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Avengers Infinity War: 10 teorie dei fan che si sono rivelate corrette

Avengers: Infinity War è arrivato, ci ha esaltati alla grande e ci ha spezzato il cuore. Prima dell’arrivo in sala, però, i fan di tutto il mondo hanno fatto speculazioni selvagge riguardo a cosa sarebbe successo nel film. Con livelli di segretezza senza precedenti, i fan si sono chiesti: chi sarebbe morto? Chi sarebbe sopravvissuto? Thanos avrebbe vinto? Alcune delle teorie hanno fallito spettacolarmente, mentre alcune ci hanno azzeccato in pieno. Con livelli di segretezza senza precedenti. Ecco le teorie dei fan su Avengers: Infinity War che si sono rivelate corrette. Inutile dirlo: questo articolo contiene uno spoiler dopo l’altro. Se non l’avete visto, salvatelo, e ritornate dopo la visione!

Bruce Banner è nell’Hulkbuster

avengers infinity war

Nel primo trailer di Avengers: Infinity War, abbiamo visto l’armatura di Iron Man Hulkbuster accanto agli Avengers a Wakanda. Inoltre, abbiamo visto la nuova scintillante armatura di Iron Man. La presenza di questi ha suscitato una domanda nei fan: se non c’è Tony nell’armatura, chi altro? In molti hanno notato che Hulk è piuttosto assente nei trailer, con una sola scena nella quale Bruce appare nel Sanctum Sanctorum di Doctor Strange. Le teorie che sono seguite, quindi, hanno ipotizzato che fosse proprio Bruce Banner a pilotare l’Hulkbuster, per ragioni sconosciute. Il film ha confermato queste teorie: Thanos infligge danni all’Hulk tali da impedire a Bruce di trasformarci. Nel frattempo, Tony si è dotato di una nuova armatura. E Bruce decide di utilizzare l’Hulkbuster per essere comunque utile nella battaglia contro l’invasione di Thanos, decidendo di combattere in prima linea, e l’armatura si rivela efficace contro l’Ordine Nero.

Loki muore

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La sua morte se la aspettavano in molti: dopotutto, aveva deluso e tradito Thanos, e Thanos non sembra il tipo da chiudere un occhio su questo tipo di cose. Nel primo trailer, vediamo che Loki offre il Tesseract a Thanos, e che Thanos ottiene la Gemma dello Spazio grazie ad esso. Inoltre, nel trailer, non vediamo scene che sembrano venire da un momento successivo del film, e non è stato annunciato nessun volume 4 di Thor (per ora, almeno). E le teorie cominciarono ad apparire, prevedendo la morte di Loki durante il confronto con Thanos. Non solo queste teorie erano corrette, ma sono state confermate dalla scena iniziale del film. Infatti, Avengers: Infinity War riprende le cose esattamente da dove erano state lasciate dalla scena post titoli di Thor: Ragnarok. I rifugiati asgardiani sono stati decimati da Thanos. Thor è ferito e battuto. Loki offre il Tesseract a Thanos per salvare Thor, ma questa è semplicemente una distrazione per consentire a Hulk di arrivare. Thanos prende Hulk a calci, e Loki rimane impotente e giura eterna fedeltà a Thanos, ma anche in questo caso le sue reali intenzioni sono quelle di uccidere Thanos. Thanos se ne accorge, e strangola Loki, lasciando che il suo corpo venga distrutto con il resto degli asgardiani da un’esplosione della Gemma del Potere.

Visione muore quando perde la Gemma della Mente

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Uno dei dubbi principali di Avengers: Infinity War è stato il destino di Visione. Dato che l’obiettivo principale di Thanos era quello di raccogliere tutte le Gemme, e che Visione ha una Gemma incastonata sulla propria fronte, era ovvio che ci sarebbe stato un confronto tra i due. Inoltre, i trailer mostravano Visione in notevole difficoltà mentre qualcuno cerca di estrarre le Gemma dalla sua fronte. I fan hanno speculato, ovviamente, su cosa sarebbe successo a Visione una volta persa la Gemma. Dopotutto, era integrale alla sua creazione. La teoria principale fu quella che sarebbe morto senza di essa. Questa teoria si è rivelata corretta, anche se in un modo che i fan non si aspettavano. Una buona parte del film è dedicata al tentativo di rimuovere la Gemma della Mente in modo sicuro, utilizzando la tecnologia disponibile su Wakanda e l’intelligenza di Shuri. Un processo incredibilmente delicato, l’estrazione richiede parecchio tempo che gli Avengers chiaramente non hanno. Il motivo per cui si cerca di estrarla è distruggerla, senza uccidere Visione. Ma l’operazione non riesce, e Scarlet Witch dovrà distruggerla mentre è ancora incastonata nella fronte di Visione. Ma anche questo piano fallisce, dato che Thanos usa la Pietra del Tempo per tornare a prima che la pietra fosse distrutta. E il modo in cui la rimuove lui finisce per non essere particolarmente delicato.

Una strage, ecco.

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Avengers: Infinity War è un’adattamento parziale dei fumetti Thanos Quest Infinity Gauntlet. Thanos raccoglie le Gemme dell’Infinito e le usa per diventare un dio e distruggere metà della vita dell’universo. I registi non hanno cercato di nascondere ai fan il fatto che sarebbero morti tanti dei personaggi dell’universo, e i trailer dichiarava apertamente le intenzioni di Thanos. Il che ha fatto temere a molti fan che tanti personaggi se ne sarebbero andati. Ma non così. Non così. Thanos riesce a portare il proprio piano a compimento, che esegue con uno schiocco di dita. Il film finisce con una lunga sequenza nella quale tanti dei personaggi vengono dissolti in polvere. Mentre non muoiono proprio tutti tutti, è comunque una strage inaspettata. Tra i morti ci sono: Bucky, Falcon, Scarlet Witch, Black Panther, Doctor Strange, Spider-Man, i Guardiani della Galassia tranne Rocket, e anche Maria Hill e Nick Fury (nella scena post titoli di coda). Fortunatamente, c’è un’alta probabilità di un ritorno per quanto riguarda la maggior parte di essi, dato che alcuni hanno dei film dedicati in arrivo.

Thanos uccide Gamora

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All’uscita del secondo trailer di Avengers: Infinity War, i fan si hanno rivolto la propria attenzione a Gamora. L’apparente tenerezza che Thanos mostra nei suoi confronti, infatti, ha spinto i fan a speculre sul fatto che lei fosse la chiave per la Gemma dell’Anima, e la teoria era supportata anche dal fatto che il ruolo iniziale di Gamora in Guardiani della Galassia era la ricerca della Gemma dell’Anima per conto di Thanos. La maggior parte delle teorie sostenevano che la Gemma del Potere fosse nascosta dentro Gamora, magari nascosta da Thanos, e che Thanos avrebbe dovuto ucciderla per recuperarla. Speravamo che non fosse così, ma la teoria ci aveva azzeccato in questo senso. Gamora è infatti a conoscenza della posizione della Gemma, e vi conduce Thanos. Lì incontrano Teschio Rosso, il quale dice a Thanos che, per appropriarsi della pietra, deve uccidere qualcosa che ama. Inizialmente Gamora non si rende conto del fatto che Thanos effettivamente la ami, o almeno abbastanza da conquistare la Gemma con la sua morte. Viene spinta giù da un precipizio, e muore. Con la sua morte, Thanos ottiene la Gemma dell’Anima. Se non altro, dato che la Gemma dell’Anima sembra essere collegata a Gamora, il suo ritorno non è impossibile.

Doctor Strange e i piani sulla Gemma del Tempo

In Doctor Strange, l’Occhio di Agamotto è la custodia della Gemma del Tempo, capace di creare loop temporali e permettendo a chi lo indossa di sbirciare nel futuro. Naturalmente, I fan hanno cominciato a teorizzare a riguardo, e su come Strange avrebbe usato la Gemma in Avengers: Infinity War. Dopotutto, la capacità di vedere il futuro e di riscrivere il tempo avrebbero potuto essere particolarmente utili nella battaglia contro il potentissimo Thanos. La maggior parte delle teorie si concentravano sul fatto che gli eventi di Infinity War sarebbero stati parte di un loop temporale creato la Strange, per vedere un futuro possibile dove Thanos vince. Da quello che abbiamo visto nel film, Strange usa la Gemma del Tempo per vedere il futuro, ma non nel modo in cui i fan si aspettavano. L’uso principale della pietra in Infinity War (per quanto riguarda Strange, almeno) è, infatti, quello di vedere i possibili esiti futuri della battaglia degli Avenger contro Thanos. Dopo aver visto più di 16 milioni di futuri possibili, capirà che c’è un solo modo per sconfiggere Thanos. E anche se Thanos sembra avere la meglio, appena prima di dissolversi Strange dice a Tony che “questo è l’unico modo”. Ciò sembra implicare il fatto che ci sarà un piano legato alla Pietra del Tempo in Avengers 4.

Thor ha una nuova arma

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Thor: Ragnarok ha cambiato le carte in tavola. Odin muore. Asgard viene distrutta. Lui perde un occhi. Loki diventa pienamente un alleato. E soprattutto, il suo martello storico viene distrutto. Con il ritorno di Hela, Mjolnir viene infatti fatto a pezzi. Ma è stato rivelato anche il fatto che in realtà Thor non ha bisogno del martello, ma che è altrettanto potente senza, se non di più. Molte teorie però si concentrarono sul fatto che Thor avrebbe dopotutto ricevuto un altro martello in Avengers: Infinity War. Sfortunatamente, la teoria fu rovinata dalla promozione di un giocattolo: abbiamo visto la nuova arma di Thor ancora prima dell’arrivo del film. La storia di Thor nel film riguarda soprattutto la ricerca e la forgiatura del nuovo martello Stormbreaker, con l’aiuto di Groot. E la nuova arma si rivela fantasticamente utile al suo ritorno sulla Terra, al punto che quasi ferma Thanos. Anche se fallisce (diciamocelo, avrebbe dovuto puntare alla testa), Thor tiene il mantello alla fine del film, e probabilmente lo vedremo ancora in azione in Avengers 4 e oltre.

Compare Captain Marvel

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Nei fumetti, la prima storia su Thanos ha luogo nelle pagine di Captain Marvel.  Mar-Vell, che precede Carol Danvers, la moderna Captain-Marvel, diventa la prima dei grandi nemici di Thanos. Nel MCU, inoltre, il primo film di Captain Marvel uscirà tra Avengers: Infinity War Avengers 4. Data la connessione tra l’eroina e Thanos, e il fatto che la storia del film si svolgerà nel passato del MCU, i fan hanno cominciato a speculare sul fatto che Carol Danvers sarebbe apparsa nella battaglia contro Thanos di Avengers: Infinity War. Dopotutto, è stato confermato che Nick Fury apparità in Captain Marvel, e una minaccia come quella di Thanos potrebbe essere il motivo per cui Fury va in cerca di rinforzi. La scena post titoli di coda ci ha mostrato Nick Fury con Maria Hill affrontare le conseguenze dello schiocco di dita di Thanos. Nick Fury lancia un grido d’aiuto dell’ultimo minuto, prima di dissolversi in un mucchio di polvere. Vediamo il segnale partire, e vediamo i colori rosso e blu associati all’eroina, accompaganti dal suo simbolo. Non è una vera comparsa, ma sappiamo che sta arrivando.

Ritorna Teschio Rosso

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La storia della Gemma dell’Infinito è cominciata con Captain America: The First Avenger. Teschio Rosso, il capo dell’HYDRA, ha ottenuto il potente Tesseract, che si rivela poi essere la Gemma dello Spazio. Inizialmente, lo usa per creare delle armi superpotenti per l’HYDRA, per conquistare l’America e vincere la Seconda Guerra Modiale. Durante il confronto finale con Capitan America, cerca di usarla a mani nude, cosa che spesso non funziona alla grande, e sembra essere conseguentemente disintegrato in un fascio di luce. Dopo la rivelazione del fatto che il Tesseract è in realtà la Gemma del Tempo, i fan hanno coinciato a teorizzare sul fatto che Teschio Rosso fosse in realtà stato trasportato da qualche altra parte, e che fosse sopravvissuto. Una delle teorie più popolari su Infinity War era quella che prevedeva il ritorno di vechci antagonisti, e vedeva Red Skull in cima alla classifica. Dopotutto, la sua morte era stata piuttosto ambigua. E le teoria avevano ragione. In uno dei momenti più sorprendenti del film, Teschio Rosso si rivela essere il custode della Gemma dell’Anima. Con una conoscienza che non può utilizzare, dovuta al fatto che abbia brandito da Gemma dello Spazio, rivela a Thanos il segreto che gli permetterà di acquisire la Gemma dell’Anima.

Schiocco di dita

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Uno dei momenti più iconici di Infinity Gauntlet è il fatidico schiocco di dita di Thanos, che distrugge metà della vita dell’universo. Già prima dell’annuncio di Avengers: Infinity War, comparvero già alcune teorie su come e quando sarebbe comparso il famoso schiocco. La maggior parte dicevano che sarebbe comparso alla fine del film, alcune dicevano che avremmo visto le consequenze immediatamente, alcune dicevano che i titoli di coda avrebbero lasciato tutto in sospeso. Ebbene, lo schiocco è avvenuto. I fratelli Russo ci hanno fatto inizialmente credere che qualcuno l’avrebbe fermato, ma no. Thanos ha portato il prioprio piano a compimento, e noi abbiamo assistito alle conseguenze. È interessante che il Guanto stesso sia apparso danneggiato dallo schiocco, il che suscita domande sugli effetti che vedremo in Avengers 4. Ma sappiamo che in molti ritrneranno.

Vedi anche: Infinity War: 20 teorie del fan sulla Gemma dell’Anima che si sono rivelate sbagliate

Fonte: CBR.com

Wonder Woman 2: Patty Jenkins svela quando inizieranno le riprese

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Intercettata da Variety al Festival di Cannes, Patty Jenkins ha svelato che le riprese di Wonder Woman 2 inizieranno “Molto presto, anzi, sorprendentemente presto“.Negli ultimi due mesi si era ipotizzato che la Warner Bros avrebbe cominciato i lavori del sequel in estate, tuttavia le parole della regista lasciano intendere che la produzione sia stata anticipata e che tutto sia pronto.È stato inoltre confermato dalla stessa Jenkins durante il CinemaCon che Wonder Woman 2 sarà ambientato negli anni Ottanta, rivelando al pubblico un’altra epoca iconica in cui svolgere le avventure di Diana Prince.

Wonder Woman 2: il film sarà ambientato negli anni Ottanta

L’ordine cronologico del personaggio è stato già rimescolato, essendo stata introdotta nell’era contemporanea di Batman v Superman: Dawn of Justice per poi tornare al vecchio secolo con Wonder Woman.

Vi ricordiamo che le riprese di Wonder Woman 2 si svolgeranno in America (e non più in Inghilterra), tra la Virginia del Nord e il Distretto della Columbia. Per ora il titolo di lavorazione del film è Magic Hour, ma abbiamo ragione di sperare che il titolo definitivo verrà rivelato prossimamente dalla Warner Bros.Il film vedrà ancora come protagonista Gal Gadot opposta a Kristen Wiig, scelta per interpretare la villain Cheetah. L’ultimo acquisto del cast è Pedro Pscal, di cui non è stato ancora confermato il personaggio. Il film sarà ambientato durante la Guerra Fredda e la sceneggiatura è stata curata da Goeff Johns e Patty Jenkins.Wonder Woman 2 arriverà al cinema il 1 novembre 2019.

Wonder Woman 2: Pedro Pascal entra nel cast con Gal Gadot e Kristen Wiig

Black Panther: ecco come è stato realizzato il make-up di Killmonger

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Per Erik Killmonger il team di truccatori di Black Panther ha studiato un look particolare legato al suo passato, scegliendo di ricoprire il corpo del personaggio con piccole cicatrici sparse sul petto e sulle braccia di Michael B. Jordan (ognuna rappresenta le persone da lui uccise)

Il processo creativo e la lunga sessione di make-up sono stati riassunti in questo breve video, che trovate di seguito:

Black Panther: cosa è successo alla madre di Killmonger?

Di seguito la sinossi del film: 

Black Panther segue T’Challa che, dopo gli eventi di Captain America Civil War, torna a casa, nell’isolata e tecnologicamente ultra avanzata nazione africana, Wakanda, per prendere il suo posto in qualità di nuovo re. Tuttavia, un vecchio nemico ricompare sui radar e il doppio ruolo di T’Challa di sovrano e di Black Panther è messo alla prova, quando viene trascinato in un conflitto che mette l’intero fato di Wakanda e del mondo in pericolo.

Chadwick Boseman interpreta il protagonista, T’Challa, già visto in Captain America Civil War. Nei ruoli principali del film ci saranno, oltre a Boseman, Michael B. Jordan, Lupita Nyong’O, Danai Gurira, Martin Freeman, Daniel Kaluuya, Angela Basset, Forest Whitaker e Andy Serkis. Nei ruoli di comprimari compariranno invece Letitia Wright, Winston Duke, Florence Kasumba, Sterling K. Brown e John Kani.

Black Panther – Recensione

Solo: A Star Wars Story, Harrison Ford fa una sorpresa a Alden Ehrenreich [video]

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Un ospite inatteso ha interrotto la sessione di interviste di Solo: A Star Wars Story, facendo una gradita sorpresa al suo interprete principale, Alden Ehrenreich: Harrison Ford è infatti comparso durante il junket di ET, gridando all’attore “Esci dalla mia vita!“.

Potete vedere il video qui sotto.

https://twitter.com/etnow/status/995394489970708481?ref_src=twsrc%5Etfw&ref_url=https%3A%2F%2Fwww.comicbookmovie.com%2Fsci-fi%2Fstar_wars%2Fsolo-a-star-wars-story-star-alden-ehrenreich-gets-a-surprise-visit-from-harrison-ford-a160540

Solo: A Star Wars Story, il primo trailer

Diretto da Ron Howard, il cast di Solo: A Star Wars Story comprende Alden Ehrenreich (Ave, Cesare!, Segreti di famiglia), Woody Harrelson (Tre manifesti a Ebbing, Missouri, Oltre le regole- The Messenger), Emilia Clarke (Io prima di te, Game of Thrones), Donald Glover (Spider-Man: Homecoming, Sopravvissuto – The Martian), Thandie Newton (Gringo, Crash: Contatto fisico), Phoebe Waller-Bridge (Fleabag, Killing Eve) e Paul Bettany (Captain America: Civil WarMaster & Commander – Sfida ai confini del mare). Joonas Suotamo (Star Wars – Gli ultimi Jedi) torna a vestire i panni di Chewbecca.

Scritto da Jonathan Kasdan & Lawrence Kasdan, Solo: A Star Wars Story è prodotto da Kathleen Kennedy, Allison Shearmur e Simon Emanuel. I produttori esecutivi sono Lawrence Kasdan, Jason McGatlin, Phil Lord e Christopher Miller.

Sali sul Millennium Falcon e viaggia nella galassia lontana lontana in Solo: A Star Wars Story, un’avventura completamente nuova con il farabutto più amato della galassia. Attraverso una serie di audaci fughe nel profondo, oscuro e pericoloso mondo criminale, Han Solo incontra il suo potente futuro copilota, Chewbacca e anche il famoso giocatore d’azzardo Lando Calrissian, in un viaggio che racconterà l’inizio di uno degli eroi più improbabili della saga di Star Wars.

Solo: A Star Wars Story, ecco cosa ne pensa Rian Johnson

Fonte: ET

L’uomo d’acciaio 2: la Warner Bros farà uscire il film nel 2020?

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L’uomo d’acciaio 2: la Warner Bros farà uscire il film nel 2020?

Sono mesi che vi aggiorniamo sullo stato delle nuove produzioni della DC Films, tuttavia tra queste non è mai stato confermato L’uomo d’acciaio 2, sequel che lo stesso Henry Cavill muore dalla voglia di realizzare e che darebbe all’attore la possibilità di esplorare lati del personaggio inediti.

Ora, secondo un rumor circolato in rete nelle ultime ore, la Warner Bros. starebbe lavorando per far uscire il film già nel 2020, e molti già fantasticano su un annuncio ufficiale al prossimo ComicCon di San Diego in programma a Luglio.

Sappiamo già che Christopher McQuarrie, regista di Mission Impossible: Fallout (nel quale compare anche Cavill) si è detto disponibile a dirigere il film, e che Matthew Vaughn era stato considerato per la regia, ma ancora tutto tace. Come andrà a finire? Che ne pensate?

L’uomo d’acciaio 2: Christopher McQuarrie ha parlato del film con Henry Cavill

Lo scorso febbraio vi avevamo riportato il rumor secondo cui  Henry Cavill avrebbe iniziato una trattativa per il prolungamento del suo contratto con il DCEU e la Warner Bros, clausola che originariamente prevedeva il suo addio all’universo cinematografico DC dopo l’apparizione successiva a Justice League.

All’epoca la fonte aveva ipotizzato che l’attore sarebbe tornato nei panni di Superman in Shazam!, il cinecomic con Zachary Levi diretto da David F. Sandberg, in uscita il prossimo anno e che a questa apparizione sarebbe seguita l’ipotetica produzione de L’Uomo d’Acciaio 2.

Henry Cavill parla di Man of Steel 2 e accenna al contratto con la DC Films

Tuttavia le parole di Cavill raccolte da Collider al CinemaCon lasciano ben sperare sul futuro di Superman nel DCEU e aggiungono nuovi dettagli in merito alle questioni contrattuali:

Dietro le quinte sto dialogando con alcune persone e speriamo di estendere queste conversazioni ad altre persone per far sì che le cose inizino a muoversi. Il mio più grande desiderio è realizzare un sequel diretto di Man of Steel perché c’è tutta una serie di storie di Superman che voglio raccontare e non vedo l’ora che arrivi l’opportunità per farlo“.

Josh Brolin parla del reshoot di Deadpool 2 e svela qualche dettaglio su Avengers 4

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Josh Brolin tornerà presto nelle sale nei panni di Cable in Deadpool 2, secondo impegno “supereroistico” dell’anno dopo Avengers: Infinity War, dove l’attore interpreta il villain Thanos.

Come rivelato alcuni mesi prima dell’uscita del sequel di Deadpool, Brolin è stato costretto a tornare sul set per girare alcune sequenze in compagnia di Zazie Beetz: “Avevamo bisogno di altri quattro giorni di riprese per dare più spazio ai personaggi di Cable e Domino, e per filmare un paio di scene d’azione che avrebbero reso il film davvero completo“.

C’era così tanta enfasi su Cable da farci dimenticare che questa sarebbe stata la sua introduzione sul grande schermo“, ha spiegato l’attore, “È una presenza importante nella X-Force, è il leader, e dopo i primi test screening ci siamo resi conto che il pubblico avrebbe voluto vedere di più su questo personaggio.”

Josh Brolin poco presente sul set di Infinity War a causa di Deadpool 2?

Durante l’intervista Brolin ha avuto occasione di menzionare il prossimo progetto che lo vedrà protagonista, ovvero Avengers 4: “Ho girato la maggior parte delle mie scene, e il film è quasi pronto, ma dovrò tornare sul set per ultimare le ultime cose“.

Vi ricordiamo che Deadpool 2 è stato diretto da David Leitch, e vedrà Ryan Reynolds tornare nei pani del Mercenario Chiacchierone della MarvelZazie Beetz sarà Domino, Josh Brolin sarà invece Cable.

Di seguito la nuova sinossi del film:

Dopo essere sopravvissuto a un quasi fatale attacco di mucche, uno chef sfigurato che lavora in una caffetteria (Wade Wilson) lotta con il suo sogno di diventare il barista più sexy di Mayberry mentre impara a scendere a patti con il fatto che ha perso il senso del gusto. Cercando di riconquistare la sua spezia per la vita, così come un condensatore di flusso, Wade deve combattere i ninja, la yakuza e un branco di cani sessualmente aggressivi, mentre viaggia in giro per il mondo per scoprire l’importanza della famiglia, dell’amicizia e del sapore. Un nuovo gusto per l’avventura e per ottenere l’ambito titolo di tazza di caffè del World’s Best Lover.

Cable o Thanos? Ecco chi ha preferito interpretare Josh Brolin

Solo: A Star Wars Story, ecco cosa ne pensa Rian Johnson

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Solo: A Star Wars Story, ecco cosa ne pensa Rian Johnson

Rian Johnson, regista de Gli Ultimi Jedi, ha solo parole di apprezzamento per Solo: A Star Wars Story, nuovo capitolo del franchise dedicato al giovane Han Solo che arriverà nelle sale il prossimo 25 maggio.

Secondo Johnson infatti “Se Donald Glover mi è parso in grandissima forma, beh, aspettate di vedere Alden Ehrenreich in azione: è eccezionale, e non sta cercando di imitare Harrison Ford, ma anzi ha portato il suo fascino e una nuova spavalderia nel personaggio.

La grande sorpresa però è stata Phoebe Waller-Bridge” ha continuato il regista, “ha alcuni dei momenti più divertenti che abbia mai visto in un film di Star Wars. Le sequenze d’azione poi sono grandiose, e ci si diverte un sacco“.

Solo: A Star Wars Story, il primo trailer

Vi ricordiamo che lo spin-off sarà ambientato dieci anni prima degli avvenimenti di Una Nuova Speranza. Nel film ci sarà anche ChewbaccaAlden Ehrenreich interpreterà il giovane personaggio che fu di Harrison Ford. Nel cast anche Emilia Clarke, Donald Glover e Woody Harrelson.

Solo: A Star Wars Story arriverà nelle sale il 25 maggio 2018 e dopo il licenziamento dei registi Phil Lord e Christopher Miller, registi di 21 Jump Street e The LEGO Movie, è stato incaricato Ron Howard di completare l’opera. La sceneggiatura porterà la firma di Lawrence Kasdan e di suo figlio Jon Kasdan.

Solo: A Star Wars Story, ecco le prime reazioni della stampa al film

Avengers: Infinity War è il cinecomic con il più alto incasso della storia

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Grazie ai suoi 1.606 miliardi di dollari guadagnati nel mondo, Avengers: Infinity War infrange l’ennesimo record diventando il cinecomic con il più alto incasso della storia.

Superato quindi il risultato già eccezionale di The Avengers (1.519 miliardi), sempre targato Marvel Studios, mentre potrebbe arrivare presto il sorpasso ai danni di Jurassic World (1.671 miliardi), Star Wars: Il Risveglio della Forza (2.068 miliardi), Titanic ($2.187 miliardi), e Avatar ($2.788 miliardi).

Avengers: Infinity Warrecensione del film Marvel Studios

Vi ricordiamo che Avengers: Infinity War, diretto da Anthony e Joe Russo e prodotto da Kevin Feige. Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Michael Grillo e Stan Lee, è arrivato nelle nostre sale lo scorso 25 aprile.

La sinossi: Un viaggio cinematografico senza precedenti, lungo dieci anni, per sviluppare l’intero Marvel Cinematic Universe, Avengers: Infinity War di Marvel Studios porta sullo schermo il definitivo, letale scontro di tutti i tempi. Gli Avengers e i loro alleati supereroi devono essere disposti a sacrificare tutto nel tentativo di sconfiggere il potente Thanos prima che il suo attacco improvviso di devastazione e rovina metta fine all’universo.

Avengers: Infinity War, ecco quali scene non sono finite nel film

Benedict Cumberbatch: “Lavorerò solo in film dove le donne verranno pagate come gli uomini”

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Benedict Cumberbatch si schiera a favore dei movimenti che promuovono la parità di genere sul lavoro, affermando che ogni collega dovrebbe rifiutare progetti in cui le donne non siano pagate ugualmente.

Intervistato durante la promozione di Patrick Melrose, serie televisiva targata Showtime che lo vede protagonista, l’attore ha chiarito la sua posizione in merito:

La parità di retribuzione e una posizione di rilievo al tavolo delle decisioni sono i punti cardine del femminismo. Dunque ai miei colleghi dico di dare un’occhiata alle quote e di chiedere quanto vengono pagate le donne: se i numeri non sono gli stessi, io non lavorerò mai più a progetti del genere“.

Benedict Cumberbatch non sa ancora nulla del sequel di Doctor Strange

Riferendosi a Patrick Melrose invece, serie co-finanziata dalla sua società di produzione SunnyMarch, Cumberbatch ha raccontato di essere “orgoglioso del fatto che io sia l’unico uomo, insieme a Adam Ackland, nel team e che il nostro prossimo progetto sarà una storia femminile sul tema della maternità“.

Vi ricordiamo che Benedict Cumberbatch è attualmente nelle sale con Avengers: Infinity War, diretto da Anthony e Joe Russo, e prodotto da Kevin Feige. Di seguit la sinossi ufficiale:

Un viaggio cinematografico senza precedenti, lungo dieci anni, per sviluppare l’intero Marvel Cinematic Universe, Avengers: Infinity War di Marvel Studios porta sullo schermo il definitivo, letale scontro di tutti i tempi. Gli Avengers e i loro alleati supereroi devono essere disposti a sacrificare tutto nel tentativo di sconfiggere il potente Thanos prima che il suo attacco improvviso di devastazione e rovina metta fine all’universo.

Avengers: Infinity War, intervista a Benedict Cumberbatch

Chris Evans sarà il protagonista di Greenland, nuovo film di Neil Blomkamp

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Sarà Chris Evans il protagonista di Greenland, prossimo progetto di Neil Blomkamp (District 9, Elysium, Humandroid), le cui riprese dovrebbero iniziare verso la fine del 2018. A confermare la notizia è Deadline.

Appena letta la sceneggiatura di Greenland abbiamo capito che era esattamente il tipo di film che volevamo realizzare” ha dichiarato Anton’s Sébastien Raybaud, uno dei produttori, “un tipo di cinema intelligente, legato ai personaggi, ricco di azione e soprattutto cuore. Siamo molto entusiasti all’idea di lavorare insieme a talenti eccezionali come Neill Blomkamp, e ​​Chris Evans“.

Sulla trama del film c’è ancora un accordo di segretezza, tuttavia sappiamo che si tratterà del racconto di una famiglia e della lotta per la sopravvivenza dopo un distrato naturale.

Chris Evans abbandona il MCU dopo Avengers 4

Questa sarà la prima “uscita” ufficiale di Evans dopo l’abbandono ormai certo al MCU. È stato infatti annunciato dall’attore che Avengers 4 sarà la sua ultima apparizione nei panni di Steve Rogers, come da contratto.

A tal proposito Evans ha raccontato: “Mi mancherà tutto di Captain America. Non è solo il personaggio, sono le persone con cui ho lavorato, l’esperienza sul set, i film, i ricordi meravigliosi che mi hanno lasciato. Mi mancherà molto.

Intanto Chris Evans è nelle sale con Avengers: Infinity War. Il film è stato diretto da Anthony e Joe Russo e prodotto da Kevin FeigeLouis D’Esposito, Victoria Alonso, Michael Grillo Stan Lee.

Di seguito la sinossi ufficiale:

Un viaggio cinematografico senza precedenti, lungo dieci anni, per sviluppare l’intero Marvel Cinematic Universe, Avengers: Infinity War di Marvel Studios porta sullo schermo il definitivo, letale scontro di tutti i tempi. Gli Avengers e i loro alleati supereroi devono essere disposti a sacrificare tutto nel tentativo di sconfiggere il potente Thanos prima che il suo attacco improvviso di devastazione e rovina metta fine all’universo.

Captain America: 8 attori che potrebbero sostituire Chris Evans

Gli Incredibili 2: Elasticgirl protagonista del nuovo spot

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Gli Incredibili 2: Elasticgirl protagonista del nuovo spot

Per celebrare il Mother’s Day la Pixar ha diffuso un nuovo spot dedicato a Gli Incredibili 2, sequel del fortunato film d’animazione del 2004, con protagonista la mamma della famiglia di supereroi Helen Parr aka Elastigirl.

Potete dargli un’occhiata di seguito.

https://twitter.com/TheIncredibles/status/995680071108083714?ref_src=twsrc%5Etfw&ref_url=https%3A%2F%2Fwww.comicbookmovie.com%2Fanimated_features%2Fincredibles-2-celebrates-mothers-day-with-new-tv-spot-featuring-elastigirl-a160545

Gli Incredibili 2: la famiglia di supereroi in azione nel nuovo trailer

Di seguito la prima sinossi ufficiale de Gli Incredibili 2:

La famiglia di supereroi preferita da tutti è tornata, ma questa volta Helen è sotto i riflettori, lasciando Bob a casa con Violet e Dash per esplorare la quotidianità della vita “normale”. È una dura transizione per tutti, resa ancora più dura dal fatto che la famiglia è ancora all’oscuro dei superpoteri emergenti del piccolo Jack-Jack. Quando un nuovo criminale schiude una trama brillante e pericolosa, la famiglia e Frozone devono trovare un modo per lavorare di nuovo insieme – il che è più facile a dirsi che a farsi, anche quando sono tutti Incredibili.

Nella versione originale Gli Incredibili 2 sarà doppiato da Holly HunterCraig T. NelsonSarah VowellHuck MilnerSamuel L. JacksonBob Odenkirk e Catherine Keener.

Il film, ventesimo titolo prodotto dalla Pixar Animation, arriverà nei cinema entro il 2018.

Gli Incredibili 2la prima immagine del film

Cannes 2018: Alice Rohrwacher presenta il suo Lazzaro Felice

Cannes 2018: Alice Rohrwacher presenta il suo Lazzaro Felice

A vedere Lazzaro Felice si tira fuori un paragone con Ermanno Olmi, scomparso alla vigilia dell’apertura di questa Cannes 2018, che vede il film scritto e diretto da Alice Rohrwacher nella selezione ufficiale. La regista ha presentato il film sulla croisette insieme alla sorella e trai protagonista Alba Rohrwacher, con Nicoletta Braschi, che nel film interpreta la cattiva Marchesa de Luna e con l’esordiente Adriano Tardiolo nel ruolo di Lazzaro.

E proprio in merito al riferimento a Olmi, la Rohrwacher replica: “Siamo in un momento in cui è doveroso ricordarlo. Il suo è uno degli sguardi che mi manca di più e ci tenevo tanto affinché lo vedesse. Purtroppo non ce l’abbiamo fatta.”

“Ho finito il film mercoledì e non sapevo proprio cosa sarebbe successo. Sono molto felice che sia stato accolto bene. È un film bislacco, libero, è come ci è venuto.”

Il film presenta molte metafore religiose, riferite principalmente alla figura di San Francesco, riferimento che la regista riconosce e abbraccia: “La storia di San Francesco che non è citata nel film è ispirata a un racconto per bambini, in cui il santo non fa la morale al lupo per farlo diventare buono, ma c’è il lupo che capisce la bontà dell’uomo e decide di non mangiarlo. Questo c’entrava con la mia intenzione nel film.”

Chi sono però i Lazzaro nella vita?

“Sono quelli che stanno sempre in disparte, zitte, che non sono mai messe in primo piano, sono gli ultimi della fila pur di non disturbare e non si mettono mai in mostra. Nonostante questo film esprima in maniera netta il bene e il male, Lazzaro non ha nessun giudizio sul bene e sul male, la storia porta con sé un giudizio ma non Lazzaro, che vede il mondo come incondizionatamente buono.”

Sull’importanza del suo ruolo di regista donna in concorso al Festival di Cannes che il giorno prima ha visto sfilare sul tappeto rosso le donne del cinema, ancora e di nuovo in marcia per la parità delle opportunità nel mondo dello spettacolo (e non solo), Alice Rohrwacher ha le idee molto chiare: “Io oggi ho presentato il film in quanto donna, ma anche in quanto persone. La selezione è però una selezione di sguardi sul mondo, non di maschi e femmine. Io e Alba sosteniamo il movimento, e quella di ieri è una bellissima immagine, lasciamola parlare, facciamo però che le cose cambino.”

Sull’aspetto tecnico e visivo del film, la regista ci tiene a specificare: “Una cosa ci tengo a dirla. Abbiamo lavorato in full frame e non riuscivamo a mettere un mascherino sul volto di Lazzaro, e così abbiamo deciso di lasciare l’immagine aperta e imperfetta. Ma questa è stata la nostra esperienza nel fare il film, di apertura.”

E poi conclude: “La mia non è una storia nuova, non voleva esserlo. Di Candidi, di Lazzari, di Santi è pieno il mondo, non abbiamo bisogno di storie nuove, possiamo anche imparare a raccontarle in modo diverso.”

Les Filles du Soleil: recensione del film di Eva Husson

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Les Filles du Soleil: recensione del film di Eva Husson

Les Filles du Soleil è il secondo lungometraggio della regista francese Eva Husson, che ha esordito nel 2015 con Bang Gang. Il film, selezionato in concorso a Cannes 2018, sembra realizzato esattamente per i “tempi che corrono”, per l’era del Time’s Up e della rivincita femminile sulla scena mondiale.

In Kurdistan, in una zona di guerra non meglio identificata, Bahar, comandante del battaglione “Les Filles du Soleil”, si sta preparando a sferrare un attacco che dovrebbe liberare la sua città natale dalle mani degli estremisti, qui, la donna spera di ritrovare suo figlio che è tenuto in ostaggio. Una giornalista francese, Mathilde, arriva a coprire l’offensiva e testimonia la storia di questi eccezionali guerrieri. Dal momento che le loro vite sono state stravolte, hanno combattuto tutte per la stessa causa: Donne, Vita, Libertà.

Le combattenti curde, diventate il simbolo della resistenza e l’aspetto più “gradevole” di un conflitto sanguinoso, sono le protagoniste di un film che, pur con le migliori intenzioni, banalizza il carattere la grinta e la forza di queste stesse donne, il loro contributo pratico e morale alla guerra, ma anche alla percezione del valore della donna e alla libertà, a cui queste donne aspirano.

La scelta della Husson è quella di concentrare la maggior parte del racconto sui flashback. In passato le donne guerriere erano state schiave sessuali, abusate e maltrattate. Concentrando l’attenzione sulla parte della loro vita in cui le protagoniste sono state vittime, rispetto al presente in cui sono artefici della loro storia, sembra che la regista abbia fatto regredire la ribellione allo status quo di Bahar e compagnia. Il suo occhio continua a vederle come vittime e questo affossa il vitalismo che in realtà queste eroine esprimono.

Questa scelta si accompagna a una serie di ingenuità in fase di scrittura, come il parallelo tra la reporter e la comandante, tra una donna che combatte e rischia la vita come unica soluzione per andare avanti, e un’altra che volontariamente sceglie la guerra e il suo racconto.

Ash Is Purest White: recensione del film di Jia Zhang-Ke

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Ash Is Purest White: recensione del film di Jia Zhang-Ke

A tre anni da Al di là delle montagne, Jia Zhang-Ke torna nel concorso di Cannes, edizione 2018, con Ash Is Purest White, una specie di epopea intima attraverso la Cina degli ultimi 20 anni.

Ash Is Purest White, il film

La storia segue la donna di un malvivente che, per amore del suo uomo, sconta cinque anni di prigione al suo posto. Uscita aspettandosi di trovarlo fuori ai cancelli, a braccia aperte, la donna scopre che lui non l’ha affatto aspettata e si mette alla sua ricerca. Da questo punto la storia si snoda in diverse fotografie di momenti ed eventi, che si dilatano nel tempo e che vedono i due incrociarsi più volte.

Mentre su di lei gli anni sembrano trascorrere senza lasciare traccia, lui li subisce nello spirito e nel corpo, diventando alla fine completamente dipendente dalle cure di lei. Il racconto è ambientato nel circolo della jianghu, ovvero quella linea di confine che calca chi opera nella microcriminalità. Il percorso dei due personaggi è speculare e segue l’ascesa della donna così come la caduta dell’uomo. Lei riesce, con la caparbietà tipica del suo sesso, a sopravvivere e a rimanere in piedi, nonostatne l’umiliazione inflittale dall’uomo che una volta amava.

Il confronto trai due rasenta il comico con la donna che si sforza di mantenere il suo contegno e lui che invece appare impotente e muto, di fronte all’incrollabile durezza di quella donna che per lui ha scontato la pena in prigione.

Nonostante l’appartenenza sociale specifica dei personaggi di Jia Zhang-Ke, il regista sembra più interessato allo sviluppo che il Paese ha attraversato dal 2001 al 2018, arco temporale durante cui si svolge la storia.

Nell’affrontare un arco narrativo esteso nel tempo, il regista si lascia andare a lungaggini che annacquano la storia principale, introducendo personaggi superflui, senza riuscire a dare densità al racconto. L’occhio resta sempre lucido e attento ma le forbici, in sala di montaggio, avrebbero potuto lavorare di più.

Cannes 2018: Christopher Nolan sale in cattedra

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Cannes 2018: Christopher Nolan sale in cattedra

La star della quinta giornata del Festival di Cannes 2018 è stata Christopher Nolan, il regista britannico che ha presentato la versione restaurata di 2001: Odissea nello Spazio, nell’anno in cui ricorre il cinquantesimo anniversario dell’uscita al cinema di quello che è considerato il capolavoro di Stanley Kubrick.

Nolan ha raccontato di aver visto per la prima volta il film con suo padre “su uno schermo enorme, in 70 mm, al cinema di Leicester Square a Londra”. Per il piccolo Christopher di sette anni l’esperienza fu “qualcosa di sovrannaturale. Fu come essere trasportato in un viaggio incredibile e sono molto emozionato all’idea di poter donare alle nuove generazioni la possibilità, grazie a questo restauro, di ammirarlo nelle stesse condizioni in cui lo vidi io allora, vivendo la mia stessa emozione primaria.” E continua: “Il viaggio che ho iniziato con 2001 non è ancora concluso. E oggi mi ha portato qui a Cannes”.

Sul suo percorso per diventare regista, Nolan ha raccontato di come il padre gli abbia consigliato di prendere prima una laurea “vera” e poi di dedicarsi al cinema, così da avere un salvagente. “Non lo ringrazierò mai abbastanza, perché grazie a quegli studi ho potuto imparare a muovermi a mio agio nelle strutture letterarie, tra i miti e le storie.” Fedele all’insegnamento di Kubrick, Christopher Nolan crede che il miglior modo per imparare a fare film sia farli.

E proprio lavorando con gli amici e con la 16 mm, il regista ha dato vita a Following, il suo primo film, che girò nel fine settimana, perché per gli altri giorni lui e i suoi amici avevano un altro lavoro. Lavorando con pochi mezzi, Nolan ha così avuto esperienza in ogni campo della realizzazione di un film, per questo si sente di consigliare: “Ai giovani dico di provare ogni aspetto del fare un film, come feci io: luci, inquadrature, suono, montaggio.”

Proprio come Kubrick, anche Nolan si è sempre cimentato con la tecnologia del cinema ed è stato un pioniere dell’IMAX, formato in cui ha girato Dunkirk, film che gli è valsa la sua prima nomination alla migliore regia. “Mi ci sono imbattuto per la prima volta quando ero ragazzo. Pensai che era il futuro del cinema e che sarebbe stato il massimo se quelle immagini avessero potuto sposarsi alla spettacolarità della macchina hollywoodiana.” E così ha cominciato a sperimentare l’IMAX con Il Cavaliere Oscuro, per presentare il Joker. Ma con Dunkirk, spiega Nolan, si è realizzato il suo “sogno da sedicenne”.

E quando si parla di e con Christopher Nolan, non si può andare troppo lontano prima che venga introdotto l’argomento “Batman”. Il regista ha realizzato la trilogia di successo sul personaggio DC Comics e per portare sullo schermo il personaggio in questione ha detto di essersi ispirato al thriller e al noir, genere che più gli è caro. “Batman non ha superpoteri se non la ricchezza, ma la paura e il senso di colpa ne definiscono le caratteristiche da thriller.” Ma per Nolan è il cattivo che mette in luce le doti dell’eroe, e così i suoi tre cattivi permettono al personaggio di strutturarsi al meglio e di diventare leggenda: un mentore che si fa avversario (Batman Begins), un agente del caos come Joker (Il Cavalere Oscuro) e “la mitologia pura e semplice” (Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno).

La proiezione di 2001: Odissea nello Spazio, nella sua versione restaurata, sarà proiettata questa sera, nella sala Debussy del Palais du Cinema alla presenza di Christopher Nolan, ma anche a quella di Katharina Kubrick, figlia di Stanley, e di Keir Dullea e Jan Harlan, protagonista e produttore del film.

Il Festival di Cannes 2018 si svolgerà dall’8 al 19 maggio. Segui il nostro speciale.

Mon tissu préféré, recensione del film di Gaya Jiji

Mon tissu préféré, recensione del film di Gaya Jiji

Mon tissu préféré, letteralmente “il mio tessuto preferito”, è l’opera prima della regista Gaya Jiji. Presentato nella sezione Un Certain Regard del Festival di Cannes 2018, il film apre una finestra sulla vita e le vicende di una giovane donna durante le prime terrificanti insurrezioni della Primavera Araba in Siria nel 2011.

Nahla (Manal Issa), commessa di un negozio di abbigliamento, vive con sua madre Salwa (Souraya Baghdadi) e le sue sorelle più piccole Myriam (Mariah Tannoury) e Line (Nathalie Issa). Mentre alla radio vengono riportate le crescenti tensioni sociali, Nahla aspetta l’arrivo di un compatriota, trasferitosi negli Stati Uniti e tornato in patria per incontrarla e concludere un matrimonio combinato che le permetterà di lasciare la Siria.

Con una scelta molto interessante, l’esordiente regista decide di parlarci del conflitto siriano e dei suoi primi effetti sulla popolazione pur tenendo sullo sfondo le tensioni belliche. Queste non sono mai le protagoniste del racconto, ma se ne possono udire o vedere solo i non lontani echi. Il nucleo centrale del racconto è tutto dedicato alla giovane protagonista, al suo convivere con il terrore che sempre più si insinua nella sua vita e in quello delle persone a lei vicine. Nahla è combattuta tra il sacrificare sé stessa per unirsi in un matrimonio che potrebbe portarla via da quella realtà così cupa, oppure restare fedele a sé stessa, ai suoi sogni, decidendo di affrontare l’incerto futuro.

Quello della Jiji è un film che a suo modo denuncia la condizione di una popolazione, e in particolare i giovani di questa, bloccata in un equilibrio tra vita e morte, tra ordine e caos. La regista cerca di indagare, senza mai giudicare, i comportamenti che ogni personaggio sviluppa in seguito al nascente clima di terrore.

Ciò che frena l’idea del film sono tuttavia una sceneggiatura e un’idea di regia che generano un ritmo incostante, che rende complesso seguire le vicende senza perdersi tra i numerosi personaggi e nei loro intricati rapporti. Con il proseguire della narrazione, e l’addentrarsi sempre più nella vita della giovane protagonista, il senso di fastidio per gli intrecci non riusciti aumenta, portando a distrarsi facilmente. Ancor più grave è il fatto che avvicinandosi alla sua conclusione il film sembra allontanarsi fin troppo dalle sue intenzioni iniziali, sprecando l’occasione di fornire un interessante punto di vista e riducendosi ad essere un dramma dai risvolti poco incisivi.

Le livre d’image: recensione del film di Jean-Luc Godard

Le livre d’image: recensione del film di Jean-Luc Godard

Torna in concorso al Festival di Cannes 2018 il celebre autore della Nouvelle Vague, Jean-Luc Godard con il suo nuovo film dal titolo Le livre d’image. Dopo aver vinto il Premio della Giuria al medesimo Festival nel 2014 con Adieu au Langage, Godard prosegue con la sua ricerca sul linguaggio cinematografico, cercando come sempre di stupire per i suoi tentativi di innovazione e allo stesso tempo di fornire uno sguardo nuovo sul mondo e sull’umanità.

Difficile ridurre Le livre d’image ad una trama esplicativa dell’idea dell’autore. Il film non è altro che un costante found footage con immagini, spezzoni di video presi dall’internet o di celebri film del passato. Un libro di immagini, appunto, che tenta attraverso un filo logico di evidenziare la morte del linguaggio, come già teorizzato nel precedente film, e la morte di un’umanità che soccombe sempre più alla guerra e al terrorismo.

È un discorso fortemente politico quello che porta avanti Godard, criticando e domandando in forma retorica dove sia finita l’umanità, in tutte le sue forme. Attacca i testi sacri delle principali religioni, attacca la morte del pensiero, attacca tutto ciò che sta portando sempre più ad una spersonalizzazione dell’essere umano dal suo contesto naturale. Attraverso la giustapposizione di numerose immagini, è il montaggio il vero protagonista, che ci conduce attraverso un percorso criptico che tenta di stimolare riflessioni e fornire domande alle quali non sembra avere risposta neanche l’autore stesso.

Le livre d'image

Le immagini, i suoni, le parole, tutto viene da Godard decontestualizzato per essere riadattato a nuova forma, per ricercare sempre nuovi e infiniti significati al materiale su cui lavora. Egli tenta di dar vita ad una storia globale che possa colpire lo spettatore su più punti facendo risvegliare la sua coscienza.

Nel suo perseguire un linguaggio di questo tipo, così provocatorio così anti narrativo, Godard ottiene però l’effetto di rimaner bloccato nel passato. In un passato in cui il linguaggio da lui inventato poteva essere novità di estrema attrattiva, ma che oggi si rivela essere un modo di comunicare stanco e affatto innovativo. Il messaggio che ne deriva è privato di una reale forza, e sembra in ogni caso aver ben poco da comunicare realmente.

Il risultato finale di questo Le livre d’image è così quello di frastornare lo spettatore, di infastidirlo, con la conseguenza che si arriva a chiedersi quale sia il valore, oggi, di un’opera e di un linguaggio di questo tipo. Il nuovo film di Godard appare così come un’opera dall’indiscussa complessità di ideazione e realizzazione, ma che suscita nello spettatore numerose perplessità.

Cannes 2018: Michael B. Jordan e Michael Shannon presentano Fahrenheit 451

Michael B. Jordan e Michael Shannon, accompagnati da Sofia Boutella (La Mummia), hanno partecipato al photocall di Fahrenheit 451, evento speciale Proiezioni di mezzanotte al Festival di Cannes 2018 e trasmesso sulla HBO il 19 maggio prossimo.Il film, produzione televisiva destinato alla diffusione tv, sulla HBO appunto, è stato ammesso alla proiezione e presentazione sulla croisette, nonostante le chiare posizioni anti Netflix della direzione artistica.

Guarda il trailer di Fahrenheit 451

Si tratta della seconda trasposizione cinematografica del grande classico della letteratura sci-fi, dopo Fahrenheit 451 di Francois Truffaut (uscito nel 1966). Stavolta alla regia del film c’è Ramin Bahrani, acclamato autore di 99 Homes e At Any Price.

Il Festival di Cannes 2018 si svolgerà dall’8 al 19 maggio. Segui il nostro speciale.

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Cannes 2018: Jean-Luc Godard presenta Le livre d’image

Jean-Luc Godard torna in concorso a Cannes e lo fa via Facetime. Il regista ancora desideroso di sperimentare e di giocare con le immagini e il racconto cinematografico catalizza l’attenzione della stampa non solo sullo schermo della sala, ma anche su quello di un telefonino, dove compare il suo viso e da cui racconta Le livre d’image.

Dopo Addio al Linguaggio, Godard spinge ancora più oltre la sua sperimentazione visiva, realizzando una specie di blob, dove numerosissimo sono i momenti in cui lo schermo nero rimanda una voce, delle parole e tacciono sulle immagini, a spiegare ciò che lui stesso ha dichiarato in conferenza: “Non volevamo che il suono accompagnasse le immagini, ma che ci dialogasse”.

Il suo lavoro di assemblaggio libero è l’ultimo capitolo, per adesso, di un discorso lungo e articolato, che già negli anni ’50 aveva corpo e forza. E proprio dalla forza del suo corpo, perdonate il gioco di parole, dipenderà il suo cinema, così come lui spiega: “Tutto dipende dalle mie gambe, ma soprattutto dalle mani e un po’ dai miei occhi. A questa età ho difficoltà a vivere la mia vita, ma ho ancora il coraggio di immaginarla”.

Sicuramente l’immaginazione non manca a Jean-Luc Godard che torna al concorso di Cannes 2018, come un vecchio amico e un ospite desiderato e atteso.

Il Festival di Cannes 2018 si svolgerà dall’8 al 19 maggio. Segui il nostro speciale.

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Cannes 2018: Marion Cotillard torna al Festival

Marion Cotillard è tornata al Festival di Cannes anche per la sua edizione numero 71 per presentare Angel Face, primo lungometraggio di Vanessa Filho selezionato nella sezione Un Certain Regard.

Dopo aver partecipato al photocall per la presentazione di 335, nuovo film diretto da Simon Kinberg in cui recita al fianco di Jessica Chastain, Lupita Nyong’O, Penelope Cruz e Fan Bingbing, la Cotillard ha posato per i fotografi nel giorno di presentazione di Angel Face.

Il Festival di Cannes 2018 si svolgerà dall’8 al 19 maggio. Segui il nostro speciale.

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Cannes 2018: la petizione per abolire i “colori della stampa”

L’abolizione delle proiezioni per la stampa ha portato un po’ di scompiglio sulla croisette, molto prima che Cannes 2018 aprisse i battenti. L’annuncio di Thierry Fremaux ha contrariato i giornalisti accreditati, soprattutto i quotidianisti che, sulla tempestività, fondano il loro lavoro.

Dopo la piccola rivolta e le proteste, sono seguite le rassicurazioni dello stesso Fremaux in conferenza stampa straordinaria, e il Festival è cominciato. Al quarto giorno però, l’11 maggio, è arrivata la petizione dal titolo Cannes: abolish the caste system! in favore dell’abolizione dei colori di badge per i giornalisti che stabiliscono la priorità per gli accessi in sala.

Facciamo un passo indietro. Gli accrediti stampa a Cannes sono di colori diversi. Dal meno al più importante abbiamo: il giallo, il blu, il rosa, il rosa pastigliato (ovvero con un bollino in più) e il bianco (considerato quasi una creatura mitologica). La petizione in questione mira ad abolire questo sistema che mette in condizione per lo più gli accreditati “in giallo”, meno quelli “in blu”, a lunghe code e rush line senza la certezza di entrare in sala, perché la precedenza ce l’hanno i colleghi di “rango superiore” e ovviamente i possessori di biglietto.

A promuovere questa raccolta firme, contro le “umiliazioni” di alcuni giornalisti, ci sono Rubing Liang e Zishun Ning, freelance newyorchesi, che hanno anche girato un cortometraggio in merito, intitolato The Color of Cannes, che potete vedere di seguito:

A questo link, invece, trovate la PETIZIONE

La proposta dei due giornalisti è argomentata e valida, vedremo se il Festival, raggiunto il numero di firme necessario, considererà la possibilità di democratizzare l’accredito per la stampa festivaliera.

Il Festival di Cannes 2018 si svolgerà dall’8 al 19 maggio. Segui il nostro speciale.

Joueurs: recensione del film con Stacy Martin

Joueurs: recensione del film con Stacy Martin

Selezionato per la Quinzaine des Réalisateurs al Festival di Cannes 2018, Joueurs (Treat Me Like Fire) è il debutto cinematografico di Marie Monge, giovane e promettente regista francese. Il film è una pura storia d’amore, che ha per interpreti principali l’attrice Stacy Martin, famosa per il ruolo di protagonista in Nymphomaniac di Lars Von Trier, e Tahar Rahim, celebre invece per il suo ruolo ne Il profeta, Jacques Audiard.

Quando Ella (Stacy Martin) incontra Abel (Tahar Rahim) la sua vita viene irreversibilmente sconvolta. Attratta in modo irresistibile dal modo di fare di lui, la giovane ragazza lo seguirà alla scoperta del mondo segreto del gioco d’azzardo di Parigi, dove soldi e adrenalina la fanno da padroni. La loro storia d’amore a sua volta diventa una scommessa, che evolve sempre più in una passione divorante.

È una vera e propria inversione dei ruoli quella che la regista sottopone ai suoi personaggi, assegnando il punto di vista principale alla protagonista femminile. Benché il film parli di dipendenza, in questo caso dal gioco d’azzardo, l’interesse è focalizzato su coloro che vivono accanto al dipendente. Attraverso gli occhi di Ella seguiamo infatti i vani e disperati tentativi di un’innocente ragazza che cerca in tutti i modi di salvare la sua storia d’amore. Assistiamo al suo cadere sempre più in un vortice che la allontana da tutto e tutti, ma proprio qui sta l’elemento che rende interessante il suo personaggio, salvandolo da una possibile banalizzazione.

Joueurs

Nel caso di questa storia è Ella la figura che si prende su di sé tutte le responsabilità, è consapevole di ciò che accade, scegliendo di addentrarsi nel pericoloso mondo di Abel e anzi dimostrandosi più in grado di lui nel gestirlo. Il personaggio di Stacy Martin risulta essere un vero e proprio catalizzatore di attenzioni e motore della narrazione. La brava attrice aggiunge poi del suo, riuscendo a far convivere in Ella fragilità e forza d’animo. Non da meno è il protagonista maschile, interpretato da un sempre bravo Tahar Rahim, che riesce a rendere umano un uomo prigioniero dei suoi vizi. L’attore non scade mai nel macchiettistico, ma dona al suo Abel una profondità d’animo che lo differenzia da tanti altri simili personaggi visti sullo schermo. Entrambi sono dei veri e propri giocatori, come suggerisce il titolo francese, pronti a mettere in palio ogni cosa, perfino sé stessi.

Joueurs affida inoltre molto della narrazione all’ambiente che circonda i suoi personaggi, al modo in cui questo viene fotografato. I due protagonisti vengono contrapposti per colori, luci, suoni, raccontandoci così molto più di quello che le parole comunicano. È un’idea l’ambientazione parlante, quella degli esterni metropolitani, che la regista riprende su sua ammissione da fonti di ispirazione quali Martin Scorsese e i fratelli Safdie, riadattandola alle luci e ai rumori di una Parigi cupa e violenta.

Come in ogni opera prima che si rispetti, questa non è esente da difetti. Alcuni risvolti narrativi poco convincenti rallentano il ritmo e l’attrattiva del film, ma la bravura degli interpreti e una regia solida rendono Joueurs un intrigante prodotto, che indaga gli effetti di un amore tormentato, che come un gioco trascina nel suo vortice fino a lasciare chi vi ha fatto parte privo di forze, costringendolo a ricominciare da zero una nuova esistenza.

Spider-Man e Deadpool ballano sulle note di Taylor Swift [VIDEO]

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Spider-Man e Deadpool ballano sulle note di Taylor Swift [VIDEO]

Due ballerini travestiti da Spider-Man e Deadpool si sono lanciati in un ballo scatenato sulle note di “Shake It Off” (la celebre hit di Taylor Swift) sul palco del Roseland Festival, rassegna che si è svolta dal 21 aprile al 5 maggio nella penisola della costa meridionale della Cornovaglia.

Il video di uno spettatore che ha ripreso il balletto è subito diventato virale. Potete dargli un’occhiata di seguito:

Deadpool 2: il trailer vietato del film con Ryan Reynolds

Vi ricordiamo che, mentre Spider-Man è nelle sale con Avengers: Infinity War, il mercenario chiacchierone tornerà presto al cinema con Deadpool 2, sequel diretto da David Leitch.

Di seguito la sinossi del film:

Dopo essere sopravvissuto a un quasi fatale attacco di mucche, uno chef sfigurato che lavora in una cafetteria (Wade Wilson) lotta con il suo sogno di diventare il barista più sexy di Mayberry mentre impara a scendere a patti con il fatto che ha perso il senso del gusto.

Cercando di riconquistare la sua spezia per la vita, così come un condensatore di flusso, Wade deve combattere i ninja, la yakuza e un branco di cani sessualmente aggressivi, mentre viaggia in giro per il mondo per scoprire l’importanza della famiglia, dell’amicizia e del sapore. Un nuovo gusto per l’avventura e per ottenere l’ambito titolo di tazza di caffè del World’s Best Lover.

Deadpool 2: Wade Wilson si infila nella camera d’albergo di Hugh Jackman

Avengers 4: i dettagli sulle possibili direzioni della trama [spoiler]

ATTENZIONE, l’articolo contiene SPOILER su Avengers: Infinity Warpossibili spoiler da Avengers 4.

Sappiamo già, visto l’epilogo tragico di Infinity War, che Avengers 4 sistemerà quasi sicuramente ciò che è andato storto nel precedente film; o meglio, sarà un tentativo dei nostri eroi di porre rimedio allo schiocco di dita di Thanos che ha messo fine a metà dell’universo vivente, portando con sé moltissimi eroi, tra cui Spider-Man, Doctor Strange, Black Panther e Bucky.

Tuttavia Kevin Feige, i fratelli Russo e l’intero cast non hanno ancora rivelato nulla degli eventi del quarto film sugli Avengers, tranne il fatto che (come visto nell’unica scena post credits di Infinity War) Captain Marvel arriverà in soccorso per regolare i conti con il Titano Pazzo.

Leggi anche – Avengers 4: ecco i 16 personaggi che torneranno sicuramente

Nel frattempo però hanno iniziato a circolare in rete dettagli sulle possibili direzioni della trama del film (ovviamente da prendere con le pinze). Le trovate di seguito:

I viaggi nel tempo

avengers 4Numerose foto dal set di Avengers 4 sembrano aver rivelato scenari appartenenti al passato del MCU: Thor e Loki mostrati insieme allo S.H.I.E.L.D. in quella che era chiaramente una sequenza del primo Avengers, oppure Captain America che indossa il suo classico costume rosso e blu (prima dell’upgrade)

Tuttavia altri scatti rubati durante le riprese vedono Tony Stark e Ant-Man nei loro costumi attuali, dettaglio che sembra confermare l’ipotesi dei viaggi nel tempo. Insomma, è quasi certo che gli eroi torneranno nel passato e rivisiteranno gli eventi dei precedenti film dei Marvel Studios, e che molto dipenderà dall’esito della relazione fra Steve e Tony.

Vendicatori contro Vendicatori

avengers 4Anche se i leak comparsi online non specificano se tutti gli Eroi incroceranno la strada con i loro sé passati, si è ipotizzato che Nebula possa attraversare un arco narrativo di vitale importanza nel corso di Avengers 4 e che finirà per combattere la sua controparte più malvagia. 

Captain America userà il Mjolnir

avengers 4Durante l’ultimo atto di Infinity War, Captain America e Thor hanno cercato di regolare i conti con Thanos ma il Dio del Tuono è stato “spazzato via” quando il Titano Pazzo ha scatenato il potere del guanto dell’infinito (anche se abbiamo visto che Thor sopravvive allo schiocco delle dita come gli altri vendicatori originali).

Tuttavia dopo questo evento Steve Rogers potrebbe davvero brandire il Mjolnir perché finalmente degno di sollevare l’iconico martello di Thor. Non è chiaro però da dove venga l’arma e a chi appartenga nel passato dove gli eroi torneranno grazie ai viaggi nel tempo…

La morte di Captain America

avengers 4Diciamoci la verità: molti di noi si aspettavano di vedere morto Steve Rogers alla fine di Avengers: Infinity War, un po’ perché sarebbe stato un evento giusto per concludere il suo arco narrativo, un po’ perché sappiamo che il contratto di Chris Evans è in scadenza.

L’attore si è detto pronto a lasciare il personaggio e il MCU dopo Avengers 4, dunque non è difficile immaginare un passaggio di testimone dello scudo di Cap ad un altro eroe (magari proprio l’amico Bucky?).

La ragione dei viaggi nel tempo

avengers 4Perché gli eroi dovrebbero viaggiare nel tempo? Tutto potrebbe essere collegato alle gemme dell’infinito: i superstiti del disastro scatenato da Thanos in Infinity War potrebbero infatti decidere di creare il proprio guanto dell’infinito (cosa fattibile considerando il fatto che lo stampo è stato visto su Nidavellir in una scena del film) per poi tornare indietro e raccogliere le gemme nel passato.

Questo stratagemma allora cambierebbe radicalmente il Marvel Cinematic Universe, arrivando alla soglia della Fase 4 con scenari rivoluzionati e inediti.

Le gemme dell’infinito

avengers 4Ancora riguardo ai viaggi nel tempo e alle gemme dell’infinito, è possibile che i Vendicatori rimasti saranno in grado di ridefinire il loro guanto nel passato senza però cambiare il presente. Secondo questa ipotesi gli eroi conquisteranno la gemma del Potere prima di Star Lord (rivoluzionando così la timeline e gli eventi di Guardiani della Galassia).

Hulk potrebbe salvare la situazione

avengers 4In Avengers: Infinity War Bruce Banner, traumatizzato dall’incontro-scontro con Thanos, non riesce più a scatenare Hulk. Tuttavia è chiaro che, se superasse questa “crisi”, Banner potrebbe essere la chiave della vittoria, magari impugnando il guanto dell’infinito…

I fratelli Russo su Captain America e il Mjolnir

avengers 4Due anni fa, in un’intervista con l’Huffington Post, i fratelli Russo avevano risposto ad una domanda su Captain America e il Mjolnir, affermando che questo arco narrativo poteva essere materiale interessante per i futuri sceneggiatori. Accadrà davvero o era solo un modo per confonderci le idee?

Deadpool 2: Hugh Jackman dice “no” alla reunion con Ryan Reynolds [video]

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Ryan Reynolds non ha mai nascosto il desiderio di vedere insieme sullo schermo Wade Wilson e Wolverine: qualche giorno fa, in occasione della promozione di Deadpool 2, l’attore aveva confessato di voler convincere Hugh Jackman a tornare nei panni di Logan, anche se “è un’impresa quasi impossibile, ma non c’è nessun essere umano che amo più di lui nell’universo dei cinefumetti, e nella vita come amico.”

La risposta di Jackman è arrivata puntuale con un messaggio lanciato durante il talk show Good Morning America:

Ho un piccolo messaggio per Ryan: ti voglio bene, sei uno dei miei migliori amici, amo Deadpool e non vedo l’ora di vedere il film. Ma rallenta un po’, così è un po’ troppo e non è sexy…

Deadpool 2: il trailer vietato del film con Ryan Reynolds

Diretto da David LeitchDeadpool 2 arriverà nelle nostre sale il 15 maggio. Nel cast Ryan Reynolds nei pani del Mercenario Chiacchierone della MarvelZazie Beetz in quelli di Domino e Josh Brolin in quelli di Cable.

Dopo essere sopravvissuto a un quasi fatale attacco di mucche, uno chef sfigurato che lavora in una cafetteria (Wade Wilson) lotta con il suo sogno di diventare il barista più sexy di Mayberry mentre impara a scendere a patti con il fatto che ha perso il senso del gusto.

Cercando di riconquistare la sua spezia per la vita, così come un condensatore di flusso, Wade deve combattere i ninja, la yakuza e un branco di cani sessualmente aggressivi, mentre viaggia in giro per il mondo per scoprire l’importanza della famiglia, dell’amicizia e del sapore. Un nuovo gusto per l’avventura e per ottenere l’ambito titolo di tazza di caffè del World’s Best Lover.

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Deadpool 2: Wade Wilson si infila nella camera d’albergo di Hugh Jackman

Shazam!: terminate le riprese del cinecomic DC

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Shazam!: terminate le riprese del cinecomic DC

Sono ufficialmente terminate le riprese di Shazam!, il nuovo cinecomic targato DC Films diretto da David F. Sandberg. Ed è proprio il regista ad annunciare la fine dei lavori su Twitter:

Fine riprese per Shazam! Ora sotto con mesi di post-produzione

Shazam!: Zachary Levi zittisce le critiche al suo costume

Vi ricordiamo che il film farà parte dell’Universo Cinematografico DC e seguirà le uscite di Aquaman e Wonder Woman 2, gli altri due attesi titoli di casa DC.

La sinossi: Abbiamo tutti un supereroe dentro di noi, ci vuole solo un po’ di magia per tirarlo fuori. Nel caso di Billy Batson, gli basta gridare una sola parola – SHAZAM! – affinché questo ragazzo adottato di 14 anni possa trasformarsi nel Supereroe Shazam per gentile concessione di un antico mago. Ancora bambino all’interno di un corpo divino, Shazam si diverte nella versione adulta di se stesso facendo ciò che qualsiasi adolescente farebbe con i superpoteri: divertirsi! Volare? Vedere a raggi X? Saltare i compiti a scuola? Shazam vuole testare i limiti delle sue capacità con la gioiosa imprudenza di un bambino, ma dovrà padroneggiare rapidamente questi poteri per combattere le forze mortali del male controllate dal Dr. Thaddeus Sivana.

Nel cast Zachary Levi (Shazam!), Asher Angel (Billy Batson), Mark Strong (Dr. Thaddeus Sivana)Jack Dylan Grazer (Freddy), Grace Fulton (Mary), Faithe Herman (Darla), Ian Chen (Eugene), Jovan Armand (Pedro), Cooper Andrews e Marta Milans (genitori adorrivi di BillyVictor e Rosa Vasquez), Ron Cephas Jones (Il Mago).

Henry Cavill crede che vedremo Superman insieme a Shazam! e Black Adam nel DCEU

Avengers: Infinity War, ecco quali scene non sono finite nel film

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È stato confermato dai due sceneggiatori di Avengers: Infinity War che alcune scene relative a Thanos e agli altri protagonisti non sono finite nella versione del film vista in sala (ma speriamo di trovarle nell’edizione homevideo).

Oggi però, grazie alle parole di Christopher MarkusStephen McFeely, possiamo svelarvi il contenuto di questi momenti “sacrificati” all’ultimo e un dettaglio su Avengers 4, il capitolo che chiuderà definitivamente la Fase 3 del MCU:

  • Una sequenza in flashback avrebbe mostrato Thanos mentre veniva respinto dai suoi compagni Titani dopo aver suggerito di annientare metà della popolazione del pianeta (mai girata)
  • Un’altra scena vedeva Thanos reclutare i membri del suo Ordine Nero (anche questa mai girata)
  • Un opening dedicato a Tony Stark e Pepper Potts totalmente differente da quello visto nella versione finale
  • Due sequenze action con protagonisti Steve Rogers, Natasha Romanoff e Sam Wilson mentre combattevano il crimine sotto copertura.

Per quanto riguarda Avengers 4 invece, MarkusMcFeely hanno assicurato grandi sorprese per Captain America, il cui arco narrativo sarà “intenso“.

Avengers: Infinity Warrecensione del film Marvel Studios

Vi ricordiamo che Avengers: Infinity War, diretto da Anthony e Joe Russo e prodotto da Kevin Feige. Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Michael Grillo e Stan Lee, è arrivato nelle nostre sale lo scorso 25 aprile.

La sinossi: Un viaggio cinematografico senza precedenti, lungo dieci anni, per sviluppare l’intero Marvel Cinematic Universe, Avengers: Infinity War di Marvel Studios porta sullo schermo il definitivo, letale scontro di tutti i tempi. Gli Avengers e i loro alleati supereroi devono essere disposti a sacrificare tutto nel tentativo di sconfiggere il potente Thanos prima che il suo attacco improvviso di devastazione e rovina metta fine all’universo.

Avengers: Infinity War, i registi svelano dettagli su una scena eliminata

Gli Incredibili 2: la famiglia di supereroi in azione nel nuovo trailer

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È online un nuovo trailer de Gli Incredibili 2, sequel del fortunato film d’animazione del 2004 targato Pixar che riprenderà la narrazione della famiglia di supereroi subito dopo gli eventi del primo capitolo.

Potete dargli uno sguardo qui sotto, insieme alla nuova locandina ufficiale.

gli incredibili 2

Gli Incredibili 2: perché il film inizierà subito dopo gli eventi del primo capitolo?

Di seguito la prima sinossi ufficiale de Gli Incredibili 2:

La famiglia di supereroi preferita da tutti è tornata, ma questa volta Helen è sotto i riflettori, lasciando Bob a casa con Violet e Dash per esplorare la quotidianità della vita “normale”. È una dura transizione per tutti, resa ancora più dura dal fatto che la famiglia è ancora all’oscuro dei superpoteri emergenti del piccolo Jack-Jack. Quando un nuovo criminale schiude una trama brillante e pericolosa, la famiglia e Frozone devono trovare un modo per lavorare di nuovo insieme – il che è più facile a dirsi che a farsi, anche quando sono tutti Incredibili.

Nella versione originale Gli Incredibili 2 sarà doppiato da Holly HunterCraig T. NelsonSarah VowellHuck MilnerSamuel L. JacksonBob Odenkirk e Catherine Keener.

Il film, ventesimo titolo prodotto dalla Pixar Animation, arriverà nei cinema entro il 2018.

Gli Incredibili 2la prima immagine del film

Cold War: recensione del film di Pawel Pawlikowski

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Cold War: recensione del film di Pawel Pawlikowski

Dopo il glorioso Ida, premio FIPRESCI a Toronto e soprattutto premio Oscar per il Miglior Film Straniero nel 2015, Pawel Pawlikowski torna con Cold War (Zimna Wojna) presentato in Competizione al Festival di Cannes 2018. La storia, ambientata tra il 1949 e il 1964, racconta l’amore, ostacolato dalla storia e dal tempo, tra Zula e Wiktor, lei cantante dalla voce d’angelo e lui compositore. La loro possibilità di essere felici è quella di andare via dall’Unione Sovietica nel periodo della ricostruzione post Seconda Guerra Mondiale. La musica li tiene uniti, ma la storia li divide, e nel corso degli anni riusciranno a incontrarsi in giro per l’Europa, entrambi cercando di sopravvivere, sempre desiderosi di inseguirsi.

In un magnifico bianco e nero, come per Ida, realizzato dal direttore della fotografia Lukasz Zal, Pawlikowski racconta di un amore impossibile, tempestoso, ma non lo fa mai con scene madri o momenti cardine. Tutto scorre rimanendo immobile nel corso degli anni, eppure i protagonisti cambiano, si stratificano e tirano lo spettatore dentro al loro dramma.

Al bianco e nero Pawlikowski associa il formato 4:3, la breve durata e la citata assenza di picchi emotivi, tutti elementi che consegnano l’idea e la volontà di realizzare film “piccoli”, mentre lui si conferma una firma importante del cinema europeo. Intorno al rapporto tra la fumantina Zula e il colto Wiktor si instaura una dimensione musicale che li lega a dispetto di tutto ciò che li divide, su ogni altra cosa l’estrazione sociale. Ogni volta che i due si incontrano, negli anni, in un Paese europeo differente, cambia il loro accompagnamento sonoro, come se ogni luogo avesse una sua musica, anch’essa tesa ad accompagnare l’evoluzione dei personaggi, che restano fermi nel tempo soltanto se messi di fronte al loro amore.

Pur raccontando una storia romantica, in Cold War Pawel Pawlikowski non si lascia mai andare al romanticismo spicciolo, preferendo la poesia delle immagini, degli sguardi, delle voci e delle dita veloci sul pianoforte. Una visione malinconica di una storia in cui i protagonisti hanno il nome dei genitori, anche loro, come i protagonisti, cresciuti nella Polonia ricostruita, morti nel 1989, poco prima che crollasse il Muro. A loro il film è dedicato.

Captain America. “Sono solo un ragazzo di Brooklyn”

Captain America. “Sono solo un ragazzo di Brooklyn”

L’inquadratura è ferma su un foglio di carta, le lettere battute a macchina dicono “asma, febbre reumatica, sinusite, pressione alta, palpitazioni, facile affaticamento, problemi cardiaci…”. La scheda medica del candidato alle armi Steve Rogers non è proprio quella dei supereroi, ma è proprio questa la storia che i Marvel Studios volevano raccontare: un ragazzo gracile, ma dall’animo nobile, sfida tutte le calamità della sua esistenza difficile (i genitori sono morti, i bulli si prendono gioco di lui e lo percuotono ripetutamente) per servire un bene più grande, la giustizia, e arruolarsi come soldato dell’esercito americano durante la Seconda Guerra Mondiale. Un conflitto che vede opposto al regime della vecchia Europa il futurismo pacifista del nuovo continente. Steve vuole essere tra quelli che cambieranno il mondo di domani, sconfiggere il nazismo e credere in una realtà migliore.

All’alba dell’uscita nelle sale di Captain America: Il Primo Vendicatore, lo studio cinematografico di proprietà della Walt Disney Company ha già prodotto quattro titoli, di cui uno viene distribuito nello stesso anno, tuttavia l’ambientazione storica è “inedita” al Marvel Cinematic Universe: un salto nel 1945 permette così al film di esplorare temi e questioni politiche antecedenti alla modernità di Iron Man, che invece era fortemente radicato nel presente delle guerre per il petrolio, e distanti per questioni geografiche e sentimentali dal dramma “familiare” di Thor; ne risulta un primo vero tentativo di contaminare il cinecomic – che ancora non si è costituito come tale – con il genere bellico e i classici d’avventura hollywoodiani, introducendo al pubblico (ma non ai lettori dei fumetti) il “primo supereroe della storia degli Stati Uniti”, nato come strumento di propaganda e trasformatosi in icona di diplomazia, etica, lealtà e rigore.

L’altezza dell’eroe

Nel capitolo uno della saga sul supereroe di Jack Kirby e Joe Simon, Steve Rogers diventa la “cavia” di uno scienziato illuminato, Abraham Erskine, che inietta nel corpo del ragazzo il siero del super soldato. Viene scelto fra i suoi commilitoni proprio perché debole, e come tale “conosce il valore della forza e il valore del potere”. Più alto, forte, grosso e veloce, la pulce Steve si trasforma solo esteriormente: non ha smarrito i suoi ideali né la purezza nello sguardo, non vuole uccidere, ma fermare i bulli (nell’immaginario collettivo dell’epoca sono Hitler e i nazisti). E in questo caso, il casting di Chris Evans si rivela perfetto per ragioni curriculari: in cerca di una giusta dimensione, alla pari del rachitico Steve che guarda il suo riflesso troppo piccolo su un cartellone propagandistico, l’attore era reduce dal flop dei Fantastici Quattro, dove ha interpretato Johnny Storm, alias la Torcia Umana, senza successo. La “riabilitazione” dell’eroe passa nelle mani dei Marvel Studios che lo avrebbero reso, di lì a poco, una figura insostituibile e molto amata dai fan.

Quello che ritroviamo alla fine de Il Primo Vendicatore e lungo il corso di The Avengers è un uomo fuori dal tempo, strappato da un mondo in cui l’attaccamento alla bandiera e i principi di equilibrio morale non esistono quasi più: a bordo della “missione Vendicatori” Steve conosce l’egocentrismo (Tony Stark), il complotto (Vedova Nera), l’avvento della tecnologia e il progresso (Bruce Banner), fattori ingestibili che potrebbero compromettere il lavoro di squadra. Spaccatura ancora più evidente nei successivi film che lo vedono protagonista e che si allarga a macchia d’olio oltre le dinamiche interpersonali con i suoi simili, nella società americana in toto e nella discussione della politica attuale. Così, sulla scia della “responsabilità” civile, Captain America: The Winter Soldier mostra la difficile convivenza tra l’idealismo del passato e il cinismo del presente, tra ingenuità e compromesso, trasparenza e menzogna.

Captain America, il viaggio dell’eroe da Il Primo Vendicatore a Civil War

un uomo fuori dal tempo

Tre questioni chiave hanno definito gli ultimi dieci anni di storia degli Stati Uniti, dall’insediamento alla casa bianca di George W. Bush fino alla successione con Barack Obama, e questi tre argomenti trovano ampio spazio di riflessione nel quadro supereroistico e commerciale del film, ovvero l’etica dell’uso della forza preventiva, la necessità di avere più trasparenza da parte dell’Intelligence (CIA, FBI, etc) e il pericolo scaturito dalla confusione e usato come strumento di vantaggio per le organizzazioni politiche.

Durante un intenso scambio di battute con Nick Fury, Steve Rogers afferma che “Tenere un’arma puntata contro la Terra non può definirsi protezione” e che questo clima di dichiarata “libertà” è invece un modo perverso di distillare paura nella gente. Come dargli torto. Osservando l’imponente statura dei mezzi navali che lo S.H.I.E.L.D. sta lanciando nell’atmosfera e che l’HYDRA manovra sotto copertura, ci viene da chiederci se non stiamo forse vivendo nell’epoca più buia del controllo delle istituzioni, soprattutto quando si parla di strategie di difesa contro attacchi terroristici, colpi di stato e guerre di ogni natura.

La stessa “oscurità”, suggerita anche dal tono mai spiritoso e dal cromatismo grigio-blu della fotografia di The Winter Soldier, rimanda alla cronaca recente di Edward Snowden, l’informatico che nel 2013 ha scoperto i programmi segreti di sorveglianza di massa del governo statunitense e britannico, il che ribadisce quanto sia importante – anche nella misura dell’intrattenimento di massa – continuare la stimolazione di certi temi.

Tuttavia l’aspetto più interessante, dal primo Avengers ad Age of Ultron (2015), è il fatto che registi e sceneggiatori abbiano voluto costruire intorno a Steve Rogers storie, universi e situazioni che non lo rappresentano affatto, ma un mondo così contrario ai suoi ideali da spingerlo a reagire. Ma che fine fanno i valori americani di Captain America se applicati agli scenari post-11 settembre, alla corruzione odierna, al carattere ben più complesso dei suoi “colleghi” Vendicatori? Una risposta per niente banale ci viene fornita dall’episodio tre, Civil War, che è l’anticamera di Infinity War e una giusta conclusione del suo ciclo. 

Guerre ideologiche e compromessi

Più che guerra civile, il cinecomic scritto da Christopher Markus e Stephen McFeely mette in pratica le fasi di una guerra di mentalità fra due figure chiave del Marvel Cinematic Universe: Steve e Tony Stark sono un ossimoro vivente, due sponde di un fiume tra le quali scorre acqua non sempre placida.

Sul vocabolario, vicino alla parola “ideologia” troverete scritto “insieme di credenze e valori che orientano un gruppo sociale”, e se parliamo di ideologia Rogers, quella corrisponderà alla lotta per un mondo giusto, ad ogni costo, senza pregiudicare la propria lealtà; se andiamo dalla parte opposta, troveremo conservazione, sottomissione e controllo dall’alto. Durante il funerale di Peggy Carter, il grande amore di Steve, sua nipote Sharon ricorda ai presenti che la zia non era solita scendere a compromessi, almeno finché non fosse davvero necessario, e questo discorso sedimenta nella testa del soldato la volontà di agire analogamente. Per recuperare l’ultimo brandello che lo lega al passato (l’amico Bucky), proteggere i nuovi “freak” che come lui sono rigettati dalla società (Wanda Maximoff) e sperare in un domani migliore.

Idealista oltre qualsiasi frontiera, Captain America è il supereroe che tutti vorremmo essere e che non saremo mai. Altri, di fronte alle sfide che ha dovuto affrontare nel corso del MCU, avrebbero certamente fatto un passo indietro. Non lui, che si oppone alla forza del pugno di Thanos stringendo i denti, che risparmia la morte al nemico, che mette sempre se stesso davanti alle vittime. La sua arma, di fatto, è uno scudo, e questo basta per comprenderne la nobiltà, oltre che la grandezza.

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