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The Party: il trailer del nuovo film di Sally Potter

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The Party: il trailer del nuovo film di Sally Potter

Academy Two ha condiviso il trailer di The Party, la nuova opera di Sally Potter che ha vinto il Guild Film Prize alla 67° edizione del Festival di Berlino.

Ecco il trailer di The Party

The Party, recensione del film di Sally Potter

Ecco la trama del film: Janet è appena statanominata Ministro del Governo Ombra, il coronamento della sua carriera politica. Lei e suo marito Bill decidono quindi di festeggiare con gli amici più vicini. Gli ospiti arrivano nella loro casa di Londra, ma la festa volge inaspettatamente al peggio quando Bill all’improvviso fa due rivelazioni esplosive che sconvolgono sia Janet che i presenti. Amore, amicizia, convinzioni politiche e un intero stile di vita vengono messi in discussione. Sotto la superficie elegantemente liberal degli ospiti freme la rabbia. Lo scontro li spingerà a sfoderare l’artiglieria pesante, anche in senso letterale.

the partySul film, la regista scrive: “The Party è una commedia che vira in tragedia, in cui una festa tra amici volge al peggio nell’arco di pochissimo tempo. Sotto pressione, in un ambiente circoscritto, tutto ciò che è nascosto emerge in superficie e la nostra casa, che consideravamo come un rifugio, può rapidamente trasformarsi in prigione. Volevo che si ridesse ma sul filo del rasoio, osservando questo gruppetto di persone che fallisce nel disperato tentativo di mantenersi coerente con la linea di partito su cosa è moralmente giusto e politicamente di sinistra. The Party è stato concepito come un film estremamente essenziale, che trasforma l’isolamento (e tutti i vincoli del tempo reale) in una virtù. In un bianco e nero privo di elaborati effetti speciali o di innaturali cambi di location, elementi all’apparenza semplici assumono funzione narrativa. Ogni cosa è esposta. Non c’è un luogo dove nascondersi durante lo svolgersi della storia. La macchina da presa spia tra le ombre e guarda dritto in faccia questi personaggi nel loro momento di crisi, una crisi che si sviluppa via via che ognuno inizia a dire la verità.È stata una vera e propria benedizione lavorare con un gruppo di grandi attori che si sono assunti il rischio di lanciarsi in questa sfida, con piacere e disciplina,al servizio del potere benefico della risata dolce-amara in un momento storico in cui gli eventi del mondo, invece,ci fanno venir voglia di piangere.”

The Party arriverà in sala l’8 Febbraio 2018, nel cast del film Kristin Scott Thomas, Timothy Spall, Patricia Clarkson, Bruno Ganz, Cillian Murphy, Emily Mortimer, Cherry Jones.

The Paperboy: il trailer originale del film

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The Paperboy: il trailer originale del film

Dopo le reazioni contrastanti che lo hanno accolto all’ultimo Festival di Cannes, ecco il trailer americano di The Paperboy, il diretto dall’acclamato regista di Precious, Lee Daniels.

The Pale Blue Eye: ecco Christian Bale nella prima immagine del film Netflix

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Netflix ha svelato una prima immagine e ha annunciato la data di uscita del nuovo film del regista Scott Cooper, The Pale Blue Eye, con Christian Bale. Un progetto che Cooper ha desiderato dirigere per più di un decennio, è questo un “thriller gotico che ruota attorno a una serie di omicidi immaginari che hanno avuto luogo nel 1830 presso l’esercito degli Stati Uniti“.

Basato su un romanzo di Louis Bayard, il film arriverà su Netflix il 6 gennaio, dopo un’uscita limitata in sala il 23 dicembre, cosa che permetterà un’eventuale qualificazione ai premi di stagione. La nuova immagine mostra un Bale barbuto che cammina attraverso una nebbia piuttosto inquietante con una lanterna in mano.

The Pale Blue Eye segna la terza collaborazione di Bale con Cooper, dopo che i due avevano già dato vita insieme al film drammatico del 2013 Il fuoco della vendetta e il western Hostiles del 2017. Il film più acclamato di Cooper rimane però il dramma musicale Crazy Heart, che ha fatto vincere a Jeff Bridges l’atteso Oscar come miglior attore. Cooper è inoltre noto per aver diretto il film drammatico Black MassL’ultimo gangster, interpretato da Johnny Depp e che ha quasi incassato 100 milioni di dollari a livello globale nel 2015. L’ultimo film di Cooper è invece stato l’horror soprannaturale Antlers.

Il suo nuovo film, oltre a Bale come protagonista, include anche attori del calibro di Gillian Anderson, Lucy Boynton, Charlotte Gainsbourg, Toby Jones, Harry Lawtey, Simon McBurney, Timothy Spall, Hadley Robinson, Joey Brooks, Brennan Cook, Gideon Glick, Fred Hechinger and Matt Helm.

Fonte: Collider

The Pale Blue Eye – I delitti di West Point: recensione del film con Christian Bale

The Pale Blue Eye – I delitti di West Point è il nuovo film di Scott Cooper disponibile dal 6 gennaio su Netflix. Dopo ben sei film diretti in tredici anni, Cooper rimane ancora oggi per noi uno dei grandi enigmi del cinema americano contemporaneo. E lo scriviamo in senso assolutamente positivo, in quanto c’è qualcosa nelle sue opere, per quanto evidentemente imperfette, che continua ad attrarci verso di esse per rivederle, o meglio “riviverle”. Un filo conduttore sottile, ancora non palese ma vibrante, attraversa i generi e collega Crazy Heart con Antlers, Il fuoco della vendettaOut of the Furnace con Hostiles: forse è la malinconia di fondo di storie e ambientazioni, oppure potrebbe trattarsi del senso di predestinazione con cui i suoi personaggi devono confrontarsi. Qualunque sia il motivo, il cinema di Cooper possiede un fascino profondo e potente, si tratta di lungometraggi che è difficile scrollarsi di dosso. 

The Pale Blue Eye – I delitti di West Point, la trama

Il suo The Pale Blue Eye – I delitti di West Point, liberamente ispirato dal romanzo omonimo di Louis Bayard, conferma parola per parola quanto scritto in precedenza. Ambientato nel 1930, il film vede il detective Augustus Landor (Christian Bale) costretto a precipitarsi all’Accademia Militare di West Point in seguito a un apparente suicidio, il quale scopre immediatamente non essere tale. Nel cercare di scoprire l’assassino l’investigatore trova l’inaspettato aiuto di un giovane e “peculiare” cadetto di nome Edgar Allan Poe (Harry Melling). 

Il punto debole di The Pale Blue Eye – I delitti di West Point è la trama, e trattandosi di un whodunit a tinte horror non si tratta di certo di un problema da poco: gli eventi che portano alla soluzione del caso non sono narrati con il ritmo necessario e in più di un’occasione danno l’impressione di essere accatastati per rispetto delle regole del genere più che possedere una vera progressione logica. Il film di Cooper non irretisce mai lo spettatore con una trama serrata o colpi di scena ben orchestrati, e questo paradossalmente oltre ad essere il suo difetto è anche la forza del progetto. Perché con i suoi tempi dilatati e la sua attenzione alla caratterizzazione dei personaggi – di cui la bellissima messa in scena e ambientazione innevata diventano metafore precise e pugnanti – riescono invece a sviluppare con profondità i due protagonisti e il loro rapporto traslato di padre e figlio. Landor e il giovane Poe – ancora non il grande scrittore del mistero ma una personalità brillante che lascia comunque già intravedere tracce del suo straordinario lato oscuro – sono due figure in chiaroscuro che trovano l’una nell’altra una ragione per sperare ancora, credere che nel mondo ci sia ancora qualcosa di buono oltre il buio che circonda la loro anima.

The Pale Blue Eye - I delitti di West Point
Cr. Scott Garfield/Netflix © 2022

Un melodramma potente

Sotto questo punto di vista The Pale Blue Eye – I delitti di West Point si rivela un melodramma potente, scandito con cura e capace di portare il pubblico verso un confronto finale realmente drammatico, che porta a compimento una storia dolorosa. E nella magnifica sequenza finale ci troviamo di fronte a un duetto tra attori di razza, non c’è alcun dubbio a riguardo. Ma se di Christian Bale conoscevamo già le notevoli dote drammatiche, la conferma potente arriva da un Harry Melling che ha compreso a fondo e fatto proprio il ruolo di Edgar Allan Poe, conferendogli in filigrana quel dolore esistenziale che lo renderà uno dei maestri indiscussi della letteratura d’ogni tempo, non soltanto quella di genere.  

Come succede molto spesso – forse anche troppo spesso – al cinema di Scott Cooper, anche a The Pale Blue Eye – I delitti di West Point bisogna concedere tempo: lasciate che la cornice del genere scivoli via e avvicinatevi alla storia e alla psicologia di Landor e Poe: vi troverete allora di fronte a un dramma rarefatto e coinvolgente, incastonato in un film autunnale e malinconico, il quale possiede una sua coerenza interna che poco o nulla concede al mainstream superficiale. E questo non può che essere un enorme pregio. Ancora una volta, Scott Cooper è riuscito a catturare il nostro cuore ancor prima che l’attenzione…

The Pale Blue Eye – I delitti di West Point: prime foto ufficiali di Christian Bale

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Arrivano da Vanity Fair le primissime immagini di Christian Bale nell’atteso film Netflix in uscita The Pale Blue Eye – I delitti di West Point, diretto da Scott Cooper (Crazy Heart, Antlers) e basato sul romanzo di Louis Bayard. The Pale Blue Eye  arriverà nelle sale selezionate il 23 dicembre 2022, ha annunciato Netflix questo mese, mentre il film debutterà i in streaming su Netflix dal 6 gennaio 2023 .

Christian Bale interpreta il detective in pensione Augustus Landor, incaricato di indagare su una serie di omicidi. Guarda le nuove immagini qui sotto, per gentile concessione di Vanity Fair oggi. La cosa particolarmente interessante di questo progetto per i fan dell’horror è che  Edgar Allan Poe è un personaggio centrale nella storia e recentemente abbiamo appreso che l’attore di Harry Potter  Harry Melling  è stato scelto per il ruolo di Poe. Melling, che è apparso di recente in “The Queen’s Gambit”, è forse meglio conosciuto per aver interpretato Dudley Dursley nel franchise di Harry Potter. Anche il ritratto di Poe da parte di Melling è preso in giro in queste nuovissime immagini di prima visione.

Embedded from Vanity Fair – Credito fotografico: SCOTT GARFIELD
Robert Duvall, Christian Bale and Harry Melling examine books on the occult in The Pale Blue Eye. Credit foto: SCOTT GARFIELD
Embedded from Vanity Fair – Credito fotografico: SCOTT GARFIELD
Toby Jones and Gillian Anderson as the unusual Dr. and Mrs. Marquis. Embedded from Vanity Fair – Credito fotografico: SCOTT GARFIELD
Embedded from Vanity Fair – Credito fotografico: SCOTT GARFIELD

Nel cast del film Gillian Anderson  ( The Crown ),  Lucy Boynton  ( Bohemian Rhapsody ),  Charlotte Gainsbourg  ( Antichrist ),  Toby Jones  ( First Cow ),  Harry Lawtey  ( Industry ),  Simon McBurney  ( Carnival Row ),  Timothy Spall  ( Mr. Turner ),  Hadley Robinson  ( Moxie ),  Joey Brooks  ( Il gioco di Molly ),  Brennan Cook  ( Incontro ),  Gideon Glick  (Anche la meravigliosa signora Maisel ),  Fred Hechinger  ( The White Lotus ),  Matt Helm  ( Tragedy of Macbeth ),  Steven Maier  ( The Plot Against America ),  Charlie Tahan  ( Ozark ) e Robert Duvall  ( The Judge ).

West Point, 1830. Nelle prime ore di un mattino invernale, viene ritrovato il cadavere di un cadetto. Ma dopo che il corpo giunge in obitorio, la tragedia assume toni brutali quando si scopre che il cuore del ragazzo è stato rimosso con precisione. Temendo danni irreparabili per l’accademia militare appena inaugurata, i direttori si rivolgono al detective locale Augustus Landor (Christian Bale) per risolvere l’omicidio. Ostacolato dal codice del silenzio tra le reclute, Landor assolda uno di loro per eseguire le indagini, un eccentrico cadetto di nome Edgar Allan Poe (Harry Melling) che disprezza la rigidità del mondo militare e ama la poesia. Tratto dal romanzo di Louis Bayard, THE PALE BLUE EYE – I DELITTI DI WEST POINT, Christian Bale oltre ad essere il protagonista, è anche il produttore del film.

The Palace: recensione del film di Roman Polanski #Venezia80

The Palace: recensione del film di Roman Polanski #Venezia80

Reduce dalla vittoria del Gran Premio della Giuria alla 76ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia con L’ufficiale e la spiaRoman Polanski torna al Festival, stavolta fuori concorso, con The Palace. Il film segna inoltre il suo ritorno al genere della commedia satirica e dissacrante, da cui sostanzialmente mancava dal 2011, anno di Carnage. Questo nuovo lungometraggio, da Polanski scritto insieme a Jerzy Skolimowski (regista del recente EO) e Ewa Piaskowska, va dunque a riunire un gruppo di ricchi viziati all’interno di un unico ambiente, con l’intento di portare alla luce tutto il loro squallore.

Benvenuti al The Palace

Il racconto si svolge dunque all’interno del Palace Hotel, uno straordinario castello progettato all’inizio del 1900 che si trova nel bel mezzo di una valle svizzera innevata, dove ogni anno convergono da tutto il mondo ospiti ricchi e viziati, in un’atmosfera gotica e fiabesca. La festa di Capodanno 2000 li ha ora riuniti tutti in un evento irripetibile. Al servizio delle loro stravaganti esigenze c’è uno stuolo di camerieri, facchini, cuochi e receptionist. Hansueli (Oliver Masucci), zelante direttore dell’albergo, passa in rassegna lo staff prima dell’arrivo degli ospiti, ribadendo che, pur essendo l’alba del nuovo millennio, non sarà la fine del mondo, nonostante le paure nei confronti del Millennium Bug.

The Palace Fortunato Cerlino John Cleese Oliver Masucci
Fortunato Cerlino John Cleese Oliver Masucci in una scena di The Palace. Foto di M. Abramowska.

Un film dalle buone premesse…

C’era grande attesa per questo nuovo film di Polanski, capace come pochi di mettere davvero alla berlina i suoi personaggi e l’umanità tutta. Le premesse di questo The Palace facevano inoltre immaginare una nuova cinica rappresentazione di un’alta società ultimamente molto spesso posta in ridicolo (si veda ad esempio Triangle of Sadness, con cui certamente The Palace dovrà scontrarsi in un insensato paragone). Probabilmente nessuno si aspettava però di trovarsi di fronte ad un film così spiazzante, purtroppo in senso negativo. Perché The Palace non ha per nulla l’aspetto di una pungente satira, bensì di un’opera che non sa sfruttare il proprio potenziale.

Perché va riconosciuto che l’idea alla base del racconto è del tutto propria del cinema di Polanski, con questo luogo chiuso che impedisce ogni contatto con l’esterno e costringendo quanti all’interno a relazionarsi con sé stessi e con gli altri con cui non vorrebbero avere a che fare. Diversi sono inoltre i personaggi che sfoggiano da subito un certo fascino e potenziale comico, basti pensare al ricco Bill Crush di Mickey Rourke o al direttore dell’albergo Hansueli, per non dimenticare il Tonino di Fortunato Cerlino o l’Arthur William Dallas III di John Cleese, protagonista probabilmente del segmento narrativo più divertente.

Ciò che poi va riconosciuto a Polanski è la capacità di tenere in equilibrio questa grande varietà di protagonisti, passando dall’uno all’altro con grande disinvoltura ed eleganza. Polanski si aggira quasi con fare documentaristico tra i corridoi e gli spazi del Palace Hotel, indagando quanto avviene ai suoi ospiti. Assistiamo così ad una serie di microepisodi dai quali è intenzione del regista far emergere tutta una serie di sfumature sull’umanità alla fine del millennio, che tramontando sembra portare la notte anche su un’intera generazione, le sue paure e i suoi vizi.

The Palace Roman Polanski
Milan Peschel in una scena di The Palace. Foto di M. Abramowska.

… che non vengono però mantenute

Che Polanski si sia divertito a realizzare The Palace si percepisce ed è sempre bello vedere un regista che, anche a 90 anni da poco compiuti, sa infondere una tale passione nel proprio lavoro. Qualcosa deve essere andato storto in fase di produzione, tuttavia, poiché il film inizia, si svolge e finisce senza che vi sia stato un arco evolutivo particolarmente significativo, senza che si sia proposta una reale critica nei confronti di quanto vediamo. Certo, Polanski non è sguaiato come lo è Ruben Östlund, regista appunto di Triangle of Sadness, e dunque il suo messaggio può presentarsi in modo più tacito. Ma in questo caso, tuttavia, questo manca proprio di arrivare a destinazione.

Più che una satira nei confronti di questa classe sociale, del film si potranno ricordare una serie di gag piuttosto grottesche, che stanno già portando a definire The Palace come il cinepanettone di Polanski”. Se fare tale accostamento risulta davvero facile, più difficile è capire cosa possa essere accaduto ad un regista sempre così attento a ciò che avviene sul proprio set. Ciò che è certo, è che The Palace manca nel far ridere, manca nel riuscire a dire qualcosa di nuovo sull’argomento trattato e manca di dotarsi di una messa in scena che si possa dire memorabile. Il risultato è dunque un film molto sottotono, che si spera possa venire rapidamente messo in ombra dall’arrivo di un nuovo lungometraggio del Polanski che tutti conosciamo e amiamo.

The Palace: il trailer del nuovo film di Roman Polanski

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The Palace: il trailer del nuovo film di Roman Polanski

Uscirà al cinema il 28 settembre 2023, dopo essere stato presentato Fuori Concorso alla Mostra del Cinema di Venezia, il film The Palace, il nuovo lungometraggio di Roman Polanski con Oliver Masucci, Fanny Ardant, John Cleese, Joaquim De Almeida, Luca Barbareschi, Milan Peschel, Bronwyn James, Fortunato Cerlino, Michelle Shapa e Mickey RourkeIl film è stato scritto da Jerzy Skolimowski, Ewa PiaskowskaRoman Polanski, con le musiche di Alexandre Desplat. 01 Distribution, che porterà il film nei cinema italiani, ha ora rilasciato il trailer ufficiale del film.

La trama di The Palace

La sinossi ufficiale del film recita: C’era una volta, e c’è ancora, il Palace Hotel. Uno straordinario castello progettato all’inizio del 1900 da un architetto mistico, un castello che si trova sulle montagne della Svizzera, nel bel mezzo di una valle innevata. È il Palace Hotel, edificio dall’atmosfera gotica e fiabesca dove ogni anno, ospiti ricchi, viziati e viziosi convergono da tutto il mondo. Un evento irripetibile li ha riuniti tutti, la festa di Capodanno 2000. Al servizio delle loro stravaganti esigenze c’è uno stuolo di camerieri, facchini, cuochi e receptionist. È l’alba del nuovo millennio e Hansueli, devoto manager cinquantenne del suntuoso albergo, ispeziona quasi militarmente lo staff prima dell’arrivo degli ospiti per la sera di Capodanno 2000 ribadendo che non sarà la fine del mondo.

Alle otto in punto ceneranno ai nostri tavoli delle persone davvero importanti. Le vite di milioni di persone dipenderanno dall’umore con cui questi se ne andranno la mattina dopo. È nostro dovere assicurarci che non gli si atrofizzino le chiappe perché le sedie sono troppo dure, che si rimpinzino di caviale fino a esplodere e che lo champagne gli esca dal naso e dalle orecchie. È chiaro?” Ma nell’aria aleggia il Millennium Bug e il timore o la speranza che al rintocco della mezzanotte i conti dei grandi finanzieri subiscano oscillazioni inaspettate grazie al blocco dei sistemi informatici. In effetti quella che si prepara è davvero una guerra combattuta a colpi di stravaganze ed eccentricità degli ospiti dell’Hotel. Cani e pinguini con bisogni umani e umani con bisogni animali. Le loro storie danno vita ad una commedia assurda, nera e provocatoria. È la fine del 1999, non solo l’epilogo di un secolo, ma la fine di un intero e controverso millennio.

The Palace è una coproduzione: Italia, Svizzera, Polonia, Francia, coprodotta da Èliseo entertainment con Rai Cinema, CAB ProductionsLucky BOB, RP Productions in collaborazione con Etienne Dontaine e Stéphane Rigotti per Agent Double, Polski Instytut Sztuki Filmowej, Atlas Sztuki, Adam Gudell per Moderator Inwestycje, Jarosław Fabiański per Direct4energy, Benitex Beata Radkiewicz, produttore associato Carla Milesi di Grésy, prodotto da Luca Barbareschi, Wojciech Gostomczyk, Jean-Louis Porchet.

The Palace: HBO rivela il primo sguardo a Kate Winslet

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The Palace: HBO rivela il primo sguardo a Kate Winslet

HBO ha rilasciato un primo sguardo alla sua prossima serie limitata “The Palace”, che vedrà protagonista Kate Winslet. La nuova serie “racconta la storia di un anno tra le mura del palazzo di un moderno regime europeo mentre inizia a disfarsi“, secondo la sua logline ufficiale.

Diretta da Stephen FrearsJessica Hobbs , la nuova serie è interpretata anche da Matthias Schoenaerts, Guillaume Gallienne, Andrea Riseborough, Martha PlimptonHugh GrantWill Tracy è lo sceneggiatore, produttore esecutivo e showrunner.Seth Reiss, Juli Weiner, Jen Spyra, Gary Shteyngart e Sarah DeLappe stanno scrivendo insieme a TracyWinslet, Frears, Hobbs, Frank Rich e Tracey Seaward sono anche produttori esecutivi.

The Palace, al via le riprese del nuovo film di Roman Polanski

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The Palace, al via le riprese del nuovo film di Roman Polanski

Sono iniziate le riprese di The Palace, il nuovo film di Roman Polanski, prodotto da Eliseo entertainment di Luca Barbareschi con Rai Cinema, una coproduzione internazionale realizzata con Lucky BOB (Polonia), CAB Productions (Svizzera) e RP Productions (Francia). Una nuova partnership produttiva che vede nuovamente Polanski e Barbareschi insieme dopo L’ufficiale e la spia, vincitore del Gran Premio della Critica al Festival di Venezia nel 2019.

È il 31 dicembre 1999 – Capodanno del nuovo millennio. Al Palace Hotel, suntuoso castello nelle Alpi Svizzere, convergono ospiti ricchi, viziosi e viziati accolti da una schiera di camerieri, facchini, cuochi e receptionist. Le storie dei singoli personaggi danno vita ad una commedia assurda, nera, provocatoria.

La sceneggiatura è stata scritta dal regista insieme al grande sceneggiatore JerzySkolimovski e a Ewa Piąskowska. Il cast vanta una rosa di personaggi internazionali: Oliver Masucci, Mickey Rourke, Fanny Ardant, John Cleese, Luca Barbareschi, Fortunato Cerlino.

Il film, che uscirà nel 2023, godrà di importanti effetti visivi e di una tecnica di ripresa di altissimo livello. Valore aggiunto sarà dato dal montaggio di Hervé De Luze e dalla musica del grande compositore Alexandre Desplat.

The Palace di Roman Polanski al cinema dal 28 settembre

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The Palace di Roman Polanski al cinema dal 28 settembre

Uscirà al cinema il 28 settembre 2023 The Palace, il nuovo film di Roman Polanski con Oliver Masucci, Fanny Ardant, John Cleese, Joaquim De Almeida, Luca Barbareschi, Milan Peschel, Bronwyn James, Fortunato Cerlino, Michelle Shapa e Mickey Rourke. Il film è stato scritto da Jerzy Skolimowski, Ewa Piaskowska e Roman Polanski, con le musiche di Alexandre Desplat.

La trama di The Palace

È il 31 Dicembre 1999 e al lussuoso The Palace Hotel fervono i preparativi per il Capodanno più atteso di sempre. Ospiti milionari da tutto il mondo si preparano ad entrare nel Nuovo Millennio, tra vezzi, vizi e stravaganze. Roman Polanski ci regala una commedia assurda, nera e provocatoria.

The Palace è una coproduzione: Italia, Svizzera, Polonia, Francia, coprodotta da Èliseo entertainment con Rai Cinema, CAB ProductionsLucky BOB, RP Productions in collaborazione con Etienne Dontaine e Stéphane Rigotti per Agent Double, Polski Instytut Sztuki Filmowej, Atlas Sztuki, Adam Gudell per Moderator Inwestycje, Jarosław Fabiański per Direct4energy, Benitex Beata Radkiewicz, produttore associato Carla Milesi di Grésy, prodotto da Luca Barbareschi, Wojciech Gostomczyk, Jean-Louis Porchet.

 

The Outsider: le differenze tra la serie e il romanzo di Stephen King

La serie HBO The Outsider è uno dei titoli del momento, grazie all’ottima ricezione critica e al grande riscontro di pubblico. Con protagonisti gli attori Ben Mendelsohn e Jason Bateman, la storia ruota intorno ad un misterioso omicidio, che sembra coinvolgere eventi paranormali.  Basata sull’omonimo romanzo di Stephen King, la serie ripropone piuttosto fedelmente molti degli elementi di successo del libro, ma nell’adattare quasi 600 pagine in soli dieci episodi qualcosa viene naturalmente ad essere tagliato per il bene della narrazione. Ecco dunque le principali differenze tra la serie e il romanzo The Outsider.

The Outsider: le differenze tra la serie e il romanzo

La serie è ambientata in un contesto differente

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Mentre nel libro le vicende si svolgono nella fittizia cittadina di Flint City, collocata nello stato dell’Oklahoma, nella serie il tutto è invece stato spostato in Georgia.

Secondo molti tale scelta è stata dettata dalla volontà di dare alla serie quella tipica ambientazione del Sud che ha decretato il successo anche di un’altra celebre serie crime: True Detective.

Sono stati apportati cambiamenti alla vita personale del protagonista

The Outsider

Il detective Ralph Anderson, nella serie interpretato da Ben Mendelsohn, è il protagonista della vicenda. Stando a quanto viene raccontato nella serie, suo figlio è deceduto anni prima per via di un cancro. Nel romanzo di Stephen King, invece, il ragazzo si troverebbe ad un campo estivo. Questo permetteva di costruire una maggior paura nel personaggio protagonista, che teme per l’incolumità del figlio. Una tensione mentale che invece nella serie viene a decadere.

The Outsider: i personaggi della serie

Nella serie viene ampliata una determinata storyline

All’interno del romanzo di Stephen King, il detective Anderson intrattiene delle brevi conversazioni con un terapista, ma questo non risulta essere un dettaglio fondamentale.

Nella serie, invece, è un escamotage particolarmente presente, attraverso il quale lo spettatore può venire a conoscenza di una serie di eventi legati al passato del personaggio altrimenti difficili da mostrare.

È stata cambiata l’etnia di un personaggio

L’investigatrice privata Holly Gibney viene descritta nel libro come una donna dalla carnagione particolarmente pallida e un’acconciatura di capelli grigi che lo forma una caratteristica frangetta sulla fronte.

Nella serie il personaggio ha tuttavia subito dei drastici cambiamenti, venendo interpretato dall’attrice Cynthia Erivo, recentemente nominata ai premi Oscar.

Il personaggio di Holly ha delle peculiarità in più.

Rispetto al romanzo, nella serie viene accentuata una forma di autismo posseduta dal personaggio di Holly. Questi sembra infatti a conoscenza di uno sterminato numero di dettagli, così come dimostra di avere la capacità di indicare dettagli ad altri difficilmente accessibili.

Nella sua scena introduttiva viene infatti mostrata mentre elenca a memoria i modelli di auto che le passano davanti. Nel romanzo, invece, la sua unica ossessione è la vastissima collezione di DVD posseduta.

The Outsider: l’elemento soprannaturale

Un’altra grande differenza tra il romanzo e la serie è l’elemento soprannaturale che aleggia sulla storia. Nelle pagine di Stephen King, questo viene allo scoperto soltanto verso la fine della storia.

Al contrario, nella serie, sin da subito viene posto all’attenzione dello spettatore tale elemento. L’obiettivo era infatti quello di far capire che non si trattava di un’altra qualunque storia crime, ma che in gioco ci sono forze molto più oscure di quello che si pensi.

L’introduzione della creatura.

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Alla base dell’elemento soprannaturale della serie vi è El Cuco, una creatura dai misteriosi poteri che diventerà l’elemento centrale del caso per omicidio. Mentre nel libro la mitologia del personaggio viene raccontata per primo al detective Anderson, nella serie è Holly a farne la conoscenza da una detenuta della prigione.

Attraverso una più intricata rete di crimini, il personaggio inizia infatti a diventare una presenza costante nei discorsi dei detenuti.

The Outsider: il personaggio di Andy

Il personaggio è stato scritto appositamente per la serie.

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Ulteriore elemento di differenza tra il romanzo e la serie è il personaggio di Andy. Questi è totalmente assente dal libro, mentre nelle puntate mandate in onda in televisione diventa ulteriore elemento di supporto per il caso principale, nonché elemento utile ad una storyline sentimentale con l’investigatrice Holly.

The Outsider: il cambio dei nomi

Alcuni nomi sono stati modificati per la serie.

The Outsider

Benché i nomi dei personaggi principali, come il detective Ralph Anderson e l’accusato Terry siano rimasti uguali nella trasposizione dal libro alla serie, altri sono invece stati modificati. Tra questi si annoverano la moglie di Terry, nel romanzo chiamata Marcy e divenuta Glory nella serie; o ancora l’avvocato Howie Gold, che è stato trasformato in Howie Saloman.

Ci sono differenze riguardo la morte del personaggio.

Il principale accusato dell’omicidio intorno a cui ruota la vicenda è Terry, interpretato dall’attore Jason Bateman. Sia nella serie che nel romanzo, il personaggio viene ferito mortalmente con un colpo di pistola al collo.

Qui arriva tuttavia la differenza: nel libro, il detective Anderson, lì presente con Terry, lo incalza affinché confessi un’ultima volta la propria innocenza o la propria colpevolezza. Nella serie, invece, Anderson non dice nulla, è lo stesso Terry a precisare la sua estraneità ai fatti.

Fonte: Men’s Health

The Outrun: recensione del film con Saoirse Ronan #RoFF19

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The Outrun: recensione del film con Saoirse Ronan #RoFF19

Diretto dalla regista tedesca Nora FingscheidtThe Outrun è un dramma che esplora i temi dell’alcolismo e della guarigione, attraverso il percorso di Rona, una giovane donna scozzese interpretata da Saoirse Ronan. Basato sul memoir del 2017 di Amy Liptrot, il film segue la protagonista mentre tenta di ricostruirsi, recuperando una vita spezzata dall’alcol e dall’isolamento, affrontando un percorso intimo, riflessivo e psicologicamente complesso.

The Outrun ci presenta una Rona a pezzi

Quando il pubblico incontra Rona, la protagonista è già ridotta a brandelli. Nora Fingscheidt ci mostra una giovane donna frammentata, che cerca di fuggire da sé stessa e dal caos interiore con cui è costretta a convivere. La scelta di ambientare buona parte del film nelle desolate isole Orcadi, un arcipelago remoto e austero nel nord della Scozia, è una metafora potente dello stato d’animo della protagonista. Le rocce scure, le onde sferzanti, e il paesaggio brullo diventano il riflesso della solitudine e della desolazione di Rona, rendendo l’ambiente stesso un personaggio che amplifica il senso di isolamento della protagonista. Le Orcadi diventano così luogo eletto per un atto di auto-riflessione e per un tentativo di rinascita, un luogo che invita al silenzio e alla contemplazione, ma che può anche mettere chi vi abita di fronte ai propri demoni.

Una straordinaria Saoirse Ronan

Rona è interpretata in modo straordinario da Saoirse Ronan, che si immerge nel personaggio con una dedizione impeccabile. La sua Rona è una donna tormentata, persa tra un passato caotico e un presente instabile, in lotta costante per la propria sanità mentale e fisica. Ma anche una donna dotata di grande sensibilità e desiderosa di ricostruirsi. La performance di Ronan è autentica, e si muove nel tempo mostrando i vari stadi di disfacimento di Rona, anche grazie a un montaggio illuminato e all’espediente scenico dei colore dei capelli. Questo infatti sembra mutare a seconda dello stato emotivo della protagonista, per indicare i diversi momenti del suo percorso di vita: le tonalità blu e acquatiche rappresentano i periodi di autodistruzione, mentre un biondo naturale indica una ricerca di stabilità e un rosso brillante appare nel finale, nel suo tentativo di abbracciare la natura e la solitudine delle Orcadi.

La dipendenza cliché narrativo sul quale è facile scivolare

Come molti film che trattano temi di dipendenza, The Outrun rischia talvolta di cadere nella ripetizione, come purtroppo è la vita di chi cerca di fuggire da questo tipo di mostri. Fingscheidt riesce a distinguersi grazie a uno stile visivo evocativo, che usa immagini suggestive, e punta tutto sull’immersione della protagonista nella natura incontaminata e selvaggia che la circonda. Le Orcadi rappresentano un rifugio, un santuario per la protagonista, che in cerca di isolamento, qui tenta di ricostruire sé stessa e trovare un equilibrio. La natura diviene culla di rinascita e simbolo di un’umanità perduta, che cerca di riallacciare le sue origini a quelle mitologiche di quei posti. In più di un’occasione fanno capolino le storie delle selkie, creature mitologiche metà foca e metà donna che incarnano l’idea di trasformazione e rinascita.

Il film lascia anche molto spazio alla rappresentazione dell’ambiente in cui Rona è cresciuta, non tanto per andare a ricercare il germe della sua debolezza, quanto per costruire intorno alla ragazza una rete di rapporti che in qualche modo ne hanno condizionato le scelte di vita.

The Outrun è un’opera intensa che si fonda totalmente sulla performance di Saoirse Ronan che con questa pellicola colleziona un altro ruolo spettacolare. delle interpretazioni e per la cura estetica della regia. Fingscheidt riesce a evitare la retorica, esplora la solitudine e la vulnerabilità di Rona senza pietismo, con uno sguardo empatico e onesto. Il film è un ritratto femminile di autodeterminazione, un racconto di sofferenza e di riscoperta di sé, in cui Saoirse Ronan brilla come protagonista in un ruolo che esalta la sua capacità di incarnare fragilità e forza di una donna in cerca di redenzione.

The Outlaws: recensione della serie Amazon Prime

The Outlaws: recensione della serie Amazon Prime

Dai creator Stephen Merchant (The Office) e Elgin James (Mayans M.C.) arriva su Amazon Prime Video la miniserie in sei puntate prodotta in collaborazione con BBC. Lo spunto di partenza di The Outlaws ricorda neppure troppo da lontano quello di un prodotto di culto realizzato qualche anno fa, ovvero The Misfits: come nell’altro show anche questo gruppo di protagonisti viene infatti costretto a lavorare l’uno a fianco dell’altro nei servizi sociali dopo aver infranto la legge. Personaggi radicalmente differenti tra loro per età, razza, esperienze di vita ed estrazione sociale si troveranno a condividere un destino comune legato a una valigia piena di denaro che scotta, la quale provocherà ovviamente un mare di guai e pericoli. 

The Outlaws, la trama della serie

In The Outlaws si può riconoscere fin dalle prime scene del pilot il tocco di un autore comico a tratti geniale quale è Stephen Merchant: attraverso molte situazioni e soprattutto le dinamiche che regolano le relazioni tra le figure in scena possiamo infatti scorgere la critica sociale dell’autore all’Inghilterra governata da Boris Johnson, soavemente vanesia e fortemente bigotta. L’ambientazione principale di una Bristol che si presenta come una “working class city” fornisce il setting perfetto con la sua architettura industriale, i quartieri più poveri e le piccole industrie che tentano di sopravvivere all’outsourcing. Dentro tale contesto si muovono personaggi che rappresentano con arguzia il presente dell’Inghilterra, le sue divisioni e i contrasti sociali.

Attenzione alla contemporaneità

Pur non risparmiando bordate anche feroci all’attuale condizione del Paese, Merchant e James non dimenticano comunque che la necessità principale di The Outlaws è l’intrattenimento, anche se nel corso delle puntate l’efficacia della trama e il tono si fanno maggiormente ondivaghi. Dopo i primi due episodi davvero frizzanti e velenosi lo show inizia a risentire di una certa stanchezza narrativa, dovuta probabilmente al fatto di dover “allungare” in sei parti da un’ora ciascuna una trama tutto sommato piuttosto semplice. Nelle puntate centrali sono le caratterizzazioni dei personaggi più che la storia a garantire divertimento e situazioni spiritose, ma questo non nasconde il fatto che la narrazione risulti in più di un’occasione piuttosto tirata per le lunghe. Per fortuna della serie la caratterizzazione di almeno un paio di figure di contorno è davvero riuscita, e questo consente agli sceneggiatori di riempire molti momenti morti con trovate comiche di sicuro impatto. Quando poi si hanno attori consumati come lo stesso Merchant – capace di adoperare la sua fisicità dinoccolata e goffa con la solita maestria – e il grande veterano Christopher Walken, ecco che anche ogni piccolo sketch può diventare fonte di intrattenimento leggero. In episodi differenti figurano poi guest star di lusso come Claes Bang e soprattutto il grande istrione Richard E. Grant, i quali recitano cammei che di certo non guastano. 

The Outlaws è già stata rinnovata

Già confermato per una seconda stagione che probabilmente porterà a chiusura alcune sottotrame lasciate volutamente aperte dalla prima, The Outlaws è una miniserie che garantisce il giusto divertimento grazie soprattutto a un’ambientazione originale e a personaggi bizzarri in grado di far sorridere. Sul piano narrativo lo show non funziona sempre quando deve mantenere alta la tensione legata al plot criminale, mentre dal punto di vista della satira sociale i risultati sono innegabilmente migliori: anche se rappresentati attraverso la lente deformante della commedia, a tratti anche grottesca, i personaggi rappresentano poco del meglio e molto del peggio dell’Inghilterra di oggi. Alla fine si vuol bene a questi poveri, squinternati piccoli delinquenti. Dietro le loro rispettive maschere possiamo infatti intravedere abbastanza verità da riconoscere una parvenza di noi stessi in loro. E questo è al tempo stesso edificante e inquietante…

The Outfit: le storie vere che hanno ispirato il film con Mark Rylance

The Outfit è basato su una storia vera? La trama di questo film drammatico, uscito nelle sale nel marzo 2022, ricorda certamente altre storie di gangster realmente accadute, come The Irishman. Tuttavia, ci si potrebbe chiedere se The Outfit sia anche un adattamento di eventi realmente accaduti.

Ambientato nella Chicago del 1956, The Outfit è incentrato su un sarto inglese di nome Leonard Burling (Mark Rylance). Il negozio di Burling, situato in un quartiere controllato dal boss della mafia irlandese Roy Boyle (Simon Russell Beale), viene utilizzato come copertura per il riciclaggio di denaro. Quando il figlio di Boyle, Richie (Dylan O’Brien), e il suo esecutore, Francis (Johnny Flynn), entrano nel negozio con una valigetta contenente registrazioni dell’FBI che riveleranno le operazioni della mafia, Burling deve prendere alcune decisioni urgenti per sopravvivere.

A differenza di The Irishman di Martin Scorsese, The Outfit non è basato su una storia vera. Tuttavia, secondo il regista e co-sceneggiatore Graham Moore (via MovieMaker), è stato ispirato da eventi realmente accaduti: “C’è stato un momento reale negli anni ’50, in cui la tecnologia delle cimici era molto nuova. L’FBI stava combattendo duramente contro le grandi organizzazioni mafiose e criminali. Uno dei modi migliori per arrivare a questi gangster di primo piano era quello di arrivare a loro attraverso le persone che confezionavano i loro vestiti – questo ci è sembrato così unico e immediatamente affascinante“. Moore ha anche detto (via Third Coast Review) che l’idea di ambientare The Outfit a Chicago gli è venuta dopo aver letto la storia vera di un’operazione dell’FBI negli anni Cinquanta, in cui per la prima volta si utilizzò la tecnologia delle microspie in una sartoria per tenere d’occhio le attività della mafia.

The Outfit film

La storia reale che ha ispirato la trama di The Outfit è affascinante. Il “gruppo” del film che avrebbe fornito una valigetta con una registrazione delle operazioni dei Boyles era una vera organizzazione criminale. Il Chicago Outfit era una famiglia criminale organizzata italo-americana che salì al potere sotto la guida del gangster Al Capone negli anni ’20 e che ebbe origine nel South Side di Chicago. Il Chicago Outfit risale al 1910 ed è ancora un’importante organizzazione criminale attiva, anche se non è più potente come un tempo. Nel novembre del 1959, l’FBI decise di distruggere la mafia piazzando un dispositivo di ascolto in una sartoria di Michigan Avenue e in una taverna di Park Avenue. Questi sforzi facevano parte del Top Hoodlum Program di J. Edgar Hoover, un’indagine che prendeva di mira i boss della mafia di Chicago e i criminali associati alla mafia.

Sebbene The Outfit non sia interamente basato su una storia vera, gli eventi reali che hanno contribuito a ispirare la trama rendono il film ancora più interessante. L’inclusione del Chicago Outfit nella trama del film contribuisce a rendere The Outfit più simile a un autentico gangster movie, dal momento che si riferisce a un vero e proprio sindacato mafioso. Anche se The Outfit è una storia romanzata, ha comunque incuriosito e divertito il pubblico, se il 92% di gradimento su Rotten Tomatoes è un’indicazione.

The Outfit: la spiegazione del finale del film

The Outfit: la spiegazione del finale del film

Graham Moore ha scritto romanzi e film, vincendo nel 2015 l’Oscar per la Miglior sceneggiatura non originale per The Imitation Game. La storia di The Outfit, però, l’ha sentito così personale da decidere di farne il suo debutto alla regia. Secondo Moore, questo racconto è stato ispirato dalla storia vera della sua famiglia, in particolare da suo nonno, un medico con un proprio studio, di cui uno dei pazienti era nientemeno che il famigerato mafioso Jerry Catena della famiglia criminale Genovese.

In un’intervista a TheWrap, Graham Moore ha rivelato che la storia di The Outfit è nata dalla sua fascinazione per il rapporto tra suo nonno e Catena. Moore ha raccontato che sua nonna non vedeva di buon occhio questo rapporto, ma il gentile nonno di Moore continuò comunque a curare il gangster. “Fin da piccolo mi ha sempre affascinato immaginare quali dovessero essere le conversazioni tra un uomo gentile come mio nonno e un feroce assassino. Di cosa parlavano quando le porte erano chiuse?”, si è chiesto Moore.

Per gli appassionati di gangster movie, questo è dunque un film da non perdere, anche per via delle sue particolarità che lo distinguono dai classici titoli di questo genere. Grazie ora alla sua presenza su Netflix, sarà più facile riscoprirlo. In questo articolo, però, approfondiamo in particolare il modo in cui The Outfit si conclude. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

The Outfit trama film

La trama e il cast di The Outfit

Protagonista del film è Leonard, un maestro sarto inglese finito a Chicago che gestisce con la sua assistente Mable Shaun una sartoria, dove confeziona splendidi abiti per le uniche persone che possono permetterseli: la famiglia Boyle, composta da feroci gangster. Una sera, i due killer Richie BoyleFrancis bussano alla sua porta in cerca di un favore e Leonard viene coinvolto in un gioco mortale di inganni e omicidi. Da quel momento, la sua vita cambierà di nuovo, per sempre.

Ad interpretare Leonard vi è l’attore Mark Rylance, divenuto celebre al cinema grazie al film Il ponte delle spie, grazie al quale ha vinto il premio Oscar come Miglior attore non protagonista. L’attrice Zoey Deutch interpreta invece Mable Shaun, mentre Johnny Flynn è Francis e Dylan O’Brien è Richie Boyle. Completano il cast gli attori Nikki Amuka-Bird nel ruolo di Violet LaFontaine e Simon Russell Beale in quello di Roy Boyle.

La spiegazione del finale del film

Partiamo dal titolo del film: si tratta di un ovvio riferimento alle creazioni di Leonard. Il vestito del titolo si riferisce ad un abito disegnato per sé stesso da indossare nella sua nuova vita; e alle lettere scritte da Leonard, che finge di essere per conto di “The Outfit”, un sindacato criminale fondato da Al Capone negli anni Venti. La formulazione della corrispondenza da parte di Leonard indica l’intenzione di ingannare e far deragliare i suoi clienti fin dall’inizio.

Leonard vuole distruggere la banda di Boyle, poiché si è trasferito a Chicago per cercare di ricominciare da capo, lontano dal crimine organizzato che ha portato alla morte della moglie e della figlia. Il passato travagliato di Loneard e il fatto di essere involontariamente coinvolto nelle operazioni della banda di Boyle forniscono certamente notevoli incentivi per ingannarli. Tuttavia, in diversi momenti del film, Leonard sembra improvvisare il suo piano man mano che gli eventi si susseguono.

Nonostante la sua opposizione al crimine organizzato, le sue lettere rispondono più direttamente alla consapevolezza che Mable è la spia, utilizzando la relazione con Richie per informare l’FBI sulle operazioni della banda. Il finale di The Outfit vede allora Mable aiutare Leonard a smantellare la banda. Alla fine di The Outfit, Leonard spiega la realtà del suo passato in un appello al vendicativo Francis, rivelando i tatuaggi che sono stati nascosti sotto le sue maniche per tutto il film.

The Outfit cast

Leonard spiega che l’incendio che ha ucciso la sua famiglia non è stato un incidente, ma un atto dell’organizzazione criminale di cui in precedenza era stato uno spietato esecutore. Leonard è rimasto deluso da un particolare ordine che gli è stato impartito e ha deciso di abbandonare la vita criminale per dedicarsi a un nuovo mestiere. I suoi tatuaggi sono un segno permanente del suo passato. Detto questo, il finale di The Outfit rivela una conclusione molto più tragica per la storia di Leonard.

Il gangster movie si conclude con Leonard al punto di partenza: complice della violenza, con l’utensile del suo mestiere diventato l’arma del suo crimine. Mentre Francis sta morendo dopo essere stato pugnalato dalle forbici del sarto, Leonard si inginocchia su di lui, pronto a pugnalarlo brutalmente una seconda volta. In questo momento, Leonard sembra ineluttabilmente violento e il suo ex sé è di nuovo realmente presente.

Nonostante la dedizione di Leonard al suo nuovo mestiere, The Outfit suggerisce dunque che il suo passato è ineluttabile. Rendendosi conto che il suo progetto è stato rovinato da un po’ di sangue di Richie finito sulla manica della giacca, Leonard ricorre alla sostituzione della manica macchiata e ricomincia da capo. Ma le modifiche di Leonard sembrano sempre inutili e il suo abito viene ripetutamente rovinato da atti di violenza.

Alla fine Leonard brucia il negozio per costringersi a ricominciare da capo. Come aveva iniziato una nuova vita dopo il primo incendio, Leonard alla fine di The Outfit appicca un secondo incendio per iniziare un’altra nuova vita. In un certo senso, tutto si chiude a cerchio per lui. La narrazione indica dunque l’accettazione di Leonard di andare avanti, la sua riconciliazione con un senso di giustizia imperfetto e una dedizione duratura al suo mestiere.

Il trailer di The Outfit e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di The Outfit grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Apple TV, Prime Video e Netflix. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video.

The Out-Laws – Suoceri fuorilegge: tutto quello che c’è da sapere sul film Netflix

Dopo le commedie d’azione Murdery Mystery e il suo sequel Murder Mystery 2, ma anche The Man from Toronto e Autobiografia di un finto assassino, Netflix propone un nuovo film di questo genere nel proprio catalogo. Un film che, non appena uscito, è subito diventato uno dei titoli più visti del momento. Si tratta di The Out-Laws – Suoceri fuorilegge, diretto da Tyler Spindel (Il padre dell’anno, La Missy sbagliata) e scritto da Ben Zazove ed Evan Turner. Una storia che riprende la dinamica tra un futuro sposo che conosce i futuri suoceri (già vista in Ti presento i miei) per applicarla ad un contesto da heist movie, con conseguenti sospetti, imprevisti e relative gag.

Adam Devine, protagonista del film, ha ricevuto per la prima volta l’idea della storia dagli scrittori Zazove e Turner nel 2016. L’attore si era in quel momento scritto l’idea su un taccuino, per poi però dimenticarsene per diversi anni. Successivamente, ritrovando il taccuino, ha pensato che fosse un’ottima idea e ha ricontattato gli sceneggiatori, temendo però che i diritti fossero già stati venduti. Per sua fortuna, la sceneggiatura era ancora in cerca di una produzione e Devine è stata in grado di aiutarla a svilupparla. Con il contributo della Happy Madison Productions di Adam Sandler, il film ha così potuto prendere vita dopo anni di attesa.

Per tutti gli appassionati di questo genere di film si tratta del titolo da non lasciarsi sfuggire in questo periodo, capace di regalare colpi di scena e risate, grazie anche ad un quartetto di protagonisti irresistibile. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si indicherà anche come poter trovare e vedere il film all’interno della piattaforma streaming Netflix, unico luogo dove il film è presente.

La trama di The Out-Laws – Suoceri fuorilegge

Protagonista del film è Owen Browning, un giovane direttore di banca, che da sempre ha messo l’onestà e l’integrità professionale al primo posto. Owen è fidanzato e follemente innamorato di Parker, la donna che sta ora finalmente per sposare. Al loro matrimonio saranno presenti anche i genitori della ragazza, Billy e Lilly, che Owen non ha ancora mai conosciuto. L’idea di conoscere i suoceri è entusiasmante ma provoca in Owen anche diversi ovvi timori. Proprio in quei giorni, tuttavia, nella banca dove lavora Owen avviene un rapina con tanto di presa di ostaggi. A metter a segno il colpo sembra essere una famigerata banda di criminali, noti come i Banditi Fantasma.

Una serie di bizzarre coincidenze inducono piano piano Owen a pensare che i noti rapinatori non siano altri che i suoi futuri suoceri, appena arrivati in città per la celebrazione del matrimonio. Mentre cerca di indagare sul loro passato e sul loro potenziale coinvolgimento nell’accaduto, Owen si imbatte in segreti di famiglia che lo porteranno a fare scoperte sconvolgenti. Ben presto la situazione prenderà una piega imprevista e tutto sfocerà in un divertente caos che potrebbe mettere a rischio il suo rapporto con Parker.

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Il cast di The Out-Laws – Suoceri fuorilegge

Ad interpretare il giovane Owen vi è l’attore Adam DeVine, noto per i film Pitch Perfect e Non è romantico?, mentre nel ruolo di Parker vi è Nina Dobrev, celebre per aver recitato in The Vampire Diaries. Nel film quest’ultima sfoggia molti tatuaggi, che però non possiede nella realtà e che le sono dunque stati applicati appositamente per il suo personaggio. I due attori, inoltre, sono amici nella realtà e avevano già recitato insieme nel 2015 in The Final Girls. Di DeVine la Dobrev ha dichiarato che “è semplicemente un ragazzo eccezionale e forse il mio co-protagonista preferito con cui abbia mai lavorato”.

Nei panni dei genitori di Parker, Billy e Lilly, si ritrovano invece gli attori Pierce Brosnan e Ellen Barkin. Il primo è noto per numerosi film, tra cui quelli in cui ha recitato come James Bond. La Barkin è invece nota per film come La contropartita, Seduzione pericolosa e, più di recente, per la serie Animal Kingdom. Oltre a questo quartetto centrale, il cast di The Out-Laws comprende anche Michael Rooker nei panni di Roger Oldham, Poorna Jagannathan in quelli di Rehan Zakaryan, Julie Hagerty come Margie Browning e Richard Kind nei panni di Neil Browning. Lil Rel Howery interpreta Tyree, mentre Blake Anderson è il cugino RJ, Lauren Lapkus è Phoebe King e Laci Mosley interpreta Marisol.

Il trailer di Out-Laws – Suoceri fuorilegge e come vederlo in streaming su Netflix

Come anticipato, è possibile fruire di The Out-Laws – Suoceri fuorilegge unicamente grazie alla sua presenza nel catologo di Netflix, dove attualmente è al 1° posto della Top 10 dei film più visti sulla piattaforma in Italia. Per vederlo, basterà dunque sottoscrivere un abbonamento generale alla piattaforma scegliendo tra le opzioni possibili. Si avrà così modo di guardare il titolo in totale comodità e al meglio della qualità video, avendo poi anche accesso a tutti gli altri prodotti presenti nel catalogo.

Fonte: IMDb, Netflix

The Out-Laws – Suoceri fuorilegge: trailer del film Netflix con Pierce Brosnan

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Netflix USA ha diffuso il trailer ufficiale di The Out-Laws – Suoceri fuorilegge. Il film è interpretato da Adam DeVine nei panni di un direttore di banca che scopre che i suoi futuri suoceri sono famigerati ladri. Il film sarà disponibile in streaming dal 7 luglio.

Il contributo presenta Owen di DeVine mentre incontra i genitori della sua fidanzata Parker, interpretati da Pierce Brosnan ed Ellen Barkin. Dopo che Parker viene rapita per un riscatto dai nemici dei suoi genitori, Owen si allea con i suoceri in una rapina in banca per ottenere i soldi.

In The Out-Laws – Suoceri fuorilegge Owen Browning (Adam Devine) è un onesto direttore di banca che sta per sposare Parker (Nina Dobrev), l’amore della sua vita. Quando la banca dove lavora viene rapinata dai famigerati Banditi Fantasma nella settimana prima del suo matrimonio, Owen crede che i futuri suoceri (Pierce Brosnan, Ellen Barkin), appena arrivati in città, siano i famosi fuorilegge.

The Others: la spiegazione del finale

The Others: la spiegazione del finale

Il film horror gotico del 2001 è tanto emozionante quanto avvincente, e il finale di The Others spiega che i veri temi della ghost story sono il dolore e il rimpianto. Grace Stewart (Nicole Kidman) e i suoi due figli, Nicholas (James Bentley) e Anne (Alakina Mann), vivono in una bella casa antica nel New Jersey dopo la morte del marito e del padre nella Seconda Guerra Mondiale. Invece di affidarsi esclusivamente agli spaventi, la storia soprannaturale di The Others si basa sulla potente interpretazione della Kidman, che fa del suo meglio per proteggere i figli dai fantasmi presenti nella loro casa.

Con un ritmo lento che crea un’intensa atmosfera di terrore, The Others è uno dei tanti film horror che andrebbero visti due volte, perché alla seconda visione è un’esperienza completamente diversa. Il colpo di scena nell’atto finale ridisegna la storia e spiega il vero significato della trama, dimostrando che nulla è come sembra, sia per il pubblico che per i personaggi della storia. A differenza di alcuni finali di film che sembrano illogici, il finale di The Others funziona perfettamente.

Qual è il colpo di scena di The Others?

colpo di scena The Others

Il primo colpo di scena di The Others è che Grace scopre di essere un fantasma, insieme ai domestici della sua casa e ai suoi figli, e che “gli altri” – i fantasmi che perseguitano Grace e i suoi figli – sono una nuova famiglia vivente che si è trasferita nella casa. È una verità difficile da comprendere per Grace, che è davvero convinta di essere ancora viva, e The Others fa in modo che sembri spaventata per tutto il film. La rivelazione avviene quando una medium tiene una seduta spiritica con una scrittura automatica che spiega che Grace si è tolta la vita e ha ucciso anche i suoi figli usando un cuscino.

Il colpo di scena finale di The Others lo distingue da altri film horror soprannaturali, perché è un modo unico di concludere la storia. Invece di far sì che Grace provi a toccare un’altra persona e si renda conto di essere invisibile, o un altro modo simile per far capire il punto, la scena della seduta spiritica è una scelta intelligente e inquietante. Poiché il medium è in contatto con il mondo degli spiriti, è la persona giusta per trasmettere queste informazioni, e la scrittura automatica è inaspettata.

Perché Grace ha ucciso i suoi figli?

Grace ha ucciso i suoi figli perché stava elaborando il lutto per la morte del marito Charles (Christopher Eccleston), avvenuta durante la Seconda Guerra Mondiale, e si sentiva in difficoltà. Si sentiva sola e non aveva nessuno con cui parlare dell’accaduto. Trascorreva il suo tempo cercando di prendersi cura dei figli e di fare buon viso a cattivo gioco. L’inizio di The Others lascia intendere la rivelazione che avverrà nel finale. Nella prima scena, Grace fa un brutto sogno, il che suggerisce che è perseguitata da qualcosa, e la Kidman sembra spaventata in ogni momento.

La spiegazione data nella maggior parte dei film soprannaturali è che i fantasmi non possono lasciare la casa se hanno un messaggio da trasmettere a una persona cara o un problema da risolvere. The Others segue questa formula: Grace è ancora nella casa di famiglia perché non riesce a superare il dolore che prova. Trova difficile elaborare le sue emozioni per il trauma della morte del marito. Quando uccide i suoi figli, la situazione si aggrava e lei blocca il momento dalla sua memoria quando inizia a infestare la casa di famiglia come un fantasma.

Grace e la sua famiglia se ne vanno?

The Others bimbi

Gli Altri hanno spiegato cosa è successo agli Stewart: Grace e i suoi figli continueranno a vivere nella casa perché non è pronta a lasciarla. Mentre Viktor (Alexander Vince) e i suoi genitori, che hanno acquistato la casa, decidono di vivere altrove, Bertha Mills (Fionnula Flanagan) dice a Grace che dovrà accettare che un’altra famiglia si trasferisca qui. Grace rifiuta questo avvertimento, dicendo che la casa appartiene ancora a lei. È intelligente che sia la signora Mills a condividere questa informazione, poiché pronuncia una delle battute più memorabili del film.

“A volte il mondo dei vivi si confonde con quello dei morti”.

Anche se non c’è un sequel, la fine di The Others suggerisce che gli spiriti di Grace, Nicholas e Anne risiederanno sempre nella loro casa e combatteranno con ogni nuova famiglia per stabilire chi debba essere il legittimo proprietario della proprietà. The Others mostra la determinazione di Grace alla fine della storia, perché ha perso molto e non vuole rinunciare al luogo che una volta confortava lei e la sua famiglia. Sembra sperare che possa fornire lo stesso calore di un tempo, ora che conosce la verità.

Le intelligenti allusioni al fatto che Grace e la sua famiglia sono morte

Sebbene The Others abbia un finale sorprendente, le successive visioni lasciano intendere che Grace, Nicholas e Anne sono fantasmi. I bambini hanno una malattia che li rende fotosensibili e non possono stare alla luce del sole. Sapendo che i bambini sono morti, è chiaro che la loro fotosensibilità è dovuta al fatto che sono fantasmi. È anche tematico, poiché Grace non vuole far luce metaforicamente sulla verità dell’aspetto pallido dei suoi figli o su ciò che ha fatto loro durante i loro ultimi momenti.

Dopo che Grace scopre che lei e i suoi figli sono morti, escono all’aperto e sentono il sole sul viso, un breve momento di felicità e libertà dopo le loro esperienze cupe. The Others è un film incredibilmente oscuro nel senso letterale del termine, e la mancanza di illuminazione assume un forte significato quando viene rivelato il colpo di scena. L’oscurità crea un’atmosfera memorabile e inquietante, ed è evidente che Grace e i suoi figli soffrono per aver trascorso così tanto tempo al chiuso. La rivelazione sarebbe stata meno d’impatto se la casa fosse stata ben illuminata e se la famiglia si fosse divertita spesso all’aperto.

Il vero significato del finale di The Others

Il vero significato del finale di The Others

Il finale di The Others spiega i temi del lutto, gli effetti residui della guerra e il modo in cui Grace cerca di andare avanti con la sua vita dopo la morte di una persona cara, ma non è mai la stessa. Il motivo per cui Grace e i suoi figli sono fantasmi è triste e parla del dolore che le famiglie provano quando perdono qualcuno. A differenza di altri film horror su entità soprannaturali, The Others è guidato dalle emozioni e dalla perdita. Grace non è mai riuscita a dire addio a Charles, mentre sapeva che la società si aspettava che andasse avanti.

The Others parla anche di problemi di salute mentale, perché Grace non ha ricevuto il sostegno di cui aveva bisogno quando era viva. Ha avuto difficoltà a crescere i figli da sola mentre il marito era in guerra e, dopo la sua tragica scomparsa, la sua vita è diventata ancora più difficile. Poiché il film è ambientato nel 1945, questo è realistico, perché Grace avrebbe sentito la pressione di nascondere i suoi sentimenti. La cupa conclusione di The Others sottolinea la mancanza di sistemi di supporto all’epoca e il fatto che non si parlasse apertamente di depressione.

The Others: il remake entra in sviluppo, Universal alla produzione

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Ad Aprile di quest’anno era arrivata la notizia che la Sentient Entertainment aveva acquistato i diritti per riportare la storia di The Others sul grande schermo. Stiamo ovviamente parlando dell’acclamatissimo horror psicologico diretto dal cileno Alejandro Amenábar e con protagonista una splendida Nicole Kidman in uno dei ruoli più belli della sua carriera.

Adesso, come riportato da Deadline, sarà la Universal Pictures a occuparsi della produzione e della distribuzione del film, che adesso è finalmente pronto per entrare nelle prime fasi di sviluppo. Il remake, di produzione americana (l’originale The Others era una co-produzione che ha coinvolto gli Stati Uniti, la Spagna, la Francia e anche l’Italia), sarà prodotto da Renee Tab e Christopher Tuffin della Sentient insieme a Lucas Aksoskin della Aliwen Entertainment.

Secondo le prime indiscrezioni, il remake tenterà un approccio contemporaneo alla storia raccontata da Amenábar nel suo film, ambientato nel 1945, subito dopo la fine della Seconda guerra mondiale. L’obiettivo della Sentient, infatti, sarebbe quello di coinvolgere un cast composti da volti più o meno noti di Hollywood. Il film originale incassò circa 200 milioni di dollari a livello mondiale ed è ancora oggi considerato uno dei migliori horror prodotti nello scorso decennio. Grazie al ruolo di Grace Stewart, Nicole Kidman ottene una nomination ai Golden Globes, ai BAFTA, ai Saturn Awards e ai Goya come migliore attrice.

The Others racconta la storia di Grace e dei suoi due figli che vivono in una grande casa isolata. Una strana malattia costringe i bambini a fuggire la luce. Nell’oscurità che avvolge la loro vita sta per accadere qualcosa di terribile e presto Grace dovrà affrontare la più profonda e angosciante delle paure.

The Others: il film con Nicole Kidman avrà un remake

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The Others: il film con Nicole Kidman avrà un remake

Sono trascorsi circa 20 anni dall’uscita nelle sale di The Others, l’acclamatissimo horror psicologico diretto dal cileno Alejandro Amenábar e con protagonista una splendida Nicole Kidman in uno dei ruoli più belli della sua carriera. Adesso, come apprendiamo da Deadline, la Sentient Entertainment ha acquistato i diritti per riportare la storia sul grande schermo.

Il remake, di produzione americana (l’originale The Others era una co-produzione che ha coinvolto gli Stati Uniti, la Spagna, la Francia e anche l’Italia), sarà prodotto da Renee Tab e Christopher Tuffin della Sentient insieme a Lucas Aksoskin della Aliwen Entertainment. Secondo le prime indiscrezioni, il remake tenterà un approccio contemporaneo alla storia raccontata da Amenábar nel suo film, ambientato nel 1945, subito dopo la fine della Seconda guerra mondiale.

Secondo la fonte, l’obiettivo della Sentient sarebbe quello di coinvolgere un cast composti da volti più o meno noti di Hollywood. Il film originale incassò circa 200 milioni di dollari a livello mondiale ed è ancora oggi considerato uno dei migliori horror prodotti nello scorso decennio. Grazie al ruolo di Grace Stewart, Nicole Kidman ottene una nomination ai Golden Globes, ai BAFTA, ai Saturn Awards e ai Goya come migliore attrice.

In arrivo il remake di The Others, il cult di Alejandro Amenábar con Nicole Kidman

The Others racconta la storia di Grace e dei suoi due figli che vivono in una grande casa isolata. Una strana malattia costringe i bambini a fuggire la luce. Nell’oscurità che avvolge la loro vita sta per accadere qualcosa di terribile e presto Grace dovrà affrontare la più profonda e angosciante delle paure.

The Other Woman: le foto di Cameron Diaz, Leslie Mann e Katie Upton a Monaco

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Ieri, 7 aprile 2014, Cameron DiazLeslie Mann e Katie Upton, le tre protagoniste di Tutte contro di lui The Other Woman,  hanno incontrato i fan e la stampa sul red carpet del Mathaeser Filmpalast di Monaco, Germania.

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The Other WomanTwentieth Century Fox, Tutte contro lui The Other Woman diretto da Nick Cassavetes, con Cameron Diaz , Leslie Mann , Nikolaj Coster-Waldau , Kate Upton , Taylor Kinney e Nicki Minaj.

Diretto da Nick CassavetesThe Other Woman si basa su una sceneggiatura di Melissa Stack e racconta la storia di  una donna (Diaz), che ,dopo aver scoperto che il suo fidanzato è sposato cerca di ricostruirsi la sua vita dopo la sconvolgente scoperta. Ma quando incontra casualmente la moglie del suo ex-fidanzato ( Mann ) , si rende conto che hanno molto in comune , e la sua nemica giurata diventa la sua più grande amica, quando l’ennesimo mascalzonata del marito viene scoperta (con la Upton), le tre donne si uniranno per cercare vendetta.

The Other Woman  uscirà nelle sale italiane il 19 Giugno 2014 .

The other side: trailer del film, dal 9 giugno al cinema

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The other side: trailer del film, dal 9 giugno al cinema

BiM Distribuzione ha diffuso il trailer del film The other side di Tord Danielsson e Oskar Mellander con Dilan Gwyn e Linus Wahlgren.

La trama di The other side

Shirin si è appena trasferita in una villa bifamiliare con il compagno Fredrik e il piccolo Lucas, figlio di Fredrik. Tutto sembra perfetto per iniziare una nuova vita insieme, ma ogni casa nasconde un segreto, che sia in soffitta o in cantina, gli incubi più inquietanti si nascondono nei posti più bui e spesso anche nelle zone d’ombra della nostra mente. E così, quando Fredrik parte per lavoro lasciando a casa suo figlio con la sua nuova mamma, accade qualcosa: strani rumori sembrano provenire dalla parte disabitata della villa. Chi si nasconde? Cosa c’è lì? E perché Lucas dice di aver trovato un amico nell’altra parte della casa?

Tratto da una inquietante storia vera, arriva in Italia l’horror campione d’incassi in Svezia.

The Other side of the Wind: trailer del film di Orson Welles

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The Other side of the Wind: trailer del film di Orson Welles

Netflix ha diffuso il trailer di The Other side of the Wind, l’inedito di Orson Wells che sarà presentato in anteprima al Festival di Venezia Venerdì 31 agosto.

The Other side of the Wind sarà distribuito su Netflix da Venerdì 2 novembre.

 
Nel 1970, il leggendario regista Orson Welles (QUARTO POTERE) iniziò le riprese di quella che sarebbe stata la sua ultima opera cinematografica con un cast di grandi personalità Hollywoodiane tra cui John Huston, Peter Bogdanovich, Susan Strasberg e la compagna di Welles nei suoi ultimi anni di vita, Oja Kodar. Accompagnata da difficoltà finanziarie, la produzione finì per trascinarsi per diversi anni acquistando fama ma senza essere mai completata e il film non fu mai distribuito. Oltre un migliaio di bobine di negativi rimasero a languire in un caveau a Parigi fino al marzo del 2017, quando i produttori Frank Marshall (che era stato production manager di Welles nelle fasi iniziali delle riprese) e Filip Jan Rymsza diedero impulso all’iniziativa di completare il film dopo quarant’anni.

Con una nuova colonna sonora del Maestro Premio Oscar Michel Legrand e ricostruito da una squadra tecnica di cui ha fatto parte il montatore Premio Oscar Bob Murawski, THE OTHER SIDE OF THE WIND è la realizzazione della visione di Orson Welles. Narra del regista brizzolato J.J. “Jake” Hannaford (Huston), che rientra a Los Angeles dopo diversi anni di esilio auto-imposto in Europa con l’intenzione di lavorare sul un film suo innovativo con la speranza di un ritorno in auge. Una satira del tradizionale sistema degli studi cinematografici e della New Hollywood che lo stava scuotendo, l’ultimo testamento artistico di Welles è una capsula del tempo di un’epoca ormai lontana nel mondo della produzione cinematografica e una “nuova” lungamente attesa opera di un maestro incontrastato.

The Other Side of the Wind: recensione del film di Orson Welles

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The Other Side of the Wind: recensione del film di Orson Welles

Incompiuto per oltre 50 anni, trova la sua strada verso la sala cinematografica grazie ad un’operazione certosina, che sintetizza 96 ore di girato in due ore film film, presentato a Venezia 75, come evento speciale: The Other Side of the Wind, di Orson Welles è stato completato.

Per lungo tempo il film è rimasto “nel cassetto” salvo poi essere preso e portato a compimento per volontà di Peter Bogdanovich, con l’aiuto del montatore Bob Murawski e scelto da Barbera come gioiello all’interno del programma della Mostra del 2018. Il film è dunque prima di tutto un omaggio di un allievo al maestro, che porge omaggio e si presta al gioco di specchi e rimandi che mescola la vita del protagonista del film, Jake Hannaford (John Huston), con quella di Welles stesso.

The Other Side of The Wind può essere letto come una riflessione sul doppio, sulla presenza di vecchio e nuovo che si fronteggiano, nell’arte e nella vita. Le due parti prendono le sembianze di Hannaford / Huston da una parte, e di Otterlake / Bogdanovich, dall’altra, il giovane. La stratificazione dell’opera si arricchisce, oltre alla riflessione sugli opposti, anche del tema del doppio, di echi shakespeariani, di riflessioni derivanti anche dal periodo storico in cui Welles girò. Un miscuglio anarchico che trova la sua forma grazie a un’opera di riorganizzazione monumentale.

Nonostante l’egregio lavoro svolto da Bogdanovich e la compiutezza dell’arco narrativo, il film denuncia la sua produzione travagliata, che ne rende difficile la visione e che gli conferisce prevalentemente un valore simbolico, in quanto riporta al cinema il nome di un dei più grandi della storia della settima arte.

The Other Side Of The Door: nuovo trailer con Sarah Wayne Callies

È online il nuovo trailer di The Other Side of the Door, il nuovo film horror diretto da Johannes Roberts, che arriverà al cinema dal 3 marzo 2016. Eccolo:

The Other Side of the Door, il nuovo horror diretto da Johannes Roberts con Sarah Wayne Callies e Jeremy Sisto. Il film – prodotto da Alexandre Aja, Rory Aitkne e Ben Pugh – sarà al cinema dal 3 marzo 2016, distribuito da 20th Century Fox italia.

The Other Side of the Door racconta la vicenda di una famiglia che, durante una tranquilla vacanza, viene colpita da un tragico incidente che porta alla morte del loro giovane figlio. La madre – inconsolabile – venendo a conoscenza di un antico rituale in grado di riportare indietro suo figlio per un ultimo saluto, intraprende un viaggio verso un antico tempio. La donna scopre così una misteriosa porta, il confine tra il mondo dei vivi e dei morti.  Quando però disobbedisce al sacro ordine di non aprirla, l’equilibrio tra i due mondi viene sconvolto.

Fonte: Comingsoon.net

The Other Side of the Door: il terrificante trailer con Sarah Wayne Callies

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Guarda il trailer di The Other Side of the Door, il nuovo film horror diretto da Johannes Roberts, al cinema dal 3 marzo 2016.

The Other Side of the Door, il nuovo horror diretto da Johannes Roberts con Sarah Wayne Callies e Jeremy Sisto. Il film – prodotto da Alexandre Aja, Rory Aitkne e Ben Pugh – sarà al cinema dal 3 marzo 2016, distribuito da 20th Century Fox italia.

The Other Side of the Door racconta la vicenda di una famiglia che, durante una tranquilla vacanza, viene colpita da un tragico incidente che porta alla morte del loro giovane figlio. La madre – inconsolabile – venendo a conoscenza di un antico rituale in grado di riportare indietro suo figlio per un ultimo saluto, intraprende un viaggio verso un antico tempio. La donna scopre così una misteriosa porta, il confine tra il mondo dei vivi e dei morti.  Quando però disobbedisce al sacro ordine di non aprirla, l’equilibrio tra i due mondi viene sconvolto.

The Orville non è ancora “morto” per Scott Grimes e Seth MacFarlane

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Il creatore, scrittore e protagonista di The Orville, Seth MacFarlane, che ha interpretato il capitano Edward Mercer, ha suggerito che l’acclamata serie non è ancora finita. Nonostante il futuro incerto dello show, il regista di Ted ha offerto una risposta vaga sulla possibile quarta stagione di The Orville.

Tutto quello che posso dirvi è che non esiste un certificato di morte ufficiale per The Orville“, ha dichiarato MacFarlane a TheWrap. “È ancora con noi. Al momento non posso spingermi oltre. Ci sono troppi fattori“.

D’altra parte, anche il co-protagonista di MacFarlane, Scott Grimes – che nella serie interpretava il tenente Gordon Malloy – ha dichiarato a TheWrap che le conversazioni sulla quarta stagione sono iniziate anche prima dell’inizio degli scioperi di Hollywood.

So che ne stiamo ancora parlando. Non è morta in nessun modo. Si tratta solo di capire quando, dove e come e di costruire di nuovo il materiale”, ha detto Grimes. “Sono entusiasta perché è una delle cose più belle su cui lavorare. Quindi incrocio le dita. So che Seth vuole farlo e di solito ha molto potere. Spero che ci riesca perché è una delle sue creature che ama e su cui è un piacere lavorare“.

Di cosa parla The Orville?

Omaggio di MacFarlane a Star Trek e al suo spin-off Next Generation, The Orville – ambientato in un futuro lontano – segue l’equipaggio della U.S.S. Orville in missione per esplorare i misteri dell’universo. Le prime due stagioni di The Orville sono andate in onda su Fox, prima che Hulu acquistasse la serie per una terza stagione. La terza stagione, intitolata The Orville: New Horizons, ha debuttato il 10 marzo 2022.

Oltre a MacFarlane e Grimes, il resto del cast di The Orville comprende anche Adrianne Palicki, Penny Johnson Jerald, Peter Macon, J. Lee, Mark Jackson, Jessica Szohr, Halston Sage e Anne Winters.

The Orphanage: recensione del film di J.A. Bayona

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The Orphanage: recensione del film di J.A. Bayona

The Orphanage è il film del 2007 diretto da J.A. Bayona e con protagonisti Belén Rueda (Laura), Fernando Cayo (Carlos), Roger Princep (Simòn), Montserrat Carulla (Benigna), Geraldine Chaplin (Aurora).

 

The Orphanage Trama

Laura e Carlos, moglie e marito poco meno che quarantenni, vanno a vivere in una grande casa, un tempo sede dell’orfanotrofio in cui Laura ha vissuto parte dell’infanzia, con l’intenzione di aprirvi un centro per bambini. Con i due c’è il piccolo Simòn, figlio adottivo e affetto da HIV.

Il bambino comincia ben presto a parlare di giochi con amici immaginari, ma sembra che lo faccia solo per ovviare alla solitudine. Il giorno dell’inaugurazione della struttura, Simòn, dopo aver fatto arrabbiare la madre proprio a causa di Tomas, uno dei suoi amici immaginari, scompare.

Passano dei mesi: le ricerche della polizia sono sterili e Laura crede sempre di più che gli amici immaginari di Simòn c’entrino con la sua scomparsa. Infine, passando per la regressione di una medium Laura scopre la dura verità.

The Orphanage Analisi 

È un film horror, The Orphanage? A suo modo, sì. Il primo lungometraggio di J. A. Bayona segue una certa recente tendenza del genere (si pensi a The Others di Amenabar, non a caso prodotto sempre da Guillermo del Toro) a organizzarsi e svilupparsi sui binari dell’inquietudine, del dubbio, lasciando da parte (del tutto o quasi) truculenze, sbalzi di volume e mannaie. La paura e il mistero in The Orphanage si presentano sotto forma di un passato che ritorna; ritorna perché Laura, personaggio-porta che permette il contatto tra ora ed allora, tornando al vecchio orfanotrofio, ne va a sfiorare e pungolare il sonno leggero.

Il punto di forza del film sta nella sfida che propone allo spettatore: credere ai fantasmi e alla natura soprannaturale dell’enigma del film, o restare incollati alla razionalità, pensando che ogni apparente manifestazione dell’irrazionale, dell’aldilà, per quanto forte, sia solo una suggestione? Ovvero, stare con Laura, madre disperata che sceglie di cedere e credere alle presenze, o con il marito medico Carlos, per il quale la medium è una fattucchiera, le voci intercettate dei bambini fantasma una bieca impostura, e l’unica soluzione – un po’ codarda, testimone forse d’una paura che giocoforza dà credito all’irrazionale – è lasciare la casa e cambiare vita? Non è facile, per chi guarda, decidere da che parte stare, ed è un bene, una strategia efficace, che rende spesso ambiguo lo statuto di ciò che viene mostrato: relazione oggettiva della horror-cinepresa o esplorazione e proiezione dei pensieri, delle paure e delle suggestioni di Laura?

La storia è costellata di indizi, ora forniti dai fantasmini per dar vita a cacce al tesoro dagli esiti decisivi, ora, più globalmente, dal racconto audiovisivo, per invitare lo spettatore a costruire la propria versione dei fatti, a farsi un’idea circa la fine di Simòn. A volte – non che sia un male – la sceneggiatura sembra desunta da un videogame pieno di indovinelli e prove. Bayona ricorre ad alcuni mezzi, forse con un po’ di pesantezza, per chiarire un intreccio a tratti complicato: le chiarificazioni fornite dai personaggi, in particolare una spiegazione data da Laura nella seconda parte del film circa le intenzioni e la natura delle presenze, e i super 8 di Benigna Escovedo, ex dipendente dell’orfanotrofio e madre dello sfigurato Tomas, morto tragicamente per uno scherzo degli orfanelli ospiti del ricovero.

Da sottolineare un uso sapiente della colonna sonora, in particolare dei rumori, che entrano nel gioco di decifrazione e interpretazione caratterizzante l’intera storia. Ben studiata anche la gestione luministica della messa in scena, che rifugge le banali coppie luce/bene e buio/male, preferendo insinuare il mistero, diffuso e strisciante, sia nel buio, nei diversi bui della grande indomabile dimora, sia nella luce, e in quella quasi abbagliante dei lontani giochi dell’orfanotrofio, e in quella più tenue del giardino in cui si svolge la festicciola in maschera che dovrebbe inaugurare il centro d’assistenza per bambini.

Un ultimo punto: il film è arrivato in Italia con l’ammiccante titolo The Orphanage (L’originale è El Orfanato, cioè L’orfanotrofio), che rinvia a oggetti diversi, del tipo che, legittimamente e serialmente, arrivano in Europa attraversando l’Atlantico. Un rinforzo in questo senso viene da una delle due locandine ufficiali, che presenta Tomas con la sua maschera da coniglio disgraziato, anti-Bianconiglio parente del pupazzo di Issues dei Korn, alla stregua di un novello Chucky pronto a far macelleria.

Con The Orphanage non si salta sulla sedia, né si esita a spegnere l’abatjour per dormire. Ma le emozioni forti, e durature, non mancano, perché l’opera prima di Bayona ci parla, prendendola sul serio, della morte: enorme, casuale, irreparabile.

The Originals: Sizzle Reel dal Comic Con 2015

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The Originals: Sizzle Reel dal Comic Con 2015

Arriva dal Comic Con 2015 il video Sizzle Reel di The Originals, la serie di successo targata The CW.

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The Originals è una serie televisiva statunitense di genere fantasy, creata da Julie Plec, che ha debuttato il 3 ottobre 2013 sul network The CW. Si tratta di uno spin-off della serie televisiva The Vampire Diaries, il cui backdoor pilot è stato trasmesso il 25 aprile 2013 come ventesimo episodio della quarta stagione della serie principale.

La serie è ambientata nel quartiere francese della città di New Orleans e segue le vicende dell’ibrido Originale Klaus e dei suoi due fratelli Elijah eRebekah.

Niklaus Mikaelson è l’ibrido appartenente alla famiglia dei Vampiri Originali che si trasferisce dalla cittadina di Mystic Falls (Virginia) a New Orleans, città che lui e i suoi fratelli contribuirono a costruire ma che poi abbandonarono per fuggire da loro padre, che gli dava la caccia. Con il suo ritorno, Klaus scopre che Marcel, vampiro che lui stesso trasformò secoli prima, detiene il controllo del quartiere francese della città e di tutte le creature sovrannaturali che lo abitano, comprese le streghe che non possono praticare la magia senza il suo permesso. Quest’ultime, guidate dalla giovane strega Sophie Deveraux, vogliono stipulare un patto con Klaus: se lui le aiuterà ad eliminare Marcel loro proteggeranno Hayley, la giovane licantropa che aspetta un figlio da lui. Klaus, spinto dalla voglia di rubare il controllo della città a Marcel e convinto dal fratello maggioreElijah, accetta il patto e decide di rimanere a New Orleans. Mesi dopo, anche Rebekah, la sorella di Klaus ed Elijah, giunge in città e si ricongiunge con i suoi fratelli.

The Originals: CW lancia una webserie incentrata su Kol

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The-OriginalsMentre cresce l’attesa per i nuovi episodi di The Originals 2, il network americano CW sta per lanciare una webserie incentrata su uno dei personaggi di The Originals, ovvero Kol. Le intenzioni del network sono quelle di creare un maggiore approfondimento legato allo show e regalare così più dettagli sulla storia passata del personaggio, che nella webserie avrà il volto di Nathaniel Buzolic, l’originale interprete di Kol, e non di Daniel Sharman come nella seconda stagione di The Originals.

The Originals: Awakening debutterà il 10 novembre su www.cwtv.com

LEGGI ANCHE: The Originals 2, Sebastian Roché parla del suo ritorno

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The Originals è una serie televisiva statunitense di genere fantasy, creata da Julie Plec, che ha debuttato il 3 ottobre 2013 sul network The CW. Si tratta di uno spin-off della serie televisiva The Vampire Diaries, il cui backdoor pilot è stato trasmesso il 25 aprile 2013 come ventesimo episodio della quarta stagione della serie principale.

La serie è ambientata nel quartiere francese della città di New Orleans e segue le vicende dell’ibrido Originale Klaus e dei suoi due fratelli Elijah eRebekah.

Niklaus Mikaelson è l’ibrido appartenente alla famiglia dei Vampiri Originali che si trasferisce dalla cittadina di Mystic Falls (Virginia) a New Orleans, città che lui e i suoi fratelli contribuirono a costruire ma che poi abbandonarono per fuggire da loro padre, che gli dava la caccia. Con il suo ritorno, Klaus scopre che Marcel, vampiro che lui stesso trasformò secoli prima, detiene il controllo del quartiere francese della città e di tutte le creature sovrannaturali che lo abitano, comprese le streghe che non possono praticare la magia senza il suo permesso. Quest’ultime, guidate dalla giovane strega Sophie Deveraux, vogliono stipulare un patto con Klaus: se lui le aiuterà ad eliminare Marcel loro proteggeranno Hayley, la giovane licantropa che aspetta un figlio da lui. Klaus, spinto dalla voglia di rubare il controllo della città a Marcel e convinto dal fratello maggioreElijah, accetta il patto e decide di rimanere a New Orleans. Mesi dopo, anche Rebekah, la sorella di Klaus ed Elijah, giunge in città e si ricongiunge con i suoi fratell