Arriverà nelle prossime ore il
secondo trailer ufficiale di Mission Impossible: Fallout, sesta avventura dell’agente segreto
Ethan Hunt che vedrà fra i protagonisti anche Henry
Cavill.
L’attore compare nella nuova
immagine del film, pubblicata da Empire,
e nell’anticipazione del trailer che trovate qui sotto.
Vi ricordiamo
che Mission Impossible: Fallout uscirà
nelle nostre sale il 30 agosto 2018. Nel cast
anche Rebecca Ferguson, Simon
Pegg, Henry
Cavill e Angela Basset.
A causa di un infortunio
di Tom Cruise mentre eseguiva un salto
da un edificio all’altra, il film ha subìto una pesante battuta
d’arresto durante la produzione. Sappiamo che la scena è stata
ripresa e montata addirittura nel trailer rilasciato durante la
notte del Superbowl. Qui potete dare uno sguardo al video
dell’incidente.
Il regista ha inoltre commentato il
titolo del film, dando anche qualche indizio sulla trama:
“Fallout ha più significati nel film, da quello letterale, come
la minaccia di terrorismo nucleare che pende
sulla trama, ad altri più metaforici, come
l’idea che quello che succede nel film sia il risultato delle
scelte che Ethan Hunt ha fatto nella sua vita. È il suo
passato che ritorna a cercarlo. È la “conseguenza negativa” di
tutte le sue buone intenzioni.”
Sembra proprio che una delle
maggiori fonti di ispirazione di Zack Snyder nella
creazione dell’universo cinematografico DC sia stata la costola
videoludica di Injustice, videogioco di
combattimento tra personaggi del DC
Universe sviluppato da NetherRealm Studios e pubblicato
nel 2013.
La conferma è arrivata dallo stesso
Snyder in risposta ad una domanda di un fan che gli chiedeva quanto
Injustice avesse condizionato l’arco narrativo dei
film. “Oh si“, ha scritto il regista de L’Uomo d’acciaio, Batman v Superman e
Justice League. Che ne pensate?
Justice
League è disponibile dal 21
Marzo nei formati DVD, Blu-ray,
Blu-ray 3D e in 4k Ultra HD, distribuito
da Warner Bros. Entertainment Italia.
Diretto da Zack
Snyder, il film presenta una invidiabile lineup di
SuperEroi DC: Ben Affleck nei panni di
Batman, Henry Cavill come
Superman, Gal Gadot nel ruolo
dell’irresistibile Wonder Woman, Ezra
Miller come The
Flash, Jason Momoa nei panni di
Aquaman e Ray Fisher come
Cyborg.
I Contenuti
Speciali delle edizioni Blu-ray permetteranno ai
fan di scoprire tutti i segreti della Justice League, conoscere
meglio i nuovi membri, il loro lavoro di squadra e la tecnologia
che dà loro una marcia in più. L’edizione 4k Ultra HD del fim
contiene anche il disco Blu-ray, oltre ad una scena inedita non
presente nel film al cinema.
È stato confermato dallo stesso
James
Gunn che il terzo capitolo del franchise sui
Guardiani della Galassia
seguirà la scia dei due precedenti e si intitolerà
Guardiani della Galassia Vol.3.
L’ufficializzazione è arrivata, come
di consueto, su Twitter in risposta ad una domanda di un fan:
Per quanto riguarda
Guardiani della Galassia Vol.3, sappiamo che i
Marvel Studios sono soliti iniziare la
produzione immediatamente prima di un anno dall’ uscita del
titolo precedente, e dato che James
Gunn ha confermato che la pellicola
arriverà nei cinema nel 2020, è logico pensare che la
pre-produzione sia già in corso ai Pinewood Atlanta Studios nella
contea di Fayette, in Georgia.
Al momento la lista dei titoli oltre
la Fase Tre non è stata resa nota, anche se sappiamo che c’è il
sequel di Spider-Man Homecoming in
sviluppo. Lo studios ha già annunciato altre dare di uscita senza
proferire ulteriori informazioni e la data del 1° Maggio 2020 con
ogni probabilità sarà quella assegnata al terzo capitolo dei
Guardiani. Le altre date annunciate sono il 7 agosto 2020 e
l’11 novembre 2020.
Con le riprese di Avengers: Infinity War e
Avengers 4, Chris
Hemsworth ha concluso il suo impegno contrattuale con
i Marvel Studios, proprio come il collega
Chris Evans, tuttavia nelle settimane successive
all’uscita di Thor: Ragnarok l’attore si è detto
disponibile a prolungare la sua permanenza nel MCU ad una condizione.
“Sentiamo di aver reinventato
alla grande il personaggio con l’ultimo film. Sembra nuovo e pieno
di energia. Potremmo aver avuto delle conversazioni per un altro
film ammesso che ci sia un grande script da cui attingere. Ma al
momento non c’è.”, aveva raccontato Hemsworth in
un’intervista.
Ora, secondo alcuni, il
video-messaggio pubblicato sul suo profilo Instagram lascerebbe
intendere che ci sia un futuro per l’interprete di Thor oltre
Avengers 4, ultimo film del contratto, e che la
produzione stia lavorando per dare al personaggio un seguito
all’altezza.
“Grazie
mille, a tutti coloro che continuano a supportare questi personaggi
e l’Universo Marvel“, ha scritto l’attore.
“Continueremo a lavorare per voi, se ce lo permetterete“.
Che ne pensate? Che sia un timido annuncio da parte di
Hemsworth?
Come già annunciato nelle settimane
scorse, i Marvel Studios salteranno il
rituale passaggio al Comic Con di San
Diego il prossimo Luglio, dunque non dovremmo aspettarci alcun
trailer o materiali ufficiali nei mesi precedenti.
Avengers 4 è
ancora un grande mistero. Il film sarà diretto dai Fratelli Russo
ma non sappiamo ancora da chi sarà composto il cast né di cosa
parlerà il film. Le dichiarazioni di Kevin
Feige in merito hanno reso molto chiaro il fatto che
il titolo ufficiale del film rappresenta spoiler
per Avengers Infinity War, per cui non sarà
rivelato fino all’uscita al cinema del film che conclude la Fase 3
dei Marvel Studios.
Dopo essere stato dichiarato
“persona non grata” ed essere stato espulso dal Festival
di Cannes nel 2011, Lars Von Trier torna nel
concorso 2018 con The House That Jack Built, con
protagonista Matt Dillon.
The House That Jack
Built, trailer del film di
Lars Von Trier
Il film, a oggi il più divisivo del
concorso, è stato aspramente criticato
per la violenza di alcune scene e ha aperto il dibattito, sulla
croisette, tra chi è pro e chi contro l’idea del regista.
Punta il dito contro gli Stati
Uniti, ma anche contro l’Europa Spike Lee, il
regista sessantunenne che è arrivato in concorso a Cannes
2018 con BlacKkKlansman,
il suo ultimo film con protagonisti John David
Washington e Adam Driver, entrambi al
Festival.
In conferenza stampa però è stato
un one man show, o un comizio: Lee parla come fosse a un
comizio, appellando “figlio di puttana” il presidente Trump e
aggiungendo: “Io non ho la palla di cristallo su cosa ancora
potrà accadere, ma vi assicuro che il mio cinema è un flusso in
costante allarme. Vorrei vedeste questo film come un film sulla
speranza. Ma nessuno è sordo o cieco, io sono consapevole di cosa
sta accadendo, il problema è globale, e succede dove abito. Bisogna
smuovere le persone dalle loro certezze.”
Poi aggiunge: “Non darò
risposte ma porrò domande, provocazioni e discussioni. Non possiamo
farcele scivolare addosso, tutti conosciamo intimamente la
differenza fra il giusto e lo sbagliato”. Uno Spike
Lee sul piede di guerra, che si scaglia violentemente
contro il suo Paese, ma che tira in ballo anche gli Europei e le
emergenze che affliggono il Vecchio Continente: “Non è vero che
gli Stati Uniti sono un paese fondato sulla democrazia, sono un
paese fondato sulla schiavitù e sul genocidio. Vi chiedo un favore:
non guardate a questo film come una storia che riguarda solo
l’America, è un problema globale che coinvolge tutti i paesi.
Pensate a come vengono trattati i musulmani, i migranti.”
Infine, commentando Donald
Trump e il suo operato all’indomani degli scontri di
Charlottesville la scorsa estate, Spike Lee ha
dichiarato: “C’è un tipo alla Casa Bianca, non dirò il suo
nome, che nel momento della tragedia non ha saputo dire una parola
nella giusta direzione, non ha ricordato che l’amore può battere
l’odio”.
BlacKkKlansman
di Lee si chiude sui filmati di quegli scontri, un pugno allo
stomaco dello spettatore, uno schiaffo per svegliarlo: “Quella
tragedia è avvenuta dopo che noi avevamo finito le riprese e appena
ho visto cosa era successo ho capito che doveva essere il finale
del nostro film”.
La settantunesima edizione del
Festival
di Cannes vede trai suoi protagonisti, in Un Certain
Regard, Valeria Golino, che, dopo
Miele, torna alla regia con Euforia,
in cui dirige Riccardo Scamarcio, Valerio Mastandrea,
Jasmine Trinca, Isabella Ferrari e Valentina
Cervi.
Il tema affrontato in Euforia,
che racconta la storia di due fratelli che si ritrovano per causa
di forza maggiore, ricorda in maniera tangente quello di
Miele, che ruota intorno alla morte. Che la Golino
regista sia interessata a sviluppare questo argomento?
“Quando faccio un film poi lo
collego agli altri con il senno di poi – spiega Valeria –
Sembra anche a me. Mi fa piacere pensare che ci sia un legame.
Quando ho deciso di fare Euforia non pensavo a questo tema per
esempio. Quindi se c’è questa connessione, esiste
inconsciamente.”
Ma quindi da dove è
arrivata l’idea per il film?
“È difficile per me raccontare
qualcosa che non sia una situazione drammatica in merito ai
problemi del mondo. Se devo raccontare l’intimità mi rivolgo alle
cose che non cambiano, e la morte è la regina di queste cose (…)
Stavo cercando di lavorare al mio secondo film ma non ero mai
completamente contenta della storia e non sentivo nessuna urgenza
di raccontare qualcosa. Durante questo periodo, ho cominciato a
vivere una situazione personale, una cosa accaduta a una persona
che mi è molto cara. E da questa cosa è nata l’idea del film. Ho
trovato qui lo spunto per la storia, e da lì ci siamo messi a
lavorare con cautela, cercando di allontanarci dal privato e dal
personale.”
Protagonista del film è
Riccardo Scamarcio, che attribuisce alla
sceneggiatura la caratterizzazione così attenta dei personaggi:
“Scrittura, e sintonia sul set sono stati fondamentali. In
alcuni casi abbiamo aggiunto delle cose, ma il lavoro principale è
stato fatto in fase di scrittura. Il testo però non era così
semplice, è una sceneggiatura molto sofisticata e letteraria e
abbiamo avuto delle difficoltà. Non è un linguaggio colloquiale, è
un testo preciso e la sfida è stata quella di restituirlo
nell’interpretazione. Ogni personaggio è tratteggiato con estrema
attenzione. Ogni personaggio ha la sua frequenza, la sua chiave e
questa cosa ce l’ha regalata Valeria, che in quanto regista è il
primo spettatore del film.”
Valerio
Mastandrea, co-protagonista, aggiunge: “Io invece di
aggiungere ho tolto qualcosa, perché penso che alcuni risultati li
raggiungi anche solo con i tempi. Il mio personaggio non era
semplice. Per me, il film è la storia di un uomo che crede di avere
tutti gli strumenti per risolvere ogni cosa, e quando si trova ad
affrontare un dolore così grande cerca di comportarsi allo stesso
modo. Ma non funziona e deve spogliarsi di tutto ciò che crede di
sapere.”
Sul fatto che è stata scelta per la
sezione collaterale Un Certain Regard e non per il
concorso ufficiale, Valeria Golino è molto
sincera: “Il mio desiderio intimo era quello di essere a Cannes
in Un Certain Regard, se Fremaux ci avesse offerto il concorso
saremmo corsi comunque, ma il mio desiderio era questa sezione,
forse perché voglio stare ancora un po’ nell’ombra.”
E perché la Golino regista non ha
ritagliato un ruolo per la Golino attrice, in Euforia?
“Non ho mai pensato di essere
presente nel film anche come attrice. Avrei potuto interpretare
solo il ruolo di Isa (Isabella Ferrari, ndr), ma
io volevo lei fortemente. Siamo amiche da tanto, la inseguo da 30
anni e la fotografo ogni volta che posso, volevo che fosse
lei.”
Come annunciato ieri, ecco arrivare
online il primo trailer ufficiale di Bohemian Rhapsody, film dedicato al frontman
dei Queen Freddie Mercury (interpretato sullo
schermo da Rami Malek) e diretto
da Bryan Singer.
Nel cast di Bohemian
Rhapsody anche Gwilym Lee (Brian
May), Ben Hardy (Roger Taylor), Joe
Mazzello (John Deacon) e Gwilym Lee
(Brian May).
Vi ricordiamo che il biopic uscirà
nelle sale americane il 2 novembre 2018.
Al suo esordio in solitaria dietro
la macchina da presa, Gilles Lellouche presenta nel fuori concorso
della selezione ufficiale di Cannes 2018,
Le grand Bain, una commedia con un cast stellare
il cui titolo internazionale è Skin or Swim
(Affonda o nuota).
Un gruppo di uomini quasi tutti di
mezza età cerca di trovare un nuovo scopo nella vita nella
partecipazione a un campionato europeo amatoriale di nuovo
sincronizzato. Ognuno con le sue paure, i suoi problemi di famiglia
o lavoro e le sue insicurezze, troverà nuovo spirito in questa
avventura.
Commedia alquanto convenzionale,
Le grand Bain sfrutta il carisma del super cast di
star francesi, guidato da
Guillaume Canet, Virginie Efira e Mathieu
Amalric, e lo inserisce in un contesto assurdo, il nuovo
sincronizzato maschile. Tuttavia l’intuizione del film si esaurisce
in questo, in quanto le risate arrivano ma la scrittura sacrifica i
talenti e non presenta particolare spirito.
Una commedia per il
grande pubblico che si riveste di qualche cliché di troppo nel
tratteggiare gli uomini in crisi di mezza età e che alla fine resta
un piacevole passatempo senza troppe pretese. Dalle crisi di
coppia, alla depressione post licenziamento, sono molti i momenti
di difficoltà che affrontano i nostri aspiranti nuotatori, e dopo
qualche difficoltà iniziale, ognuno trova conforto nella disgrazia
dell’altro, trasformando lo spogliatoio della piscina in un luogo
di confronto e di conforto.
Peccato perché il potenziale comico
del cast era notevole e le poche scene davvero ispirate sono
esilaranti e trascinanti, probabilmente affidate al talento
recitativo dei protagonisti.
Hirokazu Kore-eda
racconta la famiglia, il legame naturale, quello di sangue e quello
istintivo, la differenza che passa tra il nascere famiglia e
diventarlo. Il suo nuovo film, in concorso a Cannes
2018, Shoplifters, si colloca alla
perfezione nella sua poetica, senza aggiungere nessun elemento di
novità nel suo approccio ma affrontando lo stesso argomento con una
rinnovata ferocia e impotenza.
Il titolo internazionale è
traducibile con “taccheggiatori”, e questo fanno Osamu e suo
figlio, arrotondando così il piccolissimo introito familiare.
Tornando a casa da una “seduta” al supermercato, i due trovano una
bimba di 5 anni, apparentemente abbandonata, decidono di portarla a
casa con loro. Quella che doveva essere una sola notte, si ripete
perché la coppia capisce che la bambina veniva maltrattata e
decidete di proteggerla tenendola con sé. Con loro vivono anche
l’anziana nonna e la sorella di Hatsue.
Le dinamiche familiari appaiono
tradizionali, anche se in alcuni dialoghi, in certi dettagli
dell’intimità, si intuisce qualcosa che tradizionale non è.
Scopriamo solo dopo un po’ che la famiglia in questione è tale per
scelta. Tutti i membri della stessa non hanno legami di sangue, si
sono scelti, trovati per caso, e vivono insieme facendosi l’un
l’altro scudo, contro la città e la sua fredda indifferenza.
Kore-eda intavola
così un discorso che mette al centro la scelta di amare e non la
condizione per cui si è “obbligati” a farlo dalla nascita e dalle
circostanze. Il tono del film è leggero, allegro, con un ritratto
di vita domestica quotidiana che alterna i giochi dei bambini, al
lavoro da prostituta della sorella minore, ai taccheggi nei piccoli
negozi, alla passione tra Osamu e Hatsue. Vita quotidiana di anime
sole che si sostengono con l’affetto reciproco.
A questo aspetto, per certi versi
idilliaco, si contrappone un’ultima parte del film che mette a nudo
la crudeltà distaccata della legalità. La famiglia protagonista è
un nucleo illegale, i bambini non possono andare a scuola perché
non sono figli naturali della coppia genitoriale, la nonna, che si
spegne nella notte, non può avere un funerale dignitoso. E quando
un incidente metterà la famiglia di fronte alla necessità di uscire
allo scoperto, l’idillio finirà.
L’amore viscerale,
istintivo, si scontra con la burocrazia, la legalità. In questo,
Kore-eda si rivela estremamente feroce nel
rappresentare la durezza con cui la burocrazia e la legge sono
disposti a rimandare una bambina a vivere con i genitori naturali,
genitori che la terrorizzano e la picchiano, piuttosto che
lasciarla con in un contesto che invece aveva regalato soltanto
affetto e cura alla piccola.
La disperazione di Hatsue,
condannata per rapimento e forse per omicidio, è l’emblema di
questo scontro, nel finale del film, l’eterna e sempre attualissima
contrapposizione tra il significato di essere madri (e padri), la
differenza tra l’essere e lo scegliersi, consapevolmente,
volontariamente, d’istinto. Di fronte però all’istinto di amore e
conservazione, le regole, la legalità sono più forti. E di fronte a
questa ferocia, lo spettatore rimane con gli occhi pieni di
malinconia, di tristezza, a guardare, sullo schermo, la bambina di
nuovo abbandonata a una famiglia che non la ama.
Mentre si prepara ad iniziare la
produzione di Guardiani della Galassia
Vol.3, James
Gunn ha rivelato su Twitter quale film l’ha ispirato
per una poetica sequenza del primo capitolo del franchise che
vedeva protagonista Groot, una bambina e un
fiore.
“Queste è la fonte d’ispirazione
per la scena di Groot che offre alla bambina un fiore in Guardiani
della Galassia Vol.1: i film di James Whale sono magici e spero che
i bambini continuino a guardarli ancora.“
Il regista ha allegato un frame di
Frankenstein, pellicola del 1931 diretta appunto
da James Whale, in cui il mostro porge ad una
bambina un fiore senza ucciderla (proprio come accade a Groot).
Per quanto riguarda Guardiani della
Galassia Vol.2, sappiamo che i Marvel Studios sono soliti iniziare la
produzione immediatamente prima di un anno dall’ uscita del
titolo precedente, e dato che James
Gunn ha confermato che la pellicola
arriverà nei cinema nel 2020, è logico pensare che la
pre-produzione sia già in corso ai Pinewood Atlanta Studios nella
contea di Fayette, in Georgia.
Al momento la lista dei titoli oltre
la Fase Tre non è stata resa nota, anche se sappiamo che c’è il
sequel di Spider-Man Homecoming in
sviluppo. Lo studios ha già annunciato altre dare di uscita senza
proferire ulteriori informazioni e la data del 1° Maggio 2020 con
ogni probabilità sarà quella assegnata al terzo capitolo dei
Guardiani. Le altre date annunciate sono il 7 agosto 2020 e
l’11 novembre 2020.
È arrivato, a Cannes
2018, il giorno di Spike Lee che porta
sulla croisette, in competizione BlacKkKlansman,
con Adam Driver che catalizza l’attenzione degli
obbiettivi. L’attore, star mondiale grazie a Star
Wars, ha presentato la pellicola insieme al vero
protagonista del film, John David Washington
e il resto del cast.
A Cannes 2018 sarà
il giorno di Spike Lee e del suo nuovo
film, BlacKkKlansman,
che vede nel cast John David
Washington, Adam
Driver, Topher
Grace, Corey
Hawkins, Laura
Harrier, Ryan
Eggold, Jaspar Pääkkönen e Ashlie Atkinson.
Nel frattempo la Universal ha
diffuso in rete il primo trailer ufficiale insieme alla sinossi,
che trovate di seguito:
Cannes 2018:
Spike Lee in concorso
con BlacKkKlansman
Sono i primi anni ’70, un
periodo di grandi sconvolgimenti sociali mentre negli Stati Uniti
infuria la lotta per i diritti civili. Ron Stallworth (John David
Washington) è il primo detective afroamericano del dipartimento di
polizia di Colorado Springs, ma il suo arrivo è accolto con
scetticismo ed ostilità dai membri di tutte le sezioni del
dipartimento. Imperterrito, Stallworth decide di farsi un nome e di
fare la differenza nella sua comunità. Si imbarca quindi in una
missione molto pericolosa: infiltrarsi nel Ku Klux Klan ed esporne
i crimini.
Fingendosi un estremista
razzista, Stallworth contatta il gruppo e presto penetra
all’interno della sua cerchia più ristretta. Coltiva anche una
relazione con il Gran Maestro del Klan, David Duke (Topher Grace),
che elogia l’impegno di Ron ai fini del progresso dell’America
Bianca. Man mano che l’indagine sotto copertura procede, diventando
sempre più complessa, il collega di Stallworth, Flip Zimmerman
(Adam Driver), partecipa insieme a Ron agli incontri privati con
membri del gruppo razzista, vendendo così a conoscenza dei dettagli
di un complotto mortale. Stallworth e Zimmerman fanno squadra e
uniscono gli sforzi per riuscire a distruggere l’organizzazione il
cui vero obiettivo è modificare la propria retorica violenta per
ottenere il consenso della massa.
Dopo mesi di polemiche,
scherzi e parodie del web, Henry Cavill è tornato a parlare della
questione “baffi” (quelli rimossi dal volto di Superman), dei
lunghi reshoot di Justice league e dei commenti
negativi sul film dopo l’arrivo nelle sale lo scorso Novembre.
“Tutta
la situazione creatasi intorno ai reshoot mi ha leggermente
sorpreso. Quando abbiamo deciso di rimuovere digitalmente i baffi
dal mio volto non mi aspettavo certo una reazione del genere, così
come non mi aspettavo che i reshoot fossero così lunghi. Ecco
perché si sono creati dei problemi con un altro film che stavo
girando all’epoca, Mission Impossible 6“.
Sui commenti
negativi al film che hanno caratterizzato le settimane successive
dall’uscita nelle sale, Cavill ha commentato elegantemente che
“Ci sono molte ragioni per le quali il pubblico ha risposto nel
modo in cui ha risposto. Sono tutte lezioni che ci serviranno per
ciò che verrà dopo e che faremo in futuro“.
Justice
League è disponibile dal 21
Marzo nei formati DVD, Blu-ray,
Blu-ray 3D e in 4k Ultra HD, distribuito
da Warner Bros. Entertainment Italia.
Diretto da Zack
Snyder, il film presenta una invidiabile lineup di
SuperEroi DC: Ben Affleck nei panni di
Batman, Henry Cavill come
Superman, Gal Gadot nel ruolo
dell’irresistibile Wonder Woman, Ezra
Miller come The
Flash, Jason Momoa nei panni di
Aquaman e Ray Fisher come
Cyborg.
I Contenuti
Speciali delle edizioni Blu-ray permetteranno ai
fan di scoprire tutti i segreti della Justice League, conoscere
meglio i nuovi membri, il loro lavoro di squadra e la tecnologia
che dà loro una marcia in più. L’edizione 4k Ultra HD del fim
contiene anche il disco Blu-ray, oltre ad una scena inedita non
presente nel film al cinema.
Nell’infinito e prolifico universo
Marvel, tra
X-Men e Infinity
War, trova il suo posto, seppur sgomitando, Deadpool, un personaggio che del supereroe ha
probabilmente solo il costume, nascondendo i suoi sentimenti tra
battute al vetriolo e un ego smisurato. Ma di un supereroe, anzi
antieroe così ce ne era bisogno: ce ne era bisogno nel 2016 e ce
n’è bisogno oggi, dove un carattere come il suo mina a
sdrammatizzare tutti gli altri film che hanno sbaragliato la
concorrenza al botteghino negli ultimi mesi. Dopo il successo di
pubblico e critica del primo capitolo, il Wade Wilson di Ryan Reynolds torna al cinema il 15 maggio con
“Deadpool 2”.
Il “mercenario chiaccherone”
Wade Wilson (Ryan
Reynolds) è rimasto sfigurato in seguito a gli
esperimenti svolti dal medico inglese Francis Freeman, che hanno
risvegliato in lui il gene mutante, donandogli il potere di
rigenerarsi e facendolo così guarire dal tumore da cui era affetto.
Ma il suo orribile aspetto è la cosa che più lo sconvolge, convinto
di non poter tornare dalla sua fidanzata Vanessa (Morena
Beccarin) finché Francis non lo farà tornare al suo
aspetto originale.
Ma l’inglese non può guarirlo e in
uno scontro finale, Deadpool decide di non voler essere un “eroe” e
uccide Francis. Vanessa lo perdona per essere sparito e lo accetta
anche con il volto deturpato ed è così ci ritroviamo all’inizio di
questo sequel. Deadpool ha ampliato i suoi confini, continuando a
fare il mercenario in giro per il mondo ma tornando poi sempre a
casa dalla sua Vanessa. A seguito di una tragedia, viene
coinvolto da Colosso (Andre Tricoteux) e Testata
Mutante Negasonica (Brianna
Hildebrand) nell’aiutare un giovane mutante ribelle
(Julian Dennison) che ha problemi ha controllare i
suoi poteri e che viene minacciato da Cable (Josh
Brolin), un soldato mutante stile Terminator che
arriva dal futuro. Per proteggere il ragazzo, Deadpool si trova
costretto a formare una squadra chiamata X-Force, di cui farà parte
anche la famosa Domino (Zazie
Beetz) oltre a personaggi nuovi o già noti a gli
appassionati di fumetti.
L’arrivo di Cable
ci era stato preannunciato già nelle scene finali del primo film,
dove un Deadpool in accappatoio chiedeva al pubblico chi sarebbe
stato l’attore che lo avrebbe interpretato (Keira
Knightley magari?): la scelta è caduta su non altri che
Josh Brolin, già al cinema recentemente sotto le sembianze di
Thanos in Avengers: Infinity War. Una
scelta forse che confonde un po’, lasciando ampio spazio a battute
da parte di Deadpool ma un ruolo perfetto per Brolin, che tiene
benissimo testa all’antieroe irriverente interpretato da Ryan
Reynolds, che ormai si è cucito addosso alla sua personalità il
personaggio. Nel cast ritroviamo anche il barista Weasel di
T.J. Miller, Blind Al interpretata da
Leslie Uggams, Karan Soni con il
suo Dupinder, ma anche Terry Crews, Bill Skarsgard
e Lewis Tan tra gli altri.
A causa di “divergenze creative”
con Reynolds, che figura in questo sequel anche tra gli
sceneggiatori (insieme a Rhett Reese e Paul Wernick) oltre che
produttori, c’è stato un passaggio di regia da Tim
Miller a David Leitch. Il regista di
Jonh Wick e Atomica Bionda non fa
notare più di tanto il cambio di direzione, riuscendo a mantenere
tutti gli elementi che hanno reso un successo il primo film, dal
ritmo serrato e le scene di azione, all’infrangere la quarta parete
con grandissima ironia.
Rispetto ad altri sequel dei
cine-comics, la difficoltà di Deadpool 2 stava nel
riuscire a mantenere alto il livello di comicità e possiamo
ammettere che sono riusciti nell’impresa, per lo meno in lingua
originale. Raccomandiamo di mantenere gli occhi e le orecchie ben
aperte, perché la valanga di citazioni visive o che escono dalla
bocca del protagonista sono talmente tante che certe volte vi
ritroverete a pensare stupiti “Ma ho visto bene?” o
“Ma ha davvero detto quello?”.
Già nei vari trailer usciti in
questi mesi si può capire che il mercenario non ha peli sulla
lingua nemmeno questa volta, sparando a zero su ruoli passati di
Brolin, il mood dark degli eroi della concorrente DC ma c’è anche
ancora posto per la sua ossessione per Wolverine e per dei titoli
di testa davvero spettacolari, accompagnati dalla colonna sonora
cantata da Celine Dion (che crede di averli fatti
per Spiderman!).Tanti morti, tante decisioni sbagliate e tanto
black humor caratteristico di Deadpool, ma anche
spazio per buoni sentimenti e qualche valore familiare del tutto
inaspettato, che rendono questo sequel davvero godibile.
Alcune di queste mostrano nel
dettaglio le sequenze con i membri dell’Ordine Nero mentre cercano
di recuperare sulla Terra le gemme dell’infinito nelle mani di
Visione e Doctor Strange. Insieme a loro anche Iron Man,
Spider-Man, Scarlet Witch, Vedova Nera, Falcon e Steve Rogers.
Vi ricordiamo
che Avengers: Infinity War, diretto
da Anthony e Joe Russo e prodotto
da Kevin Feige. Louis D’Esposito, Victoria Alonso,
Michael Grillo e Stan Lee, è arrivato nelle nostre sale
lo scorso 25 aprile.
La sinossi: Un viaggio
cinematografico senza precedenti, lungo dieci anni, per sviluppare
l’intero Marvel Cinematic Universe,
Avengers: Infinity War di Marvel Studios porta sullo schermo
il definitivo, letale scontro di tutti i tempi. Gli Avengers e i
loro alleati supereroi devono essere disposti a sacrificare tutto
nel tentativo di sconfiggere il potente Thanos prima che il suo
attacco improvviso di devastazione e rovina metta fine
all’universo.
Si è spenta a 69 anni nella sua casa
di Livingston Margot Tidder, indimenticabile
Lois Lane nei quattro film originali di
Superman al fianco di Christopher
Reeve.
Nel frattempo sul profilo twitter
ufficiale della DC Comics arrivano parole di
cordoglio per la scomparsa dell’attrice con questo messaggio:
“Grazie per essere stata la Lois Lane con cui tanti di noi sono
cresciuti“.
Nata il 17
ottobre 1948 in Canada, la Kidder ha iniziato la sua carriera in
film e serie televisive locali prima di recitare con Gene
Wilder in Quackser Fortune Has a Cousin in the
Bronx. Più tardi è apparsa in Sisters, The Great
Waldo Pepper con Robert Redford e in The
Amityville Horror.
Dal 1978 al 1987 ha vestito i
panni di Lois Lane, giornalista del Daily Planet e
interesse amoroso di Clark Kent in tutti e quattro i film di
Superman, mentre di recente l’abbiamo vista in ruoli minori nelle
serie Smallville, Brothers & Sisters e The L
Word.
Tom Cruise svetta
in cima agli altri protagonisti nel nuovo poster internazionale di
Mission Impossible: Fallout, sesto titolo del franchise
sull’agente segreto Ethan Hunt.
Vi ricordiamo
che Mission Impossible: Fallout uscirà
nelle nostre sale il 30 agosto 2018. Nel cast
anche Rebecca Ferguson, Simon
Pegg, Henry
Cavill e Angela Basset.
A causa di un infortunio
di Tom Cruise mentre eseguiva un salto
da un edificio all’altra, il film ha subìto una pesante battuta
d’arresto durante la produzione. Sappiamo che la scena è stata
ripresa e montata addirittura nel trailer rilasciato durante la
notte del Superbowl. Qui potete dare uno
sguardo al video dell’incidente.
Il regista ha inoltre commentato il
titolo del film, dando anche qualche indizio sulla trama:
“Fallout ha più significati nel film, da quello letterale, come
la minaccia di terrorismo nucleare che pende
sulla trama, ad altri più metaforici, come
l’idea che quello che succede nel film sia il risultato delle
scelte che Ethan Hunt ha fatto nella sua vita. È il suo
passato che ritorna a cercarlo. È la “conseguenza negativa” di
tutte le sue buone intenzioni.”
Nella nuova clip tratta da
Deadpool 2 Wade Wilson ironizza sull’infelice
“battuta di Martha” pronunciata in Batman v Superman che è stata
oggetto di critiche e ironia da parte del web dopo l’uscita del
film.
Ovviamente il mercenario
chiacchierone non poteva esimersi dal citare, a modo suo, quel
particolare momento del cinecomic DC inserendo il riferimento in un
dialogo con la fidanzata Vanessa.
Diretto da David
Leitch, Deadpool
2 arriverà nelle nostre sale il 15
maggio. Nel cast Ryan Reynolds nei
pani del Mercenario Chiacchierone della Marvel. Zazie
Beetz in quelli di Domino e Josh
Brolin in quelli di Cable.
Dopo essere sopravvissuto a un
quasi fatale attacco di mucche, uno chef sfigurato che lavora in
una cafetteria (Wade Wilson) lotta con il suo sogno di diventare il
barista più sexy di Mayberry mentre impara a scendere a patti con
il fatto che ha perso il senso del gusto.
Cercando di riconquistare la sua
spezia per la vita, così come un condensatore di flusso, Wade deve
combattere i ninja, la yakuza e un branco di cani sessualmente
aggressivi, mentre viaggia in giro per il mondo per scoprire
l’importanza della famiglia, dell’amicizia e del sapore. Un nuovo
gusto per l’avventura e per ottenere l’ambito titolo di tazza di
caffè del World’s Best Lover.
Intervistato sul red
carpet di Deadpool 2, il produttore del franchise
sugli X-Men Simon Kinberg ha svelato qualche
aggiornamento su Gambit, rassicurando i fan
sull’inizio delle riprese:
“Abbiamo
una sceneggiatura che amiamo e che Channing [Tatum] ama. Abbiamo
incontrato diversi registi nelle ultime due settimane e speriamo di
sceglierne uno prima possibile, così da iniziare le riprese già
alla fine dell’estate.“
Nonostante le varie tegole piombate
sul progetto (l’addio del regista, vari rimandi all’inizio delle
riprese) sembrerebbe tutto pronto a ripartire
per Gambit, il cinecomic
con Channing Tatum la cui uscita è
prevista nel 2019.
A confermare che il film è ancora
vivo è stato proprio il produttore Simon
Kinberg che di recente ha dichiarato:
“Non abbiamo ancora avuto alcuna
discussione sull’acquisizione da parte della Disney dei
diritti cinematografici della Fox per le proprietà Marvel, perché ritengo che
legalmente io non sia autorizzato a parlarne fino a quando non sarà
terminato. Posso dire che, per ora, stiamo semplicemente andando
avanti con i nostri progetti, la X-Force e Gambit. La speranza è di
continuare fino a quando non ci verrà detto il contrario.“
Presentato ieri fuori concorso a
Cannes 2018, il nuovo film di Lars Von
Trier sta già facendo discutere per quanto accaduto ieri
sera durante la proiezione per la stampa a cui sono seguiti i primi
commenti generalmente negativi su Twitter.
Da alcuni liquidato con un sonoro
“Disgustoso“, The House That Jack
Built segna il ritorno del regista sulla croisette sette
anni dopo i commenti antisemiti che esternò durante la conferenza
stampa di Melancholia e che lo
etichettarono come “persona non grata” al Festival. Tuttavia questo
atteso ricongiungimento fra l’autore danese e la kermesse non
sembra iniziare con il piede giusto.
Il reporter di
Variety Ramin Setoodeh ha affermato che quasi
un centinaio di giornalisti ha abbandonato la sala dove si stava
proiettando il film, mentre sui social sono piovute una dopo
l’altra le prime reazioni. Ve ne riportiamo qualcuna qui sotto:
I’ve never seen anything like this at a film
festival. More than 100 people have walked out of Lars von Trier’s
‘The House That Jack Built,’ which depicts the mutilation of women
and children. “It’s disgusting,” one woman said on her way out.
#Cannes2018pic.twitter.com/GsBGCoyHEG
Lars Von Trier’s The House That Jack Built
is an ordeal of gruesomeness and tiresomeness, quite as
exasperating as I feared, but leading to what I have to admit is a
spectacular horror finale. Review later
#Cannes2018
#Cannes71
#Cannes
La storia di Von Trier, ambientata
in America negli anni ’70, segue il protagonista Jack attraverso i
cinque omicidi che determinano la sua nascita e il suo percorso di
crescita come serial killer. Jack sta cercando di creare
l’opera d’arte definitiva: una raccolta di tutti i suoi omicidi in
una casa che costruisce. Lungo la strada però Jack deve
combattere contro la propria personalità ed evitare di
attirare l’attenzione della polizia nel suo processo di
creazione.
Oltre a Uma
Thurman e Matt Dillon, nel cast
ci sono Riley Keough, Siobhan Fallon Hogan e Sofie
Gråbøl. In precedenza Von Trier ha annunciato
che The House That Jack Built sarà la
sua opera più violenta, e sia la sinossi che le nuove immagini
suggeriscono che non sta affatto mentendo.
Lazzaro felice è
la rappresentazione della bontà, quella che non riconosce il male,
quella totale che spiazza, quella che, nel mondo, sembra essere
scomparsa. Alice Rohrwacher decide, per il suo
terzo lungometraggio presentato in concorso al Festival
di Cannes 2018, di raccontare questa purezza
attraverso gli occhi di Lazzaro, un adolescente che fa parte di un
gruppo di mezzadri che lavorano nella tenuta dell’Inviolata, al
servizio della Marchesa Alfonsina De Luna. Disponibile con tutti,
gentile e molto ingenuo, Lazzaro sembra quasi “lo scemo del
villaggio”, fino a che non incontra Tancredi, figlio viziato e
“cittadino” della Padrona. Per il giovane contadino questo rapporto
diventa qualcosa di strabiliante, un prezioso legame del tutto
nuovo che il ragazzo è intenzionato a coltivare e difendere.
Al terzo racconto per il cinema la
Rohrwacher sfocia nella fiaba, partendo da un realismo atemporale,
quasi magico, che si condisce di critica sociale (leggermente) e di
senso religioso, quasi mistico. Il nome del personaggio parla
chiaramente all’immaginario cattolico, per cui alcune svolte del
film possono essere anticipate, con una decisa sospensione della
credibilità della storia e con lo spettatore che resta
completamente spaesato di fronte a uno slittamento temporale e di
fronte al miracolo senza prodigio di cui è testimone.
Quello che la Rohrwacher
sembra voler raccontare è la natura completamente rivoluzionaria
del personaggio e del suo sguardo sul mondo. Siamo così disabituati
alla gentilezza e alla bontà, dice Alice, che una persona che lo è
profondamente e completamente risulta “stupida” all’occhio
superficiale.
Lazzaro felice parla tanto
attraverso la metafora, quella del lupo e di San Francesco, per
esempio, raccontata da una delle giovani protagoniste, o quella
della città contro la campagna, scontro da quale nessuno dei due
ambienti risulta vincitore.
Diviso in due parti in maniera
netta, Lazzaro felice è decisamente più armonico nella prima macro
sequenza, in cui lo spettatore segue il protagonista, i ritmi della
natura, la cattiveria della Marchesa e l’ingenuità dei mezzadri.
Nella seconda parte, a cui lo spettatore fa fatica abituarsi,
prende il sopravvento Lazzaro e il suo sguardo si un posto che non
conosce, la città. Si tratta di un luogo inospitale, popolato da
persone cattive e disperate che non si limitano a sfruttarlo, come
la sua stessa famiglia faceva in campagna, ma lo raggirano e non
capiscono la sua assenza di malizia.
Lazzaro felice è
un’ode all’ingenuità e alla bontà, a quella disposizione d’animo
che permette di accogliere il mondo in maniera sempre positiva,
onesta, pensando sempre il bene di tutti. Proprio questo coraggio
selvaggio nel mettere in scena un personaggio così contrario ai
tempi, rende il film un’opera imperfetta e anche confusa, ma fa di
quella confusione un ottimo mezzo per parlare al cuore.
Il film di Alice
Rohrwacher, come il suo protagonista, parla a un animo
limpido, senza sovrastrutture, a uno spettatore disposto ad
accogliere la bontà assoluta senza sospettare mai il male.
È stato diffuso il primo trailer
di The House That Jack Built, il nuovo film
di Lars Von Trier che sarà presentato il 15 maggio
2018 durante il Festival
di Cannes.
La storia di Von Trier, ambientata
in America negli anni ’70, segue Jack attraverso i cinque omicidi
che determinano la sua nascita e il suo percorso di crescita
come serial killer. Jack sta cercando di creare l’opera d’arte
definitiva: una raccolta di tutti i suoi omicidi in una casa che
costruisce. Lungo la strada però Jack deve combattere
contro la propria personalità ed evitare di attirare l’attenzione
della polizia nel suo processo di creazione.
Oltre a Uma
Thurman e Matt Dillon, nel cast ci
sono Riley Keough, Siobhan Fallon Hogan e Sofie
Gråbøl. In precedenza Von Trier ha annunciato
che The House That Jack Built sarà la
sua opera più violenta, e sia la sinossi che le nuove immagini
suggeriscono che non sta affatto mentendo.
The House That Jack
Built debutterà Fuori Concorso a Cannes il prossimo mese.
La premier segna il ritorno di Lars von Trier
alla kermesse francese dopo essere stato etichettato dal festival
“persona non gradita” nel 2011, per i commenti che fece durante la
conferenza stampa di Melancholia.
Alla sua terza
settimana di programmazione, Avengers:
Infinity War resta per un soffio in testa al
box office italiano incassando 1,1 milioni di euro cui cui arriva a
ben 17,3 milioni di euro.
Loro 2 apre in seconda posizione e
sfiora il tetto della classifica con 1 milione di euro di incasso
registrato in 538 copie. Il film di Paolo Sorrentino ottiene la
media per sala più alta, pari a duemila euro.
Arrivano i
prof perde una posizione rispetto all’esordio
raccogliendo altri 413.000 euro per un globale di 1,6 milioni.
Loro 1 arriva a quota 3,7
milioni con altri 365.000 euro.
Tonno
spiaggiato esordisce in sesta posizione con soli
213.000 euro incassati in 318 sale disponibili ed è seguito da due
pellicole in calo: Escobar – Il fascino del
male (213.000 euro) e Game
Night – Indovina chi muore stasera (180.000
euro), giunti rispettivamente a 3,2 milioni complessivi e 820.000
euro totali.
L’isola dei
cani precipita al nono posto con altri 108.000
euro con cui totalizza 628.000 euro.
Chiude la top10 la novità
Si muore tutti democristiani, che debutta
con appena 94.000 euro in quasi 160 sale a disposizione.
Il personaggio di Jane
Foster è stato visto l’ultima volta in Thor: The
Dark World, ma niente esclude un suo possibile ritorno nel
MCU già a partire da
Avengers 4, il capitolo che
chiuderà il sipario sulla Fase 3 del franchise.
A tal proposito è sembrata criptica
la risposta di Anthony e Joe Russo in occasione di
un’intervista con l’Huffington Post, dove è stato
chiesto ai due registi di svelare il destino di Jane e se il suo
nome sfila nella lista dei sopravvissuti allo schiocco delle dita
di Thanos:
“Non possiamo dire nulla. Quando
diciamo spoiler, intendiamo potenziali spoiler…“
Che cosa avranno voluto dire i
fratelli Russo? Sappiamo che Natalie Portman si è
detta favorevole ad un suo eventuale ritorno nel MCU, ora che le vecchie
incomprensioni fra lei e gli studios si sono del tutto risolte,
tuttavia le modalità con cui Kevin Feige e co.
decideranno di re-inserirla nella narrazione sono ignote.
C’è chi ipotizza un suo cameo in
Avengers 4 (d’altronde Jane Foster è una delle
astrofisiche più dotate della Terra, e la sua conoscenza delle
specie aliene e di Asgard potrebbe essere utile ai Vendicatori),
chi invece spera di vederla in azione come nuova
Thor, o Dea del Tuono. In questo caso la faccenda
si farebbe davvero intrigante…che ne pensate?
Come già annunciato nelle settimane
scorse, i Marvel Studios salteranno il rituale passaggio
al Comic Con di San Diego il prossimo
Luglio, dunque non dovremmo aspettarci alcun trailer o materiali
ufficiali nei mesi precedenti.
Avengers 4 è
ancora un grande mistero. Il film sarà diretto dai Fratelli Russo
ma non sappiamo ancora da chi sarà composto il cast né di cosa
parlerà il film. Le dichiarazioni di Kevin
Feige in merito hanno reso molto chiaro il fatto che
il titolo ufficiale del film rappresenta spoiler
per Avengers Infinity War, per cui non sarà
rivelato fino all’uscita al cinema del film che conclude la Fase 3
dei Marvel Studios.
Protagonista qualche giorno fa
al Festival
di Cannes con Wildlife (esordio alla
regia di Paul Dano), Carey
Mulligan ha svelato durante un’intervista di non aver mai
avuto occasione di riguardarsi in Drive, acclamata
pellicola diretta da Nicolas Winding Refn
presentata proprio sulla croisette nel 2011.
“Non ho mai visto Drive per
intero, e non mi sono fatta pressioni su questo. Ho tentato una
volta in aereo, ma c’era qualcuno che mi fissava mentre guardavo me
stessa su uno schermo e ho rinunciato“.
In attesa che venga trovata una
distribuzione italiana per il film, vi ricordiamo che
Wildlife – scritto a quattro mani da Paul
Dano e Zoe Kazan – vede nel cast anche
Jake Gyllenhaal.
Di seguito la sinossi:
Il quattordicenne Joe Brinson è
testimone del naufragio del matrimonio dei suoi genitori, Jeanette
e Jerry, una casalinga e un giocatore di golf, in una cittadina del
Montana degli anni ’60. Sul vicino confine canadese infuria un
incontrollato incendio boschivo e Jerry decide di unirsi ai
volontari per fronteggiare il fuoco, lasciando da soli moglie e
figlio. Joe si vede improvvisamente costretto a diventare adulto
per aiutare la madre, che nel frattempo ha trovato l’amore tra le
braccia di un altro uomo.
Debutta nella sezione Un
Certain Regard del Festival di Cannes
2018 il regista Lukas Dhont, con il film
Girl. Di origine belga, Dhont porta sul grande
schermo una storia dal forte impatto, per le tematiche o per alcune
sue scene. Nasce così una nuova voce nel cinema europeo su cui si
possono riporre grandi aspettative per il futuro.
Struggente racconto di formazione
Girl narra le vicende di Lara (Victor
Polster), sedicenne determinata a diventare una ballerina.
Con il supporto del padre inizia a frequentare una prestigiosa
scuola di danza, ma le frustrazioni e le impazienze da adolescente
rischiano di mettere seriamente a rischio il suo desiderio. Lara è
infatti tormentata da un segreto non indifferente: lei era nata
come ragazzo.
L’adolescenza è un periodo molto
complesso, dove si cerca di formare una propria identità e di
affermarsi nella società che ci circonda. Al regista tuttavia non
interessa più di tanto indagare i conflitti esteriori, quanto
quelli interiori. Ed è così che Girl si focalizza
sulla complessità del vivere con sé stessi, specialmente quando si
è ancora alla ricerca di una propria identità. Sin da subito è
infatti possibile notare come la volontà della protagonista di
cambiare sesso sia generalmente accettata da chi la circonda,
mentre è proprio da sé stessa che nascono i crucci principali.
A complicare la situazione di Lara
si aggiunge la sua volontà di diventare una ballerina, simbolo di
grazia e armonia, a cui lei aspira, ma che tuttavia la fa scontrare
con la dura realtà di un mondo dove si è costantemente sotto
pressione per arrivare a dare il meglio di sé. La competizione non
si genera tanto con le sue compagne quanto con sé stessa,
spingendosi all’estremo, auto-lesionandosi o sopportando il dolore
che crede di meritare.
Muovendosi così su due binari
paralleli ma mai indipendenti l’uno dall’altro, il regista ci offre
una panoramica della vita privata e famigliare e una della vita
pubblica della protagonista. Agli occhi di lei sembrano essere due
mondi nuovi, due mondi da riscoprire perché nuovi sono gli occhi
che li guardano. Lara deve imparare da zero ad ambientarsi con un
nuovo corpo negli ambienti che la circondano. Ma prima di tutto
deve imparare ad ambientarsi al suo nuovo corpo, un corpo che non è
ancora come lei desidera e che sembra tenerla incastrata a metà tra
i due sessi, generando così tormenti che la spingeranno sempre più
verso l’oblio.
Il giovane Victor
Polster è una vera e propria rivelazione, riuscendo, a
partire da una brillante e ben scritta sceneggiatura di Dhont, a
diventare un tutt’uno con il suo personaggio, a farne vivere con
estrema credibilità le speranze e le paure. Aiutato dai suoi tratti
androgini, il giovane attore dà prova di estrema mimesi, tanto da
porre realmente in confusione lo spettatore riguardo la sua
natura.
Girl è un piccolo
gioiello, un film tanto delicato nella narrazione, nel soffermarsi
sulle piccole cose, quanto spietato nel mostrare i dolori e le
azioni a cui i personaggi si spingono. Il regista non ha paura di
mostrare entrambi i valori, a volte regalando carezze ai suoi
spettatori, a volte dando loro veri e propri pugni nello stomaco. È
un film crudo, che non nasconde l’altro lato della medaglia ma allo
stesso tempo non lo estremizza mai. Non ci sono pietismi, non ci
sono intenti retorici, tutto è asciutto per raccontare nel più
semplice dei modi della ricerca di un’identità.
Intervistato dalla BBC in
occasione dell’uscita di Avengers: Infinity War,
Kevin Feige ha reso noti i piani dei Marvel Studios che introdurranno nell’universo
cinematografico il personaggio di Kamala Khan aka
Ms. Marvel, uno degli alter
ego di Captain Marvel che ha debuttato nel 2013 sui
fumetti.
“Come
sapete stiamo attualmente girando Captain Marvel con Brie Larson, ma abbiamo
già dei piani per portare nel MCU Ms. Marvel, personaggio dei fumetti che
si ispira proprio a lei. E contiamo di introdurla già dopo l’uscita
nelle sale del film su Carol Danvers“.
Nei fumetti
Kamala Khan è un’adolescente americana di origini
pakistane che ammira molto Carol Danvers e che acquisirà
accidentalmente il potere della superelasticità, entrando a far
parte dei Vendicatori.
Avengers: Infinity War è nelle sale da pochi
giorni ma Kevin Feige sembra già
proiettato verso il futuro, come dichiarato in una recente
intervista durante la promozione del film:
“Guardiamo sempre in avanti. Proprio quando le persone
pensano di poter inchiodarci, andiamo da qualche altra parte e
questo accadrà di nuovo dopo Infinity War nella costruzione del
prossimo film di Avengers. E abbiamo già pianificato i nostri
progetti fino al 2025.“
Avengers: Infinity Warè
arrivato, ci ha esaltati alla grande e ci ha spezzato il cuore.
Prima dell’arrivo in sala, però, i fan di tutto il mondo
hanno fatto speculazioni selvagge riguardo a cosa sarebbe successo
nel film. Con livelli di segretezza senza precedenti, i
fan si sono chiesti: chi sarebbe morto? Chi sarebbe sopravvissuto?
Thanos avrebbe vinto? Alcune delle teorie hanno fallito
spettacolarmente, mentre alcune ci hanno azzeccato in pieno. Con
livelli di segretezza senza precedenti. Ecco le teorie dei
fan su Avengers: Infinity War che si sono
rivelate corrette. Inutile dirlo: questo articolo
contiene uno spoiler dopo l’altro. Se non l’avete visto,
salvatelo, e ritornate dopo la visione!
Bruce Banner è nell’Hulkbuster
Nel primo trailer
di Avengers: Infinity War, abbiamo
visto l’armatura di Iron Man Hulkbuster accanto
agli Avengers a Wakanda. Inoltre, abbiamo visto la nuova
scintillante armatura di Iron Man. La presenza di questi ha
suscitato una domanda nei fan: se non c’è Tony nell’armatura, chi
altro? In molti hanno notato che Hulk è piuttosto assente nei
trailer, con una sola scena nella quale Bruce appare nel Sanctum
Sanctorum di Doctor Strange. Le teorie che sono seguite,
quindi, hanno ipotizzato che fosse proprio Bruce Banner a pilotare
l’Hulkbuster, per ragioni sconosciute. Il film ha confermato queste
teorie: Thanos infligge danni all’Hulk tali da impedire a
Bruce di trasformarci. Nel frattempo, Tony si è dotato di
una nuova armatura. E Bruce decide di utilizzare
l’Hulkbuster per essere comunque utile nella battaglia contro
l’invasione di Thanos, decidendo di combattere in prima
linea, e l’armatura si rivela efficace contro l’Ordine Nero.
Loki muore
La sua morte se la
aspettavano in molti: dopotutto, aveva deluso e tradito
Thanos, e Thanos non sembra il tipo da chiudere un occhio su questo
tipo di cose. Nel primo trailer, vediamo che Loki offre il
Tesseract a Thanos, e che Thanos ottiene la Gemma dello Spazio
grazie ad esso. Inoltre, nel trailer, non vediamo scene che
sembrano venire da un momento successivo del film, e non è stato
annunciato nessun volume 4 di Thor (per ora, almeno).
E le teorie cominciarono ad apparire, prevedendo la morte di Loki
durante il confronto con Thanos. Non solo queste teorie erano
corrette, ma sono state confermate dalla scena iniziale del film.
Infatti, Avengers: Infinity War riprende le cose
esattamente da dove erano state lasciate dalla scena post titoli
di Thor: Ragnarok. I rifugiati asgardiani
sono stati decimati da Thanos. Thor è ferito e battuto. Loki offre
il Tesseract a Thanos per salvare Thor, ma questa è semplicemente
una distrazione per consentire a Hulk di arrivare. Thanos prende
Hulk a calci, e Loki rimane impotente e giura eterna fedeltà a
Thanos, ma anche in questo caso le sue reali intenzioni sono quelle
di uccidere Thanos. Thanos se ne accorge, e strangola
Loki,
lasciando che il suo corpo venga distrutto con il resto degli
asgardiani da un’esplosione della Gemma del Potere.
Visione
muore quando perde la Gemma della Mente
Uno dei dubbi principali di
Avengers:Infinity War è stato il destino di
Visione. Dato che l’obiettivo principale di Thanos era quello di
raccogliere tutte le Gemme, e che Visione ha una Gemma incastonata
sulla propria fronte, era ovvio che ci sarebbe stato un confronto
tra i due. Inoltre, i trailer mostravano Visione in notevole
difficoltà mentre qualcuno cerca di estrarre le Gemma dalla sua
fronte. I fan hanno speculato, ovviamente, su cosa sarebbe
successo a Visione una volta persa la Gemma. Dopotutto,
era integrale alla sua creazione. La teoria principale fu quella
che sarebbe morto senza di essa. Questa teoria si è rivelata
corretta, anche se in un modo che i fan non si aspettavano. Una
buona parte del film è dedicata al tentativo di rimuovere la Gemma
della Mente in modo sicuro, utilizzando la tecnologia disponibile
su Wakanda e l’intelligenza di Shuri. Un processo incredibilmente
delicato, l’estrazione richiede parecchio tempo che gli Avengers
chiaramente non hanno. Il motivo per cui si cerca di estrarla è
distruggerla, senza uccidere Visione. Ma l’operazione non riesce, e
Scarlet Witch dovrà distruggerla mentre è ancora incastonata nella
fronte di Visione. Ma anche questo piano fallisce, dato che
Thanos usa la Pietra del Tempo per tornare a prima che la
pietra fosse distrutta. E il modo in cui la rimuove lui
finisce per non essere particolarmente delicato.
Una strage, ecco.
Avengers: Infinity War è
un’adattamento parziale dei fumetti Thanos
Quest e Infinity Gauntlet. Thanos
raccoglie le Gemme dell’Infinito e le usa per diventare un dio e
distruggere metà della vita dell’universo. I registi non
hanno cercato di nascondere ai fan il fatto che sarebbero morti
tanti dei personaggi dell’universo, e i trailer dichiarava
apertamente le intenzioni di Thanos. Il che ha fatto
temere a molti fan che tanti personaggi se ne sarebbero andati. Ma
non così. Non così. Thanos riesce a portare il proprio piano a
compimento, che esegue con uno schiocco di dita. Il film finisce
con una lunga sequenza nella quale tanti dei personaggi
vengonodissolti in polvere. Mentre non
muoiono proprio tutti tutti, è comunque una strage inaspettata. Tra
i morti ci sono: Bucky, Falcon, Scarlet Witch, Black Panther,
Doctor Strange, Spider-Man, i Guardiani della Galassia tranne
Rocket, e anche Maria Hill e Nick Fury (nella scena post titoli di
coda). Fortunatamente, c’è un’alta probabilità
di un ritorno per quanto riguarda la maggior parte di essi,
dato che alcuni hanno dei film dedicati in arrivo.
Thanos uccide Gamora
All’uscita del secondo trailer
di Avengers: Infinity War, i fan si hanno rivolto la
propria attenzione a Gamora. L’apparente tenerezza
che Thanos mostra nei suoi confronti, infatti, ha spinto i fan a
speculre sul fatto che lei fosse la chiave per la Gemma dell’Anima,
e la teoria era supportata anche dal fatto che il ruolo iniziale di
Gamora in Guardiani della Galassia era la ricerca
della Gemma dell’Anima per conto di Thanos. La maggior
parte delle teorie sostenevano che la Gemma del Potere fosse
nascosta dentro Gamora, magari nascosta da Thanos, e che
Thanos avrebbe dovuto ucciderla per recuperarla. Speravamo che non
fosse così, ma la teoria ci aveva azzeccato in questo senso. Gamora
è infatti a conoscenza della posizione della Gemma, e vi conduce
Thanos. Lì incontrano Teschio Rosso, il quale dice a Thanos che,
per appropriarsi della pietra, deve uccidere qualcosa che
ama. Inizialmente Gamora non si rende conto del fatto che
Thanos effettivamente la ami, o almeno abbastanza da conquistare la
Gemma con la sua morte. Viene spinta giù da un precipizio, e muore.
Con la sua morte, Thanos ottiene la Gemma dell’Anima. Se non altro,
dato che la Gemma dell’Anima sembra essere collegata a Gamora, il
suo ritorno non è impossibile.
Doctor Strange e i piani sulla
Gemma del Tempo
In Doctor Strange,
l’Occhio di Agamotto è la custodia della Gemma del
Tempo, capace di creare loop temporali e permettendo a chi
lo indossa di sbirciare nel futuro. Naturalmente, I fan hanno
cominciato a teorizzare a riguardo, e su come Strange avrebbe usato
la Gemma in Avengers: Infinity War. Dopotutto, la
capacità di vedere il futuro e di riscrivere il tempo avrebbero
potuto essere particolarmente utili nella battaglia contro il
potentissimo Thanos. La maggior parte delle teorie si concentravano
sul fatto che gli eventi di Infinity War sarebbero stati parte di
un loop temporale creato la Strange, per vedere un futuro possibile
dove Thanos vince. Da quello che abbiamo visto nel film, Strange
usa la Gemma del Tempo per vedere il futuro, ma non nel modo in cui
i fan si aspettavano. L’uso principale della pietra
in Infinity War (per quanto riguarda Strange,
almeno) è,infatti, quello di vedere i possibili
esiti futuri della battaglia degli Avenger contro Thanos. Dopo aver
visto più di 16 milioni di futuri possibili, capirà che c’è un solo
modo per sconfiggere Thanos. E anche se Thanos sembra avere
la meglio, appena prima di dissolversi Strange dice a Tony che
“questo è l’unico modo”. Ciò sembra implicare il fatto che
ci sarà un piano legato alla Pietra del Tempo in Avengers 4.
Thor ha una nuova arma
Thor: Ragnarok ha
cambiato le carte in tavola. Odin muore. Asgard viene
distrutta. Lui perde un occhi. Loki diventa pienamente un alleato.
E soprattutto, il suo martello storico viene distrutto. Con il
ritorno di Hela, Mjolnir viene infatti fatto a pezzi. Ma è stato
rivelato anche il fatto che in realtà Thor non ha bisogno del
martello, ma che è altrettanto potente senza, se non di più. Molte
teorie però si concentrarono sul fatto che Thor avrebbe dopotutto
ricevuto un altro martello in Avengers: Infinity War.
Sfortunatamente, la teoria fu rovinata dalla promozione di un
giocattolo: abbiamo visto la nuova arma di Thor ancora prima
dell’arrivo del film. La storia di Thor nel film riguarda
soprattutto la ricerca e la forgiatura del nuovo martello
Stormbreaker, con l’aiuto di Groot. E la nuova arma si
rivela fantasticamente utile al suo ritorno sulla Terra, al punto
che quasi ferma Thanos. Anche se fallisce (diciamocelo, avrebbe
dovuto puntare alla testa), Thor tiene il mantello alla fine del
film, e probabilmente lo vedremo ancora in azione
in Avengers 4 e oltre.
Compare Captain Marvel
Nei fumetti, la prima storia
su Thanos ha luogo nelle pagine di Captain Marvel. Mar-Vell,
che precede Carol Danvers, la moderna Captain-Marvel, diventa la prima dei grandi
nemici di Thanos. Nel MCU, inoltre, il primo film di Captain
Marvel uscirà tra Avengers: Infinity
War e Avengers 4. Data la
connessione tra l’eroina e Thanos, e il fatto che la storia del
film si svolgerà nel passato del MCU, i fan hanno cominciato a
speculare sul fatto che Carol Danvers sarebbe apparsa nella
battaglia contro Thanos di Avengers: Infinity War.
Dopotutto, è stato confermato che Nick Fury apparità
in Captain Marvel, e una minaccia come
quella di Thanos potrebbe essere il motivo per cui Fury va in cerca
di rinforzi. La scena post titoli di coda ci ha mostrato Nick Fury
con Maria Hill affrontare le conseguenze dello schiocco di dita di
Thanos. Nick Fury lancia un grido d’aiuto dell’ultimo minuto, prima
di dissolversi in un mucchio di polvere. Vediamo il segnale
partire, e vediamo i colori rosso e blu associati all’eroina,
accompaganti dal suo simbolo. Non è una vera comparsa, ma sappiamo
che sta arrivando.
Ritorna Teschio Rosso
La storia della Gemma dell’Infinito
è cominciata con Captain America: The First
Avenger. Teschio Rosso, il capo dell’HYDRA, ha
ottenuto il potente Tesseract, che si rivela poi essere la Gemma
dello Spazio. Inizialmente, lo usa per creare delle armi
superpotenti per l’HYDRA, per conquistare l’America e vincere la
Seconda Guerra Modiale. Durante il confronto finale con Capitan
America, cerca di usarla a mani nude, cosa che spesso non funziona
alla grande, e sembra essere conseguentemente disintegrato in un
fascio di luce. Dopo la rivelazione del fatto che il Tesseract è in
realtà la Gemma del Tempo, i fan hanno coinciato a teorizzare sul
fatto che Teschio Rosso fosse in realtà stato trasportato da
qualche altra parte, e che fosse sopravvissuto. Una delle teorie
più popolari su Infinity War era quella che prevedeva
il ritorno di vechci antagonisti, e vedeva Red Skull in cima alla
classifica. Dopotutto, la sua morte era stata piuttosto ambigua. E
le teoria avevano ragione. In uno dei momenti più sorprendenti del
film, Teschio Rosso si rivela essere il custode della Gemma
dell’Anima. Con una conoscienza che non può utilizzare,
dovuta al fatto che abbia brandito da Gemma dello Spazio, rivela a
Thanos il segreto che gli permetterà di acquisire la Gemma
dell’Anima.
Schiocco di dita
Uno dei momenti più iconici
di Infinity Gauntlet è il fatidico schiocco
di dita di Thanos, che distrugge metà della vita
dell’universo. Già prima dell’annuncio di Avengers:
Infinity War, comparvero già alcune teorie su come e quando
sarebbe comparso il famoso schiocco. La maggior parte dicevano che
sarebbe comparso alla fine del film, alcune dicevano che avremmo
visto le consequenze immediatamente, alcune dicevano che i titoli
di coda avrebbero lasciato tutto in sospeso. Ebbene, lo schiocco è
avvenuto. I fratelli Russo ci hanno fatto inizialmente credere che
qualcuno l’avrebbe fermato, ma no. Thanos ha portato il
prioprio piano a compimento, e noi abbiamo assistito alle
conseguenze. È interessante che il Guanto stesso sia
apparso danneggiato dallo schiocco, il che suscita domande sugli
effetti che vedremo in Avengers 4. Ma sappiamo che in
molti ritrneranno.
Intercettata da Variety al Festival
di Cannes, Patty Jenkins ha svelato che le
riprese di Wonder Woman 2 inizieranno
“Molto presto, anzi, sorprendentemente presto“.Negli
ultimi due mesi si era ipotizzato che la Warner Bros avrebbe
cominciato i lavori del sequel in estate, tuttavia le parole della
regista lasciano intendere che la produzione sia stata anticipata e
che tutto sia pronto.È stato inoltre confermato dalla
stessa Jenkins durante il CinemaCon
che Wonder Woman 2 sarà ambientato negli
anni Ottanta, rivelando al pubblico un’altra epoca iconica in cui
svolgere le avventure di Diana Prince.
L’ordine cronologico del
personaggio è stato già rimescolato, essendo stata introdotta
nell’era contemporanea di Batman v Superman: Dawn of
Justice per poi tornare al vecchio secolo
con Wonder Woman.
Vi ricordiamo che le riprese
di Wonder Woman 2 si svolgeranno in
America (e non più in Inghilterra), tra la Virginia del Nord e il
Distretto della Columbia. Per ora il titolo di lavorazione del
film è Magic Hour, ma abbiamo ragione di
sperare che il titolo definitivo verrà rivelato prossimamente dalla
Warner Bros.Il film vedrà ancora come protagonista Gal
Gadot opposta a Kristen Wiig,
scelta per interpretare la villain Cheetah. L’ultimo acquisto del
cast è Pedro Pscal, di cui non è stato ancora confermato il
personaggio. Il film sarà ambientato durante la Guerra Fredda e la
sceneggiatura è stata curata da Goeff
Johns e Patty
Jenkins.Wonder Woman 2 arriverà al
cinema il 1 novembre 2019.