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Stop all’animazione tradizionale per la Disney

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Stop all’animazione tradizionale per la Disney

walt-disney-logoAnimazione a mano addio: la Disney ha abbandonato completamente il metodo tradizionale che alimenta la creatività a mano libera, puramente bidimensionale, dei cartoni animati.

Stonewall: Jeremy Irvine nel cast del nuovo film di Roland Emmerich

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Deadline riporta la notizia che Jeremy Irvine, conosciuto per War Horse di Steven Spielberg, sarà uno dei protagonisti del prossimo film di Roland Emmerich (Stargate, Indenpendence Day, Godzilla). La pellicola in questione si intitola Stonewall, ed è stata sceneggiata da Jon Robin Baitz. Il film, tratto da una storia vera e ambientato nel 1969, racconterà della rivolta della comunità omosessuale in seguito al raid della polizia all’interno di un bar gay dell’East Village di New York, che ispirò poi il Movimento di Liberazione Omosessuale in tutta America.

Prossimamente vedremo Jeremy Irvine in The Railway Man, con Colin Firth e Nicole Kidman, mentre tra i prossimi progetti di Roland Emmerich figura Independence Day 2.

Fonte: CS

Stonewall: dal 5 maggio al cinema, ecco il trailer

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Stonewall: dal 5 maggio al cinema, ecco il trailer

Sarà Adler Entertainment a distribuire in Italia, a partire dal 5 maggio prossimo, Stonewall, pellicola diretta dal grande regista Roland Emmerich incentrata sui moti che nel giugno del 1969 a New York diedero il via al movimento per i diritti degli omosessuali.

Di seguito il trailer italiano:

Danny Winters, interpretato da Jeremy Irvine, è un giovane ragazzo originario di una piccola cittadina dell’Indiana: la sua vita viene sconvolta non appena rivela alla famiglia e alla comunità la sua omosessualità; è costretto a scappare dal suo Paese alla volta di New York, dove, senza alloggio e senza soldi, viene accolto dai giovani ragazzi di strada che gravitano intorno allo Stonewall Inn, storico locale nel Village. Catapultato in una nuova realtà, Danny troverà una seconda famiglia e vivrà in prima persona la discriminazione e i soprusi da parte della polizia esercitati sulla comunità gay, fino a che la sopportazione e la rabbia dei giovani esploderà nei moti di Stonewall. Dal simbolico lancio di un mattone, il 28 giugno del 1969 tantissimi giovani gay, lesbiche, drag queen e transessuali scriveranno la storia dei diritti civili, dando vita al movimento per l’uguaglianza che si diffonderà in tutto il mondo e che, ancora oggi, continua a lottare contro le discriminazioni di genere.

Oltre a Jeremy Irvine, nel cast figurano anche Jonny Beauchamp, Joey King, Caleb Landry Jones e Jonathan Rhys Meyers e Otoja Abit. Stonewall, storia di coraggio e di formazione, oltre che di rivendicazione dei diritti della comunità LGBT, arriverà nei cinema italiani il 5 maggio distribuita da Adler Entertainment e, in anteprima nazionale, aprirà la 31a edizione del TGLFF – Torino Gay & Lesbian Film Festival, mercoledì 4 maggio presso il Multisala Cinema Massimo del Museo Nazionale del Cinema.

Stonewall di Roland Emmerich: il primo trailer

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Stonewall di Roland Emmerich: il primo trailer

On line il primo trailer del dramma in costume Stonewall, per la regia di Roland Emmerich.

Basato su eventi realmente accaduti, il film racconta la storia dei moti di Stonewall del ’69. Si tratta delle rivolte che ebbero luogo fuori dallo Stonewall Inn di New York dopo che la polizia fece irruzione nel noto luogo di ritrovo per gay e transgender.
Il film vede protagonista Danny (Jeremy Irvine), un giovane uomo che è stato cacciato di casa dai suoi genitori e trova conforto al Stonewall Inn, dove si unisce agli scontri e prende parte in prima persona alla successiva lotta decennale in difesa dell’uguaglianza.

Nonostante il film raffiguri eventi accaduti più di trent’anni fa, affronta un tema quantomai attuale. Il trailer, dal canto suo, sembra dimostrare che Emmerich, solitamente alle prese con film di diverso genere, sia in grado di gestire anche questo tipo di materiale.
Il film, sceneggiato da Jon Robin Baitz (Brothers & Sisters), vede nel cast Jeremy Irvine, Ron Perlman, Jonathan Rhys Meyers, Joey King, Caleb Landry Jones, Matt Craven, Atticus Mitchell e Mark Camacho.

Fonte: Collider

Stonehearts Asylum: recensione del film con Kate Beckinsale

L’insanità mentale arriva al Festival di Roma 2014 con il gotico Stonehearts Asylum, nella sezione Mondo Genere, per la regia di Brad Anderson con Jim Sturgess, Kate Beckinsale, Ben Kinglsey, Michael Caine, Brendan Gleeson e David Thewlis.

In Stonehearts Asylum il giovane apprendista medico Edward Newgate (Jim Sturgess) , giunge in un gelida mattina di fine secolo alle porte dello Stonehearts Asylum, una struttura psichiatrica avvolta nella nebbia della brughiera inglese. Pronto ad apprendere dal Dottor Lamb (Ben Kingsley) , Edward scopre che lo Stonehearts non è un manicomio come gli altri: i pazienti non sono sedati, né rinchiusi, e non vengono praticate le tecniche “medievali” per trattare la loro insanità mentale, cosa che invece faceva il suo predecessore Dottor Salt (Michael Caine). Tra di loro c’è Eliza Graves (Kate Beckinsale) , una giovane bellissima donna affetta da violenta isteria, che da subito attira le attenzioni del giovane medico. Ma quello che sembra un istituto all’avanguardia, dove il paziente non viene “torturato” a scopi medici, presto si rivelerà a gli occhi di Newgate ben altro.

Stonehearts Asylum

Brad Anderson esplora liberamente sul grande schermo un racconto breve di Edgar Allan Poe ( Il Sistema del Dottor Catrame e del Professor Piuma), riuscendo a riunire in un solo film tanti dei temi da lui affrontati in passato. Etichettare Stonehearts Asylum con un solo genere non sarebbe giusto, c’è dell’horror (ma molto soft), è sicuramente un dramma e una storia d’amore gotica, e non mancano gli enigmi avvincenti del thriller. Come è impossibile inquadrare Stoneharts Asylum, è anche impossibile capire tutti i personaggi da subito. Ognuno nasconde qualcosa, una storia, un passato, un identità, la vera natura, diversa da quello che mostra, ed è proprio questo il bello del film, che sorprende con twist inaspettati.

Anderson infine riunisce un cast eccezionale, dai giovani protagonisti, Jim Sturgess e Kate Beckinsale, di cui lei perfetta nei panni ottocenteschi di Eliza e il vero tormento che traspare dai suoi occhi. Fino ai grandissimi, per bravura, Ben Kingsley, Michael Caine e David Thewlis, difficile da vedere nei panni dell’ombroso custode del manicomio. Un film che, malgrado le premesse, lascia quasi il sorriso sulla bocca.

Stone: trama, cast e curiosità sul film con Edward Norton

Stone: trama, cast e curiosità sul film con Edward Norton

Ci sono film che si propongono di scavare nell’animo umano alla ricerca dei suoi lati peggiori, nel tentativo di comprenderli. In particolare, a riguardo, una delle tematiche più affascinanti è quella relativa al concetto di peccato. Che cos’è il peccato? Chi sono i peccatori? Il cinema da sempre prova a rispondere a queste domande con storie che hanno tali argomenti come loro cuore narrativo. Uno dei più interessanti degli ultimi anni incentrato su tali riflessioni è Stone, scritto da Angus MacLachlan e diretto da John Curran nel 2010. Appartenente al genere thriller, questo presenta una vicenda tanto controversa quanto affascinante, portanto avanti un discorso altrettanto interessante.

La storia narrata era nata intorno al 2000 come dramma teatrale per mano di MacLachlan. Il testo fu però esposto pubblicamente soltanto una volta. Successivamente, il drammaturgo iniziò a rielaborare il racconto adattandolo ai canoni cinematografici. Richiamando l’interesse di Hollywood, questo è infine divenuto il film che oggi possiamo ammirare, con protagonisti alcuni celebri attori, tra cui un premio Oscar, chiamati qui a dar vita a personaggi particolarmente complessi e ricchi di sfumature. La complessita e l’imprevedibilità del film hanno infatti contribuito a renderlo ancor più noto presso il grande pubblico.

Questo non portò però il film a divenire un gran successo, rivelandosi anzi un notevole flop al box office. Con il passare del tempo è però stato parzialmente riscoperto, divenendo un buon film per gli amanti del genere e per chi desidera farsi sorprendere da una serie di dinamiche inaspettate. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Stone: la trama del film

Protagonista del film è il poliziotto Jack Mabry, il cui compito è quello d’indagare, comprendere e valutare la buona fede e le reali intenzioni di tutti quei detenuti che chiedono la decurtazione della pena. Una sua parola può infatti garantire la libertà a quanti se la sono vista fino a quel momento negare. Jack, però, è ormai prossimo alla pensione, ma prima di lasciare definitivamente la sua mansione desidera risolvere un ultimo caso. Si imbatterà così in quello di Gerald “Stone” Creeson, condannato a una lunga reclusione per essere stato complice della morte dei suoi nonni e per aver successivamente dato fuoco alla loro casa.

Quest’ultima valutazione si rivelerà per Jack tutt’altro che semplice, poiché egli non riesce realmente a stabilire se il detenuto sia cambiato o meno. A rendere più complessa la situazione vi è anche il coinvolgimento dell’affascinante e seducente Lucetta Creeson, moglie di Stone. La donna, attraverso sottili giochi psicologici, s’insinuerà nella mente e nei pensieri del poliziotto, tanto da portarlo a vivere un insostenibile conflitto interiore tra i desideri della carne e la sua fedeltà al matrimonio. Questo gioco di potere, seduzione e inganno sembrerà arrivare sino a un punto di non ritorno, portando con sé conseguenze disastrose.

Stone cast

 

Stone: il cast del film

Ad interpretare il ruolo del poliziotto Jack Mabry vi è il due volte premio Oscar Robert De Niro. Questi si disse da subito disponibile a prendere parte al film, attratto dalle sue tematiche. In particolare, egli lavorò sul rendere evidenti i conflitti del personaggio, come anche il fatto che egli stesso passi più volte dalla ragione al torto e viceversa, macchiandosi a sua volta di diversi peccati. De Niro, inoltre, visse una strana situazione sul set quando una sua fan ubriaca, eludendo la sicurezza, gli si avvicinò nel tentativo di incontrarlo. La donna fu però prontamente fermata e sottoposta ad arresto. Nei panni della moglie di Jack, Madylyn, vi è l’attrice Frances Conroy, celebre per la serie American Horror Story.

L’attore Enver Leif Gjokaj è invece presente nei panni di un giovane Jack. Gjokaj è meglio noto per aver interpretato l’agente Daniel Sousa nel Marvel Cinematic Universe. Pepper Binkley interpreta allo stesso modo la giovane Madylyn. Nei panni di Gerald “Stone” Creeson vi è invece Edward Norton, con un personaggio simile a quello interpretato nel suo primo film, Schegge di paura. Per prepararsi al ruolo questi ha speso diverso tempo con alcuni carcerati, apprendendo quanto gli occorreva per la sua interpretazione ed ispirandosi ad alcuni detenuti per il modo di parlare, alcune specifiche frasi e l’acconciatura di capelli. Nei panni di sua moglie Lucetta, infine, vi è l’attrice Milla Jovovich.

Stone: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Prima di vedere tali sequel, è possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Stone è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 28 aprile alle ore 21:10 sul canale Paramount Channel.

Fonte: IMDb

 

Stone su McGee

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Poche settimane fa sembrava che il primo film che Oliver Stone avrebbe affrontato, dopo il secondo episodio di Wall Street,

Stolen: tutto quello che c’è da sapere sul film con Nicolas Cage

Stolen: tutto quello che c’è da sapere sul film con Nicolas Cage

Negli ultimi anni l’attore Nicolas Cage ha partecipato ad alcuni film che gli hanno permesso di guadagnare nuova popolarità dopo un periodo ricco di opere poco riuscite. Titoli come USS Indianapolis, 211 – Rapina in corso e 2030 – Fuga per il futuro hanno infatti rappresentato il fondo della carriera del premio Oscar. Oltre a questi, un altro film molto poco apprezzato ma imperdibile per i fan di questo tipo a cui l’attore ha partecipato è Stolen, diretto nel 2012 da Simon West, regista con una lunga esperienza nel dirigere film d’azione e noto per il suo stile visivo accattivante e per la sua abilità nel gestire sequenze d’azione impegnative.

West è infatti noto per titoli come I mercenari 2, Lara Croft: Tomb Raider e, soprattutto, Con Air, dove ha diretto proprio Cage. Questo loro nuovo lungometraggio insieme, similmente a quel titolo del 1997, è caratterizzato da momenti di forte tensione e azione, con l’attore impegnato ad offrire un’altra prova d’attore capace di passare dalla leggerezza al dramma fino all’action più sfrenato. Il film è infatti stato elogiato per alcune sequenze d’azione ben coreografate e per la suspense crescente che si costruisce durante la trama. Tuttavia, ha anche ricevuto alcune critiche per i suoi risvolti prevedibili e convenzionali, passando in generale piuttosto in sordina al momento della sua distribuzione.

Nel complesso, però, Stolen può essere apprezzato dagli amanti del genere d’azione e thriller e specialmente da coloro che sono fan dell’energia espressiva che Nicolas Cage garantisce sempre con i suoi ruoli d’azione. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama di Stolen

Protagonista del film è Will Montgomery, ladro tra i più esperti ma rimasto vittima di un tradimento durante una rapina in banca. Dopo otto anni di prigione, Will, appena uscito dal carcere, è ora deciso a cambiare vita una volta per tutte. Il suo unico desiderio è quello di riallacciare i rapporti con la figlia Alison. I suoi ex compari, così come un gruppo di agenti della FBI, sono però convinti che l’uomo abbia nascosto da qualche parte i 10 milioni del bottino della rapina, prima di farsi arrestare. Per recuperare i soldi, il suo ex complice Vincent rapisce Alison.

Will ha dunque solo 12 ore per trovare la somma se vuole rivedere sua figlia viva. Ma egli non dispone di quella cifra e l’unica possibilità di salvare la ragazza è allora quello di mettere in atto un nuovo ultimo colpo, il più audace della sua carriera, grazie al quale recuperare la somma richiesta da Vincent. Per riuscirci, però, Will dovrà affidarsi all’aiuto di Riley Simms, ladra tanto seducente quanto furba, con la quale aveva già collaborato in passato e della quale non è certo di potersi davvero fidare. La mancanza di tempo e di alternative, tuttavia, costringeranno Will a servirsi di ciò che ha a disposizione.

Stolen Samy Gayle Josh Lucas

Il cast di attori di Stolen

Come anticipato, il protagonista del film, Will Montgomery, è interpretato da Nicolas Cage, anche se inizialmente per tale ruolo si era pensato agli attori Jason Statham e Clive Owen. Nei panni di sua figlia Alison vi è invece l’attrice Samy Gayle, mentre Malin Åkerman, nota per aver interpretato Spettro di Seta in Watchmen e Lara Axelrod in Billions, è qui la ladra Riley Simms. Nel film, tra lei e Cage vi è anche una breve scena recitata in svedese, linqua madre dell’attrice. Completano il cast Danny Huston nel ruolo di Tim Harland, Mark Valley in quello dell’agente Fletcher e Josh Lucas nei panni dell’antagonista, Vincent Kinsey.

Il trailer di Stolen e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Stolen grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV e Netflix. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 22 novembre alle ore 21:20 sul canale Italia 1.

Stoker: un nuovo trailer del film diretto da Chan-wook Park

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Stoker: un nuovo trailer del film diretto da Chan-wook Park

Ecco un nuovo trailer del film Stoker, diretto da Chan-wook Park (Oldboy) e interpretato da Nicole KidmanMia Wasikowska e Matthew Goode.

Nel film dopo la morte del padre di India (Wasikowska), lo zio Charlie (Goode) del quale lei non conosceva l’esistenza va a vivere con lei e la madre (Kidman). La ragazza comincia a sospettare di questo misterioso uomo, rimanendone irrimediabilmente attratta. Ecco il nuovo trailer del film che dovrebbe uscire il primo marzo di quest’anno:

Fonte: WP

Stoker: recensione del film con Nicole Kidman

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Stoker: recensione del film con Nicole Kidman

Un’atmosfera inquietante, un cast eccezionale, una storia conturbante. Stoker arriva nei nostri cinema dal 20 giungo portando con sé un carico di turbamento profondo e folgorante e confermando il talento di Chan-wook Park, regista del cult Oldboy.

In Stoker India è una ragazza introversa e particolare, ama il padre sopra ogni cosa e con lui passa tantissimo tempo a cacciare nella tenuta di famiglia e a impagliare i begli esemplari di animali che la ragazza infallibilmente colpisce. Quando, dopo uno sfortunato incidente, il padre di India muore, la ragazza si trova rinchiusa da sola in casa con la madre, donna algida e apparentemente superficiale che non sembra comprendere a fondo i turbamenti della figlia adolescente, e con un ospite misterioso, uno zio che non aveva mai incontrato prima e che sembra avere una particolare affinità con le donne di casa Stoker.

Stoker, il film

Presentato al Sundance, Stoker di Park è penalizzato da una distribuzione un po’ esitante che avrebbe potuto vendere meglio un film potente anche se non per tutti i palati. Il regista ci fa entrare nella testa di India, nei suoi sensi che con la maggiore età sembrano acuirsi e nel suo profondo turbamento in una realtà che cambia intorno a lei e dentro di lei, e che da sola non riesce a cogliere. Nei panni dell’introversa e misteriosa India troviamo una Mia Wasikowska mai così lontana dall’immagine che il mondo ha di lei: capelli lunghi e scuri, occhi fissi e pensosi, espressione cupa e impenetrabile. L’interpretazione della giovane attrice è misurata e calma, e per questo ancora più potente, dimostrando di essere uno dei talenti più interessanti del panorama cinematografico internazionale. La Wasikowska si difende bene pur essendo messa a confronto con Nicole Kidman, che pur avendo sacrificato qualche espressione facciale sull’altare dell’eterna giovinezza, conserva uno sguardo magnetico che riesce a dire tutto, pur senza pronunciare parola. Questa inedita e splendida coppia è inframezzata dall’affascinante Matthew Goode (Match Point, The Watchmen), perfetto nel ruolo dell’intrigante e ambiguo zio venuto da lontano.

Stoker è un ritratto di famiglia inquietante e destabilizzante, che accompagna per mano lo spettatore in un torbido labirinto di impulsi repressi e di segreti inconfessabili, grazie soprattutto all’unione di un cast strepitoso e di una regia spietata ed elegante.

Stoker: primo trailer del film con Nicole Kidman

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Stoker: primo trailer del film con Nicole Kidman

Ecco il primo trailer di Stoker, il primo lungometraggio USA diretto dal coreano Park Chan-wook. Nel cast del film Nicole KidmanMia Wasikowska e Matthew Goode. La pellicola è scritta da Wentworth Miller ed Erin Cressida Wilson. La storia è quella di una giovane ragazza che, dopo la morte del padre, rimane sola con la madre instabile di mente. A casa sua si trasferisce allora un misterioso ed eccentrico zio, mai incontrato prima. Mentre la giovane si sente intrigata dal personaggio, inizia anche a chiedersi se le concomitanti sparizioni avvenute nella loro cittadina abbiano qualcosa a che fare con lui.

 

Stockholm: Ethan Hawke e Noomi Rapace saranno i protagonisti

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Stockholm: Ethan Hawke e Noomi Rapace saranno i protagonisti

Il quattro volte candidato all’Oscar Ethan Hawke e Noomi Rapace saranno i protagonisti di Stockholm, scritto e diretto da Robert Budreau.

Il film è basato sulla straordinaria storia vera del 1973. La rapina in banca e la crisi degli ostaggi nella capitale svedese, documentata da un articolo apparso sul The New Yorker nel 1974, intitolato The Bank Drama, scritto da Daniel Lang. Gli eventi catturarono l’attenzione del mondo quando gli ostaggi svilupparono un legame emozionale con i loro rapitori, allenandosi con loro per salvarli dalle autorità, dando origine al fenomeno psicologico ormai noto come Sindrome di Stoccolma.

Scott Aversano e Will Russell-Shapiro saranno i produttori esecutivi. Nicholas Tabarrok produrrà attraverso la sua Darius Films banner, insiema allo stesso Budreau tramite la sua Lumanity, e Jonathan Bronfman con la sua Jobro Productions.

Stockholm sarà il secondo progetto a cui collaborano Hawke e Budreau, dopo  Born to Be Blue. Non è ancora chiaro quale ruolo interpreteranno i due attori.

L’inizio della produzione de film è prevista nel mese di aprile.

Fonte: CS

Stoccolma e Rio de Janeiro produttrici per Woody Allen

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Woody-AllenLa fama di Woody Allen e l’apprezzamento di cui il regista newyorkese lo rendono uno degli uomini di cinema più amati al mondo. Nelle sue ultime esperienze cinematografiche, Allen ha mostrato il desiderio di andare in giro per il Mondo a fotografare attraverso le sue storie, sempre un po’ intellettualoidi e isteriche, la grandi capitali. E’ accaduto con discreto successo con Vicky Christina Barcelona, con un film che sfiora il capolavoro con Midnight in Paris, e con pessimi risultati in To Rome with Love.

Adesso sembre che altre città, grandi metropoli mondiali, vogliano addirittura finanziare totalmente i film del regista se questi volesse andare a girare il film proprio da quelle parti. Le prime capitali della lista sono due: Stoccolma, Svezia, è stata la prima città stando a quanto dichiara lo stesso Allen: “Ci sono stati offerti dei soldi ma io non ho ancora avuto l’idea giusta. Sicuramente però farò qualcosa. Amo Stoccolma, ci sono stato diverse volte per piacere personale, non si tratta di soldi, vorrei fare una storia, un film, del quale tutti i locali possano essere fieri, senza che diventi un espediente commerciale“.

La seconda città è invece Rio de Janeiro, il cui sindaco Eduardo Paes ha offerto a Woody Allen un finanziamento del 100% del film che deciderà di andare a girare in Brasile, in città. Ovviamente le proposte arrivano non solo dalla stima verso il regista, ma anche dall’immenso ritorno di immagine che avrebbe la città in caso una tale occasione si presentasse.

Staremo a vedere cosa ispirerà maggiormente Allen, mentre ci chiediamo dove era la sua volontà di rendere fieri gli autoctoni quando ha girato To Rome with Love.

Fonte: WP

Stitches – Un legame privato al cinema

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Stitches – Un legame privato al cinema

Stitches – Un legame privato di Miroslav Terzić, che arriverà in anteprima nelle sale italiane dal 13 maggio 2021 grazie a Trent Film in associazione con Infilmica.

Ispirato a una storia vera che arriva dal passato recente dei Balcani, il film è stato presentato in anteprima nella sezione Panorama della 69° Berlinale, dove ha vinto l’Europa Cinemas Label. Scritto da Elma Tataragić, già autrice di “Dio è donna e si chiama Petrunya”, “Stitches – Un legame privato” è un film che scava nelle emozioni fino alla speranza, raccontando la storia di una donna tenace che diventa un’eroina moderna, in lotta contro tutto e tutti per inseguire la verità mettendosi sulle tracce del figlio scomparso.

La sceneggiatura è ispirata alla testimonianza di una sarta di Belgrado che ha cercato per quasi vent’anni tracce di suo figlio, dichiarato morto subito dopo la nascita. Qualche giorno dopo il parto, l’ostetrica le aveva comunicato la morte prematura del neonato, senza però restituirle il corpo del bambino e senza mai indicarle il luogo della sepoltura. La donna ha così combattuto contro l’ospedale, i medici, la polizia, i tribunali e i pubblici ufficiali per ottenere un certificato di morte autenticato, che indicasse dove trovare il corpo del suo bambino. Nel corso di questa lunga battaglia la donna ha scoperto numerose irregolarità tra le carte dell’ospedale, rinvenendo documenti ufficiali del comune che hanno confermato i suoi sospetti sul fatto che il suo bimbo non era veramente morto. Dopo quasi vent’anni, è riuscita finalmente a scoprire la verità.

“Sono diventato padre per la prima volta nel 2001. Lo stesso anno, sono venuto a sapere della storia dei rapimenti di neonati negli ospedali” – racconta il regista Miroslav Terzić – “La vicenda delle loro vendite; i falsi certificati di morte; le menzogne alle madri; le famiglie rovinate. Ho cominciato a scavare, ad esaminare archivi e a cercare testimoni che avessero la forza di dirmi qualcosa. Nessuno dei casi è mai stato risolto. La maggior parte di essi sono avvenuti tra la fine degli anni ’80 e i primi anni ’90, all’alba della guerra che avrebbe lacerato la Jugoslavia. Sono più di 500 le famiglie che stanno cercando di ritrovare i loro bambini. Sono più di 500 storie diverse, e alcune del tutto inascoltate. Ho deciso di raccontarne una”.

Stiller & Meara: Niente è perduto è il nuovo progetto di Ben Stiller per Apple Tv+

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Apple Original Films ha annunciato Stiller & Meara: Niente è perduto, il nuovo documentario diretto dal regista e produttore Ben Stiller (“Scissione“, “Escape at Dannemora”), vincitore di un Emmy e di un DGA Award. “Stiller & Meara: Niente è perduto” racconta la storia che ha ispirato le carriere delle icone della commedia Jerry Stiller e Anne Meara e arriverà il 24 ottobre su Apple TV+.

«Mi sento molto fortunato a collaborare ancora una volta con l’incredibile team di Apple TV+, questa volta su un progetto molto personale per me e la mia famiglia», ha dichiarato il regista Ben Stiller. «È emozionante poterlo finalmente condividere con il pubblico ed è un grande onore celebrare i miei genitori, sia per come li ho conosciuti crescendo, sia per come ho imparato a conoscerli in modi nuovi attraverso la realizzazione di questo film».

Ben Stiller racconta la storia dei suoi genitori, le icone della commedia Jerry Stiller e Anne Meara, esplorando il loro impatto sia sulla cultura popolare, che nella vita domestica, dove i confini tra creatività, famiglia, vita e arte erano spesso sfumati. Nel farlo, Stiller punta la telecamera su se stesso e sulla sua famiglia per esaminare l’enorme influenza di Jerry e Anne sulle loro vite e riflettere sulle lezioni generazionali che tutti possiamo imparare da coloro che amiamo.

Il documentario è prodotto da Stiller, dal vincitore dell’Oscar® John Lesher (“Birdman”, “Scissione”), dal candidato all’Emmy Geoffrey Richman (“Scissione”, “Tiger King”) e da Lizz Morhaim (“The Super Models”, “Rebuilding Paradise”). Il candidato all’Oscar® Bryn Mooser (“Lifeboat”, “They Call Me Magic”), il candidato all’Emmy Justin Lacob (“Free Leonard Peltier”, “The Lionheart”) e la vincitrice dell’Emmy e candidata al BAFTA Kathryn Everett (“Daughters”, “Lakota Nation vs. the United States”) sono i produttori esecutivi, mentre il candidato all’Emmy Matthew Cherchio (“Diane Warren: Relentless”) è il produttore supervisore per XTR. Anche Tony e Andy Hsieh sono produttori esecutivi.

Ideato dal produttore esecutivo e regista Ben Stiller, il thriller di successo vincitore di Emmy e Peabody Award “Scissione” ha battuto tutti i record come serie più vista su Apple TV+ ed è la serie con il maggior numero di nomination agli Emmy Award del 2025. Recentemente rinnovata per una terza stagione, “Scissione” è stata costantemente celebrata sin dal suo debutto come “una delle migliori serie TV dell’ultimo decennio”, un “fenomeno culturale” e “la cosa migliore in TV”. La prima e la seconda stagione complete di “Scissione” sono disponibili in streaming su Apple TV+.

Still Up: trailer della nuova serie comedy di Apple Tv+

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Still Up: trailer della nuova serie comedy di Apple Tv+

Apple TV+ ha svelato oggi il trailer di “Still Up“, la nuova serie comedy interpretata da Antonia Thomas e Craig Roberts e co-creata e scritta da Steve Burge e Natalie Walter. La nuova serie di otto episodi farà il suo debutto il 22 settembre su Apple TV+ con i primi tre episodi, seguiti da un episodio settimanale ogni venerdì, fino al 27 ottobre.

“Still Up” è una commedia romantica che racconta la vita fuori dal lavoro di Danny (Craig Roberts) e Lisa (Antonia Thomas), che non hanno segreti tra loro, se non i sentimenti che provano l’uno per l’altra. Del cast fanno parte anche Blake Harrison, Lois Chimimba, Luke Fetherston e Rich Fulcher.

“Still Up” è co-creata e scritta da Steve Burge e Natalie Walter insieme a Bryce Hart ed è diretta dal candidato al premio BAFTA John Addis. La serie è prodotta per Apple TV+ da Various Artists Limited ed è prodotta esecutivamente dal vincitore del premio BAFTA Paul Schlesinger e dal vincitore del premio Emmy Phil Clarke. Arabella McGuigan è produttrice della serie.

Still Up: recensione della serie Apple Tv+

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Still Up: recensione della serie Apple Tv+

Still Up” significa, letteralmente, “ancora su”, figurativamente è un’espressione molto sintetica che in inglese indica l’essere ancora svegli, anche a tarda ora. E quale miglior titolo potevano trovare Steve Burge e Natalie Walter per la loro nuova insolita commedia romantica che racconta di una relazione tra due persone che soffrono di insonnia?

Still Up, la trama

Danny e Lisa sono due amici accomunati da un disturbo molto fastidioso per quanto comune: entrambi sono insonni, per cui, ogni volta che il mondo va a dormire, loro restano svegli, a parlare, a raccontarsi, a farsi ridere molto e con grande frequenza. Una relazione, la loro, che sembra essere l’amicizia perfetta: i due sono leggeri, senza mai sottovalutare le paure e le incertezze dell’altro, sono aperti e intimi, sono onesti, su tutto. Tranne in merito a quello che provano l’uno per l’altra. E dopotutto non c’è niente che possano dirsi, perché se Danny ha una fortissima paura di uscire di casa causata da un trauma che ma mano si svelerà, Lisa ha una relazione stabile e una figlia molto piccola. I due condividono soltanto la notte, quel momento di disagio che deriva dal non riuscire a riposare, ma che per loro diventa una finestra sul mondo dell’altro, alla ricerca di una gioia, o forse di un amore, che sembra impossibile.

Antonia Thomas e Craig Roberts sono gli splendidi protagonisti di Still Up, dal 22 settembre su Apple TV+ con i primi tre episodi, seguiti da un episodio settimanale ogni venerdì, fino al 27 ottobre. La serie, ideata e scritta da Steve Burge e Natalie Walter, nasce come risposta al lockdown, un germe nato da quel momento che unisce tutto il mondo in cui telefoni, chat e videochiamate tenevano unito un mondo in isolamento. E sebbene proprio quel mondo faccia di tutto per lasciarsi indietro quei mesi, le conseguenze di quella chiusura forzata incidono ancora sulla psiche di molti.

L’insonnia come finestra su un mondo possibile

E così l’insonnia, che per chiunque è una condanna, per Danny e Lisa diventa un momento quasi romantico di condivisione e di sfogo. Le puntate sono infatti tutte ambientate di notte, nel corso di una telefonata trai due protagonisti, e questa struttura consente di raccontare tre storie contemporaneamente, rendendo molto ricco ogni minuto che si vede a schermo. Da una parte abbia infatti due storie che si svolgono contemporaneamente, ovvero quella che vive Lisa e quella che vive Danny, ma allo stesso tempo abbiamo anche la storia che si raccontano i due al telefono, e quindi si vede crescere, episodio dopo episodio, questa relazione così insolita eppure così intima.

Still Up parla infatti di relazioni, in particolare di relazioni romantiche ma da un punto di vista insolito e bizzarro che ha allo stesso tempo la caratteristica di risultare anche confortevole e rassicurante. Nessuno dei due protagonisti è un eroe romantico da manuale, ma entrambi compiono il loro viaggio verso un mondo di possibilità. Quello che di questo viaggio rimane nel cuore dello spettatore è l’umorismo, l’ironia, ma anche il forte senso di solitudine che pervade queste due anime isolate dal mondo che dorme, sveglie e vigili in una Londra notturna in cui tutto sembra possibile.

Diretta dal candidato al premio BAFTA John Addis, Still Up è una produzione originale Various Artists Limited per Apple TV+, e si avvale della produzione esecutiva di Paul Schlesinger e Phil Clarke, con la produzione di Arabella McGuigan.

Still Up: l’incontro con i produttori della serie Apple Tv+

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Still Up: l’incontro con i produttori della serie Apple Tv+

Danny e Lisa soffrono entrambi di insonnia e vivono una relazione telefonica, facendosi compagnia tutte le notti. Ridono, scherzano, si raccontano, non hanno segreti tra loro… tranne i sentimenti che ognuno nutre per l’altro. È questa la premessa di Still Up, la nuova comedy Apple TV+, interpretata da Antonia Thomas e Craig Roberts e co-creata e scritta da Steve Burge e Natalie Walter.

Abbiamo incontrato virtualmente la squadra produttiva di Still Up, Phil Clarke (Executive Producer), Paul Schlesinger (Executive Producer) e Arabella McGuigan (Producer), che ci ha raccontato qualcosa in più di questa storia così insolita e però allo stesso tempo dal sapore confortevole e rassicurante.

“Credo che la serie esplori l’amicizia – ha esordito Paul Schlesingeranche se poi quella che viene raccontata si definisce come ‘storia d’amore’. Penso che l’amicizia sia un tema fondamentale per questo tipo di storia, perché l’errore fondamentale dei protagonisti è proprio quello di autoconvincersi che sono amici. Uscire da questa dimensione è la cosa complicata che cercano di fare. Quindi sicuramente è una storia d’amore, ma è uno sguardo inusuale sull’amore.”

Secondo McGuigan, invece, uno dei temi portanti della serie è il senso dell’umorismo: “È la prima cosa che lega i due protagonisti – spiega la produttrice – Danny e Lisa si connettono come amici, perché hanno un modo condiviso di farsi ridere a vicenda. Questa è la base della loro amicizia, e diventa anche la base di qualcosa in più. Ma credo fortemente che sia il loro senso dell’umorismo condiviso a portare alla relazione.” E Phil Clarke aggiunge: “Credo anche che si tratti di una storia che parla di solitudine. Danny è solo, ovviamente, soffre di ansia, è chiuso in casa, ma anche Lisa è sola, anche dentro alla sua relazione. C’è una battuta molto bella, verso la fine della stagione, in cui il compagno di Lisa le dice ‘tu diventi viva quando io vado a dormire’, e anche questa dimensione diventa una parte fondamentale di quello che la serie vuole raccontare. Amore, solitudine, amicizia e umorismo, siano tutti parte del mix.”

Still Up è anche una riflessione sulla connessioni e sul modo di vivere le relazioni attraverso la tecnologia, fenomeno che nell’era post-lockdown ha assunto una presenza costante nella quotidianità. “Una serie così non poteva essere stata fatta 10 o 15 anni fa – spiega Paul SchlesingerDa una parte siamo più connessi che mai, 15 anni fa se qualcuno camminava per strada parlando tra sé sarebbe risultato strano, lo avremmo notato tutti. Quindi tecnicamente siamo più connessi che mai ma questo significa anche che siamo più soli e isolati di prima. La serie mostra entrambe queste cose, i due personaggi sono entrambi soli in maniera diversa, eppure si possono parlare per tutta la notte, ed è una strana contraddizione, molto legata alla modernità: siamo più connessi e distanti che mai.”

Dopotutto, la prima idea per questa serie è arrivata durante il primo lockdown del 2020, stando a quanto dichiara Clarke: “Anche se la serie non è ambientata in quel periodo, lo rievoca nella sensazione di essere insieme eppure separati.” Un aspetto molto interessante della relazione telefonica dei due protagonisti è portato alla luce da McGuigan che esalta le potenzialità narrative di questa scelta: “Io credo che si tratti anche di un piccolo regalo per i narratori. In questa serie abbiamo quasi sempre la possibilità di raccontare tre storie contemporaneamente. Assistiamo a quello che succede a Lisa e a quello che succede a Danny, e poi c’è una terza storia, che è quello che stanno vivendo insieme, al telefono.”

Su quanto invece la storia riesca a focalizzarsi su una patologia tanto peculiare quanto poco affrontata dall’audiovisivo, Clarke commenta: “Credo che l’insonnia sia un problema molto diffuso. Viviamo tutti vite molto stressanti, che devono scendere a patti con la logistica quotidiana, ma anche con il cambio di stagione, i problemi di lavoro, tutte cose che contribuiscono a aumentare lo stress e l’insonnia è una delle manifestazioni di questo stress, è un problema sempre più diffuso.”

E infatti è importante che esista una serie che la racconta, secondo McGuigan: “Allo stesso tempo, la serie racconta l’insania con ottimismo. Perché questa storia parla di persone che si sono trovate proprio perché soffrono di questo disturbo e in un certo senso non vogliono che questa ‘malattia’ scompaia perché li priverebbe di quella finestra di tempo che loro condividono, l’insonnia è quella cosa che li fa esistere insieme e lo stesso fatto di condividere questa esperienza, li fa mettere in discussione.”

Still Up farà il suo debutto il 22 settembre su Apple TV+ con i primi tre episodi, seguiti da un episodio settimanale ogni venerdì, fino al 27 ottobre.

Still Life: recensione del film con Eddie Marsan e Joanne Froggatt

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Con Still Life (letteralmente “vita ferma” o “ancora vita”) Uberto Pasolini si era portato a casa il Premio Orizzonti per la regia all’ultimo Festival di Venezia: non è esagerato definire il suo secondo lungometraggio un vero e proprio gioiello di poesia. Un film che, caratterizzato da una lentezza che non stanca, affronta con maestria, senza retorica il tema universale della solitudine. Lo racconta attraverso un punto di vista nuovo, racchiuso nell’esistenza di un uomo che, per vivere, s’incarica di rendere meno sola la morte degli altri. I toni sono bassi, pacati e i silenzi sempre necessari, volti a restituire maggior forza espressiva al leitmotiv della storia.

Still Life, la trama

La vita di John May (Eddie Marsan) è interamente dedicata al lavoro, ma il suo non è un lavoro come tutti gli altri. Impiegato del Comune nella South London dei nostri giorni, John si occupa di rintracciare i parenti più prossimi delle persone morte in solitudine, defunti abbandonati che nessuno è venuto a reclamare. Fotografie sbiadite, vecchie lettere, calzini appesi: nessun indizio viene trascurato dal diligente impiegato, che ha fatto del suo singolare mestiere una ragione di vita e una rassicurante routine quotidiana. John non ha famiglia o amici, indossa gli stessi abiti tutti i giorni, tutti i giorni lo stesso pranzo e la stessa scatoletta di tonno per cena. Una vita ordinaria ma non disperata, riempita dal passato degli infiniti “clienti”, per i quali John sceglie la musica più adatta e compone discorsi celebrativi per dei funerali in cui è l’unico a presenziare.

Quando inizia le ricerche sul caso di Billy Stoke, vecchio alcolista che vive nell’appartamento di fronte al suo, il capo gli comunica il suo prossimo licenziamento. E tuttavia John dedicherà ogni sforzo alla soluzione di quest’ultimo lavoro, scavando nell’incredibile passato di un uomo che aveva destato amore e odio in egual misura. Dall’ex collega della fabbrica alimentare al veterano delle Falkland cui Billy salvò la vita, sino alla figlia abbandonata Kelly (Joanne Froggatt): John compie un viaggio che è anzitutto l’inizio di una rinascita personale, la (ri)scoperta di nuovi sapori e nuovi modi di affrontare la vita, al di là delle limitazioni quotidianamente auto-imposte.

Il film

Eddie Marsan è straordinario, da prova di una recitazione che, proprio nel suo essere contenuta, riesce a trovare le giuste sfumature per un personaggio dalla non facile interpretazione. Al suo fianco, la graziosa Joanne Froggatt conferisce spessore e credibilità al ruolo di Kelly, anima ferita che scorge nella solitaria esistenza di John la possibilità di un legame.

I dialoghi ironici e mai banali, la fotografia asciutta di Stefano Falivene, insieme alle toccanti musiche composte da Rachel Portman, sono l’ulteriore testimonianza di un film che, anche stonando un po’ nella scena finale, riesce a sfiorare la perfezione.

Still Life film recensione

Still Life: le clip del film con protagonista Joanne Froggatt

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Still Life: le clip del film con protagonista Joanne Froggatt

Still-Life-filmIl prossimo 12 dicembre uscirà Still Life,  il nuovo film di Uberto Pasolini, vincitore del Premio Orizzonti per la regia alla 70. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica la Biennale di Venezia 2013. Protagonisti Eddie Marsan e Joanne Froggatt.

Leggi anche: Venezia 70 Still Life con Joanne Froggatt commuove la platea

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Dal 12 dicembre al cinema il nuovo film di Uberto Pasolini con il pluripremiato Eddie Marsaan (Sherlock Holmes – Gioco di ombre, Gangs of New York, V per Vendetta, Mission: Impossible III) e Joanne Frogatt (Downton Abbey).

Diligente e premuroso, il solitario John May è un impiegato del Comune incaricato di trovare il parente più prossimo di coloro che sono morti in solitudine. Quando il reparto viene ridimensionato a causa della crisi economica, John dedica tutti i suoi sforzi al suo ultimo caso, che lo porterà a compiere un viaggio liberatorio e gli permetterà di iniziare ad aprirsi alla vita.

Still life Uberto Pasolini presenta il suo film a Roma

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Still life Uberto PasoliniOggi, al cinema Quattro Fontane di Roma, è stato presentato alla stampa il nuovo film scritto, prodotto e diretto da Uberto Pasolini, Still life, con Eddie Marsan e Joanne Froggatt. Il film, in uscita nelle sale dal 12 dicembre, è stato prodotto dalla Redwave / Embargo Films, in associazione con Rai Cinema e Cinecittà Studios.

Alla conferenza stampa era presente il regista e Cecilia Valmarana di Rai Cinema.

UBERTO PASOLINI

D: Che significa anzitutto l’espressione Still life?

R: Vuole dire tante cose in realtà: un primo significato è quello di “vita ferma”, che sarebbe la vita del protagonista, almeno com’è all’inizio. Ma vuol dire anche “ancora vita” e “vita di fermo immagini”. L’espressione inglese poi vorrebbe dire “natura morta”, ma questo non vuole essere, non è un film sulla morte, bensì sulla vita e sul valore della vita.

D: Questo mestiere del protagonista esiste davvero?

R: Beh sì, è un mestiere che esiste in diverse forme. A Londra, che è divisa in vari comuni (“districts”, ndr), per ogni comune c’è una persona che si occupa di rintracciare i parenti delle persone defunte, morte in solitudine.

D: Come sei arrivato a questa storia?

R: Avevo letto un’intervista su un quotidiano di Londra e ho cominciato una ricerca. Sono andato al Funeral Office di Westminster, ho seguito le pratiche per 6 mesi e ho fatto varie visite a case e appartamenti dove delle persone erano morte da sole. Ho anche presenziato ad alcuni funerali, e spesso mi sono trovato da solo perché a volte chi si occupa di organizzare le esequie non ha il tempo per essere presente. Nel film quindi c’è poco di inventato – la storia iniziale della signora del gatto prende spunto da una storia vera di una donna che aveva vissuto in maniera normale fino ai 25 anni e poi, per qualche ragione, aveva vissuto il resto della sua breve vita da sola insieme al suo gatto.

Il protagonista è un solitario, un ossessivo, con una vita fatta di piccoli particolari, ed è molto simile ad alcuni dei personaggi che ho conosciuto a Londra: un personaggio che fa sì che le persone non siano dimenticate almeno nel momento della celebrazione. È una di quelle persone che si dedicano al ricordo della persona stessa.

D: Com’è, realmente, il rapporto che si crea con i famigliari dei defunti?

R: Per il 70 % delle volte non si trovano proprio i famigliari. Il 30 % dei rimanenti non vogliono neanche avere a che fare con le esequie, quasi mai. Diciamo che nel 90% dei casi non c’è nessuno al funerale. Questi impiegati comunali quindi, il più delle volte, sono gli unici presenti.

CECILIA VALMARANA

Still life Uberto Pasolini 3D: Com’è successo che Rai Cinema abbia voluto supportare questo progetto?
R: All’inizio ci siamo un po’ spaventati per il tipo di storia che Uberto voleva raccontare. Poi abbiamo riflettuto e abbiamo pensato che dietro ogni suo film c’è sempre la necessità di raccontare qualcosa: volevamo dare la possibilità di vedere qualcosa di diverso dal solito.

UBERTO PASOLINI

D: Perché hai voluto affrontare un tema del genere?

R: Il film è stato anche una scusa, un’opportunità per raccontare e scoprire uno spaccato di vita sociale a me totalmente sconosciuto. Penso anche a film come “Full Monty” (di cui Pasolini è stato produttore, ndr): mi ricordo che mio padre mi disse che era il film più triste che avesse mai visto. E in effetti lo era, affrontava il problema della disoccupazione, qualcosa di lontano rispetto a me dato che io sono stato sempre un privilegiato, ho sempre lavorato e ho iniziato il mio precedente lavoro (il banchiere, ndr) anche grazie a delle conoscenze.

In Still life c’è una domanda di fondo: chi verrà al mio funerale? Il tema principale è dunque quello della solitudine e dell’isolamento, del conoscere il proprio vicinato, di avere un contatto con le persone che ci stanno intorno. I giovani di oggi, con le nuove tecnologie, vivono amicizie virtuali, su internet: queste sono fittizie, sono amicizie che si possono chiudere con un click quando si vuole. Nell’amicizia vera questo non succede: non si può porre una barriera e decidere da soli di chiudere un legame.

Inoltre, il film è anche una sorta di analisi personale di cosa voglia dire essere soli – io sono divorziato da poco, e sebbene veda spesso mia moglie e i miei figli, ci sono delle sere in cui torno a casa mia e la trovo vuota. Ecco, con questo film ho cercato di scoprire cosa si prova ad essere soli non solo 3-4 giorni alla settimana, ma esserlo quotidianamente, tutti i giorni.

D: Come ha diretto il protagonista?

R: Non so se avete notato che questo è un film dai toni bassi. Tutto lo è: la musica, che inizia solo ad un punto avanzato della storia, il colore, che è abbastanza spento e inizia a saturarsi man mano che John scopre il mondo; ma soprattutto ad essere sottotono è la recitazione del personaggio. Quando mi è venuta in mente l’idea di questo film, ho subito pensato a Eddie, perché è un attore che dà tanto facendo “pochissimo”. In realtà sembra stia facendo pochissimo, ha una recitazione molto contenuta ma al tempo stesso molto forte.

D: Si intravede qualche richiamo a L’inquilino del terzo piano di Roman Polanski…è voluto?

R: No, non lo è. È un film che non vedo da molto tempo, se pure ci sono dei riferimenti non sono voluti ma casuali. Semmai nei miei film ci possono essere degli echi di Jasujiro Ozu: i suoi film sono tutti molto forti, mi hanno sempre colpito. Non è che io mi ispiri a lui, il suo è un mondo lontano dal mio, ma da lui ho forse ereditato la speranza di colpire lo spettatore con un certa grammatica cinematografica, con un tono e un volume bassi appunto, che a volte costringono qualcuno a guardare con più attenzione. E magari il film rimane nella mente per qualche ora, per qualche giorno in più…almeno lo spero.

Still life Uberto Pasolini 2

Still Alice: vai all’anteprima del film con Cinefilos.it

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Still Alice: vai all’anteprima del film con Cinefilos.it

Dopo La Teoria del Tutto, nuovi inviti in palio per una nuova anteprima, Still Alice, il film con protagoniste Julienne Moore e Kristen Stewart. L’anteprima si terrà il prossimo 19 Gennaio.

L’ANTEPRIMA SI TERRA’ NELLE SEGUENTI CITTA’ fino ad esaurimento inviti, INVITO VALIDO PER DUE PERSONE:
ROMA – Giulio Cesare (20,30)

TORINO – Cinema Nazionale (20,00)

TREVISO – Cinema Edera (20,30)

TRENTO – Cinema Astra (21:00)

BOLOGNA – Cinema Rialto (21:00)

PARMA (18 Gennaio) – Cinema Astra (20,30)

FIRENZE – Cinema Flora (20,30)

BERGAMO – Cinema Conca Verde (20 Gennaio – 21:00)

PADOVA – Cinema Astra (21: 00)

GENOVA – Cinema Sivori (20,30)

NAPOLI – Cinema Modernissimo (20,30)

MODENA – Cinema Film Studio (21,00)

 

Per richiedere l’invito contatta la redazione [email protected] fino ad esaurimento posti.

 

Still Alice: trailer del film con Julianne Moore

Still Alice: trailer del film con Julianne Moore

La Sony Pictures Classics ha diffuso online il primo trailer ufficiale di Still Alice, il nuovo film drammatico diretto da Richard Glatzer e Wash Westmoreland (The Last of Robin Hood), con protagonista Julianne Moore, favorita nella corsa agli Oscar di quest’anno come Migliore Attrice Protagonista. Potete vedere il trailer di seguito.

Still Alice racconta la storia della dottoressa Howland, Alice (Julianne Moore) a cui viene diagnosticata una precoce e rarissima forma del morbo di Alzheimer. La perdita graduale delle memorie del proprio passato, delle parole, che tanto la contraddistinguevano nel suo rapporto con il mondo (prima della diagnosi è una affermata docente di Linguistica alla Columbia University), anche delle nozioni più elementari, come i nomi dei suoi figli, costellano l’inevitabile, inesorabile e dolorosissima discesa nell’oblio della terribile malattia (potete leggere la recensione del film qui, direttamente dal Festival di Roma 2014).

Il film annovera nel cast anche Kristen Stewart, Kate Bosworth e Alec Baldwin.

Fonte: CS

Still Alice: recensione del film con Julianne Moore

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Still Alice: recensione del film con Julianne Moore

Presentato all’ultimo Festival del cinema di Roma Still Alice racconta di una persona inserita nel contesto sociale in cui vive si definisce, spesso, per la professione, per il lavoro che fa e per il modo in cui gli altri la vedono interagire con il suo ambiente. Cosa accade però quando queste informazioni basilari vengono meno? Cosa succede, ad esempio, ad un malato di Alzheimer che non riconosce più se stesso e chi gli sta vicino a causa della perdita graduale della memoria e dei ricordi?

È la domanda che si pongono i registi e sceneggiatori di Still Alice, Richard GlatzerWash Westmoreland, che raccontano la storia della dottoressa Howland, Alice, a cui viene diagnosticata una precoce e rarissima forma del morbo di Alzheimer. La perdita graduale delle memorie del proprio passato, delle parole, che tanto la contraddistinguevano nel suo rapporto con il mondo (prima della diagnosi è una affermata docente di Linguistica alla Columbia University), anche delle nozioni più elementari, come i nomi dei suoi figli, costellano l’inevitabile, inesorabile e dolorosissima discesa nell’oblio della terribile malattia.

Glatzer e Wesmoreland dirigono un film che ha dalla sua due elementi vincenti, per motivi differenti: la storia, che tocca nel profondo lo spettatore e assume dei contorni ricattatori; e la protagonista, una Julianne Moore in stato di grazie che conferma, ulteriormente, l’ipotesi che non per forza gli attori con più Oscar sono i più bravi (lei è stata sempre scandalosamente snobbata dall’Academy).

Nonostante un’alta percentuale di successo, considerati i due elementi citati, il film non riesce a fare breccia; commuove nel momento in cui sono messi in piazza momenti e situazioni toccanti, che potrebbero anche coinvolgere il vissuto di alcuni spettatori, senza però apportare nulla di nuovo o personale ad un tema, la malattia in tutte le sue forme, che sembra ultimamente un must del cinema, disposto a mettere in piazza ogni singolo aspetto della vicenda umana, teso a estorcere lacrime e tristezza allo spettatore ignaro.

Il racconto è delicato, il procedere della malattia raccontato con equilibrio, ma il film non si sforza di andare oltre, volendo probabilmente raccontare solo l’evolversi del morbo. I rapporti umani, fondamentali in una tale dinamica, non vengono approfonditi e l’empatia con la protagonista si sviluppa più in nome della malattia stessa che per lei in quanto Alice, persona definita in uno spazio-tempo preciso. Nel cast, con la Moore, ci sono anche Kristen Stewart, che sembra ormai crogiolarsi sempre negli stessi ruoli, Alec Baldwin e Kate Bosworth. Applaudito a Toronto e presentato al Festival di Roma 2014, Still Alice farà probabilmente parlare di sé durante la season awards 2014/2015 per la straordinaria performance della protagonista.

Still Alice: recensione del film con Julianne Moore

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Still Alice: recensione del film con Julianne Moore

In Still Alice una persona inserita nel contesto sociale in cui vive si definisce, spesso, per la professione, per il lavoro che fa e per il modo in cui gli altri la vedono interagire con il suo ambiente. Cosa accade però quando queste informazioni basilari vengono meno? Cosa succede, ad esempio, ad un malato di Alzheimer che non riconosce più se stesso e chi gli sta vicino a causa della perdita graduale della memoria e dei ricordi?

È la domanda che si pongono i registi e sceneggiatori di Still Alice, Richard Glatzer e Wash Westmoreland, che raccontano la storia della dottoressa Howland, Alice, a cui viene diagnosticata una precoce e rarissima forma del morbo di Alzheimer. La perdita graduale delle memorie del proprio passato, delle parole, che tanto la contraddistinguevano nel suo rapporto con il mondo (prima della diagnosi è una affermata docente di Linguistica alla Columbia University), anche delle nozioni più elementari, come i nomi dei suoi figli, costellano l’inevitabile, inesorabile e dolorosissima discesa nell’oblio della terribile malattia.

Still Alice, il film

Glatzer e Wesmoreland dirigono un film che ha dalla sua due elementi vincenti, per motivi differenti: la storia, che tocca nel profondo lo spettatore e assume dei contorni ricattatori; e la protagonista, una Julianne Moore in stato di grazie che conferma, ulteriormente, l’ipotesi che non per forza gli attori con più Oscar sono i più bravi (lei è stata sempre scandalosamente snobbata dall’Academy).

Nonostante un’alta percentuale di successo, considerati i due elementi citati, il film non riesce a fare breccia; commuove nel momento in cui sono messi in piazza momenti e situazioni toccanti, che potrebbero anche coinvolgere il vissuto di alcuni spettatori, senza però apportare nulla di nuovo o personale ad un tema, la malattia in tutte le sue forme, che sembra ultimamente un must del cinema, disposto a mettere in piazza ogni singolo aspetto della vicenda umana, teso a estorcere lacrime e tristezza allo spettatore ignaro.

Il racconto è delicato, il procedere della malattia raccontato con equilibrio, ma il film non si sforza di andare oltre, volendo probabilmente raccontare solo l’evolversi del morbo. I rapporti umani, fondamentali in una tale dinamica, non vengono approfonditi e l’empatia con la protagonista si sviluppa più in nome della malattia stessa che per lei in quanto Alice, persona definita in uno spazio-tempo preciso.

Nel cast, con la Moore, ci sono anche Kristen Stewart, che sembra ormai crogiolarsi sempre negli stessi ruoli, Alec Baldwin e Kate Bosworth. Applaudito a Toronto e presentato al Festival di Roma 2014, Still Alice farà probabilmente guadagnare alla sua protagonista il primo emeritato premio Oscar.

Still Alice: 4 clip con Julianne Moore

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Still Alice: 4 clip con Julianne Moore

Guarda quattro clip in italiano del film Still Alice, pellicola candidata all’Oscar come miglior Protagonista femminile per l’attricie Julianne Moore.

LEGGI LA RECENSIONE DEL FILM

Alice Howland, felicemente sposata e madre di tre ragazzi, è una rinomata professoressa di linguistica che, improvvisamente, inizia a dimenticare le parole. Quando le diagnosticano una forma precoce di Alzheimer, Alice e la sua famiglia vedono messi a dura prova i loro rapporti. La sua battaglia per cercare di rimanere legata alla persona che era una volta è terribile, commovente e ammirevole.

Still Alice: 10 cose che non sai sul film

Still Alice: 10 cose che non sai sul film

Still Alice è un film che ha conquistato il pubblico di tutto il mondo grazie alla sua sensibilità e alla sua profondità nell’analizzare ed affrontare una tema che non è per nulla comune nella società odierna: l’Alzheimer precoce.Questo film vuole farsi portavoce delle persone che devono convivere con questa malattia e chi gli sta a fianco, forte anche delle intense interpretazioni degli attori protagonisti. Ecco, allora, dieci cose da sapere su Still Alice.

Still Alice film

still alice

1. Uno dei registi ha sofferto di SLA. Il co-regista del film, Richard Glatzer, era malato di SLA, Sclerosi Laterale Amiotrofica e non poteva parlare. Tuttavia, ha diretto il film usando un’applicazione di sintesi vocale sul suo iPad. Sia Julianne Moore che Kristen Stewart hanno dedicato la loro Ice Bucket Challenge a Glatzer, morto pochi mesi dopo la fine delle riprese del film.

2. Il film è stato vittima di un attacco hacker. Alla fine del 2014, la Sony Pictures ha subito un grosso attacco ai loro sistemi informatici, in cui le informazioni aziendali riservate e diversi film inediti sono stati pubblicati per il consumo pubblico. Tra le altre cose, si sono verificati dei download di qualità di film in DVD che non erano ancora usciti.

3. C’è un collegamento alla vita reale di Alec Baldwin. Alice viene mostrata come una giocatrice compulsiva di Words With Friends. L’attore, che nel film interpreta il marito della protagonista, è stato notoriamente scaraventato fuori dall’aereo, prima del decollo, nel 2011 perché si era rifiutato di smettere di giocare e di spegnere il telefono.

Still Alice Streaming

4. Il film è disponibile in streaming digitale. Chi volesse vedere o rivedere Still Alice, è possibile farlo grazie alla sua presenza sulle varie piattaforme di streaming digitale legale come Chili, Google Play e Rakuten Tv.

Still Alice trailer

5. Molte emozioni condensate in pochi minuti. Prima di vedere l’intero film, è opportuno guardare il trailer di Still Alice per rendersi conto se sia un film adatto alla propria persona e per lasciarsi trascinare dalla sequela di emozioni che vengono espresse in questi pochi minuti. Inoltre, è possibile vedere chi faccia parte del cast e di come sia importante la tematica affrontata nel lungometraggio.

Still Alice trama

6. Una diagnosi devastante. Il film racconta la storia di Alice, madre e moglie cinquantenne ed apprezzata, quanto stimata, professoressa di linguistica presso la Columbia University. Una serie di avvenimenti, come dimenticare un termine importante durante una conferenza e non capire più in che zona del campus universitario si trovi dopo aver fatto jogging, le fanno pensare di avere un tumore al cervello. Tuttavia, il neurologo le avanza una diagnosi più devastante, ovvero il fatto di avere una forma di Alzheimer precoce.

Still Alice cast

still alice

7. Julianne Moore ha rischiato di non girare il film. Secondo Lisa Genova, autrice del libro da cui il film è stato tratto, prima di scrittura la Moore, la parte è stata offerta a Michelle Pfeiffer, Julia Roberts, Diane Lane e Nicole Kidman, ma tutte hanno rifiutato.

8. La Moore ha fatto ricerche per il suo ruolo. L’attrice ha intervistato consulenti dell’Associazione Nazionale Alzherimer durante la sua ricerca per il suo ruolo. Inoltre, ha subito anche il test standard di memoria per verificare la presenza della malattia, superandolo.

9. Alec Baldwin deve ringraziare la Moore. L’attore, infatti, è stato incluso nel cast del film anche e soprattutto per il fatto che la sua collega lo ha suggerito per il ruolo del Dr. John Howland: i due, infatti, volevano lavorare di nuovo insieme.

Still Alice libro

10. È l’adattamento di un romanzo. Still Alice è un adattamento del romanzo Perdersi, scritto da Lisa Genova, una neuroscienziata, nel 2007, famoso per aver riscosso un gran successo e per aver approfondito un tema mai davvero affrontato in questo senso.

Fonte: IMDb

Still Alice dal 22 gennaio al cinema

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Still Alice dal 22 gennaio al cinema

Arriverà il 22 gennaio 2015 nelle sale italiane Still Alice, il film con una magnifica Julianne Moore, fresca vincitrice del Golden Globes per la migliore interpretazione femminile in un film drammatico.

LEGGI LA RECENSIONE DEL FILM

Alice Howland, felicemente sposata e madre di tre ragazzi, è una rinomata professoressa di linguistica che, improvvisamente, inizia a dimenticare le parole. Quando le diagnosticano una forma precoce di Alzheimer, Alice e la sua famiglia vedono messi a dura prova i loro rapporti. La sua battaglia per cercare di rimanere legata alla persona che era una volta è terribile, commovente e ammirevole.

Stick: la comedy sportiva con Owen Wilson rinnovata per una seconda stagione

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Oggi Apple TV+ ha annunciato che Stick, l’amata comedy sul golf con Owen Wilson come protagonista e produttore esecutivo, è stata rinnovata per una seconda stagione. Creata da Jason Keller, la nuova stagione avrà ancora più cuore, offrirà tante risate e presenterà nuovi personaggi, oltre al cast di ritorno che include Wilson, Peter Dager, Marc Maron, Mariana Treviño e Lilli Kay.

«Mi sono sentito onorato e ispirato dalla reazione del pubblico a “Stick” e sono entusiasta di realizzare una seconda stagione con questo cast magico, guidato dall’incomparabile Owen Wilson, e il meraviglioso team creativo di Apple TV+», ha dichiarato il creatore Jason Keller. «È una gioia poter continuare a raccontare questa storia. Ma soprattutto, il rinnovo della seconda stagione mi fornirà una scusa innegabile per giocare ancora di più a golf. Grazie, Apple TV+».

«Penso che ci siamo divertiti tutti molto a realizzarlo», ha dichiarato l’attore e produttore esecutivo Owen Wilson. «È davvero bello vedere come lo show abbia conquistato il pubblico e sapere che avremo la possibilità di continuare la nostra storia!».

«Con la prima stagione di “Stick”, il pubblico si è subito innamorato del mondo affascinante, divertente e sincero che Jason, Owen e il loro team hanno saputo creare», ha dichiarato Matt Cherniss, responsabile della programmazione di Apple TV+. «Ci sono molte altre sorprese in serbo per i fan della serie e siamo entusiasti che presto avranno la possibilità di scoprire il prossimo capitolo che attende Pryce Cahill».

Sin dal suo debutto “Stick” ha riscosso il plauso della critica, che ha definito la serie “un colpo da maestro”, “rasserenante”, “ideale per rilassarsi” e “imperdibile per l’estate”.

Nella prima stagione di “Stick”, Owen Wilson interpreta Pryce Cahill, un ex giocatore di golf professionista, la cui carriera è deragliata prematuramente 20 anni fa. Dopo il fallimento del suo matrimonio e il licenziamento dal suo lavoro in un negozio di articoli sportivi dell’Indiana, Pryce punta tutto su un diciassettenne problematico di nome Santi (Peter Dager). “Stick” è una commedia sincera e piacevole su una famiglia ritrovata e sulle sue relazioni, ambientata nel mondo del golf come non è mai stato mostrato prima.

Oltre a Wilson e Dager, il cast comprende Marc Maron, Mariana Treviño, Lilli Kay, Judy Greer e Timothy Olyphant, e vede la partecipazione di superstar del golf come Collin Morikawa, Keegan Bradley, Max Homa, Wyndam Clark e altri. Tra i vari camei, figurano Jim Nantz e Trevor Immelman, Matt Scharff, Brad Dalke e Garrett Clark di Good Good, nonché l’appassionato di golf Dan Rapaport.

“Stick” è ideata da Jason Keller, che è anche showrunner e produttore esecutivo insieme a Owen Wilson, Ben Silverman per Propagate Content e Guymon Casady di Entertainment 360. La serie è prodotta anche da Howard T. Owens, Rodney Ferrell, Drew Buckley, Lee Eisenberg, Natalie Sandy, Christopher Moynihan, Bill Callahan, Valerie Faris e Jonathan Dayton. Faris e Dayton sono i registi insieme a David Dobkin, Jaffar Mahmood, M.J. Delaney e John Hamburg.