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Sandman: secondo Joseph Gordon-Levitt è perfetto per il cinema

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Sandman: secondo Joseph Gordon-Levitt è perfetto per il cinema

In un particolare periodo storico in cui le serie tv hanno subito un incremento di qualità e popolarità, i fan di Sandman, popolare serie a fumetti ideata da Neil Gaiman, si sono chiesti se il prodotto fosse più adatto ad una trasposizione seriale piuttosto che cinematografica.

A sciogliere ogni dubbio ci ha pensato l’attore Joseph Gordon-Levitt che recentemente si è espresso a favore della trasposizione cinematografica.

Ecco quanto dichiarato dall’attore: “Penso che un adattamento cinematografico sia un’idea migliore ed ecco perché. Se se ne facesse una versione ad episodi penso che si finirebbe con avere un prodotto non abbastanza brillante come il fumetto. Ma elaborando il materiale in un grande film, i personaggi e le idee di Gaiman prenderebbero forma in un modo del tutto nuovo. Inoltre credo che Sadman si meriti di essere qualcosa di fantastico ed esplosivo a livello visivo, e nonostante le serie tv si siano avvicinate molto al cinema negli ultimi tempi non potrebbero comunque competere con il livello visivo offerto dal cinema.”

Circa invece cosa dei fumetti sarà o meno incorporato nel film ecco quanto dichiarato da Joseph Gordon-Levitt:

“C’è una vasta quantità di momenti interessanti nella serie e certamente non potremo trattarli tutti. Stiamo usando molto di quello che c’è nei fumetti, ma ovviamente dovremo fare anche ricorso ad espedienti del tutto nuovi ed inventati ed a riguardo dovremo compiere tutta una serie di ricontestualizzazioni e portare avanti un lavoro di amalgama che potrebbe non piacere ai puristi del fumetto. Ma ciò che stiamo cercando di fare è essere il più possibile fedeli ai sentimenti del fumetto.”

Joseph Gordon-Levitt è al momento lavorando sulla sceneggiatura con David S. Goyer (Man of Steel), Jack Thorne(Skins) and Neil Gaiman.

Fonte: Comic Book Movie

Sandman: Neil Gaiman vuole Tom Hiddleston

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Jack Thorne, David Goyer e Joseph Gordon-Levitt sono duramente a lavoro sul l’adattamento per il grande schermo della graphic Nobel di Neil Gaiman, Sandman . Levitt sembrava il prescelto per il ruolo da protagonista, oltre a produrre e a dirigere probabilmente il film, ma sembra che Gaiman in persona non sia d’accordo.

In una recente intervista lo scrittore ha dichiarato che in un primo momento, tempo fa, pensava a Johnny Depp come protagonista, poi, dopo aver visto Benedict Cumberbatch in Sherlock avrebbe voluto lui. Purtroppo per Gaiman però Cumberbatch è appena entrato nell’universo Marvel con Doctor Strange, è così Gaiman ha concluso “Tom Hiddleston è ancora lì fuori”.

Tra le preferenze che ha Gaiman in merito all’incarnazione del suo personaggio, sembra che l’accento inglese sia fondamentale. Voi che ne pensate? Dal momento che il futuro di Loki nell’universo Marvel sembra ancora lungo, cosa vi aspettate che risponda Hiddleston ad un eventuale invito? È come potrebbe reagire casa Marvel?

Sandman: Neil Gaiman sul film

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Circa la trasposizione cinematografica di Sandman, fumetto pubblicato dalla DC Comics tra il 1989 ed il 1996, finora si era pronunciato unicamente Joseph Gordon-Levitt, che non solo firmerà la pellicola in qualità di regista, ma come in Don Jon, tornerà a mettersi alla prova davanti alla macchina da presa.

Finalmente, con il film ancora in fase embrionale, giungono anche le parole di Neil Gaiman, creatore del personaggio, che si è detto fiducioso dell’andamento del progetto:

PICEDITOR-AGE“Joseph Gordo-Levitt, tutte le persone [al lavoro] sono gradi fan di Sandman. Lui e David Goyer ne hanno parlato, ne sono usciti con un trattamento, credo, di cosa volessero che la storia fosse per il primo film. Sono in contatto con uno scrittore eccezionale [Jack Thorne], che casualmente io conosco perché ha realizzato la sceneggiatura di ‘The Ocean at the End of the Lane’, così ci siamo incontrati ed ho amato il trattamento che ha fatto del mio lavoro. E venerdì pomeriggio passerò del tempo con Joseph Gordon-Levitt parlando di ‘Sandman’! Questo è quanto so, ora ne sapete tanto quanto ne so io.”

Sandman è una serie a fumetti nata dall’ingegno di Neil Gaiman che ha come protagonista Sogno, la personificazione antropomorfa dei sogni e delle storie, conosciuto anche come Morpheus. Sogno è uno dei Sette Eterni, ossia le incarnazioni di particolari aspetti dell’esistenza umana, quali: il Destino, la Morte, il Sogno, la Distruzione, il Desiderio, la Disperazione e il Delirio.

Fonte: Comic Book Resources

Sandman: Neil Gaiman commenta l’abbandono di Joseph Gordon-Levitt

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Ieri vi abbiamo anunciato la defezione di Joseph Gordon-Levitt dal progetto di Sandman. L’evento deve aver messo in seria difficoltà la New Line Cinema che si vede così privare di un produttore di punta e del probabile regista e protagonista del film. Le divergenze creative di Gordon-Levitt con la New Line, che sono ufficialmente il motivo dell’abbandono, non hanno però intaccato l’opinione positiva di Neil Gaiman, padre di Sandman, che ha commentato su Twitter l’evento.

Le parole di Gaiman sono di profondo rispetto e stima nei confronti dell’attore, cone cui spera di poter collaborare in futuro. Inoltre il fumettista e scrittore ha spiegato anche alcuni dettagli sui diritti relativi a Sandman, specificando che lo sfruttamento del personaggio e della storia è appannaggio della DC Comics, con cui il fumetto è stato pubblicato, e non suo.

Resteremo dunque in attesa di aggiornamenti e di nuovi dettagli in merito al film.

Sandman (The Sandman) è una serie a fumetti nata dalla penna di Neil Gaiman e pubblicata dalla DC Comics tra il 1989e il 1996. La serie è composta da 75 albi, divisi poi in  10 volumi, nel quale il protagonista è Sogno, la personificazione antropomorfa di tutti i sogni.

Fonte: CBR

Sandman: Neil Gaiman aggiorna sul live action e anticipa grandi cambiamenti

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La produzione dell’adattamento Netflix dell’acclamata serie a fumetti Sandman di Neil Gaiman sarebbe dovuta in origine partire il mese scorso, ma ovviamente, a causa della pandemia di Covid-19, le riprese sono state ufficialmente posticipate.

Da quando l’adattamento è stato annunciato, in realtà, ci sono stati pochissimi aggiornamenti sul progetto, ma adesso è stato lo stesso Gaiman ad aggiornare sull’atteso film in una recente intervista con ComicBook. Sapevamo già che l’adattamento targato Netflix avrebbe apportato una serie di modifiche sostanziali al materiale originale, ed ora è stato proprio Gaiman a confermare la cosa, dichiarando che il film aggiornerà la storia ed i personaggi per il XXI secolo.

“Va bene, è il 2020, diciamo che stiamo lavorando a Sandman a partire da quest’anno… cosa faremmo? Come cambieremmo le cose? A che genere apparterrebbe questo personaggio? Chi sarebbe questa persona? Cosa succederebbe?”, ha spiegato Gaiman. Il celebre scrittore e fumettista ha anche spiegato come mai Sandman ha sempre avuto una genesi così travagliata, e come mai tutti i precedenti tentativi di realizzarne un film destinato al cinema non sono mai andati a buon fine.

“Le persone hanno provato a fare film e adattamenti tv di Sandman per circa 30 anni. Hanno provato davvero a realizzarli per circa 25 anni, ma non hanno mai funzionato. E non hanno mai funzionato a causa di tutti gli effetti speciali e di ciò che sarebbe necessario per realizzare quegli effetti speciali. Non hanno mai funzionato perché stavano cercando di realizzare qualcosa che avesse un tono parecchio adulto. La gente scriveva sceneggiature di film basati su Sandman e gli studio dicevano: “Ma è un film vietato ai minori. Non possiamo avere film vietati ai minori da 100 milioni di dollari”. Ecco perché non hanno mai visto la luce. Bisognava aspettare il momento in cui la narrazione seriale sarebbe stata vista come un vantaggio e non come uno svantaggio. E il fatto che abbiamo settantacinque numeri di Sandman – essenzialmente, 13 libri completi – è davvero una cosa buona. Non è uno svantaggio.”

L’incontro tra Neil Gaiman e la Warner Bros. per discutere di un film su Sandman

Sempre nel corso della medesima intervista, Neil Gaiman ha rivelato che all’inizio del 1990 ebbe una discussione con la Warner Bros. circa la possibilità di realizzare un film su Sandman, e che fu proprio a lui a suggerire alla major di non farlo: “Ricordo di aver aver avuto il mio primo incontro riguardo ad un film su Sandman nel 1990. Partecipai ad un incontro con la Warner e loro mi dissero: ‘Cosa ne pensi di un film su Sandman?”, e io risposi: ‘Per favore, non fatelo’. E ricordo che Lisa Henson, dirigente della Warner Bros., mi guardò perplessa e disse: ‘Nessuno è mai entrato nel mio ufficio chiedendomi di non fare un film prima d’ora’. E io gli risposi: “Beh, io ve lo sto chiedendo. Per favore, non fatevo. Sto lavorando al fumetto e un film sarebbe solo una distrazione e creerebbe una grande confusione. Lasciatemi fare le mie cose”.

Sandman (The Sandman) è una serie a fumetti nata dalla penna di Neil Gaiman e pubblicata dalla DC Comics tra il 1989e il 1996. La serie è composta da 75 albi, divisi poi in  10 volumi, nel quale il protagonista è Sogno, la personificazione antropomorfa di tutti i sogni. Di recente Audible, la multinazionale venditrice di programmi di intrattenimento audio distribuiti sul web, ha annunciato che renderà disponibile i primi tre cicli narrativi della serie a fumetti (Preludi e notturni, Casa di bambole, Le terre del sogno) sotto forma di audiolibri.

Sandman: lo sceneggiatore lascia il film, ecco perché

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Sandman: lo sceneggiatore lascia il film, ecco perché

Eric Heisserer è stato ingaggiato lo scorso marzo per firmare lo script dell’adattamento cinematografico di Sandman. Adesso però lo sceneggiatore abbandona il progetto, dichiarando che la forma cinematografica non è adatta a portare in vita il fumetto di Neil Gaiman pubblicato da DC/Vertigo.

Ho avuto molte conversazioni con Neil Gaiman – ha dichiarato Heisserer – e ho fatto un sacco di lavoro per il progetto e sono arrivato alla conclusione che la migliore versione di questa proprietà può essere prodotta come una serie tv dalla HBO o come una serie limitata, non come un film solo, e nemmeno come una trilogia. La struttura del film non si adatta per niente al materiale di partenza. Così ho consegnato il lavoro che ho fatto, non è questo il posto dove dovrebbe essere. Serve la TV, quindi mi tiro fuori.

La dichiarazione rilasciata a io9 ha della brutale sincerità. Lo sceneggiatore sembra essere davvero interessato alla migliore opera possibile per il fumetto culto di Gaiman, tanto da essere disposto a lasciare la produzione piuttosto che realizzare un prodotto non all’altezza dell’originale.

Sandman: Neil Gaiman commenta l’abbandono di Joseph Gordon-Levitt

Eric Heisserer non è il primo a lasciare il progetto di Sandman. A inizio marzo 2016 anche Joseph Gordon-Levitt abbandonò il film che era quasi nato con lui, dal momento che era lui stesso in trattative per interpretare dirigere e produrre la pellicola.

Riuscirà l’opera a fumetti più amata e famosa di Gaiman a trovare l’adeguato adattamento cinematografico? A questo punto sembra sempre più difficile per il progetto prendere forma. Che la strada da prendere sia effettivamente quella della televisione?

Sandman (The Sandman) è una serie a fumetti nata dalla penna di Neil Gaiman e pubblicata dalla DC Comics tra il 1989e il 1996. La serie è composta da 75 albi, divisi poi in  10 volumi, nel quale il protagonista è Sogno, la personificazione antropomorfa di tutti i sogni.

Fonte: CBR

Sandman: Joseph Gordon-Levitt aggiorna sul film

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Sandman: Joseph Gordon-Levitt aggiorna sul film

E’ stato rivelato più di un anno fa che Joseph Gordon-Levitt avrebbe diretto e interpretato il ruolo del protagonista nell’adattamento per il grande schermo del fumetto di Neil Gaiman, Sandman. Adesso, è lo stesso attore a fornire alcuni aggiornamenti sul progetto:

“Abbiamo fatto parecchio lavoro con David Goyer e Jack Thorne – ha detto la star de Il cavaliere oscuroAbbiamo lavorato tantissimo sulla sceneggiatura. Ci siamo incontrati diverse volte negli uffici della DC, che sono un posto incredibile dove lavorare. Io e David abbiamo anche già parlato con Mr. Gaiman. Neil crede molto in me ed è sicuramente la persona che voglio rendere più fiera di questo film”.

Allo stesso modo, anche David Goyer ha avuto la possibilità di aggiornare circa la pellicola, rivelando che una prima bozza della sceneggiatura è stata già inviata alla Warner Bros.:

“La cosa che renderà speciale questo progetto, soprattutto che lo renderà diverso dagli altri, è che Neil Gaiman è stato una parte importante della squadra. Abbiamo inviato una prima bozza della sceneggiatura alla Warner, e sono rimasti molto contenti”.

Sandman (The Sandman) è una serie a fumetti scritta da Neil Gaiman e pubblicata dalla DC Comics tra il 1989e il 1996. La serie originale è composta da 75 albi che sono stati successivamente riuniti in 10 volumi, cui si aggiunge “Notti Eterne”, del 2004 e The Sandman: Overture, miniserie del 2013 che racconta le origini di Sandman e serve da prequel della serie. Protagonista della serie è Sogno, la personificazione antropomorfa dei sogni e delle storie.

Fonte: CS

Sandman: Joseph Gordon-Levitt abbandona il progetto

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Sandman: Joseph Gordon-Levitt abbandona il progetto

Se pochi giorni fa vi avevamo annunciato che lo sceneggiatore Eric Heisserer era in procinto di aggregarsi al team attualmente al lavoro su un adattamento cinematografico del fumetto di Neil Gaiman Sandman, ora è giunto il momento di annunciare una defezione al progetto. Joseph Gordon-Levitt, chiamato in passato ad interpretare e dirigere la pellicola, ha infatti annunciato l’intenzione di abbandonare il progetto a causa di divergenze creative con la New Line.

Ecco quanto comunicato dall’attore: “Dunque, come ormai sapevate, David Goyer ed io avevamo un accordo con la Warner Bros. per sviluppare un adattamento cinematografico di Sandman di Neil Gaiman. Neil stesso si era aggregato come produttore esecutivo ed avevamo assunto un eccellente sceneggiatore come Jack Thorne. Ero molto compiaciuto del progresso a cui eravamo giunti, anche se avevamo molto su cui lavorare. Recentemente, come saprete, la proprietà di Sandman e dell’intero catalogo Vertigo è passata dalla Warner alla New Line. E pochi mesi fa ho realizzato che con i ragazzi della New Line non avevamo le stesse idee e gli stessi punti di vista su cosa rendesse Sandman speciale e come dovrebbe essere l’adattamento cinematografico. Così, sfortunatamente, ho deciso di tirarmi fuori dal progetto ed auguro solo il bene al team che lo porterà avanti.”

A mitigare le preoccupazioni di alcuni fan, in merito al fatto che la storia sia troppo ricca per un solo film, interviene la New Line che avrebbe in progetto di realizzare una trilogia su Sandman.

Sandman (The Sandman) è una serie a fumetti nata dalla penna di Neil Gaiman e pubblicata dalla DC Comics tra il 1989e il 1996. La serie è composta da 75 albi, divisi poi in  10 volumi, nel quale il protagonista è Sogno, la personificazione antropomorfa di tutti i sogni.

Fonte: Variety

Sandman: Joseph Gordon-Levitt a lavoro con il team dei Batman di Nolan

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SandmanDopo molti mesi di silenzio si ritorna a parlare di Sandman e dell’adattamento cinematografico che avrà come produttore (e forse come regista e protagonista) Joseph Gordon-Levitt. E’ lo stesso attore ad aggiornarci sullo stato della produzione e sulla sceneggiatura in lavorazione:

“Proprio ora stiamo lavorando alla sceneggiatura. Siamo io, Goyer e lo sceneggiatore Jack Thorne, insieme a Neil Gaiman, insieme alle belle persona della DC e della WB. E’ davvero una bella squadra. Ci sono un sacco delle persone che hanno già lavorato insieme ai Batman di Christopher Nolan. E’ davvero eccitante. Non abbiamo ancora una sceneggiatura, ci stiamo ancora lavorando, perchè l’adattamento di Sandman è molto molto complicato, dal momento che Sandman non è scritto come un romanzo, mentre, ad esempio, Sin City si. Sandman comprende 75 episodi. C’è una ragione se si cerca di adattarlo da oltre 20 anni senza successo.”

Levitt sembra quindi molto cauto rispetto all’adattamento del misterioso personaggio, esponendo e comprendendo le insidie che si annidano in un progetto del genere. Riuscirà a lavorare bene e a rendere giustizia a Sandman?Fonte: CBM

Sandman: Joseph Gordon Levitt confermato interprete e regista

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sandman

In seguito al rumor che lo voleva come interprete principale, diffusosi in rete lo scorso mese, Deadline riportava poche ore fa la notizia che Joseph Gordon Levitt era in trattative non solo per interpretare, ma anche per dirigere,  Sandman, la graphic novel di Neil Gaiman. Come già sapevamo, invece, la sceneggiatura porterà la firma di David S. Goyer  (Blade: Trinity, Il mai nato). Adesso, la notizia è stata confermata dallo stesso attore/regista, che su Twitter ha scritto:

Signore e signori, sono incredibilmente onorato di lavorare con David Goyer, la Warner Bros e Neil Gaiman per Sandman“.

Alla fine del tweet, Joseph Gordon Levitt ha usato l’hashtag #Prelude. La cosa è piuttosto interessante, in quanto può voler dire che lo script di Goyer si focalizzerà sul primo volume della serie a fumetti, dal titolo Preludes and Nocturnes (Preludi e notturni).

Sandman è una serie a fumetti che ha come protagonista Sogno, la personificazione antropomorfa dei sogni e delle storie, conosciuto anche come Morpheus. Sogno è uno dei Sette Eterni, ossia le incarnazioni di particolari aspetti dell’esistenza umana, cioè il Destino, la Morte, il Sogno, la Distruzione, il Desiderio, la Disperazione e il Delirio.

Fonte: ComingSoon.net

Sandman: in attesa del live action, arriva l’audiolibro

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Sandman: in attesa del live action, arriva l’audiolibro

In attesa di nuovi aggiornamenti sull’annunciato adattamento live action di Sandman ad opera di Netflix, arriva la notizia che Audible, la multinazionale venditrice di programmi di intrattenimento audio distribuiti sul web, renderà disponibile i primi tre cicli narrativi della serie a fumetti (Preludi e notturni, Casa di bambole, Le terre del sogno) sotto forma di audiolibri.

Grazie a The Hollywood Reporter veniamo a conoscenza del prestigiosissimo cast di attori coinvolti nel progetto e che presteranno le loro voci ai personaggi della storia: James McAvoy sarà la voce di Sogno/Morfeo; Justin Vivian Bond sarà la voce di Desiderio; Kat Dennings presterà la voce a Morte; Miriam Margolyes presterà la voce a Disperazione; Michael Sheen sarà Lucifero ed Andy Serkis doppierà invece Matthew il Corvo.

Tra gli attori coinvolti nel progetto figurano anche Riz Ahmed (Corinthian), Taron Egerton (John Constantine), Samantha Morton (Urania Blackwell) e Bebe Neuwirthe (il Gatto Siamese). Al loro si aggiungo anche Arthur Darvill, William Hope e Josie Lawrence.

“Un cast di artisti davvero eccezionali darà vita a questo fenomeno culturale. Siamo onorati di lavorare a fianco di Neil Gaiman e DC per creare un adattamento davvero coinvolgente che sappiamo che i fan e gli ascoltatori adoreranno”, ha dichiarato in un comunicato ufficiale David Blum, caporedattore di Audible Originals.

La prima parte della versione Audible di Sandman debutterà in America il 15 luglio. Gaiman sarà coinvolto in qualità di narratore e di produttore esecutivo insieme al suo storico collaboratore Dirk Maggs.

LEGGI ANCHE – Sandman: lo sceneggiatore lascia il film, ecco perché

Sandman (The Sandman) è una serie a fumetti nata dalla penna di Neil Gaiman e pubblicata dalla DC Comics tra il 1989e il 1996. La serie è composta da 75 albi, divisi poi in  10 volumi, nel quale il protagonista è Sogno, la personificazione antropomorfa di tutti i sogni.

Sandman: il film ha trovato uno sceneggiatore!

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SandmanL’adattamento cinematografico su  Sandman è tra i film più attesi del prossimo futuro e oggi arriva da Deadline la notizia che la produzione ha trovato uno sceneggiatore. Si tratta di Jack Thorne noto per aver scritto A Long Walk Down che scriverà lo script su un trattamento di David Goyer. David Goyer rimarrà come supervisore della produzione. Per quanto riguarda la regia, il noto sito spiega che l’attore e Joseph Gordon-Levitt figura come produttore del film ma si spera nella produzione che voglia anche dirigerlo e interpretarlo.

Sandman è una serie a fumetti che ha come protagonista Sogno, la personificazione antropomorfa dei sogni e delle storie, conosciuto anche come Morpheus. Sogno è uno dei Sette Eterni, ossia le incarnazioni di particolari aspetti dell’esistenza umana, cioè il Destino, la Morte, il Sogno, la Distruzione, il Desiderio, la Disperazione e il Delirio.

Sandman: Gaiman spiega perchè non era nella lista WB

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Recentemente, Warner Bros ha annunciato i piani e le date di rilascio dei suoi film legati al mondo dei supereroi, da Aquaman, Wonder Woman, The Flash, Shazaam fino alla Justice League. Nell’elenco non figura Sandman che è attualmente in fase di sviluppo da Joseph Gordon-Levitt, Neil Gaiman e David S. Goyer. Gaiman ha spiegato perchè:

Non è un film della DC Comics. E ‘un film Vertigo. Questa è una diversa serie di film, per cui verrà con un annuncio diverso.

In realtà la Vertigo ha una lunga storia più o meno correlata al mondo DC. Sandman fa parte appunto della Vertigo, che è un’etichetta della DC Comics che pubblica storie dal taglio più adulto rispetto ai fumetti di supereroi classici. Sulla lista Warner Bros non compaiono tuttavia anche altri titoli, come Justice League Dark, composto da personaggi DC e Vertigo, che quindi potrebbe appartenere ad entrambe. L’altro progetto non nominato è quello di Legion of Superheroes, che è però ancora nelle primissime fasi di sviluppo, per cui è davvero troppo presto per dire se verrà effettivamente realizzato.

Sandman (The Sandman) è una serie a fumetti scritta da Neil Gaiman e pubblicata dalla DC Comics tra il 1989e il 1996. La serie originale è composta da 75 albi che sono stati successivamente riuniti in 10 volumi, cui si aggiunge “Notti Eterne”, del 2004 e The Sandman: Overture, miniserie del 2013 che racconta le origini di Sandman e serve da prequel della serie. Protagonista della serie è Sogno, la personificazione antropomorfa dei sogni e delle storie.

Fonte: CBM

Sandman, Joseph Gordon-Levitt: “Non sarà il solito film basato sui fumetti”

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Dell’annunciato film su Sandman che dovrà essere diretto da  Joseph Gordon-Levitt si sa ancora molto poco e oggi lo stesso attore ne ha parlato con MTV in occasione dei Guys Choice Awards, soffermandosi sullo sviluppo.

LEGGI ANCHE: Sandman: Neil Gaiman vuole Tom Hiddleston

“E’ davvero un buon momento. Procede bene, lento ma costante. Si tratta di un adattamento davvero complicato perché i fumetti sono brillanti. Ma non sono scritti con una visione complessiva, voglio dire non è come Watchmen, che è una graphic novel che ha un inizio, un centro e una fine. Sandman è stato scritto nel corso di sei o sette anni. Uno alla volta, e anche se il film ha un inizio, un centro e una fine, è molto complicato adattarlo.  

 

L’attore poi commenta in relazione ad altri film basati sui fumetti:

“I grandi film d’azione sono in incentrati sul combattimento tra criminalità e legalità. Questo non ha nulla a che fare con questo. E questa è una delle cose che Neil Gaiman mi ha detto: “Non hanno alcuna pertinenza”. Se leggete i fumetti Morpheus non da nessun pugno. non è quello che fa. Penso che sarà un grande film d’azione spettacolare ma che non si baserà su nessuno di questi cliché ordinari. Quindi questo è il motivo per cui sta la scrittura ci sta impegnando molto ma sarà qualcosa di veramente buono.”

sandmanSandman sarà scritto da  David S. Goyer (Man of Steel), Jack Thorne (Skins) Neil Gaiman e  Joseph Gordon-Levitt. Sandman non ha attualmente una data di uscita nel listi Warner Bros, dunque bisognerà aspettare ancora un bel po’.

Sandman (The Sandman) è una serie a fumetti scritta da Neil Gaiman e pubblicata dalla DC Comics tra il 1989e il 1996. La serie originale è composta da 75 albi che sono stati successivamente riuniti in 10 volumi, cui si aggiunge “Notti Eterne”, del 2004 e The Sandman: Overture, miniserie del 2013 che racconta le origini di Sandman e serve da prequel della serie. Protagonista della serie è Sogno, la personificazione antropomorfa dei sogni e delle storie.

Sandman passa dalla Warner Bros alla New Line Cinema

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Sandman passa dalla Warner Bros alla New Line Cinema

Deadline riporta la notizia che l’adattamento cinematografico di Sandman non verrà più realizzato dalla Warner Bros., ma bensì dalla New Line Cinema.

Il passaggio da una distribuzione all’altra fa parte di un ampio progetto che riguarderà le release dei prossimi adattamenti dei fumetti DC Comics e Vertigo: nello specifico, gli adattamenti della Vertigo passeranno alla New Line Cinema, mentre alla Warner resteranno i film della DC Comics che andranno a formare l’Universo Cinematografico DC (del quale faranno parte, tra gli altri, Suicide Squad, Batman v Superman, Justice League, Wonder Woman e Aquaman).

Joseph Gordon-Levitt sta al momento lavorando sulla sceneggiatura del film con David S. Goyer (Man of Steel), Jack Thorne (Skins) e Neil Gaiman. Levitt dovrebbe figurare anche come regista e interprete principale, ma al momento la cosa non è stata ancora confermata ufficialmente.

Sandman (The Sandman) è una serie a fumetti nata dalla penna di Neil Gaiman e pubblicata dalla DC Comics tra il 1989e il 1996. La serie è composta da 75 albi, divisi poi in  10 volumi, nel quale il protagonista è Sogno, la personificazione antropomorfa di tutti i sogni.

Fonte

Sanctum 3D – recensione

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Sanctum 3D – recensione

Tratto da un episodio accaduto realmente al produttore e co-sceneggiatore Andrew Wight, Sanctum 3D racconta la storia di una squadra di speleologi che, mentre esplora le grotte di Esa-ala nell’Oceano Pacifico rimane bloccata in profondità in seguito ad una improvvisa tempesta tropicale. Il gruppo capitanato da Frank McGuire (Richard Roxburgh) sarà costretto a scende ancora più in profondità per trovare una via d’uscita verso il mare.

Sanctum 3D è un classico thriller adrenalinico, avventura allo stato puro

Sanctum 3DSanctum 3D è un classico thriller adrenalinico, avventura allo stato puro, che permette allo spettatore interessato al genere di seguire la storia attraverso gli occhi di Josh (Rhys Wakefield), figlio di Frank e capitato nel gruppo quasi per errore. Protagonista assoluto del film è l’imponente e misterioso complesso roccioso sottomarino che fa da scenografia praticamente a tutta la vicenda.

Sanctum 3D è film claustrofobico che regala qualche momento di vera tensione oltre a mettere in gioco emozioni che bene o male appartengono all’essere umano e che in situazioni estreme vengono portate al punto di rottura. Ci sarà infatti qualcuno che perderà il controllo, arrecando danni all’intera missione, e qualcun altro che eroicamente si sacrificherà per salvare il gruppo.

La regia è ben curata e Alister Grierson (Kokoda) ci guida con un occhi curioso e meravigliato, ma sempre vigile e scrupoloso, attraverso le caverne sotterranee del Pacifico. Peccato però che il film non sia un grande esempio di cinema, soprattutto per una sceneggiatura che spesso risulta enfatica e fuori luogo, laddove si è voluto dare uno spessore emotivo ad una vicenda che invece sarebbe stato più onesto raccontare come una semplice e primordiale gara tra l’uomo e la natura.  In particolare mi riferisco al rapporto padre figlio, pieno di incomprensione e acredine, che viene rinsaldato dall’esperienza di paura e dolore condivisa in quella circostanza estrema. Buono invece il 3D, che ultimamente ha deluso al cinema, ma che in questo caso offre momenti davvero significativi collegati esclusivamente alla spettacolarità della scena, merito soprattutto della tecnica utilizzata da James Cameron (produttore esecutivo) per Avatar e riutilizzata qui.

Per quello che riguarda il cast, protagonista un Richard Roxburg che già in altre pellicole ha dato prova di essere un capace interprete, e qui dove la sua performance è tutta “fisica” riesce a risultare credibile, molto più del resto degli attori che magari fisicamente sono più prestanti ma sicuramente meno efficace.

Sanctum 3D è un film di genere, che può interessare quella fetta più o meno ampia di pubblico che ama l’avventura, e il mistero, l’eroismo e i buoni sentimenti, ma senza confidare troppo in un insegnamento o in un significato profondo rispetto a quello che vede sullo schermo.

Sanctuary: A Witch’s Tale, trailer della nuova serie AMC

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Sanctuary: A Witch’s Tale, trailer della nuova serie AMC

AMC+ ha pubblicato il trailer ufficiale di Sanctuary: A Witch’s Tale, il suo prossimo dramma soprannaturale. La serie farà il suo debutto nel mercato americano il 4 gennaio su AMC+ e Sundance Now con i primi due episodi, seguiti da nuovi episodi in onda settimanalmente.

Il video introduce un mondo in cui le streghe sono accettate nella società. Tuttavia, quando una tragedia colpisce la piccola città di Sanctuary, prove schiaccianti portano i residenti a credere che un omicidio sia stato commesso usando la magia. Questo finisce per mettere un bersaglio sulla schiena della strega residente in città. La serie al momento non ha una data di uscita in ITALIA.

Che cos’è Sanctuary: A Witch’s Tale?

Sanctuary: A Witch’s Tale è ambientato in un mondo contemporaneo dove la stregoneria è reale. Si svolge nell’idilliaca cittadina inglese di Sanctuary, dove per centinaia di anni le streghe hanno vissuto pacificamente, come membri apprezzati della società”, si legge nella sinossi. “Finora… al centro della storia c’è Sarah Fenn, la strega residente a Sanctuary, su cui la città fa affidamento per risolvere i problemi quando i rimedi convenzionali falliscono. Quando la stella del rugby locale, Dan Whithall, muore tragicamente in un apparente incidente, la sua morte fa emergere una terrificante corrente di sospetto e paura nei confronti di Sarah e della figlia adolescente, Harper“.

Sanctuary: A Witch’s Tale è creato e scritto da Debbie Horsfield da una sceneggiatura scritta da Debbie Horsfield, basata sul romanzo di V.V. James. È interpretata da Elaine Cassidy, Amy de Bhrun, Hazel Doupe, Stephanie Levi-John, Valerie O’Connor, Kelly Campbell e Stephen Lord. La serie in 7 parti è prodotta esecutivamente da Monumental Television, mentre la regia è affidata a Lisa Mulcahy e Justin Molotnikov.

Sanctuary, recensione della serie Netflix

Sanctuary, recensione della serie Netflix

Dal 04 maggio è disponibile su Netflix la serie tv di produzione giapponese Sanctuary, una serie drammatica che esplora il mondo poco conosciuto del sumo professionistico, rivelando le ambizioni, le lotte e la determinazione di giovani che lottano per fama, denaro e potere. Presentando una nuova prospettiva su uno sport tradizionale giapponese che ha più di 1500 anni, la serie si propone di infrangere i tabù su quest’arte sportiva e mettere in luce lo spirito combattivo di questi atleti di talento.

Diretto da Kan Eguchi (“The Fable“) e scritto da Tomoki Kanazawa (“Sabakan“), la serie si assume l’ambizioso compito di rappresentare questo sport a livello professionale. Come vedremo in questa recensione di Sanctuary, la serie vanta un reparto tecnico di tutto livello, come molti originali giapponesi dello streamer, ma ne condivide anche i più comuni difetti narrativi e strutturali.

Sanctuary, una storia di sacrificio e rinascita

La trama di Sanctuary vede un ragazzo duro e disperato – Kiyoshi Oze, interpretato da Wataru Ichinose – diventare un lottatore di sumo, affascinando i fan con il suo atteggiamento spavaldo e sconvolgendo un’industria intrisa di tradizione. La scrittura di questo progetto vuole dimostrare come il sumo, pur essendo conosciuto in tutto il mondo come parte della cultura tradizionale giapponese e come rituale religioso tramandato per oltre 1.500 anni, rimane un mondo velato di segretezza. Il dohyo, il ring dove si disputano gli incontri di sumo, è davvero un santuario costruito sulle fondamenta di questo mondo insolito.

Kiyoshi Oze proviene da una famiglia problematica e ha fatto parte del mondo del crimine per tutta la vita. Avendo bisogno di soldi, quando viene a sapere che un lottatore di sumo può guadagnare molto denaro, inizia a pensare che con il suo corpo e le sue abilità di combattimento possa affrontare chiunque. Tuttavia, testardo fino al midollo e fin troppo sicuro delle sue capacità, Oze spesso salta gli allenamenti e sfida i lottatori più esperti, indole che finisce per etichettarlo come un “caso disperato”. Continua a fare di testa sua, fino a quando non si scontra con un sumo di nome Frankenstein, che lo sconvinge brutalmente. Proprio a questo punto, sconfitto e praticamente cacciato dal mondo del sumo, capisce che è ora di cambiare prospettiva. Allenandosi duramente secondo le regole e le tradizioni, Oze decide di farsi un nome: Sumo Enno. Oltre alla sua storia ispiratrice, la serie tv si concentra anche su tutte le personalità che si avvicinano al mondo del sumo e che lottano per trovare la loro strada nella vita.

Tra questi, ci vengono presentate le vicende di altri lottatori, come Shimizu (interpretato da Shota Sometani), che ama questo sport ma non è dotato di un fisico ideale, e Kunishima (interpretato da Shioli Kutsuna), un giornalista che viene relegato a occuparsi di sumo. Come in tutti gli altri sport, anche in questo caso accadono cose sottobanco, che potrebbero essere smascherate da Kunishima e persino aiutare il viaggio di Oze.

Una serie per immergersi nella cultura giapponese

Sanctuary potrebbe essere la proposta perfetta per quella fascia di pubblico interessata alle tradizioni, cultura e società giapponese e come si siano evoluti gli usi e i costumi nipponici nel corso degli anni. In questo senso, la produzione ha fatto un ottimo lavoro di ricerca storica sull’arte del sumo e riesce a spiegarne in maniera chiara e mai troppo distante le regole, la struttura del torneo, il modo di vestire dei lottatori e altri aspetti. Viene posto l’accento anche sui valori necessari per intraprendere una carriera in questo mondo, tra cui l’umiltà, il rispetto per gli avversari e la dedizione alla pratica e all’allenamento intensivo. Da questo punto di vista, Sanctuary è un’emozionante vetrina della passione e dello spirito combattivo caratteristici dei lottatori di sumo.

Il sumo è uno degli sport più visivamente affascinanti e che meglio si presterebbe alla drammaturgia: gl intrighi, le alleanze mutevoli che vi stanno alla base e i suoi 2.000 anni di storia rivaleggiano con quelli di qualsiasi epopea fantasy. Eppure, in qualche modo, il sumo non è mai stato rappresentato accuratamente al cinema, né alcuna serie o film ha mai reso giustizia alle emozioni, agli strazi, alla gioia, al dolore e alla sofferenza che si trovano sul ring e nelle scuderie. Purtroppo, la mancanza di autenticità sullo schermo è un problema che grava da tempo sul sumo. Probabilmente la migliore rappresentazione di questo sport è il pluripremiato film di Masayuki Suo del 1992, “Shiko Funjatta“, distribuito all’estero con il titolo “Sumo Do, Sumo Don’t“, che si tratta tuttavia perlopiù di una commedia stilizzata, incentrata sul sumo collegiale piuttosto che su quello professionistico.

Veri lottatori di sumo sul “ring” di Sanctuary

Sanctuary NetflixAltra nota di merito di Sanctuary sono sicuramente le performance attoriali. Va specificato che, per prepararsi al meglio al ruolo dei lottatori di sumo, gli attori hanno trascorso circa un anno di intenso allenamento fisico sotto la supervisione di esperti di Hollywood e di un allenatore olimpico che li ha seguiti dal punto di vista nutrizionale. Per oltre sei mesi, si sono allenati nel sumo per rendere giustizia alla realtà di questo sport.

Il personaggio principale, Saruzakura, è interpretato da Wataru Ichinose (Weaker Beast), un ex artista marziale professionista. Saruzakura si unisce a una scuderia di sumo come giovane discepolo, ma le sue motivazioni hanno più a che fare con il denaro che con lo sport in sé. Il cast comprende anche Pierre Taki nel ruolo del maestro della scuderia, Koyuki nel ruolo della moglie del maestro e Shota Sometani nel ruolo dell’amico di Saruzakura, Shimizu.

Con la sua violenza esagerata, l’ambientazione quasi da realtà alternativa e personaggi che assomigliano più a caricature, Sanctuary vive di un’atmosfera alla Quentin Tarantino e potrebbe rivelarsi una serie divertente e di successo.

Un ritmo non sempre coinvolgente

Lo sviluppo narrativo di Sanctuary non è propriamente organico: diverse storyline impiegano più tempo del necessario per dipanarsi e il tono del racconto che la serie mantiene, in gran parte duro e aggressivo, non rende particolarmente facile agli spettatori il navigare in questa storia. Gran parte dei primi quattro episodi sono spesi a crogiolarsi nelle buffonate di Kiyoshi ed è solo quando il nostro protagonista inizia finalmente a prendere sul serio lo sport, Sanctuary diventa più coinvolgente. Tuttavia, gli episodi successivi sembrano affrettati e il finale di stagione tronca la storia in maniera poco chiara. Molteplici sottotrame vengono abbandonate, mentre la serie si orienta verso un tipo di narrazione più sentimentale e, a tratti, stucchevole: quella del loser, il perdente che deve redimersi.

Come dicevamo, se il fatto di avere nel proprio cast lottatori di sumo professionisti rende tutte le sequenze di allenamento e dei tornei particolarmente ritmate e dolorose da guardare, l’arco complessivo di Sanctuary assomiglia più a un incontro di sumo anticlimatico, non di certo quello che ci era stato prospettato dalle premesse della serie.

Sanctuary, recensione del film con Margaret Qualley

Sanctuary, recensione del film con Margaret Qualley

Trai titoli più interessanti della Festa del Cinema di Roma, fa capolino Sanctuary, opera seconda di Zachary Wigon. Sono scrigni silenziosi le pareti degli hotel. Con il loro intonaco più o meno colorato, si ergono attorno a noi assorbendo ogni respiro, percependo ogni emozione, facendosi custodi di segreti inconfessabili, o momenti passeggeri. Tra le mura degli hotel dei corpi si incontrano, altri si lasciano; le bocche si baciano, o i cuori si spezzano.

Le mura della stanza di hotel che accoglie Rebecca e Hal in Sanctuary sono molto più che sguardi discreti che osservano il gioco al massacro compiuto dai due: sono sipari teatrali di un kammerspiel soffocante, quinte imprigionanti di un palcoscenico dove nulla è come sembra, e tutto appare per quel che non è. Entro i loro confini diventa quasi impossibile stabilire il ruolo affidato e svolto dai due protagonisti, entrambi schiavi di un continuo gioco all’inganno in cui nessuno ne esce vincitore, ma solo prigioniero. Prigioniero delle proprie maschere; prigioniero della propria performance perpetuamente mutabile e in evoluzione. Prigioniero dell’altro e di se stesso.

Sanctuary, la trama

Interno: suite di un albergo di lusso. Qui si incontrano un uomo sulla trentina e una giovane avvocatessa chiamata per delle verifiche burocratiche. Lui si chiama Hal Porterfield, erede di una catena di alberghi e prossimo amministratore delegato di un impero milionario a seguito della orte del padre. Lei è Rebecca, giovane aggressiva e misteriosa, che nella vita non svolge il ruolo di avvocatessa, bensì di dominatrice assunta dallo stesso Hal per testare la propria tenuta psicologica sul lavoro. In un continuo gioco di realtà e finzione, sarà difficile per entrambi – soprattutto per Rebecca – scindere se stessi dal proprio personaggio, cambiando continuamente i rapporti di forza fra cliente e padrone, dominatore e dominato. Chi la spunterà?

Non c’è nulla di lineare in Sanctuary. Nel film di Zachary Wigon, il rapporto di dominio si stacca della propria tangibilità fisica per elevarsi a una lotta psicologica dove ogni pensiero viene ribaltato, ogni parola messa in discussione, per creare nuovi pensieri, nuove realtà mentali in cui muoversi e recitare nuove parti. Ne consegue un labirinto senza fine, dai percorsi intrecciati e complicati, lungo i quali lo spettatore si ritrova a vagare senza meta. Sottratto di ogni direzioni con cui orientarsi, le uniche ancore a cui può affidarsi sono corpi di due giovani che si attraggono e respingono, abbracciano e attaccano. Un movimento continuo che destabilizza la visione, scaturendo un senso di nausea per un’incapacità di comprensione di un rapporto difficile da cogliere nel contesto logico e sentimentale. Rebecca e Hal sono colti nei loto tentativi reciproci di dominio fisico e psicologico, mentre tutto attorno crolla, perde le proprie base razionali, lasciando in bocca un retrogusto di visione perturbante.

Micce esplosive

È un santuario che di sacro ha ben poco quello eretto da Wigon: a muoversi silente tra gli inframezzi dei propri raccordi è adesso un effetto straniante pronto a riflettersi e influenzare ogni singolo elemento in campo. E se a dominare questo inafferrabile costrutto visivo è un’irrequietezza sia del corpo, che della mente, a orchestrare questa montagna russa perpetuamente in azione, non poteva essere che una regia ancora più disorientante e mutabile. Da primi piani affidati a grandangoli che distorcono i volti, tramutandoli in maschere dell’angoscia, a carrellate improvvise, passando per panoramiche a 360°, la macchina da presa di Wigon enfatizza ogni senso di perdita razionale, traducendo visivamente due anime fragili, incapaci di comprendere il proprio volere affidando alle fragilità dell’altro un senso di rivalsa e fisico predominio.

Sarà nel momento dei dialoghi, in quella creazione di nuovi contesti in cui inserirsi con maschere nuove e sempre uguali, che la macchina da presa si cristallizza mettendosi in pausa: immobile, lascia che il processo di creazione e reciproco influenzamento mentale faccia il proprio corso, ferma nell’attesa spasmodica di una miccia pronta di nuovo a esplodere, dando vita a un ulteriore gioco al massacro psicologico, tra recriminazioni, ricatti e bugie.

Un gioco al massacro

“Dimmi che per te è importante. Che non puoi viverne senza”. È un ritornello ridondante, una cantilena ripetuta da entrambi i protagonisti di Sanctuary, questa, una nenia recitata più per autoconvincersi che qualcosa per cui vale la pena vivere esista per davvero, che per pura asserzione. Nel microcosmo alberghiero di Hal e Rebecca nulla pare valere davvero. Che siano 6 milioni di dollari, un orologio prezioso, o una videocamera da scovare, la posta in gioco per questi due personaggi cambia perpetuamente al mutare del ricatto, sintomo che la vera mancanza per loro è da ritrovarsi più profondamente nei meandri di anime incomprese e incapaci di amare, che nella materialità di oggetti da distruggere. E così, nell’arco di un solo spazio, quelli che si attaccano, stuzzicano e uniscono, sono i corpi di mille maschere e diverse personalità.

Una galleria psicotica racchiusa nella cornice di due fisicità opposte, tra chi vuole dominare e chi si lascia manipolare. Rebecca e Hal sono lo Yin e lo Yang di una lotta continua, due pianeti che collidono senza congiungersi mai. Ciò che rimane da questo conflitto di maschere che cadono e altre che ritornano, è la perdita dell’umanità a favore di un istinto animalesco misto a tossica interdipendenza. Così come non possono fare a meno l’uno del potere fisico (ma anche economico) dell’altra, Rebecca e Hal ricercano le fragilità altrui, le sfruttano, per intelaiare una rete succuba di interdipendenza in cui, tra stanze distrutte, e giochi mentali, tutto viene sconvolto in una vertigine visiva lasciata scorrere lungo associazioni mentali, e fotografie rosso fuoco, o blu glaciale. 

Una, nessuna, centomila maschere

In un mondo che tutto cambia all’esternazione di parole che creano con fare divino, non poteva esserci interprete migliore di Margaret Qualley per dar vita all’ipnotica, e imprevedibile, Rebecca. Il volto dell’attrice è pura argilla da modellare sulla forza di mille espressioni. È una mimica volutamente caricata, la sua, che risponde in maniera coerente a un universo cangiante e mai afferrabile come quello di Sanctuary. Che sia l’imitazione del padre di Hal, o la declamazione del giuramento alla bandiera americano, la sua Rebecca è uno, nessuno e centomila sfumature di donna. La modulazione della voce è, infatti, un ponte privilegiato attraverso cui lasciar trasparire mille e altre personalità, facendo della Qualley un’intensa presta-corpo di identità sfuggevoli e pensieri complessi. Quello messo in campo dalla donna è un rifiuto netto di mostrarsi statica e fissa nei confini di un determinato carattere; una volontà che si ripercuote anche nel proprio corpo flessibile e dinamico, perennemente in movimento come la sua mente in elucubrazione.

Rebecca è, insomma, uno tsunami inatteso pronto a ingoiare la terra ferma di un Hal imprigionato in un’insicurezza che lo rende perfetta vittima del gioco al dominio della donna, e preda manipolabile bloccata sull’agire. È solo nel momento di vero terrore, preso dall’angoscia di mostrarsi nelle forme delle proprie fobie e trasgressioni, che Hal si tramuta in un fuoco che tutto arde e distrugge: ma le sue fiamme sono facilmente domate dalle onde di Rebecca, e così quell’incendio personale si spegnerà ben presto all’ombra dell’ennesimo ricatto. Quella che vive tra Hal e Rebecca è pertanto una costruzione psicologica dai tratti dicotomici non solo ben delineata dallo sceneggiatore Micah Bloomberg, ma soprattutto restituita in maniera impeccabile dai due attori che si fanno riflesso speculare di un’altra, indimenticabile, coppia del genere thriller come Laurence Olivier e Joan Fontaine nel capolavoro di Alfred Hitchcock, Rebecca.

Tanto nell’opera hitchcockiana, che in quella delineata da Bloomberg in Sanctuary, il potere va a braccetto con l’ingenuità e la manipolazione, in una danza eterna che tutto prende e decostruisce, fino all’esasperazione, fino alla nausea, fino al dominio della mente e il soggiogamento del corpo. 

Sanctuary, incontro con il regista Zachary Wigon

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Sanctuary, incontro con il regista Zachary Wigon

Sanctuary parla di potere, di possesso, di controllo, lo fa attraverso il racconto della relazione tra Rebecca, una dominatrice di professione, e Hal, suo cliente. Il loro rapporto però potrebbe essere minato, subire delle modifiche a causa della loro natura, terribilmente umana, imperfetta e imprevedibile.

A raccontare la storia c’è Zachary Wigon, al suo secondo lungometraggio, che abbiamo incontrato in occasione della Festa del Cinema di Roma 2022, dove ha presentato il suo film. E partiamo dunque dal titolo: Sanctuary è “il santuario”, un “luogo in cui ci si sente al sicuro dalle pressioni esterne – dichiara il regista – E tutto il film è ambientato in uno spazio interno, circoscritto, per questo doveva essere un luogo sicuro, anche nel titolo.”

Sanctuary racconta anche di un gioco di ruolo, che è una pratica molto simile a ciò che fanno gli attori in scena e al criterio intorno a cui ruota tutta la macchina del narrare storie al cinema.

“L’idea centrale di partenza in fase di scrittura era quella di considerare il fatto che a volte siamo in grado di avere accesso ad una versione di noi più vera attraverso il gioco rispetto a quanto non accada nella vita reale. È un concetto che ha sempre trovato molta risonanza in me – ha spiegato Wigon – Penso a David Bowie che aveva dichiarato che si sentiva più se stesso mascherato da Ziggy Stardust rispetto a quando era se stesso nella vita reale. Queste erano alcune delle considerazioni nella mia mente mentre lavoravamo alla storia. In merito ai giochi di ruolo e al rapporto con la recitazione è che non credo sia il mio ruolo stabilire di cosa parla il film, ma credo che ci siano delle linee comuni tra il giocare di ruolo e il recitare.”

La genesi del progetto si deve a una serie di conversazioni che il regista ha avuto con Micah Bloomberg, lo sceneggiatore. “Ci siamo chiesti sin dall’inizio chi sarebbero stati Hal e Rebecca, che caratteristiche avrebbero avuto e come avrebbero reagito a determinate cose. Da questo confronto è nata la sceneggiatura e la definizione dei personaggi e solo con lo script tra le mani siamo andati da Christopher Abbott e Margaret Qualley.”

Sanctuary gioca moltissimo con i toni e con i generi. Sebbene si ascriva da subito alla categoria del thriller psicologico-erotico, si rivela presto come un’interessante commistione di generi, sfociando addirittura nella commedia romantica.

Questo accade, secondo Wigon, perché la commedia e il thriller sono due generi connessi, che si parlano in diversi momenti della storia del cinema e che lui voleva cucire insieme: “Credo che ci sia un tessuto comune tra screwball comedy e thriller psicologico-erotici e credo che la cosa più interessante per questo film sia stata cavalcare proprio questo confine. Volevamo fare di Sanctuary una corsa sulle montagne russe, in modo tale da creare appeal per il pubblico e generare una serie varia di emozioni.”

Il film si avvale di una messa in scena molto particolare e distintiva, una sola suite d’albergo, con più ambienti, con pochissime finestre, sempre tenute chiuse e pareti dai colori molto saturi. Così racconta le scelte stilistiche di fotografia e scenografia Wigon: “Quello che volevo dall’inizio era trovare un posto in cui non ci fossero troppe finestre. Negli USA è comune per gli alberghi moderni avere intere pareti di vetrate, ma con tante finestre si perde il senso di claustrofobia che volevo mantenere per tutta la storia. Quindi la mancanza di finestre era una caratteristica precisa che cercavo.

Poi avevo ben presente il fatto che un film ambientato solo in una stanza d’albergo doveva poter scivolare tra le parti di questa stanza in maniera organica, perché mantenere invariata la stessa location avrebbe reso il film noioso. Ero consapevole quindi che dovevo creare una progressione tra gli spazi e le stanze in cui i due personaggi agivano. È stata una scelta deliberata quella di farli spostare costantemente tra le stanze della suite. Sapevo anche che tutto dovesse essere intensamente colorato. La suite è lo specchio di una sensibilità molto intensa, e per rappresentare questo elemento visivamente, doveva essere tutto molto saturo, e così i colori delle pareti e della luce sono così intensi.”

Un risultato raggiunto grazie al contributo decisivo di Ludovica Isidori, direttrice della fotografia, che è riuscita a far dialogare la luce del film con le intenzioni artistiche del regista in maniera splendida, contribuendo a fare di Sanctuary un piccolo gioiello, che arriverà prossimamente nelle sale italiane distribuito da I Wonder Pictures.

Sanctuary – Lui fa il gioco, lei fa le regole: trailer del film in arrivo al cinema

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I WONDER PICTURES ha diffuso il trailer italiano di Sanctuary – Lui fa il gioco, lei fa le regole, il nuovo film di Zachary Wigon in arrivo nei cinema italiani dal 25 maggio.

Sanctuary – Lui fa il gioco, lei fa le regole si svolge in una suite d’albergo di lusso, dove due personaggi agli antipodi – il ricco e impacciato rampollo Hal e la vorace e irrefrenabile Rebecca, interpretati dalla coppia di star emergenti Margaret Qualley (C’era una volta a… Hollywood) e Christopher Abbott (Comma 22, Possessor) – si avvicendano in mille ruoli. Tra realtà e finzione, in un perverso gioco al massacro che non conosce attimi di tregua, Rebecca e Hal si troveranno pericolosamente invischiati nell’estremo tentativo di conquistare il potere e avere il controllo dell’avversario.

Rebecca è una dominatrice, una professionista del sesso e Hal è il suo cliente, un ottimo cliente. Fa infatti parte di una ricca famiglia di cui sta per ereditare le fortune e non può più permettersi di avere una pericolosa relazione con una donna che conosce i suoi segreti e le sue perversioni. Così decide di vederla per un’ultima volta e dirle che tra loro è tutto finito, ma il suo tentativo di tagliare i legami gli si potrebbe ritorcere contro. Rebecca è tutt’altro che d’accordo e farà tutto il possibile per fargli cambiare idea.

Sanctuary – Lui fa il gioco, lei fa le regole di Zachary Wigon, con protagonisti assoluti Margaret Qualley e Christopher Abbott, arriverà nei cinema italiani dal 25 maggio con I Wonder Pictures.

San Valentino: i migliori film e serie tv da vedere su Prime Video

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Manca poco a San Valentino 2022 e con l’occasione vi proponiamo una raccolta di film e serie TV disponibili su Prime Video per un febbraio pieno di romanticismo: partendo dalle due stagioni di Modern Love, la serie  su tutte le sfumature dell’amore contemporaneo ispirata all’omonima rubrica del New York Times, passando per le burrascose storie fra ex del nuovo Amazon Original movie I Want You Back, o le spinose relazioni sul posto di lavoro in Ti odio, anzi no, ti amo!, fino alla nuova serie With Love. Non mancano poi i classici romantici per tutti i gusti, come Il favoloso mondo di Amélie, il musical di culto Grease, e One Day per chi ha voglia di commuoversi o Come farsi lasciare in dieci giorni per un San Valentino con il sorriso. Questi e tanti altri film e serie TV vi aspettano su Prime Video per celebrare la festa dell’amore.

MODERN LOVE – S2

La seconda stagione di Modern Love è tornata con un cast di stelle e nuove storie d’amore e di relazioni raccontate in tutta le loro complessità e bellezza, ispirate all’omonima rubrica del New York Times. Vecchie fiamme che si riaccendono, una ragazza nottambula, una storia d’amore con l’ex di un ex, una storia di una notte e molto altro ancora: la seconda stagione in otto episodi porta sullo schermo una serie di storie reali con le quali confrontarsi per capire le mille dinamiche dei sentimenti.

WITH LOVE (disponibile dall’11 febbraio)

Al centro della serie le vicende dei fratelli Diaz, Lily e Jorge, alla ricerca dell’amore e del loro posto nel mondo. Ciascun episodio si svolge durante una diversa festività, seguendo i diversi membri della famiglia tra gli alti e i bassi della vita nei giorni più importanti dell’anno. Romantic comedy in 5 episodi da un’ora ciascuno, scritta e creata da Gloria Calderón Kellett; con Emeraude Toubia, Mark Indelicato, Desmond Chiam, Rome Flynn, Vincent Rodriguez III, Isis King, Todd Grinnell, Constance Marie e Benito Martinez.

I WANT YOU BACK (disponibile dal 12 febbraio)

I Want You BackQuando Emma e Peter si incontrano c’è una cosa che li fa legare immediatamente: sono entrambi stati lasciati nello stesso weekend dai rispettivi partner. Si dice “mal comune mezzo gaudio”, ma la loro autocommiserazione prende una strana piega quando scoprono sui social che i rispettivi partner sono già andati avanti. Sulla trentina e terrorizzati di aver perso la loro unica possibilità di vivere felici e contenti, i due escogitano un piano disperato per porre fine alle nuove relazioni dei loro ex e riconquistarli. Con Charlie Day, Jenny Slate, Gina Rodriguez e Scott Eastwood.

TI ODIO, ANZI NO, TI AMO! (disponibile dal 14 febbraio)

Basato sul romanzo best-seller di Sally Thorne Ti odio, anzi no, ti amo! (edito in italia da Harper Collins), racconta la storia di un’ambiziosa brava ragazza di nome Lucy Hutton (Lucy Hale), ai ferri corti con la fredda ed efficiente nemesi sul posto di lavoro Joshua Templeton (Austin Stowell). Intrappolati in un ufficio condiviso, Lucy dà il via a una spietata competizione contro Josh, una rivalità che diventa sempre più complicata anche a causa dell’attrazione che lei prova per lui dopo che un’innocente corsa in ascensore si trasforma in qualcosa di totalmente inadatto all’ambiente lavorativo.

TIME IS UP

time-is-up Vivien (Bella Thorne) e Roy (Benjamin Mascolo) sono due ragazzi apparentemente opposti. Vivien vuole entrare in una prestigiosa università americana per studiare Fisica. Per lei la vita è una formula matematica, che la spinge sempre a rimandare al futuro la propria felicità. Roy invece è un ragazzo tormentato dal suo passato. Ma anche le scienze esatte hanno le loro variabili e, come sempre accade, la vita riuscirà a sorprenderli.

AFTER 

hero-fiennes-tiffin-afterLa trilogia di film che racconta il complesso rapporto amoroso tra Tessa (Josephine Langford), studentessa e figlia modello, e il misterioso Hardin (Hero Fiennes-Tiffin), partendo dal loro primo incontro all’università, momento in cui la loro vita ha preso una svolta del tutto inaspettata. Un drama romantico ispirato all’omonima serie di romanzi best-seller della scrittrice americana Anna Todd.

MASCHILE SINGOLARE

Antonio (Giancarlo Commare) è costretto a mettere in discussione tutte le sue certezze quando viene abbandonato dal marito, dal quale dipende sia psicologicamente sia economicamente. Con il supporto dell’amica di sempre, Cristina (Michela Giraud), deve trovare un nuovo scopo nella vita. Va a vivere con Denis (Eduardo Valdarnini), un ragazzo che vive una vita molto libera, e inizia a lavorare nel forno di Luca (Gianmarco Saurino), un affascinante amico del nuovo padrone di casa. Grazie a questa nuova vita si accorge di quanto, in passato, abbia sbagliato a sacrificare la propria indipendenza per il bene della sua relazione.

GREASE

Sullo sfondo dei favolosi anni ’50 s’infiamma l’amore tra il rubacuori Danny (John Travolta) e la dolce Sandy (Olivia Newton-John): un indimenticabile musical in cui il gruppo dei T-birds e delle Pink Lady si incontrano e scontrano a colpi di memorabili canzoni e coreografie. Fu tra i film più visti del 1978, con un incasso globale di oltre 394 milioni di dollari, a fronte dei 6 che servirono per la produzione. Una storia d’amore indimenticabile tra i bulli e le pupe del boom americano, che convinse pubblico e critica per qualità artistica e profondità delle tematiche affrontate.

LA RAGAZZA DELLA PORTA ACCANTO

Matthew (Emile Hirsch) è uno studente modello che sta per finire le scuole superiori. Quando scopre che la sua bellissima vicina Danielle (Elisha Cuthbert) è un’ex pornostar, Matthew si vede sfuggire di mano la tranquilla esistenza che ha condotto fino a quel momento. Dopo varie vicissitudini, Danielle aiuta Matthew a uscire dal guscio e rendersi conto che, a volte, bisogna rischiare tutto per la persona che si ama.

San Valentino: i film da vedere su Prime Video

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San Valentino: i film da vedere su Prime Video

San Valentino si avvicina, eccovi allora una playlist di film romantici da scoprire o rivedere su Prime Video: dai giovani innamorati di The Map of Tiny Perfect Things di Ian Samuels (disponibile dal 12 febbraio) alla storia d’amore a tempo di jazz Sylvie’s Love di Eugene Ashe, passando per gli anni ’90 con film diventati ormai classici del genere, come il premiatissimo Shakespeare in Love o Notting Hill, fino a commedie divertenti – e più irriverenti – come Non succede, ma se succede… e Palm Springs. Per chi vuole fare un tuffo nella storia del cinema, ci sono gli intramontabili battibecchi amorosi di Cary Grant e Katharine Hepburn in Susanna di Howard Hawks, o Dirty Dancing, irrinunciabile cult anni ’80 per cuori romantici.

Ecco tutti i film perfetti da vedere a SAN VALENTINO su PRIME VIDEO.

THE MAP OF PERFECT TINY THINGS

THE MAP OF PERFECT TINY THINGS (disponibile dal 12 febbraio) – Mark (Kyle Allen) continua a rivivere felicemente lo stesso giorno in loop, ma il suo mondo viene sconvolto dall’incontro con una ragazza misteriosa, Margaret (Kathryn Newton), anch’essa bloccata nello stesso loop temporale. Mark e Margret formano così un’accoppiata magnetica che li porta a scoprire tutte le piccole cose che rendono quella giornata perfetta.

SYLVIE’S LOVE

È il 1957, New York è invasa dal caldo estivo e dal jazz. Robert (Nnamdi Asomugha), sassofonista, passa le notti a suonare con il quartetto di cui fa parte. Sylvie (Tessa Thompson) spende i suoi giorni d’estate ad aiutare suo padre nel negozio di dischi, aspettando che il suo ragazzo torni dalla guerra. Quando Robert inizia a lavorare in quello stesso negozio, tra i due si accende una scintilla che potrebbe far nascere una passione forte, come nessuno dei due ha mai provato nella propria vita.

SAI TENERE UN SEGRETO?

Credendo che l’aereo su cui sta viaggiando stia per precipitare, Emma racconta tutti i suoi segreti al suo vicino di posto sconosciuto. O almeno, così crede lei… finché non incontra di nuovo Jack, il giovane CEO della compagnia per cui lavora e che ora sa tutti i suoi imbarazzanti segreti. Il film è basato sull’omonimo romanzo bestseller del New York Times di Sophie Kinsella. Nel cast Alexandra Daddario, Tyler Hoechlin, Laverne Cox e Kimiko Glenn.

PALM SPRINGS

Bloccato a un matrimonio a Palm Springs, Nyles (Andy Samberg) incontra Sarah (Cristin Milioti), damigella d’onore e pecora nera della famiglia. Dopo essere stata salvata da un brindisi disastroso, Sarah inizia ad essere attratta da Nyles. Ma il loro incontro è ostacolato da un’interruzione surreale e anche Sarah deve abbracciare l’idea che nulla ha davvero importanza e cominciare a… vivere come se non ci fosse un domani!

NON SUCCEDE, MA SE SUCCEDE…

Charlotte Field (Charlize Theron) è intelligente, sofisticata e realizzata, nonché autorevole Segretario di Stato. Fred Flarsky (Seth Rogen) è un giornalista bravo ma pasticcione dallo spirito libero. Non hanno niente in comune, a parte il fatto che lei è stata la sua babysitter e la sua prima cotta. Quando Fred inaspettatamente riallaccia i rapporti con Charlotte, lei gli offre un posto come autore dei suoi discorsi, ma non sa cosa l’aspetta..

LOST IN TRANSLATION

Bob (Bill Murray) e Charlotte (Scarlett Johansson) sono due americani che per lavoro si ritrovano a Tokyo, ognuno alle prese con un momento delicato della propria vita sentimentale e professionale. Sospesi nella vita della metropoli che li circonda con la sua realtà così difficile da capire, i due svilupperanno l’uno per l’altra un sentimento altrettanto difficile da spiegare. Il film, che vinse nel 2004 l’Oscar alla Migliore Sceneggiatura Originale, riconfermò la bravura della regista Sofia Coppola.

IO PRIMA DI TE

Tratto dal best-seller di JoJo Moyes, Io prima di te è un film romantico su una giovane ragazza (Emilia Clarke) contenta della sua vita in una cittadina di campagna che trova lavoro come badante di un ricco londinese (Sam Claflin) paralizzato sulla sedia a rotelle dopo un incidente. Nel periodo durante il quale lavorerà per lui, lei imparerà a conoscerlo e capirà che dietro la corazza di superiorità e freddezza c’è ancora un ragazzo sensibile.

ABBASSO L’AMORE

Nella New York del 1962 la scrittrice femminista Barbara Novak (Renée Zellweger) conquista la vetta delle classifiche grazie al suo ultimo best-seller “Abbasso l’Amore”, nel quale esorta le donne a negarsi all’amore per dedicarsi alla carriera e al sesso. Sulla sua strada però incontra Catcher Block (Ewan McGregor), giornalista di punta del magazie “Know”, maschilista rubacuori deciso a ridimensionare la bella scrittrice…

AMICI, AMANTI E…

Una commedia sentimentale del 2011 diretta da Ivan Reitman, con il Premio Oscar Natalie Portman e Ashton Kutcher. Due amici continuano ad incontrarsi per caso da 15 anni, da quando cioè si sono conosciuti da ragazzi ad un campo estivo. Quando, stanchi di non trovare l’anima gemella decidono di iniziare una relazione solo fisica, si accorgono col tempo di desiderare qualcosa di più.

NOTTING HILL

William Tacker (Hugh Grant) è proprietario di una piccola libreria di Londra. La sua vita è tranquilla e monotona, scandita dalle pazzie del suo coinquilino Spike (Rhys Ifans), fino a quando la più famosa attrice del mondo, Anna Scott (Julia Roberts), entra nella sua libreria… Quando uscì nel 1999 divenne presto il film britannico con maggiori incassi nella storia del cinema e, ad oggi, Nothing Hill resta una delle storie romantiche più divertenti di sempre.

SHAKESPEARE IN LOVE

Ambientata nell’Inghilterra di fine ‘500 durante il regno di Elisabetta I (Judi Dench), questa è la fantastica storia di come il giovane William Shakespeare (Joseph Fiennes) si innamora della bella, ma impegnata, Viola (Gwyneth Paltrow), mentre la sua vita si intreccia con quella dei personaggi di una delle sue opere più famose, Romeo e Giulietta. Ormai un classico del cinema romantico, il film nel 1999 vinse ben 7 premi Oscar, tra cui Miglior Film.

ONCE

Un musical dei giorni nostri incentrato sulle storie di un musicista di strada (Glen Hansard) e una ragazza madre (Markéta Irglová) e della loro intensa settimana passata a scrivere, provare e registrare canzoni che parlano della loro storia d’amore nata e cresciuta nelle strade di Dublino. Il film ha vinto un Premio Oscar nel 2008 per la miglior canzone originale ed è scritto e diretto da John Carney.

DIRTY DANCING

Una delle storie d’amore più amate dal 1987, diventata un vero cult anche grazie alle scene di ballo con Patrick Swayze e Jennifer Grey sulle celebri coreografie di Kenny Ortega e alla sceneggiatura di Eleanor Bergstein. Il brano portante della colonna sonora, The Time of My Life, vinse l’Oscar e il Golden Globe. 1963: “Baby” si reca in vacanza con la sua famiglia in un villaggio nelle Catskills e lì incontra e si innamora di Johnny, l’istruttore di ballo del villaggio.

SUSANNA

Il paleontologo David Huxley (Cary Grant), in procinto di sposarsi e sul punto di concludere la ricostruzione di uno scheletro di dinosauro, è alla ricerca di finanziamenti. Conosce Susanna (Katharine Hepburn), una testarda ma adorabile ereditiera, e da quel momento per lui è un susseguirsi di guai. Un grande classico della commedia slapstick firmato Howard Hawks, con una delle coppie più iconiche della storia del cinema.

San Valentino: 12 film da vedere, non la solita classifica

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San Valentino: 12 film da vedere, non la solita classifica

Ecco come il cinema ha raccontato l’amore: a colori o in bianco e nero, animato, in live-action, vecchio e giovane. L’amore é e rimane l’argomento piú raccontato del cinema. Ecco una carrellata di amori cinematografici da vedere e rivedere. Buon San Valentino! Attenzione, non è la solita classifica.

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12 film da non perdere per celebrare l’amore e il giorno di San Valentino, non la solita classifica.

Il cielo sopra Berlino

Moonrise Kingdom

L’amore che resta

Her

La donna che visse due volte

Orgoglio e pregiudizio

Lo Zoo di Venere

Toy Story 3

Accadde una notte

Darò un Milione

Brotherhood

May

San-valentino

 

San Valentino: 10 film da guardare nel giorno dell’amore

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San Valentino: 10 film da guardare nel giorno dell’amore

San Valentino non è mai stato così romantico. Per celebrare la festa degli innamorati e l’amore ecco 10 titoli da regalare e guardare insieme il 14 febbraio. Dalla novità del mese, la commedia familiare “Every Day”, fino a una pellicola classica e indimenticabile come “La principessa Sissi”. 

Every Day

Every DayAmore è famiglia. Imperdibile la commedia “Every Day”, in uscita dal 9 febbraio in formato DVD e Blu-Ray. Uno sguardo divertente e senza compromessi su una famiglia normale, ma straordinaria nel suo processo di crescita. Protagonisti due interpreti d’eccezione come Helen Hunt, premio Oscar come miglior attrice per Qualcosa è cambiato, e Liev Schreiber, definito dal New York Times il miglior attore shakespeariano della sua generazione e tra i protagonisti del premiatissimo Il caso Spotlight.

Ned è nel pieno di una crisi di mezz’età: il suo lavoro come sceneggiatore di un tv-show gli dà poca soddisfazione, il figlio quindicenne rivela la sua omosessualità, l’altra figlia di undici anni è spaventata praticamente da tutto. Quando sua moglie Jeannie (Helen Hunt) fa trasferire il padre malato (Brian Dennehy) da Detroit a New York, nella loro casa, la situazione si complica. A peggiorare le cose c’è anche l’avvicinamento della collega sexy (Carla Gugino) che spinge Ned in un vortice di tentazione.

Don Jon

Don JonAmore è anche dipendenza, come quella di Jon per la pornografia nell’irriverente commedia Don Jon. Joseph Gordon-Levitt (Edward Snowden in Snowden di Oliver Stone) firma il suo esordio alla regia con un film di cui è anche autore e protagonista. In “Don Jon” Levitt  dirige la musa di Woody Allen, la bellissima Scarlett Johansson, e il premio Oscar per Still Alice Julianne Moore. Jon – detto “Don” per le sue origini italoamericane – vive diviso fra donne, palestra, chiesa, famiglia e una passione irrefrenabile per il porno. La pornografia dà a Jon un appagamento completo, ma cosa succederà quando incontrerà la sensuale e spietata Barbara?

Il fidanzato di mia sorella

Il fidanzato di mia sorellaAmore è intreccio, come suggerisce Tom Vaughan nel suo “Il fidanzato di mia sorella”. Tre sex symbol assoluti – Salma Hayek, Jessica Alba e Pierce Brosnan – sono i protagonisti di una commedia romantica in cui colpo di fulmine, senso di responsabilità  e sindrome di Peter Pan sono le tinte con cui viene descritto l’amore.

Pierce Brosnan, uno dei più celebri volti di James Bond, è Richard Haig, un insegnante di letteratura inglese che ama flirtare con le sue studentesse. In un bar londinese scocca il colpo di fulmine tra Richard e Olivia, un’irresistibile e affascinante quarantenne (Salma Hayek).

Il destino vuole, però, che Olivia sia la sorella maggiore di Kate (Jessica Alba), la studentessa con cui Richard intrattiene una relazione, e che Kate sia incinta di Richard. Una ragione in più per non perdere “Il fidanzato di mia sorella” è il cameo di Malcom McDowell, l’indimenticabile interprete di Alex DeLarge in “Arancia Meccanica” di Stanley Kubrick.

Professore per amore

Professore per amoreAmore è… Hugh Grant! Il volto principe della commedia romantica, in “Professore per amore”, è affiancato da due premi Oscar: J.K. Simmons, lo spietato insegnante e direttore d’orchestra di Whiplash, e Marisa Tomei. Keith Michaels, sulla soglia dei 50 anni, è un ex sceneggiatore di successo, divorziato e sul lastrico. Per cercare di recuperare autonomia, dignità e autostima decide di accettare una cattedra di sceneggiatura in un ateneo universitario della provincia newyorchese. L’idea di abbandonare la città non lo attira per nulla ma, inaspettatamente, incontrerà una donna, madre single, che cambierà la sua vita, facendogli scoprire una vera passione per l’insegnamento.

20 anni di meno

20 anni di menoAmore è ribaltamento delle convenzioni sociali. Virginie Efira (Diane in “Un amore all’altezza”) e l’interprete di Yves Saint Laurent nel biopic dedicato allo stilista, Pierre Niney, sono i protagonisti di “20 anni di meno”, la divertente commedia di David Moreau. Alice ha 38 anni e una figlia, lavora per una rivista di moda a Parigi e, apparentemente, non ha nessun bisogno di un uomo. Balthazar ha 20 anni e un approccio un po’ ingenuo alla vita che lo porta a innamorarsi perdutamente di Alice, nonostante lei abbia vent’anni più di lui. Il disincanto di Alice spinge la protagonista a servirsi di Balthazar per dimostrare al suo direttore che non è la borghese complessata che lui crede. Alice finge di essere una donna cougar impegnata col toy boy di turno, convinta che recitare questa parte le permetterà di raggiungere l’agognato salto di carriera. La relazione con Balthazar, però, riserva ad Alice risvolti imprevisti…

I toni dell’amore

I toni dell’amoreAmore è colore. Da non perdere la storia d’amore profondo raccontata in toni delicati da Ira Sachs nel suo “I toni dell’amore”. Dopo il successo di “Keep the lights on” e il Teddy Award vinto al Festival di Berlino, Sachs affronta una storia d’amore gay fra due uomini maturi: dopo 39 anni di convivenza, i newyorchesi Ben e George decidono di sposarsi. La società che fino a quel momento li aveva guardati con occhio indulgente, ora volta loro le spalle.

George viene licenziato dal suo decennale impiego come direttore del coro di una scuola cattolica. Ciò significa precipitare in una situazione di precarietà economica che porta Ben e George a perdere la loro casa e a doversi separare.

Costretti a vivere ospiti di amici in case differenti, Ben e George hanno un effetto sottile e imprevisto sulla vita e le relazioni di tutti i soggetti coinvolti… Una malinconica leggerezza attraversa delicatamente un film impreziosito dai due grandi attori protagonisti: Alfred Molina, più di 100 pellicole interpretate fra cui il “Codice da Vinci”, “The Hoax” e “Seta”, e John Lithgow, candidato all’Oscar con “Voglia di tenerezza”.

La principessa Sissi

La principessa SissiAmore è un sentimento senza tempo, come ci insegna il cult “La principessa Sissi”, il primo film di una trilogia dedicata alla  vita dell’Imperatrice austriaca Elisabetta di Baviera, quello che ha trasformato  Romy Schneider in una star del cinema. La sedicenne Sissi segue la madre e la sorella Elena alla corte austriaca, riunita per il compleanno dell’imperatore Francesco Giuseppe. All’insaputa dei più, è in programma il fidanzamento ufficiale tra Elena e il sovrano.

La mattina precedente il ballo, però, un incontro fortuito nel giardino del palazzo scompaginerà la vita di Franz e della corte: il giovane imperatore rimane folgorato alla vista di una giovane vestita in abiti da campagna, Sissi. Francesco Giuseppe dichiara di voler sposare Sissi, ma la sua scelta suscita molte critiche a palazzo: l’Arciduchessa Sofia, madre di Franz, ritenendo Sissi troppo bambina e sbarazzina per ricoprire la carica d’Imperatrice, cercherà di osteggiare il matrimonio in ogni modo. Il paradigma dell’amore romantico, in un film imperdibile.

Sarà il mio tipo?

Sara il mio tipoAmore è attrazione degli opposti. La frizzante commedia francese “Sarà il mio tipo?”, vincitrice di 3 premi Magritte (migliore attrice protagonista, miglior sceneggiatura non originale e miglior sonoro) e candidata a due Cèsar, racconta la storia d’amore tra Clément, giovane professore di filosofia parigino trasferito ad insegnare in una cittadina nel nord della Francia, e l’esuberante parrucchiera Jennifer. Mentre la vita di Clément è scandita da letture colte, quella di Jennifer è ritmata dai romanzi rosa e dalle riviste di gossip. Entrambi hanno il cuore libero per abbandonarsi alla più bella delle storie d’amore: riuscirà questa passione ad abbattere anche le loro barriere culturali e sociali?

Un amore all’altezza

Amore è superamento di ogni barriera. Cast di altissimo livello per “Un amore all’altezza”, una commedia degli equivoci romantica, che vede come protagonista Jean Dujardin, premio Oscar per The Artist, qui alle prese con una storia divertente e mai patetica sulla forza dell’amore che vince ogni pregiudizio. Diane, donna avvenente e avvocato presso lo studio legale che condivide con l’ex  marito, accetta un appuntamento al buio con Alexandre, architetto e uomo di successo con una particolarità: essere alto un metro e trentasei centimetri. I due iniziano una relazione di coppia, ma l’imbarazzo di lei di fronte al deficit di lui mette in crisi il loro rapporto.

Before Midnight

Amore è crescere insieme. Terzo atto di una trilogia che ha visto Jesse e Celine prima incontrarsi a Vienna (Prima dell’alba) e poi rincontrarsi a Parigi nove anni dopo (Prima del tramonto), in Before Midnight i protagonisti sono in vacanza in Grecia con le loro figlie. La loro relazione, però, sta vivendo una fase critica: quotidianità e routine hanno modificato il loro rapporto. Il disaccordo fra i due affiora quando Jesse dichiara di voler stare più vicino al figlio avuto dalla precedente relazione e, piano piano, la crisi monta, investendo più aspetti del loro rapporto. La regia, così come per i precedenti due film, è di Richard Linklater. I protagonisti, ancora una volta, sono Ethan Hawke, indimenticabile ne “L’attimo fuggente”, e Julie Delpy, già protagonista di “Film bianco” di Krzysztof Kieslowski.

San Valentino

San Valentino, 5 cinecomic perfetti per il giorno degli innamorati

È arrivato come ogni anno l’appuntamento più desiderato dagli innamorati (e odiato dai single): San Valentino! E quale modo migliore di festeggiare questa ricorrenza zuccherosa riguardando un bel cinecomic?

ScreenRant ha selezionato i 5 migliori titoli di genere perfetti per la festa del 14 febbraio, con qualche inaspettata sorpresa e altre scelte obbligate.

Deadpool

san valentinoUn San Valentino…a luci rosse! Con Deadpool si può: cinecomic politicamente scorretto ma incredibilmente spassoso, come lo è d’altronde il montaggio di scene di sesso fra Wade e Vanessa (esilarante la scelta delle “ricorrenze” in cui i due vanno a letto insieme). In fin dei conti si potrebbe leggere tutto il film come una grande storia d’amore…

Superman

san valentinoIl classico Superman di Richard Donner uscito nel 1978 è un perfetto esempio di love story portata sullo schermo con grazia e divertimento: come dimenticare i simpatici siparietti fra Clarke e Lois, il travestimento con gli occhiali e i voli notturni sopra Metropolis?

Wonder Woman

san valentinoProbabilmente uno degli aspetti più riusciti del film di Patty Jenkins, ovvero la storia d’amore fra Diana/Wonder Woman e Steve Trevor che purtroppo non li vede protagonisti di un epilogo a lieto fine. Eppure tra le scene piene di humour nella caverna e sulla barca, e quel sacrificio finale di Steve, c’è solo che da innamorarsi di loro.

Gli Incredibili

san valentinoFilm per famiglie e su una speciale famiglia, Gli Incredibili mostra il rapporto già adulto di una coppia e la loro meravigliosa storia d’amore che resiste al tempo e agli imprevisti.

Spider-Man 2

san valentinoNon c’è niente di più struggente e romantico di Peter Parker che rincorre il suo primo vero amore Mary Jane e per poco se la vede sfuggire dalle mani. In Spider-Man 2 c’è tutto il dolore e infine la realizzazione di un incontro fra anime affini, ben calibrata dallo sguardo di Sam Raimi. Lieto fine compreso.

San Valentino su Netflix: ecco cosa guardare

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San Valentino su Netflix: ecco cosa guardare

Sono tutte storie d’amore quelle proposte da Netflix per questo San Valentino. Dall’amore romantico a quello filiale, dall’amore fraterno all’amicizia, passando per l’affetto per il proprio pet e il dating virtuale. Se il 14 febbraio è la festa degli innamorati, ogni sfaccettatura del più universale dei sentimenti merita di essere raccontata.

AMORE ROMANTICO

One Day serie tv Netflix
Credit-Netflix
  • One Day – serie già disponibile – One Day narra la storia di Emma Morley e Dexter Mayhew, che si parlano per la prima volta il 15 luglio 1988, la sera della loro laurea. La mattina seguente prendono strade diverse, ma dove saranno in questo giorno ordinario il prossimo anno, l’anno dopo e ogni anno successivo? In ogni episodio ritroviamo Dex ed Em in questo giorno particolare, un anno più vecchi, mentre crescono e cambiano, si ritrovano e si separano, vivono gioie e delusioni. One Day è una storia d’amore che copre un periodo di decenni tratta dal bestseller internazionale di David Nicholls.

Virgin River 5

  • Virgin River S5 – serie già disponibile – La prima parte della quinta stagione di Virgin River include nuove sorprendenti relazioni, una scioccante separazione, un processo difficile, uno straziante addio e un incendio che minaccia la città, facendo avvicinare alcuni abitanti di Virgin River e allontanandone altri. I problemi della maternità spingono Mel a prendere una decisione importante sul suo futuro in clinica, mentre la sua gravidanza fa riemergere inaspettatamente un legame del passato. Per dimostrare ulteriormente il suo valore a Mel, Jack affronta finalmente i propri demoni e, naturalmente, Charmaine. Mentre i rispettivi problemi di Doc e Hope mettono in dubbio le loro identità, il medico e la sindaca devono trovare conforto nella comunità, nella loro nuova famiglia e l’uno nell’altra. Nella seconda parte della quinta stagione Mel e Jack prendono parte a una festosa caccia al tesoro mentre Virgin River si prepara alla gara annuale di decorazione degli alberi di Natale.

Nuovo Olimpo Damiano Gavino Andrea di Luigi

  • Nuovo Olimpo – film già disponibile – Fine anni ’70. Sono giovani, belli e hanno appena 25 anni. Si incontrano per caso e si innamorano perdutamente. Un avvenimento inaspettato però li separa. Per trent’anni inseguono comunque la speranza di ritrovarsi, perché si amano ancora.

La probabilità statistica dell'amore a prima vista film recensione

  • La probabilità statistica dell’amore a prima vista – film già disponibile – Hadley e Oliver cominciano a innamorarsi su un volo da New York a Londra, ma sono costretti a separarsi alla dogana. La prospettiva che si ritrovino è remota, ma il destino potrebbe riuscire a sconfiggere le probabilità.

AMORE FILIALE

  • Tutta la luce che non vediamo – serie già disponibile – Incrociando abilmente le vite di Marie-Laure e Werner nel corso di un decennio, Tutta  la luce che non vediamo racconta la storia dell’incredibile potere dei legami umani, un faro di luce che può guidarci attraverso i periodi più cupi. Questa miniserie in quattro parti diretta da Shawn Levy e sceneggiata da Steven Knight presenta le esordienti Aria Mia Loberti e Nell Sutton nel ruolo di Marie-Laure da giovane e più in avanti negli anni, oltre a Mark Ruffalo (Daniel LeBlanc), Hugh Laurie (zio Etienne), Louis Hofmann (Werner), Lars Eidinger (Von Rumpel) e Marion Bailey (Madame Manec).

  • Family Switch – film già disponibile – Jess e Bill Walker fanno del loro meglio per tenere unita la famiglia quando i figli crescono e diventano sempre più indipendenti e distanti. Dopo un incontro casuale con un’astrologa però, l’intera famiglia si risveglia nel corpo di un familiare diverso, la mattina del giorno più importante della propria vita. Riusciranno i Walker a ritrovare in tempo il legame che li unisce per ottenere una promozione, un colloquio per il college, un contratto discografico e un posto nella squadra di calcio? Jennifer Garner, Ed Helms, Emma Myers e Brady Noon sono i protagonisti di questa commedia per famiglie diretta da McG e tratta dal libro Bedtime For Mommy di Amy Krouse-Rosenthal.

Ginny & Georgia recensione
Ginny & Georgia. Brianne Howey as Georgia in episode 201 of Ginny & Georgia. Cr. Amanda Matlovich/Netflix © 2022
  • Ginny & Georgia S2 – serie già disponibile – Come convivi con la consapevolezza che tua madre è un’assassina? Spetterà a Ginny capirlo. Oppressa dalla scoperta che il suo patrigno Kenny non è morto per cause naturali, ora la ragazza deve fare i conti con il fatto che la madre non solo ha ucciso, ma l’ha fatto per proteggerla. Georgia invece preferirebbe di gran lunga lasciarsi il passato alle spalle, dopotutto ha un matrimonio da organizzare! Ma un aspetto curioso del passato della donna è che tende a riemergere…

AMORE FRATERNO

  • Uno splendido errore – serie già disponibile – Dopo aver perso la sua famiglia in un tragico incidente, la quindicenne di Manhattan Jackie Howard deve imparare ad adattarsi a una nuova vita nella campagna del Colorado con una tutrice… e otto ragazzi molto esuberanti.

  • The Kissing Booth 3 – film già disponibile – È l’estate che precede l’inizio del college ed Elle si trova ad affrontare la decisione più difficile della sua vita: trasferirsi dall’altra parte del paese con il ragazzo dei suoi sogni Noah o mantenere l’eterna promessa di andare all’università con il suo migliore amico Lee. Quale cuore spezzerà?

AMORE PER IL PROPRIO PET

Leo (2023, Netflix)

  • Leo – film di animazione già disponibile – Con il suo inconfondibile stile, l’attore e comico Adam Sandler assicura grandi risate in questa commedia musicale animata di formazione sull’ultimo anno di una scuola elementare visto attraverso gli occhi di un animaletto domestico. Ormai da decenni l’esausta lucertola settantaquattrenne Leo (Sandler) è intrappolata nella stessa classe di una scuola della Florida in compagnia di una tartaruga (Bill Burr). Quando scopre che gli resta solo un anno da vivere, Leo pianifica la fuga per provare l’ebbrezza della vita all’esterno, ma rimane coinvolto nei problemi che preoccupano gli studenti, inclusa una supplente incredibilmente perfida. La sua lista dei desideri si farà alquanto strana, ma completarla sarà un compito sorprendentemente gratificante…

AMORE AMICALE

  • L’estate in cui imparammo a volare S2 – serie già disponibile – Cosa potrebbe aver causato la fine del forte legame trentennale tra Tully e Kate, le “amiche del cuore per sempre”? Lo scopriremo in questa stagione, ma prima Kate deve affrontare le dolorose conseguenze della sfortunata missione di Johnny in Iraq. Tully invece resta coinvolta in una causa legale dopo aver abbandonato il suo talk show e deve ricominciare la carriera da zero. Tutto ciò la fa riflettere sulla propria natura e provenienza, spingendola anche a cercare il padre che non ha mai conosciuto nonostante le obiezioni di Nuvola, la riservata madre hippy. Negli anni ’80 vediamo Kate e Johnny che all’inizio della loro storia d’amore causano tensioni nella redazione in cui lavorano entrambi, mentre Tully fa carriera e si scontra (e flirta!) con lo spavaldo commentatore sportivo Danny Diaz. Lui potrebbe essere la sua anima gemella, se solo riuscissero a smettere di litigare per cinque minuti. Negli anni ’70 le adolescenti Kate e Tully faticano a mantenere intatta la loro amicizia quando Nuvola finisce in carcere per traffico di droga e Tully va a vivere con la nonna, lontana da Firefly Lane. Mentre le ragazze affrontano separatamente le difficoltà della scuola superiore, sanno bene di aver bisogno l’una dell’altra.

DI4RI Netflix
“Diari” Netflix
  • Di4ri S2 – serie già disponibile – Che cosa è successo ai ragazzi della 2°D dopo l’occupazione? Saranno rimasti in classe insieme nella scuola di Marina Piccola? E Livia avrà perdonato Pietro dopo aver scoperto della scommessa? La seconda stagione di DI4RI riparte dalle risposte a queste domande e dall’arrivo di un nuovo personaggio, quello di Bianca, la cugina di Giulio, una ragazza talentuosa e solare che saprà integrarsi nel gruppo con la sua vitalità e la capacità di capire gli altri. In questa seconda stagione i nostri protagonisti affronteranno il loro terzo e ultimo anno di medie. Un anno indimenticabile e carico di sfide, che si chiuderà con la prima prova importante della loro vita, l’esame di terza media, e con una scelta determinante: che cosa fare dopo? Se ognuno dovrà prendere la propria strada, l’amicizia sopravviverà alla separazione?

Heartstopper 2 Nick e Charlie

  • Heartstopper S2 – serie già disponibile – Nick e Charlie vivono la loro nuova relazione, Tara e Darcy incontrano difficoltà inattese, Tao ed Elle cercano di andare oltre l’amicizia. Tra esami all’orizzonte, una gita scolastica a Parigi e un ballo da organizzare, gli amici hanno molto a cui pensare mentre affrontano le nuove sfide della vita, dell’amore e dell’amicizia.

DATING VIRTUALE

  • Love Hard – film già disponibile – Sfortunata in amore, una ragazza di Los Angeles perde la testa per un ragazzo della East Coast su un’app di incontri e decide di fargli una sorpresa per le vacanze, ma scopre di essere stata ingannata. Questa commedia romantica e spensierata racconta il suo percorso alla ricerca dell’amore.

  • Sierra Burgess è una sfigata – film già disponibile – SIERRA BURGESS È UNA SFIGATA è una commedia romantica, una versione moderna delle vicende di Cyrano de Bergerac ambientata alle scuole superiori. La protagonista è Sierra (Shannon Purser), adolescente intelligente che non rientra nella categoria superficiale di bellezza da liceo. Uno scambio di identità, e l’inaspettata storia d’amore che ne consegue, la obbliga a collaborare con una compagna più popolare (Kristine Froseth) per conquistare il ragazzo di cui si è infatuata (Noah Centineo).

San Valentino in home video: le offerte per la festa degli innamorati

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San Valentino è alle porte e come ogni anno è partita la corsa alla sorpresa perfetta per il proprio partner. Koch Media propone tre regali tutti da vedere e da godersi abbracciati sul divano: una storia intensa e piena di pathos per lei, una divertente commedia per lui e una pellicola con il giusto mix di romanticismo e humor per la coppia.

Le-Due-Vie-Del-Destino-The-Railway-Man-Locandina San ValentinoPer Lei “Le Due Vie del Destino (The Railway Man)”

Cofanetto speciale DVD + libro

Tratto da una storia vera e con un cast d’eccezione, il best-seller autobiografico di Eric Lomax è il regalo ideale per donne forti e romantiche che credono ancora nel vero amore.

Per Lui “Comportamenti molto… cattivi!

Un cast di alto livello dove le donne emergono con ironia e sex appeal, perfetto per fidanzati che amano film leggeri e divertenti.

Per la Coppia “I love you too”

Una frizzante proposta dedicata alla coppia, da condividere durante la notte più romantica dell’anno.

San Valentino e le commedie romantiche, un’accoppiata vincente

San Valentino e le commedie romantiche, un’accoppiata vincente

Come ogni anno, il mese di febbraio porta con sé le festività di San Valentino oltre a Carnevale, così come tanti nuovi film adatti a passare una serata romantica. Tra i generi migliori da guardare durante la sera di San Valentino spiccano sicuramente le commedie romantiche: storie romantiche sì, ma con leggerezza, per strappare qualche risata (ed evitare scene troppo sdolcinate).

Un genere molto seguito qui in Italia, patria della commedia: nella classifica dei film più visti nelle sale del bel Paese, ci sono ben quattro commedie tra i primi cinque titoli (tutte e quattro opere con Checco Zalone). Anche se ormai, con l’avvento delle piattaforme streaming, probabilmente il botteghino per valutare un film non basta più e bisogna guardare altre metriche, non limitandosi solo alle sale. Di certo, San Valentino è un ottimo momento per andare in sala o guardarsi un film a casa.

L’evoluzione della commedia romantica nel corso del tempo

Il genere della commedia romantica risale ai tempi di Shakespeare e le sue opere (mentre la commedia risale ai tempi dell’Antica Grecia, ovviamente). Durante il medioevo si affermò il genere romantico, con le più classiche storie di amore tra cavalieri e fanciulle da salvare. Ma si dovette aspettare l’epoca di Shakespeare per vedere la nascita di questo nuovo genere, che di fatto ne univa due diversi fra loro.

Molti secoli dopo, questo genere sbarcò anche al cinema e oggi ormai abbiamo l’imbarazzo della scelta quando si tratta di scegliere una commedia romantica da vedere insieme al proprio partner, come mostra l’infografica per San Valentino di ExpressVPN dove vengono mostrati molti dei migliori film di questo genere.

Molti storici riconoscono ai film “Sherlock Jr.” e “Girl Shy”, due film muti del 1924, l’onore di aver portato sul grande schermo le prime commedie romantiche al mondo. Quando poi arrivò il sonoro, dal 1928 in avanti, questo nuovo genere si ritagliò un suo spazio particolare, le cosiddette “comedies of manners”, dove di solito una persona ricca si innamorava di una persona povera.

Per esempio, “Happened One Night” (1934) rappresenta un film di questa nicchia, che all’epoca vinse ben 5 Oscar. Successivamente bisogna fare un salto alle Screwball Comedies, dove nelle commedie romantiche le protagoniste della storia erano di solito personaggi femminili: tra i due film principali spiccano Bringing Up Baby (1938) e The Philadelphia Story (1940).

San Valentino di sangue 3D: recensione del film Horror

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San Valentino di sangue 3D: recensione del film Horror

Prima di iniziare con l’analisi di San Valentino di sangue 3D, vorrei porre l’accento sul successo questo film sta avendo: le sale sono sempre piene, e in alcuni casi è doveroso prenotare i biglietti ed entrare quanto prima per godere di un buon posto; gli spettatori non sono soltanto i cultori del cinema horror,  bensì giovani d’ogni sorta curiosi di vedere la violenza in 3d. Considerato lo scarso successo di molte film horror, che al cinema vedono incassi soprattutto grazie ai cultori, viene da chiedersi cosa spinge lo spettatore a scegliere di subire la violenza in maniera così diretta.

È ovviamente tutto consequenziale all’avanzamento tecnologico che ci travolge e ci investe in maniera così distruttiva da  coinvolgere anche la dimensione emotiva: l’espressione affettiva è infatti sempre più mediata dal mezzo (che sia un PC o un telefonino cellulare); il contatto viene a mancare, ed internet impera all’insegna delle nuove relazioni virtuali. Considerando ciò, è chiaro come la terza dimensione al cinema si confaccia alle esigenza di una generazione aliena sempre di più al contatto fisico.

San Valentino di sangue 3D si inserisce direttamente nella linea dei nuovi videogames che mirano sempre più alla simulazione del reale, e all’interazione diretta tra uomo e macchina: mi riferisco in maniera specifica a tutti quei giochi che simulano attività sportive, allontanando sempre di più l’uomo dalla propria fisicità; la soddisfazione è grande le nuove generazioni impazziscono per i videogiochi di calcio al punto da preferire la finzione dallo sport reale. Tenendo conto di tutto ciò, è chiaro il motivo che spinge i giovani ad affollare le sale che proiettano San Valentino di sangue in 3d piuttosto che un “banale” horror movie che si limita a mostrare la violenza entro le due dimensioni: la terza dimensione colloca lo spettatore direttamente dentro la violenza, sempre però tenendolo al sicuro da qualsiasi contatto fisico. La violenza è quindi sempre più realistica ma non reale, e rispetta le esigenze di un pubblico portato alla ricerche di esperienze virtuali. Le due dimensioni non ci bastano più. Sempre più dentro lo schermo e sempre più fuori dal corpo.  Ora, dopo questa piccola digressione, passiamo all’analisi del film.

San valentino di sangue 3D, remake di un film culto

Dedito al genere horror, Patrick Lussier, già regista di Dracula’s legacy e White Noise the light, si prodiga in un remake di un film di culto degli anni ’80 molto amato da Tarantino. Assistiamo ad uno dei rari casi in cui il rifacimento supera l’originale, non solo dal punto di vista tecnico- visto l’uso del 3d – ma anche e soprattutto grazie ad una sceneggiatura più solida. Il prodotto non potrebbe essere più classico di questo, presentando quelli che sono i topoi  del genere slasher: scene di nudo esplicito; efferati omicidi ai danni di coppie indifese; corse ed inseguimenti per  il bosco; un killer che ritorna a sconvolgere un piccolo centro dopo molti anni; e naturalmente la final girl, al centro del dramma e superstite alla strage dell’assassino.

Un horror piuttosto standard, che non sovverte le regole, né sperimenta nuovi meccanismi di tensione, ma che però riesce in ogni caso a catturare in maniera prepotente l’attenzione dello spettatore, grazie ovviamente all’uso della tecnologia 3d: la violenza è tanta, e si protende fino a quasi toccare lo spettatore, divertendo ed entusiasmando i sadici fautori del cinema estremo, impressionando e soddisfacendo le pulsioni masochiste dei più timorosi, e le curiosità dei meno vicini al cinema di questo genere.

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