Si intitola Welcome to Paradise, The Vampire Diaries 6×03, il
terzo episodio della sesta stagione dello show di successo
trasmesso dal network americano della The CW.
https://www.youtube.com/watch?v=tUxYe0bHAqk
In The
Vampire Diaries 6×03 Nel tentativo di portare un po ‘di
divertimento nuovamente dentro la loro vita, Elena
(NinaDobrev) convince Caroline
(CandiceAccola) ad
incontrarla al foro di nuoto dove ha intenzione di presentarla a
Liam (guest
star JamesMarco).
Tyler (MichaelTrevino),
ancora lavorando sul controllo dei suoi problemi di rabbia, chiede
a Liv (guest starPenelope Mitchell) un favore ed è
sorpreso quando lei fa una confessione inaspettata. Stefan
(Paul Wesley) arriva di nuovo a Mystic Falls in
cerca di Enzo (Michael Malarkey) e viene preso
alla sprovvista quando nota uno strano cambiamento in Elena. Nel
frattempo, al lago, le azioni di Enzo portano Matt
(ZachRoerig) a fare una
rivelazione sorprendente, e Jeremy fa una scoperta
circa l’incantesimo anti-magia che
potrebbe potenzialmente messo la vita di Elena in pericolo.
Altrove, Damon
(IanSomerhalder) e Bonnie
(KatGraham) inciampano su
indizi che li portano a credere che non sono soli.
Cresce l’attesa per i nuovi episodi
di Bones 10, l’atteso decido cicli di puntate
della serie televisiva di successo trasmessa dal network americano
della FOX. Ebbene oggi nell’attesa vi segnaliamo alcune
anticipazioni.
In Bones 10 John
Boyd è ufficialmente un personaggio regolare dello
show, mentre nell’episodio numero duecento sicuramente non
ritornerà Zack.
Bones è
una serie televisiva statunitense prodotta
dal 2005.
Protagonista della serie
è Temperance “Bones” Brennan, un’antropologa forense che,
per via della sua bravura e competenza nell’analisi di resti umani,
viene spesso chiamata a collaborare con l’agente Seeley
Booth dell’FBI alla risoluzione di complicati casi
di omicidio. La serie è liberamente ispirata alle avventure
di Temperance Brennan, l’omonimo personaggio letterario
protagonista dei romanzi dell’antropologa
forense Kathy Reichs (essa stessa una delle produttrici
di Bones). Bones è trasmessa
in prima visione negli Stati Uniti da Fox dal
13 settembre 2005, mentre in Italia è
trasmessa in chiaro dai canali Mediaset e
sulsatellite da Fox Life.
Washington. La
dottoressa Temperance Brennan è un’antropologa
forense di fama internazionale che lavora con il suo staff per
il Jeffersonian Institute, oltre che essere una scrittrice di
romanzi di successo ispirati alla sua professione. Un giorno
Temperance viene contattata dall’agente dell’FBI Seeley
Booth per aiutarlo a risolvere un caso
di omicidio in cui il cadavere della vittima è in
condizioni molto deteriorate (decomposizione, combustione e
mummificazione), e per la cui identificazione è necessaria
l’analisi delle ossa; i due avevano già lavorato assieme in
passato, e non si erano presi in simpatia, ma stavolta decidono di
mettere da parte il loro risentimento e tornano a collaborare.
L’indagine viene presto risolta e, visti i risultati, da quel
momento “Bones” (“Ossa” – così Temperance viene soprannominata da
Booth) e la sua squadra iniziano a collaborare assiduamente con
Booth e il Bureau per risolvere casi di omicidio all’apparenza
molto complicati.
Cresce l’attesa per i nuovi episodi
di American Horror Story Freak Show,
il quarto ciclo di puntate della serie televisiva di successo
trasmessa dal network americano della FX.
In dove Dandy, il figlio del
personaggio di Frances Conroy, proverà ad
unirsi allo spettacolo e quando verrà rifiutato, la madre per
consolarlo porterà lo show dal figlio assumendo Twisty
the Clown ed i due andranno d’accordo e
fortunatamente per ora sembra che nessuno muoia in seguito a questo
sodalizio.
La
quarta stagione si chiamerà Freak show. Ambientata nel 1950 a Jupiter, in Florida, la stagione vedrà Jessica
Lange, nel ruolo di un’ex patriota tedesca, gestire uno
degli ultimi spettacoli di freak show negli Stati Uniti. Il gruppo
di suoi stravaganti artisti, salvati dalla donna, farà qualsiasi
cosa pur di mantenere attiva la propria attività.
American
Horror Story è una serie
televisiva statunitense di
genere horror trasmessa dal 5
ottobre 2011 sulla rete via cavo FX.
Richiamando
caratteristiche delle serie antologiche,
la fiction venne concepita in modo che ogni stagione
avesse trama, ambientazione e personaggi diversi. Al suo debutto,
la serie raccolse un’accoglienza mediamente positiva dalla critica
e un ottimo riscontro di pubblico; lapremière risultò la più
vista di sempre sulla rete FX.
In Italia il primo episodio è stato distribuito dal 31
ottobre 2011 sul sito internet di Fox, canale
televisivo della piattaforma pay satellitare Sky,
che trasmette la serie dall’8 novembre 2011. La prima stagione
viene trasmessa dal 3 febbraio 2013 su Deejay Tv.
Alle ore 19.30, la Sala
Santa Cecilia ospiterà in prima europea la proiezione
di Still Alice di Richard
Glatzer e Wash Westmoreland, vincitori al Sundance del Premio del
Pubblico e del Gran Premio della Giuria conQuinceañera,
autori di Pedro, presentato ai Festival di Toronto e
Berlino, e The Last of Robin Hood (Festival di
Toronto). Il film, nel programma di Gala, ospita un cast di star
formato, tra gli altri, da Kristen Stewart, Julianne Moore e Alec
Baldwin. Basata sull’omonimo romanzo di Lisa Genova, la pellicola
narra, senza facili sentimentalismi e in uno stile che è stato
paragonato al cinema di Ozu, la vicenda di una donna di successo,
tenace e caparbia, a cui viene diagnosticato il morbo di
Alzheimer.
Il Festival Internazionale del Film di
Roma presenta in anteprima
il cineromanzo più importante e atteso
dell’anno: oggi venerdì 17 ottobre alle ore 20 presso la Sala
Petrassi, nella linea di programma Gala, saranno proiettati i primi
due episodi della serie televisiva The
Knick di Steven Soderbergh. Il nuovo
lavoro del grande cineasta statunitense – premio
Oscarper Traffic, Palma d’Oro a Cannes
per Sesso, bugie e videotape, autore di alcuni fra i
maggiori successi cinematografici degli ultimi anni (la trilogia di
“Ocean”, Erin Brockovich – Forte come la
verità, Magic Mike, Side Effects)
– vede protagonista Clive Owen, nei panni del geniale chirurgo John
Thackery. L’attore britannico (Golden Globe
per Closer, interprete di film come King
Arthur, Sin City, Inside Man) sarà
sul red carpet alle ore 19.30: il giorno dopo incontrerà il
pubblico (sabato 18 ottobre) alle ore 18 presso la Sala Petrassi,
nell’ambito di una vera e propria “maratona cinematografica” in cui
sarà proiettata l’intera serie, con il finale di stagione in
contemporanea con gli Stati Uniti. I dieci episodi – scritti da
Jack Amiel e Michael Begler, sceneggiatori di Quando meno
te lo aspetti e Qualcosa di
straordinario – andranno in onda in esclusiva assoluta su
Sky Atlantic HD in autunno.
Manca ancora molto all’arrivo
di Glee 6, l’attesissimo sesto e
ultimo ciclo di episodi della serie di successo trasmessa dal
network americano della Fox e scritta da Ryan Murphy. Ebbene oggi
nell’attesa vi svegliamo alcune anticipazioni:
In Glee 6 le persone che
apprezzano particolarmente il legame
fra Brittany e Santana rimarranno
particolarmente compiaciuti dalla loro storia all’interno della
stagione finale dello show.
Glee è
una serie televisiva musicale statunitense, prodotta
e trasmessa negli Stati Uniti da Fox.
Lo show si concentra sulle
Nuove Direzioni, il glee club del liceo William McKinley, e sui
suoi studenti, i quali competono contro cori rivali facendo intanto
i conti con problemi adolescenziali e sociali, vivendo i loro primi
amori e la loro sessualità, imparando pian piano a diventare una
squadra compatta e unita. Gli iniziali dodici membri del cast
principale erano il neo-direttore del club e insegnante di
spagnolo Will Schuester (Matthew Morrison), la coach
delle cheerleader della scuola Sue Sylvester (Jane
Lynch), la psicologa scolastica Emma Pillsbury (Jayma
Mays), la moglie di Will Terri (Jessalyn Gilsig), e otto
membri del club, interpretati da Dianna Agron, Chris
Colfer, Kevin McHale, Lea Michele, Cory
Monteith, Amber Riley, Mark Salling, e Jenna
Ushkowitz. Nelle stagioni successive, il cast principale si è
allargato arrivando talvolta a quattordici o quindici membri.
La serie è stata
creata da Ryan Murphy, Brad Falchuk, e Ian Brennan,
il quale aveva inizialmente sviluppato l’idea
di Glee come un film. I tre hanno scritto tutti
gli episodi delle prime due stagioni, sia Murphy che Falchuk hanno
inizialmente diretto alcune puntate dello show. L’episodio pilota
fu trasmesso in America il 19 maggio 2009, e la prima
stagione iniziò ufficialmente il 9 settembre 2009, terminando
l’8 giugno 2010. Le successive stagioni hanno tutte seguito lo
stesso schema, iniziando a settembre e terminando a giugno; la
quinta stagione è iniziata negli USA il 26 settembre 2013, e una
sesta stagione è già stata annunciata.. In Italia, l’episodio
pilota è stato trasmesso in anteprima su Fox il 25
dicembre 2009. La prima stagione è iniziata il 21 gennaio 2010 e
terminata il 30 ottobre dello stesso anno. La seconda stagione è
iniziata il 2 dicembre 2010, e a partire dall’undicesimo episodio
(in onda negli USA il 6 febbraio e in Italia il 14), gli episodi
vengono trasmessi a distanza di 48 ore in versione originale
sottotitolata e la settimana seguente doppiati in italiano. A
partire dalla quinta stagione, lo show va in onda su Sky
Uno, con gli episodi sottotitolati trasmessi a meno di 24 ore di
distanza dalla messa in onda in America, e quelli doppiati in onda
12 giorni dopo.
Mario Martone
racconta la storia di un giovane favoloso, un uomo appassionato di
lettere e letture che ha riversato tutto il suo essere nella
scrittura, nella lettura, nella composizione di opere
letteraria.
Il giovane favoloso in questione
passò la sua vita in un corpo deforme e malato, un corpo che,
nonostante tutto, ebbe la fortuna di ospitare un animo inquieto e
ricco, vivace, intelligente, pungente, riflessivo, straordinario.
Questo giovane si chiamava Giacomo Leopardi.
Il film di Martone, Il
Giovane Favoloso appunto, è un biopic del grande
poeta italiano, un film rischiosissimo sulla carta, che però trova
nellle scelte narrative e nel taglio scelto per narrare la storia
una felicissima prova del cinema italiano. La storia si sviluppa
ovviamente nelle tre città che hanno ospitato per più lungo tempo
il poeta: prima Recanati, dove Giacomo si è istruito ed è
cresciuto, insieme ai fratelli ed al severo padre, il Conte
Monaldo; poi a Firenze, dove già malato e provato, Leopardi
sperimenta la prima volta il mondo, e conosce Antonio
Ranieri (Michele Riondino), unico vero
amico che il poeta ebbe in vita; infine il racconto si sposta a
Napoli, dove Leopardi raggiunse la piena e consapevole maturità
artistica e l’ultima evoluzione del suo pensiero sulla condizione
dell’uomo sulla terra. Qui, nella villa di Ranieri, ai piedi del
Vesuvio si spense.
Uno dei più grandi artisti della
letteratura italiana è interpretato da Elio Germano, che si cala nei panni dell’uomo
e del poeta. Questa volta Germano deve mettere da parte il suo
conclamato teatrale talento per diventare veicolo di versi e parole
immortali, di momenti tante volte immaginati sui banchi di scuola e
chhe nel film di Martone assumono una leggerezza poetica e insieme
un peso emotivo rari nel panorama cinematografico italiano.
I momenti onirici che costellano
sapientemente il film sembrano essere posti a tirare lo spettatore
nella storia e dentro i versi dolenti, magnifici, scettici e
violenti del Poeta, spezzettati, come bocconi, a volte molto amari,
altre volte meno, dalla voce di Germano, che attraverso la lente
della grandezza artistica di Leopardi, ci ha consegnato la sua più
grande interpretazione ad oggi.
Cose
davvero strane accadono nei Sette Regni! Jamie Lannister è arrivato
a Dorne e chiede udienza a Doran Martell, fratello non solo di
Oberyn la Vipera Rossa, ma anche di Elia, moglie di Raeghar e
brutalmente uccisa da Ser Gregor Clegane, scagnozzo di Tywin
Lannister padre di Jamie stesso. Cosa sarà andato a fare nel sud il
Cavaliere della Guardia Reale senza la mano della spada?
Non stiamo parlando per assurdo, ma
stiamo commentando, facendo supposizioni, le foto dal set di
Game of Thrones 5 che ci mostrano
Nikolaj Coster-Waldau abbiagliato secondo la moda
di Dorne e Alexander Siddig, new entry della stagione e
interprete di Doran, il principe di Lancia del Sole.
I non lettori si fregano le mani,
nell’attesa di sapere cosa accadrà. I lettori si stanno invece
chiedendo: dove andrà a parare questa serie HBO?
Ecco le immagini:
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Il Trono di
Spade (Game of Thrones) è una serie
televisiva statunitense di genere
fantasy creata da David Benioff e D.B. Weiss,
che ha debuttato il 17 aprile 2011 sul canale via
cavo HBO. È nata come trasposizione televisiva del ciclo di
romanzi Cronache del ghiaccio e del fuoco (A
Song of Ice and Fire) di George R. R. Martin.
La serie racconta le
avventure di molti personaggi che vivono in un grande mondo
immaginario costituito principalmente da due continenti. Il
centro più grande e civilizzato del continente occidentale è la
città capitale Approdo del Re, dove risiede il Trono di Spade.
La lotta per la conquista del trono porta le più grandi famiglie
del continente a scontrarsi o allearsi tra loro in un contorto
gioco di potere. Ma oltre agli uomini, emergono anche altre forze
oscure e magiche.
Il
regista Burhan Qurbani tedesco di origine afghana
ha presentato la sua opera seconda nella sezione Cinema d’oggi del
Festival del cinema di Roma 2014. We are young We are
strong ricostruisce la giornata di tre
personaggi che si ritrovano protagonisti di una delle peggiori
notti della storia della Germania unita, avvenuta nel 1992 a
Rostock, cittadina costiera dell’est, dove gruppi di neonazi si
scagliarono contro un condominio abitato da immigrati nel tentativo
di effettuare una violenta “pulizia etnica” per fortuna non andato
a buon fine. Una pagina buia del recente passato tedesco che il
regista, classe 1980 ha deciso di mettere in scena.
Lei e i suoi protagonisti
siete molto giovani, sapevate dei fatti di Rostock e cosa ne
pensate?
Risponde Le Hong
Trang che nel film interpreta Lien l’immigrata vietnamita
che considera la Germania la sua terra d’adozione finchè non deve
scontrarsi con la realtà e la violenza dei fanatici: “Sono
arrivata in Germania diciotto anni fa, quindi di questi eventi ho
letto e sentito parlare. Quello che penso è che la convivenza sia
molto difficile, ma necessaria, come è necessario mantenere viva la
memoria per conoscere il passato e affrontare così il presente e il
futuro”.
Il regista Qurbani ricorda invece
una frase di Gramsci che prefigurava la violenza nazista dalle
ceneri della prima guerra mondiale, dice: “L’unico modo per
capire, ricordare e mai dimenticare sia parlare del passato per
impedire ai mostri di risorgere”.
Come mai ha scelto il bianco
e nero?
Il film parla del passato, ma
anche del futuro, volevamo unire questi due aspetti. Ci sono i
giovani e la loro violenza, che nascono dalle ceneri del passato,
prima rimosso e da loro adesso esaltato. Abbiamo unito aspetti
classici della cinematografia a tecniche nuove, devo ringraziare
per la collaborazione l’operatore che è stato
importantissimo.
Le immagini filmiche sono dei
simulacri, copie delle copie di originali… lo abbiamo letto spesso.
Ebbene, Annie Parker è la copia della
copia di un’esperienza comune a molte donne che ha la forza di
toccare anche chi non l’ha vissuta sulla propria pelle.
E’ la storia vera di due
donne, Annie (Samantha Morton), che per tre volte
ha sconfitto il cancro e Mary-Claire King (Helen
Hunt), la genetista che ha identificato un collegamento
genetico in determinati tipi di cancro al seno: arrivare a tutti
indistintamente è solo lo scopo dichiarato del film, direte voi.
Tuttavia, è meno scontato di quanto sembri.
Nonostante le resistenze del
giudizio puramente cinematografico, infatti, Annie Parker riesce a
muovere qualcosa, e non come lo farebbe un qualsiasi film
strappalacrime che ci lasciamo alle spalle una volta finito. Niente
primi piani di occhi lacrimosi chi si incontrano dando vita agli
immancabili flashback su “quanto è bella la vita che sto per
perdere”, e niente canzoni strazianti di
sottofondo. Nonostante la diffidenza mista a confusione del
primo impatto (che sì, comunque ci ha fatto piangere a fiotti), a
freddo Annie Parker diventa un’altra cosa.
Ci riesce perché ci racconta una
storia dolorosa con toni da commedia brillante, corretti da una
tendenza al didascalico e al documentario. Non cede alla facile
mitizzazione del dolore e della sofferenza. Non c’è vittimismo, non
ce n’è il tempo.
Non compatiamo la protagonista, ma
le camminiamo semplicemente accanto, come la telecamera. E ci
riesce così facile che pensiamo di non essere al cinema e di non
star vivendo una buona esperienza cinematografica nel senso stretto
del termine. Poi però ci rendiamo conto che il film arriva
esattamente dove voleva. Ci mostra una storia di forza e
determinazione, la stessa che ha contraddistinto anche il regista,
durante la produzione del film: la raccolta fondi per il
finanziamento, infatti, è stata dura quasi quanto la ricerca di
fondi e consensi che hanno accompagnato lo studio della Dott.ssa
King. Annie Parker vede la luce dopo
5 anni di duro lavoro, un sogno che è costato a Steve
Bernstein casa e auto, ma che è sempre rimasto
vivissimo.
In uscita nelle sale italiane il 30
Ottobre, con la visione di Annie Parker
contribuirete alla lotta ai tumori al seno, tramite l’associazione
Susan G. Komen alla quale andrà parte dell’incasso.
24 ore
nella vita di tre personaggi in una giornata particolare. 3 anni
dopo la caduta del muro di Berlino, la Germania riunificata ma non
unita si scontra con la dura realtà di una crisi sociale ed
economica che colpisce Rostock, cittadina costiera della parte est
del paese. Lin è una giovane migrante del Vietnam che considera la
Germania la sua seconda casa e che non riesce ad accettare di
essere discriminata dal suo popolo adottivo. Stefan è un
adolescente irrequieto e annoiato che deve decidere per quale
ideale combattere così come suo padre Martin politico del locale
partito democratico, che deve decidere se pensare alla carriera o
seguire i suoi ideali. Questi tre personaggi si ritroveranno a
partecipare a quella che viene ricordata come la “notte del fuoco”
in cui un palazzo rifugio di immigrati vietnamiti viene attaccato
da più gruppi neonazi intenzionati ad espellere con la forza gli
immigrati lì presenti. Una testimonianza del recente passato
purtroppo sempre attuale.
Quello che colpisce alla fine della
visione di We are young We are strong è
sicuramente l’età di chi lo ha realizzato. Il regista è nato nel
1980, all’epoca dei fatti era quindi un dodicenne, alcuni degli
attori non erano neanche nati oppure erano poco più che infanti.
Questo infonde alla pellicola un sentimento particolare, di
ricostruzione di un passato che sia utile per il futuro piuttosto
che la ricostruzione di un ricordo di un’esperienza vissuta.
Il film ricorda, soprattutto per la
fotografia, un netto bianco e nero e l’ambientazione, una periferia
(in questo caso di un grande paese) l’esordio di Matthieu Kassovitz
L’odio, di cui i ragazzi protagonisti del film di
Qurbani portano la caratteristica principale: la mancanza di un
punto di riferimento che indichi cosa fare e dove andare.
Importante in questo senso la
risposta che uno dei ragazzi dà al giornalista tv che chiede loro
che cosa fanno lì: “Prima avevamo poco ma sapevamo che era così per
tutti e andavamo avanti, ora abbiamo ogni libertà ma siamo
soli”.
La ribellione ai padri, alle
ideologie che si materializza contro un nemico scelto a caso
inquadrato in questo caso nel simbolo del “Palazzo Girasole” che
prima ospita gruppi di sfollati rom e sinti una volta evacuati,
lasciano solo immigrati vietnamiti che nessuno fino a quel momento
aveva considerato. Ma va bene lo stesso, l’obiettivo è “spaccare
tutto e fregarsene del passato”. Il nuovo nemico è servito.
In 24 ore si descrive un sentimento,
che purtroppo spesso e tutt’ora è più che mai attuale. Bisognerebbe
alzare lo sguardo al di sopra di tutto, come per metafora fa il
drone che vola sopra il palazzo dell’attacco per realizzare che
facciamo parte tutti di un identico sistema, lottando allo stesso
modo per la vita migliore possibile.
Trieste Science+Fiction,
Festival Internazionale della Fantascienza è
orgoglioso di annunciare che Marina Ann Hantzis, in arte
Sasha Grey, sarà ospite
d’eccezione della quattordicesima edizione del Festival.
La celebrità americana arriverà
da Los Angeles per presentare l’anteprima italiana di
Open Windows di
Nacho Vigalondo, thriller ipertecnologico –
già definito “La finestra sul cortile dell’era digitale” – nel
quale interpreta una famosa attrice perseguitata da un
misterioso maniaco. Nel film con la Grey anche Elijah
Wood, ex Frodo della saga de Il Signore degli
Anelli.
Si terrà lunedì 20 OTTOBRE alle ore
16.30 al CINEMA ADRIANO di Roma un incontro aperto al pubblico con
Lily Collins, Sam Claflin e Christian
Ditter, gli attori e il regista di #ScrivimiAncora.
L’evento nasce per dare ai numerosi
fan l’opportunità di fare delle domande ai protagonisti e al
regista della commedia romantica più attesa dell’autunno. I tre
racconteranno inoltre curiosità e aneddoti sulla realizzazione del
film e commenteranno insieme alcune scene.
I biglietti per accedere all’evento
sono in vendita sul sito bit.ly/ScrivimiAncoraIncontroCast e
presso la biglietteria del Cinema Adriano.
#ScrivimiAncora
è una delicata, vivace e toccante commedia romantica sugli scherzi
del destino e sulla forza dei sentimenti.Tratto dall’omonimo
best-seller di Cecelia Ahern, edito in Italia da BUR, il film è
interpretato da due dei giovani attori più amati del momento: Lily
Collins, già protagonista di Biancaneve e del fantasy
Shadowhunters, e Sam Claflin, attore britannico che interpreta
Finnick Odair nella saga campione d’incassi Hunger Games.
Nel cast anche: Jaime Winstone (We
Want Sex) nel ruolo dell’amica e confidente di Rosie, Ruby;
Christian Cooke (Romeo e Giulietta) che interpreta Greg; Tamsin
Egerton (The Look of Love; Singularity) nel ruolo di Sally; nel
ruolo della rivale in amore di Rosie, Bethany, troviamo Suki
Waterhouse (Pusher); Jamie Beamish (London Irish) nel ruolo di
Phil; l’attrice irlandese Ger Ryan (Redemption – Identità
Nascoste), interpreta la madre di Rosie, Alice, mentre Lorcan
Cranitch (1916: Seachtar na Cásca) interpreta il padre Dennis.
Sulla scia di alcune delle migliori
commedie di sempre, #ScrivimiAncora pone al pubblico la più annosa
delle questioni: può un forte legame tra un ragazzo e una ragazza
essere soltanto amicizia?
Sinossi: Rosie (Lily Collins)
e Alex (Sam Claflin) sono migliori amici dall’età di 5 anni.
Crescono sognando di viaggiare per il mondo e di lasciare la
piccola cittadina in cui vivono per trasferirsi in America e
frequentare insieme l’università. Nella realtà, quando si tratta di
amore, vita e di fare le scelte giuste, i due ragazzi sono però i
peggior nemici di loro stessi. Tra un imprevisto e un’opportunità
mancata, il destino li spinge inesorabilmente in direzioni opposte,
lontani l’una dall’altro. Solo una continua corrispondenza, fatta
prima di lettere, poi di mail e sms, riesce a preservare il loro
speciale legame. Ma può un’amicizia resistere al passare degli
anni, alla distanza e a una serie infinita di relazioni disastrose,
specialmente quando si capisce che forse è qualcosa di più?
Il film sarà presentato in
anteprima internazionale, nella sezione Gala, al Festival
Internazionale del Film di Roma, domenica 19 Ottobre presso
l’Auditorium Parco della Musica.
Presentato al Festival
Internazionale del Film di Roma 2014, My Italian
Secret (leggi la recensione) racconta la storia del
ciclista Gino Bartali, del medico Giovanni Borromeo e di altri
italiani che lavorarono segretamente per salvare ebrei e fuggiaschi
dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale. Bartali, il
vincitore del Tour de France del 1938, fece centinaia di viaggi
trasportando documenti falsi nella sua bicicletta. Il dottor
Borromeo inventò una malattia inesistente per spaventare le SS e
tenerle lontane dall’ospedale sull’Isola Tiberina in cui nascondeva
gli ebrei. My Italian Secret segue il ritorno in Italia dei
sopravvissuti che raccontano le loro storie e ringraziano le
persone che offrirono la loro vita per salvare degli
sconosciuti.
Di seguito un estratto della
dichiarazione che il Presidente della Repubblica Giorgio
Napolitano ha rilasciato in merito al film:
Considero saggia l’idea di
presentare il film-documentario nella giornata del 16 ottobre, data
che ci ricorda la ferita ai valori umani e di civiltà inferta dalla
deportazione di ebrei romani nel 1943. Non far dimenticare quella
stagione di orrori è indispensabile. Far conoscere con racconti di
protagonisti alcune delle coraggiose solidarietà verso le vittime
delle persecuzioni naziste è un contributo utile alla
consapevolezza della nostra società, e in particolare dei giovani,
su quanto avvenne. Una consapevolezza di continuare a
coltivare.
Con pari attenzione il
documentario ricostruisce sia i meriti di un italiano famoso, Gino
Bartali, sia quelli di altre donne e uomini privi di notorietà, tra
le quali suore e sacerdoti, che mettendo a rischio le incolumità
proprie permisero di salvare vite di concittadini di religione
ebraica e di ebrei in fuga da varie parti d’Europa. I riflettori,
in questo caso, portano la luce su un aspetto positivo di una
storia tenebrosa. Il cui valore, infatti, risalta ascoltando ciò
che, dopo aver perduto ad Auschwitz i familiari con i quali era
stato deportato, afferma Piero Terracina sulle leggi razziste
volute dal regime fascista e sull’indifferenza di tanti: “Ci hanno
portato sull’orlo dell’abisso dove poi le SS ci hanno fatto
precipitare”.
Nel primo giorno della nona edizione
Festival Internazionale del Film di Roma
è stato presentato il film di apertura Soap
Opera di Alessandro Genovese. La
commedia è ambientata in una palazzina di una non precisata città
italiana, mentre la neve imbianca la città, si intrecciano le
vicende di un gruppo di strampalati inquilini, un micro cosmo di
personaggi unici e surreali. Nel cast troviamo Fabio De
Luigi, Cristiana Capotondi, Ricky Memphis, Elisa Sednaoui, Chiara
Francini, Ale&Franz e Diego
Abatantuono.
Per la sezione Cinema
d’Oggi è stato presentato il film tedesco We Are
Young. We are Strong di Burhan
Qurbani che racconta le vicende accadute nell’agosto del
1992 in Germiania a Rostock, dove le violenze contro gli immigrati
si intreccia alla storie di Stefan, giovane arrabbiato e
disoccupato che vede suo padre Martin tormentato tra gli ideali e
la lotta politica. Nel cast Devid Striesow, Jonas Nay,Trang
Le Hong, Joel Basman, Saskia Rosendahl, Thorsten Merten, Paul
Gäbler, David Schütter, Jakob Bieber, Gro Swantje Kolhof, Mai Duong
Kieu, Aaron Le, Larissa Füchs e Axel
Pape.
Ecco
il teaser trailer di In The Heart of the
Sea, film interpretato da Chris
Hemsworth che ritrova alla regia Ron
Howard, che già lo aveva brillantemente diretto in
Rush.
Nell’inverno del 1820, la baleniera del New England viene
attaccata da una creatura incredibile: una balena dalle dimensioni
e la forza elefantiache, ed un senso quasi umano di vendetta. Il
disastro marittimo, realmente accaduto, avrebbe ispirato Herman
Melville a scrivere Moby Dick. Ma l’autore ha descritto solo una
parte della storia. “In the Heart of the Sea” rivela le conseguenze
di quella straziante aggressione, di come i superstiti
dell’equipaggio della nave vengono spinti oltre i loro limiti e
costretti a compiere l’impensabile per poter sopravvivere. Sfidando
le intemperie, la fame, il panico e la disperazione, gli uomini
mettono in discussione le loro convinzioni più radicate: dal valore
della vita alla moralità delle loro spedizioni, mentre il capitano
cerca di riprendere la rotta in mare aperto, ed il primo ufficiale
tenta di sconfiggere il capodoglio.
I
protagonisti di “In the Heart of the Sea” sono Chris
Hemsworth (“The Avengers”; “Rush”) nei panni del veterano
primo ufficiale della nave, Owen Chase; Benjamin
Walker (“La Leggenda del Cacciatore di Vampiri”) è
l’inesperto capitano, George Pollard; Cillian
Murphy (“Il Cavaliere Oscuro: Il Ritorno”) ritrae il
secondo ufficiale, Matthew Joy; e Ben Whishaw
(“Skyfall”) è il romanziere Herman Melville, le cui indagini sul
caso hanno contribuito a portare alla luce gli eventi a distanza di
30 anni.
Ecco due nuove clip italiane per Guardiani della
Galassia, il blockbuster dell’estate che, dopo
una trionfale accoglienza in tutto il mondo, arriverà il 22 ottobre
nei nostri cinema.
Trama: L’audace esploratore Peter
Quill è inseguito dai cacciatori di taglie per aver rubato una
misteriosa sfera ambita da Ronan, un essere malvagio la cui
sfrenata ambizione minaccia l’intero universo. Per sfuggire
all’ostinato Ronan, Quill è costretto a una scomoda alleanza con
quattro improbabili personaggi: Rocket, un procione armato; Groot,
un umanoide dalle sembianze di un albero; la letale ed enigmatica
Gamora e il vendicativo Drax il Distruttore. Ma quando Quill scopre
il vero potere della sfera e la minaccia che costituisce per il
cosmo, farà di tutto per guidare questa squadra improvvisata in
un’ultima, disperata battaglia per salvare il destino della
galassia.
Sono ben venti i progetti
di coproduzione, esplicitamente mirati alla cultura e al
mercato cinese, che verranno presentati alla delegazione
asiatica, guidata da Miao Xiaotang, Presidente della
CFCC, la società pubblica per lo sviluppo delle coproduzioni,
e composta da una dozzina di operatori-chiave del mercato
audiovisivo cinese, per la seconda edizione del CHINA DAY in
programma al Mercato del Festival di Roma sabato e domenica
prossimi.
Organizzato da ANICA insieme a The
Business Street e ITA (Italian Trade Agency) per il Ministero
dello Sviluppo e in accordo con il Ministero dei Beni
Culturali, il CHINA DAY conclude anche quest’anno un percorso
costante di avvicinamento tra le due cinematografie, pensato
come scambio di contenuti, di imprenditorialità aziendale, di
coproduzioni per tutto il mercato audiovisivo, che vede in
Cina un’impressionante accelerazione sia in chiave di box
office domestico che di internazionalizzazione.
A questa domanda cinese di apertura
verso i mercati europei, l’industria italiana risponde
presentando i suoi progetti di coproduzione sabato 18 ottobre
a The Business Street. Domenica 19 invece, alla Casa del Cinema,
è in programma un Forum Italo-Cinese organizzato in
collaborazione con la Fondazione Italia Cina e dedicato al
tema di fondo del CHINA DAY: sarà la coproduzione la chiave
adatta per aprire il mercato della Cina, secondo nel mondo
solo agli Stati Uniti per fatturato?
Ad aprire i lavori del Forum saranno
il Presidente di Anica, Riccardo Tozzi, il Presidente
dell’Istituto per il Commercio Estero, Riccardo Monti, e
il Direttore Generale per il Cinema, Nicola Borrelli. Le
conclusioni saranno invece affidate al Presidente della
Fondazione Italia Cina, Cesare Romiti.
Tra i players cinesi a Roma per il
CHINA DAY ci sono colossi dell’industria come il Bona Group
(produzione e distribuzione) con il vice-presidente Jeffrey
Chan, lo studio-system dell’era internet 2.0 Le Vision e
la piattaforma digitale iQIYI che presto aprirà uno spazio
dedicato al cinema italiano; alcuni gruppi produttivi attivi a
Pechino come Road Pictures e Shanghai Film Group; protagonisti
storici della produzione di qualità a Hong Kong (Stephen Lam)
a Taiwan (Du Yuling) e a Pechino (Shan Dongbing) e
gruppi specialmente legati alle serie tv che sempre più spesso
cercano in Italia location per un pubblico cinese che impara
ad apprezzare il “Belpaese”.
Il Progetto Cina, organizzato da
Anica insieme a tutte le maggiori componenti del cinema
italiano, è stato lanciato nel 2013 e in un solo anno, anche
grazie all’attività del Desk aperto a Pechino, ha portato l’Italia
nel ristretto gruppo dei partner privilegiati dell’industria
cinese, forte dell’approvazione delle Norme Attuative del
Trattato di Coproduzione tra i due paesi, recentemente siglate
dalla Direzione Cinema del MiBACT con il Film Bureau
cinese.
Martedì 21 ottobre alle ore
21.00 torna al Cinema Colosseo di Milano l’appuntamento con Sala
Bio, la sala cinematografica a cura di Biografilm Festival dedicata
ai migliori biopic e ai grandi racconti di vita.
Sala Bio nasce come estensione nel
corso dell’anno di Biografilm Festival – International Celebration
of Lives di Bologna, il primo festival italiano dedicato alle
biografie e ai racconti di vita i cui ambiti spaziano dal cinema
alla letteratura, dal documentario alla fotografia, dall’arte al
teatro, alla musica. Dopo il successo della scorsa edizione nel
capoluogo lombardo, Sala Bio, in collaborazione con il Cinema
Colosseo, ha deciso di riproporre per tutta la stagione 2014 /2015
una programmazione eterogenea e di qualità che spazia dalla fiction
ai documentari e che sarà densa di anteprime, eventi ed incontri.
Un nuovo pubblico per il cinema di qualità che si ritrova ogni
settimana per scoprire le storie di grandi personaggi, che ha
piacere a condividere esperienze e visioni in un contesto culturale
continuativo arricchito dalla presenza di ospiti e critici
importanti.
L’obiettivo è offrire al pubblico
l’opportunità di entrare a far parte di una community che ogni
settimana si ritrova in Sala Bio per scoprire importanti,
appassionanti, divertenti storie di vita. Rispondendo così alla
richiesta di un nuovo pubblico che ama il cinema di qualità e che
ha piacere di condividere esperienze e visioni in un contesto
culturale coerente e continuativo.
Per questo quinto appuntamento, Sala
Bio presenterà l’anteprima, in lingua originale sottotitolata, di
Boyhood di Richard
Linklater, con Patricia Arquette ed
Ethan Hawke. Girato per brevi periodi tra il 2002
e il 2013, Boyhood è un’esperienza
cinematografica innovativa che copre 12 anni di vita di una
famiglia. Al centro della storia c’è Mason, che assieme alla
sorella Samantha, vive un viaggio emozionale e trascendente
attraverso gli anni, dall’infanzia all’età adulta.
Il film sarà distribuito nelle sale
italiane da Universal Pictures a partire dal 23 ottobre.
Inizia oggi la nona edizione del
Festival Internazionale del film di Roma all’insegna
dell’italianità con Soap Opera Soap
Opera, il nuovo lavoro di Alessandro Genovesi, nella
linea di programma Gala. A partire dalle ore 18, accanto al
regista, sfileranno sul red carpet del Festival tutti i
protagonisti del film: Fabio De Luigi, Diego Abatantuono,
Cristiana Capotondi, Ricky Memphis, Chiara Francini, Elisa
Sednaoui, Ale&Franz. Trionfo per Tomas
Milian che riceve il premio alla
carriera.
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Si apre oggi, giovedì
16 ottobre, la nona edizione del Festival
Internazionale del Film di Roma. La Sala Santa Cecilia
dell’Auditorium Parco della Musica – la più grande “sala
cinematografica” della Capitale – ospiterà alle ore 19 la cerimonia
di apertura del Festival, che vedrà come “padrona di casa”
l’attrice romana Nicoletta Romanoff. A seguire si svolgerà la
proiezione di Soap Opera, il nuovo
lavoro di Alessandro Genovesi, nella linea di programma Gala. A
partire dalle ore 18, accanto al regista, sfileranno sul red carpet
del Festival tutti i protagonisti del film: Fabio De Luigi, Diego
Abatantuono, Cristiana Capotondi, Ricky Memphis, Chiara Francini,
Elisa Sednaoui, Ale&Franz.
Alle ore 17, la Sala Petrassi
ospiterà in prima mondiale la proiezione di 27
aprile 2014 – Racconto di un eventodi Luca
Viotto, docufilm nato dalla collaborazione produttiva tra il
Centro Televisivo Vaticano e Sky. La pellicola, che fa parte del
programma degli Eventi Speciali, porta sul grande schermo un
momento storico unico: Papa Francesco (con la presenza del
Pontefice Emerito Benedetto XVI) proclama santi due tra i
personaggi più amati del XX secolo, Giovanni XXIII e Giovanni Paolo
II. Attraverso le testimonianze di autorevoli personaggi, da Dario
Fo a Pupi Avati, il lungometraggio racconta il “dietro le quinte”
del grande evento, tracciando un ritratto inedito delle figure dei
due Papi santi e dell’attuale pontefice, e mostrando alcuni luoghi
esclusivi della Santa Sede.
Alle ore 17.30, saranno
inaugurate all’Auditorium le mostre della nona edizione: “La grande
bellezza”, “Actrices – Omaggio a Kate Barry” e “Asia Argento: la
strega rossa”.
Con la mostra “La
Grande Bellezza”, Mediafriends e Festival Internazionale
del Film di Roma presentano un’importante iniziativa benefica
ispirata al film premio Oscar® di Paolo Sorrentino. Dal 16 al 25
ottobre, nel foyer della Sala Sinopoli, saranno esposte al pubblico
centocinquanta opere, tra foto di scena e frame originali del film
di Paolo Sorrentino che, nel corso della mostra, potranno essere
acquistate dal pubblico a fronte di un’offerta. L’obiettivo
dell’iniziativa “La Grande Bellezza” è supportare FIRA (Fondazione
Italiana per la Ricerca sull’Artrite), ONLUS che promuove la
raccolta di fondi per la ricerca sulle artriti e le altre malattie
reumatologiche.
La conferenza stampa del
film d’apertura di questa edizione vede protagonisti tutto il cast
e il regista Alessandro Genovesi.
La scelta è ricaduta su
Soap Opera che segna un ritorno alle
origini del cinema italiano e soprattutto della commedia, genere
che ha sempre dominato il nostro mercato cinematografico.
Soap Opera nasce da un’idea teatrale
di Genovesi, concepita sette anni fa: i produttori Totti e Usai
(insieme a Medusa Film) lo acquistarono insieme a Happy
Family (diretto poi da Salvatores) , portando
entrambi sul grande schermo.
Il film nasce come una miniserie
teatrale da quattro puntate: per il cinema è stata riscritta la
sceneggiatura, e gli attori sono stati coinvolti subito (quasi la
metà avevano già lavorato con il regista) , a parte le new entry
Elisa Sednaoui e Ricky
Memphis.
Genovesi è stato attore a teatro per
circa 15 anni, per cui concepisce il discorso di compagnia, intesa
come una grande famiglia a livello lavorativo: ciò permette di
strutturare la scrittura fin da subito sugli attori, che hanno reso
personali- e vitali- i vari personaggi.
Per il regista la palazzina doveva
essere accogliente e accomodante, con una finta neve fredda e
gelida che cade all’esterno (finto, come tutti i set del film). La
pellicola usata è stata un 35 mm, ed è forse l’ultima volta che
Genovesi gira in questo modo.
Il film esce giovedì 23 ottobre in
oltre un centinaio di copie.
Il film mescola la commedia con il
melò, realizzando un prodotto “contenitore” da riempire
liberamente, e creando una contrapposizione tra la natura
fortemente fictional della scenografia e la verità
cinematografica degli attori (almeno, questo secondo Genovesi).
Alcuni dialoghi, che sembrano
improvvisati e naturali, in realtà non seguono casualmente un
canovaccio, ma dei dialoghi ben scritti e strutturati.
Genovesi trovava interessante
mettere all’opera un gruppo di attori fuoriclasse, in uno spazio
non definito e fuori dal tempo, cercando di proporre, con realismo,
una rappresentazione non troppo fedele- ma vera !- del mondo che ci
circonda.
Quali sono i riferimenti cinefili
del regista?
La domanda nasce dopo alcuni
paragoni con Wes Anderson e Blake Edwards: Genovesi concorda sul
primo, che ritiene l’unico in grado di rappresentare- al giorno
d’oggi- con uno sguardo diverso e alienato la realtà, evocando e
creando mondi dai tratti spesso fictional. Ad esso si
aggiungono Michel Gondry, Spike
Jonze e Kaufman.
In linea con la domanda precedente,
viene chiesto sempre al regista se si è ispirato, nello specifico,
a qualche film: in realtà l’unica volontà era quella di non rifarsi
ad una commedia sciatta o becera, ma affondare le proprie radici
nel cinema anglosassone (forse con sfumature francesi), perché
secondo l’autore/ regista girare una commedia con poca cura,
sciatteria e disinteresse è considerata una mancanza molto grave
nei confronti del pubblico stesso.
David Portnoy, quindicenne
appassionato di birdwatching, fa una scoperta incredibile: ha
scattato una foto ad un’esemplare di anatra che sembra sia estinta.
Su consiglio dei suoi amici e del massimo esperto nel settore, il
dottor Konrad, David e i suoi amici si mettono in viaggio per
conquistare il loro posto nella storia del birding.
Guida tascabile per la
felicità è il film che ha aperto la sezione di
Alice nella città al Festival Internazionale del
Film di Roma 2014 e segna l’esordio alla regia di
Rob Meyer che sceglie di raccontare un teen movie,
caratterizzato dal conflitto padre figlio, ma anche un road movie
in cui i protagonisti Kodi Smit-McPhee, Katie Chang, Alex
Wolff e Michael Chen cresceranno
attraverso momenti di avventura e ilarità.
La sceneggiatura firmata dal regista e da Luke
Matheny risulta lineare nella costruzione e di facile
lettura nello svolgimento riuscendo a gestire tutte le tematiche
del film e soprattutto i tormenti del giovane David, segnato da una
grave perdita familiare e ossessionato dall’hobby che la madre gli
ha trasmesso.
La pellicola oltre ad essere contraddistinta da vasti scenari e le
ben classiche peripezie del genere, riesce a mantenere costante la
storia nonostante i continui cambi di piani narrativi che trattano
ampiamente i ricordi materni, le prime rabbie ed esperienze
adolescenziali nonché le situazioni comiche che smorzano il filone
drammatico. Soprattutto in quest’ultimo passaggio è evidente il
lavoro di montaggio di Vito DeSario che riesce a
dosare tutte le corde del film al massimo restituendo la giusta
compattezza narrativa.
Del cast spicca il premio Oscar Ben Kinsley che
anche solo attraverso la sua espressione riesce a far trapelare i
consigli del “mentore” e di personaggio guida per David. Bene anche
il resto del cast che si ricava, più con le battute che con
l’interpretazione, il proprio spazio in scena attraverso dei
personaggi-caratteristi che ricalcano un po’ gli stereotipi tipici
dei teen movie.
Guida tascabile per la
felicità è un film leggero che coinvolge i ragazzi
attraverso storie e sentimenti comuni, utilizzando temi piuttosto
noti ma con un mezzo mai visto prima, il birdwatching. Il film
riesce comunque a strappare la risata, far leva sullo spirito
naturalistico e regalare il più intramontabile degli happy
ending.
Marco Muller,
direttore del Festival, dà il benvenuto ai giornalisti per dare il
via a questa nona edizione del Festival Internazionale del Film di
Roma, iniziato con la presunta cancellazione di alcune proiezioni
(Miike Takashi e Joe Dante),
smentite da Muller, che invece conferma entrambi gli incontri.
Una domanda riguarda la scelta dei
due film di apertura e chiusura: due film italiani, due commedie
(Soap Opera e Andiamo a Quel
Paese), scelta sistematica per ricondurre questa
“festa” del cinema alla tradizione puramente italiana della
commedia, due film ritenuti da Muller diversi dalle solite
produzioni e che gettano nuova luce sull’argomento.
Per quanto riguarda i dati
statistici delle vendite dei biglietti, tutto procede sulla linea
più giusta di vendita nonostante l’incalzante crisi del
settore.
A seguire, c’è stata
una breve anticipazione riguardante l’ospite d’onore di questa
edizione: Tomas Milian riceverà Il Marc’Aurelio
Acting Award di quest’anno, un premio prestigioso per un attore
globale che ha rappresentato la romanità in tutto il mondo (pur
essendo cubano di nascita e americano d’adozione).
Il personaggio che più ha amato
interpretare è stato proprio “Er Monnezza”: a tal proposito,
racconta- tramite un aneddoto- di quando, esponente dell’alta
borghesia cubana, decise di “ribellarsi” a quel sistema e a quella
società e, dopo un’illuminante visione del film La
Valle dell’Eden con James Dean,
decise di diventare attore per provare qualcosa a suo padre (morto
suicida, con un colpo al cuore, quando Milian aveva 12 anni). Così
andò da sua zia, una donna ricca e colta, ma anche castrista e,
confidandosi con lei, la donna prese la decisione di pagargli le
lezioni presso il prestigioso Actors Studio trasferendosi negli
Usa. La zia gli dà però un saggio consiglio: per fare davvero del
buon cinema, doveva interpretare personaggi distanti da lui, figure
del popolo lontane dal suo status. Così, con questa nuova
consapevolezza, si iscrisse all’Actors Studio (dove c’erano 3000
attori Usa e un unico cubano con forte accento… lui, appunto). Il
provino consisteva in un monologo tratto da “Home of the Brave” di
A. Lawrence, che Milian scelse perché l’intensità drammatica gli
ricordava il suicidio del padre e il rapporto burrascoso e doloroso
che i due avevano, raccontando così un altro aneddoto che racconta
con dolore struggente, senza risparmiare nessun dettaglio.
Alla fine, Milian ha espresso il suo
punto di vista sulla recitazione e sul mestiere d’attori: per lui
“essere bravi” e credibili sulla scena non vuol dire recitare, ma
vivere il personaggio: perdersi in esso, con tutti i rischi del
caso e la possibilità di essere totalmente assorbiti dal
character che si interpreta.
Il ritorno di Milian a Roma è
paragonabile, secondo lui, ad una vera e propria resurrezione
personale.
Film d’apertura della nona edizione
del Festival Internazionale del Film di Roma, Soap
Opera vede tornare alla regia Alessandro
Genovesi dopo i successi di La Peggiore
Settimana della Mia Vita e Il Peggior
Natale della Vita, e lo fa raccontando una storia
incrociata e corale: Protagonisti, gli strambi e surreali inquilini
di un condominio di una imprecisata città italiana (anche se, in
base ad alcuni dettagli, le tracce porterebbero ad una Roma molto
cinematogrifica e patinata), come i due fratelli gemelli Gianni e
Mario, proprietari dello stabile e dipendenti l’uno dall’altro-
soprattutto l’ultimo, costretto sulla sedia a rotelle dopo che il
fratello lo ha investito; c’è poi Francesco, single quarantenne
ancora innamorato della sua ex Anna che, dopo pochi mesi, è già
incinta di un altro; c’è il suo miglior amico Paolo, quasi papà che
vive uno stato confusionale talmente forte da mettere in dubbio i
suoi orientamenti sessuali e Alice, la vicina attricetta in una
nota soap opera e con un debole per gli uomini in divisa. Le loro
vite vengono sconvolte dall’improvviso suicidio del dirimpettaio di
Francesco, Pietro, che mescolerà le carte delle loro esistenze
proprio alla viglia di capodanno.
Il titolo del film sembra
suggerire, in un primo momento, una lettura molto “fictional”
dell’intera pellicola: merito pure delle scelte tecniche di
Veronesi, con molti scavalcamenti irreali di campo e dei confini
dell’inquadratura: lo spettatore medio si aspetta quasi che il film
stesso sia un’enorme set a cielo aperto, una vera soap opera in
corso. La delusione, profonda, si palesa quando realizziamo che
quello che stiamo osservando- come voyeur curiosi- altro non è che
la vita stessa, in una delle sue manifestazioni più improbabili,
patinate e irreali.
Si salvano i dialoghi e le battute
brillanti grazie anche ad un cast di comici navigati pronti a
sfoderare tutta la loro verve brillante per salvare un film
altrimenti fiacco e banale. Piacevole sorpresa Ricky Memphis in un ruolo misurato, ironico, a
tratti tenero e disarmante per la sua ingenuità.
Alexandra
Breckenridge, attrice vista nella serie
American Horror Story, si è unita al cast
di The Walking Dead 5 in un ruolo che
sarà ricorrente. A dare la notizia è Deadline che conferma
che il nuovo personaggio potrebbe diventare un regular.
La Breckenridge interpreterà
un personaggio così descritto: “Samantha, una donna attraente,
forte, sveglia, affascinante e articolata, che ha anche un lato
vulnerabile. E’ una madre con uno spirito bohémien, e un’artista
talentuosa.”
Certo, gli aggettivi bohémien e
talentuosa sembrano difficilmente attribuibili ad un personaggio
all’interno dell’universo di The Walking Dead
5, ma immaginiamo che il personaggio possa riservare
parecchie e interessanti sorprese. Ovviamente teniamo conto che
spesso le descrizioni dei personaggi di The Walking
Dead sono state dei piccoli trabocchetti, per cui
potrebbe essere anche questo il caso di Samantha.
Basato sul fumetto creato da
Robert Kirkman, Tony Moore e
Charlie Adlard, The Walking Dead
5 vede protagonisti Andrew Lincoln, Norman
Reedus, Steve Yeun, Lauren Cohan, Chad Coleman, Chandler Riggs,
Melissa McBride, Emily Kinney, Danai Gurira e Sonequa
Martin-Green.
Nuove
immagini di Chris Hemsworth
in Heart of the Sea ci arrivano da
USA Today, il nuovo film di Ron
Howardche
racconta glieventi realiche hanno
ispirato il romanzo “MobyDick“.
La
sceneggiatura di In the heart of
the sea, che è
stata scritta da Charles
Leavitt. è un
adattamento dall’omonimo romanzo di
Nathaniel Philbrick. In the
heart of the sea segue il
maldestinato viaggio della baleniera Essex, che è stata attaccata
da un capodoglio nel 1820, lasciando il suo equipaggio bloccato in
mare per ben novanta giorni.
Nel
film BenWhishaw interpreta il ruolo
di HermanMelville, che alla
fineavrebberaccontatola
storianel suo già
citato libro“MobyDick“. Tra gli
altrimembri del
cast cisonoBenjaminWalker, CillianMurphy,BrendanGleeson, TomHolland, FrankDillanee SamKeeley.
Le riprese sono cominciate nel settembre 2013 presso i Leavesden
Studios di Londra. Sono state girate anche alcune scene in location
reali nelle isole Canarie di La Gomera e Lanzarote.
In the heart of the
seauscirà nelle
sale cinematografiche statunitensi a partire
dal13 Marzo 2015, di seguito potete
vedere le foto.
Dopo la notizia che Warner e DC
avevano dato il via libera per due film sulla Justice League, arriva la
notizia che entrambe le pellicole (intitolate per ora solo Part I e
Part II) saranno dirette da Zack Snyder.
Con lui ci saranno, per
ora confermati solo nella prima parte, Ben
Affleck, Henry Cavill ed Amy Adams nei ruoli che hanno già
interpretato per L’Uomo D’Acciaio e
Batman V Superman.
Ci sarà molto da lavorare per
Snyder quindi nei prossimi anni dato il poco tempo tra una release
e l’altra, infatti Batman V Superman uscirà nel 2016, la prima
parte della Justice League sarò subito nel 2017 mentre la seconda
parte nel 2019; non è da escludersi però che Snyder possa già
iniziare a girare qualcosa durante le riprese di Batman v
Superman.
Manca poco anche all’uscita della
prima parte del finale di Hunger Games, intitolato
Hunger Games il Canto della Rivolta Parte
I. Potete vedere il nuovo trailer con immagini
inedite qua sotto.
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In Hunger Games il
Canto della rivolta Parte Ie II ritroviamo i
personaggi dei primi due film e incontriamo tanti nuovi volti. Il
cast è composto da: Jennifer Lawrence, Josh
Hutcherson, Liam Hemsworth, Woody Harrelson, Elizabeth Banks,
Donald Sutherland, Willow Shields, Jena Malone, Sam Claflin,
Natalie Dormer, Evan Ross, Julianne Moore, Gwendoline
Christie, Mahershala Ali, Patina Miller, Wes Chatham, Elden Henson,
Omid Abtahi, Misty Ormiston, Kim Ormiston, Robert
Knepper.
Qui la trama del romanzo: Il canto
della rivolta. Hunger Games (Mockingjay) è un romanzo di
fantascienza del 2010 scritto da Suzanne Collins, il terzo della
trilogia degli Hunger Games, in cui prosegue il racconto di Katniss
Everdeen e la futuristica nazione di Panem. In seguito agli eventi
vissuti nel primo romanzo, Hunger Games, una ribellione contro
Capitol City divampa nei distretti, e Katniss e il suo compagno
Peeta Mellark sono costretti a ritornare nell’arena in occasione di
un’edizione speciale degli Hunger Games. I maggiori temi includono
sopravvivenza, controllo governativo, ribellione e interdipendenza
contro indipendenza. Il romanzo è stato pubblicato negli Stati
Uniti il 24 agosto 2010, mentre in Italia è stato pubblicato l’11
maggio 2012.
Nonostante per Suicide Squad non ci sia ancora
una sceneggiatura e un regista (però qui il nome di David
Ayer è forte), Warner Bros avrebbe già offerto a quattro
star di primo livello i ruoli principali, stiamo parlando di
Ryan Gosling, Will Smith, Tom Hardy e
Margot Robbie.
Ancora però non si sa per quali
personaggi sia stata offerta la parte, ma tutto questo indica una
precisa volontà da parte di Warner ovvero puntare forte su
questo film (o franchise) e non farne una pellicola di
passaggio o una vetrina per giovani in rampa di lancio.
Channing Tatum
rivela alcuni aggiornamenti su Gambit, il nuovo mutante che entrerà
nella squadra degli X-Men in X-Men
Apocalypse e che successivamente avrà un film tutto
suo:
“Stiamo cercando uno
sceneggiatore per iniziare a definire il personaggio. Non vogliamo che sia qualcosa di già visto, abbiamo intenzione
di creare qualcosa di fresco in modo da presentarlo in
un modo innovativo. Quando fai qualcosa di diverso però ti prendi dei rischi perchè
non sai a cosa vai incontro e se piacerà a tutti.”
Il film da solista non ha ancora una data d’uscita sicura ma
potrebeb essere il Fox untitled movie previsto per il 2018.