Saoirse Ronan e Domhnall Gleeson hanno presentato al Tiff 2015 Brooklyn, l’avventura romantica diretta da John Crowley che li vede protagonisti. Ospite d’eccezione Brendam Gleeson, papà di Domhnall.
Tiff 2015: L’Attesa di Piero Messina venduto in 15 paesi
Successo a Toronto per l’Attesa di Piero Messina, il film oltre ad aver ottenuto un ‘ottima accoglienza di pubblico e stampa è stato venduto per il momento in 15 paesi.
Dopo la trasferta canadese L’Attesa arriverà nella sale francesi il 25 novembre e successivamente in quelle di Stati Uniti, Germania, Austria, Belgio, Olanda, Brasile, Corea, Australia, Nuova Zelanda, Grecia, Turchia, ex Yugoslavia, Repubbliche Baltiche e Malesia.
La pellicola, che segna il debutto alla regia di Piero Messina e vede Juliette Binoche protagonista accanto a Lou de Laage, è prodotta da Indigo Film, in collaborazione con Medusa Film in coproduzione con Barbary Films e Pathé. Esce oggi in 150 sale italiane distribuita da Medusa.
TIFF 2015: foto della première di The Martian con Matt Damon e Jessica Chastain
Si è tenuta al Toronto Film Festival la premiere di The Martian, l’attesissimo nuovo film di Ridley Scott che vede protagonista un cast d’eccezione composto da Matt Damon, Jessica Chastain, Jeff Daniels, Kate Mara, Sean Bean e tanti altri. Ecco tutte le foto dell’evento:
The Martian: il secondo trailer italiano del film di Ridley Scott
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TIFF 2014: vince The Imitation Game, tutti i premi
Dopo dieci giorni circa di grande cinema e di volti noti e amati dal pubblico, si chiude il TIFF 2014, il Toronto International Film Festival, con il trionfo di The Imitation Game, il film diretto da Morten Tyldum con protagonista Benedict Cumberbatch nei panni del matematico Alan Turing, che durante la Seconda Guerra Mondiale contribuì in maniera decisiva alla vittoria nel conflitto decodificando il codice Enigma.
Di seguito tutti i premiati:
Grolsch People’s Choice Award: “The Imitation
Game,” Morten Tyldum
Runners-up: “Learning to Drive,” Isabel Coixet, and “St.
Vincent,” Theodore Melfi
People’s Choice Documentary Award: “Beats of the Antonov,”
Hajooj Kuka
Runners-up: “Do I Sound Gay?,” David Thorpe, and “Seymour:
An Introduction,” Ethan Hawke
People’s Choice Midnight Madness Award: “What We Do in the
Shadows,” Taika Waititi and Jemaine Clement
Runners-up: “Tusk,” Kevin Smith, and “Big Game,” Jalmari
Heleander
Best Canadian First Feature: “Bang Bang Baby,”
Jeffrey St. Jules
Best Canadian Feature Film: “Felix and Meira,” Maxime
Giroux
International Critics (FIPRESCI) Prize for Special
Presentations: “Time Out of Mind,” Oren Moverman
International Critics (FIPRESCI) Prize for Discovery
Program: “May Allah Bless France,” Abd Al Malik
NETPAC Award for Best Asian Film: “Margarita With
a Straw,” Shonali Bose
International Short Film: “A Single Body,”
Sotiris Dounokous
Canadian Short Film: “The Weatherman and the
Shadowboxer,” Randall Okita
Honorable Mention: “What Doesn’t Kill You,” Rob
Grant
TIff 2014: The Theory of Everything conquista la platea
Presentato The
Theory of Everything di James Marsh
al Toronto Film Festival e la pellicola con
protagonisti i due giovani interprete Eddie
Redmayne e Felicity Jones, ha commosso
tutto il festival, proiettandosi come possibile sorpresa agli Oscar
2015.
Proiettato in anteprima ieri sera secondo quanto apprendiamo dal THR il film è stato accolto con una vera e propria Standing ovation.
The Theory of Eveything si concentra sulla relazione romantica che Hawking ha intrecciato all’epoca di Cambridge con la donna che sarebbe poi diventata sua moglie, Jane Wilde. La relazione con questa brillante donna portò lo scienziato ad abbracciare notevli sfide personali e scientifiche, e aprì il suo mondo, così a sua volta lui fu in grado di aprire il mondo intero ad una nuova visione ed una nuova prospettiva. Il film uscirà il 7 novembre 2014.
The Theory of Everything è diretto dal regista premio Oscar James Marsh (Man on Wire; Doppio Gioco) ed è basato sulle memorie di Jane Wilde “Travelling to Infinity: My Life with Stephen”; la sceneggiatura è di Anthony McCarten che si occupa anche della produzione con Lisa Bruce e i soci della Working Title Tim Bevan e Eric Fellner.
Peter Schlessel, CEO della Focus, ha commentato: “Questa straordinaria storia d’amore tra una delle più grandi menti della storia e sua moglie è profondamente commovente e d’ispirazione, raccontata con cuore e humor. Sotto la dinamica regia di James Marsh, Eddie Redmayne e Felicity Jones ci consegnano due performance di straordinario impatto emotivo.”
Oltre a Eddie Redmayne e Felicity Jones nel cast di Theory of Everything ci sono anche Emily Watson e David Thewlis.
TIFF 2014: Notorious acquista Rambo V, Criminal e Selma
Notorious Pictures,
società attiva nell’acquisizione di diritti di opere
cinematografiche (full rights) e nella commercializzazione degli
stessi attraverso tutti i canali di distribuzione (cinema, home
video, tv, new media), rende noto di aver acquisito al recente
Festival di Toronto 3 film: Criminal, Rambo V e
Selma. Le nuove acquisizioni sono in linea con
la strategia annunciata di distribuire annualmente un numero
crescente di film a sempre maggiore potenziale commerciale e
verranno distribuite nelle sale cinematografiche nel corso del
2015.
“L’acquisto al Festival di Toronto di nuove opere cinematografiche caratterizzate da un grande appeal commerciale – ha dichiarato Guglielmo Marchetti, Amministratore Delegato e Fondatore di Notorious Pictures – conferma come l’azienda stia implementando la propria strategia di sviluppo incentrata sull’incremento quantitativo e qualitativo della library aziendale grazie all’acquisizione di un crescente numero di film con cast di eccezionale rilievo e con elevati budget di produzione”.
I tre nuovi titoli oggetto dell’acquisizione sono i seguenti:
- CRIMINAL – regia di Ariel Vromen; nel cast Kevin Costner, Gary Oldman, Tommy Lee Jones,Alice Eve, Ryan Reynolds;
- RAMBO V – regia di Sylvester Stallone; con Sylvester Stallone;
- SELMA – regia di Ava DuVernay; nel cast Tim Roth, Giovanni Ribisi, Cuba Gooding Jr., OprahWinfrey.
TIFF 2014: i film da tenere d’occhio
Il Festival di Toronto presenta ogni anno una selezione di film così vasta che regala sempre tantissime belle sorprese al cinefago che non vede l’ora di avere la possibilità di guardare a mmirare altro cinema. Di seguito trovate una selezione di titoli, presenti al TIFF 2014, che è bene seguire con attenzione:
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La lista comprende non
solo film inediti e attesissimi, come The Imitation
Game e The Theory of
Everything, ma anche pellicole viste negli ultimi
Festival internazionali, come Map to the
Stars e Mr. Turner visti a
Cannes e 99 Homes e
Manglehorn passati a Venezia. Il TIFF,
per tradizione, ci da anche la possibilità di poter ammirare volti
da blockbuster alle prese con ruoli ‘veri’, e così finalmente
vediamo Robert Downey Jr. in The
Judge, dove speriamo possa ritrovare le sue
magnifiche doti recitative seppellite da qualche anno sotto
investigatori e supereroi troppo simili all’attore stesso. Oppure
vediamo Chris Evans, in Before we
go, alle prese con una storia che non lo vede
infilato nella tutina di Cap (ricordiamo che in
Snowpiercer l’attore ha dato prova di
insospettato talento), e che soprattutto lo vede impegnato nella
regia, la sua prima volta dietro la macchina da presa!
E voi quale film attendete con impazienza?
TIFF 2014: grande accoglienza per The Drop con Tom Hardy
E’ stato presentato al
TIFF 2014 The Drop, film con Tom
Hardy e che consegna alla storia l’ultima interpretazione
di James Gandolfini.
Il film è stato accolto da recensioni entusiaste e non vediamo l’ora, affidandoci alla lungimiranza dei distributori di casa nostra, di vedere il film nei cinema italiano.
Qui qualche foto dal film:
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Protagonista del film è proprio Tom Hardy che impersona un ex criminale e ora barista in un locale che funge da punto di incontro e di scambio per i criminali di zona. Gandolfini interpreta suo cugino, e la storia comincia quando il personaggio di Hardy salva un cucciolo di pit bull solo per diventare poi il bersaglio del vecchio proprietario del cane, in pazzo mentalmente instabile.
TIFF 2014: Benedict Cumberbatch presenta The Imitation Game
E’ arrivato l’attore protagonista Benedict Cumberbatch al Toronto Film Festival 2014 per presentare il suo ultimo atteso film The Imitation Game, che racconta la vita del matematico Alan Turing. Insieme a lui anche la protagonisti Keira Knightley Le foto:
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Uno dei film più attesi della prossima stagione cinematografica, interpretato dal camaleontico e affascinante Benedict Cumberbatch, nel suo ruolo più impegnativo. The Imitation Game racconta la vita del matematico inglese Alan Turing, genio indiscusso del XX secolo, considerato uno dei padri dell’informatica e dei moderni computer,fino alla sua precoce e tragica scomparsa.
The Imitation Game è diretto da Morten Tyldum, e vede nel cast accanto a Benedict Cumberbatch, anche Keira Knightley, Matthew Goode, Mark Strong e Charles Dance e uscirà il 20 novembre in Italia distribuito da Videa. Il film racconterà del lavoro di Turing durante la Seconda Guerra Mondiale al servizio dell’Impero Britannico per decifrare il codice Enigma e avere così una marcia in più sull’esercito tedesco.
Tierra de mujeres – Intrecci di vite, recensione della serie Apple TV+ con Eva Longoria
Disponibile su Apple TV+ con tutti e sei gli episodi, Tierra de mujeres – Intrecci di vite è un simpatico e stuzzicante passatempo, una serie comfort con una brillante Eva Longoria che, come sempre, porta sul piccolo schermo charme ed eleganza da vendere. Già dal titolo si capisce che questa miniserie, basata dal romanzo di Sandra Barned, è incentrata su tre generazioni di donne tutte alle prese con un momento particolare della loro vita. Ci troviamo in Spagna e Gala (Eva Longoria), l’anziana madre Julia (Carmen Maura) e la figlia adolescente Kate (Victoria Bazua) devono fuggire via e imbarcarsi in una avventura che, inevitabilmente, cambierà il corso della loro vita.
Tierra de mujeres – Intrecci di vite, la recensione
Il road movie, espediente usato per raccontare il presente ma anche il passato delle tre protagoniste, diventa così incalzante e man mano che ci avviciniamo alla fine degli episodi scopriamo attraverso diversi colpi di scena parti della vita di queste tre donne, diverse tra loro. Per esempio, una tappa del viaggio è la città di La Muga dove da piccola viveva Julia, la mamma di Gala. In questa tappa scopriamo in realtà che le donne non sono ben accette, anzi, per via della cattiva reputazione di Julia che si traduce in cattiva reputazione per tutta la famiglia. Non basta il fluente spagnolo sviscerato dalla Longoria per avvicinare la popolazione di La Muga, composta solo da donne per altro. Ma tra tutte queste donne c’è Amat (Santiago Cabrera) che Gala dovrà ingraziarsi perché proprietario della casa d’infanzia di Julia.
Una serie multigenere

Quando parliamo di multigenere ci riferiamo alle numerose corde che tocca Tierra de mujeres – Intrecci di vite: è una commedia, un crime, una serie drammatica. Forse questa mescolanza di generi la rende alle volte difficile da inquadrare ma non da guardare perché come abbiamo detto prima risulta anche un piacevole passatempo. Questa mescolanza di generi riflette anche le dinamiche relazionali tra le protagoniste: stiamo parlando di tre donne molto carismatiche di cui riassumere la vita e le peculiarità è difficile. Questo viaggio però così improvvisato quanto pazzo e imprevedibile serve da monito per tre le donne che hanno anche l’opportunità di consolidare il loro legame e scoprire aspetti nuovi del carattere. Alla fine, sono rimaste da sole, simbolo di una lotta stoica contro la figura maschile che le ha abbandonate. Il rapporto del trio è infatti uno dei punti forti della serie che dimentica quasi di caratterizzare i personaggi di contorno, incluso il villain di questa serie che appare piatto
Ciononostante, le interpretazioni magnetiche dello show (in particolare quella di Maura) e il suo splendido scenario sono abbastanza piacevoli da offrire agli spettatori un accogliente senso di evasione. Sebbene Tierra de mujeres – Intrecci di vite sarebbe stata migliore se avesse avuto una posta in gioco più alta, in particolare quando si tratta della costante paura di Gala di veder scoperto il suo nascondiglio, ottiene punti per la dinamica ben sviluppata tra il trio di protagonisti della serie. Mischiare molti generi, come abbiamo scritto, non è stata forse la scelta più giusta a questo tipo di trama che nel suo saper argomentare e filtrare le caratteristiche delle tre protagoniste è stata molto lineare. Le microtrame (che poi avrebbero dovuto essere principali dato il contesto in cui inizia la serie) hanno poca spinta e quel poco di crime e tensione che dovrebbero esserci sparisce in confronto al trio protagonista.

Tierra de mujeres – Intrecci di vite, la nuova dramedy Apple TV+ con Eva Longoria
Apple TV+ ha annunciato oggi che Tierra de mujeres – Intrecci di vite, la nuova dramedy in sei episodi interpretata e prodotta dalla candidata ai Golden Globe Eva Longoria, farà il suo debutto il 26 giugno con i primi due episodi seguiti da nuove puntate settimanali, fino al 24 luglio.
Nel cast anche la leggendaria star del cinema e della televisione Carmen Maura e l’esordiente Victoria Bazúa.
Tierra de mujeres – Intrecci di vite segue le vicende di Gala (Eva Longoria), una donna newyorkese la cui vita viene sconvolta quando il marito coinvolge la famiglia in illeciti finanziari, costringendola a scappare dagli Stati Uniti insieme all’anziana madre (Carmen Maura) e alla figlia in età universitaria (Victoria Bazua). Per sfuggire ai pericolosi criminali con cui il marito di Gala, ora scomparso, è in debito, le tre donne si nascondono nella stessa, incantevole cittadina vinicola della Spagna settentrionale da cui la madre di Gala era andata via 50 anni prima, giurando di non tornare mai più. Le donne cercano di ricominciare da capo e sperano che le loro identità rimangano sconosciute, ma i pettegolezzi nella piccola città si diffondono rapidamente, svelando i segreti e le verità più profonde della loro famiglia.
Prodotta dagli Apple Studios e ispirata al romanzo best seller “La tierra de las mujeres” della pluripremiata autrice Sandra Barneda, “Tierra de mujeres – Intrecci di vite” è creata da Ramón Campos, Gema R. Neira e Paula Fernández ed è diretta dal vincitore del premio Iris Carlos Sedes. La serie è prodotta da Bambú Studios e prodotta esecutivamente dallo showrunner Campos, Neira, Sedes, la vincitrice del premio Iris Teresa Fernández-Valdés, Ben Spector, Sandra Condito e Longoria attraverso la sua casa di produzione UnbeliEVAble Entertainment.
Tiepide acque di primavera, recensione del film di Xiao Gang Gu
Presentata a Cannes 2019 alla Semaine de la critique, Tiepide acque di primavera è l’opera prima del regista cinese Xiao Gang Gu. Pensata come la prima parte di una trilogia, la pellicola è ambientata a Fuyang, dove è nato il regista. Il film affronta con garbo e delicatezza il tema della transizione verso la modernità e del rapporto con le secolari tradizioni cinesi, mostrando le vicende di una famiglia che vive sulle sponde del fiume Fuchun.
La trama di Tiepide acque di primavera
Nel distretto cinese di Fuyan, sulle rive del fiume Fuchun, vive la famiglia dell’anziana signora Bai, Du Hongjun. La signora ha quattro figli ormai adulti. Mentre in città si discute dell’imminente demolizione dei vecchi caseggiati per la costruzione della nuova metropolitana e di un nuovo quartiere residenziale, tutta la famiglia è riunita per festeggiare il compleanno dell’anziana. Proprio durante la festa, però, la signora si sente male. Col peggiorare delle sue condizioni di salute, i figli dovranno occuparsene. Spetterà al primogenito Youfu, Youfa Qian, che dirige un ristorante di proprietà del signor Wang, e vorrebbe far sposare sua figlia Gu Xi, Luqi Peng, al giovane figlio di questi? Toccherà a Youlou, Zhang Renliang, che non ha ancora trovato una moglie, mentre sua madre vorrebbe tanto vederlo sistemato? Sarà compito del figlio pescatore, che riesce con fatica a mantenere sé e sua moglie con un lavoro che non rende più come una volta? O sarà piuttosto il fratello minore Youjin, Zhangjian Sun, lo scapestrato della famiglia, giocatore d’azzardo pieno di debiti e con un figlio disabile, a prendersi cura della signora Bai? Intanto il nuovo avanza in una società in cui le logiche materialistiche e l’ossessione per il denaro sembrano aver soppiantato i valori tradizionali.
Tiepide acque di primavera, uno sguardo tra il cinematografico e il pittorico
Tiepide acque di primavera ha avuto una lunga gestazione. Quella necessaria al suo giovane regista, classe 1988, autore anche del soggetto e della sceneggiatura, per riprendere lo splendido paesaggio lungo le rive del fiume Fuchun nel corso delle quattro stagioni. È infatti la natura che prospera rigogliosa lungo le sue sponde, una protagonista assoluta di questo film. Il regista la immortala con occhio cinematografico, ma anche pittorico, attraverso lunghi e suggestivi piani sequenza e con il contributo della fotografia di Yu Nin Ghui e Deng Xu, traendo ispirazione, come egli stesso ha affermato, da opere come il famoso rotolo dipinto da Huang Gongwang, dal titolo: Abitare tra le montagne di Fuchun – che non a caso è il titolo originale del film. È l’incedere lento del fiume a richiamare lo spettatore alla natura, e con essa alla tradizione millenaria di queste terre, al rispetto dei tempi naturali e umani, in un presente che sembra allontanarsene sempre più.
La bellezza dei paesaggi è dunque, senza dubbio il punto forte del film, a cui il regista riesce a dare una chiara valenza simbolica. Attorno alle acque del fiume Fuchun ruota la vita del posto, e il branzino bianco servito in tavola il giorno del compleanno della signora Bai, oltre ad essere segno di abbondanza, è indice di una tradizione che affonda le sue radici nel letto del fiume e vuole mantenersi viva.
Modernità, status e
ricchezza, la nuova Cina in cerca di affermazione
Purtroppo però, nel Ventunesimo secolo, le tradizioni, la spiritualità e i ritmi naturali rischiano di essere fagocitati nel vortice del cambiamento veloce, dell’accelerazione e dell’accumulazione di ricchezza. L’ossessione per il denaro è centrale nel film. Si parla spesso dell’aumento vertiginoso del prezzo delle case, si cerca il miglior partito possibile per la giovane Gun Xi, in termini di posizione sociale e di ricchezza, appunto. Questo elemento sembra essere al centro delle esistenze dei protagonisti, mentre, di tanto in tanto, si guarda con nostalgia a un passato di acque pescose e di prosperità, vissuto in armonia con l’ambiente circostante. Il presente è veloce e feroce con l’ambiente e con l’uomo. Si demolisce in un secondo, in nome dello sviluppo e di un supposto ineluttabile progresso, ciò che per decenni è stato l’essenza della zona.
La visione di Xiao Gang Gu
Di fronte a questa frattura apparentemente insanabile, il regista propone una terza via, in cui sia possibile coniugare modernità e tradizione in un felice scambio. Questo sembra dimostrare concretamente la vicenda dei due ragazzi, Gu Xi e il giovane insegnante signor Jiang, Zhuang Yi, che cercano una loro strada, mostrando anche alle famiglie un’alternativa possibile. Non si fanno attrarre da scorciatoie e all’arrivismo preferiscono un vivere semplice, ma sereno, in armonia con l’ambiente, senza però rinunciare alle proprie ambizioni. La loro storia non può che prendere corpo sulle rive del fiume. La visione di Xiao Gang Gu è chiara.
Tiepide acque di primavera ha tempi lenti e cadenzati, come quelli delle quattro stagioni che si succedono. Due ore e trenta è la durata di questo primo capitolo della trilogia. Le storie sono, dopo tutto, quelle di una normale famiglia e non risultano particolarmente coinvolgenti. I silenzi nei lunghi piani sequenza, accompagnati dalle musiche di Dou Wei sono significativi, mentre non sempre lo sono i dialoghi. L’intensità e l’emozione finiscono per essere un po’ sacrificati. Il film resta comunque un interessante esordio, riflessione sul presente di un paese in forte espansione che cerca di non perdere le sue radici, con un aspetto scenografico e paesaggistico importante. Distribuito da Movies Inspired, Tiepide acque di primavera è al cinema dal 28 dicembre.
Tiepida accoglienza per A Dangerous Method
Ticket to Paradise: le location dove è stato girato il film
Con il film del 2022 Ticket to Paradise (qui la recensione), gli attori George Clooney e Julia Roberts tornano a recitare insieme per la quarta volta dopo Ocean’s Eleven (2001), Ocean’s Twelve (2004) e Money Monster – L’altra faccia del denaro (2016). Stavolta non ci sono però di mezzo elaborate rapine o drammatici eventi d’attualità di mezzo, bensì una “semplice” vicenda d’amore. Per la Roberts si tratta dunque anche di un ritorno al genere della commedia romanticha che tanto la rese celebre negli anni Novanta con titoli come Pretty Woman, Notting Hill, Il matrimonio del mio migliore amico e Se scappi ti sposo.
A dirigere Ticket to Paradise vi è Ol Parker, già regista di film simili come Marigold Hotel (2011) e Mamma Mia! Ci risiamo (2018), che insieme a Daniel Pipski scrive una sceneggiatura ricca di tutti quegli elementi più apprezzati per questo genere di film. Abbondano dunque le incomprensioni, gli equivoci e le gag che si scaturiscono da queste situazioni. Ma naturalmente anche tanto amore, sentimenti e occasioni per riscoprirsi. Il tutto, naturalmente, con location estremamente affascinanti sullo sfondo ad incorniciare così nel migliore dei modi il racconto.
Per gli appassionati di questo genere, dunque, si tratta di un film da non perdere, che grazie ora al suo arrivo su Netflix sta ottenendo ancor più popolarità. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Ticket to Paradise. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e, in particolare, alle location dove si sono svolte le riprese. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama e il cast di Ticket to Paradise
Il film racconta la storia di una coppia divorziata, David e Georgia, che ha intenzione di mandare all’aria in tutti i modi l’imminente matrimonio della figlia, impedendole di commettere lo stesso errore che fecero loro sposandosi venticinque anni prima. I due, dunque, partono per Bali, dove vive e lavora il futuro sposo per cercare di sabotare il matrimonio. Qui, cercheranno di mettere in atto ogni strategia possibile per impedire che avvenga l’irreparabile, ma mentre si impegneranno in tale missione, i due inizieranno inaspettatamente a riscoprire il sentimento che li ha uniti.
Ad interpretare David e Georgia Cotton, come già anticipato, vi sono George Clooney e Julia Roberts. Accanto a loro, nel ruolo della figlia Lily prossima al matrimonio, vi è l’attrice Kaitlyn Dever, interprete tra le più richieste del momento vista in La rivincita delle sfigate, Nessuno ti salverà e prossimamente tra le protagoniste della seconda stagione di The Last of Us nel ruolo di Abby Anderson. Nel ruolo del futuro sposo Gede vi è invece l’attore indonesiano Maxime Bouttier, qui al suo debutto in un film hollywoodiano. Billie Lourd è l’amica di Lily, Wren Butler, mentre Lucas Bravo è Paul, nuovo compagno di Georgia.
Le location dove è è stato girato il film
In questa commedia romantica, dunque, le vicende dei protagonisti si svolgono a Bali. Nella realtà, però, le riprese si sono svolte da tutt’altra parte, ovvero nello stato nord-orientale australiano del Queensland, noto per le sue spiagge, le isole, la foresta pluviale e la vicinanza alla Grande Barriera Corallina. Per Ticket to Paradise, numerose location nelle isole Whitsunday, a Brisbane e in altre zone del Queensland fungono dunque da pittoresche ambientazioni per le vicende romantico-comiche del film.
Quando i protagonisti arrivano in barca alla loro destinazione tropicale nel film, ad esempio, si trovano nell’appartata Katie’s Cove, sulla punta settentrionale dell’isola di Haslewood, nelle Whitsundays, catena di 74 isole disseminate nella Grande Barriera Corallina. Hamilton Island, un’altra delle Whitsundays, compare più volte nel film, come sfondo di un corteo nuziale e di una partita di calcio improvvisata sulla Catseye Beach, oltre che in scene girate tra le lussureggianti vedute dell’isola nei terreni del Qualia, uno dei resort più lussuosi di tutta l’Australia.

Le acque del Palm Bay Resort di Long Island ospitano invece alcune delle sue colture di alghe di cui l’aspirante sposo del film è un coltivatore. L’incontro tra Clooney e un delfino avviene invece nella Lucinda Bay, a sud del Tangalooma Island Resort, dove è possibile avvistare i tursiopi e assistere al loro pasto notturno. Il resort si trova a Moreton Island, che offre anche uno spettacolare tramonto nuziale sullo schermo.
Infine, la foresta pluviale del Tamborine National Park, situato nell’entroterra della Gold Coast a circa 30 miglia a sud di Brisbane, si sostituisce alla giungla di Ubud, nell’altopiano di Bali. Il cast e la troupe si sono installati in un luogo non lontano dal sentiero di eucalipti che porta alle fotogeniche Curtis Falls. Le altre attrattive dell’area includono vigneti, gallerie d’arte e avventure impervie sulla montagna omonima del parco.
Il trailer di Ticket to Paradise e dove vederlo in streaming
È possibile fruire di Ticket to Paradise grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Apple TV, Prime Video e Netflix. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video.
Ticket to Paradise, trailer del film con George Clooney e Julia Roberts
I premi Oscar® George Clooney e Julia Roberts tornano sul grande schermo nei panni di due ex che si ritrovano in una missione comune per impedire alla figlia innamorata di commettere il loro stesso errore, in Ticket to Paradise. Prodotto da Working Title, Smokehouse Pictures e Red Om Films, il film è una commedia romantica che racconta come le seconde possibilità possano sorprenderci.
Diretto da Ol Parker (Mamma Mia! Ci Risiamo, sceneggiatore dei film Marigold Hotel) dalla sua sceneggiatura con Daniel Pipski, Ticket to Paradise è prodotto da Tim Bevan (L’ora più buia, The Danish Girl) e Eric Fellner (La teoria del tutto, Les Misérables) per Working Title, da Sarah Harvey (Marigold Hotel, co-produttrice di In Bruges – La coscienza dell’assassino), da Deborah Balderstone (Palm Beach, Gone), da George Clooney e del premio Oscar® Grant Heslov (Argo, The Midnight Sky) per Smokehouse Pictures e da Julia Roberts e Lisa Roberts Gillan e Marisa Yeres Gill (entrambe co-produttrici della serie Homecoming) per Red Om Films.
Ticket to Paradise è girato nel Queensland, Australia, grazie agli incentivi del governo federale australiano e alla Production Attraction Strategy di Screen Queensland.
Ticket to Paradise, recensione del ritorno di Clooney-Roberts
Inevitabilmente, il motivo di maggior interesse del Ticket to Paradise che Universal porta sugli schermi dei cinema di tutta Italia dal 6 ottobre è sicuramente la presenza di due star della Hollywood contemporanea come George Clooney e Julia Roberts. Due icone, sorridenti e legate – pare – da sincera amicizia (e riconoscenza, stando a quanto dichiarato dall’attrice sul tempo passato insieme durante le riprese), che ritroviamo insieme dopo un paio di Ocean’s, le Confessioni di una mente pericolosa del 2002 e il Money Monster – L’altra faccia del denaro del 2016.
Purtroppo, come nel caso del suo precedente Mamma Mia! Ci Risiamo, lo sceneggiatore dei Marigold Hotel e regista Ol Parker sembra puntare ad accontentare il pubblico, assemblando un prodotto scolastico e prevedibile, premurandosi di non far mancare nulla di quanto richiesto dal manuale della commedia romantica, tanto più se mescolata con un matrimonio contrastato, un briciolo di conflitto generazionale e delle location da sogno.
Ticket to Paradise – Benvenuti in Paradiso
Quelle del Queensland australiano, in questo caso scelte per rappresentare Bali, dove la giovane e innamoratissima Lily (la Kaitlyn Dever di Dopesick) ha organizzato le sue nozze con il locale Gede (l’esordiente Maxime Bouttier), conosciuto da troppo poco perché i due genitori – divorziati da decenni e ancora in guerra – non sentano il bisogno di allearsi per mandare a monte il matrimonio.
Ma dai tempi di Montecchi e Capuleti, non è una impresa facile far cambiare idea a due giovani amanti, pur se animati dall’encomiabile intenzione di evitare che commettano gli stessi nostri errori. Ma una seconda possibilità non si nega a nessuno, tanto più nel mondo dorato delle Rom-Com hollywoodiane.
Due stelle e poco
più
Purtroppo quella concessa a Parker non sembra aver sortito l’effetto sperato, o meglio, averci offerto una prova di un suo talento nascosto ancora da esprimere. Ogni possibile spunto – dal clash culturale al rovesciamento dei ruoli – viene lasciato nella penna degli sceneggiatori (l’esordiente Daniel Pipski, insieme al regista), evidentemente più attenti a puntare i riflettori sui due pezzi da novanta a disposizione.
Che fanno il loro, e anche di più, nonostante proprio George Clooney avesse dichiarato di non voler fare più commedie romantiche dopo il Un giorno… per caso del 1996. Ma sia lui, sia la Roberts risultano tra i produttori del film (con le loro Smokehouse Pictures e Red Om Films, rispettivamente), e questo spiega molte cose. Soprattutto grazie a loro, tutto scorre come deve, senza intoppi e in maniera perfettamente coerente con i canoni del genere, se questo può valere come merito da ascrivere al film. Insieme a quello di riproporci la Billie Lourd, figlia di Carrie Fisher, nei panni di Wren, la migliore amica d’infanzia di Lily, che sarebbe stato interessante sviluppare maggiormente.
Chi vuol esser lieto, sia, ci ripete Ol ‘Il magnifico’, e tra catastrofi annunciate e la messa alla berlina di un maschilismo che Clooney riesce a rendere divertente, la vicenda avanza rispettando ogni regola. Incluse quelle dei due famosi ex, ancora legati al vissuto passato e a una serie di trucchetti che faranno la gioia del pubblico (e dei fan dell’italiano di George). Regalini simpatici, che costituiscono la spina dorsale del film, nel bene e nel male, e fanno venire voglia di rivedere George e Julia in qualcuna delle loro prove precedenti, e magari di recuperare un classico come il padre della sposa (se non di prenotare un viaggio agli antipodi).
Tick, Tick…Boom! Recensione del film con Andrew Garfield
Dal 19 Novembre è disponibile su Netflix Tick, Tick… Boom!, adattamento dell’omonimo spettacolo teatrale di Jonathan Larson, il celebre compositore e drammaturgo di Broadway, ideatore dell’iconico musical Rent.
Tick, Tick… Boom!: la vita dell’artista a New York
Tick, Tick… Boom! è ambientato cinque anni prima della morte di Larson– scomparso prematuramente nel 1996 – mentre incombe il suo trentesimo compleanno ed è alle prese con l’ideazione di quello che spera essere il rock-musical che lo consacrerà come artista, Superbia. Jonathan (Andrew Garfield) vive in un appartamento fatiscente, ignorato dal suo agente, lavora in una tavola calda e cerca di scrivere l’ultima canzone mancante nel libretto, da cui dipende l’arco emotivo di Superbia. Nonostante le difficoltà della vita da artista a New York, Jonathan crede nel suo talento. L’incedere un breve incoraggiamento da parte di Steven Sondheim lo sprona a perseguire il suo sogno, presentandosi come “il futuro del teatro musicale“.
Miranda, che ha reinventato il musical di Broadway con Hamilton (proprio come il musical rock di Larson del 1996, Rent), è qui su un terreno familiare. Ha interpretato il ruolo di Larson in un revival off-Broadway del 2014 di Tick, Tick… Boom! In questa trasposizione, non si limita affatto ad adattare la storia di Larson dal punto di vista cinematografico, ma ne estrapola il viaggio quotidiano di un uomo, regalandoci un’epopea di vita sugli artisti sconfitti dal pragmatismo quotidiano.
Tick, Tick… Boom! fu originariamente concepito dallo stesso Larson come un one man show autobiografico. Dopo la sua morte, la produzione è stata rilanciata come uno spettacolo a tre, coinvolgendo il suo migliore amico e la sua compagna come personaggi. Nella versione cinematografica, Miranda passa dalla performance teatrale delle canzoni con i cantanti Karessa (Vanessa Hudgens) e Roger (Joshua Henry) a una narrazione cinematografica degli eventi con la fidanzata di Larson, Susan (Alexandra Shipp) e il migliore amico Michael (Robin de Jesus).
Ci sono camei luminescenti, che scalderanno i cuori dei fan di Broadway, nel corso dell’intera pellicola, tra cui Judith Light, Jonathan Marc Sherman, Joel Grey, Daphne Rubin-Vega, Adam Pascal, Phillipa Soo, Phylicia Rashad, Bebe Neuwirth, Renee Elise Goldsberry e Bernadette Peters, mentre la star di Pose Mj Rodriguez interpreta una delle co-protagoniste al fianco di Jonathan.
Miranda ha visto Garfield nella produzione di Broadway del 2018 di Angels in America e ha ricordato la sua performance come “trascendente“. “Me ne sono andato pensando: ‘Oh, quel ragazzo può fare qualsiasi cosa’”, ha ricordato il regista. “Non sapevo se sapesse cantare, ma sentivo che poteva fare qualsiasi cosa. Così l’ho implicitamente scritturato nella mia mente probabilmente un anno prima di parlarne con lui“.
Tick, Tick… Boom!: l’istrionismo di Garfield vince ancora
L’arma segreta del regista Lin-Manuel Miranda per questo adattamento cinematografico di Tick, Tick… Boom! dell’opera del suo mentore per scelta sfrutta l’istrionismo attoriale e l’aspetto da fanciullo sempreverde di Andrew Garfield, quegli occhi penetranti e gentili e il viso che convoglia molteplici espressioni anche quando il dolore lo inonda.
Probabilmente è proprio il fascino fanciullesco di Garfield e la sua vulnerabilità “da uomo qualunque” a rendere più intense le scene drammatiche con il migliore amico Michael (una gemma assoluta di attore, Robin de Jesus). Ex venditore d’arte trasformato in un attuale uomo aziendale in carriera, Robin de Jesus è l’antitesi di Andrew Garfield. Miranda non demonizza o banalizza mai le vite e le lotte di coloro che hanno plasmato la vita dell’uomo che ha influenzato i suoi sforzi artistici.
Tick Tick Boom fiorisce dal punto di vista cinematografico e l’adattamento di Miranda è un trionfo; sfrutta pienamente i brani musicali di Larson sullo schermo, conferendogli nuova vita.
In un numero iniziale con Jonathan e Michael, mentre quest’ultimo si trasferisce in un nuovo appartamento di lusso, Miranda gioca con la velocità e gli strumenti del montaggio per rendere omaggio alle doti performative dei due. E, per la maggior del minutaggio, riesce ad equilibrare la verosimiglianza della performance di Larson del suo proprio musical come forma di narrazione, lo squallore romanzato della vita di New York a basso costo e la teatralità più calcolata delle fantasie digressive del suo personaggio principale.
Dopo La La Land di Damien Chazelle, anche il musical di Larson fa propria la necessità di preservare l’integrità della propria voce artistica per configurare la propria individualità e rendersi cantori generazionali. Il ‘Jon‘ Larson di Andrew Garfield è ossessionato da un orologio che ticchetta incessante in Tick, Tick… Boom!, che scandisce il percorso ingeneroso di una gavetta che non sembra mai concretizzarsi.
Il film di Miranda indaga il complesso di superiorità degli artisti, attraverso l’idea di creare un’arte che sia “in anticipo sui tempi”. Come il musical di Chazelle che ha vinto l’Oscar, anche Tick, Tick… Boom! traccia il coming-of-age di Jonathan Larson e la crescita all’interno della giungla newyorchese impara mentre dà vita a Superbia.
L’approccio leggermente surreale del film funziona egregiamente esplorando il processo creativo di Larson, indugiando sulla personalità artistica del grande autore: a tratti incompresa, avanguardista, spettacolare. Ma dietro all’artista, vuole suggerirci Miranda, altro non c’è che un giovane in cerca di fortuna nella Grande Mela, che tenta disperatamente di sopperire allo scorrere inesorabile del tempo, perso prima che riesca ad essere trasferito in canzone. Un tributo sentito e assolutamente umano, un omaggio al mondo del teatro e del musical da recuperare assolutamente.
Tibet Code il prossimo progetto della DreamWorks?
Venerdì Jeffrey Katzenberg, rappresentante e produttore capo della DreamWorks Animation CEO, durante una presentazione stampa a Pechino, ha annunciato che l’Oriental DreamWorks (filiale della DreamWorks nei paesi orientali) è interessata a produrre e realizzare l’ambizioso progetto di Tibet Code. Sulla base di una serie molto popolare di libri pubblicati in Cina, Tibet Code racconta le avventure di due uomini a caccia di tesori buddisti. Attualmente ci sono otto libri della serie, che è stata paragonata a quella di Harry Potter.
Il fatto che l’Oriental DreamWorks abbia deciso di interessarsi ad un progetto così particolare e mastodontico dimostra il grande coraggio da parte del team di produzione, considerando soprattutto il fatto che trattare un tema così delicato come la religione buddista e la stessa figura del Tibet rischierebbe, come già accaduto in passato, di scatenare l’ira della censura cinese (basti ricordare le grandi difficoltà incontrate nel 1997 con Sette anni in Tibet, vietano in tutti i territori della Repubblica Popolare Cinese).
L’apparizione alla conferenza stampa di Han Sanping, presidente della potente China Film Group, significa però che probabilmente Tibet Codice non dovrà affrontare alcuna resistenza da parte delle autorità statali. Infatti, mentre Katzenberg ha osservato che i libri possono diventare una serie di film blockbuster, Han ha visto nel progetto l’opportunità di ritrarre positivamente i valori cinesi sul grande schermo. Insomma; una doppia opportunità che accontenterebbe tutti. Katzenberg in questi giorni è in Cina per promuovere l’uscita dei Croods e ha partecipato alla conferenza di Tibetpress per mostrare il suo sostegno al progetto, che sarà una cordata tra China Film Group, il Fondo nazionale del cinema della Cina orientale e la DreamWorks.
Fonte: hollywoodreporter
Tiana: il personaggio de La principessa e il ranocchio protagonista di una serie tv per Disney+
Joyce Sherri scriverà e dirigerà Tiana, una nuova serie animata per Disney+. A darne notizia è il noto sito americano Variety. Il progetto musicale è stato originariamente annunciato nel 2020 durante una giornata degli investitori Disney. La serie è stata precedentemente descritta come il seguito del film d’animazione del 2009 “La principessa e il ranocchio”, che introduceva il personaggio di Tiana. Anika Noni Rose presterà la propria voce nella versione originale di Tiana. Inizialmente si prevedeva che la serie debuttasse nel 2023, ma ora si dice che verrà lanciata nel 2024.
I lavoro più recente di Joyce Sherri come sceneggiatore televisivo è stato la miniserie horror di Netflix “Midnight Mass” di Mike Flanagan. Ha anche scritto e diretto cortometraggi come “Beauty”, “Forever”, “Down, Down, Baby” e “The Family Romance”. Ha anche vinto il concorso per sceneggiature Slamdance 2020 per il suo lungometraggio, “Sweet Sixteen”, ed è stata selezionata per il Sundance Institute Screenwriters Intensive 2021.
La descrizione ufficiale di Tiana afferma che lo spettacolo seguirà il personaggio del titolo mentre “parte per una nuova grande avventura nei panni della appena incoronata Principessa di Maldonia, ma un richiamo al suo passato di New Orleans è dietro l’angolo”. Walt Disney Animation Studios produrrà Tiana, così come lo studio aveva già realizzato “La principessa e il ranocchio”. Nathan Curtis produrrà, con Jennifer Lee e Stella Meghie come produttori esecutivi. Meghie era precedentemente assegnata come scrittrice e regista della serie, ma rimane a bordo come EP.La Disney aveva anche annunciato in precedenza il seguito delle serie Disney+ di film come “Zootropolis”, “Big Hero 6”, “Moana” e “Cars”.
Ti West, intervista al regista di X – A sexy horror story
Ti West parla di X – A Sexy Horror Story, il film con protagonista Mia Goth arriva in sala il 14 luglio distribuito da Midnight Factory di Koch Media.
Midnight Factory, etichetta di proprietà di Koch Media, porterà nelle sale cinematografiche a partire dal prossimo 14 luglio X – A Sexy Horror Story di Ti West, il nuovo atteso horror slasher con Mia Goth e Jenna Ortega. Nel 1979, una troupe di ragazzi ambiziosi e affamati di successo decide di girare un film per adulti nelle zone rurali del Texas, ma l’anziana coppia che la ospita, in una fattoria isolata e indisturbata, comincia a nutrire un interesse lascivo per i giovani attori. Durante la notte, questo interesse morboso esploderà in tutta la sua violenza e terrore.
Da A24, studio di produzione di Hereditary – Le Radici del Male, Midsommar – Il Villaggio dei Dannati, The Witch e The Lighthouse, X – A Sexy Horror Story promette di intrattenere con emozioni forti gli amanti dell’horror e non solo. Ti West, scrittore, regista e montatore pluripremiato già noto per altri lavori di genere, ricrea l’America rurale della fine degli anni ’70 e rinnova la tradizione di horror slasher omaggiando film d’autore, film cult e anche porno.
Girato in Nuova Zelanda, X – A Sexy Horror Story porta sullo schermo un’incredibile Mia Goth alle prese con un doppio ruolo – grazie all’uso di un minuzioso trucco prostetico che la rende irriconoscibile – e che la porterà a lottare “con se stessa” per la sopravvivenza. Il film, con un punteggio di 95% Fresh su RottenTomatoes, ha ottenuto inoltre l’approvazione del re del terrore Stephen King, che l’ha definito “un film horror estremamente buono. Spaventoso, intelligente, consapevole. Ah! E anche divertente”. Dopo aver conquistato il pubblico americano, in Italia X – A Sexy Horror Story uscirà al cinema dal 14 luglio, distribuito da Midnight Factory.
La trama di X – A Sexy Horror Story
Sinossi: Nel 1979, un gruppo di giovani e ambiziosi filmmaker decide di realizzare un film per adulti nel Texas rurale. Ma quando la solitaria coppia anziana che li ospita scopre la natura del set, il cast si trova a dover lottare per la propria sopravvivenza.
Ti stimo fratello: recensione del film con Giovanni Vernia
In Ti Stimo Fratello Giovanni è un ingegnere elettronico che vive una vita di ripiego. Scappato da Genova per fare carriera a Milano si è accontentato di lavorare come pubblicitario grazie alla sua relazione con la figlia del capo dell’azienda. Suo fratello gemello Jonny invece è un discotecaro doc, che ha in testa solo la musica house e che, quando piomba a Milano per fare l’esame orale ed entrare nella Guardia di Finanza, manda a rotoli la vita apparentemente perfetta del fratello.
E’ questa la premessa semplice di Ti Stimo Fratello, esordio al cinema di Giovanni Vernia, il comico conosciuto a Zelig con il personaggio di Jonny Groove. I comici televisivi che si traferiscono al cinema sono sempre più frequenti e sempre più disarmante è il successo che riscuotono, esempio per tutti è quello di Checco Zalone che ha già all’attivo due lungometraggi e degli incassi da capogiro.
Così la Colorado ha pensato bene di investire su un altro di questi fenomeni, e Vernia si è fatto trovare pronto mettendosi in gioco con un doppio personaggio, oltre che in veste di sceneggiatore e regista, in collaborazione con Paolo Uzzi. La storia è autobiografica, con tanto di dedica finale alla mamma e la confezione del film fa venire in mente un preciso sostantivo: fretta. Ti Stimo Fratello è stato pensato e girato in tempi record e purtroppo quest’ansia di arrivare al cinema traspare dall’approssimazione delle riprese da “buona la prima” e dalla scarsissima conoscenza da parte di Vernia del mezzo cinematografico.
Il prodotto è assimilabile ad una
commedia scadente e, tanto per rendere l’idea, i cinepanettoni
risultano al confronto veri e proprio film d’autore, considerando
che anche se ripropongono sempre la stessa struttura, la stessa
volgarità e le stesse facce, a livello produttivo sono collaudati e
funzionano. Probabilmente se Ti Stimo Fratello avesse avuto una
produzione più ponderata e una regia più curata avrebbe sortito un
effetto diverso.
Il personaggio di Jonny Groove rivela tutti i limiti che appartengono alla categoria dei cabarettisti; la loro naturale brevità, adatta ai 5, massimo 10 minuti di sketch sul palco di Zelig, non può reggere in un lungometraggio (93 minuti raramente sono sembrati così lunghi) poiché in genere o ci si limita a reiterare le battute, come è capitato al pur eccellente Cetto La Qualunque di Albanese, oppure si dilata il numero da cabaret, con un risultato scontato: la noia.
Scontato dirlo, i personaggi migliori sono i comprimari, su tutti la zia di Giovanni e Jonny Carmela Vincenti e il veterano Maurizio Micheli, che interreta il padre dei gemelli. Piccoli ruoli anche per Diego Abatantuono e Paolo Sassanelli.
Ti Stimo Fratello si rivela purtroppo un esperimento fallito a livello cinematografico che potrebbe anche riservare sorprese se tutti i fan di Groove andassero a vederlo, ma che fa sentire il cinema italiano sempre più lontano dalla soglia dell’accettabile.
Ti ricordi di me? Trailer con Ambra Angiolini e Edoardo Leo
Guarda il Trailer di Ti
ricordi di me?, il nuovo film di Rolando Ravello con
Ambra Angiolini e Edoardo Leo è al cinema dal 3
aprile. Nel cast anche Paolo Calabresi, Susy Laude,
Ennio Fantastichini e Pia Engleberth.
Roberto e Bea si incontrano davanti al portone della terapista che li ha in cura. Lui è cleptomane e autore di surreali favole, come “La foresta dei barboni assiderati” o “ Alice nel paese dei terremotati”. Lei fa l’insegnante elementare, è narcolettica, apparentemente svagata e, in seguito a forti shock emotivi, reagisce con improvvise quanto imprevedibili perdite di memoria. Per questo porta sempre con sé un libro in cui scrive sia gli avvenimenti più importanti della sua vita sia piccole annotazioni quotidiane.
Ha inizio da subito un corteggiamento tenace e buffo che finirà per farla innamorare. Tra piccoli furti e svenimenti, rincorse e amnesie, la storia d’amore dei due protagonisti offrirà loro anche la possibilità, forse, di guarire e di imparare a vivere le loro emozioni.