaginario. Il vampiro diventerà un’icona del cinema horror, della fantascienza, del thriller, e non solo. Il 4 marzo del 1922 in Germania viene presentato “Nosferatu il vampiro”, capolavoro di Friedrich Wilhelm Murnau. Per la prima volta appare su uno schermo cinematografico un vampiro. È aristocratico, pallido e crudele. Iniziano a circolare varie leggende su questo film, ispirato proprio al romanzo di Stoker. Qualcuno racconta che il regista sia andato in Transilvania per conoscere un vero vampiro. Nasce inoltre una grande polemica, che porterà alla distruzione della pellicola. La vedova di Stoker reclama i diritti d’autore dell’opera del marito. Il diritto d’autore non è ancora regolato in modo chiaro in quel periodo e iniziano così lunghe battaglie legali, vinte dalla vedova. Il film deve essere distrutto e la sua casa di produzione finisce in bancarotta. Tuttavia, il successo di Nosferatu è enorme e ne circolano varie copie in tutto il mondo. Nonostante le contese legali, il film è salvo.

Ad Hollywood la Universal Pictures fiuta l’affare d’oro e compra da Florence Stoker i diritti d’autore per realizzare “Dracula”, pagando 40.000$. Il film, diretto da Tod Browning, esce nel 1931. È considerato uno dei massimi capolavori della storia del cinema horror. Il vampiro è qui interpretato da Bela Lugosi. L’attore ungherese recita nel ruolo di un vampiro misterioso e carismatico, un signore d’altri tempi, dall’eleganza mittel-europea. Impeccabile, vestito di tutto punto, la sua immagine non si riflette negli specchi. Teme l’aconito, una pianta dai fiori violacei e non sopporta la vista dei crocefissi. Il vampiro diventa un’icona del cinema americano.

Nel 1958 viene presentato un nuovo adattamento cinematografico del romanzo di Stoker, “Dracula il Vampiro”. La regia è di Terence Fisher, sullo schermo troviamo Christopher Lee, Peter Cushing e Janina Faye. Oltre ai classici elementi del cinema vampiresco, emergono anche la passione e la carnalità della vicenda. La “donna vampiro” è una femme fatale che non lascia scampo. Il film rientra a tutti gli effetti tra i grandi classici del genere, immancabile per gli appassionati.

Negli anni Sessanta, si afferma il mito delle vampire belle e dannate. Si svilupperà un vero e proprio filone di horror che vedrà come protagoniste delle figure femminili ibride, un po’ vampire e un po’ streghe, sempre molto avvenenti. Nel 1967, Roman Polanski girerà “Per favore, non mordermi sul collo” un film che reinterpreta ironicamente le narrazioni sui vampiri, con battute argute e un’estetica al limite del kitsch. Tra gli interpreti spicca una splendida Sharon Tate.

Nel 1979 il regista tedesco Werner Herzog reinterpreta l’opera di Murnau con il film “Nosferatu, il principe della notte”. Nel cast troviamo attori straordinari come Klaus Kinski, Isabelle Adjani e Bruno Ganz. La storia del vampiro diventa una riflessione esistenziale struggente e malinconica, una meditazione sul tempo, sulla vita, sulla morte e sull’amore.

Dracula di Bram Stoker

I vampiri tornano in voga anche negli anni Novanta, grazie a Francis Ford Coppola, che nel 1992 presenta “Dracula di Bram Stoker”. A differenza di quanto annuncia il titolo, il regista non si attiene molto fedelmente al celebre romanzo, ma propone qualcosa di nuovo, coinvolgendo attori del calibro di Gary Oldman, Anthony Hopkins, Winona Ryder e Keanu Reeves. Per rendere i movimenti di Dracula meno naturali, Coppola usa un intervallometro, un dispositivo che permette di catturare le immagini a velocità variabile. Così la figura del vampiro appare ancora più inquietante e soprannaturale.L’amore è al centro della narrazione, cosa che poi diventerà un vero e proprio topos negli anni successivi.

Non a caso, la storia d’amore di culto degli anni Duemila è proprio una storia di vampiri, ovvero “Twilight”. Siamo molto lontani dalla Transilvania e dai nobili dei Carpazi, siamo negli USA. Una giovane si trasferisce in una nuova città e conosce un ragazzo dotato di caratteristiche straordinarie. Lui è un giovane vampiro. I vampiri di Twilight non hanno debolezze, non temono né aglio, né croci, né paletti. Non si mostrano al sole perché la loro pelle risulterebbe scintillante. Si riflettono negli specchi, non hanno zanne aguzze. Hanno gli occhi cangianti. Gli occhi di un vampiro che si nutre di sangue umano si distinguono per un’iride rosso accesa. Un vampiro buono, che decide di non nuocere agli esseri umani, scegliendo di nutrirsi solo di sangue animale, avrà invece gli occhi del color dell’ambra. Per questo Robert Pattinson e Kristen Stewart hanno indossato lenti a contatto colorate per tutto il tempo sul set. Inoltre, per rendere il personaggio di Bella più aderente a quello descritto nel libro di Stephanie Meyer, l’attrice statunitense ha indossato lenti a contatto marroni anche nella sua fase “umana”.

Altra pellicola neo-vampiresca è “Solo gli amanti sopravvivono” (2013) di Jim Jarmursch. Tilda Swinton e Tom Hiddleston interpretano una coppia di vampiri post-moderni sofisticati e underground. Lui musicista indie, lei è un’intellettuale colta e raffinata. Hanno molto rispetto per la vita umana, quindi non mordono al collo le loro vittime, ma corrompono i medici per farsi dare sacche di sangue ottenuto da trasfusioni. Anche in questo caso la figura del vampiro si conferma un’occasione per riflettere sui grandi temi dell’esistenza, sul tempo e sull’amore.

Storia di una ladra di libri: tre nuove clip

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Storia di una ladra di libri: tre nuove clip

Sono online tre nuove clip di Storia di una ladra di Libri, film diretto dal regista Brian Percival, con protagonisti Geoffrey Rush e Emily Watson, adattamento del romanzo di Zusak Markus La bambina che salvava i libri.

Ecco le tre clip:

Questa la trama del film, che arriverà in Italia il 27 febbraio 2014, distribuito dalla Twentieth Century Fox:

Fu a nove anni che Liesel iniziò la sua brillante carriera di ladra. Certo, aveva fame e rubava mele, ma quello a cui teneva veramente erano i libri, e più che rubarli li salvava. Il primo fu quello caduto nella neve accanto alla tomba dove era stato appena seppellito il suo fratellino. Stavano andando a Molching, vicino a Monaco, dove li aspettavano i loro genitori adottivi. Il secondo, invece, lo sottrasse al fuoco di uno dei tanti roghi accesi dai nazisti. A loro piaceva bruciare tutto: case, negozi, sinagoghe, persone… Piano piano, con il tempo ne raccolse una quindicina, e quando affidò la propria storia alla carta si domandò quando esattamente la parola scritta avesse incominciato a significare non solamente qualcosa, ma tutto. Accadde forse quando vide per la prima volta la libreria della moglie del sindaco, un’intera stanza ricolma di volumi? Quando arrivò nella sua via Max Vandenburg, ex pugile ma ancora lottatore, portandosi dietro il “Mein Kampf” e infinite sofferenze? Quando iniziò a leggere per gli altri nei rifugi antiaerei? Quando s’infilò in una colonna di ebrei in marcia verso Dachau? Ma forse queste erano domande oziose, e ciò che realmente importava era la catena di pagine che univa tante persone etichettate come ebree, sovversive o ariane, e invece erano solo poveri esseri legati da spettri, silenzi e segreti. (trama del libro “la bambina che salvava i libri”)

Fonte: 20thfoxItalia Youtube

Storia di una ladra di Libri: trailer italiano

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Storia di una ladra di Libri: trailer italiano

Guarda il trailer del film Storia di una ladra di Libri, film diretto dal regista Brian Percival, con protagonisti Geoffrey Rush e Emily Watson. La pellicola arriverà in Italia il 27 febbraio 2014, distribuito dalla Twentieth Century Fox.

La trama do Storia di una ladra di Libri: Fu a nove anni che Liesel iniziò la sua brillante carriera di ladra. Certo, aveva fame e rubava mele, ma quello a cui teneva veramente erano i libri, e più che rubarli li salvava. Il primo fu quello caduto nella neve accanto alla tomba dove era stato appena seppellito il suo fratellino. Stavano andando a Molching, vicino a Monaco, dove li aspettavano i loro genitori adottivi. Il secondo, invece, lo sottrasse al fuoco di uno dei tanti roghi accesi dai nazisti. A loro piaceva bruciare tutto: case, negozi, sinagoghe, persone…

Piano piano, con il tempo ne raccolse una quindicina, e quando affidò la propria storia alla carta si domandò quando esattamente la parola scritta avesse incominciato a significare non solamente qualcosa, ma tutto. Accadde forse quando vide per la prima volta la libreria della moglie del sindaco, un’intera stanza ricolma di volumi? Quando arrivò nella sua via Max Vandenburg, ex pugile ma ancora lottatore, portandosi dietro il “Mein Kampf” e infinite sofferenze? Quando iniziò a leggere per gli altri nei rifugi antiaerei? Quando s’infilò in una colonna di ebrei in marcia verso Dachau? Ma forse queste erano domande oziose, e ciò che realmente importava era la catena di pagine che univa tante persone etichettate come ebree, sovversive o ariane, e invece erano solo poveri esseri legati da spettri, silenzi e segreti. (trama del libro “la bambina che salvava i libri”)

Storia di una ladra di libri: recensione del film

Storia di una ladra di libri: recensione del film

Brian Persival (Downton Abbey) adatta Storia di una ladra di libri, il bestseller di Markus Zusak con la storia di una bambina che non conoscendo il mondo saprà attraversarlo con ciò che rende l’uomo “diverso da un ammasso di creta”, il pensiero e la sua espressione più alta, la scrittura. Perciò la sceneggiatura di Michael Petroni (Le cronache di Narnia: Il Viaggio del Veliero), ci propone un lungo percorso di crescita grazie all’opinione di un narratore interno inedito che ci mostra gli incontri e le perdite, dove l’emozione fa da padrona immergendo lo spettatore in un contesto noto ma originale.

Così, il regista britannico predilige un’estetica minimalista ed anche un po’ accademica, fornendo panoramiche e campi lunghi, per veder evolvere i luoghi in cui cresce la giovane Liesel. E lunghi carrelli, per seguire i personaggi e gli incontri della giovane ladra. Mentre nell’intimità dei campi stretti fornisce quel calore che la fredda guerra non permette. Di conseguenza il montaggio di John Wilson (Billy Elliot), rispecchia fedelmente l’impronta d’autore, fornendo raccordi lineari che non alterano in alcun modo la struttura temporale, concedendosi dei parallelismi solo in un paio di occasioni.

In Storia di una ladra di libri siamo nella Germania 1933. Il conflitto mondiale è alle porte e la giovane Liesel Meminger viene affidata ai coniugi Max e Rosa Hubermann. Liesel non ha mai frequentato la scuola ma attraverso gli insegnamenti del padre impara a leggere e a conoscere il mondo. Superando la diffidenza verso Max, un ragazzo ebreo in cerca di rifugio e conoscendo l’amore per Rudy, trova in sé il coraggio che le permette di sfuggire all’orrore nazista che si scatena intorno a lei.

Storia di una ladra di libri recensione

Storia di una ladra di libri, il film

Questo ritmo “quotidiano” è al servizio della storia e degli attori che regalano grandi emozioni. Sophie Nélisse, con i suoi grandi occhi azzurri e le gote rosse, riesce ad incarnare una giovane e coraggiosa “furfante” che orgogliosamente decide di pensare diversamente e con la propria testa, ma con la leggerezza che si addice ad una ragazza. Di seguito, il sempre imponente Geoffrey Rush, nel ruolo del padre comprensivo per i drammi vissuti dalla bimba e che cerca di far leva sulla sua enorme curiosità per restituirle il piacere della vita. Mentre spetterà ad una perfetta Emily Watson contrapporsi in autorità attraverso integerrimi modi e ansiose raccomandazioni, che servono per proteggere la piccola dalla crudeltà del mondo. Il merito va anche a Ben Schnetzer e Nico Liersch, il primo perché riesce ad essere l’anima gemella di un destino tragico, il secondo perché alimenta tutto ciò che si contrappone all’odio dispotico, un amore incondizionato.

Storia di una ladra di libri non è un film di guerra né sull’olocausto, ma è un film che parla di vita e idee, di come vengono forgiate quando la mente è ben alimentata da una buona lettura e di come la protagonista ha la peculiarità di riconoscere questa energia, “salvando” così ogni persona che incontra.

Storia di una ladra di libri: 10 cose che non sai sul film

Storia di una ladra di libri: 10 cose che non sai sul film

Storia di una ladra di Libri è un film così delicato, coinvolgente ed emozionante che ha conquistato il pubblico di mezzo mondo.

Questo film, che rielabora una serie di generi e cerca di rendere il pubblico protagonista della storia, ha avuto un gran successo, grazie anche dall’omonimo libro da cui è stato tratto. Ecco, allora, dieci cose da sapere su Storia di una ladra di libri.

Storia di una ladra di libri film

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1. C’è un riferimento al libro da cui il film è tratto. Uno dei libri che Liesel legge a Max quando è malato, è in realtà il libro stesso da cui il film è stato tratto e che contiene la frase “ciò che le è venuto in mente era la polverosità del pavimento, la sensazione che i suoi vestiti fossero più vicini a lei che indosso a lei, e l’improvvisa consapevolezza che tutto ciò sarebbe stato inutile”.

2. È stato realizzato un poster d’epoca. Quando la protagonista arriva per la prima volta a scuola, si può vedere un grande poster con molti volti. Questa è una replica di un prodotto d’epoca, un poster raffigurante i fenotipi ariani ideali secondo la regione. Dipinti da due artisti con ossessione razziale, questi poster erano collocati in ogni scuola e gli studenti erano costretti a memorizzarli.

Storia di una ladra di libri streaming

3. Il film è disponibile in streaming digitale. Chi volesse vedere o rivedere Storia di una ladra di libri è possibile farlo grazie alla sua presenza sulle varie piattaforme di streaming digitale legale come Rakuten Tv, Chili, Google Play e Tim Vision.

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4. Il film è stato tratto da un omonimo libro. Storia di una ladra di libri è stato tratto da un omonimo libro del 2005, scritto da Markus Zusak che ha avuto un grande successo. Il film, infatti, ha avuto la sua trasposizione nel 2013, per mano di Brian Percival.

5. Il libro è nato da una serie di consultazioni. Markus Zusak, l’autore del romanzo (inizialmente pubblicato con il titolo La bambina che salvava i libri), ha consultato il Museo Ebraico di Sydney, il Museo Ebraico di Monaco e l’Archivio della città di Monaco durante la stesura del libro.

Storia di una ladra di libri cast

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6. Emily Watson è rimasta nel suo personaggio. L’attrice ha deciso di rimanere nel suo personaggio tutto il giorno, il che significava che tra una ripresa e l’altra si comportava ancora come una donna tedesca scontrosa. Questa condizione l’ha costretta a litigare all’aeroporto quando ha reagito come avrebbe fatto il suo personaggio al check-in, cosa che le causava alcuni problemi.

7. Per Geoffrey Rush questo film è stata una sfida. Il suo più grande terrore, in questa produzione, era lavorare con un bambino. Per poco, Rush non ha rifiutato la parte perché era titubante dall’accettare il ruolo per il quale era stato scritturato.

8. Sophie Nelisse ha vinto il ruolo, superando migliaia di candidati. Quando i produttori hanno iniziato a fare il casting del film, hanno deciso di concentrarsi innanzitutto sulla ricerca della ragazza perfetta per Liesel. I produttori hanno visto quasi un migliaio di candidati per il ruolo, per poi scegliere Sophie Nelisse grazie alla sua performance nel film canadese Monsieur Lazhar.

Storia di una ladra di libri trama

9. Una ragazzina come protagonista. Questo film è ambientato nella Germania della Seconda Guerra Mondiale e la protagonista è Liesel, una ragazzina che è stata affidata ad Hans Hubermann dalla madre, che è incapace di mantenerla. La giovane protagonista fatica ad adattarsi a casa e a scuola, anche perché non sa leggere.

10. Un rapporto tra padre e figlia. La ragazzina trova un alleato nel papà adottivo, che le insegna a leggere il suo primo libro e le fa nascere la passione per la lettura. Piano piano, in lei aumenta l’amore per la propria famiglia e scopre anche il valore dell’amicizia grazie a Max.

Fonti: IMDb, The Guardian

Storia di una ladra di libri arriva al cinema

Storia di una ladra di libri arriva al cinema

Nella Germania nazista della fine degli anni ’30, la piccola Liesel vive un’infanzia difficile, funestata dalla morte del fratello minore e dall’abbandono forzato da parte della madre, militante comunista perseguitata dal regime. Le cose non vanno meglio a scuola, dove la bambina viene presa di mira dai compagni per il fatto di non sapere né leggere né scrivere; a sostenerla arriva però l’amicizia con Rudy, mentre il padre adottivo le insegna  a leggere, alimentando in lei il fuoco sacro per la letteratura in una Germania in cui non ci si fa scrupolo di mandare al rogo i libri non in linea con l’ideologia dominante; non passerà molto tempo, prima che le vite di Lisa e degli altri vengano toccate direttamente dagli orrori della guerra e dello sterminio degli ebrei.

Inizialmente previsto per la metà di febbraio, giungerà finalmente sugli schermi italiani il prossimo 27 marzo –  dopo essere uscito negli USA nello scorso novembre – l’adattamento  dall’omonimo libro pubblicato nel 2005 da Markus Zusak ed edito in Italia da Sperling & Kupfer. Il film (girato in Germania, tra Berlino, Gorlitz e gli Studi Baselberg di Potsdam)  rappresenta la prima prova importante sul grande schermo per il regista inglese Brian Percival, la cui carriera si è fin qui snodata soprattutto sul piccolo schermo, culminando con una manciata di episodi di Downown Abbey; Percival porta sullo schermo la sceneggiatura redatta da Michael Petroni, del quale si può ricordare Le Cronache di Narnia – Il viaggio del veliero.

Storia di una ladra di Libri

A guidare il cast della produzione americano-tedesca, due attori di livello come i premi Geoffrey Rush (Shine, Shekespeare in Love, Il discorso del re, La migliore offerta)  ed Emily Watson (Le onde del destino, Hilary and Jackie, Gosford Park) nel ruolo dei genitori adottivi della protagonista, cui dà il volto Sophie Nélisse, già vista in Monsieur Lazhar; l’amico fraterno di quest’ultima è interpretato dal tedesco Nico Liersch, noto finora praticamente solo in patria; la voce narrante è quella di Roger Allam (The Queen, V for Vendetta, Game of Thrones).

Storia di una ladra di Libri (titolo italiano che riprende nel solito modo un po’ ridondante il più essenziale inglese The book’s thief) ha riscosso un buon successo di pubblico, ma critiche un po’ tiepide, con la frequente accusa di aver giocato facile coi buoni sentimenti e l’ambientazione della Germania nazista. Il film ha tuttavia ottenuto varie nomination nei premi più importanti dell’ultima stagione: particolarmente apprezzate le interpretazioni di Watson e della giovane Nélisse, oltre che la colonna sonora, firmata dal veterano John Williams, che ha conquistato le nomination all’Oscar, al BAFTA e ai Golden Globes.

Storia di un Matrimonio: il nuovo trailer del film con Driver e Johansson

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Dopo la presentazione a Venezia 76, arriverà il 6 dicembre su Netflix Storia di un Matrimonio, il nuovo film di Noah Baumbach con protagonisti Scarlett Johansson e Adam Driver, nei panni di una coppia alle prese con una dolorosa separazione. Ecco il nuovo trailer.

Commentando il film, Baumbach ha dichiarato: “Nessuno dei due si aspettava questo esito. Per entrambi è importantissimo che abbiano la loro felicità individuale, ma è altrettanto importante che ne trovino una generale, un equilibrio tra le due. La protagonista aveva già intrapreso questo un percorso, era stata la prima a prendere coscienza della situazione, e mette lui in condizioni di fare lo stesso.”

Leggi la recensione di Storia di un matrimonio

 

Storia di un Matrimonio, recensione del film di Noah Baumbach #Venezia76

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Andare a vedere un film di Noah Baumbach presuppone una certa dose di certezze, come con tutti gli autori che mostrano sempre con grande chiarezza quali sono i loro punti di forza e il loro modo di affrontare le storie. Il regista di Brooklyn, presentando Storia di un Matrimonio a Venezia 76, in Concorso, conferma questo assunto, offrendo al pubblico un quadro realistico, attento e prepotentemente emozionante di una storia d’amore che viene fotografata sul suo concludersi.

Nicole e Charlie sono una giovane coppia che dopo anni di matrimonio, un figlio, e progetti comuni importanti (sono regista e attrice principale di una compagnia di teatro di New York), si separano, affrontando così il dolore, ma anche le dinamiche pratiche, i compromessi, le assurdità, che la separazione e il divorzio comportano.

Baumbach scava con la sua penna affilata dentro al cuore della storia, restituisce non solo la sofferenza, ma le reali problematiche logistiche legate al fatto che i due genitori vivranno in città diverse e dovranno condividere comunque una famiglia, un figlio. E questo è insolito dal momento che il divorzio cinematografico (e non) è classicamente inteso come litigioso ed ostile. Storia di un Matrimonio invece racconta la fine dell’unione di fronte alla consapevolezza che l’amore non finirà mai, ma che si trasformerà per il bene di una famiglia che non si sgretola ma che si trasforma.

Non solo. Il fuoco si sposta dalle stanze dei consulenti di coppia a quelle degli avvocati, così che la storia cambia a sua volta e si traveste da procedural, con tutti gli elementi del caso e con la parola agli avvocati, che non hanno affatto la stessa cura nell’altra parte come nel caso dei due ex. E ancora, il film diventa dramma assoluto di fronte alla difficoltà di poter rimanere uniti, di poter continuare entrambi a fare i genitori. E infine persino commedia, amara e buffa, nelle magnifiche e autentiche interpretazioni di Adam Driver e Scarlett Johansson.

Noah Baumbach analizza e scandaglia ogni aspetto di una separazione, ma quello che più ammalia di Storia di un Matrimonio è l’autenticità dei dialoghi, delle situazione, la consapevolezza che di fronte a ostacoli e sofferenza, quello che resta davvero è un terribile vuoto di chi, credendo fosse “per sempre”, ha perso la sua scommessa, il suo investimento sulla vita, e nonostante questo prova a trovare un modo per andare avanti.

Storia di un matrimonio è l’ineluttabile tragicità della fine di un amore al cospetto di una famiglia che tenta e spera, nonostante tutto, di rimanere unita.

Storia di un Matrimonio e Netflix trionfano ai Gotham Awards 2019

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È stata una notte da leoni per Noah Baumbach e Storia di un Matrimonio, il suo nuovo film, disponibile dal 6 dicembre su Netflix e già presentato al Festival di Venezia 2019, dove, misteriosamente, non ha portato a casa nessun riconoscimento.

Poco male, perché il film di Baumbach ha spopolato ai Gotham Awards 2019, portando a casa il premio del pubblico, quello di miglior film, alla migliore sceneggiatura e al miglior attore.

Ecco di seguito la lista completa dei vincitori:

  • Miglior Film: Storia di un Matrimonio (Netflix)
  • Miglior Documentario: American Factory (Netflix)
  • Miglior regista esordiente: Laure De Clermont-Tonnerre per The Mustang (Focus Features)
  • Miglior Sceneggiatura: Storia di un Matrimonio, Noah Baumbach (Netflix)
  • Miglior Attore: Adam Driver, Storia di un Matrimonio (Netflix)
  • Miglior Attrice: Awkafina, Una Bugia Buona (A24)
  • Attore Esordiente: Taylor Russell, Waves (A24)
  • Serie d’esordio (formato lungo – più di 40 minuti): When They See Us (Netflix)
  • Serie d’esordio (formato corto – meno di 40 minuti): PEN15 (Hulu)
  • Premio del pubblico: Storia di un Matrimonio (Netflix)

Sarà difficile per il film di Baumbach fare altrettando bene nella serie A della grande industria, ma sappiamo che il suo film reciterà una parte importante nella stagione dei premi che si aprirà ufficialmente a breve con le nomination ai Golden Globe, il prossimo lunedì 9 dicembre.

Gotham Independent Film Awards sono premi cinematografici statunitensi destinati al cinema indipendente, assegnati annualmente a partire dal 1991.Presentati dall’organizzazione non a scopo di lucro Independent Filmmaker Project (IFP), i premi erano originariamente destinati solo ai film prodotti negli Stati Uniti nord-orientali, in particolare nello stato di New York, per poi ampliarsi nel corso degli anni a tutti gli Stati Uniti.

Fonte: Variety

Storia di un fantasma: morte, tempo e ricordi nel film di David Lowery

Uno dei più interessanti registi attualmente in attività è David Lowery, passato negli anni da un dramma come Senza santi in paradiso al disneyano Il drago invisibile, dal film-omaggio a Robert Redford Old Man & The Gun fino al cavalleresco Sir Gawain e il Cavaliere Verde. Precisamente a metà tra questi quattro titoli, nel 2017, Lowery ha invece realizzato quello che ancora oggi è il suo film più estremo da un punto di vista contenutistico, formale e teorico: Storia di un fantasma (il cui titolo originale è A Ghost Story). Un’opera che rappresenta un momento di passaggio nella filmografia del regista, nonché incarnazione dei suoi principali interessi di ricerca cinematografica.

Proprio come poi avverrà con Sir Gawain e il Cavaliere Verde, con Storia di un fantasma Lowery cerca di rapportarsi con la sua visione pessimistica del futuro del pianeta e dell’umanità. Il regista ha infatti raccontato di aver concepito il racconto del film mentre viveva un momento di forte crisi esistenziale, ponendo dunque in tale storia tutte le sue paure relative alla fine dei rapporti, al dover abbandonare luoghi cari e al sentirsi intrappolati in situazioni che vanno al di là delle proprie possibilità. Il film è così diventato una profonda meditazione su tematiche universali come il tempo, la morte e i ricordi.

Tematiche poi espresse e rafforzate grazie a precise scelte stilistiche, a partire dall’atipico formato 1.33:1. Questo conferisce all’inquadratura un aspetto tendente al quadrato, facendo così avvertire ulteriormente il senso di oppressione del protagonista, costretto a vivere per sempre in determinate situazioni, senza potervi mai sfuggire. Allo stesso tempo, però, Lowery smussa gli angoli dell’inquadratura, dandogli un effetto tondeggiante che ricorda quello di certe diapositive, simbolo della memoria, di qualcosa appartenente al passato. E ancora i tempi dilatati, i piani sequenza, l’esiguità dei dialoghi, l’irrefrenabile scorrere del tempo, sono queste alcune delle caratteristiche attraverso cui il regista ci porta a contatto con l’atmosfera del film.

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La trama e il cast di Storia di un fantasma

Ma di cosa parla dunque Storia di un fantasma? Protagonista del racconto è C, la cui vita si interrompe bruscamente a causa di un incidente stradale. Poco prima di morire, egli aveva acconsentito a lasciare la casa dove vive con sua moglie M per portarla in una nuova e migliore abitazione, dove vivere al meglio il loro grande amore. Forse spinto dal desiderio di tornare dalla donna che ama o dal rimpianto per non essere riuscito a portare a termine i suoi propositi, C si riveglia sotto forma di fantasma nella casa. Qui assiste impotente ai tentativi di sua moglie di elaborare il lutto e, in seguito, di andare avanti con la propria vita senza di lui. Nel mentre, il tempo inizia a scorrere in modo strano e il fantasma si troverà a fare esperienza di ciò che sarà, di ciò che è stato e di ciò che è.

Per i ruoli dei due protagonisti, C ed M, Lowery ha voluto gli attori Casey Affleck e Rooney Mara, con i quali aveva già lavorato per Senza santi in Paradiso. Entrambi, nel partecipare a questo film, dovettero però confrontarsi con sfide per loro inedite. Affleck, ad esempio, ha dovuto recitare nel film quasi interamente mascherato dal lenzuolo che rappresenta il fantasma. Questo, in particolare, richiese un lavoro particolarmente elaborato nella sua realizzazione e quando fu pronto si notò che accentuava ogni movimento dell’attore, con il risultato di dar vita ad un fantasma fin troppo dinamico. La recitazione di Affleck, dunque, dovette basarsi interamente sul dar vita a movimenti lenti o sul rimanere il più rigido possibile.

Mara, invece, è protagonista di una delle scene più discusse del film, quella in cui mangia voracemente per diversi minuti ininterrotti una torta. L’attrice ha raccontato di non essere affatto un amante di questo tipo di dolci e di aver faticato molto nel mangiare in quel modo. Il disgusto che le si può vedere in volto è dunque reale. Nel film sono poi presenti alcuni altri sporadici personaggi, ma il più importante di tutti è senza dubbio il Pronosticatore, interpretato da Will Oldham. Il suo monologo sulla fine del mondo è il più lungo brano parlato dell’intero film e racchiude tutte le paure e le ansie a partire dalle quali Lowery ha concepito tale film.

Storia-di-un-fantasma-significato

Storia di un fantasma, il significato dei ricordi e l’amore contro il tempo

Partendo da un amore che si spezza bruscamente e dalle paure nei confronti del mondo, Lowery concepisce dunque una concreta manifestazione dei ricordi che sopravvivono nel tempo. Il fantasma del protagonista sembra rappresentazione proprio ciò, aggirandosi lì dove l’uomo che era in vita ha vissuto emozioni ed eventi che non svaniscono al sopraggiungere della morte corporea. Lowery si affida dunque alla figura del fantasma che si aggira nella casa rendendolo simbolo di ciò che è stato e che, anche se invisibile all’occhio umano, continua ad essere. Una presenza nell’assenza, che rimane vicino alla donna amata anche se lei non può percepirla. Allo stesso tempo, il fantasma del protagonista è guidato dall’incapacità di lasciare determinati luoghi o affetti.

Si sviluppa così un forte senso di malinconia, con il protagonista chiamato a fare i conti con quanto si è lasciato indietro e verso il quale ora non possiede più alcun controllo. L’intero film diventa dunque una metafora sul rapporto che si instaura con i luoghi, con le persone e con il loro ricordo. Ed è proprio nello scontro tra amore e tempo che Storia di un fantasma trova un altra delle sue riflessioni più importanti. Mentre il protagonista impara a riconoscere l’impatto della sua presenza sulla donna amata, capirà di conseguenza anche l’immortalità dell’amore, un sentimento che continua a fare il proprio percorso anche al di là dell’esistenza di chi lo ha destato. Quando comprende ciò, ritrovando il biglietto lasciato nel muro da M, può finalmente congedarsi dal mondo.

Il trailer di Storia di un fantasma e dove vedere il film in streaming e in TV

Il film è presente, in prima TV, nel palinsesto televisivo di giovedì 23 febbraio alle ore 23:00 sul canale Rai Movie. Se possibile possibile vederlo in tale occasione, sarà comunque possibile fruire di Storia di un fantasma grazie alla sua presenza su due delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile per il noleggio o l’acquisto nei cataloghi di Google Play e Amazon Prime Video. In alternativa, si può anche acquistare il DVD o blu-ray del film, comprensivi di numerosi contenuti speciali di grande valore, come ad esempio il commento audio del regista.

Fonti: IMDb, Collider, FeaturesandFiction

Storia di un Fantasma in dvd e blu-ray

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Storia di un Fantasma in dvd e blu-ray

Una giovane coppia, dopo essersi divisa a causa di una perdita, riscopre un legame di eterno e infinito amore. Storia di un Fantasma arriva in DVD e Blu-ray dal 18 aprile con Universal Pictures Home Entertainment Italia, un’indimenticabile riflessione sull’amore e il passare del tempo che rimarrà impressa anche dopo i titoli di coda. Con le scene tagliate e il commento del regista David Lowery all’interno dei contenuti speciali, scoprirete molto altro sulla misteriosa storia d’amore e di perdita e ciò che ha portato il regista e la sua crew a realizzarla.

David Lowery (Senza santi in paradiso) dirige infatti un intenso dramma sull’amore eterno con Casey Affleck (Manchester by the sea) e Rooney Mara (Song to Song), due protagonisti perfetti per un film a metà tra Terence Malick e la fiaba giapponese. Un fantasma, che un tempo era stato un uomo , si incammina verso la casa dove viveva. L’uomo è morto qualche tempo prima in un incidente stradale proprio davanti a casa sua. Li’ osserva tutto il dolore della sua compagna ormai sola, avvolto in un lenzuolo bianco. Storia di un Fantasma è l’affascinante racconto dell’attesa grazie all’atmosfera rarefatta e alle suggestive inquadrature: una nuova visione per non avere più paura dei nostri fantasmi.

CONTENUTI SPECIALI NEL BLU-RAY:

  • Storia di un Fantasma e l’Inevitabile Passare del Tempo
  • Scene Tagliate
  • Storia di un Compositore
  • Commento Audio con il Regista David Lowery e la Crew

    CONTENUTI SPECIALI DVD:

  • Storia di un Fantasma e l’Inevitabile Passare del Tempo
  • Scene Tagliate
  • Storia di un Compositore
  • Commento Audio con il Regista David Lowery e la Crew

Storia di un crimine: Mauricio Leal, la storia vera dietro il film Netflix

Il nuovo thriller Netflix proveniente dalla Colombia, Storia di un crimine: Mauricio Leal – diretto da Jaques Toulemonde Vidal – è subito divenuto uno dei titoli più visti sulla piattaforma. Merito anche del suo essere basato sulla storia vera di uno dei più noti casi di omicidio verificatisi in Colombia negli ultimi anni, ovvero quello di Mauricio Leal. Nella fatidica notte del 21 novembre 2021, Leal fu assassinato nella sua casa insieme alla madre, Marleny Hernandez, il cui cadavere fu trovato accanto a lui. Il caso ottenne subito un’enorme attenzione da parte dei media. Anche se inizialmente la scena sembrava un caso di omicidio-suicidio, gli investigatori, però, scoprirono ben presto qualcosa di più sinistro, portando alla luce una vicenda quantomai torbida. Il film la ripercorre proponendo anche i retroscena utili a capire ciò che realmente accadde.

Chi era Mauricio Leal?

Storia di un crimine Mauricio Leal film

Ma andiamo con ordine: chi era Mauricio Leal? Si tratta di un hairstylist famoso in tutta la Colombia. Dalle attrici a Miss Universo, Leal acconciava personaggi famosi in tutto il Paese. Aveva un salone personale a Bogotà, dove lavorava con il fratello maggiore Jhonier, anch’egli stilista. Tuttavia, Jhonier non ha avuto la stessa fortuna di Mauricio e si considerava un perdente perché non riusciva ad avere lo stesso successo del fratello minore. A lungo andare, ciò ha fatto nascere in Jhonier un sentimento di gelosia. Come se non bastasse, la madre di Jhonier e Mauricio, Marleny Hernandez, era una madre premurosa e affettuosa che dava la stessa priorità ai suoi figli, ma apparentemente era più affezionata al figlio minore, Mauricio, facendo dunque sentire Jhonier escluso dalla sua famiglia.

Qual è la storia vera della morte di Mauricio Leal?

Storia di un crimine Mauricio Leal storia vera

È bene sapere che Mauricio Leal era fortemente dipendente dalla droga, ma non aveva affatto tendenze suicide. I suoi colleghi del salone, così come le persone che lavoravano per lui nella sua casa, hanno confermato che non ha mai mostrato alcun segno di voler farsi del male. Ma Jhonier, fin dall’inizio, ha sostenuto che Mauricio era un tossicodipendente, il che poteva averlo portato alla follia e ad uccidersi. Dopo il ritrovamento dei due cadaveri in casa di Mauricio, il caso venne dunque etichettato come un omicidio-suicidio. Sembrava infatti che Mauricio avesse ucciso la madre pugnalandola a morte e poi si fosse ucciso con il coltello.

Durante le indagini, la presenza di una lettera d’addio contenente la calligrafia di Mauricio ha confermato sempre di più questa ipotesi. Nella lettera d’addio si diceva che l’amore per la madre era così forte che aveva deciso di stare con lei in paradiso. Agli investigatori, tuttavia, qualcosa non tornava, per loro c’era qualcosa di strano in questo caso. Due mesi dopo, dunque, hanno stabilito che non si trattava di un suicidio, bensì di un caso di doppio omicidio. Scavando più a fondo nel passato di Jhonier Leal, hanno infatti trovato motivi sufficienti per uccidere l’intera famiglia. Jhonier divenne automaticamente il primo sospettato e quando si scoprì che la sua mano aveva una ferita, i sospetti si intensificarono.

Jhonier ha a quel punto mandato all’aria il suo alibi nel tentativo di spiegare la ferita. Alla fine, la polizia lo ha arrestato, scoprendo anche che Jhonier era alla ricerca della proprietà che avrebbe dovuto acquisire dopo la morte della sua famiglia. Mauricio Leal non era infatti un santo, bensì si scoprì che era affiliato a diverse bande di trafficanti di droga. È stato rivelato che era anche associato al riciclaggio di denaro, che gli ha permesso di ottenere enorme ricchezza in un breve periodo di tempo. Durante le indagini, la polizia ha dunque sequestrato tutti i beni di Mauricio Leal.

Che fine ha fatto Jhonier Leal? Dove si trova ora?

Storia di un crimine Mauricio Leal Jhonier

Jhonier Leal, arrestato il 14 gennaio 2022 per il duplice omicidio della madre e del fratello, ha infine confessato il suo crimine. Egli ha affermato di aver agito in preda a un raptus impulsivo, scaturito dalla propria gelosia. Sapeva inoltre che presto o tardi avrebbe dovuto affrontare gravi conseguenze per le sue azioni, per questo motivo dopo l’arresto ha inizialmente confessato il suo crimine. Tuttavia, l’uomo ha poi cambiato idea subito dopo l’arresto e ha cercato di rivendicare la propria innocenza di fronte alla legge. Attualmente, però, Jhonier rimane dietro le sbarre. È infatti stato condannato a 60 anni di carcere e sta scontando la pena nella cella di La Picota. A nulla è valsa la sua richiesta di essere posto agli arresti domiciliari.

Storia di un crimine: Mauricio Leal: la storia vera è differente dal film?

Storia di un crimine Mauricio Leal Juana del Rìo

Il protagonista principale dell’adattamento Netflix di Storia di un crimine: Mauricio Leal è la detective Rebeca, che non esiste nella realtà ma è un insieme di tutti i detective che hanno lavorato a questo caso. I realizzatori si sono infatti presi delle libertà creative e hanno aggiunto una certa profondità e drammaticità alla narrazione introducendo tale detective nella storia. La donna viene inoltre caratterizzata come una madre e  moglie di un marito geloso del suo successo, che cerca di scaricare su di lei la sua frustrazione e la sua ira, mentre lei vorrebbe solo che qualcuno la accettasse e la capisse.  Questa aggiunta ha reso il mistero dell’omicidio più avvincente, stabilendo quasi un legame tra la detective e Jhonier. Nel film è dunque lei a risolvere il caso, ma alla fine le viene chiesto di abbandonare il caso in quanto deve prendersi cura di suo figlio.

Nei momenti conclusivi del film, la vediamo dunque accettare il suo destino, allontanandosi dal caso. Ma la sua impossibilità a rimanere fino alla fine di esso crea in qualche modo un’ossessione nella sua mente. Si affeziona sempre di più al caso perché, pur avendo un percorso diverso, è involontariamente empatica nei confronti di Jhonier, perché, proprio come lui, si sente sempre esclusa dalla sua famiglia e la sua salute mentale ne risente. Storia di un crimine: Mauricio Leal non fornisce dunque al pubblico una semplice indagine su un crimine realmente avvenuto, bensì costruisce il racconto a partire da un personaggio che si rivela strettamente connesso ai sentimenti da cui è scaturito il delitto. Raccontato dal suo punto di vista, il racconto del film differisce parzialmente dalla storia vera, senza però stravolgerla.

Storia di mia moglie: recensione del film con Léa Seydoux

Storia di mia moglie: recensione del film con Léa Seydoux

Arriva direttamente dalla selezione ufficiale del Festival di Cannes 2021 Storia di mia moglie, della regista e sceneggiatrice ungherese Ildikó Enyedi, già vincitrice della Camera d’Oro nel 1989 con il suo esordio, Il mio XX secolo. Premiata anche a Berlino con l‘Orso d’oro nel 2017 per Corpo e anima, la regista sceglie qui di raccontare una storia d’amore intensa quanto travagliata, inquinata dal dubbio e da un rapporto di coppia perverso tra due figure molto diverse, che però, non possono che attrarsi.

La storia di Lizzy e Jacob 

Jacob Störr, Gijs Naber, è un capitano di marina olandese solitario e taciturno, sempre in giro per il mondo sulle sue navi. Tuttavia, ha la sensazione che alla sua vita manchi qualcosa. Finchè un giorno, un po’ per gioco, scommette col suo amico Kodor, Sergio Rubini, che sposerà la prima donna che entra nel bar dove i due stanno facendo colazione. Il caso, fortunato, vuole che si tratti della bella e spregiudicata Lizzy,  Léa Seydoux , che accetta senza porsi problemi la proposta di matrimonio del capitano. Ha inizio così una storia d’amore dominata dall’ossessione di lui per un possibile tradimento da parte di Lizzy, donna affascinante e libera. Storia contraddistinta da continui litigi e rappacificazioni. Un amore che li tiene legati, ma spesso lontani anni luce e comunque diversi. Questo amore sopravviverà alla gelosia? Il capitano Störr, gigante buono e uomo tutto d’un pezzo all’apparenza, in realtà fragile e disilluso, riuscirà a capire cosa vuole davvero?

Cinema e letteratura in Storia di mia moglie

È la prima volta che Ildikó Enyedi prende spunto da un’opera letteraria per un suo lavoro. Si tratta del romanzo La storia di mia moglie di Milán Füst, scritto nel 1942. Se il romanzo segue gli andirivieni della mente del protagonista, non si possono non ricordare, mentre si assiste alla visione del film, i capolavori che hanno rinnovato la narrativa del Novecento. Difficile non cogliere riferimenti letterari a Joyce e al suo Ulisse. In primis, Jacob è un capitano di marina, un navigante, come l’eroe omerico, che fa ritorno a casa, dove lo aspetta la sua donna. Ma Lizzy, più che una moderna Penelope, sembra una moderna Molly Bloom, moglie del protagonista dell’opera Joyciana, che forse tradisce il marito Leopold, ma dalla quale lui, finisce sempre per tornare. Non per nulla, il proprietario della casa che Jacob e Lizzy affittano ad Amburgo, interpretato da Josef Hader, si chiama proprio Leopold Bloome. Tra gli echi di Joyce, poi, troverà posto anche un’epiphany, un’apparizione.

Storia di mia moglie film recensioneBravura dei protagonisti e cura della messa in scena in un’aura troppo enigmatica

Storia di mia moglie è senza dubbio un lavoro molto curato esteticamente, che a tratti ricorda perfino dei dipinti, grazie alla fotografia di Marcell Rév, ma anche ai costumi di Andrea Flesch

e alla scenografia di Imola Láng, che contribuiscono a creare un’ambientazione elegante e ricostruiscono benissimo epoca e luoghi – Parigi, Amburgo.  Il protagonista ha la solidità rassicurante che ci si aspetta da un capitano di marina: robusto, coraggioso e buono, quanto fragile nel rapporto con Lizzy. Lei è una perfetta dama anni ’20, estroversa, esuberante e libera. La vicenda è centrata sul rapporto malato tra i due, che diventa per Jacob ossessione del tradimento in sua assenza, ansia di non riuscire ad afferrare l’essenza di questa donna, pagando il peccato originale di averla sposata senza conoscerla. All’interno di questa ossessione si snodano corsi e ricorsi di una storia ciclica, allontanamenti e riavvicinamenti, in un gioco in cui, appena la coppia sembra aver trovato un equilibrio, tutto torna al punto di partenza. La regista sa rendere bene la perversione del legame, ma il film soffre della mancata evoluzione dei personaggi. Al suo posto, una eterna circolarità.

Per quel che riguarda le interpretazioni, Gijs Naber è molto espressivo, riesce a trasmettere al pubblico sensazioni ed emozioni, pur sotto la dura scorza del suo personaggio, c’è in lui della verità.  Léa Seydoux si trova qui a proporre un personaggio che, visto dagli occhi di Jacob, appare come una mantide, una creatura felina, sfuggente e intrigante, che però riesce sempre a ricondurlo a sé. Tuttavia, questo tipo di personaggi che non le sono nuovi, risultano un po’ troppo affettati, di maniera, come è accaduto di recente con il personaggio di Madeleine, compagna di Bond nell’ultimo No time to die. Manca un po’ quell’autenticità che porta al coinvolgimento e che l’attrice certo ha nelle sue corde. Vi sono poi diverse partecipazioni di rilievo, anche italiane. Accanto a un bravissimo Sergio Rubini, perfetto nel ruolo dell’amico Kodor, faccendiere intrallazzone, troviamo Jasmine Trinca nei panni di Madame Cobbet. Ad interpretare Dedin, l’amante – o presunto tale – di Lizzy, troviamo Louis Garrel che ben caratterizza un personaggio doppio e infido.

Storia di mia moglie jasmine trincaPur potendo contare su un cast e interpretazioni di tutto rispetto, il film soffre però di molti non detti, cenni che non vengono chiariti, allusioni. Se all’inizio questi alimentano la curiosità dello spettatore e lo fanno entrare nei panni del protagonista – che quasi nulla sa della donna che ha sposato e tutto vorrebbe scoprire – poi restano irrisolti, lasciando dubbi e più di qualche buco narrativo.

Storia di mia moglie è un lavoro esteticamente pregevole, da vedere al cinema, godendo di tutte le potenzialità del grande schermo. È adatto a chi ama le storie in costume – con un’ambientazione anni Venti. È ricco di riferimenti interessanti e tenta un viaggio intrigante nella mente dei due protagonisti, soprattutto di Jacob, alla ricerca di un equilibrio difficilissimo in un amore contorto e malato. Forse, però, come il Leopold Bloom di Joyce, il film si perde un po’ nel suo peregrinare, in un dipanarsi lungo e ricorsivo, infine statico, come il suo protagonista, che sembra tornare al punto di partenza, senza una nuova consapevolezza di sé.

Storia di mia moglie è una co-produzione ungherese, italiana e tedesca. Prodotto da Inforg M&M Film, National film institute Hungary, Palosanto Films con Rai Cinema, Komplizen Film, in associazione con Pyramide Productions e distribuito da Altre Storie, è visibile solo al cinema dal 14 aprile.

Storia della mia famiglia, recensione della serie con Eduardo Scarpetta

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Storia della mia famiglia è la nuova serie Netflix ideata da Filippo Gravino e diretta da Claudio Cupellini, disponibile sulla piattaforma dal 19 febbraio con tutti e sei gli episodi rilasciati contemporaneamente. Una serie che, partendo da un nucleo drammatico, riesce a tessere un racconto che alterna leggerezza e profondità, allegria e dolore, affrontando un ampio spettro di emozioni con grande naturalezza.

Il protagonista della storia è Fausto, interpretato con grande intensità da Eduardo Scarpetta, la serie ci accompagna nel suo ultimo giorno di vita. Malato terminale, padre single di due bambini, Fausto affida la sua eredità a delle registrazioni vocali e i suoi figli alla sua famiglia allargata: madre, fratello e migliori amici, “i fantastici quattro” come li chiama lui. Accanto a lui, un cast affiatato che contribuisce in modo determinante alla riuscita della narrazione: Vanessa Scalera, Massimiliano Caiazzo, Cristiana Dell’Anna e Antonio Gargiulo incarnano i membri della sua famiglia sgangherata, ognuno alle prese con il proprio bagaglio di errori, paure e speranze.

Storia della mia famiglia non convenzionale ma contemporanea

Uno degli aspetti più riusciti della serie è proprio la rappresentazione della famiglia. Non un nucleo tradizionale, bensì un clan eterogeneo, una tribù, come la definisce il creatore, fatto di legami elettivi, responsabilità inattese e affetto incondizionato. Gravino e Cupellini costruiscono un ritratto autentico della famiglia contemporanea, lontano dagli stereotipi, in cui il legame affettivo diventa la base su cui si costruisce la fiducia verso un futuro, merce rarissima per i giovani di questa generazione. Una messa in pratica, nella serie, di quello che era il pensiero di Michela Murgia sulla famiglia allargata, concepita come un insieme di individui che scelgono di esserci l’uno per l’altro, e ispirazione dichiarata per Gravino. Si crea così un nucleo sociale intorno ai più piccoli, che non è più formato dalla dualità madre/padre, ma da tante persone che contribuiscono alla crescita dell’individuo, arricchendolo di esperienze e punti di vista, formando una rete di salvataggio fisica e emotiva.

Dal punto di vista stilistico, la regia di Cupellini è misurata, accompagnata da una selezione musicale accattivante, che accompagna la narrazione senza mai risultare invasiva. Le inquadrature sono studiate per valorizzare l’intensità delle interpretazioni, mentre la fotografia contribuisce a creare un’atmosfera calda e realistica, ogni elemento è al servizio degli attori, che mettono in scena personaggi sfaccettati, fallibili, spaventati, che elaborano un lutto drammatico sforzandosi di rimettere insieme i pezzi delle loro vite. La serie non si rifugia in una rappresentazione patinata della realtà, ma abbraccia la sua imperfezione, rendendo i personaggi ancora più vicini al reale. Un trattamento che si riflette nell’onestà con cui vengono tratteggiati i personaggi. Nessuno di loro è idealizzato o perfetto: tutti commettono errori, spesso macroscopici, ma allo stesso tempo sono capaci di gesti di grande umanità.

Il perdono al di là della nostra mediocrità

Questo equilibrio tra mediocrità e grandezza, tra fallibilità e redenzione, rappresenta uno degli aspetti più originali della serie che dribbla con intelligenza il messaggio pedagogico: l’essere umano è fatto di contraddizioni, e nell’accettazione di queste imperfezioni si trova la chiave per costruire legami autentici. Il perdono diventa così il tema portante della narrazione, un invito a comprendere e accettare gli altri nonostante i loro difetti, perché è questa l’unica via per sopperire a quelle mancanze e a quegli errori che prima o poi tutti commettiamo.

La forza di Storia della mia famiglia risiede nella sua capacità di parlare a tutti. Chiunque si ritroverà in uno dei suoi personaggi, nelle loro debolezze e nei loro sogni, nelle loro paure e nei loro gesti d’amore. Una serie che celebra la complessità della natura umana, che tocca corde profonde, e racconta con grande intelligenza e modernità la condizione dura e dolorosa di chi elabora un lutto ma che non può lasciarsi andare all’inattività e deve reagire.

Storia della mia famiglia è, a sorpresa, una delle proposte più interessanti del panorama televisivo italiano recente. Un racconto autentico e vibrante che, ci ricorda che, nonostante tutti i suoi dilemmi e complessità, la famiglia in ogni sua forma è il luogo in cui possiamo sempre tornare.

Storia d’inverno: trailer italiano del film con Colin Farrell e Russell Crowe

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Guarda l’atteso primo trailer del film Storia d’inverno (Winter’s Tale), che vede protagonisti gli attori Colin FarrellJessica Brown Findlay Russell Crowe. Da febbraio al cinema. Nel cast anche Jennifer Connelly, William Hurt, Eva Marie Saint, Ripley Sobo and Mckayla Twiggs.

Storia d’inverno è Basato sul romanzo del 1983 di Mark Helprin, Racconto d’Inverno è ambientato nel 1916, in una moderna Manhattan e racconta la storia di Peter Lake (Colin Farrell).

Ecco invece il primo poster:

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Storia d’inverno, il film

Storia d’inverno è diretto da Akiva Goldsman e vede protagonisti  Colin Farrell, Jessica Brown Findlay, Russell Crowe, Will Smith, Matt Bomer, William Hurt, Eva Marie Saint, Jennifer Connelly, Kevin Durand, Kevin Corrigan, Lucy Griffiths, Graham Greene, Rob Campbell, Caitlin Dulany

In Storia d’inverno Una notte d’inverno, Peter Lake, orfano ed esperto meccanico, tenta di svaligiare un palazzo-fortezza nell’Upper West Side. Sebbene creda che la residenza sia vuota, la figlia dei proprietari è a casa. Inizia così l’amore tra Peter, uno scassinatore irlandese di mezza età e Beverly Penn (Jessica Brown Findlay), una giovane ragazza che sta morendo. Anthansor, un misterioso cavallo bianco, salverà Peter Lake dal folle gangster Pearly Soames (Russell Crowe) e diventerà il suo angelo custode.

Storia d’Inverno: spot e trailer con Colin Farrell

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Storia d’Inverno: spot e trailer con Colin Farrell

Ecco un nuovo trailer e uno spot di Storia d’Inverno con protagonisti Colin FarrellJessica Brown Findlay, trai protagonisti delle prime stagioni della celebre serie tv Downton Abbey. I due protagonisti verranno affiancati nel film, una storia d’amore attraverso il tempo, da Russell Crowe e Jennifer Connelly.

Spot:

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Trailer:

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Storia d’inverno è l’attesissima trasposizione cinematografica dell’omonimo romanzo di Mark Helprin e racconta una romantica storia d’amore in cui i destini dei protagonisti s’incrociano, tra passato e presente, sullo sfondo della New York del 1916 e di quella dei giorni nostri. Tutto ha inizio quanto Peter Lake, ladro di professione, durante un tentativo di rapina in una villa, si imbatte nella bellissima Beverly Penn, figlia del ricco proprietario dell’abitazione. Per entrambi è un colpo di fulmine, ma Beverly è afflitta da una malattia incurabile e come se ciò non bastasse, a contrastare il loro amore ci si mette anche un pericoloso gangster che ha un conto in sospeso con Peter ed è deciso a liberarsi di lui una volta per tutte..

Storia d’inverno segna l’esordio alla regia dello sceneggiatore Akiva Goldsman, premio Oscar per A Beautiful Mind e autore degli script di Cinderella Man, Io sono leggenda e Il Codice Da Vinci. Ne sono protagonisti Colin Farrell, Jessica Brown Findlay (Downton Abbey), il premio Oscar Russell Crowe,, il premio Oscar Jennifer Connelly,, il premio Oscar William Hurt, Eva Marie Saint (Fronte del porto) e le giovani esordienti Ripley Sobo e Mckayla Twiggs (entrambe nel cast dello spettacolo musicale di Broadway Once).

Akiva Goldsman, che è anche produttore del film nonché autore della sceneggiatura, si è avvalso, dietro le quinte, di una squadra di grandi professionisti: il direttore della fotografica nominato a ben cinque premi Oscar Caleb Deschanel (La Passione di Cristo, Il patriota), la scenografa Naomi Shohan (Constantine, Io sono leggenda), il costumista Michael Kaplan (Mission: Impossible – Protocollo fantasma, Star Trek), i montatori Wayne Wahrman (Io sono leggenda) e Tim Squyres (candidato all’Oscar per Vita di Pi e La tigre e il dragone) e il pluripremiato compositore Hans Zimmer (Il Re Leone, Inception, L’uomo d’acciaio).

Storia d’Inverno: sinossi e foto ufficiale con Colin Farrell

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Storia d’Inverno: sinossi e foto ufficiale con Colin Farrell

Ecco la sinossi ufficiale di Storia d’inverno, prossimo film diretto da Akiva Goldsman con Colin Farrell, Jessica Brown Findlay,  Jennifer Connelly, Russell Crowe, William Hurt, Eva Marie Saint, Ripley Sobo e Mckayla Twiggs tratto dall’omonimo romanzo di Mark Helprin e in uscita il 13 febbraio 2014.

Storia d’inverno è l’attesissima trasposizione cinematografica dell’omonimo romanzo di Mark Helprin e racconta una romantica storia d’amore in cui i destini dei protagonisti s’incrociano, tra passato e presente, sullo sfondo della New York del 1916 e di quella dei giorni nostri. Tutto ha inizio quanto Peter Lake, ladro di professione, durante un tentativo di rapina in una villa, si imbatte nella bellissima Beverly Penn, figlia del ricco proprietario dell’abitazione. Per entrambi è un colpo di fulmine, ma Beverly è afflitta da una malattia incurabile e come se ciò non bastasse, a contrastare il loro amore ci si mette anche un pericoloso gangster che ha un conto in sospeso con Peter ed è deciso a liberarsi di lui una volta per tutte..

Storia d’inverno segna l’esordio alla regia dello sceneggiatore Akiva Goldsman, premio Oscar per A Beautiful Mind e autore degli script di Cinderella Man, Io sono leggenda e Il Codice Da Vinci. Ne sono protagonisti Colin Farrell, Jessica Brown Findlay (Downton Abbey), il premio Oscar Russell Crowe,, il premio Oscar Jennifer Connelly,, il premio Oscar William Hurt, Eva Marie Saint (Fronte del porto) e le giovani esordienti Ripley Sobo e Mckayla Twiggs (entrambe nel cast dello spettacolo musicale di Broadway Once).

Akiva Goldsman, che è anche produttore del film nonché autore della sceneggiatura, si è avvalso, dietro le quinte, di una squadra di grandi professionisti: il direttore della fotografica nominato a ben cinque premi Oscar Caleb Deschanel (La Passione di Cristo, Il patriota), la scenografa Naomi Shohan (Constantine, Io sono leggenda), il costumista Michael Kaplan (Mission: Impossible – Protocollo fantasma, Star Trek), i montatori Wayne Wahrman (Io sono leggenda) e Tim Squyres (candidato all’Oscar per Vita di Pi e La tigre e il dragone) e il pluripremiato compositore Hans Zimmer (Il Re Leone, Inception, L’uomo d’acciaio).

Storia d’Inverno: recensione del film con Colin Farrell

Storia d’Inverno: recensione del film con Colin Farrell

Arriva al cinema l’atteso debutto alla regia dello sceneggiatore premio Oscar per A Beautiful Mind, Akiva Goldsman con Storia d’Inverno, tratto dall’omonimo romanzo di Mark Herlprin. Protagonisti di questa storia sono gli attori Colin Farrell, Jessica Brown Findlay, Russell Crowe, Eva Marie Saint, Jennifer Connelly e William Hurt.

Storia d’Inverno racconta una romantica storia d’amore in cui i destini dei protagonisti s’incrociano, tra passato e presente, sullo sfondo della New York del 1916 e di quella dei giorni nostri. Tutto ha inizio quanto Peter Lake, ladro di professione, durante un tentativo di rapina in una villa, si imbatte nella bellissima Beverly Penn, figlia del ricco proprietario dell’abitazione. Per entrambi è un colpo di fulmine, ma Beverly è afflitta da una malattia incurabile e come se ciò non bastasse, a contrastare il loro amore c’è di mezzo anche un pericoloso gangster che ha un conto in sospeso con Peter ed è deciso a liberarsi di lui una volta per tutte.

Storia d’Inverno, il film

Ambientato a New York nell’arco di oltre un secolo, Storia d’Inverno è un film che parla di miracoli, destini incrociati e dell’antica battaglia tra bene e male. Partendo da temi consolidati, la pellicola si sviluppa su due livelli narrativi che dovrebbero incrociarsi in un legame indissolubile nel tempo. Ma è proprio in questo punto cardine della trama che la pellicola scritta da Goldsman presenta le sue debolezze. Il racconto anche se fluido, langue in alcuni tasselli chiave che servono alla storia per trasportare e coinvolgere lo spettatore. Fra tutti, quello che balza di più agli occhi è il legame fra i due periodi storici (praticamente assente) che non giustifica tutto l’impianto narrativo, rendendolo poco credibile i nostri occhi.

In seconda battuta, debole è anche la chiave di racconto scelta da Goldsman, che pone da subito l’accento sul conflitto fra i due personaggi  Peter Lake (Colin Farrell) e Perly Soames (Russell Crowe). Il loro scontro, anche se ben articolato, manca completamente di una motivazione umana. E’ probabile che il loro rapporto sia stato sacrificato a discapito invece della storia d’amore che diventa predominante. Nonostante questo però, per tutto il film ci si aspetta di scoprire la motivazione di questa diatriba che in questo caso rimane una pura e semplice metafora facilona dello scontro tra bene e male, banalizzando tutto il contesto nel quale si svolge la vicenda.

Dal punto di vista scenografico Storia d’Inverno regge e sono di ottima fattura alcune sequenze che coinvolgono zone storiche della New York dei primi del ‘900, ad esempio le scene sul ponte Brooklyn. Non perfetta è invece la fotografia che in alcuni punti si mostra ben curata e calibrata, mentre in altri appare trascurata e scialba. Stessa ambivalenza è assunta dagli effetti digitali, che in alcuni punti regalano delle vedute mozzafiato della città di NewYork, mentre in altri lasciano a desiderare, facendo risaltare agli occhi il comune denominatore di questa pellicola: la poca cura nei dettagli. Nota positiva del film è il cast con l’attore Colin Farrell credibile nei panni di Peter Lake e la bella Jessica Brown Findlay (Downton Abbey) in quelli dell’amata Beverly. Ma la vera sorpresa sono i co-protagonisti, con un notevole Russell Crowe nei panni del cattivo, e due comprimari eccellenti: l’intramontabile bellezza e bravura di Jennifer Connelly e la fierezza e la fisicità di William Hurt.

Storia d’Inverno: nuova clip con Colin Farrell

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Storia d’Inverno: nuova clip con Colin Farrell

Ecco una nuova clip di Storia d’Inverno con Colin Farrell e William Hurt. Il film segna l’esordio alla regia dello sceneggiatore Akiva Goldsman.

Storia d’inverno è l’attesissima trasposizione cinematografica dell’omonimo romanzo di Mark Helprin e racconta una romantica storia d’amore in cui i destini dei protagonisti s’incrociano, tra passato e presente, sullo sfondo della New York del 1916 e di quella dei giorni nostri. Tutto ha inizio quanto Peter Lake, ladro di professione, durante un tentativo di rapina in una villa, si imbatte nella bellissima Beverly Penn, figlia del ricco proprietario dell’abitazione. Per entrambi è un colpo di fulmine, ma Beverly è afflitta da una malattia incurabile e come se ciò non bastasse, a contrastare il loro amore ci si mette anche un pericoloso gangster che ha un conto in sospeso con Peter ed è deciso a liberarsi di lui una volta per tutte..

Storia d’inverno segna l’esordio alla regia dello sceneggiatore Akiva Goldsman, premio Oscar per A Beautiful Mind e autore degli script di Cinderella Man, Io sono leggenda e Il Codice Da Vinci. Ne sono protagonisti Colin Farrell, Jessica Brown Findlay (Downton Abbey), il premio Oscar Russell Crowe,, il premio Oscar Jennifer Connelly,, il premio Oscar William Hurt, Eva Marie Saint (Fronte del porto) e le giovani esordienti Ripley Sobo e Mckayla Twiggs (entrambe nel cast dello spettacolo musicale di Broadway Once).

Akiva Goldsman, che è anche produttore del film nonché autore della sceneggiatura, si è avvalso, dietro le quinte, di una squadra di grandi professionisti: il direttore della fotografica nominato a ben cinque premi Oscar Caleb Deschanel (La Passione di Cristo, Il patriota), la scenografa Naomi Shohan (Constantine, Io sono leggenda), il costumista Michael Kaplan (Mission: Impossible – Protocollo fantasma, Star Trek), i montatori Wayne Wahrman (Io sono leggenda) e Tim Squyres (candidato all’Oscar per Vita di Pi e La tigre e il dragone) e il pluripremiato compositore Hans Zimmer (Il Re Leone, Inception, L’uomo d’acciaio).

Storia d’Inverno: due clip con Colin Farrell

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Storia d’Inverno: due clip con Colin Farrell

Guarda due nuove clip del film Storia d’Inverno, il film del Premio Oscar Akiva Goldsman tratto dall’omonimo romanzo di Mark Helprin con Colin Farrell, Jessica Brown Findlay, il Premio Oscar Jennifer Connelly, il Premio Oscar Russell Crowe, il Premio Oscar William Hurt, Eva Marie SaintRiley Sobo e Mckayla Twiggs.

Vi ricordiamo inoltre che potete partecipare all’emozionante contest IL BACIO PIÙ BELLO per vincere un fine settimana da sogno tra le mete a seguire:

– Parigi con tour privato in carrozza lungo le rive della Senna;
–  Londra con esperienza sulla ruota panoramica London Eye;
–  Venezia con caratteristica gita in gondola.

Vi basterà scattare una foto o realizzare un video, fino al 21 febbraio, del bacio con il vostro amore e condividere il tutto su Twitter e/o su Instagram, utilizzando entrambi gli hashtag #storiadinverno e #ilbaciopiubello. Un’apposita giuria indicherà il bacio più bello. Potete leggere e scaricare il regolamento completo al seguente link e trovare tutte le informazioni sui siti

www.storiadinverno.it e http://concorsi.swservice.biz/wtcont0091

Storia d’inverno è l’attesissima trasposizione cinematografica dell’omonimo romanzo di Mark Helprin e racconta una romantica storia d’amore in cui i destini dei protagonisti s’incrociano, tra passato e presente, sullo sfondo della New York del 1916 e di quella dei giorni nostri. Tutto ha inizio quanto Peter Lake, ladro di professione, durante un tentativo di rapina in una villa, si imbatte nella bellissima Beverly Penn, figlia del ricco proprietario dell’abitazione. Per entrambi è un colpo di fulmine, ma Beverly è afflitta da una malattia incurabile e come se ciò non bastasse, a contrastare il loro amore ci si mette anche un pericoloso gangster che ha un conto in sospeso con Peter ed è deciso a liberarsi di lui una volta per tutte..

Storia d’inverno segna l’esordio alla regia dello sceneggiatore Akiva Goldsman, premio Oscar per A Beautiful Mind e autore degli script di Cinderella Man, Io sono leggenda e Il Codice Da Vinci. Ne sono protagonisti Colin Farrell, Jessica Brown Findlay (Downton Abbey), il premio Oscar Russell Crowe,, il premio Oscar Jennifer Connelly,, il premio Oscar William Hurt, Eva Marie Saint (Fronte del porto) e le giovani esordienti Ripley Sobo e Mckayla Twiggs (entrambe nel cast dello spettacolo musicale di Broadway Once).

Akiva Goldsman, che è anche produttore del film nonché autore della sceneggiatura, si è avvalso, dietro le quinte, di una squadra di grandi professionisti: il direttore della fotografica nominato a ben cinque premi Oscar Caleb Deschanel (La Passione di Cristo, Il patriota), la scenografa Naomi Shohan (Constantine, Io sono leggenda), il costumista Michael Kaplan (Mission: Impossible – Protocollo fantasma, Star Trek), i montatori Wayne Wahrman (Io sono leggenda) e Tim Squyres (candidato all’Oscar per Vita di Pi e La tigre e il dragone) e il pluripremiato compositore Hans Zimmer (Il Re Leone, Inception, L’uomo d’acciaio).

Storia d’Inverno poster italiano del film con Colin Farrell

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Storia d’Inverno poster italiano del film con Colin Farrell

Ecco il poster italiano di Storia d’inverno  (Winter’s Tale), che vede protagonisti gli attori Colin FarrellJessica Brown Findlay Russell Crowe. Da febbraio al cinema. Nel cast anche Jennifer Connelly, William Hurt, Eva Marie Saint, Ripley Sobo and Mckayla Twiggs.

Storia d'inverno poster italiano

Storia d’inverno, il film

Storia d’inverno è Basato sul romanzo del 1983 di Mark Helprin, Racconto d’Inverno è ambientato nel 1916, in una moderna Manhattan e racconta la storia di Peter Lake (Colin Farrell).

Storia d’inverno è diretto da Akiva Goldsman e vede protagonisti  Colin Farrell, Jessica Brown Findlay, Russell Crowe, Will Smith, Matt Bomer, William Hurt, Eva Marie Saint, Jennifer Connelly, Kevin Durand, Kevin Corrigan, Lucy Griffiths, Graham Greene, Rob Campbell, Caitlin Dulany

In Storia d’inverno Una notte d’inverno, Peter Lake, orfano ed esperto meccanico, tenta di svaligiare un palazzo-fortezza nell’Upper West Side. Sebbene creda che la residenza sia vuota, la figlia dei proprietari è a casa. Inizia così l’amore tra Peter, uno scassinatore irlandese di mezza età e Beverly Penn (Jessica Brown Findlay), una giovane ragazza che sta morendo. Anthansor, un misterioso cavallo bianco, salverà Peter Lake dal folle gangster Pearly Soames (Russell Crowe) e diventerà il suo angelo custode.

Stop-Motion: i burattini del Workshop di Roma

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Oggi vi segnaliamo un evento svoltosi in questi giorni a Roma. Un workshop sulla stop-motion tenuto dal regista e illustratore Stefano Bessoni, che porta avanti con passione la sua personale campagna di divulgazione di una delle tecniche più affascinanti dell’animazione:  Passo Uno. Meglio nota con il termine di Stop-motion, questa tecnica negli ultimi anni è arrivata alla ribalta grazie ai successi commerciali di Tim Burton e ai film incredibili della Laika Entertainment (Coraline, ParaNorman).

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Il workshop si è svolto dal lunedì al venerdì nell’ultima settimana di febbraio, dalle 10 alle 18, in via Alessandro Cialdi 5 in zona Garbatella – San Paolo, e ha prodotto una serie di splendidi burattini che vi segnaliamo nella nostra gallery:

Stop-motion-workshop

Stop-Motion: a scuola a Roma puoi diventare Tim Burton

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"FRANKENWEENIE" Director Tim Burton reviews the character maquettes in the Puppet Hospital with Producer Allison Abbate. ©2012 Disney Enterprises, Inc. All Rights Reserved. Photo by: Leah GalloUna nuova scuola a Roma per essere come Tim Burton – Se ti è sempre piaciuto scarabocchiare, se ami il cinema, se sei rimasto incantato da Coraline, La Sposa Cadavere e Frankenweenie, e se vivi perso nella tua fantasia, questo è il corso che fa per te! Il corso ha una durata annuale e si svolgerà da gennaio a dicembre 2015, per un totale di 500 ore di lezione più 500 ore di laboratorio, presso l’ ACCADEMIA GRIFFITH a Roma. E’ diretto da Stefano Bessoni, che sarà anche il docente principale, affiancato da validi professionisti nel campo dell’animazione, dell’illustrazione e del cinema.

Si rivolge a chi intende intraprendere la professione di illustratore per l’editoria e per il cinema, nonché per chi vuole diventare animatore per il cinema, la televisione e il web, specializzandosi in particolar modo nella tecnica della stop-motion.

Si rivolge anche a tutti quei filmmaker e registi che intendono creare le basi della loro poetica e del loro stile seguendo le orme di autori del calibro di Tim Burton, Terry Gilliam, Guillermo Del Toro, Peter Greenaway e di tanti altri visionari.

Ogni iscritto sarà guidato nella realizzazione del suo progetto editoriale e/o cortometraggio in animazione. Inoltre sarà seguito nella preparazione di un portfolio personale per le selezioni presso le case editrici, le società di produzione e per i principali concorsi.

Le materie principali del corso: 

– Tecniche artistiche di base

(Matita, Acquarello, Tempera, Acrilico, ecc.)

– Tecniche digitali e software di base

(Photoshop, Dragonframe, Premiere, Indesign, ecc.)

– Storia dell’illustrazione e dell’animazione

– Illustrazione

– Animazione

– Progettazione editoriale

– Poetica e stile nell’illustrazione e nell’animazione

– Scrittura creativa e sceneggiatura

– Regia cinematografica

– Fotografia

– Suono

– Montaggio

– Storyboard

– Incontri con noti autori del settore

Su appuntamento, è possibile incontrare Stefano Bessoni per avere, senza impegno, ulteriori dettagli sul corso.

Per informazioni, prenotazione colloquio e iscrizioni: GRIFFITH – Accademia di Cinema e Televisione – Via Matera 3 – 00182 Roma Tel. 06 70306587 e-mail [email protected]

Stop the Pounding Heart: il 21 aprile a Milano per UCI Cinemas e Unipol

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Stop the Pounding HeartMartedì 21 aprile alle 20.30 in 23 sale del circuito UCI Cinemas, torna l’appuntamento settimanale con il grande cinema documentario promosso da Unipol Biografilm Collection e I Wonder Pictures con la proiezione speciale di Stop the Pounding Heart, il film che ha rivelato il talento del regista Roberto Minervini, presto a Cannes con la sua nuova opera, The Other Side – unico autore italiano nella sezione Un Certain Regard.

Sara ha pochi anni e tanti fratelli, vive in una fattoria del Texas insieme ai genitori, allevatori di capre che educano tutti i figli secondo i rigidi precetti della Bibbia. La sua è una vita serena e devota, passata ad accudire gli animali della fattoria, e a mantenere corpo e mente puri in attesa di un uomo che la prenda in moglie. L’incontro con Colby, allevatore di tori e cowboy da rodeo, turba la quotidianità di Sara precipitandola in una crisi profonda. Stop the Pounding Heart è un’esplorazione dell’adolescenza, della famiglia e dei valori sociali, dei ruoli di genere e della difficile convivenza fra giovinezza e religione nell’America rurale.

In bilico tra documentario e fiction, il film ha riscosso un enorme successo di critica, vincendo numerosi riconoscimenti internazionali e il David di Donatello 2014 come Miglior Documentario di Lungo Metraggio.

Vista l’ottima risposta di pubblico e di critica, la rassegna Unipol Biografilm Collection, il cui primo ciclo doveva concludersi proprio con Stop the Pounding Heart, si arricchisce inoltre di un nuovo appuntamento: giovedì 30 aprile si terrà una proiezione speciale di CITIZENFOUR, il film sul caso datagate diretto da Laura Poitras vincitore del premio Oscar® 2015 come Miglior Documentario, in questi giorni in sala sempre per I Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection.

La rassegna Unipol Biografilm Collection si pone l’importante obiettivo di diffondere in maniera programmatica e non episodica un genere cinematografico di alto profilo in sale solitamente destinate a film più commerciali, scardinando lo stereotipo che lega un determinato genere a un suo luogo privilegiato.

Tutto il calendario delle proiezioni è consultabile di seguito e nella sezione rassegne del sito di UCI. Per scoprire tutti i titoli I Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection è possibile visitare il sito ufficiale www.iwonderpictures.it e la pagina facebook www.facebook.com/iwonderpictures.

Stop Motion: l’arte dei “pupazzi animati” in un nuovo video

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Stop Motion: l’arte dei “pupazzi animati” in un nuovo video

Ecco un nuovo video, realizzato da Academy Originals, in cui si esplora l’arte del passo uno, la stop motion, la tecnica di animazione che ha datto alla storia del cinema capolavori del calibro di Nightmare Before Christmas e ParaNorman.

Ecco il filmato a seguire:

Il prossimo film che si avvale di questa tecnica che vedremo sul grande schermo è la nuova produzione Laika, Kubo e la Spada Magica.

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Guarda il trailer italiano di Kubo e la Spada Magica

La sceneggiatura è scritta da Marc Haimes e Chris Butler (ParaNorman) e la storia è ambientata nell’antico Giappone. Nel cast vocale originale del film spiccano Matthew McConaughey, Charlize Theron, Rooney Mara, Ralph Fiennes e Brenda Vaccaro.

Il giovane protagonista del film, Kudo, ha la voce di Art Parkinson, che ha interpretato Rickon Stark in Game of Thrones. La cosa fa abbastanza sorridere se pensiamo che il film precedente della Laika, The Boxstrolls, si è avvalso del doppiaggio originale di Isaac Hempstead-Wright, che sempre in Game of Thrones interpreta Bran Stark.

Kubo e la spada magicaDi seguito la trama del film: Nel nuovo fantasy epico prodotto dalla LAIKA, il gentile e trasandato Kubo conduce una vita umile badando con devozione a sua madre nel sonnacchioso villaggio sulle rive della costa. Un giorno, tuttavia, uno spirito del passato si imbatte sul suo cammino per portare a termine una vendetta. Improvvisamente in fuga da divinità e creature, la sopravvivenza di Kubo è legata al ritrovamento di un’armatura magica un tempo appartenuta a suo padre, il più grande samurai che il mondo abbia mai visto. Cercando di trovare coraggio, Kubo si imbarca in un’odissea avvincente alla scoperta della storia della sua famiglia, attraverso tutti gli elementi, combattendo con fierezza per la terra e le stelle.

Stop Motion: da Macerata a Giffoni, il workshop di Stefano Bessoni

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E’ stato un vero successo il morkshop di animazione stop motion tenuto da Stefano Bessoni a Macerata, nel contesto delle sucuole d’arte estive del progetto Ars in Fabula. Di seguito le foto del workshop e il programma:

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stop motion

Stefano Bessoni, regista e illustratore, terrà la stesso workshop anche al Giffoni Film Festival, attualmente in svolgimento a Giffoni. Il corso sarà strutturato come segue:

Parte teorica:

– Breve storia della tecnica stop-motion e analisi di alcuni autori storici: Stanislaw Starewich, Ray Harryhausen, Jan Svankmajer, Brothers Quay.

– Proiezione e analisi di sequenze tratte dai grandi film in animazione stop-motion, come Paranorman, Coraline, Frankenweenie, Corpse Bride, Fantastic Mr. Fox

– Studio delle tecniche per la fabbricazione degli scheletri, da quelli semplici in filo di ferro intrecciato a quelli complessi con snodi a sfere e micro-regolazioni a vite.

– Studio delle varie tipologie di materiali per la costruzione dei burattini; dalla modellazione allo stampo e alle repliche in serie; le varie tipologie di plastilina, le schiume, le resine e il lattice.

– Studio del software per la gestione dell’animazione stop-motion: Dragonframe.

Parte pratica:

Fabbricazione guidata di scheletri e burattini: ogni iscritto potrà progettare e realizzare il proprio burattino. Realizzazione di brevi animazioni con il burattino realizzato, utilizzando il software Dragonframe.

Stop Motion La Fabbrica delle Meraviglie: in libreria il nuovo libro di Stefano Bessoni

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Stop Motion La Fabbrica delle MeraviglieE’ da oggi in libreria il nuovo volume scritto da Stefano Bessoni, intitolato Stop Motion La Fabbrica delle Meraviglie, edito da Logos Edizione e con la collaborazione del nostro Dir. Responsabile Chiara Guida.

“Dimenticate i colori sgargianti dei cartoni animati per bambini, gli animaletti canterini dei film della Disney e le storie tranquillizzanti per famigliole felici con lieto fine assicurato, perché la stop-motion è la parte nascosta dell’animazione, quella più misteriosa, oscura, perturbante, quella che le persone ‘normali’ generalmente cercano di evitare e che spesso frettolosamente tendono a etichettare come inquietante. I materiali prediletti degli autori che fanno stop-motion sono le ossa, gli stracci, i vecchi balocchi e gli oggetti dimenticati in soffitte polverose e i temi affrontati sconfinano spesso nel gotico e nel macabro, ma se si perde quella ritrosia ingiustificata, quel timore iniziale che a volte può infondere sensazioni sbagliate, si potrà scoprire un mondo meraviglioso, forse un po’ sinistro, ma sicuramente affascinante e coinvolgente. Da sempre considerata la sorella più piccola, bruttarella e un po’ birichina dell’animazione tradizionale, la stop-motion si è vista a un certo punto superare con altezzosità anche dall’avvento dell’animazione 3D e proprio come Cenerentola aveva bisogno dell’intervento di una fata che con i suoi incantesimi rimettesse a posto le cose e facesse finalmente giustizia. Un bel giorno questa fata arrivò, aveva i capelli arruffati, forse mai pettinati in vita sua, il volto scavato e il sorriso dell’eterno fanciullo, veniva da Burbank e si chiamava Tim Burton.” – Stefano Bessoni

Il libro si avvale inoltre dell’introduzione scritta da Barry JC Purves e illustra le tecniche e la storia dell’animazione stop-motion. Oltre ovviamente con una carrellata di alcuni film memorabili come Něco z Alenky (Qualcosa di Alice) e Lekce Faust (Lezione di Faust) di Jan Švankmajer, Rigoletto di Barry JC Purves, The maker di Christopher Kezelos, La noria di Karla Castañeda.

L’autore

Stefano Bessoni è nato a Roma nel 1965. La sua formazione in campo artistico è avvenuta sotto la guida dell’incisore napoletano Mario Scarpati e si è conclusa con il diploma presso l’Accademia di Belle Arti di Roma. Dal 1989 ha realizzato numerosi film sperimentali, installazioni video teatrali e documentari, suscitando l’attenzione della critica e ricevendo molti riconoscimenti presso festival nazionali e internazionali. Dal 1990 al 1998 ha lavorato per alcune società di produzione televisiva come operatore, direttore della fotografia e montatore. Dal 1998 al 2001 ha collaborato con il regista Pupi Avati, in qualità di assistente, storyboard artist e digital effect artist. Nel 1994 il Museo nazionale delle arti e tradizioni popolari di Roma ha pubblicato un suo saggio sul lavoro intorno alla creazione di un personaggio, dal titolo Attraverso lo specchio. Nella pubblicazione sono inseriti la sceneggiatura e i bozzetti dell’opera videoteatrale Grimm e il teatro della crudeltà. Nel 1995 ha ricevuto il premio FEDIC “Claudio Pastori”, dedicato all’insieme di film realizzati, con la seguente motivazione: “Per la coerenza dell’impegno, l’originalità della ricerca, la cultura e la passione espresse nel complesso delle opere realizzate e nello studio dei rapporti tra cinema, pittura, storia, tradizioni e credenze popolari”. Nel 1998 gli è stata dedicata una personale nell’ambito del VideoFestival di Messina “L’Occhio del Ciclope”, nel 2009 al Reggio Emilia Film Festival e nel 2011 al Fantafestival di Roma. Dal 2000 al 2007 è stato docente di regia cinematografica presso la NUCT, Scuola Internazionale di Cinema e Televisione, di Cinecittà. Dal 2010 al 2013 ha insegnato presso l’Accademia Griffith a Roma, in un corso dedicato al cinema visionario e fantastico, dove ora è titolare di un master di alta specializzazione in animazione stop-motion e illustrazione. Insegna inoltre illustrazione e animazione stop-motion presso La Fabbrica delle Favole a Macerata. Con Logos edizioni ha pubblicato: HOMUNCULUS, WUNDERKAMMER, ALICE SOTTOTERRA e CANTI DELLA FORCA. È in fase di realizzazione PINOCCHIO.