Una vera sala
cinematografica integrata per i ricoverati sarà realizzata e aperta
entro fine anno all’interno del Policlinico universitario
Agostino Gemelli su iniziativa di MediCinema Italia Onlus.
Dedicata alla terapia definita del “sollievo”, sarà la prima a
Roma.
Al Policlinico A.
Gemelli il cinema diventa “terapia”. Questo avverrà, per la prima
volta a Roma, grazie a un vero e proprio programma destinato ai
degenti dell’ospedale universitario e ai loro familiari promosso da
MediCinema Italia Onlus.
L’accordo di collaborazione tra il
Gemelli e la Onlus di origine inglese, nata nel 2013 con
l’obiettivo di utilizzare il cinema e la cultura cinematografica a
scopo – in senso lato – terapeutico negli ospedali, ha quale
cardine del progetto la realizzazione di una sala cinematografica
integrata che sarà realizzata da MediCinema Italia Onlus
all’interno del Policlinico.
La sala cinema è progettata per
poter ospitare pazienti anche allettati e in carrozzina e ospiterà
una programmazione costante di prime visioni, attività di
intrattenimento ed eventi speciali.
A breve sarà dato avvio ai lavori
di realizzazione della sala, la cui inaugurazione è attesa tra la
fine del 2014 e l’inizio del 2015.
L’intero progetto di
collaborazione, nel segno dell’umanizzazione
dell’ospedale, per la cui realizzazione sarà avviata un’attività di
fundraising, sarà presentato il prossimo 10 luglio, alle
ore 19.00, presso l’Auditorium dell’Università Cattolica di Roma
(Largo F. Vito 1), con una serata evento dedicata
alla proiezione straordinaria del film “Per un pugno di
dollari”, l’opera cult di Sergio Leone appena restaurata e
presentata in anteprima al Festival del Cinema di Cannes.
Nata dall’esperienza di
MediCinema UK, attiva da oltre 15 anni in diversi
ospedali dei sistema sanitario britannico (NHS), MediCinema Italia
promuove, l’esperienza del grande cinema e dell’intrattenimento
culturale a beneficio dei malati, dopo Milano ora a Roma,
strutturato in modo continuativo e per ogni target di degenti,
adulti o in età pediatrica, ed è coinvolta anche in alcuni studi
clinici sulla misurazione degli effetti positivi di questa
particolare “terapia” definita “di sollievo” su pazienti nel
medio-lungo periodo.
In ogni caso, il progetto è una
nuova occasione di aprire l’ospedale anche alla vita sociale che
sta al di fuori, riducendone la distanza e la separazione: è un
modo efficace e concreto di prendersi cura globalmente delle
persone costrette al ricovero per un periodo di terapie.