Con il Manifesto
“Per una democrazia della cultura e dell’impresa
cinematografica” nasce RCI – Rete Cinema
indipendente: un gruppo nutrito che da oltre un anno si
confronta sulle anomalie del nostro sistema cine-televisivo e che
ha deciso di unirsi. Come recita il Manifesto: “RCI non è un
movimento, non è una associazione costituita, ma vuole
promuovere una costituente per rifondare l’intero
sistema audiovisivo contratto ed esausto, una massa
critica che sostenga e renda audace anche l’azione delle singole
associazioni d’appartenenza”.
Sono infatti centinaia e da tutta
Italia i produttori, registi, autori, distributori,
esercenti, operatori del settore, firmatari nominali di
questo documento trasversale al comparto e alle stesse associazioni
di categoria cui molti appartengono: Un luogo – recita ancora il
manifesto- in cui i problemi e le possibili soluzioni sono e
pretendono di essere affrontati nella complessità e
sistematicità che dovrebbero informare tutte le analisi e
le proposte degli operatori del settore come pure le istituzioni e
i ministeri di competenza”.
Convinti che “l’eccezione culturale
su cui si fonda il sostegno al nostro settore sia la pietra
angolare su cui modellare il futuro dell’audiovisivo”, RCI punta i
riflettori anche sui diritti del pubblico e dello
spettatore: non utenti ma fruitori, con gusti, cultura,
curiosità diverse che non possono essere ingabbiati in un
algoritmo. RCI non si accontenta di opinioni e
opinionisti circa le motivazioni di un pubblico definito distratto,
disaffezionato, stanco della mediocre qualità delle opere, ma pone
la domanda, anche alle istituzioni, su quale sia il cinema,
italiano in primis, che effettivamente arriva allo spettatore,
convinti che la “(…)sua distribuzione e fruizione vada altrettanto
democraticamente sostenuta e difesa, oltre che diffusa senza limiti
d’età, di classe sociale, di accesso, di scelta, senza che
anch’essa sia etero-diretta , indirizzata da lobby (…)”
RCI – Rete Cinema
indipendente non vuole compilare l’ennesimo cahier de
doléances ma puntare i riflettori su aspetti nevralgici e
soluzioni attuabili, frutto di analisi approfondite e
confronti su temi che investono l’intera filiera cinematografica.
Tra i primi punti: il tax credit che, da
opportunità a difesa e tutela dell’identità culturale delle opere,
è diventato agente della distorsione del mercato audiovisivo; il
ripristino del tax credit esterno; la revisione
oculata della Legge 2016, con particolare attenzione al
tema delle distribuzione; la corretta attribuzione
della definizione e del sostegno alle imprese
indipendenti.
Questioni imprescindibili e
soluzioni improrogabili secondo RCI, che non dimentica certo
il tema OTT e piattaforme ed il loro rapporto con
le imprese indipendenti, o il forte allarme che
proviene dai territori in tema di FILM FUND: molti infatti i
segnali di pericolosa deriva che talune Regioni sembrano aver
imboccato, nel segno della mera promozione turistica attraverso
l’audiovisivo.
Tanti temi? No – risponde
RCI – è solo uno: il sistema audiovisivo, la
complessità del quale è giunta l’ora di affrontare, convinti che,
la forte crisi di tutto il comparto
cinematografico e audiovisivo scaturita dalla pandemia,
stia tramutandosi in un pericoloso alibi per l’attuazione
di misure dal forte sapore antidemocratico”.
Il Manifesto Di Rete Cinema
Indipendente – Per una democrazia della cultura e dell’impresa
cinematografica.
Siamo in tanti, siamo diversi,
apparteniamo ad associazioni diverse, facciamo professioni diverse
e abbiamo spesso istanze diverse, ma siamo una Rete che non intende
derogare al principio democratico che la cultura è di tutti e per
tutti, che la sua produzione deve essere democraticamente tutelata
e non etero-diretta.
E la sua distribuzione e fruizione
vada altrettanto democraticamente sostenuta e difesa, oltre che
diffusa senza limiti d’età, di classe sociale, di accesso, di
scelta, senza che anch’essa sia etero-diretta, indirizzata da lobby
travestite da paladini del libero mercato. Lobby che invece
agiscono per orientare il mercato, costringerlo, soffocarlo,
facendo leva su pressioni che il legislatore stesso accoglie troppo
spesso come uniche analisi realistiche, come previsioni oculate,
lungimiranti e che, pertanto, finiscono per costituire l’unica
fonte da cui recepire indicazioni per elaborare nuove misure o
correttivi. Ma tutti pensiamo convintamente che l’eccezione
culturale su cui si fonda il sostegno al nostro settore sia la
pietra angolare su cui modellare il futuro dell’audiovisivo.
Il cinema è cultura ed è parte
importante della cultura del nostro paese: cultura locale,
nazionale ed internazionale insieme. Una cultura che produce
contenuti svariatissimi e vitali, dall’intrattenimento alla
sperimentazione, dall’opera autoriale ai generi in tutte le sue
declinazioni.E sono altrettanto svariate e numerose le imprese
indipendenti che questi contenuti producono, distribuiscono,
promuovono, allevando e sostenendo generazioni di professionisti,
di autori, registi, produttori e maestranze, esercenti, operatori
culturali. Imprese veramente indipendenti nel senso proprio ed
etimologico del termine, che costituiscono in Italia il tessuto
sociale, imprenditoriale e occupazionale dell’intero settore.
Sono le micro, piccole e medie
imprese gli incubatori naturali di nuove idee ma anche i
conservatori attenti della storia cinematografica italiana. Una
storia che è “eccezione” culturale e imprenditoriale, frutto e
insieme seme di una unicità che va compresa ed enfatizzata
innanzitutto qui oltre che in Europa, prima che tale definizione
perda il suo valore semantico e si cristallizzi in un luogo
comune.
Rete Cinema Indipendente non è un
movimento, non è una associazione costituita, ma vuole promuovere
una costituente per rifondare l’intero sistema audiovisivo
contratto ed esausto, una massa critica che sostenga e renda audace
anche l’azione delle singole associazioni d’appartenenza.
RCI è il luogo privilegiato,
inclusivo eppure esclusivo, dove centinaia di professionisti si
sono sentiti e si sentono liberi di esprimere ciò che in ambienti
“istituzionali” e associativi potrebbe apparire “sconveniente”,
“impopolare” e persino, in certi contesti, “superato”. Un luogo in
cui i problemi e le possibili soluzioni sono e pretendono di essere
affrontati nella complessità e sistematicità che dovrebbero
informare tutte le analisi e le proposte degli operatori del
settore come pure le istituzioni e i ministeri di competenza.
L’intera catena dei soggetti e dei
processi va compresa e indagata, qualora, come adesso, si debba o
si voglia agire su aggiornamenti, riforme, misure di sostegno: dal
cosiddetto problema della creatività stantia e omologata alla non
competitività internazionale del nostro prodotto, dal sistema dei
contributi ministeriali all’accesso al credito, dalla “vetustà”
della cosiddetta Legge 2016 alla ridefinizione di film d’essais,
dal “problema” delle windows alla crisi delle sale, dall’emersione
di giovani talenti alla tutela dei professionisti affermati.
RCI ritiene che la forte crisi di
tutto il comparto cinematografico e audiovisivo scaturita dalla
pandemia stia tramutandosi in un pericoloso alibi per l’attuazione
di misure dal forte sapore antidemocratico, dettate da una reale
emergenza, ma frutto di una pericolosa tendenza centralizzante e
omologante, che mira ad azzerare le diversità, ad annullare il
libero accesso al mercato, la naturale competitività e crescita
delle imprese, investendo nel processo anche le istituzioni
territoriali, dalle Filmcommission agli assessorati in cui queste
sono incardinate.
Rete Cinema Indipendente, intende
quindi mettere al centro del dibattito pubblico il disagio che vive
il settore del cinema e degli audiovisivi nazionale, favorendo la
coesione sociale tra tutti gli operatori indipendenti e tutte le
associazioni di categoria e sindacati che operano a favore degli
autori, dei creatori di contenuti, dei lavoratori e delle imprese
cinematografiche indipendenti dell’intera filiera.
Italia, 15 luglio 2022 I primi
firmatari:
- ADELE DELL’ERARIO
- ADRIANA BRUNO
- ADRIANO APRA’
- AGNESE FONTANA
- ALESSANDRO ROSSETTI
- ALESSANDRO TARABELLI
- ALESSANDRO TRIGONA
- ANDREA COSTANTINO
- ANGELO SANTOVITO
- ANTONELLO CONDELLI
- ANTONELLO FARETTA
- CALUDIO PUGLISI
- CINZIA MASOTINA
- CLAUDIA PAMPINELLA
- CORRADO AZZOLINI
- CRISTINA TORELLI
- DANIELE CINI
- DAVIDE FONTANA
- DIANA RULLI
- ELENA CASACCIA
- FABIO SEGATORI
- FABRIZIO FERRARI
- FRANCESCO VIRGA
- FRANCO BOCCAGESSI
- GIANFILIPPO PEDOTE
- GIANLUCA CURTI
- GIANNI MAMMOLOTTI
- GINELLA VOCCA
- GIOVANNI SCHIEVANO
- GIULIANA ALBERTI
- IVAN OLGIATI
- LUCIANO VITTORI JR
- MANUELE ILARI
- MARCO LUCA CATTANEO
- MARIA LUISA CELANI
- MARINA MARZOTTO
- MARIO CAVAZZUTI
- MARZIA CONTI
- MASSIMO IVAN FALSETTA
- MAURIZIO CARASSI
- MAURIZIO SCIARRA
- MICHELE CONFORTI N
- ICOLANGELO DE BELLIS
- PAOLO MINUTO
- RAFFAELE PAGNOTTA
- ROSANNA SEREGNI
- SALVATORE SCARICO
- SERGIO CANNETO
- SIMONA BANCHI
- SIMONE ISOLA
- STEFANIA BURLANDO
- STEFANIA CASINI