Book of
Life, film d’animazione prodotto
da Guillermo del Toro e scritto e
diretto da Jorge Gutierrez, si presenta
attraverso una prima concept art che anticipa quello che sarà il
risultato finale del fim.
Il film, che secondo il regista trae
la propria ispirazione dal folklore messicano, sarà ambientato nel
Giorno dei Morti, tipica festività messicana, e racconterà le
disavventure vissute da Manolo, diviso tra i sui sogni d’amore e di
una carriera da musicista ed il triste futuro che i genitori hanno
in serbo per lui.
Come
anticipato Book of
Lifesarà prodotto dal regista,
produttore e sceneggiatore Guillermo del Toro
per Fox Animation e Reel Fx
Animation Studios (FreeBirds) ed annovera nel cast le voci
di Channing Tatum, Zoe
Saldana, Danny
Trejo, Ice
Cube, Christina Applegate
e Diego Luna.
Questo il commento del
regista Jorge Gutierrez:
“Tutti i miei album preferiti,
tutti i miei libri e film preferiti, sono tutte storie personali
che prendono posto in una cultura molto specifica ma che sono
universali. Così voglio raccontare qualcosa successa alla mia
famiglia ma rendendola universale.”
Books of
Lifeè atteso nei cinema il
prossimo 17 ottobre.
Vi proponiamo qui di seguito gli
artwork recentemente pubblicati:
Carol, Diane, Jane, Sharon, 4 donne
alle prese con gli
eterni problemi sentimentali, fanno parte di un book
club. La loro vita scorre piuttosto noiosa fino a quando
la lettura di
Cinquanta Sfumature di Grigio la cambierà
irrimediabilmente. Ispirandosi allo scandaloso romanzo, vivranno
nuovi amori, vecchi ritorni di fiamma, situazioni esilaranti e
sconvenienti.
Con l’uscita in sala, lo scorso
anno, dell’ultimo capitolo della saga cinematografica tratta dalla
trilogia di EL James, pensavamo di aver chiuso il capitolo
Cinquanta sfumature di grigio. Il film di Bill
Holderman invece parte da uno spin-off che potremmo chiamare “Gli
effetti di Cinquanta sfumature sulla gente”.
Book Club, il film
Il libro è però (o per fortuna)
solo il pretesto per mettere in scena un cast di quattro
divine della commedia: Jane Fonda, che già su Netflix
è protagonista di una serie con protagoniste due donne
inossidabili,
Diane Keaton, Candice Bergen e Mary
Steenburgen alle prese con la loro non più giovane età e
la loro non sopita voglia di essere innamorate. Le quattro
protagoniste sono donne indipendenti, acculturate e con una
discreta voglia di vivere, che verrà rivitalizzata dalla lettura
della trilogia di Christian Grey. Nello sviluppo della storia le
quattro dovranno affrontare gli ostacoli che sembrano
bloccarle.
Book Club si
aggiunge ai titoli che ormai Hollywood dedica alle nuove
possibilità della terza età: dopo i due gangster fuori tempo
massimo di Clint Eastwood (corriere per un cartello della
droga in Il Corriere – The Mule) e Robert Redford (rapinatore gentiluomo in
The Old man and the gun), ora abbiamo un gruppo di
donne ultrasessantenni, che, e qui è il tabù abbattuto, parlano
ancora di sesso. A completare il cast di questa commedia leggera e
ottimista, ci sono Don Johnson e Andy Garcia, in un ruolo che conferma una
nuova piega della sua carriera, che lo vede impegnato in ruoli da
maturo seduttore. C’è chi sceglie i film d’azione per la sua
carriera oltre i 50, chi di sedurre Diane Keaton.
Entrambe le scelte sono degne di rispetto. Il film è in sala dal 4
aprile.
Dopo il grandissimo successo di
Book Club – Tutto può succedere, nel giorno
dell’Epifania arriva in prima tv su Sky
l’esilarante sequel della commedia con protagoniste quattro grandi
amiche,
Book Club 2
– Il capitolo successivo,
sabato 6 gennaio alle 21.15 su Sky Cinema Uno, in streaming
su NOW
e disponibile on demand. Su Sky il film sarà
disponibile on demand anche in 4K.
Le strepitose Diane Keaton, Jane Fonda, Candice Bergen e
Mary Steenburgen sempre dirette da Bill
Holderman, tornano con il secondo capitolo dell’amatissima
commedia al femminile; questa volta alle prese con una nuova
avventura ambientata in Italia. La sceneggiatura è firmata da
Bill Holderman e da Erin
Simms.
Il film segue le nostre quattro
migliori amiche preferite nel viaggio tra ragazze che non hanno mai
compiuto, con l’intento di portare il loro club del libro in
Italia. Quando le cose vanno fuori controllo e alcuni segreti
vengono rivelati, la vacanza rilassante si trasforma in
un’avventura attraverso il Paese che capita una volta nella
vita.
Ecco il trailer di Book Club
– tutto può succedere, il nuovo film con Diane
Keaton, Jane Fonda, Candice Bergen, Mary Steenburger, Andy Garcia,
Don Johnson, in arrivo dal 4 aprile al cinema e
distribuito da BIM Distribution.
Carol, Diane, Jane, Sharon, 4 donne
alle prese con gli
eterni problemi sentimentali. La loro vita scorre piuttosto
noiosa fino a quando la lettura di ‘Cinquanta Sfumature di Grigio’
la cambierà irrimediabilmente. Ispirandosi allo scandaloso romanzo,
vivranno nuovi amori, vecchi ritorni di fiamma, situazioni
esilaranti e sconvenienti… Saranno finalmente pronte a entrare nel
nuovo capitolo della loro vita?
Diretto da Bill
Holderman, il film vede nel cast principale Diane
Keaton, Jane Fonda, Candice Bergen, Mary Steenburgen, Don Johnson,
Andy Garcia, Craig T. Nelson, Richard Dreyfuss, Wallace Shawn, Ed
Begley Jr. Scritto da Bill Holderman e
Erin Simms, il film è prodotto da Andrew
Duncan, Alex Saks, Bill Holderman, Erin Simms.
Al 66 di Perrie Street, Carrie,
Samantha, Charlotte e Miranda stanno sorseggiando un vino rosso
mentre guardano una performance sessuale che si sta consumando
nell’appartamento di fronte. Commentano, criticano, analizzano.
Danno persino i voti. Nel 2019, molti anni dopo questa scena di
Sex & The City, quattro donne di terza età
sono intente a fare la stessa cosa, sempre con un calice di rosso,
ma a Santa Monica e davanti al libro più chiacchierato del 2011:
Cinquanta sfumature di grigio di E.L.
James. Sono Vivian, Diane, Sharon e Carol e siamo in
Book Club – Tutto può succedere. Qualche ruga
e acciacco più tardi, le quattro spassose amiche, che sono
letteralmente la versione old delle newyorchesi
sopracitate, portano il loro club del libro, la loro ironia e il
loro filosofeggiare sul sesso per le strade del Bel Paese, fra
rossi, rosé e bianchi. Book Club – Il capitolo
successivo è il sequel
che probabilmente nessuno si aspetta, lo diciamo subito. Perché di
solito, l’operazione sui secondi capitoli molla sempre un po’ la
presa sull’idea avuta all’inizio, e non è detto che il risultato
rimanga piacevole.
Ma per questo film, sempre
diretto da Bill Holderman e scritto a
quattro mani con Erin Simms, il discorso è quasi inverso.
Ci troviamo davanti a un sequel migliore dell’originale, che porta
a un livello superiore il concetto di divertimento, pronto a far
ridere di gusto e desiderare di essere lì, con quelle quattro
stilosissime donne, baciate e abbracciate da un’Italia sì
edulcorata e da cartolina, ma incredibilmente suggestiva e
romantica. Book Club – Il capitolo
successivo arriva al cinema dall’11
maggio distribuito da Universal
Pictures.
Il lockdown ha reso la vita di
Vivian (Jane
Fonda), Diane (Diane
Keaton), Carol (Mary Steenburgen) e
Sharon (Candice Bergen) molto difficile. Costrette
a ritrovarsi tramite webcam, le quattro donne si sono dovute
reinventare mandando avanti nel frattempo il loro club del libro.
In attesa di incontrarsi nuovamente di persona e potersi
riabbracciare. Quando finalmente si rivedono, fra una chiacchiera e
un calice di vino rosso, le quattro decidono che è arrivato il
momento di intraprendere il famoso viaggio in Italia programmato
tantissimi anni prima, trasformandolo in seguito nell’addio al
nubilato di Vivian, che a breve convolerà a nozze con il suo Arthur
(Don Johnson). Le tappe nel Bel Paese saranno tre:
Roma, Venezia e la Toscana. La loro permanenza in Italia sarà piena
di eventi bizzarri, e fra nuovi incontri e vecchie fiamme
ritrovate, le quattro vivranno un’avventura davvero magica.
Ridere del tempo, ridere di se
stesse
Il non prendersi sul
serio delle quattro protagoniste è stato il
leitmotiv del primo capitolo, e continua ad esserlo anche
del secondo, ma caricato all’ennesima potenza. Quattro donne, tutte
sopra i sessant’anni, che riscoprono le bellezze del sesso, del
diletto sotto le lenzuola e delle avventure di coppia era ciò che
aveva reso Book Club – Tutto può succedere, un film tenero
e romantico al punto giusto, pur presentando tutti i cliché della
commedia e avendo quattro figure archetipiche. L’ironia, il senso
di libertà, la voglia di rilanciarsi grazie alle fantasie erotiche
di Christian e Anastasia erano riuscite a oscurare i luoghi comuni
presenti nella storia, mostrandone solo lo spirito
frizzantino, burlesco e vivacissimo.
E così, dopo aver affrontato
situazioni improbabili, amori dal passato e bollori riaccesi, le
quattro amiche sono pronte a intraprendere un nuovo viaggio, alla
volta dell’Italia, il cui addio al nubilato di Vivian funge solo da
pretesto per calare in pentola una serie di esilaranti dinamiche in
cui si troveranno invischiate. Se il primo film poneva al centro
della narrazione la volontà di reinventarsi e non soccombere al
tempo che passa ma anzi, sfruttare quello che resta per viverlo al
meglio, il secondo cerca di mantenere saldi gli obiettivi raggiunti
dalle donne, rafforzando non solo il loro rapporto ma le scelte fin
lì compiute. Book Club – Il capitolo
successivo porge da una parte molto più il fianco al
romanticismo fiabesco, fatto di dichiarazioni d’amore al limite del
diabete e corse in elicottero per raggiungere e baciare il principe
azzurro.
Ma dall’altro si infarcisce
di maggiore sarcasmo, quello presente sulla bocca di chi
riconosce lo scorrere del tempo, ma lo gestisce con humor
intelligente, facendosi persino beffa di lui. L’essere scanzonate,
i continui inside jokes nei dialoghi di Vivian, Carol,
Diane e Sharon, la loro instancabile verve, hanno un solo
obiettivo: sdoganare il concetto che, in
terza età, non si possa godere della propria
esistenza, lussuriosa o amorosa che sia, senza
vergognarsene. Non è mai troppo tardi per viaggiare, spassarsela,
sposarsi e vivere. Perché è solo quando ci si impone dei divieti,
facendo della propria età anagrafica un limite, che si diventa
davvero vecchi. Discorso iniziato nel primo film e che trova la sua
conclusione nel secondo.
Un’Italia da cartolina più
azzeccata che mai
Come accennavamo in apertura,
è un’Italia molto magica a far da cornice alla
storia. Anche se mostrata sempre nella solita versione
standard e patinata: il Colosseo, la Vespa, l’Altare della Patria,
le vie del centro romane indorate dalla luce del sole, poi Piazza
San Marco e la gondola veneziana avvolte dal cielo stellato, fino
al consueto road trip da quadretto verso la Toscana. Non da meno la
colonna sonora, che raccoglie le solite hit nostrane oramai datate,
già riproposte in altri prodotti mainstream il cui sfondo è lo
stivale. Basti pensare a Felicità di Albano che è fra le
canzoni di chiusura.
Eppure, quest’immagine per
l’appunto solita (e americana) che si ha del Bel Paese si scopre
essere azzeccatissima al contesto . È vero, insieme alle
protagoniste anche lo spettatore sembra fare un ennesimo tour del
Bel Paese, ma in questo caso non è un problema. La
fotografia che si ha dell’Italia, con le sue atmosfere da
La dolce vita, si sposa con il tono della
pellicola e il mood delle quattro donne, come se fosse
trasposizione paesaggistica delle loro emozioni. E quindi… calza a
pennello. Almeno questa volta.
Book Club – Il capitolo
successivo è dunque un sequel da guardare senza troppe
pretese. Si ride ai doppi sensi, si ironizza, a volte si storce il
naso, ma non si smette mai di divertirsi. Non vanterà chissà quale
sofisticata o intricata sceneggiatura, ma le poche operazioni sulle
battute che si scambiano le quattro amiche bastano a renderla una
pellicola animata, piena di brio, che vuole intrattenere
totalmente, senza mai far spegnere il sorriso. Perché bisogna
ricordarsi che non sempre c’è bisogno di una grande trama per
rendere piacevole l’esperienza al cinema (e ne abbiamo avuto
conferma con Dungeons & Dragons – L’onore dei ladri o Super Mario Bros. – Il film, per citarne due recenti).
A volte basta che il film possieda un’anima briosa e un maestrante
che sappia valorizzarla. E il gioco è fatto!
Ecco il primo trailer ufficiale di
Book Club – Il Capitolo Successivo, diretto da
Bill Holderman, con
Diane Keaton,
Jane Fonda, Candice Bergen e Mary Steenburgen. Il
film arriverà al cinema l’11 maggio, distribuito da Universal.
L’attesissimo sequel segue le nostre
quattro migliori amiche preferite nel viaggio tra ragazze che non
hanno mai compiuto, con l’intento di portare il loro club del libro
in Italia. Quando le cose vanno fuori controllo e alcuni segreti
vengono rivelati, la vacanza rilassante si trasforma in
un’avventura attraverso il paese che capita una volta nella
vita.
Ecco il primo teaser trailer di
Book Club – Il Capitolo Successivo, diretto da
Bill Holderman, con
Diane Keaton,
Jane Fonda, Candice Bergen e Mary Steenburgen. Il
film arriverà al cinema l’11 maggio, distribuito da Universal.
L’attesissimo sequel segue le nostre
quattro migliori amiche preferite nel viaggio tra ragazze che non
hanno mai compiuto, con l’intento di portare il loro club del libro
in Italia. Quando le cose vanno fuori controllo e alcuni segreti
vengono rivelati, la vacanza rilassante si trasforma in
un’avventura attraverso il paese che capita una volta nella
vita.
Il
regista Rob Savageha
anticipato The Boogeyman 2e cosa vorrebbe vedere in un potenziale
futuro. In una recente intervista
con Discussing
Film, a Savage è stato chiesto di un potenziale
progetto per proseguire la storia con il registaSam
Raimi. Savage ha rivelato che il progetto è
ancora in lavorazione.
“Sì, sono davvero
entusiasta di quello con Sam“, ha detto
Savage. “Quello è stato un lungo viaggio, ma lo stiamo
solo portando in un punto in cui penso che sia quasi pronto per
partire. In realtà ho un paio di progetti con Sam, ce ne sono
un paio che non sono stati ancora annunciati che sono davvero
eccitanti. Adoro lavorare con lui. C’è anche un
adattamento di un cortometraggio che ho fatto io chiamato Salt, che
è un altro tipo di horror demoniaco di cui sono davvero entusiasta
e penso che potrebbe essere uno di quelli che verranno
dopo.
Savage ha anche anticipato che sta
lavorando a un film che chiama “Le colline hanno gli occhi per
la prossima generazione” con i produttori di Barbarian. Il regista ha anche rivelato di
avere una “grande idea per un sequel di
Boogeyman“, cosa che potrebbe accadere se il primo andrà
bene al box office di tutto il mondo! “In realtà sto girando un
film di cui sono davvero fottutamente entusiasta e penso che
potrebbe essere Le colline hanno gli occhi per la prossima
generazione. È un film originale su cui sto lavorando
con gli stessi ragazzi che hanno fatto Barbarian, gli stessi
produttori. E poi abbiamo anche avuto un’ottima idea per un
sequel di Boogeyman di cui tutti sono davvero entusiasti. Non
è quello che ti aspetteresti da un grande sequel di un film in
studio, ma è davvero terrificante. Ne sono davvero
entusiasta. Quindi, se questo film non bombarda, forse
potrebbe essere il prossimo! Anche questo è
all’orizzonte”.
Tutto quello che c’è da sapere su The
Boogeyman
La liceale Sadie Harper e
sua sorella minore Sawyer sono sconvolte dalla recente morte della
madre e non ricevono molto supporto dal padre, Will, un terapista
che sta a sua volta affrontando il proprio dolore. Quando un
paziente disperato si presenta inaspettatamente a casa loro in
cerca di aiuto, lascia dietro di sé una terrificante entità
soprannaturale che va a caccia di famiglie e si nutre della
sofferenza delle sue vittime.
The
Boogeyman è diretto da Rob Savage
(Host),
con una sceneggiatura di Scott Beck & Bryan Woods (A
Quiet Place – Un posto tranquillo) e Mark Heyman (Il cigno
nero), e un soggetto di Scott Beck & Bryan Woods basato sul
racconto di Stephen King. Il film è interpretato da Sophie
Thatcher (Yellowjackets), Chris Messina
(Air – La storia del grande salto), Vivien Lyra
Blair (Obi-Wan Kenobi), Marin Ireland (The Umbrella
Academy), Madison Hu (Bizaardvark), LisaGay Hamilton (Vice – L’uomo
nell’ombra) e David Dastmalchian (Lo strangolatore di
Boston). The Boogeyman è prodotto da Shawn Levy (Stranger
Things), Dan Levine (Arrival) e Dan Cohen (The Adam Project),
mentre John H. Starke (Sicario), Emily Morris (Rosaline), Scott
Beck, Bryan Woods, Ryan Cunningham, Adam Kolbrenner (La guerra di
domani) e Robyn Meisinger sono i produttori esecutivi.
“The Boogeyman è un
classico film dell’orrore sullo stampo di Poltergeist – Demoniache
presenze, che incute paura e fa emozionare allo stesso modo”,
afferma il regista Rob Savage. “Ricordo vividamente il terrore che
ho provato leggendo il racconto di Stephen King da bambino, ed è
proprio questa sensazione di paura tipica dell’infanzia che volevo
suscitare nel pubblico cinematografico di tutto il mondo. Questo
film è stato realizzato in collaborazione con un team creativo di
incredibile talento e interpretato in modo meraviglioso e intenso
dal nostro fantastico cast. Mi hanno tutti davvero incantato. Siamo
incredibilmente orgogliosi di questo film e non vediamo l’ora di
dare a tutti voi un motivo per avere di nuovo paura del buio”.
Si intitola Boo! A Madea
Halloween la nuova commedia scritta, diretta e
interpretata da Tyler Perry. Oggi vi mostriamo il
trailer e il primo poster del film, che vi riporterà alla mente
sicuramente qualcosa di molto noto.
Di seguito il trailer:
In questa nuova avventura, Madea
(Perry) deve affrontare assassini, fantasmi, demoni, streghe e
eventi soprannaturali durante la notte più spaventosa dell’anno,
quella di Halloween.
Di seguito il poster ironicamente
omaggio proprio alla saga che segue le efferate vicende di Michael
Mayers:Nel cast di
Boo! A Madea Halloween oltre a Perry, che
si cimenta nel triplo ruolo di Madae, Joe e Brian, ci sono
anche Bella Thorne, Cassi Davis, Patrice Lovely, Andre
Hall, Yousef Erakat, Lexy Panterra , Diamond White, Liza Koshy,
Brock O’Hurn, Jimmy Tatro, JC Caylen, Kian Lawley e
Mike Tornabene.
Il film arriverà nelle sale americane il
21 ottobre.
Lo speciale documentario
Bono & The Edge A SORT OF HOMECOMING con David
Letterman sarà disponibile su Disney+ in tutto il mondo
venerdì 17 marzo, giorno di San Patrizio. Nello stesso giorno verrà
lanciato l’attesissimo album degli U2 “Songs Of Surrender”, una
raccolta di 40 canzoni essenziali provenienti da tutto il catalogo
della band, ri-registrate e reimmaginate.
Venerdì 17 marzo, inoltre,
Bono & The Edge A SORT OF HOMECOMING con David
Letterman sarà presentato durante l’Ireland Film
Festival all’Anteo Palazzo del Cinema di Milano in occasione della
seconda edizione dell’Ireland Week, un evento diffuso che rende
omaggio alla cultura, alle tradizioni, alla storia e alla
gastronomia irlandesi, che si terrà dal 12 al 19 marzo nel
capoluogo lombardo.
Bono & The Edge A SORT OF
HOMECOMING con David Letterman| Trailer
Ufficiale
Nello speciale documentario,
prodotto da Disney Branded Television, il regista premio Oscar
Morgan Neville ha immortalato Dave Letterman durante la sua prima
visita a Dublino per incontrare Bono e The Edge nel loro luogo
natale, scoprire la città e unirsi ai due musicisti degli U2 per un
concerto mai visto prima.
Realizzato dalla Imagine
Documentaries di Brian Grazer e Ron Howard, dalla Tremolo
Productions di Neville e dalla Worldwide Pants di Dave Letterman,
Bono & The Edge A SORT OF HOMECOMING con David Letterman è
in parte un film-concerto, in parte un’avventura di viaggio con una
grande partecipazione di Bono e The Edge unita all’umorismo di
Dave.
Oltre al concerto in sé, lo
speciale documentario si concentrerà sullo straordinario rapporto
tra Bono e The Edge e su come si sia sviluppato in oltre 45 anni di
amicizia stretta fino a diventare una delle più straordinarie
collaborazioni nella storia del rock ‘n’ roll, oltre a documentare
Dublino attraverso gli occhi di Dave che visita per la prima volta
la città natale di Bono e The Edge.
Letterman, che ha accettato
l’invito dei due membri della band degli U2 a raggiungerli a
Dublino per la sua prima visita in Irlanda, ha un legame con la
band che dura da 25 anni, ma in precedenza aveva frequentato Bono e
The Edge solo negli Stati Uniti. Oltre a essere l’ospite d’onore di
un concerto intimo in un luogo iconico, l’ex edificio
dell’Ambassador Cinema in cima a O’Connell Street, nel Northside di
Dublino, Dave si imbarca nella sua esplorazione della città. Visita
il leggendario punto di balneazione Forty Foot in una gelida
mattina e prende il treno pendolare DART verso nord da Co. Wicklow.
Letterman inoltre ispira una nuova canzone degli U2 scritta da The
Edge e Bono ed evita per un pelo di doversi esibire in un canto al
leggendario pub McDaid’s di Grafton Street con un gruppo
altrettanto leggendario di artisti e musicisti, tra cui Bono, The
Edge, Glen Hansard, Markéta Irglová, Imelda May, Loah, Saint
Sister, Grian Chatten dei Fontaines D.C. e Dermot Kennedy, la cui
voce Bono descrive come un “boom sonico”.
Il nuovo album degli U2 intitolato
“Songs Of Surrender” – una raccolta di 40 canzoni
essenziali provenienti da tutto il catalogo della band,
ri-registrate e reimmaginate per il 2023 nel corso di sessioni che
hanno abbracciato gli ultimi due anni – sarà pubblicato
integralmente venerdì 17 marzo. Il primo brano reso disponibile da
questa nuova serie di registrazioni è l’inno
“Pride (In The Name Of Love)“, che è possibile
ascoltare
qui. “Songs Of Surrender” è curato e
prodotto da The Edge e vede la band rivisitare alcune
delle canzoni più celebri della sua ultraquarantennale carriera,
tra cui “With Or Without You“,
“One“, “Beautiful Day“,
“Sunday Bloody Sunday” e
“Invisible“, per una reimmaginazione musicale che
si traduce in una registrazione completamente nuova di ogni brano,
che include gli arrangiamenti e, in alcuni casi, nuovi testi.
Bono & The Edge A SORT
OF HOMECOMING con David Letterman è prodotto da
Imagine Documentaries, Tremolo Productions e Dave Letterman’s
Worldwide Pants. Per Imagine Documentaries, Brian Grazer, Ron
Howard, Sara Bernstein e Justin Wilkes sono produttori esecutivi;
Séamus Murphy-Mitchell è produttore; Meredith Kaulfers e Mike
Sweeney sono co-produttori esecutivi. Per Tremolo, Morgan Neville è
regista e produttore e Caitrin Rogers è produttore esecutivo. Per
Worldwide Pants, Tom Keaney è produttore esecutivo e Mary Barclay è
co-produttrice esecutiva. Per Disney Branded Television, Marc Buhaj
è vice President, Unscripted and Nonfiction, e Marjon Javadi è vice
President, Documentary Films and Docuseries.
U2
Bono, The Edge, Adam Clayton e
Larry Mullen Jr. si sono incontrati da adolescenti alla Mount
Temple School di Dublino e nel 1978 hanno dato vita agli U2. Fin
dall’inizio, gli U2 si sono distinti per la loro grinta e
ambizione, formando una band – come hanno detto – “prima di saper
suonare”.
Quarant’anni dopo, gli U2 sono
riconosciuti come uno dei più grandi gruppi live del mondo. La band
ha fatto innumerevoli tour in tutto il mondo, ha pubblicato 14
album in studio, ha venduto oltre 170 milioni di dischi e ha vinto
numerosi premi, tra cui 22 Grammy e il premio Ambassador of
Conscience di Amnesty International. Gli U2 sono stati inseriti
nella Rock and Roll Hall of Fame nel 2005 e sono stati nominati due
volte all’Oscar per la migliore canzone originale: nel 2003 per
“The Hands That Built America” per Gangs of New York e nel
2014 per “Ordinary Love” per Mandela – La lunga strada verso la
libertà.
Il quattordicesimo album in studio
degli U2, “Songs Of Experience” – che accompagna “Songs Of
Innocence” del 2014 – è stato pubblicato nel dicembre 2017
debuttando al primo posto della Billboard 200, facendo degli U2
l’unica band nella storia ad aver raggiunto la vetta della
classifica in quattro decenni consecutivi.
Nel 2018, gli U2 sono stati
impegnati nell’eXPERIENCE + iNNOCENCE Tour, una produzione nelle
arene che ha visto la band continuare a spingersi oltre i confini
creativi della tecnologia e dell’ingegneria. L’acclamato tour negli
stadi del 2017 con The Joshua Tree Tour (il tour da record che
celebra il fondamentale album del 1987 “The Joshua Tree”) ha
condotto gli U2 in Nuova Zelanda, Australia e Giappone, oltre a
portare per la prima volta “la più grande band del mondo” (The
Guardian) a Singapore, Seoul, Manila e Mumbai. Nel novembre 2019,
la band ha pubblicato un brano in collaborazione con A.R. Rahman
intitolato “Ahimsa”, eseguito dal vivo al D.Y. Patil Stadium di
Mumbai. Nel 2020, SiriusXM e gli U2 annunciano il lancio di U2
X-Radio, un’immersione completa nel lavoro e nelle influenze della
band dal Northside di Dublino, tutto curato dagli U2. Nel maggio
2021, Bono e The Edge hanno collaborato con il DJ olandese Martin
Garrix per creare il brano “We Are The People”, inno ufficiale del
torneo europeo di calcio UEFA 2020.
Songs Of Surrender – una
raccolta di 40 canzoni essenziali degli U2 provenienti da tutto il
catalogo della band, ri-registrate e reimmaginate per il 2023 nel
corso di sessioni che hanno abbracciato gli ultimi due anni – sarà
pubblicata integralmente venerdì 17 marzo.
L’operatore Arthur Loveday ha postato
sul suo Vimeo un video promozionale dei lavori a cui ha partecipato
e parteciperà nella stagione cinematografica 2011/2012.
Il regista di Limitless, Neil Burger,
si occuperà di riportare sullo schermo le avventure di Bonnie e
Clyde, già portato al cinema dal magnifico film di Arthur Penn nel
1967.
È il regista del momento. Con il
suo nuovo film, Parasite, Bong Joon-ho ha
conquistato prima il Festival di Cannes, ed ora Hollywood,
ponendosi all’attenzione di un pubblico mondiale. Osannato come uno
dei più interessanti registi oggi in attività, il coreano ha saputo
sfruttare le attenzioni ricevute trasmettendo importanti messaggi
tramite i suoi film, dalle problematiche ambientali alla lotta di
classe.
Ecco 10 cose che non sai di
Bong Joon-ho.
Bong Joon-ho: i suoi film
1. Ha scritto e diretto
celebri film coreani. Dopo aver esordito al cinema nel
2000 con il film Peullandaseu-ui gae, il regista si impone
all’attenzione della critica internazionale nel 2003 con
Memories of Murder. Nel 2006 dirige il monster movie
The Host, che gli permette di guadagnare ulteriore
popolarità. Torna in seguito al cinema nel 2009 con Madre,
mentre nel 2013 compie il suo debutto in lingua inglese con il film
Snowpiercer,
interpretato da attori come Chris Evans
e Tilda Swinton. Nel 2017 presenta in
concorso a Cannes il film Okja,
seconda opera in lingua inglese e distribuita su Netflix. Il 2019 è invece l’anno della consacrazione,
vincendo la Palma d’Oro e Cannes con il film Parasite,
che segna il ritorno in corea. Il film otterrà poi 6 nomination ai
premi Oscar. Bong è inoltre l’autore delle sceneggiature di tutti i
suoi film.
2. Ha prodotto una serie
TV. Oltre ad aver prodotto i suoi film Okja e
Parasite, il regista coreano ha ricoperto il ruolo di
produttore esecutivo per la serie TV americana
Snowpiercer, prevista per il 2020 e basata sul suo omonimo
film. Tra gli interpreti di questa si annovera l’attrice premio
Oscar Jennifer
Connelly.
Bong Joon-ho dirige The Host
3. Ha personalmente ideato
i movimenti delle creature. Nel film The Host, il
rilascio di sostanze tossiche nel mare dà origine ad alcune
mostruose creature di considerevoli dimensioni. Presenti in modo
preponderante nel film, tali creature sono state studiate sin nei
minimi dettagli dal regista, il quale ne ha ideato e disegnato
personalmente i tratti e i movimenti. Bong ha comparato tale lavoro
a quello della direzione degli attori.
4. È tra i film dal maggior
incasso in Corea del Sud. Tale film si è imposto come un
vero successo economico, avendo venduto oltre 13 milioni di
biglietti. Ciò gli ha permesso di decretare un vero e proprio
record, permettendo di stabilire che più del 20% della popolazione
era andato a vedere il film al cinema.
Bong Joon-ho: il film Madre
5. Ha ideato il film
appositamente per l’attrice protagonista. Dopo aver
incontrato l’attrice coreana Hye-ja Kim, il
regista decise di scrivere un film appositamente per lei. Durante
la scrittura della sceneggiatura Bong incontrava frequentemente
l’attrice per essere sicuro di star scrivendo qualcosa di adatto
alle sue potenzialità. Nel 2009 ha infine realizzato il film,
Madre, basato su di un’anziana donna che cerca di provare
l’innocenza del figlio riguardo un terribile delitto.
Bong Joon-ho su Netflix
6. Ha realizzato una
produzione Netflix. Nel 2017 il regista realizza il film
Okja, ambientato tra la Corea del Sud e gli Stati Uniti. Il film,
con protagonista attori come Tilda Swinton, Paul Dano,
Jake
Gyllenhaal e Lily Collins è una
co-produzione originale Netflix, che ha in seguito distribuito la
pellicola sulla propria piattaforma il 28 giugno del 2017.
7. Okja ha dato vita a
numerose polemiche. Presentato in concorso al Festival di
Cannes 2017, il film ha fatto discutere per la sua ambizione a
partecipare ad un concorso cinematografico senza disporre di una
canonica distribuzione nelle sale. Nell’ampio dibattito che ne è
seguito, il regista coreano ha difeso la sua scelta di realizzare
un film con Netflix poiché questi gli hanno concesso una libertà
creativa che non avrebbe ottenuto altrove.
Bong Joon-ho e Parasite
8. Ha omaggiato
Hitchcock. In Parasite, nuovo acclamato film del
regista, numerosi sono gli omaggi e i riferimenti al cinema di
Alfred Hitchcock. Tra questi si annovera la
ricorrente presenza delle scale, usate in modo per lo più
drammaturgico, e il tema del voyeurismo, con oltre 14 momenti di
personaggi che guardano diverse scene da dietro una finestra. Nella
casa in cui si ambientano la maggior parte delle riprese è inoltre
possibile notare una collezione di opere di Hitchcock.
9. Ha scelto con cura il
lavoro del protagonista. Il giovane Kim Ki-woo,
protagonista del film, svolge all’interno della storia il lavoro di
tutor casalingo. Il regista ha dichiarato di aver scelto questa
precaria occupazione poiché è l’unica che permette a due famiglie
appartenenti ad estremi opposti della società di entrare in
contatto in modo convincente.
10. È il film che lo ha
consacrato. Dopo aver vinto la Palma d’Oro al Festival di
Cannes, la prima per un film coreano, Parasite ha
intrapreso il proprio viaggio alla conquista dei maggiori premi
cinematografici mondiali. Il film ha infatti permesso al suo
regista di venir riconosciuto e apprezzato in tutto il mondo,
ottenendo anche una nomination come miglior regista ai premi Oscar,
insieme ad altre cinque nomination ottenute dal film.
Bong Joon-ho,
l’acclamato regista di Parasite,
è pronto a tuffarsi nel suo prossimo progetto cinematografico,
dedicandosi per la prima volta alla realizzazione di un film
d’animazione.
Come riportato da
Deadline, il regista, sceneggiatore e produttore sudcoreano
lavorerà ad un film d’animazione, un’avventura dedicata agli umani
e alla creature degli abissi. Il regista si sta dedicando al
progetto dal lontano 2018 e ha terminato la sceneggiatura lo scorso
gennaio. Lo studio d’animazione coreano 4th Creative Party,
specializzato anche in effetti visivi, contribuirà alla
realizzazione del film.
La fonte riporta inoltre che il
regista è anche al lavoro sulla sceneggiatura di un film in lingua
inglese, che dovrebbe essere prodotto prima del progetto animato.
Ricordiamo, inoltre, che Bon Jooon-ho figurerà
come produttore esecutivo dell’annunciata serie HBO basata su
Parasite,
alla quale sta attualmente lavorando Adam McKay(La grande
scommessa, Vice –
L’uomo nell’ombra).
In seguito all’enorme successo di
Parasite,
vincitore di quattro premi Oscar 2020 (incluso miglior film e
miglior regia), l’industria di Hollywood attende con un certo
fervore la prossima fatica di Bon Jooon-ho.
Ricordiamo che quest’anno il regista figurerà come Presidente di
giura della 78esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di
Venezia, in programma dall’1 all’11 settembre 2021.
Bong
Joon-ho, pluripremiato regista e premio Oscar nel 2020
si aggiunge alla carrellata di ospiti del 21° Florence
Korea Film Fest, il più importante festival italiano
dedicato al meglio della cinematografia sudcoreana
contemporanea, che porterà anche quest’anno film,
documentari e star del cinema a Firenze dal 30 marzo al 7
aprile al cinema La Compagnia e on line sulle piattaforme
Più Compagnia e MyMovies.
La manifestazione ideata e diretta
da Riccardo Gelli dell’associazione Taegukgi è organizzata con il
supporto di Fondazione Sistema Toscana, Regione Toscana, Città
Metropolitana di Firenze, Comune di Firenze, KOFIC – Korean Film
Council e Ambasciata della Repubblica della Corea e Istituito
cultura della Corea.
Bong
Joon-ho torna a Firenze – dove era stato già ospite al
festival nel 2011, quando fu insignito del premio del festival e
omaggiato con una retrospettiva dei suoi film – da Premio Oscar
per un’esclusiva masterclass dal titolo
“Geometrie dello Sguardo” (giovedì 6 aprile, ore
15 al cinema La Compagnia) sul suo cinema e il suo poliedrico
percorso artistico. Tra i suoi lavori campioni d’incasso
ricordiamo The Host (2006), tra i film più visti
in Corea del Sud; Mother (2009) e Memories
of Murder (2003) fino al successo mondiale di
Parasite, film vincitore dell’Oscar nel
2020.
“Siamo felici – ha spiegato
Gelli – di ospitare nuovamente Bong Joon-ho a Firenze, uno dei
registi più apprezzati nel panorama cinematografico non solo
sudcoreano, ma – dopo la vittoria agli Oscar – anche mondiale. Con
il suo percorso artistico variegato il regista rappresenta
l’esplosione del nuovo cinema coreano, un mercato in continua
evoluzione”.
Il regista premio Oscar si aggiunge
agli ospiti già annunciati come l’attore Park
Hae-il e le registe Yim Soon-rye e Jung Joo-ri
(July Jung), oltre ai registi Kim Han-min e Choi Kook-hee,
che compongono il parterre delle star che saranno presenti a
Firenze per questa edizione.
Apertura e
chiusura
Il festival presenterà un programma
variegato e ricco di film: a inaugurarlo la prima italiana
di “Hansan: Rising Dragon”, un kolossal bellico diretto da
Kim Han-min, che sarà presente in sala, sulla
storica battaglia dell’isola di Hansan, secondo della trilogia di
Kim sulle battaglie guidate da Yi Sun-sin, iniziata con il film del
2014 “The Admiral: Roaring Currents”. Tra gli interpreti,
anche l’ospite speciale di questa edizione Park Hae-il,
nei panni dell’ammiraglio Joseon Yi Sun-sin. A chiudere la
rassegna venerdì 7 aprile “Life is
beautiful” un road movie musicale diretto Choi Kook-hee,
ospite in sala, sulla storia di Oh Se Yeon (Yum Jung-ah), che fa
una strana richiesta al marito come regalo di compleanno: ritrovare
il suo primo amore dei tempi della scuola. Suo marito Kang Jin-bong
(Ryu Seung-ryong) si unisce a malincuore a lei in questo viaggio
pieno di vita e di musica.
Sono inoltre confermate le storiche
sezioni: Orizzonti Coreani, con i migliori film in patria
del 2022; Independent Korea, una vetrina del cinema
indipendente che ospiterà i lavori di giovani registi e
autori emergenti. Novità dell’edizione 2023 il focus sulle
registe sud-coreane K-Woman. In programma anche le sezioni
“Corti, Corti!”.
Sponsor:
Asiana Airlines, Conad, Hotel Helvetia & Bristol, Hotel Savoy,
Hotel Baglioni, Marvis, Antica Torre di Via Tornabuoni 1, Grand
Hotel Mediterraneo, Hyundai- Brandini, PAC Prodotti Alimentari
Coreani, Hite Jinro, Samyang, Ristorante Coreano Gangnam, Trattoria
Dall’Oste, Ristorante Boccanegra, Ristorante Acqua al 2, Hotel
Santa Maria Novella.
Con il
supporto: KOFIC Korean Film Council, Istituto
Culturale Coreano di Roma, Ambasciata della Repubblica di Corea,
Consolato Onorario della Repubblica di Corea in Toscana, Regione
Toscana, Città Metropolitana di Firenze, Comune di
Firenze.
Bong
Joon-ho, regista di Snowpiercer,
torna a lavoro con Okja, il suo nuovo
film con protagonisti Tilda Swinton, che torna a lavorare
con lui dopo il successo del film distopico del 2013, Jake
Gyllenhaal e Paul Dano. Le riprese del
film sono cominciate in questi giorni.
La storia racconta di una giovane
ragazza che cerca di salvare il suo migliore amico, un enorme
animale, dalle grinfie di una potente multinazionale.
In un comunicato ufficiale il
regista afferma: “Con Okja voglio mostrare la bellezza che può
esistere tra animali e uomini, ma anche l’orrore”.
Completano il cast di
OkjaDevon Bostick, Lily Collins,
Byun Heebong, Shirley Henderson, Daniel Henshall, Je
Moon, Choi Wooshik e Steven Yeun. A
produrre il film Bong con Brad
Pitt, Dede Gardner, Jeremy Kleiner, Lewis Taewan Kim, Doohoo
Choi e Woo-sik Seo.
Okja avrà
una distribuzione limitata in sala e sarà disponibile su Netflix a partire dal 2017.
Il regista coreano Bong Joon
Ho tornerà sulla Croisette, dopo il trionfo di Parasite
nel 2019, l’ultima Palma d’oro fino ad oggi e la prima nella storia
del cinema coreano. Il regista sarà uno degli ospiti speciali della
Cerimonia di Apertura il 6 luglio e presenterà un eccezionale
“Rendez-vous con…” il giorno successivo al Teatro Buñuel
del Palais des Festivals.
Tra le altre sorprese in serbo alla
cerimonia di apertura, il regista di Memories of
Murder e Mother dichiarerà aperto il
74esimo Festival di Cannes. Due anni dopo la
proiezione di Parasite in Concorso al Grand
Théâtre Lumière, Bong Joon Ho torna a Cannes,
luogo che con la Palma d’Oro ha inaugurato il successo del film,
culminato durante la notte degli Oscar.
Figura di spicco del mondo del
cinema asiatico e grande amico del Festival di Cannes, Bong
Joon Ho parlerà con il pubblico di ciò che lo ha
influenzato, della sua passione per il cinema e della sua pratica
artistica.
Guada la featurette sull’Halloween
Crossover di Bones/Sleepy Hollow,
l’episodio che andrà in onda sul network americano della FOX e che
rappresenterà un’inedito per la televisione americana:
Il primo trailer italiano di
Bones and
All il film di Luca Guadagnino, vincitore del Leone
d’argento alla regia e del Premio Marcello Mastroianni per la
migliore attrice emergente a Taylor Russell alla 79. Mostra
Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Il film è diretto
da Luca Guadagnino e scritto da David Kajganich,
che ha collaborato con il regista in Suspiria e A
Bigger Splash, è un adattamento del romanzo di Camille
DeAngelis “Bones & All” (“Fino all’osso”), edito in Italia da
Panini Books. Nel cast Taylor Russell, Timothée
Chalamet, Michael Stuhlbarg, André Holland,
Chloë Sevigny, David Gordon-Green, Jessica Harper, Jake
Horowitz e Mark Rylance.
Un film prodotto dalla Frenesy Film Company e Per Capita
Productions con The Apartment Pictures – società del gruppo
Fremantle, Memo Films, 3 Marys Entertainment, Elafilm e
Tenderstories. In co-produzione con Vision Distribution in
collaborazione con SKY.
Prodotto da Luca
Guadagnino, Theresa Park, Marco Morabito, Dave Kajganich, Francesco
Melzi d’Eril, Lorenzo Mieli, Gabriele Moratti, Peter
Spears e Timothée
Chalamet. I produttori esecutivi del film sono
Giovanni Corrado, Raffaella Viscardi, Marco Colombo e Moreno Zani.
I finanziatori del film sono le società italiane The Apartment
Pictures (società del gruppo Fremantle), 3 Marys Entertainment,
Memo Films, Tenderstories, Elafilm, Wise Pictures, Excelsa, Serfis
e Piace. Vision Distribution distribuirà il film
in Italia mentre MGM ha acquisito i diritti per la distribuzione
internazionale.
Ecco la prima foto ufficiale di
Bones and All, il nuovo film di Luca
Guadagnino che torna a dirigere Timothée Chalamet dopo Chiamami col tuo nome. Con il giovane attore,
nella foto, la sua collega e compagna di set Taylor
Russell.
La prima foto di Bones and All con
Timothée Chalamet
Il
primo film che Luca Guadagnino gira in
America, un teen d’autore, tratto dal libro di Camille DeAngelis e
scritto da David Kajganich (“Suspiria”, “A Bigger Splash”), vedrà
protagonisti Timothée Chalamet (che
torna a lavorare con Guadagnino dopo il successo di “Call me by
your name”), Taylor Russell, Mark Rylance, André
Holland, Jessica Harper, Michael Stuhlbarg, David
Gordon-Green, Francesca Scorsese e Chloë
Sevigny.
Una
produzione Frenesy Film Company e Per Capita
Productions. Prodotto, tra gli altri,
da Luca Guadagnino e Marco
Morabito per Frenesy Film
Company, Lorenzo Mieli per The
Apartment Pictures, del
gruppo Fremantle, Francesco Melzi
d’Eril e Gabriele
Moratti per Memo. I
produttori esecutivi sono Giovanni Corrado e Raffaella
Viscardi.
A quattro anni da
Suspiria,Luca Guadagnino torna nel
Concorso veneziano con Bones and All. Anche
questa volta il regista palermitano si confronta con un testo
preesistente, il romanzo omonimo di Camille
Deangelis e sceglie di tornare a lavorare con Timothée Chalamet, che lui stesso aveva
lanciato nell’Olimpo di Hollywood con Chiamami col tuo nome. Accanto a lui, la
folgorante Taylor Russel.
Bones and All, la trama
Maren è una ragazza con
un segreto. Ha difficoltà a farsi spazio in un mondo che non riesce
ad accogliere la sua particolarità, è sola e senza meta, fino a
quando non incontra Lee, un ragazzo come lei, solitario e insolito.
Con lui Maren troverà una casa e cercherà di capire chi è,
affrontando la cattiveria del mondo con la paura e la purezza che
ha solo l’adolescenza.
Luca
Guadagnino ama raccontare i giovani e l’idea di un
coming of age narrato con la sua sensibilità sembra quanto
di più canonico possa esserci nella sua filmografia. Bones and All
è un felice incontro tra le immagini sanguinolente di
Suspiria e il racconto di formazione sentimentale
di Chiamami col tuo nome, tutto raccontato on the
road, a bordo di un furgone che potrebbe fermarsi da un momento
all’altro ma che è tutto ciò di cui hanno bisogno le due anime
perse che ci sono dentro.
Cercare il proprio spazio
Attraverso pericoli e
insidie, Maren e Lee sgomitano per trovare il loro spazio. Lei in
particolare cerca la sua radice, l’origine del suo male, l’evento
scatenante a cui attribuire quella diversità così disturbante e
invalidante che solo nel confronto con Lee sembra diventare
sopportabile. Chalamet e Russel sono il cuore pulsante della
storia, ma chi veramente rimane impresso negli incubi dello
spettatore è il personaggio interpretato magistralmente da
Mark Rylance, Sully. Un orco cattivo, o forse
un’altra solitudine in cerca di conforto che però non rientra nel
cerchio magico di Maren e Lee, non senza un’imposizione che spezza
l’alchimia trai due giovani.
Guadagnino riesce a
trovare un equilibrio perfetto tra la bellezza dei paesaggi
americani, le proporzioni eleganti delle sue inquadrature, la
bellezza un po’ stropicciata dei suoi protagonisti e la cattiveria,
la bruttezza del mondo, tanto che in alcuni ritratti il regista
sembra omaggiare un immaginario à la Garth Ennis,
con la sua umanità rifiutata e emarginata.
Trovarsi, riconoscersi, contenersi
Fuor di metafora,
Bones and All racconta anche il riconoscersi
di due anime perse, il ritrovarsi e l’amarsi nonostante tutto,
perché ci si riconosce dentro l’altro e se ne capiscono le ragioni,
anche di fronte a contingenze terribili e confessioni indicibili.
Amarsi “fino all’osso” e accettare tutto, abbracciandolo e
facendoci i conti, sempre.
Peccato però per la
colonna sonora del film, che nei lavori di Luca
Guadagnino è sempre molto ispirata e che qui appare un po’
troppo pigra, soprattutto per quello che riguarda i pezzi
originali, rispetto a quanto realizzato in precedenza, soprattutto
con
Suspiria.
Bones and All è un coming of age che
emoziona profondamente, accoglie e coccola, nonostante immagini
violente e disturbanti, ma che si prende anche la responsabilità di
raccontare una dura verità: è difficile abbracciare e capire a
fondo la diversità, e probabilmente solo tra simili esiste la
comprensione autentica e totale.
Oggi sarà il grande giorno di
Bones and
All di Luca Guadagnino che verrà presentato in
concorso alla
79esima Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia. Il
regista italiano candidato all’Oscar sarà accompagnato dai suoi
protagonisti
Timothée Chalamet, Taylor Russell, Mark Rylance, André Holland,
Jessica Harper, Michael Stuhlbarg, David Gordon-Green, Francesca
Scorsese, Chloe Sevigny.
Bones and
All è prodotto da Frenesy Film Company (Luca
Guadagnino), Per Capita Productions (Theresa Park), The Apartment
Pictures (Lorenzo Mieli), MeMo Films (Francesco Melzi d’Eril,
Gabriele Moratti), 3MARYS (Giovanni Corrado, Raffaella Viscardi),
Dave Kajganich, Marco Morabito, Peter Spears.
La trama di Bones and
All
Il primo amore sboccia tra Maren,
una ragazza che sta imparando a sopravvivere ai margini della
società, e Lee, un vagabondo dai sentimenti profondi. I due si
incontrano e intraprendono un’odissea lunga mille miglia che li
porterà attraverso le strade secondarie, i passaggi segreti e le
botole dell’America di Ronald Reagan. A dispetto degli sforzi
profusi, tutte le strade riconducono al loro terrificante passato e
a un’ultima battaglia che determinerà se il loro amore potrà
sopravvivere alla loro alterità.
Il commento del regista
C’è qualcosa nei diseredati, in
coloro che vivono ai margini della società che mi attira e
commuove. Amo questi personaggi. Il cuore del film batte
teneramente e affettuosamente nei loro confronti. Mi interessano i
loro viaggi emotivi. Voglio vedere dove si aprono le possibilità
per loro, intrappolati come sono nelle impossibilità cheC’è
qualcosa nei diseredati, in coloro che vivono ai margini della
società che mi attira e commuove. Amo questi personaggi. Il cuore
del film batte teneramente e affettuosamente nei loro confronti. Mi
interessano i loro viaggi emotivi. Voglio vedere dove si aprono le
possibilità per loro, intrappolati come sono nelle impossibilità
che devono fronteggiare. Vedo questo film come una meditazione su
chi siamo e come possiamo superare quello che sentiamo, soprattutto
se si tratta di qualcosa che non riusciamo a controllare. Infine, e
soprattutto, quando riusciremo a ritrovarci nello sguardo
dell’altro?devono fronteggiare. Vedo questo film come una
meditazione su chi siamo e come possiamo superare quello che
sentiamo, soprattutto se si tratta di qualcosa che non riusciamo a
controllare. Infine, e soprattutto, quando riusciremo a ritrovarci
nello sguardo dell’altro?
Bones and All di Luca
Guadagnino si presenta come la storia di due ragazzi
cannibali, ma il suo vero significato è molto più profondo. Il film
segue il viaggio di Maren (Taylor
Russell) e Lee (Timothée
Chalamet) negli Stati Uniti dell’era reaganiana, il
loro legame romantico e il percorso di crescita e scoperta di sè
che passa anche attraverso l’orrore che condividono: la loro natura
di cannibali.
Bones & All è una storia d’amore,
non una storia di cannibali
I protagonisti di
Bones and All saranno anche dei cannibali, ma
la loro storia è soprattutto una storia d’amore. Con
Chiamami col tuo nome, Guadagnino
ha adottato un approccio più diretto, raccontando quella che
potrebbe essere una storia d’amore controversa ma di facile
comprensione; questa volta, il regista si serve della metafora del
cannibalismo per rappresentare qualcosa che la società disprezza e
in modo che il pubblico possa capire che i due protagonisti sono
diversi da tutti gli altri. Infatti, la maggior parte delle persone
faticherebbe a empatizzare con una storia di cannibalismo, ma il
sentirsi diversi dagli altri è un qualcosa che ci accomuna molto
più facilmente. Questo è il cuore pulsante del film: non il
cannibalismo di Maren e Lee, ma
il fatto che si amano perché riescono a vedersi per quello che
sono. È anche il motivo per cui il finale lascerà molti con il
cuore spezzato, perché il fatto che Maren perda
Lee cibandosene come testimonianza assoluta del
loro amore reciproco è un’immagine estremamente potente quando si
capisce cosa alimenta questo amore.
Cosa significa davvero mangiare
qualcuno in “Bones & All”
Il concetto di
mangiare qualcuno “fino all’osso” viene introdotto nel film da
Jake, uno dei tanti personaggi cannibali di Bones and All. Michael
Stuhlbarg fa un lavoro fenomenale nell’interpretare
Jake in questa scena, creando un’atmosfera
estremamente inquietante: descrive a Maren e
Lee che Brad (David
Gordon Green) – con cui sembra avere una relazione
romantica – in origine non era un eater, ma è Jake
che lo ha convertito. In seguito, dice a Maren e
Lee che, nel momento in cui mangeranno qualcuno
fino all’ossa, la potenza di questo atto cannibale cambierà per
sempre la loro vita. Questo fa pensare che mangiare qualcuno in
quel modo faccia parte della crescita, ma la dicitura fino all’osso
potrebbe anche avere un significato nell’economia della storia
d’amore tracciata nel film.
Nel corso di Bones and All, Maren e
Lee si nascondono da tutti coloro che non sono
cannibali. Prima di incontrare Lee,
Maren si imbatte in Sully, la cui
attrazione per Maren viene confermata alla fine del film. Tuttavia,
Maren non ricambia mai i sentimenti che Sully prova per lei. Al
contrario, è estremamente cauta con lui. D’altro canto, però, si
apre completamente a Lee e non ha nulla da nascondergli. Ecco
perché la prima volta che Maren mangia qualcuno “fino all’osso” è
alla fine del film, quando decide di mangiare Lee. “Bones and all”
suona molto simile all’espressione “warts and all“, che si
riferisce a tutte le qualità di una persona, comprese quelle
negative. Ciò significa che, in un contesto romantico, mangiare
qualcuno “fino all’osso” potrebbe riferirsi alla condivisione
dell’amore con qualcuno che ci accetta completamente per quello che
siamo, proprio come Maren e
Lee.
Il road trip di Bones & All ha a
che fare con la propria casa e identità
Il road trip di
Bones and All inizia come il viaggio di
Maren alla ricerca di sua madre; tuttavia, questo
raggiunge un epilogo insperato quando la madre tenta di ucciderla.
Inoltre, l’avventura di Maren e
Lee attraverso il Midwest degli Stati Uniti ha un
significato molto più profondo: uno dei temi principali di Bones and All è l’identità, in particolare il
modo in cui questi due giovani personaggi stanno capendo chi sono
in questo mondo estremamente complicato. Il concetto di casa è
molto importante per le loro identità, per ragioni diverse.
Maren sta compiendo un viaggio alla scoperta di se
stessa e di chi è senza più il padre nella sua vita, e parte di
questo processo consiste nel trovare un posto da chiamare casa.
Questo obiettivo viene raggiunto, almeno per un po’, quando lei e
Lee si sistemano alla fine del film. Dall’altra
parte, Lee va costantemente a trovare la sorella minore a casa. È
un simbolo di come la casa di una persona sia sempre una parte di
essa, che si tratti di famiglia, ricordi, valori o altro.
D’altra parte, l’ambientazione nel
Midwest si collega a un messaggio universale che il film trasmette
sull’identità. La relazione romantica tra Jake e
Brad, insieme a una scena che presenta un incontro
sessuale tra Lee e un altro uomo, allude al fatto che la trama
cerca anche di affrontare la questione dell’omosessualità in
America. Come già detto, sentirsi diversi dagli altri è un’emozione
piuttosto universale, ma sapere che gli altri vedono qualcuno in
modo diverso può portare quella persona a nascondere parti di sé.
Nel Midwest americano ci sono molti pregiudizi e spesso odio verso
le comunità emarginate: per questo motivo, l’ambientazione di
Bones and All assume ancora più
significato.
Bones and All sarà eccessivo per alcuni
spettatori, ma è ben lontano da ciò che ci si aspetterebbe da un
film sul cannibalismo. Mentre film come Fresh
usano il cannibalismo per creare una sorta di anti-romanzo, questo
film è forse la storia più romantica dell’anno. La ricchezza
tematica di Bones and All garantisce che il film
venga analizzato a lungo alla ricerca di significati più
profondi.
Doppia anteprima a Milano per
Bones and All di Luca
Guadagnino: il regista e i due protagonisti, Taylor Russell e Timothée Chalamet, incontrano il pubblico e
presentano le proiezioni del film. Dopo il successo alla
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, il
pluripremiato Bones and All di Luca Guadagnino
sarà presentato a Milano in due anteprime che si
terranno sabato 12 novembreal The Space
Cinema Milano Odeon e all’UCI Cinemas Bicocca.
Sul palco a presentare il film il
regista, vincitore del Leone d’argento alla regia, già candidato
all’Oscar e al Golden Globe per Chiamami
col tuo nome, affiancato dai due protagonisti:
Taylor Russell, vincitrice del Premio Marcello
Mastroianni per la migliore attrice emergente a Venezia, e Timothée Chalamet, nominato dall’Academy come
migliore attore per Chiamami
col tuo nome. Bones and All arriverà nelle
sale italiane da mercoledì 23 novembre distribuito da Vision
Distribution.
Il film di Luca Guadagnino è la
storia del primo amore tra Maren, una ragazza che sta imparando a
sopravvivere ai margini della società, e Lee, un solitario
dall’animo combattivo; è il viaggio on the road di due giovani che,
alla continua ricerca di identità e bellezza, tentano di trovare il
proprio posto in un mondo pieno di pericoli che non riesce a
tollerare la loro natura. Nel cast, oltre a Taylor Russell e
Timothée Chalamet, ci sono Mark Rylance,
Michael Stuhlbarg, André Holland, Chloë Sevigny, David
Gordon-Green, Jessica Harper, Jake Horowitz.
ATTENZIONE – l’articolo contiene
spoiler sul finale di Bones and All
In un’intervista esclusiva con
Screen Rant, Taylor Russell, co-protagonista di
Bones and All di Luca
Guadagnino, ha parlato del film, una storia d’amore tra
due cannibali. L’attrice, premio Mastroianni a Venezia 79 per la
sua interpretazione nel film, ha condiviso in particolare i suoi
pensieri sul finale violento e scioccante del film, spiegando
perché in realtà è “incredibilmente romantico” e “molto bello”.
“Il finale è incredibilmente
romantico per me perché è un regalo che lui fa a lei, conoscendo la
struttura di queste due persone, questa afflizione che hanno. È
l’atto più amorevole possibile in un certo senso. E mi è sempre
sembrato così quando ne abbiamo parlato, quindi penso che sia molto
bello. Molto sentito. Nel loro mondo è la versione più
romantica.”
Bones and All è il nuovo film di Luca
Guadagnino, vincitore del Leone d’argento alla regia e del
Premio Marcello Mastroianni per la migliore attrice emergente a
Taylor Russell alla
79. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Il
film è diretto da Luca Guadagnino e scritto da
David Kajganich, che ha collaborato con il regista
in Suspiria e A Bigger
Splash, è un adattamento del romanzo di Camille
DeAngelis “Bones & All” (“Fino all’osso”), edito in Italia da
Panini Books. Nel cast Taylor Russell, Timothée Chalamet, Michael Stuhlbarg,
André Holland, Chloë Sevigny, David Gordon-Green, Jessica Harper,
Jake Horowitz e Mark Rylance.
Un film prodotto dalla Frenesy Film
Company e Per Capita Productions con The Apartment Pictures –
società del gruppo Fremantle, Memo Films, 3 Marys Entertainment,
Elafilm e Tenderstories. In co-produzione con Vision Distribution
in collaborazione con SKY.
Prodotto da Luca Guadagnino,
Theresa Park, Marco Morabito, Dave Kajganich, Francesco Melzi
d’Eril, Lorenzo Mieli, Gabriele Moratti, Peter Spears e
Timothée Chalamet.
I produttori esecutivi del film sono
Giovanni Corrado, Raffaella Viscardi, Marco Colombo e Moreno Zani.
I finanziatori del film sono le società italiane The Apartment
Pictures (società del gruppo Fremantle), 3 Marys Entertainment,
Memo Films, Tenderstories, Elafilm, Wise Pictures, Excelsa, Serfis
e Piace. Vision Distribution distribuirà il film in Italia mentre
MGM ha acquisito i diritti per la distribuzione internazionale.
Ecco il trailer di Bones and
All, il nuovo film di Luca Guadagnino
che torna a dirigere Timothée Chalamet dopo Chiamami col tuo nome. Con il giovane attore,
nella foto, la sua collega e compagna di set Taylor
Russell.
Il film farà parte della selezione ufficiale di Venezia 79,
nella sezione del Concorso.
Il
primo film che Luca Guadagnino gira in
America, un teen d’autore, tratto dal libro di Camille DeAngelis e
scritto da David Kajganich (“Suspiria”, “A Bigger Splash”), vedrà
protagonisti Timothée Chalamet (che
torna a lavorare con Guadagnino dopo il successo di “Call me by
your name”), Taylor Russell, Mark Rylance, André
Holland, Jessica Harper, Michael Stuhlbarg, David
Gordon-Green, Francesca Scorsese e Chloë
Sevigny.
Una
produzione Frenesy Film Company e Per Capita
Productions. Prodotto, tra gli altri,
da Luca Guadagnino e Marco
Morabito per Frenesy Film
Company, Lorenzo Mieli per The
Apartment Pictures, del
gruppo Fremantle, Francesco Melzi
d’Eril e Gabriele
Moratti per Memo. I
produttori esecutivi sono Giovanni Corrado e Raffaella
Viscardi.
Il primo trailer internazionale di
Bones and All il film di Luca
Guadagnino, vincitore del Leone d’argento alla regia e del
Premio Marcello Mastroianni per la migliore attrice emergente a
Taylor Russell alla
79. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Il
film è diretto da Luca Guadagnino e scritto da
David Kajganich, che ha collaborato con il regista
in Suspiria e A Bigger
Splash, è un adattamento del romanzo di Camille
DeAngelis “Bones & All” (“Fino all’osso”), edito in Italia da
Panini Books. Nel cast Taylor Russell, Timothée Chalamet, Michael Stuhlbarg,
André Holland, Chloë Sevigny, David Gordon-Green, Jessica Harper,
Jake Horowitz e Mark Rylance.
Un film prodotto dalla Frenesy Film
Company e Per Capita Productions con The Apartment Pictures –
società del gruppo Fremantle, Memo Films, 3 Marys Entertainment,
Elafilm e Tenderstories. In co-produzione con Vision Distribution
in collaborazione con SKY.
Prodotto da Luca Guadagnino,
Theresa Park, Marco Morabito, Dave Kajganich, Francesco Melzi
d’Eril, Lorenzo Mieli, Gabriele Moratti, Peter Spears e
Timothée Chalamet.
I produttori esecutivi del film sono
Giovanni Corrado, Raffaella Viscardi, Marco Colombo e Moreno Zani.
I finanziatori del film sono le società italiane The Apartment
Pictures (società del gruppo Fremantle), 3 Marys Entertainment,
Memo Films, Tenderstories, Elafilm, Wise Pictures, Excelsa, Serfis
e Piace. Vision Distribution distribuirà il film in Italia mentre
MGM ha acquisito i diritti per la distribuzione internazionale.
Durante una recente intervista con
SlashFilm, Taylor Russell ha rivelato esattamente
come hanno realizzato le scene sanguinolente di Bones and All e cosa lei e Timothée Chalamet hanno mangiato nelle scene
di cannibalismo del film.
Sebbene alcuni possano presumere che
la carne umana sia stata semplicemente interpretata dalla carne di
un animale diverso, come di solito accade nei film di zombi,
l’attrice ha rivelato che il sangue nel film era molto più dolce.
In effetti, i loro pasti raccapriccianti erano in gran parte
ricavati da una combinazione di “ciliegie al maraschino, cioccolato
fondente e involtini di frutta”.
“Con un appunto molto pratica,
Luca ha detto che stavamo mangiando sciroppo di mais. Ma so che non
lo era, perché ricordo che l’incredibile team degli effetti e il
team che si occupava di tutto quel genere di cose mi dissero che
erano ciliegie al maraschino, cioccolato fondente e involtini di
frutta. Se ti suona bene, bene. Se non è così, abbastanza giusto.
Ma era molto dolce e [più gustoso] di qualsiasi altra cosa tu possa
immaginare.”
Bones and All è il nuovo film di Luca
Guadagnino, vincitore del Leone d’argento alla regia e del
Premio Marcello Mastroianni per la migliore attrice emergente a
Taylor Russell alla
79. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Il
film è diretto da Luca Guadagnino e scritto da
David Kajganich, che ha collaborato con il regista
in Suspiria e A Bigger
Splash, è un adattamento del romanzo di Camille
DeAngelis “Bones & All” (“Fino all’osso”), edito in Italia da
Panini Books. Nel cast Taylor Russell, Timothée Chalamet, Michael Stuhlbarg,
André Holland, Chloë Sevigny, David Gordon-Green, Jessica Harper,
Jake Horowitz e Mark Rylance.
Un film prodotto dalla Frenesy Film
Company e Per Capita Productions con The Apartment Pictures –
società del gruppo Fremantle, Memo Films, 3 Marys Entertainment,
Elafilm e Tenderstories. In co-produzione con Vision Distribution
in collaborazione con SKY.
Prodotto da Luca Guadagnino,
Theresa Park, Marco Morabito, Dave Kajganich, Francesco Melzi
d’Eril, Lorenzo Mieli, Gabriele Moratti, Peter Spears e
Timothée Chalamet.
I produttori esecutivi del film sono
Giovanni Corrado, Raffaella Viscardi, Marco Colombo e Moreno Zani.
I finanziatori del film sono le società italiane The Apartment
Pictures (società del gruppo Fremantle), 3 Marys Entertainment,
Memo Films, Tenderstories, Elafilm, Wise Pictures, Excelsa, Serfis
e Piace. Vision Distribution distribuirà il film in Italia mentre
MGM ha acquisito i diritti per la distribuzione internazionale.
Arriva in prima tv su Sky
Bones and All di Luca Guadagnino, una storia
d’amore di una dolcezza tanto sublime quanto oscura e inquietante,
in onda lunedì 27 marzo alle 21.15 su Sky Cinema Uno e Sky
Cinema 4K, in streaming su NOW e disponibile on demand, anche in
qualità 4K.
Presentato alla 79°esima Mostra
Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e premiato con il
Leone d’argento per la migliore regia a Luca Guadagnino,
Bones
and All vede protagonisti Taylor Russell, vincitrice
a Venezia del Premio Marcello Mastroianni, e Timothée Chalamet. Con loro nel cast
anche Mark Rylance, Michael Stuhlbarg, André
Holland, Chloë Sevigny, David Gordon-Green, Jessica
Harper, Jake Horowitz.
Prodotto dalla Frenesy Film
Company e Per Capita Productions con The Apartment
pictures – società del gruppo Fremantle – Memo Films,
3 Marys Entertainment, Elafilm e
Tenderstories, in co-produzione con Vision
Distribution e in collaborazione con Sky, Bones and
Allracconta la storia del primo amore tra
Maren, una ragazza che sta imparando a sopravvivere ai margini
della società, e Lee, un solitario dall’animo combattivo; è il
viaggio on the road di due giovani che, alla continua ricerca di
identità e bellezza, tentano di trovare il proprio posto in un
mondo pieno di pericoli che non riesce a tollerare la loro
natura.
Il film, scritto da David
Kajganich, è basato sul romanzo “Bones & All” (“Fino all’osso”) di
Camille DeAngelis. È prodotto da Luca Guadagnino, Theresa Park,
Marco Morabito, Dave Kajganich, Francesco Melzi d’Eril, Lorenzo
Mieli, Gabriele Moratti, Peter Spears e Timothée Chalamet. I produttori esecutivi
del film sono Giovanni Corrado, Raffaella Viscardi, Marco Colombo e
Moreno Zani. I finanziatori del film sono le società italiane The
Apartment Pictures (società del gruppo Fremantle), 3 Marys
Entertainment, Memo Films, Tenderstories, Elafilm, Wise Pictures,
Excelsa, Serfis e Piace.
Dopo la presentazione
di Bones
and All del 12 Novembre al
The Space in Piazza Duomo, Luca Guadagninoè
tornato a Milano per incontrare il pubblico al
Cinema Anteo. Dopo la proiezione del film, il
regista ha raccontato i dettagli della realizzazione del
lungometraggio, rispondendo alle domande dell’audience.
Cinque anni dopo Chiamami col tuo nome, la combo Luca
Guadagnino–
Timothée Chalamet torna al cinema per un nuovo
film. Bones
and All è di nuovo la storia di un amore giovanile tra
due outsider, ma ha poco a che vedere con il film del
2017. Dall’Italia ci spostiamo negli Stati Uniti: i protagonisti
non sono più due giovani omosessuali ma due cannibali solitari, dal
mondo borghese si passa ai margini della società. Ciò che resta dal
film precedente è invece il potere immaginifico della storia e la
spettacolarità delle inquadrature di Guadagnino.
L’idea
dietro Bones and All
A differenza di Chiamami col tuo nome, questo film
non è stato scritto da Luca Guadagnino. Il
regista ammette di non essersi interessato in prima persona al
progetto di Bones and All, ma confessa anche di
essersi presto appassionato al romanzo Fino all’osso di
Camille DeAngelis (da cui è tratto il film).
”Non ho partecipato al film nelle sue fasi di sviluppo. Non
avevo letto il romanzo, non avevo preso i diritti né partecipato
alla scrittura della sceneggiatura, che era stata affidata
a David
Kajganich. Bones and All
era stato sviluppato per un regista che io stimo, Antonio
Campos.”
Fortunatamente per
Guadagnino, Campos ha
scelto di non fare il film. ”A quel punto, quando perse il
suo regista, David mi propose di fare
ilfilm.‘‘ Guadagnino
confessa poi di aver avuto qualche resistenza: ”In
parte perché avevo molte cose da fare, in parte perché
non avevo un particolare slancio verso una storia di cannibali,
stesso slancio che non avevo per l’ennesima storia di signori in
piscina dopo A bigger splash per Chiamami col tuo nome.” Tuttavia,
non appena ha letto la sceneggiatura di David
Kajganich , che già aveva collaborato
con Guadagninoper
A Bigger
Splashe Suspiria,
il regista è stato catturato dalla storia e ha iniziato ad
immaginarsi come metterla in scena.
Il primo pensiero va
a Timothee Chalamet
A progetto concluso,
Guadagnino mostra il suo entusiasmo verso
ambientazioni – gli Stati Uniti della Route 66 – e protagonisti
diversi dal suo mondo. In particolare i protagonisti, si è legato
molto a Maren (Taylor
Russell) e Lee (Timothée
Chalamet). Dice di loro:
”Sono personaggi così dolenti, soli e
abbandonati, sono i figli negletti di un’idea di realizzazione
di sé molto americana.”Guadagnino ha colto in
questi aspetti la potenzialità del film, ”Mi sembrava molto
bella l’idea che i personaggi avessero un forte rapporto con il
paesaggio, si stagliassero contro un paese
contraddittorio, gigantesco, potente ma anche fragile come gli
Stati Uniti”.
Per quanto riguarda i personaggi, il
regista di Bones and All dice chiaramente di
aver pensato subito a Timothée non
appena ha ”scoperto” il personaggio di Lee nella
sceneggiatura. ”Mi aveva commosso leggere di lui. Ho subito
pensato, in maniera istintiva, al
mio Timothée. Ho detto:
se Timothée accetta, allora questo
potrebbe essere davvero il primo film che girerei
in America. E così tutto è partito.”
Un film on the road tra le back
valleys americane
Con Bones
and All, Guadagnino attraversa
l’oceano e porta la sua troupe in America. La dimensione spaziale è
assolutamente rilevante nel film. Il paesaggio e la cura degli
ambienti sono elementi cardine di Bones and
All. Dalle praterie americane invase dal colore, alle
cittadine rurali fatte di piccole botteghe e supermercati
sgarrupati, tutti gli spazi sono curati ed esaltati dalla macchina
da presa. Una grande rilevanza viene data anche alle abitazioni:
gli interni domestici in cui Marion,Lee e gli altri
personaggi si trovano a vivere sono molto comunicativi: case mobili
squallide e spoglie, piccoli nidi d’amore, case di anziani, ogni
spazio racconta qualcosa di rilevante per il film.
Lo scoglio dell’epica della
frontiera
Altro elemento
essenziale del film è il viaggio. Il
viaggio da un lato dà linearità alla storia –
in Bones and All mancano completamente i
flashback, dall’altro è emblematico del ricco percorso compiuto
da Lee e Marion, un percorso
di crescita che è anche lo sviluppo di un amore e un’iniziazione.
Il viaggio per le vallate americane non è cosa nuova. La novità,
questa volta, è che un regista intimista e italiano come
Guadagnino decide di affrontare questo percorso.
Parlando di viaggio, il confronto con i registi americani
sull’epica della frontiera appare inevitabile.
Nonostante ciò,
Guadagnino non sembra cercare, e tantomeno temere,
questa comparazione. ”Cerco di evitare di lavorare con una
cifra che parte dal lavoro di altro regista. Preferisco lasciarmi
guidare dall’inconscio di spettatore più che
concentrarmi con le sinapsi sui registi
che stimo.” E aggiunge: ”Hoavuto invece
un’azione diretta nel guardare al lavoro dell’artista americanoWilliam
Eggleston, che prende a soggetto l’America delle
cosiddette back valleys, il retro delle strade
principali.” Per Guadagnino, il lavoro di
Eggleston sui paesaggi, sulla luce e con le
inquadrature è stato fondamentale per la creazione della fotografia
di Bones and All.
Perché Taylor Russell come
protagonista?
Se con Timothee
Chalamet il sodalizio era già avviato, per la protagonista
di Bones and AllGuadagnino
ha scelto la giovane attrice Taylor Russell.
”L’avevo già vista recitare nel film Waves. Nel
film, Taylor interpreta la parte
della sorella del protagonista, poi ad un certo punto il fratello
finisce in galera e nell’ultima parte lei prende in mano
il film come protagonista. Quando ho iniziato a lavorare
al Bones and All, ho ripensato a Waves. Ho
fatto con Taylor una chiamata via Zoom e ho
parlato con questa donna. Taylor è una donna ma
sembra una bambina: ho trovato in lei i tratti giusti per farle
interpretare il personaggio diMaren.” E la cosa
ha funzionato: Russell e Chalamet sono un ottimo
match, coinvolgente perché in primo luogo coinvolto.
Ancora una volta, in Bones
and All l’armonia domina un film di
Guadagnino, e questo aspetto si percepisce
nonostante la stranezza dei personaggi, l’assurdità della storia
d’amore e la desolazione della storia.