Home Blog Pagina 91

Wildlife: Jake Gyllenhaal e Carey Mulligan nel trailer del film di Paul Dano

IFC Films ha appena diffuso il primo trailer ufficiale di Wildlife, debutto alla regia di Paul Dano presentato in anteprima al Sundance Film Festival e pochi giorni fa a Cannes alla Semaine de la Critique come titolo di apertura.

Cannes 2018: Wildlife, recensione del film di Paul Dano

In attesa che venga trovata una distribuzione italiana per il film, vi ricordiamo che Wildlife – scritto a quattro mani da Paul Dano e Zoe Kazan – vede nel cast Carey MulliganJake Gyllenhaal.

Di seguito la sinossi:

Il quattordicenne Joe Brinson è testimone del naufragio del matrimonio dei suoi genitori, Jeanette e Jerry, una casalinga e un giocatore di golf, in una cittadina del Montana degli anni ’60. Sul vicino confine canadese infuria un incontrollato incendio boschivo e Jerry decide di unirsi ai volontari per fronteggiare il fuoco, lasciando da soli moglie e figlio. Joe si vede improvvisamente costretto a diventare adulto per aiutare la madre, che nel frattempo ha trovato l’amore tra le braccia di un altro uomo.

 
 

Wildland: recensione del film di Jeanette Nordahl #NoirinFest

wildland

In concorso alla XXX edizione del Noir in Festival, Wildland è il primo lungometraggio della regista danese Jeanette Nordahl, già assistente alla regia nella fortunata serie tv Borgen – Il potere, oltre che di film danesi come Carl Mørk – 87 minuti per non morire e il successivo  The absent one – Battuta di caccia. In quest’edizione del Festival, Nordahl è tra le più attese della nutrita pattuglia al femminile. Ci si aspetta molto da questo giovane talento, classe 1985. Il suo film, ultimato nel 2019, infatti ha già convinto alla Berlinale 2020, dove è entrato a far parte della sezione Panorama.

 Wildland, la trama

La diciassettenne Ida, Sandra Guldberg Kampp, perde la madre in un incidente d’auto. Viene così affidata alla zia materna, Bodil, Sidse Babett Knudsen, che la accoglie a casa sua, dove vive con i figli Jonas, Joachim Fjelstrup, e Mads, Besir Zeciri, la moglie di Jonas, Marie, Sofie Torp, e la nipotina. Poco dopo si unisce a loro anche il terzo figlio di Bodil, David, Elliot Crosset Hove, con la sua ragazza Anna, Carla Philip Røder. Ida li osserva, non sa cosa aspettarsi da loro. Presto si rende conto che Bodil ha un legame morboso con i figli. I tre fanno tutto ciò che dice la madre, che dirige letteralmente le loro vite. In più, la famiglia ha dei loschi affari e mentre Bodil si occupa della parte “amministrativa”, i tre figli fanno il lavoro sporco. Presto anche Ida viene coinvolta, come nuovo membro della famiglia e sperimenta su di sé quanto sia complicato svincolarsi da quel legame malato. Quando la situazione si complica ulteriormente, Ida è costretta a una scelta difficile.

La famiglia è una terra selvaggia e pericolosa

wildland recensioneA prima vista il titolo del film, Wildland, “terra selvaggia”, sembrerebbe in aperto contrasto con l’immagine che lo accompagna: una famiglia apparentemente normalissima seduta su un divano. Non vi è infatti nessun segno di catastrofi, di minacce incombenti legate al mondo della natura, una natura che si riveli un pericolo per l’uomo e lo metta a dura prova. È proprio questo che la regista vuole mostrare: come una famiglia, che dovrebbe essere il luogo più sicuro, in cui ci si sente più protetti, possa essere invece quello in cui si è più in pericolo, peggio di una giungla. Soprattutto se, come nel caso dei protagonisti, si tratta di una famiglia disfunzionale, dedita ad attività criminali. Jeanette Nordahl dunque si mostra ben più interessata ai meccanismi emotivi, relazionali e psicologici che possono innescare una situazione di tensione, di suspense e di pericolo, piuttosto che a indagare pericoli esterni.

Wildland entra a pieno nella contraddizione e ne esplora i paradossi, grazie anche a un gruppo di buoni attori che riescono a incarnarne le varie sfumature. Tra questi spicca, nel ruolo della matriarca Bodil, Sidse Babett – già protagonista della serie tv  Borgen – il Potere, ha lavorato con Susan Bier, Emmanuelle Bercot e con Ron Howard per Inferno.  

La giovane Ida, timida e indecifrabile, è invece interpretata da Sandra Guldberg Kampp, con la sua fresca grazia. Ella si pone inizialmente come outsider che osserva questo gruppo e le sue dinamiche, ma ne viene presto risucchiata, proprio a causa della natura perversa dei legami in gioco. Se da una parte la ragazza percepisce come assurdo il funzionamento di questa famiglia e vorrebbe staccarsene, dall’altra ne trae un senso di protezione e appartenenza e  si fa lusingare dalle attenzioni di una madre ossessivamente protettiva, a suo modo perfino amorevole, che non si rende conto di danneggiare i figli proprio mentre cerca di proteggerli, essendo al tempo stesso manipolatrice. Una splendida Sidse Babett  sa abilmente incarnare entrambi gli aspetti di questa sorta di mostro a due teste che è Bodil.  I tre figli maschi rappresentano in vario modo le tre declinazioni dell’essere succubi: Jonas sembra il più responsabile, ma è un burattino nelle mani della madre, David è il più fragile, vorrebbe ribellarsi ma non ne ha la forza e così annulla sé stesso nella dipendenza, Mads è un bambinone. Ma i veri punti di forza del film sono le figure femminili. Sono le giovani donne quelle che potrebbero in qualche modo sovvertire questo ordine malato. Non tanto Marie, quanto la stessa Ida ed anche Anna, la compagna di David. Sembrano quelle più forti e più in grado di autodeterminarsi, ma qui la regista delude in parte le aspettative, non dando a queste tre figure lo slancio che sembravano promettere. Forse una su tre prenderà una strada diversa. Lasciamo allo spettatore scoprire chi sarà.

wildland filmAd ogni modo, l’ambiguità, l’ambivalenza dei legami morbosi al centro del film avvince lo spettatore, alimenta la sua curiosità, insieme a un sentimento di angoscia crescente, dovuto all’aggravarsi della situazione, man mano che una vera e propria trappola si stringe attorno all’ultima arrivata, Ida. Dunque, il film funziona, pur con qualche sbavatura in scrittura: qualche traccia narrativa accennata e poi abbandonata, dunque prescindibile. Il film è scritto da Ingeborg Topsøe e basato su un’idea della regista assieme alla stessa Topsøe. Un evento tragico nel sottofinale e il finale aperto lasciano sul piatto più di un interrogativo, e se quest’indeterminatezza può non piacere a tutti, si tratta di una scelta d’impatto, che spinge lo spettatore ad immaginare un possibile futuro.

Wildland conferma quindi in Jeanette Nordahl un talento da seguire.

 
 

Wildfire, recensione del film di Cathy Brady #IrishFilmFest

wildfire recensione

Presentato all’ultimo Festival di Torino e all’Irish Film Festa Silver Stream, Wildfire è l’esordio al lungometraggio di Cathy Brady, che, dopo essersi fatta le ossa con il linguaggio dei cortometraggi, si cimenta con una storia dolorosa e complessa, che unisce il dramma familiare alla situazione sociopolitica dell’Irlanda che, nonostante gli anni e l’apparente pace, continua a lottare per un’unità difficile da ottenere. 

La trama di Wildfire

Dopo essere sparita nel nulla per un anno, Kelly torna una notte, come se nulla fosse, a casa della sorella Lauren. Provata dalla lunga assenza della sorella, che credeva morta, ora Lauren farebbe di tutto per lei, purché Kelly non lasci mai più la casa di famiglia. Un desiderio che la porterà sempre più all’estremo, compreso compromettere il suo matrimonio, le sue poche amicizie, il suo lavoro. Ma le due donne non sono sole come sembrano: aleggia tra loro lo spettro della follia della madre. In particolare Lauren, per via della sua somiglianza fisica e caratteriale con la madre morta, viene guardata con sospetto e spinta da tutto e tutti a dubitare del proprio equilibrio. 

Senza mai allontanarsi davvero dalla madre Irlanda, Brady racconta un dramma intimo che ha per protagoniste due donne alle prese con il loro passato familiare conflittuale e doloroso. 

Per molti versi, però, il trauma privato non fatica a diventare trauma sociale, non a caso il film si apre con delle riprese dal vero di scene di rivolte per le strade per la liberazione dell’Irlanda del Nord.

La politica violenta della rivolta entra a gamba tesa nel racconto nella scena in cui le due donne incontrano l’assassino del padre, momento in cui si trasformano in divinità della vendetta e lasciano la sfera privata per diventare voce del pubblico. 

Lo sfasamento tra pubblico e privato diventa sempre più impalpabile man mano che il film si addentra nel passato tormentato delle protagoniste, che sempre più si trovano invischiate in una eredità materna difficile e instabile. Una madre biologica che diventa dunque anche la madre Irlanda, una dicotomia dalla quale non si scappa e che si ripresenta sempre più forte fino al finale.

Il fuoco selvaggio (Wildfire) del titolo diventa quindi correlativo oggettivo di una condizione tormentata che sfrutta il privato per diventare pubblico e per raccontare una questione sociale che non è ancora risanata, nonostante gli anni, i conflitti, i morti e le vendette.

 
 

Wilderness: prime foto della serie serie thriller Prime Video

Wilderness serie Prime Video

Amazon Studios ha rilasciato le foto ufficiali di Wilderness, il suo prossimo thriller psicologico, con protagoniste Jenna Coleman di The Sandman Oliver Jackson-Cohen di The Haunting of Hill House. Al momento, la data di uscita di Prime Video per Wilderness non è stata ancora annunciata, ma dovrebbe debuttare entro la fine dell’anno.

Le foto ritraggono Coleman e Jackson-Cohen come una coppia che intraprende un viaggio durante un periodo difficile del loro matrimonio. Unendosi a loro nella loro esplorazione della natura selvaggia c’è un’altra coppia formata da Cara interpretata da Ashley Benson e Garth interpretato da Eric Balfour.

 

Wilderness segue la coppia britannica Liv (Coleman) e Will (Jackson-Cohen) che sembrano avere tutto: un matrimonio solido come una roccia; una nuova vita affascinante a New York a migliaia di miglia dalla loro città natale di provincia; e ancora abbastanza giovane da sentire che tutta la loro vita è davanti a loro. Finché Liv non viene a sapere della relazione di Will”, si legge nella sinossi.“Il dramma è rapidamente seguito da un’altra forte emozione: la rabbia. La vendetta è la sua unica opzione, e quando Will propone un viaggio negli epici parchi nazionali d’America per dare un nuovo inizio alla loro relazione, Liv sa come ottenerlo… Wilderness è una storia d’amore contorta, dove una vacanza da sogno e un presunto per sempre’ si trasforma rapidamente in un incubo vivente.

Basata sull’omonimo romanzo di BE Jones, la serie Wilderness è scritta e creata da Marnie Dickens, con So Young Kim come regista. I produttori esecutivi sono Kim ed Elizabeth Kilgarriff, con Firebird Pictures che produce il progetto.

 
 

Wilder & Me: Christoph Waltz e altri tre noti attori nel nuovo film di Stephen Frears

Christoph Waltz Wilder & Me
Foto di Aurora Leone © Cinefilos.it

Il due volte premio Oscar Christoph Waltz (Bastardi senza gloria, Django Unchained) si è unito insieme agli attori Maya Hawke (Stranger Things), John Turturro (Il grande Lebowski) e Jon Hamm (Mad Man) al nuovo film del regista Stephen Frears, dal titolo Wilder & Me. Come riportato da Deadline, Hawke interpreterà Calista, una giovane musicista la cui vita assume un significato completamente nuovo mentre lavora sul set del film Fedora di Billy Wilder. Waltz interpreterà proprio il leggendario regista Wilder, noto per classici come A qualcuno piace caldo, Viale del tramonto e L’appartamento.

Turturro interpreterà invece il suo amico di sempre e partner di sceneggiatura I.A.L. Diamond, mentre Hamm avrà il ruolo del famoso attore William Holden. Descritto come un “dramma agrodolce”, questo progetto basato sul popolare romanzo Mr Wilder and Me di Jonathan Coe, è stato adattato per lo schermo dal due volte premio Oscar Christopher Hampton (The Father), con il premio Oscar Jeremy Thomas (L’ultimo imperatore). Il progetto riunisce dunque Hampton e Frears dopo Le relazioni pericolose e Cheri. L’inizio delle riprese è ad ora previsto per i primi mese del 2025 in Grecia.

Wilder & Me: qual è la storia del film

La storia inizia durante un’inebriante estate greca e vede Calista innamorarsi del cinema e della vita in un viaggio alla scoperta di sé stessa. Entusiasta della sua nuova avventura, Calista segue il regista Billy Wilder a Monaco e a Parigi per continuare le riprese con l’attore protagonista William Holden e vive lì il suo primo amore. Consapevole che la sua stella sta tramontando, Wilder naviga nel mutevole mondo del cinema al crepuscolo della sua carriera, mentre la carriera di Calista è appena agli inizi. Il tempo che trascorre in questa nuova vita affascinante e sconosciuta la cambierà per sempre.

 
 

Wilde Salomè e Money Monster: le uscite al cinema del 12 maggio 2016

Ecco tutte le uscite al cinema del 12 maggio 2016, tra cui spiccano Money Monster, di Jodie Foster, presentato oggi stesso al Festival di Cannes, con George Clooney e Julia Roberts, e Wilde Salomè, film del 2011 che finalmente arriva nei nostri cinema, di e con Al Pacino, e con una straordinaria Jessica Chastain.

Wilde Salomè di Al Pacino: Wilde Salome proietta il pubblico nella vita personale di Al Pacino come mai era successo prima, offrendo un ritratto intimo e profondo della più grande icona del cinema alle prese con il ruolo più impegnativo mai interpretato: se stesso e il re Erode. Traboccante di verità e candore, Wilde Salome conduce Pacino in giro per il mondo, a Londra Parigi, Dublino, New York, Los Angeles, e dentro il suo camerino; niente appare off limits mentre Pacino esplora le complessità del dramma di Wilde, nonché i processi e le tribolazioni che hanno segnato la vita dello scrittore, offrendo al tempo stesso uno sguardo senza precedenti anche sulle proprie.

La sposa bambina di Khadija Al-Salami: Il film racconta la storia di Nojoom, una bambina yemenita che riesce a fuggire dal suo sposo aguzzino, ottenendo il divorzio all’età di 10 anni. Nojoom è stata costretta dalla sua famiglia a sposare un uomo 20 anni più grande di lei nel fiore della sua infanzia, obbligata a ogni sorta di violenza fisica e psicologica. Una pratica tristemente diffusa nello Yemen come in tanti altri Paesi del mondo quella del matrimonio tra una bambina e un adulto, considerata legittima e soddisfacente per la dote derivante. Un’usanza arcaica, figlia di ignoranza e povertà, a cui Nojoom si è opposta rifiutandosi di avere rapporti con l’uomo che l’ha riportata dai genitori, come si fa con un “elettrodomestico difettoso”. La bambina è riuscita a fuggire dalla sua famiglia, a frequentare la scuola e ad ottenere, la più giovane al mondo, il divorzio. Basato su una storia vera, raccontata nel libro “I am Nujood, age 10 and divorced” di Nojoud Ali e della giornalista Delphine Minoui il film è fortemente autobiografico poiché ripercorre il vissuto della stessa regista, Khadija Al Salami.

Money Monster di Jodie Foster: Nel thriller Money Monster – L’altra faccia del denaro, George Clooney e Julia Roberts vestono rispettivamente il ruolo del presentatore televisivo finanziario Lee Gates e della sua produttrice Patty che si trovano in una situazione d’emergenza assoluta quando un investitore, infuriato per aver perso tutto a causa di un investimento suggerito dal programma, sequestra il presentatore nello studio televisivo con l’uso delle armi. Durante una diretta seguita da milioni di persone, Lee e Patty lottano furiosamente contro il tempo per svelare cosa si nasconde dietro una cospirazione all’interno del mercato dell’alta tecnologia globale odierno che viaggia a velocità della luce.

Pericle il Nero di Stefano Mordini: Pericle Scalzone, detto Il nero, di lavoro “fa il culo alla gente” per conto di Don Luigi, boss camorrista emigrato in Belgio. Durante una spedizione punitiva per conto del boss, Pericle commette un grave errore. Scatta la sua condanna a morte. In una rocambolesca fuga che lo porterà fino in Francia, Pericle incontra Anastasia, che lo accoglie senza giudicarlo e gli mostra la possibilità di una nuova esistenza. Ma Pericle non può sfuggire a un passato ingombrante e pieno di interrogativi.

The Boy di William Brent Bell: Alla ricerca di un nuovo inizio dopo un passato travagliato, una giovane donna americana si rifugia in un isolato villaggio inglese. E’ qui che Greta (Lauren Cohan) viene assunta da una coppia di anziani genitori in una maestosa villa vittoriana per fare da babysitter al loro figlio di otto anni, Brahams. Ben presto Greta scoprirà che quel ragazzo altri non è che una bambola a grandezza naturale che i signori Heelshire trattano come un bambino vero. Tutto comincia ad incupirsi quando Greta, rimasta sola, ignora le rigide regole imposte dalla coppia e inizia un flirt con un bell’uomo del villaggio, Malcolm (Rupert Evans). Una serie di eventi inquietanti e inspiegabili, ai limiti del soprannaturale, la convincono che è circondata da un mistero terrificante.

Tini – La nuova vita di Violetta di Juan Pablo Buscarini: Nel corso di un’estate interminabile, Tini vivrà un’avventura che la aiuterà a definire la propria personalità e a diventare un’artista completa e sicura di sé: una vera donna. Quando una notizia sconvolgente la costringe a mettere in discussione tutto quello che conosce sulla vita e sull’amore, Violetta (Martina Stoessel) accetta un invito misterioso per viaggiare intorno al mondo alla ricerca di risposte, alla scoperta di se stessa. Questo comporterà un risveglio artistico, musicale e personale. Mentre il suo passato, il suo presente e il suo futuro si scontrano, Violetta scoprirà la sua vera identità in un’emozionante storia di crescita che aprirà la strada a un nuovo ed entusiasmante futuro.

Un poliziotto ancora in prova di Tim Story: Il sequel riprende le vicende circa un anno dopo dalla loro ultima avventura. Il programma per un rapido viaggio a Miami va storto quando le loro indagini poco ortodosse li catapultano in una situazione molto compromettente, che rischia di danneggiare un caso molto importante…e soprattutto far saltare l’incombente matrimonio di Ben e Angela. Non soddisfatto per il suo lavoro da poliziotto semplice, Ben, appena diplomato all’Accademia, aspira a diventare un detective come il suo futuro cognato. Purtroppo, James ancora non è convinto che abbia le giuste qualità per quel ruolo. Anche se il matrimonio è alle porte, il giovane poliziotto, un po’ pasticcione, non vuole perdere l’occasione di affiancare nuovamente il proprio mentore in un viaggio da Atlanta a Miami che dovrebbe essere di semplice perlustrazione. Dopo la richiesta di Angela e il riluttante permesso del tenente Brooks, James porta con sé Ben a Miami per seguire una pista connessa a un traffico di droga che sta cercando di interrompere.

Viaggio da Paura di Ali F. Mostafa: Omar, Ramy e Jay, dopo anni di allontanamento a seguito della morte di Hadi, decidono di finalmente intraprendere il viaggio che avrebbero dovuto fare a suo tempo, da Abu Dhabì a Beirut, per visitare la tomba dell’amico. Omar è un personal trainer è quasi neo-papà, Jay è un playboy aspirante DJ, e Ramy un blogger attivista politico con 737 followers su Twitter! I tre devono partire di nascosto, chi dalla moglie prossima al parto, chi dalla madre ansiosa e oppressiva, chi da un padre-padrone. I tre guideranno da Abu Dhabi a Beirut attraversando l’Arabia Saudita, la Giordania e la Siria. Sequestrati da un gruppo di ribelli, rischieranno la vita e cominceranno a riconsiderare la loro visione del mondo. Tra avventure rocambolesche, esilaranti e rischiose giungeranno infine a Beirut più forti e più uniti di prima.

 
 

Wildcat: annunciato il cast del nuovo film di Ethan Hawke, c’è anche Maya Hawke

Maya Hawke film

Ethan Hawke ha iniziato la produzione di Wildcat, uno sguardo alla vita di Flannery O’Connor con Maya Hawke nei panni della scrittrice. Ethan Hawke ha messo insieme un ensemble di grandi interpreti che include anche la candidata all’Oscar Laura Linney, Philip Ettinger, Rafael Casal, Steve Zahn, Cooper Hoffman, Willa Fitzgerald, Alessandro Nivola e Vincent D’Onofrio.

Oltre a dirigere il film, Ethan Hawke produce e scrive la sceneggiatura insieme a Shelby Gaines. Wildcat è prodotto da Joe Goodman di Good Country Pictures, Ryan Hawke ed Ethan Hawke di Under the Influence Productions, Cory Pyke di Renovo Media Group e Kevin Downes, Jon Erwin e Daryl Lefever di Kingdom Story Company. I produttori esecutivi includono Eric Groth e David Kingland di Renovo Media Group insieme a Maya Hawke attraverso Under the Influence Productions. Le riprese principali sono iniziate il 10 gennaio a Louisville, Ky. Renovo sta finanziando completamente il film. UTA Independent Film Group e CAA Media Finance gestiscono i diritti di distribuzione in tutto il mondo. Wildcat seguirà la scrittrice mentre lotta per pubblicare il suo primo romanzo.

“Maya ha lavorato duramente per anni per mettere insieme questo progetto e siamo grati per l’opportunità di presentare a una nuova generazione di spettatori il genio di Flannery O’Connor”, afferma Ethan Hawke. “Il suo lavoro esplora temi importanti per tutti gli artisti: l’intersezione tra creatività e fede, il rapporto sfocato tra immaginazione e realtà”. Ethan Hawke ha già lavorato con la figlia Maya Hawke nella serie limitata The Good Lord Bird, ma la dirigerà per la prima volta in Wildcat.

 
 

Wild: recensione del film con Reese Witherspoon

Wild recensione

Arriva al cinema distribuito da 20th Century Fox, Wild diretto da Jean-Marc Vallée, con Reese Witherspoon e Laura Dern. In Wild dopo la morte prematura della madre, il traumatico naufragio del suo matrimonio, una giovinezza disordinata e difficile, Cheryl Strayed a soli ventisei anni si ritrova con la vita sconvolta. Alla ricerca di sé oltre che di un senso, decide di attraversare a piedi l’America selvaggia per oltre quattromila chilometri tra montagne e il deserto, tra il caldo torrido e il freddo estremo.

Wild, la trama

Con Wild, Jean-Marc Vallée, torna ad esplorare con un’altra biografia la fragilità umana attraverso le esasperazioni personali e sociali. Dopo il successo di Dallas Buyer Club, adattata sul grande schermo il libro omonimo della Strayed attraverso la sceneggiatura di Nick Hornby (noto al cinema per About a boy, An Education e Alta Fedeltà). Dopo un forte incipit, in cui ci viene mostrata già la natura complessa e il grande lavoro di Martin Pensa al montaggio, la storia si presenta con dei pesanti echi a film quali Tracks di Curran e Into The Wild di Sean Penn, in cui i suggestivi campi lunghi e panoramiche spesso si contrappongono ai flashback della protagonista.

Wild

Riscoperta per i valori umani

Nei 115 minuti assistiamo alla classica avventura di formazione in cui conosciamo e viviamo un personaggio già provato che ha trovato la forza e il coraggio per fare tabula rasa della sua vita riscoprendo anche sé stessa. Il tutto però passa in maniera attutita ed ovattata, dato che il regista canadese sembra preferire gli estetismi della camera usando i campi incontaminati e i primi piani drammatici solo per descrivere e raccontare i fatti più salienti, senza sospendersi tra le sfumature del personaggio.

Da qui nascono i grandi raccordi sonori e visivi che ci fanno spaziare nella testa di Cheryl, in alcune sequenze sembra addirittura trascurata l’esperienza straordinaria che sta compiendo per focalizzarsi sulla strada della punizione (e non della bellezza) per arrivare a quella grande voglia di perdono che la protagonista cerca intensamente. Nella prova attoriale si conferma la bravura del premio Oscar Reese Witherspoon nel saper gestire in completa autonomia la scena e i forti contrasti interiori della protagonista; seppur la caratterizzazione migliore è riservata a Laura Dern, che riesce ad essere pura ed eterea come solo un ricordo legato ad una forte emozione può evocare.

Wild è un film classico, che si collega perfettamente nel genere dei film di rinascita e di riscoperta per i valori umani. Buono nella prima parte di caratterizzazione e formazione ma estremamente ridondante nell’ultima, dando voce ad un’altra importantissima storia ma che stilisticamente non riesce a contribuire al genere cercando solo il dramma e “l’azione” per lo spettatore e non il riscatto del protagonista.

 
 

Wild: primo trailer del film con Reese Witherspoon

Dopo il successo di Dallas Buyers Club il regista canadese Jean-Marc Vallée è pronto a tornare al cinema con Wild una pellicola dalle venature drammatiche che condurrà la protagonista Reese Witherspoon in un viaggio attraverso le bellezze della natura selvaggia che il panorama degli Stati Uniti può offrire.

In attesa della pellicola il cui debutto cinematografico è programmato per il 5 dicembre nelle sale americane, è stato da poco reso pubblico il primo trailer della pellicola.

[iframe id=”cs006_958449″ src=”http://cms.springboardplatform.com/embed_iframe/71/video/958449/cs006/comingsoon.net/10/1/” width=”640″ height=”386″ frameborder=”0″ scrolling=”no”]

Basato sul best seller Wild firmato da Cheryl Stranded, la pellicola racconterà la storia di Strayed (Reese Witherspoon) un’escursionista che, in seguito alla dolorosa perdita della madre ed alla fine del proprio matrimonio, deciderà di lanciarsi in un viaggio, privo di speranza, lungo il Pacific Crest Trail, un itinerario lungo oltre 4.000 chilometri che si rivelerà essere un vero e proprio percorso curativo.

Fonte: Coming Soon

 
 

Wild: nuovo poster del film con Reese Witherspoon

Diffuso in esclusiva da Empire, ecco il nuovo poster di Wild, film che vede protagonista Reese Witherspoon. Il film è stato diretto da Jean-Marc Vallée, il regista di Dallas Buyers Club, che l’anno scorso regalò l’Oscar ai suoi due protagonisti, Matthew McConaughey e Jared Leto. Quest’anno con Wild sembra che ci siano buonissime probabilità anche per la Witherspoon di gareggiare trai favoriti nella stagione dei premi.

Ecco il poster:

WildBasato sul best seller Wild firmato da Cheryl Stranded, la pellicola racconterà la storia di Strayed (Reese Witherspoon) un’escursionista che, in seguito alla dolorosa perdita della madre ed alla fine del proprio matrimonio, deciderà di lanciarsi in un viaggio, privo di speranza, lungo il Pacific Crest Trail, un itinerario lungo oltre 4.000 chilometri che si rivelerà essere un vero e proprio percorso curativo.

 
 

Wild Wild West: trama, cast e curiosità sul film con Will Smith

Wild Wild West film

Nel corso della sua storia il western è stato rielaborato in modi sempre nuovi e diversi. Uno degli esperimenti più originali e memorabili è il film del 1999 Wild Wild West (qui la recensione), che contiene tanto elementi di questo genere quanto altri relativi alla fantascienza, all’azione e alla commedia. Un miscuglio particolarmente esplosivo che ha dato vita ad un film apprezzato nella sua stranezza, che nel corso degli anni ha guadagnato maggiori consensi proprio per la sua natura di “scult“. Questo è diretto dal regista Barry Sonnenfeld, noto per i due film su La famiglia Addams e la trilogia di Men In Black, esperto nel fondere generi diversi tra loro per dar vita ad opere insolite e destinate ad un ampio pubblico.

Quella di Wild Wild West non è però una storia originale, bensì è ispirata alla serie televisiva Selvaggio west, andata in onda dal 1965 al 1969. Già in essa si ritrovavano elementi fantascientifici, resi ancor più evidenti e presenti nel film del 1999. Il progetto di dar vita ad un adattamento cinematografico di questa risale ai primi anni Novanta, e vi era legato l’attore Mel Gibson come protagonista e Shane Black per la sceneggiatura. A causa di loro altri impegni, il film passò a quel punto nelle mani di Sonnenfeld, che stravolse quanto fino a quel momento previsto. A causa del suo budget particolarmente elevato, stimato intorno ai 170 milioni di dollari, il film faticò ad affermarsi come un buon successo, arrivando ad un incasso di 222 milioni.

Al momento della sua uscita, inoltre, Wild Wild West vantò un’accoglienza critica particolarmente negativa. Il film ottenne infatti ben 9 nomination ai Razzie Awards, vincendo 5 premi, tra cui peggior film. Pur consapevoli dei limiti del film, ad oggi questo rimane una visione divertente e a suo modo affascinante, perfetta per serate in cui si è in cerca di svago. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alle sue location. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Wild Wild West: la trama del film

Ambientato al termine della guerra di secessione, il film ha per protagonisti due agenti speciali del vecchio West, i quali ricevono dal Presidente degli Stati Uniti Ulysses S. Grant l’incarico di catturare il pericolosissimo e sanguinario dottor Arliss Loveless. Questi è un rancoroso reduce della guerra, reazionario e sudista convinto, privo di gambe e ridotto su una carrozzella a vapore, che sta costruendo una macchina gigante, chiamata Tarantola, per distruggere la nazione che tanta sofferenza gli ha arrecato. A tentare di sventare i suoi piani ci penseranno l’agente speciale James West e l’agente speciale Artemius Gordon, due caratteri a dir poco diversi e inconciliabili che si ritrovano forzatamente a lavorare insieme per evitare la catastrofe imminente architettata da Loveless.

Wild Wild West cast

Wild Wild West: il cast del film

Ad interpretare il personaggio di James West vi è l’attore Will Smith, in quegli anni all’apice della popolarità. Per potergli affidare il ruolo, questo è stato riscritto come afroamericano, apportando di conseguenza una serie di altre modifiche all’intera storia. Inizialmente entusiasta del film, l’attore nel corso degli anni ha completamente cambiato la sua opinione a riguardo, considerandolo ora il peggiore della sua carriera. Per recitare in questo, Smith ha inoltre rifiutato il ruolo di Neo in Matrix, e ancora oggi considera questa la decisione più sbagliata mai presa. Accanto a lui, nei panni dell’agente Artemius Gordon, vi è il premio Oscar Kevin Kline. Per il film, il suo personaggio ha subito modifiche affinché manifestasse una certa rivalità con West, elemento invece assente nella serie originale.

L’attrice messicana Salma Hayek è invece presente nel ruolo di Rita Escobar, seducente e misteriosa cantante che si unirà alla missione dei due protagonisti. Come Smith, anche l’attrice è nota avere un’opinione negativa del film, affermando di essersi sentita mal sfruttata per questo. Il celebre Kenneth Branagh è invece lo spietato dottor Loveless. Come West, anche tale personaggio subì diversi cambiamenti, passando dall’essere un nano ad un reduce di guerra privato delle gambe. L’attore ebbe non pochi problemi a dar vita a tale menomazione, costretto a stare diverso tempo in pose poco agevoli. Branagh decise inoltre di studiare in modo approfondito la Guerra Civile degli Stati Uniti, al fine di entrare in quella mentalità.

Wild Wild West: le location, la colonna sonora, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Per ricostruire l’ambientazione da vecchio west, si decise si avvalersi tanto di set ricostruiti quanto di luoghi più naturali. In particolare, le sequenze ambientate all’interno dei treni si sono svolte negli studios della Warner Bros. Le riprese esterne, invece, si sono svolte nello stato Idaho e nella città di Santa Fe, in Nuovo Messico. Alcune scene si sono svolte anche nel set di Cooke Movie Town, finito poi quasi interamente distrutto a causa di un incendio scaturito in seguito a dei fuochi d’artificio mal gestiti. A fare ancor più da contrasto con questi luoghi vi è la colonna sonora del film. Questa, in particolare si avvale di due brani poi divenuti buoni successi. Si tratta di Bailamos, di genere pop latino, cantato da Enrique Iglesias, e Wild Wild West, brano rap eseguito dallo stesso Smith.

È possibile fruire di Wild Wild West grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten Tv, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes e Netflix. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 7 gennaio alle ore 23:10 sul canale TwentySeven.

Fonte: IMDb

 
 

Wild Wild West: recensione del film con Will Smith

Wild Wild West

Wild Wild West è il film del 1999 diretto da Barry Sonnenfeld e con protagonisti nel cast Will Smith, Kevin Kline e Salma Hayek .

  • Anno: 1999
  • Regia: Barry Sonnenfeld
  • Cast: Will Smith (James West), Kevin Kline (Artemus Gordon/Presidente Ulysses Grant), Kenneth Branagh (Dr. Arliss Loveless), Salma Hayek (Rita Escobar), M. Emmet Walsh (Coleman), Musetta Vander (Munitia), Bai Ling (Miss East), Frederique Van Der Wal (Amazonia), Sofia Eng (Miss Lippenreider), Ted Levine (Generale Mcgrath)

Wild Wild WestTrama: Al termine della guerra di secessione due agenti speciali del vecchio West vengono incaricati dal Presidente degli Stati Uniti, Ulysses S. Grant (Kevin Kline) di catturare il pericolosissimo e sanguinario dottor Arliss Loveless (Kenneth Branagh). Loveless è un rancoroso reduce della guerra, reazionario e sudista convinto, privo di gambe e ridotto su una carrozzella a vapore, che sta costruendo una macchina gigante, chiamata Tarantola, per distruggere la nazione che tanta sofferenza gli ha arrecato.

Ad occuparsi dell’affare Loveless vengono chiamati in causa l’agente speciale James West (Will Smith) e l’agente speciale Artemius Gordon (di nuovo Kevin Kline), due caratteri a dir poco diversi e inconciliabili che si ritrovano forzatamente a lavorare insieme per evitare la catastrofe imminente architettata da Loveless.

Analisi: Ispirato alla serie televisiva Selvaggio West, Wild Wild West è un film la cui gestazione è durata quasi un decennio. Inizialmente l’adattamento cinematografico della serie doveva essere affidato a Richard Donner con Mel Gibson protagonista e Shane Black alla sceneggiatura, sulla scia del grande successo di Arma Letale. Sulla scia di un altro grande successo, quello di Men in Black, il film è stato commissionato a Barry Sonnefeld e costruito intorno a Will Smith, modificando il protagonista in un agente speciale afroamericano e arricchendo il corredo western con stilemi tipici del genere fantascientifico.

Wild Wild West è in realtà un’occasione sprecata: invece che rivisitare i miti del western in chiave postmoderna, il film si abbandona ad un gigionismo hi-tech divertito, ma mai veramente divertente, ammiccante e privo di qualsiasi parvenza di originalità, saccheggiando a piene mani da immaginari cinematografici a dir poco eterogenei (passando dal cinema di Hong Kong allo sci-fi di Men in Black o Independence Day).

Nonostante il gran numero di talenti coinvolti (un premio Oscar come Kevin Kline, l’attore shakespeariano contemporaneo per eccellenza Kenneth Branagh, il direttore della fotografia Michael Ballhaus, il compositore Elmer Bernstein), Wild Wild West si rivela un prodotto studiato a tavolino, freddo, fagocitato dall’abbondanza di effetti digitali e senza una vera e propria direzione che ne giustifichi la sua ragione d’essere.

Will Smith rifiutò di interpretare Neo in Matrix per girare questo film, e in seguito dichiarò che fu la peggiore decisione della sua carriera.

Wild Wild West ha vinto ben cinque Razzie Awards, ovvero i premi riservati ai  peggiori film dell’anno. Wild Wild West ha “trionfato” nelle categorie peggior film, peggior regista, peggiore coppia (Kevin Kline e Will Smith), peggiore sceneggiatura e peggiore canzone originale (premio andato a Will Smith e Stevie Wonder per il pezzo che dà il titolo al film).

 
 

Wild Men – Fuga dalla civiltà, la recensione

Wild Men recensione

Aspettative e doveri possono diventare macigni da portare per chi non riesce a trovare il proprio posto nella società, o nel proprio nucleo familiare, a patto di fare i conti con le frustrazioni quotidiane… o di fuggire. Queste le premesse dell’avventura raccontata da Wild Men – Fuga dalla civiltà di Thomas Daneskov, che sarà nelle sale da giovedì 20 ottobre con ARTHOUSE, nuovo progetto editoriale di I Wonder Pictures dedicato al cinema d’essai in collaborazione con Valmyn.

Wild Men – In fuga da se stessi

Al centro della scena, Martin, uomo adulto in piena crisi di mezza età, per sfuggire alla quale decide di darsi alla macchia. All’insaputa della famiglia va a vivere sulle montagne e nei boschi norvegesi come un autentico vichingo. La caccia e l’adattamento all’ambiente circostante, dovrebbero essere la sua via di salvezza e la sua unica fonte di sussistenza, come lo erano per i suoi antenati migliaia di anni fa, ma le cose sembrano essere piuttosto diverse…

E non solo perché i suoi piani di riconnessione con la natura vengono stravolti dall’incontro casuale con un fuggitivo di nome Musa. Un incontro che diventa per entrambi l’occasione per intraprendere un assurdo viaggio tra i fiordi della Norvegia, con alle calcagna la scombinata e disorganizzata polizia locale, due ‘spietati’ trafficanti di droga e la sua stessa moglie. E con l’utopica speranza di trovare altrove le risposte che non possono che essere dentro di sé.

Wild MenConsigli utili per la vita in prigione

Difficile vivere al di fuori della società nella quale siamo cresciuti, ancora più complicato far capire a chi ci è più vicino il bisogno di farlo, finendo con lo stare alle regole di un gioco che non prevede per noi la possibilità di uscirne vincitori. Una condizione, ormai, umana, che non a caso spinge molti a scelte estreme, o a una lunga psicoterapia. E che il regista danese – autodidatta – di Joe Tech e del corto Puff, Puff Pass (nel quale era il padre del protagonista a uscire di testa durante un campeggio fornendo al figlio Rasmus a la scusa per eludere le routine familiari) declina in maniera sarcastica e paradossale. Non surreale, che la realtà è un compagno di viaggio costante dei nostri due anti-eroi.

In fuga da un ruolo e da una mascolinità per una volta soffocante e non tossica, gli stereotipi qui vengono superati nella ricerca di una umanità che offre una via d’uscita sofferta, ma condivisibile. Nel sacrificio che tutti compiono – ognuno a modo suo, chi più e chi meno – c’è la speranza di trovare un modo di accettare le insicurezze e convivere con le proprie emozioni, magari al di fuori di un contesto consumistico e capitalista. E tanto nella ricerca iniziale quanto nella soluzione finale, un tono poetico e intimo che nulla toglie al divertimento di questo anomalo buddy movie scandinavo ricco di dialoghi surreali e situazioni ridicole.

 
 

Wild Life: una storia d’amore, il 29 aprile a Trento Film Festival e dal 26 maggio su Disney+

Wild Life: una storia d'amore

National Geographic Documentary Films e Picturehouse hanno annunciato che Wild Life: una storia d’amore, l’ultimo documentario dei registi vincitori dell’Academy Award Chai Vasarhelyi e Jimmy Chin (Free Solo – Sfida Estrema), debutterà il 26 maggio su Disney+. Il film è stato proiettato a sorpresa al Telluride Film Festival del 2022 e durante il SXSW Film Festival del 2023.

Wild Life: una storia d’amore verrà presentato in anteprima per l’Italia in Concorso Internazionale sabato 29 aprile, nella giornata di apertura del 71esimo Trento Film Festival, che si svolgerà da venerdì 28 aprile fino a domenica 7 maggio. Wild Life: una storia d’amore di National Geographic Documentary Films e del distributore statunitense Picturehouse vede protagonista Kristine Tompkins, ex CEO di Patagonia e presidente e co-fondatrice di Tompkins Conservation, in un’epica storia d’amore che attraversa i decenni, selvaggia come i paesaggi che si è impegnata a proteggere per tutta la vita.

Dopo essersi innamorati, Kris e l’imprenditore Doug Tompkins si sono lasciati alle spalle il mondo dei brand di grande successo di cui sono stati pionieri – Patagonia, The North Face ed Esprit – e si sono concentrati su un progetto visionario: creare parchi nazionali in Cile e Argentina. Wild Life: una storia d’amore racconta il loro viaggio per realizzare la più grande donazione di terreni privati della storia.

Il film abbraccia decenni di lavoro imprenditoriale e di salvaguardia ambientale e offre uno sguardo unico sugli alti e bassi sia professionali che personali della vita di Kristine. Girato nella natura selvaggia del Cile, il film è ricco di momenti toccanti e di splendide riprese cinematografiche, insieme a filmati d’archivio. Il documentario racconta anche lo stretto rapporto di Kris e Doug con Yvon Chouinard, il fondatore di Patagonia, e il periodo in cui Kris ha lavorato agli inizi della sua azienda di attrezzature per l’arrampicata, Chouinard Equipment, che si è rapidamente evoluta ed è diventata il marchio che oggi tutti conoscono come Patagonia.

 
 

Wild Card: prima foto con Jason Statham

La Lionsgate ha rilasciato una prima foto dell’action-thriller Wild Card, con Jason Statham.

wild card -

Sinossi: Nick Wild (Jason Statham) è una guardia del corpo di Las Vegas con abilità professionali letali e un problema personale di gioco d’azzardo. Quando un amico viene pestato da un delinquente sadico, Nick reagisce, solo per scoprire che il delinquente è il figlio di un potente boss mafioso. Improvvisamente Nick è immerso nella malavita, inseguito da sicari e ricercato dalla mafia. Dopo aver alzato la posta in gioco, Nick ha un ultima chance per cambiare la sua fortuna… e questa volta, è tutto o niente.

Scritto dal due volte premio Oscar William Goldman (Butch Cassidy, 1969; Tutti gli uomini del presidente, 1976) e diretto da Simon West, Wild Card è interpretato anche da Michael Angarano, Milo Ventimiglia, Dominik García-Lorido, Anne Heche, Sofia Vergara, Max Casella, Jason Alexander, Francois Vincentelli, Davenia McFadden, Chris Browning, Matthew Willig, Greice Santo, con Hope Davis e Stanley Tucci.

Fonte: CS

 
 

Wild Car: trailer e poster del film con Jason Statham

Lionsgate ha pubblicato online trailer e poster dell’action-thriller Wild Card, che vedrà protagonista Jason Statham. Ve li mostriamo:

[iframe id=”cs006_1254995″ src=”http://cms.springboardplatform.com/embed_iframe/71/video/1254995/cs006/comingsoon.net/10/1/” width=”618″ height=”386″ frameborder=”0″ scrolling=”no”][/iframe]

wild-car-poster

Sinossi: Nick Wild (Jason Statham) è una guardia del corpo di Las Vegas con abilità professionali letali e un problema personale di gioco d’azzardo. Quando un amico viene pestato da un delinquente sadico, Nick reagisce, solo per scoprire che il delinquente è il figlio di un potente boss mafioso. Improvvisamente Nick è immerso nella malavita, inseguito da sicari e ricercato dalla mafia. Dopo aver alzato la posta in gioco, Nick ha un ultima chance per cambiare la sua fortuna… e questa volta, è tutto o niente.

Scritto dal due volte premio Oscar William Goldman (Butch Cassidy, 1969; Tutti gli uomini del presidente, 1976) e diretto da Simon West, Wild Card è interpretato anche da Michael Angarano, Milo Ventimiglia, Dominik García-Lorido, Anne Heche, Sofia Vergara, Max Casella, Jason Alexander, Francois Vincentelli, Davenia McFadden, Chris Browning, Matthew Willig, Greice Santo, con Hope Davis e Stanley Tucci.

Fonte: Comingsoon.net

 
 

Wild Bill: recensione del film con Andy Serkis

Wild Bill recensione film

A metà strada tra Ken Loach e una commedia famigliare dai toni grotteschi, Wild Bill di Dexter Fletcher ha chiuso la sezione “Occhio sul mondo” del Festival Internazionale del film di Roma con una vera e propria standing ovation.

In Wild Bill in libertà vigilata, dopo otto anni di carcere, Bill Hayward torna a casa, in un difficile quartiere dell’East End di Londra dove violenza, droga e bullismo sono all’ordine del giorno, e qui ritrova i due figli, Dean di quindici anni, e Jimmy di undici, abbandonati dalla madre e determinati a cavarsela da soli. Bill, restio a ricoprire il ruolo di padre, vorrebbe trasferirsi da solo in Scozia ma si ritrova costretto ad occuparsi dei suoi due ragazzi per non farli finire nell’inferno dei servizi sociali. Impaurito ed immaturo tanto quanto i suoi figli, il selvaggio Bill affronta un difficile percorso di redenzione e crescita.

Wild Bill, il film

La protagonista di Wild Bill è la città, o meglio i sobborghi di una metropoli dove solitudine ed emarginazione si mescolano creando architetture fredde e inospitali. East London, in questo caso, con i suoi quartieri degradati, il cemento armato, visto come cappa dalla quale non può decollare alcun tipo di aspirazione, riduce tutto in un grumo di malessere e smog. Ma il regista Dexter Fletcher non è Loach, e non che questo sia per forza un male. Anzi il suo punto di vista, per niente scontato o banale, getta una nuova luce sul cinema inglese.

La storia prende il via quando Bill Hayward (Charlie Creed-Miles) viene rilasciato di prigione con la condizionale. Alle spalle, un passato di delinquenza che gli ha regalato il nome di “Wild Bill”. Tornando ritrova i suoi due figli di quindici e undici anni Dean e Jimmy (Will Poulter e Sammy Williams), abbandonati dalla madre che è scappata in Spagna con la sua nuova fiamma. Deciso all’inizio a rimanere solo finché i servizi sociali si saranno convinti a non dare in affidamento i ragazzi, Bill pian piano ritrova l’orgoglio perduto e impara, a tentoni e con molte gaffe, a fare il padre. E i figli che prima lo odiavano o lo trattavano con indifferenza cominciano ad apprezzare l’idea di avere di nuovo in casa una figura di riferimento che si prenda cura di loro. Ma i vecchi compari di Bill (tra cui Andy Serkis) vorrebbero che lasciasse la città, e il piccolo Jimmy rischia di venir risucchiato dal mondo che il suo vecchio desidera lasciarsi alle spalle.

Da questo connubio tra cinema sociale di ambiente working class, tipicamente britannico, e una storia tutta famigliare commovente e toccante nasce un film molto godibile che non sprofonda mai nel dramma tout court, ma lascia aperto non solo uno spiraglio di ottimismo ma che non rinuncia neanche ad uno sguardo ironico sulla vita. Ricominciare è possibile, e non a caso Dean lavora in un cantiere per la costruzione di un velodromo. Particolarmente eccezionali Creed-Miles e Poulter che riescono a rendere perfettamente il risveglio morale e umano di Bill soprattutto attraverso i loro occhi, prima spenti e disillusi poi teneri ed emozionati. Una distribuzione italiana non dovrebbe farsi attendere.

 
 

Wil: recensione del film di Tim Mielants

Wil recensione film

La coscienza è un lusso quando si tratta di sopravvivere e chi giudica può permettersi di farlo solo a posteriori: a dichiararlo con rassegnazione è Wil, il protagonista dell’omonimo film di Tim Mielants disponibile sulla piattaforma Netflix dal 1 febbraio. Il film, adattamento cinematografico del pluripremiato romanzo di Jeroen Olyslaegers (scrittore e autore di testi teatrali che ha firmato la sceneggiatura con lo stesso regista e con Carl Joos), è un drammatico racconto di (de)formazione individuale e una collettiva discesa agli inferi.

Wil: scegliere da che parte stare quando ogni punto di riferimento è perduto

Wil, interpretato dall’attore belga Stef Aerts, si muove per tutta la durata del film sulla labile linea di confine tra che cosa può ancora dirsi una vita umanamente degna di essere vissuta e quella forma di esistenza che, privata della speranza, dell’empatia, della sicurezza di poter agire secondo valori stabiliti in autonomia, non rimane che un mero sopravvivere agli eventi. E gli eventi, nel Belgio del 1942 occupato dai nazisti, investono gli uomini senza possibilità di controllo, neanche quando indossano una divisa che dovrebbe garantire il rispetto della demarcazione tra il Bene e il Male.

Wil e il compagno Lode, interpretato da Matteo Simoni – l’attore belga di origini italiane già visto nella serie TV The Rookie – sono reclute della polizia di Anversa, assegnate alla divisione incaricata della mediazione nei rapporti tra i tedeschi e la popolazione locale, incaricata, cioè, di supportare l’invasore nelle azioni di rallestramento e di persecuzione degli ebrei. L’illusione di poter restare estranei ai fatti che li circondano non durerà il tempo di una notte: alla fine del primo turno di pattuglia non ci saranno più isole di sicurezza, né per i giovani militari, né tantomeno per lo spettatore.

‘Scegliere da che parte stare’ è il mantra che Wil si sente ripetere in continuazione mentre ogni cosa attorno a lui vortica furiosamente e il suo unico desiderio sembra essere arrestarsi, quale che sia la riva a cui è approdato. La storia, ammonisce il protagonista, non è un insieme di nomi e date mandati a memoria e gli uomini e le donne che hanno provato a fare la differenza con la loro resistenza e che sono scomparsi nei luoghi di tortura accuratamente rappresentati nel film non sempre trovano spazio nei libri scolastici. Qualcuno si è chiesto se poteva fare la differenza, qualcun altro ha chiuso gli occhi come chi non riesce a far altro che abbandonarsi al sonno in mezzo all’infuriare di una tormenta.

Wil Stef Aerts

Una fotografia gotica segue la storia nel suo inabissarsi verso l’orrore

Sotto una pioggia senza ritorno i protagonisti di Wil sembrano entrare in una dimensione parallela che sarebbe confortante poter definire distopica, quando invece sappiamo che dal punto di vista storico è tutto vero. La fotografia gotica di Robrecht Heyvaert costruisce una cappa opprimente intorno alla narrazione e diventa sempre più cupa nel suo seguire l’inabissarsi della vicenda fino ad un orrore indicibile, mostrato con una dovizia di dettagli che non può essere definita un’esagerazione stilistica. Le scelte di regia si muovono infatti lungo un duplice filone: la visione ravvicinata delle atrocità naziste che colpiscono il corpo con tecniche da tortura medievale battono alla porta della mente del protagonista, si chiamano all’assalto, ne sfondano la percezione finché, di lui, non rimane che una parvenza dell’essere umano che aveva creduto di essere.

In un orizzonte tanto compromesso, solo l’amore riesce a mantenere la sua forza in un contesto saturo di paura e a riscattare, anche solo a tratti, l’incedere curvo del protagonista attraverso le strade di una città che non riconosce più. La stretta relazione che si instaura tra Wil, Lode e la sorella di quest’ultimo, Yvette, interpretata da Annelore Crollet, ricorda a tratti la connessione profonda tra i giovani di The Dreamers di Bernardo Bertolucci, solo che qui non ci sono né il tempo né lo spazio per sognare e nessuna relazione può dirsi davvero al sicuro dalle insidie della follia nazista. 

 
 

Wikileaks Quinto Potere i character poster

Sono stati diffusi online da Impawards quattro character poster della nuova pellicola di Bill Condon dal titolo Wikileaks Quinto potere (The Fifth Estate). I poster, giocando sul contrasto tra “eroe” e “traditore”, raffigurano i protagonisti del film Benedict Cumberbatch e Daniel Daniel Bruhl.

wikileaks-quinto-poter

wikileaks-quinto-poter-2

wikileaks-quinto-poter-1

wikileaks-quinto-poter-4

Il film, che vede nel cast fra gli altri anche Laura Linney (The Big C), Carice van Houten (Game of Thrones), Dan Stevens (Downton Abbey) e Alicia Vikander (A Royal Affair, Anna Karenina), racconterà la storia della nascita di Wikileaks e del controverso rapporto fra i suoi fondatori, Julian Assange (Cumberbatch) e Daniel Domscheit-Berg (Bruhl).

Wikileaks Quinto potere uscirà nelle sale italiane il 17 ottobre 2013.

Fonte: Impawards

 
 

Wiener-Dog: il trailer del film con Danny DeVito e Greta Gerwig

Ecco il trailer dell’originale dark comedy Wiener-Dog, scritta da Todd Solondz (Happiness, Fuga dalla Scuola Media). Il film uscirà in USA il 24 giugno. Potete vedere di seguito il video diffuso in rete da Amazon StudiosIFC Films.

Wiener-Dog ha esordito al Sundance Film Festival.

Il film segue le vicende di un singolo cane e delle diverse persone con cui entra in contatto durante la sua breve vita. Dopo aver dato alcune lezioni di vita ad un giovane ragazzo, il miglior amico dell’uomo viene preso in custodia da una compassionevole veterinaria di nome Dawn Wiener. Wiener-DogIn seguito ad un ricongiungimento col passato il cane della ragazza passa nelle mani di un professore e poi in quelle di una donna anziana e della sua giovane nipote.

A interpretare questi personaggi che interagiscono con il cagnolino protagonista ci sono tanti volti noti e amati del cinema e della tv: Ellen Burstyn (Interstellar), Kieran Culkin (Scott Pilgrim vs. the World), Julie Delpy, Danny DeVito, Greta Gerwig (Mistress America), Tracy Letts (La Grande Scommessa) e Zosia Mamet (Girls).

 
 

Widows: Viola Davis e Michelle Rodriguez nel trailer del nuovo film di Steve McQueen

widows

La 20th Century Fox ha diffuso il primo trailer ufficiale di Widows, il nuovo film di Steve McQueen che torna alla regia cinque anni dopo 12 anni schiavo traducendo sul grande schermo la sceneggiatura di Gyllian Flinn (Gone Girl, Dark Places), a sua volta ispirata alla serie televisiva Le vedove.

Nel cast della pellicola, la cui uscita è fissata al 16 novembre 2018, Viola Davis, Michelle Rodriguez, Elizabeth Debicki, Colin Farrell e Liam Neeson.

Il film racconterà la storia di quattro donne che, dopo la morte dei rispettivi mariti  coinvolti nella stessa rapina, decideranno di regolare i conti con i loro assassini.

Widows – il primo trailer ufficiale

Leggi la recensione di Widows – Eredità Criminale

 
 

Widows – Eredità criminale: trama, cast e curiosità sul film

Widows - Eredità criminale film

Con appena quattro lungometraggi in tredici anni, il regista inglese Steve McQueen si è affermato come uno dei più interessanti cineasti del panorama internazionale. I suoi primi tre film Hunger, Shame e 12 anni schiavo si concentrano sul raccontare le ferite del corpo, dell’anima e la ricerca di libertà, per la quale è molto spesso necessario opporsi ai soprusi della legge. Con il suo quarto film, un heist movie puro, McQueen sembra solo apparentemente allontanarsi da queste tematiche, raccontandole invece sotto un punto di vista nuovo. Intitolato Widows – Eredità criminale e uscito nel 2018, anche questo si è affermato come un altro gioiello del regista premio Oscar.

Scritto dallo stesso McQueen insieme a Gillian Flynn, scrittrice nota per aver sceneggiato anche Gone Girl – L’amore bugiardo, il film è basato sull’omonima serie televisiva degli anni Ottanta, in Italia conosciuta come Le vedove. Nel proporre una propria versione di quella storia, McQueen vi inserisce però anche numerose tematiche sociali come la condizione femminile, la corruzione politica e il valore della diversità. Questo suo nuovo film, coerentemente con i precedenti realizzati, si rivela dunque essere un’opera fortemente politica, capace tanto di intrattenere con i canoni del genere quanto di spingere a riflessioni particolarmente profonde.

Widows – Eredità criminale (qui la recensione) conferma dunque il talento di McQueen, il quale trova ancora una volta lo stile giusto per raccontare una storia tematicamente complessa in un modo particolarmente godibile per gli occhi. Per gli amanti del suo cinema e non, si tratta di un film imperdibile. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama di Widows – Eredità criminale

Protagonista del film è Veronica Rawlins, felicemente sposata con Harry. La sua tranquillità, tuttavia, viene tragicamente spezzata quando il marito rimane ucciso durante un tentativo di rapina nei confronti del gangster Jamal Manning. Quest’ultimo si è da poco candidato per il distretto di Chicago contro Jack Mulligan, figlio del politico corrotto Tom, e non è intenzionato a lasciarsi mettere i bastoni tra le ruote. Poiché, oltre alla morte della banda composta da Harry e i suoi uomini, i soldi di Jamal finiscono bruciati in un incendio, egli decide di chiedere un risarcimento proprio a Veronica.

Non potendosi permettere di perdere più di quanto abbia già perso con la morte del marito, Veronica decide di mettere a segno un nuovo colpo, uno che Harry stava preparando e di cui aveva lasciato solo alcuni appunti. Per farlo, deciderà di coinvolgere anche Alice e Linda, anche loro rimaste vedove per lo stesso motivo di Veronica. A loro si unisce poi anche Belle O’Reilly e insieme iniziano ad organizzare il furto. Mettendo da parte le differenze e le tensioni tra di loro, le quattro si troveranno a dover dar prova della loro forza e indipendenza, sconfiggendo quel mondo maschile che sembra volerle tagliare fuori.

Widows - Eredità criminale cast

Widows – Eredità criminale: il cast del film

Ad interpretare Veronica Rawlins vi è la premio Oscar Viola Davis, qui in uno dei suoi ruoli da protagonista più memorabili. Al momento di prepararsi per il ruolo, l’attrice ha ricordato con grande sollievo il momento in cui McQueen le comunicò che avrebbe recitato senza utilizzare parrucche o simili, potendo dunque sfoggiare finalmente i suoi veri capelli. Accanto a lei, nel ruolo di Linda vi è invece l’attrice Michelle Rodriguez. Inizialmente, tuttavia, la Rodriguez non era interessata alla parte, credendo che Widows sarebbe stato un classo film di vendetta. Dopo aver incontrato McQueen, però, cambiò idea e assunse il ruolo. Per prepararsi al ruolo, l’attrice è stata seguita da un insegnante di recitazione, che l’ha aiutata a gestire le scene più emotivamente forti. Cynthia Erivo, attrice e cantante candidata all’Oscar è è Belle O’Reilly.

Ad interpretare il personaggio di Alice vi è invece Elizabeth Debicki, la quale fu fortemente voluta da McQueen dopo che questi la vide recitare a teatro. Poiché l’attrice è alta un metro e novanta, in molte scene la si vede seduta o inquadrata in modo tale da non risultare troppo più alta delle colleghe. Nel film recitano poi Liam Neeson nei panni di Harry Rawlins, mentre Manuel Garcia-Rulfo è Carlos, marito di Linda. Jon Bernthal è Florek Gunner, marito di Alice, mentre Jacki Weaver è la madre di lei, Agnieska. Nel ruolo di Jamal Manning si ritrova Brian Tyree Henry, mentre Daniel Kaluuya è suo fratello Jatemme. In ulimo, Colin Farrel e Robert Duvall recitano nei panni di Jack e Tom Mulligan, entrambi politici di Chicago.

Widows – Eredità criminale: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Widows – Eredità criminale è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili, Google Play e Rai Play. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 10 febbraio alle ore 21:20 sul canale Rai 2.

Fonte: IMDb

 
 

Widows – Eredità Criminale: recensione del film di Steve McQueen

Widows - Eredità Criminale

Steve McQueen deve aver preso molto sul serio il detto che dice “il cinema imita la vita” quando ha messo mano alla serie tv anni ’80 Le Vedove per realizzare il suo nuovo film: Widows – Eredità Criminale. Adattata per il cinema insieme a Gillian Flynn, la stessa de L’Amore Bugiardo (e relativo film di David Fincher), il film di McQueen, che arriva a cinque anni da 12 Anni Schiavo, è un riassunto delle più grandi questioni sociali che gli Stati Uniti, e il mondo in generale, stanno affrontando negli ultimi anni.

La trama di Widows – Eredità Criminale

Temi caldi come la condizione femminile, la corruzione politica, il valore della diversità etnica trovano tutti spazio nella storia che vede un cast corale di alto profilo che porta al centro un diamante nero: Viola Davis. La storia è quella di quattro donne che, rimaste vedove, dovranno trovare il modo di sopravvivere senza i loro compagni e mariti. Donne diverse, per estrazione sociale e carattere, che trovano uno scopo comune nella ricerca di un’indipendenza che non hanno mai avuto.

Widows - Eredità CriminaleLondinese di nascita, già con 12 Anni Schiavo Steve McQueen si è spostato negli Stati Uniti. Adottando uno stile più “commerciale”, McQueen allarga il suo sguardo e il suo pubblico, senza rinunciare alla personalità registica, e rivelandosi attento anche a dinamiche pubbliche non strettamente legate a ciò che ha sempre raccontato, e riuscendo con lucidità a inserire riflessioni e ossessioni che appartengono al suo linguaggio.

Widows – Eredità Criminale si muove in una terra di mezzo che abbraccia l’heist movie, il thriller, il dramma, rivelandosi anche riflessione sociale sul riscatto e la forza delle donne che, messe alle corde, trovano dal nulla la forza di sopravvivere e di porre rimedio, qui in modo fortunoso, agli errori commessi dai mariti, irrimediabilmente egoisti e miopi. Il maschio non ne esce certo bene, e questo forse è un limite per il film che si schiera troppo nettamente nella “lotta trai sessi”.

Un lucido sguardo alla contemporaneità

Widows - Eredità CriminaleQuesto non impedisce al film di essere un quadro lucido e spesso cinico della contemporaneità, un approccio che eleva il film dalla sua oggettiva appartenenza ai generi e lo rende un saggio di quello che succede oggi negli Stati Uniti e un po’ in tutto il mondo. Non si rinuncia, ovviamente, alla riflessione anche politica e in questo Gillian Flynn dimostra la sua bravura nell’intagliare con pochi dialoghi dinamiche di potere legate a un maschilismo cieco, principale nemico del dialogo.

A questo unidirezionale patriarcato che agisce a tutti i livelli della società, alla luce del sole delle elezioni e all’ombra dei colpi da milioni di dollari, le protagoniste si ergono come eroine tragiche, guidate dalla Veronica di Viola Davis che giganteggia, senza però mettere in ombra le bravissime Elizabeth Debicki, Michelle Rodriguez e l’esordiente Cynthia Erivo.

Per mettere in scena quest’apparato tematico stratificato, McQueen si serve di una storia al quarzo, che intreccia piani narrativi, trame individuali e svolte non troppo sorprendenti ma comunque efficaci, che fanno di Widows – Eredità Criminale, non solo un buon saggio sulla società contemporanea, ma anche un ottimo e solido film.

 
 

Widows – Eredità Criminale: la lezione di KravMaga

In occasione dell’uscita di Widows – Eredità Criminale, la 20Th Century Fox ha organizzato una lezione di KravMaga. Di seguito il video della nostra esperienza:

Il trailer di Widows – Eredità Criminale

Widows – Eredità Criminale è il nuovo film di Steve McQueen, che torna alla regia cinque anni dopo 12 anni schiavo traducendo sul grande schermo la sceneggiatura di Gyllian Flinn (Gone Girl, Dark Places), a sua volta ispirata alla serie televisiva Le vedove.

Nel cast della pellicola, la cui uscita è fissata al 16 novembre 2018, Viola Davis, Michelle Rodriguez, Elizabeth Debicki, Colin Farrell e Liam Neeson.

Il film racconterà la storia di quattro donne che, dopo la morte dei rispettivi mariti  coinvolti nella stessa rapina, decideranno di regolare i conti con i loro assassini.

Leggi la recensione di Widows – Eredità Criminale

 
 

Widows – Eredità criminale: l’anteprima a Fondazione Prada

Il 14 Novembre 20th Century Fox Italia in collaborazione con Fondazione Prada ha presentato in anteprima nazionale Widows – Eredità Criminale, il nuovo folgorante thriller del Premio Oscar Steve McQueen in uscita al cinema dal 15 novembre. Una serata speciale ad inviti per 200 selezionati ospiti, accolti alle ore 19:30 con un cocktail al Bar Luce seguito dalla proiezione del film al Cinema della Fondazione Prada che nel 2005 ha presentato la prima personale in Italia del regista e artista inglese.

Tra i partecipanti all’esclusivo evento, oltre alla speaker radiofonica di Radio DeeJay La Pina e alla “Iena” Nina Palmieri, il regista Premio Oscar® Gabriele Salvatores, gli artisti Lupo Borgonovo e Gió Marconi e la blogger Tamu McPherson. Gli ospiti hanno potuto visitare privatamente anche la mostra “Sanguine. Luc Tuymans on Baroque”, attualmente in corso negli spazi della fondazione.

Di seguito, le immagini della serata:

Il thriller diretto dal Premio Oscar Steve McQueen (12 Anni Schiavo, Shame) e scritto da Gillian Flynn (Sharp Objects, L’Amore Bugiardo – Gone girl) racconta la storia di quattro donne che si cimentano in un’impresa di cui nessuno le riteneva in grado. Il Premio Oscar® Viola Davis (The Help, Le Regole Del Delitto Perfetto) guida un gruppo eccezionale di donne formato da Michelle Rodriguez (Sin City, Avatar), Cynthia Erivo (7 Sconosciuti A El Royale) ed Elizabeth Debicki (Il Grande Gatsby, Guardiani della Galassia Vol.2).

Widows – Eredità criminale: Viola Davis e Michelle Rodriguez nel trailer del nuovo film di Steve McQueen

Nel cast maschile di Widows – Eredità Criminale Liam Neeson (Schindler’s List, Io vi troverò – Taken), il Premio Oscar© Robert Duvall (Il Padrino, Apocalypse Now), Colin Farrell (In Bruges – La coscienza dell’assassino, End of justice – Nessuno è innocente), Daniel Kaluuya (Scappa – Get Out), Jon Bernthal (The Walking Dead, Baby Driver – Il genio della fuga),

Film d’apertura del London Film Festival, Widows – Eredità Criminale è stato acclamato dalla critica internazionale per aver saputo combinare in maniera magistrale suspense, azione e tematiche sociali.

SINOSSI

Ambientato nella Chicago dei nostri giorni, in un periodo di agitazione e tumulti, quattro donne, senza nulla in comune tranne il debito lasciato dalle attività criminali dei mariti, uccisi durante un colpo andato male, decidono di unirsi e prendere in mano le redini dei loro destini.

Leggi la recensione di Widows – Eredità Criminale

 
 

Widow Clicquot: recensione del film con Haley Bennett e Tom Sturridge – #RoFF18

Widow Clicquot film recensione

Bianco e nero. Vita e lutto. Due colori che simboleggiano lo stato d’animo di Barbe-Nicole Ponsardin Clicquot, la vedova Clicquot, vissuta tra il 1777 e il 1866. Widow Clicquot di Thomas Napper racconta la storia vera della “Grande Dame della Champagne”, che sposando François Clicquot divenne poi ereditiera dei vuoi vitigni e della sua attività, dopo la sua morte, in un momento storico in cui alle donne era severamente vietato dalla legge gestire attività di così alto profitto. Haley Bennett e Tom Sturridge guidano il cast del film di Thomas Napper che sarà proiettato alla Festa del Cinema di Roma dopo aver ricevuto l’anteprima al Tiff 2023 dove ha riscosso un discreto successo.

Widow Clicquot, la trama

Determinata a portare avanti le teorie del marito sulla chimica del suolo, sulla configurazione delle viti e sulle tecniche rivoluzionarie di imbottigliamento, Barbe-Nicole scommette sulla prossima vendemmia e sul proprio blend di spumanti. Sfidando la capricciosità delle stagioni, l’aggressivo concorrente Monsieur Moët e il codice napoleonico del 1804 che vieta alle donne di gestire le aziende, l’elegante e luminosa vedova si gioca il tutto per tutto. Una donna imprenditrice che diventa il punto di riferimento di un marito visionario, incompreso e volubile. Thomas Napper – con il contributo di Joe Wright – realizza un film dove gli altopiani francesi si mescolano alla brughiera inglese, mani e dita che si toccano e intrecciano, in questa storia d’amore tormentata ma romantica. La prima sequenza iniziale di Widow Clicquot, infatti, ricorda molto Orgoglio e Pregiudizio del 2005 – film per altro diretto da Wright.

Dopo la morte prematura del coniuge Barbe-Nicole è ancora innamorata e affascinata dagli esperimenti d’avanguardia di François. Chiamata Veuve (la parola francese per indicare la vedova) all’età di 27 anni, è determinata a proteggere l’eredità della sua famiglia e a sfidare con coraggio gli uomini – e lo Stato – intenzionati a privarla dei suoi vigneti. Più volte nel corso di Widow Clicquot viene sottovalutata, messa in discussione e additata come la rovina dell’azienda e del buon nome della famiglia del marito. Ancora una volta, come molte volte è successo nelle filmografie di questo ultimo anno (da Women Talking – Il diritto di scegliere a Tàr), il cinema viene utilizzato come specchio della contemporaneità portando storie di donne intraprendenti e audaci che devono combattere in un ambiente prettamente maschile.

Widow Clicquot film

Il segreto della perfetta felicità

Mentre la storia di Barbe-Nicole come imprenditrice di vino e champagne cresce, parallelamente tramite dei flashback assistiamo all’inizio del declino della storia d’amore tra lei e il marito. Il giovane François Clicquot è un visionario tormentato e come tale è sopraffatto dalle sue stesse idee. Dalla continua ricerca della perfezione, la telecamera che si sofferma su ogni singolo chicco di uva e una storia d’amore che viene raccontata come un diario a cuore aperto tra due anime affini che incontrano in un balletto di parole. La continua ricerca della perfezione nel lavoro come anche nella vita cercando di manipolare tutto dalla racconta all’imbottigliamento. Alla fine di Widow Clicquot per quanto il personaggio di Tom Sturridge cerchi di appoggiarsi alla moglie si ritrova solo a combattere contro i suoi stessi demoni dai quali alla fine viene vinto.

Barbe-Nicole, invece, si dimostra non solo meno volubile del marito ma anche in grado di gestire il peso di tutta una azienda e di intere famiglie che lavorano per lei. Rimasta vedova a ventisette anni, la sua unica colpa è non essere un uomo, non far parte di quella cerchia di ricchi viticoltori che si avvicinano a lei per esortarla a vendere un pezzo delle sue proprietà. Il pugno duro con chiunque osi avvicinarsi alle sue terre e alle sue creazioni faranno di Barbe una delle prime imprenditrici del settore dell’enologia le cui creazioni saranno copiate e prese come riferimento dai posteri.

Sei sempre stata tu

La narrazione di Widow Clicquot oscilla tra presente e passato e mette anche al centro la figura di Barbe come giovane donna. Prima in bianco mentre vive l’amore giovanile con cui condivide sogni e speranze. Poi in nero, la morte dell’amore della sua vita, partner sul lavoro. Un lavoro che impara ad amare grazie allo sguardo visionario del marito che la rende partecipe di ogni nuova miscela innovativa. Lui stesso è consapevole dell’importanza della moglie nella sua vita, tanto da affidarle dopo la sua morte tutta l’azienda. Una donna resiliente che anche alla fine, durante il processo alla quale è sottoposta davanti agli occhi di una giuria composta da uomini giudicanti, non si lascia sopraffare rimarcando il punto sulla sua indipendenza e sulla mutevolezza degli esseri umani, fortunatamente, mai uguali a sé stessi.

“Sono felice di essere una donna anche se questo significa perdere i diritti degli uomini”

 
 

Widow Clicquot, Thomas Napper e il cast raccontano il film – #RoFF18

Widow Clicquot, il nuovo film di Thomas Napper, ci porta a Champagne dove Barbe-Nicole Clicquot, rimasta vedova deve affrontare un mondo governato da soli uomini, ereditando l’azienda di famiglia del marito. Purtroppo, in un periodo storico dove anche le leggi sono a suo sfavore, Barbe-Nicole (interpretata da Haley Bennett, che è anche produttrice del film) dimostrerà grande determinazione e spirito di innovazione che la faranno contraddistinguere ancora oggi per le sue importanti scoperte. La protagonista ha raccontato il suo personaggio definendolo un incontro, “come se ci si innamorasse” paragonando questa esperienza ai suoi precedenti ruoli e sentendosi arricchita di qualcosa di più di una semplice interpretazione.

“Il ruolo di Barbe è un ruolo particolare perché non si parla solo di femminismo ma anche di lutto. Ci sono pochi ruoli che cercano di raccontare questo tipo di esperienza femminile e pochi uomini che hanno il coraggio e si prendono le responsabilità di raccontarla. Nel personaggio c’è tutta me stessa, ma è quello che cerco di fare con tutti i miei personaggi. Io amo recitare ma amo ancora di più preparare e in un certo senso innamorarmi dei ruoli che vado a fare perché quando prepari un personaggi instauri una relazione con esso”, ha detto Haley Bennett per poi continuare: “Ho conosciuto la storia della vedova Clicquot mentre stavo girando un altro film. Ero in Sicilia per le riprese di Cyrano e una mia amica, che lavora come sommelier, mi ha dato un libro che raccontava la storia dei Clicquot e di Barbe-Nicole. L’ho letto e sono rimasta incantata dalla storia di questa donna che, rimasta vedova, ha preso in mano l’azienda del marito e l’ha resa la più grande”. 

Widow Clicquot film

Thomas Napper: “Ci sono diversi riferimenti artistici”

Quali sono i riferimenti a cui ti sei ispirato per il film?

Thomas Napper: “Vengo da una famiglia di pittori. La mia casa ha sempre profumato di questo particolare aroma di pittura ad olio. Un dipinto che invece mi ha è stato d’ispirazione è la Danza della vita di Edvard Munch. Al centro una giovane coppia danza. Sembrano essersi fusi insieme. Il vestito rosso della donna si avvolge intorno alla gamba dell’uomo. Ai lati della coppia c’è una donna. Da sinistra viene verso di noi una giovane donna vestita di bianco, luminosa e felice. A destra si trova una donna vestita di nero, rigida e seria. Che sono le due anime che descrivono Barbe-Nicole all’interno del film. Mi piaceva che il film fosse “massimalista”, al contrario nella mia famiglia sono minimalisti.”

“Mi piace che ci siano libri e oggetti vari ma quello che abbiamo che abbiamo cercato di fare durante le riprese del film è effettivamente togliere tutti gli oggetti che non fossero necessari. Un’altra cosa che abbiamo voluto portare nel film è proprio il cambiamento nella vita di Barbe-Nicole. Inizia tutto in questa casa borghese e andando avanti tutto assume un’estetica ben precisa, sempre più asciutta. Mi sono accorto che più toglievo, più il personaggio risaltava. Anche il fatto che il film si riduca a una sola ambientazione, dice molto sul personaggio, perché volevo che tutti fossero vicini alla casa e all’azienda, che si percepisse il legame con il territorio”.

Widow Clicquot film recensione

Tom Sturridge interpreta Francois in Widow Clicquot, un personaggio vittima della perfezione

Dopo la prima stagione di Sandman torni a interpretare un personaggio complicato. Da Morfeo, il dio dei sogni, a Francois che invece ha un sogno e cerca la perfezione. Quali credi che siano le connessioni tra questi due personaggi. 

Tom Sturridge: “Sono entrambi connessi ai sogni. Francois è un sognatore e ha una forte connessione con la sua fantasia che lo disconnette dal reale che è quello che lo rende un personaggio meraviglioso ma che, come vediamo, alle volte può essere frustante. Diciamo che entrambi sono i custodi dei loro sogni.”

 
 

Wicked: Stephen Daldry abbandona il progetto

wicked

Il film Wicked, l’adattamento tanto atteso prodotto da Universal del musical di successo di Broadway, ha trovato un grosso ostacolo sulla sua strada. Il regista Stephen Daldry ha lasciato il film a causa di conflitti di programmazione. Wicked è in sviluppo da oltre un decennio ed è stato recentemente tolto dal programma delle uscite della Universal a causa della pandemia. I membri del cast non sono stati annunciati.

La Universal aveva inizialmente previsto che il film uscisse durante le vacanze nel 2019, ma alla fine ha distribuito l’adattamento di Cats di Tom Hooper in quella data e ha spostato Wicked a dicembre 2021. Dopo che la pandemia di coronavirus ha colpito e costretto le sale cinematografiche e la produzione cinematografica a chiudere, lo studio ha dovuto rimescolare di nuovo il suo programma, spostando ancora Wicked sul suo tabellone.

L’uscita del regista dal progetto rende la situazione ancora più grave e il rischio per il film è che passerà ancora molto tempo prima che possa raggiungere la sala.

Fonte: Variety

 
 

Wicked: recensione della prima parte del musical con Cynthia Erivo e Ariana Grande

A distanza di anni dalla prima notizia che il musical di successo sarebbe arrivato al cinema, finalmente Wicked – Parte 1 è disponibile in sala, con Universal Pictures Italia, per incantare sia i fan dello spettacolo di Broadway sia il pubblico generalista, portato in sala dalla magica (e massiccia) promozione che sta accompagnando il film. Cynthia Erivo e Ariana Grande guidano un progetto ambiziosissimo, come accennato, la prima delle due parti previste per il maestoso progetto che però è in grado di reggere benissimo anche da sola. Wicked è un adattamento sontuoso e sorprendentemente attuale, che offre una nuova prospettiva sulla dicotomia tra buoni e cattivi, interrogandosi sulle ragioni del male.

Come mai esiste il male? La grande domanda esistenziale di Wicked

Come sappiamo da Il Mago di Oz, la Strega Cattiva dell’Ovest è la villain della storia, d’altronde il nome è inequivocabile! Tuttavia, in Wicked cerchiamo di capire cosa l’ha resa tale, tanto che la domanda che fa detonare la storia è: come mai esiste il male? È una cosa che nasce con noi o che ci viene instillata? L’enormità, la complessità della risposta che una tale domanda richiede ci porta dentro la storia, in cui la cattiveria di Elphaba (la futura Wicked Witch, appunto) e la bontà di Galinda (quella che diventerà la Strega Buona del Nord) vengono in qualche modo ribaltate, diventando caratteristiche sfumate e mutevoli.

Basato sul romanzo di Gregory Maguire e sull’iconico musical di Broadway del 2003, il film esplora i temi di discriminazione, paura dell’altro e manipolazione politica. Questi motivi, già potenti al debutto teatrale, risultano ancora più incisivi in un clima politico globale sempre più polarizzato e incerto.

Wicked è un trionfo visivo e musicale

Diretto da Jon M. Chu, già noto per In the HeightsWicked è un trionfo visivo e musicale. Il regista abbraccia un’estetica massimalista che combina il tecnicolor degli anni ’30 con le moderne tecniche di CGI. Dai campi di papaveri digitali alla strada di mattoni gialli, ogni fotogramma è un’esplosione di dettagli e colori che incanta e sovrasta, oltre a essere una vera e propria coccola per gli appassionati del mondo di Oz. Questa attenzione al dettaglio si riflette anche nei costumi di Paul Tazewell e nelle scenografie art déco della Città di Smeraldo, magnificenza pura. Il risultato è un film che sembra un’opera d’arte in movimento, progettata per il grande schermo e destinata a lasciare senza fiato.

Cynthia Erivo e Ariana Grande sono mozzafiato

Così come senza fiato lasciano le performance di Cynthia Erivo e Ariana Grande. La prima, nei panni neri e nella pelle verde di Elphaba, è il cuore del film. Con il suo carattere complesso, Elphaba viene interpretata con una profondità emotiva straordinaria. Erivo non si limita a impressionare vocalmente; la sua performance offre sfumature che invitano lo spettatore a comprendere il dolore e l’isolamento del personaggio. Laddove Idina Menzel ha dato un’interpretazione epica e teatrale a Broadway, Erivo opta per un approccio più intimo e cinematografico, che si adatta perfettamente al mezzo e entra a fondo dentro la particolarità di chi a “troppo a cuore” le ferite del mondo che la circonda. La sua versione di “Defying Gravity“, momento iconico del musical, è emozionante e visivamente spettacolare.

Ariana Grande, invece, affronta il compito impegnativo di reinterpretare Glinda, la Strega Buona. Grande, con il suo look da bambola di porcellana e una intonazione impeccabile, incarna l’apparente perfezione del personaggio. Si cimenta con coraggio in una performance comica che però non regge il confronto con quella che Kristin Chenoweth ha reso celebre a Broadway. La sua Glinda è rigida, il che potrebbe anche essere una scelta consapevole per enfatizzare l’ipocrisia e l’egocentrismo del personaggio, in attesa di una trasformazione redentrice.

Il cast di supporto regge il confronto

Anche i comprimari fanno grande sfoggio di sé. Michelle Yeoh è una presenza magnetica come Madame Morrible, mentre Jeff Goldblum, nei panni del Mago di Oz, porta il giusto equilibrio tra fascino e inquietudine. Jonathan Bailey si distingue come Fiyero, un personaggio che promette molte più sfaccettature di quante questa prima parte abbia mostrato.

Dal punto di vista musicale, Wicked rimane fedele al materiale originale, pur con degli aggiustamenti che il cambio di linguaggio richiedeva: la sequenze di “Dancing Through Life” e “Popular” in particolare, sono state arricchite con coreografie spettacolari e una regia lucida e ordinata, che non rinuncia a evoluzioni ardite e che riesce a sfruttare a pieno la dinamicità del cinema, rispetto alla staticità del teatro.

Alcuni punti in sospeso

Considerato che la durata di questa prima parte coincide con la durata del musical, e soprattutto visto che il film si interrompe su un arco narrativo principale apparentemente chiuso, sarà interessante capire in che modo la seconda parte affronterà quel che rimane della storia e soprattutto in che modo farà luce su alcuni dettagli che sono rimasti volutamente in ombra, come l’origine della pelle verde di Elphaba oppure la sua vulnerabilità all’acqua. Ci aspettiamo anche che il discorso politico del film venga portato avanti e approfondito: già in questa prima parte, la persecuzione degli animali parlanti sembra un’allegoria, neanche troppo velata, della discriminazione razziale e della xenofobia. Ma forse il discorso potrebbe assumere dei contorni più definiti.

Wicked è un’esperienza cinematografica gloriosa ed emozionante, che non solo rende giustizia al musical originale, ma lo espande, rendendolo accessibile a una nuova generazione di spettatori. Con performance memorabili, una colonna sonora senza tempo e una produzione visivamente sbalorditiva, il film di Jon M. Chu si conferma uno dei musical imperdibili degli ultimi anni.

 
 

Wicked: Parte Uno, primo trailer dell’atteso musical

Durante il Super Bowl, è stato rilasciato il primo trailer di Wicked: Parte Uno, che anticipa la prima parte dell’adattamento cinematografico dell’iconico musical. L’uscita del film è prevista per mercoledì 25 novembre 2024.

L’imminente adattamento cinematografico è basato sull’acclamato musical di Broadway, a sua volta tratto dal romanzo di Gregory Maguire del 1995 Wicked: The Life and Times of the Wicked Witch of the West (La vita e i tempi della strega cattiva dell’Ovest), a sua volta basato sul classico romanzo di L. Frank Baum del 1900 Il meraviglioso mago di Oz e sul film del 1939 Il mago di Oz.

Wicked racconta la storia di due amiche, Elphaba e Glinda, che lottano per mantenere la loro amicizia mentre si allontanano. La storia è un prequel de Il mago di Oz, ma la trama contiene anche eventi successivi all’arrivo di Dorothy a Oz.

“Wicked, la storia mai raccontata delle streghe di Oz, vede protagonista la star vincitrice di Emmy, Grammy e Tony Cynthia Erivo (Harriet, The Color Purple a Broadway) nel ruolo di Elphaba, una giovane donna incompresa a causa della sua insolita pelle verde, che deve ancora scoprire il suo vero potere, e l’artista multi-platino e superstar globale vincitrice di Grammy Ariana Grande nel ruolo di Glinda, una giovane donna popolare, dorata dal privilegio e dall’ambizione, che deve ancora scoprire il suo vero cuore“, si legge nella descrizione ufficiale.

Le due si incontrano come studenti della Shiz University nella fantastica Terra di Oz e stringono un’improbabile ma profonda amicizia. Dopo un incontro con il meraviglioso Mago di Oz, la loro amicizia giunge a un bivio e le loro vite prendono strade molto diverse. Il desiderio di popolarità di Glinda la vede sedotta dal potere, mentre la determinazione di Elphaba a rimanere fedele a se stessa e a coloro che la circondano avrà conseguenze inaspettate e sconvolgenti sul suo futuro. Le loro straordinarie avventure a Oz le vedranno infine realizzare i loro destini come Glinda la Buona e la Strega Malvagia dell’Ovest“.

Il musical teatrale Wicked ha vinto tre Tony Award ed è adattato dal romanzo bestseller di Gregory Maguire dalla scrittrice Winnie Holzman e dal compositore e paroliere tre volte premio Oscar Stephen Schwartz. Holzman e Schwartz stanno attualmente collaborando all’adattamento della sceneggiatura.