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BlacKkKlansman: recensione del film di Spike Lee #Cannes71

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BlacKkKlansman: recensione del film di Spike Lee #Cannes71

In concorso al Festival di Canens 2018, Spike Lee torna sul grande schermo con energia e grinta, con un film che coniuga un pensiero, una posizione sul mondo al grande cinema e all’intrattenimento: BlacKkKlansman.

BlacKkKlansman racconta di Ron Stallworth, primo poliziotto nero nella storia di Colorado Springs, infiltratosi nel Ku Klux Klan. Un film biografico, ma non solo. Con BlacKkKlansman, Spike Lee prova che i discorsi razzisti, che già avevano un sapore fuori dal tempo negli anni Settanta, sono validi tutt’ora e suonano ancora più primitivi. Sono tuttavia, spaventosamente attuali, rapportati alla realtà.

BlacKkKlansman: il film

Il regista si avvale di John David Washington (figlio di Denzel) e di Adam Driver per portare sullo schermo la coppia di agenti che misero in pratica il piano di Stallworth stesso (Washington). L’alchimia trai due sembra funzionare, dove il sempre bravo Driver regala solidità alla coppia, mentre l’aspetto brioso e action è affidato al personaggio di Washington, vero protagonista.

BlacKkKlansman vuole essere anche una commedia, o meglio, una satira sociale, come manifestato dalla scena iniziale del film: Alec Baldwin che recita un monologo disturbante, pesantemente razzista. Il riferimento è chiaro: Baldwin nell’ultimo anno è stato sotto gli occhi della Casa Bianca e di Trump per l’imitazione del Presidente a SNL.

BlacKkKlansman

Gli elementi del racconto di Lee sono semplici, tutti presenti all’inizio in quel monologo: schiettezza, razzismo e storia, tutto raccontato con un linguaggio leggero, molto divertente. Una scelta che coinvolge lo spettatore, disposto a ridere della follia storica, dell’odio, delle ottuse credenze.

Proprio questo umorismo, così insolito per Spike Lee, salta all’occhio in maniera palese, una comicità di linguaggio e di tempi che si scontra, con violenza (desiderata, ricercata e raggiunte), contro le scene finali del film: un montaggio delle vicende di Charlottesville, nell’agosto del 2017, ieri, storicamente parlando, e della reazione di Trump.

Essendo un ottimo prodotto cinematografico, BlacKkKlansman può offrirsi anche solo come grande intrattenimento per la sala, dato il tono leggero, da commedia, come dicevamo, ma è chiaro che nasconde, neanche troppo velatamente, le intenzioni di un uomo contrariato da ciò che accade nel proprio Paese, adesso come negli anni Settanta.

Con un approccio lucido, innovativo per il suo solito stile, Spike Lee manifesta la sua rabbia verso una situazione sociopolitica rovinosa, quella della sua America. Ma non basta: il film, in chiusura, confermando il suo rivolgersi a tutto il mondo, e non solo alla comunità nera contro quella bianca, afferma con convinzione: “Power to all the people” (potere a tutte le persone). Un invito all’unione radicale, un appello a tutti gli uomini di ragione.

Festival CinemAmbiente: KLM vettore ufficiale

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Il Festival CinemAmbiente, che si terrà a Torino dal 31 Maggio al 5 Giugno 2018, nasce con l’obiettivo di presentare i migliori film sull’ambiente a livello internazionale e contribuire alla promozione del cinema e della cultura ambientale.

KLM è protagonista dell’evento e ne sostiene le finalità in qualità di Vettore Ufficiale: i membri della giuria e le guest stars della manifestazione avranno, infatti, il privilegio di volare su Torino a bordo dei moderni aeromobili della compagnia di bandiera olandese.

KLM, da sempre sensibile al tema ambientale, persegue da anni il proprio progetto CO2ZERO, il programma che prevede una serie di azioni con l’obiettivo di ridurre le emissioni nocive nell’aria.
Il piano d’azione di KLM prevede attivazioni sia a breve sia a lungo termine.

1. A breve termine: riduzione di emissioni di CO2 attraverso:

  • il costante rinnovo della flotta con l`introduzione dei nuovi Boeing 787 Dreamliner e Airbus 330, velivoli che riducono del 16% il consumo di carburante
  • la costante e meticolosa pulizia dei motori per mantenere bassi i consumi
  • l’utilizzo di biocarburanti
  • l’ottimizzazione dei processi di volo e un più efficiente utilizzo degli aeromobili (più o meno capienti a seconda delle stagioni e della domanda).

    2. A lungo termine:

  • KLM guarda anche al futuro partecipando attivamente alla ricerca condotta dalla DELFT University of Technology per lo sviluppo di aeromobili il 40% più efficienti e più silenziosi che saranno pronti, secondo le stime, a partire dal 2025.
  • EMISSIONI CO2: KLM è attiva affinché venga regolamentato l’aumento di emissioni di CO2 secondo il principio del “chi inquina paga” al fine di renderlo un incentivo per un approccio sempre più etico e responsabile da parte di tutte le compagnie aeree. Inoltre, partendo dall’assunto che il cielo è unico e di tutti, si adopera al fine di far tracciare rotte in maniera più razionale ed efficiente, ovvero senza deviazioni non necessarie che significano maggiori consumi.
  • COMPENSAZIONE DI CO2, il programma dedicato ai passeggeri che permette loro di volare a zero emissioni in modo semplice, efficace e dai costi contenuti che viene attivato al momento della prenotazione o direttamente sul sito KLM prima della partenza. Il ricavato del programma compensazione CO2 viene interamente investito nei progetti Gold Standard per la produzione di energia sostenibile nei paesi in via di sviluppo e altri iniziative dedicate alla tutela dell’ambiente. Grazie al programma di compensazione inoltre si contribuisce al progetto CO2OL Tropical Mix che trasforma gli ex terreni da pascolo di Panama in nuove foreste miste generando condizioni di lavoro ottimali per 150 persone.
  • CHARITY ACTIVITIES. Wings of Support, la ONG fondata nel 1998 dai dipendenti KLM e gestita da 90 volontari, è attiva con lo scopo di aiutare i bambini dei paesi in cui KLM è presente per favorire e agevolare la loro istruzione e fornire assistenza medica e ad oggi sostiene più di 25.000 bambini. WWF,
  • UNICEF e CROCE ROSSA, sono invece solo alcuni nomi di importanti ONG partner KLM che hanno potuto beneficiare delle donazioni di miglia da parte dei soci Flying Blue in modo da poter volare con più di 1600 voli nei paesi in cui necessitano di portare a termine le loro missioni.
  • CARBURANTI E CAFFE’ BIO. Numeri interessanti riguardano anche le attività relative all’utilizzo di biocarburanti: 561 voli solo nel 2017 alimentati con biocarburante sulla tratta Los Angeles – Amsterdam.

Ma non solo, grazie all’esperienza unica e unconventional che la compagnia offre ai propri viaggiatori, sarà possibile gustare dell’ottimo caffè certificato UTZ 100 % bio in tutte le classi di viaggio.

“La tematica ambientale è al centro di questo importante Environmental Film Festival.” – afferma Lucia Impiccini, Direttore Marketing Air France-KLM in Italia – “Siamo orgogliosi di supportare questo evento di rilevanza internazionale del tutto coerente con le nostre politiche e iniziative per il rispetto dell’ambiente e che aiuta a contribuire alla diffusione di una sempre più ampia cultura ambientale”.

KLM accoglie con favore anche la nascita di una nuova sezione competitiva riservata alle scuole, tassello fondamentale dell’ampio progetto CinemAmbiente Junior in cui il Festival riunisce le molteplici iniziative dedicate ai più giovani, target a cui KLM è sensibile in qualità di portavoce di valori di rispetto dell’ambiente, innovazione e caring.

Cannes 2018: presentata la X edizione dell’Italian Movie Award

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Si è svolta ieri, mercoledì 16 maggio 2018, presso il Salon Marta dell’Italian Pavilion, all’interno dell’Hotel Le Majestic, la conferenza stampa della X edizione di Italian Movie Award – Festival Internazionale del Cinema, che si svolgerà a Pompei dal 29 luglio al 6 agosto.

Alla presenza del presidente e direttore artistico del festival Carlo Fumo e del conduttore del festival Luca Abete, sono state annunciate le nomination 2018 delle categorie CORTOMETRAGGIO e DOCUMENTARIO, il miglior FILM D’ANIMAZIONE e la miglior OPERA PRIMA.

Sono state presentate le principali novità dell’edizione 2018 che ha deciso di introdurre un nuovo e originale criterio di premiazione per la categoria LUNGOMETRAGGI: sarà la Jury Roots, composta dalle più importanti comunità di cittadini di origini italiane all’estero, a sancire le migliori opere italiane all’estero preselezionate e nominate dalla Giuria Accademica.

Italian Movie Award 2018 dedica una retrospettiva al premio Oscar ® Denzel Washington e ha come tema il FUTURO: “Uno sguardo alle generazioni, a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni, perché gli insegnamenti di oggi rappresentano le scelte e le azioni del domani”.

Nel bunker di Churchill per l’uscita home video de L’Ora più Buia

Avere la possibilità di poter visitare il bunker costruito sotto il Government Office Building e camminare dentro i luoghi dove è stata scritta la storia, non solo dell’Inghilterra, ma del mondo intero, è un’emozione unica. Ci troviamo a Londra, precisamente dietro Westminster, dove Universal Picture Home Entertainment Italia, per l’uscita italiana de L’ora più buia, ci ha permesso di fare un tour nei luoghi che sono stati testimoni cruciali degli avvenimenti della seconda guerra mondiale, nelle stanze segrete dove il Primo Ministro Winston Churchill ha deciso di non arrendersi e continuare a lottare la tirannia di Hitler anche quando tutto sembrava perduto.

Il film racconta le cruciali ore in cui Churchill, appena eletto Primo Ministro, si ritrova a decidere se negoziare la pace o combattere la Germania nazista contro ogni probabilità di vittoria, fino alla fine per l’orgoglio del suo paese, arriva finalmente in DVD e Blu-Ray e 4K Ultra HD disponibile dal 9 maggio con Universal Picture Home Entertainment Italia.

La pellicola è stata diretta da Joe Wright, regista eccezionale conosciuto per Espiazione, Orgoglio e Pregiudizio, e Anna Karenina, vanta una crew di primo livello con la sceneggiatura di Anthony McCarten ed è interpretato da Gary Oldman, vincitore del Premio Oscar al Miglior Attore Protagonista e del Golden Globe nella stessa categoria (sezione drammatica) per la sua interpretazione. Il film è un meraviglioso racconto delle giornate critiche durante le quali Winston Churchill doveva prendere la decisione più difficile della sua vita, evidenziandone anche le sfumature caratteriali e l’uomo che si celava dietro il politico. Mentre Hitler si avvicina al Regno Unito, il Primo Ministro si trova a combattere per la sua leadership e a trovare la soluzione migliore per il suo paese.

L’ora più buia, la recensione del film con Gary Oldman

Il film è principalmente ambientato in quello che oggi è il Churchill Museum e Cabinet War Rooms (Clive Steps, King Charles St, Westminster, London SW1A 2AQ), interamente ricostruito dagli scenografi, dove si riuniva il gabinetto di guerra, al riparo da eventuali attacchi e al sicuro da fughe di notizie.

Il nostro tour è iniziato varcando la porta della stanza in cui si riunivano i potenti, dove abbiamo potuto ammirare la sedia del potere presieduta dal Primo Ministro, dove la nostra guida privata ci ha raccontato che è ufficialmente il posto dove si è fatta la guerra, facendoci notare le scavature create dall’anello di Churchill al lato del bracciolo della sedia, che di consueto batteva nei momenti di nervosismo. Tutta la stanza è piena di posaceneri (i gentlemen presenti a quanto pare fumavano copiosamente, per non parlare del protagonista che viaggiava ad un’andatura di 8/10 sigari per dì), e ogni singolo pezzo all’interno è originale, compresa la valigia rossa del Primo Ministro con l’adesivo delle Barbados, attaccato dal figlio.

Si procede nel lungo corridoio, che nel film pullula di segretarie indaffarate a lavorare, la guida ci mostra l’armadietto privato di Winston contenente sigari, Scotch e banane (rare da reperire in tempi di guerra), prima di entrare nella Map Room, dove sono state girate alcune fra le più toccanti scene della pellicola, Ci viene raccontato che Churchill aveva una certa ossessione per le mappe, che capeggiano ovunque all’interno del bunker, ma in questa stanza in particolar modo ci sono quelle più importanti. Quella grande sul muro che si vede anche nel film, rappresenta tutte le battaglie dell’atlantico ed è piena zeppa di fori, come potrete immaginare, qui si ricevevano informazione da tutto il mondo distinte dal colore dei telefoni, verde, bianco, rosso e nero, è dove Churchill scopre che a Dunkerque si trovano i suoi ragazzi completamente circondati dai tedeschi e si fa venire in mente un modo per salvarli, anche a costo di sacrificarne altri. Vi hanno lavorato circa cinquanta persone a turno all’interno, tutte autorizzate (era una delle stanze più segrete) e tutte dovevano registrarsi non appena entravano. Vi è una cartina-grafico che rappresenta una notevole diminuzione di perdite dal 1942 al 1945 delle flotte inglesi, questo perché nel 1944 grazie a Turing sono stati decodificati i codici creati mediante la macchina Enigma dei Tedeschi (vi esorto a vedere La Teoria del Tutto sceneggiato dallo stesso McCarten che racconta delle prodezze di Turing), e che ha dato un grosso slancio verso la vittoria nella guerra.

Tutti i calendari e gli orologi presenti segnano il 16 agosto 1945 (giorno della vittoria) alle 16.59, e tutto è stato lasciato esattamente come l’ultimo momento in cui sono stati a lavoro li sotto. È un’emozione indescrivibile da percepire e dopo aver visto il film lo si avverte ancora di più, il senso di responsabilità e la gravità che deve aver pervaso gli animi umani che hanno abitato questi uffici.

Il bunker non è solo ufficio, come vediamo nella pellicola di Wright, oltre alle brandine per le segretarie che perdevano il treno, vi erano anche diversi alloggi per i colonelli, quello di Churchill è arredato con moquette e ha un letto incredibilmente piccolo (misura standard, ma ricordiamo che era alto 1,67), nella sua stanza sono presenti diversi posaceneri, ovviamente, e una enorme cartina difronte al letto raffigurante la situazione di possibili attacchi delle coste inglesi. Era solito passare in questa stanza tre o quattro notti a settimana, da abitudine il Primo Ministro si alzava tardi facendo colazione con Whisky e acqua e restava a leggere e telefonare nel letto fino all’ora di pranzo ma poi lavorava fino a tarda ora. In questa stanza, dalla sua scrivania teneva i discorsi alla nazione, come quello presente nella pellicola in diretta nazionale. L’ultimo posto da visitare è in realtà una porta, vi era un unico bagno con acqua corrente li sotto, riservato ovviamente solamente a Churchill, ma si scoprì dopo la guerra che in realtà al suo interno si nascondeva un telefono transatlantico che lo metteva in linea diretta con l’allora presidente degli Stati Uniti d’America, Franklin Delano Roosevelt, come si vede in una scena del film. Il telefono era collegato ad uno degli impianti più all’avanguardia, considerata l’epoca, situato sotto i magazzini Selfridges di Oxford Street.

Innumerevoli cose ci sarebbero da raccontare su questo straordinario personaggio, così controverso e così stoico che ha guidato una nazione verso la vittoria solo e determinato al non accettare la sconfitta, vizioso, burbero e terribilmente elitario, per usare una delle sue frasi: “Il successo non è mai definitivo, il fallimento non è mai fatale; è il coraggio di continuare che conta.”

L’Ora Più Buia racconta le sfumature che hanno caratterizzato il personaggio prima dell’uomo, l’astuto leader di potere e il fragile coniuge e padre di famiglia. Nei contenuti speciali del DVD e Blu-Ray troviamo un’intervista in cui lo straordinario Gary Oldman racconta come diventare Churchill e il commento al film da parte del regista Joe Wright. Vi ricordiamo che è disponile dall’9 maggio distribuito da Universal Picture Home Entertainment Italia.

Si ringrazia il Churchill War Rooms | Imperial War Museums e la guida Jasmine Losasso.

Cannes 2018: Steven Yeun di The Walking Dead presenta Burning

Steven Yeun, il Glenn di The Walking Dead, ha presentato al Festival di Cannes 2018 Burning, film in concorso diretto da Chang-dong Lee. Con lui nel cast del film anche Jong-seo Jeon e Ah-in Yoo.

Ecco le immagini dal red carpet e dal photocall della mattina.

Il Festival di Cannes 2018 si svolgerà dall’8 al 19 maggio. Segui il nostro speciale.

Fonte foto

Star Wars: i 20 personaggi più potenti della Galassia

Star Wars: i 20 personaggi più potenti della Galassia

Star Wars è uno dei franchise che sono riusciti a dominare la cultura popolare per decenni. Ha costruito un universo vasto e intricato, del quale ora ci si accinge a riempire i vuoti e a raccontarne le origini. Si era cominciato con Rogue One, ma ora si va più a fondo: con Solo si comincia a raccontare le basi vere e proprie, le origini di uno dei personaggi più amati. Per quello che sappiamo dai trailer, nel film non ci sono Jedi, Sith, non c’è la Forza: costruisce il contesto, le fondamenta vere e proprie dell’universo di Star Wars.

Un universo fatto di personaggi e forze incredibili. Se pensiamo che qualunque Jedi o Sith è già più potente di qualunque altro umano o alieno, è particolarmente difficile capire chi sia più potente di chi. Inoltre, dato che la Forza è già di per sé un concetto non esattamente misurabile e piuttosto indefinito, inoltre, non ci aiuta a valutare. Ma, per rendervi le cose più facili, ecco una classifica del 20 personaggi più potenti di Star Wars.

Nota bene: la Disney ha dichiarato che la maggior parte dell’universo espanso non è canone, indicando come corpo canonico quello composto dai film, cartoni animati e fumetti, e questa lista si rifà proprio a questi.

Bendu

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Bendu è un personaggio dalla forza dell’altro mondo, tanto che per rendere l’idea di questa alterità nel doppiaggio originale si è scelto Tom Baker, l’iconico interprete del Quarto Dottore. Un mastodonte alieno, Bendu è abbastanza imponente da torreggiare sulla maggior parte degli umanoidi, ma reso talmente potente dalla Forza che non ha mai dovuto ricorrere alla forza fisica. È una creatura di per sé pacifica, che si rifiuta di prendere posizione sia per quanto riguarda la guerra che per quanto riguarda la Forza, restandosene un po’ a metà tra i Jedi e i Sith, una posizione che difende con integrità. Ma il fatto che abbia deciso di stare su un territorio neutrale, non significa che non sappia usare la Forza come si deve.

Infatti, può darsi che sia appunto la sua neutralità ad essere la fonte delle sue abilità. Bendu è particolarmente empatico e ha precognizioni dall’accuratezza abbastanza allarmante, e ha controllo diretto sulla natura che gli sta attorno. Ad un certo punto, trasforma addirittura il proprio corpo fisico in una gigante tempesta che cade sia sugli Imperiali che sui Ribelli. È anche una delle figure più sagge del canone di Star Wars, spesso assumendo il ruolo di mentore e confidente di chiunque cerchi il suo consiglio. Attraverso la Forza, fu addirittura capace di distruggere una buona parte di una nave imperiale d’invasione e addirittura di volare. Anche quando Bentu viene ferito, riesce ad evitare di venire ucciso semplicemente svanendo. Il potere della neutralità.

Generale Grievous

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Uno dei cattivi più sottorappresentati del canone di Star Wars, il Generale Grievous ha anche la reputazione di essere uno dei più mortali. Appare per la prima volta durante le Guerre dei Cloni in quanto generale Separatista, ed è ossessionato dalla guerra e dal combattimento, al punto che si fa volontariamente mettere degli impianti cibernetici per potenziarsi, che gli permettono di brandire quattro spade laser insieme (tutte e quattro rubate da Jedi uccisi da lui). Durante le Guerre dei Cloni, fa una lunga serie di vittime, spesso uccidendo per il puro gusto dell’uccidere piuttosto che per contribuire allo sforzo bellico. Oltre alla forza fisica, ha inoltre comandato l’armata di droidi e ha avuto decine di milioni di soldati robotici al suo comando, pronti ad intervenire su sua richiesta. Anche quando non è armato, quindi, ha una legione di macchine mortali al proprio servizio.

Era un combattente formidabile, al quale l’arte del combattimento con la spada laser fu insegnata da Dooku stesso, e fu ucciso per puro caso, per un colpo di fortuna. Era disarmato, ferito e in ritirata, ma riuscì comunque a portare il suo avversario, Obi-Wan Kenobi, sull’orlo della disperazione. Ma questi riuscì ad avere la meglio usando la Forza per attirare verso di sé proprio il blaster di Grievous, uccidendolo. Non ha lasciato molto dietro di sé, non avrà cambiato le carte in tavola, ma si merita una menzione per uno dei killer di Jedi più prolifici della storia.

Grande Ammiraglio Thrawn

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L’abilità di usare la Forza per sconfiggere i propri nemici e manipolare la mente è una delle cose più eccitanti mai viste sul grande schermo. Cosa c’è di meglio? La capacità di farlo senza la forza. Thrawn era originariamente un guerriero Chiss, addestrato per disfarsi degli avversari grazie ad una perfetta strategia e ad ogni costo. Sta di fatto che porta le cose al livello successivo, e diventa talmente abile nella manipolazione e nell’assassinio che diventa capace di avere la meglio su un intero plotone di stormtrooper senza nemmeno essere visto, lasciandosi poi catturare, ma solo per poi convincere l’Imperatore stesso che non solo non meritava di essere condannato per i propri crimini, ma che addirittura si meritava una posizione nella Marina Imperiale.

Con la sua innata abilità di capire di come pensano i suoi avversari, Thrawn scala velocemente i ranghi e diventare Grand’Ammiraglio, in prima linea durante la Guerra Civile Galattica. Ha avuto molti combattimenti corpo a corpo con i Jedi, ma non ha mai considerato nemmeno queste una sfida, a meno che non combattesse con più di un avversario alla volta. Ha vinto quasi ogni battaglia che ha combattuto, grazie al proprio talento per essere sempre qualche mossa avanti rispetto al proprio avversario. E si scopre poi essere un agente sotto copertura per i Chiss, mandato per valutare il valore dell’Impero.

Asajj Ventress

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Sith, Jedi, schiava, cacciatrice di taglie, assassina, spia: Asajj Ventress ha fatto tutto e anche di più, il che l’ha resa uno dei personaggio più dinamici dell’universo di Star Wars. Nata sul pianeta Rattatak, ha un breve apprendistato Jedi, con un Maestro che la prese sotto la propria tutela che era stato mandato in missione per portare pace sul pianeta. Le insegnò i segreti della Forza, sperando che diventasse una Jedi. Ma quando il Maestro viene ucciso dai pirati, Ventress si lascia vincere dal dolore e dalla rabbia, volgendosi al Lato Oscuro. Il che la porta dal Conte Dooku, diventando un’apprendista Sith e inarrestabile assassina.

Capace di impugnare due spade laser, diventa famosa durante le Guerra dei Cloni per il proprio stile di combattimento imprevedibile. Si scontra regolarmente con Anakin Skywalker eObi-Wan Kenobi: il che è sufficiente per farla entrare nella classifica dei più potenti di sempre. Ma quando viene tradita, decide di separarsi dai Sith e di lavorare per conto proprio. Ad un certo punto, salverà (da sola) i Jedi con i quali era stata in lotta.

Darth Plagueis il Saggio

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Non sappiamo molto su Darth Plagueis, a parte il fatto che fu il maestro di Palpatine e che fu infine ucciso da questi, e che fu capace di utilizzare la Forza per indurre i Midi-Chlorian a creare la vita. Aveva una conoscenza tale del Lato Oscuro da riuscire ad impedire a coloro che amava di morire. Il che è abbastanza per farlo entrare nella classifica dei personaggi più potenti di Star Wars. Inoltre, Darth Plagueis fu considerato talmente potete da avere un solo vero nemico: la Forza stessa. Darth Plagueis diventò ossessionato dall’idea di essere diventato troppo potente, al punto da temere che la Forza lo avrebbe un giorno tradito, punendolo per avere abusato del proprio controlo sulla vita e sulla morte. Palpatine, preoccupato dal fatto che il proprio maestro sarebbe diventato troppo potente per essere ucciso, tradì Darth Plagueis e uccide il Sith, prendendo il suo posto nella gerarchia Sith. Non compare mai fisicamente nell’intera serie, ed è solo menzionato, ma è chiaro dal modo in cui se ne parla che i suoi poteri fossero incredibili.

Kanan Jarrus

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Una cosa è essere addestrato per usare la Forza e diventare incredibilmente potente dopo anni di addestramento, un’altra è diventare un esperto con pochissimo allentamento. Prima di diventare Kanan Jarrus, Jedi Ribelle, era Caleb Dume, il prodigioso Padawan del Maestro Depa Billaba. Nonostante aver ricevuto un addestramento ridotto, quando fu il momento delle Guerre dei Cloni Caleb fu mandato in guerra e dovette imparare sul campo. Quado l’Ordine 66 cambiò il corso della guerra, Billaba si sacrificò per dare tempo a Dume di scappare dai Clone trooper. Dopo aver incontrato e imparato qualcosa da un noto contrabbandiere, cambiò il proprio nome in Kanan Jarrus e decise di nascondere il proprio addestramento Jedi per la buona parte di un ventennio. È quando si unisce alla ribellione e incontra Ezra Bridger che decide di ritornare sul sentiero del Jedi. E, nonostante siano passati vent’anni, Kanan si dimostra ancora capace di avere la meglio su interi squadroni. Non solo: addestra Ezra per farlo diventare un Jedi più raffinato e si impegna per diventare ufficialmente un Cavaliere Jedi. Ma la sua impresa più notevole non avviene in combattimento: quando viene accecato da Darth Maul, impara a vedere attraverso la propria connessione con la Forza, nonostante questa sia logorata, e diventa capace di affinare i propri sensi, diventando un combattente migliore di quanto non fosse mai stato.

Dooku

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È stato addestrato sia come Jedi che come Sith. Inizialmente formato da Yoda, che lo istruì secondo le vie della Forza, dopo aver scalato i ranghi Jedi e aver istruito degli allievi propri, Dooku si disilluse riguardo alla corruzione che vedeva attorno a sé e decise di lasciare l’ordine. Reclamò il proprio titolo perduto e la propria fortuna, e diventò il nuovo allievo di Darth Sidious, che gli diede il titolo di Darth Tyrannus. Ma Dooku, già dai tempi Jedi, era conosciuto per essere un brillante stratega e per l’abilità con la spada laser, che venivano considerate tra le migliori in circolazione. Come Sith, sviluppò ulteriormente le proprie capacità, oltre ad assumere nuovi poteri. In particolare, imparò a combinare la telecinesi con l’uso dei fulmini di Forza. Aveva inoltre una notevole capacità di effettuare più operazioni contemporaneamente. Al cinema ha avuto il volto del leggendario Christopher Lee.

Rey

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L’aspetto più interessante del potere di Rey è il fatto che non sia chiaramente ancora giunto al proprio massimo, ma che lei debba ancora realizzare pienamente il proprio potenziale. Ha passato la propria infanzia su Jakku, sopravvivendo da sola fino ad arrivare all’età adulta, il che è già impressionante. Inoltre, sembra che non le serva poco tempo per arrivare ad essere in grado di affrontare Kylo Ren in un corpo a corpo e vincere. Il che è talmente eccezionale da permettere di recuperare Luke dall’esilio e diventare suo apprendista. E dopo qualche giorno di esercitazioni, diventa capace di combatterlo, aiuta ad uccidere il Leader Supremo Snoke, e combatte con Kylo contro alcuni dei soldati migliori e la guardia personale di Snoke. Ma non finisce qui: riesce a salvare da sola la Resistenza utilizzando la propria connessione con la Forza per sollevare le pietre che bloccano l’uscita dalla caverna, facilitando la fuga dei compagni, riesce ad impedire a Kylo Ren di lettere la sua mente, e impara ad usare la Telecinesi e i trucchi mentali Jedi praticamente senza addestramento. Per ora.

Il Grande Inquisitore

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Non conosciamo il suo vero nome. Originariamente un’umile guardia al Tempio Jedi, il Grande Inquisitore era in realtà un agente Sith sotto copertura nell’Ordine Jedi. Era talmente abile nel mascherare la propria aura oscura che nessuno, nemmeno tra i più potenti Jedi, si rese conto del fatto che ci fosse qualcosa che non andava. Dopo l’ascesa dell’Impero, si è rivelato essere un agente Sith ed è diventato Grande Inquisitore, con il compito di cercare i resti dell’Ordine Jedi dopo l’Ordine 66. Armato di uno squadrone di Inquisitori, ha ucciso molti dei Jedi sopravvissuti, inclusa la rispettata Maestra Luminara Unduli. Mostrando la propria propensione per il freddo calcolo strategico, ha usato i resti della Maestra per attirare in una trappola altri Jedi, i quali accorsero per aiutarla. Il Grande Inquisitore, inoltre, era un combattente formidabile, addestrato nel combattimento con la spada laser, che aveva due lame rosse e che utilizzava in diversi modi, tra cui far roteare entrambe le lame, che gli permetteva di intimorire gli avversari e colpirli con il minimo sforzo.

Darth Maul

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L’abbiamo capito subito che Darth Maul era uno da non sottovalutare, sin dalla sua prima apparizione con la prima spada laser non convenzionale della storia di Star Wars, quando mostrò le proprie abilità e la propria sbada a due lame nel combattimento contro Qui-Gon Jinn e Obi-Wan Kenobi. Ha avuto la meglio su Qui-Gon grazie alla propria energia e alla propria strategia superiore, ma è stato fermato da Obi-Wan quando si è fatto troppo arrogante. Era stato ritenuto morto per più di un decennio, prima di ritornare surante le Guerre dei Cloni: con il fratello Savage Opress e un nuovo paio di gambe bioniche, si è dimostrato più forte del Jedi medio, uccidendone molti durante la propria missione volta ad uccidere il proprio maestro traditore. Ma, nonostante le proprie incredibili abilità di combattente, ma non è riuscito a tenere testa a Darth Sidious, che uccide sia la madre che il fratello. Questa volta, Maul sparisce ancora più a lungo, prima di ricomparire in un tempio Sith. Anche dopo anni di esilio, è comunque capace di affrontare gli Inquisitori e, per molto tempo, è sembrato che Maul fosse invincibile, ma la sua fine è arrivata grazie a Obi-Wan.

Leader Supremo Snoke

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Snoke è un personaggio difficile. Il Risveglio della Forza aveva creato grandi aspettative, e doveva essere il nuovo grande cattivo, mentre è stato infine ucciso abbastanza facilmente da Kylo Ren, che lo taglia a metà durante un monologo sulla vittora non ancora confermata. Ma la sua fine, forse, può distrarre da quello che Snoke ha ottenuto fino ad allora. Tanto per cominciare, ha ricostruito l’Impero quasi dal nulla, nel frattempo affermando la propria immagine. Inoltre, non è tecnicamente un Sith, ma ha accesso ad alcuni dei loro incredibili poteri, e si dimostra addirittura più abile nell’uso dei fulmini di Forza più di chiunque altro nella serie, mostrandosi capace addirittura di reindirizzarli secondo la propria volontà e controllandone le esplosioni. Inoltre, fu capace di manipolare gli altri in modo incredibile, usando la Forza stessa per unire Kylo e Rey senza che questi si chiedessero come ciò fosse possibile. Inoltre, anche il suo uso della forza nei modi più diretti sono sorprendenti: è capace di utilizzare la telecinesi anche da grandi distanze e riesce addirittura ad entrare nella mente di Rey, cosa che è impossibile anche a Kylo.

Ahsoka Tano

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Ahsoka Tano è diventata apprendista di Anakin Skywalker a metà delle Guerre dei Cloni, il quale riesce presto ad apprezzare il suo carattere impetuoso, e la addestra sul serio. Nel corso del resto della guerra, Ahsoa si guadagna una reputazione non solo come apprendista di Anakin, ma anche in quanto combattente valorosa che protegge i propri soldatti ed è più che pronta al sacrificio. Ha scampato la morte più di una volta, spesso mettendosi in pericolo per proteggere gli altri, ed è spesso riuscita a sopravvivere grazie alla propria intelligenza, abilità e, qualche volta, fortuna.

È particolarmente abile nell’integrare l’uso della Forza nel combattimento. È abile nel brandire due spade laser, utilizzando allo stesso tempo la propria e quella del maestro. Addirittura, combatte il Generale Grievous e sopravvive nonostante sia ancora una ragazzina. Da adulta, diventa capace di combattere contro più di un inquisitore alla volta con facilità, e diventa abbastanza in sincrono con la Forza da avere premonizioni e visioni.

Qui-Gon Jinn

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Non sappiamo molto di cosa succeda nell’aldilà Jedi, a parte il fatto che ognuno diventa, alla fine, tutt’uno con la Forza Vivente. Ma Qui-Gon Jinn ci ha spiegato cosa ciò veramente significhi. Un Jedi indipendente e dallo spirito libero, Qui-Gon (Liam Neeson) ha scoperto l’abilità di vivere oltre la Forza Vivente sotto forma di Fantasma di Forza, un segreto che condivide con Yoda attraverso delle visione, che poi Yoda stesso insegnerà a Obi-Wan. Anche dopo la morte, comunque, Qui-Gon rimane uno dei Jedi più potenti: più di una volta, infatti, Obi-Wan afferma che se il maestro sarebbe stato un rispettato membro dell’Alto Consiglio Jedi, se solo avesse seguito il codice. Ma Qui-Gon non era fatto per le regole. Era talmente in sincrono con la Forza da trascendere le regole, più o meno arbitrarie, che i Jedi hanno creato per loro stessi. Inoltre, era un combattente niente male.

Mace Windu

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Samuel L. Jackson è uno degli dei della fantascienza, e trovò il personaggio di Mace Windu talmente interessante da insistere con gli scrittori affinché dessero più informazioni su di esso. Windu è conosciuto come uno dei migliori combattenti con la spada laser dell’Ordine Jedi ed esperto di combattimento del Tempio Jedi. Da solo è responsabile di alcune delle vittorie Repubblicane più importanti durante le Guerre dei Cloni, ed era un brillante stratega. Gli antefatti ufficiali della sua vita sono la prova del suo merito. a quanto pare, la lama violetta della sua spada laser (che è stata proposta da Jackson stesso) significa che il personaggio si trova sulla linea sottile che divide il Lato Chiaro e il Lato Oscuro della Forza. Infatti, l’abilità e l’amore per il combattimento di Windu costituiscono per lui un rischio del cadere nella trappola del Lato Oscuro. Per compensare, ha creato un proprio personale stile di combattimento, che compensa per i suoi occasionali scatti d’ira. Inoltre, arriva ad un pelo dall’avere la emglio contro Darth Sidious, fallendo solamente per l’interferenza di Anakin.

Obi-Wan Kenobi

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Obi-Wan (Ewan Mcgregor) ha cominciato il proprio percorso verso la grandezza dopo aver assistito alla morte del proprio maestro Qui-Gon Jinn, ed è diventato il primo Jedi dopo secoli a sconfiggere un Signore del Sith, Darth Maul, e la vittoria gli assicurò una rapida ascesa nei ranghi Jedi. Nel corso di dieci anni, si è guadagnato la reputazione di Jedi affidabile e devoto ed è diventato mentore di Anakin. Durante le Guerre dei Cloni, è diventato Generale dell’esercito della Repubblica, utilizzando la propria lucidità per aggiudicarsi parecchie vittorie decisive. Queste includono il salvataggio di Palpatine e la sconfitta del Generale Grievous. Alla fine della guerra, è addirittura riuscito a sconfiggere il proprio allievo che nel frattempo era diventato il potentissimo Darth Vader (o Darth Fener che dir si voglia). Durante il suo consequente esilio, è riuscito a raggiungere uno stato di illuminazione e uccidere Darth Maul prima di dare un addestramento a Luke Skywalker che l’avrebbe poi portato sulla via della grandezza.

Kylo Ren

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Kylo Ren, o Ben Solo (Adam Driver), è un enigma. È chiaramente molto potente, come ha dimostrato con l’uccisione del proprio maestro senza che Snoke stesso si rendesse conto del tradimento, ma il suo potere è in qualche modo minato dalla sua immaturità. Per esempio, non si è reso conto del fatto che Snoke fosse coinvolto nel legame tra lui e Rey attraverso la Forza. Probabilmente, ne sarebbe stato in grado, ma si è lasciato distrarre dai battibecchi con Rey e non si è accorto di nulla. Ma è comunque chiaro che sia particolarmente abile con la spada laser, più di chiunque altro nella propria generazione, battendo Finn e una stanza piena di soldati d’eccellenza, e perdendo contro Rey semplicemente perché ferito in precedenza. In termini di potere della Forza, è più o meno al livello di Rey, dato che è incapace di penetrare la sua mente, ad esempio. Ma per ora, la sua esplorazione della forza in Star Wars non si è ancora avventurata in territori inesplorati. Ma abbiamo visto delle cose abbastanza interessanti, come la sua prima apparizione e l’interrogatorio con Poe, che ci fanno sospettare che abbia poteri notevoli.

Luke Skywalker

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È innegabile che Luke sia il pilastro del franchise di Star Wars, ed è sicuramente il più potente Jedi di sempre. Dopo solo poche ore di addestramento, e con poche indicazioni sulla natura e sui limiti della Forza, infatti, è stato in grado di utilizzarla per guidare un siluro protonico ad altissima velocità contro un bersaglio molto piccolo, distruggendo la Morte Nera e salvando la galassia. E tutto ciò quando era solamente un ragazzino. Fu qualche anno dopo che si confrontò con Darth Vader in una delle battaglie più intense e difficili e dopo non poco tempo i suoi poteri riuscirono a trascendere i limiti dei poteri della Forza sia Sith che Jedi. Inoltre, è un pilota particolarmente dotato, capace di pilotare navi da combattimento senza alcun addestramento. Ma la caratteristica più notevole di Luke, la sua forza più grande, forse risiede nella sua capacità di essere un’icona, un leader: nel momento in cui la Resistenza ha più bisogno di aiuto, manda una proiezione astrale di se stesso attraverso la galassia, per trattenere e intimidire Kylo Ren.

Yoda

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In termini di uso della Froza, nessuno nell’universo di Star Wars si avvicina nemmeno lontanamente al Maestro Yoda. Ha vissuto abbastanza a lungo per insegnare a generazioni di Jedi, e Yoda era conosciuto come un mentore e come esperto in materia di visioni. Era talmente potente che, nonostante la propria età avanzatissima, come piccolo e fragile eremita, era capace di sollevare un’intera nave spaziale con un piccolo movimento delle dita: uno degli usi della Telecinesi più incredibili visti fino ad allora. Anche dopo la sua morte e resurrezione come Fantasma di Forza, la sua connessione con la Forza Vivente era abbastanza forte da fargli evocare un fulmine su un oggetto preciso. Era parecchio abile anche con la spada laser, avendo un proprio stile di combattimento che utilizzava agili salti e acrobazie per compensare la statura ridotta. Un altro talento da non sottovalutare era inoltre quello della diplomazia: durante le Guerre dei Cloni, infatti, fu fundamentale nello stringere parecchie alleanze importanti.

Darth Sidious/Palpatine

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Nonstante sia uno dei personaggi fisicamente più potenti dell’universo di Star Wars, la vera forza di Palpatine risiede nella sua capacità di pianificare e manipolare. Comincia con il tradimento e l’uccisione del proprio maestro, e prepara un grande piano per gettare la galassia nel caos, ristorare il potere del Sith, ed eventualmente conquistarsi il trono di imperatore. Non finisce troppo bene, ma raggiunge dei traguardi importanti. Dal dare inizio alle Guerre dei Cloni all’infettare Anakin con odio e paura, e se la gioca molto bene. E, quando le cose cominciano a scivolargli di mano, Palpatine è più che pronto a farsi avanti e usare la forza fisica: ha la meglio facilmente su tre maestri Jedi e, anche se perde contro Mace Windu, reiesce ad approfittare di una distrazione per ucciderlo. È capace di usare i Fulmini di Forza, e gode delle consequenze distruttive. Inoltre, è forse uno dei pochi veri cattivi di Star Wars.

Anakin Skywalker/Darth Vader

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Diciamocelo: nessuno regge il confronto con Darth Vader in termini di puro potere. Mettendo da parte il fatto che sia l’oggetto di una profezia, è uno dei personaggi più completi e più riusciti di tutta la saga. Ha ucciso più di chiunque altro, sia Sith che Jedi. Ha avuto dei momenti di difficoltà nel corso degli anni, soccombendo poi definitivamente a Obi-Wan, ma ha anche compiuto atti grazie alla Forza che prima di allora non erano nemmeno considerati possibili. Ha sconfitto più di un Jedi allo stesso tempo, e ha massacrato da solo mezzo pianeta. Prima di diventare Vader, però, è stato un potente e rispettato generale della Repubblica durante le Guerre dei Cloni, diventando uno dei pochi Jedi ad essere rispettati ed amati durante tutto il corso della guerra, e con doti di combattimento eccezionali. Addirittura quando era solo un piccolo schiavo su Tatooine riuscì a cambiare il proprio destino impressionando un maestro Jedi.

Fonte: CBR.com

Dogman: recensione del film di Matteo Garrone

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Dogman: recensione del film di Matteo Garrone

I luoghi de L’Imbalsamatore, (l’assenza d)i colori di Primo Amore; con Dogman, Matteo Garrone torna alle origini del suo cinema e ripropone la sua indagine sull’essere umano nella maniera più brutale possibile. Il film, in concorso dal Festival di Cannes 2018, doveva essere il successivo di Garrone, dopo Primo Amore (2004), ma l’”esplosione” di Gomorra ha cambiato i suoi piani, e così è rimasto nel cassetto, fino a che il regista non ha incontrato Marcello Fonte, il protagonista del film: un volto dolce e dolente, il perno intorno a cui far girare tutto il racconto. Lui e Edoardo Pesce (Simoncino) sono i polmoni del film, il suo respiro, la sua vita.

La storia è liberamente ispirata a quella del Canaro della Magliana; non si tratta però, e questo il film lo mostra chiaramente, di una ricostruzione precisa di quello che è accaduto tra Pietro De Negri e l’ex pugile Giancarlo Ricci. Garrone parte dalla storia vera e sviluppa il suo racconto in direzioni inaspettate, che sfuggono alla crudeltà della cronaca e che approdano all’indagine delle psicologie fragili dei protagonisti, intrappolati in un luogo semidesertico, in una piccola comunità, in balia della paura di Simoncino, l’ex pugile che terrorizza il quartiere e che ha un rapporto malato con Marcello: supremazia e sudditanza.

In questo contesto il protagonista sembra completamente estraneo: Marcello è l’unico portatore di dolcezza in questo luogo di frontiere (il set è quello di Castel Volturno, utilizzato anche per L’Imbalsamatore e per Gomorra). Ama soltanto due cose, la figlia e i cani di cui si prende cura. Ha un solo desiderio, quello di appartenere alla comunità e questo desiderio lo spinge a partecipare, a interagire. Marcello vuole essere incluso nel branco. Ancora una volta il cinema di Garrone si fa racconto di pulsioni viscerali, con risvolti drammatici.

DogmanQuello che il pubblico si aspetta essere il momento culminante della storia, l’omicidio, diventa per Garrone una conseguenza di atti ben più violenti, perpetrati nella quotidianità, nella sottomissione e nell’accettazione della piccola comunità che fa da sfondo alla parabola di Marcello. In Simoncino risiede il tentativo di riscatto del protagonista: nell’esigere il suo rispetto, il “canaro” pensa di legittimare la sua presenza nel gruppo/branco, nell’eliminare la sua minaccia crede di aver conquistato il posto tanto agognato nella comunità. Ma, mentre sorge il sole, Marcello rimane solo, con (come) un cane e un cadavere, senza che nessuno possa testimoniare la sua impresa eroica.

Matteo Garrone racconta Dogman per sottrazione, eliminando tutto ciò che è superfluo, i colori fotografati da Nicolaj Brüel, la musica composta da Michele Braga, la collocazione geografica, raccontando di una terra di frontiera, la periferia di qualsiasi città (nonostante l’accento faccia pensare a Roma), rievocando i territori del western. È tutto brutto in Dogman, dai palazzi, alle persone, ai cani, al posto. Tutto fa pensare a una periferia abbandonata che si sforza di sopravvivere a se stessa e alla minaccia di Simoncino, anche lui però prigioniero di quel non-luogo.

L’attenzione di Matteo Garrone, e con essa quella dello spettatore, si focalizza sullo sguardo di Marcello, attento, dolce, malinconico. Su quello sguardo, su un sorriso appena accennato, si chiude, in nero, una storia di desiderio e di violenza, psicologica più che fisica. Su quello sguardo Matteo Garrone conclude un altro straordinario capitolo della sua avventura cinematografica, in cui fa vibrare le viscere, spaventa e scuote, senza spettacolo o compiacimento nella violenza che pure mette in scena, “soltanto” con gli strumenti del grande cinema.

Cannes 2018: intervista a Matteo Garrone per Dogman

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Cannes 2018: intervista a Matteo Garrone per Dogman

Abbiamo intervistato Matteo Garrone, il regista italiano che ha presentato il suo ultimo film, Dogman, al Festival di Cannes 2018, nella selezione ufficiale in concorso.

Dogman: il trailer due del film di Matteo Garrone

Dopo Gomorra e Reality (entrambi vincitori del Grand Prix) e Il Racconto dei Racconti, Matteo Garrone torna in Concorso al 71° Festival Di Cannes con il suo nuovo film, Dogman, in uscita nelle sale italiane il 17 maggio, distribuito da 01 Distribution.

In una periferia sospesa tra metropoli e natura selvaggia, dove l’unica legge sembra essere quella del più forte, Marcello è un uomo piccolo e mite che divide le sue giornate tra il lavoro nel suo modesto salone di toelettatura per cani, l’amore per la figlia Sofia, e un ambiguo rapporto di sudditanza con Simoncino, un ex pugile che terrorizza l’intero quartiere. Dopo l’ennesima sopraffazione, deciso a riaffermare la propria dignità, Marcello immaginerà una vendetta dall’esito inaspettato.

Dogman è un film che si ispira liberamente ad un fatto di cronaca nera accaduto trent’anni fa, ma che non vuole in alcun modo ricostruire i fatti come si dice che siano avvenuti.

Ho iniziato a lavorare alla sceneggiatura dodici anni fa: nel corso del tempo l’ho ripresa in mano tante volte, cercando di adattarla ai miei cambiamenti. Finalmente, un anno fa, l’incontro con il protagonista del film, Marcello Fonte, con la sua umanità, ha chiarito dentro di me come affrontare una materia così cupa e violenta, e il personaggio che volevo raccontare: un uomo che, nel tentativo di riscattarsi dopo una vita di umiliazioni, si illude di aver liberato non solo se stesso, ma anche il proprio quartiere e forse persino il mondo. Che invece rimane sempre uguale, e quasi indifferente“. – Matteo Garrone

Il Festival di Cannes 2018 si svolgerà dall’8 al 19 maggio. Segui il nostro speciale.

Avengers: Infinity War, l’epica battuta di Drax su Gamora nel nuovo spot

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Il successo dell’epica battuta di Drax su Gamora, presente in una scena di Avengers: Infinity War, non è sfuggito all’attenzione dei Marvel Studios che hanno da poco rilasciato su Twitter un nuovo spot in cui possiamo rivedere il personaggio mentre pronuncia la frase “Perché è Gamora?“.

Come rivelato da uno dei due sceneggiatori del film, Christopher Markus, il momento è stato improvvisato da Dave Baustista proprio in corso d’opera.

Lo trovate qui sotto.

Avengers: Infinity War, Dave Bautista ha improvvisato una delle migliori battute di Drax

Vi ricordiamo che il film, diretto da Anthony e Joe Russo e prodotto da Kevin Feige. Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Michael Grillo e Stan Lee, è arrivato nelle nostre sale lo scorso 25 aprile.

La sinossi: Un viaggio cinematografico senza precedenti, lungo dieci anni, per sviluppare l’intero Marvel Cinematic Universe, Avengers: Infinity War di Marvel Studios porta sullo schermo il definitivo, letale scontro di tutti i tempi. Gli Avengers e i loro alleati supereroi devono essere disposti a sacrificare tutto nel tentativo di sconfiggere il potente Thanos prima che il suo attacco improvviso di devastazione e rovina metta fine all’universo.

Avengers: Infinity Warrecensione del film Marvel Studios

IT: Capitolo Due, ecco chi interpreterà Stanley adulto

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Prosegue il processo di casting per IT: Capitolo Due, seconda parte dell’adattamento cinematografico del romanzo di Stephen King firmato da Andy Muschietti, ed è Variety a confermare che Andy Bean interpreterà la versione adulta di Stanley, mentre James Ransone vestirà i panni di Eddie.

Vi ricordiamo che nel cast sono stati già selezionati Jessica Chastain, Bill Hader e James McAvoy.

Jessica Chastain ufficialmente in trattative per IT – Capitolo Secondo

L’uscita nelle sale di IT: Capitolo 2 è fissata al 6 settembre 2019.

Le riprese, sempre in mano a Andy Muschietti, cominceranno a Giugno a Toronto presso i Pinewood Studios per quanto riguarda i teatri di posa, mentre si suppone che Port Hope tornerà a essere Derry. La data di inizio è 18 Giugno, mentre le riprese dovrebbero concludersi tra Ottobre e Novembre.

Il Capitolo Secondo ci riporterà a Derry, dopo 27 anni dalle vicende raccontate nel film uscito a Ottobre, e vedrà i Perdenti, ormai adulti, affrontare di nuovo le loro più profonde paure e la creatura sotto le sembianze di Pennywise. A breve, immaginiamo, verrà annunciato il cast che porterà sullo schermo Bill, Ben, Bev, Ritchie, Eddie, Mike Standa adulti.

IT: Capitolo Due, James McAvoy e Bill Hader ufficialmente in trattative

Fonte: Variety

Black Panther: T’Challa in azione nel trailer onesto!

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Black Panther: T’Challa in azione nel trailer onesto!

I geni di Screen Junkies sono tornati, e stavolta il bersaglio dei loro esilaranti honest trailer è il cinecomic più acclamato dell’anno (dopo Avengers: Infinity War): Black Panther.

Di seguito potete dare un’occhiata al trailer che spiega perché, nonostante il plauso della critica, il film di Ryan Coogler non si possa certo definire perfetto.

Black Panther – Recensione

Di seguito la sinossi del film: Black Panther segue T’Challa che, dopo gli eventi di Captain America Civil War, torna a casa, nell’isolata e tecnologicamente ultra avanzata nazione africana, Wakanda, per prendere il suo posto in qualità di nuovo re. Tuttavia, un vecchio nemico ricompare sui radar e il doppio ruolo di T’Challa di sovrano e di Black Panther è messo alla prova, quando viene trascinato in un conflitto che mette l’intero fato di Wakanda e del mondo in pericolo.

Chadwick Boseman interpreta il protagonista, T’Challa, già visto in Captain America Civil War. Nei ruoli principali del film ci saranno, oltre a Boseman, Michael B. Jordan, Lupita Nyong’O, Danai Gurira, Martin Freeman, Daniel Kaluuya, Angela Basset, Forest Whitaker e Andy Serkis. Nei ruoli di comprimari compariranno invece Letitia Wright, Winston Duke, Florence Kasumba, Sterling K. Brown e John Kani.

Black Panther: Kevin Feige conferma che il sequel si farà

Deadpool 2: la Torcia Umana di Chris Evans poteva essere nel film?

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C’è mancato poco, ma sembra davvero che la Torcia Umana di Chris Evans avrebbe potuto avere un piccolo cameo in Deadpool 2. Come rivelato infatti dagli sceneggiatori Rhett Reese e Paul Wernick, il personaggio interpretato dall’attore nei due capitoli sui Fantastici 4 era stato incluso fra coloro che si presentavano alle selezioni della X-Force, soluzione poi scartata.

Si, l’idea c’era ma non siamo mai arrivati al punto di chiedere a Chris Evans. Qualcuno ha avuto altre intuizioni e ci è sembrata effettivamente la cosa migliore per il film. Siamo sicuri che vedrete colloqui per la X- Force ancora più strani.

L’esperienza dei Fantastici 4 non fece particolarmente brillare la performance di Evans, riscattatosi subito dopo grazie ai Marvel Studios che lo scelsero per vestire i panni di Steve Rogers aka Captain America.

Deadpool 2, recensione del film con Ryan Reynolds

Diretto da David LeitchDeadpool 2 è nelle nostre sale dal 15 maggio. Nel cast Ryan Reynolds nei pani del Mercenario Chiacchierone della MarvelZazie Beetz in quelli di Domino e Josh Brolin in quelli di Cable.

Dopo essere sopravvissuto a un quasi fatale attacco di mucche, uno chef sfigurato che lavora in una cafetteria (Wade Wilson) lotta con il suo sogno di diventare il barista più sexy di Mayberry mentre impara a scendere a patti con il fatto che ha perso il senso del gusto.

Cercando di riconquistare la sua spezia per la vita, così come un condensatore di flusso, Wade deve combattere i ninja, la yakuza e un branco di cani sessualmente aggressivi, mentre viaggia in giro per il mondo per scoprire l’importanza della famiglia, dell’amicizia e del sapore. Un nuovo gusto per l’avventura e per ottenere l’ambito titolo di tazza di caffè del World’s Best Lover.

CORRELATI:

Deadpool 2: il trailer vietato del film con Ryan Reynolds

Fonte: Uproxx

Solo: A Star Wars Story, Han, Lando, Qi’Ra e Chewbacca nei nuovi poster

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Presentato fuori concorso due giorni fa al Festival di Cannes, Solo: A Star Wars Story si prepara all’arrivo nelle sale fissato al 24 maggio. Nel frattempo, mentre su Rotten Tomatoes viene certificato il 73% di positività (non esattamente la cifra sperata), la Lucasfilm ha rilasciato quattro nuovi poster dedicati ai protagonisti Han, Lando, Qi’Ra e Chewbacca.

Potete dargli un’occhiata qui sotto.

Solo: A Star Wars Story, recensione del film di Ron Howard

Diretto da Ron Howard, il cast di Solo: A Star Wars Story comprende Alden Ehrenreich (Ave, Cesare!, Segreti di famiglia), Woody Harrelson (Tre manifesti a Ebbing, Missouri, Oltre le regole- The Messenger), Emilia Clarke (Io prima di te, Game of Thrones), Donald Glover (Spider-Man: Homecoming, Sopravvissuto – The Martian), Thandie Newton (Gringo, Crash: Contatto fisico), Phoebe Waller-Bridge (Fleabag, Killing Eve) e Paul Bettany (Captain America: Civil WarMaster & Commander – Sfida ai confini del mare). Joonas Suotamo (Star Wars – Gli ultimi Jedi) torna a vestire i panni di Chewbecca.

Scritto da Jonathan Kasdan & Lawrence Kasdan, Solo: A Star Wars Story è prodotto da Kathleen Kennedy, Allison Shearmur e Simon Emanuel. I produttori esecutivi sono Lawrence Kasdan, Jason McGatlin, Phil Lord e Christopher Miller.

Sali sul Millennium Falcon e viaggia nella galassia lontana lontana in Solo: A Star Wars Story, un’avventura completamente nuova con il farabutto più amato della galassia. Attraverso una serie di audaci fughe nel profondo, oscuro e pericoloso mondo criminale, Han Solo incontra il suo potente futuro copilota, Chewbacca e anche il famoso giocatore d’azzardo Lando Calrissian, in un viaggio che racconterà l’inizio di uno degli eroi più improbabili della saga di Star Wars.

Solo: A Star Wars Story, il primo trailer

Zombieland: il sequel in arrivo nel 2019 con il cast originale

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Zombieland: il sequel in arrivo nel 2019 con il cast originale

Ebbene si, ciò che fino a qualche mese fa sembrava solo una voce di corridoio è diventata realtà: Rhett Reese e Paul Wernick sono al lavoro sulla sceneggiatura del sequel di Zombieland, cult movie uscito nel 2009 (in Italia solo sul mercato homevideo) e diretto da Ruben Fleischer.

Nel cast del secondo capitolo sono attesi tutti i membri del cast originale, come anticipato da Wernick in un’intervista, ovvero Woody Harrelson, Emma Stone, Jesse EisenbergAibgail Breslin.

Con questo sequel vogliamo festeggiare il decimo anniversario di Zombieland. Non sappiamo cosa ne verrà fuori, ma la nostra speranza è di riuscire a girarlo nei primi mesi del 2019 e farlo uscire nelle sale ad ottobre dello stesso anno” ha raccontato lo sceneggiatore Wernick.

Zombieland 2: la sceneggiatura è completata

Di seguito la sinossi di Zombieland:

Il mondo è stato già invaso dagli zombie, la popolazione è stata già quasi totalmente decimata se non ridotta in stato di morto vivente e i pochi superstiti faticano a rimanere tali. Columbus in particolare ha messo a punto una serie di regole da seguire scrupolosamente che sembrano mantenerlo in vita nonostante l’aspetto non certo da uomo d’azione. Chi invece con l’azione ci va a nozze è Tallhassee (tutti quanti si chiamano con il nome della città di provenienza come in guerra), cowboy fuori dal tempo esaltato dall’atmosfera da fine del mondo e fiero massacratore di zombie. Sul loro percorso verso un ovest presumibilmente libero da zombie troveranno Little Rock e Wichita, due sorelle tutt’altro che indifese anch’esse allo sbando.

Avengers: Infinity War, ecco le immagini della scena post credits [spoiler]

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ATTENZIONE, l’articolo contiene SPOILER su Avengers: Infinity War

A quattro settimane circa dall’uscita di Avengers: Infinity War sono arrivate sul web diverse immagini che mostrano alcuni momenti chiave del film e la loro realizzazione.

Qui sotto trovate il “prima” e il “dopo” della scena presente dopo i titoli di coda che, come saprete se avete già visto Infinity War, vede protagonisti Nick Fury, Maria Hill e…Captain Marvel!

Avengers: Infinity War, la descrizione della scena post-credits – SPOILER

Vi ricordiamo che il film, diretto da Anthony e Joe Russo e prodotto da Kevin Feige. Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Michael Grillo e Stan Lee, è arrivato nelle nostre sale lo scorso 25 aprile.

La sinossi: Un viaggio cinematografico senza precedenti, lungo dieci anni, per sviluppare l’intero Marvel Cinematic Universe, Avengers: Infinity War di Marvel Studios porta sullo schermo il definitivo, letale scontro di tutti i tempi. Gli Avengers e i loro alleati supereroi devono essere disposti a sacrificare tutto nel tentativo di sconfiggere il potente Thanos prima che il suo attacco improvviso di devastazione e rovina metta fine all’universo.

Avengers: Infinity Warrecensione del film Marvel Studios

Captain Marvel sarà un’origin story diversa dal solito, parola dei produttori

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Annunciata alla fine di Avengers: Infinity War, Captain Marvel debutterà ufficialmente sul grande schermo il prossimo anno con il film a lei dedicato che, a detta del produttore Nat Moore, sarà un’origin story “diversa dal solito“.

Captain Marvel sarà un film di origini mai visto prima nel MCU, perché  pensiamo di esserci imbattuti in una struttura narrativa che non è quella tradizionale dove incontri il personaggio, lo vedi affrontare un problema, poi ottenere dei poteri alla fine del primo atto e successivamente imparare a conoscere quei poteri, con alla fine lo scontro con il cattivo…

Le parole di Moore sembrano sposarsi a quelle pronunciate da Kevin Feige nelle scorse settimane, quando aveva definito il film su Carol Danvers “Unico e d’ispirazione“.

Captain Marvel: Carol Danvers vittima di un incidente aereo? Nuovi video dal set

Vi ricordiamo che alla regia del cinecomic con protagonista Brie Larson, ci saranno Anna Boden e Ryan Fleck. Il film invece arriverà al cinema l’8 marzo 2019.

Il cast ufficiale: Brie LarsonSamuel L. JacksonBen MendelsohnDjimon HounsouLee PaceLashana LynchGemma ChanAlgenis Perez SotoRune TemteMcKenna GraceClark GreggJude LawAnnette Bening.

La sinossi: Basato sul personaggio dei fumetti Marvel apparso per la prima volta nel 1968, il film segue Carol Danvers mentre diventa uno degli eroi più potenti dell’universo. Quando la Terra viene coinvolta in una guerra galattica tra due razze aliene, è lì che Captain Marvel interverrà. Ambientato negli anni ’90, il cinecomic è un’avventura tutta nuova che racconterà un periodo inedito nella storia dell’universo cinematografico Marvel.

Captain Marvel: il cinecomic “sarà qualcosa di mai visto prima nel MCU”

Eterni: i Marvel Studios al lavoro sul film, ecco chi saranno gli sceneggiatori

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Ciò che si vociferava alcune settimane fa è stato confermato nelle ultime ore: i Marvel Studios stanno lavorando per portare sul grande schermo un film dedicato agli Eterni, personaggi ideati da Jack Kirby (testi e disegni) e pubblicati dalla Marvel Comics, apparsi la prima volta nel 1976 nel numero 1 di The Eternals.

Secondo l’Hollywood Reporter, inoltre, la produzione avrebbe già scelto chi si occuperà della sceneggiatura, ovvero Matthew Firpo e Ryan Firpo.

Marvel Studios: annunciati sei nuovi film senza titolo

Nella versione originale, gli Eterni sono esseri sovraumani geneticamente modificati dai Celestiali e in continua lotta con le loro controparti, i Devianti.

Il progetto sugli Eterni potrebbe essere uno fra quelli ancora senza nome annunciati dai Marvel Studios poche settimane dopo l’uscita nelle sale di Black Panther ma con associate già le release ufficiali.

Queste le date previste per i sei progetti (più uno, spostato da agosto 2020 a luglio 2020):

  • 31 Muglio 2020
  • 7 Maggio 2021
  • 30 Luglio 2021
  • 5 Novembre 2021
  • 18 Febbraio 2022
  • 6 Maggio 2022
  • 28 Luglio 2022

Ovviamente fra questi potrebbe esserci qualche sequel sui personaggi già portati sullo schermo (probabili uno su Black Panther e un altro per Spider-Man: Homecoming) come è altrettanto ipotizzabile la produzione dello standalone su Vedova Nera.

Star Wars: la Lucasfilm svilupperà uno spin-off su Lando Calrissian

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C’era da aspettarselo, ma quello che fino a qualche mese fa sembrava essere soltanto un rumor ora si trasforma in realtà: la Lucasfilm sta lavorando ad uno spin-off di Star Wars interamente dedicato a Lando Calrissian, il personaggio interpretato nella vecchia trilogia da Billy Dee Williams e da Donald Glover in Solo: A Star Wars Story.

L’annuncio arriva dal Festival di Cannes, dove si è tenuta un’anteprima di Solo insieme al cast e ai realizzatori, grazie alle parole di Kathleen Kennedy (co-direttrice generale della Lucasfilm):

“Pensiamo che il prossimo spin-off del franchise debba concentrarsi su Lando Calrissian. Certo, ci sono ancora tantissime storie da raccontare sulle avventure di Han e Chewbacca ma Lando sarà decisamente la prima di queste“.

Solo: A Star Wars Story, recensione del film di Ron Howard

Vi ricordiamo che Lando sarà presente in Solo: A Star Wars Story, ambientato dieci anni prima degli avvenimenti di Una Nuova Speranza.

Il film arriverà nelle sale il 25 maggio 2018 e dopo il licenziamento dei registi Phil Lord e Christopher Miller, registi di 21 Jump Street e The LEGO Movie, è stato incaricato Ron Howard di completare l’opera. La sceneggiatura porterà la firma di Lawrence Kasdan e di suo figlio Jon Kasdan.

Sali sul Millennium Falcon e viaggia nella galassia lontana lontana in Solo: A Star Wars Story, un’avventura completamente nuova con il farabutto più amato della galassia. Attraverso una serie di audaci fughe nel profondo, oscuro e pericoloso mondo criminale, Han Solo incontra il suo potente futuro copilota, Chewbacca e anche il famoso giocatore d’azzardo Lando Calrissian, in un viaggio che racconterà l’inizio di uno degli eroi più improbabili della saga di Star Wars.

Solo: A Star Wars Story, Han incontra Lando nella nuova clip

Cannes 2018: tre nuove clip da Dogman di Matteo Garrone

Cannes 2018: tre nuove clip da Dogman di Matteo Garrone

Sono state diffuse tre nuove clip da Dogman, il film di Matteo Garrone che la sera del 16 maggio sarà presentato in anteprima mondiale, in concorso, al Festival di Cannes 2018. Ecco le clip pubblicate da 01Distribution:

Dopo Gomorra e Reality (entrambi vincitori del Grand Prix) e Il Racconto dei Racconti, Matteo Garrone torna in Concorso al 71° Festival Di Cannes con il suo nuovo film, Dogman, in uscita nelle sale italiane il 17 maggio, distribuito da 01 Distribution.

Dogman: il trailer due del film di Matteo Garrone

In una periferia sospesa tra metropoli e natura selvaggia, dove l’unica legge sembra essere quella del più forte, Marcello è un uomo piccolo e mite che divide le sue giornate tra il lavoro nel suo modesto salone di toelettatura per cani, l’amore per la figlia Sofia, e un ambiguo rapporto di sudditanza con Simoncino, un ex pugile che terrorizza l’intero quartiere. Dopo l’ennesima sopraffazione, deciso a riaffermare la propria dignità, Marcello immaginerà una vendetta dall’esito inaspettato.

Dogman è un film che si ispira liberamente ad un fatto di cronaca nera accaduto trent’anni fa, ma che non vuole in alcun modo ricostruire i fatti come si dice che siano avvenuti.

Ho iniziato a lavorare alla sceneggiatura dodici anni fa: nel corso del tempo l’ho ripresa in mano tante volte, cercando di adattarla ai miei cambiamenti. Finalmente, un anno fa, l’incontro con il protagonista del film, Marcello Fonte, con la sua umanità, ha chiarito dentro di me come affrontare una materia così cupa e violenta, e il personaggio che volevo raccontare: un uomo che, nel tentativo di riscattarsi dopo una vita di umiliazioni, si illude di aver liberato non solo se stesso, ma anche il proprio quartiere e forse persino il mondo. Che invece rimane sempre uguale, e quasi indifferente“. – Matteo Garrone

Solo: A Star Wars Story: recensione del film di Ron Howard

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Solo: A Star Wars Story: recensione del film di Ron Howard

Preceduto da una produzione burrascosa, Solo: A Star Wars Story è stato presentato al mondo nella cornice di Cannes 2018, fuori competizione. Sulla croisette hanno sfilato tutti i protagonisti, dal Alden Ehrenreich, interprete del giovane Solo, a Emilia Clarke e Woody Harrelson, personaggi nuovi, introdotti in questo film nella saga, che hanno contribuito in maniera decisiva a formare il carattere del contrabbandiere più amato della galassia. Sul tappeto rosso del festival c’era anche Ron Howard, il regista, che è entrato in corsa nel progetto, dopo il licenziamento di Phil Lord e Chris Miller, a oltre metà della produzione.

Questa vicenda è stata senza dubbio fondamentale nello sviluppo del film, che mostra, disarmato, tutte le sue debolezze, senza neanche riprovarci a tenersi in piedi. La storia racconta di Han, un ragazzo che vive di espedienti, e che a seguito di un “affare” andato male, si trova a dover affrontare la fuga e decide di arruolarsi nell’Esercito dell’Impero.

Solo: A Star Wars StoryA questa scelta di circostanza, seguono incontri e avventure che lo porteranno a costruire il mito del personaggio di Harrison Ford, così come lo abbiamo conosciuto. Solo: A Star Wars Story ci presenta infatti l’incontro di Han con Chewbacca, l’amicizia con Lando Calrissian, l’entrata in scena del Millennium Falcon, l’origine del dadi dorati. Non solo, in quanto storia di origini, il film di Ron Howard racconta anche in che modo Han Solo è diventato la cinica canaglia dal cuore d’oro che ha stregato il cuore di Leia e che è diventato il migliore amico di Luke.

I personaggi di Emilia Clarke e di Woody Harrelson, l’interesse amoroso e il mentore, si intrecciano a quello di Ehrenreich, costruendo delle dinamiche che formano l’indole del personaggio, la stessa indole che accompagnerà l’approccio al futuro (già raccontato) del personaggio.

solo a star wars storyNon solo, il film presenta anche due importanti Easter Egg, riferimenti alla saga, non troppo nascosti a dire il vero, che suggeriscono lo sviluppo degli eventi in sensi che già conosciamo. Svelano il futuro di quello che accadrà nella galassia e che noi spettatori già conosciamo.

Insomma, fino a questo punto il film sembra presentare ogni elemento di cui necessita per essere un successo, tuttavia un buon film non è fatto solo di una somma di elementi, c’è anche la cifra discrezionale del cuore, quella irrazionale, che in Solo: A Star Wars Story latita clamorosamente.

Cannes 71Ron Howard da bravo “operaio” al servizio della Lucasfilm ha fatto ciò che ha potuto, realizzando una serie infinita di scene d’azione mozzafiato. Un salvataggio, un inseguimento, una fuga rocambolesca cede il passo a un’altra scena altrettanto concitata, con un ritmo forsennato, perché non appena il tono si appiana e il ritmo si dilata, il film si rivela estremamente povero, da un punto di vista della trama e dei personaggi. Alden Ehrenreich non ha abbastanza carisma, nemmeno per interpretare una versione giovane e inesperta del personaggio di Ford, ma non sarebbe giusto incolpare lui dei problemi del film, che a questi livelli andrebbero intercettati nell’apparato produttivo.

Solo: A Star Wars Story non corre nessun rischio e quindi non raggiunge nessun risultato notevole, si rivela pavido, senza emulare l’indole del personaggio che sta raccontando. Senza l’anima di Rogue One, senza il coraggio de Gli Ultimi Jedi, Solo è il film minore di una grande saga, che potrebbe avere ancora qualcosa da raccontare, ammesso che ci sia la predisposizione a rischiare.

Solo: A Star Wars Story, trailer ufficiale

Cannes 2018: il tappeto rosso “stellare” di Solo: A Star Wars Story

È stato presentato ieri sera al Festival di Cannes 2018 Solo: A Star Wars Story, il nuovo spin off della saga lucasiana che racconta le avventure del giovane Han, molto prima che il contrabbandiere incontri Luke e Leia.

Di seguito il cast sulla montée des marches.

Solo: A Star Wars Story, il primo trailer

CORRELATI:

Diretto da Ron Howard, il cast di Solo: A Star Wars Story comprende Alden Ehrenreich (Ave, Cesare!, Segreti di famiglia), Woody Harrelson (Tre manifesti a Ebbing, Missouri, Oltre le regole- The Messenger), Emilia Clarke (Io prima di te, Game of Thrones), Donald Glover (Spider-Man: Homecoming, Sopravvissuto – The Martian), Thandie Newton (Gringo, Crash: Contatto fisico), Phoebe Waller-Bridge (Fleabag, Killing Eve) e Paul Bettany (Captain America: Civil WarMaster & Commander – Sfida ai confini del mare). Joonas Suotamo (Star Wars – Gli ultimi Jedi) torna a vestire i panni di Chewbecca.

Scritto da Jonathan Kasdan & Lawrence Kasdan, Solo: A Star Wars Story è prodotto da Kathleen Kennedy, Allison Shearmur e Simon Emanuel. I produttori esecutivi sono Lawrence Kasdan, Jason McGatlin, Phil Lord e Christopher Miller.

Il Festival di Cannes 2018 si svolgerà dall’8 al 19 maggio. Segui il nostro speciale.

Fonte

Il Signore degli Anelli: 15 fatti su Aragorn che solo i veri fan conoscono

Aragorn è uno dei personaggi principali e più eroici de Il Signore degli Anelli. Ha scortato gli Hobbit fino a Gran Burrone, e li ha salvati dalle grinfie dei Nazgul. È stato parte del Consiglio di Elrond, dove ha giurato fedeltà al nuovo portatore dell’Anello Frodo. Aragorn è uno dei più grandi combattenti della Terra di Mezzo, ha il dono di una vita lunga proprio dei Nùmenòreani, e ha decenni di esperienza in battaglia. Quando si arriva alle vicende de Il Signore degli Anelli, è più che preparato a ciò che sta arrivando. Inoltre, è anche il discendente di Isidur, il Re di Gondor. Dato che il reame non ha un re ma un Sovrintendente, Aragorn deve anche cercare di riaffermare la propria autorità, per riprendere la corona e ricostruire il mondo degli Uomini. È questo il suo viaggio nella trilogia, ma nei film ci sono molte cose sui personaggi che vengono tralasciate. Ecco 15 fatti su Aragorn, o King Elessar, che solo i fan conoscono.

La caccia a Gollum

signore degli anelli

Bilbo Baggins ha trovato l’anello quando era custodito da Gollum, che aveva generato una particolare ossessione in lui. Bilbo sembra comunque essere abbastanza resistente alla seduzione dell’Anello, e decide di tenerlo con sè, portandolo nella Contea, dove lo tiene per decenni. Gandalf non se ne accorge subito, ma ad un certo punto comincia a notare che Bilbo custodisce un misterioso anello, e decide di indagare. E per saperne di più, c’è solo una persona che lo può aiutare, ovvero colui che ha custodito l’Anello per ultimo: Gollum. Gandalf non ha particolare abilità innate per quanto riguarda il rintracciare la creatura, e chiede quindi ad Aragorn di compiere la missione per conto suo. Ci vuole parecchio tempo, ad Aragorn, per trovare Gollum. Ma alla fine, compie la propria missione e lo porta nel Reame Boscoso, dove la creatura viene interrogata da Gandalf e re Thranduil, il padre di Legolas. È proprio questa vicenda a convincere Gandalf del fatto che l’anello posseduto da Bilbo sia effettivamente l’Unico Anello.

La vita con gli elfi

signore degli anelli

Aragorn non ha avuto esattamente un’infanzia stabile. Suo padre fu ucciso quando era un ragazzino, e la madre a dovette assicurarsi di portarlo il un luogo sicuro, prima di morire a sua volta. E scelse proprio Gran Burrone, dove fu cresciuto dagli Elfi, che si presero cura del ragazzino. Ne Il Signore degli Anelli, Aragorn parla Elfico correntemente e sembra trovarsi particolarmente a proprio agio nel luogo. E la ragione è ché Aragorn è cresciuto proprio a Gran Burrone. Se ne va infine per stare con i propri fratelli e sorelle numenoreani, ma porta con sé la saggezza elfica. Inoltre, la madre fu seppellita a Gran Burrone, e la tomba compare nel film: è quella che Aragorn visita ne La Compagnia dell’Anello.

Non conosceva le proprie origini

signore degli anelli

Dopo che il padre di Aragorn fu ucciso in battaglia, la madre divenne abbastanza paranoica riguardo al fato figlio, che temeva fosse come quello del padre. È questo il motivo per cui, dopo averlo portato a Gran Burrone, decide di cambiare il suo nome con “Estel”. Infatti, il nome “Aragorn figlio di Arathorn” era conosciuto come quello dell’erede di Elendil e del legittimo erede al trono di Gondor. E Sauron, che voleva impedire a tutti i costi che un nuovo re dominasse il mondo degli uomini, non si sarebbe fermato di fronte a nulla per assicurarsi del fatto che l’erede di Gondor venisse ucciso prima di arrivare a dover confrontarsi con lui. E Aragorn passa la maggior parte della propria vita con il nome “Estel”, e addirittura ignora e proprie origini fino all’età di vent’anni. Quando gli viene rivelata la verità, decide di lasciare gli Elfi e di combattere al fianco dei Raminghi del Nord. Ma impara come nascondersi tra la folla e passare inosservato, oltre a diventare il leader dei Raminghi e il loro miglior combattente.

Il dono di un anello

signore degli anelli

Ne Il Signore degli Anelli, vediamo che Aragorn indossa sempre un anello al dito. Nel film Le Due Torri, scopriamo che l’anello è formato da due serprenti con gli occhi di smeraldo, di cui uno divora l’altro, che ha una corona di fiori dorati. Sembra un dettaglio inutile, ma Saruman rivela che si tratta in realtà l’Anello di Barahir. Uno deglio oggetti più antichi della Terra di Mezzo, il fatto che Aragorn lo indossi è abbastanza eccitante. Gli è stato dato, infatti, da Re Elron di Gran Burrone, come premio per aver salvato la propria vita in battaglia. Nella trilogia cinematografica, è sottinteso che l’anello simbolizzi che il portatore sia l’erede al trono di Gondor. E va bene, almeno per i film. Ma è interessante che ci sia dietro molta più storia di quello che sembra.

Guardiano degli Hobbit

signore degli anelli

Gandalf il Grigio comincia a sospettare che ci sia qualcosa di strano quando Bilbo arriva a festeggiare addirittura il proprio centoundicesimo compleanno. Il che lo spinge a partire all’avventura e scoprire qualcosa di più sul passato di Bilbo durante i suoi viaggi. È allora che le strade di Aragorn e Gandalf si incrociano, e i due diventano buoni amici. Avendo l’impressione che sia Bilbo ad avere l’Unico Anello, Gandalf raccomanda ad Aragorn e agli altri Raminghi del Nord di tenere d’occhio la Contea e di proteggere gli hobbit dal male. Aragorn accetta, e i suoi uomini cominciano a sorvegliare l’area. È nel suo viaggio tra varie terre che gli viene dato il soprannome di Grampasso. Dopo che Gandalf gli chiede di rintracciare gollum, lascia la custodia degli hobbit, ma ritorna appena compiuta la propria missione. Ed è dopo il suo ritorno che finirà per incrociare Frodo al Puledro Impennato. È possibile anche che l’incontro non sia stato casuale, che anzi Aragorn sia stato mandato da Gandalf stesso.

Combattere sotto mentite spoglie

signore degli anelli

Dopo la Battaglia delle Cinque Armate, chiunque nella Terra di Mezzo sapeva che Sauron stesse riguadagnando forza e che si trovasse nella terra di Mordor. Poco dopo, in giro si cominciarono a vedere gli orchi, sepre più spesso, e molte battaglie si susseguirono, culminando poi nella decisiva Guerra dell’Anello. Aragorn ha combattuto in molte battaglie con il nome di Grampasso, viaggiando poi verso est e aiutando i popoli di Rohan e Gondor nella lotta contro le forze di Sauron. Per tutto quel tempo, sceglie di usare il nome Thorongil, in modo da non essere riconosciuto come l’erede al trono di Gondor. Ha combattuto al fianco di Thengel, il padre di Re Theoden.

Da un reame all’altro

signore degli anelli

Quando incontriamo Aragorn ne Il Signore degli Anelli, è chiaro a tutti che sia un uomo che sa molto sulla Terra di Mezzo, e che ha visto molto. Ovunque viaggi, sembra che la gente del posto lo riconosca. Il Re Theoden lo riconosce dai tempi in cui aveva combattuto con suo padre. Ma Aragorn ha viaggiato molto, anche oltre i regni degli uomini. Durante i propri viaggi, infatti, Aragorn ha visitato posti come Minas Tirith, Edoras, e altri. È stato a Lothlorien per parecchio tempo per la sua bella Arwen, ed è passato addirittura attraverso le Miniere di Moria. Inoltre, ha conosciuto Legolas durante la ricerca di Gollum, che l’ha portato fino al Bosco Atro.

L’ultimo baluardo/atto del padre

signore degli anelli

Aragon perde il padre in età molto giovane e, ne Il Signore degli Anelli, questi non viene nemmeno menzionato (tranne che per il ricorrente “Aragorn, figlio di Arathorn“). Non sappiamo molto su Arathorn, ma sappiamo che era l’erede al trono di Gondor e che era un grande combattente, proprio come il figlio. Ma come è morto? Essendo un Ramingo del Nord, Arathorn amava andare a caccia di Orchi, per la quale si unì a Elladan e Elrohir, figli di Elrond. Mentre il trio è a caccia di un gruppo di orchi, uno di questi si gira e scocca una freccia, che finisce dritta nell’occhio di Arathorn, che muore sul colpo, lasciando il destino di Gondor nelle mani del figlio di due anni.

Ricostruire la Terra di Mezzo

signore degli anelli

La storia di Aragorn ne Il Signore degli Anelli va più o meno così: è il leggitimo erede al trono di Gondor, ma lui non vuole. Sfortunatamente, senza un re alla guida del regno, Gondor è guidata da Denethor, che non è proprio il massimo. Per questo motivo, Aragorn capisce che deve accettare il proprio destino e diventare colui che è nato per essere, nel bene e nel male. Dopo la sconfitta dell’armata di Sauron nei campi del Pelennor, Aragorn diventa il leader degli uomini e marcia verso il Nero Cancello. Dopo la distruzione dell’Anello, Aragorn viene ufficialmente incoronato Re di Gondor, ed è un eccellente sovrano. Si assicura che i confini siano sicuri, e si sforza per ricostruire i regni degli uomini nella Terra di Mezzo. Gondor ritorna al suo antico splendore, e i rapporti tra Elfi e Nani riprendono grazie a lui.

Re di Arnor

signore degli anelli

Gondor e Rohan sono i due grandi regni degli uomini coinvolti nella Guerra dell’Anello ne Il Signore degli Anelli. Ma non sono gli unici: tra gli altri, c’è il Regno di Arnor, che si trova abbastanza vicino alla Contea. Era un antico regno che aveva avuto, a suo tempo, la sua dose di guerre e che fu quasi distrutto dalla corsa per il potere del Re degli Stregoni di Angmar. Come erede di Isildur, Aragorn non è solo il legittimo erede al trono di Gondor, ma anche quello di Arnor. Una volta incoronato Re di Gondor, ha cercato anche di riottenere Arnonr, che al tempo non aveva un re come si deve. Ci volle un po’ di tempo, ma Gondor e Arnor vennero finalmente riuniti sotto un’unica bandiera, e il regno riunito fu portato avanti dal figlio Eldarion.

Il significato della sua canzone

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Quando Aragorn viene incoronato Re di Gondor, si rivolge alla folla dall’alto di Minas Tirith e canta una canzone. È in una lingua sconosciuta e non è sottotitolata: il che vuol dire che la maggior parte del pubblico non riesce a decifrarla. Il testo della canzone è questo: “Et Eärello Endorenna utúlien. Sinome maruvan ar Hildinyar tenn’ Ambar-metta!”, che significa: “Io sono giunto alla Terra di Mezzo dal Grande Mare. In questo luogo mi stabilirò, e così i miei eredi, fino alla fine del mondo.” La canzone è il giuramento di Elendil, il Re di Gondor che fu ucciso da Sauron nella Seconda Era della Terra di Mezzo, con la quale Aragorn vuole riassicurare il proprio popolo del fatto che è tra loro per portare prosperità non solo a Gondor, ma a tutta la Terra di mezzo.

Ha regnato per più di un secolo

signore degli anelli

Quando incontriamo Aragorn ne Il Signore degli Anelli, ha l’aria di un uomo maturo, tra i 30 e i 40 anni, più o meno. E la rivelazione del fatto che ne abbia in realtà 87, è una bella sorpresa per tutti. Avendo sangue Nùmenòreano, infatti, ha il dono di una vita particolarmente lunga per un uomo. Ed è questo il motivo per il quale ha combattutto in numerose guerre già prima della Guerra dell’Anello. E, dato che diventa Re di Gondor ad un’età giò relativamente avanzata, in tanti si sono chiesti per quanto abbia poi regnato. A quanto pare, Aragorn ha regnato per un totale di 120, ed ha guidato la Terra di Mezzo verso una prosperosa Quarta Era, morendo all’età di 200 anni. L’eredità di Aragorn viene raccolta dal figlio Eldarion, erede al trono. In origine, doveva esserci un romanzo dedicato a Eldarion.

Vecchie amicizie nella compagnia

signore degli anelli

Abbiamo già visto che, prima delle avventure de Il Signore degli Anelli, Aragorn ha avuto l’occasione (e il tempo) per andarsene un po’ in giro. Quando lo incontriamo ne La Compagnia dell’Anello, mentre conduce gli hobbit a Gran Burrone, notiamo che ha qualche conoscenza in più e, quando arriviamo finalmente a destinazione, la maggior parte delle persone presenti al Consiglio di Elrond conosce già il suo nome. Gandalf e Aragorn sono amici dai tempi della caccia a Gollum e la custodia della Contea. Inoltre, anche Legolas ha già una certa familiarità con Aragorn e addirittura Boromir, figlio del Sovrintendente di Gondor, sa chi sia. Nel Consiglio, Gimli sembra essere l’unico a non conoscerlo.

Problemi con l’età di Aragorn

signore degli anelli

La trilogia de Il Signore degli Anelli è, prima di tutto, un eccellente adattamento cinematografico dei libri, dove le differenze rispetto al materiale originale sono giustificate dallo sforzo di creare un’eccellente esperienza per un pubblico nuovo. Un elemento chiave che viene tralasciato è, però, sono le avventure di Gandalf da quando lascia la Contea dopo il compleanno di Bilbo al suo ritorno per mandare Frodo in missione. Nel film, sembra che il ritorno dello stregone avvenga nell’arco di qualche giorno, mentre nei libri passano in realtà anni, durante i quali l’Anello rimane nascosto a Casa Baggins. E lo scarto temporale ha creato delle incongruenze nella trilogia cinematografica de Lo Hobbit. Dato che l’età dei personaggi ne Il Signore degli Anelli fu mantenuta, un arco di tempo di diversi anni viene a mancare. Quando Legolas viene mandato in cerca di Grampasso, questi nel film ha 27 anni, mentre nei libri ne ha solamente dieci. Il che ha portato molti a criticare la scelta del riferimento a Il Signore degli Anelli, un po’ fine a se stesso e che causa più incongruenze che altro.

Ha quasi avuto un ruolo ne L’Hobbit

signore degli anelli

Quando Tolkien ha scritto Lo Hobbit, questo raccontava la storia abbastanza ridotta e autonoma di un hobbit che diventa un famoso ladro e aiuta i Nani della Montagna Solitaria a ritornare alla propria casa occupata da un drago. Era una storia di un libro soltanto, ma dopo il successo de Il Signore degli Anelli, la Warner Bros ha deciso di trasformarlo in un’altra trilogia. Sfortunatamente, il risultato è stata una storia un po’ gonfiata e piena di personaggi senza scopo, e riferimenti non troppo sottili e fini a se stessi alla trilogia precedente. Tra i vari cameo, come quelli di Saruman, Galadriel e Legolas, un altro personaggio avrebbe potuto fare la propria comparsa ne Lo Hobbit: Aragorn. I produttori chiesero a Viggo Mortensen se fosse disponibile a riprendere il ruolo per Lo Hobbit. Ma l’attore ha letto il libro e sembra che abbia risposto dicendo: “Lo sapete perché Aragorn non compare nel romanzo, giusto? Sapete che c’è uno scarto temporale di 60 anni tra i libri?”. Dopotutto, va bene così: forse la comparsa di Aragorn sarebbe stata solo un’altra distrazione.

Fonte: CBR.com

Cannes 2018: A Genoux Les Gars, intervista al regista e alle attrici del film

Presentato nella sezione Un Certain Regard del Festival di Cannes 2018, A Genoux Les Gars (Sextape) è il nuovo film di Antoine Desrosières, con le giovani attrici Souad Arsane e Inas Chanti. Il film tratta le tematiche della sottomissione e dell’emancipazione femminile con grande ironia. La protagonista, Yasmina, si ritrova coinvolta e costretta ad un perverso gioco organizzato dal suo ragazzo, Salim, e il suo amico Majid. L’atto sessuale a cui la ragazza è costretta viene segretamente filmato con la minaccia di diffusione, cosa che getta Yasmina in una spirale di vergogna e desiderio di rivalsa.

Sulla Terrasse Unifrance di Cannes abbiamo avuto modo di incontrare il regista e le due attrici protagoniste del film per un intervista privata con loro, per scoprire la genesi del film e le sue caratteristiche.

– Le vicende che vediamo accadere nel film sono, purtroppo, all’ordine del giorno. L’ispirazione per il film nasce da eventi di questo tipo o ha un concepimento diverso?

A.D: Abbiamo pensato da subito ad una storia di questo tipo, ispirati sia da eventi realmente accaduti sia da un film che abbiamo girato precedentemente, Haramiste, dove affrontavamo sempre dei tabù legati alle ragazze. Haramiste mostrava le frustrazioni che i tabù possono generare, Sextape è invece un’ulteriore passo in avanti, e arriva a mostrare come la frustrazione conduca alla violenza. L’ispirazione per questo nuovo film nasce da lì, dal voler mostrare cosa accade dopo.

– Una delle cose più interessanti del film è certamente il parlare di eventi così scomodi con un’ironia che invece li rende molto fruibili. Da dove nasce l’idea e la volontà di inserire questo tono da commedia?

A.D: Il punto è, come possiamo fare un film che parli anche ai ragazzi che spesso si macchiano di questi atti (Il termine usato dal regista è: asshole)? Se avessimo realizzato un film drammatico, dubito che sarebbero venuti a vederlo, ma con un film divertente, con un titolo divertente, forse verranno. Ed è una trappola, perché così si troveranno invece a guardare qualcosa di più profondo che li faccia riflettere sulle loro azioni, e magari li spinga a comportarsi meglio verso il prossimo.

– I dialoghi, scritti insieme alle due attrici protagoniste, sono davvero brillanti. Rispecchiano perfettamente il modo naturale di parlare dei giovani. Com’è stato il processo di scrittura di una simile sceneggiatura?

A.D: Abbiamo scritto secondo una prospettiva di improvvisazione sulle scene richieste dal film. Ognuno era libero di aggiungere qualcosa per portare maggior freschezza ai dialoghi. Abbiamo provato e scritto le scene per diversi mesi, per poi arrivare a girare il film in soli diciotto giorni. Credo che il lavoro sui dialoghi, dove abbiamo inserito le tipiche frasi incoerenti o inconcludenti del parlato quotidiano, abbiano aiutato molto ad eliminare i classici cliché e stereotipi.

I.C: Come ha detto Antoine, abbiamo provato davvero a lungo prima di girare. Seguivamo tutti i suoi consigli per capire cosa desiderava ottenere e insieme arricchivamo la sceneggiatura di suggerimenti, facendo modifiche anche fino all’ultimo. Personalmente non ho portato molto di mio al personaggio, ma al suo modo di parlare sì. Come avrai notato, quello nel film è un modo di esprimersi davvero familiare.

Nel film è possibile riscontrare un feeling molto forte tra gli attori. Com’è stato lavorare sul set e quali riflessioni sono scaturite tra di voi riguardo questo particolare argomento?

I.C: In realtà il lavoro sul set è stato davvero molto breve, e quando abbiamo iniziato a girare il film avevamo alle spalle già diversi mesi di prove, i quali sono stati fondamentali per conoscerci e sviluppare i legami di cui avevamo bisogno per dare credibilità ai rapporti tra i personaggi.

S.A: Antoine ha fatto delle scelte di casting basandosi sulla sintonia tra gli attori. Lui già conosceva me e Ines, e ha scelto gli altri due ragazzi protagonisti dopo alcune sessioni di prove con noi, per vedere se poteva realmente nascere qualcosa che potesse portare freschezza al film.

A.D: Al momento del casting io non cercavo solo degli attori, ma anche dei co-autori. Ne avevo bisogno per essere certo di riuscire a portare elementi divertenti al film. Ho selezionato dei ragazzi che dimostrassero di avere immaginazione, che fossero in grado di improvvisare a lungo. Una volta trovati ero certo della mia scelta, e i mesi di prove non hanno fatto che confermare che mi ero circondato delle persone giuste per il film.

Mission Impossible: Fallout, Tom Cruise in azione nel nuovo trailer

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Come annunciato poco fa, la Paramount Pictures ha diffuso il nuovo trailer ufficiale di Mission Impossible: Fallout, sesta adrenalinica avventura dell’agente segreto Ethan Hunt, interpretato ancora una volta da Tom Cruise.

Potete dargli un’occhiata qui sotto.

Mission Impossible: Fallout, Tom Cruise pronto a un salto nel vuoto – foto

Vi ricordiamo che Mission Impossible: Fallout uscirà nelle nostre sale il 30 agosto 2018. Nel cast anche Rebecca FergusonSimon PeggHenry Cavill e Angela Basset.

A causa di un infortunio di Tom Cruise mentre eseguiva un salto da un edificio all’altra, il film ha subìto una pesante battuta d’arresto durante la produzione. Sappiamo che la scena è stata ripresa e montata addirittura nel trailer rilasciato durante la notte del Superbowl. Qui potete dare uno sguardo al video dell’incidente.

Il regista ha inoltre commentato il titolo del film, dando anche qualche indizio sulla trama: “Fallout ha più significati nel film, da quello letterale, come la minaccia di terrorismo nucleare che pende sulla trama, ad altri più metaforici, come l’idea che quello che succede nel film sia il risultato delle scelte che Ethan Hunt ha fatto nella sua vita. È il suo passato che ritorna a cercarlo. È la “conseguenza negativa” di tutte le sue buone intenzioni.”

Mission Impossible: Fallout, oggi il trailer. Ecco un’anticipazione e una nuova foto

Solo: A Star Wars Story, il making of del film nella nuova featurette

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Presentato ieri in anteprima al Festival di Cannes, Solo: A Star Wars Story arriverà fra pochi giorni anche nelle nostre sale. Nel frattempo, per ingannare l’attesa, la Lucasfilm ha rilasciato una nuova featurette in cui vengono raccontate le fasi della lavorazione dello spin-off sul giovane Han Solo.

Potete dargli uno sguardo qui sotto.

Solo: A Star Wars Story, il primo trailer

Diretto da Ron Howard, il cast di Solo: A Star Wars Story comprende Alden Ehrenreich (Ave, Cesare!, Segreti di famiglia), Woody Harrelson (Tre manifesti a Ebbing, Missouri, Oltre le regole- The Messenger), Emilia Clarke (Io prima di te, Game of Thrones), Donald Glover (Spider-Man: Homecoming, Sopravvissuto – The Martian), Thandie Newton (Gringo, Crash: Contatto fisico), Phoebe Waller-Bridge (Fleabag, Killing Eve) e Paul Bettany (Captain America: Civil WarMaster & Commander – Sfida ai confini del mare). Joonas Suotamo (Star Wars – Gli ultimi Jedi) torna a vestire i panni di Chewbecca.

Scritto da Jonathan Kasdan & Lawrence Kasdan, Solo: A Star Wars Story è prodotto da Kathleen Kennedy, Allison Shearmur e Simon Emanuel. I produttori esecutivi sono Lawrence Kasdan, Jason McGatlin, Phil Lord e Christopher Miller.

Sali sul Millennium Falcon e viaggia nella galassia lontana lontana in Solo: A Star Wars Story, un’avventura completamente nuova con il farabutto più amato della galassia. Attraverso una serie di audaci fughe nel profondo, oscuro e pericoloso mondo criminale, Han Solo incontra il suo potente futuro copilota, Chewbacca e anche il famoso giocatore d’azzardo Lando Calrissian, in un viaggio che racconterà l’inizio di uno degli eroi più improbabili della saga di Star Wars.

Solo: A Star Wars Story, ecco cosa ne pensa Rian Johnson

Mission Impossible: Fallout, oggi il trailer. Ecco un’anticipazione e una nuova foto

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Arriverà nelle prossime ore il secondo trailer ufficiale di Mission Impossible: Fallout, sesta avventura dell’agente segreto Ethan Hunt che vedrà fra i protagonisti anche Henry Cavill.

L’attore compare nella nuova immagine del film, pubblicata da Empire, e nell’anticipazione del trailer che trovate qui sotto.

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Mission Impossible: Fallout, Tom Cruise pronto a un salto nel vuoto – foto

Vi ricordiamo che Mission Impossible: Fallout uscirà nelle nostre sale il 30 agosto 2018. Nel cast anche Rebecca FergusonSimon PeggHenry Cavill e Angela Basset.

A causa di un infortunio di Tom Cruise mentre eseguiva un salto da un edificio all’altra, il film ha subìto una pesante battuta d’arresto durante la produzione. Sappiamo che la scena è stata ripresa e montata addirittura nel trailer rilasciato durante la notte del Superbowl. Qui potete dare uno sguardo al video dell’incidente.

Il regista ha inoltre commentato il titolo del film, dando anche qualche indizio sulla trama: “Fallout ha più significati nel film, da quello letterale, come la minaccia di terrorismo nucleare che pende sulla trama, ad altri più metaforici, come l’idea che quello che succede nel film sia il risultato delle scelte che Ethan Hunt ha fatto nella sua vita. È il suo passato che ritorna a cercarlo. È la “conseguenza negativa” di tutte le sue buone intenzioni.”

Mission Impossible: Fallout, trailer ufficiale con Henry Cavill

Zack Snyder rivela che Injustice è stata una fonte d’ispirazione per il DCEU

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Sembra proprio che una delle maggiori fonti di ispirazione di Zack Snyder nella creazione dell’universo cinematografico DC sia stata la costola videoludica di Injustice, videogioco di combattimento tra personaggi del DC Universe sviluppato da NetherRealm Studios e pubblicato nel 2013.

La conferma è arrivata dallo stesso Snyder in risposta ad una domanda di un fan che gli chiedeva quanto Injustice avesse condizionato l’arco narrativo dei film. “Oh si“, ha scritto il regista de L’Uomo d’acciaio, Batman v Superman e Justice League. Che ne pensate?

Zack Snyder conferma il legame di Batman v Superman con la mitologia greca

Justice League è disponibile dal 21 Marzo nei formati DVD, Blu-ray, Blu-ray 3D e in 4k Ultra HD, distribuito da Warner Bros. Entertainment Italia.

Diretto da Zack Snyder, il film presenta una invidiabile lineup di SuperEroi DC: Ben Affleck nei panni di Batman, Henry Cavill come Superman, Gal Gadot nel ruolo dell’irresistibile Wonder WomanEzra Miller come The FlashJason Momoa nei panni di AquamanRay Fisher come Cyborg.

Contenuti Speciali delle edizioni Blu-ray permetteranno ai fan di scoprire tutti i segreti della Justice League, conoscere meglio i nuovi membri, il loro lavoro di squadra e la tecnologia che dà loro una marcia in più. L’edizione 4k Ultra HD del fim contiene anche il disco Blu-ray, oltre ad una scena inedita non presente nel film al cinema.

Justice League: recensione del film con Ben Affleck, Gal Gadot e Henry Cavill

Guardiani della Galassia 3: James Gunn conferma il titolo del film

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È stato confermato dallo stesso James Gunn che il terzo capitolo del franchise sui Guardiani della Galassia seguirà la scia dei due precedenti e si intitolerà Guardiani della Galassia Vol.3.

L’ufficializzazione è arrivata, come di consueto, su Twitter in risposta ad una domanda di un fan:

https://twitter.com/JamesGunn/status/996539352195842049?ref_src=twsrc%5Etfw&ref_url=https%3A%2F%2Fscreenrant.com%2Fguardians-galaxy-3-title-confirmed%2F

Guardiani della Galassia Vol. 3: James Gunn svela quando arriverà nelle sale

Per quanto riguarda Guardiani della Galassia Vol.3, sappiamo che i Marvel Studios sono soliti iniziare la produzione immediatamente prima di un anno dall’ uscita del titolo precedente, e dato che James Gunn ha confermato che la pellicola  arriverà nei cinema nel 2020, è logico pensare che la pre-produzione sia già in corso ai Pinewood Atlanta Studios nella contea di Fayette, in Georgia.

Al momento la lista dei titoli oltre la Fase Tre non è stata resa nota, anche se sappiamo che c’è il sequel di Spider-Man Homecoming in sviluppo. Lo studios ha già annunciato altre dare di uscita senza proferire ulteriori informazioni e la data del 1° Maggio 2020 con ogni probabilità sarà quella assegnata al terzo capitolo dei Guardiani. Le altre date annunciate sono il 7 agosto 2020 e l’11 novembre 2020.

Guardiani della Galassia Vol. 3: ecco chi potrebbe interpretare Mark Hamill

Chris Hemsworth lascerà il MCU dopo Avengers 4?

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Con le riprese di Avengers: Infinity War e Avengers 4, Chris Hemsworth ha concluso il suo impegno contrattuale con i Marvel Studios, proprio come il collega Chris Evans, tuttavia nelle settimane successive all’uscita di Thor: Ragnarok l’attore si è detto disponibile a prolungare la sua permanenza nel MCU ad una condizione.

“Sentiamo di aver reinventato alla grande il personaggio con l’ultimo film. Sembra nuovo e pieno di energia. Potremmo aver avuto delle conversazioni per un altro film ammesso che ci sia un grande script da cui attingere. Ma al momento non c’è.”, aveva raccontato Hemsworth in un’intervista.

Ora, secondo alcuni, il video-messaggio pubblicato sul suo profilo Instagram lascerebbe intendere che ci sia un futuro per l’interprete di Thor oltre Avengers 4, ultimo film del contratto, e che la produzione stia lavorando per dare al personaggio un seguito all’altezza.

Chris Hemsworth disposto ad altri film su Thor, a una condizione

Grazie mille, a tutti coloro che continuano a supportare questi personaggi e l’Universo Marvel“, ha scritto l’attore. “Continueremo a lavorare per voi, se ce lo permetterete“. Che ne pensate? Che sia un timido annuncio da parte di Hemsworth?

Come già annunciato nelle settimane scorse, i Marvel Studios salteranno il rituale passaggio al Comic Con di San Diego il prossimo Luglio, dunque non dovremmo aspettarci alcun trailer o materiali ufficiali nei mesi precedenti.

Avengers 4 è ancora un grande mistero. Il film sarà diretto dai Fratelli Russo ma non sappiamo ancora da chi sarà composto il cast né di cosa parlerà il film. Le dichiarazioni di Kevin Feige in merito hanno reso molto chiaro il fatto che il titolo ufficiale del film rappresenta spoiler per Avengers Infinity War, per cui non sarà rivelato fino all’uscita al cinema del film che conclude la Fase 3 dei Marvel Studios.

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Cannes 2018: il ritorno di Lars Von Trier al Festival

Dopo essere stato dichiarato “persona non grata” ed essere stato espulso dal Festival di Cannes nel 2011, Lars Von Trier torna nel concorso 2018 con The House That Jack Built, con protagonista Matt Dillon.

The House That Jack Built, trailer del film di Lars Von Trier

Il film, a oggi il più divisivo del concorso, è stato aspramente criticato per la violenza di alcune scene e ha aperto il dibattito, sulla croisette, tra chi è pro e chi contro l’idea del regista.

Il Festival di Cannes 2018 si svolgerà dall’8 al 19 maggio. Segui il nostro speciale.

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