Cast: Brandon Routh, Kevin
Spacey, Sam Huntington, Kate Bosworth, James Marsden.
Trama: Quando Superman
ritorna in grande stile dopo 5 anni di assenza, giustificata (ma
non agli occhi del mondo) da un viaggio verso gli ultimi resti del
suo pianeta natale Krypton, non tutti sono pronti ad accettarlo.
Specialmente la sua amata Lois Lane che intanto ha vinto un premio
pulitzer con l’editoriale “Perchè il mondo non ha bisogno di
Superman” e vive con un compagno e un figlio. Ci sono molte cose da
mettere a posto, disastri da sventare, criminali da inseguire,
donne amate da riconquistare e soprattutto Lex Luthor da
fermare.
Analisi: Superman come
Batman. Dopo le degenerazioni degli ultimi capitoli occorreva fare
ordine, tornare alle origini, riprendere i fili del discorso. Di
acqua ne è passata sotto i ponti, di cose ne sono accadute dentro e
fuori lo schermo e il primo dei supereroi rischiava di essere
tagliato fuori se non ci si inventava qualcosa per giustificarne
assenza e ritorno. E così è stato. L’uomo d’acciaio raffigurato in
Superman Returns e diretto da
Bryan Singer, è tutto nuovo anche se con un’aura
demodé che poco gli dona, e si riallaccia al primo episodio
ignorando giustamente gli altri.
Ora che i film tratti dai supereroi
dei fumetti sono diventati un vero e proprio sottogenere
cinematografico, blockbuster da svariati milioni di dollari a
botta, la trasposizione sul grande schermo non può accontentarsi di
essere una semplice avventura per ragazzi. Ecco allora che le
operazioni in tal senso diventano radicali. Bryan
Singer mette molta carne al fuoco e (pur continuando a
sospettare che sia un sopravalutato) quello che ne esce è un
divertente kolossal, dove si mescolano poesia e azione, piccoli
sguardi e imprese titaniche, sentimenti ed effetti speciali –
stavolta sì – davvero da urlo (la sequenza dell’aereo su tutte).
Superman torna così ad essere quello che è (non sfuggirà ai più
attenti la citazione della prima copertina del fumetto, un’icona
ormai, in cui Superman solleva un’auto sopra la testa o la
resurrezione, per pochi secondi purtroppo, di Marlon Brando nei
panni del padre Jor-El): l’eroe a tutto tondo senza macchia e senza
paura, colui che può tutto ma che soffre per amore, il figlio
mandato dal padre per salvare il genere umano, un popolo che sa
fare del bene ma che ha bisogno di qualcuno che gli indichi la
strada. Il mondo ha bisogno di Superman? è la domanda che serpeggia
lungo tutto il film. A proiezione conclusa la risposta è, ancora di
più, sì nonostante Lois Lane, nell’articolo che le ha regalato il
Pulitzer, dica di no.
Il ritorno di Superman datato 2006
quindi, nonostante abbia convinto in pochi, forse a causa di un
attore protagonista poco convincente (Brandon
Routh) e di un plot twist di poco impatto emozionale,
vince per un forte legame al film del 1979. Bryan
Singer infatti mette in scena un super eroe umano, in
salsa old fashion molto legato alla mitologia dei fumetti, però
pecca di presunzione, rendendo il nuovo Superman bi-dimensionale,
quasi senz’anima. Intrigante e di grande effetto invece è Lex Lutor
interpretato da un magnetico Kevin Spacey, forse
l’unico vero attore che ha dato un volto terribilmente attraente ad
uno dei villain più amati di sempre. Per il resto
Superman Returns nonostante le accortezze
stilistiche, poteva fare di meglio.
Arrivano online i primi
materiali per Reasonable Doubt,
crime-thriller con Samuel L. Jackson e Dominic
Cooper.
il film per la regia di Peter P. Croudins, seguirà
le vicende del procuratore distrettuale Mitch Brockden,che cercherà
di fermare un presunto omicida scagionato diverse volte dalle
autorità e sul quale non sono mai state trovate prove certe.
Di seguito potete trovare poster e trailer per il film che in USA
uscirà il 17 Gennaio.
Da sempre VIEW Conference si rivolge
principalmente al mondo giovanile: per i temi trattati (dal cinema
d’animazione alla computer grafica, dai videogiochi all’arte
digitale), per le modalità (anteprime, making of, laboratori con
grandi ospiti internazionali), ma soprattutto per l’attenzione
all’aspetto formativo, che è andata crescendo di anno in anno,
permettendo all’evento di divenire non solo un appuntamento
imperdibile per i massimi esperti dell’industria digitale, ma anche
uno spazio privilegiato e unico nel panorama italiano, di
formazione nell’ambito del digitale.
Come già era accaduto lo
scorso anno, anche per quest’edizione di VIEWFest e VIEW Conference
si è deciso di non limitare l’intervento formativo di VIEW agli
spazi convenzionali – il Cinema Massimo e il Centro Congressi
Torino Incontra – ma di estenderlo, portando i talenti di VIEW
direttamente nelle scuole. In totale, più di 800 studenti hanno
aderito alle proposte di VIEW Conference e VIEWFest.
Per la buona riuscita
dell’iniziativa è stato fondamentale l’apporto e il sostegno
dell’assessora ai Servizi Educativi della Città di Torino Maria
Grazia Pellerino, che ha riservato un contributo specifico per
l’organizzazione di una serie di laboratori formativi che sarebbero
stati impossibili senza il suo intervento.
I workshop organizzati sono stati
molti e su diversi argomenti, spaziando dai laboratori manuali a
quelli dedicati all’approfondimento di un determinato software.
I registi di “Piovono Polpette 2”,
Cody Cameron e Kris Pearn, hanno giocato con le creature
metà cibo e metà animali del loro film insegnando ai bambini come
creare i loro foodimal personali. Insieme ai due registi, i
partecipanti al workshop si sono divertiti a dare vita a simpatiche
creature utilizzando banane, fragole, pomodori, cetrioli e limoni,
con l’ausilio di stuzzicadenti e puntine da disegno.
Emanuele Micheli, ingegnere e
designer, responsabile della Scuola di Robotica di Genova,
(un’associazione no profit che ha come scopo la promozione della
cultura mediante attività di istruzione, formazione, educazione e
divulgazione delle arti e delle scienze coinvolte nel processo di
sviluppo di questa nuova scienza) ha condotto un
workshop rivolto agli studenti delle Scuole Elementari, Medie
Inferiori e Superiori. Il laboratorio “Costruisci il tuo Robot”
prevedeva la costruzione di piccoli robot, in grado di interagire
con le persone in azioni molto semplici. I bambini coinvolti hanno
potuto assemblare i robot e sono stati guidati nel compiere i loro
primi passi nel mondo della programmazione.
Le proiezioni riservate ai ragazzi
durante il VIEWFest hanno visto partecipare con successo anche gli
artisti Pixar Dan Scanlon e Sandra Karpman, che hanno
risposto alle domande degli studenti sulla creazione del film Pixar
“Monsters University”.
Il comico e sceneggiatore David
Misch, ironico e illuminante, si è concesso al pubblico
raccontando regole e principi della commedia, offrendo un punto di
vista ravvicinato sulle “viscere” della commedia, tra cui la regola
del 3 (“Perché le cose sono più divertenti in tre? Davvero,
perché? Voglio dire, perché???”), il rapporto tra la commedia e
la logica (suggerimento: sono acerrimi nemici), i calcoli sulla
tempistica; gli spunti comici e perché nasconderli a volte è il
modo migliore per ottenere una risata, perché il vostro corpo è
esilarante, il “dolore” delle battute; i “placebo” della commedia,
e come la meccanica delle barzellette – tensione e risoluzione,
riconoscimento degli esempi, depistaggio e sorpresa – fornisca un
modello per tutto l’umorismo.
Lucia Modesto di Dreamworks
Animation ha spiegato i trucchi che stanno alla base dei controlli
di animazione. La particolarità di questo workshop è stato
l’utilizzo di materiali semplici e di uso comune per costruire un
modello articolato al fine di valutare il range di movimento
richiesto, e poter così definire in specifico i controlli di
animazione necessari, in ordine di priorità.
Lucia Modesto ha illustrato le
modalità di valutazione dei controlli di animazione (per rigger e
animatori) creando un piccolo modello reale e articolato e
individuando i controlli di animazione necessari per lo specifico
modello.
Dario Passariello di Autodesk
ha tenuto una serie di lezioni sull’utilizzo di 3D Studio Max e
sull’integrazione con Mudbox per creare un’animazione avanzata,
andando ad analizzare anche nello specifico le tecniche di
animazione e di modellazione booleana.
Daniele Angelozzi ha svelato
i segreti del programma di modellazione avanzata Zbrush
per la creazione di un impianto per la stampa 3D, partendo da
forme semplici e sfruttando diverse caratteristiche come dynamesh,
l’inserimento di meshbrushes, retopology e strumenti di
remeshing.
Fabrizio Arzani di Escape
Studios ha accompagnato i presenti alla scoperta dei segreti del
“camera mapping”, mostrando come creare una ripresa fotorealistica
a partire da un’immagine fotografica, utilizzando l’allineamento
della geometria e delle telecamere a un backplate e creando poi una
mappatura tramite il punto di vista della videocamera.
Luca Deriu di PlaySys,
in collaborazione con il fisico Massimo Temporelli, ha
proposto una panoramica sui nuovi orizzonti che si stanno aprendo
per la grafica tridimensionale: software evoluti, processi di
elaborazione ottimizzati e sistemi hardware di nuova generazione
danno la possibilità di anticipare il mercato del futuro. La
semplicità della modellazione poligonale, trova oggi non solo la
finalizzazione del proprio processo produttivo nel render
fotorealistico, tramite software come V-Ray o iRay, ma anche la
possibilità di scolpire oggetti in tempi brevi e con costi
accessibili. La nuova frontiera della stampa 3D infatti offre
grandissime possibilità di progettazione, creazione, manipolazione
e miglioramento dei prodotti che vedremo sul mercato.
Appuntamento imperdibile è stato
anche quello con il “game evangelist” Marco Mazzaglia e la
sua vita tra i giochi scoprendo la “gamification”, l’utilizzo di
tecniche di game design ed elementi di gioco che si sta diffondendo
in molti contesti, dalla formazione in alcune scuole alle
multinazionali; durante il workshop Mazzaglia ha parlato di come
funziona la gamification e di cosa vuol dire lavorare sulla
motivazione e sulle personalità dei singoli giocatori. Per spiegare
le sue teorie, il game evangelist ha interagito con i presenti,
chiamandoli sul palco per provare la resa emozionale di diversi
videogiochi.
Una menzione speciale va al
Masterclass della durata di 6 ore tenuto da Paul Debevec,
dal titolo “Illuminazione, aspetto e animazione per attori digitali
fotorealistici”.
Nel corso del workshop Debevec si
è concentrato sulla modellazione basata sulle immagini e
sulle tecniche di rendering, con successive specializzazioni in
High Dynamic Range Imaging, misura della riflettanza, animazione
facciale e illuminazione basata sulle immagini attraverso la
registrazione della luce nel punto in cui l’attore deve andare, lo
studio della geometria del volto e modellazione delle texture, la
ricostruzione dettagliata dell’aspetto della pelle e l’elaborazione
della scansione facciale.
Nella seconda parte è stata
analizzata approfonditamente l’animazione guidata attraverso
diversi casi di studio, tra cui “Il curioso caso di Benjamin
Button”, “Avatar”, “Tron: Legacy” e molti altri lavori di Paul
Debevec.
Da segnalare anche l’incontro con
Parag Havaldar sulla stereoscopia nella produzione di film,
che ha proposto una riflessione comparativa sulla tecnologia
necessaria per la produzione di contenuti stereoscopici parlando
anche della creazione di contenuti stereoscopici per progetti
interamente in CG, la generazione di un “altro” occhio rispetto a
quello tradizionale di una videocamera, e i problemi che
sorgono con un contenuto stereoscopico nativo.
Troy Saliba ha tenuto un
workshop sulla pianificazione della ripresa, seguendo
il processo di realizzazione di un film dalle miniature al
fotogramma finale, con particolare attenzione alla differenza di
pianificazione tra film live-action, lavori di animazione e
cortometraggi.
Matthias Winckelmann,
freelance motion designer e regista, e Carlo
Costacurta, graphics designer, hanno parlato del workflow
tra CINEMA 4D e After Effects CC per il motion design e gli effetti
speciali, dimostrando la facilità con cui si possono scambiare file
native 3D e il metodo di aggiornamento degli elementi di una scena
lavorando in parallelo con CINEMA 4D Lite e After Effects.
Un successo senza precedenti per
questo specifico calendario di VIEW, che conferma ancora di più la
valenza formativa dell’evento, al punto che è già in programma un
nuovo appuntamento, previsto per febbraio su specifica richiesta
degli organizzatori di Giovedì Scienza.
Volete far parte del programma della
prossima edizione di VIEW Conference? Mandateci le vostre idee per
conferenze e i workshop. All’indirizzo seguente troverete i moduli
per sottoporre le vostre proposte:
Se invece avete realizzato, tra il
2013 e il 2014, un cortometraggio con animazioni 2D/3D o con
effetti visivi, inviatecelo per concorrere al VIEW Awards
2014. Presentarsi è semplice: basta compilare il modulo che
trovate all’indirizzo
Con una storia recente che dimostra
tutta la grande considerazione che il mondo della settima arte ha
per lui, David O. Russell torna sul grande schermo con
American Hustle, accompagnato da un pungo di attori
che gli sono ben noti e con i quali ha condiviso i grandiosi
successi delle passate stagioni cinematografiche.
Sono Christian Bale e Amy Adams (visti in The Fighter) e Jennifer Lawrence e Bradley Cooper (protagonisti di Il Lato
Positivo) le due coppie che ci raccontano il film, una
storia di truffe, truffatori, doppi giochi, femme fatale, politici
onesti, poliziotti entusiasti, tradimenti, soldi e corruzione. In
American Hustle troviamo il gusto per il film di genere, con
tanto di storia d’amore tormentata, dramma familiare e un pizzico
di gangster movie, il tutto condito da una vera comica che dopo
Il Lato Positivo sembra stare molto comoda al
regista di Three Kings.
American Hustle, il film
Protagonista del film è un
irriconoscibile Christian Bale , con tanto di riporto e ventre
prominente, che di professione fa il truffatore, fino a che non
incontra la rossa e pericolosa Amy Adams, una donna con un
cervello letale quasi quanto il suo fascino. Con lei metterà in
piedi una interessante attività di raggiri e condividerà un po’ di
serenità, peccato però che a casa, ad aspettare il fedifrago
marito, ci sia la mogliettina Jennifer Lawrence, bella,
triste e sciocca. A questo triangolo, già esplosivo, si aggiungono
un poliziotto ambizioso con la faccia da schiaffi di Bradley Cooper, e un politico genuino e sincero,
impegnato nella sua missione di rendere il mondo un posto migliore,
con le sembianze di Jeremy Renner.
David O. Russell affronta la
storia di petto, immettendoci già in una dinamica avviata e pronta
ad esplodere e che poi ci viene raccontata nei dettagli per circa
metà film, con il classico stile del regista, un po’ sporco e
sbilenco, ma che lo caratterizza e lo rende distinguibile tra
mille. La molteplicità di voci over e una scelta di racconto
vagamente ellittico, rendono il film un po’ confuso nella parte
narrativa, laddove una storia basata su intrighi e doppi giochi
dovrebbe essere oscura solo per il raggirato di turno, non per lo
spettatore che è in qualche modo “complice” della truffa che viene
messa in atto.
Nonostante questa difficoltà di
comunicazione, Russell si salva per qualche dialogo davvero
brillante, ma soprattutto perché si è affidato ai citati magnifici
quattro: Bale-Adams-Cooper-Lawrence fanno loro ogni momento
del film, mettendo in scena delle performance che già tutti
definiscono da Oscar. A loro si aggiunge un Jeremy Renner che, forse influenzato dall’eccellenza che
lo ha circondato su quel set, non fa assolutamente brutta figura
accanto all’irriconoscibile e straordinario Bale. American
Hustle è un film di attori, un film di cui si gode grazie
alle magnifiche performance e che trova, purtroppo, nell’approccio
al racconto, il suo punto debole.
Il 2015 si arricchisce di un altro
film con budget potenzialmente importane,si tratta della nuova
pellicola di Brad Payton(Viaggio
nell’Isola Misteriosa) intitolata San
Andreas,che avrà come star Dwayne
Johnson.
Andre Fabrizio e
Jeremy Passmore avevano già fornito una prima
bozza della sceneggiatura, mentre Chad e Carey
Hayes(The Conjuring, I Segni del Male) di
recente hanno portato delle modifiche con una riscrittura
parziale.
La trama (com’è facilmente
intuibile) parlerà del Big One,il terremoto che dovrebbe scatenarsi
a ridosso della faglia di San Andreas e provocare consistenti danni
in California; Johnson in tutto questo sarà un pilota di elicotteri
alla disperata ricerca della figlia.
La release del film è prevista per
il 5 giugno, che quindi vedrà la forte concorrenza del ritorno di
Jurassic World(12 giugno).
Quando gli eroi della tua infanzia sono
Steve Martin
e i fratelli
Marx,e
da grande finisci a lavorare nello showbiz, la tua specialità non
potrà che essere la commedia. Magari non è detto che tu voglia
mostrare un pene in ogni tuo film, ma questo è quello che
Judd Apatow
si è ripromesso di fare anni or sono.
Prima di diventare un maestro della
risata (più o meno sboccata), fa la gavetta come lavapiatti al
Long Island East Side Comedy Club, mentre gestisce il suo
personale Comedy Club per la radio della scuola. Un
vero cultore della materia, il ragazzo. Dopo il diploma si
trasferisce a L.A. per studiare sceneggiatura all’università –
organizzando regolarmente delle “Comedy Nights” al campus – ma
molla il corso prima della laurea, e va a vivere con Adam
Sandler, incontro fortunato di Judd, oltre a quello con Ben
Stiller, con cui fa amicizia nel 1990 fuori da un concerto di
Elvis Costello, e per cui scrive un programma targato
Fox, The Ben Stiller Show.
Nonostante le critiche positive e
l’Emmy agli autori, la rete lo cancella e Apatow si butta sul
Larry Sanders Show della HBO e su diverse
serie tv, per poi esordire come sceneggiatore cinematografico nel
’95 con Pesi massimi. Nel frattempo incontra la donna
della sua vita, l’attrice Leslie Mann, bella bionda che non
solo accetterà di sposarlo, ma gli darà pure due figlie, e come
minimo si merita di comparire in gran parte dei suoi progetti. Dopo
tanto scrivere, Judd decide di tentare con la regia, debuttando nel
2005 con 40 anni vergine, co-sceneggiato insieme al
protagonista Steve Carell: il film è un successone e, rotto
il ghiaccio col grande pubblico, Apatow è pronto per il bis, con la
commedia politically s-correct Molto incinta (2007),
protagonisti l’amico Seth Rogen e la Katherine Heigl
di Grey’s Anatomy. Judd va alla grande anche come
produttore con la sua società Apatow Productions, che, tra
le altre, porta sullo schermo la commedia femminile più
scollacciata e di successo di tutti i tempi, nonostante il
famigerato marchio “R” (“restricted”) della censura americana:
Le amiche della sposa sbanca il box office e riceve
nomination agli Oscar e ai Golden Globe. Tiè.
La sua ultima fatica multi-tasking
(sceneggiatore/regista/produttore) si intitola Questi sono i
40, ma per lui oggi sono 46. HAPPY BIRTHDAY JUDD!
James Franco è
sicuramente una delle stelle di Hollywood in rapida ascesa,il suo
talento lo ha portato a interpretare ruoli molti ruoli diversi fra
loro,riconoscendolo come uno dei migliori attori della nostra
epoca,basti pensare a due ruoli diametralmente opposti come
in Spring Breakers e
Facciamola Finita per avere un’idea.
Listal ha contattato l’attore californiano per domandargli i suoi 5
film preferiti chiedendo anche una motivazione;di seguito trovate
la lista di James Franco con relativo trailer:
–Gimme
Shelter di Charlotte Zwerin, David Maysles e
Albert Maysles (1970)
E’ semplicemente incredibile. Ho guardato tutti i film dei fratelli
Maysles e mi piace molto il loro approccio, che hanno chiamato
“cinema diretto”. Mi piace l’idea che la vita può essere così
drammatica come la finzione. E’ molto diverso dal reality, perché è
molto manipolato. L’approccio dei Maysles è la minima interazione e
di osservare il più possibile. Gimme Shelter è un grande dramma, ed
è ben fatto. Come lo sono tutti i loro film.
–Belli e
Dananti di Gus Van Sant (1991)
Anche prima di iniziare a recitare, questo è stato un film molto
importante per me. Ovviamente ero davvero attratto dalle
recitazioni e dai personaggi… e poi c’è il modo in cui è girato
–Ladri di
Biciclette di Vittorio De Sica
(1948)
Tutti i miei film preferiti si avvicinano al realismo in un modo
diverso. Questo è il neorealismo italiano – ovviamente c’è uno
script e una storia e tutto, ma è girato in strada e, come Belli e
dannati, ha una narrazione ingannevole, semplicemente costruita. Ma
c’è tanta emozione evocata da queste storie molto semplici.
–4 mesi,3 settimane e 2
giorni di Cristian Mungiu (2007)
Anche in questo caso, un approccio molto semplice, ma c’è così
tanto potere in quel film. Tu non sei sicuro di quello che sta
accadendo all’inizio, ma vieni gettato nel film. Il film ti dà
davvero la sensazione di vivere in Romania nel 1980.
–The
Wrestler di Darren Aronofsky
(2008)
Ho amato questo film! Mi piacciono molto i film dei Fratelli
Dardenne, come Il figlio e L’Enfant, e sono sicuro che The Wrestler
sia stato influenzato da Jean-Pierre e Luc Dardenne, soprattutto
all’inizio quando la telecamera segue la parte posteriore della
testa di Mickey Rourke attraverso i corridoi. Mi ricordo quando ho
incontrato Darren Aronofsky, quando era uscito The Fountain e lui
mi ha detto che guardava i film dei fratelli Dardenne perché
stavano facendo roba davvero buona, quindi so che lui è un loro
fan.
Si chiama
Ballers il film che vedrà il ritorno di
una All-Star NBA sul grande schermo,questa volta però non sarà
Micahel Jordan o Shaquille O’Neal
ma bensì il più forte giocatore di Basket del momento:
Lebron James,stella dei Miami Heat e bi-campione
in carica della lega.
Con James ci sarà anche l’attore comico Kevin Hart
a formare una coppia che per fisicità ricorda molto quella
De Vito-Schwarzenegger in I Gemelli.
Secondo i primi dettagli,James interpreterà una sorta di se stesso
intento a giocare a basket,mentre Hart sarà il fratello minore
,costantemente invidioso del primogenito e in cerca di un riscatto
che non lo tenga nell’ombra del suo familiare.
Per la sceneggiatura si parla di Lowell Ganz e Babaloo Mandel(già
autori di alcune commedie per ragazzi),con la collaborazione dello
stesso Hart.
Si sa inoltre che il film verrà girato quasi interamente in estate
2014,causa impegni sportivi di Lebron.
è iniziata la stagione dei premi e
con essa anche il processo di selezione alle nomination per
l’edizione numero 86 degli Oscar 2014,che si terrà
nel consueto Kodak Theatre il 2 marzo.
Oggi l’academy ha annunciato i 10
film che si giocheranno la nomination per gli effetti speciali e si
tratta di:
–Elysium di Neill
Blomkamp
–Gravity di Alfonso
Cuaron
–Lo Hobbit:La Desolazione di Smaug di
Peter Jackson
–Iron
Man 3 di Shane Black
–The Lone Ranger di Gore
Verbinski
–Oblivion di Joseph
Kosinski
–Star Trek Into Darkness di J.J.
Abrams
–Pacific Rim di Guillermo Del
Toro
–World War Z di Marc
Foster
ricordiamo che le nomination
verranno effettuate dal comitato per gli effetti speciali
dell’academy che vedranno spezzoni di questi 10 film il 9 gennaio
2014 e in seguito voteranno i cinque film finalisti;mentre
l’annuncio delle nomination avverrà il 16 gennaio 2014.
E’ arrivata questa sera la triste e
forse un po’ annunciata notizia della morte di Nelson
Mandela, a 95 anni, dopo una lunga malattia e una
lunghissima degenza in ospedale. Uomo dalla forza d’animo rara e
della grande tempra morale, fu uno dei leader del movimento
anti-apartheid ed ebbe un ruolo determinante nella caduta di tale
regime, pur passando in carcere gran parte degli anni
dell’attivismo anti-segregazionista. Protagonista insieme al
presidente Frederik Willem de Klerk
dell’abolizione dell’apartheid all’inizio degli anni Novanta, venne
eletto presidente nel 1994, nelle prime elezioni multirazziali del
Sudafrica, rimanendo in carica fino al 1999.
Il cinema lo ha fatto spesso
soggetto di storie costruttive ed edificanti, non ultimo il film
Mandela, con protagonista Idris
Elba, che proprio in questi giorni sta vedendo la sua fase
di promozione negli States. Fu anche interpretato nel 2007 da
Dennis Haysbert nel film Detenuto
46664, da Lindani Nkosi in
Drum del 2004 e nel film tv
Mandela, da Danny Glover. La sua più
recente e illustre incarnazione cinematografica è stata quella di
Morgan Freeman in
Invictus del 2009.
Figura di riferimento di un popolo
e di un secolo intero, con lui si spegne una delle più grandi
personalità che il mondo abbia visto.
Dal profondo della notte che mi
avvolge,
Nera come un pozzo da un polo all’altro,
Ringrazio qualunque dio esista
Per la mia anima invincibile.
Nella feroce morsa delle circostanze
Non ho arretrato né gridato.
Sotto i colpi d’ascia della sorte
Il mio capo è sanguinante, ma non chino.
Oltre questo luogo d’ira e lacrime
Incombe il solo Orrore delle ombre,
E ancora la minaccia degli anni
Mi trova e mi troverà senza paura.
Non importa quanto stretto sia il passaggio,
Quanto piena di castighi la vita,
Io sono il padrone del mio destino:
Io sono il capitano della mia anima.
Non è ancora uscito al cinema
X-Men giorni di un futuro
passato, che uscirà negli USA 23 maggio 2014, che
già il regista Bryn Singer annuncia l’ennesimo film sui mutanti
Marvel: si intitolerà
X-Men: Apocalypse e uscirà il 27 maggio
2016.
La mossa è stratetica per non far
raffreddare tropo il terreno intorno agli X-Men, intanto però
chissà quale sarà l’accoglienza riservata al film la prossima
primavera.
La trama di X-Men giorni di un futuro
passato, tratta dall’omonimo fumetto del 1981,
ripercorre un arco temporale ambientato in un imprecisato futuro in
cui gli USA sono dominati dalla Sentinelle, mentre i mutanti vivono
confinati in campi di concentramento. Kitty Pride torna indietro
nel tempo e impedisce dal passato che gli eventi precipitino a tal
punto da trasformare la vita dei mutanti del futuro in un inferno
di reclusione.
Pieraccioni torna con Un
fantastico via vai a raccontarci con il suo fare poetico e
fantasioso una storia di situazioni comuni, di persone normali con
problemi altrettanto normali, ma stavolta il suo sguardo è diverso.
Forse maturato come il regista toscano, il protagonista non cerca o
insegue l’amore ma se stesso. Così rivivendo le emozioni di
quand’era ventenne, capisce, attraverso gli occhi e le paure di chi
ventenne lo è davvero, ciò che gli era sfuggito finora. Ma mentre
gli studenti aiutano Arnaldo indirettamente, lui per loro è un vero
e proprio deus ex
machina sotto le sembianze di un fratello maggiore. Nella
sceneggiatura si nota il tocco esterno del regista Paolo Genovese che, nel ruolo di
co-sceneggiatore insieme a Pieraccioni, sostituisce la sua
eterna spalla Giovanni Veronesi. Ecco che allora un
paio di scene perdono il marchio ‘toscano’ e l’epicità del
sentimento non lascia spazio ad altro.
Un fantastico via vai, la trama
In Un fantastico via
vai Arnaldo Nardi (Leonardo Pieraccioni) è
felicemente sposato con Anita (Serena Autieri), ha due
figlie, una bella casa, un posto fisso in banca e una sera a
settimana esce con i suoi due colleghi, Esposito (Marco
Marzocca) e Giovannelli (Maurizio Battista). Insomma,
non gli manca nulla nella sua vita tranne un po’ di brio, così
quando per un malinteso la moglie lo caccia da casa, va ad abitare
con quattro studenti: Anna (Chiara Mastalli), romana, ha il
complesso della babysitter, Marco (Giuseppe Maggio) studia
medicina ma non riesce a guardare il sangue, Camilla (Marianna
Di Martino) è andata via da Catania perché incinta ed Edoardo
(David Sef), perugino di colore, è fidanzato con Clelia
(Alice Bellagamba), figlia del Cavalier Mazzarra (Giorgio
Panariello), borghesotto razzista. La settimana passata insieme
aiuterà Arnaldo ad avere ancora fiducia nel suo futuro e ai quattro
giovani ad avere coraggio nel presente, ora che hanno vent’anni e
la vita è così fantastica.
Per comporre il cast
Pieraccioni chiama molti attori comici, tutti con un ruolo
funzionale alla storia: Panariello che con il suo Cavalier
Mazzarra si muove tra il comico e il drammatico, Massimo
Ceccherini, che appare poco ma ruba sempre una risata,
Battista (L’Ultima Ruota del Carro) e
Marzocca (Fascisti su Marte), che si rivelano
una coppia ben assortita ed esilerante. La scelta della moglie è
una sorpresa, visto che Pieraccioni ha sempre preferito le sue
partner castane e stavolta ci troviamo sullo schermo
l’Autieri (Il Principe Abusivo), ma l’attrice
napoletana è perfetta nel piccolo ruolo che le viene affidato,
quindi non ci si fa più di tanto caso. Tra i cinque giovani, volti
noti soprattutto in tv, c’è qualcuno che brilla più di altri, come
la Mastalli e la Di Martino.
Ambientato nell’incantevole Arezzo,
ma culturalmente senza confini, Un fantastico via vai
è una commedia piacevole e divertente, adatta al periodo natalizio
per le promesse che ci spinge a fare a noi stessi. Al cinema dal 12
dicembre.
Fra i grandi nomi che hanno
partecipato al doppiaggio del nuovo film Disney di Natale
Frozen – Il regno di ghiaccio, spicca certamente
quello del popolare attore Enrico Brignano. E’ sua
infatti la voce del simpaticissimo Olaf, il pupazzo di neve che ama
i caldi abbracci e sogna l’estate.
A parlarcene è direttamente
l’attore romano in questo video:
Avventura, magia e musica sono gli
ingredienti di questo Natale Disney: arriva al cinema Frozen Il
Regno di Ghiaccio, il nuovo emozionante film
d’animazione diretto da Chris Buck e
Jennifer Lee con la produzione esecutiva di
John Lasseter. Nato dal genio creativo degli
autori di Rapunzel – L’intreccio della
torre e Ralph Spaccatutto, il nuovo capolavoro
d’animazione Disney sarà nelle sale italiane dal 19 dicembre in
Disney Digital 3D™. Anticiperanno l’uscita dell’incantato
capolavoro 100 esclusive anteprime, nei cinema di tutta Italia.
Ispirato alla fiaba di Hans
Christian Andersen “La regina delle nevi” (pubblicata per la prima
volta nel 1845),
Frozen – Il regno di ghiaccio trasporterà il
pubblico in una grande ed emozionante avventura, tra paesaggi da
sogno ispirati agli spettacolari fiordi norvegesi, per un Natale
ancora più ricco di magia. Con la valorosa e ottimista
Anna (nella versione italiana doppiata da Serena Rossi) e
il coraggioso Kristoff, accompagnati dalla renna Sven e dal pupazzo
di neve Olaf (interpretato da Enrico Brignano), saremo
protagonisti di un viaggio epico alla ricerca di Elsa (che ha
la voce di Serena Autieri), sorella di Anna, che con i suoi poteri
ha intrappolato il regno di Arendelle in un inverno senza fine.
“Siamo incredibilmente orgogliosi
di questo film che fa onore alla nostra esperienza dei Walt Disney
Animation Studios con le sue radici senza tempo – afferma Lasseter
– Tuttavia i suoi personaggi forti, la sua narrazione straordinaria
e i favolosi elementi visivi sono destinati completamente al
pubblico di oggi”.
Martina Stoessel, la star della
serie Tv cult Violetta e premiata agli Argentinean Martin Fierro
Awards 2013 come Migliore Artista Esordiente, interpreta la
versione per i titoli di coda della canzone “All’alba sorgerò”,
adattamento italiano di “Let it go”. La colonna sonora del film,
che in Italia uscirà il 3 dicembre distribuita da Universal Music,
include otto nuove canzoni originali composte da Kristen
Anderson-Lopez (In Transit, Winnie the Pooh) e dal vincitore del
Tony® Award Robert Lopez (The Book of Mormon, Avenue Q).
Nexo Digital va avanti con il
progetto National Theatre Live, portando i grandi successi del
National Theatre di Londra, in lingua originale e con sottotitoli
in italiano, nelle sale cinematografiche di tutta Italia. Dopo
The Audience e
Macbeth è il turno di
Frankenstein. Il terzo appuntamento è
Frankenstein, al cinema il 10 dicembre, diretto dal Premio Oscar
Danny Boyle.
Il desiderio dell’uomo di giocare
al ruolo di divino artefice, nella sinistra e sempre affascinante
cornice di uno dei romanzi gotici che hanno fatto la storia, torna
ad emozionare con una produzione sensazionale diretta dal Premio
Oscar Danny Boyle (Trainspotting, The
Millionaire). Boyle dirige questa produzione
stagionale con Benedict Cumberbatch e
Jonny Lee Miller.
MYmovies.it presenta
l’offerta streaming della XXIII edizione del Courmayeur Noir in
Festival. Una rassegna di imperdibili film noir nati dalla penna di
illustri scrittori in streaming su MYMOVIESLIVE!
Giunto alla XXIII edizione il
Courmayeur Noir in Festival si riconferma tra le più
originali esperienze nel mondo del cinema e della letteratura di
genere e, da quest’anno, grazie alla partnership con
MYmovies.it, propone a tutti gli appassionati del brivido e
del mistero un’esclusiva selezione di film disponibili in streaming
su MYMOVIESLIVE! in contemporanea con la programmazione
ufficiale.
Dal 10 al 15 Dicembre, infatti, sarà
possibile assistere ogni sera alla visione streaming di una
rassegna di titoli selezionati tra le migliori novità di genere
degli ultimi anni, mostrati gratuitamente nell’esclusivo teatro di
MYMOVIESLIVE!, solo ad un numero limitato di utenti.
“Al Noirfest di Courmayeur la
‘specialità della casa’ è l’accoppiata vincente tra cinema e
letteratura” – ha dichiarato il direttore artistico Giorgio
Gosetti – “Questo da sempre rende il festival unico e
specialmente amato. Per festeggiare l’incontro con
MYMOVIESLIVE! abbiamo pensato di proporre un viaggio tra
grandi noir che nascono dalla penna di grandi scrittori. Cominciamo
con uno dei più recenti successi del festival (E ora parliamo di
Kevin con una strepitosa Tilda Swinton) e proseguiamo con un
classico modernissimo come Cesare deve morire, dal maestro
di tutti, William Shakespeare, di cui si parla anche al Noir di
quest’anno grazie a un bellissimo documentario come Off
Stage di Francesco Cinquemani. E poi, in contemporanea con
l’edizione 2013 del festival, Vinodentro con Giovanna
Mezzogiorno, Lambert Wilson, Vincenzo Amato. Seguono un’incursione
nella black comedy come Ladri di cadaveri di John Landis; un
noir italiano d’autore come Gorbaciof di Stefano Incerti,
con Toni Servillo; e Jar City (Myrin), omaggio al giallo
scandinavo eletto a ospite d’onore a Courmayeur 2013. Buona visione
dunque: dalle nevi alle spiagge quest’anno tutto è noir, anche
nella sala virtuale di MYMOVIESLIVE!“.
“COURMAYEUR NOIR IN FESTIVAL SU
MYMOVIESLIVE!” –Il programma:
martedì 10 Dicembre
ore 21:30
E ora parliamo di Kevin
di Lynne Ramsay
(Official Selection Noirfest 2011)
venerdì 13
Dicembre
ore 21:30
Ladri di cadaveri
di John Landis
mercoledì 11 Dicembre
ore 21:30
Cesare deve morire
di Paolo e Vittorio Taviani
sabato 14 Dicembre
ore 21:30
Gorbaciof
di Stefano Incerti
giovedì 12 Dicembre
ore 21:30
Vinodentro
di Ferdinando Vicentini Orgnani
(Official Selection Noirfest 2013)
domenica 15 Dicembre
ore 21:30
Jar City (Myrin)
di Baltasar
Kormàkur
(Official Selection Noirfest 2007)
Per assistere alla visione dei
titoli della rassegna dedicata al Courmayeur Noir in
Festival basta collegarsi alla pagina http://www.mymovies.it/live/,
registrarsi e attivare un profilo FREE oppure UNLIMITED. I film di
MYMOVIESLIVE! simulano fedelmente le visioni al cinema, iniziano a
un orario preciso ed è possibile fare amicizia con gli altri utenti
presenti in sala, condividendo opinioni ed emozioni sui film in
programma anche tramite accesso diretto dal proprio account
Facebook.
Sembrano passati secoli da quanto
Sherlock, la serie di culto della BBC, ha fatto il suo
debutto sul primo canale britannico lanciando le carriere dei suoi
protagonisti e proiettandole nel mondo del cinema: spesso del tutto
identificato con le vertiginose deduzioni dell’affascinante
detective interpretato da Benedict Cumberbatch, il successo
della formula creata da Steven Moffat e Mark
Gatiss non sarebbe però stato lo stesso senza la presenza
di Martin Freeman, impeccabile John Watson e adesso
pronto a tornare nei cinema di tutto il mondo il 12 dicembre con
Lo Hobbit – la Desolazione di
Smaug, secondo capitolo del nuovo franchise
tolkieniano curato e diretto da Peter Jackson.
Martin John Christopher Freeman
nasce ad Aldershot (Hampshire) l’8 settembre 1971, ultimo di 5
figli: dopo la separazione dei genitori avvenuta quando aveva
appena 5 anni Martin va a vivere con il padre, ma la morte
improvvisa di quest’ultimo pochi anni dopo getta un’ulteriore ombra
sull’infanzia del bambino, già fragile e asmatico; come
prevedibile, questa perdita segnerà Freeman per il resto della vita
e condizionerà forse anche il rapporto con una credo religioso che
rimarrà per lui, cresciuto in una famiglia di cattolici osservanti
e mandato in scuole salesiane fino agli anni dell’università,
un’incancellabile certezza.
Scoperta la recitazione nel
contesto scolastico, a 17 anni Martin decide di dedicarsi
seriamente alla recitazione, iscrivendosi dopo le superiori alla
prestigiosa London’s Central School of Speech and Drama; iniziata
una lunga gavetta che lo vede collezionare numerose piccole parti
sul piccolo schermo, nel 2001 interpreta il ruolo più negativo
della sua carriera, ma anche il più importante sul piano personale:
sul set del film tv di Channel 4 Men Only, dove il suo
personaggio è parte di una gang che violenta un’infermiera, si
innamora ricambiato della collega Amanda Abbington
(Being Human, Mrs Selfridge), sua attuale compagna e madre
dei suoi due figli.
La svolta professionale arriva
nello stesso anno con The Office, acclamata sitcom in forma
di mockumentary scritta da Ricky Gervais e Stephen
Merchant e ambientata nella fittizia impresa cartaria “Wernham
Hogg”: confermata per due stagioni, la serie è un grande successo
di pubblico e critica e grazie al ruolo del simpatico responsabile
vendite Tim Cantenbury Martin diventa un volto conosciuto e
familiare per tutto il pubblico UK.
Nel 2003, ottiene una parte di
rilievo sul grande schermo in Love Actually,
deliziosa commedia natalizia firmata dal Maestro Richard
Curtis dove “sveste” i panni di John, controfigura per le scene
di sesso di un film che cerca teneramente di conquistare l’amore
della collega Judy; nel 2004, entra invece per la prima volta a far
parte della famiglia di Simon Pegg ed Edgar Wright
con il primo film della Trilogia del Cornetto L’alba dei Morti
Dementi: tornerà anche nel secondo episodio della serie
Hott Fuzz (2007) e in The World’s End
(2013), terzo irriverente capitolo che gli concederà
finalmente maggiore spazio nell’economia della storia.
Nel 2005 è al fianco di Zooey
Deshanel (500 Giorni Insieme) per interpretare
Arthur Dent, imbranato terrestre sorpreso dalla fine del mondo in
vestaglia, nella trasposizione cinematografica della
GuidaGalattica per
Autostoppisti di Douglas Adams; il film ha una
bassissima distribuzione ma resta comunque un cult per chiunque
abbia conosciuto e amato l’opera di Adams, a cui la pellicola è
stata alla fine dedicata: seguono il Mockumentary
Confetti, commedia che chiama 3 coppie a competere
per conquistare il titolo di matrimonio più originale dell’anno e
Complicità e Sospetti, raffinato dramma diretto da
Anthony Minghella con Jude Law e Juliette
Binoche.
Dopo diversi piccoli ruoli, Freeman
è voluto dal regista Peter Greenaway come protagonista
assoluto del suo Nighwatching, affresco estenuante
ed estremo dedicato a Rembrandt e al mistero che circonda il suo
famoso quadro “La Ronda di Notte”: l’attore non si lascia
intimidire dalle numerose scene di nudo né dal rigido impianto
teatrale della messa in scena, dipingendo con la sua performance un
ritratto d’artista complesso, rabbioso e appassionato.
Nel 2009, oltre alla pellicola
natalizia Nativity e alla commedia nera Wild
Target con Emily Blunt e BillNighy,
Martin ottiene però il ruolo della vita, la grande occasione dopo
la quale niente sarà mai più come prima: dopo una lunga e
infruttuosa ricerca, Moffat e Gatiss trovano in lui il John Watson
ideale per la loro rilettura contemporanea delle avventure del
Detective nato dalla penna di Arthur Conan Doyle, ad oggi benedetta
da un successo inarrestabile.
La chimica con lo Sherlock Holmes
di Benedict Cumberbatch è palpabile e alle prese con un personaggio
introverso e composto Freeman mette tutto sé stesso in una prova
trattenuta e commovente che conquista all’istante, regalandogli
anche la vittoria ai BAFTA 2011 come miglior attore non
protagonista; per la seconda serie, riceverà una nuova candidatura
al premio (vinto poi dal Moriarty di Andrew Scott) e ai
Primetime Emmy Awards.
Colpito dalla sua interpretazione
in Sherlock, Peter Jackson capisce che Martin è l’unico
Bilbo possibile per la sua nuova trasposizione cinematografica
tratta da Lo Hobbit di J. R. R. Tolkien: nonostante la
prestigiosa offerta, Freeman è sul punto di rifiutare il ruolo a
causa del conflitto di scheduling con le riprese della seconda
serie di Sherlock, ma con la consapevolezza di non poter affidare
il ruolo a nessun altro Jackson è persino disposto a riorganizzare
il suo piano di lavoro, in modo da consentire a Martin di volare in
Nuova Zelanda una volta concluso il suo impegno con la serie.
La
fiducia del regista è ben riposta: con Un Viaggio
Inaspettato, primo capitolo di una saga che si svilupperà
in una trilogia attingendo a piene mani dalla vasta mitologia sulla
Terra di Mezzo, Martin dimostra di essere uno Hobbit assolutamente
perfetto, fedele alla pagina scritta e pronto ad assecondare con la
giusta sensibilità la lunga corsa della storia; sul set del secondo
film La Desolazione di Smaug ritrova virtualmente ( i due non hanno
mai recitato fisicamente nella stessa stanza) Cumberbatch, chiamato
a prestare voce e movenze in motion capture al temibile Drago
dentro la Montagna.
Nonostante il grandissimo successo
del film e la notorietà conseguita, l’avventura in Nuova Zelanda
non è però tutta rose e fiori: lasciati Amanda e i bambini in
Inghilterra, il peso della distanza si fa sentire e Martin si
impegna per il futuro a non abbracciare progetti che lo tengano
troppo a lungo lontano dai suoi cari.
L’attesissima terza serie di
Sherlock, che debutterà sulla BBC l’1 gennaio 2014 ed
esplorerà gli effetti del ritorno dalla morte di Holmes sul fedele
Watson, rappresenterà al contrario una piccola riunione di
famiglia: non nuova alle collaborazioni sul set col compagno,
Amanda Abbington vestirà infatti i panni della moglie di John, Mary
Morstan.
Anche se impegnato con la Trilogia,
Freeman non si adagia sugli allori e inizia presto a guardare al
futuro: dopo aver prestato la voce al film d’animazione della
Aardman Pirati! Briganti da strapazzo (2012) e aver
assistito alla fine del mondo in The World’s End
(2013), l’attore tornerà sul piccolo schermo sfoggiando un accento
del Minnesota grazie a Fargo, serie tv della Fox
prodotta da Joel ed Ethan Coen che proseguirà gli
eventi dell’omonimo film con una storia altrettanto nera.
Il ruolo
dell’attore sarà quello di Lester Nygaard (personaggio simile a
quello interpretato a suo tempo da William H. Macy) depresso
venditore di assicurazioni che vive una spenta esistenza succube di
una moglie insopportabile, fino a quando un misterioso straniero di
nome Lone Marvo (Billy Bob Thornton) non arriva in città
cambiando per sempre la sua vita; Freeman sembra intenzionato a
indirizzare la sua carriera su solidi binari, alternando le luci
dei grandi blockbuster a produzioni meno colossali e stressanti ma
egualmente promettenti.
Nelle parole di Steven Moffat,
laddove Benedict Cumberbatch riesce ad incarnare
al meglio figure intellettualmente complesse e fuori dagli schemi,
Martin Freeman trova invece sempre la poesia
nell’uomo comune cogliendo lo straordinario che si nasconde dentro
personaggi ordinari coinvolti loro malgrado in situazioni
eccezionali; a noi basta guardare nei suoi quieti e malinconici
occhi blu, o ascoltare le sue battute taglienti che con fare
decisamente british sono spesso in bilico fra puro humour e amaro
sarcasmo, per capire che il più amato Watson del piccolo schermo
non ha alcuna intenzione di lasciarsi travolgere dall’ onda del
successo perdendo di vista le cose importanti: “Alcune persone
hanno quel grido nella testa, ma io non credo di averlo mai avuto.
Quella cosa del “vivi in fretta – muori giovane”. Nessuno lo
vorrebbe veramente – Jimi Hendrix, Janis Joplin – non è un bene. Io
voglio vivere con Amanda fino a 70 anni.”
Stamattina al cinema Adriano a Roma è
stato presentato Un Fantastico Via Vai,
l’ultimo film di Leonardo Pieraccioni,
prodotto dalla Levante e da Rai Cinema. Accompagnano il regista
toscano il co-sceneggiatore Paolo Genovese, il compositore
delle musiche originali Gianluca Sibaldi e il resto del
cast: Serena Autieri, Giorgio Panariello, Massimo
Ceccherini, Maurizio Battista, Marco Marzocca,
Chiara Mastalli, David Sef, Marianna Di
Martino, Giuseppe Maggio, Alice Bellagamba.
Pieraccioni prende subito la
parola ringraziando la stampa in sala e spiegando com’è nata l’idea
del film.
Ho fatto tanti incontri nelle
Università, dove mi diverto da morire a chiacchierare del mio
lavoro e dove davanti a me ho tutti questi ventenni a cui voglio
bene per la luce che hanno negli occhi e per quell’energia che
hanno solo i giovani dai 20 ai 27, anzi ai 25. Tutti questi
incontri per me sarebbero finiti scendendo tra di loro, andando a
mangiare e continuando a ridere, invece, mi accorgevo che
chiaramente venivano a chiedermi un autografo o una foto, dandomi
del Lei. Lì mi accorgevo che dentro si può avere anche 16 anni ma
fuori no ed è bene ricordarselo sennò non si parla della sindrome
di Peter Pan, che è del trentenne, ma della sindrome del bischero,
dei cinquantenni che si comprano la macchina bassa e hanno l’amante
di vent’anni. Dopodiché, quasi per caso, ho incontrato Paolo
(Genovese ndr) che mi ha raccontato un’idea che lui aveva di
un signore di cinquant’anni buttato fuori di casa dalla moglie.
Insomma, un incontro fantastico.
A Pieraccioni.
Cosa ci può dire di Arnaldo, il
suo personaggio?
Quello che mi piace di Arnaldo è
che gli si riaccendono gli occhi di quell’energia che ha perso, ma
attenzione è un privilegiato, specialmente in un momento come
questo: ha un lavoro in banca, una bella casa, una bellissima
moglie e due bellissime figliole. Ci piaceva fare un personaggio il
cui arrivo nella casa degli studenti non fosse la sua condizione
per sfangarla ma un momento di grande tenerezza, di grande macchina
che torna indietro nel tempo. Anche i personaggi di Marzocca
e Battista rappresentano delle persone professionalmente
risolte che, però, non vedono l’ora di tornare indietro e fare una
puttanata andando a cercare l’amico sparito.
Quanto conta l’intervento di un
autore come Genovesi?
Conta perché io sono sempre stato
abituato a lavorare con Giovanni Veronesi, che è strepitoso, e noi
due avevamo tutto un altro metodo. Il metodo di Paolo è quello
d’imbrigliare subito la storia; invece, noi evidentemente anche per
l’aria toscana s’incomincia a scrivere e poi si va a riacchiappare
i personaggi. Paolo giustamente ha detto: Ehilà, fermi. Orrore!
Vediamo dove vanno a picchiare il capo, perché altrimenti ci si
potrebbe fare male. E non ha torto assolutamente, per cui sotto
questo punto di vista è stata più rigorosa la scrittura, cosa che
non mi era mai successa perché di solito era un momento di grande
carnevale quando si scriveva. Questo però è stato un altro modo di
lavorare, che mi è piaciuto. Poi, stando io sempre di più a Firenze
e meno a Roma, noi si lavorava anche separatamente con delle idee
notturne che ognuno elaborava. Ed è molto bellino come modo e ti
stupisci. Va detto che Paolo si dissocia assolutamente solo da una
battuta della sceneggiatura, ovvero quando arrivano i genitori e mi
chiedono se sono l’amministratore e io rispondo ‘Sì, stavo
guardando se la chiappa della ragazza era consona alla tazza del
cesso’. Lui è diventato rosso e più di una volta mi ha
minacciato mentre scriveva questa battuta.
Continua Genovese.Sì,
l’ho minacciato, in effetti, non sono riuscito a fargliela
togliere. Per me è stata un’esperienza molto divertente per un
motivo, soprattutto, perché di solito scrivo da solo e non mi era
mai capitato. Leonardo oltre a scrivere il film con te,
te lo recita. Tu ti rendi conto esattamente di quello che stai
scrivendo. Soprattutto, lui non recita solo il suo ruolo ma recita
anche imitando alla perfezione tutti gli altri, non per divertirti,
è un suo metodo.
La citazione della
corsa via dal ristorante, presa da I laureati, è dovuta un
po’ al senso del film, alla nostalgia verso il passato e quindi
anche al passato sua personale?
In quella corsa, in un minuto e
mezzo, c’è proprio il riassunto di tutto il film. Laddove avevo
29/30 anni ne I Laureati si scappava a piè veloce, adesso
invece come avete visto la milza fa male. Peraltro ho fatto una
figura tremenda, sono cascato durante le riprese davanti a tutti.
Ho fatto di finta di averlo fatto per far ridere, ma insomma l’età
c’è e c’è anche quello che dicevo prima: laddove si faceva la
zingarata, la cosa ben fatta da giovani, qui ora si fa la
figuretta; a cinquant’anni non puoi scappare da una trattoria
perché fai tristezza.
A Panariello. Una brutta parte
che alla fine si riprende. Insomma, sarebbe bello che un problema
grande come il razzismo inculcato nella mentalità di certe persone
si potesse risolvere con un bel discorso.
Bastasse il cinema a risolvere
certi problemi, sarebbe facile, ma dal momento che si ha
quest’opportunità di arrivare a tanta gente e affrontare questi
temi, si fa. Per di più poi questo personaggio è uno che odia i
neri, ma ama gli animali. Io sono un animalista convinto, ma si sa
che questo è un assurdo frequente, voler più bene alle bestie e
meno alle persone. La bellezza del nostro lavoro è questa: fare dei
ruoli che sono proprio il contrario di quello che sei nella
vita.
Interviene Pieraccioni.Sotto questo punto di vista, sono un regista fortunatissimo
perché i comici hanno la doppia valenza: sanno fare il loro
mestiere di comico, ma anche tutti i toni del dramma. Ho visto
un’intervista di Woody Allen, in cui diceva che gli attori
drammatici non possono fare la commedia, invece gli attori comici
possono assolutamente fare il film drammatico perché nella
tavolozza hanno tutti i colori. Quando ho proposto questo ruolo a
Panariello, lo sapevo che mi avrebbe chiamato preoccupato,
perché è chiaro che il comico vuole far subito ridere; invece, c’ho
parlato e gli ho detto che non aveva scelta, doveva farla lui
quella parte e c’è riuscito; nella scena della paternale mi
guardava con un’espressione da grande attore.
A Pieraccioni.
Come sono cambiati gli
universitari da I Laureati a oggi?
Sono sempre gli stessi e sempre
lo saranno, non è che i social network hanno cambiato le cose.
Prima, ad esempio, non c’erano i telefonini e ci si perdeva;
invece, adesso ci si chiama e ci si trova “Do’ tu sei? – Son qui
all’angolo.” Sicché il ventenne è il cuore; dai 20 ai 25 c’è questo
tsunami di emozioni talmente forte che è fantastico, ti rimane
addosso come un tatuaggio. I quattro ragazzi durante la pausa
vivevano quelle le emozioni che io e lui (Panariello ndr) si
viveva a vent’anni con Carlo Conti quando si cominciava a
capire che Conti non avrebbe fatto il bancario come facevo, che io
non avrei continuato a fare il magazziniere come facevo e Giorgio
non avrebbe continuato a fare il disoccupato (ridono).
Come hai scelto questi
ragazzi?
Ho avuto davvero l’imbarazzo
della scelta, perché è una fascia d’età in cui sono più preparati,
credo, di noi alla loro età. Così li ho presi bravissimi e anche
bellissimi, talmente belli che una certa battuta non era in
sceneggiatura e l’ho dovuta proprio dire. Tra l’altro la
Mastalli mi ha minacciato dopo la registrazione del provino.
Mi ha lasciato una videolettera in cui mi diceva ‘Ah
Pieracciò, me so’ rotta i cojoni de fa’ i provini. O me pii o te la
vai a pià in *** ****’. (ridono) Una minaccia alla
Bombolo.
A Panariello. Che tipo di regista
è Leonardo? C’è stata improvvisazione?
Leonardo non riesco a vederlo
come Pieraccioni il regista o l’attore, perciò quando vengo
chiamato in nazionale vò e lo affronto come Leonardo; ci si mette a
tavolino a casa sua che è più grande della mia otto volte, quindi
c’è più spazio, si lavora sulle cose che ha già scritto lui,
mettiamo delle cosine insieme, cerco di fare mio il personaggio,
come abbiamo fatto con Cateno in Ti Amo in Tutte le Lingue del
Mondo. Ho lavorato sul personaggio, ma sul testo c’è da far
poco quando Leonardo scrive, con l’aiuto poi del nuovo
sceneggiatore (Genovese ndr), bravissimo. Parecchie cose
vengono aggiunte sul set: le cose che dice lui potrebbe andare
bene, quelle che dico io quasi mai. (ride) Il lavoro ce lo
dividiamo un po’ così, però è un piacere lavorare con Leonardo
perché è un film nel film, il set è sempre divertente e
stimolante
A Pieraccioni.
Checco Zalone ha riportato
migliaia di persone al cinema. Questi film servono in un periodo
come questo?
Da sempre c’è voglia di ridere, dal
Dopoguerra in poi, sicché figurati. Checco Zalone è
fortissimo, è un attore comico iper efficace. Me n’ero accorto
quando lo guardavo alla televisione. L’ho chiamato e ci siamo
incontrati; doveva fare un mio film nel momento esatto in cui però
è stato chiamato a fare il suo dalla Medusa. Io ho visto il film e
il film fa ridere, ragazzi; lui è un attore che mi piacerebbe
tantissimo avere.
Ci sono molti film in uscita.
Temi qualcuno in particolare? Tutti temono Lo
Hobbit, piace a grandi e bambini. Perché? Ci siamo chiesti?
Perché è brutto. Quindi se piace uno che fa paura, lo hobbit,
allora chiamo il film Lo Ceccherini.
E’ la prima volta che usa così
tanti dialetti. Come mai?
Mi è sempre piaciuto di non fare
un film toscano per i toscani, perché quello era successo con
qualche collega prima. Ecco perché Papaleo o Tognazzi
ne I Laureati, o una napoletana alla Tosca D’Aquino
ne Il Ciclone. Poi sono tutti dialetti che mi fanno morir
dal ridere. I due romani in questo film perché nelle filiali delle
banche non ci sono mai gli indigeni del posto e anche perché è un
film, non la scienza esatta delle comunicazioni e mi piaceva usare
loro due. C’è poco nord invece. Mi piaceva proprio per questo che
lo studente di medicina fosse bolognese; Maggio ha provato
anche a parlare con quel dialetto, ma parlava bolognese come io
l’inglese così abbiamo lasciato perdere. (ridono)
Conclude Pieraccioni.Noi
facciamo parte di un circo fortunatissimo in cui non si fa altro
che divertirsi, è tutt’altro che lavorare. Allora per scusarmi di
tutte le volte che diciamo ‘Ah quanto siamo stati bene, come ci
siamo divertiti!’ vi racconto questa cosa che può suonare
populista, ma non lo è. A Corso Francia, era un 12 d’agosto,
stavano rifacendo la strada; c’era un camion nel mezzo e gli
operari siccome erano distanti da tutti e due i bar mangiavano un
panino sotto il camion. Io l’ho fotografato nella mia testa per
tutte quelle volte che un attore o un artista abbia a dire ‘Oddio,
sono stanco, che dobbiamo ancora lavorare?’. Ecco lo piglierei e lo
metterei sotto il camion.
Un Fantastico Via Vai,
dedicato al truccatore Francesco Nardi e
all’attore Carlo Monni, uscirà il 12 dicembre in 500
copie.
Il mese scorso abbiamo
riportato la notizia secondo cui ad Emma Stone e
Jonah Hill sarebbero stati offerti dei ruoli
all’interno di Ghostbusters 3. Adesso
veniamo definitivamente a sapere che Emma Stone ha
abbandonato il ruolo di Anna, mentre Jonah Hill
sarebbe ancora indeciso se interpretare o meno il ruolo di
Jeremy.
Ecco cosa dice la fonte di
Schmoes Know soprannominata The Phantom: Emma
Stone abbandona “Anna”, ma Jonah Hill ha ancora un’offerta per ”
Jeremy “. Abbastanza interessante , Sony vuole la firma di due
grandi star o non darà luce verde al progetto.
Mentre nessun dettaglio della
storia è ancora stato confermato dallo studio, si è a lungo parlato
del fatto che la trama seguirà una nuova generazione di
Ghostbusters, allenata da Dan
Aykroyd, Harold Ramis e Ernie Hudson
dalla trilogia originale. Il mese scorso inoltre era stato
riferito che la produzione avrebbe dovuto avere inizio nella
primavera del 2014 a Cleveland, anche se sembra che questo sequel
dalla lunga gestazione sia ancora lontano dal decollare.
Ivan Reitman è
ancora accostato al progetto nato direttamente da una sceneggiatura
di Etan Cohen. Gene Stupnitsky e
Lee Eisenberg hanno scritto la bozza
originale. Ghostbusters 3 è in sviluppo e nel cast
dovrebbero essere presenti le stelle Sigourney Weaver, Anna
Faris, Eliza Dushku, Dan Aykroyd, Harold Ramis, Annie Potts, Ernie
Hudson. Il film è diretto da Ivan Reitman
mentre rimane ancora incerta la partecipazione di Bill
Murray.
Riuscirà mai questo progetto ad
essere realizzato? Ai posteri l’ardua sentenza!
Puntata numero 137 per la
trasmissione Pop Corn da Tiffany. Questa sera in
radio si parlerà del debutto alla regia di Joseph
Gordon-Levitt, il film Don Jon
con protagonisti oltre all’attore anche Scarlett Johansson e
Julienne Moore. Come di consueto a condurre
Emanuele Rauco, e insieme a lui anche ci saranno
in studio per le rubriche Riccardo
Iannaccone, Simone
Dell’Unto e Serena
Guidoni.
A questo link trovate lo streaming a Ryar.net e qui
invece il link all’evento Facebook.
Trama: Jon Martello (Joseph
Gordon-Levitt) è un ragazzo bello, forte e alla vecchia maniera. I
suoi amici lo chiamano Don Jon grazie alla sua abilità di portarsi
a letto una ragazza diversa ogni settimana, ma nulla è paragonabile
all’estasi che prova davanti al computer quando guarda filmati
pronografici.
Barbara Sugarman (Scarlett
Johansson) è una ragazza bella, brillante e alla vecchia maniera.
Cresciuta guardando le commedie romantiche Hollywoodiane, sogna di
incontrare il suo Principe Azzurro e cavalcare insieme verso il
tramonto. Lottando con le aspettative del sesso opposto, Jon e
Barbara devono fare i conti con una cultura mediatica fatta di
falsi miti per cercare di trovare una sincera intimità in questa
inattesa commedia scritta e diretta da Joseph Gordon-Levitt.
Abbiamo da poco pubblicato il
sorprendente trailer di The Amazing Spider-Man2 e Screent Rant ha già
sottolineato quello che potrebbe essere l’Easter Egg più cool
contenuto al suo interno, ossia la presenza di Avvoltoio e del
dottor Octopus all’interno del laboratorio OsCorp. Rivedendo il
trailer è possibile individuarli (precisamente al minuto 1:14)
.
Il trailer ha definitivamente
chiarito quali saranno i villain di turno: Rhino (Paul
Giamatti), Electro (Jamie Foxx) ed il
vecchio amico di Peter Parker Harry Osborn (Dane
DeHaan), che si trasformerà in Green Goblin durante un
esperimento alla OsCorp.
Si vocifera già da un po’ che questo
film dovrebbe portare i Sinistri 6 nella storyline che sarà
ulteriormente esplorata in The Amazing Spider-Man
3 e The Amazing Spider-Man
4. Sia l’Avvoltoio che il Dottor Octopus sono stati
nei fumetti ex membri dei Sinistri 6. E come sottolinea
Screent Rant, Colm Feore era
stato ad un certo punto elencato su IMDB come
l’alter ego dell’Avvoltoio Adrian Toomes, anche se la sua presenza
è stata rimossa in un secondo momento. Il regista Marc
Webb ha anche postato questa immagine dell’attore, che ha
il tipico profilo del personaggio, mentre lavora presso l’Istituto
Ravencroft per i criminali:
Potrebbe essere che la formazione
definitiva dei Sinistri 6 comprenderà Lizard, Electro, Rhino,
Goblin, l’Avvoltoio e Doc Ock? Staremo a vedere.
In The Amazing Spiderman 2, per
Peter Parker (Andrew Garfield), vive una vita molto la occupata –
tra prendere i cattivi come Spider-Man e passare il tempo con
la persona che ama, Gwen (Emma Stone); diplomato ormai ha lasciato
le scuole superiore e non ha dimenticato la promessa fatta al padre
di Gwen di proteggerla – ma questa è una promessa che
semplicemente non può mantenere sempre. Le cose cambieranno per
Peter quando un nuovo cattivo, Electro (Jamie Foxx), emerge dagli
abissi della città, e un vecchio amico, Harry Osborn (Dane DeHaan),
ritorna, e fa riemergere nuovi indizi sul suo passato.
Nymphomaniac il nuovo, controverso e
provocatorio film di Lars von Trier sarà
pubblicato negli Stati Uniti suddiviso in due lungometraggi
uno in uscita a marzo e l’altro ad aprile. questo è quanto oggi ha
annunciato il distributore del film Magnolia
Pictures.
I film saranno inoltre disponibili
On-Demand prima ancora di uscire nelle sale.
Nymphomaniac: Part One uscirà nelle sale
il 21 marzo 2014, e sono disponibile On-Demand a partire dal 6
marzo 2014. Nymphomaniac: Part Two
esordirà nelle sale il 18 aprile 2014 e sarà disponibile On-Demand
a partire dal 3 aprile 2014 .
Secondo Magnolia,
Nymphomaniac: Part One è la storia di Joe
(Charlotte Gainsbourg), una ninfomane che viene
ritrovata picchiata in un vicolo da un vecchio scapolo, Seligman
(Stellan Skarsgard), che la porta nella sua casa.
Mentre le vengono curate le ferite, racconta la storia erotica
della sua adolescenza (ritratta nei flashback da
Stacy Martin). La Parte Uno vede anche
protagonisti Shia LaBeouf, Christian Slater, Uma Thurman,
Sophie Kennedy Clark, Connie Nielsen e Udo
Kier .
Nymphomaniac: Part
Two invece riprende con la storia dell’età adulta di
Joe, e le stelle Jamie Bell, Willem Dafoe, Mia
Goth e Jean- Marc Barr in aggiunta a
Gainsbourg, Skarsgard, Martin e
LaBeouf .
Il film , che contiene
rappresentazioni esplicite della sessualità, segna la terza
collaborazione del regista con la Gainsbourg .
Di seguito la trama ufficiale del
film: Nymphomaniac è la storia poetica e selvaggia del viaggio
erotico di una donna dalla sua nascita fino all’età di
cinquant’anni, raccontata dalla protagonista, la ninfomane
Joe.Una fredda sera d’inverno l’anziano scapolo Seligman
trova Joe in un vicolo, è stata picchiata. La porta a casa sua, e
cerca di curarla, chiedendole nel frattempo informazioni sulla sua
vita. Ascolta così il racconto in otto capitoli la storia della sua
complicata e lussuriosa vita, ricca di coincidenze fortuite e
collegamenti.
Il regista Peter
Jackson ha recentemente pubblicato su
Facebook un nuovo video blog che riguarda il suo
prossimo film fantasy, ancora una volta ambientato nella Terra di
Mezzo, Lo Hobbit La Desolazione di Smaug.
Ve lo proponiamo di seguito attraverso il link
al post
dello stesso Peter
Jackson.
Trama: Le avventure di Bilbo
Baggins e della compagnia di dodici nani di Thorin Scudodiquercia,
formata da Balin, Dwalin, Kili, Fili, Dori, Nori, Ori, Oin, Gloin,
Bifur, Bofur e Bombur. Il gruppo deve recuperare il tesoro posto
nel cuore della Montagna Solitaria, sorvegliato dal drago
Smaug.
Nonostante Michael
Bay avesse detto durante la scorsa estate che
Transformers Age Of Extinction sarebbe
stata la sua ultima avventura assieme ai robottoni alieni, sembra
che il regista si stia davvero divertendo sul set a tal punto che
potrebbe aver cambiato idea in merito all’allontanarsi dal
franchise. E a quanto pare non sarà il solo a continuare la saga
dei Transormers. Infatti, durante
un’interessante discussione con THR svoltasi con
alcuni produttori, Mark Wahlberg ha rivelato
un’interessante dettaglio riguardo il suo futuro, affermando:
Ho definitivamente firmato per
tre film…
Ma ha anche tenuto ad
aggiungere:
Questo significa che ne faremo
tre? No.
Il che non vuol dire che la saga
non proseguirà, ma che molto probabilmente alla
Paramount attenderanno l’esito al box-office di
Transformers Age of Extinction per
concretizzare i progetti futuri. In caso di successo la casa di
produzione senza dubbio spingerà per un quinto capitolo di
Transformers e Michael
Bay non sembrerebbe troppo contrario a tornare,
dicendo timidamente ad Empire :
Sai, anche Peter Jackson è
ancora nella Terra di Mezzo…
Piccole anticipazioni sulla trama. Il film comincerà dove è
finito il terzo capitolo, in un mondo in cui
nonostante la minaccia dei Deception è stata
debellata, l’umanità ne è uscita distrutta. La pace non durerà poi
così tanto, quando alcuni uomini potenti, cercando di
studiare la tecnologia dei robot alieni.
Dopo quello originale
arriva anche la versione italiana del primo atteso trailer
di The Amazing Spider-man 2, con
Andrew Garfield che torna per la seconda volta
nella tutina rossa e blu dell’Uomo Ragno:
Abbiamo sempre saputo che la
battaglia più difficile per Spider-Man è sempre stata quella
interiore: la lotta tra i compiti ordinari di Peter Parker e le
straordinarie responsabilità di Spider-Man. Ma in The Amazing Spider-Man 2, Peter Parker
si troverà a scoprire che c’è un conflitto ancora più profondo che
deve affrontare.
E’ un grande lavoro essere
Spider-Man (Andrew Garfield). Per Peter Parker, non c’è nessuna
emozione bella come volteggiare trai grattacieli, dedicandosi
all’essere un eroe, e passare il tempo con Gwen (Emma Stone). Ma
l’essere Spider-Man ha un prezzo: solo Spider-Man può proteggere i
suoi amici di New York dai formidabili cattivi che minacciano la
città. Con l’incombere di Electro (Jamie Foxx), Peter deve
confrontarsi con un nemico molto più potente di lui. E mentre il
suo vecchio amico, Harry Osborn (Dane DeHaan), ritorna, Peter
comincia a capire che tutti i suoi nemici hanno una cosa in comune:
la OsCorp.
Vi ricordiamo che attualmente il sequel della nuova serie è
attualmente in post-produzione. Tutte le foto di
The Amazing Spider-man 2:
Mancano pochissimi giorni
all’uscita de Lo Hobbit la Desolazione di
Smaug qui nei nostri cinema, ed ecco che
arrivano on line tre clip del film che ci riporterà nella Terra di
Mezzo.
Trama: Le avventure di Bilbo
Baggins e della compagnia di dodici nani di Thorin Scudodiquercia,
formata da Balin, Dwalin, Kili, Fili, Dori, Nori, Ori, Oin, Gloin,
Bifur, Bofur e Bombur. Il gruppo deve recuperare il tesoro posto
nel cuore della Montagna Solitaria, sorvegliato dal drago
Smaug.
Abbiamo sempre saputo che la
battaglia più difficile per Spider-Man è sempre stata quella
interiore: la lotta tra i compiti ordinari di Peter Parker e le
straordinarie responsabilità di Spider-Man. Ma in The Amazing Spider-Man 2, Peter Parker
si troverà a scoprire che c’è un conflitto ancora più profondo che
deve affrontare.
E’ un grande lavoro essere
Spider-Man (Andrew Garfield). Per Peter Parker, non c’è nessuna
emozione bella come volteggiare trai grattacieli, dedicandosi
all’essere un eroe, e passare il tempo con Gwen (Emma Stone). Ma
l’essere Spider-Man ha un prezzo: solo Spider-Man può proteggere i
suoi amici di New York dai formidabili cattivi che minacciano la
città. Con l’incombere di Electro (Jamie Foxx), Peter deve
confrontarsi con un nemico molto più potente di lui. E mentre il
suo vecchio amico, Harry Osborn (Dane DeHaan), ritorna, Peter
comincia a capire che tutti i suoi nemici hanno una cosa in comune:
la OsCorp.
Vi ricordiamo che attualmente il sequel della nuova serie è
attualmente in post-produzione. Tutte le foto di
The Amazing Spider-man 2:
In una recente intervista
rilasciata a The HollywoodReporter, il
regista Martin Scorsese, lo
sceneggiatore Terence Winter e gli
attori Leondardo Di Caprio e
Jonah Hill hanno rotto gli indugi su un film
che si preannuncia tra i più importanti della stagione
cinematografica, The Wolf of
WallStreet.
Affrontando le difficoltà
incontrate nel corso della lavorazione, Leonardo Di
Caprio ha sostenuto che la sfida più ardua è stata
trovare i giusti finanziamenti per un film di tale portata.
“Questo film non è stato
finanziato facilmente. Abbiamo avuto l’opportunità di finanziarlo
[ad un budget minore] e poi, molti, molti anni dopo abbiamo trovato
i giusti finanziatori e Red Granite sostanzialmente ci ha detto:
‘Ecco il budget. Vogliamo un film epico, che sia duro. Non vogliamo
né censurare né limitare nulla’.”
Martin
Scorsese ha aggiunto poi che:
“Altri problemi dipendevano dal
materiale. In una situazione di studio questo tipo di film sarebbe
stato molto difficoltoso da realizzare e non ne sarebbe valsa la
pena. Così ci fermammo.”
Circa le difficoltà dovute
dall’adattare per il cinema un fatto di cronaca è
intervenuto Terence Winter:
“Eravamo tutti d’accordo di
voler raccontare la versione più veritiera possibile della storia,
senza ripulirla. […] Ho letto il libro […] Jordan [Belfort] è
talmente affabile al punto tale da non credere ad alcune delle cose
che gli stesso ammette. Alcune delle prime confessioni erano fatte
attraverso una voce fuori campo. Jordan è così divertente, parlando
della gente, nel mondo in cui ha truffato la gente. Ed io non
volevo perdere questo aspetto, così scrissi il soggetto usando la
voce fuori campo e dissi ‘Sa di Quei Bravi Ragazzi e Casino,
andrebbe bene se lo scrivessi secondo questo stile?”, e tutti
furono d’accordo.”
Circa invece la durata del film,
che sembrerebbe sfiorare le 3 ore, Martin
Scorsese si è esposto sostenendo che la versione
iniziale del film superava le 4 ore. Interpellato circa un
possibile rilascio di un Director0s Cut, il regista ha negato la
possibilità che esso possa vedere la luce.
Questa la trama del
film: Jordan Belfort, uno dei broker di maggior successo nella
storia di Wall Street, viene condannato a 20 mesi di carcere dopo
aver rifiutato di collaborare alle indagini su di un massiccio caso
di frode atto a svelare la diffusa corruzione vigente negli anni
’90 a Wall Street e nel mondo bancario americano. Il film è
l’adattamento cinematografico dell’omonimo libro
autobiografico di Jordan Belfort. La pellicola segna la quinta
collaborazione tra Martin
Scorsese e Leonardo
DiCaprio.
Organizzate bene le vostre agende
perché questa settimana al cinema ben tre maestri della
cinematografia mondiale arrivano in Italia con i loro nuovi film.
Ordine alfabetico? Procediamo: l’incontenibile Woody Allen
torna in America, a San Francisco, dopo la parentesi europea con
Blue Jasmine(qui la nostra recensione),
commedia incentrata sull’aristocratica Jasmine (Cate
Blanchett) che, alla deriva nella vita e delusa dal marito,
potente uomo d’affari (Alec Baldwin), cerca conforto e nuovi
stimoli dalla sorella Ginger (Sally Hawkins) che vive a San
Francisco. Con i protagonisti: Peter Sarsgaard, Alden
Ehrenreich, Michael Stuhlbarg e Bobby
Cannavale.
Di una finezza psicologica maggiore
la nuova pellicola di Spike Lee, remake del film omonimo di
Park Chan-Wook, che racconta una prigionia ventennale,
finita la quale, la vittima dovrà fare i conti con ciò e con chi lo
ha ridotto prigioniero. Oldboy(qui la nostra
recensione)vanta della partecipazione di
Josh Brolin, Samuel L. Jackson, Sharlto
Copley, Elizabeth Olsen, Michael Imperioli e
James Ransone; infine Steven Soderbergh e
Dietro i candelabri (Behind The Candelabra,qui la nostra recensione), un
film con musica e sfavillanti messe in scena a fare da sfondo alla
complicata relazione omosessuale tra il pianista Liberace, al quale
dà il volto Michael Douglas, e il giovane Scott (Matt
Damon), consumatasi realmente nell’America degli anni settanta
dove l’outing per un personaggio dello showbiz era ancora tabù.
Insieme ai due divi sullo schermo Rob Lowe, Dan
Aykroyd, Debbie Reynolds e Scott Bakula.
Ancora musica, ma decisamente dei
giorni nostri, in Battle of the Year: la vittoria in
ballo (Battle of the Year: The Dream Team,qui la nostra recensione): il
campionato internazionale di Break-Dance apre i battenti e il
nostro gruppo di ballerini, dopo anni di fallimenti, è seriamente
intenzionato a volare fino in Francia, gareggiare e tornare a casa
sul carro dei vincitori. I ballerini professionisti e non Josh
Holloway, Josh Peck e Chris Brown sono i
protagonisti di questa peliccola diretta da Benson Lee.
Opera prima del giovane
regista Fabio Mollo, Il sud è niente (South
is nothing,qui la nostra recensione) è un
film presentato in concorso all’ultimo Festival di Roma sulla presa
di coscienza di Grazia, ragazza calabrese cresciuta con la mancanza
del fratello Pietro emigrato in Germania e morto, a quanto detto
dal papà della ragazza, perché lei, durante un bagno notturno crede
di vederlo emergere dall’acqua…E giovani gli attori, consacrati dal
bel cinema Italiano degli ultimi anni: Vinicio Marchioni,
MiriamKarlkvist, Valentina Lodovini,
Andrea Bellisario e Giorgio Musmeci.
Stop the Pounding
Heart, arriva dalla troppo distante cultura conservatrice
texana e viene presentato dal regista italiano Roberto
Minervini, portavoce della formazione di una tranquilla e
devota adolescente, educata rigidamente dai genitori allevatori,
sconvolta dal sentimento per un cowboy che le farà mettere in
discussione se stessa e le sue convinzioni. Italia, Belgio e Stati
Uniti per questa produzione che vede interpreti Sara
Carlson, Colby Trichell, Tim Carlson, LeeAnne
Carlson, Katarina Carlson e Christin Carlson.
Conclude la settimana con un giorno
di ritardo sulla tabella di marcia – nelle sale da venerdì – il
poliziesco made in Italy Roma Criminale(qui la nostra recensione),
diretto dallo stuntman Gialunca Petrazzi, posizionatosi
dietro la macchina da presa per raccontare la vendetta e il
risentimento di un figlio che assiste alla morte del proprio padre,
ne segue le orme professionali e da vice questore aspetta che
l’assassino esca di prigione. Il cast è composto da attori non
nuovi al genere Luca Lionello, Alessandro Borghi,
Corrado Solari, Massimo Vanni, Simone Corrente
e Claudio Fragasso.
In Roma Criminale,
il commissario Lanzi (Alessandro
Borghi) e “er Toretto” (Luca Lionello) vivono da
sempre su fronti opposti: uno guardia, l’altro ladro. Ma a
dividerli c’è di più: “er Toretto” è ritenuto responsabile
dell’omicidio del padre di Lanzi. Così quando il criminale,
scontati trent’anni, esce di galera, il giovane e impulsivo
commissario si mette sulle sue tracce, deciso a chiudere il conto
in sospeso. Nel frattempo, “er Toretto” cerca uomini per il suo
ritorno nel giro: una rapina organizzata col “Columbia”, vecchia
conoscenza carceraria e ora boss della mala romana. Il giorno della
rapina sarà quello dell’inevitabile resa dei conti.
Un po’ dell’atmosfera del vecchio
poliziottesco anni ’70 si respira in questo primo lungometraggio di
Gianluca Petrazzi, evidente omaggio ai film di Enzo Castellari e
Umberto Lenzi: ci sono Massimo Vanni, Corrado Solari e Gianluca
Petrazzi stesso, che hanno conosciuto quella stagione; Vanni si
porta dietro ruolo e nome, Gargiulo, del brigadiere che lo ha reso
famoso accanto a Tomas Milian (Nico Giraldi); il “Toretto” rimanda
a vari personaggi di quei film, tra cui il Gobbo, interpretato
dallo stesso Milian in Roma a mano armata e La
banda del gobbo. Alcune sequenze che vedono protagonista
“Toretto”/Lionello – abile nel calarsi nel personaggio rendendone
anche una certa complessità, dal vernacolo romanesco alla risata
mefistofelica, alla malinconia da vecchio leone stanco – sono ben
costruite anche nel contesto. Tornano poi azione e inseguimenti –
con tanto di cassette della frutta mandate all’aria – e certo gusto
pulp, elementi essenziali di questo tipo di lavori. Legittimo e
appassionato dunque questo recupero di un genere tutto italiano che
ha un suo pubblico affezionato e che è stato riscoperto dopo gli
apprezzamenti e gli omaggi di Tarantino.
Roma Criminale, il film
Meno legittima – pur tenendo conto
del low budget – l’approssimazione su elementi importanti come la
sceneggiatura: in alcune scene anche cruciali, si perde
vistosamente il filo della narrazione. Il film nella seconda parte
si precipita verso l’epilogo. Se alcuni personaggi come er Toretto,
Gargiulo o il Colombia (efficace Simone Colombari) risentono meno
di questa corsa, ne fa le spese Lanzi, non essendo abbastanza
sviluppata la traccia narrativa che lo riguarda.
Movimenti di macchina con
inquadrature sfocate e ondeggianti vogliono dare un senso
d’immediatezza e certificare una già appurata natura artigianale
del lavoro.
Nel cast e in alcune inquadrature,
echi di serie tv. Oltre allo stesso Borghi (Distretto di Polizia
6, Romanzo criminale 2, tra le altre), una fugace
apparizione di Simona Cavallari, che ricalca il personaggio
interpretato in Squadra Antimafia. Mentre Simone Corrente
(Distretto di polizia) è utilizzato in maniera originale in
un ruolo da cattivo.
Per la gioia dei tantissimi fan,
arriva nelle sale italiane Dragon Ball Z La Battaglia degli
Dei di Masahiro Hosoda, ultimo capitolo
della popolarissima saga creata da Akira Toriyama,
prodotto dalla storica Toei animation.
Sabato 1 e domenica 2 febbraio
grandi e piccini potranno vedere per la prima volta sul grande
schermo le nuove avventure di Son Goku.
Nato nel 1984 dalla fortunata matita
di Akira Toruyama, peraltro coinvolto nel film in qualità di
direttore artistico, Dragon Ball ha saputo conquistare un
posto nel cuore di intere generazioni, diventanto una delle serie
animate più amate della storia.
Il film è stato accolto in Giappone
con grande entusiamo del pubblico e ha fatto registrare un vero
record di incassi: 500.000 biglietti venduti nel primi due giorni,
tre settimane in testa al boxoffice e un incasso finale di oltre 30
milioni di dollari. In assoluto il film che ha incassato più
rapidamente in patria nel 2013. Dopo i grandi risultati ottenuti
anche in Sud America e Asia il film è ora pronto a sbarcare
sugli schermi europei a partire dal prossimo anno.
Dragon Ball Z La Battaglia
degli Deivede Son Gokuimpegnato in una
difficile battaglia contro il potente Dio della distruzione, che si
è risvegliato dopo un lungo letargo. La Terra aveva finalmente
ritrovato in pace, ma ora deve affrontare un nuovo
pericolo…
Riuscirà Goku a sconfiggerre il
terribile Bills? I suoi poteri non sembrano in grado di bloccare i
suoi fortissimi attacchi e dovrà imparare ad accrescere la sua
potenza e raggiungere il livello di Super Saiyan God, mai avuto in
precedenza.