Nanchino, Cina, 1937. I
giapponesi sono ormai padroni della città, l’occupazione nipponica
è quasi completa, il coraggioso e intrepido maggiore Li
(Tong Dawei) è rimasto solo a capo dell’ultimo
battaglione a difesa della città. I civili rimasti corrono senza
sosta in cerca di un rifugio disperato e tra loro anche le 13
educande della scuola cattolica. E’ proprio durante questa fuga
affannosa che due di loro incontreranno John Miller
(Christian Bale), un becchino diretto
proprio verso la loro cattedrale, dove ha l’incarico di seppellire
il vecchio parroco. A cercare rifugio nella chiesa giungeranno, a
breve, anche le prosititute del quartiere rosso dando così vita ad
una difficile quanto improbabile convivenza con le giovani
studentesse. Miller, inizialmente indifferente alla sorte di quelle
donne, si troverà suo malgrado e casualmente nei panni del
sacerdote e con la responsabilità di proteggere quelle povere
indifese. Farle finire nelle mani dei soldati giapponesi,
significherebbe condannarle ad una sorte terribile.
I fiori della
guerra è un film diretto da Zhang
Yimòu e uscito nelle sale nel 2011, un film di produzione
cinese e tratto dal romanzo Le 13 donne di Nanchino
scritto da Gelin Yan. Un kolossal che si posiziona tra i film più
costosi nella storia della cinematografia cinese, affidato ad un
regista famoso e importante
(Lanterne
Rosse, Hero, La
foresta dei pugnali volanti) e che raggruppa
un’equipe di collaboratori di primo piano tra cui lo scenografo
Yohei Taneda (primo capitolo di Kill
Bill) e il direttore degli effetti speciali Joss
Williams (Alien, The Bourne Ultimatum e
Sweety Todd). Come ammetterà lo stesso
Yimòu, a conferire quella necessaria risonanza internazionale al
film, è inevitabilmente la presenza, nel ruolo del protagonista
maschile, di quel Christian Bale che, oggi, può essere
tranquillamente considerato tra i migliori attori in circolazione.
Ne I fiori della guerra Bale si
destreggia, con la solita intensità, tra una schiera di brave e
soprattutto belle co-protagoniste femminili tra cui spiccano la
giovane e bravissima Shu/Zhang Xinyi e la bellissima e voluttuosa
prostituta Yu Mo, interpretata dall’affascinante Ni Ni.
I fiori della
guerra è un film che racconta un capitolo terribile
nella storia del ‘900, quando alle soglie del secondo conflitto
mondiale, le truppe di un Giappone militarista e aggressivo
invasero e occuparono la Cina orientale, perpetrando violenze e
orrori inauditi. Yimòu stringe l’obbiettivo sulle vittime più
indifese e inermi di questa follia, le donne, cui i giapponesi non
riserbarono nessun riguardo. In questo contesto di violenza, morte
e sofferenza, la parabola umana e morale delle avvenenti prostitute
che sapranno riscattare una reputazione comprensibilmente negativa,
con un ultimo e commovente gesto eroico. Il titolo stesso del film,
sottolinea come tra le macerie di una città distrutta, laddove
tutto sembra perduto, l’amore, il coraggio, la solidarietà tra gli
uomini e finanche la bellezza possono crescere, sbocciare, come un
miracolo.
Bale interpreta un ruolo
non facile, complesso, di un uomo che da frivolo e vizioso si
scopre coraggioso e addirittura eroico, disposto a mettere in
repentaglio la propria vita per proteggere quelle donne.
I fiori della guerra è un film a tratti
crudo e particolarmente violento, quasi trash oseremmo dire,
spettacolare, un po’ retorico e a tratti eccessivamente
patriottico, come evidenzia la figura da martire romantico del
maggiore Li. Un film a tratti poco realista ed eccessivamente
spettacolare ma che in fin dei conti appassiona e cattura, sospinto
da una buona sceneggiatura, personaggi ben definiti ed una notevole
ricostruzione scenografica.