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Splash: in arrivo il remake del film di Ron Howard

In una recente intervista con la CNBC, il produttore Brian Grazer ha annunciato che la Image Entertainment ha in cantiere un remake di Splash Una Sirena a Manhattan, la commedia diretta nel 1984 da Ron Howard.

Grazer, che del film originale aveva scritto il soggetto, ha dichiarato: “Ho intenzione di rifare Splash. Ho intenzione di farlo raccontando la storia dal punto di vista di… non posso ancora svelarlo. C’è già una star del cinema coinvolta, ma non è ancora stata annunciata”.

Facendo poi riferimento alla prima versione del film di Howard (dal titolo Wet) che raccontava la storia dal punto di vista della sirena protagonista, il produttore ha aggiunto: “Ci baseremo su quella versione, ma non posso rivelarvi il colpo di scena”.

splash

Splash Una sirena a Manhattan è un film del 1984 diretto da Ron Howard, con protagonisti Tom Hanks e Daryl Hannah. Per la sceneggiatura del film Brian Grazer, insieme a Lowell Ganz, Babaloo Mandel e Bruce Jay Friedman, aveva ricevuto una nomination agli Oscar del 1985 per la Miglior Sceneggiatura Originale.

Il film originale racconta la storia di una bionda sirena che appare un giorno dalle rocce sotto alla Statua della Libertà a New York. Non ha la coda, ma splendide gambe – nude come tutto il resto – per cui la portano al più vicino posto della polizia. La incontra Allen, titolare con il fratello Freddy un commercio di frutta e verdura al mercato all’ingrosso. Allen non può certo riconoscere in lei la sirenetta intravista sott’acqua, una volta che da bambino era piombato in mare da un traghetto. Eppure è proprio lei (che, tra l’altro, gli ha salvato una seconda volta la vita da adulto). E’ venuta a cercarlo, concedendo a se stessa sette giorni di vacanza e imponendosi di non rivelargli nulla della sua natura. Così la fanciulla, che Allen battezza Madison, gli si installa in casa…

Fonte: CS

 
 

Splash di Ron Howard: scelti i protagonisti del remake

A giugno vi abbiamo riportato la notizia che la Walt Disney Pictures e la Image Entertainment hanno in cantiere un remake di Splash Una Sirena a Manhattan, la commedia diretta nel 1984 da Ron Howard.

Splash: in arrivo il remake del film di Ron Howard

Oggi sono stati annunciati i nomi dei due attori che prenderanno parte al nuovo film in qualità di protagonisti: Deadline, infatti, annuncia che saranno Channing Tatum e Jillian Bell (che al fianco di Tatum aveva già recitato in 22 Jump Street) ad apparire nel film e a raccogliere l’eredità di Tom Hanks e Daryl Hannah (che recitarono nella pellicola originale).

La vera notizia è però che il remake offrirà una variante della storia raccontata nel film di Howard piuttosto insolita: sarà infatti Channing Tatum ad interpretare il ruolo che fu di Daryl Hannah (personaggio che da sirena verrà trasformato in tritone), mentre Jillian Bell interpreterà la versione femminile del personaggio di Tom Hanks.

Cosa ne pensate?

splash

Splash Una sirena a Manhattan è un film del 1984 diretto da Ron Howard, con protagonisti Tom Hanks e Daryl Hannah. Per la sceneggiatura del film Brian Grazer, insieme a Lowell Ganz, Babaloo Mandel e Bruce Jay Friedman, aveva ricevuto una nomination agli Oscar del 1985 per la Miglior Sceneggiatura Originale.

Il film originale racconta la storia di una bionda sirena che appare un giorno dalle rocce sotto alla Statua della Libertà a New York. Non ha la coda, ma splendide gambe – nude come tutto il resto – per cui la portano al più vicino posto della polizia. La incontra Allen, titolare con il fratello Freddy un commercio di frutta e verdura al mercato all’ingrosso. Allen non può certo riconoscere in lei la sirenetta intravista sott’acqua, una volta che da bambino era piombato in mare da un traghetto. Eppure è proprio lei (che, tra l’altro, gli ha salvato una seconda volta la vita da adulto). E’ venuta a cercarlo, concedendo a se stessa sette giorni di vacanza e imponendosi di non rivelargli nulla della sua natura. Così la fanciulla, che Allen battezza Madison, gli si installa in casa…

Fonte: Deadline

 
 

Splash – Una sirena a Manhattan: dal cast al sequel, tutte le curiosità sul film

Splash - Una sirena a Manhattan sequel
Tom Hanks e Daryl Hannah in Splash - Una sirena a Manhattan. © 1984 - Touchstone Pictures. All rights reserved.

Nel corso della sua carriera il premio Oscar Ron Howard si è cimentato nella regia di film di genere continuamente diverso. Dal sentimentale Cuori ribelli al dramma spaziale Apollo 13, dal biografico A Beautiful Mind al thriller Il codice Da Vinci, dal western The Missing al fantascientifico Solo: A Star Wars Story. Nella sua filmografia si possono però ritrovare anche opere di genere commedia fantasy con elementi da film sentimentale, tra cui spicca in particolare Splash – Una sirena a Manhattan, da lui realizzato nel 1984.

Prima che venisse realizzato, il produttore Brian Grazer, storico collaboratore di Howard, aveva proposto il film a numerosi studios, ma era stato ripetutamente rifiutato fino a quando la Walt Disney Productions accettò di produrlo. La chiave del successo della proposta fu che Grazer cambiò la descrizione della premessa, passando dall’idea di una sirena che si adatta alla vita a New York a quella di una storia d’amore di un uomo comune che incontra una sirena a New York. La storia venne apprezzata a tal punto da ricevere poi la candidatura al Premio Oscar come Miglior sceneggiatura originale.

Per gli appassionati del genere, si tratta dunque di un cult da recuperare assolutamente qualora non lo si sia già visto, capace di regalare emozioni e risate. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Splash – Una sirena a Manhattan. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Splash - Una sirena a Manhattan trama
Daryl Hannah in Splash – Una sirena a Manhattan. © 1984 – Touchstone Pictures. All rights reserved.

La trama di Splash – Una sirena a Manhattan

Il film racconta la storia di un amore speciale tra una sirena e un giovane ragazzo. Tutto ha inizio a Capo Cod, dove un ragazzino si butta in acqua da una barca: nel mare incontra una piccola sirenetta che sta nuotando. Quando si risveglia scopre di essere stato salvato da un marinaio e riportato a bordo. Passano vent’anni e Allen, un ragazzo che vende frutta e verdura ai mercati generali di Manhattan col fratello Freddie, è triste perché la sua fidanzata lo ha mollato. Così arriva a Capo Cod e, cadendo da una barca, finisce in mare, rischiando di annegare.

Viene portato in salvo a riva da una bella sirena, oggetto delle ricerche di uno strano scienziato, il dottor Walter Kornbluth. Da quel momento, la creatura decide di seguire il giovane in città, dove in breve i due si innamorano. La sirena, però, custodisce un terribile segreto che non può rivelargli e, non appena la luna sarà piena, dovrà obbligatoriamente ripartire. A complicare ulteriormente le cose ci pensa lo scienziato che, riconoscendo la foto della creatura marina sul giornale, decide di raggiungerla per svelare a tutti la sua vera identità.

Il cast del film

Per il ruolo di Allen Bauer si pensò ad attori come Bill Murray e John Travolta, ma il ruolo venne alla fine affidato al meno conosciuto Tom Hanks, ritenuto più adatto ad interpretare un uomo qualunque. Hanks ha in seguito rivelato di aver avuto difficoltà nelle scene sott’acqua, poiché in quanto fumatore non riusciva a trattenere il fiato troppo a lungo. Nel ruolo di suo fratello Freddie Bauer vi è invece l’attore John Candy, mentre lo scienziato Walter Kornbluth è interpretato da Eugene Levy, celebre per aver poi interpretato il padre del protagonista di American Pie.

Per il ruolo della sirena Madison, invece, vennero prese in considerazione le attrici Michelle Pfeiffer, Diane Lane e Sharon Stone, ma il ruolo venne infine affidato a Daryl Hannah. La coda da sirena da lei indossata era perfettamente funzionante e le permetteva di nuotare così velocemente che era difficile tenere il passo con lei. Tuttavia, la coda del film, eccezionalmente dettagliata, era molto difficile da rimuovere e così l’attrice la dovette spesso tenere anche durante le pause, cosa che la costringeva a restare nella vasca e a farsi portare il pranzo lì dai suoi colleghi.

Splash - Una sirena a Manhattan Tom Hanks
Tom Hanks in Splash – Una sirena a Manhattan. © 1984 – Touchstone Pictures. All rights reserved.

Il sequel e il remake del film

Dato il successo del film, nel 1988 è stato realizzato un sequel per la televisione intitolato Splash, Too, diretto da Greg Antonacci. Pur presentando gli stessi personaggi del film di Howard, ponendosi dunque a tutti gli effetti come un suo seguito diretto, nessuno degli attori originali del cast tornò ad interpretare il proprio ruolo. Questo sequel, inoltre, contraddice la rivelazione finale del primo film secondo cui se Allen va a vivere nel mare, non può più tornare. Nel giugno 2016, il produttore Brian Grazer ha invece annunciato di essere al lavoro su un remake dell’originale Splash – Una sirena a Manhattan.

Come da lui rivelato, questa nuova versione verrebbe raccontata dal punto di vista della creatura marina, più in linea con le prime bozze del film originale. Stando a quanto inizialmente riportato, gli attori Jillian Bell e Channing Tatum avrebbero interpretato rispettivamente una donna umana e un tritone, ma di ciò ad oggi non vi è una conferma ufficiale. Nel febbraio 2023, è stato poi riferito che Sarah Rothschild scriverà la sceneggiatura, ma da quel momento non si sono avuti altri dettagli riguardo a questo progetto.

Il trailer di Splash – Una sirena a Manhattan e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Splash – Una sirena a Manhattan grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple TV e Disney+. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 7 agosto alle ore 21:30 sul canale Rai 1.

 
 

Spirited, le prime immagini della commedia con Ryan Reynolds

Spirited

Da Apple Original Films arriva Spirited, una moderna interpretazione musicale della classica storia natalizia di Charles Dickens “A Christmas Carol”, ecco le prime immagini:

Regia:                  Sean Anders

Sceneggiatori:    Sean Anders, John Morris

Cast:                    Will Ferrell, Ryan Reynolds, Octavia Spencer, Patrick Page,
Sunita Mani, Loren Woods, Joe Tippett, Marlow Barkley, Jen Tullock

Produttori:           Sean Anders, John Morris, Ryan Reynolds, George Dewey,
Will Ferrell, Jessica Elbaum, David Koplan

 
 

Spirited – Magia di Natale: teaser della commedia musicale con Will Ferrell e Ryan Reynolds

Oggi Apple Original Films ha presentato il teaser trailer dell’attesa commedia musicale natalizia Spirited – Magia di Natale, interpretata da Will Ferrell, Ryan Reynolds e Octavia Spencer.

Ogni vigilia di Natale, il Fantasma del Natale Presente (Will Ferrell) sceglie un’anima perduta da redimere attraverso la visita di tre spiriti. Ma questa volta ha scelto lo Scrooge sbagliato. Clint Briggs (Ryan Reynolds) stravolge le carte in tavola e il suo ospite fantasma si ritrova a riesaminare il proprio passato, presente e futuro. Per la prima volta, “A Christmas Carol” viene raccontato dal punto di vista dei fantasmi in questa esilarante rivisitazione musicale del classico racconto di Dickens.

Dal regista Sean Anders (“Daddy’s Home”, “Instant Family”), scritto da Sean Anders e John Morris, con canzoni originali dei Premi Oscar® Benj Pasek e Justin Paul (“La La Land”) e le coreografie di Chloe Arnold (“The Late Late Show with James Corden”), “Spirited – Magia di Natale” è una dolce e piccante delizia natalizia.

  • Regia: Sean Anders
  • Sceneggiatori: Sean Anders, John Morris
  • Cast:Will Ferrell, Ryan Reynolds, Octavia Spencer, Patrick Page, Sunita Mani, Joe Tippett, Marlow Barkley, Jen Tullock
  • Produttori: Sean Anders e John Morris attraverso Two Grown Men, David Koplan e George Dewey attraverso Maximum Effort Productions Will Ferrell e Jessica Elbaum attraverso Gloria Sanchez
  • Produttori esecutivi: Diana Pokorny, Benj Pasek e Justin Paul
 
 

Spirited – Magia di Natale, recensione del film con Will Ferrell e Ryan Reynolds

Spirited - Magia di Natale

C’era davvero bisogno dell’ennesima trasposizione cinematografica di A Christmas Carol di Charles Dickens? Dopo aver visto Spirited – Magia di Natale, il musical diretto da Sean Anders, la risposta è assolutamente – e sorprendentemente – sì.

Spirited – Magia di Natale, una rivisitazione intelligente

Rivisitando il capolavoro letterario in chiave moderna, adattandolo cioè non soltanto alla società contemporanea con le sue contraddizioni ma anche alle esigenze di un pubblico sempre più smaliziato, Spirited – Magia di Natale porta a compimento un’operazione che fonde con pienezza e coerenza classico e nuovo, creando una commistione che sprizza energia e vitalità da ogni fotogramma. A partire proprio dai numeri musicali e coreografici che rappresentano il meglio della confezione del film: già le prime due sequenze che presentano i rispettivi protagonisti – il fantasma del presente interpretato da Will Ferrell e lo Scrooge dei nostri giorni che invece ha volto e fisico di Ryan Reynolds – regalano al pubblico momenti che appartengono di diritto al miglior musical contemporaneo.

Uno spettacolo “sprecato” per lo streaming

La messa in scena è elegante nelle scenografie, moderna nei costumi, curata nella fotografia: una confezione che permette ad Anders di “liberare” la propria inventiva e costruire col montaggio uno spettacolo che appare quasi sprecato per lo schermo ridotto di un televisore o ancor peggio di un computer. Spirited è chiaramente stato ideato e realizzato senza alcun risparmio di inventiva o energia, sia a livello visivo che nella costruzione narrativa: ci troviamo infatti finalmente di fronte a un prodotto le cui continue trovate, capovolgimenti e sorprese non solo volti solamente all’intrattenimento vorticoso quanto piuttosto a creare una trama che permetta lo sviluppo preciso dei due personaggi principali.

Pur risultando un film che non ci spaventa definire scatenato, Spirited possiede una sua progressione narrativa ben precisa e soprattutto ci permette di scoprire scena dopo scena due psicologie che, magari non nuovissime, sono comunque dotate di un arco narrativo solido, coinvolgente. E pur trattandosi di un film che vuole portare al pubblico un messaggio positivo, quello di Anders non è assolutamente buonista, tutt’altro.

La novità della trasposizione cinematografica

La novità di questa trasposizione contemporanea sta nel raccontare che in fondo non si deve necessariamente cambiare in toto per risultare persone migliori. Anche accettando la propria natura, per quanto cinica, si può riuscire a vedere il lato migliore della vita. Un discorso affatto scontato e soprattutto sviluppato con intelligenza e una discreta dose di tatto.

E questo ci porta a scrivere di Ferrell e Reynolds, due interpreti per molto, forse troppo tempo abbiamo visto sprecare la loro innata simpatia andando incontro al facile consenso del pubblico. Per carità, in qualche occasione hanno entrambi azzeccato film di genere con un certo spessore e qualcosa da dire: ma chi non ci è riuscito a Hollywood? Ebbene, con Spirited – Magia di Natale fronteggiano il possibile preconcetto di chi scrive – perché, meglio ammetterlo, di questo potrebbe trattarsi… – offrendo due prove maiuscole, complete sotto ogni punto di vista: i due riempiono lo schermo grazie a un’alchimia impossibile da ignorare, si esibiscono in notevoli numeri musicali così come in scene di forza emotiva indubbia. Ad aiutarli un cast di supporto encomiabile, in cui dobbiamo citare la sempre efficace Octavia Spencer e una carismatica Sunita Mani. 

Lo spirito di Dickens viene rispettato e abbracciato

Realizzato per Apple TV +, Spirited è probabilmente il miglior musical americano dai tempi di The Greatest Showman. Lo spirito del romanzo di Charles Dickens viene abbracciato in pieno da questo lungometraggio, che lo trasporta nel nostro presente con una freschezza e una lucidità ammirevoli. Si affrontano tematiche piuttosto importanti nell’opera di Anders, arrivando a toccare sia i nervi scoperti del nostro tessuto sociale che il cuore del pubblico. Un prodotto impeccabile, che si rivela capace di soddisfare gli amanti del genere, coloro che semplicemente cercano svago e intrattenimento ma anche quella parte di pubblico desiderosa di qualcosa che sappia andare più in profondità e scaldare gli animi senza retorica. Speriamo che l’imminente stagione dei premi non si “dimentichi” di questo piccolo gioiello, in particolar modo di Will FerrellRyan Reynolds. Due attori verso i quali speriamo di aver fatto la dovuta ammenda con questo articolo…

 
 

Spirited – Magia di Natale, il trailer ufficiale del film con Ryan Reynolds

Oggi Apple Original Films ha presentato il trailer ufficiale dell’attesa commedia musicale natalizia Spirited – Magia di Natale, interpretata da Will Ferrell, Ryan Reynolds e Octavia Spencer.

Ogni vigilia di Natale, il Fantasma del Natale Presente (Will Ferrell) sceglie un’anima perduta da redimere attraverso la visita di tre spiriti. Ma questa volta ha scelto lo Scrooge sbagliato. Clint Briggs (Ryan Reynolds) stravolge le carte in tavola e il suo ospite fantasma si ritrova a riesaminare il proprio passato, presente e futuro. Per la prima volta, “A Christmas Carol” viene raccontato dal punto di vista dei fantasmi in questa esilarante rivisitazione musicale del classico racconto di Dickens.

Dal regista Sean Anders (“Daddy’s Home”, “Instant Family”), scritto da Sean Anders e John Morris, con canzoni originali dei Premi Oscar® Benj Pasek e Justin Paul (“La La Land”) e le coreografie di Chloe Arnold (“The Late Late Show with James Corden”), “Spirited – Magia di Natale” è una dolce e piccante delizia natalizia.

Regia:                  Sean Anders

Sceneggiatori:    Sean Anders, John Morris

Cast:                    Will Ferrell, Ryan Reynolds, Octavia Spencer, Patrick Page,
Sunita Mani, Joe Tippett, Marlow Barkley, Jen Tullock

Produttori:           Sean Anders e John Morris attraverso Two Grown Men,
David Koplan e George Dewey attraverso Maximum Effort Productions
Will Ferrell e Jessica Elbaum attraverso Gloria Sanchez

Produttori esecutivi: Diana Pokorny, Benj Pasek e Justin Paul

 
 

Spirit Awards 2016: Il Caso Spotlight fa piazza pulita

È Il Caso Spotlight a portare a casa la vittoria e il maggior numero di riconoscimenti agli Spirit Awards 2016, l’ultimo prestigioso premio prima della notte degli Oscar (leggi le nomination), per la quale mancano ormai solopoche ore. Di seguito la lista completa dei vincitori:

Best Feature

Anomalisa
Beasts of No Nation
Carol
Spotlight — WINNER
Tangerine

Best Director

Sean Baker, Tangerine
Cary Joji Fukunaga, Beasts of No Nation
Todd Haynes, Carol
Charlie Kaufman & Duke Johnson, Anomalisa
Tom McCarthy, Spotlight — WINNER
David Robert Mitchell, It Follows

Best Screenplay

Charlie Kaufman, Anomalisa
Donald Margulies, The End of the Tour
Phyllis Nagy, Carol
Tom McCarthy & Josh Singer, Spotlight — WINNER
S. Craig Zahler, Bone Tomahawk

Best First Feature

The Diary of a Teenage Girl — WINNER
James White
Manos Sucias
Mediterranea
Songs My Brothers Taught Me

Best First Screenplay

Jesse Andrews, Me and Earl and the Dying Girl
Jonas Carpignano, Mediterranea
Emma Donoghue, Room — WINNER
Marielle Heller, The Diary of a Teenage Girl
John Magary, Russell Harbaugh, Myna Joseph, The Mend

Best Male Lead

Christopher Abbott, James White
Abraham Attah, Beasts of No Nation — WINNER
Ben Mendelsohn, Mississippi Grind
Jason Segel, The End of the Tour
Koudous Seihon, Mediterranea

Best Female Lead

Cate Blanchett, Carol
Brie Larson, Room — WINNER
Rooney Mara, Carol
Bel Powley, The Diary of A Teenage Girl
Kitana Kiki Rodriguez, Tangerine

Best Supporting Male

Kevin Corrigan, Results
Paul Dano, Love & Mercy
Idris Elba, Beasts of No Nation — WINNER
Richard Jenkins, Bone Tomahawk
Michael Shannon, 99 Homes

Best Supporting Female

Robin Bartlett, H.
Marin Ireland, Glass Chin
Jennifer Jason Leigh, Anomalisa
Cynthia Nixon, James White
Mya Taylor, Tangerine — WINNER

Best Documentary

(T)error
Best of Enemies
Heart of a Dog
The Look of Silence — WINNER
Meru
The Russian Woodpecker

Best International Film

A Pigeon Sat on a Branch Reflecting on Existence

Embrace of the Serpent
Girlhood
Mustang
Son of Saul  — WINNER

 Best Cinematography

Beasts of No Nation
Carol — WINNER
It Follows
Meadlowland
Songs My Brothers Taught Me

Best Editing

Heaven Knows What
It Follows
Manos Sucias
Room
Spotlight — WINNER

John Cassavetes Award (Best Feature Under $500,000)

Advantageous
Christmas, Again
Heaven Knows What
Krisha — WINNER
Out of My Hand

Robert Altman Award (Best Ensemble)

Spotlight

Kiehl’s Someone to Watch Award

Chloe Zhao
Felix Thompson — WINNER
Robert Machoian & Rodrigo Ojeda-Beck

Piaget Producers Award 

Darren Dean
Mel Eslyn — WINNER
Rebecca Green and Laura D. Smith

Gli Independent Spirit Awards sono premi cinematografici statunitensi assegnati annualmente a partire dal 1986 dall’organizzazione no-profit IFP/West per sostenere e promuovere il cinema indipendente.

 

Fonte: Variety

 
 

Spirit Awards 2012: trionfo per The Artist

Si è svolta nella notte a Santa Monica la 27ma edizione degli Independent Spirit Awards, gli Oscar del cinema indipendente americano. Incetta di

 
 

Spirit – Il Ribelle dal 14 ottobre in Dvd e Blu-ray

Spirit - Il Ribelle film 2021

Unisciti a Lucky, Abigail e Prue in Spirit – Il Ribelle, un viaggio indimenticabile che racchiude famiglia, amicizia e sana avventura da rivedere tutte le volte che vorrai. Il nuovo film sarà disponibile dal 14 ottobre in Dvd e Blu-ray grazie a Universal Pictures Home Entertainment e Dreamworks. L’uscita è ricchissima di contenuti speciali per oltre un’ora di materiale da scoprire, tra cui scene eliminate, attività da fare a casa insieme a Spirit, interviste al cast, karaoke e molto altro!

Spirit – Il Ribelle è il nuovo capitolo dell’amata serie che parla di avventura, famiglia e amicizia. Lo spirito libero Lucky Prescott si trasferisce a Miradero per ricongiungersi con il padre. Non è molto contenta della vita sonnolenta della cittadina, finché non scopre un legame molto particolare con la madre scomparsa, che era un’impavida cavallerizza acrobata. In breve tempo si affeziona ad un mustang ribelle di nome Spirit e conosce due nuove amiche che condividono con lei la stessa passione per i cavalli. Quando un mandriano senza scrupoli vuole catturare Spirit e la sua mandria, Lucky intraprende insieme alle amiche un viaggio avventuroso per salvare il cavallo che le ha fatto scoprire l’indissolubile legame con l’eredità della madre.

Spirit – Il Ribelle presenta nel cast originale Isabela Merced (Dora e la Città Perduta),  Marsai Martin (Little), Mckenna Grace (Captain Marvel), Walton Goggins (Justified), Andre Braugher (Brooklyn Nine-Nine), Eiza González (Fast & Furious Presents: Hobbs and Shaw), con Julianne Moore (Kingsman: The Golden Circle)  e Jake Gyllenhaal (Spider-Man: Far From Home). Il film è diretto da Elaine Bogan (Trolhunters: Tales of Arcadia) e co-diretto da Ennio Torresan (Baby Boss). E’ prodotto da Karen Foster (Dragon Trainer) e le musiche originali del film e la canzone “Fearless” è ad opera di Amie Doherty (Marooned).

In occasione dell’uscita home video, Spirit – Il Ribelle si lega a FISE (Federazione Italiana Sport Equestri) per sottolineare l’importanza del rapporto uomo-cavallo. “Siamo felici” – dichiara il Presidente FISE Marco Di Paola – “di partecipare al lancio del film Spirit – Il Ribelle in uscita in Dvd e Blu-ray. Ci fa piacere raccontare la storia di Spirit, perché il cavallo per noi è un fedele compagno di sport e di giochi”.

FISE, fondata nel 1926, è unica rappresentante degli sport equestri a livello olimpico per l’Italia, nonché la sola Federazione autorizzata a disciplinare l’attività equestre in Italia in tutte le sue espressioni formative, agonistiche, ludiche ed addestrative. Con una struttura capillare con centri ippici su tutto il territorio nazionale, FISE è sinonimo di autorevolezza, esperienza e competenza quando si parla di cavallo e sport equestri.

Così come Lucky e Spirit, il cavallo “insieme all’uomo instaura un rapporto speciale, sempre unico, ed è un silenzioso alleato capace di trasportare il proprio cavaliere o amazzone in un mondo esclusivo creato per due. Campione a tutti gli effetti e atleta al pari dell’uomo, il cavallo è un compagno di avventure in campi di gara, in scuderia o in splendidi scenari di una passeggiata nel verde”.

Innumerevoli i benefici e gli insegnamenti che possiamo trarre dall’equitazione. “Ai ragazzi il cavallo sa insegnare il rispetto e la gentilezza nei confronti degli altri, che il modo in cui ci si muove o si parla vicino a lui lo influenza e che è fondamentale preservare l’ambiente in cui viviamo”, afferma Di Paola. Importante anche l’utilizzo del cavallo in ippoterapia, paziente aiuto nei percorsi di sostegno alla disabilità: “Straordinario terapeuta, sa accompagnare con saggezza il percorso di bambini e adulti con disabilità, regalando loro la possibilità di scoprire le emozioni delle attività in sella, della preparazione e cura dell’animale e dell’intimità di una carezza”.

 
 

Spirit – cavallo selvaggio: recensione del film di Kelly Asbury e Lorna Cook

Spirit - cavallo selvaggio

Spirit – cavallo selvaggio è il film d’animazione del 2002 diretto da Kelly Asbury e Lorna Cook che vede nel cast delle voci Matt Damon/Giorgio Borghetti (Spirit); James Cromwell/Massimo Rossi (il colonnello); Daniel Studi/Fabio Boccanera (Piccolo Fiume)

Spirit – cavallo selvaggio – Amicizia, amore, libertà.

Spirit – cavallo selvaggio – Amicizia, amore, libertà. Questo non è soltanto un film d’animazione, ma è forse la trasposizione cinematografica dell’amicizia e dell’amore più autentici, la ricerca incessante di una libertà negata , la voglia di rischiare per la conquista di un sogno.

Spirit cavallo selvaggioLa trama di Spirit – cavallo selvaggio – Spirit è un cavallo che vive allo stato brado con il suo branco e che un giorno, dopo essersi spinto a ridosso di un accampamento di soldati, viene catturato. I tentativi di domarlo si rivelano però del tutto vani. Spirit è uno stallone nato libero ed è pronto a dimenarsi con tutte le sue forze pur di non essere montato. Così, con l’intento di renderlo debole, Spirit viene legato ad un palo e lasciato senza cibo né acqua per giorni.

Nel frattempo un indiano, Piccolo Fiume, fatto prigioniero, viene anche lui messo al palo ma, l’indomani, grazie ad un coltello, riesce a liberarsi e a far scappare Spirit. L’animale viene condotto ad un campo indiano dove conosce Pioggia, una cavalla di proprietà di Piccolo Fiume, e della quale si innamora. Ma qui Spirit rifiuta, ancora una volta, di farsi montare.

Ed allora l’umano decide di lasciarlo andare, restituendogli la sua libertà. La cattura improvvisa di Spirit e l’attacco dei soldati porteranno però Piccolo Fiume e lo stesso Spirit a combattere fianco a fianco. Fin quando, dopo essersi lasciato finalmente cavalcare, Spirit tornerà ad assaporare la libertà e, certo di lasciarsi dietro un’amicizia profonda (quella di Piccolo Fiume), ritroverà, assieme a Pioggia, nella natura selvaggia la sua vera vita. Per sempre.

Spirit - cavallo selvaggio

Ciò che colpisce in Spirit – cavallo selvaggio  è la capacità di raccontare, attraverso una storia semplice ma intensa, il valore dell’amicizia tra uomo e animale, nonché il senso profondo della libertà.

In Spirit – cavallo selvaggio gli unici dialoghi sentiti sono quelli tra uomini mentre, abilmente, si sceglie di non far parlare direttamente i cavalli e di esprimere i loro sentimenti/pensieri attraverso i testi delle canzoni. Il risultato è un’avventura che finisce con l'”accarezzare” il cuore degli spettatori, suscitando indimenticabili emozioni.

Curiosità sul film Spirit – cavallo selvaggio

  • La pellicola è stata presentata fuori concorso al 55º Festival di Cannes
  • Ha ricevuto una nomination al Premio Oscar come miglior film d’animazione nel 2003.
  • La tecnica usata è quella dell’animazione 2D, ma è stata usata anche l’animazione 3D per gli sfondi e i paesaggi immensi.

La colonna sonora di Spirit – cavallo selvaggio è stata curata da Hans Zimmer e Bryan Adams. Di seguito, le tracce contenute nell’album:

  1. Here I Am (End Title)
  2. I Will Always Return
  3. You Can’t Take Me
  4. Get Off My Back
  5. Brothers Under The Sun
  6. Don’t Let Go (feat. Sarah McLachlan)
  7. This Is Where I Belong
  8. Sound The Bugle
  9. Run Free
  10. Homeland
  11. Rain
  12. The Long Road Back
  13. Nothing I’ve Ever Known

Nella versione italiana le canzoni di Spirit – cavallo selvaggio e la traduzione dei testi è stata affidata a Zucchero. Di seguito, le canzoni in italiano:

  1. Sono Qui
  2. Sempre Tornerò
  3. Non Mi Avrai
  4. Levati Di Dosso
  5. Suona Il Corno
  6. Non Mi Avrai Reprise
  7. Sempre (E Per) Sempre
  8. Fratelli Sotto il Sole
 
 

Spiral – L’eredità di Saw: trailer del film con Chris Rock e Samuel L. Jackson

01 Distribution ha diffuso il trailer di Spiral – L’eredità di Saw, l’atteso nuovo capitolo del franchise di SAW che vede protagonisti Samuel L. Jackson e Chris Rock.

Una mente sadica mette in atto una contorta forma di giustizia in SPIRAL, il nuovo adrenalinico capitolo della saga di SAW. Lavorando all’ombra di uno stimato veterano della polizia (Samuel L. Jackson), lo sfrontato detective Ezekiel “Zeke” Banks (Chris Rock) e il suo partner alle prime armi (Max Minghella) si occupano di una sconvolgente indagine su omicidi che ricordano l’inquietante passato della città. Inconsapevolmente intrappolato in un mistero che si infittisce sempre di più, Zeke si trova al centro del morboso gioco dell’assassino.

Spiral – L’eredità di Saw è diretto da Darren Lynn Bousman e scritto Josh Stolberg & Pete Goldfinger. Un’esclusiva per l’Italia Leone Film Group in collaborazione con Rai Cinema

 
 

Spiral – L’eredità di Saw: recensione del film con Chris Rock

Spiral - L'eredità di Saw recensione

Quella di Spiral – L’eredità di Saw, fin dagli albori, quando debuttò nei cinema nel 2004 con ben otto capitoli, è sempre stata una saga basata principalmente sulle torture sanguinanti e dalle immagini forti e attorno a queste veniva creata una storia. Oggi con Spiral – L’eredità di Saw diretto da Darren Lynn Bousman si cambia registro e ci si avvia verso un nuovo genere di Saw più virato al thriller poliziesco e meno splatter, con più giochi di inganno da svelare e meno macchine mortali.

Spiral – L’eredità di Saw, la trama

Questa volta ci troviamo a South Metro e un poliziotto insegue un borseggiatore lungo la metropolitana, ma a un certo punto viene cloroformizzato. Svegliatosi, si accorge di essere stato collegato a uno strano macchinario e di avere la lingua bloccata da una morsa. Su un televisore ai suoi piedi appare un pupazzo con le sembianze di un maiale (notiamo già il distacco dalla saga originale e vediamo che non viene più utilizzato il fantoccio Billy) che gli spiega che l’unico modo che ha per liberarsi è strapparsi la lingua, la stessa lingua che in tribunale ha usato per mentire. È solo l’inizio di una serie di avvenimenti che il detective Zeke Banks dovrà risolvere, perché sembra proprio che JigSaw sia tornato.

Zecke, figlio del capo della polizia dal passato glorioso, è l’unico poliziotto a essere sempre stato fedele al corpo, ma in un mondo corrotto è difficile essere onesti. Gli viene assegnato il caso del poliziotto trovato morto in metropolitana e presto scopre che l’uomo che credeva conoscere da una vita, in realtà era un uomo corrotto che mentiva regolarmente, motivo per cui Saw ha deciso di punirlo. Ma come è possibile che sia tornato realmente l’enigmista a mietere vittime in città dopo tutto questo tempo? Non era morto? Troppe cose non lo convincono e assieme al suo nuovo collega decide di proseguire le indagini ma sta per scoprire che quella è solo la prima di una moltitudine di attacchi mirati alla polizia.

Spiral - L'eredità di SawIl nuovo volto di Saw in Spiral – L’eredità di Saw

Darren Lynn Bousman, regista già di Saw 2 e Saw 3, decide di rilanciare definitivamente il franchise rinnovandolo, ma tenendo alcuni aspetti che lo hanno caratterizzato in passato e che tutt’ora lo contraddistinguono. Troviamo infatti tanti elementi vecchi ma con una veste nuova, la stessa colonna sonora che accompagnava ogni momento del film, come l’apparizione della macchina della tortura non è più così forte e ripetitiva, rimane di sottofondo giusto nel finale come per farci capire che sì è Saw ma un nuovo Saw. Nuove sono le dinamiche delle uccisioni, se prima JigSaw dava sempre una chance ai suoi prigionieri, questo nuovo Saw li intrappola per punirli delle cattive azioni fatte senza regalare loro la possibilità di redimersi. La stessa spirale simbolo del film è un segno del cambiamento, di nuovo inizio che si vuole dare nel creare una nuova saga puntando più sul genere poliziesco che sull’horror, dando più importanza alla trama.

Questo nuovo capitolo ha come protagonista un Chris Rock che riesce perfettamente a centrare l’obiettivo; attore dalla carriera prevalentemente votata al genere comico, Rock si cimenta ora in un genere per lui assolutamente nuovo, incuriosendo il pubblico. Pochi sanno infatti che l’attore è un grandissimo fan della saga e che questo lo ha aiutato nel calarsi meglio nel personaggio, mescolando la comicità che lo contraddistingue all’horror della saga. Altra figura importantissima nel film è Samuel L. Jackson, nei panni del padre di Zecke, ex-capo della polizia in congedo che man mano che la storia prosegue, assumerà sempre maggior peso nella trama.

Spiral – L’eredità di Saw sposta il suo occhio dalla degenerazione della società e si concentra sulla problematica della corruzione nella polizia e sulla vendetta per torti subiti da una giustizia marcia, sul cattivo funzionamento della giustizia, accompagnandoci lentamente per poi accelerare con un finale adrenalinico e mozzafiato aperto a un probabile sequel.

 
 

Spiral – L’Eredità di Saw: intervista a Darren Lynn Bousman e Marisol Nichols

spiral

Al cinema dal 16 giugno, Spiral – L’Eredità di Saw ci riporta dentro alla saga che ha fatto la storia dell’horror. Ecco cosa hanno da raccontare sul film il regista Darren Lynn Bousman e la protagonista femminile, Marisol Nichols.

Arriverà al cinema dal 16 Giugno Spiral – L’eredità di Saw, il nuovo film del franchise horror di SAW scritto da Josh Stolberg & Pete Goldfinger. Diretto da Darren Lynn Bousman nel cast protagonisti sono Chris Rock, Max Minghella, Marisol Nichols e Samuel L. Jackson. Un’esclusiva per l’Italia Leone Film Group in collaborazione con Rai Cinema.

Nel film Una mente sadica mette in atto una contorta forma di giustizia in SPIRAL, il nuovo adrenalinico capitolo della saga di SAW. Lavorando all’ombra di uno stimato veterano della polizia (Samuel L. Jackson), lo sfrontato detective Ezekiel “Zeke” Banks (Chris Rock) e il suo partner alle prime armi (Max Minghella) si occupano di una sconvolgente indagine su omicidi che ricordano l’inquietante passato della città. Inconsapevolmente intrappolato in un mistero che si infittisce sempre di più, Zeke si trova al centro del morboso gioco dell’assassino.

 
 

Spiral – L’Eredità di Saw: intervista a Chris Rock e Max Minghella

Al cinema dal 16 giugno, Spiral – L’Eredità di Saw ci riporta dentro alla saga che ha fatto la storia dell’horror. Ecco cosa hanno da raccontare sul film Chris Rock e Max Minghella. Rock ha contribuito anche alla sceneggiatura e alla produzione.

Arriverà al cinema dal 16 Giugno Spiral – L’eredità di Saw, il nuovo film del franchise horror di SAW scritto da Josh Stolberg & Pete Goldfinger. Diretto da Darren Lynn Bousman nel cast protagonisti sono Chris Rock, Max Minghella, Marisol Nichols e Samuel L. Jackson. Un’esclusiva per l’Italia Leone Film Group in collaborazione con Rai Cinema.

Nel film Una mente sadica mette in atto una contorta forma di giustizia in SPIRAL, il nuovo adrenalinico capitolo della saga di SAW. Lavorando all’ombra di uno stimato veterano della polizia (Samuel L. Jackson), lo sfrontato detective Ezekiel “Zeke” Banks (Chris Rock) e il suo partner alle prime armi (Max Minghella) si occupano di una sconvolgente indagine su omicidi che ricordano l’inquietante passato della città. Inconsapevolmente intrappolato in un mistero che si infittisce sempre di più, Zeke si trova al centro del morboso gioco dell’assassino.

 
 

Spiral – L’eredità di Saw con Chris Rock dal 16 Giugno al cinema

Spiral - L'eredità di Saw

Arriverà al cinema dal 16 Giugno Spiral – L’eredità di Saw, il nuovo film del franchise horror di SAW scritto da Josh Stolberg & Pete Goldfinger. Diretto da Darren Lynn Bousman nel cast protagonisti sono Chris Rock, Max Minghella, Marisol Nichols e Samuel L. Jackson. Un’esclusiva per l’Italia Leone Film Group in collaborazione con Rai Cinema.

Nel film Una mente sadica mette in atto una contorta forma di giustizia in SPIRAL, il nuovo adrenalinico capitolo della saga di SAW. Lavorando all’ombra di uno stimato veterano della polizia (Samuel L. Jackson), lo sfrontato detective Ezekiel “Zeke” Banks (Chris Rock) e il suo partner alle prime armi (Max Minghella) si occupano di una sconvolgente indagine su omicidi che ricordano l’inquietante passato della città. Inconsapevolmente intrappolato in un mistero che si infittisce sempre di più, Zeke si trova al centro del morboso gioco dell’assassino.

 
 

Spira Mirabilis: recensione del film di Massimo D’Anolfi e Martina Parenti

La Spira Mirabilis (o Spirale Meravigliosa) è una spirale logaritmica il cui raggio cresce ruotando e la cui curva si avvolge intorno al polo senza però raggiungerlo mai. Questo simbolo di perfezione e di infinito dà il titolo al nuovo lavoro degli acclamati documentaristi italiani Massimo D’Anolfi e Martina Parenti, che mette al centro il concetto di immortalità raccontando cinque storie legate a cinque elementi (fuoco, terra, aria, acqua, etere) in maniera del tutto anticonvenzionale.

Le cinque storie, ambientate in cinque differenti luoghi del mondo, riguardano: una donna sacra, un capo spirituale e la loro piccola comunità Lakota da secoli resistenti a una società che li vuole annientare (fuoco); le statue del Duomo di Milano sottoposte a continue rigenerazioni (terra); una coppia di musicisti inventori di strumenti/sculture in metallo (aria); uno scienziato cantante giapponese che studia una piccola medusa immortale (acqua); l’attrice francese Marina Vlady che narra L’Immortale di Jorge Luis Borges (etere).

In un’alternanza di immagini che viene volontariamente privata di qualsiasi tipo di spiegazione, D’Anolfi e Parenti danno vita ad un progetto tanto ambizioso quanto complesso che nega l’importanza della parola e dei dialoghi per alimentarsi esclusivamente di quadri e di suoni, in un omaggio – tanto visivamente affascinante quanto strutturalmente snervante – alla ricerca e alla tensione verso l’immortalità.

spira mirabilis

I due documentaristi creano un’esperienza intima, a metà tra l’osservazione e la contemplazione, che chiama in causa la predisposizione individuale di ogni singolo spettatore ad un certo tipo di narrazione, in cui viene chiesto di mettere in relazione tutto quello che viene mostrato in totale autonomia, per attribuirgli così senso e significato.

Spira Mirabilis, primo film italiano presentato in concorso a Venezia 73, è un’opera di nobili ed affascinanti intenzioni che inevitabilmente incontrerà il favore dello spettatore ben disposto ad addentrarsi in un viaggio oscuro e di non facile interpretazione. Allo stesso modo, apparirà come un discorso impenetrabile (ed interminabile, date le due ore di durata) per tutti coloro ossessionati dalla coesione e dall’uniformità del racconto.

 

 
 

Spin-Off per i pinguini di Madagascar!

I famosi pinguini della serie Madagascar avranno un film tutto loro: la Dreamworks Animation ha affidato ad Alan J. Schoolcraft e Brent Simons, sceneggiatori di Megamind lo sviluppo della sceneggiatura dello spin-off, in cui i pinguini Skipper, Kowalski, Soldato e Rico saranno protagonisti assoluti.

Sul film per ora non si sa nient’altro, ma siamo certi che come ci hanno divertito nei due precedenti capitoli di Madagascar e come hanno fatto nella  serie animata in CGI trasmessa su Nickelodeon, riusciranno certamente a sorprenderci in questo film interamente dedicato a loro. Nel frattempo possiamo guardarceli nel prossimo capitolo di Madagascar in arrivo nel 2012.

 
 

Spin-off di Fire Country, Sheriff Country sceglie il co-protagonista maschile

Morena Baccarin in Sheriff Country

Sheriff Country ha scelto il protagonista maschile, confermando un ex attore di CSI: Vegas per il ruolo. Lo spin-off della serie di successo della CBS Fire Country debutterà nella stagione televisiva 2025-26 e sarà incentrato sul personaggio dello sceriffo Mickey Fox (Morena Baccarin) mentre indaga sui crimini nella piccola città di Edgewater. Il personaggio è apparso per la prima volta nella seconda stagione di Fire Country, nell’episodio 6, che ha fatto da episodio pilota per Sheriff Country. Nelle ultime settimane, la serie ha iniziato a definire il cast e ora un altro attore si è aggiunto al cast.

Secondo Deadline, la star di CSI: Vegas Matt Lauria è stato scritturato per quello che si dice essere il ruolo maschile principale di Boone.

Il personaggio è descritto come il vice sceriffo di Mickey, un uomo duro e capace, nonché suo partner di lunga data, che ha uno stile di applicazione della legge molto diverso da quello di Mickey, causando occasionalmente tensioni tra i due. Lauria si unisce a Baccarin, ai recenti acquisti del cast fisso Christopher Gorham e Michele Weaver, e a W. Earl Brown.

Cosa significa questo per Sheriff Country

 

La serie sta iniziando a prendere forma

La definizione del cast è sempre fondamentale per qualsiasi film o serie TV, e Sheriff Country sta iniziando a dare forma al cast dei personaggi principali. Con i ruoli principali ora assegnati, la trama e il tono generale della serie stanno iniziando a prendere forma, consentendole di diventare un prodotto a sé stante. Non è chiaro se qualcuno dei membri del cast principale di Fire Country apparirà nella serie, ma potrebbero esserci alcuni ruoli da guest star e personaggi ricorrenti, oltre alla possibilità di episodi crossover.

Baccarin è già apparsa in due episodi di Fire Country e ha instaurato relazioni chiave con i personaggi della serie.

Lauria conferisce gravitas a un ruolo che potrebbe rivelarsi coinvolgente e interessante, e dovrà avere una forte dinamica sullo schermo con Baccarin nel suo ruolo. Con apparizioni regolari in serie come Friday Night Lights e CSI: Vegas, Lauria ha un bagaglio di esperienze che lo rendono una scelta naturale per una serie come Sheriff Country. Il suo personaggio, Boone, potrebbe finire per diventare parte integrante della storia di Mickey nel corso della serie.

 
 

Spike Lee: incontro a Roma a Palazzo Barberini 10 Dicembre

Spike LeeIdeata e condotta da Massimiliano Finazzer Flory, “Il Gioco Serio Dell’Arte” incontra Spike Lee al Palazzo Barberini, Viale delle Quattro Fontane 13 Mercoledì 10 dicembre 2014 alle ore 18:00

Che cos’è “Il Gioco Serio Dell’Arte”? Riprendendo le parole di Massimiliano Finazzer Flory, la domanda contiene già in sé la risposta: è un’interrogazione, intesa come indagine sulla relazione misteriosa tra Arte e Uomo: “E’ il tradurre in parole, è il prodigioso stare insieme delle persone e delle cose, magistralmente rappresentato nell’opera d’arte”, dice Finazzer. Ecco dunque una rassegna culturale incentrata sull’incontro/dialogo/confronto coi talenti e le intelligenze essenziali, in relazione al tema prescelto per ciascuna edizione della manifestazione. La parola come momento artistico del vivere. La conversazione come scintilla della percezione, provocazione intellettuale, estetica e storica.
Il Gioco serio dell’Arte nasce nel 2006, promosso da Il Gioco del Lotto e ideato e condotto da Massimiliano Finazzer Flory, in collaborazione con la Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico – Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della Città di Roma, diretta da Daniela Porro. Quest’anno la manifestazione giunge alla IX edizione, costituendo ormai un imperdibile appuntamento coi protagonisti della cultura contemporanea, l’elenco di personaggi di valore assoluto che ne hanno valorizzato le precedenti stagioni e che si allunga un’edizione dopo l’altra.
Anche quest’anno la rassegna sarà ospitata dal Palazzo Barberini di Roma, presso la Galleria Nazionale d’Arte Antica – nel grande Salone di cui Pietro da Cortona ha affrescato la volta col Trionfo della Divina Provvidenza – sviluppando già nell’ambientazione la sua rete d’implicazioni storiche, filosofiche, teatrali, cinematografiche. Ogni incontro sarà accompagnato da un pendant visuale, con proiezione d’immagini cinematografiche e pittoriche e letture teatrali connesse all’oggetto di riflessione dell’appuntamento.
Il tema della IX edizione del Gioco Serio dell’Arte è: “Biografie”, biografie di personalità eccezionali e di uomini normali, storie di popoli. E l’evento d’apertura della manifestazione, in scena il 10 dicembre p.v., è l’incontro di Finazzer Flory col regista statunitense Spike Lee, incentrato sul concetto di Agonismo. Quanto conta l’agonismo nella nostra vita? Quale relazione esiste tra l’arte e l’agonismo? L’arte si è ispirata ed è stata motivata dall’agonismo?
Spike Lee è il regista più importante ed apprezzato nella storia del cinema afroamericano. Grazie alla sua produzione (Da “Fa la Cosa Giusta” a “When The Levees Broke” il documentario definitivo sull’uragano Katrina), i temi, le rivendicazioni sociali e alcuni decisivi risvolti culturali dei neri d’America, sono stati conosciuti in tutto il mondo. Finazzer Flory ha incontrato Lee a New York City, in occasione d’un incontro di pallacanestro, sport del quale entrambi sono appassionati. Per Finazzer è stata subito lampante l’opportunità di ospitare Lee a Roma, per confrontarsi sui temi della biografia (il regista ha diretto nel ’92 quella cinematografica di “Malcolm X”) e dell’agonismo, approdando infine a parlare del ruolo del cinema nelle sfide per i diritti civili, che costituiscono il valore essenziale dell’opera di Lee.
Negli ultimi anni il percorso registico di Spike Lee l’ha portato ripetutamente a occuparsi di sport – di pallacanestro professionistica in particolare – e dei suoi protagonisti, riflettendo sul significato e il valore proprio di fattori come l’agonismo, nella corsa alla celebrità e ai risultati. Nel 2009 Lee ha diretto “Kobe Doin’ Work”, film-verità girato seguendo per un solo giorno (utilizzando 30 telecamere) la vita di Kobe Bryant, il più famoso giocatore dell’NBA, esplorandone l’etica del lavoro e la mentalità maniacale che ne fanno appunto il più grande agonista di questo sport. Poche settimane fa, Lee ha invece presentato sui teleschermi Usa il suo nuovo documentario dedicato alla “Triangle Offense”, lo schema di gioco alla base dei trionfi del coach più vincente del basket Usa: Phil Jackson, guru del rapporto tra sport e successo – di nuovo, transitando attraverso una raffinata interpretazione del concetto d’agonismo.
La IX edizione de “Il Gioco Serio Dell’Arte” proseguirà con gli incontri di Massimiliano Finazzer Flory con Paolo Virzì (gennaio 2015) e Philippe Daverio (febbraio 2015). Per concludersi infine nel mese di maggio, con lo spettacolo teatrale “Essere Leonardo da Vinci”, diretto e interpretato da Finazzer Flory, una biografia di Leonardo in lingua rinascimentale, che ripercorre gli avvenimenti della sua vita e i temi della sua arte e della sua poetica, affiancata dall’intervista impossibile a Leonardo, con il critico Claudio Strinati nel ruolo dell’intervistatore.

 
 

Spike Lee: ecco quando uscirà il suo nuovo film

Chi-Raq di Spike Lee, primo lungometraggio prodotto da Amazon Studios, uscirà in alcune sale delle principali città americane il prossimo 4 dicembre, in tempo quindi per concorrere agli Oscar, grazie a una partnership con Roadside Attractions e Lionsgate.

Il film, originariamente previsto per un ideale concorso del Festival di Cannes 2016, è già in fase avanzata di completamento. Per questo Spike Lee e Amazon avrebbero pensato di anticipare i tempi. Chi-Raq, termine coniato dai rapper per indicare un parallelismo violento tra Chicago e l’Iraq, rilegge e aggiorna la commedia greca Lisistrata di Aristofane al tempo della guerra tra gang armate.

Teyonah Parris interpreterà la protagonista che tenterà, con uno sciopero del sesso, di arginare la violenza degli scontri a fuoco tra le gang di alcuni quartieri di Chicago. Nel cast ci sono anche Nick Cannon, Wesley Snipes, Jennifer Hudson, D.B. Sweeney, Harry Lennix, Steve Harris, Angela Bassett, John Cusack e Samuel L. Jackson. Il film già con il suo titolo aveva destato non poche polemiche e malumori per l’impatto del lungometraggio sull’immagine della metropoli.

Nei piani di Amazon c’è quello di distribuire Chi-Raq in streaming ai clienti Amazon Prime poco dopo l’uscita in sala, anche se si attendono ancora informazioni più precise in questo senso.

Fonte: The Hollywood Reporter

 
 

Spike Lee: 10 cose che non sai sul regista

Spike Lee film

Spike Lee è uno dei registi più influenti e combattenti della epoca moderna e contemporanea. Non solo egli è regista di lungometraggi e cortometraggi, ma si è anche distinto come attore di alcuni suoi film, ha poi diretto documentari, videoclip, film per la televisione e spot pubblicitari, oltre essere produttore dei suoi film e non solo.

Ha sempre manifestato una dura opposizione contro il razzismo, dimostrando in ogni suo lavoro quanto ancora questa forma di odio sia diffusa non solo in America, ma in tutto il mondo. I suoi film hanno fatto la storia del cinema, hanno scosso il pubblico con la capacità del regista di narrare con gran forza visiva, che è una sua qualità unica. La passione e l’amore che c’è detro ogni suo film e ogni tematica non ha confini.

Ecco 10 cose che non sai di Spike Lee.

Spike Lee: i suoi film

1. Ha diretto celebri lungometraggi. Il primo lungometraggio di Lee è Joe’s Bed-Stuy Barbershop: We Cut Heads del 1983, che è il suo saggio finale alla New York University. Successivamente ha realizzato Lola Darling (1986), Aule turbolente (1988) e Fa’ la cosa giusta (1989). Gli anni ’90 iniziano con Mo’ Better Blues (1990), Jungle Fever (1991) e proseguono con i suoi film più popolari come Malcolm X (1992), Crooklyn (1994), Clockers (1995) e Girl 6 – Sesso in linea (1996). La sua carriera prosegue poi con Bus in viaggio (1996), S.O.S. Summer of Sam – Panico a New York (1999), Bamboozled (2000), La 25ª ora (2002), Inside Man (2006), Miracolo a Sant’Anna (2008), Oldboy (2013), Il sangue di Cristo (2015), Chi-Raq (2015), BlacKkKlansman (2018) e Da 5 Blood – Come fratelli (2020).

2. Ha realizzato diversi videoclip per noti cantanti. Nel corso della sua carriera Lee si è distinto anche come regista di videoclip, collaborando con diversi noti artisti del mondo della musica. Tra i primi progetti di questo tipo da lui realizzati si ritrovano quelli per Tutu Medley di Miles Davis e Fight the Power dei Public Enemy. Questo è in particolare un brano molto utilizzato nel film Fa’ la cosa giusta. Ha poi diretto videoclip di brani come Born to Fight di Tracy Chapman, Do Your Dance, Gotta Have You, Jungle Fever e Make Sure You’re Sure, di Stevie Wonder, Money Don’t Matter 2 Night di Prince, Cose della vita di Eros Ramazzotti e They Don’t Care About Us e This Is It di Michael Jackson.

3. Ha vinto un Oscar. Nel corso della sua carriera Lee è stato candidato ben ben 5 volte al premio Oscar, il più delle volte in categorie diverse. La prima nomination è arrivata nel 1990 come miglior sceneggiatore per Fa’ la cosa giusta, mentre nel 1998 è stato candidato per il miglior documentario con 4 Little Girls. Dopo anni di assenza è tornato agli Oscar nel 2019 con il film BlacKkKlansman, venendo nominato come regista, produttore e sceneggiatore, trionfando poi in quest’ultima categoria. Nel 2016 a Lee è inoltre stato conferito il premio alla carriera.

spike lee

 

Oldboy di Spike Lee

4. Ha diretto il remake di un noto film coreano. Nel 2013 venne realizzato il film Oldboy, diventato uno dei film più famosi del regista americano. Il film è un remake del film omonimo di Park Chan-Wook realizzato dieci anni prima e basato sul manga giapponese Old Boy. Il film racconta la storia di Joe Doucett, un dirigente pubblicitario che viene rapito in maniera improvvisa e viene tenuto prigioniero per circa vent’anni, del tutto isolato dal resto del mondo. Quando finalmente viene liberato, Joe decide di andare alla ricerca di chi lo ha tenuto segregato per tutto quel periodo di tempo, scoprendo come la sua vita sia coinvolta in una serie di tradimenti e sotterfugi.

5. È subentrato all’ultimo nel progetto. Già nel 2004 cominciarono a circolare voci circa un remake americano dell’omonimo film coreano, vincitore nello stesso anno del Grand Prix Speciale della Giuria a Cannes. Tuttavia, nel corso degli anni, vi furono diversi problemi produttivi. Se inizialmente era stato fatto il nome di Justin Lin come regista, in seguito vennero fatti i nomi di Will Smith come protagonista e di Steven Spielberg come regista. Dopo alcuni problemi relativi ai diritti, tutti abbandonarono il progetto verso il 2010. L’anno successivo venne ripreso e venne annunciato Spike Lee alla regia del film. In questo remake di Oldboy ci sono Josh Brolin, nei panni del protagonista, Elizabeth Olsen, Samuel L. Jackson, Pom Klementieff e Rami Malek.

Spike Lee e BlacKkKlansman

6. È il suo nuovo film di grande successo. BlacKkKlansman è l’ultimo film realizzato da Spike Lee. Uscito nella seconda metà del 2018 in Italia, il film è stato selezionato per il concorso ufficiale del Festival di Cannes ed è un adattamento del libro Black Klansman dell’ex poliziotto Ron Stallworth, il primo afroamericano ad essere un poliziotto di Colorado Springs, infiltratosi poi in un gruppo del Ku Klux Klan. Grazie a questo film Lee è tornato alla ribalta dopo alcuni insuccessi, vincendo numerosi premi in tutto il mondo.

7. Ha nuovamente raccontato del razzismo. Con questo film, il regista rimarca come un certo tipo di odio ed il razzismo non siano mai andati via: iniziando da una breve sequenza di Via col Vento e finendo con la marcia di Charlottesville, in Virginia, per i diritti civili dell’agosto 2017 e le dichiarazioni di Donald Trump. Il film, che vede la presenza di John David Washington e Adam Driver, vuole raccontare la storia e il razzismo nella storia americana, facendo uso di un linguaggio leggero, ironico e farcito di satira sociale.

spike lee

8. Ha posto alcune condizioni per dirigere il film. Quando il produttore Jordan Peele (anche noto come regista di Get Out e Noi) ha proposto per la prima volta tale progetto a Spike Lee, egli rimase incredulo nei confronti di tale vicenda, la quale sembrava fin troppo straordinaria per essere vera. Per Lee, la storia era inoltre troppo scandalosa per essere ignorata. Egli aveva però alcune condizioni da richiedere prima di accettare di dirigere il progetto: inclundere elementi comici e tracciare parallelismi con questioni razziali contemporanee.

Spike Lee presidente di giuria a Cannes

9. È stato scelto come presidente di giuria del celebre Festival. Nel 2020 Lee viene annunciato come presidente di giuria dell’imminente Festival di Cannes. Tuttavia, a cuasa della pandemia di Covid-19, l’evento non si è più potuto svolgere, nonostante i tanti tentativi e rinvii. Il direttore del Festival, Thierry Fremaux ha però confermato che l’annullamento non interferiva con la presidenza di Lee, il quale è poi stato riconfermato per l’edizione del 2021, svoltasi nel mese di luglio. In tale occasione Lee ha conferito la Palma d’Oro al film Titane.

Spike Lee: età e altezza del regista

10. Spike Lee è nato il 20 marzo del 1957 ad Atlanta, in Georgia, Stati Uniti. Il regista è alto complessivamente 1.70 metri.

 

Fonti: IMDb, biography, thefamouspeople

 
 

Spike Lee, intervista al regista di BlacKkKlansman: “Una verità orribile”

In occasione della premiere a Londra di BlacKkKlansman, abbiamo avuto il piacere di intervistare Spike Lee, regista culto di film Fa’ la cosa giusta, La 25esima Ora, Malcom X, Inside Man.

Prodotto  dalla stessa squadra che ha realizzato Scappa – Get Out, film vincitore del premio Oscar, BlacKkKlansman ci offre un’analisi inflessibile e assolutamente reale delle relazioni razziali nell’America degli anni ’70, un’analisi che risulta altrettanto rilevante nel tumultuoso mondo in cui viviamo oggi.

Il film di Spike Lee ha vinto numerosi premi tra cui il premio del pubblico al Festival di Locarno e il Grand Prix Speciale della Giuria al Festival di Cannes. Protagonisti gli interpreti John David Washington, Adam Driver, Topher Grace, Corey Hawkins, Laura Harrier, Ryan Eggold, Jaspar Pääkkönen e Ashlie Atkinson.

Nel film durante primi anni ’70, un periodo di grandi sconvolgimenti sociali mentre negli Stati Uniti infuria la lotta per i diritti civili. Ron Stallworth (John David Washington) è il primo detective afroamericano del dipartimento di polizia di Colorado Springs, ma il suo arrivo è accolto con scetticismo ed ostilità dai membri di tutte le sezioni del dipartimento. Imperterrito, Stallworth decide di farsi un nome e di fare la differenza nella sua comunità. Si imbarca quindi in una missione molto pericolosa: infiltrarsi nel Ku Klux Klan ed esporne i crimini. 

LEGGI ANCHE: BlackkKlansman: il trailer italiano del film di Spike Lee

Fingendosi un estremista razzista, Stallworth contatta il gruppo e presto penetra all’interno della sua cerchia più ristretta. Coltiva anche una relazione con il Gran Maestro del Klan, David Duke (Topher Grace), che elogia l’impegno di Ron ai fini del progresso dell’America Bianca. Man mano che l’indagine sotto copertura procede, diventando sempre più complessa, il collega di Stallworth, Flip Zimmerman (Adam Driver), partecipa insieme a Ron agli incontri privati con membri del gruppo razzista, vendendo così a conoscenza dei dettagli di un complotto mortale. Stallworth e Zimmerman fanno squadra e uniscono gli sforzi per riuscire a distruggere l’organizzazione il cui vero obiettivo è modificare la propria retorica violenta per ottenere il consenso della massa.

BlacKkKlansman, il film di Spike Lee: la genesi

A metà degli anni ‘70, Ron Stallworth ha abbattuto le barriere come primo agente afroamericano del Dipartimento di Polizia di Colorado Springs. Stella nascente con grandi potenzialità, Stallworth si era distinto come agente esemplare nel suo primo importante incarico sotto copertura, partecipare a una conferenza del Leader del Partito dei Black Panther Kwame Ture. Subito dopo sul giornale si è imbattuto nell’inserzione che avrebbe cambiato per sempre la traiettoria della sua vita. Nero su bianco e in grassetto c’era un messaggio di reclutamento del Ku Klux Klan in cerca di nuovi membri.

Attraverso una serie di coraggiosi incontri, Stallworth viene invitato ad entrare nella cerchia ristretta dell’Organizzazione. Coltiva addirittura un rapporto personale con il leader del Gruppo dell’Odio, David Duke, che non ha mai sospettato della vera identità di Stallworth né della sua razza. Decenni più tardi, uno Stallworth in pensione ha trascritto le sue incredibili esperienze nel memoir del 2014 Black Klansman, raccontando la storia straordinaria di come un poliziotto nero sia riuscito a diventare un membro associato del KKK. Quasi immediatamente, Hollywood ha cominciato a chiamare facendogli offerte per trasformare il suo libro in un film. Ma Stallworth, saggiamente, è stato cauto perché non voleva che la storia della sua vita capitasse nelle mani sbagliate.

Poi è arrivata la QC Entertainment che ha acquisito i diritti del libro e, dopo una partnership di successo su “Scappa – Get Out”, Jordan Peele e la sua Monkeypaw si è ri-unito a Sean McKittrick e Ray Mansfield della QC per produrre il film. Tutti hanno subito convenuto che dovesse essere la voce originale di Spike Lee a portare la storia di Stallworth sul grande schermo. Quando poco dopo si è aggiunta la Blumhouse di Jason Blum, la squadra di produzione di “Scappa – Get Out” era di nuovo al completo.

Peele ha contattato Spike Lee personalmente per valutare il suo interesse nel progetto. “Jordan Peele mi ha chiamato,” dice Spike Lee. “Voleva capire se volevo farlo.” Il cineasta è stato immediatamente intrigato: “Mi ricordava la ‘Dave Chappelle Skit’, ma questa era una storia vera,” dice Lee riferendosi a un famoso sketch in cui Chappelle interpretava un uomo nero cieco che si unisce al Klan perché non sa di non essere bianco.

 
 

Spike Lee sulle mancate nomination a Selma: “Che si f*****o”

Come vi abbiamo già detto, le polemiche post nomination agli Oscar in America si sono sprecate, e sembrano avere uno strascico abbastanza lungo. A quanto pare però il film che sembra essere diventato il simbolo delle discriminazioni millantate in queste nomination è Selma. Infatti le prime polemiche su Twitter parlavano di nomination solo ad attori bianchi e nessuna nomination a donne nel comparto tecnico, e guarda caso Selma – La Strada per la libertà ha tutti (o quasi) attori di colore e una regista donna (e di colore) Ava DuVernay.

La cosa è naturalemente andata a finire nelle mani di Spike Lee, che ha dichiarato senza peli sulla lingua: “Il fatto che Selma sia stato snobbato non diminuisce il valore del film. Nessuno parla del fottuto A Spasso con Daisy. Quel film non viene neppure nominato nelle scuole di cinema come il mio Fa la Cosa Giusta. Nessuno parla del fottutissimo A Spasso con Daisy. Quindi sapete cosa ho detto ad Ava oggi? ‘Che si fottatno. Hai fatto un film bellissimo. QUindi sentiti felice di questo e comincia a lavorare al tuo nuovo progetto’.”Sicuramente l’assenza trai nominati dall’Academy non definisce un film brutto, dal momento che molt dei film più belli della storia del cinema non sono nemmeno mai stati considerati dai premi prestigiosi, tuttavia l’atteggiamento di Lee sembra polemico a priori, come quello di tutta l’America.Gli Oscar sono (e dovrebbero essere) una fotografia del meglio del cinema dell’ultimo anno. L’unico problema di discriminazione può esserci a monte, quando a attori e attrici, bianchi e di colore, uomini e donne non viene data la stessa possibilità di fare cinema. Poi subentra (dovrebbe subentrare) il merito e nel caso degli Oscar, anche la politica (vedi il trionfo di 12 Anni schiavo lo scorso anno).

Fonte

 
 

Spike Lee prenderebbe in considerazione la possibilità di dirigere un film Marvel

marvel

Spike Lee ha rivelato che prenderebbe in considerazione la possibilità di dirigere un cinecomic Marvel se si presentasse l’opportunità. Lee è diventato famoso come regista alla fine degli anni ’80, grazie a pellicole innovative come Lola Darling e Fa’ la cosa giusta. In breve tempo, il suo stile registico e le sua capacità di scrittura lo hanno trasformato in uno dei grandi autori del cinema moderno, mentre la sua attenzione all’esperienza degli afroamericani ha portato sullo schermo un tipo di rappresentazione più ampia e decisamente più autentica. Nel corso della sua leggendaria carriera ha ricevuto candidature per i più importanti riconoscimenti, incluso cinque Academy Awards: ha finalmente vinto l’ambita statuetta nel 2019, per la migliore sceneggiatura non originale grazie a BlacKkKlansman.

Parallelamente allo status di enorme prestigio raggiunto dalla figura e dall’opera di Lee, anche i blockbuster di supereroi si sono imposti come una delle pietre miliari dell’odierna industria cinematografica hollywoodiana. Nessun franchise ha avuto più successo del MCU, una raccolta di storie unificate iniziata nel 2008 con Iron Man e culminata nel 2019 con l’epico Avengers: Endgame, che è diventato il film con il maggior incasso di tutti i tempi. Nonostante i film di supereroi siano spesso stati liquidati come monolitici e controllati più dallo studio che dai suoi registi, di recente il MCU ha cercato di coinvolgere nella sua cerchia il maggior numero possibile di talenti d’autore (basti pensare a Taika Waititi con Thor: Ragnarok e a Ryan Coogler con Black Panther).

Di recente, proprio Spike Lee ha espresso la volontà di unirsi ai ranghi del MCU. In un’intervista con Entertainment Weekly, il regista non è sembrato per nulla infastidito dalla reputazione dello studio e ha anche rivelato che preferisce la Marvel alla DC. “Non ho niente contro la Marvel”, ha spiegato il regista. “Sono cresciuto leggendo i fumetti di Spider-Man. Per me, la DC Comics è stata sempre banale. Sto solo dicendo che per me tutto ruotava attorno alla Marvel. Se si presenta l’occasione giusta… non mi sto proponendo, ma la prenderei comunque in considerazione.”

Spike Lee e MCU: un approccio innovativo

Sappiamo bene che l’atteggiamento cordiale di Lee nei confronti della Marvel non è condiviso da altri registi del suo status. In particolare, Martin Scorsese, uno dei registi più influenti di tutti i tempi (nonché buon amico di Lee), ha ripetutamente criticato il concetto di cinecomic nel suo complesso, così come altri importanti registi che hanno seguito il suo esempio, tra cui Francis Ford Coppola, Ridley Scott e Alejandro G. Iñárritu.

Un film del MCU diretto da Lee sarebbe probabilmente molto diverso dai film precedenti del franchise. È anche difficile immaginare che Lee possa tollerare il livello di supervisione dello studio. Forse il modo migliore per farlo entrare a bordo sarebbe attraverso un supereroe non ancora apparso sul grande schermo che l’autore potrebbe costruire da solo partendo da zero.

 
 

Spike Lee nuovo regista di Gold

Spike_LeeMichael Mann passa ufficialmente il testimone a Spike Lee. Sarà il regista di Atlanta a dirigere Gold, a causa degli impegni che costringono il

 
 

Spike Lee dirigerà Prince of Cats, adattamento della graphic novel

Spike Lee è pronto a tornare dietro la macchina da presa, dirigendo per Legendary Pictures l’adattamento cinematografico della graphic novel Prince Of Cats scritta e illustrata da Ron Wimberly. La notizia è stata riportata in esclusiva dall’Hollywood Reporter.

Il progetto è stato descritto come una versione hip-hop ambientata negli anni ’80 del classico dramma del Romeo e Giulietta di Shakespeare, dove la tragica storia d’amore viene narrata attraverso il punto di vista di Tebaldo, il giovane rampollo della famiglia Capuleti erede del potere e delle ricchezze della famiglia che nel testo originale viene ucciso da Romeo.

Dunque il film sarà incentrato sul personaggio e i suoi fratelli che vivono nella Repubblica Popolare di Brooklyn duellando a colpi di spada – e ledi katana – contro i rivali Montecchi a ritmo di hip-hop e passi di breakdance.

Prince of Cats segnerà dunque il ritorno di Lee alla sua amata Brooklyn, già cornice di molti dei suoi film, tra cui She’s Gotta Have It, Do the Right Thing, Jungle Fever, Crooklyn, Clockers, He Got Game e Red Hook Summer.

Spike Lee dirigerà Chadwick Boseman in Da 5 Bloods

Nel frattempo continua la post-produzione di Da 5 Bloods, la pellicola che Spike Lee ha diretto nei mesi scorsi e che vede protagonista la star di Black Panther, Chadwick Boseman.

Dramma sui veterani del Vietnam, il film verrà probabilmente distribuito da Netflix. Il regista ha scritto anche la sceneggiatura insieme a Kevin Willmott, basandosi sul soggetto originale di Danny Bilson e Paul DeMeo poi riscritto da Matthew Billingsly. In veste di produttori ci sono lo stesso Lee, Beatriz Levin, Lloyd Levin e Jon Kilik.

Non sono ancora trapelati dettagli precisi sulla trama, tranne il fatto che seguirà l’esperienza di alcuni veterani del Vietnam di ritorno nella giungla con lo scopo di ritrovare la loro innocenza perduta.

Se l’accordo con Netflix andasse a buon fine, segnerebbe la seconda collaborazione di Lee con il colosso dello streaming mondiale dopo la creazione della serie comedy She’s Gotta Have It (a sua volta basata su Nola Darling, pellicola sempre diretta dal regista nel 1986).

Fonte: THR

 
 

Spike Lee dirigerà Chadwick Boseman in Da 5 Bloods

Come riportato in esclusiva da Variety, Spike Lee dirigerà Chadwick Boseman nel dramma sui veterani del Vietnam Da 5 Bloods, che molto probabilmente verrà distribuito da Netflix.

Il regista, fresco di candidatura all’Oscar con Blakkklansman, scriverà anche la sceneggiatura del film insieme a Kevin Willmott, basandosi sul soggetto originale di Danny Bilson e Paul DeMeo poi riscritto da Matthew Billingsly. In veste di produttori ci saranno lo stesso Lee, Beatriz Levin, Lloyd Levin e Jon Kilik.

Non sono ancora trapelati dettagli precisi sulla trama, tranne il fatto che seguirà l’esperienza di alcuni veterani del Vietnam di ritorno nella giungla con lo scopo di ritrovare la loro innocenza perduta.

Se l’accordo con Netflix andasse a buon fine, segnerebbe la seconda collaborazione di Lee con il colosso dello streaming mondiale dopo la creazione della serie comedy She’s Gotta Have It (a sua volta basata su Nola Darling, pellicola sempre diretta dal regista nel 1986).

Continua invece l’ottima annata di Boseman, che dopo il successo globale di Black Panther (candidato come Miglior Film agli imminenti Academy Awards, ed è il primo cinecomic della storia ad ottenere la nomination in questa categoria) tornerà sul grande schermo in estate con il thriller 17 Bridges.

Fonte: Variety

 
 

Spike Lee difende Woody Allen… ma poi si scusa!

Spike Lee è attualmente impegnato con la promozione del suo ultimo film, Da 5 Bloods (disponibile dallo scorso 12 giugno su Netflix), e in una recente ospitata alla trasmissione In the Morning in onda sulla radio newyorkese WOR, ha apertamente difeso Woody Allen, schierandosi contro la “cultura della cancellazione”.

Intervistato da Len Bermna e Michael Riedel, Lee avrebbe pubblicamente preso le difese del regista di Un Giorno di Pioggia a New York, dichiarando: “Vorrei solo dire che Woody Allen è un grande, grande regista e che questa cultura della cancellazione non riguarda solo lui. Quando ripenseremo a tutto questo, ci accorgeremo che è stato come uccidere qualcuno, che è stato come cercare di cancellare qualcuno… come se non fosse mai esistito. Woody è un amico e un tifoso dei Knicks come me. So cosa sta passando in questo momento.”

Poco dopo le sue dichiarazioni, però, Spike Lee ha pubblicato attraverso il suo profilo Twitter ufficiale un messaggio in cui si è “scusato” per le sue affermazioni relative all’amico e collega: “Mi scuso profondamente. Le mie parole erano SBAGLIATE. Non tollero e non tollererò mai le molestie sessuali, le aggressioni o la violenza. Questo trattamento causa danni reali che non possono essere minimizzati. Sinceramente, Spike Lee.”

La vita di Woody Allen e i problemi legati alla distribuzione di Un Giorno di Pioggia a New York

Le parole di Spike Lee fanno ovviamente riferimento alle ultime vicissitudini che hanno travolto la vita di Woody Allen (con nuove accuse da parte di Dylan Farrow, figlia di Mia Farrow – ex compagna di Allen -, portate alla luce dal fratello Ronan) e messo a rischio la distribuzione del suo ultimo film Un Giorno di Pioggia a New York, con gli Amazon Studios che hanno cancellato il contratto con il regista, restituendogli i diritti del film con Timothée Chalamet e Elle Fanning.

Fonte: The Wrap

 
 

Spike Jonze ed Elle Fanning girano video per Karen O

Il regista dell’apprezzatissimo Her, Spike Jonze ritorna a collaborare insieme alla cantante Karen O, questa volta per un video musiciale che vede come protagonista l’attrice Elle Fanning. I due hanno già collaborato proprio per la colonna sonora di Her.