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Blood & Gold: tutto quello che c’è da sapere sul film Netflix

I film ambientati nel contesto della Seconda guerra mondiale sono innumerevoli, impegnati a raccontare vicende realmente avvenute sui campi di battaglia o negli ambienti politici in cui si decidevano le prossime mosse da compiere in un conflitto che sembrava non avere fine. Più raro è imbattersi in film che, con questo contesto, raccontano di cacce al tesoro, un’attività che, si dice, i nazisti tenevano in gran considerazione. L’obiettivo era spesso quello di recuperare l’oro degli ebrei deportati nei campi di concentramento e rimasto incustodito o ancora quello di scoprire antichi manufatti di grande pregio. La prima di queste due opzioni è alla base del film Blood & Gold, presente ora nel catalogo di Netflix.

Blood & Gold è diretto dal regista tedesco Peter Thorwarth da una sceneggiatura dello scrittore-regista Stephan Barth. Thorwarth ha debuttato con il suo lungometraggio, Bang Boom Bang nel 1999, che è stato una svolta per la sua carriera e in seguito è diventato un film di culto. Ha anche scritto e diretto il film tedesco vincitore del Jupiter Award, What doesn’t fit, will be made to fit, The Wave, e il film horror d’azione del 2021 Blood Red Sky, che è considerato uno dei film di maggior successo di produzione tedesche. Barth è invece meglio conosciuto per aver scritto per film come Motown, Ein Schnitzel für drei e serie come Alarm für Cobra 11 – Die Autobahnpolizei e Cologne P.D..

Quella da loro qui offerta è dunque un’opera che ancora una volta mescola i generi, passando dal film storico al film d’azione, senza dimenticare generose dosi di cinica comicità e tanta violenza che va a rendere giustizia alla parola Blood del titolo. Blood & Gold è dunque un altro heist movie ambientato durante la Seconda guerra mondiale per Netflix, dopo che nell’autunno del 2022 era entrato a far parte del catalogo anche il film itialiano Rapiniamo il Duce!, interpretato da Pietro Castellitto e Matilda De Angelis. Due opere molto diverse tra loro, ma che dimostrano il rinnovato fascino che un contesto come quello della Seconda guerra mondiale può ritrovare se applicato a generi, toni e atmosfere nuove.

La trama e il cast di Blood & Gold

Il film si svolge nella primavera del 1945, ovvero negli ultimi giorni della Seconda guerra mondiale. Elsa e Heinrich si incontrano dopo essere stati inseguiti da un gruppo di fanatici nazista, rendendosi così conto di avere nemici comuni. I due iniziano allora a combattere per la giustizia, contro i nazisti e per le loro famiglie. Heinrich sta cercando sua figlia, mentre Elsa l’amato fratello Paule. Ma il remoto villaggio di Elsa nasconde anche un tesoro ebraico che i nazisti stanno cercando per saccheggiarlo. Un conflitto tra gli abitanti del villaggio e le SS dà dunque il via a una caccia al tesoro ricca di azione, portando a galla vecchi segreti destinati a sfociare in una sanguinosa resa dei conti.

Ad interpretare il protagonista, Heinrich, vi è l’attore tedesco Robert Maaser, noto per aver recitato anche in film come Mission: Impossible – Rogue NationUncharted e 1917, dove interpretava un pilota tedesco. L’attrice Marie Hacke, attiva principalmente in Germania, interpreta invece la contadina Elsa, mentre Simon Rupp interpreta il suo amato Paule. Sono poi presenti gli attori Alexander Scheer nel ruolo di Von Starnfeld, Roy McCrerey in quelli di un sergente tedesco e Stephan Grossmann in quelli di Bürgermeister Richard. Florian Schmidtke interpreta il temibile nazista Dorfler, mentre l’attrice Jördis Triebel, particolarmente celebre per aver interpretato Katharina Nielsen nella serie Dark e la dottoressa

Blood-&-Gold-cast

Blood & Gold: la spiegazione del finale

Sul finire del film, un Heinrich ferito viene informato dal prete locale su dove si trova l’oro ricercato dai nazisti. Questo è stato rubato da quattro abitanti del villaggio – guidati dal sindaco della città e da una donna di nome Sonja – ed è stato nascosto in una tomba con il nome “Walter Hill”. Quando però la stessa Sonja torna lì a riprenderlo, si accorge che il tesoro non c’è più. Il prete, che l’aveva vista nasconderlo, lo ha poi recuperato e nascosto sotto l’altare in la Chiesa. Sonja viene però a sua volta a sapere di ciò e si dirigere in chiesa per recuperare l’oro. Ben presto, Heinrich, il tedesco Dorfler e i suoi uomini, il prete e Sonja si ritrovano tutti lì, mentre Elsa si prepara ad attaccare dall’esterno. Ma quando gli amici di Sonja cercano di ottenere l’oro, scoprono che è protetto una trappola esplosiva.

Viene dunque innescata un’esplosione, che sparge i lingotti d’oro su tutto il pavimento della chiesa. Nel caos, Dorfler spara al prete ed Elsa spara con un lancirazzi contro il campanile, che crolla sulla chiesa. Nel giro di pochi minuti, quasi tutti sono morti, tranne Elsa, Heinrich e Dorfler. Heinrich riesce poi ad uccidere Dorfler e lui ed Esla si allontanano dalla chiesa, ignorando i lingotti d’oro sparsi sul pavimento. A loro insaputa, un giovane membro della squadra di Dorfler si è nascosto nella campana caduta. Una volta che se ne sono andati tutti, questi esce allo scoperto e cammina verso l’oro, incapace di credere alla fortuna che gli è toccata. Tuttavia, Sonja, rivelatasi ancora viva, si libera delle rovine e gli spara.

Elsa ed Heinrich si riuniscono con la figlia di lui, Lottchen, mentre in una scena finale, scopriamo cosa è successo sia all’oro che all’avida Sonja: la donna, mentre si allontanava in auto viene colpita da un carro armato, rimanendo mortalmente ferita dallo scontro. Appare a questo punto un gruppo di soldati americani, che si avvicinano ad osservare i danni che hanno causato. Non sembrano troppo preoccupati di aver sparato su un civile senza preavviso, ma piuttosto si accorgono dell’oro che Sonja aveva preso per sé. Gli uomini decidono che non denunceranno il ritrovamento e terranno il tesoro tutto per loro. La risposta a chi tra i protagonisti ottiene infine il tesoro è dunque “nessuno”.

Il trailer di Blood & Gold e come vedere il film su Netflix

Come anticipato, è possibile fruire di Blood & Gold unicamente grazie alla sua presenza nel catologo di Netflix, dove attualmente è al 1° posto della Top 10 dei film più visti sulla piattaforma in Italia. Per vederlo, basterà dunque sottoscrivere un abbonamento generale alla piattaforma scegliendo tra le opzioni possibili. Si avrà così modo di guardare il titolo in totale comodità e al meglio della qualità video, avendo poi anche accesso a tutti gli altri prodotti presenti nel catalogo.

Fonti: IMDb

Blonde: trailer ufficiale del film con Ana de Armas nei panni Marilyn Monroe

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Netflix ha presentato il primo trailer evocativo di Blonde di Andrew Dominik, con Ana de Armas nei panni dell’icona di Hollywood Marilyn Monroe. Il film, basato sul romanzo bestseller di Joyce Carol Oates, è degno di nota per la sua classificazione vietata ai minori di 17 anni. Il cast di supporto include Bobby Cannavale, Adrien Brody, Julianne Nicholson, Xavier Samuel e Evan Williams.

“[Il film] reinventa audacemente la vita di una delle icone più durature di Hollywood, Marilyn Monroe. Dalla sua instabile infanzia come Norma Jeane, attraverso la sua ascesa alla celebrità e ai coinvolgimenti romantici, “Blonde” offusca i confini tra realtà e finzione per esplorare la crescente divisione tra il suo sé pubblico e privato”.

Blonde: perché Ana de Armas non si è sentita sfruttata nelle scene di nudo

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In una nuova intervista con EW, Ana de Armas discute delle sue scene di nudo in Blonde, rivelando che non si è mai sentita sfruttata in quelle occasioni. L’attrice afferma che le scene sono state ampiamente discusse in anticipo e che l’ambiente sul set era sicuro e dominato da un senso di rispetto per il materiale originale.

In definitiva, spiega Ana de Armas, guardare quelle scene come membro del pubblico è probabilmente un’esperienza più difficile di quella che ha avuto lei quando le stava effettivamente girando.

“È più difficile per le persone guardare [quelle scene] che per me realizzarle, perché ho capito cosa stavo facendo e mi sono sentita molto protetta e al sicuro. Non mi sentivo sfruttata perché avevo il controllo. Ho preso io quella decisione. Sapevo che film stavo facendo. Mi sono fidata del mio regista. Mi sentivo come se fossi in un ambiente sicuro. Abbiamo avuto centinaia di conversazioni su queste scene. Tutti sentivano un profondo rispetto per il film che stavamo girando. E in questo senso, non avevo paura. Non mi sentivo affatto a disagio, anche se erano scene davvero difficili.”

Blonde di Andrew Dominik, con Ana de Armas nei panni dell’icona di Hollywood Marilyn Monroe. Il film, basato sul romanzo bestseller di Joyce Carol Oates, è degno di nota per la sua classificazione vietata ai minori di 17 anni. Il cast di supporto include Bobby Cannavale, Adrien Brody, Julianne Nicholson, Xavier Samuel e Evan Williams.

“[Il film] reinventa audacemente la vita di una delle icone più durature di Hollywood, Marilyn Monroe. Dalla sua instabile infanzia come Norma Jeane, attraverso la sua ascesa alla celebrità e ai coinvolgimenti romantici, “Blonde” offusca i confini tra realtà e finzione per esplorare la crescente divisione tra il suo sé pubblico e privato”.

Blonde: Marilyn Monroe e le altre attrici tormentate di Hollywood

Su Netflix dal 28 settembre arriva Blonde, il biopic di Marilyn Monroe con l’attrice Ana de Armas. La storia della Monroe ha spesso sollevato dubbi su come effettivamente venissero trattate e considerate le star del tempo e la verità è che sono stati tanti i divi che a causa di Hollywood hanno avuto una vita difficile.

Hollywood non è mai stata un’oasi felice. Chiunque sia finito nella sua morsa è stato masticato, modellato e sputato fuori senza pietà alcuna. Ai tempi dello star system – che ha contribuito a creare l’epoca d’oro del cinema americano – ciò che contava non era chi facesse la differenza, ma chi piuttosto riuscisse a rimanere a galla.

Blonde, Marilyn e le altre: le clausole di Hollywood

Le case di produzione cinematografica, le “Majors” (MGM, Paramount, 20th Century Fox, RKO Pictures, Warner Bros), negli anni successivi alla loro fondazione erano mosse dal principio dello star system. Esso altro non era che la creazione e la promozione di divi, persone da far crescere ad Hollywood e poter lanciare affinché portassero il maggior numero di introiti per i loro film. I divi erano ciò che serviva per catturare l’attenzione del pubblico e spesso erano giovani comuni, alcuni senza né arte né parte, che venivano istruiti per diventare qualcun altro. Il personaggio che veniva rigurgitato – letteralmente – da Hollywood, era diverso, costruito, e aveva persino un altro nome.

Il prezzo della fama, però, era la libertà. Spesso le case di produzione avevano regole  ferree, molte delle quali non erano solo sfiancanti ma anche eccessivamente limitanti. Venivano istituite delle clausole di moralità fra Studios e divi, i quali avevano delle linee ben precise da seguire e alle quali non potevano sottrarsi dopo aver firmato il contratto. Ciò che contava non era la recitazione, ma l’immagine. L’epoca d’oro del divismo, iniziata negli anni ’20, verrà sempre ricordata come un momento florido per il cinema americano, ma che si trascina anche il peso di aver ridotto in cenere molte star.

Come nasceva una stella

All’epoca Hollywood era famosa per mettere in pratica il processo di glamorizzazione, ossia la “fabbricazione di una star”. Gli Studios si ponevano l’obiettivo di glamorizzare circa 10 future “stelline” all’anno secondo il principio del piantare un albero. Chiunque fosse riuscito a germogliare dopo 3 anni, e quindi a diventare qualcuno, sarebbe rimasto lì. Gli altri, come le radici della pianta, sarebbero stati estirpati da quel posto e buttati via. Tutto cambiava: il nome, i capelli, i denti, le pose, il comportamento, persino come sorridere e sbattere le ciglia. Non tutte però, seppur superassero la prova, riuscivano a reggere quel tipo di vita e imposizioni.

Marilyn Monroe non è stata l’unica ad aver avuto una vita tormentata dopo essere approdata a Los Angeles. Non è stata neppure l’unica ad aver dovuto cambiare nome e vivere per due: per Norma Jane (suo vero nome) e per Marilyn Monroe, la diva dai capelli d’oro che ancora oggi è considerata un’icona nel panorama hollywoodiano. Altre sono state le attrici che hanno dovuto subire in silenzio e rinunciare alla propria felicità. Non sempre, come si suol dire, è tutto oro ciò che luccica.

Judy Garland, una bambina cresciuta in fretta

Altre due figure di spicco nel cinema americano sono state Judy Garland e Gene Tierney. Entrambe hanno un comune denominatore uguale a quello della Monroe: la tragedia. Ed entrambe sono state figlie di Hollywood. Judy Garland, il cui vero nome è Frances Ethel Gumm, non ha mai avuto un buon rapporto con gli Studios sin da subito; Los Angeles le portò una serie di problemi sin dall’adolescenza e questi si riversarono spietati poi nell’età adulta.

Come lei stessa raccontò, non aveva mai voluto fare l’attrice. Decisero per lei i genitori quando aveva 10 anni e cantava con il padre e le sorelle a teatro. Lì fu vista da un esponente della MGM che le fece fare un provino: è lì che Judy divenne di loro proprietà. Il periodo alla MGM non fu mai facile: essa era diventata il “padre” della Garland e veniva costantemente minacciata dalla madre “che lo avrebbe raccontato a Louis Mayer”, se qualcosa non andava nel verso giusto.

Non solo Blonde: Judy, una vita infelice

Judy, nella sua permanenza lì, era costretta a una dieta ferrea e se infrangeva la regola mangiando qualcosa che non fosse brodo, Louis Mayer la riempiva di offese. Uno dei suoi primi e iconici film, Il Mago di Oz, fu quasi un trauma per lei. Come lei stessa ricorda, la trattavano come se fosse un pollo al mercato definendola “grassa e brutta”. Fu lì che Judy, resasi conto di non poter fare a meno del cibo, iniziò a prendere le pillole per dimagrire. Pillola dopo pillola, ne diventò dipendente. Prendeva di tutto: pillole per dormire, per stare tranquilla, per svegliarsi e… per essere felice. Il suo sistema nervoso era a pezzi.

La vita di Judy fu costellata di problemi matrimoniali e divorzi. Per Hollywood non andava bene che avesse dovuto divorziare, non andavano bene i suoi atteggiamenti, non andava bene che lei mangiasse. Il suo compito era soddisfare la MGM che la voleva impeccabile, non permettendole neppure di pensare ai suoi figli, e allo stesso tempo doveva impegnarsi per far rimanere in piedi i suoi matrimoni. Nella sua breve vita, la Garland ha avuto molti esaurimenti nervosi che l’hanno portata non solo ad assumere più farmaci del previsto, ma anche ad essere spesso alcolizzata.

Gene Tierney, fra amore e follia

La Tierney, a differenza della Garland, voleva invece diventare attrice a tutti i costi e il suo sogno più grande era debuttare a Broadway. Il suo primo vero contratto lo firmò con la 20th Century Fox all’età di 17 anni, diventando una vera e propria diva a 19. Nel 1941 Gene sposò Oleg Cassini, un nobil uomo dalle origini italiane. Se fino a quel momento Hollywood con lei era stata clemente, dopo la nascita della loro bambina Daria affetta da alcuni disturbi mentali, diventò spietata.

Gene, infatti, sconvolta dai problemi di salute della figlia si era ritirata nel Connecticut con il bisogno di riprendersi da quel forte scossone. Ma la 20th Century Fox ignorò il problema, imponendole di tornare a Los Angeles e di condurre la vita di prima come se nulla fosse successo. Ancora una volta gli Studios volevano il personaggio e gettavano nella spazzatura la persona.

Da qui, la Tierney cominciò a condurre una vita malinconica e trascurata, tanto che ad un certo punto decise di andare da uno psicanalista. Le pressioni della casa di produzione e il non riuscire a conciliarle con la sua vita privata che, piano piano, stava andando alla deriva, la abbandonarono in una “dolce follia” dalla quale non si riprese mai più.

Da sempre con Hollywood esiste solo un concetto: o la si ama o la si odia. Ma una cosa è certa: spesso quel che si vede dall’esterno non rispecchia mai cosa realmente accade all’interno. E nonostante Hollywood sia stata quasi spietata con le proprie stelle, i divi che ha partorito sono diventati dei grandi immortali.

Blonde, diretto da Andrew Dominik, è disponibile su Netflix dal 28 settembre, dopo essere stato presentato in anteprima alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia 2022.

Blonde: le foto dal red carpet con Ana de Armas, Adrien Brody, Brad Pitt a Venezia 79

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Si è tenuta questa sera la premiere alla 79esima Mostra d’Arte Internazionale del cinema di Venezia di Blonde, il nuovo film del regista Andrew Dominik che vede Ana de Armas nei panni della leggendaria icona Marilyn Monroe. Sul red carpet tutto il cast e il produttore del film, Brad Pitt

Il film

Tratto dal bestseller di Joyce Carol Oates, Blonde reinventa con audacia la vita di una delle icone più leggendarie di Hollywood: Marilyn Monroe. Dalla sua infanzia imprevedibile come Norma Jeane, attraverso l’ascesa alla fama e i legami sentimentali, Blonde mescola realtà e finzione per esplorare la sempre più vasta differenza tra l’immagine pubblica e quella privata dell’attrice. Scritto e diretto da Andrew Dominik, il film vanta un cast straordinario con Ana de Armas al fianco di Bobby Cannavale, Adrien Brody, Julianne Nicholson, Xavier Samuel ed Evan Williams.

 

COMMENTO DEL REGISTA

È possibile vedere il mondo al di fuori dei nostri traumi, al di fuori delle nostre paure e desideri? E se si incarna un oggetto del desiderio, quello che il mondo vede è il tuo vero io o una proiezione dei propri bisogni? Marilyn Monroe una volta disse: “Quando si è famosi, ci si imbatte sempre nell’inconscio delle persone”. Come si pone una bambina indesiderata di fronte all’essere diventata la donna più desiderata del mondo? Deve dividersi a metà? Proporre un’immagine sfolgorante al mondo, mentre l’io indesiderato soffoca all’interno. E non è forse il cinema stesso una macchina del desiderio? L’abbiamo in qualche modo uccisa noi stessi con il nostro sguardo? Lei ora esiste, come la polvere di una stella esplosa, sotto forma di migliaia di immagini che fluttuano nel nostro inconscio collettivo, nei film, nelle fotografie, sui muri, nelle pubblicità, sulle fiancate dei furgoni dell’aria condizionata e la sua luce – come quella di una stella – viaggia ancora verso di noi, anche se lei si è spenta da tempo.

Blonde: le differenze tra il film e la vita di Marilyn

Blonde: le differenze tra il film e la vita di Marilyn

Andrew Dominik non è il primo regista a parlare di Marilyn Monroe e Blonde non può essere definito fino in fondo un biopic. Il film Netflix si basa sull’omonimo romanzo semi-immaginario di Joyce Carol Oates e si muove tra fatti reali e rappresentazioni fantasiose. Il lungometraggio esplora la vita di Marilyn Monroe (interpretata da Ana de Armas) attraverso un viaggio favolistico: dall’infanzia travagliata alla morte prematura. Il film si concentra soprattutto sulla vita privata di Monroe, mostrando la persona che si cela dietro al celebre personaggio (e allo pseudonimo): Norma Jean, i suoi affetti, le gravidanze, gli aspetti più profondi dei suoi matrimoni e della sua carriera. Nonostante Dominik abbia cambiato molti dettagli reali ai fini della narrazione, Blonde fa luce su alcuni aspetti dell’attrice che, fino ad oggi, erano rimasti inesplorati.

Blonde confonde continuamente i confini tra realtà e immaginazione: ma cosa di quanto viene mostrato è accaduto realmente e cosa è stato inventato ai fini della rappresentazione?

Marilyn Monroe pensava davvero che suo padre fosse Clark Gable: VERO

BLONDE FILM NETFLIXUno dei temi principali di Blonde è il disperato desiderio di Marilyn di incontrare il vero padre. All’inizio del film, la madre di Marilyn (Julianne Nicholson) mostra alla figlia una foto di Clark Gable e la convince che sia lui il suo vero papà. Per quanto assurdo, si tratta di un fatto realmente accaduto: Norma Jean ha creduto per buona parte della sua vita che il famoso attore fosse suo padre. Sicuramente, nella realtà il disincanto è durato meno che in Blonde. Fatto curioso: Monroe e Gable si sono realmente incontrati e hanno lavorato come co-protagonisti nel film del 1961 Gli spostati (per entrambi l’ultimo lungometraggio prima di morire).

Marilyn ha avuto una relazione poliamorosa: FALSO

blonde cass eddy marilynIn Blonde, da giovane Marilyn ha una relazione poliamorosa con gli attori Charles Chaplin Jr. (detto Cass) e Edward G. Robinson Jr. (Eddy). Non appena la notizia inizia a fare scalpore, lo studio che si occupa di lei spinge Marilyn a troncare i rapporti con i due ragazzi, portando alla fine della relazione. Nella realtà le cose sono andate diversamente: anche se sembra che Monroe abbia avuto delle storie con entrambi gli attori, non si è mai parlato di un ménage à trois. Probabilmente Dominik ha scelto di includere questa trama nel film perché era già presente nel romanzo originale Blonde. In ogni caso, il regista ha fatto la scelta giusta: il trio è incredibile sullo schermo.

Marilyn Monroe è rimasta incinta più volte: INCORRETTO

Ana de Armas BlondeUn altro tema centrale di Blonde sono le gravidanze travagliate di Marilyn Monroe. Non tutte quelle rappresentate sono però reali: non è certo ad esempio che Norma fosse incinta nel 1953. Al contrario, sono reali la gravidanza e l’aborto di Monroe avvenuti durante il suo matrimonio con il drammaturgo Arthur Miller (Adrien Brody), anche se in Blonde le circostanze e sono sicuramente state modificate.

Joe DiMaggio era violento nei confronti di Marilyn Monroe: VERO

BlondeBlonde porta sullo schermo il matrimonio di Marilyn con la leggenda del baseball Joe DiMaggio. Nel film, l’attore appare come un soggetto violento e irascibile e, purtroppo, l’uomo reale non differisce dalla rappresentazione. Nella realtà, Monroe e DiMaggio (Bobby Cannavale) hanno avuto un matrimonio breve e tumultuoso. Fedele è anche l’episodio legato alla scena del vestito bianco di Quando la moglie è in vacanza, per cui DiMaggio è andato su tutte le furie. Successivamente a questo fatto, Monroe ha chiesto il divorzio e, dopo soli nove mesi di matrimonio, i due si sono lasciati.

Arthur Miller ha scritto di Marilyn Monroe: VERO

blonde ana de armas adrien brodyIn BlondeMarilyn scopre che il suo terzo marito, il drammaturgo Arthur Miller, ha scritto di lei in una delle sue opere. Nonostante le richieste dell’attrice di tenerla fuori dal suo lavoro, Miller riporta addirittura una loro conversazione parola per parola. Questo fatto crea una frattura nella coppia. Il dettaglio sul matrimonio riportato nel film è vero: Miller inserisce il personaggio di Marilyn nel suo lavoro anche anni dopo il divorzio. Inoltre, il drammaturgo ha scritto la sceneggiatura de Gli spostati, l’ultimo film in cui ha recitato Monroe. Nel lungometraggio, il personaggio di Roslyn presenta tratti molto simili alla sua interprete Marilyn.

Era difficile lavorare con Marilyn sul set: VERO

Ana de Armas Marilyn Blonde

In BlondeMarilyn appare come un’attrice difficile sul set, che fa impazzire la troupe tra attacchi di panico e sfuriate. Purtroppo, anche questo è un aspetto reale di Marilyn Monroe. Anche a causa delle sue dipendenze da farmaci e psicofarmaci, Monroe spesso arrivava in ritardo, si assentava ed era poco collaborativa. Quanto detto vale soprattutto per il film Il principe e la ballerina: come possiamo notare in BlondeMarilyn ha fatto molta fatica a lavorare con Laurence Olivier.

Marilyn Monroe ha davvero avuto una storia con il presidente Kennedy?

Ana de Armas in BlondeVerso la fine di BlondeMarilyn viene condotta dai servizi segreti per incontrare il presidente John F. Kennedy. Nel film, i due hanno uno squallido rapporto sessuale, totalmente privo di sentimento o rispetto nei confronti di Monroe. La presunta relazione tra Marilyn Monroe e il presidente Kennedy è forse uno dei dettagli più appariscenti della vita dell’attrice, in primis per la famosa esibizione del 1962 “Happy Birthday Mr. President“. Indubbiamente, Monroe e Kennedy hanno avuto una connessione nella vita reale, ma si sa poco delle dinamiche tra i due. Il presidente era realmente irrispettoso nei confronti di Marilyn? Questo aspetto di Blonde è difficile da verificare: al tempo, i dettagli sulla presunta relazione tra Monroe e Kennedy sono stati ben oscurati.

Blonde: la Marilyn Monroe Estate in difesa di Ana de Armas

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Blonde: la Marilyn Monroe Estate in difesa di Ana de Armas

La Marilyn Monroe Estate sta rispondendo a una reazione negativa contro Ana de Armas dopo la premiere del primo trailer ufficiale di Blonde. La candidata al Golden Globe interpreta l’icona di Hollywood nel prossimo drammatico di Netflix, che sarà presentato in anteprima mondiale sulla piattaforma il 28 settembre e prima ancora a Venezia 79 in Concorso. Basato sull’omonimo romanzo, Blonde reinventa la vita di Marilyn Monroe dalla sua burrascosa infanzia fino a la sua ascesa a diventare uno dei simboli più famosi e amati del 20° secolo americano.

De Armas aveva precedentemente rivelato al Times di Londra di aver trascorso quasi un anno a lavorare sull’accento di Monroe e sul caratteristico tono affannoso prima dell’inizio delle riprese. Ha descritto il processo estenuante come una “grande tortura”, notando che il suo “cervello era fritto” dopo più di nove mesi di coaching dialettale e sessioni di ADR. Quando il trailer di Blonde è finalmente uscito il 28 luglio, molti spettatori hanno affermato che de Armas non suonava come Monroe e aveva mantenuto il suo accento cubano nonostante la sua preparazione per il ruolo.

Sebbene la Marilyn Monroe Estate non abbia ufficialmente autorizzato Blonde, i portavoce hanno rapidamente espresso sostegno per il casting di Ana de Armas nel film. Marc Rosen, presidente dell’intrattenimento presso Authentic Brands Group, che possiede la Marilyn Monroe Estate, definisce de Armas “un’ottima scelta per il casting” e difende l’interpretazione della star con una serie di altre lodi.

“Marilyn Monroe è una singolare icona di Hollywood e della cultura pop che trascende le generazioni e la storia. Ogni attore che entra in quel ruolo sa di dover far fronte a una grande eredità. Basandosi solo sul trailer, sembra che Ana sia stata un’ottima scelta per il casting poiché cattura il fascino, l’umanità e la vulnerabilità di Marilyn. Non vediamo l’ora di vedere il film nella sua interezza!”

Blonde di Andrew Dominik, con Ana de Armas nei panni dell’icona di Hollywood Marilyn Monroe. Il film, basato sul romanzo bestseller di Joyce Carol Oates, è degno di nota per la sua classificazione vietata ai minori di 17 anni. Il cast di supporto include Bobby Cannavale, Adrien Brody, Julianne Nicholson, Xavier Samuel e Evan Williams.

“[Il film] reinventa audacemente la vita di una delle icone più durature di Hollywood, Marilyn Monroe. Dalla sua instabile infanzia come Norma Jeane, attraverso la sua ascesa alla celebrità e ai coinvolgimenti romantici, “Blonde” offusca i confini tra realtà e finzione per esplorare la crescente divisione tra il suo sé pubblico e privato”.

Blonde: l’autrice del romanzo dice la sua sulle controversie legate al film

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Blonde, di Andrew Dominik con Ana de Armas, si ispira all’omonimo romanzo del 2000 di Joyce Carol Oates, fondendo realtà e finzione in un ritratto sognante del turbolento stato emotivo di Marlyn Monroe.

Il film in questione è stato criticato dai recensori per aver creato un’immagine unidimensionale e sfruttata di Monroe. In particolare, il film è stato criticato per aver costretto la Monroe a una vittimizzazione costante e brutale, creando un tributo vuoto e disumanizzante di una donna che era molto più delle sue relazioni traumatiche con gli uomini. Tuttavia, i critici ritengono che la performance di Ana de Armas sia una rivelazione e un momento clou del film divisivo.

Ora, chiamata in causa, interviene nel dibattito intorno al film anche l’autrice del romanzo di partenza del film, Joyce Carol Oates, che su Twitter difende il film, le scelte di Dominik e la performance di de Armas:

“Penso che sia stata/è una brillante opera d’arte cinematografica ovviamente non per tutti. Sorprendente che in un’era post #MeToo la cruda esposizione della predazione sessuale a Hollywood sia stata interpretata come “sfruttamento”. Sicuramente Andrew Dominik intendeva raccontare sinceramente la storia di Norma Jeane.”

Blonde: perché Ana de Armas non si è sentita sfruttata nelle scene di nudo

Blonde di Andrew Dominik, con Ana de Armas nei panni dell’icona di Hollywood Marilyn Monroe. Il film, basato sul romanzo bestseller di Joyce Carol Oates, è degno di nota per la sua classificazione vietata ai minori di 17 anni. Il cast di supporto include Bobby Cannavale, Adrien Brody, Julianne Nicholson, Xavier Samuel e Evan Williams.

“[Il film] reinventa audacemente la vita di una delle icone più durature di Hollywood, Marilyn Monroe. Dalla sua instabile infanzia come Norma Jeane, attraverso la sua ascesa alla celebrità e ai coinvolgimenti romantici, “Blonde” offusca i confini tra realtà e finzione per esplorare la crescente divisione tra il suo sé pubblico e privato”.

Blonde: Ana de Armas si trasforma in Marilyn Monroe, il teaser

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Blonde: Ana de Armas si trasforma in Marilyn Monroe, il teaser

Ecco il primo trailer di Blonde, il film Netflix in cui Ana de Armas è chiamata a interpretare Marilyn Monroe, la sfortunata dive, divenuta icona sempre giovane.

Netflix ha presentato il primo trailer evocativo di Blonde  di Andrew Dominik, con Ana de Armas nei panni dell’icona di Hollywood Marilyn Monroe. Il film, basato sul romanzo bestseller di Joyce Carol Oates, è degno di nota per la sua classificazione vietata ai minori di 17 anni. Il cast di supporto include Bobby Cannavale, Adrien Brody, Julianne Nicholson, Xavier Samuel e Evan Williams.

Blonde, la trama

“[Il film] reinventa audacemente la vita di una delle icone più durature di Hollywood, Marilyn Monroe. Dalla sua instabile infanzia come Norma Jeane, attraverso la sua ascesa alla celebrità e ai coinvolgimenti romantici, “Blonde” offusca i confini tra realtà e finzione per esplorare la crescente divisione tra il suo sé pubblico e privato”.

Blonde uscirà in tutto il mondo su Netflix il 23 settembre.

Blonde: Ana de Armas è contrariata dal divieto ai minori

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Blonde: Ana de Armas è contrariata dal divieto ai minori

L’attrice Ana de Armas, celebre per film come Blade Runner 2049 e Knives Out, interpreta l’iconica Marilyn Monroe nell’atteso film Netflix Blonde. Ancor prima di diventare disponibile al pubblico, dal 28 settembre, il film sta già facendo parlare molto di sé. Negli Stati Uniti, infatti, Blonde ha ricevuto il rating “restricted”, che vieta dunque la visione ai minori di 17 anni non accompagnati da un adulto. Ciò sarebbe dovuto per via della presenza di scene sessualmente esplicite.

La de Armas, tuttavia, si è detta particolarmente contraria da questa decisione, non comprendendone i motivi. “Potrei citare numerosi film o show che sono molto più espliciti e che hanno molti più contenuti sessuali rispetto a Blonde. Per raccontare questa storia era importante mostrare tutti questi aspetti della vita di Marilyn, che l’hanno portata a fare la fine che ha fatto. Tutti nel cast sapevamo che avremmo dovuto esplorare anche gli angoli più bui.” Lo stesso regista, Andrew Dominik, ha affermato che per poter davvero raccontare la Monroe era indispensabile realizzare il film così come è stato realizzato, con contenuti necessariamente adulti nei toni.

Blonde, dunque, si preannuncia più cupo e introspettivo di quanto si potesse immaginare, non facendosi problemi a mostrare anche i momenti più delicati, e per questo significativi, della vita di Marilyn. La de Armas, inoltre, già sin dalle prime immagini è stata vista come l’interprete perfetta per la parte. Dalle sue parole, si può anche capire quanto tenga a questo progetto. Per poter scoprire quali aspetti il film realmente affronta occorrerà ora attendere l’arrivo del film sulla piattaforma, ma già dalla sua presentazione in concorso al Festival di Venezia si potrà avere qualche notizia in più a riguardo.

Fonte: ScreenRant

Blonde, recensione del film con Ana de Armas

Blonde, recensione del film con Ana de Armas

Dopo dieci lunghi anni di assenza dal grande schermo, Andrew Dominik torna al cinema con l’attesissimo Blonde, rielaborazione favolistica del romanzo di Joyce Carol Oates della struggente storia di Marilyn Monroe, qui interpretata da una meravigliosa Ana de Armas. Da bambina indesiderata a icona idolatrata da milioni di persone, passata di mano in mano cercando disperatamente qualcuno da chiamare “papà”, Norma Jean è caduta nell’abisso dell’autodistruzione, uccisa, forse, dal nostro stesso sguardo. Nel cast, anche Adrien BrodyBobby CannavaleXavier SamuelJulianne Nicholson e Lily Fisher.

Norma Jean: la fatica dell’autoritratto

Norma Jean gioca a nascondino fin da piccola. Vittima dei comportamenti di una madre instabile, inconsapevole di ciò che il diventare donna porta con sè, Norma trova nell’inquadratura da pin-up e nel cinema un appiglio per procedere a un’involuzione necessaria, per poter stringere la mano a una bambina che avrebbe ancora tanto da capire. Luci e ombre rimescolano le fila di una narrazione ellittica, in cui seguiamo Norma Jean sobbalzare in apnea tra le quinte del palcoscenico di una vita per cui non è stata educata e il desiderio di rinchiudersi nel cassetto che le ha fatto da culla da piccina, vestigia primigenia e unica di un ritratto famigliare incompiuto, in cui la potenza di ciò che sarebbe potuto essere non è mai diventata atto compiuto.

Blonde è, soprattutto, un film di prospettiva, che abbraccia completamente l’occhio della sua protagonista, alla ricerca disperata di un legame da poter stringere con qualcuno oltre lo schermo, con lo spettatore alieno alle dinamiche che ne hanno consumato lo spirito, chi è al di là dello spettro fittizio in cui Norma Jean è stata intrappolata. Marilyn è insieme armatura e minaccia, è l’estrema conseguenza di traumi irrisolti, uno sdoppiamento esperienziale in cui ogni ribaltamento di significati già conosciuti ci avvicina sempre di più alla demistificazione, a ciò che Norma avrebbe sempre desiderato: la comprensione.

Blonde Ana de Armas

Tra la carne e le pieghe di un esistenza lacerante

Blonde vive di una relazione biunivoca tra il soggetto della storia e lo spettatore, ricevente unico di stimoli e punti di svolta che gli altri protagonisti sullo schermo non intercettano, favorendo implicitamente quella scissione tra un sè pubblico e privato endogena all’arte attoriale, ma portata alle estreme conseguenze nel caso di Marilyn. La voce di Norma rimane inascoltata, oppressa dalle proiezioni degli altri sulla sua persona, che stridono con gli unici legami affettivi di cui vorrebbe poter godere: l’amore di un padre e l’attesa di un figlio. Questa rielaborazione favolistica, nera e crudele, ma in cui c’è tanta verità ed emerge tutto l’amore che Norma avrebbe voluto diffondere, lontana dagli schemi del biopic e vicina solo a quello che la protagonista veramente sente, si fa metaforicamente successore spirituale del viaggio di Alexia in Titane, film vincitore della Palma d’Oro a Cannes 2021. Con la stessa audacia e sfrontatezza visionaria di Julia Ducournau, Andrew Dominik riesce finalmente a portare su schermo la storia che custodiva gelosamente da quasi 15 anni, in attesa di trovare la sua “bionda”.

In Blonde è il contenuto che si adatta alla forma e alla grammatica cinematografica, mai il contrario. L’occhio – o il corpo di Marilyn, un “pezzo di carne” agognato e preteso – ci indica dove guardare, come raggiungere Norma anche quando la stessa non riesce a farla risalire dalle profondità di una psiche che è in realtà bambina, che vuole guardare indietro ma al tempo stesso dimenticare. Mutano i formati, il modo di inquadrare Norma/Marilyn, si adatta la gradazione cromatica in base all’eloquente filtro visivo della protagonista. Storicamente, ci sono note tante cose della sua vita e carriera, ma Norma ve le racconterà dal suo punto di vista.

Blonde: il cerchio di luce oltre Marilyn

Come analizza accuratamente Richard Dyer nel suo saggio sul divismo Star, e il regista Andrew Dominik traspone su schermo, l’immagine di Marilyn Monroe è da collocarsi nella corrente di idee sulla moralità e sessualità degli anni Cinquanta americani: anni dell’affermazione di star “ribelli” come Marlon Brando, James Dean ed Elvis Preasley; periodo di diffusione dei concetti freudiani nel dopoguerra e di attenuazione della censura cinematografica di fronte alla competizione con la televisione; ma anche anni di tensioni sociali, sessuali ed economiche. L’icona, il personaggio di Marilyn, riusciva a condensare sessualità e innocenza tramite un carisma unico, e sembrava personificare le tensioni che attraversavano la vita ideologica dell’epoca: un’eroica sopravvivenza alle tensioni o una loro dolorosa esposizione? L’opera di Andrew Dominik cerca di coniugare entrambi i quesiti.

Seppur Andrew Dominik ci abbia abituati a un’esposizione sempre molto elegante del dolore, qui il regista lascia le redini della storia in mano a Norma, facendola sognare e urlare al tempo stesso, lasciandole scegliere i colori che più preferisce per poter dipingere o rivedere alcuni ricordi. Un cerchio di luce che contiene un sè alternativo da portarsi accanto ovunque si vada: non stiamo parlando solo di un esercizio dell’Actors Studio insegnato a Norma, ma di una vera e propria luce che tenderà a inseguire sempre – qualche volta la sovrasterà anche nell’immaginario – per ricordarle la terribile condanna con cui dovrà sempre fare i conti: essere altro per chi non ci conosce, assumere su di sè significati che non sentiamo nostri, rifugiarsi in una maschera spaventosa perchè è ciò che viene richiesto.

In Blonde, non saremo mai noi spettatori a vedere Marilyn, a visionare i frammenti di sequenze iconiche prelevate dai sui film più di successo: di questo, Andrew Dominik, rende partecipe solo il pubblico delle sale di quegli anni, masse di ammiratori folgorati da un’inscindibile e sofferente patto tra il riflesso cinematografico e la caratura drammatica che ogni esistenza debilitata porta con sè. A noi, resta il privilegio di tendere la mano a Norma Jean, ricordarla oltre il mito, l’icona. Oltre le barriere che Andrew Dominik scavalca in nome della finzione rimaneggiata, per ricordarci che il biondo è una maschera ma, tavolta, può anche essere luce: per salvare Norma.

Blonde, Cris Evans sull’interpretazione di Ana de Armas: “Potrebbe vincere un Oscar!”

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In una nuova intervista con Variety, Chris Evans ricorda la sua prima reazione nel vedere lo screentest di Ana de Armas nei panni di Marilyn Monroe in Blonde. Ana e Chris hanno lavorato insieme in Knives Out e in The Grey Man, e sembra che i due abbiano stretto un bel legame di amicizia.

Parlando più in generale, Evans dice che pensa che Blonde fosse un film con un ruolo “incredibilmente esigente” per la sua collega e che ricorda che Ana de Armas era molto entusiasta del ruolo. Ecco cosa ha raccontato:

“Penso che questa sia stata una delle prime opportunità che Ana ha avuto per affondare i denti in qualcosa di incredibilmente impegnativo. Non ho visto un briciolo di paura in lei, ho visto l’eccitazione. Ricordo di aver guardato [il suo screen test] e di aver detto: ‘OK, quella è Marilyn… dov’è il tuo provino? Sei tu? Porca puttana! Per questo vincerai un Oscar!’”

Blonde, la recensione del film con Ana de Armas

Blonde di Andrew Dominik, con Ana de Armas nei panni dell’icona di Hollywood Marilyn Monroe. Il film, basato sul romanzo bestseller di Joyce Carol Oates, è degno di nota per la sua classificazione vietata ai minori di 17 anni. Il cast di supporto include Bobby Cannavale, Adrien Brody, Julianne Nicholson, Xavier Samuel e Evan Williams.

“[Il film] reinventa audacemente la vita di una delle icone più durature di Hollywood, Marilyn Monroe. Dalla sua instabile infanzia come Norma Jeane, attraverso la sua ascesa alla celebrità e ai coinvolgimenti romantici, “Blonde” offusca i confini tra realtà e finzione per esplorare la crescente divisione tra il suo sé pubblico e privato”.

Dal 28 settembre su Netflix.

Blonde, Brad Pitt su Ana de Armas: “È fenomenale”

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Blonde, Brad Pitt su Ana de Armas: “È fenomenale”

Alla premiere del suo nuovo film Bullet Train, Brad Pitt si è preso del tempo per difendere la performance di Ana de Armas nei panni di Marilyn Monroe in Blonde. Pitt è produttore del film diretto da Andrew Dominik che sarà presentato in anteprima in Concorso a Venezia 79 e parlando con ET, ha attribuito all’attrice cubana il merito di aver aiutato il progetto “a tagliare il traguardo” e ha elogiato la sua interpretazione come “fenomenale”, dicendo che Monroe è un “abito difficile da indossare”. Leggi i commenti completi di Pitt di seguito:

“Lei è fenomenale. È un abito difficile da indossare. Ci sono voluti 10 anni di lavoro. Solo quando abbiamo trovato Ana siamo riusciti a tagliare il traguardo.” 

Blonde di Andrew Dominik, con Ana de Armas nei panni dell’icona di Hollywood Marilyn Monroe. Il film, basato sul romanzo bestseller di Joyce Carol Oates, è degno di nota per la sua classificazione vietata ai minori di 17 anni. Il cast di supporto include Bobby Cannavale, Adrien Brody, Julianne Nicholson, Xavier Samuel e Evan Williams.

“[Il film] reinventa audacemente la vita di una delle icone più durature di Hollywood, Marilyn Monroe. Dalla sua instabile infanzia come Norma Jeane, attraverso la sua ascesa alla celebrità e ai coinvolgimenti romantici, “Blonde” offusca i confini tra realtà e finzione per esplorare la crescente divisione tra il suo sé pubblico e privato”.

Blockbuster 2016: un montaggio li mostra tutti

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Blockbuster 2016: un montaggio li mostra tutti

Il canale Youtube AMONymous ha pubblicato questo video supercut in cui sono inclusi tutti i blockbuster che vedremo quest’estate al cinema. Quale aspettate di più?

Bloccato P.T. Anderson

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pt anderson

Per Paul Thomas Anderson è tempo di crisi: il suo nuovo film, notoper ora come The Master, è rinviato a data indefinita.

Bloccato il finanziamento al tax credit, il Cinema contro Letta

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LETTA, GOVERNO IN SITUAZIONE ECCEZIONALESegue Comunicato Stampa delle Associazioni dell’Audiovisivo

Il Governo impedisce l’approvazione del rifinanziamento del tax credit, mentre tutto il Parlamento all’unanimità l’avrebbe approvato.

Il presidente Letta ha detto: “Mai più tagli alla cultura, se dovesse avvenire mi dimetterei”. 45 milioni in meno al cinema, la più grande industria culturale del paese: PRESIDENTE CHE FA?

E’ incredibile! Si condanna il cinema italiano alla chiusura. Dopo che al FUS sono venuti a mancare circa 22 milioni di euro, ora si tagliano altri 45 milioni al Tax Credit, rendendo impossibile produrre cinema e audiovisivo in Italia, impedendo alle produzioni straniere di venire a produrre da noi, con gravissimi danni per esempio a Cinecittà, aprendo di nuovo la strada alla delocalizzazione delle produzioni italiane, mettendo a rischio di chiusura il 40% delle sale cinematografiche, in prevalenza piccole e medie strutture, che non potranno digitalizzare gli impianti. Eppure il cinema e l’audiovisivo fatturano il doppio del trasporto aereo!!!

Ma il Ministro dei Beni Culturali indice una assise a Venezia per parlare di cinema. Le associazioni tutte, ancora una volta unite e compatte, non parteciperanno ad alcun convegno veneziano, ritireranno immediatamente i propri rappresentanti dai tavoli preparatori degli “Stati Generali”, riterranno sgradita la presenza di chiunque del Governo voglia presenziare a manifestazioni veneziane, annunciando fin d’ora di uscire dalle sale di proiezione se questo accadesse, metteranno in campo da oggi le iniziative di lotta e mobilitazione più utili, efficaci, eclatanti, per far capire ai cittadini come l’Italia sarà più povera senza il proprio cinema.

Al Governo, ancora una volta, spetta di dimostrare, al Paese prima che ai professionisti del settore, che idea ha dello sviluppo dell’Italia: come si esce   dalla crisi economica? Soltanto tagliando risorse? Il Governo sta costringendo alla chiusura importanti settori dell’industria e della creatività Italiane.

Da oggi tutta l’Italia è più povera, più povera di film, immaginazione, cultura, e POSTI DI LAVORO e dovrà tornare ad emigrare per produrre le storie che questo Governo non vuole più che vengano raccontate in Italia. E il Governo intanto continua a raccontare una storia che nessun italiano riesce più a capire.

Le Associazioni dell’Audiovisivo

Fonte: blog di Mauro Donzelli

Blob – Fluido mortale: recensione del film con Steve McQueen

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Blob – Fluido mortale: recensione del film con Steve McQueen

Blob – Fluido mortale è il film cult del 1958 diretto da Irvin Yeaworth e con protagonisti sono Cast: Steve McQueen (Steve), Aneta Corsaut (Jane), Earl Rowe (Tenente Dave), Alden Chase (Dottor Allen), John Benson (Agente Bert), James Bonnett (Mooch Miller), Robert Fields (Tony Gressette).

Blob – Fluido mortale, la trama: Mentre scorre una tranquilla e tiepida nottata americana da innamorati e stelle cadenti, piove dal cielo una specie di grande uovo. Un anziano contadino lo schiude, scoprendovi una palla di melma scura: e ha l’onore di diventarne la prima vittima.

La viscida entità, partendo dalla mano con cui è stata curiosamente toccata, si impossessa dell’intero sventurato, avvolgendolo e fagocitandolo. Stessa sorte tocca al dottore e all’infermiera  che al vecchio provano a fornire aiuto. E per ogni vittima che miete e assimila, Blob cresce, rendendosi minaccia sempre più temibile per il tranquillo scorcio di provincia USA che ha avuto in sorte di battezzarne le gesta terrestri, e che alla creatura dovrà pagare un sostanzioso tributo in vite umane.

A fronteggiare la minaccia c’è innanzitutto Steve Andrews (Steve McQueen), intrepido giovanotto, aiutato dalla sua bella, Jane (Aneta Corsaut), e dal comprensivo tenente Dave (Earl Rowe). E Blob, alla fine, sgominato a colpi di gelo, sarà scaraventato da un aereo militare nell’Artide per non nuocere più a nessuno. Anche se il punto di domanda che chiude il film lascia le porte aperte a una rivincita del fluido…

Blob – Fluido mortale, analisi

Film più noto tra i pochi realizzati da Irvin Yeaworth (1926-2004), Blob – Fluido mortale merita di essere conosciuto e apprezzato per intero: un peccato contentarsi dei gustosi inserti nell’omonimo e storico programma di Rai Tre, ispirato a questo cult dell’horror. Un film raffinato, che muove personaggi dalle psicologie lavorate (giustamente) appena in superficie in una provincia americana che è un colorato e artigianale teatrino. La paura (moderata: si parla di oltre 50 anni fa) è costruita con maestria nel primo quarto d’ora, quando, già atterrato il fluido mortale, il film dondola lo spettatore tra le schermaglie molto fifties  – occhiate alla bella Jane, sfide motoristiche e beffe alla polizia – che vedono impegnati il protagonista e un gruppetto di blandi bulletti che, fattasi più concreta (e corpulenta) la minaccia di trasformeranno in altrettanto blandi aiutanti.

Il mostro in sé non desta timore; anzi, qualche sorriso, così alla buona, modellato con effetti speciali estremamente grezzi. Un rinforzo all’orrore lo dà con prontezza la colonna sonora, capace di sottolineare con interventi gravi e taglienti il precipitare delle cose. E l’audio fa il suo dovere anche nell’aprire il film con un brano da party – preparando spettatore e personaggi a una festa della paura – e nel chiuderlo con note rassicuranti sulle immagini dell’Artide, tomba del mostro. Peccato che il punto di domanda che cala dalle impalpabile e sacre altitudini del racconto sbugiardi i segni di quiete e gloria che provengono sia dalla colonna sonora (pur con qualche venatura), sia dalle immagini.

Blob – Fluido mortale è un film da recuperare e rispettare. Un lavoro al contempo semplice e ben cesellato, fluido quanto la brutale creatura che gli dà il titolo.

BlizzCon 2015: i cosplay della fiera dei videogames

BlizzCon 2015: i cosplay della fiera dei videogames

La Blizzard Entertainment ha organizzato la sua convention annuale per celebrare l’universo dei videogames, il BlizzCon 2015. L’evento si ètenuto presso l’Anaheim Convention Center in Anaheim, in California. Di seguito potete vedere i cosplay più belli fotografati da James Rulison.

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Blitz: trama, cast e curiosità sul film con Jason Statham

Blitz: trama, cast e curiosità sul film con Jason Statham

Sono molti i detective della letteratura poi arrivati sul grande schermo, e tra i più recenti tra questi vi è Tom Brant, protagonista del film Blitz. Diretto nel 2011 da Elliott Lester, questo è incentrato sulla caccia aperta tra un poliziotto violento e un killer di poliziotti. Uno scontro senza esclusione di colpi che fornisce allo spettatore tanto un thriller ad alta tensione quanto un dinamico film d’intrattenimento, ricco di azione e imprevisti. A dare vita al personaggio protagonista vi è il celebre Jason Statham, attore divenuto particolarmente iconico proprio per questo genere, di cui è ormai un grande esperto.

Come anticipato, quella del detective Brant è una storia che nasce dalla penna di Ken Bruen. Dal 1998 al 2007 questi ha infatti scritto ben sette libri dedicati al personaggio, in breve diventato uno dei suoi più celebri e acclamati. Blitz, quello da cui è tratto il film in questione è il quarto di questi. Giudicato come uno dei più belli e avvincenti, presentava da subito tutti gli elementi per poter trovare vita anche sul grande schermo. E così è stato, portando per la prima volta il personaggio al cinema. Girato interamente a Londra, si tratta del primo film prodotto dalla Lionsgate UK.

Accolto con grande interesse, Blitz è infine arrivato a guadagnare circa 16 milioni di dollari al box office, ottenendo poi buoni risultati anche con le vendite per l’home-video. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Blitz: la trama del film

Protagonista del film è il detective Tom Brant, un uomo di legge dai metodi decisamente poco ortodossi. Insofferente al crimine, egli è solito punire fisicamente quanti si macchiano di delitti. Per questo motivo egli è ormai particolarmente celebre in città, e tutti temono di imbattersi sul suo cammino. Ben presto, il suo oltrepassare il confine tra giustizia e punizione si rivelerà particolarmente fondamentale per la risoluzione di un complesso caso. Nella città di Londra, infatti, una serie di poliziotti iniziano ad essere brutalmente uccisi mentre si trovano in servizio. Il serial killer è però abile a non lasciare nessuna traccia di sé, rendendo le indagini quanto mai complicate.

Questi si firma con il nome di Blitz, ed annuncia alla stampa di non avere intenzione di interrompere il suo perverso gioco finché la polizia non avrà pagato per i suoi peccati. Per Brant è sufficiente per mettersi alla ricerca di questo pazzo, determinato a trovarlo e porre un freno alla sua attività. Ad aiutarlo egli avrà dalla sua una squadra di poliziotti, tra cui Elizabeth Falls. Quest’ultima, però, rischierà di essere una delle prossime vittime di Blitz, e per il detective Brant la sfida si farà a quel punto più complessa. Per salvare la vita della collega dovrà quanto prima trovare una risposta ai numerosi indizi lasciati dall’assassino.

Blitz cast

 

Blitz: il cast del film

Come annunciato, Jason Statham ricopre qui il ruolo del detective Tom Brant. Un ruolo che sembrava scritto su misura per lui, che più volte ha dimostrato di poter dar vita a personaggi operanti dalla parte del bene ma con metodi tutt’altro che condivisibili. Per prepararsi al ruolo, l’attore si sottopose come suo solito ad un addestramento fisico, necessario per poter interpretare personalmente anche molte delle scene più complesse, senza ricorrere dunque a controfigure. La sua interpretazione è stata poi particolarmente apprezzata, ribadendo una volta di più della giusta scelta di Statham per il ruolo. Accanto a lui, nel ruolo dell’agente Elizabeth Falls vi è invece l’attrice Zawe Ashton, nota per aver recitato anche in Animali notturni e Velvet Buzzsaw.

L’attore irlandese Aidan Gillen, divenuto celebre per il ruolo di Petyr Baelish in Il Trono di Spade, interpreta qui il serial killer Blitz. Un ruolo per il quale si è preparato studiando l’attività di molti veri assassini della storia, cercando di acquisire da questi le particolarità di cui poter poi dotare il suo personaggio. Nel film è inoltre presente il premio Oscar Mark Rylance, nei panni dell’ispettore capo Bruce Roberts. Si tratta di un ruolo interpretato ben prima di diventare celebre grazie al film Il ponte delle spie. Luke Evans, noto per aver recitato nella trilogia de Lo Hobbit, dà invece vita al detective Craig Stokes, mentre l’attore David Morrissey è il reporter Harold Dunlop. Paddy Considine, infine, ricopre il ruolo dell’ispettore Porter Nash.

Blitz: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile vedere o rivedere il film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Blitz è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes e Now TV. Per vederlo, in base alla piattaforma scelta, basterà iscriversi o noleggiare il singolo film. Si avrà così modo di poter fruire di questo per una comoda visione casalinga. È bene notare che in caso di solo noleggio, il titolo sarà a disposizione per un determinato limite temporale, entro cui bisognerà effettuare la visione.

Fonte: IMDb

Blitz: il trailer del film di Steve McQueen con Saoirse Ronan

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Blitz: il trailer del film di Steve McQueen con Saoirse Ronan

Apple Original Films ha presentato il primo trailer di Blitz, il film drammatico sulla Seconda Guerra Mondiale del regista premio Oscar e BAFTA Steve McQueen (12 anni schiavo), in cui la quattro volte candidata all’Oscar Saoirse Ronan recita accanto all’esordiente Elliott Heffernan. Il film è in arrivo su Apple TV+ il 22 novembre, dopo essere stato presentato in anteprima come film d’apertura del BFI London Film Festival.

Blitz segue l’epico viaggio di George (Heffernan), un bambino di nove anni nella Londra della Seconda Guerra Mondiale, la cui madre Rita (Ronan) lo manda al sicuro nella campagna inglese. George, sfiduciato e determinato a tornare a casa da sua madre e da suo nonno Gerald (Paul Weller) nell’East London, si imbarca in un’avventura, solo per ritrovarsi in un immenso pericolo, mentre una Rita sconvolta cerca il figlio scomparso.

Con una colonna sonora di Hans Zimmer che potrebbe essere candidata all’Oscar, il trailer vede George attraversare tunnel bui e una metropolitana di Londra allagata mentre la città intorno a lui viene distrutta, con sirene che suonano, un aereo in fiamme che si schianta contro un edificio e colpi di mitragliatrice che illuminano il cielo notturno.

Scritto e diretto da McQueen, noto anche per film come Widows – Eredità criminale, Shame e Hunger, il film ha il potenziale per diventare uno dei principali candidati ai premi dell’anno. Il cast comprende anche Harris Dickinson, Benjamin Clementine, Kathy Burke, Weller, Stephen Graham, Leigh Gill, Mica Ricketts, CJ Beckford, Alex Jennings, Joshua McGuire, Hayley Squires, Erin Kellyman e Sally Messham.

Blithe Spirit: trailer con Dan Stevens e Judi Dench

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Blithe Spirit: trailer con Dan Stevens e Judi Dench

La celebre commedia Blithe Spirit (in italiano Spirito Allegro) del commediografo inglese Noël Coward è stata adattata per il teatro e per il grande schermo tantissime volte in passato. Adesso, Dan Stevens, Judi Dench, Isla Fisher e Leslie Mann fanno parte del cast che compone il nuovo adattamento cinematografico ad opera di Edward Hall che arriverà nelle sale britanniche il 1 maggio.

La storia di Blithe Spirit è quella del celebre romanziere poliziesco Charles (interpretato da Dan Stevens), che sta lottando con un catastrofico blocco dello scrittore ed una stressante scadenza riguardo la sua prima sceneggiatura. La sua seconda moglie Ruth (interpretata da Isla Fisher) sta facendo del suo meglio per mantenere alta la concentrazione del marito, nella speranza di realizzare il suo sogno di andare ad Hollywood.

La disperata ricerca di un’ispirazione porta Charles ad invitare Madame Arcati (interpretata da Judi Dench), una medium recentemente accusata di frode, per tenere una seduta spiritica in casa sua. Arcati, però, rievoca accidentalmente lo spirito della defunta prima moglie di Charles: l’infuocata e gelosa Elvira (interpretata da Leslie Mann), intenta ad uccidere Charles in modo da poter finalmente trascorrere l’eternità insieme.

La sceneggiatura del film è opera di Nick Moorcroft, Meg Leonard e Piers Ashworth. Il regista Edward Hall e Dan Stevens avevano già lavorato insieme nella popolare serie Downton Abbey.

Di seguito il poster ufficiale del film:

Fonte: Empire

Bliss: recensione del film con Salma Hayek e Owen Wilson

Bliss: recensione del film con Salma Hayek e Owen Wilson

Con Bliss, Mike Cahill torna a dirigere un film di fantascienza. Per raccontare la sua intrigata storia si serve di due protagonisti eccezionali: Owen Wilson e Salma Hayek. Il film è un viaggio mentale, fatto di realtà distopiche e personaggi non giovanissimi che si muovono tra due mondi. A vederlo, viene subito da pensare al nuovo Matrix Resurrections che sta riempiendo le sale proprio in questi giorni. Riuscirà il film Amazon Original a reggere il confronto o rimarrà nell’ombra?

Bliss: la trama ingarbugliata

Greg Wittle (Owen Wilson) è un impiegato totalmente perso nei suoi pensieri. Ha da poco divorziato con la moglie, momento non semplice della suo vita che l’ha portato ad assumere psicofarmaci. Greg vive in uno stato di torpore e di distacco dal mondo: si è allontanato dai due figli, Emily e Arthur, e passa le giornate al lavoro a disegnare la casa dei suoi sogni. Quando viene convocato dal suo capo per essere licenziato, ha uno scatto d’ira: spinge il direttore che, cadendo, rimane ucciso.

In preda al panico, Greg nasconde il corpo e si rifugia nel bar sotto l’ufficio. Qui conosce Isabel (Salma Hayek), una zingara che, da testimone oculare dell’assassino, si offre di aiutarlo. Il loro incontro apre a Greg un nuovo mondo: Isabel mette in discussione la veridicità di tutto ciò che li circonda, portando Wittle in uno stato di confusione totale. Cosa è vero e cosa no?

Dramma, fantascienza e sentimentalismi

In apertura, Bliss si presenta come un film drammatico: i toni grigi del setting, l’aspetto dimesso di Wilson esprimono bene la tristezza della condizione in cui vive il personaggio. A poco a poco, quello che inizialmente sembra solo un uomo di mezza età sconsolato, si rivela un depresso patologico, dipendente dai suoi psicofarmaci. Lo spettatore è portato ad adottare il punto di vista di Greg, intorpidito dai medicinali: anche per chi osserva, gli spazi iniziano ad apparire offuscati e i suoni risultano amplificati. Siamo solo ai primi minuti e già la confusione comincia ad invadere la scena. Poi, improvvisamente, Wittle diventa un assassino: il primo colpo di scena spiazzante.

L’omicidio in realtà è solo l’inizio delle peripezie in cui sia il protagonista che il pubblico vengono catapultati. Greg – perfettamente impersonato da Wilson – è confuso, in balia delle azioni, spettatore della sua stessa vita. E noi con lui. Dopo l’incontro con Isabel, dal dramma iniziale si passa in un universo fantascientifico fatto di pietre preziose, poteri magici e ologrammi, in cui la donna fa da guida demiurgica. Tutti questi cambiamenti rendono complicato l’inquadramento del film.

blissBliss vuole lasciarci confusi

Bliss è una continua ricerca di chiarezza e di ordine che sembrano irraggiungibili. Il senso del film sfugge costantemente, tanto che ci si chiede se il regista voglia disorientarci più che farci capire. Ciò che si percepisce è il desiderio da parte di Mike Cahill  di giocare con i tratti tipici della fantascienza. Un esercizio di stile in cui ci sono tutti gli elementi del genere: futuro utopico, gadget tecnologici all’avanguardia, pillole magiche, cervelli surrogati, laboratori scientifici.

Per chi ama il genere, anche nella sua forma più stereotipata, Bliss è una goduria. Se però si analizza il film in maniera più approfondita, si scorgono tanti copia e incolla e poca originalità.

Pillola rossa o pillola blu? Cristalli gialli.

Se Bliss fosse un collage, sarebbe formato da pezzi di Avatar e di Matrix. Siamo nuovamente a cavallo tra due mondi, uno migliore e l’altro peggiore. Il mondo edenico di Avatar qui diventa un paradisiaco luogo costiero dai tratti mediterranei, sorprendentemente simile alla Costiera Amalfitana. Entrare nel mondo di Bliss, della beatitudine, non dà l’idea di fare un salto nel futuro: sembra piuttosto di andare in ferie. La scelta stilistica – in cui la CGI è davvero troppo evidente e grossolana – fa sorridere. E non è l’unica nota divertente: il collegamento tra le due realtà non avviene tramite caschi e elettrodi, ma con un curioso attrezzo che va inserito nel naso. Non si tratta di un tampone, ma di questi tempi il riferimento balza alla mente e stride con il contesto del racconto.

Come se non bastasse, le pillole magiche di Matrix qui diventano cristalli luminosi, gialli e blu che vanno ingeriti per controllare quanto più possibile le realtà di Bliss. Per gli effetti che hanno sui personaggi, i cristalli magici potrebbero benissimo essere pillole, droghe sintetiche o psicofarmaci. Non si comprende bene il loro funzionamento, mentre appare chiara la poca originalità nella scelta della sostanza magica. In conclusione, i cristalli sono un po’ come l’intero Bliss: una nuova forma di un materiale fantascientifico già sfruttatissimo.

Blink Twice, spiegazione del finale: Cosa sta succedendo sull’isola di Channing Tatum?

Il debutto alla regia di Zoë Kravitz, Blink Twice, è un thriller psicologico e un film di vendetta ricco di commenti sociali sugli abusi di potere, i traumi e le violenze sessuali. Kravitz ha iniziato a lavorare alla sceneggiatura con il co-sceneggiatore E.T. Fegenbaum con il titolo provvisorio di Pussy Island nel 2017, proprio mentre il movimento #MeToo diventava virale online e gli uomini potenti di Hollywood venivano denunciati come abusatori. In qualità di regista e co-sceneggiatrice, Kravitz fornisce a una prospettiva unica non solo come donna, ma come persona nata nell’industria dello spettacolo e cresciuta circondata da persone potenti. In Blink Twice la violenza non manca, anche se, attraverso la lente femminile, non è sfruttata o sessualmente gratuita come i suoi predecessori di genere I Spit on Your Grave e The Last House on the Left. Anzi, la violenza è piuttosto catartica e il film si conclude con un finale alla Good For Her che sovverte le aspettative e i pregiudizi su come affrontare un argomento così delicato.

Cosa succede in “Blink Twice”?

Le coinquiline Frida (Naomi Ackie), artista delle unghie, e Jess (Alia Shawkat), aspirante attrice, riescono ad ottenere un lavoro di catering a un gala di raccolta fondi per la società tecnologica del miliardario Slater King (Channing Tatum). Nella scena d’apertura del film, Slater si scusa per un’indiscrezione senza nome, assicurando al pubblico di aver cercato aiuto per il suo comportamento attraverso la terapia e dimettendosi dalla sua posizione di amministratore delegato e isolandosi sulla sua isola privata, in una scena che sembra un déjà vu per chiunque ricordi com’era all’epoca degli insinceri tour di scuse post-MeToo. Frida e Jess indossano abiti coordinati, uno rosso e l’altro blu, forse in omaggio a Matrix, e si intrattengono con i potenti ospiti del gala, avvicinandosi sempre di più al seducente e carismatico Slater King, che alla fine le invita a unirsi a lui per un viaggio sulla sua isola privata.

I due accettano il suo invito e ben presto si ritrovano, insieme a una manciata di altri giovani uomini e donne, a scendere in una tana di coniglio fatta di droga, alcol e dissolutezza edonistica. La squadra di Slater presenta alcuni volti familiari: Haley Joel Osment, Christian Slater, Simon Rex, Geena Davis e Kyle MacLachlan, tutti complici degli abusi di potere che avvengono sull’isola. Le giovani donne, e un giovane uomo, ricevono in dono un profumo che cancella la loro memoria, permettendo a Slater e agli altri uomini di aggredirle e torturarle ripetutamente a loro insaputa. Jess, che ha fatto battute sulla natura cultuale dei vestiti abbinati e della resa del telefono, viene morsa da un serpente una notte e scompare il giorno dopo.

Frida e la collega Sarah (Adria Arjona), che è una concorrente ricorrente di un reality show di sopravvivenza, diventano sospettose di ciò che potrebbe o meno accadere loro e si rimproverano subito di aver accettato l’invito a unirsi a uomini che non conoscono per un viaggio su un’isola remota. Più tardi, Frida si imbatte in uno dei custodi dell’isola, che viene visto uccidere i serpenti intorno alla proprietà e che continua a chiamarla “coniglio rosso”, e beve un sorso da quella che sembra essere una bottiglia di moonshine ma che si rivela essere puro veleno di serpente. Il veleno, che tra l’altro è l’antidoto al profumo che distrugge la mente, permette a Frida di ricordare ciò che è accaduto a lei e agli altri ospiti, compreso l’omicidio di Jess, che è stata uccisa per aver riacquistato la memoria a causa del veleno presente nel suo organismo a causa del morso del serpente. Frida e Sarah si alleano e promettono di continuare a fingere di divertirsi in un calcolato atto di autoconservazione, mentre somministrano segretamente il veleno di serpente alle altre donne, tra cui Stacy (Davis), l’assistente di King, nella speranza che presto riacquistino la memoria e siano in grado di lavorare insieme per trovare una via d’uscita dall’isola.

In Blink Twice, la vendetta è un piatto che va servito al sangue

blink twice naomi ackie adria arjona

A cena, Sarah fa un discorso su come le donne siano spesso messe in competizione l’una con l’altra, mentre dovrebbero sostenersi a vicenda, in quella che sembra essere una rivelazione toccante che avviene in tempo reale. Più tardi, Frida trova una polaroid che la ritrae con i capelli lunghi e le unghie diverse da quelle che porta, con dei conigli rossi dipinti sopra. Mette insieme i pezzi e si rende conto di essere già stata lì e che non è la prima volta che subisce abusi sessuali sull’isola. Ci sono indizi in tutto il film: la conversazione sulla repressione della memoria con Slater (“dimenticare è un dono”), il rossetto rosso che trova nel suo cassetto, la cicatrice sull’occhio sinistro e il dito mignolo mancante di Vic. Questa rivelazione alimenta ulteriormente la rabbia di Frida e la spinge a vendicarsi di Slater.

Una dopo l’altra, le donne iniziano a ricordare ciò che è accaduto loro durante il periodo trascorso sull’isola e si scatena l’inferno. Attaccano i loro abusatori in una sequenza piena di macabra vendetta e violenta catarsi , mentre gli uomini vengono brutalmente uccisi e mutilati dalle donne di cui sono vittime. Lo spettatore non può fare a meno di fare il tifo per loro nei loro atti finali di vendetta e di autonomia reclamata, anche se vengono tutti uccisi nel processo, cementando per sempre il loro status di vittime. Stacy, che rivela di non voler ricordare ciò che è accaduto sull’isola, attacca Frida nella sua stanza.

Dopo che Frida ha ucciso Stacy, Frida e Sarah scappano ed eliminano gli uomini rimasti, mentre Slater si rintana nella sua suite e uccide Camilla (Liz Caribel) mettendole un piede sulla gola mentre giace legata sul pavimento, soffocandola a morte in una potente immagine allegorica dello stivale patriarcale sul collo di una donna. Frida e Sarah si dirigono verso la suite di Slater mentre suona l’inizio di I’m That Girl di Beyoncé, in una dimostrazione di coraggio e cameratismo femminile, pronte a sconfiggerlo una volta per tutte.

Frida prende la giustizia nelle sue mani

Il finale del film è come la manifestazione fisica della frase “se non puoi unirti a loro, battili”, e presenta analogie con i finali di film come Knives Out, The Menu e Poor Things, che sono diventati noti come film che fanno parte del genere Good For Her. Sebbene il movimento Me Too sia partito forte e abbia portato all’eliminazione di diversi uomini potenti che abusavano del loro potere a Hollywood e non solo, la realtà è che molti altri uomini che sono stati denunciati durante questo periodo si sono semplicemente abbassati, hanno chiesto scusa e hanno continuato la loro carriera senza che fosse fatta giustizia per le loro vittime. Slater lo dice anche nel film: si può dire “mi dispiace” solo tante volte prima che le parole comincino a perdere significato. Il finale di Blink Twice esplora questa spiacevole realtà e la capovolge.

Dopo che Frida scopre la verità sull’isola e lotta per uscirne, invece di raccontare alla polizia o ai media quello che le è successo, soprattutto perché tutte le prove sono andate distrutte in un incendio, si fa giustizia da sola. Nei momenti finali del confronto tra lei e Sarah e Slater, sostituisce il liquido della svapata di quest’ultimo con il profumo, cancellando la sua memoria. Nella scena finale, si scopre che Frida è ora sposata con Slater, ha assunto una nuova vita come amministratore delegato miliardario della società di Slater, la King Tech, ed è armata della conoscenza di ciò che lui e gli altri uomini hanno fatto a giovani donne per chissà quanto tempo. Rich (MacLachlan), il “terapeuta” di Slater, è scioccato nello scoprire che la ragazza non solo ricorda chi è lui, ma ricorda anche tutto ciò che le è accaduto sull’isola. Il potere si è spostato a suo favore. Non c’è perdono e l’oblio è, di fatto, un dono.

La fine di Blink Twice è a dir poco inaspettata e sovverte le aspettative su come finiscono di solito questo tipo di situazioni, soprattutto quando si tratta delle esperienze vissute dalle donne in una società patriarcale. Spesso le donne non vengono credute, vengono messe a tacere, viene detto loro che ricordano male o si inventano le cose, o vengono svergognate per farle tacere in situazioni che riguardano l’abuso sessuale e gli impliciti squilibri di potere che persistono nonostante tutti i progressi compiuti nell’ultimo decennio. Il debutto alla regia di Kravitz è una nuova interpretazione del film di vendetta, e ora fa parte del canone di Good For Her per sempre.

Bling Ring: recensione del film di Sofia Coppola

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Bling Ring: recensione del film di Sofia Coppola

Arriva in Italia Bling Ring, ultimo film di Sofia Coppola presentato all’ultimo Festival di Cannes e che si presenta, a tutti gli effetti, come la storia perfetta da far raccontare alla piccola di casa Coppola. La storia nasce da un articolo pubblicato su Vanity Fair in cui si parlava della banda Bling Ring, composta da ragazzine che si introducevano nelle ville delle star di Hollywood per sottrarre denaro e oggetti di valore, principalmente abbigliamento griffato. Tra le celebrità realmente colpite dalla banda c’erano Paris Hilton, Orlando Bloom e Rachel Bilson. Il bottino della banda arriva addirittura a rubare 3 milioni di euro in beni di lusso prima che uno di loro sia incastrato dalle telecamere di sorveglianza.

Dalle interviste ai protagonisti è nato l’articolo, e dall’articolo arriva il film, che si colloca decisamente al di sotto dello standard di Sofia Coppola, quasi nei pressi del sopravvalutato Somewhere. Il ritmo del film è dilatato e gli avvenimenti reiterati all’inverosimile, gli attori tuttavia sono bravi e il vero cuore della storia è manifestare, attraverso i gesti di questi adolescenti, quanto sia vanesio il mondo delle Hills californiane, totalmente definito da ciò che indossi e dal marchio che è impresso sulla tua borsa. Nicki, Sam, Mark, Chloe e Rebecca sono ragazzi che inseguono non il sogno di fama e grandezza, non il successo dato dalla recitazione o dalle luci della ribalta, ma semplicemente lo status, la possibilità di entrare nei locali giusti con le scarpe giuste, il “prestigio” di indossare un Gucci. Si tratta, in poche parole, dell’idolatria verso gli oggetti di lusso, verso  il vacuo apparire per sentirsi parte di un mondo che le persone normali vedono solo in tv, una malattia quasi, che contagia, è un dato certo, anche la gioventù del nostro Paese. Ci auguriamo però che nessun altro giovane si senta così “emarginato” da essere costretto a rubare le mutande di Paris Hilton per sentirsi cool.

Ad interpretare i protagonisti del film ci sono volti noti e meno noti del cinema, su tutti Emma Watson, che interpreta Nicki, ma anche Taissa Farmiga, sorella di Vera, che interpreta Sam, e poi i meno noti Katie Chang (Rebecca), Claire Alys Julien (Chloe), Georgia Rock (Emily) e l’unico maschietto del gruppo Israel Broussard (Marc). Sofia Coppola confeziona un film che racconta l’adolescenza come non l’abbiamo mai vista, forse in modo poco incisivo e attraverso una storia che pur svolgendo chiaramente le sue funzioni di critica sociale si rivela misera per poter occupare un intero lungometraggio, costringendo automaticamente la regista a dilatare gli avvenimenti rischiando di annoiare lo spettatore.

Bling Ring trailer italiano ufficiale

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Bling Ring trailer italiano ufficiale

Bling Ring trailer italiano ufficialeEcco finalmente il trailer italiano ufficiale di Bling Ring, l’ultimo film di Sofia Coppola presentato al Festival di Cannes di quest’anno e che vede protagonista, tra gli altri, Emma Watson.

Bling Ring trailer italiano ufficiale:

Ulteriori info sul film nella nostra scheda:  The Bling RingGuarda tutte le foto ufficiali del film:

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In una Los Angeles tormentata dal successo, un gruppo di adolescenti ci mostra la frenesia criminale ed emozionante delle colline di Hollywood. L’ossessione per la vita delle star porta i ragazzi a rintracciare online gli indirizzi di molte celebrità, tra cui Paris Hiliton, Orlando Bloom e Rachel Bilson, arrivando a sottrarre dalle loro abitazioni circa 3 milioni di euro in beni di lusso.

Interpretano i membri della banda Emma Watson e Israel Broussard, Taissa Farmiga, Claire Julien, Katie Chang. Ma non mancano i VIP come Paris Hilton e Kirsten Dunst nel ruolo di loro stesse.

Bling Ring slitta l’uscita italiana del nuovo film di Sofia Coppola

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E’ stata posticipata di una settimana l’uscita italiana di Bling Ring, il nuovo film di Sofia Coppola. La notizia è stata data dalla Lucky Red, che sulla pagina ufficiale Facebook ha riportato quanto segue:

Notizia importante: dal 17 settembre Sofia Coppola sarà in Italia per presentare il suo nuovo film “Bling Ring”. Per consentire alla regista americana di promuoverlo, la Lucky Red ha deciso di spostare la data di uscita della pellicola al 26 settembre.

La pellicola, dunque, non uscirà più il 19 settembre, ma bensì il 26 dello stesso mese.

Ulteriori info sul film nella nostra scheda:  The Bling RingGuarda tutte le foto ufficiali del film:

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In una Los Angeles tormentata dal successo, un gruppo di adolescenti ci mostra la frenesia criminale ed emozionante delle colline di Hollywood. L’ossessione per la vita delle star porta i ragazzi a rintracciare online gli indirizzi di molte celebrità, tra cui Paris HilitonOrlando Bloom e Rachel Bilson, arrivando a sottrarre dalle loro abitazioni circa 3 milioni di euro in beni di lusso.

Interpretano i membri della banda Emma Watson, Israel BroussardTaissa FarmigaClaire Julien e Katie Chang. Ma non mancano i VIP come Paris Hilton e Kirsten Dunst nel ruolo di loro stesse.

Bling Ring : il poster italiano del film con Emma Watson

Bling Ring : il poster italiano del film con Emma Watson

Ecco il poster italiano di The Bling Ring , l’ultimo film di Sofia Coppola che vede protagonista, tra gli altri, Emma Watson, alle prese con un personaggio un po’ fuori dai canoni per quello che la giovane attrice ci ha fatto vedere fino ad ora nella sua carriera.

Ecco il poster:

bling ring poster

Il film uscirà il prossimo 14 giugno 2013 e prende spunto da un articolo di cronaca apparso nel 2008 su Vanity Fair da titolo The Suspects Wore Louboutins. Nell’articolosi racconta di una banda di ladruncoli che hanno svaligiato diversi appartamenti di noti personaggi dello show business, trai quali anche Paris Hilton, e alcuni dei quali anche nel film. Accanto ad Emma Watson, tra le più note del cast di giovani attori, ci sono anche Taissa FarmigaIsrael BroussardKatie ChangClaire Pfister e Georgia Rock. La pellicola sarà a l Festival di Cannes 2013. La regista del film, Sofia Coppola, ha inoltre un bel rapporto con la Kermesse francese che è alle porte. Sembra quindi probabile che il cast di The Bling Ring possa sfilare sulla prestigiosa croisette il prossimo maggio.

Ulteriori info sul film nella nostra scheda:  The Bling RingGuarda tutte le foto ufficiali del film:

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Trama: Il racconto della vera storia di un gruppo di giovani ragazze, noto con il nome del titolo, che nel corso del 2009 ha rubato milioni di dollari in gioielli a celebrità come Paris Hilton, Orlando Bloom, Rachel Bilson e Lindsay Lohan.

Blindspot: promo e featurette dello show con Jaimie Alexander

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Blindspot: promo e featurette dello show con Jaimie Alexander

Guarda il nuovo promo e la nuova featurette di Blindspot, la nuova serie televisiva con protagonista la bellissima Jaimie Alexander.

 

Blindspot: lungo promo dal NY Comic Con con Jaimie Alexander

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Blindspot: lungo promo dal NY Comic Con con Jaimie Alexander

Arriva dal New York Comic Con 2015, l’inedito nuovo lungo promo di Blindspot, la nuova serie con protagonista Jaimie Alexander, appena confermata per una stagione completa.

Blindspot: la NBC ordina la stagione completa con Jaimie Alexander

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Ottime notizie per Jaimie Alexander e la sua serie Blindspot, infatti il network americano NBC ha diffuso la notizia dell’ordine della stagione completa, promuovendo di fatto la serie.

Lo show sta confermando l’ottimo inizio di 2.7 rating nella fascia d’età compresa da 18-49 anni con 9.6 milioni di spettatori.

BLINDSPOT: PROMO E FEATURETTE DELLO SHOW CON JAIMIE ALEXANDER

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