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Ti ricordi di me? prima Clip del film con Edoardo Leo

Guarda la prima clip del film Ti ricordi di me? di Rolando Ravello con Ambra Angiolini e Edoardo Leo. Nel cast anche Paolo Calabresi, Susy Laude e Ennio Fantastichini.

Leggi anche: Ti ricordi di me? recensione del film con Edoardo Leo e Ambra Angiolini

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Ti ricordi di me?Roberto e Bea si incontrano davanti al portone della terapista che li ha in cura. Lui è cleptomane e autore di surreali favole, come “La foresta dei barboni assiderati” o “ Alice nel paese dei terremotati”. Lei fa l’insegnante elementare, è narcolettica, apparentemente svagata e, in seguito a forti shock emotivi, reagisce con improvvise quanto imprevedibili perdite di memoria. Per questo porta sempre con sé un libro in cui scrive sia gli avvenimenti più importanti della sua vita sia piccole annotazioni quotidiane.

Ha inizio da subito un corteggiamento tenace e buffo che finirà per farla innamorare. Tra piccoli furti e svenimenti, rincorse e amnesie, la storia d’amore dei due protagonisti offrirà loro anche la possibilità, forse, di guarire e di imparare a vivere le loro emozioni.

 
 

Ti ricordi di me? Conferenza stampa del film con Ambra Angiolini e Edoardo Leo

E’ stato presentato oggi alla stampa italiana, presso il Cinema Adriano in Piazza Cavour, a Roma, Ti ricordi di me?, il secondo film da regista dell’attore romano Rolando Ravello, che arriva a più o meno un anno di distanza dal precedente Tutti contro tutti. Presenti alla conferenza stampa del film, oltre al regista, anche gli interpreti Ambra Angiolini, Edoardo Leo, Paolo Calabresi e Pia Engleberth, insieme al produttore Marco Belardi.

Quanto è stato difficile portare questa storia dal teatro al grande schermo? 

“La prima telefonata l’ho fatta proprio ad Ambra e ad Edoardo – esordisce Rolando RavelloAvevo il terrore, dato il grande successo dello spettacolo teatrale, che loro si fossero in qualche modo incancreniti in quei personaggi. Ho sempre visto la storia in un altro modo. Per me era molto importante l’aspetto emotivo. Abbiamo lavorato tutti insieme sulla sceneggiatura e, soprattutto, sull’emotività del film. Per me è stato naturale allontanarmi dallo spettacolo teatrale, perché avevo le idee abbastanza chiare sul film. Sto scoprendo che questo è il mio modo di vedere le cose e lo sento coerente con il mio primo film. Il modo in cui ho raccontato questa storia è molto simile al modo in cui ho raccontato Tutti contro tutti. È solo pancia. Una regia tecnica, probabilmente, non saprei farla”.

L’esigenza di portare questa storia sul grande schermo era anche nostra – continua Edoardo LeoE’ un film che ha un percorso molto particolare, rispetto magari ad altri prodotti. Non ci è stato proposto. Si tratta di una storia che noi, io e Ambra, dopo averla portata in tournée per due anni, abbiamo deciso di presentare a Marco Belardi. Dopo aver scritto la sceneggiatura, opera mia, di Paolo Genovese e di Edoardo Falcone, avevamo bisogno di uno sguardo ancora nuovo. Dovevamo affidarci alla visione di un regista e pensavamo che Rolando fosse la persona ideale. È molto tenero, guarda le cose in maniera estremamente sentimentale. Quando poi trovi, come è successo nel nostro caso con Rai Cinema, qualcuno che crede nel tuo progetto, il cerchio si chiude ed è allora che il film viene fuori”.  

“La differenza tra recitare questa storia a teatro e riproporla poi per il cinema è stata notevole – prosegue Ambra AngioliniA teatro avevamo altri toni, più adatti a quel tipo di ambiente. Nel film, invece, Rolando mi ha tolto tutte le certezze che avevo. Ho cercato di lavorare andando nella sua direzione e devo ammettere che all’inizio non è stato facile. Ogni giorno dovevo togliere qualcosa a ciò che in due anni avevo costruito da sola con Sergio Zecca. Dopo la prima settimana ho chiamato Rolando, dicendogli che non riuscivo a capire esattamente cosa stessi facendo. Facevo fatica ad immaginarmi la nuova Bea. Avevo quindi bisogno del suo aiuto per ricreare al meglio la Bea così come se l’era immaginata, senza correre il rischio di portare cose che fossero sbagliate o addirittura esagerate”.

Quanta storia e quanta favola c’è in questo film? Quanto avete voluto tirar fuori dalla vita di tutti i giorni questo racconto?

“L’approccio alla storia è appunto quello della favola – risponde il regista – Credo che l’emozione legata ai personaggi, invece, sia radicata nel reale. Siamo sempre a metà, anche nello stile delle inquadrature, tra la favola e il realismo. È possibile muoversi su questo confine. Tutti gli attori hanno lavorato molto sull’emotività. Questo ha fatto sì che il lavoro sul film, alla fine, risultasse come un grande viaggio costruito insieme, in onestà”.

“Abbiamo fatto una scelta – aggiunge Paolo GenoveseQuando abbiamo scritto il film ci siamo posti delle domande. Ci sono molto cose tecniche che abbiamo ignorato, ma volutamente. È una favola, una storia d’amore, quindi non ci interessavano tutti i tecnicismi del caso. È un tipo di film che ha una linea narrativa tale per cui se lo spettatore crede nei personaggi dall’inizio, non li molla più. Senza stare a chiedersi il perché o il per come di determinati avvenimenti. È un film di pancia, di pure emozioni, che ti conduce fino alla fine senza farti fare domande”.

Domanda per Ambra Angiolini: come descriveresti il tuo personaggio?

“I protagonisti di questo film hanno molti elementi in comune. Nella vita reale sarebbero due emarginati, con tutte le loro patologie, i loro tic, con tutte le cose scomode che li contraddistinguono. La cosa speciale è che in questa storia tutto ciò che nella vita reale potrebbe metterti al margine, diventa invece un punto di forza. Roberto e Bea sono due pezzi unici che diventano una cosa sola. È abbastanza raro, ma può accadere. Sono due persone che restano piene di difetti in un mondo giusto, che è poi quello che ognuno di noi si augura per sé quando incontra qualcuno. Tutti vorremo trovare qualcuno che renda nobile quello che ci sembra sbagliato di noi stessi”.

La storia del film sembra alla fine diventare una delle favole improbabili che scrive il personaggio di Edoardo Leo, Roberto. Si potrebbe interpretarla così?

“È una possibile lettura, sicuramente – afferma Ravello – Credo che lo spettacolo teatrale e il film siano due cose completamente diverse. Questo è un film che come tale vuole averne tutta la dignità. Usa il linguaggio del cinema in tutto: nella scelta delle inquadrature, nel racconto della storia, nella recitazione dei personaggi. Il teatro rimane lo spunto da qui è partita la storia, ma sono veramente due cose diverse”.

Quanto è stato difficile trovare un finale non banale, considerando che il film poteva rischiare di chiudersi in modo banale? Visto il respiro internazionale del film, si parla già di possibili vendite all’estero?

“Abbiamo ragionato tantissimo sul finale – confessa Ravello – Avevano una lista di ipotetici finali. Alla fine ne erano rimasti solo due. Uno era stato partorito da me, ed era un finale diverso rispetto a quello che si vede nel film. Paolo, invece, aveva immaginato il vero finale del film, quello che poi abbiamo girato. Alla fine, ragionandoci su, gli ho dato ragione e abbiamo scelto il suo finale”.

“Sono molto affezionato a questo progetto – dichiara Marco BelardiAvevo anche prodotto lo spettacolo teatrale. Quando ho letto la storia ho subito pensato che si trattasse di un qualcosa che davvero poteva essere venduto ovunque. È una storia, è una favola, che può essere tranquillamente venduta anche all’estero. In questo momento ci stiamo concentrando sul film, quindi sul lancio e sulla promozione. Aspettiamo di vedere quello che succederà”.

Quali sono i motivi per cui Ambra Angiolini ed Edoardo Leo funzionano così bene sullo schermo?

“Io e Ambra non ci frequentiamo nella vita di tutti i giorni – risponde Edoardo LeoNeanche quando eravamo in tournée ci frequentavamo. Non abbiamo mai discusso o litigato sul set. Evidentemente, abbiamo una visione comune del lavoro. C’è un profondo rispetto e rigore per il teatro e per il cinema. Forse è questo che ci fa andare così d’accordo professionalmente”.

“Credo che si tratti di pura alchimia, non c’è un vero perché – continua Rolando RavelloSenza nulla togliere al personaggio di Edoardo, credo che il ruolo più complesso fosse quello di Ambra. Non era facile quello che le ho chiesto di fare. E’ vittima di grossi cambiamenti all’interno del film. Non è facile per un’attrice spogliarsi in un film, senza alcuna protezione. Lei invece l’ha fatto, anche con grande coraggio”.

Ti ricordi di me?Ad Ambra e ad Edoardo è stato chiesto qual è il loro rapporto con la psicoanalisi…

“Ho sempre pensato che la psicoanalisi fosse qualcosa che esistesse solo nei film – dichiara Edoardo Leo – Non sono mai andato in analisi. Forse ne avrei bisogno, ma mi ostino a non andarci”.

“Ho frequentato diversi analisti – dice Ambra AngioliniCredo che sia normale”.

Domanda per Edoardo Leo e Rolando Ravello: muovendovi nell’ambito della commedia-non commedia, come vedete il vostro futuro al cinema? Che tipo di originalità vorreste donare al panorama italiano di oggi?

“Penso che questo sia un anno importante per il cinema italiano – ammette Leo – Hanno avuto molto successo film che non erano delle commedie pure, come ad esempio La mafia uccide solo d’estate di Pif o Tutta colpa di Freud di Paolo Genovese. Ma ci sono state tante altre operazioni diverse, come La mafia uccide solo d’estate o Smetto quando voglio. Credo che il significato di tutto ciò sia che si possa osare ancora un po’. Se ne stanno accorgendo sia i produttori sia i distributori che si possono fare dei passi in avanti. A breve inizierò le riprese di un nuovo film, un film sulla camorra, che non è un commedia pura, ma va in quella direzione. Credo che ognuno debba seguire, per quanto il mercato lo consenta, la propria idea di cinema. Non è semplice, però si può fare”.

“In questo momento ho perso completamente interesse per la recitazione – afferma Ravello – Mi interessa ancora recitare in teatro, ma non al cinema o in televisione. La regia mi sta insegnando tanto cose. Mi sta liberando e mi fa divertire. È un mondo che voglio continuare ad esplorare. Ho già alcune idee per un prossimo progetto. Voglio continuare a fare questo per ora. Il mio sogno in questo momento sarebbe quello di riuscire a fare teatro come attore e cinema come regista”.

Ti ricordi di me? uscirà al cinema il 3 Aprile e sarà distribuito in 300 copie dalla 01 Distribution.

 
 

Ti ricordi di Me? clip con Ambra Angiolini e Edoardo Leo

Ti ricordi di me recensioneTre clip di  nuovo film di Rolando Ravello con Ambra Angiolini e Edoardo Leo è al cinema dal 3 aprile. Nel cast anche Paolo CalabresiSusy LaudeEnnio Fantastichini e Pia Engleberth.

CLIP le strisce pedonali

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CLIP I racconti di Roberto

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CLIP Il corteggiamento di Roberto

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Roberto e Bea si incontrano davanti al portone della terapista che li ha in cura. Lui è cleptomane e autore di surreali favole, come “La foresta dei barboni assiderati” o “ Alice nel paese dei terremotati”. Lei fa l’insegnante elementare, è narcolettica, apparentemente svagata e, in seguito a forti shock emotivi, reagisce con improvvise quanto imprevedibili perdite di memoria. Per questo porta sempre con sé un libro in cui scrive sia gli avvenimenti più importanti della sua vita sia piccole annotazioni quotidiane.

Ha inizio da subito un corteggiamento tenace e buffo che finirà per farla innamorare. Tra piccoli furti e svenimenti, rincorse e amnesie, la storia d’amore dei due protagonisti offrirà loro anche la possibilità, forse, di guarire e di imparare a vivere le loro emozioni.

 
 

Ti ricordi di me? – recensione del film con Edoardo Leo

Ti ricordi di me? recensione film

A quasi un anno di distanza dall’esordio come regista con Tutti contro tutti, l’attore Rolando Ravello torna dietro la macchina da presa per dirigere una delle coppie cinematografiche italiane del momento: Ambra Angiolini ed Edoardo Leo che, dopo Viva l’Italia e Ci vediamo a casa, tornano a recitare insieme in Ti ricordi di me?, tratto dall’omonimo spettacolo teatrale di Sergio Zecca del 2012 che ha visto protagonista proprio il duo di attori.

In Ti ricordi di me? Roberto (Edoardo Leo) e Bea (Ambra Angiolini) si conoscono dalla terapista che li ha in cura. Lui è un cleptomane e autore di favole improbabili. Lei fa l’insegnante elementare, è narcolettica e, se colta da forti shock emotivi, reagisce con improvvise perdite di memoria. Per questo motivo, Bea porta sempre con sé un libro in cui annota tutto ciò che le succede. Roberto inizia da subito a corteggiarla in modo buffo ma tenace… un corteggiamento che finirà per far innamorare Bea.

Ti ricordi di me?, il film

Adattato per il grande schermo da Paolo Genovese ed Edoardo Falcone in collaborazione con lo stesso Leo, il film assomiglia a una vera e propria favola che, nonostante la presenza di diverse situazioni surreali, riesce a rimanere ancorato ad una matrice fortemente connessa alla realtà. Merito dell’accurato lavoro apportato dal trio di sceneggiatori, lodevoli di aver dato alla luce un adattamento che, pur distaccandosi completamente dall’opera teatrale originale,  si contraddistingue per intelligenza e creatività; un’impostazione del racconto decisamente emotiva, fatta di possibilità, di tenerezze, piccoli miracoli e guizzi artistici.

Un film, dunque, che parla il linguaggio del cinema, non solo nel racconto della storia, ma anche nelle scelte di regia e, soprattutto, nell’interpretazione degli attori protagonisti. Edoardo Leo e Ambra Angiolini sono bravissimi nel dare vita ai moti interiori dei loro personaggi, portandone fuori sia il bello che il brutto senza alcun tipo di filtro. Quello che ne deriva è una complicità in grado di creare due persone che all’inizio sembrano non avere nulla in comune, ma che, alla fine, troveranno proprio nelle loro “stranezze” il punto dal quale partire per costruire la loro relazione. Il resto viene fatto dall’ottimo cast di supporto, in particolare da Paolo Calabresi, il cui personaggio di Francesco risulta funzionale allo sviluppo del lato vagamente comico di una pellicola che non fa (e che non deve far) ridere, ma che ti lascia con il sorriso dall’inizio alla fine.

Ti ricordi di me? è una commedia sentimentale ricca di vere idee. Una favola d’amore forte e coinvolgente, scritta davvero bene, sorretta da una regia delicata e molto personale, e recitata da una coppia di attori in perfetta sintonia. Il film uscirà al cinema il 3 Aprile.

 
 

Ti presento Sofia: recensione del film con Fabio De Luigi

Ti presento Sofia recensione

Fabio De Luigi torna al cinema con una nuova commedia sentimentale dal titolo Ti presento Sofia. A dirigerlo c’è Guido Chiesa, autore di numerosi documentari e del recente Belli di papà. A fare squadra con De Luigi ci sono Micaela Ramazzotti, e Caterina Sbaraglia, per la prima volta sullo schermo nei panni della Sofia del titolo. I loro tre personaggi sveleranno, ognuno a modo loro, la paura di mettersi in gioco. Paura che saranno costretti ad affrontare per potersi aprire agli altri.

Ti presento Sofia: trama

Ti presento Sofia segue le vicende di Gabriele (Fabio De Luigi), negoziante di strumenti musicali, divorziato e papà premuroso di Sofia (Caterina Sbaraglia). Quando nella vita di Gabriele ripiomba Mara (Micaela Ramazzotti), un’amica che non vede da tempo e ora dinamica e indipendente fotografa, lui viene travolto da un’irrefrenabile passione, a tal punto da negare l’esistenza della figlia dopo aver scoperto che Mara non sopporta i bambini. Naturalmente le bugie hanno le gambe corte, e la messinscena di Gabriele avrà vita breve.

ti presento sofia cast

Ti presento Sofia è un’opera che attraverso la commedia vuole far riflettere sull’essere genitori e figli. Tema che trova nell’intrecciarsi dei rapporti dei protagonisti un proprio interessante svolgimento. Purtroppo al di là della convincente prova attoriale della Ramazzotti, nuovamente in un ruolo comico, i punti di forza del film sembrano essere ben pochi.

Risultano riuscite alcune situazioni comiche, che riescono a tenere su il ritmo del film, che precipita però in presenza di ben meno riuscite gag, dove ad essere fuori tempo sono proprio gli spunti comici. Il continuo presentarsi di nuovi equivoci porta alla lunga a dare l’impressione che la narrazione sia ferma su sé stessa, salvo ripartire poi per risolversi comunque in un finale troppo sbrigativo, che risolve con banale semplicità i conflitti presentati durante il film.

ti presento sofia trama

Se da una parte questi problemi sono da ricondursi alla scrittura del film, dall’altra neanche la regia riesce a risollevare le sorti dell’opera, presentando oltre al tipico anonimato di questo genere, evidenti problemi di continuità e costruzione della scena, che risultano ampliati al momento del montaggio.

C’è di buono che la chimica tra gli attori riesce a strappare più di una risata, ma il film sembra fermarsi a questo. Nonostante gli interessanti spunti che i temi fornivano, primo tra tutti il cercare di capire profondamente le motivazioni del sempre più presente movimento dalla politica “child free”, questi sembrano perdersi per strada in favore di una più canonica commedia ad equivoci.

Ti presento Sofia: trailer

 
 

Ti presento Sofia: anteprima gratuita con Cinefilos.it, cerca la tua città!

Ti presento Sofia recensione

Uscirà il 31 ottobre 2018, distribuito da Medusa, Ti presento Sofia, la nuova commedia diretta da Guido Chiesa con Fabio De Luigi e Micaela Ramazzotti.

Cinefilos.it offre la possibilità a pochi fortunati di vedere il film gratis, in anteprima, in diverse città d’Italia, domenica mattina, 28 ottobre 2018! Ci sono a disposizione tanti inviti gratuiti validi per l’ingresso di 2 persone, per ognuna delle città.

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Il trailer di Ti Presento Sofia

La trama del film: Gabriele, ex rocker e ora negoziante di strumenti musicali, divorziato, è un papà premuroso e concentrato esclusivamente su Sofia, la figlia di 10 anni. Quando gli amici gli presentano delle possibili nuove compagne lui parla della figlia, azzerando ogni chance. Un giorno però nella sua vita ricompare Mara, che vede da 10 anni e che è diventata un’importante fotografa. Lui se ne innamora ma c’è un grosso ostacolo da superare: lei non vuol sentire neanche parlare di bambini. Gabriele decide quindi di nasconderle la presenza di Sofia. L’impresa però non sarà per niente facile.

Leggi la recensione di Ti Presento Sofia

 
 

Ti presento i piccoli trailer

 
 

Ti presento i miei: trama, cast e sequel del film con Ben Stiller

Ti presento i miei film 2000
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Il due volte premio Oscar Robert De Niro si è negli ultimi anni distinto per alcune brillanti commedie come Lo stagista inaspettato o Big Wedding. A ribadire le sue grandi capacità comiche ci ha però pensato il film del 2000 Ti presento i mieida lui anche prodotto e diretto da Jay Roach. Ancora oggi questa è una delle commedie statunitensi più apprezzate e imitate, tanto nelle sue situazioni quanto nella comicità genuina, capace di far emozionare tanto quanto ridere. Scritto da James Herzfeld e John Hamburg, il film non però una storia totalmente originale, bensì il remake di una versione preesistente.

Nel 1992 era infatti uscito al cinema un omonimo film diretto da Greg Glienna, che però non ebbe particolare successo. Anni dopo, la Universal ha acquisito i diritti sull’opera con l’intenzione di espandere la storia originale introducendo nuove dinamiche. Inizialmente Roach venne respinto come regista, poiché Steven Spielberg aveva dichiarato il suo interesse verso il progetto, con Jim Carrey che avrebbe dovuto interpretare il protagonista. Quando però i due si tirarono indietro, lo studios decise allora di affidare il film a Roach. Il concretizzarsi di Ti presento i miei fu l’inizio di un successo straordinario.

Uscito al cinema, film incassò circa 330 milioni di dollari a fronte di un budget di soli 55. Venne inoltre lodato dalla critica, arrivando a guadagnare numerosi riconoscimenti e dando vita poi a due sequel a loro volta affermatisi come grandi successi. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e ai suoi sequel. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Ti presento i miei: la trama del film

Ti presento i miei film

Protagonista del film è l’infermiere Greg Fotter, da tempo fidanzato con Pam Byrnes, maestra d’asilo. Amando moltissimo la sua compagna, Greg è ora pronto a fare il grande passo e chiederle di sposarlo. Sfortunatamente, deve rinviare la sua proposta quando la sorella di Pam annuncia le sue nozze. La coppia intraprende dunque un viaggio per andare a casa dei genitori di lei in attesa del lieto evento. Greg è però quanto mai nervoso, poiché teme il giudizio del padre di Pam, Jack Byrnes, a cui spera di fare una buona impressione. Arrivati a casa presso di loro, Greg crede di trovarsi dinanzi ad una famiglia perfetta, dove vige la sintonia e il rispetto.

Scoprirà però ben presto a sue spese che far colpo sul futuro suocero è però più complesso del previsto. L’uomo è infatti quanto mai contrario all’idea che Pam si sposi, poiché dal suo punto di vista nessun uomo è alla sua altezza, men che meno il bizzarro Greg. Mentre quest’ultimo cerca di adeguarsi all’ambiente, Jack inizierà invece a studiarlo attentamente, cercando di scoprire ogni suo segreto e peccato. Il suo essere un esperto ex agente della CIA lo favorirà nel cercare scheletri nell’armadio del pretendente alla mano di sua figlia. La situazione non farà però altro che sfuggire di mano ad entrambi, dando vita ad una serie di imprevedibili situazioni.

Ti presento i miei cast

Ti presento i miei: il cast del film

Ad interpretare il severo Jack Byrne vi è, come già accennato, vi è l’attore Robert De Niro. Il premio Oscar è stata la prima scelta per il ruolo, con Roach convintosi di voler affidare a lui il personaggio dopo averlo visto recitare in Terapia e pallottole e in Le avventure di Rocky e Bulluwinkle. Dopo aver letto la sceneggiatura, De Niro accettò con piacere il ruolo, essendo da tempo alla ricerca di un nuovo progetto comico in cui cimentarsi. Egli si preparò al suo personaggio studiandone la mentalità, arrivando anche a suggerire diverse situazioni per lui, come quella che lo vede sottoporre Greg alla test della verità. Nei panni di sua moglie Dina vi è invece l’attrice Blythe Danner, mentre Teri Polo è Pam, la fidanzata di Greg.

Ad interpretare quest’ultimo vi è il popolare attore comico Ben Stiller. Dopo che Carrey rinunciò al ruolo, Stiller accettò di recitare nel film, suggerendo però di modificare molte delle situazioni comiche del personaggio. Egli riteneva infatti che, per la sua persona, avrebbe funzionato meglio una comicità verbale che non fisica, più adatta invece a Carrey. Stiller ebbe poi anche l’opportunità di improvvisare diverse scene, acquisendo così totale disinvoltura con il personaggio. Nel film è poi presente anche il suo grande amico Owen Wilson, nei panni di Kevin Rawley, ex fidanzato di Pam particolarmente apprezzato dai genitori di lei. Jon Abrahams è invece Denny Byrnes, fratello minore di Pam, mentre Nicole DeHuff è Debbie, la sorella di lei.

Ti presento i miei: i sequel, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Come anticipato, il film ebbe due sequel di altrettanto grande successo. Il primo di questi, Mi presenti i tuoi?, è uscito nel 2004, e vede stavolta Greg impegnato a presentare la sua famiglia alla compagna e ai genitori di lei. Stiller e De Niro hanno ripreso i loro ruoli, mentre Dustin Hoffman e Barbra Streisand sono i due genitori di Greg. Nel 2010 è poi uscito il terzo capitolo della trilogia, Vi presento i nostri, dove Greg e Pam sono ora alle prese con i loro due neonati gemelli. Anche in questo caso gli attori dei precedenti due film riprendono i loro rispettivi ruoli, con nuove aggiunte al cast di attori come Jessica Alba, Harvey Keitel e Laura Dern.

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Ti presento i miei è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Chili, Google Play, Apple iTunes, Now e Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà noleggiare il singolo film, avendo così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo.

Ti presento i miei in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

 

Fonte: IMDb

 
 

Ti odio, anzi no, ti amo!: tutte le curiosità sulla commedia romantica

Ti odio, anzi no, ti amo! libro

Le commedie romantiche, quando basate su premesse narrative intriganti e particolari, ottengono sempre il giusto successo. Nonostante ci siano infatti dei canoni ben precisi da seguire, più si riesce ad essere originali nel raccontare la nascita di un amore, più il pubblico sarà disposto a concedere il proprio tempo al titolo di turno. Per riuscire in ciò, spesso il cinema si rivolge alla letteratura e sono semplicemente innumerevoli i romanzi di questo genere poi trasformati in altrettanto fortunati film. Uno dei gli ultimi da poter aggiungere all’elenco è Ti odio, anzi no, ti amo! (qui la recensione), diretto nel 2021 da Peter Hutchings.

Già sceneggiatore di Sai tenere un segreto?, ma anche regista di Alla fine ci sei tu, Hutchings adatta un libro bestseller di Sally Thorne dando vita ad un racconto incentrato sulla dinamica tra due personaggi che si odiano fino a quando non scoprono che invece si amano alla follia. La realizzazione del film, sfortunatamente, è stata resa difficile dal Covid-19, che ha costretto a ridimensionari determinati aspetti del racconto (la scena del matrimonio, ad esempio, è stata girata con meno invitati di quanti inizialmente previsti), ma ha anche limitato la sua successiva distribuzione.

La sua presenza in streaming, come anche il suo passaggio televisivo, sono però l’occasione perfetta per riscoprire questo titolo divertente, appassionante e che ci ricorda quanto una bella commedia romantica faccia sempre bene all’animo. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Ti odio, anzi no, ti amo!. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Ti odio, anzi no, ti amo! film trama

La trama e il titolo originale di Ti odio, anzi no, ti amo!

Protagonisti del film sono Lucy Hutton e Joshua Templeton due colleghi rivali di una casa editrice, diametralmente opposti e accomunati solo da una profonda insofferenza reciproca. Lucy è una ragazza affabile e idealista, che crede nel proprio lavoro di assistente editoriale e nel valore della letteratura. Al contrario, Joshua è scostante e maniaco del controllo, interessato più al fatturato che alla qualità dei romanzi che vengono pubblicati. Costretti a lavorare uno di fronte all’altra, i due si ritroveranno al centro di una vera e propria competizione quando si prospetterà l’occasione, per uno di loro, di ottenere la posizione di prestigio che entrambi desiderano.

Il titolo originale di Ti odio, anzi no, ti amo! è The Hating Game, che fa riferimento non solo all’odio reciproco esistente tra i due protagonisti, ma anche alla sfida che i due intraprendono, interamente basata sul disprezzo che provano l’uno per l’altro, che prevede che chi non otterrà la promozione dovrà lasciare il posto di lavoro. Un vero e proprio “gioco dell’odio”, dunque, con i due che però non hanno ovviamente fatto i conti con i propri sentimenti e quella che doveva essere un’accesa rivalità si trasforma ben presto in una forte attrazione reciproca.

Il cast del film e il libro da cui è tratto

Ad interpretare i due protagonisti, Lucy e Joshua, vi sono gli attori Lucy Hale e Austin Stowell. Lei è nota soprattutto per aver interpretato Aria Montgomery nella serie televisiva Pretty Little Liars, ma vista anche nel horror Obbligo o verità. Lui, invece, si è fatto conoscere con il ruolo di Jesse nella serie televisiva La vita segreta di una teenager americana, per poi distinguersi con i film L’incredibile storia di Winter il delfino e La battaglia dei sessi. Prima di questo film, Hale e Stowell aveva già recitato insieme nel film Fantasy Island. Inizialmente, però, il ruolo di Joshua era stato offerto a Robbie Amell, il quale ha però dovuto rinunciare per problemi di programmazione.

Questi due attori danno dunque vita ai protagonisti di Ti odio, anzi no, ti amo!, i quali sono tratta – come l’intero film ovviamente – dal romanzo The Hating Game, scritto nel 2018 da Sally Thorne e affermatosi come un bestseller venduto in oltre 20 paesi. Tale libro è inoltre spesso identificato come uno dei principali artefici del rinnovato boom delle commedie romantiche in letteratura e che trovano poi fortuna anche grazie ad adattamenti cinematografici. Una piccola curiosità proprio riguardo tale libro e il film è che una copia del romanzo è visibile nella vetrina di una libreria esattamente a 29 minuti dall’inizio del film.

Ti odio, anzi no, ti amo! cast

Ecco alcuni titoli simili a Ti odio, anzi no, ti amo!

Ti odio, anzi no, ti amo! è sostanzialmente una classica commedia romantica con due personaggi che inizialmente si detestano salvo poi capire di essere pazzi l’uno per l’altro. Sono numerosi i film simili a questo titolo del 2021, a partire dal recente Tutti tranne te (2023). Si possono poi citare La dura verità (2009), Amici, amanti e… (2011), Mia moglie per finta (2011), Ricatto d’amore (2009), Two Weeks Notice – Due settimane per innamorarsi (2002), La competizione (2019), Non succede, ma se succede… (2019) e, infine, Ti odio, ti lascio, ti… (2006). Si possono però anche citare alcuni film come questo ambientati sul posto di lavoro, ovvero Il diavolo veste Prada (2006) e Lo stagista inaspettato (2015).

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di Ti odio, anzi no, ti amo! grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 2 aprile alle ore 21:30 sul canale Rai 1.

 
 

Ti odio, anzi no, ti amo!: recensione del film con Lucy Hale

Ti odio, anzi no, ti amo! ha tutti gli ingredienti giusti che una storia d’amore bollente necessita: adattato dal romanzo best-seller di Sally Thorne, Ti odio, anzi no, ti amo! si presenta come una romcom che gioca con due dei tropi più amati del genere: combinare una relazione d’ufficio con quella di una storia d’amore tra nemici, non senza una buona dose di imprevedibilità e scontri reciproci. Diretto da Peter Hutchings, con sceneggiatura di Christina Mengert, la pellicola si presenta come una rom-com guidata da due personaggi affascinanti, in quella che risulta essere in definitiva una storia d’amore tra nemici un po’ sotto tono. Il film è disponibile su Amazon Prime Video dal 14 febbraio 2022.

Ti odio, anzi no, ti amo!: una commedia romantica dall’impianto standardizzato

La storia segue Lucy Hutton (Hale) e Joshua Templeman (Stowell), colleghi rivali in una casa editrice chiamata Bexley & Gamin. Lucy è un’impiegata affabile, gentile e idealista che crede nel potere della letteratura; al contrario, Josh è uno scrooge aziendale. Lei e Josh non sono mai andati d’accordo e hanno, a loro volta, passato la maggior parte del loro tempo come colleghi in un gioco perpetuo di odio, che comprende sguardi da acerrimi nemici, mettere in disordine la scrivania dell’altro e battibecchi sulla grammatica di fronte ad altri colleghi.

Ti odio, anzi no, ti amo! funziona nell’ambito di distribuzione su piattaforma, in cui i contenuti di genere romantico sono ormai parte preponderante del catalogo. Il soggetto romanzato di Thorne è probabilmente la chiave effettiva di svolta di un impianto da film perfetto per San Valentino, che risulterebbe, altrimenti, piuttosto stucchevole. Le regole del gioco – e di scrittura – del libro fanno sì che il pubblico possa essere portato a investire nel risultato della storia anche in sede filmica: una buona dose di verve comica segue passo a passo questa storia d’amore che scaturisce da malintesi, una corsa verso il potere e dicotomie tra attitudini apparentemente inconciliabili.

Gli splendidi protagonisti dalla chimica incredibile sono sicuramente il simbolo più luminoso di un’intera pellicola che, a tratti, si avvicina sempre più al pericoloso confine tra avventura amorosa e ciò che potrebbe apparire come uno spin-off sul personaggio precedentemente interpretato da Hale in Pretty Little Liars. Austin Stowell accosta la giocosità di Hale al vigore di Josh in modo delicato e i momenti di vulnerabilità tra la coppia sono ancora meglio dei loro battibecchi: il film è pieno di momenti pittoreschi da commedia romantica che sono in definitiva parte del motivo per cui i fan di questo genere lo adorano, ed evocano il giusto tipo di farfalle.

Ti odio, anzi no, ti amo!

Ti odio, anzi no, ti amo: la rinascita della rom-com

Grazie a serie diventate ormai popolarissime come Bridgerton e film come To All the Boys I Loved Before, il filone della rom-com, declinato in qualsiasi aspetto e epoca storica possibile, sta andando incontro a una nuova rinascita e gli studios stanno iniziando ad adattare storie di avventure amorose senza la necessità di doverle “purificare” in ogni loro aspetto. Ecco allora che, nell’universo del cinema romantico post trilogia di Cinquanta Sfumature, anche romanzi più indipendenti trovano spazio per essere adattati.

Ti odio, anzi no, ti amo, cerca quindi di aggiornare la formula dell’avventura amorosa rendendola più diretta e piccante in termini di sceneggiatura ma, sebbene risulti certamente più libidinoso di molti dei suoi predecessori, si viene a perdere nel film, dal secondo atto in poi, quello che dovrebbe essere il cuore pulsante dell’intero film: la conoscenza.

L’imprevedibilità, l’azzardo e i colpi di scena sono certamente carte da dover giocare in sede di scrittura, ma senza che questa vadano a discapito di una conoscenza del personaggio che deve necessariamente essere fornita allo spettatore. Il gioco dell’odio avviato dai due protagonisti esiste in un epoca in cui lo spettatore stesso si sente a disagio con l’idea di una commedia romantica che non sia completamente prevedibile; il film funziona a questo livello, risultando sicuramente molto più godibile in versione originale, per poter apprezzare al meglio una serie di giochi linguistici interessanti e ben inseriti all’interno della cornice filmica.

Ti odio, anzi no, ti amo! approda liscio su un terreno favorevole allo spettatore della commedia romantica, attratto e intrigato dall’idea di due persone costrette a combattere la loro attrazione reciproca invece di abbracciarla e che dovranno mettersi alla prova vicendevolmente per poter poi camminare insieme verso il tramonto.

 
 

Ti mangio il cuore: trailer del film con Elodie

Ecco il trailer di Ti mangio il cuore, il nuovo film di Pippo Mezzapesa con protagonisti Elodie, al suo esordio cinematografico, e Francesco Patanè, In Concorso – Sezione Orizzonti al 79° Festival di Veneziain sala dal 22 settembre distribuito da 01 Distribution.

Ti mangio il cuore, la trama

Puglia. Arso dal sole e dall’odio, il promontorio del Gargano è conteso da criminali che sembrano venire da un tempo remoto governato dalla legge del più forte. Una terra arcaica da far west, in cui il sangue si lava col sangue. A riaccendere un’antica faida tra due famiglie rivali è un amore proibito: quello tra Andrea, riluttante erede dei Malatesta, e Marilena, bellissima moglie del boss dei Camporeale. Una passione fatale che riporta i clan in guerra. Ma Marilena, esiliata dai Camporeale e prigioniera dei Malatesta, contesa e oltraggiata, si opporrà con forza di madre a un destino già scritto.

 
 

Ti mangio il cuore: prima clip del film di Pippo Mezzapesa con protagonisti Elodie

Ti mangio il cuore

In esclusiva le prime immagini di Ti mangio il cuore, il nuovo film di Pippo Mezzapesa con protagonisti Elodie, al suo esordio cinematografico, e Francesco Patanè. In sala il 22 settembre distribuito da 01 Distribution. 

Liberamente tratto dall’omonimo libro di Carlo Bonini e Giuliano Foschiniedito da Giangiacomo Feltrinelli Editore Ti mangio il cuore è un gangster movie e una grande, tragica storia d’amore. Prodotto da Indigo Film con Rai Cinema in collaborazione con Paramount+. Nel cast, accanto ai due protagonisti Elodie e Francesco Patanè, anche Michele Placido, Tommaso Ragno, Brenno Placido, Francesco Di Leva, Lidia Vitale, Giovanni Trombetta, Letizia Pia Cartolaro, Giovanni Anzaldo, Gianni Lillo.

La sceneggiatura è firmata da Antonella W. Gaeta, Pippo Mezzapesa e Davide Serino, la fotografia è di Michele D’Attanasio, il montaggio di Vincenzo Soprano, le musiche di Teho Teardo, la scenografia di Daniele Frabetti, i costumi di Ursula Patzak.

La trama del film Ti mangio il cuore

Puglia. Arso dal sole e dall’odio, il promontorio del Gargano è conteso da criminali che sembrano venire da un tempo remoto governato dalla legge del più forte. Una terra arcaica da far west, in cui il sangue si lava col sangue. A riaccendere un’antica faida tra due famiglie rivali è un amore proibito: quello tra Andrea, riluttante erede dei Malatesta, e Marilena, bellissima moglie del boss dei Camporeale. Una passione fatale che riporta i clan in guerra. Ma Marilena, esiliata dai Camporeale e prigioniera dei Malatesta, contesa e oltraggiata, si opporrà con forza di madre a un destino già scritto.

 
 

Ti mangio il cuore: le foto dal red carpet di Venezia 79

Ti mangio il cuore cast
Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

Ecco tutte le foto dal red carpet del film italiano Ti mangio il cuore, presentato alla 79esima edizione della Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia nella sezione Orizzonti. Oltre al regista presenti gli interpreti Francesco Patanè, Francesco Di Leva, Lidia Vitale, Brenno Placido, Tommaso Ragno, Michele Placido

La trama del film

Puglia. Arso dal sole e dall’odio, il promontorio del Gargano è conteso da criminali che sembrano venire da un tempo remoto governato dalla legge del più forte. Una terra arcaica da Far West, in cui il sangue si lava col sangue. A riaccendere un’antica faida tra due famiglie rivali è un amore proibito: quello tra Andrea, riluttante erede dei Malatesta, e Marilena, bellissima moglie del boss dei Camporeale. Una passione fatale che riporta i clan in guerra. Ma Marilena, esiliata dai Camporeale e prigioniera dei Malatesta, contesa e oltraggiata, si opporrà con forza di madre a un destino già scritto.

Il commenti del regista

È tutta racchiusa nel titolo del film la doppia anima di questa storia, fatta di spietatezza e passione. Da un lato una società arcaica e feroce, dominata dalla violenza di leggi primitive che regolano antiche faide mafiose mai davvero estinte, dall’altro la forza dell’amore che sconvolge e sovverte, una scintilla che fa divampare una nuova guerra ma anche il desiderio di una vita diversa. Quella di Ti mangio il cuore è una storia archetipica che parla di amore, vendetta e morte, ma anche di una terra di prepotente bellezza, il Gargano, straziata e insanguinata da una mafia poco conosciuta e spietata. Un mondo in cui la spirale della violenza sembra travolgere tutto e distruggere anche l’amore, ma non Marilena, che non ha paura di vivere le proprie passioni, i propri desideri e non intende piegarsi a un destino già scritto. Perché un destino diverso è possibile.

 
 

Ti mangio il cuore: iniziate le riprese del film di Pippo Mezzapesa con Elodie

Ti mangio il cuore
Foto di Sara Sabatino

Al via le riprese di Ti mangio il cuore di Pippo Mezzapesa con protagonisti Elodie al suo esordio cinematografico e Francesco Patané.  Tratto dall’omonimo libro-inchiesta di Carlo Bonini e Giuliano Foschini edito da Giangiacomo Feltrinelli Editore Ti mangio il cuore è un gangster movie e una grande, tragica storia d’amore.  Girato in bianco e nero, il film è prodotto da Indigo Film con Rai Cinema, con il supporto logistico di Apulia Film Commission. Le riprese si svolgono interamente in Puglia per una durata di otto settimane.

Ti mangio il cuore contiene materia ad alta temperatura. Amore, morte, criminalità, riti e impossibile redenzione in un meridione oscuro e misterioso. Tutti elementi magnetici che ho deciso di raccontare in bianco e nero, perché da subito ho sentito che erano questi i colori di una storia contemporanea, eppure così profondamente ancestrale nei sentimenti, negli atti, nelle sentenze.” Pippo Mezzapesa

Accanto ai protagonisti Elodie, al suo esordio cinematografico, e Francesco Patané nel cast anche Lidia Vitale, Francesco Di Leva,  Tommaso Ragno, Giovanni Trombetta, Letizia Cartolaro, Michele Placido e Brenno Placido. La sceneggiatura è firmata da Antonella Gaeta, Pippo Mezzapesa e Davide Serino, la fotografia è di Michele D’Attanasio, la scenografia di Daniele Frabetti, i costumi di Ursula Patzak e il montaggio di Giogiò Franchini.

La trama

Puglia, dimenticati da Dio gli altopiani del Gargano sono contesi da criminali che sembrano venire da un tempo remoto. Una terra da far west, in cui il sangue si lava con il sangue. A riaccendere l’odio tra due famiglie rivali, un amore proibito: quello tra Andrea, erede dei Malatesta, e Marilena, la bellissima moglie del boss dei Camporeale. Una passione impossibile da estirpare che travolge la ragione e riaccende la guerra tra i clan.

 
 

Ti mangio il cuore, recensione del film di Pippo Mezzapesa

ti mangio il cuore

Dopo l’introspettivo ed enigmatico Il bene mio, Pippo Mezzapesa scende sulla Terra, anzi agli inferi, tra i clan della mafia foggiana, raccontando con Ti mangio il cuore, la storia della prima pentita di questo misterioso e terribile (e ancora sconosciuto) spaccato di malavita del Sud Italia.

Ti mangio il cuore, la trama

Puglia. Arso dal sole e dall’odio, il promontorio del Gargano è conteso da criminali che sembrano venire da un tempo remoto governato dalla legge del più forte. Una terra arcaica da Far West, in cui il sangue si lava col sangue. A riaccendere un’antica faida tra due famiglie rivali è un amore proibito: quello tra Andrea, riluttante erede dei Malatesta, e Marilena, bellissima moglie del boss dei Camporeale. Una passione fatale che riporta i clan in guerra. Ma Marilena, esiliata dai Camporeale e prigioniera dei Malatesta, contesa e oltraggiata, si opporrà con forza di madre a un destino già scritto.

Sanguigno, verace, contrastato come la sua fotografia, Ti mangio il cuore vuole essere una tragedia greca in salsa mafiosa che ripropone degli schemi già visti e raccontati abbondantemente da cinema e televisione. E se da una parte la storia è universale e gli interpreti sono intriganti, la confezione finale si perde in formalismi poco ispirati.

ti mangio il cuore amantiL’esordio al cinema di Elodie

Si parla già tanto dell’esordio al cinema di Elodie, che interpreta la femme fatale Marilena e si intuisce presto che non è solo perché la cantante fa notizia come personaggio pubblico. La giovane si scopre dotata di un bel talento istintivo e naturale per il grande schermo, complici forse quei suoi lineamenti così intensi e quegli occhi grandi e affamati di storie. La sua Marilena è irresistibile, sia nella prima parte della storia, quando è l’altezzosa e fiera moglie del boss, sia nella seconda parte, quando è l’amante gravida di un principe mafioso in crisi esistenziale.

Accanto a lei c’è Francesco Patanè che avevamo ammirato ne Il Cattivo Poeta. Qui il giovane interprete genovese si cimenta non solo con un dialetto che non è suo, ma con un personaggio che affronta una vera e propria discesa nell’Ade, a toccare le corde più oscure della sua anima. Intorno a loro un cast di enorme talento (tra gli interpreti ci sono Lidia Vitale, Francesco Di Leva, Michele Placido e Tommaso Ragno) che impreziosisce una storia di grande ambizione ma di tiepida esecuzione.

Ti mangio il cuore si ammanta di grande passionalità e ferocia, vorrebbe essere un affresco crudo e spietato di una realtà ancora nascosta, ma non esprime con i fatti questa intenzione esplicata nel titolo e in definitiva la sua ambizione tragica non trova riscontro nell’esito.

 
 

Ti ho cercata in tutti i necrologi recensione

ti ho cercata in tutti i necrologi conferenzaNikita, italiano emigrato in Canada a causa di problemi legali, lavora presso una ditta di onoranze funebri, alla guida del carro con cui traghetta i defunti verso la loro ultima dimora. La morte è il suo pane quotidiano, ed è proprio con la morte che si ritroverà a giocare. Tutto parte da una partita di poker nella residenza del misterioso e distinto signor Braque. Nikita si trova pesantemente sotto e per estinguere il debito riceverà una proposta surreale: fare da preda per una caccia lunga venti minuti, al termine della quale, se sopravvivrà, potrà considerare saldato il debito. Il gioco conquisterà gradualmente Nikita, mentre la conoscenza della misteriosa Helena complicherà ancor di più gli eventi.

Ti ho cercata in tutti i necrologi segna il ritorno alla regia di Giancarlo Giannini, dopo Ternosecco, datato 1987. Il regista s’ispira a una storia vera per costruire un racconto intrigante sin dal titolo, in una commistione di stili che fanno del lavoro di Giannini, un’opera difficilmente inquadrabile in un unico genere. ti ho cercata in tutti i necrologi posterIl film sembra inizialmente avere tutti i tratti di un noir, tra l’ambiguità morale dei protagonisti e la brutalità della vicenda, immersi nelle ambientazioni, per lo più notturne e dalle tinte cupe, di una Toronto in cui si muovono personaggi tipici del genere, come Helena, interpretata da Silvia De Santis, un po’ dark lady un po’ femme fatale. Lo scorrere del film ci trasporta invece in un racconto surreale, grottesco, in cui i generi si fondono affrontando temi di un certo spessore, sospesi sul filo conduttore della storia, ovvero la morte ma anche l’incedere della vita, spesso un viaggio travagliato fino al suo scadere, quel “cotidie mori” senechiano che simboleggia un lento cammino verso la morte. Nikita s’insinua nel bel mezzo di questo eterno rapporto vita-morte, crollando in una spirale di follia che lo pervade gradualmente, al punto da desiderare egli stesso di essere la preda, fino a sentirsi totalmente invicibile o, forse, ormai noncurante dell’eventualità di morire.

L’evoluzione e il dramma del protagonista non è però costruita su momenti statici o particolari riflessioni, ma attraverso un racconto dinamico, strutturato intorno alle caccie, che permette al film di mantenere una certa tensione per tutto l’arco narrativo. La recitazione è volutamente enfatica, grazie anche al copione ricco di battute curiose e grottesche, e riporta sullo schermo ancora una volta tutto l’istrionismo di Giancarlo Giannini, oltre alla bravura di Silvia De Santis e Murray Abraham, capaci di dare spessore a due personaggi contraddittori come Helena e Braque.

Giannini realizza un film difficile e ambizioso, col coraggio di distaccarsi dalle tipiche produzioni del nostro paese, alla ricerca di una miscela originale di generi e influenze dalla riuscita difficoltosa ma lodevole. Il soggetto è interessante, soprattutto a livello di tematiche, e riesce a mantenere la tensione dello spettatore sempre vigile. Ti ho cercata in tutti i necrologi pone quesiti di una certa rilevanza, risultando forse pretenzioso, preferendo comunque non dare risposte precise, sicuramente complesse. Come Nikita gioca con la morte, Giannini si diverte a giocare con le sue capacità attoriali e registiche, alla ricerca di qualcosa di diverso, mostrando tutta la sua passione per il cinema e mettendosi alla prova, così come il suo protagonista sfida se stesso prima che la morte.

 
 

Ti ho cercata in tutti i necrologi : Giancarlo Giannini presenta il film

Questa mattina è stato presentato alla stampa Ti ho cercata in tutti i necrologi , film che segna il ritorno alla regia di Giancarlo Giannini, dopo l’esperienza di Ternosecco, datata 1987. Prodotto grazie alla Magalì Production, alla Dean Film e Rai Cinema, la pellicola è distribuita dalla Bolero film e sarà nelle nostra sale a partire dal 30 maggio. Nel cast, oltre a Giancarlo Giannini, anche F.Murray Abraham e Silvia De Santis. Proprio l’attrice apre la conferenza stampa, in attesa dell’arrivo dell’attore e regista più atteso: Giancarlo Giannini.

Com’è lavorare con un attore del calibro di Giancarlo Giannini?

SD: Oltre al grande carisma di un personaggio come Giancarlo Giannini, attore celebre in tutto il mondo e con molta esperienza alle spalle, una cosa davvero importante è che lui, oltre che regista, sia anche, in primo luogo, un attore. Giancarlo riesce così a capire le problematiche che possono incontrarsi nella recitazione, indirizzandoti nel modo migliore.

Come è entrata un questo personaggio che ha tanti risvolti, un po’ dark lady ma anche estremamente triste. Com’è stato entrare nelle sue corde?

SD: È stata dura. Perché è un personaggio molto denso. Per me la difficoltà era proprio capire come mai una donna potessa fare una cosa del genere, far parte di questa organizzazione che organizza caccie all’uomo. Diciamo che però…

Silvia De Santis viene per un attimo interrotta dagli applausi per l’arrivo di Giannini.

GG: Scusate il ritardo. Di questi tempi siamo un po’ sbattuti da una parte all’altra perché il cinema italiano ha bisogno un po’ di aiuto, anche quando si fanno storie un po’ così, forti, curiose, strane. Scusa se t’interrompo Silvia. Mi dispiace che a Cannes non abbia vinto il nostro amico Sorrentino, il quale, dalle poche immagini che abbiamo visto, ha realizzato un film abbastanza visionario e mi piacciono quelli che hanno coraggio. In Italia ci chiedono il coraggio e poi, quando fai una storia così, ti dicono che non hanno capito niente e che ne abbiamo avuto troppo di coraggio. Scusate, continuiamo, poi magari ne parliamo.

SD: Si stava parlando, appunto, di come sono entrata in un personaggio così complesso. Naturalmente, tra le altre cose, ho avuto anche la fortuna di avere un regista con le idee talmente chiare, che sono stata molto guidata all’interno di questo viaggio e di questo personaggio. Un altro elemento importante è il mondo interiore di lei. Il fatto che lei entri a far parte dell’organizzazione deriva da questo grande malessere esistenziale, di una donna così sola, raccontato non banalmente attraverso il vissuto del personaggio, ma attraverso delle immagini. Lo specchio di Helen è la sua abitazione. Questo mi ha aiutato tantissimo perché la casa di Helen è molto particolare. Quella casa voleva proprio raccontare questo mondo interiore così disordinato, così inquieto, così solitario. Questi sono insomma vari elementi che hanno arricchito l’interpretazione.

A questo punto si passa alle domande rivolte al regista Giancarlo Giannini.

A livello di location, la prima è Toronto?

GG: Più o meno Toronto e dintorni. Poi abbiamo l’Arizona. Ho girato anche in Italia, gli interni, la costruzione della casa, un po’ dappertutto. Ma Toronto è la location dove nasce il film.

Questo personaggio, questo “traghettatore di morti”, è nato da una tua idea o esisteva già un soggetto?

GG: Nasce da una storia vera, da un racconto che mi hanno fatto molti anni fa. In Africa avvenivano queste caccie all’uomo, nero in quel caso, con i cacciatori che si erano un po’ stancati di cacciare gli elefanti o altri animali. Mi è stato raccontato che pagavano un milione. Naturalmente erano cose nascoste, in cui potevi essere colpito oppure no. Il milione comunque andava o a te, o alla famiglia. Quando giravamo il film in Canada, su internet, è anche apparso un annuncio di un signore che si proponeva per una caccia, voleva essere cacciato per 25mila dollari canadesi, e non penso conoscesse il mio lavoro. Nel mondo succedono queste cose. Credo che succedano anche cose peggiori di quelle che vediamo in questo film. Da questa storia, che mi è stata raccontata molti anni fa, mi è nata poi l’idea e alla fine ho deciso di proporla e realizzarla non come storiellina comica, ma attraverso un personaggio più denso, che avesse un senso di racconto per quello che riguarda l’uomo, come vive, l’uomo all’interno di questa società, in questo potere che ci circonda, che io ho raccontato con dei cacciatori. I cacciatori, infatti, non si vedono mai, sono degli spari, potrebbero essere dei fantasmi.

Il film è pieno di simboli, ma il cinema in fondo nasce come sotto testo, come realtà virtuale, una simulazione. All’interno del film ho voluto anche mescolare gli stili, ho voluto insomma divertirmi. Fare l’attore mi piace, mi diverto, ho sempre il fanciullino dentro, perché se l’attore non ha questo senso di gioco e di proporre favole a noi grandi, cui non le racconta più nessuno, cosa lo fa a fare?

Da attore lei ha avuto una carriera spettacolare, penso davvero densissima di soddisfazioni. Fare il regista, a quanto dicono, comporta uno stress terrificante, tra produzione e finanziamenti. Perché ha avuto questa esigenza creativa diversa, che l’ha messa per la seconda volta dietro la macchina da presa? Non è che questo rovina un po’ quella sua voglia di giocare che diceva prima?

GG: Uno è cosciente di quello che fa. Fare il regista non è una cosa semplice, è molto impegnativo, anche da un punto di vista comunicativo, è una cosa seria, che porta via tantissimo tempo. La produzione è un’altra cosa, in cui spesso si è aiutati da altri. Uno che fa produzione vuole poter decidere ciò che più preferisce. Oggi è difficile trovare qualcuno che ti finanzi lasciandoti fare quello che vuoi, senza imposizioni su attrici e attori, ad esempio. Facendo anche la parte della produzione io mi metto nella responsabilità di fare tutto. Sono responsabile, nel bene e nel male, solo io di questo film. L’ho voluto, mi è piaciuto farlo. Dopo tanti anni di lavoro, alla fine è arrivato un momento in cui ho potuto dire “mi faccio il film che voglio”. C’è sempre qualcuno che ti comanda. Pensi a quanto è libero il Nikita, talmente libero che dice ai cacciatori “adesso sono io che voglio farmi cacciare, provate a prendermi”. La libertà dell’uomo secondo me è avere, durante la giornata, la maggior quantità di tempo per fare ciò che vuoi.

ti ho cercata in tutti i necrologi posterQuanto tempo ha richiesto la lavorazione del film?

GG: Molto tempo, non per colpa mia ma per problemi di coproduzione. Ho dovuto sospendere, riprendere, spesso cambiare location, e questo ha portato a grandi difficoltà anche a livello di costo del film. Ma quando uno decide di affrontare una sfida la affronta fino in fondo, non solo come attore o regista ma anche nella vita. Purtroppo non è stata una sfida divertente, il film è stato sospeso a più riprese, ma sono problemi che si riscontrano spesso nella produzione. Il cinema ha un tempo e se non funziona qualcosa quello che non funziona poi ti costa tre volte di più.

Il 30 maggio siete in anteprima mondiale in Italia con il film. Per quanto riguarda il mercato estero, dato che è anche stato girato tutto in lingua inglese?

GG: Per quanto riguarda il mercato estero per intanto andiamo al Festival di Shangai. Poi andremo in America del sud dove ho alcuni contatti con la Globo. Vedremo negli Stati Uniti, la Germania è interessata, insomma, è una partenza. Sicuramente non è un film facile.

Come è nato il titolo del film?

GG: In inglese il titolo era “The gambler who wouldn’t die”. Ma “gambler” in italiano era difficilmente traducibile. Abbiamo avuto diverse idee, volevamo chiamarlo con un titolo a contrasto, ironico, curioso, ed è quindi nato prendendolo dalla battuta che avete sentito nel film. Abbiamo anche pensato anche a “La rosa e il coniglio” ma sembrava troppo da cartone animato, poi “Esci dal mio coniglio!”, altra battuta del copione. Alla fine “Ti ho cercata in tutti i necrologi” ci è sembrato più intrigante.

È più difficile doppiare Al Pacino o ridoppiare se stessi?

GG: Sicuramente ridoppiare se stessi, nonostante si abbia già in mente i contenuti e quello che bisogna trasmettere, avendo già recitato in inglese.

Che differenze ha riscontrato nelle produzioni statunitensi, tipo James Bond?

GG: Tutto è preciso, a partire dallo storyboard, in cui si entra nell’immagine per capire se funziona. In realtà anche per questo film lo storyboard è stato molto dettagliato, non c’è tutta questa grande differenza, per un attore in fondo è motore, azione, ciak anche nelle grandi produzioni. Per gli americani ad esempio ha però un’importanza molto rilevante lo scenografo, mentre da noi, i luoghi in cui girare sono forse scelti con men cura. Un buon operatore riesce a far recitare la luce e l’immagine per te.

Il film incarna i valori cristiani? Qual è il messaggio e quali sono le risposte agli interrogativi che vengono posti?

GG: Io sono un credente, cattolico. Nel film si parla del dopo vita e il mistero esiste, indipendentemente dalla propria religione. Non credo che la vita sia un semplice momento di passaggio. Nikita lo capisce e sfida la morte. Nel film ci sono personaggi estremi. Il gioco non funziona più quando la preda vuole farsi ammazzare. Il senso è un viaggio che arriva fino alla morte, che Nikita desidera. Ma anche dopo la morte, con l’immagine rappresentata dai due conigli, le caccie non finiscono mai.

Il film inizia come un noir, finendo invece quasi come un melodramma?

GG: Come ho già detto mi è piaciuto mischiare molti stili. Alla fine sembra quasi un western, con anche il sottofondo di un’armonica, è stato divertente. Siamo troppo legati al nostro cinema, al neorealismo. Bisogna cercare di creare un cinema di rottura, pur prendendo spunto dai nostri maestri. Come Spielberg che in E.T. mi disse di aver copiato dal nostro MIRACOLO A MILANO, sostituendo alle scope le biciclette.

 
 

Ti guardo (Desde Allá) recensione del film di Lorenzo Vigas

L’esordio del venezuelano Lorenzo Vigas Leone d’Oro a Venezia 72, basato su un racconto scritto con Guillermo Arriaga, è incentrato sull’incontro di due solitudini nella Caracas di oggi.

Armando (Alfredo Castro) è un uomo freddo e metodico. Non sa entrare in contatto col mondo intorno a lui, ne resta distaccato, così come si mantiene a distanza dalle persone. Il suo motto è: guardare, ma non toccare, né farsi toccare dagli altri. Vale anche per i suoi fugaci incontri con ragazzi di strada, dai quali compra l’illusione del sesso e di relazioni che non sa instaurare. È così che conosce Elder (Luis Silva), giovane vitale, pieno d’energia, che passa le giornate tra furti e amici. In lui c’è qualcosa di diverso. I due prima si scontrano, poi si riconoscono: un trauma comune, un padre problematico, assente, il bisogno e l’incapacità di colmare quel vuoto affettivo ed emotivo. Il rapporto padre-figlio che provano a costruire è anche un ambiguo impastato di attrazione, gratitudine, egoismo.

Ti guardo desde allaIl film è il secondo di una trilogia sulla genitorialità iniziata con il corto Los elefantes nunca olvidan. Ha conquistato la giuria di Venezia 72, presieduta da Alfonso Cuarón, col suo realismo minimalista, con la recitazione complementare dei protagonisti: il naturalismo pasoliniano dell’esordiente Silva e l’abile lavoro di sottrazione di Castro (lanciato a livello internazionale dai film di Pablo Larraín e visto negli italiani È stato il figlio e Il mondo fino in fondo). L’esplorazione della sfera emotiva e sentimentale dei due uomini, che continuamente si mescola con altre spinte e bisogni – dal sesso al denaro, dalla vendetta alla gratitudine, alla necessità di trovare un proprio posto nel mondo, di essere accettati – è indubbiamente interessante. I protagonisti si muovono in un territorio a loro sconosciuto, in cui non sanno come comportarsi, commettono errori, scambiano qualcosa per ciò che non è, senza rendersene conto.

Dal punto di vista formale, si distinguono alcune scelte efficaci, come il lavoro sui silenzi, l’attenzione delle inquadrature verso elementi significativi e simbolici, la fotografia che rende bene l’isolamento di Armando dall’ambiente circostante.

Ti guardo (Desde Allá), però, non sviluppa a pieno tutti i temi presenti: la condizione dei ragazzi di strada, l’omofobia, il materialismo della società. Ciò è in parte giustificato dal taglio psicologico del lavoro, ma la narrazione non approfondisce neppure il vissuto dei protagonisti, che appare invece centrale, i legami familiari passati e presenti. È la relazione stessa tra Armando e Elder a chiamarli in causa e li si vede in brevi sequenze difficili da decifrare. Nello spettatore sorgono domande e dubbi che non vengono sciolti. Un’indeterminatezza che rende il quadro complessivo frammentario.

Resta dunque soprattutto il qui ed ora: due interpretazioni d’impatto per un regista di talento.

 
 

Ti amo presidente recensione del film su Barack e Michelle

Ti amo presidente

Al cinema dal 17 novembre, ecco la recensione di Ti amo presidente, diretto da Richard Tanne e interpretato da Parker Sawyers e Tika Sumpter.

Chicago, estate del 1989. Il giovane Barack (Parker Sawyers), affascinante, ammaliante e spavaldo, è uno stagista presso un importante studio legale della città; qui lavora Michelle Robinson (Tika Sumpter), sua tutor e responsabile. Per l’ardito Barack riuscire a strappare un appuntamento alla bella Michelle diventa quasi un’ossessione, ed è solo con un piccolo inganno che raggiungerà il suo scopo. Un intero pomeriggio passato a chiaccherare, conoscersi, avvicinarsi nonostante le forti resistenze di Michelle, resistenze che non potranno nulla contro il fascino di quel ragazzo intelligente, impegnato e sensibile. Una mostra d’arte afro-americana, un incontro nella vecchia associazione nel ghetto di Barack, una birra al pub ed infine Spike Lee con il suo splendido Fa la cosa giusta, una giornata lunga e non priva di aspri confronti che però Michelle e Barack non dimenticheranno mai.

Ti amo presidente recensione

Ti amo presidenteRichard Tanne dirige questo romantico film che racconta il primo appuntamento tra il futuro primo presidente di colore degli Stati Uniti e la sua futura moglie Michelle. Ti amo presidente racconta quella lunga giornata in cui il giovane Obama tentò in tutti i modi di conquistare il cuore della bella ma severa Michelle, sua superiore e che per nulla al mondo avrebbe voluto iniziare una relazione con un collega, per giunta alle sue dipendenze. Un film che, con molto garbo e delicatezza, cerca di farci conoscere meglio coloro che saranno destinati a diventare la coppia più famosa ed importante degli ultimi dieci anni. Un lento percorso fatto di lunghe conversazioni e scontri anche accesi tra due persone che non si intesero immediatamente ma che dovettero conoscersi a fondo prima di cedere uno tra le braccia dell’altro. In realtà il film si incentra sull’estenuante corteggiamento del giovane Barack verso quella ragazza chiusa, seria e poco disposta ad aprirsi agli altri oltre che a se stessa. Un film che, nel contempo, tratteggia con molta cura i contorni di queste due personalità forti e determinate, evidenziandone quei pregi che il mondo avrà modo di apprezzare…chi più chi meno, ma anche svelandone, se non i difetti, le debolezze come il tormentato ricordo che il futuro presidente conservava del padre. Due interpreti bravi e convincenti, straordinariamente somiglianti con i veri protagonisti della storia, soprattutto Parker Sawyer, dialoghi un po’ troppo impostati e patinati per una sceneggiatura che alla lunga risulta eccessivamente didascalica e monocorde.

Nei giorni dell’elezione del nuovo presidente americano, del passaggio di consegne tra il passato, chiamato Obama ed il futuro, cosparso di nubi e incertezza, non si sentiva il bisogno di un film così apertamente ruffiano per avvertire già la mancanza di un presidente che volente o nolente ha fatto la storia degli Stati Uniti…e non solo.

 
 

Ti amo in tutte le lingue del mondo in tv

ti_amo_in_tutte_le_lingue_del_mondoGilberto è professore di ginnastica in un liceo di Pistoia. Separato dalla moglie che lo tradiva vive con il fratello che fa il bidello nella sua stessa scuola e soffre di balbuzie. Una sua allieva, Paolina, è follemente innamorata di lui e gli lascia messaggi d’amore in tutte le lingue del mondo. Lui cerca di tenerla a bada ma ci riesce a fatica destando sospetti nel preside. Finché un giorno, trascinato da un collega in una villa affittata a scambisti incontra Margherita che è stata portata lì con l’inganno. Tra i due nasce l’amore ma Paolina non molla.

E’ questa la trama dell’ennesima commedia romantica di Leonardo Pieraccioni, targata 2005 e questa sera in onda alle 21.00 su Canale 5. Dopo il successone meritatissimo de Il Ciclone, Pieraccioni si è cimentato in una serie di commedie tutte piùo meno uguali, e anche Ti amo in tutte le lingue del mondo non fa eccezione. In questo film, per fortuna degli spettatori, ci sono accanto a Leonardo anche alcuni attori che costituiscono il meglio della comicità nostrana: Giorgio Panariello, Massimo Ceccherini e il bravissimo Rocco Papaleo.

Il film è un racconto molto classico, costellato da duetti comici che raggiungono i massimi livelli del film quando Pieraccioni si interfaccia con uno a caso dei colleghi citati, che sono bilanciati purtroppo dai momenti romantici che costituiscono la parte debole del film.

Insieme agli attori già citati, nel film compaiono Giulia Elettra Gorietti, Francesco Guccini, Marjo Berasategui, Elisabetta Rocchetti, Barbara Enrichi, Nicolas Vaporidis, Giovanni Martelli.

 
 

Thy Kingdom Come: trailer del film dagli “avanzi” di To the Wonder di Terrence Malick

The Film Stage ha diffuso il trailer di Thy Kingdom Come, il mediometraggio del fotogiornalista Eugene Richards con protagonista Javier Bardem. Il film ha una genesi molto particolare strettamente legata a To the Wonder, il film di Terrence Malick in cui Bardem interpreta un prete.

Nel 2010, Richards venne assunto da Malick in persona per effettuare delle interviste a Bartlesville, Oklahoma con Javier Bardem nei panni del prete che interpreta nel film. Nel corso di queste riprese, sono stati intervistati tantissimi abitanti del posto, tutti con storie molto serie e dolorose, in alcuni casi.

Mentre qualche frammento di queste interviste è finito nel film con Ben Affleck, il resto delle interviste sono state messe da parte, come è tipico di Malick, noto per tagliare moltissimo dell’abbondante girato che produce, addirittura realizzando diversi montaggi dei suoi stessi film.

In questo caso, il materiale avanzato da To the Wonder ha dato vita davvero a un altro film. Il fotogiornalista Richards ha riottenuto i diritti delle riprese effettuate da lui con Javier Bardem, e il risultato è questo film, Thy Kingdom Come, che sarà presentato al prossimo SXSW Film Festival insieme al prossimo progetto di Terrence Malick, la sua VR experience Together.

“Molte persone lo conoscevano per il ruolo dell’assassino in Non è un Paese per Vecchi – ha dichiarato Richards in merito a Javier Bardem e alla reazione degli intervistati alla presenza dell’attore – qualcun’altro lo conosceva come il marito di Penelope Cruz. Altri non sapevano chi fosse. Assolutamente a nessuno è importato alla fine chi fosse lui, interessava soltanto che lui fosse lì per ascoltare.”

Di seguito il trailer di Thy Kingdom Come:

https://www.youtube.com/watch?time_continue=94&v=wTmYWk7kerU

Non è insolito per un film di Terrence Malick lasciare tanto materiale sul pavimento della saga di montaggio. Ci sono diversi casi di processi di assemblamento del film infiniti, casi in cui le due versioni del film sono completamente differenti (The New World), altri invece in cui il cinema, a seconda dei supporti, ha proiettato versioni differenti dello stesso film (Voyage of Time).

Il questa occasione il processo produttivo di Malick ha dato origine a un altro film.

 
 

ThunderCats: il regista di Godzilla x Kong conferma che sarà il suo prossimo film

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Il regista di Godzilla x Kong: il nuovo impero Adam Wingard ha recentemente lasciato intendere che il suo prossimo film potrebbe essere l’adattamento live-action di ThunderCats, un film che è da molto tempo in sviluppo.

In un’intervista con io9, Wingard ha condiviso un aggiornamento incoraggiante sul suo film ThunderCats, annunciato dalla Warner Bros nel marzo 2021. “Simon [Barrett] e io stiamo ancora lavorando attivamente alla sceneggiatura”, ha detto. “Abbiamo terminato la nostra ultima bozza praticamente proprio quando stavo iniziando la produzione di questo film [ Godzilla x Kong ] e abbiamo dovuto mettere tutto in sospeso. [Ma] in questo momento ci stiamo lavorando di nuovo attivamente. Quindi, questo significa questa sarà la prossima cosa che farò o [non], non ne sono sicuro. Ma è sicuramente una delle massime priorità che ho in questo momento in termini di lavoro su una sceneggiatura.

Cosa sappiamo su ThunderCats?

Creato da Ted Wolf, ThunderCats segue una razza di gatti-umanoidi che fuggono dal loro morente pianeta natale Thundera verso un altro pianeta chiamato Terza Terra. Il gruppo, composto da Lion-O, Tygra, Cheetara, Panthro, WilyKit, WilyKat e Snarf, deve difendere regolarmente la leggendaria Spada dei Presagi, in particolare la pietra Occhio di Tuono che la alimenta, dai Mutanti di Plun-Darr, il malvagio sacerdote-demone Mumm-Ra. Il cartone originale è andato in onda con 130 episodi in quattro stagioni tra il 1985 e il 1989. Da allora sono state rilasciate due serie reboot: ThunderCats (2011-12) e ThunderCats Roar (2020), entrambe cancellate dopo una sola stagione.

La Warner Bros. aveva già tentato di portare ThunderCats sul grande schermo alla fine degli anni 2000 come film animato in CG. Jerry O’Flaherty doveva dirigere il film da una sceneggiatura scritta da Paul Sopocy. Sebbene inizialmente previsto per il rilascio nel 2010, il film non è mai uscito dallo sviluppo ed è stato silenziosamente cancellato.

 
 

ThunderCats: il regista di Godzilla vs. Kong dirigerà il film

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Adam Wingard, regista di Godzilla vs. Kong, ha firmato con Warner Bros. per dirigere un film basato su ThunderCats, la serie tv animata statunitense prodotta da Rankin/Bass, trasmessa dal 1985 al 1989 e ispirata ai personaggi creati da Tobin “Ted” Wolf.

ThunderCats è incentrato su un gruppo di alieni umanoidi proveniente da Thundera e sul viaggio che sono costretti a intraprendere quando il pianeta viene distrutto. La serie riscosse molto successo e dopo la sua conclusione generò un grande quantitativo di merchandising, oltre a fumetti, videogiochi, film tv e molto altro ancora.

La notizia è stata riportata da Deadline, il quale conferma che Wingard si occuperà anche di riscrivere la sceneggiatura precedentemente affidata a David Coggeshall insieme al suo storico partner Simon Barrett, che per Wingard aveva già scritto la maggior parte dei suoi precedenti lavori, tra cui gli horror You’re Next, V/H/S Blair Witch. Il film sarà un ibrido e mescolerà animazione e CGI.

Ricordiamo che Adam Wingard e Barrett sono anche al lavoro sull’annunciato sequel di Face/Off, action fantascientifico diretto nel 1997 da John Woo e interpretato da John Travolta e Nicolas Cage. Lo scorso febbraio era stato proprio Wingard a confermare via Instagram di aver messo in cantiere un sequel diretto della pellicola, rivelando successivamente che sia Travolta sia Cage sarebbero interessati a prendervi parte.

Godzilla vs. Kong, l’ultima fatica di Wingard (noto anche per aver diretto l’adattamento del celebre manga Death Note, disponibile su Netflix), ha già riscosso un grande successo all’estero, poiché il film ha già incassato oltre 122 milioni di dollari a livello globale, di cui 70 milioni soltanto in Cina. Godzilla vs. Kong verrà distribuito oggi negli Stati Uniti (sia nelle sale che su HBO Max), mentre in Italia una data di uscita ufficiale non è stata ancora comunicata.

 
 

Thunderbolts: Wyatt Russell rivela quando cominceranno esattamente le riprese nel 2024

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Con lo spostamento delle date di uscita dei Thunderbolts dal 20 dicembre 2024 al 25 luglio 2025, i fan dei Marvel Studios si chiedono quando inizieranno esattamente le riprese del film. L’attore che interpreta il Guardiano Rosso, David Harbour, ha un impegno piuttosto grande con l’ultima stagione di Stranger Things di Netflix, le cui riprese inizieranno a gennaio 2024. E secondo i fratelli Duffer, la serie prevederà circa un anno di riprese.

Ora però Wyatt Russell, che in The Falcon e The Winter Soldier ha esordito nei panni di US Agent e che farà parte del cast di Thunderbolts ha fatto chiarezza sulla questione. Parlando con THR del suo ruolo in Monarch: Legacy of Monsters e delle riprese con suo padre, Kurt Russell, Wyatt ha rivelato che le telecamere di Thunderbolts inizieranno a girare a marzo o aprile.

Rispondendo alla domanda se ci sia una lunga strada di redenzione davanti a John Walker, dopo gli eventi di The Falcon e The Winter Soldier, Wyatt ha dichiarato: “Lo spero. C’è così tanto con cui giocare con John, e c’è molto altro da fare. Sono così fortunato a poter lavorare con i talenti con cui lavorerò quando inizieranno le riprese di Thunderbolts a marzo o aprile.”

“Non so ancora quando inizieremo, ma Sebastian Stan è un grande amico e non si potrebbe chiedere un attore migliore. Florence Pugh è una delle migliori attrici al mondo in questo momento, ed è una delle mie attrici preferite al mondo. David Harbour. Steven Yeun è uno dei migliori attori al mondo in questo momento. Ci sono tutte queste persone in questo film e non potrei sentirmi più fortunato.”

Se la Disney non sposta ulteriormente le date di uscita, Thunderbolts sarà presentato in anteprima nelle sale il 25 luglio 2025, tra Fantastic Four (2 maggio 2025) e Blade (7 novembre 2025). Avengers: The Kang Dynasty (1 maggio 2026) e Avengers: Secret Wars (7 maggio 2027) segnano la conclusione della Fase 6 della Saga del Multiverso.

Il roster di Thunderbolts è attualmente composto da Red Guardian (David Harbour), Ghost (Hannah John-Kamen), Yelena Belova (Florence Pugh), Bucky Barnes/The Winter Soldier (Sebastian Stan), John Walker/ US Agent (Wyatt Russell), Sentry (Steven Yeun) e Taskmaster (Olga Kurylenko). Secondo quanto abbiamo appreso la contessa Valentina Allegra de Fontaine (Julia Louis-Dreyfus) metterà insieme la squadra e potrebbe anche essere parzialmente responsabile della creazione di Sentry. Inoltre, Ayo Edebiri ha un ruolo nel film non ancora rivelato e dovrebbe apparire anche Thunderbolt Ross di Harrison Ford.

 
 

Thunderbolts: un rumors vorrebbe un membro del cast annunciato fuori dal film

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Quando la line-up dei Thunderbolts è stata rivelata per la prima volta attraverso alcuni concept art, il team era composto da Contessa Valentina Allegra de Fontaine, Red Guardian, Ghost, Yelena Belova, Bucky Barnes/The Winter Soldier, John Walker/U.S. Agente e Taskmaster, ma alcuni rumors sembrano indicare che il roster di attori che parteciperà al film non rispecchierà quel concept.

Secondo le voci, infatti, Ghost di Hannah John-Kamen è stato eliminato dal progetto e non appare nella sceneggiatura finale. Ghost, alias Ava Starr, ha fatto il suo debutto nel MCU come cattivo in Ant-Man and the Wasp. Non è mai stata più menzionata, quindi era legittimo pensare che fosse stata eliminata dal MCU, almeno fino a quando non l’abbiamo vista nel concept di Thunderbolts.

Nonostante la buona prestazione di John-Kamen, Starr non era esattamente un villain memorabile, ma era chiaramente l’unico membro della squadra con superpoteri reali (senza contare gli individui potenziati dal siero), quindi è probabile che la sua presenza potesse alterare l’equilibrio della squadra. Restiamo in attesa di comunicazioni ufficiali.

Vi ricordiamo che Thunderbolts  uscirà nelle sale il 26 luglio 2024. Il film sarà diretto da Jake Schreier, e vedrò protagonisti Florence Pugh, Hannah John-Kamen (?), Sebastian Stan, David Harbour, Olga Kurylenko, Wyatt Russell, Julia Louis-Dreyfus l’ultimo grande annuncio Harrison Ford.

 
 

Thunderbolts: un importante personaggio potrebbe non essere nel film

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Dopo i ritardi causati dagli scioperi della WGA e della SAG-AFTRA, il film Thunderbolts sembra sia finalmente pronto per entrare in fase di produzione. Infatti, nonostante un paio di membri del cast si siano chiesti pubblicamente se il film sarà mai realizzato, lo scooper Daniel Richtman ha dichiarato che la pre-produzione inizierà la prossima settimana in vista di riprese fissate a marzo. Nonostante le speculazioni sul fatto che la squadra si riunirà per combattere Sentry e Hulk Rosso, Richtman afferma che il generale Thaddeus “Thunderbolt” Ross di Harrison Ford non sarà presente nel film e non avrà nulla a che fare con la trama.

Se ciò si rivelasse vero, potrebbe significare che il gruppo noto come Thunderbolt non prenderebbe il nome dal celebre generale. Si tratterebbe di un’assenza dunque piuttosto importante, che rimetterebbe in discussione molti degli aspetti del film. In ogni caso, sembra che la Yelena Belova interpretata da Florench Pugh e Sentry siano al centro della storia e che non è previsto, nonostante le speculazioni, che Thunderbolts sia vietato ai minori.

Cosa sappiamo sul film Thunderbolts?

In Thunderbolts, Harrison Ford – ammesso che sia presente – sostituirà il defunto William Hurt nei panni di Thaddeus “Thunderbolt” Ross. Il resto del cast è attualmente composto da Red Guardian (David Harbour), Ghost (Hannah John-Kamen), Yelena Belova (Florence Pugh), Bucky Barnes/The Winter Soldier (Sebastian Stan), John Walker/ US Agent (Wyatt Russell) e Taskmaster (Olga Kurylenko). Secondo quanto appreso la contessa Valentina Allegra de Fontaine (Julia Louis-Dreyfus) metterà insieme la squadra e potrebbe anche essere parzialmente responsabile della creazione di Sentry. Thunderbolts è attualmente previsto nelle sale il 2 maggio 2025.

 
 

Thunderbolts: tutto quello che sappiamo sul film prossimo film Marvel

Thunderbolts film Marvel

È stato annunciato che i Marvel Studios prevedono l’arrivo di un film sui Thunderbolts, un gruppo di personaggi già amati dai fan dei fumetti. Prima della notizia ufficiale, i fan avevano già intuito l’arrivo di questi supereroi nell’MCU, in parte anche grazie alla forte presenza nel franchise di Bucky Barnes/Winter Soldier. Per molti, Bucky meriterebbe un ruolo di maggiore leadership di quello che gli è stato dato finora. Inoltre, i nuovi personaggi moralmente grigi, il tono più scuro della Marvel nella Fase 3 e il successo della controparte dei Thunderbolts, la Suicide Squad, hanno fatto insospettire il pubblico.

Il film MCU sarà probabilmente molto diverso dai fumetti sui supereroi. Un bel po’ di materiale è già stato assemblato nell’MCU per preparare l’arrivo del personaggio. Ecco tutto quello che sappiamo – finora – sul primo film dei Thunderbolts della Marvel. I dettagli rimangono ancora un mistero, ma qualche informazione è comunque già trapelata. Prima di tutto, sappiamo che il regista sarà Jake Schreier

1La possibile data d’uscita del film

Thunderbolts

Per ora l”unico dato certo che abbiamo sul film dei Thunderbolts è il nome del regista che lo dirigerà e quello dello sceneggiatore. La camera di Jake Schreier si unirà alla mano dell’autore di Black Widow, Eric Pearson. Manca ancora molto all’uscita del film. Tuttavia, si dice che sarà girato la prossima estate, il che significa che una data d’uscita probabile è da cercarsi nell’estate 2024. D’altronde, la Marvel ha già mappato tutto il calendario del 2023: l’anno seguente sembra il più probabile per questo lungometraggio.

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Thunderbolts: tutti i film e le serie tv della Fase 5 in cui potrebbe nascere la squadra

mcu thunderbolts

Quello sui Thunderbolts sarà il film più importante della Fase 5 del Marvel Cinematic Universe, che riunirà una squadra di antieroi, ex-cattivi e disadattati a combattere contro una minaccia ancora sconosciuta che supera persino gli stessi Vendicatori. Attualmente previsto per l’estate del 2024, Thunderbolts è forse il film più importante della Fase 5 e richiede che i film Marvel e le serie Disney+ che lo precedono costruiscano la sua squadra e le sue premesse.

1Captain America: New World Order

Captain America: New World Order-generale Thunderbolt Ross

I Thunderbolts e Captain America: New World Order potrebbero essere più legati di quanto si pensi. Nel quarto film di Capitan America è praticamente confermata la presenza di Harrison Ford nel ruolo del Generale Thaddeus “Thunderbolt” Ross, in sostituzione di William Hurt, scomparso lo scorso anno. Prima della morte di Hurt, si diceva che Ross fosse dietro l’iniziativa dei Thunderbolts di Val. La scelta della Marvel di scegliere un nuovo attore per il personaggio suggerisce che il suo posto all’interno dell’MCU è molto più importante di quanto inizialmente lasciato intendere, e che le prime teorie sul coinvolgimento di Ross nei Thunderbolts potrebbero in effetti essere vere. L’apparizione di Ford in New World Order potrà finalmente confermare queste teorie una volta per tutte.

Il recasting di Ross prefigura anche Red Hulk, l’alter ego antieroe del generale nei fumetti Marvel. In qualità di Red Hulk, Thaddeus Ross ha servito come Vendicatore, ma anche come leader dei Thunderbolts per un periodo di tempo. Sebbene il coinvolgimento di Ford nel MCU al di là di New World Order rimanga per il momento puramente speculativo, l’elevato status dell’attore suggerisce che i Marvel Studios vorrebbero tenerlo con sé per almeno un altro film. Se così fosse, come ultimo film prima di Thunderbolts, New World Order potrebbe essere usato per impostare la trasformazione di Ross in Red Hulk, nonché il suo posto nell’omonima squadra di antieroi.

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Thunderbolts: Steven Yeun svela il motivo per cui ha abbandonato il film

Steven Yeun film Thunderbolts

Come ormai noto, Steven Yeun ha abbandonato il prossimo film dei Marvel Studios, Thunderbolts, con i produttori che hanno poi confermato la cosa adducendo come motivo principale problemi di programmazione. Variety ha però ora parlato con l’attore divenuto celebre grazie a The Walking Dead, che ha confermato che lo sciopero SAG-AFTRA dello scorso anno ha avuto un ruolo nella sua decisione di non interpretare Sentry nel Marvel Cinematic Universe.

Credo che il tempo che passa e le cose che cambiano mi abbiano portato a desistere“, ha spiegato. “Ma Jake [Schreier], so che farà un lavoro incredibile. Voglio ancora fare un film Marvel. Ci sono volute molte bozze via e-mail per essere sicuro di trasmettere la sincerità di quanto mi sia dispiaciuto dovermi tirare indietro“. Yeun è però conscio che “probabilmente ho fatto arrabbiare troppe persone con il mio abbandono, quindi mi limiterò a dire: “Grazie per avermi ospitato“, lasciando intendere che un suo futuro ingresso nel MCU potrebbe non avvenire mai.

Le motivazioni fornite da Yeun non hanno però convinto tutti, considerando che solo poche settimane fa era stato rivelato che si era sottoposto alla prova del costume del personaggio. Secondo alcune fonti, l’abbandono dell’attore sarebbe dovuto più ad un insoddisfazione nei confronti del progetto o ad un timore a legarsi per un lungo periodo al franchise, anziché i problemi di programmazione comunicati. In ogni caso, il ruolo di Sentry è dunque tornato vacante e i Marvel Studios dovranno subito trovare un sostituto per cercare di salvare un progetto come Thunderbolts che sta vivendo ormai diversi problemi produttivi.

Il cast di Thunderbolts

Anche se potrebbero essere aggiunti altri personaggi, il roster di Thunderbolts il cast è attualmente composto da Red Guardian (David Harbour), Ghost (Hannah John-Kamen), Yelena Belova (Florence Pugh), Bucky Barnes/The Winter Soldier (Sebastian Stan), John Walker/ Agente statunitense (Wyatt Russell) e Taskmaster (Olga Kurylenko). Secondo quanto abbiamo appreso la contessa Valentina Allegra de Fontaine (Julia Louis-Dreyfus) metterà insieme la squadra e potrebbe anche essere parzialmente responsabile della creazione di Sentry.

Harrison Ford sostituirà il defunto William Hurt nei panni di Thaddeus “Thunderbolt” Ross, che potrebbe finire per trasformarsi in Red Hulk. Nel cast sono stati annunciati anche Ayo Edebiri, in un ruolo ancora non stato rivelato. Thunderbolts uscirà nelle sale il 25 luglio 2025. Jake Schreier (Robot and Frank, Dave) dirigerà Thunderbolts, che si baserà su una  sceneggiatore scritta dallo sceneggiatore di Black Widow Eric Pearson.

 
 

Thunderbolts: Steven Yeun interpreterà Sentry nel film Marvel!

Steven Yeun film Thunderbolts

A febbraio di quest’anno è stata diffusa la notizia che l’attore Steven Yeun (The Walking Dead, Minari, Nope) è entrato a far parte del cast del film Thunderbolts dei Marvel Studios e, sebbene all’epoca il suo personaggio non fosse stato rivelato il ruolo che avrebbe ricoperto, diversi scoop online sostenevano che avrebbe interpretato il potentissimo Sentry. Da allora, l’attore ha lasciato qualche vago accenno nelle interviste, ma niente di particolarmente specifico sul personaggio, concentrandosi soprattutto su come è arrivato a ottenere il suo ruolo di debutto nel MCU.

Le voci sul fatto che l’attore sarà Sentry nel film si sono comunque ripetute nel corso dei mesi e anche se non è ancora stato annunciato ufficialmente nulla, sembra che ora si abbia la conferma che Yeun interpreterà proprio quel personaggio. Parlando con il fumettista David Finch, il creatore di The Walking Dead e Invincible, Robert Kirkman, ha infatti rivelato che: “il mio buon amico Steven Yeun interpreterà Sentry nel film“, aggiungendo poi che “sì, mi ha chiamato, è andato a fare la prova costume. Spero di non… Non credo che questo sia uno spoiler o qualcosa che possa mettere nei guai qualcuno. Non so, forse. Vedremo. Non mi interessa. Non lavoro per la Marvel“.

“Mi ha chiamato e mi ha detto: “Sono appena tornato da una prova costume per Sentry. Immagino che io faccia solo supereroi gialli e blu”. Ha detto che era alla prova costume e ha pensato: “Oh, merda. Avevo dimenticato che anche Invincible ha un costume giallo e blu“. Il riferimento ad Invincible si spiega con il fatto che nella versione originale la voce del protagonista è proprio quella di Yeun. Le parole di Kirkman, però, oltre a confermare il ruolo che l’attore ricoprirà all’interno dell’MCU, sembrano anticipare un costume fedele – almeno nei colori – alla controparte a fumetti di Sentry.

Il cast di Thunderbolts

Anche se potrebbero essere aggiunti altri personaggi, il roster di Thunderbolts il cast è attualmente composto da Red Guardian (David Harbour), Ghost (Hannah John-Kamen), Yelena Belova (Florence Pugh), Bucky Barnes/The Winter Soldier (Sebastian Stan), John Walker/ Agente statunitense (Wyatt Russell) e Taskmaster (Olga Kurylenko). Secondo quanto abbiamo appreso la contessa Valentina Allegra de Fontaine (Julia Louis-Dreyfus) metterà insieme la squadra e potrebbe anche essere parzialmente responsabile della creazione di Sentry.

Harrison Ford sostituirà il defunto William Hurt nei panni di Thaddeus “Thunderbolt” Ross, che potrebbe finire per trasformarsi in Red Hulk. Nel cast sono stati annunciati anche Ayo Edebiri, in un ruolo ancora non stato rivelato. Thunderbolts uscirà nelle sale il 25 luglio 2025. Jake Schreier (Robot and Frank, Dave) dirigerà Thunderbolts, che si baserà su una  sceneggiatore scritta dallo sceneggiatore di Black Widow Eric Pearson.