Home Blog Pagina 2269

Eric Bana parla di Deliver Us From Evil

0

Eric-Bana-WallpaperIl thriller soprannaturale di Scott Derrickson, che in precedenza avrebbe dovuto chiamarsi Beware the Night uscirà il 2 luglio 2014 come Deliver Us From Evil, come ha riportato lo stesso regista attraverso Twitter. In una recente intervista il protagonista del film, Eric Bana, ha dichiarato:

“È stato semplicemente incredibile. Dovevo interpretare una persona reale, Ralph Saatchi, un detective particolarmente duro del Bronx, e abbiamo girato per tutta l’estate di notte tra le strade del Bronx. Un’esperienza bellissima, perchè è stata la prima volta in vita mia che ho dovuto interpretare un poliziotto e mi è piaciuto davvero molto.Ho imparato e visto un sacco di cose: si è rivelata una sfida interessante per me. Lavorare con Scott poi, è stato fantastico. Sono un grande fan del suo lavoro: ha una grande conoscenza del genere e lo rispetta, per cui sono curioso di vedere quale sarà il risultato dei nostri sforzi”.

Secondo le indiscrezioni trapelate sulla trama, Eric Bana sarà un poliziotto cattolico, che nel corso di un’indagine verrà a contatto con un prete rinnegato (Ramirez). Sarà questo a  convincerlo della presenza di elementi demoniaci nel caso: i due finiranno per unire le loro forze nella lotta contro il Maligno. Nel cast anche Olivia Munn, che interpreterà la moglie di Eric Bana.

Eric Bana e Ricky Gervais nel trailer di Special Correspondents

0
Eric Bana e Ricky Gervais nel trailer di Special Correspondents

Netflix ha diffuso online il trailer ufficiale di Special Correspondents, film che vedrà protagonisti Eric Bana e Ricky Gervais e che debutterà sulla nota piattaforma di streaming il prossimo 29 aprile.

Dopo i film non molto apprezzati Il primo dei Bugiardi (2009) e L’ordine naturale dei sogni (2010), il regista e attore comico Ricky Gervais torna alla regia con Special Corrispondents. Sperando che le cose migliorino, ha deciso di ingaggiare l’attore Eric Bana.

Nel film Bana sarà un giornalista radiofonico di Manhattan, che gode di condizioni privilegiate ma, a causa della sua arroganza e del suo stile di vita decadente, ha lentamente annullato se stesso. Quando i suoi capi arrivano ad averne abbastanza, lui si offre volontario come reporter sul fronte di guerra, solo per falsificare le sue comunicazioni dal suo nascondiglio, sopra un ristorante spagnolo nel cuore della Grande Mela, grazie all’aiuto del suo assistente tecnico interpretato da Gervais, che oltre ad essere regista e sceneggiatore, è anche attore nel film.

Nel cast anche Vera Farmiga, Kelly Macdonald, Kevin Pollak, America Ferrera, Raúl Castillo e Benjamin Bratt.

Prossimamente vedremo Eric Bana in L’ultima tempesta al fianco di Chris Pine, nell’adattamento cinematografico del romanzo The Secret Scripture e in Knights of the Roundtable: King Arthur di Guy Ritchie.

Eric Bana diventa Navy Seal in Lone Survivor

0

Il regista Peter Berg (Hancock) continua ad aggiungere attori di grande rilevanza per il suo film Lone Survivor. Dopo l’annuncio che vede protagonisti Mark Wahlberg, Taylor Kitsch, Emile Hirsch e Ben Foster, l’ultimo arrivato è l’attore australiano Eric Bana. Il film è tratto dal libro di Marcus Luttrell e racconta la straziante storia di un team di Navy SEAL in Afghanistan che durante una missione che ha l’obiettivo di uccidere un leader terrorista cadono in un agguato da parte dei talebani e lottano per rimanere in vita.

La produzione del film è prevista per il mese prossimo in New Mexico. Ma Eric Bana sarà sugli schermi entro la fine dell’anno per il film Deadfall insieme ad Olivia Wilde.

Qui sotto la foto della copertina del libro:

Fonte: Collider

Eric Bana in Beware the night?

0

Potrebbe essere Eric Bana il protagonista di Beware The Night, poliziesco dai contorni orrorifico – paranormali diretto da Scott Derrickson. La storia ruoterà attorno a un ufficiale della polizia di New York che investiga su possessioni demoniache, esorcismi e creature soprannaturali varie, licantropi inclusi, in quello che appare un mix tra NYPD e X-Files.

La sceneggiatura è stata curata dallo stesso Derrickson assieme al suo collaboratore abituale Paul Boardman, mentre il progetto ha ottenuto il sostegno di Screen Gems. Per il ruolo del protagonista si era inizialmente pensato a Mark Wahlberg, il quale ha però declinato l’offerta.

Erica Bana è stato recentemente protagonista di Deadfall (atteso sugli schermi europei a fine mese) e sarà a fianco proprio di Mark Wahlberg in Last Survivor di Peter Berg, oltre che a partecipare Closed Circuit, legal-thriller condito di terrorismo in cui affiancherà Rebecca Hall.

Fonte: Empire

Eredità sepolta: recensione del funereo k-drama Netflix

Eredità sepolta: recensione del funereo k-drama Netflix

Una vita che va a rotoli, una pericolosa eredità e morti violente avvolte nel mistero. Questi sono gli ingredienti principali dell’intrigante e cupo k-thriller poliziesco Eredità sepolta (titolo inglese The Bequeathed, titolo coreano 선산 ). La miniserie targata Netflix è basata sull’omonimo webtoon di Kang Tae-kyung ed è co-scritta e prodotta da Yeon Sang-ho, l’autore del celebre e acclamato film Train to Busan e della spaventosa serie Netflix Hellbound. Mettendo da parte orribili zombie e demoni infernali, Sang-ho realizza per il piccolo schermo un crime realistico, avvincente e angosciante che sfugge agli stereotipi soprannaturali per immergere ora il pubblico in una nevrotica storia sulla perfidia e la perversità umana.

Eredità sepolta è composto da 6 episodi di circa 45-50 minuti ciascuno e disponibile dal 19 gennaio 2024 sull’amata piattaforma Tudum.

Eredità sepolta | In foto (al centro) l’attrice Kim Hyun-joo nei panni di Yoon seo-ha.

Eredità sepolta: la trama

Mentre incarica un detective privato di procurarle le prove dell’infedeltà del marito, Yoon Seo-ha (interpretata dall’attrice Kim Hyun-joo, precedentemente protagonista di Hellbound e Jung_E), docente ordinaria, cerca di conquistare la tanto agognata promozione facendo da assistente e ghostwriter a un viscido e scorretto professore universitario. Ma tra delusioni e tradimenti, la sua vita si complica ancor di più quando, improvvisamente, un traumatico e doloroso passato bussa alla sua porta: dopo la dipartita di uno sconosciuto zio deceduto a causa di un avvelenamento da tallio, Seo-ha scopre di essere l’erede del cimitero di famiglia.

Intanto, anche il misterioso e strambo fratellastro Kim Young-ho (Ryu Kyung-soo, Itaewon Class e Jung_E) è deciso a lottare per ottenere una parte dell’eredità. È così che l’investigatore capo Park Sang-min (Park Byung-eun) e il detective Choi Sung-jun (Park Hee-soon) si ritrovano a dover investigare su una serie di atroci omicidi legati ai due fratellastri e all’oscuro cimitero dietro cui si cela un disonorevole segreto.

Eredità sepolta | In foto (da sinistra a destra) gli attori Park Hee-soon e Ryu Kyung-soo.

Due tempi, due storie, due eredità

Episodio dopo episodio, morte dopo morte, la serie travolge e cattura il pubblico in una fitta e intricata trama che si dipana tra un confuso passato e un pericoloso incerto presente. La narrazione si sviluppa su due minitrame parallele che non si intrecciano mai: da un lato, emerge la triste storia di Seo-ha e Young-ho, i due fratellastri costretti a pagare le conseguenze ereditate delle scelte di un padre assente e infelice; dall’altro, invece, prende forma la storia di Sang-min e Sung-jun, i due detective che, nel tentativo di fuggire dai propri problemi familiari, finiscono per vincolarsi l’un l’altro in un ingiusto e inconcludente conflitto lavorativo. È proprio in questo vorticoso intreccio di tristi amori, famiglie in frantumi e amicizie finite che i protagonisti si rivelano, a poco a poco, le vittime collaterali di un fato beffardo e scorretto.

Al di là dei parallelismi sopraccitati (quello del passato-presente e delle due coppie di protagonisti), la trama si eleva su un terzo parallelismo che riguarda le “eredità sepolte” (a cui il titolo fa appunto riferimento). Due sono, dunque, le eredità familiari che Seo-ha e Young-ho sono costretti ad affrontare e, in qualche modo, accettare: un’eredità materiale, legata al cimitero di proprietà del defunto zio Yoon Myung-gil; e un’eredità ancor più importante, quella biologica, legata a un “amore peccaminoso”, un rapporto incestuoso di cui il povero Young-ho è il frutto.

Eredità sepolta | Immagine dal set. Crediti: Jeong Se Hyeon/ Netflix.

Una storia sincera di bugie e occulto

La mostruosa e terrificante atmosfera soprannaturale che tanto ha caratterizzato le precedenti opere di Yeon Sang-ho lascia ora spazio, dunque, a una storia più sincera e verosimile, in cui è il buio dell’animo umano a dipingere l’atmosfera funerea e tormentosa di questo mistery thriller sudcoreano breve e intenso.

Inoltre, ad arricchire ulteriormente di mistero e oscurità la serie, alla trama si aggiunge il fascino dell’occulto e dello sciamanesimo. Inquietanti rituali, talismani insanguinati e confuse possessioni si tessono al funereo velo che ricopre l’intera vicenda. L’elemento dell’occulto, seppur in brevi scene chiave, contribuisce così a dipingere un quadro più complesso e suggestivo, caratterizzato da un climax di suspance e tensione.

Un k-thriller che merita una possibilità

Nonostante il ritmo a tratti un po’ troppo lento, la serie riesce a intrattenere piacevolmente il pubblico grazie al talentuoso e carismatico cast e, soprattutto, alla narrazione così contorta e imprevedibile da incuriosire e confondere allo stesso tempo lo spettatore. Eredità Sepolta entra, quindi, nella lista di quei prodotti originali Netflix – di cui fanno parte, per esempio, La creatura di Gyeongseong, Sweet Home e Hellbound, appunto – che miscelano dramma e orrore al suggestivo ed ermetico folclore del Sud Corea, e che meritano senza indugio una possibilità.

Eravamo bambini: recensione di un puzzle tragico

Eravamo bambini: recensione di un puzzle tragico

Sono passati diversi mesi dalla presentazione in anteprima di Eravamo bambini ad Alice nella città, la sezione autonoma della Festa del Cinema di Roma, e finalmente il film che Marco Martani ha adattato dal monologo “Zero” di Massimiliano Bruno (qui anche co-autore) arriva in sala, distribuito da Vision Distribution, a partire dal 21 marzo 2024. Un dramma corale nerissimo, ambientato in Calabria in tre momenti diversi della vita dei ragazzi protagonisti – interpretati da Lorenzo Richelmy, Alessio Lapice, Lucrezia Guidone, Francesco Russo e Romano Reggiani – e del “minaccioso onorevole Rizzo”, come il regista definisce il personaggio di Massimo Popolizio, e suo figlio, il Peppino di Giancarlo Commare.

Eravamo bambini, la trama

In un paese della costa calabrese, il pacifico Cacasotto (Russo) viene arrestato per aver minacciato con un coltello un carabiniere. Durante il suo interrogatorio si intrecciano le storie di altri quattro suoi coetanei, amici d’infanzia, tutti traumatizzati da un fatto di sangue a cui hanno assistito da bambini. Un messaggio di uno di loro, il celerino Gianluca (Lapice), rompe il silenzio e le routine degli altri annunciando l’intenzione di voler tornare nel paese calabrese per vendicarsi di qualcosa o qualcuno. La rockstar Inferno (Richelmy), l’insoddisfatta Margherita (Guidone) e il borderline fratello minore Andrea (Reggiani) lasciano così le loro vite “interrotte” per raggiungerlo ed impedirgli di fare qualche sciocchezza. Ma una volta arrivati in Calabria, nella San Severo di tante vacanze e altrettanti ricordi di gioventù, tutti si ritroveranno dopo tanti anni a guardare in faccia l’orrore vissuto per fare finalmente i conti con il trauma che non ha permesso loro di vivere una vita normale.

Eravamo bambini, vendetta e tragedia, violenza e colpa

Comprensibile che Martani stesso citi lo Sleepers del 1996 tra i riferimenti del genere al quale potrebbe appartenere il suo nuovo film, come anche che l’abstract possa far venire in mente altri cult come IT o Mystic River, eppure l’adattamento del monologo di Massimiliano Bruno “Zero” sembra avere qualcosa di unico e originale, rispetto a cotanti ‘padri putativi’. Che come questo hanno la vendetta al centro della premessa e come principale motore, ma che si sviluppano in maniera diversa.

eravamo bambiniQui infatti, non sono solo le vittime di ieri i protagonisti, ma anche la solitudine che portano con sé gli adulti che sono diventati. Alla loro impossibilità di superare il trauma che li unisce si affianca infatti un senso di non appartenenza che sembra trovare sollievo solo nel centro dell’uragano emotivo che li tormenta. Solo lì dove tutto è iniziato, e con le figure che popolano quello stesso microcosmo, la loro enclave calabrese, rimasto immutato negli anni. Fino al momento raccontato sullo schermo, frammentato narrativamente in tre diverse linee temporali, non facili da portare avanti e sviluppare in maniera indipendente.

Eravamo bambini, un racconto su tre piani

Come tutto sommato riesce a fare la scrittura di Bruno e Martani, che in questa veste sembra dare il meglio di sé. Ed è un peccato, considerata la materia tanto sentita, il lungo impegno dedicatole e i personaggi interessanti che vediamo prendere vita sullo schermo (alcuni meglio di altri, a volte troppo condizionati dal desiderio di strafare, come il pur ottimo Russo in versione Keyser Söze) e che non c’erano o erano diversamente – o appena – accennati nell’originale teatrale.

La debolezza di questo Eravamo bambini è proprio nella regia, purtroppo, soprattutto degli attori, e nella costruzione finale delle scene, da quelle di raccordo a quelle nelle quali lo sguardo si allarga a comprendere diversi soggetti, in generale quelle nelle quali l’attenzione non sia catalizzata da un singolo personaggio o dramma. Quali che siano i motivi, poco tolgono alle qualità del regista (David di Donatello all’esordio con Cemento armato, merita ricordarlo, e poi dietro la macchina da presa per La donna per me, dopo aver vinto ogni premio come sceneggiatore, da Notte prima degli esami a La mafia uccide solo d’estate, Se Dio vuole ed Ex), al quale va parte del merito di aver optato per una fotografia dai toni cromatici molto elaborati, capaci di diventare elemento narrativo essi stessi, e di aver saputo regalare una nuova vita e un ruolo chiave a un personaggio più che secondario come quello di Peppino.

Intelligente l’arco affidato all’interpretazione di Giancarlo Commare (Skam Italia, Ancora più bello, Nuovo Olimpo), che arricchisce il film di una incertezza che altrimenti non avrebbe, sovrastata dal gioco narrativo del “puzzle emotivo e temporale” e dai più prevedibili esiti della storia di amicizia e “di vite spezzate” o “tragedia greca corale”. Come si è scelto di presentare questo Eravamo bambini, col rischio di indebolirne la forza suggerendo un po’ troppo dell’abisso che nasconde, e della debolezza, la solitudine, la colpa, che i personaggi scontano, incapaci – tutti, o quasi – di emendarsi da una dinamica di violenza e di morte apparentemente immutabile. A meno di sorprese. Che davvero, a tratti sembreranno poter arrivare da chiunque di essi, prima che la matassa si dipani e i ruoli si definiscano, nel bene e nel male.

Eraserhead – La mente che cancella: recensione del film di David Lynch

Eraserhead – La mente che cancella è il film del 1977 di David Lynch con Jack Nance, Charlotte Stewart, Allen Joseph, Janne Bates, Laurel Near, Judith Anna Roberts, Jack Fisk, Thomas Coulson.

La trama di Eraserhead – La mente che cancella

Henry Spencer è uno strano omettino che lavora come tipografo in un surreale paesaggio industriale di un non ben specificato paese, dove tutto appare distorto e allucinato. Henry è innamorato di Mary, ragazza affetta da strani attacchi epilettici che vive con due strambi genitori. Durante una cena, Henry viene informato dalla ma dre che la figlia è rimasta misteriosamente incinta, senza però che i due avessero mai copulato. Il figlio che nasce però assomiglia ad un orribile girino gigante dalle fattezze orripilanti, sempre intento a piangere. Dopo alcuni giorni di convivenza Mary decide di lasciare Hery ed il bambino, costringendo l’uomo a doversi assumere il gravoso compito di allevare da solo la mostruosa creatura. Inizia così un viaggio allucinate in cui Hery non distingue più tra sogno e realtà, in cui egli intraprende una improbabile relazione con una donna mostruosa che vive nel suo termosifone.

L’Analisi

Allucinate, surreale, estremo, il film d’esordio del visionario David Lynch è una delle opere più complesse e psicoanalitiche che siano mai state tradotte su celluloide. Attraversato da numerosi travagli produttivi che ne hanno esteso la realizzazione pre ben cinque anni, dal 1972 al 1977, costringendo Lynch a ipotecare la casa e a dormire sul set per reperire i fondi necessari a ultimarlo, Erashead è un vero e proprio pugno nello stomaco (e nell’occhio) dello spettatore, letteralmente catapultato in un universo onirico e grottesco in cui tutto è distorto ed eccessivo, dove Hery, alter-ego (fisico e psicologico) di Lynch incarna le più ancestrali paure dell’uomo, prima fra tutti quella della paternità.

L’universo del film, virato in un metallico bianco e nero ed immerso in paesaggi postindustriali che anticipano Tzukamoto, Cronenberg e tutta la cultura cyberpunk, è ricco di personaggi grotteschi e archetipici che, come lo stesso Henry, paiono come marionette di uno strambo teatro dell’assurdo. Numerose sono le scene oniriche entrate degnamente nel subconscio cinematografico, tra cui l’incipit cosmogonico in cui un demiurgo-frankenstein in una decadente centrale elettrica dà vita al seminale mondo dell’orrore del film azionando una leva, così come l’onirico prologo in cui il cervello di Henry (dando il titolo al film) viene trasformato in tante gomme da cancellare per matite.

Anche l’orripilante creatura neonatale è uno dei simboli più reconditi del nostro io interiore, la paura della deformità e del caso (racconta Lynch che il feto era quello di un vitello). Ricco di messaggi sublimali impossibili da cogliere ad una prima visione (e nemmeno tutti alla centesima), il film si articola in spazi angusti e minimalisti, come ad esempio l’opprimente appartamento di Henry in cui piante crescono nei comodini e dove strani insetti vermiformi vengono segretamente custoditi in cassetti. 

La cacofonica colonna sonora, edita dallo stesso regista assieme all’amico Fats Waller è quanto di più disturbante i nostri orecchi possano assorbire, ricca di strumenti elettronici e sintetizzati. Un film maledetto, realizzato con poco o niente che non solo è diventato il simbolo dei midnight movies e dei circuiti d’essai, ma che si è presto a mille interpretazioni psicologiche e ha spianato la strada al nuovo filone del surrealismo cinematografico.

Raccontare Eraserhead – La mente che cancella non è possibile, tanto meno interpretarlo. Bisogna vederlo e godere delle sue atmosfere malate e ansiogene, dei suoi personaggi surreali che trovano nella Donna del Termosifone la loro forma più estrema e piacevole al contempo. Il film ha di fatto aperto le porte della visionarietà di Lynch al suo mondo fatto di incubi e di distorsioni, divenendo il compendio dei suoi precedenti lavori di cortometraggio, iniziati con The Alphabet e culminati con The Grandmother. Basti dire che era il film preferito di Stanley Kubrick!

Erased: ecco il trailer

0

E’ stato diffuso il trailer ufficiale di Erased, nuovo thriller diretto da Philip Stolzi con Aaron Eckhart.

Il film, che uscirà il 10 maggio, racconta di un agente della Cia che si trasferisce in Belgio con la figlia solo per scoprire che nella base operativa un nuovo complotto è in atto.

Potete vederlo qui sotto:

http://youtu.be/A17ooS2I6fk

Eragon: recensione del film di Stefen Fangmeier

Eragon: recensione del film di Stefen Fangmeier

Eragon è il film fantasy del 2006 di Stefen Fangmeier con protagonisti Edward Speelers (Eragon), Jeremy Irons (Brom), Robert Carlyle (Durza), Sienna Guillory (Aria) e John Malkovich (Galbatorix).

Eragon, la trama: La terra di Alagaesia sta attraversando un periodo di grande difficoltà, dopo che i coraggiosi Cavalieri dei Draghi sono stati annientati dal perfido dittatore Galbatorix. Eragon, un giovane contadino, trova un giorno un uovo di drago perso dall’elfa Arya, che cercava di sottrarlo ai soldati del tiranno, che presto si schiude facendo nascere la dragonessa Saphira.

Eragon scopre che il suo destino è diventare un Cavaliere del drago anche grazie a Brom, ex cavaliere che si è rifugiato nel suo paesino e di cui diventa grande amico e che lo fa fuggire quando le truppe di Galbatorix attaccano il suo villaggio.

Eragon inizia il suo percorso di addestramento, ma lutti e battaglie sono sulla sua strada, mentre il legame con Saphira si stringe sempre di più.

Eragon, l’analisi

Sull’onda del rinnovato successo per il genere fantasy, il fenomeno letterario della saga di Alagaesia di Christopher Paolini, cresciuto senza televisione e videogiochi sulle montagne del Montana, e adolescente all’epoca del primo romanzo, ha mietuto successi e si è concluso dopo quattro libri, con Inheritance, creando uno dei tanti casi legati al genere, uno dei più amati di questi ultimi anni,  ma soprattutto nelle librerie.

Come in altri casi, però, al cinema il tutto non ha funzionato e si è risolto in un flop, anche se non così clamoroso come molti dicono: in Italia comunque Eragon è fu il film che incassò di più nel Natale del 2006.

Quello che sulla pagina scritta era incanto e avventura sullo schermo funziona poco, scadendo nel dejà vu e nello scontato: certo, gli echi di Tolkien, Terry Brooks e altri autori fantasy ci sono eccome, ma non sarebbe comunque la prima volta.

Non è comunque tutto da buttare via, anzi. E se il protagonista, il biondo Edward Speelers, è puramente decorativo, la scenografia, gli ambienti, le atmosfere, in cui le foreste ungheresi diventano un regno di favola funzionano allo scopo. Interessante il discorso di recupero della figura del drago, visto da sempre in Occidente come negativo, a differenza da quello che succede in Oriente, e che qui è amico e ispiratore di coraggio. Del resto Saphira, nel libro e nel film, è uno dei personaggi migliori, resa in computer graphic ma incredibilmente viva e vicina all’eroe, uno dei tanti del genere fantasy che lo diventano per caso e loro malgrado.

Una menzione speciale la meritano due vecchie volpi del cinema come Jeremy Irons, l’eroe al tramonto Brom che saprà riscattarsi (e che nella scena della morte citerà Blade Runner) e John Malkovich, satanico dittatore al quale è affidata la scena del cliffhanger finale, che svela che Saphira non è l’unico drago.

Al cinema la saga di Alagaesia si è fermata qui, perché mancava qualcosa come ritmo, atmosfera, storia. Tutte cose presenti nei libri, e i lettori non si sono nemmeno rammaricati più di tanto del mancato appuntamento al cinema con i loro beniamini (fortuna duratura che hanno avuto finora solo i fan di Harry Potter e pochi altri), continuando ad appassionarsi alla versione cartacea. Un’occhiata Eragon cinematografico la merita, ribadendo come spesso accade, e qui ancora in maniera più evidente, che forse fiabe e incanti sulla carta stampata funzionano meglio, persino nell’era degli effetti speciali computerizzati.

Era Ora: recensione del film con Edoardo Leo

0
Era Ora: recensione del film con Edoardo Leo

Vi è mai capitato di provare la sensazione che il tempo passi più veloce di quello che sembra? Questo è quello che succede a Dante il personaggio principale nel film Era Ora, presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma 2022 e ora disponibile in streaming su Netflix. Questa commedia romantica è un remake dell’australiano Come se non ci fosse un domani – Long Story Short, del 2021 e diretto da Josh Lawson con per protagonista il britannico Rafe Spall. Questo adattamento per la regia di Alessandro Aranadio non vuole essere solo un semplice rifacimento dell’originale ma una versione italiana, che punta sul talento dell’attore romano Edoardo Leo, che torna a farsi dirigere dal regista dopo il successo dellla commedia del 2018 Io c’è.

La trama di Era Ora

Dante e Alice (Barbara Ronchi) si sono conosciuti, per caso a causa di un bacio e uno scambio di persona, durante una Festa di Capodanno del 2008. Dopo due anni nel 2010 li ritroviamo fidanzati che convivono in una casa dove hanno appena traslocato da poco, piena ancora di scatoloni da disfare e con un bagno senza porta. Questo però non è un giorno qualunque per Dante, ma è il suo quarantesimo compleanno ma come ogni mattina è di fretta e deve correre in ufficio. Alice invece vive la giornata più tranquillamente, anche grazie alla fortuna di lavorare come illustratrice di libri, lei è decisamente la più sognatrice, una disegnatrice del suo destino e la più giocosa della coppia, tanto che per la sera organizza al compagno un festa a sorpresa con tutti i suoi amici. Dante la mattina dopo i festeggiamenti dei suoi 40 anni, si risveglia, un anno dopo, nel 2011 e scopre di essere bloccato in un loop temporale.

Il protagonista di Era Ora all’inizio non capisce, anzi pensa di vivere un episodio di precoce alzheimer, malattia che invece ha colpito e soffre il padre che vive in una casa di riposo. Dante si sente sperduto e soprattutto incapace di fermare questo strano gioco del destino che gli ha riservato. Intanto passano i giorni, anzi gli anni per lui, e si ritrova padre di una bellissima bambina che si chiama Galadriel, come l’elfa della Terra di Mezzo de Il Signore degli Anelli. Nel frattempo cambia il rapporto con la fidanzata Alice, i due dopo anche il tentativo di una terapia di coppia si lasciano e Dante si ritrova in un vortice senza una via di uscita. Ma per fortuna nulla è perduto, anche grazie alla sempre presente figura del miglior amico Valerio, il protagonista capisce gli sbagli e finalmente inizia a godersi la sua vita. Alla fine di Era Ora l’uomo riesce a ristabilire l’equilibrio temporale e la sua vera realtà cioè quella dell’amore per Alice e per sua figlia.

La casa di Dante e Alice

Dopo i mesi passati tra le mura di casa, in quel primo lockdown nella Primavera del 2020, abbiamo scoperto tutti l’importanza della nostra abitazione, anche come luogo che rispecchia noi come persone e il nostro essere interiore. Questo avviene anche in Era Ora, gli spettatori capiscono e forse anche prima del protagonista, che è cambiato qualcosa, che è passato del tempo proprio dall’arredamento dell’appartamento di Dante e Alice. Nei primi anni della convivenza la casa è piena di luce che entra dai finestroni sul giardino, è colorata e molto femminile, con l’arrivo di Galadriel appaiono anche i giochi e nel momento della separazione il salotto e la cucina si trasformano e diventano più funzionali, con mobili minimali e freddi che rispecchiano l’involuzione di Dante che vive solo e pensa solo al lavoro.

Era Ora come una favola contemporanea

Il quarto lungometraggio diretto da Alessandro Aranadio porta sullo schermo uno dei problemi della nostra società, il tempo che passa e non si riesce mai a trovare il momento per godersi lentamente e insieme qualcosa di bello, come ad esempio una semplice colazione. Dante è un uomo che rispecchia fedelmente le ossessioni contemporanee e come l’incomunicabilità in una coppia porta prima o poi ad una separazione anche se ci si ama veramente. Questo film possiede una parte fantasy, dosata molto bene da risultare uno dei punti di forza ma anche un vero omaggio alla commedia americana cult degli anni Novanta come Ricomincio da capo, dove il protagonista finiva, anche lui, in un circolo temporale.

Dante però non vive lo stesso giorno all’infinito, ma ogni giorno è un anno che va avanti, suo padre intanto muore, la figlia cresce e quindi deve sprigarsi e capire come risolvere l’incubo in cui è intrappolato. La recitazione di Edoardo Leo e Barbara Ronchi sono il punto fermo di un racconto ripetivo ma sempre mutevole, come i numerosi personaggi che ruotano intorno alla coppia durante i 109 minuti del racconto. Era Ora è una favola contemporanea, una commedia romantica che parla di sentimenti, dei rimorsi e del tempo, quello che passa come gli anni senza che c’è ne accorgiamo.

Era Ora: intervista a Edoardo Leo e Barbara Ronchi

0
Era Ora: intervista a Edoardo Leo e Barbara Ronchi

Ecco la nostra intervista a Edoardo Leo e Barbara Ronchi, protagonisti di Era Ora, film di Alessandro Aronadio disponibile su Netflix dal 16 marzo. E se un anno della vostra vita durasse un solo giorno? La commedia romantica, prodotta da BIM Produzione (una società del Gruppo Wild Bunch), Palomar (Mediawan Group) e Vision Distribution, dopo il passaggio all’ultima Festa del Cinema di Roma (sezione Grand Public), è in arrivo in Italia e contemporaneamente nei 190 Paesi in cui è disponibile il servizio.

La trama di Era Ora

In “Era Ora”, Dante (Edoardo Leo) e Alice (Barbara Ronchi) si amano alla follia. Peccato che lui sia la tipica persona a cui una giornata non basta mai, che arriva sempre in ritardo e si barcamena a fatica tra i mille impegni quotidiani di lavoro e vita privata. Succede anche il primo giorno dei suoi quarant’anni, quando Dante si presenta in ritardo di ore alla sua festa di compleanno. A detta sua, la soluzione sembra a portata di mano: se lavorerà abbastanza, magari tra qualche anno sarà riuscito a comprarsi un po’ di tempo. Ma cosa succede quando l’indomani si sveglia e si ritrova un anno in avanti? Come è possibile che sia già il giorno del suo quarantunesimo compleanno? E come fa Alice a essere incinta di quattro mesi? Cosa ne è stato del resto del suo anno?

Quando, a un suo nuovo risveglio, Alice gli mette tra le braccia una bella bambina di qualche mese augurandogli buon quarantaduesimo compleanno, Dante realizza definitivamente di essere stato catapultato in un incubo a occhi aperti: per qualche inspiegabile motivo sta vivendo una vita accelerata, di cui non ha memoria né controllo. Riuscirà a comprendere il valore del tempo prima che la sua vita vada a rotoli?

ERA ORA, tratta dal film “Long Story Short” (scritto e diretto da Josh Lawson), è un’esilarante e commovente romantic comedy su quella stravagante avventura che ci ostiniamo a chiamare tempo. Prodotto da Carlo Degli Esposti, Nicola Serra, Riccardo Russo, vede nel cast anche Mario Sgueglia, Francesca Cavallin, Raz Degan, Massimo Wertmüller e Andrea Purgatori.

Era Ora, il trailer del film con Edoardo Leo, dal 16 marzo su Netflix

0

E se un anno della vostra vita durasse un solo giorno? Netflix è lieta di annunciare che Era Ora, il film diretto da Alessandro Aronadio, con protagonisti Edoardo Leo e Barbara Ronchi, sarà disponibile dal 16 marzo solo su Netflix.

La commedia romantica, prodotta da BIM Produzione (una società del Gruppo Wild Bunch), Palomar (Mediawan Group) e Vision Distribution, dopo il passaggio all’ultima Festa del Cinema di Roma (sezione Grand Public), è in arrivo in Italia e contemporaneamente nei 190 Paesi in cui è disponibile il servizio.

In “Era Ora”, Dante (Edoardo Leo) e Alice (Barbara Ronchi) si amano alla follia. Peccato che lui sia la tipica persona a cui una giornata non basta mai, che arriva sempre in ritardo e si barcamena a fatica tra i mille impegni quotidiani di lavoro e vita privata.

Succede anche il primo giorno dei suoi quarant’anni, quando Dante si presenta in ritardo di ore alla sua festa di compleanno. A detta sua, la soluzione sembra a portata di mano: se lavorerà abbastanza, magari tra qualche anno sarà riuscito a comprarsi un po’ di tempo.

Ma cosa succede quando l’indomani si sveglia e si ritrova un anno in avanti? Come è possibile che sia già il giorno del suo quarantunesimo compleanno? E come fa Alice a essere incinta di quattro mesi? Cosa ne è stato del resto del suo anno?

Quando, a un suo nuovo risveglio, Alice gli mette tra le braccia una bella bambina di qualche mese augurandogli buon quarantaduesimo compleanno, Dante realizza definitivamente di essere stato catapultato in un incubo a occhi aperti: per qualche inspiegabile motivo sta vivendo una vita accelerata, di cui non ha memoria né controllo. Riuscirà a comprendere il valore del tempo prima che la sua vita vada a rotoli?

Era Ora, tratta dal film “Long Story Short” (scritto e diretto da Josh Lawson), è un’esilarante e commovente romantic comedy su quella stravagante avventura che ci ostiniamo a chiamare tempo. Prodotto da Carlo Degli Esposti, Nicola Serra, Riccardo Russo, vede nel cast anche Mario Sgueglia, Francesca Cavallin, Raz Degan, Massimo Wertmüller e Andrea Purgatori.

Era Ora, il film con Edoardo Leo dal 16 marzo solo su Netflix

Era Ora, il film con Edoardo Leo dal 16 marzo solo su Netflix

E se un anno della vostra vita durasse un solo giorno? Netflix annuncia che ERA ORA, il film diretto da Alessandro Aronadio, con protagonisti Edoardo Leo e Barbara Ronchi, sarà disponibile dal 16 marzo solo su Netflix.

La commedia romantica, prodotta da BIM Produzione (una società del Gruppo Wild Bunch), Palomar (Mediawan Group) e Vision Distribution, dopo il passaggio all’ultima Festa del Cinema di Roma (sezione Grand Public), è in arrivo in Italia e contemporaneamente nei 190 Paesi in cui è disponibile il servizio.

La trama di Era Ora

In “Era Ora”, Dante (Edoardo Leo) e Alice (Barbara Ronchi) si amano alla follia. Peccato che lui sia la tipica persona a cui una giornata non basta mai, che arriva sempre in ritardo e si barcamena a fatica tra i mille impegni quotidiani di lavoro e vita privata. Succede anche il primo giorno dei suoi quarant’anni, quando Dante si presenta in ritardo di ore alla sua festa di compleanno. A detta sua, la soluzione sembra a portata di mano: se lavorerà abbastanza, magari tra qualche anno sarà riuscito a comprarsi un po’ di tempo. Ma cosa succede quando l’indomani si sveglia e si ritrova un anno in avanti? Come è possibile che sia già il giorno del suo quarantunesimo compleanno? E come fa Alice a essere incinta di quattro mesi? Cosa ne è stato del resto del suo anno?

Quando, a un suo nuovo risveglio, Alice gli mette tra le braccia una bella bambina di qualche mese augurandogli buon quarantaduesimo compleanno, Dante realizza definitivamente di essere stato catapultato in un incubo a occhi aperti: per qualche inspiegabile motivo sta vivendo una vita accelerata, di cui non ha memoria né controllo. Riuscirà a comprendere il valore del tempo prima che la sua vita vada a rotoli?

ERA ORA, tratta dal film “Long Story Short” (scritto e diretto da Josh Lawson), è un’esilarante e commovente romantic comedy su quella stravagante avventura che ci ostiniamo a chiamare tempo. Prodotto da Carlo Degli Esposti, Nicola Serra, Riccardo Russo, vede nel cast anche Mario Sgueglia, Francesca Cavallin, Raz Degan, Massimo Wertmüller e Andrea Purgatori.

Era Ora, al via le riprese del nuovo film di Alessandro Aronadio

Era Ora, al via le riprese del nuovo film di Alessandro Aronadio

Lunedì 11 Ottobre inizieranno le riprese del nuovo film di Alessandro Aronadio: ERA ORA. Il film vede Edoardo Leo (DANTE) e Barbara Ronchi (ALICE) nel ruolo di una giovane coppia.

Dante ha un bellissimo rapporto con la fidanzata Alice, ma ne ha uno davvero pessimo con il tempo. Assorbito da mille impegni, arriva sempre in ritardo e ha l’impressione che la sua vita stia scorrendo troppo velocemente. Il giorno in cui compie quarant’anni quell’impressione diventa incredibilmente realtà. Da quel momento Dante si ritrova a saltare in avanti di anno in anno, senza avere più controllo della sua vita.

Era Ora è un’esilarante e commovente romantic comedy su quello straordinario viaggio che ci ostiniamo a chiamare tempo.

Scritto da Alessandro Aronadio e Renato Sannio, ERA ORA è una co-produzione BIM PRODUZIONE, PALOMAR e VISION DISTRIBUTION e distribuito in Italia e nel mondo da VISION DISTRIBUTION.

Era Ora è il film non in lingua inglese più visto al mondo su Netflix

0

La nuova commedia di Alessandro Aronadio con Edoardo LeoEra Ora, remake dell’australiano Come se non ci fosse un domani, ha stabilito un importantissimo risultato nella sua prima settimana di disponibilità su Netflix. La pellicola ha infatti aperto al primo posto della Top Ten di Netflix per quanto riguarda i film in lingua non inglese, con un risultato di 11,55 milioni di ore viste, superando il film tedesco Niente di nuovo sul fronte occidentale (9,5M), tornato nelle posizioni alte della classifica dopo gli Oscar vinti.

Si tratta di un risultato particolarmente, che porta Era Ora al fianco di titoli come Il mio nome è vendetta, Non mi uccidere, Love & Gelato e Yara, film italiani che negli scorsi mesi avevano a loro volta raggiunto ottime posizioni in tale classifica. Ad annunciare tale traguardo di Era Ora, oltre alla stessa Netflix, è lo stesso regista, che tramite il proprio account Facebook ha scritto: “Era Ora è il film non in lingua inglese più visto al mondo su Netflix con, secondo i dati usciti ieri sera, 11.500.000 di ore di visioni. Significa che in quattro giorni (siamo usciti il 16 marzo) EraOra è stato visto più o meno da sei milioni di persone”.

Per chi non l’avesse ancora visto, il film (qui la recensione) ruota intorno a Dante, la cui vita si basa interamente sul proprio lavoro, di fatto perdendo tutti gli altri momenti importanti che invece dovrebbe godersi. Quando ad un certo punto Dante inizia ad accorgersi che ogni nuovo giorno che vive corrisponde ad un anno in più. Un vero e proprio incubo temporale, dal quale Dante dovrà riuscire a sfuggire prima che perda tutti i momenti migliori della sua esistenza.

Fonti: Top10Netflix, Facebook

Era mio figlio: trailer del film con Sebastian Stan

0
Era mio figlio: trailer del film con Sebastian Stan

Notorious Pictures ha diffuso il trailer ufficiale di Era mio figlio, il film di guerra di Todd Robinson con protagonisti Samuel L. Jackson, Bradley Whitford, Sebastian Stan, William Hurt, Christopher Plummer.

Era mio figlio è la toccante storia del padre di Pitsenbarger che, insieme a tutti i sopravvissuti del Vietnam, ha presentato una petizione al Governo degli Stati Uniti per consegnare a suo figlio, eroe caduto in battaglia, quella medaglia che gli era stata negata, ma che meritava così tanto.

Era mio figlio, la trama

Questa è la vera storia dell’eroe di guerra William Pitsenbarger: un paramedico dell’Aeronautica Militare che ha salvato personalmente oltre 60 uomini, prima di essere ucciso nella più violenta battaglia della guerra del Vietnam. Nonostante la possibilità di fuggire con l’ultimo elicottero dal campo di battaglia, Pitsenbarger preferì rimanere per salvare e difendere tutti i soldati rimasti a terra. Alla fine fu ucciso da un proiettile nemico, sacrificando la propria vita per i suoi compagni. Per le sue azioni eroiche, Pitsenbarger ricevette il più alto riconoscimento militare che un soldato potesse ottenere, la Medaglia d’Onore. Questa medaglia viene assegnata per atti di incredibile valore, che vanno al di là del dovere personale. 

Era mio figlio, il trailer del film dal 18 luglio al cinema

0
Era mio figlio, il trailer del film dal 18 luglio al cinema

Scritto e diretto dal pluripremiato regista israeliano Savi Gabizon, frutto di una collaborazione tra Stati Uniti, Canada e Israele, Era mio figlio (titolo originale Longing) è il remake in lingua inglese del precedente film di Gabizon del 2017, Ga’agua, girato in lingua ebraica, premio del Pubblico ai Venice Days del 2017 alla Mostra del Cinema di Venezia e vincitore del premio per la Miglior Sceneggiatura agli Israeli Academy Awards.

Distribuito da Lucky Red, il film arriva al cinema il 18 luglio.

Era mio figlio, la trama

Daniel, un ricco scapolo newyorkese (Richard Gere), è costretto a rivedere le sue scelte di vita quando scopre che l’ex fidanzata canadese (Suzanne Clément) ha avuto un figlio dopo la loro separazione avvenuta 20 anni prima.

Era mio figlio, il poster

Era mio figlio poster

Era Glaciale 4: We Are Family!

0
Era Glaciale 4: We Are Family!

Arriva We Are Family, canzone dell’Era Glaciale 4 continenti alla Deriva. La canzone è cantata da tutti i protagonisti del prossimo film. 

Era Glaciale 4: teaser!

0
Era Glaciale 4: teaser!

E’ online un breve teaser del quarto capitolo dell’era glaciale intitolato: Ice Age: Continental Drift. L’uscita del film è prevista per il 2012. Ecco il teaser:

Equinox il nuovo low-budget fantascientifico

0

La Paramount Insorge ha dato il via libera per lo sviluppo e la produzione di un nuovo film di fantascienza low-budget dal titolo Equinox. La sceneggiatura verrà sviluppata quasi sicuramente dalla coppia Simon Boyes e Adam Mason. Anche se la trama non è stata ancora del tutto rivelata, alcune indiscrezioni paragonano Equinox ad una versione fantascientifica del thriller Dead Calm diretto nel 1989 da Philip Noye.

Il lungometraggio sarà ispirato al romanzo del 1963 dello scrittore Charles Williams, e racconterebbe le vicende di una coppia di sposi che, durante un viaggio in mare, prende a bordo un naufrago che si rivela essere un sadico assassino. Il tutto però rivisitato sotto la lue della fantascienza, con ambientazioni di sicuro spaziali. Bryan Brucks e Stefan Sonnenfeld saranno i produttori del film, accanto a Sarah Perlman.

 

Fonte: comingsoon.net

Equilibrium recensione del film con Christian Bale

Equilibrium recensione poster Anno: 2002

Regia: Kurt Wimer

Cast:  Christian Bale, Sean Bean, Taye Diggs, Dominic Purcell, Emily Watson.

Trama: Dopo la terza guerra mondiale dei primi anni del XXI secolo, la razza umana ha sentito il bisogno di darsi una regolata bandendo le proprie emozioni, ritenute le principali colpevoli dei crimini di violenza ed odio.

Sotto questa legge è sorta Libria, una società-stato governata da Il Padre, un dittatore carismatico e onnipresente, che attraverso l’utilizzo di un farmaco inibitore di emozioni, il Prozium, controlla la vita dei cittadini. Per evitare rappresaglie e per combattere i ribelli, cittadini non consoni all’uso del Prozium, vengono messi al rogo tutte quelle cose, dai libri alla musica, che possano suscitare emozioni e viene costituito un corpo speciale, formato dagli agenti Cleric, dedito alla salvaguardia della società. Ma sarà proprio un cleric, John Preston (Christian Bale), a mettere in dubbio questo sistema dopo aver provato egli stesso delle emozioni.

Analisi: Cosa saremmo noi umani senza emozioni? Come sarebbero i nostri risvegli senza un accompagnamento musicale? E che valore avrebbero le nostre giornate senza la lettura di un libro, di un abbraccio, di una risata e, perché no, di un litigio? Equilibrium esplora questa possibile realtà, trasportandoci in un futuro freddo e schematico, dove gli esseri umani sono ridotti ad una schiavitù mediatica e chimica. Libria ha tutti i connotati di città senza emozioni: edifici imponenti monocromatici, strade grigie, abiti uguali per tutti, lo stessa saturazione azzurra del cielo porta con sé un senso di anedonia. E’ un’ambientazione già vista, in diverse misure, in altri film, e letta nei romanzi futuristici. Equilibrium sembra essere una via di mezzo di tante opere, che si intersecano e coesistono per un breve istante, e poi vanno a morire in qualche forzatura di sceneggiatura o in qualche scelta registica orientata ad un prodotto che preferisce la forma piuttosto che la sostanza. In effetti, quello che Kurt Wimer ci propone è una giusta contrapposizione tra trama e azione. Se la prima è vacillante, la seconda sembra essere il punto forte del film. Spettacolari, istantanee e dosate alla perfezione, intervallate spesso da momenti più introspettivi, le scene d’azione convincono egregiamente, emulando un po’ gli effetti tipici del capostipite del genere (Matrix) ma senza strafare e rendendosi appetibili con coreografie quanto mai azzeccate e innovative.Equilibrium recensione

Christian Bale sopperisce come può ad un ruolo che, per sua natura, deve conferire una faccia asettica e quantomeno priva di espressione. Peccato che quando debba mostrarle, le emozioni e le espressioni, sembri sia impiastricciato nel personaggio, come se il prozium lo usasse davvero. Non la sua miglior prova ma, sicuramente, superiore al resto del cast, svantaggiato da una sceneggiatura che lascia ai rispettivi personaggi solo ruoli marginali o di comparsa; patetico, è per esempio, il breve utilizzo di un ottimo attore come Sean Bean.

Equilibrium lascia un po’ l’amaro in bocca dopo averlo visto. C’erano potenzialità da sfruttare meglio; lo stesso finale, un veloce e scontato epilogo verso una vittoria senza connotati riflessivi, fa storcere un po’ il naso a chi, come me, oltre alla potenza scenica vuole anche una trama da mordere.

Equals: recensione del film con Kristen Stewart

Equals: recensione del film con Kristen Stewart

E se provassimo per una volta a giocare, a elencarvi una serie di elementi che nascondono un filo comune da scoprire? Per esempio potremmo iniziare con: Black Mirror, Her e William Shakespeare. Proprio così, la miniserie inglese andata in onda per due stagioni su Channel 4, il film di Spike Jonze con Joaquin Phoenix e il grande, immenso drammaturgo britannico autore di Romeo e Giulietta. Nel primo caso parliamo di un prodotto futuristico, che vuole aprirci gli occhi su dove stiamo andando e come ci stiamo andando; nel secondo è il turno dei sentimenti, dei rapporti umani. Di Shakespeare possiamo invece nominare i suoi finali ambigui, beffardi, segnati spesso da tragiche incomprensioni, proprio come nel caso della suddetta tragedia fra Montecchi e Capuleti. D’accordo, ammettiamo che indovinare può essere abbastanza difficile, essere però su questa pagina dovrebbe aiutarvi: la risposta esatta è Equals, il film diretto da Drake Doremus e scritto da Nathan Parker.

Ci troviamo in un mondo asettico, interamente fatto di bianco e toni di grigio, privo di qualsiasi colore minimamente saturato. Un futuro immaginario nel quale uomini e donne sembrano androidi, impossibilitati a sentire qualsivoglia emozione a causa di un regime totalitario che ama ovviamente il controllo e la sterilità emotiva assoluta. Non sempre però il trattamento riservato a ogni neonato funziona come deve, accade dunque che molte persone siano affette dalla sindrome SOS, ovvero sono capaci di tornare gradualmente a essere umani comuni, come noi, sensibili al dolore, alla tristezza, alla felicità e – soprattutto – all’amore.

Equals film

Le atmosfere di Equals potrebbero benissimo appartenere a una puntata low budget di Black Mirror, mentre la crisi dei rapporti come in Her si ritrova in una società incapace di amare. Silas e Nia si scoprono infatti amanti solo per caso, poiché entrambi affetti dalla ‘terribile’ sindrome, dunque formalmente destinati alla soppressione. Il loro resistere, la loro ostinazione rappresenta però una minima speranza di rivalsa, di rivoluzione, uno scossone alla nostra epoca da molti tacciata come “insipida”, troppo condizionata dalla tecnologia. Certo non può essere tutto semplice e lineare, ed è qui che entrano in gioco gli equivoci shakespiriani, le fughe clandestine, gli istinti umani.

Probabilmente a leggere tutto questo vi sarà salita una discreta curiosità, giustamente, poiché sulla carta Equals è un progetto di base interessante. Tocca invece darvi una serie di brutte notizie, poiché la realtà delle cose è molto diversa dalle sensazioni ‘a pelle’. Il regista di Like Crazy realizza un film senza sapore come la società che vorrebbe attaccare, dall’ossatura (e dunque una sceneggiatura) fragile, eterea, che sembra composta da una manciata di righe di copione mescolate alla buona. Il ritmo stenta a decollare così come il coinvolgimento emotivo, che resta sempre piuttosto freddo e distaccato. Non aiutano una regia anonima e una sequela infinita di sfocature estreme che solleticano solo grandi mal di testa, idem per i due attori protagonisti.

Nicholas Hoult e Kristen Stewart risultano statici, monocorda, tutti d’un pezzo, mentre c’era un forte bisogno di personalità dinamiche, capaci di giocare con le sfumature e le meccaniche del film. Si finisce così a osservare robot vuoti anche durante i momenti in cui l’umanità dovrebbe al contrario risaltare e dominare. Di tutti gli spunti positivi che si potevano catturare da Black Mirror, Her, Shakespeare rimane nei fatti poco e niente, nel fondo del bicchiere si scorge solo un melò stantio per teenager un po’ ingenui. E, paradossalmente, più o meno tutti uguali.

Episodio VII ed Episodio VIII: due colpi di scena a confronto

0
Episodio VII ed Episodio VIII: due colpi di scena a confronto

Rian Johnson, regista dell’atteso Episodio VIII della saga della Lucasfilm, Star Wars: Gli Ultimi Jedi, ha commentato a lungo la natura del film, il desiderio di staccarsi dal passato, ma anche, infine, i cambiamenti e le intenzioni differenti che sono state attuate anche in rapporto al film precedente, l’Episodio VII.

In particolare, il regista ha spiegato in cosa sono state diverse le morti di Han Solo e di Luke Skywalker, i due personaggi storici che scompaiono alla fine dei primi due film di questa terza trilogia.

Parlando con Uproxx, il regista ha spiegato: “Prima di tutto volevo che la morte di Luke fosse in contrasto con quella di Han in Episodio VII. Quella di Han è stata violenta, una sconfitta. Per Luke, volevo che fosse pacifica, una vittoria invece. Volevo che vincesse con il suo ultimo sforzo. Quindi dall’inizio ho capito che volevo questa sensazione. E così gli altri elementi sono arrivati di conseguenza. Ma per entrambi sembra la fine giusta da fare.

Molti di noi che sono cresciuti con Star Wars stanno vivendo un momento nella vita in cui hanno avuto, o hanno persone che per loro sono dei mentori e queste persone stanno invecchiando, cominciano a fare i conti con la fine. Il nostro rapporto con queste persone diventa quindi un’altra cosa. Si tratta di un elemento della vita che molte persone della mia età, fan di Star Wars, cominciano a capire. E mi sembrava intellettualmente onesto introdurre questo tipo di sensazione nel film.”

Star Wars: Gli Ultimi Jedi, i cameo famosi dell’Episodio VIII

CORRELATI:

Star Wars: Gli Ultimi Jedi, recensione del film di Rian Johnson

In Star Wars: Gli Ultimi Jedi torneranno Mark Hamill, Carrie Fisher, Adam DriverDaisy RidleyJohn BoyegaOscar IsaacLupita Nyong’oDomhnall Gleeson, Anthony Daniels, Gwendoline Christie e Andy Serkis. Gli altimi attori unitisi al cast sono Benicio Del ToroLaura Dern Kelly Marie Tran.

Episodio IX: Colin Trevorrow crede nelle vie della Forza

0
Episodio IX: Colin Trevorrow crede nelle vie della Forza

Durante un’intervista con THR, Colin Trevorrow (Jurassic World) si è trovato a commentare il suo approccio al prossimo Star Wars Episodio IX, film che lo farà entrare nella saga Lucasfilm e sicuramente lo metterà a dura prova, considerata la grande attenzione che c’è intorno a questo progetto.

In merito a Episodio IX e al suo approccio al film, Trevorrow ha dichiarato: “Non solo sono cresciuto con queste storie, come tutti noi, ma penso anche che alcuni dei valori di Star Wars siano molto vicini ai valori in cui credo io. Sento che il messaggio del modo in cui la Forza ti insegna a trattare le altre persone e mostrare rispetto per gli altri e il modo in cui guida attraverso le fasi della vita è davvero importante per me. Spero che tutti capiscano che questo tipo di storie mi hanno condizionato profondamente così come hanno toccato loro. Penso che la sfida, per me, sia di riconoscere che tutti hanno la loro personale relazione con queste storie, a seconda di chi sei. Ho bisogno di fare un film che venga apprezzato, anche se la vostra esperienza è differente, il che mi permetterà di fare qualcosa di profondamente emozionante e soddisfacente per le persone di tutto il mondo. E ci penso moltissimo.”

Oltre a parlare del suo Episodio IX, Trevorrow ha anche espresso il suo sostegno a Ron Howard e al film su Han Solo: “I film sono molto personali, l’arte è molto personale, per le persone, provare a trasformare questa cosa in qualche cosa che deve per forza catturare l’interesse è frustrante e triste, perché so che quel film significa moltissimo per quelli che sono coinvolti. E tutti quelli che sono coinvolti nel film sono appassionati e lavorano duramente per continuare il lavoro al meglio.”

Star Wars Episodio IX: Colin Trevorrow sull’assenza di Carrie Fisher

Fonte: THR

Epic Rap Battles of History: Spielberg vs Hitchcock vs Tarantino vs Kubrick

0

Grazie alla segnalazione di un lettore, vi proponiamo questa Epic Rap Battles of History in cui quattro grandi registi si scontrano a colpi di rap. Chi è il vostro preferito tra Steven Spielberg, Quentin Tarantino, Alfred Hitchcock e Stanely Kubrick?

Attenzione all’ultimo arrivato che potrebbe decisamente far pendere l’ago della bilancia dalla sua parte, grazie ai suoi incontrovertibili argomenti!

Il canale Youtube da cui proviene il video è “specializzato” in battaglie rap tra personaggi storici, come dice il nome stesso Epic Rap Battle.

Che ve ne pare?

Epic Fail: presto la commedia con Ed Helms

0
Epic Fail: presto la commedia con Ed Helms

La Lionsgate ha deciso, insieme all’attore e comico Ed Helms (Una notte da leoni) e a Nicky Weinstock, di portare sul grande schermo Epic Fail, commedia nata da un’idea dello stesso Helms, che nel film figurerà anche come interprete principale. La trama della pellicola racconta la storia di un gruppo di soldati che, una volta incaricati di svolgere determinate missioni, utilizzano metodi poco ortodossi per risolvere le difficoltà che incontrano sul loro cammino.

Il loro leader, un certo The Walrus (che sarà interpretato da Helms), dimostrerà tutta la sua “esperienza” quando il gruppo verrà chiamato a salvare l’America da un attacco imminente. Il film sarà sceneggiato da Mike Arnold e Chris Poole, mentre Weinstock produrrà con la sua Invention Films in collaborazione con Helms e la Pacific Electric Picture Company.

Fonte: Variety

Epic : una clip del nuovo film dai cretori de L’Era Glaciale

0

Epic-film-trailer

Ecco un’avvincente scena di battaglia nell’ultima clip di Epic , nuovo film d’animazione nato dai creatori de L’Era Glaciale e Rio.

Ecco il video:

Nei cinema in 3D a partire dal 24 maggio, il film vanta nel cast vocale le voci di Beyonce Knowles, Colin Farrell, Josh Hutcherson, Amanda Seyfried, Christoph Waltz, Aziz Ansari, Pitbull, Jason Sudeikis, Steven Tyler, Blake Anderson e Judah Friedlander.

epicposterfdEpic racconta la storia di una imminente battaglia, nel profondo della foresta, tra le forze del bene e quelle del male. Quando una ragazza adolescente si trova magicamente trasportata in questo universo segreto, si unirà ad una sgangherata e divertente banda di personaggi per salvare il loro mondo e il nostro.

Fonte: CS

Epic – primo trailer!

0
Epic – primo trailer!

Arriva il primo trailer di Epic – Il mondo segreto, film d’animazione prodotto dai Blue Sky Studios (L’era Glaciale e Rio) e distribuito dalla 20th Century Fox. La pellicola arrivera il 24 Maggio 2013 negli USA, ancora nulla sulla distribuzione italiana.

ll film racconta l’epica battaglia nel cuore della foresta tra le forze del bene e del male. Una teenager si trova trasportata in questo universo segreto: dovrà allearsi con un team di personaggi divertenti e alquanto strani per salvare il loro mondo… e il nostro.

 

Epic – Il mondo segreto: recensione del film

0
Epic – Il mondo segreto: recensione del film

«Solo perché non hai visto qualcosa non vuol dire che non esista» ricorda sempre il bislacco professor Bomba (Jason Sudeikis) a sua figlia Mary Katherine (Amanda Seyfried), provando ad arginare il suo costitutivo e radicato scetticismo e invitandola a spingersi oltre i confini di un primo strato di realtà, quello manifesto, per poter scoprire che ne esiste un altro, più piccolo ma altrettanto vivace e misterioso. Fin da bambina la giovane protagonista di Epic – Il mondo segreto era incredula di fronte ai racconti paterni che suscitavano – niente di più, niente di meno- lo stupore delle fiabe ma, a lungo andare, anche rabbia e incomprensione verso un padre assente, impegnato a inseguire l’esistenza di abitanti in miniatura, guardiani coraggiosi  e condottieri, della natura e della foresta. Fino a quando un’evento inaspettato non le mostrerà che  è proprio tutto vero catapultandola, in versione più ridotta, in una fantastica avventura.

Epic – Il mondo segreto, il film

Basato sul libro per bambini The Leaf Men and the Brave Good Bugs di William Joyce Epic – Il mondo segreto è il nuovo film d’animazione degli Blu Sky Studios, diretto da Chris Wedge e distribuito nelle nostre sale dalla 20th Century Fox, a partire da domani. Dopo la parabola deludente dei quattro capitoli dell’Era glaciale, la casa di produzione americana risolleva aspettative e ambizioni proponendo una storia coinvolgente e affascinante, sostenuta nel ritmo e nell’emozione.

L’epica lotta tra le forze del bene e del male, per conquistare il dominio di mondi fatati, è un leitmotif del genere fantasy e di animazione, che difficilmente stanca perché capace di combinare, al suo interno, elementi tipici del romanzo di formazione (il percorso di crescita del personaggio), unitamente a quelli fiabeschi e d’avventura, tesi invece a rispolverare l’immaginazione. Non si tarderà dunque a riconoscere l’omaggio ai precedenti cinematografici sul tema, dalla Storia Infinita di Wolfgang Petersen ad Alice nel paese delle meraviglie della Walt Disney, fino al capolavoro della nostra infanzia Tesoro mi si sono ristretti i ragazzi di Joe Johnston: quest’ultimo citato, esplicitamente, nella scena del gatto gigantesco che rincorre la sua preda umana, disorientata dalle mutate proporzioni. Il tutto qui acquista spessore e profondità, non soltanto per la tecnologia digitale e il 3D, ma anche per le splendide musiche di Danny Elfman: il perfetto commento sonoro a eventi e sentimenti messi in scena.

EPCC A teatro: terza puntata con Monica Cirinnà e Valerio Mastandrea

0

Terzo appuntamento e giro di boa sempre più vicino per l’unico late night show in onda in prima serata della tv italiana. Condotto da Alessandro Cattelan, EPCC A TEATRO ritorna domanimartedì 9 ottobre alle 21.15su Sky Uno con altri grandi ospiti alla sua celebre scrivania che per l’occasione occupa il palcoscenico del Teatro Parenti di Milano: la senatrice Monica Cirinnà, promotrice e prima firmataria della legge sulle Unioni Civili, e uno fra gli attori più amati del cinema italiano, Valerio Mastandrea

Risate ma anche spunti di riflessione nella terza puntata, aperta da un monologo che toccherà temi come il bullismo, il web e la mancanza di un vero e proprio diritto all’oblio per quanto di più imbarazzante dalla rete possa emergere per ciascuno di noi. 

Testimonial d’eccezione del messaggio contro tutte le forme di discriminazione sarà Monica Cirinnà, primo ospite della puntata in onda domani sera. La senatrice aiuterà Alessandro Cattelan a creare un tutorial semiserio per orientarsi fra i vari istituti del diritto di famiglia, dal matrimonio alle unioni civili fino alle coppie di fatto. E sarà lei a lanciare l’irresistibile fake trailer di BULLI ELLIOT, un kolossal con Alessandro Cattelan unico etero (discriminato) in un mondo di soli omosessuali. Nel cast anche Guglielmo ScillaDiego PassoniIldo DamianoTommaso Zorzi e Alessandro Fullin.

Di gioie e dolori della paternità, ma anche di tanto altro, parlerà con Alessandro Cattelan Valerio Mastandrea, che aveva inaugurato questi sei appuntamenti speciali di EPCC in prima serata con un rvm diventato subito cult, ispirato a Birdman, il film Premio Oscar di Iñárritu, e che sul palcoscenico del Teatro Parenti porterà un toccante monologo di Mattia Torre su genitori e figli.

Ospite domani sera anche il campione di eSports Nicolò Mirra, giocatore professionista di FIFA per l’AS Roma.

E POI C’È CATTELAN A TEATRO, tutti i martedì alle 21.15 su Sky Uno e disponibile su Sky On Demand

Pubblicità
Pubblicità
Pubblicità