In un particolare periodo storico
in cui le serie tv hanno subito un incremento di qualità e
popolarità, i fan di Sandman,
popolare serie a fumetti ideata da Neil
Gaiman, si sono chiesti se il prodotto fosse più adatto ad
una trasposizione seriale piuttosto che cinematografica.
A sciogliere ogni dubbio ci ha
pensato l’attore Joseph
Gordon-Levitt che recentemente si è espresso a
favore della trasposizione cinematografica.
Ecco quanto dichiarato dall’attore:
“Penso che un adattamento cinematografico sia un’idea migliore
ed ecco perché. Se se ne facesse una versione ad episodi penso che
si finirebbe con avere un prodotto non abbastanza brillante come il
fumetto. Ma elaborando il materiale in un grande film, i personaggi
e le idee di Gaiman prenderebbero forma in un modo del tutto nuovo.
Inoltre credo che Sadman si meriti di essere qualcosa di fantastico
ed esplosivo a livello visivo, e nonostante le serie tv si siano
avvicinate molto al cinema negli ultimi tempi non potrebbero
comunque competere con il livello visivo offerto dal
cinema.”
Circa invece cosa dei fumetti sarà
o meno incorporato nel film ecco quanto dichiarato
da Joseph Gordon-Levitt:
“C’è una vasta quantità di
momenti interessanti nella serie e certamente non potremo trattarli
tutti. Stiamo usando molto di quello che c’è nei fumetti, ma
ovviamente dovremo fare anche ricorso ad espedienti del tutto nuovi
ed inventati ed a riguardo dovremo compiere tutta una serie di
ricontestualizzazioni e portare avanti un lavoro di amalgama che
potrebbe non piacere ai puristi del fumetto. Ma ciò che stiamo
cercando di fare è essere il più possibile fedeli ai sentimenti del
fumetto.”
Joseph
Gordon-Levitt è al momento lavorando sulla
sceneggiatura con David S. Goyer (Man of Steel), Jack
Thorne(Skins) and Neil Gaiman.
Jack Thorne, David
GoyereJoseph
Gordon-Levitt sono duramente a lavoro sul l’adattamento
per il grande schermo della graphic Nobel di Neil
Gaiman, Sandman . Levitt
sembrava il prescelto per il ruolo da protagonista, oltre a
produrre e a dirigere probabilmente il film, ma sembra che Gaiman
in persona non sia d’accordo.
In una recente intervista lo
scrittore ha dichiarato che in un primo momento, tempo fa, pensava
a Johnny Depp come protagonista, poi, dopo aver
visto Benedict Cumberbatch in
Sherlock avrebbe voluto lui. Purtroppo
per Gaiman però Cumberbatch è appena entrato nell’universo Marvel con Doctor Strange, è così Gaiman ha
concluso “Tom Hiddleston è ancora lì fuori”.
Tra le preferenze che ha Gaiman in merito all’incarnazione del suo
personaggio, sembra che l’accento inglese sia fondamentale. Voi che
ne pensate? Dal momento che il futuro di Loki nell’universo
Marvel sembra ancora lungo, cosa vi
aspettate che risponda Hiddleston ad un eventuale invito? È come
potrebbe reagire casa Marvel?
Circa la trasposizione
cinematografica di Sandman, fumetto pubblicato
dalla DC Comics tra il 1989 ed il 1996,
finora si era pronunciato unicamente Joseph
Gordon-Levitt, che non solo firmerà la pellicola in
qualità di regista, ma come in Don Jon,
tornerà a mettersi alla prova davanti alla macchina da presa.
Finalmente, con il film ancora in
fase embrionale, giungono anche le parole di Neil
Gaiman, creatore del personaggio, che si è detto fiducioso
dell’andamento del progetto:
“Joseph Gordo-Levitt, tutte le persone
[al lavoro] sono gradi fan di Sandman. Lui e David Goyer ne hanno
parlato, ne sono usciti con un trattamento, credo, di cosa
volessero che la storia fosse per il primo film. Sono in contatto
con uno scrittore eccezionale [Jack Thorne], che casualmente io conosco perché
ha realizzato la sceneggiatura di ‘The Ocean at the End of the
Lane’, così ci siamo incontrati ed ho amato il trattamento che ha
fatto del mio lavoro. E venerdì pomeriggio passerò del tempo con
Joseph Gordon-Levitt parlando di ‘Sandman’! Questo è quanto so, ora
ne sapete tanto quanto ne so io.”
Sandman è una
serie a fumetti nata dall’ingegno di Neil
Gaiman che ha come protagonista Sogno, la
personificazione antropomorfa dei sogni e delle storie, conosciuto
anche come Morpheus. Sogno è uno dei Sette Eterni, ossia le
incarnazioni di particolari aspetti dell’esistenza umana, quali: il
Destino, la Morte, il Sogno, la Distruzione, il Desiderio, la
Disperazione e il Delirio.
Ieri vi abbiamo anunciato la
defezione di Joseph Gordon-Levitt dal progetto di
Sandman. L’evento deve aver messo in
seria difficoltà la New Line Cinema che si vede così
privare di un produttore di punta e del probabile regista e
protagonista del film. Le divergenze creative di Gordon-Levitt con
la New Line, che sono ufficialmente il motivo dell’abbandono, non hanno però intaccato l’opinione
positiva di Neil Gaiman, padre di
Sandman, che ha commentato su Twitter l’evento.
Le parole di Gaiman
sono di profondo rispetto e stima nei confronti dell’attore, cone
cui spera di poter collaborare in futuro. Inoltre il fumettista e
scrittore ha spiegato anche alcuni dettagli sui diritti relativi a
Sandman, specificando che lo sfruttamento del personaggio e della
storia è appannaggio della DC Comics, con cui il fumetto è stato
pubblicato, e non suo.
Resteremo dunque in attesa di
aggiornamenti e di nuovi dettagli in merito al film.
Sandman (The
Sandman) è una serie a fumetti nata dalla penna
di Neil Gaiman e pubblicata dalla
DC Comics tra il 1989e il 1996. La serie è
composta da 75 albi, divisi poi in 10 volumi, nel quale
il protagonista è Sogno, la personificazione antropomorfa di
tutti i sogni.
La produzione dell’adattamento
Netflix dell’acclamata serie a fumetti
Sandman di Neil Gaiman sarebbe
dovuta in origine partire il mese scorso, ma ovviamente, a causa
della pandemia di Covid-19, le riprese sono state ufficialmente
posticipate.
Da quando l’adattamento è stato
annunciato, in realtà, ci sono stati pochissimi aggiornamenti sul
progetto, ma adesso è stato lo stesso Gaiman ad aggiornare
sull’atteso film in una recente intervista con ComicBook.
Sapevamo già che l’adattamento targato Netflix avrebbe apportato
una serie di modifiche sostanziali al materiale originale, ed ora è
stato proprio Gaiman a confermare la cosa, dichiarando che il film
aggiornerà la storia ed i personaggi per il XXI secolo.
“Va bene, è il 2020, diciamo che
stiamo lavorando a Sandman a partire da quest’anno… cosa faremmo?
Come cambieremmo le cose? A che genere apparterrebbe questo
personaggio? Chi sarebbe questa persona? Cosa succederebbe?”,
ha spiegato Gaiman. Il celebre scrittore e fumettista ha anche
spiegato come mai Sandman ha sempre avuto una genesi così
travagliata, e come mai tutti i precedenti tentativi di realizzarne
un film destinato al cinema non sono mai andati a buon fine.
“Le persone hanno provato a fare
film e adattamenti tv di Sandman per circa 30 anni. Hanno provato
davvero a realizzarli per circa 25 anni, ma non hanno mai
funzionato. E non hanno mai funzionato a causa di tutti gli effetti
speciali e di ciò che sarebbe necessario per realizzare quegli
effetti speciali. Non hanno mai funzionato perché stavano cercando
di realizzare qualcosa che avesse un tono parecchio adulto. La
gente scriveva sceneggiature di film basati su Sandman e gli studio
dicevano: “Ma è un film vietato ai minori. Non possiamo avere film
vietati ai minori da 100 milioni di dollari”. Ecco perché non hanno
mai visto la luce. Bisognava aspettare il momento in cui la
narrazione seriale sarebbe stata vista come un vantaggio e non come
uno svantaggio. E il fatto che abbiamo settantacinque numeri di
Sandman – essenzialmente, 13 libri completi – è davvero una cosa
buona. Non è uno svantaggio.”
L’incontro tra Neil Gaiman e la
Warner Bros. per discutere di un film su Sandman
Sempre nel corso della medesima
intervista, Neil Gaiman ha rivelato che all’inizio
del 1990 ebbe una discussione con la Warner Bros. circa la
possibilità di realizzare un film su Sandman, e che fu proprio a
lui a suggerire alla major di non farlo: “Ricordo di aver aver
avuto il mio primo incontro riguardo ad un film su Sandman nel
1990. Partecipai ad un incontro con la Warner e loro mi dissero:
‘Cosa ne pensi di un film su Sandman?”, e io risposi: ‘Per favore,
non fatelo’. E ricordo che Lisa Henson, dirigente della Warner
Bros., mi guardò perplessa e disse: ‘Nessuno è mai entrato nel mio
ufficio chiedendomi di non fare un film prima d’ora’. E io gli
risposi: “Beh, io ve lo sto chiedendo. Per favore, non fatevo. Sto
lavorando al fumetto e un film sarebbe solo una distrazione e
creerebbe una grande confusione. Lasciatemi fare le mie
cose”.
Sandman (The
Sandman) è una serie a fumetti nata dalla penna
di Neil Gaiman e pubblicata
dalla DC Comics tra il 1989e il 1996. La serie è composta da
75 albi, divisi poi in 10 volumi, nel quale il
protagonista è Sogno, la personificazione antropomorfa di tutti i
sogni. Di recente Audible, la multinazionale venditrice di
programmi di intrattenimento audio distribuiti sul web, ha
annunciato che renderà disponibile i primi tre cicli narrativi
della serie a fumetti (Preludi e notturni, Casa di
bambole, Le terre del sogno)sotto forma di
audiolibri.
Eric Heisserer è
stato ingaggiato lo scorso marzo per firmare lo script
dell’adattamento cinematografico di Sandman.
Adesso però lo sceneggiatore abbandona il progetto, dichiarando che
la forma cinematografica non è adatta a portare in vita il fumetto
di Neil Gaiman pubblicato da
DC/Vertigo.
“Ho avuto molte conversazioni
con Neil Gaiman – ha dichiarato Heisserer – e ho fatto un
sacco di lavoro per il progetto e sono arrivato alla conclusione
che la migliore versione di questa proprietà può essere prodotta
come una serie tv dalla HBO o come una serie limitata, non come un
film solo, e nemmeno come una trilogia. La struttura del film non
si adatta per niente al materiale di partenza. Così ho consegnato
il lavoro che ho fatto, non è questo il posto dove dovrebbe essere.
Serve la TV, quindi mi tiro fuori.“
La dichiarazione rilasciata a
io9 ha della brutale sincerità. Lo sceneggiatore sembra essere
davvero interessato alla migliore opera possibile per il fumetto
culto di Gaiman, tanto da essere disposto a
lasciare la produzione piuttosto che realizzare un prodotto non
all’altezza dell’originale.
Eric Heisserer non
è il primo a lasciare il progetto di Sandman. A
inizio marzo 2016 anche Joseph Gordon-Levitt
abbandonò il film che era quasi nato con lui, dal momento che era
lui stesso in trattative per interpretare dirigere e produrre la
pellicola.
Riuscirà l’opera a fumetti più amata
e famosa di Gaiman a trovare l’adeguato
adattamento cinematografico? A questo punto sembra sempre più
difficile per il progetto prendere forma. Che la strada da prendere
sia effettivamente quella della televisione?
Sandman (The
Sandman) è una serie a fumetti nata dalla penna
di Neil Gaiman e pubblicata dalla
DC Comics tra il 1989e il 1996. La serie è
composta da 75 albi, divisi poi in 10 volumi, nel quale
il protagonista è Sogno, la personificazione antropomorfa di
tutti i sogni.
E’ stato rivelato più di un anno fa
che Joseph Gordon-Levitt avrebbe diretto e
interpretato il ruolo del protagonista nell’adattamento per il
grande schermo del fumetto di Neil Gaiman,
Sandman. Adesso, è lo stesso attore a
fornire alcuni aggiornamenti sul progetto:
“Abbiamo fatto parecchio lavoro
con David Goyer e Jack Thorne – ha detto la star de Il
cavaliere oscuro – Abbiamo lavorato tantissimo sulla
sceneggiatura. Ci siamo incontrati diverse volte negli uffici della
DC, che sono un posto incredibile dove lavorare. Io e David abbiamo
anche già parlato con Mr. Gaiman. Neil crede molto in me ed è
sicuramente la persona che voglio rendere più fiera di questo
film”.
Allo stesso modo, anche
David Goyer ha avuto la possibilità di aggiornare
circa la pellicola, rivelando che una prima bozza della
sceneggiatura è stata già inviata alla Warner
Bros.:
“La cosa che renderà speciale
questo progetto, soprattutto che lo renderà diverso dagli altri, è
che Neil Gaiman è stato una parte importante della squadra. Abbiamo
inviato una prima bozza della sceneggiatura alla Warner, e sono
rimasti molto contenti”.
Sandman (The
Sandman) è una serie a fumetti scritta da Neil
Gaiman e pubblicata dalla DC Comics tra il 1989e il 1996.
La serie originale è composta da 75 albi che sono stati
successivamente riuniti in 10 volumi, cui si aggiunge “Notti
Eterne”, del 2004 e The Sandman: Overture, miniserie del 2013 che
racconta le origini di Sandman e serve da prequel della serie.
Protagonista della serie è Sogno, la personificazione antropomorfa
dei sogni e delle storie.
Se pochi giorni fa vi avevamo
annunciato che lo sceneggiatore Eric
Heisserer era in procinto di aggregarsi al team
attualmente al lavoro su un adattamento cinematografico del fumetto
di Neil Gaiman Sandman, ora è
giunto il momento di annunciare una defezione al
progetto. Joseph Gordon-Levitt, chiamato in
passato ad interpretare e dirigere la pellicola, ha infatti
annunciato l’intenzione di abbandonare il progetto a causa di
divergenze creative con la New Line.
Ecco quanto comunicato dall’attore:
“Dunque, come ormai sapevate, David Goyer ed io avevamo un
accordo con la Warner Bros. per sviluppare un adattamento
cinematografico di Sandman di Neil Gaiman. Neil stesso si era
aggregato come produttore esecutivo ed avevamo assunto un
eccellente sceneggiatore come Jack Thorne. Ero molto compiaciuto
del progresso a cui eravamo giunti, anche se avevamo molto su cui
lavorare. Recentemente, come saprete, la proprietà di Sandman e
dell’intero catalogo Vertigo è passata dalla Warner alla New Line.
E pochi mesi fa ho realizzato che con i ragazzi della New Line non
avevamo le stesse idee e gli stessi punti di vista su cosa rendesse
Sandman speciale e come dovrebbe essere l’adattamento
cinematografico. Così, sfortunatamente, ho deciso di tirarmi fuori
dal progetto ed auguro solo il bene al team che lo porterà
avanti.”
A mitigare le preoccupazioni di
alcuni fan, in merito al fatto che la storia sia troppo ricca per
un solo film, interviene la New Line che avrebbe in progetto
di realizzare una trilogia su Sandman.
Sandman (The
Sandman) è una serie a fumetti nata dalla penna
di Neil Gaiman e pubblicata dalla
DC Comics tra il 1989e il 1996. La serie è
composta da 75 albi, divisi poi in 10 volumi, nel quale
il protagonista è Sogno, la personificazione antropomorfa di
tutti i sogni.
Dopo molti mesi di silenzio
si ritorna a parlare di Sandman e
dell’adattamento cinematografico che avrà come produttore (e forse
come regista e protagonista) Joseph Gordon-Levitt.
E’ lo stesso attore ad aggiornarci sullo stato della produzione e
sulla sceneggiatura in lavorazione:
“Proprio ora stiamo lavorando
alla sceneggiatura. Siamo io, Goyer e lo sceneggiatore Jack Thorne,
insieme a Neil Gaiman, insieme alle belle persona della DC e della
WB. E’ davvero una bella squadra. Ci sono un sacco delle persone
che hanno già lavorato insieme ai Batman di Christopher Nolan. E’
davvero eccitante. Non abbiamo ancora una sceneggiatura, ci stiamo
ancora lavorando, perchè l’adattamento di Sandman è molto molto
complicato, dal momento che Sandman non è scritto come un romanzo,
mentre, ad esempio, Sin City si. Sandman comprende 75 episodi. C’è
una ragione se si cerca di adattarlo da oltre 20 anni senza
successo.”
Levitt sembra quindi molto cauto rispetto all’adattamento del
misterioso personaggio, esponendo e comprendendo le insidie che si
annidano in un progetto del genere. Riuscirà a lavorare bene e a
rendere giustizia a Sandman?Fonte:
CBM
In seguito al rumor che lo voleva
come interprete principale, diffusosi in rete lo scorso mese,
Deadline riportava poche ore fa la notizia che Joseph
Gordon Levitt era in trattative non solo per interpretare,
ma anche per dirigere, Sandman, la
graphic novel di Neil Gaiman. Come già
sapevamo, invece, la sceneggiatura porterà la firma di
David S. Goyer (Blade: Trinity, Il
mai nato). Adesso, la notizia è stata confermata dallo stesso
attore/regista, che su Twitter ha scritto:
“Signore e signori, sono
incredibilmente onorato di lavorare con David Goyer, la Warner Bros
e Neil Gaiman per Sandman“.
Alla fine del tweet, Joseph Gordon
Levitt ha usato l’hashtag #Prelude. La cosa è piuttosto
interessante, in quanto può voler dire che lo script di Goyer si
focalizzerà sul primo volume della serie a fumetti, dal titolo
Preludes and Nocturnes (Preludi
e notturni).
Sandman è una serie a fumetti che ha
come protagonista Sogno, la personificazione antropomorfa dei sogni
e delle storie, conosciuto anche come Morpheus. Sogno è uno dei
Sette Eterni, ossia le incarnazioni di particolari aspetti
dell’esistenza umana, cioè il Destino, la Morte, il Sogno, la
Distruzione, il Desiderio, la Disperazione e il Delirio.
In attesa di nuovi aggiornamenti
sull’annunciato adattamento live action di
Sandman ad opera di Netflix, arriva la notizia che
Audible, la multinazionale venditrice di programmi
di intrattenimento audio distribuiti sul web, renderà disponibile i
primi tre cicli narrativi della serie a fumetti
(Preludi e notturni, Casa di bambole, Le terre del
sogno) sotto forma di audiolibri.
Grazie a
The Hollywood Reporter veniamo a conoscenza del
prestigiosissimo cast di attori coinvolti nel progetto e che
presteranno le loro voci ai personaggi della storia: James McAvoy sarà la voce di Sogno/Morfeo;
Justin Vivian Bond sarà la voce di Desiderio;
Kat Dennings presterà la voce a Morte;
Miriam Margolyes presterà la voce a Disperazione;
Michael Sheen sarà Lucifero ed Andy Serkis doppierà invece Matthew il
Corvo.
Tra gli attori coinvolti nel
progetto figurano anche Riz Ahmed (Corinthian),
Taron Egerton (John Constantine), Samantha
Morton (Urania Blackwell) e Bebe
Neuwirthe (il Gatto Siamese). Al loro si aggiungo anche
Arthur Darvill, William Hope e Josie
Lawrence.
“Un cast di artisti davvero
eccezionali darà vita a questo fenomeno culturale. Siamo onorati di
lavorare a fianco di Neil Gaiman e DC per creare un adattamento
davvero coinvolgente che sappiamo che i fan e gli ascoltatori
adoreranno”, ha dichiarato in un comunicato ufficiale
David Blum, caporedattore di Audible
Originals.
La prima parte della versione
Audible di Sandman debutterà in America
il 15 luglio. Gaiman sarà coinvolto in qualità di narratore e di
produttore esecutivo insieme al suo storico collaboratore
Dirk Maggs.
Sandman (The
Sandman) è una serie a fumetti nata dalla
penna di Neil Gaiman e pubblicata
dalla DC Comics tra il 1989e il 1996. La
serie è composta da 75 albi, divisi poi in 10 volumi,
nel quale il protagonista è Sogno, la personificazione
antropomorfa di tutti i sogni.
L’adattamento
cinematografico su Sandman è tra i film
più attesi del prossimo futuro e oggi arriva da Deadline la notizia che la produzione ha
trovato uno sceneggiatore. Si tratta
di JackThorne noto
per aver scritto A Long WalkDown che scriverà lo script su un
trattamento
di DavidGoyer. DavidGoyer
rimarrà come supervisore della produzione. Per quanto riguarda la
regia, il noto sito spiega che l’attore e Joseph
Gordon-Levitt figura come produttore del film ma si spera
nella produzione che voglia anche dirigerlo e interpretarlo.
Sandman è una serie a fumetti che ha
come protagonista Sogno, la personificazione antropomorfa dei sogni
e delle storie, conosciuto anche come Morpheus. Sogno è uno dei
Sette Eterni, ossia le incarnazioni di particolari aspetti
dell’esistenza umana, cioè il Destino, la Morte, il Sogno, la
Distruzione, il Desiderio, la Disperazione e il Delirio.
Recentemente, Warner Bros ha
annunciato i piani e le date di rilascio dei suoi film legati al
mondo dei supereroi, da Aquaman, Wonder Woman, The
Flash, Shazaam fino
alla Justice League. Nell’elenco non
figura Sandman che è attualmente in
fase di sviluppo da Joseph Gordon-Levitt, Neil Gaiman e
David S. Goyer. Gaiman ha spiegato perchè:
Non è un film della DC Comics. E ‘un film Vertigo. Questa è una
diversa serie di film, per cui verrà con un annuncio diverso.
In realtà la Vertigo ha una lunga
storia più o meno correlata al mondo DC. Sandman fa parte appunto
della Vertigo, che è un’etichetta della DC Comics che pubblica
storie dal taglio più adulto rispetto ai fumetti di supereroi
classici. Sulla lista Warner Bros non compaiono tuttavia anche
altri titoli, come Justice League Dark,
composto da personaggi DC e Vertigo, che quindi potrebbe
appartenere ad entrambe. L’altro progetto non nominato è quello di
Legion of Superheroes, che è però ancora
nelle primissime fasi di sviluppo, per cui è davvero troppo presto
per dire se verrà effettivamente realizzato.
Sandman (The
Sandman) è una serie a fumetti scritta da Neil
Gaiman e pubblicata dalla DC Comics tra il 1989e il 1996.
La serie originale è composta da 75 albi che sono stati
successivamente riuniti in 10 volumi, cui si aggiunge “Notti
Eterne”, del 2004 e The Sandman: Overture, miniserie del 2013 che
racconta le origini di Sandman e serve da prequel della serie.
Protagonista della serie è Sogno, la personificazione antropomorfa
dei sogni e delle storie.
Dell’annunciato film su
Sandman che dovrà essere diretto
da Joseph Gordon-Levitt si sa ancora
molto poco e oggi lo stesso attore ne ha parlato con MTV in
occasione dei Guys Choice Awards, soffermandosi sullo
sviluppo.
“E’ davvero un buon momento.
Procede bene, lento ma costante. Si tratta di un adattamento
davvero complicato perché i fumetti sono brillanti. Ma non sono
scritti con una visione complessiva, voglio dire non è come
Watchmen, che è una graphic novel che ha un inizio, un centro e una
fine. Sandman è stato scritto nel corso di sei o sette anni. Uno
alla volta, e anche se il film ha un inizio, un centro e una fine,
è molto complicato adattarlo.
L’attore poi commenta in relazione ad altri film basati sui
fumetti:
“I grandi film d’azione sono in
incentrati sul combattimento tra criminalità e legalità. Questo non
ha nulla a che fare con questo. E questa è una delle cose che Neil
Gaiman mi ha detto: “Non hanno alcuna pertinenza”. Se leggete i
fumetti Morpheus non da nessun pugno. non è quello che fa. Penso
che sarà un grande film d’azione spettacolare ma che non si baserà
su nessuno di questi cliché ordinari. Quindi questo è il motivo per
cui sta la scrittura ci sta impegnando molto ma sarà qualcosa di
veramente buono.”
Sandman
sarà scritto da David S. Goyer
(Man of Steel), Jack
Thorne (Skins) Neil Gaiman e
Joseph
Gordon-Levitt.Sandman non
ha attualmente una data di uscita nel listi Warner Bros, dunque
bisognerà aspettare ancora un bel po’.
Sandman (The
Sandman) è una serie a fumetti scritta da Neil
Gaiman e pubblicata dalla DC Comics tra il 1989e il 1996.
La serie originale è composta da 75 albi che sono stati
successivamente riuniti in 10 volumi, cui si aggiunge “Notti
Eterne”, del 2004 e The Sandman: Overture, miniserie del 2013 che
racconta le origini di Sandman e serve da prequel della serie.
Protagonista della serie è Sogno, la personificazione antropomorfa
dei sogni e delle storie.
Deadline riporta la notizia che
l’adattamento cinematografico di Sandman
non verrà più realizzato dalla Warner Bros., ma
bensì dalla New Line Cinema.
Il passaggio da una distribuzione
all’altra fa parte di un ampio progetto che riguarderà le release
dei prossimi adattamenti dei fumetti DC Comics e
Vertigo: nello specifico, gli adattamenti della
Vertigo passeranno alla New Line Cinema, mentre alla Warner
resteranno i film della DC Comics che andranno a formare l’Universo
Cinematografico DC (del quale faranno parte, tra gli altri,
Suicide Squad, Batman v Superman, Justice League, Wonder Woman e
Aquaman).
Joseph
Gordon-Levitt sta al momento lavorando sulla sceneggiatura
del film con David S. Goyer (Man of Steel),
Jack Thorne (Skins) e Neil
Gaiman. Levitt dovrebbe figurare anche come regista e
interprete principale, ma al momento la cosa non è stata ancora
confermata ufficialmente.
Sandman (The
Sandman) è una serie a fumetti nata dalla penna
di Neil Gaiman e pubblicata dalla
DC Comics tra il 1989e il 1996. La serie è
composta da 75 albi, divisi poi in 10 volumi, nel quale
il protagonista è Sogno, la personificazione antropomorfa di
tutti i sogni.
Tratto da un episodio accaduto
realmente al produttore e co-sceneggiatore Andrew
Wight, Sanctum 3D racconta la
storia di una squadra di speleologi che, mentre esplora le grotte
di Esa-ala
nell’Oceano Pacifico rimane bloccata in profondità
in seguito ad una improvvisa tempesta tropicale. Il gruppo
capitanato da Frank McGuire (Richard
Roxburgh) sarà costretto a scende ancora più in profondità
per trovare una via d’uscita verso il mare.
Sanctum 3D è un
classico thriller adrenalinico, avventura allo stato puro
Sanctum
3D è un classico thriller adrenalinico, avventura allo
stato puro, che permette allo spettatore interessato al genere di
seguire la storia attraverso gli occhi di Josh (Rhys Wakefield),
figlio di Frank e capitato nel gruppo quasi per errore.
Protagonista assoluto del film è l’imponente e misterioso complesso
roccioso sottomarino che fa da scenografia praticamente a tutta la
vicenda.
Sanctum 3D è film claustrofobico
che regala qualche momento di vera tensione oltre a mettere in
gioco emozioni che bene o male appartengono all’essere umano e che
in situazioni estreme vengono portate al punto di rottura. Ci sarà
infatti qualcuno che perderà il controllo, arrecando danni
all’intera missione, e qualcun altro che eroicamente si
sacrificherà per salvare il gruppo.
La regia è ben curata e
Alister Grierson (Kokoda) ci guida con un
occhi curioso e meravigliato, ma sempre vigile e scrupoloso,
attraverso le caverne sotterranee del Pacifico. Peccato però che il
film non sia un grande esempio di cinema, soprattutto per una
sceneggiatura che spesso risulta enfatica e fuori luogo, laddove si
è voluto dare uno spessore emotivo ad una vicenda che invece
sarebbe stato più onesto raccontare come una semplice e primordiale
gara tra l’uomo e la natura. In particolare mi riferisco al
rapporto padre figlio, pieno di incomprensione e acredine, che
viene rinsaldato dall’esperienza di paura e dolore condivisa in
quella circostanza estrema. Buono invece il 3D, che ultimamente ha
deluso al cinema, ma che in questo caso offre momenti davvero
significativi collegati esclusivamente alla spettacolarità della
scena, merito soprattutto della tecnica utilizzata da
James Cameron (produttore esecutivo)
per Avatar e
riutilizzata qui.
Per quello che riguarda il cast,
protagonista un Richard Roxburg che già in altre
pellicole ha dato prova di essere un capace interprete, e qui dove
la sua performance è tutta “fisica” riesce a risultare credibile,
molto più del resto degli attori che magari fisicamente sono più
prestanti ma sicuramente meno efficace.
Sanctum
3D è un film di genere, che può interessare quella
fetta più o meno ampia di pubblico che ama l’avventura, e il
mistero, l’eroismo e i buoni sentimenti, ma senza confidare troppo
in un insegnamento o in un significato profondo rispetto a quello
che vede sullo schermo.
AMC+ ha
pubblicato il trailer ufficiale di
Sanctuary: A Witch’s Tale,il
suo prossimo dramma soprannaturale. La serie farà il suo
debutto nel mercato americano il 4 gennaio su AMC+ e Sundance Now
con i primi due episodi, seguiti da nuovi episodi in onda
settimanalmente.
Il video introduce un mondo in cui
le streghe sono accettate nella società. Tuttavia, quando una
tragedia colpisce la piccola città di Sanctuary, prove schiaccianti
portano i residenti a credere che un omicidio sia stato commesso
usando la magia. Questo finisce per mettere un bersaglio sulla
schiena della strega residente in città. La serie al momento non ha
una data di uscita in ITALIA.
Che cos’è Sanctuary: A Witch’s
Tale?
“Sanctuary: A Witch’s Tale è
ambientato in un mondo contemporaneo dove la stregoneria è reale.
Si svolge nell’idilliaca cittadina inglese di Sanctuary, dove per
centinaia di anni le streghe hanno vissuto pacificamente, come
membri apprezzati della società”, si legge nella sinossi. “Finora…
al centro della storia c’è Sarah Fenn, la strega residente a
Sanctuary, su cui la città fa affidamento per risolvere i problemi
quando i rimedi convenzionali falliscono. Quando la stella del
rugby locale, Dan Whithall, muore tragicamente in un apparente
incidente, la sua morte fa emergere una terrificante corrente di
sospetto e paura nei confronti di Sarah e della figlia adolescente,
Harper“.
Sanctuary: A Witch’s
Tale è creato e scritto da Debbie
Horsfield da una sceneggiatura scritta da Debbie
Horsfield, basata sul romanzo di V.V. James. È interpretata da
Elaine Cassidy, Amy de Bhrun, Hazel Doupe, Stephanie
Levi-John, Valerie O’Connor, Kelly Campbell e Stephen
Lord. La serie in 7 parti è prodotta esecutivamente da
Monumental Television, mentre la regia è affidata a Lisa
Mulcahy e Justin Molotnikov.
Dal 04 maggio è disponibile su
Netflix la serie tv di produzione giapponese
Sanctuary,
una serie drammatica che esplora il mondo poco conosciuto del sumo
professionistico, rivelando le ambizioni, le lotte e la
determinazione di giovani che lottano per fama, denaro e potere.
Presentando una nuova prospettiva su uno sport tradizionale
giapponese che ha più di 1500 anni, la serie si propone di
infrangere i tabù su quest’arte sportiva e mettere in luce lo
spirito combattivo di questi atleti di talento.
Diretto da Kan
Eguchi (“The Fable“) e scritto da
Tomoki Kanazawa (“Sabakan“), la
serie si assume l’ambizioso compito di rappresentare questo sport a
livello professionale. Come vedremo in questa recensione di
Sanctuary, la serie vanta un reparto tecnico di tutto livello, come
molti originali giapponesi dello streamer, ma ne condivide anche i
più comuni difetti narrativi e strutturali.
Sanctuary, una storia di sacrificio
e rinascita
La trama di
Sanctuary vede un ragazzo duro e disperato –
Kiyoshi Oze, interpretato da Wataru
Ichinose – diventare un lottatore di sumo, affascinando i
fan con il suo atteggiamento spavaldo e sconvolgendo un’industria
intrisa di tradizione. La scrittura di questo progetto vuole
dimostrare come il sumo, pur essendo conosciuto in tutto il mondo
come parte della cultura tradizionale giapponese e come rituale
religioso tramandato per oltre 1.500 anni, rimane un mondo velato
di segretezza. Il dohyo, il ring dove si disputano gli incontri di
sumo, è davvero un santuario costruito sulle fondamenta di questo
mondo insolito.
Kiyoshi Oze
proviene da una famiglia problematica e ha fatto parte del mondo
del crimine per tutta la vita. Avendo bisogno di soldi, quando
viene a sapere che un lottatore di sumo può guadagnare molto
denaro, inizia a pensare che con il suo corpo e le sue abilità di
combattimento possa affrontare chiunque. Tuttavia, testardo fino al
midollo e fin troppo sicuro delle sue capacità,
Oze spesso salta gli allenamenti e sfida i
lottatori più esperti, indole che finisce per etichettarlo come un
“caso disperato”. Continua a fare di testa sua, fino a quando non
si scontra con un sumo di nome Frankenstein, che lo sconvinge
brutalmente. Proprio a questo punto, sconfitto e praticamente
cacciato dal mondo del sumo, capisce che è ora di cambiare
prospettiva. Allenandosi duramente secondo le regole e le
tradizioni, Oze decide di farsi un nome: Sumo
Enno. Oltre alla sua storia ispiratrice, la serie tv si
concentra anche su tutte le personalità che si avvicinano al mondo
del sumo e che lottano per trovare la loro strada nella vita.
Tra questi, ci vengono presentate le
vicende di altri lottatori, come Shimizu
(interpretato da Shota Sometani), che ama questo
sport ma non è dotato di un fisico ideale, e
Kunishima (interpretato da Shioli
Kutsuna), un giornalista che viene relegato a occuparsi di
sumo. Come in tutti gli altri sport, anche in questo caso accadono
cose sottobanco, che potrebbero essere smascherate da
Kunishima e persino aiutare il viaggio di
Oze.
Una serie per immergersi nella
cultura giapponese
Sanctuary potrebbe
essere la proposta perfetta per quella fascia di pubblico
interessata alle tradizioni, cultura e società giapponese e come si
siano evoluti gli usi e i costumi nipponici nel corso degli
anni. In questo senso, la produzione ha fatto un ottimo lavoro
di ricerca storica sull’arte del sumo e riesce a spiegarne in
maniera chiara e mai troppo distante le regole, la struttura del
torneo, il modo di vestire dei lottatori e altri aspetti. Viene
posto l’accento anche sui valori necessari per intraprendere una
carriera in questo mondo, tra cui l’umiltà, il rispetto per gli
avversari e la dedizione alla pratica e all’allenamento intensivo.
Da questo punto di vista, Sanctuary è
un’emozionante vetrina della passione e dello spirito combattivo
caratteristici dei lottatori di sumo.
Il sumo è uno degli sport più
visivamente affascinanti e che meglio si presterebbe alla
drammaturgia: gl intrighi, le alleanze mutevoli che vi stanno alla
base e i suoi 2.000 anni di storia rivaleggiano con quelli di
qualsiasi epopea fantasy. Eppure, in qualche modo, il sumo non è
mai stato rappresentato accuratamente al cinema, né alcuna serie o
film ha mai reso giustizia alle emozioni, agli strazi, alla gioia,
al dolore e alla sofferenza che si trovano sul ring e nelle
scuderie. Purtroppo, la mancanza di autenticità sullo schermo è un
problema che grava da tempo sul sumo. Probabilmente la migliore
rappresentazione di questo sport è il pluripremiato film di
Masayuki Suo del 1992, “Shiko
Funjatta“, distribuito all’estero con il titolo
“Sumo Do, Sumo Don’t“, che si tratta tuttavia
perlopiù di una commedia stilizzata, incentrata sul sumo collegiale
piuttosto che su quello professionistico.
Veri lottatori di sumo sul “ring”
di Sanctuary
Altra nota di merito di
Sanctuary sono sicuramente le performance
attoriali. Va specificato che, per prepararsi al meglio al ruolo
dei lottatori di sumo, gli attori hanno trascorso circa un anno di
intenso allenamento fisico sotto la supervisione di esperti di
Hollywood e di un allenatore olimpico che li ha seguiti dal punto
di vista nutrizionale. Per oltre sei mesi, si sono allenati nel
sumo per rendere giustizia alla realtà di questo sport.
Il personaggio principale,
Saruzakura, è interpretato da Wataru
Ichinose (Weaker Beast), un ex artista
marziale professionista. Saruzakura si unisce a una scuderia di
sumo come giovane discepolo, ma le sue motivazioni hanno più a che
fare con il denaro che con lo sport in sé. Il cast comprende anche
Pierre Taki nel ruolo del maestro della scuderia,
Koyuki nel ruolo della moglie del maestro e
Shota Sometani nel ruolo dell’amico di Saruzakura,
Shimizu.
Con la sua violenza esagerata,
l’ambientazione quasi da realtà alternativa e personaggi che
assomigliano più a caricature, Sanctuary
vive di un’atmosfera alla Quentin Tarantino e
potrebbe rivelarsi una serie divertente e di successo.
Un ritmo non sempre coinvolgente
Lo sviluppo narrativo di Sanctuary
non è propriamente organico: diverse storyline impiegano più tempo
del necessario per dipanarsi e il tono del racconto che la serie
mantiene, in gran parte duro e aggressivo, non rende
particolarmente facile agli spettatori il navigare in questa
storia. Gran parte dei primi quattro episodi sono spesi a
crogiolarsi nelle buffonate di Kiyoshi ed è solo
quando il nostro protagonista inizia finalmente a prendere sul
serio lo sport, Sanctuary
diventa più coinvolgente. Tuttavia, gli episodi successivi sembrano
affrettati e il finale di stagione tronca la storia in maniera poco
chiara. Molteplici sottotrame vengono abbandonate, mentre la serie
si orienta verso un tipo di narrazione più sentimentale e, a
tratti, stucchevole: quella del loser, il perdente che
deve redimersi.
Come dicevamo, se il fatto di avere
nel proprio cast lottatori di sumo professionisti rende tutte le
sequenze di allenamento e dei tornei particolarmente ritmate e
dolorose da guardare, l’arco complessivo di Sanctuary
assomiglia più a un incontro di sumo anticlimatico, non di certo
quello che ci era stato prospettato dalle premesse della serie.
Trai titoli più
interessanti della Festa del
Cinema di Roma, fa capolino Sanctuary,
opera seconda di Zachary Wigon. Sono
scrigni silenziosi le pareti degli hotel. Con il loro intonaco più
o meno colorato, si ergono attorno a noi assorbendo ogni respiro,
percependo ogni emozione, facendosi custodi di segreti
inconfessabili, o momenti passeggeri. Tra le mura degli hotel dei
corpi si incontrano, altri si lasciano; le bocche si baciano, o i
cuori si spezzano.
Le mura della stanza di
hotel che accoglie
Rebecca e Hal in Sanctuary sono molto più
che sguardi discreti che osservano il gioco al massacro compiuto
dai due: sono sipari teatrali di un kammerspiel soffocante,
quinte imprigionanti di un palcoscenico dove nulla è come sembra, e
tutto appare per quel che non è. Entro i loro confini diventa quasi
impossibile stabilire il ruolo affidato e svolto dai due
protagonisti, entrambi schiavi di un continuo gioco all’inganno in
cui nessuno ne esce vincitore, ma solo prigioniero. Prigioniero
delle proprie maschere; prigioniero della propria
performance perpetuamente mutabile e in evoluzione.
Prigioniero dell’altro e di se stesso.
Sanctuary, la
trama
Interno: suite di un
albergo di lusso. Qui si incontrano un uomo sulla trentina e una
giovane avvocatessa chiamata per delle verifiche burocratiche. Lui
si chiama Hal Porterfield, erede di una catena di alberghi e
prossimo amministratore delegato di un impero milionario a seguito
della orte del padre. Lei è Rebecca, giovane aggressiva e
misteriosa, che nella vita non svolge il ruolo di avvocatessa,
bensì di dominatrice assunta dallo stesso Hal per testare la
propria tenuta psicologica sul lavoro. In un continuo gioco di
realtà e finzione, sarà difficile per entrambi – soprattutto per
Rebecca – scindere se stessi dal proprio personaggio, cambiando
continuamente i rapporti di forza fra cliente e padrone, dominatore
e dominato. Chi la spunterà?
Non c’è nulla di lineare
in Sanctuary. Nel film di Zachary
Wigon, il rapporto di dominio si stacca della propria
tangibilità fisica per elevarsi a una lotta psicologica dove ogni
pensiero viene ribaltato, ogni parola messa in discussione, per
creare nuovi pensieri, nuove realtà mentali in cui muoversi e
recitare nuove parti. Ne consegue un labirinto senza fine, dai
percorsi intrecciati e complicati, lungo i quali lo spettatore si
ritrova a vagare senza meta. Sottratto di ogni direzioni con cui
orientarsi, le uniche ancore a cui può affidarsi sono corpi di due
giovani che si attraggono e respingono, abbracciano e attaccano. Un
movimento continuo che destabilizza la visione, scaturendo un senso
di nausea per un’incapacità di comprensione di un rapporto
difficile da cogliere nel contesto logico e sentimentale. Rebecca e
Hal sono colti nei loto tentativi reciproci di dominio fisico e
psicologico, mentre tutto attorno crolla, perde le proprie base
razionali, lasciando in bocca un retrogusto di visione
perturbante.
Micce esplosive
È un santuario che di
sacro ha ben poco quello eretto da Wigon: a muoversi silente tra
gli inframezzi dei propri raccordi è adesso un effetto straniante
pronto a riflettersi e influenzare ogni singolo elemento in campo.
E se a dominare questo inafferrabile costrutto visivo è
un’irrequietezza sia del corpo, che della mente, a orchestrare
questa montagna russa perpetuamente in azione, non poteva essere
che una regia ancora più disorientante e mutabile. Da primi piani
affidati a grandangoli che distorcono i volti, tramutandoli in
maschere dell’angoscia, a carrellate improvvise, passando per
panoramiche a 360°, la macchina da presa di Wigon enfatizza ogni
senso di perdita razionale, traducendo visivamente due anime
fragili, incapaci di comprendere il proprio volere affidando alle
fragilità dell’altro un senso di rivalsa e fisico predominio.
Sarà nel momento dei
dialoghi, in quella creazione di nuovi contesti in cui inserirsi
con maschere nuove e sempre uguali, che la macchina da presa si
cristallizza mettendosi in pausa: immobile, lascia che il processo
di creazione e reciproco influenzamento mentale faccia il proprio
corso, ferma nell’attesa spasmodica di una miccia pronta di nuovo a
esplodere, dando vita a un ulteriore gioco al massacro psicologico,
tra recriminazioni, ricatti e bugie.
Un gioco al
massacro
“Dimmi che per te è
importante. Che non puoi viverne senza”. È un ritornello
ridondante, una cantilena ripetuta da entrambi i protagonisti di
Sanctuary, questa, una nenia recitata più per
autoconvincersi che qualcosa per cui vale la pena vivere esista per
davvero, che per pura asserzione. Nel microcosmo alberghiero di Hal
e Rebecca nulla pare valere davvero. Che siano 6 milioni di
dollari, un orologio prezioso, o una videocamera da scovare, la
posta in gioco per questi due personaggi cambia perpetuamente al
mutare del ricatto, sintomo che la vera mancanza per loro è da
ritrovarsi più profondamente nei meandri di anime incomprese e
incapaci di amare, che nella materialità di oggetti da distruggere.
E così, nell’arco di un solo spazio, quelli che si attaccano,
stuzzicano e uniscono, sono i corpi di mille maschere e diverse
personalità.
Una galleria psicotica
racchiusa nella cornice di due fisicità opposte, tra chi vuole
dominare e chi si lascia manipolare. Rebecca e Hal sono lo Yin e lo
Yang di una lotta continua, due pianeti che collidono senza
congiungersi mai. Ciò che rimane da questo conflitto di maschere
che cadono e altre che ritornano, è la perdita dell’umanità a
favore di un istinto animalesco misto a tossica interdipendenza.
Così come non possono fare a meno l’uno del potere fisico (ma anche
economico) dell’altra, Rebecca e Hal ricercano le fragilità altrui,
le sfruttano, per intelaiare una rete succuba di interdipendenza in
cui, tra stanze distrutte, e giochi mentali, tutto viene sconvolto
in una vertigine visiva lasciata scorrere lungo associazioni
mentali, e fotografie rosso fuoco, o blu glaciale.
Una, nessuna, centomila
maschere
In un mondo che tutto
cambia all’esternazione di parole che creano con fare divino, non
poteva esserci interprete migliore di Margaret Qualley per dar vita all’ipnotica, e
imprevedibile, Rebecca. Il volto dell’attrice è pura argilla da
modellare sulla forza di mille espressioni. È una mimica
volutamente caricata, la sua, che risponde in maniera coerente a un
universo cangiante e mai afferrabile come quello di
Sanctuary. Che sia l’imitazione del padre di Hal,
o la declamazione del giuramento alla bandiera americano, la sua
Rebecca è uno, nessuno e centomila sfumature di donna. La
modulazione della voce è, infatti, un ponte privilegiato attraverso
cui lasciar trasparire mille e altre personalità, facendo della
Qualley un’intensa presta-corpo di identità sfuggevoli e pensieri
complessi. Quello messo in campo dalla donna è un rifiuto netto di
mostrarsi statica e fissa nei confini di un determinato carattere;
una volontà che si ripercuote anche nel proprio corpo flessibile e
dinamico, perennemente in movimento come la sua mente in
elucubrazione.
Rebecca è, insomma, uno
tsunami inatteso pronto a ingoiare la terra ferma di un Hal
imprigionato in un’insicurezza che lo rende perfetta vittima del
gioco al dominio della donna, e preda manipolabile bloccata
sull’agire. È solo nel momento di vero terrore, preso dall’angoscia
di mostrarsi nelle forme delle proprie fobie e trasgressioni, che
Hal si tramuta in un fuoco che tutto arde e distrugge: ma le sue
fiamme sono facilmente domate dalle onde di
Rebecca, e così quell’incendio personale si
spegnerà ben presto all’ombra dell’ennesimo ricatto. Quella che
vive tra Hal e Rebecca è pertanto una costruzione psicologica dai
tratti dicotomici non solo ben delineata dallo sceneggiatore Micah
Bloomberg, ma soprattutto restituita in maniera impeccabile dai due
attori che si fanno riflesso speculare di un’altra,
indimenticabile, coppia del genere thriller come Laurence Olivier e
Joan Fontaine nel capolavoro di Alfred Hitchcock,
Rebecca.
Tanto nell’opera
hitchcockiana, che in quella delineata da Bloomberg in
Sanctuary, il potere va a braccetto con
l’ingenuità e la manipolazione, in una danza eterna che tutto
prende e decostruisce, fino all’esasperazione, fino alla nausea,
fino al dominio della mente e il soggiogamento del
corpo.
Sanctuary parla
di potere, di possesso, di controllo, lo fa attraverso il
racconto della relazione tra Rebecca, una dominatrice di
professione, e Hal, suo cliente. Il loro rapporto però potrebbe
essere minato, subire delle modifiche a causa della loro natura,
terribilmente umana, imperfetta e imprevedibile.
A raccontare la storia c’è
Zachary Wigon, al suo secondo lungometraggio, che
abbiamo incontrato in occasione della Festa del Cinema
di Roma 2022, dove ha presentato il suo film. E partiamo dunque
dal titolo:
Sanctuary è “il santuario”, un “luogo in cui ci si
sente al sicuro dalle pressioni esterne – dichiara il regista – E
tutto il film è ambientato in uno spazio interno, circoscritto, per
questo doveva essere un luogo sicuro, anche nel titolo.”
Sanctuary racconta anche di un gioco
di ruolo, che è una pratica molto simile a ciò che fanno gli attori
in scena e al criterio intorno a cui ruota tutta la macchina del
narrare storie al cinema.
“L’idea centrale di
partenza in fase di scrittura era quella di considerare il fatto
che a volte siamo in grado di avere accesso ad una versione di noi
più vera attraverso il gioco rispetto a quanto non accada nella
vita reale. È un concetto che ha sempre trovato molta risonanza in
me – ha spiegato Wigon– Penso a
David Bowie che aveva dichiarato che si sentiva più se stesso
mascherato da Ziggy Stardust rispetto a quando era se stesso nella
vita reale. Queste erano alcune delle considerazioni nella mia
mente mentre lavoravamo alla storia. In merito ai giochi di ruolo e
al rapporto con la recitazione è che non credo sia il mio ruolo
stabilire di cosa parla il film, ma credo che ci siano delle linee
comuni tra il giocare di ruolo e il recitare.”
La genesi del progetto si
deve a una serie di conversazioni che il regista ha avuto con Micah
Bloomberg, lo sceneggiatore. “Ci siamo chiesti sin dall’inizio
chi sarebbero stati Hal e Rebecca, che caratteristiche avrebbero
avuto e come avrebbero reagito a determinate cose. Da questo
confronto è nata la sceneggiatura e la definizione dei personaggi e
solo con lo script tra le mani siamo andati da Christopher Abbott e
Margaret Qualley.”
Sanctuary gioca moltissimo con i toni e con i generi.
Sebbene si ascriva da subito alla categoria del thriller
psicologico-erotico, si rivela presto come un’interessante
commistione di generi, sfociando addirittura nella commedia
romantica.
Questo accade, secondo
Wigon, perché la commedia e il thriller sono due
generi connessi, che si parlano in diversi momenti della storia del
cinema e che lui voleva cucire insieme: “Credo che ci sia un
tessuto comune tra screwball
comedy e thriller psicologico-erotici e credo che la cosa più
interessante per questo film sia stata cavalcare proprio questo
confine. Volevamo fare di Sanctuary una corsa sulle montagne russe,
in modo tale da creare appeal per il pubblico e generare una serie
varia di emozioni.”
Il film si avvale di una messa in
scena molto particolare e distintiva, una sola suite d’albergo, con
più ambienti, con pochissime finestre, sempre tenute chiuse e
pareti dai colori molto saturi. Così racconta le scelte stilistiche
di fotografia e scenografia Wigon:“Quello che
volevo dall’inizio era trovare un posto in cui non ci fossero
troppe finestre. Negli USA è comune per gli alberghi moderni avere
intere pareti di vetrate, ma con tante finestre si perde il senso
di claustrofobia che volevo mantenere per tutta la storia. Quindi
la mancanza di finestre era una caratteristica precisa che
cercavo.
Poi avevo ben presente il fatto
che un film ambientato solo in una stanza d’albergo doveva poter
scivolare tra le parti di questa stanza in maniera organica, perché
mantenere invariata la stessa location avrebbe reso il film noioso.
Ero consapevole quindi che dovevo creare una progressione tra gli
spazi e le stanze in cui i due personaggi agivano. È stata una
scelta deliberata quella di farli spostare costantemente tra le
stanze della suite. Sapevo anche che tutto dovesse essere
intensamente colorato. La suite è lo specchio di una sensibilità
molto intensa, e per rappresentare questo elemento visivamente,
doveva essere tutto molto saturo, e così i colori delle pareti e
della luce sono così intensi.”
Un risultato raggiunto grazie al
contributo decisivo di Ludovica Isidori,
direttrice della fotografia, che è riuscita a far dialogare la luce
del film con le intenzioni artistiche del regista in maniera
splendida, contribuendo a fare di
Sanctuary un piccolo gioiello, che arriverà
prossimamente nelle sale italiane distribuito da I Wonder
Pictures.
Sanctuary – Lui fa il gioco, lei fa le regole si svolge in una
suite d’albergo di lusso, dove due personaggi agli antipodi – il
ricco e impacciato rampollo Hal e la vorace e irrefrenabile
Rebecca, interpretati dalla coppia di star emergenti Margaret
Qualley (C’era
una volta a… Hollywood) e Christopher Abbott
(Comma 22, Possessor) – si avvicendano in mille ruoli. Tra
realtà e finzione, in un perverso gioco al massacro che non conosce
attimi di tregua, Rebecca e Hal si troveranno pericolosamente
invischiati nell’estremo tentativo di conquistare il potere e avere
il controllo dell’avversario.
Rebecca è una
dominatrice, una professionista del sesso e Hal è il suo cliente,
un ottimo cliente. Fa infatti parte di una ricca famiglia di cui
sta per ereditare le fortune e non può più permettersi di avere una
pericolosa relazione con una donna che conosce i suoi segreti e le
sue perversioni. Così decide di vederla per un’ultima volta e dirle
che tra loro è tutto finito, ma il suo tentativo di tagliare i
legami gli si potrebbe ritorcere contro. Rebecca è tutt’altro che
d’accordo e farà tutto il possibile per fargli cambiare idea.
Sanctuary – Lui
fa il gioco, lei fa le regole di Zachary Wigon, con
protagonisti assoluti Margaret Qualley e Christopher
Abbott, arriverà nei cinema italiani dal 25 maggio con I
Wonder Pictures.
Manca poco a San Valentino 2022 e
con l’occasione vi proponiamo una raccolta di film e serie TV
disponibili su Prime Video per
un febbraio pieno di romanticismo: partendo dalle due stagioni di
Modern Love, la serie su tutte le sfumature
dell’amore contemporaneo ispirata all’omonima rubrica del New York
Times, passando per le burrascose storie fra ex del nuovo Amazon
Original movie I Want You
Back, o le spinose relazioni sul posto di lavoro in
Ti odio, anzi no, ti amo!, fino alla nuova serie
With Love. Non mancano poi i classici romantici per
tutti i gusti, come Il favoloso mondo di Amélie, il
musical di culto Grease, e One Day per chi
ha voglia di commuoversi o Come farsi lasciare in dieci
giorni per un San Valentino con il sorriso. Questi e tanti
altri film e serie TV vi aspettano su Prime Video per celebrare la festa
dell’amore.
MODERN LOVE – S2
La
seconda stagione di Modern Love è
tornata con un cast di stelle e nuove storie d’amore e di relazioni
raccontate in tutta le loro complessità e bellezza, ispirate
all’omonima rubrica del New York Times. Vecchie fiamme che si
riaccendono, una ragazza nottambula, una storia d’amore con l’ex di
un ex, una storia di una notte e molto altro ancora: la
seconda stagione in otto episodi porta sullo schermo una
serie di storie reali con le quali confrontarsi per capire le mille
dinamiche dei sentimenti.
WITH LOVE (disponibile dall’11 febbraio)
Al centro della serie le vicende dei fratelli Diaz, Lily e
Jorge, alla ricerca dell’amore e del loro posto nel mondo. Ciascun
episodio si svolge durante una diversa festività, seguendo i
diversi membri della famiglia tra gli alti e i bassi della vita nei
giorni più importanti dell’anno. Romantic
comedy in 5 episodi da un’ora ciascuno, scritta e
creata da Gloria Calderón Kellett; con Emeraude
Toubia, Mark Indelicato, Desmond Chiam, Rome
Flynn, Vincent Rodriguez III, Isis King, Todd
Grinnell, Constance Marie e Benito
Martinez.
I WANT YOU BACK (disponibile dal 12
febbraio)
Quando Emma e Peter si
incontrano c’è una cosa che li fa legare immediatamente: sono
entrambi stati lasciati nello stesso weekend dai rispettivi
partner. Si dice “mal comune mezzo gaudio”, ma la loro
autocommiserazione prende una strana piega quando scoprono sui
social che i rispettivi partner sono già andati avanti. Sulla
trentina e terrorizzati di aver perso la loro unica possibilità di
vivere felici e contenti, i due escogitano un piano disperato per
porre fine alle nuove relazioni dei loro ex e riconquistarli. Con
Charlie Day, Jenny Slate, Gina
Rodriguez e Scott
Eastwood.
TI ODIO, ANZI NO, TI AMO! (disponibile dal 14
febbraio)
Basato sul romanzo best-seller di Sally Thorne Ti odio, anzi no,
ti amo! (edito in italia da Harper Collins), racconta la storia di
un’ambiziosa brava ragazza di nome Lucy Hutton (Lucy
Hale), ai ferri corti con la fredda ed efficiente nemesi sul
posto di lavoro Joshua Templeton (Austin Stowell). Intrappolati in
un ufficio condiviso, Lucy dà il via a una spietata competizione
contro Josh, una rivalità che diventa sempre più complicata anche a
causa dell’attrazione che lei prova per lui dopo che un’innocente
corsa in ascensore si trasforma in qualcosa di totalmente inadatto
all’ambiente lavorativo.
TIME IS UP
Vivien (Bella
Thorne) e Roy (Benjamin Mascolo) sono due ragazzi
apparentemente opposti. Vivien vuole entrare in una prestigiosa
università americana per studiare Fisica. Per lei la vita è una
formula matematica, che la spinge sempre a rimandare al futuro la
propria felicità. Roy invece è un ragazzo tormentato dal suo
passato. Ma anche le scienze esatte hanno le loro variabili e, come
sempre accade, la vita riuscirà a sorprenderli.
AFTER
La trilogia di film che
racconta il complesso rapporto amoroso tra Tessa (Josephine
Langford), studentessa e figlia modello, e il
misterioso Hardin (Hero
Fiennes-Tiffin), partendo dal loro primo incontro
all’università, momento in cui la loro vita ha preso una svolta del
tutto inaspettata. Un drama romantico ispirato all’omonima
serie di romanzi best-seller della scrittrice americana Anna
Todd.
MASCHILE SINGOLARE
Antonio (Giancarlo Commare) è costretto a mettere in
discussione tutte le sue certezze quando viene abbandonato dal
marito, dal quale dipende sia psicologicamente sia economicamente.
Con il supporto dell’amica di sempre, Cristina (Michela Giraud),
deve trovare un nuovo scopo nella vita. Va a vivere con Denis
(Eduardo Valdarnini), un ragazzo che vive una vita molto
libera, e inizia a lavorare nel forno di Luca (Gianmarco Saurino),
un affascinante amico del nuovo padrone di casa. Grazie a questa
nuova vita si accorge di quanto, in passato, abbia sbagliato a
sacrificare la propria indipendenza per il bene della sua
relazione.
GREASE
Sullo sfondo dei favolosi anni ’50 s’infiamma l’amore tra il
rubacuori Danny (John Travolta) e la dolce Sandy (Olivia
Newton-John): un indimenticabile musical in cui il gruppo dei
T-birds e delle Pink Lady si incontrano e scontrano a colpi di
memorabili canzoni e coreografie. Fu tra i film più visti del 1978,
con un incasso globale di oltre 394 milioni di dollari, a fronte
dei 6 che servirono per la produzione. Una storia d’amore
indimenticabile tra i bulli e le pupe del boom americano, che
convinse pubblico e critica per qualità artistica e profondità
delle tematiche affrontate.
LA RAGAZZA DELLA PORTA ACCANTO
Matthew (Emile Hirsch) è uno studente modello che sta per finire
le scuole superiori. Quando scopre che la sua bellissima vicina
Danielle (Elisha Cuthbert) è un’ex pornostar, Matthew si vede
sfuggire di mano la tranquilla esistenza che ha condotto fino a
quel momento. Dopo varie vicissitudini, Danielle aiuta Matthew a
uscire dal guscio e rendersi conto che, a volte, bisogna rischiare
tutto per la persona che si ama.
San Valentino si
avvicina, eccovi allora una playlist di film
romantici da scoprire o rivedere su Prime Video: dai giovani innamorati di
The Map of Tiny Perfect Things di Ian Samuels (disponibile
dal 12 febbraio) alla storia d’amore a tempo di jazz Sylvie’s
Love di Eugene Ashe, passando per gli anni ’90 con film
diventati ormai classici del genere, come il premiatissimo
Shakespeare in Love o Notting Hill, fino a commedie divertenti – e più
irriverenti – come Non succede, ma se succede… e Palm Springs. Per chi vuole fare un tuffo
nella storia del cinema, ci sono gli intramontabili battibecchi
amorosi di Cary Grant e Katharine Hepburn in Susanna di
Howard Hawks, o Dirty Dancing, irrinunciabile cult anni ’80
per cuori romantici.
Ecco tutti i film perfetti da vedere a SAN VALENTINO su PRIME
VIDEO.
THE MAP OF PERFECT TINY
THINGS
THE MAP OF PERFECT TINY THINGS
(disponibile dal 12 febbraio) – Mark (Kyle Allen) continua a
rivivere felicemente lo stesso giorno in loop, ma il suo mondo
viene sconvolto dall’incontro con una ragazza misteriosa, Margaret
(Kathryn Newton), anch’essa bloccata nello stesso loop temporale.
Mark e Margret formano così un’accoppiata magnetica che li porta a
scoprire tutte le piccole cose che rendono quella giornata
perfetta.
SYLVIE’S LOVE
È il 1957, New York è invasa dal
caldo estivo e dal jazz. Robert (Nnamdi Asomugha), sassofonista,
passa le notti a suonare con il quartetto di cui fa parte. Sylvie
(Tessa Thompson) spende i suoi giorni d’estate ad aiutare suo padre
nel negozio di dischi, aspettando che il suo ragazzo torni dalla
guerra. Quando Robert inizia a lavorare in quello stesso negozio,
tra i due si accende una scintilla che potrebbe far nascere una
passione forte, come nessuno dei due ha mai provato nella propria
vita.
SAI TENERE UN SEGRETO?
Credendo che l’aereo su cui sta
viaggiando stia per precipitare, Emma racconta tutti i suoi segreti
al suo vicino di posto sconosciuto. O almeno, così crede lei…
finché non incontra di nuovo Jack, il giovane CEO della compagnia
per cui lavora e che ora sa tutti i suoi imbarazzanti segreti. Il
film è basato sull’omonimo romanzo bestseller del New York Times di
Sophie Kinsella. Nel cast Alexandra Daddario, Tyler
Hoechlin, Laverne Cox e Kimiko Glenn.
PALM SPRINGS
Bloccato a un matrimonio a Palm
Springs, Nyles (Andy Samberg) incontra Sarah (Cristin Milioti),
damigella d’onore e pecora nera della famiglia. Dopo essere stata
salvata da un brindisi disastroso, Sarah inizia ad essere attratta
da Nyles. Ma il loro incontro è ostacolato da un’interruzione
surreale e anche Sarah deve abbracciare l’idea che nulla ha
davvero importanza e cominciare a… vivere come se non ci fosse un
domani!
NON SUCCEDE, MA SE SUCCEDE…
Charlotte Field (Charlize Theron) è
intelligente, sofisticata e realizzata, nonché autorevole
Segretario di Stato. Fred Flarsky (Seth Rogen) è un giornalista
bravo ma pasticcione dallo spirito libero. Non hanno niente in
comune, a parte il fatto che lei è stata la sua babysitter e la sua
prima cotta. Quando Fred inaspettatamente riallaccia i rapporti con
Charlotte, lei gli offre un posto come autore dei suoi discorsi, ma
non sa cosa l’aspetta..
LOST IN TRANSLATION
Bob (Bill
Murray) e Charlotte (Scarlett Johansson) sono due
americani che per lavoro si ritrovano a Tokyo, ognuno alle prese
con un momento delicato della propria vita sentimentale e
professionale. Sospesi nella vita della metropoli che li circonda
con la sua realtà così difficile da capire, i due svilupperanno
l’uno per l’altra un sentimento altrettanto difficile da spiegare.
Il film, che vinse nel 2004 l’Oscar alla Migliore Sceneggiatura
Originale, riconfermò la bravura della regista Sofia Coppola.
Tratto dal best-seller di JoJo
Moyes, Io prima di te è un film romantico su una
giovane ragazza (Emilia Clarke) contenta della sua vita in una
cittadina di campagna che trova lavoro come badante di un ricco
londinese (Sam Claflin) paralizzato sulla sedia a rotelle dopo un
incidente. Nel periodo durante il quale lavorerà per lui, lei
imparerà a conoscerlo e capirà che dietro la corazza di superiorità
e freddezza c’è ancora un ragazzo sensibile.
ABBASSO L’AMORE
Nella New York del 1962 la
scrittrice femminista Barbara Novak (Renée Zellweger) conquista la
vetta delle classifiche grazie al suo ultimo best-seller “Abbasso
l’Amore”, nel quale esorta le donne a negarsi all’amore per
dedicarsi alla carriera e al sesso. Sulla sua strada però incontra
Catcher Block (Ewan McGregor), giornalista di punta del magazie
“Know”, maschilista rubacuori deciso a ridimensionare la bella
scrittrice…
Una commedia sentimentale del 2011
diretta da Ivan Reitman, con il Premio Oscar Natalie Portman e
Ashton Kutcher. Due amici continuano ad incontrarsi per caso da 15
anni, da quando cioè si sono conosciuti da ragazzi ad un campo
estivo. Quando, stanchi di non trovare l’anima
gemella decidono di iniziare una relazione solo fisica, si
accorgono col tempo di desiderare qualcosa di più.
William Tacker (Hugh
Grant) è proprietario di una piccola libreria di Londra.
La sua vita è tranquilla e monotona, scandita dalle pazzie del suo
coinquilino Spike (Rhys
Ifans), fino a quando la più famosa attrice del mondo, Anna
Scott (Julia Roberts), entra nella sua libreria… Quando uscì nel
1999 divenne presto il film britannico con maggiori incassi nella
storia del cinema e, ad oggi, Nothing Hill resta
una delle storie romantiche più divertenti di sempre.
SHAKESPEARE IN LOVE
Ambientata nell’Inghilterra di fine
‘500 durante il regno di Elisabetta I (Judi Dench), questa è
la fantastica storia di come il giovane William Shakespeare (Joseph
Fiennes) si innamora della bella, ma impegnata, Viola (Gwyneth
Paltrow), mentre la sua vita si intreccia con quella dei
personaggi di una delle sue opere più famose, Romeo e Giulietta.
Ormai un classico del cinema romantico, il film nel 1999 vinse ben
7 premi Oscar, tra cui Miglior Film.
Un musical dei giorni nostri
incentrato sulle storie di un musicista di strada (Glen Hansard) e
una ragazza madre (Markéta Irglová) e della loro intensa settimana
passata a scrivere, provare e registrare canzoni che parlano della
loro storia d’amore nata e cresciuta nelle strade di Dublino. Il
film ha vinto un Premio Oscar nel 2008 per la miglior canzone
originale ed è scritto e diretto da John Carney.
Una delle storie d’amore più amate
dal 1987, diventata un vero cult anche grazie alle scene di ballo
con Patrick Swayze e Jennifer Grey sulle celebri coreografie di
Kenny Ortega e alla sceneggiatura di Eleanor Bergstein. Il brano
portante della colonna sonora, The Time of My Life, vinse l’Oscar e
il Golden Globe. 1963: “Baby” si reca in vacanza con la sua
famiglia in un villaggio nelle Catskills e lì incontra e si
innamora di Johnny, l’istruttore di ballo del villaggio.
SUSANNA
Il paleontologo David Huxley (Cary
Grant), in procinto di sposarsi e sul punto di concludere la
ricostruzione di uno scheletro di dinosauro, è alla ricerca di
finanziamenti. Conosce Susanna (Katharine Hepburn), una testarda ma
adorabile ereditiera, e da quel momento per lui è un susseguirsi di
guai. Un grande classico della commedia slapstick firmato Howard
Hawks, con una delle coppie più iconiche della storia del
cinema.
Ecco come il cinema ha raccontato
l’amore: a colori o in bianco e nero, animato, in live-action,
vecchio e giovane. L’amore é e rimane l’argomento piú raccontato
del cinema. Ecco una carrellata di amori cinematografici da vedere
e rivedere. Buon San Valentino! Attenzione, non è la solita
classifica.
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12 film da non perdere per celebrare l’amore e il giorno di San
Valentino, non la solita classifica.
San
Valentino non è mai stato così romantico. Per celebrare la
festa degli innamorati e l’amore ecco 10 titoli da regalare e
guardare insieme il 14 febbraio. Dalla
novità del mese, la commedia familiare “Every Day”, fino a una
pellicola classica e indimenticabile come “La principessa
Sissi”.
Every Day
Amore è famiglia.
Imperdibile la commedia“Every
Day”,in uscita dal 9 febbraio in
formato DVD e Blu-Ray. Uno sguardo
divertente e senza compromessi su una famiglia normale, ma
straordinaria nel suo processo di crescita. Protagonisti due
interpreti d’eccezione come Helen Hunt, premio Oscar come
miglior attrice per “Qualcosa
è cambiato”, e Liev Schreiber, definito dal New York
Times il miglior attore shakespeariano della sua generazione e tra
i protagonisti del premiatissimo “Il
caso Spotlight”.
Ned è
nel pieno di una crisi di mezz’età: il suo lavoro come
sceneggiatore di un tv-show gli dà poca soddisfazione, il figlio
quindicenne rivela la sua omosessualità, l’altra figlia di undici
anni è spaventata praticamente da tutto. Quando sua moglie Jeannie
(Helen Hunt) fa trasferire il padre malato
(Brian Dennehy) da Detroit a New York, nella loro
casa, la situazione si complica. A peggiorare le cose c’è anche
l’avvicinamento della collega sexy (Carla Gugino)
che spinge Ned in un vortice di tentazione.
Don Jon
Amore è anche
dipendenza, come quella di Jon per la pornografia
nell’irriverente commedia“Don
Jon”. Joseph Gordon-Levitt (Edward Snowden in
“Snowden”
di Oliver Stone) firma il suo esordio alla regia con un
film di cui è anche autore e protagonista. In “Don
Jon” Levitt dirige la musa di Woody Allen, la bellissima Scarlett Johansson, e il premio Oscar
per “Still
Alice”Julianne Moore. Jon – detto “Don” per le sue origini
italoamericane – vive diviso fra donne, palestra, chiesa, famiglia
e una passione irrefrenabile per il porno. La pornografia dà a Jon
un appagamento completo, ma cosa succederà quando incontrerà la
sensuale e spietata Barbara?
Il fidanzato di mia
sorella
Amore è intreccio,
come suggerisce Tom Vaughan nel suo“Il fidanzato di mia sorella”.
Tre sex symbol assoluti – Salma Hayek, Jessica Alba e Pierce Brosnan – sono i
protagonisti di una commedia romantica in cui colpo di fulmine,
senso di responsabilità e sindrome di Peter Pan sono le tinte
con cui viene descritto l’amore.
Pierce Brosnan, uno dei più celebri volti di
James
Bond, è Richard Haig, un insegnante di letteratura inglese
che ama flirtare con le sue studentesse. In un bar londinese scocca
il colpo di fulmine tra Richard e Olivia, un’irresistibile e
affascinante quarantenne (Salma Hayek).
Il
destino vuole, però, che Olivia sia la sorella maggiore di Kate
(Jessica Alba), la studentessa con cui Richard
intrattiene una relazione, e che Kate sia incinta di Richard. Una
ragione in più per non perdere “Il fidanzato di mia sorella” è il
cameo di Malcom McDowell, l’indimenticabile interprete di
Alex DeLarge in “Arancia Meccanica” di Stanley
Kubrick.
Professore per
amore
Amore è… Hugh
Grant! Il volto principe della commedia romantica, in“Professore per amore”,è affiancato da due premi Oscar: J.K. Simmons, lo
spietato insegnante e direttore d’orchestra di “Whiplash”,
e Marisa Tomei. Keith Michaels, sulla soglia dei 50 anni, è
un ex sceneggiatore di successo, divorziato e sul lastrico. Per
cercare di recuperare autonomia, dignità e autostima decide di
accettare una cattedra di sceneggiatura in un ateneo universitario
della provincia newyorchese. L’idea di abbandonare la città non lo
attira per nulla ma, inaspettatamente, incontrerà una donna, madre
single, che cambierà la sua vita, facendogli scoprire una vera
passione per l’insegnamento.
20 anni di meno
Amore è ribaltamento
delle convenzioni sociali.Virginie Efira (Diane in
“Un amore all’altezza”) e l’interprete di Yves Saint
Laurent nel biopic dedicato allo stilista, Pierre Niney,
sono i protagonisti di“20 anni di
meno”, la divertente commedia di
David Moreau. Alice ha 38 anni e una figlia, lavora per una
rivista di moda a Parigi e, apparentemente, non ha nessun bisogno
di un uomo. Balthazar ha 20 anni e un approccio un po’ ingenuo alla
vita che lo porta a innamorarsi perdutamente di Alice, nonostante
lei abbia vent’anni più di lui. Il disincanto di Alice spinge la
protagonista a servirsi di Balthazar per dimostrare al suo
direttore che non è la borghese complessata che lui crede. Alice
finge di essere una donna cougar impegnata col toy boy di turno,
convinta che recitare questa parte le permetterà di raggiungere
l’agognato salto di carriera. La relazione con Balthazar, però,
riserva ad Alice risvolti imprevisti…
I toni dell’amore
Amore è colore. Da
non perdere la storia d’amore profondo raccontata in toni delicati
da Ira Sachs nel suo“I toni
dell’amore”. Dopo il successo di
“Keep the lights on” e il Teddy Award vinto al
Festival di Berlino, Sachs affronta una storia d’amore gay fra due
uomini maturi: dopo 39 anni di convivenza, i newyorchesi Ben e
George decidono di sposarsi. La società che fino a quel momento li
aveva guardati con occhio indulgente, ora volta loro le
spalle.
George
viene licenziato dal suo decennale impiego come direttore del coro
di una scuola cattolica. Ciò significa precipitare in una
situazione di precarietà economica che porta Ben e George a perdere
la loro casa e a doversi separare.
Costretti a vivere ospiti di amici in case differenti, Ben e
George hanno un effetto sottile e imprevisto sulla vita e le
relazioni di tutti i soggetti coinvolti… Una malinconica leggerezza
attraversa delicatamente un film impreziosito dai due grandi attori
protagonisti: Alfred Molina, più di 100 pellicole
interpretate fra cui il “Codice da Vinci”, “The Hoax”
e “Seta”, e John Lithgow, candidato all’Oscar con
“Voglia di tenerezza”.
La principessa
Sissi
Amore è un sentimento
senza tempo, come ci insegna il cult“La principessa Sissi”, il
primo film di una trilogia dedicata alla vita
dell’Imperatrice austriaca Elisabetta di Baviera, quello che ha
trasformato Romy Schneider in una star del cinema. La
sedicenne Sissi segue la madre e la sorella Elena alla corte
austriaca, riunita per il compleanno dell’imperatore Francesco
Giuseppe. All’insaputa dei più, è in programma il fidanzamento
ufficiale tra Elena e il sovrano.
La
mattina precedente il ballo, però, un incontro fortuito nel
giardino del palazzo scompaginerà la vita di Franz e della corte:
il giovane imperatore rimane folgorato alla vista di una giovane
vestita in abiti da campagna, Sissi. Francesco Giuseppe dichiara di
voler sposare Sissi, ma la sua scelta suscita molte critiche a
palazzo: l’Arciduchessa Sofia, madre di Franz, ritenendo Sissi
troppo bambina e sbarazzina per ricoprire la carica d’Imperatrice,
cercherà di osteggiare il matrimonio in ogni modo. Il paradigma
dell’amore romantico, in un film imperdibile.
Sarà il mio tipo?
Amore è attrazione
degli opposti. La frizzante commedia francese“Sarà il mio tipo?”, vincitrice di 3 premi Magritte (migliore attrice
protagonista, miglior sceneggiatura non originale e miglior sonoro)
e candidata a due Cèsar, racconta la storia d’amore tra Clément,
giovane professore di filosofia parigino trasferito ad insegnare in
una cittadina nel nord della Francia, e l’esuberante parrucchiera
Jennifer. Mentre la vita di Clément è scandita da letture colte,
quella di Jennifer è ritmata dai romanzi rosa e dalle riviste di
gossip. Entrambi hanno il cuore libero per abbandonarsi alla più
bella delle storie d’amore: riuscirà questa passione ad abbattere
anche le loro barriere culturali e sociali?
Un amore
all’altezza
Amore è superamento di ogni barriera. Cast di altissimo
livello per“Un amore
all’altezza”, una commedia degli
equivoci romantica, che vede come protagonista Jean Dujardin, premio Oscar per “The
Artist”, qui alle prese con una storia divertente e mai
patetica sulla forza dell’amore che vince ogni pregiudizio. Diane,
donna avvenente e avvocato presso lo studio legale che condivide
con l’ex marito, accetta un appuntamento al buio con
Alexandre, architetto e uomo di successo con una particolarità:
essere alto un metro e trentasei centimetri. I due iniziano una
relazione di coppia, ma l’imbarazzo di lei di fronte al deficit di
lui mette in crisi il loro rapporto.
Before Midnight
Amore è crescere
insieme. Terzo atto di una trilogia che ha visto Jesse e Celine
prima incontrarsi a Vienna (“Prima
dell’alba”) e poi rincontrarsi a Parigi nove anni dopo
(“Prima
del tramonto”), in“Before
Midnight”i protagonisti sono in
vacanza in Grecia con le loro figlie. La loro relazione, però, sta
vivendo una fase critica: quotidianità e routine hanno modificato
il loro rapporto. Il disaccordo fra i due affiora quando Jesse
dichiara di voler stare più vicino al figlio avuto dalla precedente
relazione e, piano piano, la crisi monta, investendo più aspetti
del loro rapporto. La regia, così come per i precedenti due film, è
di Richard Linklater. I protagonisti, ancora una volta, sono
Ethan Hawke, indimenticabile ne “L’attimo fuggente”,
e Julie Delpy, già protagonista di “Film bianco” di
Krzysztof Kieslowski.
È arrivato come ogni anno
l’appuntamento più desiderato dagli innamorati (e odiato dai
single): San Valentino! E quale modo migliore di
festeggiare questa ricorrenza zuccherosa riguardando un bel
cinecomic?
ScreenRant ha selezionato i 5
migliori titoli di genere perfetti per la festa del 14 febbraio,
con qualche inaspettata sorpresa e altre scelte obbligate.
Deadpool
Un San Valentino…a luci
rosse! Con Deadpool si può: cinecomic
politicamente scorretto ma incredibilmente spassoso, come lo è
d’altronde il montaggio di scene di sesso fra Wade e Vanessa
(esilarante la scelta delle “ricorrenze” in cui i due vanno a letto
insieme). In fin dei conti si potrebbe leggere tutto il film come
una grande storia d’amore…
Superman
Il classico
Superman di Richard Donner uscito nel 1978 è un
perfetto esempio di love story portata sullo schermo con grazia e
divertimento: come dimenticare i simpatici siparietti fra Clarke e
Lois, il travestimento con gli occhiali e i voli notturni sopra
Metropolis?
Wonder Woman
Probabilmente uno degli
aspetti più riusciti del film di Patty Jenkins, ovvero la storia
d’amore fra Diana/Wonder Woman e Steve Trevor che
purtroppo non li vede protagonisti di un epilogo a lieto fine.
Eppure tra le scene piene di humour nella caverna e sulla barca, e
quel sacrificio finale di Steve, c’è solo che da innamorarsi di
loro.
Gli Incredibili
Film per famiglie e su una
speciale famiglia, Gli Incredibili mostra il
rapporto già adulto di una coppia e la loro meravigliosa storia
d’amore che resiste al tempo e agli imprevisti.
Spider-Man 2
Non c’è niente di più
struggente e romantico di Peter Parker che rincorre il suo primo
vero amore Mary Jane e per poco se la vede sfuggire dalle mani. In
Spider-Man 2 c’è tutto il dolore e infine la
realizzazione di un incontro fra anime affini, ben calibrata dallo
sguardo di Sam Raimi. Lieto fine compreso.
Sono tutte storie d’amore
quelle proposte da Netflix per questo San
Valentino. Dall’amore romantico a quello filiale,
dall’amore fraterno all’amicizia, passando per l’affetto per il
proprio pet e il dating virtuale. Se il 14 febbraio è la festa
degli innamorati, ogni sfaccettatura del più universale dei
sentimenti merita di essere raccontata.
AMORE ROMANTICO
Credit-Netflix
One Day – serie già disponibile –
One Day narra la storia di Emma Morley e Dexter Mayhew, che si parlano per la prima volta il 15
luglio 1988, la sera della loro laurea. La mattina seguente
prendono strade diverse, ma dove saranno in questo giorno ordinario
il prossimo anno, l’anno dopo e ogni anno successivo? In ogni
episodio ritroviamo Dex ed Em in questo giorno particolare, un anno
più vecchi, mentre crescono e cambiano, si ritrovano e si separano,
vivono gioie e delusioni. One Day è una storia d’amore che copre un
periodo di decenni tratta dal bestseller internazionale di David
Nicholls.
Virgin River S5 – serie già disponibile –
La prima parte della quinta stagione di Virgin River include nuove sorprendenti
relazioni, una scioccante separazione, un processo difficile, uno
straziante addio e un incendio che minaccia la città, facendo
avvicinare alcuni abitanti di Virgin River e allontanandone altri.
I problemi della maternità spingono Mel a prendere una decisione
importante sul suo futuro in clinica, mentre la sua gravidanza fa
riemergere inaspettatamente un legame del passato. Per dimostrare
ulteriormente il suo valore a Mel, Jack affronta finalmente i
propri demoni e, naturalmente, Charmaine. Mentre i rispettivi
problemi di Doc e Hope mettono in dubbio le loro identità, il
medico e la sindaca devono trovare conforto nella comunità, nella
loro nuova famiglia e l’uno nell’altra. Nella seconda parte della
quinta stagione Mel e Jack prendono parte a una festosa caccia al
tesoro mentre Virgin River si prepara alla gara annuale di
decorazione degli alberi di Natale.
Nuovo Olimpo – film già disponibile –
Fine anni ’70. Sono giovani, belli e hanno appena 25 anni. Si
incontrano per caso e si innamorano perdutamente. Un avvenimento
inaspettato però li separa. Per trent’anni inseguono comunque la
speranza di ritrovarsi, perché si amano ancora.
La probabilità statistica dell’amore a prima
vista – film già disponibile –
Hadley e Oliver cominciano a innamorarsi su un volo da New York a
Londra, ma sono costretti a separarsi alla dogana. La prospettiva
che si ritrovino è remota, ma il destino potrebbe riuscire a
sconfiggere le probabilità.
AMORE FILIALE
Tutta la luce che non vediamo – serie già
disponibile –
Incrociando abilmente le vite di Marie-Laure e Werner nel corso di
un decennio, Tutta la luce che non vediamo racconta la storia
dell’incredibile potere dei legami umani, un faro di luce che può
guidarci attraverso i periodi più cupi. Questa miniserie in quattro
parti diretta da Shawn Levy e sceneggiata da Steven Knight presenta
le esordienti Aria Mia Loberti e Nell Sutton nel ruolo di
Marie-Laure da giovane e più in avanti negli anni, oltre a Mark
Ruffalo (Daniel LeBlanc), Hugh Laurie (zio Etienne), Louis Hofmann
(Werner), Lars Eidinger (Von Rumpel) e Marion Bailey (Madame
Manec).
Family Switch – film già disponibile –
Jess e Bill Walker fanno del loro meglio per tenere unita la
famiglia quando i figli crescono e diventano sempre più
indipendenti e distanti. Dopo un incontro casuale con un’astrologa
però, l’intera famiglia si risveglia nel corpo di un familiare
diverso, la mattina del giorno più importante della propria vita.
Riusciranno i Walker a ritrovare in tempo il legame che li unisce
per ottenere una promozione, un colloquio per il college, un
contratto discografico e un posto nella squadra di calcio? Jennifer
Garner, Ed Helms, Emma Myers e Brady Noon sono i protagonisti di
questa commedia per famiglie diretta da McG e tratta dal libro
Bedtime For Mommy di Amy Krouse-Rosenthal.
Ginny & Georgia S2 – serie già disponibile –
Come convivi con la consapevolezza che tua madre è un’assassina?
Spetterà a Ginny capirlo. Oppressa dalla scoperta che il suo
patrigno Kenny non è morto per cause naturali, ora la ragazza deve
fare i conti con il fatto che la madre non solo ha ucciso, ma l’ha
fatto per proteggerla. Georgia invece preferirebbe di gran lunga
lasciarsi il passato alle spalle, dopotutto ha un matrimonio da
organizzare! Ma un aspetto curioso del passato della donna è che
tende a riemergere…
AMORE FRATERNO
Uno splendido errore – serie già disponibile –
Dopo aver perso la sua famiglia in un tragico incidente, la
quindicenne di Manhattan Jackie Howard deve imparare ad adattarsi a
una nuova vita nella campagna del Colorado con una tutrice… e otto
ragazzi molto esuberanti.
The Kissing Booth
3 – film già disponibile –
È l’estate che precede l’inizio del college ed Elle si trova ad
affrontare la decisione più difficile della sua vita: trasferirsi
dall’altra parte del paese con il ragazzo dei suoi sogni Noah o
mantenere l’eterna promessa di andare all’università con il suo
migliore amico Lee. Quale cuore spezzerà?
AMORE PER IL PROPRIO
PET
Leo – film di animazione già disponibile –
Con il suo inconfondibile stile, l’attore e comico Adam Sandler
assicura grandi risate in questa commedia musicale animata di
formazione sull’ultimo anno di una scuola elementare visto
attraverso gli occhi di un animaletto domestico. Ormai da decenni
l’esausta lucertola settantaquattrenne Leo (Sandler) è intrappolata
nella stessa classe di una scuola della Florida in compagnia di una
tartaruga (Bill Burr). Quando scopre che gli resta solo un anno da
vivere, Leo pianifica la fuga per provare l’ebbrezza della vita
all’esterno, ma rimane coinvolto nei problemi che preoccupano gli
studenti, inclusa una supplente incredibilmente perfida. La sua
lista dei desideri si farà alquanto strana, ma completarla sarà un
compito sorprendentemente gratificante…
AMORE AMICALE
L’estate in cui imparammo a volare S2 – serie
già disponibile –
Cosa potrebbe aver causato la fine del forte legame trentennale tra
Tully e Kate, le “amiche del cuore per sempre”? Lo scopriremo in
questa stagione, ma prima Kate deve affrontare le dolorose
conseguenze della sfortunata missione di Johnny in Iraq. Tully
invece resta coinvolta in una causa legale dopo aver abbandonato il
suo talk show e deve ricominciare la carriera da zero. Tutto ciò la
fa riflettere sulla propria natura e provenienza, spingendola anche
a cercare il padre che non ha mai conosciuto nonostante le
obiezioni di Nuvola, la riservata madre hippy. Negli anni ’80
vediamo Kate e Johnny che all’inizio della loro storia d’amore
causano tensioni nella redazione in cui lavorano entrambi, mentre
Tully fa carriera e si scontra (e flirta!) con lo spavaldo
commentatore sportivo Danny Diaz. Lui potrebbe essere la sua anima
gemella, se solo riuscissero a smettere di litigare per cinque
minuti. Negli anni ’70 le adolescenti Kate e Tully faticano a
mantenere intatta la loro amicizia quando Nuvola finisce in carcere
per traffico di droga e Tully va a vivere con la nonna, lontana da
Firefly Lane. Mentre le ragazze affrontano separatamente le
difficoltà della scuola superiore, sanno bene di aver bisogno l’una
dell’altra.
“Diari” Netflix
Di4ri S2 – serie già disponibile –
Che cosa è successo ai ragazzi della 2°D dopo l’occupazione?
Saranno rimasti in classe insieme nella scuola di Marina Piccola? E
Livia avrà perdonato Pietro dopo aver scoperto della scommessa? La
seconda stagione di DI4RI riparte dalle risposte a queste domande e
dall’arrivo di un nuovo personaggio, quello di Bianca, la cugina di
Giulio, una ragazza talentuosa e solare che saprà integrarsi nel
gruppo con la sua vitalità e la capacità di capire gli altri. In
questa seconda stagione i nostri protagonisti affronteranno il loro
terzo e ultimo anno di medie. Un anno indimenticabile e carico di
sfide, che si chiuderà con la prima prova importante della loro
vita, l’esame di terza media, e con una scelta determinante: che
cosa fare dopo? Se ognuno dovrà prendere la propria strada,
l’amicizia sopravviverà alla separazione?
Heartstopper S2 – serie già disponibile –
Nick e Charlie vivono la loro nuova relazione, Tara e Darcy
incontrano difficoltà inattese, Tao ed Elle cercano di andare oltre
l’amicizia. Tra esami all’orizzonte, una gita scolastica a Parigi e
un ballo da organizzare, gli amici hanno molto a cui pensare mentre
affrontano le nuove sfide della vita, dell’amore e
dell’amicizia.
DATING VIRTUALE
Love Hard – film
già disponibile –
Sfortunata in amore, una ragazza di Los Angeles perde la testa per
un ragazzo della East Coast su un’app di incontri e decide di
fargli una sorpresa per le vacanze, ma scopre di essere stata
ingannata. Questa commedia romantica e spensierata racconta il suo
percorso alla ricerca dell’amore.
Sierra Burgess è una sfigata – film già
disponibile –
SIERRA BURGESS È UNA SFIGATA è una commedia romantica, una versione
moderna delle vicende di Cyrano de Bergerac ambientata alle scuole
superiori. La protagonista è Sierra (Shannon Purser), adolescente
intelligente che non rientra nella categoria superficiale di
bellezza da liceo. Uno scambio di identità, e l’inaspettata storia
d’amore che ne consegue, la obbliga a collaborare con una compagna
più popolare (Kristine Froseth) per conquistare il ragazzo di cui
si è infatuata (Noah Centineo).
San Valentino è alle porte e come
ogni anno è partita la corsa alla sorpresa perfetta per il proprio
partner. Koch Media propone tre regali tutti da vedere e da godersi
abbracciati sul divano: una storia intensa e piena di
pathos per lei, una divertente commedia per lui e una
pellicola con il giusto mix di romanticismo e humor per la
coppia.
Per Lei “Le Due Vie del
Destino (The Railway Man)”
Cofanetto speciale DVD + libro
Tratto da una storia vera e con un
cast d’eccezione, il best-seller autobiografico di Eric Lomax è il
regalo ideale per donne forti e romantiche che credono ancora nel
vero amore.
Per Lui “Comportamenti
molto… cattivi!”
Un cast di alto livello dove le
donne emergono con ironia e sex appeal, perfetto per fidanzati che
amano film leggeri e divertenti.
Per la Coppia “I love
you too”
Una frizzante proposta dedicata alla
coppia, da condividere durante la notte più romantica
dell’anno.
Come ogni anno, il mese di febbraio
porta con sé le festività di
San Valentino oltre a Carnevale, così come tanti nuovi film
adatti a passare una serata romantica. Tra i generi migliori da
guardare durante la sera di San Valentino spiccano sicuramente le
commedie romantiche: storie romantiche sì, ma con leggerezza, per
strappare qualche risata (ed evitare scene troppo sdolcinate).
Un genere molto seguito qui in
Italia, patria della commedia: nella classifica dei film più visti
nelle sale del bel Paese, ci sono ben quattro commedie tra i primi
cinque titoli (tutte e quattro opere con
Checco Zalone). Anche se ormai, con l’avvento delle piattaforme
streaming, probabilmente il
botteghino per valutare un film non basta più e bisogna
guardare altre metriche, non limitandosi solo alle sale. Di certo,
San Valentino è un ottimo momento per andare in sala o guardarsi un
film a casa.
L’evoluzione della commedia
romantica nel corso del tempo
Il genere della
commedia romantica risale ai tempi di Shakespeare e le sue
opere (mentre la commedia risale ai tempi dell’Antica Grecia,
ovviamente). Durante il medioevo si affermò il genere romantico,
con le più classiche storie di amore tra cavalieri e fanciulle da
salvare. Ma si dovette aspettare l’epoca di Shakespeare per vedere
la nascita di questo nuovo genere, che di fatto ne univa due
diversi fra loro.
Molti secoli dopo, questo genere
sbarcò anche al cinema e oggi ormai abbiamo l’imbarazzo della
scelta quando si tratta di scegliere una commedia romantica da
vedere insieme al proprio partner, come mostra l’infografica per San
Valentino di ExpressVPN dove vengono mostrati molti dei
migliori film di questo genere.
Molti storici riconoscono ai film
“Sherlock Jr.” e “Girl Shy”, due film muti del 1924, l’onore di
aver portato sul grande schermo le prime commedie romantiche al
mondo. Quando poi arrivò il sonoro, dal 1928 in avanti, questo
nuovo genere si ritagliò un suo spazio particolare, le cosiddette
“comedies of manners”, dove di solito una persona ricca si
innamorava di una persona povera.
Per esempio, “Happened One Night”
(1934) rappresenta un film di questa nicchia, che all’epoca vinse
ben 5 Oscar. Successivamente bisogna fare un salto alle Screwball
Comedies, dove nelle commedie romantiche le protagoniste della
storia erano di solito personaggi femminili: tra i due film
principali spiccano Bringing Up Baby (1938) e The Philadelphia
Story (1940).
Prima di iniziare con l’analisi di
San Valentino di sangue 3D, vorrei porre l’accento
sul successo questo film sta avendo: le sale sono sempre piene, e
in alcuni casi è doveroso prenotare i biglietti ed entrare quanto
prima per godere di un buon posto; gli spettatori non sono soltanto
i cultori del cinema
horror, bensì giovani d’ogni sorta curiosi di vedere la
violenza in 3d. Considerato lo scarso successo di molte film
horror, che al cinema vedono incassi soprattutto grazie ai cultori,
viene da chiedersi cosa spinge lo spettatore a scegliere di subire
la violenza in maniera così diretta.
È ovviamente tutto consequenziale
all’avanzamento tecnologico che ci travolge e ci investe in maniera
così distruttiva da coinvolgere anche la dimensione emotiva:
l’espressione affettiva è infatti sempre più mediata dal mezzo (che
sia un PC o un telefonino cellulare); il contatto viene a mancare,
ed internet impera all’insegna delle nuove relazioni virtuali.
Considerando ciò, è chiaro come la terza dimensione al cinema si
confaccia alle esigenza di una generazione aliena sempre di più al
contatto fisico.
San Valentino di sangue
3D si inserisce direttamente nella linea dei nuovi
videogames che mirano sempre più alla simulazione del reale, e
all’interazione diretta tra uomo e macchina: mi riferisco in
maniera specifica a tutti quei giochi che simulano attività
sportive, allontanando sempre di più l’uomo dalla propria fisicità;
la soddisfazione è grande le nuove generazioni impazziscono per i
videogiochi di calcio al punto da preferire la finzione dallo sport
reale. Tenendo conto di tutto ciò, è chiaro il motivo che spinge i
giovani ad affollare le sale che proiettano San Valentino di sangue
in 3d piuttosto che un “banale” horror movie che si limita a
mostrare la violenza entro le due dimensioni: la terza dimensione
colloca lo spettatore direttamente dentro la violenza, sempre però
tenendolo al sicuro da qualsiasi contatto fisico. La violenza è
quindi sempre più realistica ma non reale, e rispetta le esigenze
di un pubblico portato alla ricerche di esperienze virtuali. Le due
dimensioni non ci bastano più. Sempre più dentro lo schermo e
sempre più fuori dal corpo. Ora, dopo questa piccola
digressione, passiamo all’analisi del film.
San valentino di sangue 3D, remake di
un film culto
Dedito al genere horror, Patrick
Lussier, già regista di Dracula’s legacy e White Noise
the light, si prodiga in un remake di un film di culto degli
anni ’80 molto amato da Tarantino. Assistiamo ad uno dei rari casi
in cui il rifacimento supera l’originale, non solo dal punto di
vista tecnico- visto l’uso del 3d – ma anche e soprattutto grazie
ad una sceneggiatura più solida. Il prodotto non potrebbe essere
più classico di questo, presentando quelli che sono i topoi
del genere slasher: scene di nudo esplicito; efferati omicidi ai
danni di coppie indifese; corse ed inseguimenti per il bosco;
un killer che ritorna a sconvolgere un piccolo centro dopo molti
anni; e naturalmente la final girl, al centro del dramma e
superstite alla strage dell’assassino.
Un horror piuttosto standard, che
non sovverte le regole, né sperimenta nuovi meccanismi di tensione,
ma che però riesce in ogni caso a catturare in maniera prepotente
l’attenzione dello spettatore, grazie ovviamente all’uso della
tecnologia 3d: la violenza è tanta, e si protende fino a quasi
toccare lo spettatore, divertendo ed entusiasmando i sadici fautori
del cinema estremo, impressionando e soddisfacendo le pulsioni
masochiste dei più timorosi, e le curiosità dei meno vicini al
cinema di questo genere.