Si intitolerà
grace, Californication 7×12, il
dodicesimo e ultimo episodio dell’ultima stagione dello show di
successo con protagonisti David Duchovny, Natascha
McElhone, Evan Handler.
Californication è una serie
televisiva statunitense prodotta
dal 2007 al 2014 e trasmessa per sette stagioni
da Showtime. Ideata da Tom Kapinos, la serie è
interpretata da David Duchovny nel ruolo di uno scrittore
dalla vita dissoluta a Los Angeles, in California.
Negli Stati Uniti d’America il primo episodio è stato
trasmesso il 13 agosto 2007, ed è stata rinnovata fino ad una
settima ed ultima stagione, iniziata il 13 aprile 2014.
In Italia la serie ha debuttato il 6
marzo 2008 su Jimmy e dall’8 settembre dello
stesso anno su Italia 1 che ha proposto tutta la serie in
prima visione quando venne chiuso il canale satellitare Jimmy.
Hank Moody
è un affermato scrittore newyorkese in piena crisi creativa ed
esistenziale che, trasferitosi nell’odiata Los
Angeles per seguire la trasposizione cinematografica del suo
romanzo nichilista God Hates Us All (Dio ci
odia tutti), trasformato in una melensa commedia romantica
intitolata A Crazy Little Thing Called Love con
“Tom e Katie”, deve tentare di ritrovare il suo talento,
sistemare il rapporto con la ex compagna Karen, di cui è ancora
innamorato, ed essere un padre presente per la figlia adolescente
Becca. Sfoga tutta la sua rabbia e frustrazione nel sesso
compulsivo, concedendosi continue avventure di una notte,
nell’alcool e nella scrittura (per quanto lui non la consideri
tale) di un blog per Hell-A. Magazine.
La mattina dell’8 novembre 2018,
nel nord della California, una scintilla prodotta da una torre di
trasmissione, si trasforma rapidamente, grazie anche alla siccità
che perdura da tempo, in una devastante tempesta di fuoco che
travolge la cittadina di Paradise. Quando l’incendio viene spento, si contano
85 morti, 50.000 sfollati e il 95% delle strutture distrutte. Si
tratta dell’incendio più letale negli Stati Uniti negli ultimi 100
anni e il peggiore nella storia della California.
Senza più un’abitazione e con una
città rasa al suolo dalle fiamme, gli abitanti di Paradise decidono
di unire le proprie forze dando vita a una comunità capace di
risorgere nelle avversità e trovare in se stessa la forza per
affrontare i tanti ostacoli della ricostruzione.
Una storia di resilienza e impegno
che il regista premio Oscar Ron Howard racconta in
California, paradiso in fiamme in onda su
National Geographic (Sky, 403) lunedì 30 novembre
alle 20:55. Realizzato dopo un anno di riprese, questo
documentario ripercorre i sacrifici di una popolazione che trova la
propria strada ridefinendo le priorità sulla salvaguardia
dell’ambiente e rafforzando il suo tessuto sociale. Una comunità
che decide di rinascere per inseguire il sogno di ricostruire un
nuovo “paradiso”.
“Non ci sono dubbi, i
cambiamenti climatici hanno contribuito agli incendi che hanno
devastato la costa ovest degli Stati Uniti. Dovrebbe suonare per
tutti come un campanello d’allarme – Paradise potrebbe essere la
nostra città” afferma Ron Howard e aggiunge “Paradise ci
ha ricordato come la comunità rappresenti una risorsa e l’unità sia
una preziosa rete di sicurezza emotiva.”
Dopo essere stato presentato fuori
concorso alla 38esima edizione del TFF – Torino Film Festival,
approda sulle principali piattaforme TVOD Calibro
9, la nuova pellicola di Toni
D’Angelo, regista del film noir Falchi. Marco Bocci, Kseniya Rappoport, Michele Placido, Alessio Boni
e Barbara Bouchet sono i protagonisti di questa
storia, che si propone di tracciare un ponte ideale tra il
capolavoro di Fernando Di Leo, Milano Calibro 9 sulla
malavita organizzata di fine anni ’70, e il contesto criminale
della ’ndrangheta di oggi.
Calibro 9
è prodotto da Minerva Pictures con Rai
Cinema, in co-produzione con la belga
Gapbusters e sarà disponibile a partire dal
4 febbraio su Sky Primafila
Premiere, Apple TV, The Film
Club, Rakuten TV, Chili,
IoRestoInSala e Google Play.
Calibro 9, la trama
Milano, oggi. Fernando, il figlio
di Ugo Piazza, è un brillante penalista cresciuto da sua madre
Nelly con l’intento di farne un uomo diverso da suo padre. Ma se in
città scompaiono 100 milioni di euro con una truffa telematica, e
se il principale indiziato è proprio un cliente dell’avvocato
Fernando Piazza, quel cognome non può non avere un peso e portare
ad un naturale collegamento. Soprattutto se la società truffata è
solo una copertura e, chi c’è dietro, è una delle più potenti
organizzazioni criminali del pianeta: la ‘ndrangheta. Milano,
Calabria, Francoforte, Mosca e Anversa sono solo alcune caselle
dello scacchiere su cui Fernando è costretto a giocare la partita
per la propria vita… una partita da giocare a tutto campo,
impegnativa come il nemico che si trova a fronteggiare.
Il film è prodotto da SANTO
VERSACE eGIANLUCA CURTI, una produzione
MINERVA PICTURES con RAI
CINEMA
Ecco gli scatti che Annie
Leibovitz ha realizzato per il Calendario Pirelli 2016.
Rispetto agli altri anni, il progetto è stato articolato in maniera
molto diversa e interessante, come potete vedere dalle foto di
seguito.
Il caleidoscopio è
un semplice gioco di specchi, che con piccoli frammenti di vetro o
plastica, da vita ad una moltitudine di colori. Con i suoi episodi
colorati la serie tv Caleidoscopio unisce insieme
i pezzi per narrare il furto del secolo. Formata da una sola
stagione di otto puntate, di circa quaranta minuti l’una,
Caleidoscopio è una nuova miniserie scritta e
prodotta da Eric Garcia (Anonymous
Rex). Nel cast si ritrovano diverse figure ricorrenti in altre
ben note serie tv, partendo da Giancarlo Esposito (Gus Fring in
Breaking Bad) nel ruolo di Leo Pap, alias Ray. A questo si
aggiungono anche Jai Courtney (capitan Boomerang nei Suicide
Squad), Tati Gabrielle (Prudence in
Le terrificanti avventure di Sabrina) e Paz
Vega (The
OA).
Una rapina di riscatto
Caleidoscopio si
apre con un mini-episodio introduttivo, Nero, che spiega la
struttura della serie. Questa viene definita un’esperienza visiva
unica: ogni episodio, identificato da un colore, è un pezzo del
puzzle. La serie non segue un ordine cronologico, è Netflix stesso a dare un ordine casuale per la
visione delle puntate, ma non è quello obbligatorio: potete seguire
le vicende nell’ordine che più vi ispira, l’importante è lasciare
l’episodio Bianco, il gran finale, per ultimo.
L’episodio più datato nella
cronologia delle vicende è Viola, 24 anni prima del colpo. Ray, un
padre di famiglia, cerca di mantenere la figlia Hannah e la moglie
Lily facendo ciò che gli riesce meglio: rubare. Insieme all’amico e
collaboratore Graham mettono in atto dei colpi da maestro in varie
città d’America. Tutto, però, finisce per precipitare con il loro
ultimo ambizioso colpo.
Passando al presente, Leo Pap, nuovo
nome di Ray, vuole organizzare una rapina nella SLS, un’agenzia di
sicurezza guidata dall’imprenditore Roger Salas, con l’appoggio di
Hannah, figlia di Ray. Entrano a far parte della banda di
rapinatori Ava, nota avvocatessa di New York, Stanley, vecchio
compagno di cella di Ray, Judy, esperta di chimica, insieme al
marito Bob, violento ed arrogante. Pur con certi imprevisti, la
squadra porterà a termine l’impresa di rubare dei titoli dal valore
di sette miliardi di dollari dal caveau di SLS, ma il bottino
finisce per non essere quello sperato.
Caleidoscopio è una
serie avvincente ed interessante da seguire, con alcune specifiche
particolarità. Prima fra tutte, la struttura a puzzle, in cui ogni
episodio è un pezzo singolarmente distaccato della stessa storia. A
questo si aggiunge anche la curiosa idea di denominare ogni
episodio con un colore: giallo, verde, arancione, viola, blu,
rosso, rosa e bianco. Ogni colore viene, inoltre, spesso richiamato
nell’episodio stesso, spesso nella parte finale: il cappotto di Ava
nell’episodio Viola, il giallo della chiavetta usb.
Riguardo le vicende in sé, si tratta
di tematiche già presentati sul grande schermo in svariati altri
film e serie tv: si pensi alla serie spagnola La casa
di carta, accentrata su una banda di rapinatori che vogliono
derubare la zecca di stato. Altro esempio di Heist movies sono i
film della linea
Ocean’s, in cui il capo Danny Ocean, recluta una squadra per
diverse rapine. Nonostante la banalità della trama, caleidoscopio
non annoia lo spettatore, e lo sorprende con un plot twist finale
nell’episodio bianco.
Una storia di avidità e
vendetta
Caleidoscopio
presenta, parallelamente alle vicende riguardanti il colpo, tutta
una serie di dinamiche secondarie ma particolarmente rilevanti per
le vicende e per le vite dei personaggi. Primo fra tutti, il
rapporto padre- figlia tra Ray/Leo ed Hannah: per proteggerla da sé
stesso, la respinge fin da bambina dopo essere finito in carcere.
Dopo diciassette anni di silenzio, è Hannah inizialmente a
rifiutarlo come padre, ma, con una lunga e sincera lettera, Ray
riesce pian piano a ricucire il suo rapporto con la figlia, fino ad
accoglierla nel suo piano criminale. Hannah, lavorando per la SLS,
diventa una spia interna.
Per quanto sette miliardi di dollari
potrebbero sembrare per molti un motivo abbastanza valido per fare
una rapina, per Ray non è mai stata una questione di soldi, ma di
vendetta. L’avidità, fin dai tempi di Graham, non era mai stato il
motivo dei suoi furti: era solo un modo come un altro per garantire
il necessario per la sua famiglia, tanto da provare a rinunciarci
per darsi ad uno stile di vita più sicuro. In questo ultimo colpo
si racchiude il desiderio di riscatto per Ray, malato di Parkinson,
in modo tale da poter chiudere tutti i conti in sospeso, ed il
desiderio di giustizia: dopo aver perso tutto, la moglie, Hannah,
la propria libertà, abbandonato da Graham, vuole condannare il suo
nemico alla stessa fine.
Nella crew, però, solo Ray agisce
per una “causa maggiore”, tutti gli altri bramano la ricchezza,
primo fra tutti Bob, noto fin da subito per la sua avidità.
Estremamente violento contro tutti i membri della squadra, a tratti
anche con Judy, cerca solamente di arraffare più denaro
possibile.
Caleidoscopio è la
nuova serie antologica (precedentemente
intitolata Jigsaw) creata da Eric
Garcia per Netflix ed è
composta da otto episodi. Liberamente ispirata alla storia vera dei
settanta miliardi di dollari in obbligazioni scomparsi nel centro
di Manhattan durante l’uragano
Sandy, Caleidoscopio è composta da otto episodi
che vanno da 24 anni prima a 6 mesi dopo il colpo.
Caleidoscopio: quando esce
e dove vederla in streaming
Caleidoscopio in
streaming uscirà il 1° gennaio 2023 in esclusiva su
Netflix.
Caleidoscopio: la trama e
il cast
si svolge nell’arco di 25 anni e
segue una banda di ladri provetti nel loro tentativo di aprire un
caveau apparentemente inviolabile per ottenere il più grande
bottino della storia. Sotto l’occhio vigile della più potente
squadra di sicurezza aziendale del mondo e delle forze dell’ordine,
ogni episodio rivela una tessera di un elaborato puzzle di
corruzione, avidità, vendetta, complotti, alleanze e tradimenti. In
che modo la banda di ladri ha architettato il piano? Chi la farà
franca? Di chi ci si può fidare?
Quest’avvincente serie
antologica crime adotta un approccio non lineare alla
narrazione e costruisce intrighi e suspense in modo unico, offrendo
agli abbonati Netflix esperienze di visione diverse. Gli spettatori
potrebbero iniziare da determinati episodi (come gli episodi
“Giallo” o “Verde”) e poi approfondire il proprio ordine di visione
personale con altri episodi (“Blu” o “Viola” o “Arancione”, seguiti
da “Rosso” o “Rosa”) fino all’epico finale della storia “Bianco”
(il colpo). Alla fine gli spettatori vedranno tutti gli episodi, ma
l’ordine in cui li guarderanno influenzerà il loro punto di vista
sulla storia, sui personaggi e sulle questioni in sospeso al centro
della rapina. E tu come vivrai i colori di Caleidoscopio?
Nel cast della serie protagonisti sono Giancarlo
Espositonel ruolo di Leo Pap,Paz
Veganel ruolo di Ava Mercer,Rufus Sewellnel ruolo di Roger Salas,Tati
Gabriellenel ruolo di Hannah Kim,Rosaline Elbaynel ruolo di
Judy Goodwin,Peter Mark Kendallnel
ruolo di Stan Loomis,Jai Courtneynel ruolo di
Bob Goodwin,Niousha Noornel ruolo di Nazan Abassi,Patch
Darraghnel ruolo di Andrew Covington eMax Casellanel ruolo di Taco.
Non ha ancora – forse volutamente –
preso parte da protagonista a prodotti mainstream che potrebbero
conferirgli una popolarità mondiale, ma Caleb Landry
Jones si è, nel giro di qualche anno, distinto come uno
dei più sensibili e devoti interpreti della sua generazione. Ad
oggi ha infatti regalato di continuo interpretazioni memorabili,
attraverso le quali cerca di dare voce agli ultimi raccontando
tutto il loro dolore. La sua filmografia, a dir poco invidiabile, è
quella di un attore che tutta Hollywood riconosce ormai come dotato
di un talento raro.
2. Ha partecipato ad alcune
serie TV. Non solo cinema nella carriera di Jones, ma
anche alcune significative partecipazioni a celebri serie Tv. Ha
infatti recitato in alcuni episodi di Friday Night Lights
(2008-2010), per poi partecipare a due episodi di Breaking
Bad (2009-2010) e Victorious (2010). Si è poi
concentrato a lungo solo sul cinema, tornando a recitare per un
prodotto televisivo solo nel 2017, quando appare in alcuni episodi
della terza attesa stagione di Twin Peaks.
3. È anche
musicista. Oltre ad essere un talentuoso attore, Jones
porta avanti anche un’interessante carriera come musicista. Egli è
infatti il discendente da parte di madre di una lunga serie di
suonatori di violino e da adolescente aveva formato con l’amico
Robert Hudson il gruppo rock alternativo Robert Jones. Jones è poi
tornato a cantare e comporre musica a partire dal 2020, anno in cui
ha pubblicato l’album The Mother Stone. Il suo album
d’esordio da solista, classificato a come rock psichedelico, ha
seguìto anni di brani mai pubblicati.
Caleb Landry Jones in Nitram
Caleb Landry Jones in Dogman
4. Ha ottenuto numerose
lodi per la sua interpretazione. Il nuovo film di cui
Jones è protagonista è Dogman, presentato in concorso a
Venezia e per il quale era dato come favorito alla Coppia Volpi al
Miglior attore. Nel film Jones interpreta Doug, un emarginato che
cresce circondato dall’amore dei suoi cani e con i quali mettera a
segno una serie di vendette. Doug, inoltre, è un uomo costretto
sulla sedia a rotelle per via di un incidente del passato. Jones ha
raccontato di essersi preparato a tale condizione sperimentando
attivamente cosa vuol dire vivere tutto il proprio tempo con una
condizione del genere.
Caleb Landry Jones in Scappa – Get Out
5. Ha avuto un piccolo
ruolo nel film premiato agli Oscar. Non compare da subito
in scena, ma Jones ha ruolo piuttosto significativo anche nel film
Scappa – Get Out. Qui
interpreta infatti Jeremy, il fratello di Rose, colei che attira
Chris dalla sua famiglia per portare a termine i loro
raccapriccianti piani. Questo è stato uno dei quattro film in cui
Jones ha recitato nel 2017, anno che lo ha definitivamente
consacrato come uno degli attori più talentuosi della sua
generazione.
Caleb Landry Jones in Twin Peaks
6. Ha recitato nella terza
stagione dell’iconica serie. Come riportato, ad oggi il
ruolo più importante svolto da Jones per un prodotto televisivo è
quello di Steven Burnett nella terza stagione della serie Twin
Peaks, di DavidLynch.
Steven è il marito miscredente, drogato e instabile, di Becky
Burnett, interpretata da Amanda
Seyfried, con la quale viveva al New Fat Trout Trailer
Park a Twin Peaks, Washington. Egli è presente negli episodi 5, 10,
11 e 15.
7. Ha recitato in due
episodi della celebre serie. Forse non tutti se lo
ricordano, catturati principalmente dalla bravura di Bryan Cranston
e degli altri protagonisti, ma anche Jones ha avuto modo di
recitare in Breaking Bad. Ciò è avvenuto per il quarto
episodio della seconda stagione e il terzo della terza stagione. In
essi Jones interpreta Louis Corbet, il miglior amico di Walter
White Jr., che frequenta la sua stessa scuola.
Caleb Landry Jones in Nitram
8. Ha vinto un importante
riconoscimento per la sua interpretazione. Nel 2021 Jones
ha recitato in Nitram, ispirato alla vita di Martin
Bryant, autore del massacro di Port Arthur. Il film in realtà ma
non mostra l’avvenimento né si riferisce a lui per nome, usando
invece l’anagramma Nitram, per evitare qualsiasi estetizzazione
della violenza reale. Per la sua interpretazione del protagonista
che dà il titolo al film, Jones ha vinto il prestigioso
riconoscimento come Miglior interpretazione maschile al Festival
di Cannes, dove il film era in concorso.
Caleb Landry Jones e la fidanzata Katya Zvereva
9. È molto
riservato. Jones è fidanzato con l’artista russa
Katya Zvereva, la cui biografia recita “artista
multidisciplinare, il cui lavoro attraversa molti mezzi come
pittura, incisione, disegno e scultura, fino alle esplorazioni con
oggetti d’arte e mobili“. La si può ritrovare su Instagram,
dove è solita condividere immagini relative alle proprie opere. Non
è noto quando e come i due si siano conosciuti, ma lei è solita
accompagnare Jones in occasione delle premiere dei suoi film, come
avvenuto ad esempio allo scorso Festival di Venezia.
Caleb Landry Jones: età e altezza
10. Caleb Landry
Jones è nato il 7
dicembre del 1989 a Garland, Texas, StatiUniti.
L’attore è alto complessivamente 1,81 metri.
Uno degli ultimi grandi progetti in
prevendita dell’European Film Market a essere rivelato è uno dei
più intriganti: il vincitore del SAG Caleb Landry Jones (Three Billboards Outside
Ebbing Missouri) è stato scelto come protagonista insieme al due
volte vincitore dell’Oscar Christoph Waltz (Inglourious Basterds) per una
rivisitazione ad alto budget della storia di
Dracula da parte del regista Lucy e del
creatore di TakenLuc Besson.
Basato sull’iconico romanzo di
Bram Stoker, fonti vicine alla produzione ci
confermano che il progetto sarà il prossimo film di
Besson e segnerà la sua personale rivisitazione
del classico vampiro sul Principe Oscuro condannato alla vita
eterna.
Abbiamo sentito che questo film ha
un elemento di origin story che esplora in modo un po’ più
approfondito la storia d’amore gotica tra il principe
Vladimir e sua moglie, la cui perdita lo spinge ad
abbandonare Dio e a diventare un vampiro. Gli acquirenti che hanno
familiarità con la sceneggiatura di Besson ci dicono che ci sono
alcuni pezzi epici e potenzialmente spettacolari.
Caleb Landry Jones interpreterà Dracula. Non è
ancora chiaro quale personaggio sarà interpretato da Christoph Waltz, ma sono in corso trattative
con altri attori del cast che si uniranno agli altri ruoli
chiave.
Il progetto dovrebbe avere un
budget elevato per un film europeo, ma non si avvicina ai livelli
di Valerian. Luc Besson Productions produce e
EuropaCorp co-produce. L’obiettivo è quello di girare
quest’anno.
DogMan
è stato presentato come una sorta di ritorno per il visionario
regista Besson, un totem del cinema francese famoso anche per la
sua sensibilità statunitense, essendosi fatto conoscere con film
come Big Blue, La Femme Nikita, Leon, la serie Taxi e poi
Il quinto elemento. Negli ultimi anni la sua carriera è
stata tormentata dall’esperienza finanziaria del mega-budget
Valerian e la città dei mille pianeti e dalle
accuse di cattiva condotta sessuale, anche da parte di un’attrice
di quella produzione. Besson ha negato con fermezza qualsiasi
illecito e l’anno scorso il regista è stato scagionato da tutte le
accuse in quel caso dall’equivalente francese della Corte Suprema
degli Stati Uniti.
Briarcliff distribuirà DogMan
in patria questa primavera, dopo che il film è stato largamente
acquistato in Europa, Asia e America Latina. Luc
Besson è anche in fase di post-produzione del dramma
intimo June And John, un film sperimentale che ha
girato durante l’isolamento del Covid con gli esordienti Luke
Stanton Eddy e Matilda Price.
Un professore della Washington
University di St. Louis, Zachary Feinstein, si è
impegnato in una ricerca che si è incentrata sui costi di
costruzione della Morte Nera, temibile astronave nota a tutti i fan
di Star
Wars.
Lo studio è stato pubblicato con il
titolo di It’s a Trap: Emperor Palpatine’s Poison Pill e
al suo interno si legge che tra materiali e costruzione, la spesa
complessiva potrebbe essere di 419 trilioni, cioè
419.000.000.000.000.000.000 di dollari.
Un bell’investimento per l’Impero e
sicuramente un bel po’ di conti per il professore!
Con un film che riesce ad arrivare
alla
sezione Panorama del Festival di Berlino 2022, Chiara
Bellosi dirige un cast scarno di personaggi ma fatto da
grandi personalità. Calcinculo
è un dramma intimista e profondo, costruito sui silenzi, sulle
musiche e sui due protagonisti: Benedetta (Gaia Di
Pietro) e Amanda (Andrea
Carpenzano). Con la sua seconda opera, Chiara
Bellosi scende in profondità e raccontan onestamente il
disagio adolescenziale più profondo e la crisi esistenziale vissuta
dai personaggi principali.
Calcinculo la trama del film
Benedetta (Gaia Di
Pietro) ha 15 anni. Vive in un costante senso di
inadeguatezza e disagio: a scuola passa il tempo con un’unica
amica, a casa rimane in disparte, oscurata dalle discussioni tra i
genitori e dall’effervescenza delle due sorelle minori. L’unico
sfogo di Benedetta sembra essere il cibo: mangiare di
nascosto è il suo illusorio conforto. Nella noia
quotidiana della periferia di Roma in cui vive
Benedetta, l’arrivo delle giostre porta una ventata d’aria
fresca: tra i giostrai c’è Amanda (Andrea
Carpenzano), un ragazzo che ha adottato un nome femminile.
Amanda si mostra subito curiosa e amorevole nei confronti
di Benedetta, generando in lei una serie di emozioni mai
provate prima.
Tra i due si instaura così un
rapporto strambo fatto di contrasti, cattive influenze, sentimenti
sbilanciati. Per quanto sbagliato, tutto ciò fa sentire
Benedetta finalmente viva, libera e sé stessa.
Alla ricerca della leggerezza
Benedetta e Amanda
sono una l’opposto dell’altra: la prima è timida e silenziosa, la
seconda è appariscente e parla costantemente. La prima è ingenua,
la seconda è fin troppo maliziosa, la prima è in carne, la seconda
è pelle e ossa. Nonostante tutte le differenze, entrambe sono in
cerca di leggerezza: leggiadria per l’anima e per il corpo.
L’intero film gioca sul tema della
leggerezza: le farfalle di tulle create da Amanda, il tema
della danza, ma anche la giostra del ”calcinculo” evocano la
spensieratezza. Tutti questi elementi stridono con
Benedetta: la pesantezza che adombra la sua anima è ben
espressa dal corpo della ragazza. Il modo in cui la regista sceglie
di mostrare il disagio psicologico della protagonista, per metafore
e contrasti, è efficace e potente.
Il cibo come estremo rifugio
Alla leggerezza si lega anche il
discorso dei problemi con il cibo di Benedetta. Il tema
dei disturbi alimentari è affrontato, ma non è il centro di
Calcinculo. Si parla di abbuffate, di diete, di
commenti sgraditi, ma anche e soprattutto di cosa spinge
Benedetta a cercare rifugio nel cibo.
Il rapporto con la madre,
interpretata da Barbara Chichiarelli, è uno dei
filoni principali del film. Benedetta cerca costantemente
l’affetto e l’accettazione da parte della mamma, una donna che, tra
la frustrazione e le preoccupazioni quotidiane, fatica ad esprimere
l’amore per la figlia. Chichiarelli è un
personaggio potente ed efficace, una mamma realistica della
provincia romana. E, come ogni genitore di fronte al figlio
adolescente, tenta di aiutare la figlia, ma sbaglia sempre.
Calcinculo è un racconto muto di
parole, ma non afono
Calcinculo è un
racconto estremamente descrittivo. I personaggi parlano poco,
mentre la potenza drammatica è espressa dalle immagini didascaliche
che mostrano la quotidianità di Benedetta e la stravaganza
della vita di Amanda. Entrambi gli attori interpretano il
proprio personaggio più con il corpo che con la voce: dai movimenti
semplici, all’abbigliamento, dalle acconciature fino ai balli più
sfrenati.
La cinepresa gira con delicatezza
attorno agli attori, mostra tutto, ma da un punto di vista sempre
discreto. Chiara Bellosi, con l’ausilio di
Gaia Di Pietro, attrice esordiente, e
Andrea Carpenzano, ribadisce come si possa fare
cinema senza dover dire tutto a parole. La sceneggiatura, un lavoro
a quattro mani di Maria Teresa Venditti e
Luca De Bei, per quanto poco densa è ben fatta ed
è ricca di frasi potenti che colpiscono come frecce i personaggi a
cui vengono rivolte (e lo spettatore). Nel film grande rilievo
viene dato all’espressività della musica che fa danzare le scene e,
letteralmente, gli interpreti. Anche nelle note, c’è tutta la
ricerca di leggerezza di Calcinculo.
La femminilità: scoperta e
cercata
Calcinculo parla di
femminilità. Benedetta è un’adolescente che scopre il suo
corpo. Inizialmente se ne vergogna, si nasconde ma, grazie a
Amanda, impara a vedere in sé stessa la bellezza. Come
spesso accade per chi soffre di disturbi alimentari,
Benedetta è in disperato bisogno di amore, ha un vuoto
dentro che va nutrito, e non per forza con il cibo.
Amanda sembra in grado di
dare a Benedetta questo amore, ma anch’essa ne è in cerca.
Il nome che ha adottato significa proprio questo: ”colei che deve
essere amata”. Amanda vuole essere accettata come donna,
grida al mondo la sua femminilità con i vestiti e con gli
atteggiamenti. Calcinculo è quindi la storia di
due anime spezzate, una storia ”d’amore” che non può realmente
esistere perché assurda e pericolosa: un film vero e, come la vita,
a tratti spensierato, a tratti straziante.
Calcinculo,
secondo film diretto da Chiara Bellosi, scritto da
Maria Teresa Venditti e Luca De Bei,è nella
selezione ufficiale del 72. Festival
di Berlino, in concorso nella
sezione Panorama. Ritorno alla
Berlinale per la regista Chiara Bellosi, già in gara nel 2020,
sezione Generation, con l’acclamata opera prima “Palazzo di
Giustizia“
Nel
cast: Gaia Di Pietro (al suo
esordio), Andrea Carpenzano (“La
Terra Dell’Abbastanza“, “Il Campione“)
e Barbara
Chichiarelli (“Favolacce“,
“Suburra“), Giandomenico Cupaiuolo, Alessio Praticò e
Francesca Antonelli.
“Calcinculo
era un film difficile da fare, delicato ed importante –
dichiara Carlo Cresto-Dina (che ha prodotto il film per tempesta
con Valeria Jamonte e Manuela Melissano) – A partire dalla già
bellissima sceneggiatura di Maria Teresa Venditti e Luca De
Bei, Chiara Bellosi ha realizzato un film profondo e unico.
Dopo l’esordio a Generation 14+, siamo particolarmente felici di
tornare con Chiara a Berlino, questa volta a Panorama.”
La trama
Forse è vero che si
cresce anche a calci in culo. Ed è vero che quando la
giostra gira veloce ci sembra di volare e non vorremmo scendere
mai. E’ questo che succede a Benedetta quando incontra
Amanda e decide di seguirla nel suo
mondo randagio.
Chiara
Bellosi
Chiara Bellosi
(1973) si diploma in drammaturgia alla Civica Scuola d’Arte
Drammatica “Paolo Grassi” di Milano. Realizza un episodio
all’interno del film corale “Checosamanca” prodotto
da Carlo Cresto-Dina per Eskimosa e Rai
Cinema. Partecipa al master “Filmmaker – Il documentario come
sguardo” organizzato da IED-Venezia e lavora ad alcuni
documentari. “Palazzo di Giustizia”, il suo primo
lungometraggio di finzione, è stato presentato nella sezione
Generation 14+ di Berlinale 2020.
Calcinculo
è il suo secondo lungometraggio di finzione. Calcinculo è
una
produzione tempesta con Rai
Cinema in coproduzione con Tellfilm (CH), RSI
Radiotelevisione svizzera e sostenuto da MIC – Direzione
Generale Cinema e Audiovisivo, Ufficio Federale della Cultura
(UFC) e Regione Lazio. Il Film sarà distribuito in Italia
da Luce Cinecittà.
La Warner Bros. Discovery ha vinto
l’asta per i diritti di Calamity
Hustle, il prossimo film d’azione comico interpretato
da
Ryan Reynolds e
Channing Tatum. Gli altri membri del cast sono al
momento sconosciuti.
Secondo un recente rapporto di
Deadline, la società ha battuto i principali
studios tra cui Amazon, Netflix e altri per il film. Il rapporto
menziona che la sceneggiatura del film è paragonata a film come
Arma letale e che la speranza è quella di
“lanciare un franchise”.
Calamity Hustle sarà diretto e
scritto dai fratelli Nee e vedrà
Ryan Reynolds nei panni di “un ex detective di Los
Angeles sfortunato diventato investigatore privato che, dopo essere
stato messo sotto scacco da un feroce signore del crimine, deve
rintracciare il fratello estraneo, responsabile di aver interferito
con un furto di diamanti“.
Ryan Reynolds e
Channing Tatum sono anche produttori con le rispettive
case di produzione Maximum Effort e Free
Association. Anche i fratelli Nee e Kevin
Walsh produrranno attraverso la loro società Persons
Attempting. Aaron e Adam Nee hanno già lavorato con
Channing Tatum nel film commedia romantica d’azione e
avventura del 2022, The
Lost City.
È stato pubblicato online il primo
trailer di Cake, film diretto da
Daniel Barnz e già accolto con entusiasmo al
Toronto Film Festival, tanto da meritarsi una standing ovation
durante la proiezione per il pubblico. Protagonista del film è
Jennifer Aniston, in una veste molto diversa da
quella in cui siamo abituati a vederla. La protagonista Claire,
infatti, è una donna affetta da problemi fisici causati da un
terribile incidente a cui è sopravvissuta ma che le ha causato un
lutto. Claire rimarrà colpita dal suicidio di un’altra donna,
conosciuta in un gruppo di supporto psichico. Vedremo quindi una
Jennifer Aniston struccata, sfregiata in volto, mal vestita e
trasandata.
Ecco il trailer del film:
Oltre a Jennifer
Aniston, nel cast di Cake
figurano anche Anna Kendrick e Sam
Worthington e Adriana Barrazza.
In Cake Claire
Simmons (Jennifer
Aniston) è una donna che soffre, costantemente, nello
spirito e nel corpo. Estremamente cinica, soffre di un dolore
incolmabile e cronico che custodisce quasi come se fosse un figlio
dalla quale non vuole e non trova la forza di separarsi.
Allontanata dal marito e persino dal suo gruppo di auto-aiuto,
l’unica persona che non smette di prendersi cura di lei è la
premurosa domestica Silvana (Adriana Barraza).
Cake è un
road movie, o un “viaggio attraverso il tunnel”, di una donna che
si trova in un limbo dalla quale non riesce a fuggire. Eppure, la
svolta nella fragile condizione di vivere di Claire avverrà quando
troverà consapevolezza del suicidio di Nina (Anna
Kendrick), una ragazza con la quale non aveva alcun
rapporto.
Cake, il film
Claire si ritrova dunque a essere
materialmente circondata dai fantasmi: tutto ciò che non riesce ad
esternare prende corpo nella figura della giovane suicida che
guiderà la protagonista come un alter ego. Nato come corto mai
realizzato, con la regia di Daniel Barnz e
prodotto dalla stessa Aniston, il film ha un plot che si srotola
liberamente e si scontra con dei personaggi interessanti che
tuttavia restano in sospeso. Uno sviluppo, quello delle psicologie,
tristemente mancato che avrebbe potuto risollevare una pellicola
con del potenziale e alla quale sarebbe bastata una leggera spinta
per riuscire a distinguersi dalla miriade di produzioni simili.
Uno degli aspetti più interessanti
di Cake viene assunto dalla scelta di non
dare un vero e proprio nome al malessere di Claire, senza entrare
nel merito dell’incidente da cui lei è uscita viva per miracolo ma
perdendo una parte di sè, si ottiene il risultato di portare lo
spettatore nel vivo di una tragedia già avviata che appare senza
spiegazione. Allo stesso modo nulla viene mai davvero chiarito,
conferendo alla pellicola quel tocco mistico e onirico dal
retrogusto amaro che si amalgama perfettamente con il tragico
presente nella quale si trova la stessa protagonista.
A dispetto della pochezza dei
personaggi secondari, colei che traina con incredibile bravura
l’intera vicenda è senza dubbio Jennifer Aniston: mostrandoci un volto
struccato, segnato dalle cicatrici e quasi irriconoscibile, la ex
Rachel di Friends, ha cercato di dimostrare al mondo l’avvenire
della sua maturazione artistica tramite una prova attoriale davvero
notevole.
Presentato in concorso al Toronto
Film Festival 2014, Cake è una pellicola
che spesso non arriva fino in fondo – lo si percepisce quasi
costantemente – ma che acquista dei punti a suo favore proprio per
questa condizione di in conclusione: l’obbiettivo di Barz infatti
non è tanto quello di trovare una soluzione ai drammi esistenziali
ma più semplicemente di mostrare come imparare conviverci e
riuscire, di fronte alle difficoltà, ad accettare un’ altra vita o
la vita che rimane, la propria, come accade a Claire.
È stato pubblicato online il primo
poster di Cake, film diretto da
Daniel Barnz e già accolto con entusiasmo al
Toronto Film Festival, tanto da meritarsi una standing ovation
durante la proiezione per il pubblico. Protagonista del film è
Jennifer Aniston, in una veste molto diversa da
quella in cui siamo abituati a vederla. La protagonista Claire,
infatti, è una donna affetta da problemi fisici causati da un
terribile incidente a cui è sopravvissuta ma che le ha causato un
lutto. Claire rimarrà colpita dal suicidio di un’altra donna,
conosciuta in un gruppo di supporto psichico. Vedremo quindi una
Jennifer Aniston struccata, sfregiata in volto, mal vestita e
trasandata.
Ecco il poster del film:
Oltre a Jennifer Aniston, nel cast di
Cake figurano anche Anna
Kendrick e Sam Worthington e
Adriana Barrazza.
Se Caitlin Marie
Lotz, per tutti Caity Lotz, fosse una
delle sue stesse citazioni – sarebbe sicuramente questa. Una forza
della natura, bionda, simpatica e di smisurato talento nonché
ironia. Tutti la conosciamo per il suo ruolo principale in
DC’ Legends of Tomorrow: Capitano della Waverider
Sara Lance, o per meglio dire, The White
Canary.
Precedentemente, sul set di
Arrow, la primissima Black Canary
che il mondo abbia conosciuto sul piccolo schermo – prima degli
svolgimenti funesti della trama. Non è tutta comic, però,
la vita di Caity: debutta nel mondo del cinema nel 2006 con una
parte nel film sul cheerleading Ragazze nel pallone – Tutto
o niente di Steve Rash.
Nel 2010 viene ingaggiata a tempo
pieno nella 4° stagione della serie televisiva Mad
Men e, a seguire, approda su MTV Death
Valley, che la battezza definitivamente. Eppure, le
origini lavorative della ormai trentenne stuntgirl
americana sono ben lontane dagli ambienti cinematografici e
televisivi. Scopriamo insieme 5 curiosità sulla
vita di questa non troppo nuova stella della tv
americana.
“The best part of being blonde
is forgivable momentary lapses of common sense.”
È comparsa in un video di David Guetta ed Estelle
Nel 2009 compare nel videoclip
musicale di David Guetta feat.
Estelle, One Love, ma non solo.
Caity nasce come ballerina e non ha mai nascosto
il suo amore per la danza. Come lei cita, infatti,
“Dance has always been my number one. I started when I
was seven years old and I’ve had the opportunity to work with some
really amazing artists.”. Oltre Lady Gaga, ha partecipato a un
tour insieme ad Avril Lavigne e ha danzato in
numerosi altri video, come ad esempio I Don’t Know
di Selena Gomez e The Dancefloor
di Cascada.
Mette in scena la maggior parte degli stunts sul set, senza
controfigure
Se non l’aveste capito,
Caity Lotz è una tosta. Non teme in alcun modo le
parti d’azione che le vengono assegnate, anzi, vi partecipa in
prima persona. Su Instagram è sempre protagonista di piccole
sequenze video che la vedono indaffarata tra allenamenti in
palestra e, come se non bastasse, ha studiato Arti Marziali. Ben 3
tipi differenti: taekwondo, muay
thai e wushu.
Caity Lotz oltre ad essere un’attrice è stata una modella
Che sia una donna decisamente bella
e affascinante, non era in dubbio. Tra le varie qualifiche Caity si
aggiudica anche quella di Modella, ha infatti posato sia per
Men’s Health che Esquire.
Ha fatto parte di
una band musicale
Ebbene si. Sa anche cantare.
Correva l’anno 2005 quando Caity è entrata a far parte della band
musicale, tutta femminile, delle Soccx. Il gruppo
ha riscosso un discreto successo in Germania: con i singoli
From Dusk Till Dawn (Get The Party Started) e Scream
Out Loud, rispettivamente del 2006 e 2007, sono entrate nella
Top 10 tedesca fino all’uscita del terzo singolo Can’t Take My
Eyes Off You, datato 2008.
Pratica il
Parkour
https://www.youtube.com/watch?v=Ly3H_KsCoVo
Per concludere in
bellezza, la bionda americana non si è fatta scappare la disciplina
del Parkour. Oltre alle Arti Marziali già citate, sembra che
Caity tenga così tanto alla sua forma fisica (e mentis, ndr)
da essersi cimentata anche nelle scalate vertiginose e acrobatiche
delle strutture cittadine in America. Si è addirittura fatta
filmare come la migliore delle teenagers transoceaniche, per
mostrare le sue doti atletiche.
Celebre per il suo ruolo televisivo
in alcune note serie TV targate DC Comics, l’attrice Caity
Lotz ha in breve tempo guadagnato le attenzioni del grande
pubblico, costruendo una carriera divisa tra cinema e televisione.
Affermatasi in diversi generi, grazie a cui ha potuto mettere alla
prova la propria versatilità, l’attrice è oggi ricordata
prevalentemente per il ruolo di White Canary, entrato rapidamente
nell’immaginario televisivo. Ecco 10 cose che non sai di
Caity Lotz.
Parte delle cose che non sai di Caity Lotz
Caity Lotz: i suoi film e le serie
TV
1. Ha recitato in alcuni
noti lungometraggi. L’attrice debutta al cinema nel 2006
con il film Ragazze nel pallone – Tutto o niente, per poi
recitare in The Pact (2012), The Machine (2013),
Battle of the Year – La vittoria è in ballo (2013),
The Pact 2 (2014), Missed Call (2015), 400
Days (2015), Small Town Crime (2017) e Year
One (2018).
2. È celebre per i ruoli
televisivi. La Lotz è ben più nota per le sue
partecipazioni televisive, che la vedono inizialmente recitare con
un ruolo ricorrente nella quarta stagione della serie Mad
Men (2011), accanto all’attore Jon
Hamm. Successivamente ha avuto un ruolo di rilievo
nella serie Death Valley (2011), per poi ottenere il ruolo
di Sara Lance, alias White Canary nella serie Arrow
(2013-2020), condividendo la scena con l’attore Stephen
Amell. Ruolo che riprenderà anche in
Supergirl (2017-2019), Batwoman (2019),
The
Flash (2016-2019) e in modo più continuativo in
Legends of Tomorrow (2016-2020).
3. Ha diretto un episodio
della serie in cui recita. Particolarmente legata alla
serie Legends of Tomorrow, che le ha permesso di ottenere
una notevole celebrità, l’attrice ha compiuto il passo dietro la
macchina da presa per firmare la regia dell’episodio Mortal
Khanbat, la cui messa in onda negli Stati Uniti è prevista per
il 25 febbraio 2020. Per l’attrice si tratta della prima esperienza
come regista.
Caity Lotz è su Instagram
4. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un profilo seguito da 2 milioni di persone.
All’interno di questo l’attrice è solita condividere fotografie
scattate in momenti di svago, come anche curiosità quotidiane. Non
mancano inoltre diversi dietro le quinte dai set da lei
frequentati, e immagini promozionali dei suoi progetti da
interprete.
Caity Lotz è single?
5. È molto riservata circa
la sua vita sentimentale. Negli anni la Lotz si è
dimostrata particolarmente restìa a condividere dettagli della
propria vita sentimentale, preferendo tenere questa completamente
nascosta ai media, ai fan e in generale ai riflettori che il lavoro
da attrice porta inevitabilmente con sé. Per tanto, attualmente non
è possibile sapere se la Lotz sia single o sia impegnata in una
relazione.
Parte delle cose che non sai di Caity Lotz
Caity Lotz e Lady Gaga
6. Ha ballato per la nota
cantante. Inizialmente la Lotz aveva intrapreso la
carriera da ballerina, arrivando ad esibirsi per celebri cantanti
nei loro spettacoli dal vivo o nei videoclip delle loro canzoni.
Tra questi vi è la cantante Lady Gaga, e in
particolare nei video ufficiali dei brani Paparazzi e
LoveGame è possibile ritrovare la Lotz tra le ballerine
presenti.
Caity Lotz: i suoi addominali
7. È nota per il suo
fisico. Parallelamente alla carriera d’attrice, la Lotz ha
continua a seguire la propria passione per le arti marziali, come
anche del parkour. Tali discipline le hanno permesso di affermarsi
anche come stuntman, tanto da non aver bisogno di alcuna
controfigura durante le scene più complicate da girare. È dunque
comprensibile che la Lotz sfoggi un fisico particolarmente
scolpito, con degli addominali particolarmente evidenti.
Caity Lotz in Arrow
8. È tornata a recitare
nella serie. Dopo aver fatto parte delle prime stagioni di
Arrow, l’attrice era stata poi trasferita in Legends
of Tomorrow. Tuttavia nella settima stagione della serie
dedicata al celebre arcere, la Lotz compie un annunciato ritorno
nell’episodio Lost Canary. Stando a quanto dichiarato
dall’attrice, la puntata è ispirata alle Birds of Prey, noto gruppo
di supereroine DC.
9. Ha sostituito un’altra
attrice. Inizialmente il ruolo di Sara Lance in
Arrow era stato affidato all’attrice Jacqueline MacInnes
Wood, che ha dato vita al personaggio per l’intera prima stagione.
Alla fine di questa la Lance muore, salvo poi ritornare in vita
nella seconda stagione con l’alias di White Canary e con il volto
della Lotz, che sostituì dunque la precedente attrice.
Caity Lotz: età e altezza
10. Caity Lotz è nata a San
Diego, California, Stati Uniti, il 30 dicembre 1986.
L’attrice è alta complessivamente 168 centimetri.
Attrice e supermodella irlandese,
Caitriona Balfe è conosciuta prevalentemente per
il suo ruolo nella serie TV Outlander, per il quale ha
ricevuto diversi premi da parte della critica e l’apprezzamento del
pubblico. La sua carriera è poi proseguita anche al cinema, dove ha
recitato in importanti produzioni con celebri autori e attori. In
attesa del ruolo che possa consacrarla anche al grande pubblico,
l’attrice non smette di mostrare un talento che matura
interpretazione dopo interpretazione.
2. È celebre per i ruoli
televisivi. L’attrice inizia a recitare in televisione nel
2012, prendendo parte ad alcuni episodi della serie The Beauty
Inside. Recita poi in H+: The Digital Series
(2012-2013), e ottiene la celebrità con il ruolo di Claire Fraser
nella serie Outlander. Nel 2019 ricopre invece il ruolo di
Tavra nella serie NetflixDark Crystal: la resistenza.
Caitriona Balfe è su Instagram
3. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un proprio profilo, seguito da un milione di persone.
All’interno di questo la Balfe è solita condividere fotografie
scattate in momenti di svago, ma anche immagini promozionali dei
propri progetti da attrice.
Caitriona Balfe e Tony McGill
4. Ha una relazione
sentimentale. Dal gennaio 2018 l’attrice è fidanzata con
il produttore discografico Tony McGill. I due si sono conosciuti
nel 2015 e da quel momento hanno mantenuto la loro relazione
estremamente riservata. McGill, inoltre, non è presente su nessun
social network.
Caitriona Balfe e il matrionio
5. Si è sposata.
Dopo un fidanzamento di un anno e mezzo, l’attrice ha sposato Tony
McGill, celebrando la cerimonia in modo particolarmente intimo
presso la chiesa di St. Mary a Bruton, nel Somerset, nell’agosto
2019.
Caitriona Balfe incinta
6. Ha smentito le voci sulla
sua gravidanza. Nel giugno del 2019 diversi siti hanno
riportato la notizia che l’attrice fosse incinta. La Balfe,
attraverso i suoi profili social, ha smentito la cosa, lasciando
intendere di essere rimasta particolarmente infastidita da tali
voci.
Caitriona Balfe: il fansite
7. Esiste un sito web
dedicato a lei. Alcuni fan devoti hanno aperto un sito Web
dedicato all’attrice, chiamato appunto “Caitriona Balfe Fan”.
All’interno di questo è possibile trovare tutte le notizie passate,
presenti e future sull’attrice, dagli eventi a cui prende parte
fino ai suoi prossimi progetti lavorativi.
Caitriona Balfe Outlander
8. È la protagonista della
serie. La Balfe in Outlander interpretaa il ruolo
di Claire Randall Fraser, viaggiatrice nel tempo alle prese con
numerose avventure. L’attrice è stata protagonista fin dalla prima
stagione, apparendo in tutti i 55 episodi, e sarà protagonista
anche delle annunciate quinta e sesta stagione.
9. Per il ruolo ha vinto
diversi premi. Per il suo ruolo l’attrice è stata nominata
per quattro volte ai Golden Globe come miglior attrice in una serie
drammatica. Ha invece vinto un BAFTA Scotland, un People’s Choice
Awards e due Saturn Awards come miglior attrice.
Caitriona Balfe età e altezza
10. Caitriona Balfe è nata a
Dublino, in Irlanda, il 4 ottobre 1979. L’altezza
complessiva dell’attrice è di 175 centimetri.
Con film come Pacific
Rim – La rivolta, Priscilla e
Civil
War, Cailee Spaeny si è imposta come una
delle attrici più interessanti della sua generazione, capace di
passare da intimi film d’autore a grandi blockbuster ricchi di
effetti speciali. In pochi anni ha avuto l’occasione di recitare
per importanti registi e registe e al fianco di celebri colleghi.
La sua filmografia è pertanto oggi piuttosto invidiabile, tra
film d’azione,
thriller,
drammi e
horror e lascia immaginare grandi cose per il suo futuro.
2. Ha preso parte anche a
note serie TV. Oltre ad aver recitato per il grande
schermo, l’attrice ha avuto modo di prendere parte ad alcune
miniserie e serie TV. La prima di queste è stata Devs,
miniserie da 8 episodi (2020). Successivamente ha recitato in 5
episodi di Omicidio a Easttown (2021), con protagonista
Kate Winslet. Nel 2022 ha invece recitato nel
ruolo di Anna Eleanor Roosevelt nella serie
The First Lady, accanto a Viola Davis,
Michelle Pfeiffer e Gillian Anderson.
Cailee Spaeny ha debuttato con
Pacific Rim – La rivolta
3. Ha debuttato con un
blockbuster. Nel film Pacific
Rim – La rivolta, sequel del lungometraggio diretto da
Guillermo del Toro, l’attrice ha interpretato
Amara Namani, un’orfana di strada che ha creato un Jaeger civile,
Scrapper, e ha pilotato il Jaeger Bracer Phoenix. Per l’attrice si
è trattato del primo film per il cinema come anche del primo grande
blockbuster della sua carriera. Sul set ha però potuto contare sui
consigli dei suoi colleghi e successivamente all’uscita del film ha
conosciuto una prima importante fase di notorietà.
4. È di poco più piccola del
suo co-protagonista. Nella realtà Elvis Presley e
Priscilla Presley avevano una differenza di età di dieci anni.
Tuttavia, in Priscilla,
Jacob Elordi, che interpreta Elvis, ha solo un
anno in più di Cailee Spaeny, che interpreta Priscilla. Per
accentuare la differenza d’età tra loro, la regista Sofia Coppola ha dunque caratterizzato
Priscilla quasi come una vera e propria bambina, ricorrendo a
costumi e trucco che enfatizzassero il suo essere più piccola di
Elvis.
5. Ha vinto un importante
riconoscimento. Per la sua interpretazione di Priscilla,
Spaeny ha vinto la Coppa Volpi per la migliore interpretazione
femminile alla Mostra del Cinema di Venezia. Un premio che ha poi
anticipato le candidature ai Gotham Independent Film Awards e ai
Golden Globe nella medesima categoria. Sfortunatamente, l’attrice
non ha poi ottenuto la candidatura ai premi Oscar, per i quali in
molti la davano tra i favoriti.
Cailee Spaeny protagonista di Alien: Romulus
6. Ha cercato di discostarsi
dalla Ripley di Sigourney Weaver. Cailee Spaeny è la
protagonista di Alien:
Romulus, il nuovo capitolo della saga di fantascienza
horror. Parlando dell’eredità della precedente protagonista, la
Ripley di Sigourney
Weaver, Spaney ha affermato: “Guardare Sigourney
interpretare quel ruolo, fa parte del cambiamento del che quei film
hanno apportato. Non potrei mai essere lei. Ho iniettato nel mio
personaggio tutto quello che avevo dentro e ho cercato di renderlo
tridimensionale, il più tridimensionale possibile”.
Cailee Spaeny ha recitato in Civil War
7. Ha avuto l’occasione di
recitare con una delle sue attrici preferite. Cailee
Spaeny ha raccontato di essere una grande fan di
Kirsten Dunste più volte l’ha citata come una
delle sue principali influenze come attrice. Ha infatti seguito la
carriera della Dunst fin dai film di Raimi su Spider-Man. Il film Civil
War le ha dato la possibilità di lavorare con la Dunst
sullo schermo e l’ammirazione della Spaeny per lei rispecchia molto
l’idolatria del suo personaggio Jessie per quello della Dunst,
Lee.
Jacob Elordi e Cailee Spaeny in una scena di Priscilla
Cailee Spaeny ha un fidanzato?
8. È molto
riservata. Non si sa molto della vita sentimentale
dell’attrice, ma dal 2018 si dice abbia una relazione con l’attore
Raymond Alexander Cham Jr.. Nonostante le
occasionali apparizioni pubbliche insieme, come nel 2021 in
occasione di eventi come il GQ Men of the Year Party e l’evento Miu
Miu Club, hanno però mantenuto un basso profilo e inoltre non ci
sono conferme ufficiali sullo stato della loro relazione. Non è
inoltre chiaro se i due stiano ancora insieme o meno.
Cailee Spaeny è su Instagram
9.È
presente sul social network. L’attrice è presente sul
social network Instagram, con un proprio profilo verificato seguito
da 374 mila persone e dove attualmente si possono ritrovare circa
30 post. Questi sono principalmente immagini relative a suoi lavori
da attrice e da modella, inerenti il dietro le quinte di tali
progetti o promozionali nei loro confronti. Ma non mancano anche
curiosità, momenti di svago, eventi a cui ha preso parte e altre
situazioni ancora. Seguendola, si può dunque rimanere aggiornati su
tutte le sue novità.
Cailee Spaeny: età e altezza dell’attrice
10. Cailee Spaeny è nata il
24 luglio del 1998 a Knoxville, Tennessee, negli Stati
Uniti. L’attrice è alta complessivamente 1,55 metri.
Un po’ idolo un po’ zimbello,
Nicolas Cage, al pari di altre star, è un
personaggio virale. Nelle sue molteplici esperienze su internet,
l’attore adesso può annoverare anche una propria versione di
Game
of Thrones, Cage of
Thrones appunto, in cui lui stesso interpreta tutti i
personaggi.
Arriva il 29 ottobre al cinema
Cafè Society, il nuovo film di
Woody Allen già visto all’ultimo Festival
di Cannes. Nel film vediamo protagonisti Jesse Eisenberg e
Kristen Stewart.
Presentata in anteprima al
festival di Cannes, la pellicola segue il viaggio
di Bobby Dorfman dal Bronx, dove è nato, a Hollywood. Sul set
del film un cast incredibile: Jesse
Eisenberg, Blake Lively, Kristen Stewart, Steve
Carell, Jeannie Berlin, Parker Posey.
Cannes 2016
– Woody
Allen presenta Café
Society:“Finché potrò, girerò
film”
Il film vede la
coppia Kristen
Stewart e Jesse
Eisenberg collaborare per la terza volta
dopo Adventureland del 2009
e American Ultra, uscito negli
Stati Uniti questo mese.
A Café Societypartecipa
un nutrito cast, vera e propria consuetudine per Allen, che
comprende Kristen
Stewart e Jesse
Eisenberg affiancati da Blake Lively,
Parker Posey e Steve
Carell (che ha rimpiazzato Bruce
Willis a riprese già ampiamente in corso).
La storia ruota attorno a un
giovane uomo che arriva nella Hollywood degli anni trenta del
secolo scorso sperando di lavorare nell’industria cinematografica.
Si ritroverà trascinato nella “café society” (il termine precedente
a quello di “Jet Set” nato negli anni cinquanta) che definiva lo
spirito dell’epoca.
Ecco il primo trailer ufficiale di
Café Society, il film di Woody
Allen che verrà presentato in apertura fuori concorso alla
69esima edizione del Festival
di Cannes. Il film è stato girato tra Los Angeles e New York la
scorsa estate. Ecco il trailer:
[nggallery id=1969]
Il film vede la coppia di attori
collaborare per la terza volta dopo
Adventureland del 2009 e
American Ultra, uscito negli Stati
Uniti questo mese.
A Café
Society partecipa un nutrito cast, vera e propria
consuetudine per Allen, che comprende Kristen
Stewart e Jesse Eisenberg affiancati da
Blake Lively, Parker Posey e Steve
Carell (che ha rimpiazzato Bruce Willis a
riprese già ampiamente in corso).
La storia ruota attorno a un giovane
uomo che arriva nella Hollywood degli anni trenta del secolo scorso
sperando di lavorare nell’industria cinematografica. Si ritroverà
trascinato nella “café society” (il termine precedente a quello di
“Jet Set” nato negli anni cinquanta) che definiva lo spirito
dell’epoca.
È stata diffusa dalla Warner
Bros Italia la nuova clip in italiano di Cafè
Society, il film di Woody Allen che
ha aperto l’ultimo festival
di Cannes e che arriverà al cinema il prossimo 29 ottobre.
Protagonista della clip è
Steve Carell, che nel film interpreta il ricco e
famoso zio di Jesse
Eisenberg. Il rulo er stato inizialmente affidato a
Bruce Willis che però a riprese già cominciate ha
lasciato il progetto.
Presentata in anteprima al
festival di Cannes, la pellicola segue il viaggio
di Bobby Dorfman dal Bronx, dove è nato, a Hollywood. Sul set
del film un cast incredibile: Jesse
Eisenberg, Blake Lively, Kristen Stewart, Steve
Carell, Jeannie Berlin, Parker Posey.
Cannes 2016
– Woody
Allen presenta Café
Society:“Finché potrò, girerò
film”
Il film vede la
coppia Kristen
Stewart e Jesse
Eisenberg collaborare per la terza volta
dopo Adventureland del 2009
e American Ultra, uscito negli
Stati Uniti questo mese.
A Café Societypartecipa
un nutrito cast, vera e propria consuetudine per Allen, che
comprende Kristen
Stewart e Jesse
Eisenberg affiancati da Blake Lively,
Parker Posey e Steve
Carell (che ha rimpiazzato Bruce
Willis a riprese già ampiamente in corso).
La storia ruota attorno a un giovane
uomo che arriva nella Hollywood degli anni trenta del secolo scorso
sperando di lavorare nell’industria cinematografica. Si ritroverà
trascinato nella “café society” (il termine precedente a quello di
“Jet Set” nato negli anni cinquanta) che definiva lo spirito
dell’epoca.
Nonostante i titoli di testa, il
loro font, la musica jazz siano sempre identici dopo decenni, come
segno assoluto di riconoscibilità, Café
Society è in realtà per Woody Allen un debutto più che particolare.
Spinto probabilmente dai nuovi Amazon Studios,
l’autore di Manhattan si piega al digitale, abbandonando (per
sempre?) la cara pellicola. Una scelta che fa quasi sorridere e
temere, vista la sinossi e le location del film: siamo divisi fra
Los Angeles, terra di opportunità, di peccato, di
finanza e affari, e New York, patria dei gangster,
dei Night Club, della famiglia, in pieni anni trenta. Gli unici
elementi che legano i due mondi sono il vino e il suo fratello più
nobile champagne, che all’epoca scorrono a fiumi. Un po’ come
l’amore, finita una bottiglia se ne apre subito un’altra, un modo
per dimenticare le piccolezze della quotidianità, per affogare il
nostro eterno senso di insoddisfazione che ci spinge a lasciare
mogli fedeli, a inseguire la strada più facile per il successo
personale.
Café Society di Woody Allen
Café Society è così un
lavoro a metà, che attraverso le due città simbolo dell’America
rappresenta la morsa del desiderio e della ragione, che nel
mezzo schiaccia i suoi protagonisti e il pubblico. Nonostante non
si possa parlare di uno dei migliori lavori di Woody
Allen, poiché non possiede la grinta e il carattere degli anni
migliori, il modo in cui vede il cinema, lo scrive e
lo racconta è sempre immutato rispetto al passato. Chi si
aspetta un cambiamento di forma, di stile, resterà per l’ennesima
volta deluso, poiché Woody è sempre poetico (soprattutto nella
Grande Mela), affronta il cammino con calma, senza cedere alla
pressione, e pone nella scrittura la sua tradizionale ironia nei
confronti del mondo (e della religione, dei rapporti sentimentali,
della legge e così via), affidando anche grande responsabilità ai
suoi interpreti.
Il cast, per ripagare la fiducia, è
impeccabile: Kristen Stewart, usata spesso per ruolo
riflessivi, nostalgici, è invece sorridente, ammaliante, acqua e
sapone, affiancata da una Blake Lively spontanea, ugualmente felice e
fatale. L’intero soggetto è però sulle spalle di Steve Carell, statuario e fallibile come ogni
uomo d’affari, e Jesse Eisenberg, incarnazione del Woody Allen
più nevrotico e insicuro. Durante la visione più volte vi capiterà
di sovrapporre il viso tragicomico di Allen a quello più giovane di
Eisenberg, pensando “chissà che film sarebbe stato 20 anni
fa…”.
Sicuramente, dal punto
di vista fotografico, sarebbe stato più in linea con i toni, più
graffiante, nostalgico e credibile. Anche se Vittorio
Storaro non sbaglia un colpo, un movimento,
un’inquadratura, le immagini troppo pulite fanno a pugni con tutto
il resto: si fatica a credere agli ambienti, alle azioni, a Los
Angeles i set sono anche talvolta spogli, artificiali (che sia
pensato appositamente, per dipingere una città lontana dal
protagonista?). Oltre l’aspetto visivo però ci troviamo di fronte
alla classica poetica alleniana, come già ricordato: questa ci
invita a prendere in mano il nostro destino come a subirlo, in
quanto pedine impotenti ma non troppo, amanti fedeli ma non
troppo, madri apprensive ma non troppo. L’unica certezza è che
finita una bottiglia di vino o di champagne, se ne apre
un’altra, come i film di Woody Allen; non sempre il
contenuto è bene invecchiato, ma si ha comunque un nuovo
escamotage per abbandonare per 90 minuti il presente, con
classe, qualche rimpianto e un pizzico di malinconia.
Nonostante i titoli di testa, il
loro font, la musica jazz siano sempre identici dopo decenni, come
segno assoluto di riconoscibilità, Café
Society è in realtà per Woody Allen un debutto
più che particolare.
Spinto probabilmente dai nuovi
Amazon Studios, l’autore di Manhattan si piega al
digitale, abbandonando (per sempre?) la cara pellicola. Una scelta
che fa quasi sorridere e temere, vista la sinossi e le location del
film: siamo divisi fra Los Angeles, terra di
opportunità, di peccato, di finanza e affari, e New
York, patria dei gangster, dei Night Club, della famiglia,
in pieni anni trenta.
Gli unici elementi che legano i due
mondi sono il vino e il suo fratello più nobile champagne, che
all’epoca scorrono a fiumi. Un po’ come l’amore, finita una
bottiglia se ne apre subito un’altra, un modo per dimenticare le
piccolezze della quotidianità, per affogare il nostro eterno senso
di insoddisfazione che ci spinge a lasciare mogli fedeli, a
inseguire la strada più facile per il successo personale.
Café
Society è un lavoro che attraversa le due città
simbolo dell’America
Café
Society è così un lavoro a metà, che attraverso le
due città simbolo dell’America rappresenta la morsa del desiderio e
della ragione, che nel mezzo schiaccia i suoi protagonisti e
il pubblico. Nonostante non si possa parlare di uno
dei migliori lavori di Woody Allen, poiché
non possiede la grinta e il carattere degli anni migliori, il
modo in cui vede il cinema, lo scrive e lo
racconta è sempre immutato rispetto al passato. Chi si aspetta
un cambiamento di forma, di stile, resterà per l’ennesima volta
deluso, poiché Woody è sempre poetico (soprattutto nella Grande
Mela), affronta il cammino con calma, senza cedere alla pressione,
e pone nella scrittura la sua tradizionale ironia nei confronti del
mondo (e della religione, dei rapporti sentimentali, della legge e
così via), affidando anche grande responsabilità ai suoi
interpreti.
Il cast, per ripagare la fiducia, è
impeccabile: Kristen Stewart, usata spesso per ruolo
riflessivi, nostalgici, è invece sorridente, ammaliante, acqua e
sapone, affiancata da una Blake Lively spontanea, ugualmente felice e
fatale. L’intero soggetto è però sulle spalle di Steve Carell, statuario e fallibile come ogni
uomo d’affari, e Jesse Eisenberg, incarnazione del Woody Allen
più nevrotico e insicuro. Durante la visione più volte vi capiterà
di sovrapporre il viso tragicomico di Allen a quello più giovane di
Eisenberg, pensando “chissà che film sarebbe stato 20 anni
fa…”.
Sicuramente, dal punto di vista
fotografico, sarebbe stato più in linea con i toni, più graffiante,
nostalgico e credibile. Anche se Vittorio Storaro
non sbaglia un colpo, un movimento, un’inquadratura, le immagini
troppo pulite fanno a pugni con tutto il resto: si fatica a credere
agli ambienti, alle azioni, a Los Angeles i set sono anche talvolta
spogli, artificiali (che sia pensato appositamente, per
dipingere una città lontana dal protagonista?). Oltre l’aspetto
visivo però ci troviamo di fronte alla classica poetica alleniana,
come già ricordato: questa ci invita a prendere in mano il nostro
destino come a subirlo, in quanto pedine impotenti ma non
troppo, amanti fedeli ma non troppo, madri apprensive ma non
troppo. L’unica certezza è che finita una bottiglia di vino
o di champagne, se ne apre un’altra, come i film di Woody
Allen; non sempre il contenuto è bene invecchiato, ma si ha
comunque un nuovo escamotage per abbandonare per 90 minuti
il presente, con classe, qualche rimpianto e un pizzico di
malinconia.
Arrivano online le prime clip in
inglese tratte da Café Society, il film
di Woody Allen che verrà presentato in apertura
fuori concorso alla 69esima edizione del Festival di Cannes. Il film è stato
girato tra Los Angeles e New York la scorsa estate.
Ecco i video di seguito:
[nggallery id=1969]
Il film vede la coppia di attori
collaborare per la terza volta dopo
Adventureland del 2009 e
American Ultra, uscito negli Stati
Uniti questo mese.
A Café
Society partecipa un nutrito cast, vera e propria
consuetudine per Allen, che comprende Kristen
Stewart e Jesse Eisenberg affiancati da
Blake Lively, Parker Posey e Steve
Carell (che ha rimpiazzato Bruce Willis a
riprese già ampiamente in corso).
La storia ruota attorno a un giovane
uomo che arriva nella Hollywood degli anni trenta del secolo scorso
sperando di lavorare nell’industria cinematografica. Si ritroverà
trascinato nella “café society” (il termine precedente a quello di
“Jet Set” nato negli anni cinquanta) che definiva lo spirito
dell’epoca.
Presentata in anteprima al
festival
di Cannes, la pellicola segue il viaggio di Bobby
Dorfman dal Bronx, dove è nato, a Hollywood. Sul set del film un
cast incredibile: Jesse Eisenberg, Blake
Lively, Kristen Stewart, Steve Carell, Jeannie
Berlin, Parker Posey.
Cannes 2016
– Woody
Allen presenta Café
Society:“Finché potrò, girerò
film”
Il film vede la
coppia Kristen
Stewart e Jesse
Eisenberg collaborare per la terza volta
dopo Adventureland del 2009
e American Ultra, uscito negli
Stati Uniti questo mese.
A Café Societypartecipa
un nutrito cast, vera e propria consuetudine per Allen, che
comprende Kristen
Stewart e Jesse
Eisenberg affiancati da Blake Lively,
Parker Posey e Steve
Carell (che ha rimpiazzato Bruce
Willis a riprese già ampiamente in corso).
La storia ruota attorno a un
giovane uomo che arriva nella Hollywood degli anni trenta del
secolo scorso sperando di lavorare nell’industria cinematografica.
Si ritroverà trascinato nella “café society” (il termine precedente
a quello di “Jet Set” nato negli anni cinquanta) che definiva lo
spirito dell’epoca.
Cannes 2016 –Woody Allen presenta Café
Society:“Finché potrò, girerò film”
Il film vede la coppia
Kristen Stewart e Jesse Eisenberg
collaborare per la terza volta dopo
Adventureland del 2009 e
American Ultra, uscito negli Stati
Uniti questo mese.
A Café
Society partecipa un nutrito cast, vera e propria
consuetudine per Allen, che comprende Kristen
Stewart e Jesse Eisenberg affiancati da
Blake Lively, Parker Posey e Steve
Carell (che ha rimpiazzato Bruce Willis a
riprese già ampiamente in corso).
La storia ruota attorno a un giovane
uomo che arriva nella Hollywood degli anni trenta del secolo scorso
sperando di lavorare nell’industria cinematografica. Si ritroverà
trascinato nella “café society” (il termine precedente a quello di
“Jet Set” nato negli anni cinquanta) che definiva lo spirito
dell’epoca.
Arrivano online due nuove immagini
tratte da Café Society, il film di
Woody Allen che verrà presentato in apertura fuori
concorso alla 69esima edizione del Festival
di Cannes. Il film è stato girato tra Los Angeles e New York la
scorsa estate.
Le immagini, che trovate nella
gallery di seguito, hanno come protagonista Kristen
Stewart:
[nggallery id=1969]
Il film vede la coppia di attori
collaborare per la terza volta dopo
Adventureland del 2009 e
American Ultra, uscito negli Stati
Uniti questo mese.
A Café
Society partecipa un nutrito cast, vera e propria
consuetudine per Allen, che comprende Kristen
Stewart e Jesse Eisenberg affiancati da
Blake Lively, Parker Posey e Steve
Carell (che ha rimpiazzato Bruce Willis a
riprese già ampiamente in corso).
La storia ruota attorno a un giovane
uomo che arriva nella Hollywood degli anni trenta del secolo scorso
sperando di lavorare nell’industria cinematografica. Si ritroverà
trascinato nella “café society” (il termine precedente a quello di
“Jet Set” nato negli anni cinquanta) che definiva lo spirito
dell’epoca.
Kristen Stewart,Jesse Eisenberg e Blake Lively
sono i protagonisti del nuovo poster di Café
Society, l’ultimo film di Woody Allen
visto al Festival
di Cannes 2016.
Cannes 2016 –Woody Allen presenta Café
Society:“Finché potrò, girerò film”
Il film vede la coppia
Kristen Stewart e Jesse Eisenberg
collaborare per la terza volta dopo
Adventureland del 2009 e
American Ultra, uscito negli Stati
Uniti questo mese.
A Café
Society partecipa un nutrito cast, vera e propria
consuetudine per Allen, che comprende Kristen
Stewart e Jesse Eisenberg affiancati da
Blake Lively, Parker Posey e Steve
Carell (che ha rimpiazzato Bruce Willis a
riprese già ampiamente in corso).
La storia ruota attorno a un giovane
uomo che arriva nella Hollywood degli anni trenta del secolo scorso
sperando di lavorare nell’industria cinematografica. Si ritroverà
trascinato nella “café society” (il termine precedente a quello di
“Jet Set” nato negli anni cinquanta) che definiva lo spirito
dell’epoca.