Mentre Suicide Squad ha da poco superato i
700 milioni, oggi Hot Toys ha diffuso le foto
della pazza Action figure che raffigura il
Joker vestito da Batman
e con un costume non propriamente classico. L’action figure è
in scala 1/6.
Suicide Squad si
concentrerà sulle gesta di un gruppo di supercattivi dei fumetti DC
che accettano di svolgere incarichi per il governo in modo da
scontare le loro condanne.
Tutte le news sul mondo dei film
della DC
COMICS nel nostro canale dedicata
alla DC
FILMS.
Suicide Squad
Il film arriverà al cinema
il 13 agosto del 2016. Nel cast vedremo Will
Smith nei panni di Deadshot, Margot
Robbie in quelli di Harley Quinn, Jay
Courtney nel ruolo di Capitan Boomerang, Cara
Delevingne sarà Enchantress, Joel
Kinnaman nei panni di Rick Flag, Viola
Davis nel ruolo di Amanda Waller e Jared
Leto sarà l’atteso Joker. Trama: Un’agenzia
governativa segreta arruola i super cattivi in prigione per
eseguire pericolose missioni promettendo loro in cambio la libertà.
Lo scopo della Task Force è obbedire agli ordini o morire, così
come chiariscono ai componenti il leader della
squadra Rick Flagg, la sua spada giurata, la
samurai Katana e il dispositivo
esplosivo inserito nei loro colli e gentilmente offerto
dalla Wayne Enterprise. Poi c’è
il Joker, che comparendo sia nel presente che
in alcuni flashback, cercherà di mandare a monte il piano della
Waller e di ricongiungersi con il suo vero amore,
Harley.
Si intitola The D’A’rkest
KnightPretty Little Liars 7×10,
il decimo episodio della settima stagione di Pretty Little Liars, la serie
televisiva statunitense di genere a metà tra teen drama e giallo,
ideata da Marlene King e basata sugli omonimi
romanzi di Sara Shepard per il network ABC
Family. Per il summer finale Pretty Little Liars
7×10 ci ha riservato un episodio completo, con tanto
di rivelazione shock alla fine della puntata. Ma andiamo con
ordine.
La trama di Pretty Little Liars 7×10
Nell’episodio Hanna (Ashley
Benson) rapisce Noel (Brant
Daugherty) con l’intento di strappargli la confessione sul
fatto che sia lui A.D, ma qualcosa non va per il verso giusto. Nel
frattempo Spencer (Troian Bellisario), Aria
(Lucy
Hale), Emily (Shay
Mitchell) e Alison (Sasha Pieterse)
coinvolgono la polizia non riuscendo a contattare Hanna, e porre
fine, una volta per tutte, alle loro sciagure.
The D’A’rkest
Knight cerca di portare a termine più nodi possibile,
a cominciare da quelli sentimentali, con le coppie storiche che
cercano, in modi diversi, di affrontare il passato per guardare al
futuro, insieme e no. A questo, però, si alternano momenti
decisamente più movimentati, che coinvolgono quasi tutti i
personaggi che hanno avuto un ruolo di rilievo nella serie, da Mona
(Janel Parrish) a Jenna (Tammin
Sursok), per ritrovarsi in un finale pieno di colpi di
scena, tra inganni, teste smozzate e spari di pistola. Quello che
ne esce, infatti, è un episodio carico di tensione che pone la
propria attenzione sulle questioni ancora rimaste irrisolte, ma ne
pone irrimediabilmente delle altre, come la sorte di Spencer e il
futuro di Alison, tornata più agguerrita e spaesata che mai.
Anche perché la seconda parte di
stagione – in onda ad aprile – concluderà definitivamente le sorti
di Pretty Little Liars e quindi è lecito, questa
volta, aspettarsi delle risposte valide e conclusive, anche se sarà
strano non fare più parte di questo mondo che, nolente o dolente,
ci tiene impegnati da diversi anni. Per fortuna, però, la fine non
sembra ancora così vicina, perché gli enigmi da risolvere sono
ancora parecchi.
Arriva online, in occasione
dell’uscita il prossimo 13 ottobre, il trailer italiano del biopic
Neruda diretto da Pablo
Larrain (NO – I Giorni dell’Arcobaleno,
Jackie).
Eccolo di seguito:
Gael Garcia Bernal
e il regista Pablo Larrain tornano a lavorare
insieme dopo NO – I Giorni dell’Arcobaleno. La pellicola,
sceneggiata dal cileno Guillermo Calderon,
racconterà la vita del celebre poeta, politico e premio Nobile per
la letteratura Pablo Neruda, interpretato da
Luis Gnecco.
Gael Garcia Bernal
vestirà i panni del commissario Oscar Peluchonneau, coinvolto nella
fuga del poeta (divenuto senatore indipendente del Partito
Comunista del Cile tra il 1946 e il 1948) in seguito alla accuse
mosse dall’uomo al governo per aver incarcerato dei minatori in
sciopero. Il film uscirà nel 2016.
Pablo Larrain è
stato da poco ospite al Festival di Venezia dove ha presentato in
Concorso il suo ultimo film, Jackie, con
protagonista Natalie Portman nei panni della
vedova Kennedy.
Non c’è nulla, almeno in apparenza,
che turbi la perfetta esistenza di Davis Mitchell (Jake
Gyllenhaal): una casa degna delle migliori riviste di
design da condividere con la moglie Julia (Heather
Lind) e una solida posizione come investitore nella
società del suocero Phil (Chris Cooper). Tutto
cambia con l’incidente d’auto che causa la morte di Julia,
lasciando Davis prima anestetizzato dal dolore poi sempre più
impegnato a smantellare la sua vita. Da queste premesse si sviluppa
Demolition, con cui il canadese Jean-Marc
Vallée torna a uno dei temi più cari
della sua filmografia, quello della risalita, affrontato sia
nell’acclamato Dallas Buyers Club (con il duo da Oscar
Matthew McConaughey e Jared Leto) che in Wild con Reese Witherspoon. Ma se in questi titoli è
soprattutto il corpo dei protagonisti a esprimere il travaglio
verso una dolorosa rinascita, in
Demolition sono gli oggetti che
circondano Davis a rendere emblematico il suo percorso interiore di
decostruzione totale.
Davis non riesce a esternare le sue
emozioni come gli altri vorrebbero, ma riesce a imprimerle sulla
carta delle lettere che invia all’azienda di distributori
automatici colpevoli di averlo “tradito” in ospedale, subito dopo
la scomparsa della moglie. A rispondere al suo grido d’aiuto è la
responsabile del servizio clienti Karen Moreno (Naomi
Watts), con la quale il protagonista instaura un
profondo legame.
Demolition, il film
di Jean-Marc Vallée
Davis cerca di tornare in contatto
con la realtà e con sé stesso per capire ciò che davvero si
nascondeva dietro la fotografia della sua perfetta esistenza.
Vallée rappresenta la sua ricerca con uno stile già evidente in
Wild alternando il presente con brevi flashback, schegge di un
passato con cui fare i conti. Se il punto di forza del film è
l’ottima, intensa, performance di Jake
Gyllenhaal, efficace nel restituire le diverse
sfumature dell’alienazione emotiva del suo personaggio, a creare
più problemi è la sceneggiatura di Bryan Sipe,
troppo didascalica per parlare in maniera inedita o quantomeno
potente di temi già ampiamente trattati dal cinema come quello
dell’elaborazione del lutto o dell’incomunicabilità nei rapporti
interpersonali.
La continua ripetizione del
parallelismo tra distruzione degli oggetti e dolore porta a
raffreddare il coinvolgimento dello spettatore, probabilmente
disorientato dalla frammentazione della narrazione che accumula
situazioni e personaggi, risolvendo i nodi del racconto con alcuni
passaggi un po’ forzati. Il film richiama così la confusione del
suo protagonista, ma non rende giustizia al ruolo di Naomi Watts e
soprattutto a quello del figlio Chris (la giovane rivelazione
Judah Lewis), le cui scene con Davis sono tra i
momenti migliori del film. Per
questo Demolition è un’occasione sprecata,
che non riesce ad approfittare della forza del suo cast.
Dopo il teaser visto ieri, ecco che
la Universal Pictures ha finalmente diffuso online il
trailer ufficiale di Cinquanta Sfumature di
Nero, sequel di Cinquanta Sfumature di
Grigio. Potete vederlo di seguito, anche nella
versione italiana:
Cinquanta Sfumature di
Nero arriverà nel febbraio del 2017, mentre la
chiusura della trilogia, Cinquanta Sfumature di
Rosso, è programmata per il 2018. Il film però vedrà
una squadra creativa completamente cambiata, visto che Sam
Taylor-Johnson, regista, e Kelly Marcel,
sceneggiatrice, si sono tirate indietro. Il loro posto è stato
preso da James Foley, che ha diretto 12 episodi di
House of Cards, e da Niall
Leonard, marito della James, autrice dei romanzi, che è
invece stato incaricato di scrivere entrambi i film.
Nel film torneranno Dakota Johnson (Anastasia Steele),
Jamie Dornan (Christian Grey),
Eloise Mumford (Kate), Rita Ora
(Mia Grey), Max Martini (Taylor), Luke
Grimes (Elliot Grey) e Victor Rasuk (José
Rodriguez). Si aggiungono al cast anche Kim
Basinger (Elena Lincoln), Eric Johnson
(Jack Hyde), Tyler Hoechlin (Boyce Fox) e
Bella Heathcote (Leila Williams). Di seguito la
trama del romanzo: Mentre Christian combatte con i suoi demoni
interiori, Anastasia deve scontrarsi con la rabbia e l’invidia
delle donne che sono venute prima di lei.
Ed eccomi qui, a scrivervi
dall’acquabus per il più plebeo dei rientri. Perché sì, mi si
prende per il culo che sono una star e di solito mi aspetta una
Lancia. Ma purtroppo per i miei fan devo confessare per onestà
intellettuale che la Lancia non è mia, è dell’azienda per cui
lavoro che se vado alla stazione a prendere il treno verso Roma mi
dà un passaggio, se no m’attacco ar cazzo. Anche comprensibilmente.
Per cui, dato che come vi
dicevo sono diretto verso Madrid a farmi incornare da un toro,
quest’anno Alilaguna a gogò. Che poi mi fa piacere in finale. Il
lento ondeggiare oltre al vomito, stima la concentrazione e mi dà
modo di riflettere su come sia andata a finire tutta la storia.
Quindi, il Leone lo ha preso Lav Diaz. Un Leone
controverso tra chi esultava dalla gioia in lacrime come se poi i
soldi glie li dessero a lui – no, non è questione di tifo. Io così
non reagirei nemmeno se il Leone lo vincesse Sam Raimi. Io reagirò
così quando potrò finalmente andare da un punto A a un punto B
senza incontrare dodicimila persone che mi vogliono portare verso
C, quando potrò dormì nel letto de casa, iscrivermi in piscina e
magari andarci e riconoscere il mio viso la mattina quando mi
sveglio – e polemiconi dell’ultima ora che dicono ‘ah, ma tanto
del film non glie ne frega niente a nessuno. Perché premiano sta
roba che tanto nessuno la distribuisce eccetera…’.
Intendiamoci, nemmeno a me me ne frega niente. Nel senso più
assoluto.
Venezia 73, tutti i vincitori: Leone d’Oro a
The Woman Who Left di Lav
Diaz
Ieri tante persone mi hanno detto
‘mi dispiace per te, ha vinto Lav’. Ma per me, ragà, bella pè lui.
L’importante è che io il film non sia costretto a vederlo, poi se
vogliamo dare una mano al popolo filippino ben venga. Pago pure il
biglietto, guarda, se qualche coraggioso lo porta in sala. Magari
Lucky Red, che du anni fa s’è spennata pure ‘Un piccione seduto su
un ramo…’ e in finale avrà già pronto ‘Lo chiamavano Mazinga Z’ per
recuperare. Onore agli eroi. Però non lo vedo, il film, m’ò
raccontate, dai, tanto me fido. Per il resto più o meno quello che
ci si aspettava, a parte i classici premi troll, che ci devono
stare che se nessuno si incazza non fa ride, in questo caso ai
cannibali e al polipone. Evabbè. Piuttosto, da segnalare l’euforia
che ha colpito gli avventori della sala conferenze stampa – noi
compresi, lo ammettiamo – durante la cerimonia, che senza nessun
motivo apparente si è iniziato a ridere sguaiatamente alla comparsa
del povero Roberto Andò, presidente giuria del
‘Pannolino d’oro’ (abbiate pazienza, i nomi veri delle sezioni non
me li ricordo, è come uscire da un esame e sorbirsi le classiche
‘che ti ha chiesto?’), che si impappinava causa emozione. Comunque
a noi dei premi ufficiali ci fotte sega. A noi interessano i premi
paralleli, che in effetti regalano molte conferme.
Il premio
GCCMNF (Gran Cazzo Che Me ne
Frega), assegnato ad autori di film di portata impegnativa
e dai temi profondi e particolarmente lontani dalla praticità del
quotidiano vivere viene meritatamente consegnato proprio a
Lav Diaz“per aver realizzato un film di cui
non frega e non fregherà mai una sega e nessuno spettatore che non
abbia mai messo piede in un Festival, in bianco e nero, dalla
durata spropositata e indistribuibile senza immaginare forti tagli
al personale di qualsiasi sala cinematografica per limitare le
spese, ed essersene bellamente sbattuto il cazzo di tutte queste
sottigliezze, aver vinto il Leone d’oro con pernacchia e triplo
carpiato dopo aver sottoposto a Rohypnol la giuria a sua insaputa e
aver pure bellamente gozzovigliato alla faccia di tutti i curiosi
dell’ultima ora che sono entrati in sala pagando il biglietto per
la proiezione di chiusura senza sapere minimanente cosa li
aspettava.”
Il premio ICEFAC
(prestigioso riconoscimento la cui sigla sta per In Culo e
Fòco ai Capelli), concepito assieme a Cristiana
Paternò e tradizionalmente assegnato a individui dalle
capigliature particolarmente significative, viene consegnato
all’intero cast del film Jackie per le
bizzarre acconciature d’epoca. Negli anni passati
l’ICEFAC è stato consegnato tra le varie edizioni
di Mostra di Venezia, Festival
di Cannes e Berlinale a: Sean Penn (il primo
ICEFAC, per This Must Be The Place),
Monica Bellucci (per
Irreversible), Tilda Swinton/Tom
Hiddleston/Jim Jarmush (presentatisi alla conferenza del
film Only Lovers Left Alive con medesimo
taglio di capelli), Lav Diaz/Gianfranco Rosi
(Berlinale 66, come rappresentanti di due estremi).
Il premio Tardo
d’oro per il più rincoglionito del Lido va ai gestori del
supermercatino dove tutti andiamo (non c’è bisogno di specificare
qual è). Sono bravi, eh, ma bisogna avere pazienza e tempo
libero.
(Ang)
E poi a chiudere i premi paralleli
c’è il premio Colloammare, riconoscimento
assegnato a registi, sceneggiatori, artisti vari – ma anche
semplici astanti – che si distinguono per le particolari fattezze
del collo. La storia del premio risale alla Berlinale 2016, la
leggenda narra che durante la lunghissima e noiosissima conferenza
stampa di Berlino, durante premiazione del regista
Rosi per il magnifico
Fuocoammare, qualcuno si chiedesse
‘ma il collo di Rosi dov’è?’.
Nel silenzio, una voce rispose
‘l’ha perduto a Lampedusa’. Da allora, in omaggio a questo
grandissimo artista e al suo non collo, si è deciso di istituire un
premio che celebrasse l’unico momento di ilarità durante una
conferenza stampa di 14 ore e mezzo (ci addestravano a sopportare
Lav Diaz). Il primo Colloammare è
stato appunto assegnato a Gianfranco Rosi. La
celebre statuetta, che riporta le fattezze del primo premiato, è
stata attribuita durante la Mostra di Venezia al collo di
Gabriele Muccino.
Colgo l’occasione per salutarvi
anche io, perché i preparativi pre partenza sono stati lunghi e
complicati e non si è trovato il tempo. Innanzi tutto ho visto i
premi con Ang, e per me questo è il momento più
bello visto che ridiamo sempre come due cretini e ci vengono in
mente tante cazzate, come ‘il polpo e in polposition’ o
‘e Roberto consegnato il premio, se ne Andò’. Capite bene
che per noi le cerimonie sono bei momenti. Insomma, di Lav, dei
premi, vi ha detto Ang. Anche a me sostanzialmente fottesega delle
accuse di chi si sente di dover difendere il Leone d’oro, non l’ho
visto ma mica per boicottare il film. Che quando leggo stronzate di
questo tipo mi viene voglia di cancellare le persone che le
scrivono, io a Lav voglio bene, ho persino personificato in una
foto The women who left nel momento in
cui, finito il festival, ho gettato il badge e me ne so annata
affanculo. E comunque voglio più bene io al regista se preferisco
vedermelo al cinema in un momento in cui mi rode il culo di meno,
perché magari ho dormito, pranzato e le quattro ore di Lav
Diaz me parono pure poche. Per il resto grande Lav, hai
fatto bene a vincere tu, così tutte quelle che se so comprate il
biglietto per vedere il film vincitore so rimasti bloccati in sala
fino alle due e noi siamo riusciti a trovare posto al ristorante
persino l’ultima sera (pensa che presa a male, poveri). Grazie per
averci letto anche quest’anno, se vi va ci si rivede al Festival di
Roma, portate pazienza e fateci riposà per un mesetto, ritrovare
l’analista, magnà sano, bere meno. Prendiamo insomma la giusta
distanza per un po’. Chissà se per la Festa del Cinema rimarrà
almeno il Campidoglio a Roma.
“Grazie per essere venuti,
so che siete reduci da una faticosa settimana al Festival di Venezia”. Così
Ken Loach saluta la stampa romana, che ha
incontrato per presentare il suo ultimo film Io, Daniel
Blake, già vincitore della Palma d’Oro a Cannes 2016
e in arrivo nelle nostre sale il prossimo 21 settembre.
Il film racconta di un falegname di
59 anni che vive a New Castle e che per la prima volta nella sua
vita è costretto a chiedere un sussidio statale in seguito a una
grave crisi cardiaca. Il suo medico gli ha proibito di lavorare, ma
a causa di incongruenze burocratiche si trova nell’assurda
condizione di dover comunque cercare lavoro. La sua sfortuna si
incontra con quella di Katie, una madre single, con la quale
nascerà una profonda amicizia. Daniel è un cittadino che chiede
quanto gli spetta, niente di più e niente di meno, ed è da questo
concetto che parte la riflessione di Loach, sempre gentile e
cordiale e allo stesso tempo estremamente lucido e severo nel suo
giudizio del nostro tempo.
“Credo che dobbiamo
riappropriarci del termine “cittadino” – ha dichiarato il
regista – Il problema è che lo Stato, tutti gli Stati europei,
cercano di non schierarsi con le persone ma con il Capitale. Il
loro interesse è quello di rendere i lavoratori vulnerabili. Se non
hai un lavoro e perché il tuo c.v. non è compilato a dovere o
perché sei arrivato in ritardo. La realtà è che i posti di lavoro
non ci sono, oppure ci sono ma sono così precari che non forniscono
un’entrata stabile che possa consentire una vita dignitosa. Questo
precariato è utile agli affari e alle grande imprese perché
costituisce un rubinetto che si può aprire e chiudere in base alle
necessità. Ma questa situazione per la classe operaia è un vero
disastro.”
Nonostante la situazione di profonda
crisi, nel film è forte il concetto di solidarietà tra persone con
le stesse difficoltà: “Un punto importante del film e della
società in generale è la solidarietà operaia. In qualunque comunità
di lavoratori c’è solidarietà. Nel Regno Unito per esempio abbiamo
campagne di beneficenza per ogni cosa. Senzatetto, disabili,
ospedali e scuole, anziani e associazioni a scopo benefico. Le
persone sanno che è difficile vivere così e c’è consapevolezza di
questa condizione di vulnerabilità. Chi soffre di più sono i
disabili che non sono nemmeno in grado di andare in giro in
autonomia. Il tessuto sociale si sta sfaldando.”
Il futuro è quindi
completamente buoi per Ken Loach?“Sorprendentemente
c’è ancora speranza, il partito sociale democratico, la sinistra, è
riuscito a eleggere un leader perché l’ala destra del partito
stesso ha permesso che si candidasse una persona insospettabile,
che nessuno si aspettava sarebbe stato eletto. Questa persona ha
ottenuto il sessanta per cento dei voti, e ora abbiamo molti più
iscritti al partito grazie a lui. Jeremy Corbyn. Se dovesse vincere
tra due settimane ci potrebbe essere davvero un cambiamento
radicale. Mi sento un po’ vecchio quando vengo in Italia, forse per
il modo di vestire, ma in realtà non sono mai stato così giovane
perché il movimento di sinistra nei Regno Unito e guidato dai
giovani e dai social media.”
Nella continua lotta di
Daniel con il sistema burocratico, il suo peggiore nemico è la
burocrazia stessa o le persone che la applicano in maniera così
cinica?“Penso che la burocrazia e la mancanza di
empatia degli impiegati siano connessi. La complessità burocratica
e lì per intrappolarti. Il Governo sa perfettamente quello che fa e
le persone che lavorano in queste agenzie di collocamento sono
costrette ad agire seguendo il regolamento, tanto che hanno un
numero fisso di sanzioni da assegnare a settimana, pena ulteriori
sanzioni ai loro danni.”
Parlando proprio di società e
problemi legati all’economia in crisi e alla mancanza di lavoro,
Loach ha espresso anche la sua opinione sulla Brexit: “Abbiamo
votato per uscire dall’Europa ma non siamo ancora usciti. C’è una
specie di guerra fredda in UK in cui non accade nulla. Per adesso
le previsioni sono di un rallentamento dell’economia e una perdita
di valore della sterlina. I datori di lavoro reagiranno tagliando i
salari e aumentando il grado di precarietà.”
Sul presente e sul futuro del cinema
invece il regista è molto cauto: “Incontro tanti giovani
cineasti che vogliono fare film e che condividono mie idee ma le
decisioni su quali film vengono prodotti non vengono prese da
questi cineasti. Chi prende le decisioni commerciali ha la sua
visione del mondo e cerca film che la rispecchino. Noi abbiamo
iniziato in TV, era un tempo in cui la classe dirigente era molto
sicura di sé e ci lasciava la libertà di essere un po’ sovversivi.
Adesso la classe dirigente si sente minacciata e di conseguenza ha
ristretto le regole. È raro riuscire a trovare qualcosa di
interessante. Ci sono tanti bravi registi in giro ma forse non
trovano spazio per esprimere un certo tipo di cinema.”
In merito al valore che la
Palma d’Oro vinta ha Cannes ha per lui e per il
suo film, Ken Loach, ancora una volta ha fatto un
discorso molto lucido, completamente privo di vanità. “I premi
aiutano film come questi. A livello di distribuzione riescono a
vendere meglio il film ma aiutano anche a rompere gli schemi. Il
vento che accarezza l’erba ha trovato notorietà con il premio a
Cannes nel 2006 e così è arrivata alle luci della ribalta anche la
politica imperialista dell’Inghilterra sull’Irlanda.” Poi,
inaspettatamente, arriva da Ken il commento che lo rende uno dei
più grandi. Nonostante l’impegno sociale profuso nel film,
nonostante i premi e le parole sulla politica e la società
contemporanea in difficoltà, Loach aggiunge: “Questo film è stato
motivato dalla rabbia che si agitava in me di fronte alla
situazione sociale in cui ci siamo venuti a trovare, ma è anche
prima di tutto un film. Alla sua base c’è il piacere della
scrittura, di lavorare sul set con gli attori. Il piacere di fare
cinema.”
Poco giorni
al via Fuoricinema dal 16 al 18
settembre. Nella Milano rinnovata per tre giorni artisti del
mondo del cinema, della musica, dello spettacolo incontrano il
pubblico in un grande happening all’aperto per parlare di sogni e
vita.
Un nuovo appuntamento per la città
e per il mondo del cinema sui generis, gioco confidenziale e intimo
di racconto, all’aperto, gratuito e accessibile a
tutti. Ideato da Cristiana Capotondi e
Cristiana Mainardi insieme ad Anteo SpazioCinema,
Fuoricinema si apre con Aldo Giovanni e
Giacomo e si chiude con Ligabue. Nel
mezzo tantissimi artisti a rendere speciale ogni ora.
Un happening che nasce da un
desiderio: raccogliere esperienze di vita, aspirazioni e
riflessioni sviluppate attorno al mondo del cinema, e metterle in
circolo, come patrimonio comune. Ha un’anima pop
Fuoricinema, la kermesse che si terrà dal 16 al 18
settembre, prevalentemente all’aperto, nel solco di quello che in
effetti sembra essere un nuovo modo di vivere Milano: più libero,
più semplice. Ma allo stesso tempo più consapevole. Fuoricinema
nasce con la fortissima volontà di creare un evento inclusivo, e
anche un evento di condivisione, fortemente contestualizzato a
Milano, capitale non solo nell’ambito della moda, del design,
dell’audiovisivo, ma anche nell’ambito dell’impegno sociale:
Fuoricinema – che è totalmente gratuito per il
pubblico ed è prodotto da un’Associazione non profit – si occuperà
di raccogliere fondi per tre associazioni milanesi che si occupano
di infanzia. L’evento è realizzato in collaborazione con
Sky Cinema e Radio DEEJAY.
Ogni anno un tema di racconto diverso. Per questa prima edizione
il tema scelto è quello del sogno, quale forza vitale che consente
non solo di immaginare oltre la realtà, ma di andare a creare con
tenacia e determinazione una realtà migliore.
Un palco e uno schermo, un’arena da un migliaio di posti seduti
e migliaia di posti sul prato, tutt’attorno un piccolo villaggio
con street food, un market place, aree di sosta: Fuoricinema si
svilupperà nell’area che si affaccia su via Gaetano de Castillia,
ai piedi del Bosco Verticale, coinvolgendo la Stecca degli
Artigiani, la Casa della Memoria, la Fondazione Riccardo Catella e
estendendosi all’interno, nell’ex campo di grano.
Nell’area antistante la Stecca degli Artigiani – sul prato –
verranno dunque allestiti un grande palco e un grande schermo:
verranno accolti artisti provenienti dal mondo del cinema, della
musica, della letteratura, per incontrare il pubblico, raccontarsi,
scambiarsi opinioni. Divertirsi, riflettere e soprattutto
condividere con il grande pubblico senza barriere, in un gioco
confidenziale e intimo di racconto, all’aperto, gratuito e
accessibile a tutti. Dalle 21 di sera, dopo un dj set per un
aperitivo in allegria che vedrà sul palco dj e video perfomer, si
susseguiranno fino a notte fonda le proiezioni dei film.
La conduttrice che sul palco saluterà gli ospiti e li presenterà
al pubblico sarà Teresa Mannino.
La Fondazione Catella ospiterà, per l’occasione, Gesti di
narrazione – studio per un racconto senza parole, un’installazione
di Studio Azzurro che testimonia l’utilizzo quotidiano di un
linguaggio non verbale, quello dei segni, una riflessione sul ruolo
sempre più predominante delle immagini nella narrazione
contemporanea. Alla Casa della Memoria verrà allestita una mostra
di opere legate al cinema dell’artista Jordi Siena e verrà
organizzata una rassegna dedicata al tema della Memoria con
materiale video d’archivio delle associazioni ANPI, ANED,
INSMLI.
A legare il sogno e la solidarietà – per gli ideatori – non
poteva che essere il mondo dell’infanzia, quella fase della vita in
cui più di ogni altra il diritto al sogno deve essere tutelato.
“Fondazione Arché, Missione Sogni e l’Associazione Bianca
Garavaglia sono le tre associazioni che saranno destinatarie dei
fondi raccolti con una serie di iniziative” spiega Francesca
Mangano, esperta di marketing sociale e socia di Visione Milano.
Verrà allestito un market place attivo durante i tre giorni di
manifestazione presso la Stecca degli Artigiani, dove il pubblico
potrà acquistare oggetti e abbigliamento che importanti marchi
della moda hanno messo a disposizione per sostenere l’iniziativa,
mentre nelle due settimane antecedenti Fuoricinema, verrà
organizzata un’asta Charity Stars a livello nazionale che culminerà
con la chiusura durante la cena di gala prevista per venerdì 16, e
ospitata nell’avveniristico Unicredit Pavilion. La serata –
organizzata con Ferrarelle, acqua ufficiale di Fuoricinema – vedrà
un menù firmato dalla chef Enrico Bartolini a ispirazione
cinematografica.
“Quando abbiamo iniziato a cullare l’idea di Fuoricinema,
abbiamo innanzitutto immaginato qualcosa cui avremmo voluto
partecipare da spettatori” spiega Cristiana
Capotondi ideatrice con Cristiana
Mainardi e la loro società Artisti Insieme di
Fuoricinema.
“Ci sembrava interessante mettere al centro le persone ancor
prima del prodotto, approfondire una relazione e svilupparne un
racconto, e farne godere il pubblico, che a Milano è importante.
Così come di Milano sono importanti altri elementi, che speriamo di
valorizzare: crediamo in una città dove le diversità possano essere
sempre meno discriminanti, e il cinema ha il potere di aprire e
formare le menti, oltre che di far sognare” le fa eco
Cristiana Mainardi.
“E proprio come il cinema, anche Fuoricinema è un’opera
collettiva, che si è potuta concretizzare e potrà crescere solo
grazie alle intuizioni e al lavoro di molte persone” chiude
Capotondi.
L’altra metà di Fuoricinema – fin
dalla prima intuizione – è rappresentata da un’istituzione del
Cinema a Milano, il cinema Anteo che, con i suoi 37 anni di
attività e il nuovo progetto che lo farà crescere fino a 10 sale,
il pubblico conosce bene: “Quello che soprattutto vogliamo
alimentare di Fuoricinema – commenta l’amministratore delegato
Lionello Cerri – è il potenziale aggregante, e di crescere negli
anni a venire: speriamo di creare un circuito virtuoso anche
rispetto alla sua finalità, quella benefica. Anteo ha sempre
cercato di andare oltre i muri e la definizione classica della sala
cinematografica, che è anzitutto un luogo culturale per il modo in
cui la si può vivere e per le esperienze che si possono
condividere. Una città che riesce a far vivere il piacere di
condividere cultura, è una città bella”.
E proprio per la volontà di aprire
sostanzialmente e formalmente un processo di condivisione e di
farlo crescere nel tempo, si è pensato di fondare l’Associazione
non profit Visione Milano, che riunisce il primissimo gruppo di
lavoro, di cui fanno parte due pilastri della cultura milanese,
Gino e Michele, che portano la loro inimitabile cifra artistica
nella creazione di un palinsesto che vivrà di tante contaminazioni:
“Fuoricinema e il suo tema ispiratore, il Sogno, è come la Milano
che vorremmo: piena di voglia di capire e di spinte per
migliorarci. Con la fantasia del futuro e la consapevolezza del
presente. Vi sembra troppo? Non riuscite a crederci? – sorridono
Gino e Michele – Allora non vi resta che venire a Fuoricinema dal
16 al 18 settembre e direte anche voi, come Totò: ‘Desto o son
sogno?’”
Fuoricinema aprirà ufficialmente il
conto alla rovescia per l’inaugurazione del Palazzo del Cinema
Anteo, fissata per settembre 2017: un progetto unico in Italia, per
un’offerta di qualità cinematografica e culturale che si fonderà
con ricerca e innovazione, oltre che con i più elevati standard di
servizi rivolti al pubblico.
Dall’edizione di settembre 2016
fino a quella del 2017, prenderà forma un progetto stabile che
vedrà l’organizzazione di un evento Fuoricinema al mese, e l’inizio
dei lavori per l’edizione numero uno. Attraverso il sito
www.fuoricinema.com, i canali social e i canali partner si lavorerà
tutto l’anno alla diffusione della filosofia Fuoricinema.
Fondamentali sono state le
collaborazioni e le sinergie che Fuoricinema ha creato per la
realizzazione dell’evento. BPM, FASTWEB, FERRARELLE, LEXUS e TUCANO
sono main sponsor: “Oggi più che mai – commenta Cristiana Mainardi
– la cultura ha bisogno di occasioni che la promuovano, che la
rendano fruibile e piacevole per tutti. Fuoricinema è un evento pop
al suo numero zero, che ha per tema il sogno: non è quindi retorico
il ringraziamento che rivolgiamo a tutti i nostri sostenitori che
consideriamo parte integrante del progetto”
Frank
Miller, il maestro americano del fumetto supereroistico, sarà
ospite a Lucca Comics & Games 2016, dal 28
ottobre al 1° novembre 2016. Grazie alla collaborazione con RW
Edizioni, una delle leggende della nona arte parteciperà
all’edizione del Cinquantenario della manifestazione lucchese, nata
nel 1966.
Autore di alcuni tra i
più affascinanti capolavori di tutti i tempi, come – tra l’altro –
“Sin City” e “Il Ritorno del Cavaliere Oscuro”.
A Lucca, Miller
parteciperà ad alcuni incontri con il pubblico e sarà protagonista
di sessioni di firme e dediche ai propri fan. Il 23
settembre divulgheremo le date e gli orari di queste
attività.
Heyman ha spiegato che all’inizio
l’idea alla base del film era completamente diversa: “Dopo aver
chiuso con i film di Harry Potter, c’era l’entusiasmo di affrontare
nuove sfide e anche una profonda malinconia… Il produttore della
saga Lionel Wigram stava pensando a cosa potevamo fare e aveva
avuto l’idea di realizzare un documentario dedicato a Newt
Scamander. Alla fine Jo (JK Rowling, NdR) ha saputo di
quell’idea, l’aveva trovata anche piuttosto divertente, ma non
avremmo mai realizzato nulla senza il suo permesso. Non eravamo
neanche certi di avere la possibilità di farlo”.
Animali Fantastici e Dove Trovarli
uscirà il 18 novembre 2016, e avrà come protagonista Newt
Scamandro, autore de Gli animali fantastici dove
trovarli, che avrà esattamente 23 anni. Il film sarà
ambientato a New York, 70 anni prima delle vicende di Harry
Potter. Nel cast Eddie
Redmayne, Katherine Waterston, Ezra Miller,
Dan Folger e Alison Sudol.
La sinossi: Animali Fantastici e Dove
Trovarliinizia nel 1926
con Newt Scamander che ha appena terminato un viaggio in giro per
il mondo per cercare e documentare una straordinaria gamma di
creature magiche. Arrivato a New York per una breve pausa, pensa
che tutto stia andando per il verso giusto, se non fosse per un
No-Maj (termine americano per Babbano) di nome Jacob, una valigetta
lasciata nel posto sbagliato, e per la fuga di alcuni degli Animali
Fantastici di Newt, che potrebbero causare molti problemi sia nel
mondo magico che in quello babbano.
Animali Fantastici e Dove Trovarli
vedrà il debutto della scrittrice stessa, J.K.Rowling,
come sceneggiatrice, affiancata da Steve
Kloves, sceneggiatore dei film di Harry
Potter. Alla produzione ci
sarà David Heyman, mentre David
Yates sarà il regista.
Arrivano nuovi affascinanti concept
art di Captain America Civil War, il
film campione d’incassi Marvel Studios. I nuovi concept
raffigurano Ant-Man gigante e lo scontro tra
War Machine e Falcon. I concept nella nostra
gallery:
Leggi la nostra recensione di Captain
America Civil War
Sinossi: Captain America
Civil War si svolge subito dopo gli eventi di Avengers: Age of Ultron, con Steve
Rogers e gli Avengers costretti ad affrontare i danni collaterali
causati dalla loro lotta per proteggere il mondo. Dopo che la
città di Lagos, in Nigeria, viene colpita dall’ennesimo incidente
internazionale che vede coinvolti gli Avengers, le pressioni
politiche chiedono a gran voce un sistema di responsabilità e un
consiglio d’amministrazione che decida quando richiedere
l’intervento del team. Questa nuova dinamica divide gli Avengers
che, al tempo stesso, tentano di proteggere il mondo da un nuovo e
malvagio avversario.
Captain America Civil War
Ricordiamo
che Captain America: Civil
Warsarà diretto
da Anthonye Joe
Russo e vedrà nel cast Chris Evans,
Robert Downey Jr., Scarlett Johansson, Chadwick Boseman,
Sebastian Stan,Samuel L. Jackson, Frank
Grillo, Jeremy
RennereDaniel
Bruhl. Captain America Civil
War è
arrivatonelle sale italiane il 4
maggio 2016.
Nel corso della medesima intervista,
però, il regista di Arrival ha anche parlato
dell’attesissimo Blade Runner 2, le cui
riprese sono attualmente in corso.
Villeneuve ha rivelato di non avere
il final cut sul film, specificando però che non si tratta di una
cosa necessariamente negativa. Queste le sue parole:
“Ho accettato di dirigere Blade
Runner 2 perché i suoi produttori, Broderick Johnson e Andrew A.
Kosove, sono miei amici. Ho fatto Prisoners con loro, per cui
sapevo che avrebbero dato forma a un ambiente lavorativo stabile e
sicuro in cui farmi operare. Non ho il final cut sul film. E la
cosa che ho capito circa il final cut ruota intorno al
potere che ha l’ottenere il miglior “cut” per un dato film.
Non ho avuto il final cut per Prisoners, ma quello che avete visto
era il miglior montaggio possibile per la pellicola. Sicario
ha il “director’s cut” così come Arrival. Chiaramente non posso
parlarne nello specifico. Il mio rapporto con le persone con cui
lavoro è molto forte e, alla fin fine, quello che importa davvero,
quello che conta è avere la miglior versione possibile del
film”.
Nel cast del film figurano
Ryan Gosling, Harrison Ford, Robin Wright,
Ana de Armas, Sylvia Hoeks, Carla Juri, Mackenzie Davis, Barkhad
Abdi, Dave Bautista, David Dastmalchian, Lennie
James, Hiam Abbass e Jared
Leto.
La
sceneggiatura del sequel, ambientato diverse decadi dopo
l’originale pellicola del 1982, è affidata a Hampton
Francher e Michael Green e segue la
storia originale scritta da Francher e David
Peoples basata sul romanzo di Philip K.
DickIl Cacciatore di
Androidi.
Produttori esecutivi
del film sono Frank Giustra e Tim Gamble, CEO di
Thunderbird Film. Lo stesso Ridley Scott sarà produttore esecutivo
della pellicola così come Bill Carraro.
“Sono sempre stato attratto dai film
sci-fi con una forte impronta visiva in grado di trasportare lo
spettatore in dei mondi paralleli unici e il primo Blade Runner è
senza dubbio il miglior film del genere di tutti i
tempi– commentaDenis
Villeneuve, regista della
pellicola, che aggiunge – Ridley Scott è stato geniale nel fondere
lo sci-fi col noir per creare un viaggio irripetibile nella
condizione umana. Il nuovo Blade Runner segue la pellicola
originale qualche decade dopo“.
eOne e Tooley Productions uniranno
le forze con il premio Oscar Julia Roberts per
l’adattamento cinematografico del romanzo di Harlan
Coben dal titolo Fool Me
Once.
La storia del film seguirà le
vicende di Maya (Roberts), un ex pilota di operazioni speciali che
un giorno vede la figlia giocare con suo marito, che in realtà
sarebbe stato assassinato due settimane prima. Da quel momento
inizierà per la donna un viaggio alla ricerca della verità.
Del film la Roberts sarà anche
co-produttrice. A proposito del progetto la star dei recenti
Money
Monster e Mother’s
Day ha dichiarato: “Il genere di Fool Me Once
è uno dei miei preferiti. Harlan Coben ha scritto una storia
eccezionale e un notevole personaggio femminile. La vediamo allo
stesso modo nel nostro approccio a questo tipo di storie”.
Julia
Roberts e Jacob Tremblay nella prima foto di
Wonder
Prossimamente vedremo Julia
Roberts in Wonder, film basato
sul bestseller di R.J. Palacio, romanzo d’esordio
della scrittrice statunitense, le cui riprese sono attualmente in
corso.
Il romanzo, uscito nel 2012, segue
le vicende di August Pullman, affetto da una deformazione
craniofacciale, che per la prima volta affronta il mondo della
scuola entrando in prima media. Nel film Jacob
Tremblay interpreterà il piccolo August, mentre
Julia Roberts e Owen Wilson
saranno i suoi genitori.
Wonder
sarà diretto da Stephen Chbosky, regista di
Noi siamo infinito. La sceneggiatura
porterà la firma di Jack Thorne e Steve Conrad. David
Hoberman e Todd Lieberman si occuperanno della produzione.
Un nuovo video diffuso online ci
mostra la spettacolarità delle riprese effettuate da George
Miller e la sua troupe per Mad Max Fury
Road prima della post produzione del film.
Ecco il bellissimo video:
https://www.youtube.com/watch?v=dfm4gvxNW_o
Mad
Max Fury Roadrecensione del film con Tom Hardy
Mad Max Fury Road è il quarto
episodio della saga cominciata negli anni Settanta con
Interceptor, è stato diretto da
George Miller e ha cominciato la sua corsa folle
all’ultimo Festival di Cannes, quando venne
presentato alla presenza del regista e dei protagonisti.
Il film ha concluso idealmente la
sua galoppata di enorme successo agli ultimi Academy Awards, dove
si è aggiudicato sei premi Oscar, diventando così il vero vincitore
morale della serata.
Nel cast Tom
Hardy, Charlize
Theron, Nicholas
Hoult, Zoë
Kravitz, Rosie
Huntington-Whiteley e Hugh
Keays-Byrne.
Ossessionato dal suo turbolento
passato, Mad Max crede che il modo migliore per sopravvivere sia
muoversi da solo, ma si ritrova coinvolto con un gruppo in fuga
attraverso la Terre Desolata su un blindato da combattimento,
guidato dall’imperatrice Furiosa. Il gruppo è sfuggito alla
tirannide di Immortan Joe, cui è stato sottratto qualcosa di
insostituibile. Furibondo, l’uomo ha sguinzagliato tutti i suoi
uomini sulle tracce dei ribelli e così ha inizio una guerra
spietata.
In occasione della presentazione di
A Monster Calls al Toronto Film Festival, il regista Juan
Antonio Bayona ha parlato del sequel di
Jurassic World, confermando i piani della
Universal per una trilogia. Ecco le sue dichiarazioni:
“Credo abbiano apprezzato
particolarmente The Impossible e The Orphanage… soprattutto
Colin (Trevorrow) ha amato quei film. È un mondo affascinante.
Tutto Jurassic World è una trilogia immaginata da Colin
Trevorrow. Al momento stiamo scrivendo il secondo film, ed è
interessante vedere in che direzione sta portando la
stori”.
Poi ha aggiunto: “Sono cresciuto
con i film di Steven Spielberg, amo i suoi film e la loro
eredità. Quindi si tratterà di prestare fede a quella eredità e,
allo stesso tempo, introdurre nuovi elementi che il pubblico possa
apprezzare. Mancano ancora sei mesi alle riprese, al momento sta
andando tutto per il meglio. Siamo tutti eccitati”.
Jurassic
World 2 uscirà al cinema il 22 giugno
2018. Chris Pratt e Bryce Dallas Howard torneranno nei
panni dei protagonisti. Alla regia ci sarà Juan Antonio
Bayona (The Impossible, A
Monster Calls).
Colin Trevorrow
(regista del primo film) e Derek Connolly si
occuperanno di scrivere nuovamente la sceneggiatura. Frank
Marshall e Steven Spielberg tornerano in
qualità di produttori.
Con un incasso di 1,6 miliardi di
dollari, Jurassic World ha velocemente
infranto 29 record e attualmente occupa il quarto posto tra i
maggiori incassi nella storia del cinema, dopo
Avatar, Titanic e
Star Wars: Il risveglio della
Forza.
In occasione della presentazione di
Arrival al Toronto Film Festival, il
regista Denis Villeneuve è stato intervistato da
Variety e, oltre ad aver parlato
dell’attesissimo sequel di Blade Runner (le cui
riprese sono attualmente in corso), ha anche rivelato qualcosa a
proposito dei suoi progetti futuri.
Villeneuve ha dichiarato di avere
in cantiere altri due sci-fi e che amerebbe poter dirigere un
remake di Dune, film di fantascienza del 1984 diretto da
David Lynch, tratto dal romanzo
omonimo di Frank Herbert. Queste le sue parole:
“Sono sempre stato affascinato
dalla fantascienza. Ed è molto difficile riuscire a trovare del
materiale originale e interessante, che non sia incentrato
esclusivamente sulle armi. Uno dei miei più grandi sogni sarebbe
quello di poter adattare nuovamente Dune, ma il processo per
l’acquisizione dei diritti è davvero troppo lungo. Non credo ci
riuscirà mai”.
Poi ha aggiunto: “Mi piacerebbe
tanto scrivere qualcosa di mio. Al momento ci sono due storie alle
quali sto lavorando. Si tratta sempre di fantascienza, ma è davvero
troppo presto per parlarne”.
Cosa ne pensate?
Arrival di Denis
Villeneuve: leggi la recensione del film da Venezia
73
In Blade Runner
2 figurano Ryan Gosling,
Harrison Ford, Robin Wright, Ana de Armas, Sylvia Hoeks, Carla
Juri, Mackenzie Davis, Barkhad Abdi, Dave Bautista, David
Dastmalchian, Lennie James, Hiam
Abbass e Jared Leto.
La sceneggiatura
del sequel, ambientato diverse decadi dopo l’originale pellicola
del 1982, è affidata a Hampton Francher e
Michael Green e segue la storia originale scritta
da Francher e David Peoples basata sul romanzo di
Philip K. DickIl
Cacciatore di Androidi.
Arrival,
invece, arriverà nelle nostre sale a novembre. Il film, che vede
protagonisti Amy Adamse Jeremy
Renner, racconta di una linguista e un matematico che
vengono coinvolti dal Governo quando un essere non identificato,
presumibilmente alieno, compare nell’atmosfera terrestre.
Verso la fine dello scorso mese si
era diffuso il rumor secondo cui la Warner Bros. aveva contattato
Daniel Radcliffe per
proporgli di tornare a vestire i panni di Harry
Potter ancora una volta per l’adattamento cinematografico
di Harry Potter and the Cursed Child, il nuovo libro di
JK Rowling da cui è tratto l’omonimo spettacolo
teatrale.
Pochi giorni dopo la voce è stata
pubblicamente smentita dalla stessa major attraverso un comunicato
ufficiale che recitava: ““Harry Potter and the Cursed Child è
uno spettacolo teatrale, il film non è in programma”.
Intervistato dall’Hollywood Reporter in occasione
del Deauville Film Festival, Daniel Radcliffe ha
parlato della possibilità di tornare nei panni dell’amatissimo
personaggio, rivelando: “Non mi precludo niente, sarebbe
stupido. Ma credo che sarei abbastanza felice e sicuro di lasciarlo
fare a qualcun altro”.
I fan sono consapevoli che in un
eventuale adattamento cinematografico di
The Cursed
Child Radcliffe potrebbe prestare il volto ad un
Harry invecchiato. A tal proposito, l’attore ha detto: “Al
momento non me ne preoccupo perché sono troppo giovane per
interpretare il personaggio ma, anche tra dieci anni, mi sentirei
strano a tornare ad interpretarlo”.
Poi ha aggiunto: “Una parte di
me pensa che sia meglio non tornare su certe cose. Se torniamo a
fare Harry Potter, c’è la possibilità di fare quello che Il
Risveglio della Forza ha fatto con Star
Wars, ma c’è anche il rischio di fare La Minaccia Fantasma. Non
voglio fare una cosa del genere e rovinare quello che la gente ha
amato”.
Cosa ne pensate?
Harry Potter and the Cursed Child: la
Warner conferma che il film non si farà
Harry Potter and the
Cursed Child è diviso in due parti. La storia si
concentra sugli anni da “babbano” di Harry, quando era soltanto un
orfano sfortunato che viveva in un sottoscala ed era malmenato dal
prepotente cugino. Nei panni di Ron e Hermione ci sono Noma
Dumezweni e Paul Thornley. Alla regia
John Tiffany.
Gli eventi vedranno coinvolto
Harry, ormai adulto, che lavora al Ministero della Magia, un marito
e un padre di tre ragazzini che vanno a scuola. “Mentre Harry
convive con un passato che si rifiuta di stare dove dovrebbe, il
suo figlio minore, Albus, deve combattere con l’eredità di una
famiglia famosa che non avrebbe mai voluto avere. E mentre passato
e presente si fondono, padre e figlio scoprono una scomoda verità:
spesso l’oscurità proviene da posti insospettabili”.
Madison Wolfe
(True Detective, Joy) interpreterà
la giovane protagonista del film, le cui riprese inizieranno il
prossimo 27 settembre e si svolgeranno in Irlanda e in Belgio.
La pellicola sarà diretta da
Anders Walter, con la produzione di Chris
Columbus. Di seguito la trama della graphic novel:
Barbara Thorson è una ragazzina
asociale ossessionata dai giochi di ruolo come Dungeons & Dragons.
È dotata di una fantasia sfrenata ed è convinta del fatto che i
giganti esistano davvero e stiano arrivando nella sua città per
distruggere tutto. Fortunatamente Barbara è in possesso dell’unica
arma in grado di fermarli: il prodigioso martello
Coveleski.
Secondo quanto riportato da
Variety, il co-regista di Sausage Party,
Conrad Vernon (che ha anche co-diretto
Shrek 2, Mostri contro Alieni e
Madagascar 2), ha firmato per occuparsi
della regia del remake di The
Toxic Avenger, film del 1984 diretto da Lloyd
Kaufman e Michael Herz, e prodotto dalla Troma,
casa di produzione e distribuzione cinematografica indipendente
statunitense, famosa per la realizzazione di film a basso costo,
che presentano un alto tasso di sequenze splatter e di nudità,
politicamente scorretti e irriverenti.
A proposito del progetto, Vernon ha
dichiarato: “L’opportunità di re-inventare un piccolo cult
della mia adolescenza è semplicemente un onore. Toxie è un’icona
nel genere underground. È il tipo di film che amo
dirigere”.
Il remake sarà prodotto da
CAkiva Goldsman, Richard Saperstein eharlie Corwin. Lloyd Kaufman e
Michael Herz, registi del film originale, figureranno come
produttori esecutivi.
The Toxic
Avenger: il regista di Sausage Party per il remake
The Toxic Avenger è
il primo horror prodotto dalla Troma, fino ad allora conosciuta per
una serie di commedie demenziali e sexy. Costato 500.000 dollari,
inizialmente il film fu ignorato dal pubblico statunitense, ma
successivamente riscosse un notevole successo, grazie al
passaparola e ad una serie di proiezioni a mezzanotte al Bleecker
Street Cinemas di New York, ed è divenuto un cult movie e il film
simbolo della Troma.
L’immagine di Toxic che alza al
cielo il suo spazzolone è divenuto il simbolo della Troma, ed è
presente sul suo logo. Nel 2006 Kaufman e Trent Haaga scrissero un
romanzo sul film, intitolato The Toxic Avenger: The Novel.
La versione italiana del film fu distribuita in versione uncut in
VHS tramite la Bulldog Video, le edizioni successive invece sono
censurate.
Walt
Disney Animation Studios ha diffuso in rete il nuovo poster
ufficiale di Oceania, il nuovo film dello
studio che vedremo alla fine di quest’anno al cinema. Potete
vederlo di seguito:
Oceania
uscirà a Natale in Italia. La sceneggiatura porterà la firma degli
stessi registi in collaborazione con Jared Bush, Pamela
Ribon e Taika Waititi.
Trama: Vaiana è una teenager vivace
che decide di partire in barca per una missione rischiosa,
intenzionata a onorare il destino mai compiuto dei suoi antenati.
Incontrerà il semidio Maui (Dwayne Johnson) e,
insieme a lui, attaverserà l’Oceano Pacifico in un viaggio ricco
d’azione.
Nel cast vocale originale del film
ci sono l’esordiente di 14 anni Auli’i
Cravalho, che doppierà la protagonista Vaiana,
Dwayne Johnson e Phillipa Soo,
cantante e attrice statunitense.
Che il cinema sia
soprattutto emozione è un concetto condiviso ma non assoluto.
Quello che però sembra più o meno mettere d’accordo tutti è che ci
sono delle scene nella storia del cinema che fanno piangere ogni
tipo di spettatore, ogni volta che si (ri)guardano.
Eccone 10 scelte da
alcuni dei film più famosi della storia recente che tutti abbiamo
visto, e per cui abbiamo pianto, almeno una volta.
[nggallery id=2929]
Chiaramente la lista delle scene
commoventi nei film non finisce qui e ci sarebbe molto altro da dire
e da piangere sul celebri segmenti cinematografici. A partire dai film
romantici e tragici (Moulin Rouge! e
Romeo e Giulietta vi dicono niente?),
fino a quelle storie intime che commuovono e ci fanno bagnare più
di un fazzolettino. E voi? Che ne pensate voi? Quali sono le vostre
scene in cui non riuscite a trattenere le lacrime?
Le 15 migliori Easter Eggs degli ultimi dieci anni in cinema,
tv e videogiochi
In una recente intervista con il
Toronto Sun, i fratelli Russo
hanno parlato di Avengers Infinity War e
dell’incredibile quantità di personaggi che appariranno nel film e
nel suo sequel (che non ha ancora un titolo ufficiale).
I registi hanno rivelato che non è
importante il numero effettivo dei personaggi che faranno la loro
apparizione; ciò che conta realmente è che ognuno abbia uno scopo
ben preciso, così da poter giustificare la propria presenza. A tal
proposito Anthony Russo ha dichiarato:
“Quello che abbiamo fatto in
Captain America Civil War è esattamente
quello che vogliamo fare in Avengers Infinity War. Non importa
quante scene un personaggio avrà a disposizione. Bisogna avere
sempre una certa dose di ambizione quando si ha la possibilità di
lavorare con certi personaggi”.
Sembra dunque che i registi non
abbiamo intenzione di porsi alcun limite in merito ai personaggi da
inserire nella pellicola. Sempre Anthony, infatti, ha aggiunto:
“Saranno presi in considerazione tutti. Non vogliamo entrare
troppo nel dettaglio e rivelare così quello che abbiamo intenzione
di fare con i prossimi due film. Vogliamo che siano una vera e
autentica sorpresa per il pubblico”.
Lo scorso agosto era stata
confermata da Vin Diesel la presenza in
Infinity War dei Guardiani della
Galassia. Parlando invece della possibilità di
vedere per la prima volta personaggi che non hanno ancora debuttato
ufficialmente nell’Universo Cinematografico Marvel, come ad esempio Captain Marvel, Joe
Russo ha spiegato: “Quello di Brie Larson è stato un
casting incredibile. Non potevamo chiedere attrice migliore. E non
solo perché è un talento fantastico, ma soprattutto perché è una
persona straordinaria. Se avessimo la possibilità di lavorare con
il personaggio… ci piacerebbe tantissimo riunirci con Brie
(l’attrice è apparsa nella serie Community, la cui
sceneggiatura di numerosi episodi porta proprio la firma dei Russo,
NdR)“.
Avengers Infinity
War arriverà al cinema il 4 Maggio 2018.
Christopher Markus e Stephen
McFeely si occuperanno della sceneggiatura del film,
mentre la regia è affidata a Anthony e Joe
Russo.
Avengers Infinity War: Josh Brolin è
Thanos nella prima foto dal set
È arrivata online la prima foto
ufficiale di Dylan O’Brien (la saga di Maze Runner) tratta da
American
Assassin, film che vedrà il giovane attore
recitare al fianco di Michael Keaton e Taylor Kitsch. Potete vedere la
foto di seguito:
Il film sarà diretto dall’acclamato
regista Michael Cuesta (Kill the
Messenger, Homeland, LIE) e sceneggiato da
Stephen Schiff (The Americans,
Ultimate Rush). Alla produzione troveremo invece
Lorenzo di Bonaventura (Transformers,
Red) e Nick Wechsler
(The Road, Magic Mike).
Nel film Michael
Keaton interpreterà Stan Hurley, un veterano della Guerra
Fredda conoscosciuto solo da alcuni membri della CIA. La storia
inizia quando Hurley riceve il compito di addestrare Mitch Rapp
(Dylan O’Brien), un agente devastato dalla perdita
della sua fidanzata, morta durante un attacco terroristico. I due,
insieme ad un altro agente turco, dovranno affrontare una missione
per cercare di fermare un’operazione che potrebbe causare l’inizio
della Terza Guerra Mondiale in Medio Oriente.
American
Assassin sarà l’ultimo film rilasciato dalla
CBS Films in collaborazione con la
Lionsgate.
Ricordiamo che prossimamente
vedremo Dylan O’Brien in Maze Runner – La
Rivelazione, terzo capitolo del franchise basato
sui romanzi di James Dashner. Dopo l’incidente che ha coinvolto
l’attore sul set, la 20th Century Fox ha un stabilito una nuova
data d’uscita per il film, ossia il 12 gennaio 2018, quasi un anno
dopo l’uscita prestabilita, il 17 febbraio 2017.
Alcuni giorni fa vi avevamo
segnalato le dichiarazioni di Steven Tyler, leader
della celebre band degli Aerosmith, attraverso le
quali la rockstar ha rivelato di volere una parte in
Guardians of the Galaxy Vol. 3.
Tyler si era rivolto direttamente al
regista James Gunn, e adesso lo stesso ha
risposto in merito alla possibilità di vedere il cantante nel film.
Gunn ha affrontato la questione durante un Q&A su Facebook.
Queste le sue parole (riportate da The Wrap):
“Sì, ho sentito che Steven Tyler
vuole una parte in Guardians of the Galaxy Vol. 3. Mi ha lanciato
una frecciatina qualche giorno fa nel corso di un’intervista. Ha
detto: “James
Gunn, mi senti?”. La risposta è: “Sì Steven, sto ascoltando”.
Sono un suo grandissimo fan. Ho avuto il piacere di dirigere sua
figlia Liv in un film (Super del 2010, NdR), nel
quale è stata semplicemente fantastica. Ho poi incontrato Steven
alcuni minuti ad una proiezione. È veramente forte. Di sicuro mi
piacerebbe lavorare con lui in futuro”.
In Guardians of the
Galaxy Vol. 2, che arriverà al cinema nel 2017,
torneranno sicuramente Chris Pratt, Zoe Saldana, Dave
Bautista e in veste di doppiatori Vin
Diesel e Bradley Cooper.
Confermati anche il Collezionista
(Benicio Del Toro), Yondu (Michael
Rooker) e Nebula (Karen Gillan). Tra le
new entry Pom Klementieff, Kurt Russell, Elizabeth
Debicki, Tommy Flanagan e Chris
Sullivan.
Al ritmo di una nuova,
fantastica raccolta di brani musicali (Awesome Mixtape #2),
Guardiani della Galassia Vol.
2, racconta le nuove avventure dei Guardiani, stavolta alle
prese con il mistero che avvolge le vere origini di Peter Quill.
Vecchi amici e nuovi alleati, oltre ai personaggi preferiti dai fan
verranno in aiuto ai nostri eroi mentre l’Universo Cinematografico
Marvel continua ad
espandersi.
Benicio
Del Toro e Il Collezionista a
lavoro, ma per quale film?
The
Predator, scritto da Frank
Dekker e ShaneBlack e
da quest’ultimo diretto, uscirà al cinema il 2 marzo 2018. A
produrre la pellicola Matt Reilly, che
supervisionerà per la Fox. Inoltre il film sarà collegato ai primi
tre capitoli ma non avrà alcun legame ad Alien vs
Predator. Il primo film della saga uscito nel 1987,
raccontava le vicende di un alieno (appartenente alla razza
yautja) giunto sulla Terra per andare a caccia di esseri
umani. Il primo sequel uscì nel 1990, mentre il secondo nel
2010.
L’inserimento di un teschio di
Xenomorfo nel finale di Predator 2 creò le premesse per la
produzione di uno crossover con la serie Alien.
Alien vs Predator è stato realizzato nel
2004 ad opera di Paul W.S. Anderson, seguito da un altro film nel
2007 su regia dei fratelli Strause.
Durante una live per il commento
dell’edizione home video di X-Men
Apocalypse, Bryan Singer ha portato
all’attenione dei fan una notizia alquanto interessante e
inaspettata.
Alla fine di
Apocalyspe, vediamo che la scena post
credits ci introduce al personaggio di Mister Sinister. I più hanno
pensato che il villain sarebbe arrivato nel prossimo film degli
X-Men e invece Singerconferma che il debutto del personaggio avverrà
in Wolverine 3. Dal momento che Nathanial
Essex è una figura importantissima per X-23 che
sarà nel film, la cosa sembra perfettamente comprensibile.
Per Hugh
Jackman questo ritorno nei panni del mutante con gli
artigli di adamantio sarà la sua ottava volta (se si conta anche il
cameo di X-Men L’Inizio) nel personaggio.
È l’attore che più di tutti rappresenta i mutanti Marvel al cinema, una sorta di
Robert Downey Jr per il corrispettivo MCU, e potrebbe essere arrivato
alla fine del suo coinvolgimento nel franchise proprio con
Wolverine 3.
Cosa ne pensate?
Wolverine
3 ha un’uscita prevista per il 3 marzo
2017. Alla regia c’è James Mangold (già
regista di Wolverine L’immortale), mentre
nel cast ci saranno Hugh Jackman,Boyd
Holbrook, Richard E. Grant,
Stephen Merchant, Eriq La
Salle, Elise Neal e Patrick
Stewart.
Ci è già stato detto da tempo che
Doctor Strange adotterà uno
stile di racconto molto diverso rispetto a quanto visto finora nel
MCU e che avrà un tocco
psichedelico, come da fumetto. Il regista Scott
Derrickson ha dichiarato di recente: “Se amate i primi
fumetti di Lee-Ditko, credo che sarete molto soddisfatti. La
risorsa primaria per il visual design del film viene proprio da
quei fumetti.”
In merito alla scelta di
Benedict Cumberbatch: “Si sente che può
interpretare l’intelligenza, l’arroganza, la sgradevolezza e allo
stesso tempo l’essere intrigante di Stephen Strange e il grande
arco che il personaggio attraversa in questi primi fumetti è
qualcosa che lui che avrebbe reso alla perfezione.”
Il cast di Cumberbatch è stato in
effetti accolto con fervore e sostegno, a differenza di quello di
Tilda Swinton come L’Antico, in merito a cui Derrickson ha detto:
“Tilda era l’occasione di aggiungere diversità non solo in
termini di sesso ma anche di età. Avere un’attrice nel cast che non
avesse 28 anni in un ruolo più importante.”
Inoltre, data la scarsità di ruoli
per asiatici nei fumetti Marvel, prendere una donna
occidentale per l’Antico ha acnhe rappresentato “rubare”
un ruolo a quell’etnia, ma in questo modo si è aperta la strada per
Wong: “In un primo momento volevo lasciarlo
fuori. Ma essendo un personaggio minore l’ho potuto rivoluzionare,
allontanandolo da ogni stereotipo.”
Doctor
Strange: il trailer italiano del film con Benedict
Cumberbatch
[nggallery id=2163]
L’uscita di
Doctor Strange è prevista per il 4
novembre 2016. Dirige Scott Derrickson da una
sceneggiatura di Jon Aibel e Glenn
Berger, rimaneggiata da Jon Spaihts. Nel
cast del film al fianco del protagonista Benedict Cumberbatch sono stati
confermati Tilda
Swinton, Rachel McAdams e Chiwetel Ejiofor.
Ispirato all’omonimo e celebre
personaggio dei fumetti, apparso per la prima volta nel luglio del
1963 nel numero 110 di “Strange Tales”, il film Marvel Doctor Strange racconta la
storia del neurochirurgo Stephen Strange, che dopo un terribile
incidente automobilistico scopre un mondo nascosto fatto di magia e
dimensioni alternative.
Produttore del film, Kevin Feige, con Louis
D’Esposito, Victoria Alonso, Alan Fine, Stan Lee e
Stephen Broussard come produttori esecutivi.
Black
Panther è stato uno degli elementi più apprezzati in
Captain America Civil
War, e parlando proprio del re di Wakanda,
Chadwick Boseman, ospite al TIFF,
ha dichiarato che secondo lui il personaggio è in realtà un
anti-eroe, confermando un approccio molto dark al ruolo.
“Questo è un anti-eroe più o
meno. Sento che invece di essere un supereroe si tratti in realtà
di un super anti-eroe.”
[nggallery id=2874]
Chadwick Boseman interpreta il
protagonista, T’Challa, già visto in Captain America
Civil War. Con lui ci sono Michael B. Jordan che interpreterà Erik Killmonger (un
villain nel materiale d’origine), il premio Oscar Lupita Nyong’o, che sarà Nakia, un ex
membro del Dora Milaje di Wakanda, ora agente del Killmonger, e
Danai Gurira nei panni di Okoye, un
membro del Dora Milaje, le donne che si allenano per diventare le
mogli del Re di Wakanda.
“Voglio ringraziare tutti per
l’energia, faremo del nostro meglio, lavoreremo sodo e ci vedremo
presto” ha dichiarato il regista del film, Ryan
Coogler. La produzione del film comincerà a Gennaio ad
Atlanta.
Coogler scriverà e dirigerà
Black Panther che seguirà la storia di
T’Challa, il re guerriero di Wakanda, da dove era stata interrotta
in Captain America Civil
War. Non è ancora chiaro quali altri personaggi
parteciperanno alla storia, anche se sembra una buona possibilità
che nel film ci sia anche Ulysses Klaw, che ha esordito in
Avengers Age of Ultron con il volto di
Andy Serkis. Inoltre sembra ci possa essere spazio
anche per Everett Ross, visto sempre in Civil
War con il volto di Martin
Freeman.
Black
Panther arriverà al cinema il 16 febbraio del 2018.
Underworld
Blood Wars, inizialmente prevista per il 14 ottobre
2016, è stata posticipata di tre mesi: la pellicola arriverà nelle
sale il 3 gennaio 2017.
Con Kate
Beckinsale nel ruolo di Selene tornerà anche
Theo James nel ruolo di David, alleato di Selene.
Gli attori britannici Tobias Menzies (Outlander,
Roma) e Lara Pulver (Sherlock) avranno i
rispettivi ruoli di un nuovo formidabile leader dei Lycans e
quello di un feroce ambizioso Vampiro. Charles
Dance (Game of Thrones) interpreterà invece un Vampiro
anziano, Thomas. A completare il cast stellare del film troviamo:
James Faulkner (Game of Thrones), Peter
Andersson (The Girl with the Dragon Tattoo), l’esordiente
Clementine Nicholson, Bradley
James e Daisy Head.
Anna Foerster,
meglio conosciuta per il suo lavoro come direttore della fotografia
in The Day After Tomorrow e White House
Down di Roland Emmerich, si occuperà della regia del
film. Underworld
Blood Wars, che sarà sceneggiato da Cory
Goodman (Priest), verrà
prodotto da Gary
Lucchesi e Tom
Rosenberg per la Lakeshore.
A distanza di 13 anni dal
film Alla Ricerca di Nemo,
esce nelle sale italiane il 14 settembre il sequel
tanto atteso, che vede come protagonista la pesciolina
Dory in Alla ricerca di
Dory.
Andrew Stanton torna dietro la
macchina da presa raccontandoci le origini della pesciolina blu, la
cui storia si incontra e si scontra letteralmente con quella del
pesce pagliaccio Marlin, le cui avventure erano
oggetto del film precedente.
Stavolta lo script si avvale di
numerosi flashback, atti a richiamare l’uso della memoria e dei
ricordi che tanto fanno penare la pesciolina con l’amnesia.
Attraverso un viaggio per capire da dove viene e ritrovare i propri
genitori, Dory attraverserà quel consueto percorso
di formazione – tanto caro alla morale Disney – che la porterà a
conoscere nuovi amici.
Le tematiche rimangono le medesime
dell’immaginario cartooniano ormai noto: le paure dei genitori che
si riversano sui figli; la libertà di potersi scegliere una propria
famiglia; la morale finale rassicurante.
Se quindi in molte cose
Alla ricerca di Dory poco si discosta dal
suo predecessore (lo sviluppo della storyline rimane inalterato:
trauma iniziale – svolgersi dell’avventura – happy ending finale),
stavolta la trattazione di tematiche più adulte sembra prendere il
sopravvento. Mettendo da parte le gag dal puro sapore ridanciano,
in numero inferiore rispetto al prequel, la storia che si dipana
attorno a Dory preferisce concentrarsi
maggiormente sul trauma di quest’ultima, rendendola di fatto una
sorta di portatrice di handicap.
Per l’intera durata del film, Dory
ammette con candore la propria “invalidità”, causata dalla perdita
di memoria a breve termine. L’incapacità di trattenere i ricordi ne
fa un pesce “diversamente abile”, irriso da molti e causa di
preoccupazioni genitoriali.
Ma nel percorso di crescita
spirituale, che è sapientemente rappresentato di pari passo con
quello fisico e sociale, la piccola pesciolina chirurgo saprà
imparare ad accettarsi per come è, comprendendo l’importanza del
far sentire forte la sua voce che – seppur fuori dal coro – sa
toccare le corde del cuore di chi la ode.
Visivamente ineccepibile,
l’animazione virtuale si fa sempre più realistica, arrivando a far
intravedere le squame sul dorso dei pesci, e rappresentando le
profondità marine tramite eccezionali colori e sfumature.
Di indescrivibile poesia il corto
che procede il film: Piper, che narra i
primi istanti di vita di una piccola uccellina di
piovanello.