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Muppets Most Wanted: un nuovo poster

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Muppets Most Wanted: un nuovo poster

muppets-most-wantedContinua la campagna promozionale di Muppets Most Wanted , fresco di stampa, infatti, ci giunge un nuovo poster per il prossimo film dedicato a Kermit la rana e i suoi fidi amici.

Qui di seguito vi proponiamo il poster in questione:

Muppets Most Wanted

Nel film vi ricordiamo che ritroveremo tutti i principali Muppets quali  Kermit la Rana, Miss Piggy, Fozzie Bear, Gonzo, Animal a cui si aggiungeranno Ricky Gervais, Ty Burrell e Tina Fey.

Muppets Most Wanted è in uscita il prossimo 21 marzo, e vedrà i pupazzi di pezza più famosi della TV impegnati in un divertentissimo giro tour mondiale al fine di esportare ovunque il proprio show soprattutto, tra i vari luoghi visitati risalterà l’Europa con le sue capitali quali Berlino, Madrid e Londra. Ma il gruppo di strani amici si troverà, suo malgrado, coinvolto in un crimine commesso da uno dei criminali più ricercati al mondo: Constantine.

Fonte: ComicBookMovie

Muppets Most Wanted: Prima clip con Ricky Gervais

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Il 21 marzo 2014 segnerà il ritorno al cinema dei Muppets, gruppo di pupazzi creati da Jim Henson negli anni cinquanta, poi trasportati al cinema dallo stesso Henson. Alle numerose pellicole che li ha visti protagonisti sta per aggiungersi Muppets Most Wanted, sequel de I Muppets diretto da James Bobin in cui ritroviamo Kermit la Rana, Miss Piggy, Fozzie Bear, Gonzo, Animal, Ricky Gervais, Ty Burrelle Tina Fey.

La prima clip del film è dedicata al personaggio di Dominic Badguy, che verrà interpretato da Ricky Gervais:

Muppets Most Wanted uscirà nel 2014, il 21 marzo, e vedrà i pupazzi impegnati in un giro intorno al mondo, a portare in giro il loro show soprattutto il Europa con le sue capitali Berlino, Madrid, Londra. Ma il gruppo di strani amici si trova coinvolto suo malgrado in un crimine di Constantine, il criminale più ricercato del mondo.

Fonte: Screenweek

Muppets Most Wanted: nuovo poster internazionale

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Muppets Most Wanted: nuovo poster internazionale

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Yahoo Movies ha mostrato il nuovo poster internazionale di Muppets Most Wanted, sequel de I Muppets, di James Bobin. La pellicola riporterà sul grande schermo i pupazzi creati da Jim Henson negli anni ’50, diventati celebri nelle trasmissioni televisive Muppet Show e Sesamo Apriti. Ecco il poster del prossimo film dei Muppets:

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Nel film della Walt Disney Pictures ritroveremo Kermit la Rana, Miss Piggy, Fozzie Bear, Gonzo, Animal, Ricky Gervais, Ty Burrell e Tina Fey.

Il film uscirà nel 2014, il 21 marzo, e vedrà i pupazzi impegnati in un giro intorno al mondo, a portare in giro il loro show soprattutto il Europa con le sue capitali Berlino, Madrid, Londra. Ma il gruppo di strani amici si trova coinvolto suo malgrado in un crimine di Constantine, il criminale più ricercato del mondo.

Muppets Most Wanted: nuovo materiale promozionale

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Muppets Most Wanted: nuovo materiale promozionale

Il 2014 è appena iniziato e ci pensano i Muppets ad augurarvi buon anno. Sono arrivati online, infatti, due nuovi video promozionali di Muppets Most Wanted, sequel de I Muppets, di James Bobin. La pellicola riporterà sul grande schermo i pupazzi creati da Jim Henson negli anni ’50, diventati celebri nelle trasmissioni televisive Muppet Show e Sesamo Apriti. Insieme ai filmati, è stata anche diffusa una nuova immagine ufficiale del film.

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Nel film della Walt Disney Pictures ritroveremo Kermit la Rana, Miss Piggy, Fozzie Bear, Gonzo, Animal, Ricky Gervais, Ty Burrell e Tina Fey.

Il film uscirà nel 2014, il 21 marzo, e vedrà i pupazzi impegnati in un giro intorno al mondo, a portare in giro il loro show soprattutto il Europa con le sue capitali Berlino, Madrid, Londra. Ma il gruppo di strani amici si trova coinvolto suo malgrado in un crimine di Constantine, il criminale più ricercato del mondo.

Fonte: ScreenRant

Muppets Most Wanted: nuova clip

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Dopo la prima clip con Ricky Gervais, la Disney ha pubblicato online un nuovo video di Muppets Most Wanted, pronto all’uscita nelle sae il 21 marzo. Ecco la nuova clip, intitolata The Evil Plan:

LEGGI ANCHE: Muppets Most Wanted: prima clip con Ricky Gervais

Muppets Most Wanted uscirà nel 2014, il 21 marzo, e vedrà i pupazzi impegnati in un giro intorno al mondo, a portare in giro il loro show soprattutto il Europa con le sue capitali Berlino, Madrid, Londra. Ma il gruppo di strani amici si trova coinvolto suo malgrado in un crimine di Constantine, il criminale più ricercato del mondo.

Fonte: TotalFilm

 

Muppets Most Wanted trailer con il cast umano

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Muppets Most Wanted teaser trailerE’ stato pubblicato in rete un nuovo trailer di Muppets Most Wanted, il sequel de I Muppets diretto da James Bobin in cui ritroviamo Kermit la Rana, Miss Piggy, Fozzie Bear, Gonzo, Animal, Ricky Gervais, Ty Burrell e Tina Fey. A pubblicare il video è stato il canale Youtube di Ricky Gervais e in questo trailer, abbiamo la possibilità di vedere i personaggi in carne ed ossa del film.

Ecco il video:

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Il film uscirà nel 2014, il 21 marzo, e vedrà i pupazzi impegnati in un giro intorno al mondo, a portare in giro il loro show soprattutto il Europa con le sue capitali Berlino, Madrid, Londra. Ma il gruppo di strani amici si trova coinvolto suo malgrado in un crimine di Constantine, il criminale più ricercato del mondo.

Fonte: CBM

Muppets Most Wanted teaser trailer

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La Walt Disney Pictures ha svelato il teaser trailer di Muppets Most Wanted, il sequel de I Muppets diretto da James Bobin in cui ritroviamo Kermit la Rana, Miss Piggy, Fozzie Bear, Gonzo, Animal, Ricky Gervais, Ty Burrell e Tina Fey.

Muppets Most Wanted teaser trailer :

A seguire ecco anche la prima foto ufficiale del film:

Muppets Most Wanted teaser trailer

Il film uscirà nel 2014, il 21 marzo, e vedrà i pupazzi impegnati in un giro intorno al mondo, a portare in giro il loro show soprattutto il Europa con le sue capitali Berlino, Madrid, Londra. Ma il gruppo di strani amici si trova coinvolto suo malgrado in un crimine di Constantine, il criminale più ricercato del mondo.

Fonte: CS

Muppets Most Wanted nuovo promo

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Muppets Most Wanted nuovo promo

muppets-most-wantedLa Walt Disney Pictures ha svelato un nuovo promo di Muppets Most Wanted, il sequel de I Muppets diretto da James Bobin in cui ritroviamo Kermit la Rana, Miss Piggy, Fozzie Bear, Gonzo, Animal, Ricky Gervais, Ty Burrell e Tina Fey.

Ecco il video:

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Il film uscirà nel 2014, il 21 marzo, e vedrà i pupazzi impegnati in un giro intorno al mondo, a portare in giro il loro show soprattutto il Europa con le sue capitali Berlino, Madrid, Londra. Ma il gruppo di strani amici si trova coinvolto suo malgrado in un crimine di Constantine, il criminale più ricercato del mondo.

Fonte: CS.net

Muppets Most Wanted due nuovi trailer del film

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Muppets Most Wanted teaser trailerLa Walt Disney Pictures ha svelato due nuovi video per Muppets Most Wanted, il sequel de I Muppets diretto da James Bobin in cui ritroviamo Kermit la Rana, Miss Piggy, Fozzie Bear, Gonzo, Animal, Ricky Gervais, Ty Burrell e Tina Fey.

Theatrical trailer:

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Nuovo trailer UK:

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Il film uscirà nel 2014, il 21 marzo, e vedrà i pupazzi impegnati in un giro intorno al mondo, a portare in giro il loro show soprattutto il Europa con le sue capitali Berlino, Madrid, Londra. Ma il gruppo di strani amici si trova coinvolto suo malgrado in un crimine di Constantine, il criminale più ricercato del mondo.

Fonte: CS

Muore Vilmos Zsigmond, direttore della fotografia di Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo

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Si è spento ieri, all’età di 85 anni, Vilmos Zsigmond, direttore della fotografia ungherese ma naturalizzato statunitense, vincitore del premio Oscar nel 1978 per Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo di Steven Spielberg.

Nato nel 1930, Zsigmond aveva ricevuto altre tre nomination al prestigioso riconoscimento: nel 1979 per Il Cacciatore, nel 1985 per Il Fiume dell’Ira e nel 2007 per The Black Dahlia.

Tra le pellicole più note dell quali ha diretto la fotografia, ricordiamo Un Tranquillo Week-end di Paura di John Boorman (1972), I Cancelli del Cielo di Michael Cimino (1980), Blow Out di Brian De Palma (1981), Le Streghe di Eastwick di George Miller (1987), Il Falò delle Vanità di Brian de Palma (1990), Maverick di Richard Donner (1994), Melinda e Melinda (2004), Sogni e Delitti (2007) e Incontrerai l’Uomo dei tuoi Sogni (2010), tutti e tre di Woody Allen.

Muore Sergio Sollima, regista di Sandokan e degli spaghetti western

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All’eta di 94 anni ci lascia Sergio Sollima, regista e sceneggiatore, conosciuto a livello internazionale per The Big Gundown (La resa dei conti), del 1966, con Lee Van Cleef, ma in Italia era meglio conosciuto per Sandokan, l’esotica miniserie di pirati indiani, tratta dai romanzi d’avventura di Emilio Salgari.

Nel corso di una carriera di cinque decadi, Sollima ha lavorato magistralmente con una moltitudine di generi, mantenendo sempre uno stile spesso intriso di connotazioni socio-politiche.

Il suo lavoro passa per la sceneggiatura di Goliath contro i giganti (1961), con Brad Harris, alla regia degli Eurospy che hanno cercato di sfruttare la moda di Bond, come Agent 3s3 Passport to Hell (1965), seguito dai suoi spaghetti western, come Città Violenta (1975), con Charles Bronson. Fino al grande successo tv con Sandokan.

Nato a Roma nel 1921, Sollima si laureò presso il Centro Sperimentale di Cinematografia nel 1935, lavorando poi come critico, sceneggiatore e poi regista nel 1962, quando ha debuttato con L’amore difficile, con Claudia Mori. Poi nel 1966 si arriva a La resa dei conti con Lee Van Cleef, che interpreta Jonathan Corbett, un cacciatore di taglie.

“Per quelli come noi che sono cresciuti con entrambi i spaghetti western e politici, non c’è mai stato un regista più consapevolmente rivoluzionario di Sergio Sollima”, ha scritto l’esperto italiano di cultura pop Marco Giusti, autore di un autorevole compendio sui spaghetti western. Nei suoi film “i banditi, i poveri, gli sfruttati diventano eroi. E i cattivi sono sempre capitalisti sfruttatori yankee”, ha osservato.

Anche la miniserie Sandokan, in cui Kabir Bedi aveva il ruolo di un pirata indiano del 19° secolo, ha una vena anticolonialista. Questa pietra miliare della cultura pop italiana, tratto dal best seller italiani di Emilio Salgari, ha funzionato per diverse stagioni a partire dal 1976, e ha generato diversi spin-off realizzati da altri registi. “Sono profondamente addolorato per la morte del regista di Sandokan, che mi ha dato fama internazionale”, ha twittato Bedi. “Ha la mia eterna gratitudine”.

Sollima lascia una figlia, Samantha, e un figlio, regista di film e per la serie TV, Stefano Sollima, che ha diretto la serie Romanzo criminale e Gomorra.

Fonte

Muore Gordon Willis, direttore della fotografia de Il Padrino

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Gordon WillisAddio a Gordon Willis, 82 anni, uno dei direttori della fotografia che ha contribuito in maniera decisiva a cambiare il look del cinema negli anni ’70. Tra le sue collaborazioni più illustri ricordiamo non solo Il Padrino, ma anche i film di Woody Allen quali Io e Annie e Manhattan.

Era nominato addirittura il principe dell’oscurità, per il modo in cui era capace di giocare con le ombre, come largamente conferma quello che è il film più rappresentativo del suo straordinario lavoro, Il Padrino appunto.

Nato a New York da un padre che lavorava come truccatore alla Warner Bros, il giovane Willis era interessato ad occuparsi di luci e scenografie, e solo dopo passò alla fotografia. Cominciò a lavorare ad un film, la prima volta, mentre prestava servizio militare durante la Guerra di Corea. Lavorò nel mondo del cinema dal 1970 al 1997.

Di seguito un’intervista in cui parla di diversi film notevoli ai quali ha lavorato.

Muore Alex Rocco, era Moe Green ne Il Padrino

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Muore l’attore Alex Rocco all’età di 79 anni. A confermarlo è la figlia Jennifer Rocco sul suo account Facebook, lo scorso sabato.

L’attore, vincitore di un Emmy Award, aveva preso parte a Il Padrino del 1972 di Coppola, con il ruolo di Moe Green. La sua carriera era iniziata nel 1965 con il film Motorpsycho, ebbe poi un ruolo nelle serie tv Batman (1967), Missione Impossibile (1971-73), Simon & Simon (1982-84), The Love Boat (1983-84), Cuori senza età (1985), e The Famous Teddy Z (1989-90), grazie al quale ottenne un Emmy.

Di recente, Rocco è apparso in Maron (2015) e Magic City (2012-13), e in precedenza ha avuto anche un ruolo in The Simpsons.

Nel cinema, dopo il ruolo ne Il Padrino, l’attore ha continuato con ruoli da gangstar, tra cui Get Shorty (1995) e Smokin’ aces (2006). Ha anche prestato la sua voce in The Bug’s Life della Pixar.

Alex Rocco lascia la moglie Shannon Wilcox, i figli  Lucien e Sean, le figlie Jennifer e Kelli, quattro nipoti e una sorella.

Fonte

Muore a 93 anni Guy Hamilton, il regista di James Bond

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Muore a 93 anni Guy Hamilton, il regista di James Bond

Guy Hamilton, regista e sceneggiatore britannico, si è spento in ospedale il 20 aprile 2016 a Maiorca all’età di 93 anni.

Hamilton era nato a Parigi il 16 settembre 1922 da genitori inglesi, ma allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale era tornato a Londra dove aveva lavorato per la Paramount News, prima di arruolarsi nella Royal Navy.

Dopo la guerra, aveva iniziato la sua carriera nel cinema come aiuto regista di Carol Reed; nel film Il terzo uomo (1949) gli capitò anche di fare da controfigura per Orson Welles.

Hamilton diresse quattro dei film più famosi di James Bond, lavorando con Sean Connery e Roger Moore:
Agente 007 – Missione Goldfinger (Goldfinger) (1964)
Agente 007 – Una cascata di diamanti (Diamonds are forever) (1971)
Agente 007 – Vivi e lascia morire (Live and let die) (1973)
Agente 007 – L’uomo dalla pistola d’oro (The man with the golden gun) (1974)

Oltre a 007, diresse altri 18 film tra il 1952 e il 1989: I lunghi giorni delle aquile, Il mio nome è Remo Williams, alcuni adattamenti dei gialli di Agatha Christie, come Delitto sotto il sole. Il suo ultimo film fu Se ti piace.. vai. Gli fu chiesto più volte di dirigere Batman, ma rifiutò in favore di Tim Burton.

L’attore Roger Moore l’ha ricordato in un tweet:

Incredibilmente, incredibilmente rattristato di apprendere che il meraviglioso regista Guy Hamilton se ne è andato alla grande sala di montaggio nel cielo. Il 2016 è un anno orribile.

Hamilton aiutò a plasmare il franchise di James Bond, influenzando fortemente il genere cinematografico dello spy movie e la cultura popolare, ponendo le basi per i film di spionaggio che siamo abituati a vedere al giorno d’oggi.

Fonte: ScreenRant

Muore a 89 anni Martin Landau, premio Oscar per Ed Wood

Muore a 89 anni Martin Landau, premio Oscar per Ed Wood

Ci ha lasciato a 89 anni l’attore Martin Landau, icona del cinema e della TV per più di mezzo secolo. Amico di James Dean e Steve McQueen, Landau cominciò a farsi strada nel mondo del cinema già negli anni ’50 e interpretò il suo ultimo ruolo nel 2015.

Landau nacque a Brooklyn nel 1928. Lavorò per un breve periodo come fumettista per il New York Daily News e negli anni ’50 entrò a far parte del celebre Actors Studio. Debuttò a Broadway nel 1957 e ottenne il suo primo ingaggio cinematografico nel 1959 per Intrigo Internazionale, diretto dal grande Alfred Hitchcock.

Martin Landau lavorò assiduamente durante gli anni ’60 fino a raggiungere la fama globale nella versione originale di Missione Impossibile. Negli anni ’70 fu protagonista della celebre serie TV Spazio: 1999.

Landau, tuttavia, ottenne i suoi ruoli più acclamati negli anni ’80, periodo durante il quale venne nominato per numerosi premi per Tucker – Un uomo e il suo sogno (diretto da Francis Ford Coppola) e Crimini e Misfatti (diretto da Woody Allen). Ricevette il suo primo Oscar nel 1994 per Ed Wood, diretto da Tim Burton. Il suo ultimo ruolo fu quello di Max Rosenbaum in Remember, film del 2015 diretto da Atom Egoyan.

Nonostante l’impegnatissima carriera di attore, Landau lavorò con costanza e passione come insegnante di recitazione per l’Actors Studio e ne rimase direttore esecutivo fino alla sua morte.

Muore a 106 anni Tyrus Wong, leggenda Disney

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Muore a 106 anni Tyrus Wong, leggenda Disney

Si è spento all’età di 106 anni Tyrus Wong, una vera e propria leggenda della Disney. Il lavoro dell’artista è stato quello da cui è stata tratta l’ispirazione per la realizzazione di Bambi. Al momento della scomparsa, l’artista era circondato dalle sue tre figlie Kim, Kay e Tai-Ling.

Tyrus Wong lavorò a Bambi

Wong era nato in Cina ma era immigrato nella Bay Area all’età di nove anni. Sentendo parlare del progetto di Bambi, presentò i suoi lavori alla Disney che li approvò e li utilizzò come base per la costruzione dei concept del film. Wong ha lavorato anche ad altri progetti molto importanti, come Berretti Verdi, Gioventù Bruciata e Il Mucchio Selvaggio.

Nel 2001 fu nominato Leggenda Disney e fu inserito nel monumento della famiglia Disney nel 2013. Ha ricevuto un riconoscimento alla carriera all’Asian World Film Festival di quest’anno dove è stato presentato anche il documentario sulla sua vita diretto da Pam Tom. Il suo nome è citato anche in una retrospettiva dal titolo Water to Paper, Paint to Sky: The Art of Tyrus Wong, che ricopre un arco di tempo di otto decadi ed è conservata al Museum of Chinese di Manhattan a New York.

Alcuni dei disegni di Tyrus Wong

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Fonte: BC

Munich: The Edge of War, l’epico trailer con Jeremy Irons e George MacKay

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Un nuovo trailer mostra il prossimo film di spionaggio britannico targato Netflix, Munich: The Edge of War. Il film segue due ex amici alla Conferenza di Monaco del 1938, che però ora lavorano per governi opposti; i due vengono coinvolti in una corsa all’intelligence per svelare un segreto nazista.

Con George MacKay (1917) e Jannis Niewöhner (Muto) nei panni dei protagonisti Hugh Legat e Paul von Hartmann, il film si arricchisce di Jeremy Irons come Primo Ministro Neville Chamberlain, Ulrich Matthes come Adolf Hitler, Liv Lisa Fries come Lenya, Jessica Brown Findlay come Pamela Legat e Sandra Huller come Helen Winter.

Nel trailer diffuso da Netflix UK, gli spettatori vengono introdotti per la prima volta all’amicizia precedentemente condivisa da Legat e Hartmann. Passando dai tempi più felici a un periodo più cupo, quando l’Europa si trova sull’orlo della seconda guerra mondiale, Legat deve affrontare il compito di usare il suo amico di una volta per assicurarsi informazioni per il governo britannico. Dopo una tesa riunione, Hartmann, diplomatico tedesco, si intreccia rapidamente con la missione britannica, rischiando la vita per ottenere un documento fondamentale da sotto il naso dello stesso Hitler.

Munich: recensione del film di Steven Spielberg

Munich: recensione del film di Steven Spielberg

Ambientato a Monaco di Baviera, durante el Olimpiadi del 1972 Munich racconta di un gruppo di terroristi palestinesi appartenenti ad una nuova formazione chiamata “Settembre Nero”, riescono ad accedere all’interno della cittadella olimpica e a prendere in ostaggio undici atleti israeliani. Le fasi del sequestro, riprese costantemente dai media di tutto il mondo, finiranno in tragedia: moriranno tutti gli atleti rapiti, insieme ai cinque sequestratori e ad un poliziotto tedesco. Il primo ministro israeliano, la signora Golda Meier, ordinerà immediatamente al Mossad di istituire una squadra speciale incaricata di eliminare i mandanti dell’eccidio. “L’operazione Ira di Dio” deve dimostrare al mondo che Israele non è più disposta a subire violenze e omicidi senza reagire. A capo dell’operazione verrà chiamata Avner Kauffman (Eric Bana), un ufficiale dell’esercito che dovrà mettere a dura prova la propria moralità.

Munich è un film diretto da Steven Spielberg ed uscito nelle sale nel 2005. U film tratto dal libro inchiesta Vendetta del giornalista canadese George Jonas ma riadattato per il cinema dal premio Pulitzer Tony Kushner e da Eric Roth. Mastro Spielberg, che del film è anche co-produttore insieme a Kathleen Kennedy e Barry Mendel, racconta una storia vera con l’intento di risaltare la determinazione e la spietatezza con cui, per una volta, lo stato ebraico di Israele, rispose ad un attacco vile come quello di Settembre Nero.

Munich è un film avvincente e dal ritmo serrato, che non risparmia sequenze di una certa violenza

Munich è un film avvincente e dal ritmo serrato, che non risparmia sequenze di una certa violenza e che trova un efficace dinamismo narrativo grazie alla continua alternanza tra presente e flash back in cui si ripercorrono le terribili fasi del raid terroristico. Il gruppo scelto che deve muoversi all’ombra del Mossad e all’infuori da qualsiasi binario ufficiciale e riconosciuto, vede come protagonisti uomini decisi e determinati in cui risaltano le figure di Kauffman e Steve.

Munich film 2005 Se il secondo, che ha il volto truce di Daniel Craig, è l’espressione del vendicatore senza scrupoli e rimorso alcuno, Kauffmann è interpretato da un ottimo Eric Bana il quale oscilla continuamente tra il suo senso del dovere e le remore morali nel vestire i panni dello spietato assassino. Può la natura ebraica, la sua religione e filosofia di vita, accettare e concepire la vendetta? È giusto rispondere con la violenza all’attacco subito? Questi i grandi interrogativi che il film vuole sollevare. Un film senza né vincitori né vinti, dove a trionfare è solo la violenza, una violenza che non porta a nulla se non ad alimentare una continua spirale di morte senza fine.

Munich è un film coinvolgente, interpretato da un cast importante e diretto con la solita bravura da uno dei più grandi registi contemporanei. Un film itinerante che alterna locations sparse per tutto il mondo, dialoghi di spessore, bravi interpreti e una buona dose di suspence. Un film che merita di essere visto anche se vi lascerà con un certo amaro in bocca, disorientante.

Munich Games: recensione della nuova serie Sky Original

Munich Games: recensione della nuova serie Sky Original

Il cinema, oltre che essere mero intrattenimento, ha la capacità di trasmettere emozioni e presentare problematiche reali, spesso collegate alla nostra attualità. Munich Games è una miniserie che porta lo spettatore a toccare con mano la realtà dei pregiudizi e delle discriminazioni ancora oggi presenti in tutti gli stati ed in tutte le culture. Programmata l’uscita su Sky ed in streaming su Now tv per il 5 ottobre, la serie è formata da sei episodi da circa 45 minuti l’uno. Munich Games è stata ideata e scritta dalla sceneggiatrice israeliana Michal Aviram, già nota per Fauda (2018). Mentre il regista è il tedesco Philipp Kadelbach (Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino).

Munich Games: un amichevole costellato d’odio

Per dimostrare il buon legame istauratosi tra la Germania e lo stato d’Israele, si è deciso di commemorare il massacro di Monaco, avvenuto 50 anni prima durante le olimpiadi, con una partita amichevole tra i due paesi. Da subito, però, si creano le prime tensioni: la paura più grande è un altro attacco terroristico da parte dei gruppi palestinesi. Oren, interpretato dall’attore arabo-israeliano Yousef Sweid, un informatico dell’intelligence israeliana, viene invitato a cooperare con la polizia tedesca. In particolare con Maria, una poliziotta tedesca interpretata dall’attrice tedesca Seyneb Saleh, collaboreranno affinché non si ripeta una nuova strage. I principali sospetti dell’attacco sono il gruppo di profughi guidati da Fathi, di cui la polizia conosce le mosse tramite Monir, informatore con cui Maria ha segretamente una relazione. Ma la minaccia si rivelerà molto più seria e di fonte totalmente differente, mettendo seriamente in pericolo la vita di tutta la squadra di calcio israeliana.

Munich games
la poliziotta tedesca Maria

Un passo indietro nella storia: il massacro di Monaco del 1972

5 settembre 1972: questo è il giorno in cui le relazioni tra Germania ed Israele, in un tentativo di riappacificazione, si sono ulteriormente incrinati. Si tennero in quell’anno le prime olimpiadi in Germania, i Munich games, dopo la caduta del regime nazista. L’edizione precedente tenutasi in questo paese risale al 1936. Il valore di questi giochi era quindi altamente simbolico. Ad ogni modo, però, queste olimpiadi furono tristemente note per il massacro di Monaco, un attacco terroristico perpetrato dalla cellula terroristica palestinese Settembre Nero che causò la morte di undici giocatori della squadra israeliana ed un poliziotto tedesco. Germania ed Israele si addossarono a vicenda le colpe della mal riuscita di ogni tentativo di salvataggio. La polizia tedesca fu accusata di non essere intervenuta in maniera adeguata, mentre la premier israeliana fu ritenuta responsabile dal capo delle forze tedesche per non aver acconsentito alle richieste degli attentatori.

Un multiculturalismo di violenza

Munich Games è una serie che presenta l’intreccio di tre culture differenti e, in alcuni aspetti, contrastanti. Si tratta del popolo tedesco, israeliano e palestinese: tre popoli che, tra il vicino passato del totalitarismo nazista e l’attuale apartheid in Medio Oriente, si trovano o si sono trovati in conflitto. Qui però, si è cercato di integrarli e rappresentarli in maniera equa. Guardando la serie in lingua originale, si vede come ci sia un passaggio continuo dal tedesco, all’ebraico e all’arabo. L’inglese, in quanto idioma universale, viene usato per la comunicazione in contesti più formali e per la comunicazione tra persone appartenenti a culture differenti.

Un ‘altro elemento interessante è l’utilizzo di foto originali del massacro del 72 nell’intro. In tal modo, si mantiene un contatto diretto con la realtà dei fatti. La scelta del 2022 rende naturalmente ovvio lo scopo commemorativo della serie, ma la presenza di tali immagini garantisce un legame più chiaro e diretto con gli avvenimenti.

Munich games, oltre a riflettere sulla strage del 1972, porta sul grande schermo anche tutta una serie di tematiche di attualità e di discriminazioni ancora presenti. Primo fra tutti, il conflitto tra i profughi palestinesi, costretti ad abbandonare la propria terra, e gli israeliani, visto come popolo filoccidentale e oppressore. Inoltre, sembrano essere ancora aperte le ormai antiche ferite dell’olocausto: le discriminazioni nei confronti degli ebrei non sembrano aver abbandonato tutti i tedeschi. Tutto questo circolo di relazioni astiose tra popoli porta inevitabilmente ad una catena di inutili violenze gli uni verso gli altri, in uno scontro continuo. Con il passare dei decenni e con l’evoluzione delle relazioni internazionali, non si è riuscito ancora a superare alcuni di questi conflitti.

Mune Il Guardiano della Luna Trailer del film di Alexandre Heboya

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Guarda il Trailer del nuovo film d’animazione Mune Il Guardiano della Luna, un film di Alexandre Heboya e Benoît Philippon distribuito da Notorious Pictures e in uscita nelle sale il prossimo 5 Febbraio.

Mune Il Guardiano della LunaSinossi: Cosa succederebbe se il Sole non tornasse a splendere ogni mattina? O se la Luna dimenticasse di fare il suo giro scomparendo dal cielo della notte? Dai creatori di KUNG FU PANDA arriva la magica favola di MUNE, il Guardiano della Luna, che combatterà per proteggere il mondo dalle forze del Male che vogliono sovvertire l’ordine degli astri.
Il suo amore per la Luna e per la ragazza dei suoi sogni, lo farà diventare l’eroe più grande dell’Universo!

In anteprima mondiale, una straordinaria storia per tutta la famiglia!

Mundo Invisivel: recensione del film di cortometraggi

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Mundo Invisivel: recensione del film di cortometraggi

Mundo Invisivel è un film collettivo che raggruppa importanti registi mondiali mettendoli alla prova del racconto di quella parte di mondo che spesso non si vede con un tocco artistico: il submondo del centro di una grande città, un gatto nero nel cimitero, indios nel giardino della città, la tecnologia ed il ritmo incessante della metropoli, l’arte dell’attore, la spiritualità della favela, un cameriere di un albergo di lusso, un elogio alla pazzia tra la vita e la morte, un tributo al pubblico del cinema, le sfide della visione residuale, un genocidio nascosto.

Si tratta di cortometraggi la cui durata varia dai 3 ai 15 minuti, e per realizzare i quali sono stati chiamati nomi importanti come Wenders, Egoyan, De Oliveira e il compianto Theo Anghelopolous.

I cortometraggio sono tutti ambientati in Brasile, nella città di San Paolo in particolare, ad eccezione del corto di Atom Egoyan, che però  torna in Brasile dopo aver raccontato dell’invisibilità del genocidio armeno, con un artificio del racconto.

L’idea di questo film collettivo è venuta a Leon Cakoff, siriano naturalizzato brasiliano, critico cinematografico, che ha iniziato a ragionare sul concetto di invisibilità, sia come malattia, ossia della impossibilità del vedere, sia come posizione sociale, del non essere visto.

Da qui, quindi lo sguardo dei registi si è posato anche in maniera ironica sulle difficoltà di interazione del mondo moderno: De Oliveira ad esempio, ironizza sul caos tecnologico delle metropoli, raccontando la storia di due amici che escono insieme, ma che, per parlarsi, sono costretti a telefonare l’uno all’altro per superare il caos cittadino. O invece come Wenders, che focalizza l’invisibilità sul non vedere, portando il suo sguardo sul lavoro di alcuni medici che ridanno la vista ai bambini nati con delle problematiche alla vista.

Mundo Invisivel allo stesso tempo vero e poetico, che interpreta la posizione dell’uomo nel mondo spesso caotico e distratto.

Mummie – A spasso nel tempo, recensione del film d’animazione

Mummie – A spasso nel tempo, recensione del film d’animazione

Juan Jesús García Galocha porta al cinema Mummie – A spasso nel tempo, il suo primo lungometraggio d’animazione con la collaborazione degli sceneggiatori Jordi Gasull e Javier López Barreira, con i quali aveva già lavorato ne Le avventure di Taddeo l’esploratore nel 2012 e il suo seguito del 2017, di cui era stato direttore artistico. Prodotto dalla spagnola Core Animation Studio e distribuito da Warner Bros. Pictures, il film uscirà in sala dal 23 febbraio.

Mummie – A spasso nel tempo, la trama

Le mummie del titolo vivono in un mondo sotterraneo proprio all’altezza della Necropoli di Giza. Tutto là sotto è rimasto esattamente come all’epoca dell’antico Egitto: c’è il faraone (che nella versione inglese è doppiato da Sean Bean), sua figlia: la principessa Nefer, e ci sono le star che firmano autografi, come Thut, un ex auriga vincitore di decine di corse di carri diventato una celebrità, il suo fratellino Sekhem e Cocco, il loro adorabile cucciolo di coccodrillo domestico.

Tutto scorrerebbe in piena tranquillità, se non ci fossero il destino, il caso, o gli avvenimenti della vita tra le piramidi a metterci lo zampino. La città sotterranea viene scoperta da un archeologo senza scrupoli e assoggettato alla sua mamma (a cui ha impostato come suoneria del telefono il tema di Psyco). Nel frattempo, a causa di varie peripezie ed equivoci, Thut e Nefer diventano promessi sposi e a simboleggiarne il patto c’è un prezioso anello che Thut dovrà custodire gelosamente, altrimenti gli verrà tagliata la lingua e cavati gli occhi. Siamo pur sempre nell’antico Egitto, giustamente. Serve forse specificare che l’anello andrà perduto e dalla corsa per il suo ritrovamento sorgerà un’impensabile avventura?

In Mummie – A spasso nel tempo c’è praticamente tutto come da manuale della fiaba perfetta: il bello con la principessa, l’animaletto divertente ma geniale all’occorrenza, il bimbo dal candore coraggioso e vitale, ma c’è anche molto, molto di più. Vengono toccati tutti i temi cari a questo nostro ultimo ventennio così ammorbidito da una parte e irrigidito dall’altra. Perciò ecco che la principessa russa mentre dorme «e fa anche le puzzette», come dirà candidamente Sekhem, e vuole seguire i propri sogni staccandosi dalle tradizioni di famiglia e Thut le risponde apertamente che la supporterà in ogni decisione.

Mummie – A spasso nel tempoMa c’è soprattutto l’uso inaspettato dell’emotività in maniera adulta, che guida i protagonisti verso scelte mature non spinte da capricci adolescenziali, ma da desideri profondi, frutto della crescita vissuta durante l’arco narrativo. I personaggi cambiano loro stessi e gli altri attraverso le decisioni che prendono all’interno della squadra, e anche questa sarà una battuta del piccolo Sekhem. L’evoluzione di ognuno è perciò innescata da un altro e ne beneficiano entrambi. Dunque, la componente piacevole di Mummie – A spasso nel tempo non è solo la simpatia, che comunque risulta piuttosto semplice nella sua esecuzione, delegata principalmente al delizioso coccodriletto Cocco, ma la trasformazione degli obiettivi dei personaggi che passano dall’essere individualistici e indifferenti agli altri, a farsi arricchire proprio dalle relazioni instaurate che danno valore aggiunto a quegli stessi obiettivi.

Una nota di merito va poi alle musiche, tra le quali spicca l’irresistibile Walk like an Egyptian del 1987 delle Bangles, oltre a quelle originali orecchiabili e gradevolmente coerenti con il ritmo della storia, composte da Fernando Velazquez. L’animazione e la velocità nella successione degli eventi sono ben fatti, anche quando rapidi e un po’ sbrigativi, ma tutto risulta essere funzionale all’epilogo e dà la giusta quantità di tempo per affezionarsi ai protagonisti. Mummie – A spasso nel tempo è un brioso intrattenimento animato, che regala una nota di profondità dolce e inaspettata.

MultiVersus prende in giro la “gerarchia della DC” ventilata da Dwayne Johnson

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Dwayne “The Rock” Johnson ha giurato di cambiare la “gerarchia del potere” all’interno del DCEU con Black Adam del 2022. Il film doveva essere un blockbuster gradito ai fan che avrebbe lanciato una nuova versione di questo mondo condiviso che, agli occhi di Dwayne “The Rock” Johnson , ruotava intorno al suo antieroe.

Secondo quanto riferito, ha agito alle spalle dei dirigenti per riportare Henry Cavill  nel ruolo di Superman, ha rifiutato di condividere lo schermo con lo Shazam di Zachary Levi e sperava di lanciare qualsiasi cosa, da un film sulla Justice Society a Hawkman, come parte di uno slate che lui e la Seven Bucks Productions avrebbero supervisionato.

Black Adam si è rivelato un film pasticciato, con una grafica torbida e una CGI che non ha funzionato. I numeri al botteghino non sono stati buoni, le recensioni sono state ancora peggiori e Dwayne “The Rock” Johnson ha inacidito il pubblico su questo franchise già in difficoltà, tanto da avere un impatto negativo sui titoli del DCEU del 2023.

Warner Bros. Games ha recentemente pubblicato MultiVersus, un gioco di combattimento crossover free-to-play che mette uno contro l’altro i numerosi personaggi dello studio.

Black Adam è uno dei personaggi che si possono impersonare e, se lo si contrappone al Joker (o almeno alla versione di Batman che ride), il cattivo si scaglia contro la ripetuta promessa di The Rock di scuotere la gerarchia di potere del DCEU.

Dwayne “The Rock” Johnson  ha giurato senza sosta che sarebbe stato così nelle interviste e nei post sui social media e sembrava legittimamente convinto che Black Adam sarebbe stato una svolta. Era anche convinto che i fan desiderassero ardentemente vedere un film incentrato sul suo personaggio e sul Superman di Henry Cavill che si affrontano… senza Shazam, ovviamente.

Guardate la clip di MultiVersus qui sotto.

Multiverse Saga: svelato il titolo della saga formata da Fase 4, 5 e 6 del MCU

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La prossima era della narrazione della Marvel si intitola Multiverse Saga e sarà composta dalle fasi 4, 5 e 6 del MCU. Dopo il culmine della Infinity Saga attraverso Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame, il franchise sta andando avanti con il prossimo capitolo della sua narrativa.

Mentre la Fase 4 del MCU volge al termine con Black Panther: Wakanda Forever, Kevin Feige ha parlato della Fase 5 durante il panel del Comic-Con di San Diego dei Marvel Studios, ma ha anche spiegato verso cosa si sta costruendo l’universo nei prossimi anni.

Dopo una lista completa della Fase 5 dell’MCU, Feige ha mantenuto gli annunci in arrivo con i progetti per la Fase 6. Alla luce di ciò, ha anche annunciato che le fasi 4, 5 e 6 saranno chiamate collettivamente Multiverse Saga.

Multiverse Saga: come mai ci sono solo due film sugli Avengers?

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Multiverse Saga: come mai ci sono solo due film sugli Avengers?

Il capo dei Marvel Studios, Kevin Feige, ha spiegato durante le interviste al San Diego Comic-Con 2022 perché ci sono meno film di Avengers nella Multiverse Saga, il prossimo set di film formato dalle fasi 4, 5 e 6 del Marvel Cinematic Universe. Da quando si sono riuniti per la prima volta nel 2012 durante la Battaglia di New York, i più potenti eroi della Terra si sono affermati come la principale squadra di supereroi del MCU. Dopo la Infinity Saga, tuttavia, lo stato dei Vendicatori è sconosciuto.

L’attesa per la prossima incursione cinematografica della squadra, in qualunque forma essa si presenti, durerà ancora un po’ perché Avengers: the Kang Dynasty non uscirà fino alla fine della Fase 6 a maggio 2025. Inoltre, i Marvel Studios hanno in programma di distribuire il sequel, Avengers: Secret War, nell’arco di pochi mesi, a novembre 2025. I  due epici film sono stati tra i tanti progetti annunciati durante il panel Marvel Studios al San Diego Comic-Con 2022. Quando l’intera Multiverse Saga sarà finita, le fasi 4, 5 e 6 saranno composte solo due film di Avengers, la metà rispetto ai quattro di Infinity Saga.

Interrogato su questa disparità, Feige ha spiegato che tutto si riduce a quanto velocemente è stata la loro narrazione per la Multiverse Saga. Poiché in un anno escono più progetti – nelle sale e sul servizio di streaming Disney+ – le fasi tendono ad essere più brevi, ma non possono concluderle tutte con un film sugli Avengers, così come quello che hanno fatto nella Infinity Saga. Quindi, hanno deciso di distribuire Avengers: the Kang Dynasty e Avengers: Secret War uno dopo l’altro nel 2025, mentre alcuni film intermedi saranno crossover o formazioni di squadre.

“Beh, penso che impariamo qualcosa da ogni progetto che facciamo. Ma come stavamo preparando e anche tre anni fa presentando la Fase 4, non abbiamo tracciato tutto quello che succederà, ma la maggior parte. Sai, qui siamo in un territorio molto diverso rispetto alle Fasi 1, 2 e 3. Ci sono più progetti e meno anni e quindi non sembrava giusto arrivare al culmine… sai, non culmineremo la storia ogni 10 mesi in un film di Avengers . E ciascuno dei film stessi ora è diventato piuttosto grande e sono eventi crossover in molti modi. E dopo l’esperienza creativa che abbiamo avuto con Infinity War e Endgame, sembrava che si trattasse di chiudere una saga. E volevamo tenere i film degli Avengers come conclusione di una saga vera e propria. Ed è proprio quello che volevamo presentare oggi”.

Marvel Studios: tutti gli annunci del San Diego ComicCon 2022

Mulholland Drive: la spiegazione del film e 10 curiosità

Mulholland Drive: la spiegazione del film e 10 curiosità

Mulholland Drive è stato definito “il più grande film del XXI secolo”. Un film controverso, secondo alcuni geniale, criptico e inquietante in modo affascinante, è sicuramente uno dei capolavori di Lynch.

Cosa non sapete sul film? Ecco dieci curiosità su Mulholland Drive, sul cast e sul significato del film.

Mulholland Drive: trama del film

Una donna dai capelli scuri, Rita, è rimasta senza memoria dopo un incidente d’auto, e si aggira stordita per le strade di Los Angeles, almeno finché non trova rifugio in un appartamento. È qui che viene trovata da Betty, una bionda del Midwest arrivata a Los Angeles in cerca di fama e di una carriera da attrice. Insieme, le due cercando di risolvere il mistero che circonda l’identità di Rita.

Mulholland Drive: curiosità

1. Mulholland Drive nacque come pilot per la tv. David Lynch inventò il nome del film mentre cercava di creare un altro pilot, quello di uno spin-off di Twin Peaks con Mark Frost. Alla fine, però, Lynch decise di scrivere e girare un nuovo Mulholland Drive per la ABC, che non avesse niente a che fare con l’altra serie. Era uno show molto elaborato, per alcuni elementi molto simile al film. La serie fu rifiutata però dalla ABC, con la quale Lynch stava cominciando ad avere un rapporto un po’ difficile. A quanto pare, un rappresentante della ABC disse a Lynch di essersi addormentato durante la visione del pilot. Fu la compagnia francese Canal Plus a comprare poi i diritti del pilot per farne un film: l’episodio fu montato di nuovo, con 50 minuti di girato in più, e diventò il film che conosciamo.

2. La première di Mulholland Drive fu al festival di Cannes. Non solo: addirittura i produttori del film lo videro per la prima volta sullo schermo del Festival.

Mulholland Drive: cast

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3. In Mulholland Drive, la maggior parte del cast è sconosciuta proprio perché doveva essere una serie tv. Se Lynch avesse pianificato dall’inizio di fare di Mulholland Drive un film, Naomi Watts probabilmente non sarebbe nemmeno stata considerata per il ruolo. Infatti, dato che inizialmente doveva trattarsi di una serie tv, Lynch e i direttori del casting decisero di scegliere quegli attori che sarebbero stati disponibili a firmare un contratto a lungo termine. A riguardo, Lynch ha detto: “È un altro paio di maniche quando devi scegliere attori o attrici per una serie tv che potrebbe andare avanti per parecchio tempo”. Su Naomi Watts, però, ha aggiunto: “Era giusta per la parte”.

4. Lynch non fece audizioni per il cast di Mulholland Drive. Prima di entrare a far parte del cast, Naomi Watts ebbe semplicemente una conversazione di trenta minuti con David Lynch dopo la quale venne scelta, così come la maggior parte degli attori principali. Durante una conferenza stampa del 2001, Lynch ha raccontato: “Non faccio mai leggere una scena a nessuno, perché poi voglio cominciare a fare le prove, non importa chi sia (l’attore). Mi faccio solo un’idea a partire da una conversazione. È qualcosa negli occhi. È un sentimento nell’aria. E io so se la persona può interpretare quel ruolo”.

5. Laurea Elena Harring fu coinvolta in un incidente d’auto mentre si recava all’incontro con Lynch. Harring era molto emozionata per l’incontro con Lynch riguardo al personaggio di Rita. Ma, mentre guidava per recarsi all’incontro con il regista, urtò il retro di un’altra auto. Fortunatamente per lei, era la macchina di un altro attore che stava andando ad un provino, e i due semplicemente lasciarono la scena dell’incidente. Fu all’incontro con Lynch che il regista le rivelò che il personaggio di Rita si ritrova vittima di un incidente in una delle prime scene del film.

6. La Harring ebbe un’altra premonizione su Mulholland Drive. Quando Lynch le disse che la ABC non aveva approvato la serie, lei non perse la speranza. Una volta, a quanto pare, disse: “Continuavo a sognare che Mulholland Drive diventava un film. E continuavo a dire (a Lynch) di avere dei presagi: vedevo il noma Rita (quello del personaggio) dappertutto, e vedevo ‘Mulholland’ dappertutto e dissi: ‘Sai, ho proprio la sensazione che questa cosa andrà avanti”.

Mulholland Drive: spiegazione

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7. Il film di Lynch è un film difficile da capire: è tutto tranne che lineare. E il regista si è rifiutato, per Mulholland Drive, di dare una spiegazione. Ovviamente, il regista ama l’ambiguità, e ha deciso di non spiegare le proprie intenzioni per quanto riguarda la narrazione, lasciando agli spettatori e ai critici (il Guardian ha chiesto ad una serie di critici di dare una spiegazione su Mulholland Drive, e alcuni hanno fatto fatica!) l’interpretazione del film. Lynch si è limitato a dare uno slogan al film: “Una storia d’amore nella città dei sogni”. Come tanti film del regista, Mulholland Drive segue una logica onirica ed emotiva, ed è molto difficile da capire, e ogni spiegazione è inevitabilmente complicata. Interessante è la lunga spiegazione dei Cineuforici, che associa ogni scena ad un “mondo” diverso: quello dei sogni, quello del subconscio, e quello della realtà.

8. Lynch, per Mulholland Drive, non dà una spiegazione. Ma ha dato delle indicazioni a riguardo, descrivendo il film così: “Parte uno: lei si ritrova all’interno del mistero perfetto. Parte due: una triste illusione. Parte tre: amore”.

9. La maggior parte delle idee di Lynch vengono dalla meditazione trascendentale. Uno dei motivi per il quale Mulholland Drive non ha una spiegazione precisa, è il processo creativo di David Lynch. Infatti, il regista pratica quella che si chiama meditazione trascendentale, che lui descrive come un modo per “espandere la coscienza”. Quando gli fu dato il via libera per il film di Mulholland Drive, Lynch non aveva idee. Non ci aveva nemmeno pensato. Quando dovette però mettere delle idee però su bianco, racconta, meditò, e fu così che “tutte le idee arrivarono, tutte insieme”.

10. Mulholland Drive e il significato: gli indizi della campagna promozionale. All’uscita del film, al regista fu chiesto di fornire dieci indizi sul film per la campagna promozionale. Tra questi, ci sono cose come “Fate attenzione alle apparizioni della lampada rossa”, “Fate caso alla vestaglia, al posacenere, alla tazza di caffè”, e “Dov’è la zia Ruth?”. Le altre indicazioni per svelare il significato di Mulholland Drive, le potete trovare su mulholland-drive.net.

Mulholland Drive: trailer

Il classico film di Lynch è uscito in versione restaurata nel 2017, e Mulholland Drive ha un trailer fantastico: eccolo.

Mulholland Drive: streaming in italiano

Dove guardare Mulholland Drive in streaming in italiano? Purtroppo, Mulholland Drive non è in streaming su Netflix. Per quanto riguarda i servizi in abbonamento, però, lo troverete su Infinity TV. Per noleggiare o acquistare il film invece, andate su Rakuten TV, oppure su Google Play o iTunes.

Fonti: Mental Floss

Mulan: Yifei Liu come una vera principessa Disney alla premiere

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Mulan: Yifei Liu come una vera principessa Disney alla premiere

Nonostante le norme restrittive e una premiere più rigida e formale del solito, causa minaccia coronavirus che imperversa in tutto il mondo, ormai, Yifei Liu ha presenziato alla premiere di Mulan.

La protagonista del prossimi live action della Disney ha sbalordito tutti i presenti con il look da vera principessa Disney, firmato Elie Saab (Fall/Winter 2019 Haute Couture Collection).

Mulan: le prime reazioni promuovono il live action

Liu Yifei (Il Regno ProibitoOnce Upon a Time) interpreta la protagonista del film Disney Mulan, che vede nel cast anche Donnie Yen (Rogue One: A Star Wars Story) nel ruolo del Comandante Tung, Jason Scott Lee (Crouching Tiger, Hidden Dragon: Sword of Destiny) nel ruolo di Böri Khan e Yoson An (Shark – Il Primo Squalo) nel ruolo di Cheng Honghui, con la partecipazione di Gong Li (Memorie di una GeishaLanterne Rosse) nel ruolo di Xianniang e di Jet Li (Shao Lin SiArma Letale 4) nel ruolo dell’Imperatore. La sceneggiatura è firmata da Rick Jaffa & Amanda Silver e da Elizabeth Martin & Lauren Hynek.

Quando l’Imperatore della Cina decreta che un uomo per ogni famiglia dovrà arruolarsi nell’Armata Imperiale per difendere il Paese dall’attacco di invasori provenienti dal Nord, Hua Mulan, la figlia maggiore di un rispettato guerriero, prende il posto del padre malato. Dopo essersi travestita da uomo ed essersi arruolata con il nome di Hua Jun, Mulan verrà messa alla prova in ogni momento del suo cammino e dovrà trovare la propria forza interiore e dimostrare tutto il suo autentico potenziale. Nel corso di questo epico viaggio si trasformerà in una stimata guerriera guadagnandosi il rispetto di una nazione riconoscente e l’orgoglio di un padre.

Mulan: un attore di Rogue One nel cast del live action

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Mulan: un attore di Rogue One nel cast del live action

Uno dei protagonisti di Rogue One: A Star Wars Story è ufficialmente entrato nel cast di Mulan, nuovo live action targato Disney: si tratta di Donnie Yen, che nel film di Gareth Edwards interpretava il guerriero cieco Chirrut Îmwe. A confermare la notizia è Deadline nelle ultime ore.

Nell’adattamento del classico d’animazione l’attore vestirà i panni del comandante Tung, una sorta di mentore e insegnante per la giovane Mulan.

Mulan: l’uscita del live action rinviata al 2020

Contrariamente a quanto annunciato pochi mesi fa, l’uscita nelle sale di Mulan, nuovo live action Disney, è stata posticipata di quasi un anno: il film arriverà infatti non più tra novembre e dicembre 2019 ma il 27 marzo 2020.

Le riprese partiranno nel corso del prossimo anno con Liu Yifei, attrice cinese nota anche come Crystal Liu, che interpreterà l’eroina protagonista.

Dopo MaleficentCenerentola e Il Libro della Giungla, anche Mulan si aggiunge alla lista dei numerosi remake in live-action dei classici d’animazione Disney.

Niki Caro, già regista de La ragazza delle balene, dirigerà il film mentre la sceneggiatura sarà firmata da Elizabeth Martin e Lauren Hynek, mentre alla produzione ci saranno Chris Bender e J.C. Pink. Il produttore esecutivo sarà Bill Kong, che ha lavorato in importanti produzioni per Zhang Yimou e Ang Lee.

Mulan: ecco la protagonista del live action Disney

Mulan: tutti i protagonisti saranno cinesi, niente whitewashing

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Mulan: tutti i protagonisti saranno cinesi, niente whitewashing

L’annuncio dell’adattamento in live action di Mulan da parte della Disney ha generato in automatico rumors e dicerie che volevano, per la rappresentazione dei protagonisti principali, un nuovo volti occidentalizzato. Diversi blog e siti hanno riportato la notizia, dicendo prima che si trattava di un whitewashing generale e poi che solo l’innamorato eventuale della protagonista potesse essere interpretato da un bianco.

Il live action di Mulan arriverà al cinema il 2 novembre 2018

Adesso però Vulture riferisce che una fonte molto vicina alla Disney ha rilasciato la seguente dichiarazioni sulle effettive intenzioni della casa di Topolino: “La bozza iniziale è stata un semplice punto di partenza per scrivere una nuova storia che si ispirerà sia alla leggenda di Mulan che al film di animazione Disney del 1998. Mulan è, e sarà sempre, la protagonista assoluta della storia e tutti i ruoli principali, incluso il suo interesse sentimentale, saranno cinesi.”

Il live action del 36esimo classico Disney uscito in sala nel 1998, arriverà al cinema il 2 novembre 2018.

Mulan: rinviata l’uscita del nuovo live action Disney

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Mulan: rinviata l’uscita del nuovo live action Disney

Disney ha annunciato ufficialmente che l’uscita di Mulan è stata rinviata a causa delle preoccupazioni generate dalla diffusione del coronavirus. La pandemia globale sta, piano piano, cancellando quasi un intero anno di cinema e, dopo il mercato italiano, anche quello hollywoodiano sta correndo ai ripari.

MGM è stato il primo studio ad annunciare che stavano cambiando la data di uscita dei suoi film a causa dell’infezione, infatti No Time To Die è stato posticipato di sette mesi. Nei giorni seguenti, la Sony ha spostato Peter Rabbit 2 anche diversi mesi fa e anche A Quiet Place 2 è stato posticipato.

Parlando con ScreenRant, un portavoce Disney ha dichiarato: “Crediamo veramente nell’esperienza cinematografica e stiamo cercando nuove date di uscita per il 2020 che saranno annunciate in un secondo momento.”

Liu Yifei (Il Regno ProibitoOnce Upon a Time) interpreta la protagonista del film Disney Mulan, che vede nel cast anche Donnie Yen (Rogue One: A Star Wars Story) nel ruolo del Comandante Tung, Jason Scott Lee (Crouching Tiger, Hidden Dragon: Sword of Destiny) nel ruolo di Böri Khan e Yoson An (Shark – Il Primo Squalo) nel ruolo di Cheng Honghui, con la partecipazione di Gong Li (Memorie di una GeishaLanterne Rosse) nel ruolo di Xianniang e di Jet Li (Shao Lin SiArma Letale 4) nel ruolo dell’Imperatore. La sceneggiatura è firmata da Rick Jaffa & Amanda Silver e da Elizabeth Martin & Lauren Hynek.

Quando l’Imperatore della Cina decreta che un uomo per ogni famiglia dovrà arruolarsi nell’Armata Imperiale per difendere il Paese dall’attacco di invasori provenienti dal Nord, Hua Mulan, la figlia maggiore di un rispettato guerriero, prende il posto del padre malato. Dopo essersi travestita da uomo ed essersi arruolata con il nome di Hua Jun, Mulan verrà messa alla prova in ogni momento del suo cammino e dovrà trovare la propria forza interiore e dimostrare tutto il suo autentico potenziale. Nel corso di questo epico viaggio si trasformerà in una stimata guerriera guadagnandosi il rispetto di una nazione riconoscente e l’orgoglio di un padre.