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Masters of Sex 2: foto dalla seconda stagione

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Ecco undici nuove immagini promozionali da Masters of Sex 2, attesa seconda stagione della serie Showtime.

PER VEDERE LE FOTO CLICCA SULL’IMMAGINE A SEGUIRE

Masters-Of-Sex-3In Masters of Sex 2, oltre ad aspettarci che Virginia e Bill cambino il loro metodo di studio, un personaggio principale sarà molto vicino alla morte, due personaggi ricorrenti usciranno di scena ed infine, Greg Grunberg ritornerà nello show.

Masters of Sex è una serie televisiva statunitense di genere drammatico creata da Michelle Ashford, che ha debuttato il 29 settembre 2013 sul canale via cavo Showtime. È basata sulla biografia di Thomas Maier Masters of Sex: The Life and Times of William Masters and Virginia Johnson.

La serie ha per protagonisti Michael Sheen e Lizzy Caplan, che interpretano i reali pionieri della sessualità umana, il sessuologo William Masters e la psicologa Virginia Johnson, raccontando le loro vite e le loro ricerche che hanno segnato la rivoluzione sessuale.

La serie racconta la vicenda vera di William Masters e Virginia Johnson ginecologo il primo e psicologa la seconda, che compirono negli anni ’60 in un ospedale americano una ricerca “sul campo” sulla fisiologia umana durante il sesso.

La prima stagione è stata trasmessa in prima visione assoluta sul canale Showtime dal 29 settembre al 15 dicembre 2013, la seconda verrà trasmessa dal 13 luglio al 28 settembre 2014. In Italia la prima stagione viene trasmessa su Sky Atlantic dal 9 giugno 2014, la seconda è inedita.

Masters of Sex 2: clamorose anticipazioni sulla prossima stagione

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Masters of Sex 2Si è conclusa con ottimi risultati la prima stagione e oggi vi segnaliamo le prime anticipazioni su Masters of Sex 2, l’atteso secondo ciclo di episodi della serie basata sulla biografia di Thomas Maier Masters of Sex: The Life and Times of William Masters and Virginia Johnson.

In Masters of Sex 2, oltre ad aspettarci che Virginia e Bill cambino il loro metodo di studio, un personaggio principale sarà molto vicino alla morte, due personaggi ricorrenti usciranno di scena ed infine, Greg Grunberg ritornerà nello show.

Masters of Sex è una serie televisiva statunitense di genere drammatico creata da Michelle Ashford, che ha debuttato il 29 settembre 2013 sul canale via cavo Showtime. È basata sulla biografia di Thomas Maier Masters of Sex: The Life and Times of William Masters and Virginia Johnson.

La serie ha per protagonisti Michael Sheen e Lizzy Caplan, che interpretano i reali pionieri della sessualità umana, il sessuologo William Masters e la psicologa Virginia Johnson, raccontando le loro vite e le loro ricerche che hanno segnato la rivoluzione sessuale.

La serie racconta la vicenda vera di William Masters e Virginia Johnson ginecologo il primo e psicologa la seconda, che compirono negli anni ’60 in un ospedale americano una ricerca “sul campo” sulla fisiologia umana durante il sesso.

La prima stagione è stata trasmessa in prima visione assoluta sul canale Showtime dal 29 settembre al 15 dicembre 2013, la seconda verrà trasmessa dal 13 luglio al 28 settembre 2014. In Italia la prima stagione viene trasmessa su Sky Atlantic dal 9 giugno 2014, la seconda è inedita.

Masters of Sex 2: anticipazioni sulla prossima stagione

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Manca molto all’inizio di Masters of Sex 2, secondo ciclo di episodi della serie di successo targata Showtime e con protagonisti Michael Sheen e Lizzy Caplan.

In Masters of Sex 2, wedremo il Dott. Langham essere ancora più spietato e a ruota libera nella nuova stagione. Intanto cercherà di riorganizzare la sua vita senza successo e con qualche risata.

Masters of Sex 2Masters of Sex è una serie televisiva statunitense di genere drammatico creata da Michelle Ashford, che ha debuttato il 29 settembre 2013 sul canale via cavo Showtime. È basata sulla biografia di Thomas Maier Masters of Sex: The Life and Times of William Masters and Virginia Johnson.

La serie ha per protagonisti Michael Sheen e Lizzy Caplan, che interpretano i reali pionieri della sessualità umana, il sessuologo William Masters e la psicologa Virginia Johnson, raccontando le loro vite e le loro ricerche che hanno segnato la rivoluzione sessuale.

La serie racconta la vicenda vera di William Masters e Virginia Johnson ginecologo il primo e psicologa la seconda, che compirono negli anni ’60 in un ospedale americano una ricerca “sul campo” sulla fisiologia umana durante il sesso.

Masters of Sex 2, Erin Cummings nel cast

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Masters of Sex 2 ERIN CUMMINGSSi è chiusa con ottimi risultati la prima stagione e oggi vi segnaliamo alcune anticipazioni di Masters of Sex 2, l’atteso secondo ciclo di episodi della serie di successo con protagonisti Michael Sheen e Lizzy Caplan. Si tratta di una new entry nel cast, ovvero dell’attrice Erin Cummings che interpreterà Kitty.

Kitty è una prostituta di alto borgo che ha un’attitudine sbrigativa, è intelligente, calcolatrice e anche attenta. Kitty sarà centrale nella ricerca condotta da Masters e Johnson. Come si legge su Variety, Eric Cummings potrebbe anche diventare regolare nella serie TV di Showtime che si prepara al suo ritorno in Tv il 13 luglio

Masters of Sex è una serie televisiva statunitense di genere drammatico creata da Michelle Ashford, che ha debuttato il 29 settembre 2013 sul canale via cavo Showtime. È basata sulla biografia di Thomas Maier Masters of Sex: The Life and Times of William Masters and Virginia Johnson.

La serie ha per protagonisti Michael Sheen e Lizzy Caplan, che interpretano i reali pionieri della sessualità umana, il sessuologo William Masters e la psicologa Virginia Johnson, raccontando le loro vite e le loro ricerche che hanno segnato la rivoluzione sessuale.

Masterminds: trailer del film con Zach Galifianakis e Kristen Wiig

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Non c’è bisogno di essere una grande mente criminale per realizzare una delle più grandi rapine in contanti mai avvenute sul suolo americano, lo testimonia il trailer della nuova action-comedy  Masterminds, basata su un vero fatto di cronaca, diretta da Jared Hess (Napoleon Dynamite), e interpretato da Zach Galifianakis, Owen Wilson, Kristen Wiig e Jason Sudeikis.

Ecco la trama ufficiale:

David Ghantt (Zach Galifianakis) scopre il vero senso dell’avventura ben oltre i suoi sogni più sfrenati. È un uomo semplice bloccato in una vita monotona. Giorno dopo giorno guida un veicolo blindato, trasportando milioni di denaro altrui. L’unico barlume di eccitazione è la sua civettuola cotta sul lavoro Kelly Campbell (Kristen Wiig), che presto lo attira nel colpo di una vita. Insieme ad un gruppo di criminali da strapazzo, guidati da Steve Chambers (Owen Wilson) e con un piano assurdo per una rapina, David riesce nell’impossibile e si da alla fuga con 17 milioni di dollari in contanti. L’unico problema è che mette stupidamente il denaro nelle mani di questo selvaggio gruppo di doppiogiochisti che lo trascineranno inesorabilmente verso il fallimento con i banditi che bruciano milioni in ridicoli e sontuosi beni di lusso lasciandosi alle spalle una scia lampante di prove. Ora in fuga e braccato, David deve schivare le autorità, eludere un esilarante sicario, Mike McKinney (Jason Sudeikis), e provare a cambiare le carte in tavola.masterminds poster

Il ruolo di protagonista poi andato a Galifianakis sarebbe dovuto essere di Jim Carrey; nel cast troviamo anche Mary Elizabeth Ellis, Kate McKinnon, Ken Marino e Devin Ratray.

Insieme al trailer è stato pubblicato anche il primo poster della pellicola, che uscirà il 7 agosto 2015 nei cinema statunitensi.

Masterminds: nuovo trailer della commedia con Zach Galifianakis e Kristen Wiig

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È on line il nuovo trailer di Masterminds – I geni della truffa, insieme ad un nuovo poster.

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La commedia d’azione, diretta da Jared Hess (Napoleon Dynamite, Nacho Libre), racconta una storia ispirata a fatti realmente accaduti: la nota rapina alla Loomis Fargo Bank a Charlotte, nel North Carolina, nel 1997.

David Ghantt (Zach Galifianakis) è un camionista di veicoli blindati che trascorre un’esistenza piuttosto monotona: l’unico barlume di eccitazione è dato dalla sua provocante collega Kelly Campbell (Kristen Wiig). Insieme ad un gruppo di maldestri criminali guidati da Steve Chambers (Owen Wilson) mette a segno una rapina di 17 milioni di dollari. I banditi si lasciano però alle spalle una scia di prove, consistenti soprattutto in acquisti sfrenati di beni di lusso. David si vede perciò costretto ad eludere i poliziotti, sopravvivere ad un sicario (Jason Sudeikis), e cercare di ribaltare la situazione dei doppiogiochisti che l’hanno incastrato facendone il capro espiatorio della situazione.

Jared Hess dirige per la prima volta un film non scritto da lui: la sceneggiatura è stata curata infatti da Emily Spivey, Jody Hill, Danny McBride, Chris Bowman e Hubbel Palmer.
La commedia uscirà negli Stati Uniti il 19 agosto.

Fonte: Collider

La locandina di Masterminds - I geni della truffa.
La locandina di Masterminds – I geni della truffa.

Masterminds: nuovo poster del film con Zach Galifianakis

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Masterminds: nuovo poster del film con Zach Galifianakis

Pubblicato un nuovo poster della commedia Masterminds – I geni della truffa, con l’attore comico Zach Galifianakis. Diamogli uno sguardo.

Masterminds-poster

La commedia d’azione, diretta da Jared Hess (Napoleon Dynamite, Nacho Libre), racconta una storia ispirata a fatti realmente accaduti: la nota rapina alla Loomis Fargo Bank a Charlotte, nel North Carolina, nel 1997.

mastermindsDavid Ghantt (Zach Galifianakis) è un camionista di veicoli blindati che trascorre un’esistenza piuttosto monotona: l’unico barlume di eccitazione è dato dalla sua provocante collega Kelly Campbell (Kristen Wiig). Insieme ad un gruppo di maldestri criminali guidati da Steve Chambers (Owen Wilson) mette a segno una rapina di 17 milioni di dollari. I banditi si lasciano però alle spalle una scia di prove, consistenti soprattutto in acquisti sfrenati di beni di lusso. David si vede perciò costretto ad eludere i poliziotti, sopravvivere ad un sicario (Jason Sudeikis), e cercare di ribaltare la situazione dei doppiogiochisti che l’hanno incastrato facendone il capro espiatorio della situazione.

Jared Hess dirige per la prima volta un film non scritto da lui: la sceneggiatura è stata curata infatti daEmily Spivey, Jody Hill, Danny McBride, Chris Bowman e Hubbel Palmer.
La commedia uscirà negli Stati Uniti il 19 agosto.

Fonte

 

Masterminds I geni della Truffa: Trailer con Zach Galifianakis e Owen Wilson

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Guarda il Trailer italiano del film Masterminds I geni della Truffa di Jared Hess con un cast d’eccezione composto da Zach Galifianakis, Owen Wilson, Kristen Wiig e Jason Sudeikis. Insieme formano un’improbabile quanto comica banda di ladri capace, però, di rubare ben 17 milioni di euro!

Masterminds I geni della TruffaTratto da un evento realmente accaduto alla fine degli anni ’90 nella Carolina del Nord, MISTERMINDS – I GENI DELLA TRUFFA si prepara a farvi divertire…

Masterminds – I geni della truffa: trama, cast e la vera storia dietro al film

Il detto “la realtà supera la fantasia” è quanto mai vero e si riconferma tale grazie a storie talmente incredibili da sembrare possibili soltanto nei film. Eppure questi ultimi traggono spesso spunto proprio da vicende realmente avvenute, talvolta poco note ma contenenti elementi tali da renderle perfette per il grande schermo. Tra queste opere vi è Masterminds – I geni della truffa, spassosa commedia del 2016 diretta da Jared Hess, già noto per commedie come Napoleon Dynamite e Super Nacho. Ancora una volta dunque, Hess torna a raccontare al cinema sotto forma di commedia vicende reali, che non smettono di stupire circa le risorse dell’essere umano.

Masterminds – I geni della truffa non è però solo la riproposizione in chiave comica della sfortunata vicenda vera, bensì anche una riflessione sulla ricchezza e su ciò che si è pronti a fare in situazioni disperate. Nell’America delle contraddizioni, il protagonista di questo film incarna alla perfezione l’uomo abbandonato dal proprio Paese ad uno stato di povertà, che non può che ovviamente spingere ad una ribellione verso coloro che invece detengono il potere. Tematiche queste estremamente attuali e delicate, qui stemperate grazie all’uso della commedia, che non smette però di far riflettere sulla precarietà di tale sistema.

Passato in sordina al momento della sua uscita, il film non si affermò come un particolare successo, schiacciato dalle altre commedie presenti in sala al momento della sua uscita. Con gli anni Masterminds – I geni della truffa ha però guadagnato un certo seguito, merito anche della sua rilevanza sociale. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori ed alla storia vera dietro al film. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Masterminds – I geni della truffa: la trama del film

Protagonista del film è David Ghantt, un camionista di veicoli blindati che trascorre un’esistenza piuttosto monotona. L’unico barlume di eccitazione è dato dalla sua provocante collega Kelly Campbell. Stanco della sua misure paga, David decide, insieme ad un gruppo di maldestri criminali guidati da Steve Chambers, di mettere a segno una rapina da 17 milioni di dollari. I banditi si lasciano però alle spalle una scia di prove, consistenti soprattutto in acquisti sfrenati di beni di lusso. David si vedrà perciò costretto ad eludere i poliziotti, sopravvivere ad un pericoloso sicario e cercare di ribaltare la situazione dei doppiogiochisti che l’hanno incastrato facendone il capro espiatorio della situazione.

Masterminds - I geni della truffa cast

Masterminds – I geni della truffa: il cast del film

Tra i protagonisti del film vi sono alcuni dei più celebri attori comici dell’attuale panorama statunitense. Ad interpretare il buffo David Ghantt vi è infatti Zach Galifianakis, divenuto celebre grazie alla trilogia di Una notte da leoni. Nei panni del compare Steve Chambers si ritrova invece Owen Wilson, celebre per Zoolander e Midnight in Paris, mentre la collega di David, Kelly Campbell, è interpretata dall’attrice Kristen Wiig, recentemente vista in Wonder Woman 1984. Kate McKinnon interpreta Jandice Gartrell, rivale di Kelly. L’attore Jason Sudeikis, noto a sua volta per diversi film comici, interpreta il sicario Mike McKinney, comparendo però nel film dopo quasi un’ora dall’inizio. Gli attori Leslie Jones e Jon Daly interpretano infine due detective dell’FBI.

Masterminds – I geni della truffa: la vera storia dietro il film

Quanto narrato nel film è particolarmente aderente alla vicenda realmente avvenuta. Masterminds – I geni della truffa vanta infatti il vero David Ghantt come consulente. La storia di questi ha inizio nel 1997, quando lavorava come autista di furgoni blindati. Guadagnando pochissimi dollari all’ora, David aveva uno stato economico prossimo alla povertà totale. L’occasione per riscattarsi arriva nel momento in cui Kelly Campbell, sua collega, gli propone di rapinare i loro datori di lavoro insieme a Steve Chambers, un piccolo truffatore. Insieme, i tre decisero di dar vita a quella che è passata alla storia come la rapina dell’Ottobre 1997 alla Loomis Fargo.

Ghantt, Chambers e Campbell escogitarono il seguente piano: Ghantt sarebbe rimasto nel caveau dopo il suo turno la notte della rapina, il 4 ottobre 1997, e avrebbe lasciato entrare in questo i suoi compagni. A quel punto caricarono più denaro possibile in un furgone. Nel frattempo, Ghantt avrebbe preso per sé $ 50.000, quanti potevano essere legalmente trasportati attraverso il confine senza domande, e sarebbe fuggito in Messico. Chambers avrebbe poi trattenuto la maggior parte del denaro rimanente e l’avrebbe trasferito a Ghantt qualora necessario. Una volta calmatasi la situazione, Ghantt sarebbe potuto tornare e avrebbero diviso il bottino in modo uniforme.

Tuttavia, nell’attuare tale piano, i tre disattivarono soltanto due delle tre telecamere di sorveglianza presenti. Questa riprese dunque i tre arrivare a rapinare la cifra record di 17 milioni di dollari. I tre a quel punto si divisero, vivendo un periodo di spese folli e di vita da ricchi. L’FBI iniziò però a rintracciare i loro movimenti sospetti di denaro, giungendo infine a rintracciarli e arrestarli. Ghantt venne condannato a sette anni e mezzo di prigione, ma è stato rilasciato dopo cinque per buona condotta. Quasi tutta la refurtiva è stata poi recuperata, tranne 2 milioni di dollari, mancanti all’appello ancora oggi.

Masterminds – I geni della truffa: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Masterminds – I geni della truffa è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Tim Vision, Netflix, Now e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 4 maggio alle ore 21:15 sul canale Italia 2.

Fonte: IMDb, Allthatisinteresting

 

MasterChef: al via con 20 CHEF AMATORIALI

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I 20 migliori cuochi amatoriali d’Italia hanno conquistato la cucina di MasterChef Italia. Dalla puntata in onda domani, giovedì 5 gennaio alle 21.15 in esclusiva su Sky Uno HD, li aspettano settimane di disciplina e sfide continue. Solo chi saprà affrontare meglio gli imprevisti, riuscirà ad andare avanti.

I giudici – Bruno Barbieri, Joe Bastianich, Antonino Cannavacciuolo e Carlo Cracco –  sono alla ricerca di una personalità forte, che abbia voglia di crescere, osare e superare i propri limiti, non basta saper cucinare. Con questo spirito gli aspiranti chef affronteranno la loro prima Mystery Box, per preparare una ricetta utilizzando gli ingredienti a sorpresa contenuti nella “scatola misteriosa”: questa volta, avranno a disposizione unicamente ingredienti totalmente vegetariani. Al termine del tempo a disposizione, i giudici assaggiano solo i tre piatti che considerano i migliori e determinano il vincitore, il quale avrà un vantaggio nella sfida successiva.

La gara prosegue con l’Invention Test che, in ogni puntata, ha un tema o un ingrediente prestabilito. Allo scadere del tempo, i giudici assaggiano tutti i piatti, il peggiore potrà essere eliminato, mentre il migliore potrà scegliere la formazione della propria brigata per la prima prova in esterna di questa stagione.

MasterChef

La spettacolare location di questa settimana è Matera. Divisi in due brigate, nel cuore del rione dei sassi, gli chef amatoriali cucineranno per cento panettieri provenienti da tutta la Basilicata. La prova, realizzata con la collaborazione di Lucana Film Commission, Comune di Matera e dipartimento Agricoltura della Regione Basilicata, prevede che gli chef amatoriali preparino ai panettieri specialità lucane. Il pane di Matera è una vera eccellenza gastronomica, dalla tipica forma a “cornetto” ha una crosta molto particolare alta almeno 3 millimetri ed è fatto solo con semole di grano duro coltivate in questo territorio.

La squadra perdente affronterà il primo temutissimo Pressure Test e la possibile eliminazione e per qualcuno l’avventura a MasterChef si fermerà qui. 

I 20 chef amatoriali a contendersi il titolo di sesto MasterChef italiano sono: Alain Stratta perito assicurativo di Aosta, la veronese Barbara D’Aniello, l’architetto torinese Gabriele Gatti, Gloria Enrico barista di Tovo San Giacomo in provincia di Savona, Marco Vandoni Amministratore Delegato di Milano, da Brescia e provincia arrivano Vittoria Polloni store manager e Marco Moreschi, imprenditore di Gussago.

Folto il gruppo che rappresenta l’Emilia-Romagna con: Roberto Perugini operaio di Predappio (FC), Alves Pedriali, detta Lalla, pensionata di Cesena, Valerio Braschi studente di Santarcangelo di Romagna e Michele Ghedini anche lui studente, proveniente da Porto Mantovano. Poco più in là, e precisamente da San Marino, arriva Cristina Nicolini avvocato e notaio, mentre Giulia Brandi è una commerciante di Fermignano in provincia di Pesaro e Urbino.

Il sud è rappresentato da Michele Pirozzi di San Felice a Cancello in provincia di Caserta, Mariangela Gigante avvocato di Castellaneta (TA), che vive a Matera, Margherita Russo studentessa di Palermo, Daniele Cui di Selargius in provincia di Cagliari, Loredana Martori collaboratrice di uno studio di architettura di San Giorgio Morgeto in provincia di Reggio Calabria, gli impiegati Antonella Orsino di Cusano Mutri in provincia di Benevento e Maria Zaccagni da Bari.

Oltre alla visione “lineare” su Sky Uno HD, la sesta stagione è visibile su On Demand e in mobilità grazie a Sky Go. Il cooking show è disponibile anche su Now TV. 

MASTERCHEF ITALIA è prodotto da Endemol Shine Italy per Sky Uno. Un programma scritto da Paola Costa (capoprogetto) e da Daniele Baroni, Filippo Casaccia, Alessandra Tomaselli, Marco Cappellini, Laura Cristaldi, Eleonora Cristina, Elena Palin,. Per le esterne, Oscar Colombo e Marina Pagliari. La regia è di Umberto Spinazzola. Fotografia di Matteo Bosi, Scenografie di Giuseppe Tabacco.

MasterChef Italia: nuovi giudici in arrivo

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MasterChef Italia: nuovi giudici in arrivo

È la chef stellata Antonia Klugmann –  37 anni, triestina di nascita ma friulana d’adozione – il nuovo giudice di MasterChef Italia, il talent show culinario di Sky prodotto da Endemol Shine Italia.

Antonia Klugmann si unisce alla squadra di MasterChef dopo che era già stata ospite del programma nella finale della quinta edizione portando la sua eccellenza, il talento e la passione che hanno in breve tempo reso grande la sua idea di cucina. Accanto a lei, per la settimana edizione del cooking show di maggior successo, confermati i giudici Bruno Barbieri, Joe Bastianich e Antonino Cannavacciuolo. 

Dolce, ma anche molto determinata, la chef porta aMasterChef il suo amore per la qualità , il fortissimo legame con il territorio regionale e di confine e l’attenzione per le materie prime, con una cucina che si nutre anche molto dei ricordi e della storia personale di Antonia Klugmann, attraverso un percorso che trova grande ispirazione nella natura. I suoi piatti nascono spesso dal raccolto di un orto e un frutteto che Antonia cura personalmente. Ingredienti che, grazie a una interpretazione personale della chef e alla sua costante ricerca di accostamenti e sensazioni, diventano piatti unici.

Per Antonia Klugmann la passione per la cucina è stata un colpo di fulmine arrivato quando frequentava la facoltà di Giurisprudenza a Milano. Fin da subito l’obiettivo era chiaro, diventare chef, e per fare ciò i primi passi li ha mossi in diversi ristoranti. Il primo l’ha aperto a soli 26 anni a Pavia di Udine e,  mentre costruiva il suo nuovo ristorante, è stata per due anni la chef del ristorante stellato Venissa. Ha bruciato le tappe grazie a carattere e talento, e nel 2014 ha finalmente realizzato il suo sogno aprendo L’argine, a Vencò, in provincia di Gorizia, conquistando già l’anno successivo la sua prima stella Michelin. Nel 2017 è stata eletta Cuoca dell’Anno dalla guida dei Ristoranti d’Italia dell’Espresso.

MasterChef Italia: ieri la prima puntata

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MasterChef Italia: ieri la prima puntata

I 20 migliori cuochi amatoriali d’Italia hanno conquistato la cucina di MasterChef Italia. Dalla puntata in onda ieri, giovedì 5 gennaio alle 21.15 in esclusiva su Sky Uno HD, li aspettano settimane di disciplina e sfide continue. Solo chi saprà affrontare meglio gli imprevisti, riuscirà ad andare avanti.

I giudici – Bruno Barbieri, Joe Bastianich, Antonino Cannavacciuolo e Carlo Cracco –  sono alla ricerca di una personalità forte, che abbia voglia di crescere, osare e superare i propri limiti, non basta saper cucinare. Con questo spirito gli aspiranti chef affronteranno la loro prima Mystery Box, per preparare una ricetta utilizzando gli ingredienti a sorpresa contenuti nella “scatola misteriosa”: questa volta, avranno a disposizione unicamente ingredienti totalmente vegetariani. Al termine del tempo a disposizione, i giudici assaggiano solo i tre piatti che considerano i migliori e determinano il vincitore, il quale avrà un vantaggio nella sfida successiva.

La gara prosegue con l’Invention Test che, in ogni puntata, ha un tema o un ingrediente prestabilito. Allo scadere del tempo, i giudici assaggiano tutti i piatti, il peggiore potrà essere eliminato, mentre il migliore potrà scegliere la formazione della propria brigata per la prima prova in esterna di questa stagione. 

La spettacolare location di questa settimana è Matera. Divisi in due brigate, nel cuore del rione dei sassi, gli chef amatoriali cucineranno per cento panettieri provenienti da tutta la Basilicata. La prova, realizzata con la collaborazione di Lucana Film Commission, Comune di Matera e dipartimento Agricoltura della Regione Basilicata, prevede che gli chef amatoriali preparino ai panettieri specialità lucane. Il pane di Matera è una vera eccellenza gastronomica, dalla tipica forma a “cornetto” ha una crosta molto particolare alta almeno 3 millimetri ed è fatto solo con semole di grano duro coltivate in questo territorio.

La squadra perdente affronterà il primo temutissimo Pressure Test e la possibile eliminazione e per qualcuno l’avventura a MasterChef si fermerà qui.

I 20 chef amatoriali a contendersi il titolo di sesto MasterChef italiano sono: Alain Stratta perito assicurativo di Aosta, la veronese Barbara D’Aniello, l’architetto torinese Gabriele Gatti, Gloria Enrico barista di Tovo San Giacomo in provincia di Savona, Marco Vandoni Amministratore Delegato di Milano, da Brescia e provincia arrivano Vittoria Polloni store manager e Marco Moreschi, imprenditore di Gussago.

Folto il gruppo che rappresenta l’Emilia-Romagna con: Roberto Perugini operaio di Predappio (FC), Alves Pedriali, detta Lalla, pensionata di Cesena, Valerio Braschi studente di Santarcangelo di Romagna e Michele Ghedini anche lui studente, proveniente da Porto Mantovano. Poco più in là, e precisamente da San Marino, arriva Cristina Nicolini avvocato e notaio, mentre Giulia Brandi è una commerciante di Fermignano in provincia di Pesaro e Urbino.

Il sud è rappresentato da Michele Pirozzi di San Felice a Cancello in provincia di Caserta, Mariangela Gigante avvocato di Castellaneta (TA), che vive a Matera, Margherita Russo studentessa di Palermo, Daniele Cui di Selargius in provincia di Cagliari, Loredana Martori collaboratrice di uno studio di architettura di San Giorgio Morgeto in provincia di Reggio Calabria, gli impiegati Antonella Orsino di Cusano Mutri in provincia di Benevento e Maria Zaccagni da Bari.

Masterchef Italia

Oltre alla visione “lineare” su Sky Uno HD, la sesta stagione è visibile su On Demand e in mobilità grazie a Sky Go. Il cooking show è disponibile anche su Now TV.

MASTERCHEF ITALIA è prodotto da Endemol Shine Italy per Sky Uno. Un programma scritto da Paola Costa (capoprogetto) e da Daniele Baroni, Filippo Casaccia, Alessandra Tomaselli, Marco Cappellini, Laura Cristaldi, Eleonora Cristina, Elena Palin,. Per le esterne, Oscar Colombo e Marina Pagliari. La regia è di Umberto Spinazzola. Fotografia di Matteo Bosi, Scenografie di Giuseppe Tabacco.  

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Mastercard main sponsor della 79. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia

Mastercard è orgogliosa di essere, anche quest’anno, main sponsor della 79. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia, (31 agosto – 10 settembre), la rassegna cinematografica più antica al mondo che si svolge ogni anno dal 1932 presso lo storico Palazzo del Cinema, sul Lungomare Marconi del Lido di Venezia.

Negli ultimi sei anni Mastercard ha collaborato con la Mostra Interazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia per connettere i consumatori con la loro passione per il cinema, confermando la volontà del brand di esprimere al meglio il suo posizionamento Priceless e di creare un movimento dove arte, business, società e individui possano confluire ed esplorare insieme un futuro più inclusivo e innovativo. Con la sua expertise all’avanguardia nel campo della tecnologia e con la sua creatività, Mastercard vuole dare vita a inediti e innovativi modi di avvicinare le persone al cinema e offrire loro la possibilità di vedere il mondo sotto una diversa prospettiva.

Attraverso la sua connessione con i grandi festival del cinema internazionale, tra cui il Festival di Cannes e il Festival del Cinema di Berlino, Mastercard si impegna a creare esperienze, momenti e sorprese unici e indimenticabili per tutti i partner e i possessori di carte Mastercard amanti del grande schermo, così che possano vivere le proprie passioni in modi sempre nuovi e coinvolgenti, cominciando qualcosa di davvero priceless.

“Siamo entusiasti di rinnovare per il sesto anno consecutivo la nostra collaborazione con la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia, per continuare a creare eventi, esperienze e momenti che permettano alle persone di essere ancora più vicine alla propria passione per il cinema.”, ha dichiarato Michele Centemero, Country Manager Italia di Mastercard. “Crediamo nell’importanza di continuare a sostenere il grande cinema italiano e internazionale, creando sempre nuove occasioni per stimolare gli appassionati e per mettere i futuri cineasti nelle condizioni di esprimere il loro talento”.

In occasione delle Biennale Cinema 2022, Mastercard promuoverà anche quest’anno iniziative dedicate agli amanti della Settima Arte, connettendoli in modo ancor più forte alla magia del cinema che ogni anno anima la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica.

Mastercard e La Biennale di Venezia insieme per una serie di esclusive conversazioni

Mastercard, main sponsor della 78. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia (1-11 settembre), e orgoglioso sostenitore della magia del cinema, dei nuovi talenti, delle diverse prospettive e delle nuove avventure – invita gli amanti del cinema, gli studenti e gli appassionati ad un’esclusiva serie di conversazioni, in collaborazione con La Biennale di Venezia, con alcuni delle più influenti personalità del cinema contemporaneo. Insieme scopriremo come le storie raccontate dai grandi cineasti possano avere un impatto duraturo, ben oltre il film stesso.

La passione per il cinema ci apre gli occhi verso nuovi mondi, nuove realtà e nuove sfide. Coloro che creano la magia del cinema sul grande schermo hanno la straordinaria capacità di mostrarci la vita da una nuova prospettiva, trascinandoci in un viaggio inaspettato o permettendoci di rivivere luoghi a noi già familiari in una maniera totalmente nuova. Come queste storie vengono colte  cambia in base alla lente creativa che dà inizio a questo viaggio, insieme all’ambiente in cui vengono vissute.

Unisciti a Bong Joon Ho, Tim Roth, Susan Sarandon, Marisa Tomei, Paolo Virzì e Robin Wright e ascoltali condividere i loro pensieri su come il grande cinema possa dare vita a diverse correnti di pensiero e prospettive, stimolare un’infinità di emozioni e influenzare le nostre vite fin dal momento iniziale di ogni film.

Nel nostro appuntamento “See life through a different lens: contactless connections – Exploring the power of cinema to connect us” esploreremo il ruolo del regista, dell’attore e del cineasta e di tutti coloro che ruotano attorno al mondo del cinema nel costruire storie che non solo ci aiutano a cogliere le diverse sfumature di una realtà cangiante, ma che ci permettono di connetterci a nuovi e diversi mondi, ricchi di opportunità davveropriceless.

“Il cinema, a differenza di tutte le altre forme d’arte, ci invita e ci dà la possibilità di vedere la vita sotto una diversa prospettiva. E mentre ci addentriamo in un momento di grandi cambiamenti , il cinema riveste un ruolo ancora più importante. Siamo orgogliosi di poter, anche quest’anno, rinnovare la nostra forte collaborazione con la Biennale di Venezia, per aiutare le persone in tutto il mondo di fare esperienza del potere trasformazionale del cinema. – ha dichiarato Jeannette Liendo, Integrated Marketing and Communications, Mastercard Europe – Ascoltando i contributi più recenti di icone e leggende del mondo del cinema, vogliamo offrire agli amanti della Settima Arte e agli studenti di cinema un’esperienza coinvolgente e irripetibile, permettendogli di essere più vicini al processo creativo di quest’arte che, per loro, è assolutamente priceless.”

 “Il cinema è una finestra spalancata sul mondo. Ogni film, se di qualità, è in grado di insegnarci qualcosa, di renderci consapevoli dei grandi cambiamenti in atto nella società contemporanea, di influire sui nostri pregiudizi e le nostre conoscenze. Con il cinema, si può viaggiare a ritroso per riscoprire eventi dimenticati o deformati dalle consuetudini, e  arrivare là dove non siamo in grado di giungere con i nostri mezzi limitati, che si tratti di Paesi lontani o del futuro che ci attende. Nessuna forma d’arte più del cinema è in grado di intrattenerci e istruirci nello stesso tempo, contribuendo ad accrescere la nostra consapevolezza di individui e di cittadini del mondo. Siamo lieti di poter contare sulla collaborazione di Mastercard per rafforzare il nostro impegno a sostegno del cinema e alla sua diffusione”, ha commentato Alberto Barbera, Direttore artistico della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.

I PROTAGONISTI

Bong Joon Ho ha debuttato con Barking Dogs Never Bite prima di raggiungere la fama internazionale con Memorie di un assassino. I successivi The Host e Mother riscuotono un grande successo di pubblico e critica e numerosi premi. Ha fatto la sua prima incursione nelle produzioni internazionali con Snowpiercer, interpretato da Chris Evans, John Hurt, Tilda Swinton, Ed Harris e Octavia Spencer, e Okja, sempre con un cast stellare. Il suo ultimo film, Parasite, ha vinto la Palma d’oro, il David di Donatello, il Golden Globe, il Critics Choice Award, e il BAFTA per la miglior sceneggiatura e il miglior film straniero, nonché l’Oscar per la migliore sceneggiatura originale, per la migliore regia, come miglior film internazionale e come miglior film.

Tim Roth è tra gli attori più versatili e talentuosi del panorama cinematografico mondiale. Protagonista per film di maestri quali Quentin Tarantino, Francis Ford Coppola, Michael Haneke, Robert Altman, Werner Herzog, Wim Wenders, si presta anche a progetti più popolari qualiThe Incredible Hulk, a serie tv di successo per la Marvel / Disney +, senza dimenticare il suo impegno per il teatro, che gli è valso numerosi premi. Tra i suoi film più recenti Bergman Island di Mia Hansen-Love e Sundown di Michael Franco.

Susan Sarandon, considerata uno dei migliori talenti della sua generazione, ha ricevuto cinque candidature al Premio Oscar per Atlantic City, Thelma & Louise, L’olio di Lorenzo, Il cliente e si è aggiudicata la statuetta per Dead Man Walking. Nel corso della sua carriera è stata inoltre premiata con un BAFTA e uno Screen Actors Guild Award, venendo candidata nove volte ai Golden Globe e sei al Premio Emmy. Nella sua lunga carriera ha lavorato con Billy Wilder, Jim Sharman, Louis Malle, Tony Scott, Paul Schrader, Joel Schumacher, John Turturro, Cameron Crowe, Paul Haggis. Nel 2010 è stata nominata ambasciatrice di buona volontà dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura delle Nazioni Unite (FAO).

Marisa Tomei, premio Oscar per Mio cugino Vincenzo, viene candidata altre due volte all’Oscar per In the Bedroom e per The Wrestler. Si divide tra teatro e ruoli da protagonista al cinema con Qualcuno da amare, Cronisti d’assalto, Only You – Amore a prima vista. Dopo il film di denuncia Benvenuti a Sarajevo si mette in luce con due ruoli comici in L’altra faccia di Beverly Hills e in What Women Want – Quello che le donne vogliono. Per  Onora il padre e la madre ottiene una candidatura agli Independent Spirit Awards. Viene scelta per interpretare May Reilly nei film del Marvel Cinematic Universe, compresi i film Spider-Man: HomecomingSpider-Man: Far from HomeSpider-Man: No Way Home.

Paolo Virzì, debutta nella regia nel 1994 a Venezia con La Bella Vita. Passa dalla Livorno popolare di Ovosodo (Gran Premio della Giuria alla 54ª Mostra di Venezia) e La Prima Cosa Bella all’on the road lungo la East Coast USA con The Leisure Seeker, in concorso alla 74ª Mostra di Venezia, con Donald Sutherland e Helen Mirren (nominata ai Golden Globes come Miglior Attrice). Notti Magiche è la sua ultima fatica. Ha vinto 7 David di Donatello e 8 Nastri d’Argento. È stato 2 volte nella cinquina dell’EFA come Miglior Regista Europeo e per 2 volte ha rappresentato l’Italia agli Oscar. 

Robin Wright è un’attrice pluripremiata e filantropa che ha marcato Hollywood indelebilmente. Indimenticabile in House of Cards, durante la sua lunga carriera, di gran successo, ha recitato con Denis Villeneuve, Robert Redford, Robert Zemeckis, Nick Cassavetes, Rodrigo Garcia, David Fincher, Bennett Miller, Rob Reiner, Barry Levinson, Anthony Minghella, M. Night Shyamalan, Sean Penn, Peter Kosminsky, Luis Mandoki. Nel 2014, Wright ha fondato Pour Les Femmes, una linea di pigiami socialmente consapevole, con la stilista Karen Fowler. Robin è anche una devota sostenitrice dei diritti delle donne dell’Est Congo.

Le Conversation Series di “See life through a different lens” saranno disponibili sul canale Youtube di Mastercard, su priceless.com e labiennale.org con il seguente calendario :

  • Robin Wright, mercoledì 1 settembre, alle 16.30
  • Paolo Virzì, giovedì 2 settembre, alle 16.30
  • Tim Roth, venerdì 3 settembre, alle 16.30
  • Susan Sarandon, sabato 4 settembre, alle 16.30
  • Marisa Tomei, domenica 5 settembre, alle 16.30
  • Bong Joon Ho, lunedì 6 settembre, alle 16.30

Master: recensione dell’horror in arrivo su Amazon Prime Video

Master: recensione dell’horror in arrivo su Amazon Prime Video

Dal 18 marzo arriva su Amazon Prime Video Master, film che vede il debutto alla regia di Mariama Diallo. Il lungometraggio è un horror inquietante dominato da mostri quanto più temibili: forze sovrumane, leggende antiche e, soprattutto, razzismo.

La sinossi di Master

Nell’Ancaster College, storica università americana, s’incrociano le vite di tre donne. Gail Bishop (Regina Hall) è una professoressa che viene nominata come master di Belleville, una delle residenze per studenti. È la prima donna nera a ricoprire il ruolo: deve occuparsi della vita culturale degli studenti e aiutarli con i problemi scolastici e personali.

Una giovane studentessa nera, Jasmine Moore (Zoe Renee), si trasferisce a Belleville. La ragazza, entusiasta e studiosa, deve affrontare fin da subito diverse difficoltà. Le viene assegnata una stanza su cui gravita una leggenda: si dice che la camera sia infestata da una presenza, uno spirito che può spingere chi vi abita a suicidarsi, come già è accaduto a Louisa Weeks. Come se non bastasse, Jasmine viene discriminata dai compagni universitari, per lo più bianchi, e si scontra con un’insegnante, Liv Beckmann.

La professoressa Liv Beckmann (Amber Gray) è ostile nei confronti di Jasmine: la ritiene capace ma le assegna comunque pessimi voti. Dal canto suo, anche Liv deve affrontare la competizione con i colleghi bianchi, spesso dubbiosi sulle sue capacità.

Le tre donne si trovano quindi immerse in un’ambiente non solo ostile, ma anche bigotto e inquietante. Iniziano a fare incubi e a percepire strane presenze, innestando così un dubbio nello spettatore: i loro nemici sono reali, immaginari o soprannaturali?

Il razzismo come leitmotiv del film

Le tre protagoniste di Master sono donne nere. Tre personalità molto diverse, che vivono diversi momenti della propria esistenza, ma che sono accomunate dalla lotta ad un unico grande nemico: il razzismo. Il contesto è quello universitario, quello fatto principalmente dai figli ricchi delle famiglie bianche, da quelli che si sentono i privilegiati e che non si fanno problemi a mettere a disagio le minoranze.

Inizialmente, Gail, Liv e Jasmine vengono presentate come donne forti e capaci, studentesse o insegnanti che cercano di farsi strada all’Ancaster College. A poco a poco però, le protagoniste perdono la loro determinazione. In particolare, si trovano a dover fare i conti con un duplice nemico: la discriminazione e la leggenda di Margaret Miller.

masterLa leggenda di Margaret Miller

Istituzione antica quasi quanto gli Stati Uniti, l’Ancaster College colleziona una serie di leggende sull’istituto e sugli studenti. Quella più famosa ha al centro Margaret Miller, ragazza che, nel periodo della caccia alle streghe, venne accusata di stregoneria. Si dice che il suo spirito perseguiti il college, in particolare la Belleville House.

Master parte come un racconto positivo: l’inizio del college, il nuovo anno, la possibilità di guardare al futuro. Le vicende vengono poi gradualmente adombrate dal passato: le leggende, gli spiriti dei defunti. Il film è quindi un horror solo parzialmente soprannaturale: non si capisce fino in fondo quanto le visioni, i sogni, gli spiriti percepiti da Jasmine e da Gail siano reali. Come in un circolo virtuoso, il terrore vissuto dalle protagoniste (per un fatto surreale) è alimentato dai racconti e dalle vicende reali che le vedono coinvolte. Tutto inizia ad avere una doppia valenza, una doppia faccia.

Master vuol dire padrone

Il ruolo assunto da Gail Bishop è emblematico. ”Master” è un termine che in inglese significa ”padrone”. Viene usato comunemente nelle università anglosassoni, ma ha un legame con quella parola tanto usata in tempi di schiavitù. La scelta di assegnare il ruolo ad una persona nera nel film è provocatoria e serve per unire passato e presente, per parlare di razzismo e discriminazione nelle università.

Un racconto ”allendiano”

La regista sceglie il genere horror e le tinte cupe per fare un film che è essenzialmente una critica sociale. Le aggressioni e le discriminazioni in ambito universitario sono realtà sentite da Diallo.

Master è quindi un racconto che disturba più per gli aspetti realistici che per quelli soprannaturali. Nonostante la recitazione e la regia non siano delle più eccelse, il film è affascinante perché ricorda i racconti di Isabelle Allende, dominati da spiriti, donne e conflitti sociali.

Master of the Universe: al cinema il DOC sull’abuso delle banche

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Master of the UniverseLe rivelazioni shock di un broker spietato in un thriller potente sull’abuso di potere delle banche.

Approda in Italia a fine novembre (dal 27 novembre), dopo aver fatto ampiamente parlare di sé oltralpe e coraggiosamente distribuito dalla Nomad Film Distribution, Master of the Universe, il documentario di Marc Bauder – già vincitore del Premio della Critica a La Semaine de la Critique di Locarno e candidato agli European Film Award 2014 – che mette a nudo senza possibilità di replica i misteri sull’abuso di potere delle Banche ai danni dell’Europa.

Master of the Universe è stato selezionato per il progetto TIDE : sarà cioè distribuito in contemporanea in diversi Paesi d’Europa e su Vod (Video on demand). “E’ il terzo progetto che oramai realizziamo aderendo al progetto Tide e, in Italia, siamo gli unici che hanno sperimentato questa nuova formula distributiva. Crediamo, infatti, che il cinema nell’era digitale chieda a gran voce il coraggio di nuove sperimentazioni che vadano incontro al velocissimo evolversi del mercato e delle logiche della fruizione.” ha precisato Lydia Genchi, titolare di Nomad.

Il regista tedesco, qui al suo ottavo documentario, incontra Rainer Voss, fino a qualche anno fa uno dei “dominatori dell’universo”, broker spietato al soldo di banche e società d’investimento che trattano e scambiano denaro per centinaia di milioni di euro al giorno. Fra le mura di una Banca abbandonata, al centro della Francoforte finanziaria, quasi come dentro la pancia di un mostro potente e invisibile, Bauder interroga Voss che, con diligenza e precisione, prova a descrivere quel che ha visto nei suoi anni passati a ingrassare quel mostro. Ne viene fuori il quadro di un mondo quasi parallelo, megalomane e terrificante. Un documentario che viaggia al ritmo incalzante di un triller: crudo, spietato, diretto, travolgente. E che, facendo leva su una fotografia accurata, realistica, profonda, che mette a fuoco i toni grigio metallo da Serial di ambientazione nordica, offre le risposte emotive e precise che da tempo tutti sospettavamo. Il film più controverso dulla finanza da Insight job.

Il documentario è coprodotto da Bauderfilm e NGF Geyrhalter Film, HR, SWR & arte fondato da Hessische Filmförderung and Filmfonds Austria

Master of the House: tutti guardano il nuovo scandaloso dramma tailandese di Netflix

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Se c’è un tipo di storia che cattura immediatamente l’attenzione di uno spettatore è un giallo. Il bisogno di scoprire chi ha ucciso chi e perché ci tiene legati alla storia, ma a seconda degli elementi aggiuntivi possiamo essere molto più coinvolti. Questo è ciò che è successo con Master of the House, un nuovo dramma soapy proveniente dalla Thailandia che sta facendo scalpore tra gli abbonati a Netflix. La serie di sette episodi ha raggiunto il primo posto tra i titoli non inglesi più visti ed è anche tra i 10 titoli più visti negli Stati Uniti, indipendentemente dalla lingua.

È facile capire perché gli abbonati a Netflix siano incuriositi da Master of the House. Con elementi tratti da Succession, Dynasty, Yellowstone e altre storie di economia familiare, la serie è incentrata su una famiglia benestante che viene sorpresa durante la cena di compleanno del patriarca. Egli sciocca tutti quando annuncia improvvisamente che una delle sue cameriere diventerà la sua moglie legale e, per questo, avrà il diritto di ereditare la sua fortuna nel caso in cui dovesse succedere qualcosa. E poi qualcosa accade: l’uomo cade da un balcone e si rompe il collo.

Master of the House è il tipo di storia in cui tutti sono sospettati perché tutti hanno un problema con la vittima. Se il patriarca sia davvero morto per caso o se qualcuno l’abbia spinto, diventa irrilevante quando i suoi figli – e la nuova moglie – iniziano a litigare per chi avrà la maggior parte dei suoi soldi. Anche i personaggi sono deliziosamente malvagi, con personalità che vanno dalla crudeltà alla vera e propria violenza. Così gli spettatori si divertono doppiamente a guardarli mentre si scannano l’uno con l’altro.

I titoli in lingua straniera salgono nelle classifiche di Netflix

Master of the House è un’altra produzione che dimostra il potenziale delle storie provenienti da tutto il mondo. Mentre i K-drammi della Corea del Sud si sono certamente guadagnati un posto tra il pubblico di tutto il mondo, lo streamer sta lentamente facendo capire ai suoi spettatori che, se mantengono il cuore aperto, ci sono molte altre storie di altri Paesi che possono diventare le loro prossime preferite.

Naturalmente, questo non si limita alle produzioni asiatiche. Solo un paio di settimane fa, anche il Brasile è salito in cima alla classifica di Netflix con la telenovela Desperate Lies. Allo stesso modo, il thriller italiano Vanished Into The Night continua a stupire gli spettatori e rimane costantemente tra i film non inglesi più visti sulla piattaforma.

Master of the House, la spiegazione del finale

Master of the House, la spiegazione del finale

Non dovrebbe sorprendere che il finale di Master of the House sia prevedibile, cupo e formulaico. Allo stesso modo non vi sorprenderà sapere che l’unica parte di simbolismo ricorrente è ovvia come sospettavate. Ma l’episodio 7 della serie tailandese di Netflix riesce a trovare, a suo modo, una sorta di conclusione felice, almeno per le persone che più o meno se la meritano. Ma visti i temi, è difficile immaginare che possa durare a lungo.

Come mistero di omicidio, si può sostenere che la serie sia inutilmente contorta, ma non c’è un significato più profondo da svelare. Tuttavia, cerchiamo di capire cosa è successo e perché, in modo che tutti siano sulla stessa lunghezza d’onda.

Chi ha ucciso Roongroj?

Naturalmente, i fratelli sono i principali sospettati. Ma lo spettacolo è inquadrato dalla prospettiva di Kaimook, una giovane donna assunta come cameriera e che ha sposato Roongroj poco prima della sua morte. Si scopre che è anche la sua assassina.

Naturalmente, Kaimook ha architettato tutto, con l’aiuto di tutti gli altri servi maltrattati, per incastrare Phupet per la morte del padre e del fratello. Kaimook ha messo tutti i puntini sulle i. Ha le prove video di Roongroj che le cede i suoi beni e può incriminare Phupat per tutto.

Perché Kaimook voleva vendicarsi?

Il motivo di Kaimook è abbastanza semplice: lei e gli altri servi, in particolare una cameriera più anziana di nome Dao, sono stati orribilmente maltrattati da Roongroj e dalla sua famiglia.

I rituali degradanti sono iniziati non appena lei si è presentata al colloquio di lavoro e sono peggiorati. Roongroj era un malato che credeva che la sua ricchezza e il suo potere gli dessero il diritto di trattare le persone – soprattutto le donne – come una sua proprietà personale. Le sue avances avevano portato al suicidio di Dao, e Kaimook si stava avviando su una strada simile dopo essersi guadagnata l’attenzione del patriarca grazie alla sua bravura nel lavoro e all’interesse per le farfalle che allevava.

Il primo passo del piano di Kaimook era convincere Roongroj a sposarla. Con entrambi i suoi figli in cerca di fortuna, Kaimook ha fatto credere a Roongroj di poter generare un erede manipolabile che non sarebbe cresciuto e avrebbe cercato di ucciderlo. L’ironia, naturalmente, è che Phupat e Mavin erano così come erano proprio perché Roongroj li aveva messi l’uno contro l’altro per tutta la vita.

Cosa significano le farfalle?

L’ossessione di Roongroj per le farfalle funziona come una comoda metafora della sua tendenza a possedere e controllare le cose che trova belle. Sono rappresentative della libertà e dell’agenzia che vengono ingabbiate, del carattere che viene ridotto alla bellezza esteriore. La libertà del personale domestico si intreccia inevitabilmente con la libertà delle farfalle. Non si tratta esattamente di scienza missilistica.

Un lieto fine?

Con Roongroj, Phupat e Mavin morti, Kaimook ottiene il suo desiderio. In un gesto simbolico, i servi prendono possesso della casa, ora senza padrone e liberi di vivere la propria vita come preferiscono. Da questo punto di vista, Master of the House ha un lieto fine.

Ma è un lieto fine? In apparenza sembra di sì, ma anche La fattoria degli animali è iniziata così. Un’utopia idilliaca di veri uguali è difficile da realizzare e sembra inevitabile che col tempo comincino a emergere gerarchie e pregiudizi. Si possono sostituire tutti i ritratti di famiglia che si vogliono, ma sembra deprimente che la natura umana ci divida in chi ha e chi non ha, in potenti e impotenti, e la nostra capacità di essere terribili sembra essere controllata solo dalla nostra capacità di farla franca.

I servi possono benissimo, alla fine, diventare la stessa cosa che disprezzavano e formare lo stesso sistema che hanno rovesciato. Ma con un po’ di fortuna, non dovremo assistere a un’altra stagione di questo tipo.

Master in Series Development alla Civica Scuola di Cinema Luchino Visconti, con il sostegno di Netflix

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Il “Master in Series Development – Sviluppo e produzione creativa della serialità” organizzato dalla Civica Scuola di Cinema Luchino Visconti, con il sostegno di Netflix, è un innovativo master specialistico, il primo nel suo genere, che nasce dall’esigenza di offrire nuove professionalità nel settore dell’audiovisivo: dai player tradizionali ai nuovi servizi di Video on Demand in streaming.

La figura professionale che il Master intende formare è quella del Development Executive, un ruolo cruciale sia all’interno delle case di produzione che dei broadcaster. Il Development Executive oltre ad operare nella fase di sviluppo del prodotto, ne accompagna tutto il ciclo di vita inclusa la produzione, la post-produzione e la promozione: una figura quindi assimilabile a quella del produttore delegato o del produttore creativo.

Per supportare la crescita delle professionalità legate al mondo dello sviluppo seriale in Italia, Netflix ha deciso di sostenere il Master per i suoi primi 3 anni di vita, offrendo docenze da parte di suoi collaboratori, sostenendo la comunicazione, ma soprattutto contribuendo con borse di studio, totali o parziali, per offrire questa possibilità a tutti i talenti che desiderino entrare nel mondo dell’audiovisivo.

Sia la Civica Scuola di Cinema che Netflix sono infatti impegnati nella difesa del valore dell’Inclusione: la selezione degli studenti terrà  quindi conto di questo valore favorendo condizioni di accesso paritetiche, il più possibile attente ai valori della diversità, della multiculturalità e alle differenze di condizioni socio-economiche.

Il Master avrà libertà e ricchezza di contributi, dando spazio sia in termini di docenze che di stage, ad ogni produttore e ad ogni broadcaster/fornitore di servizi audiovisivi, senza limitazioni e vincoli. Content is king, dovunque si trovi qualità e innovazione.

I contenuti formativi del Master saranno focalizzati su tematiche editoriali ma approfondiranno anche aspetti relativi al mercato, alla distribuzione, ai diritti, alle problematiche produttive e al marketing. Rispetto ai generi audiovisivi, il focus sarà sullo scripted seriale live action, ma verranno incluse anche testimonianze riguardanti il cinema e l’animazione.

In quest’ottica, i docenti saranno tutti professionisti di livello internazionale riconosciuti per la qualità dei prodotti realizzati e saranno privilegiate metodologie didattiche attive quali esercitazioni pratiche di gruppo e individuali, case histories, role playing, simulazioni di pitch, testimonianze aziendali.

“Con questo Master della Civica Scuola di Cinema, Fondazione Milano inaugura una nuova tipologia di offerta formativa altamente specialistica, strettamente connessa al mercato del lavoro e aderente alla sue evoluzioni più attuali. La sinergia creata con un grande player come Netflix ne è la dimostrazione” dice Stefano Mirti, Presidente di Fondazione Milano

Siamo estremamente felici di collaborare con Civica Scuola di Cinema per la partenza di questo master, nuovo nel suo genere, che pone al centro due temi molto cari a Netflix: l’eccellenza nella formazione e la possibilità di offrire nuove e concrete opportunità di lavoro nel mondo dell’audiovisivo italiano, in un ruolo peraltro fortemente richiesto dal nostro settore” dichiara Tinny Andreatta, Vice Presidente delle Serie Originali Italiane di Netflix.

Ritengo che come formatori abbiamo la precisa responsabilità di intercettare i nuovi scenari del settore in cui operiamo e di preparare e avvicinare quanto più possibile i nostri studenti al mercato del lavoro. E l’obiettivo del Master in Series Development, primo e unico per offerta e contenuti didattici, è proprio quello di offrire ai partecipanti uno sbocco professionale immediato e concreto grazie alla formazione di una nuova figura, il Development Executive, oggi sempre più richiesta dai broadcaster, dai fornitori di servizi audiovisivi e dalle case di produzione” aggiunge Minnie Ferrara, direttrice della Civica Scuola di Cinema Luchino Visconti.

“Una proposta formativa specialistica fortemente professionalizzante, focalizzata sulla serialità come genere principe dell’innovazione audiovisiva di oggi, per rendere competitive sul mercato internazionale le figure che aiutano le storie a svilupparsi e a prendere forma” sottolinea Alessandra Alessandri, progettista, curatrice e coordinatrice del Master in Series Development.

“Contribuire ad arricchire il sistema produttivo italiano con una pluralità di voci e punti di vista e’ una delle priorità in Netflix. Per questo siamo felici di supportare il Master in Series Development  mettendo la nostra esperienza al servizio degli studenti e favorendo, attraverso le borse di studio, una partecipazione improntata sui valori della diversità e dell’inclusione per far crescere una nuova generazione di professionisti, che possano esprimere il meglio della creatività del nostro paese” dichiara Ilaria Castiglioni, Manager delle Serie Originali Italiane di Netflix.

Il Master in Series Development – Sviluppo e produzione creativa della serialità si rivolge a neolaureati e giovani professionisti in possesso di Laurea triennale o equipollente in materie relative alla comunicazione mediale.

Le iscrizioni e le ammissioni saranno aperte dal 1° aprile fino al 15 giugno 2021. Il Master si terrà tra il 18 ottobre 2021 e il 30 settembre 2022 e prevede cinque mesi di aula e sei mesi di stage facoltativi, che potranno essere effettuati presso case di produzione di fiction, fornitori o meno di Netflix, presso broadcaster televisivi o servizi VoD.

Ad oggi hanno aderito alla possibilità di offrire stage: Rai, Sky Italia, Cattleya, Cross Productions, Fabula Pictures, Groenlandia, Indiana Production, Indigo Film, Lucky Red, Movimenti Production, Studio Bozzetto, The Apartment Pictures, 3zero2tv, Lux Vide.

Master Gardener: recensione del film di Paul Schrader

Master Gardener: recensione del film di Paul Schrader

Presentato fuori concorso a Venezia 79, Master Gardener è il terzo e probabilmente ultimo capitolo di quella che potremmo definire una trilogia sulla dicotomia tra punizione e redenzione di Paul Schrader, iniziata con First Reformed e proseguita con il più recente The Card Counter. In particolare, Master Gardener si pone come riflessione ultima dell’autore sul potere redentivo dell’amore contro l’oscurità annichilente. Un nuovo esercizio di quel cinema trascendentale di cui Schrader si è confermato pioniere e concetto sviluppato nella sua famosa tesi di dottorato, “The Transcendental Style in Film“.

I fiori di un giardino psicologico

Master Gardener racconta la storia di Narvel Roth, il meticoloso orticoltore di Gracewood Gardens. Si dedica tanto alla cura dei giardini di questa bellissima e storica tenuta, quanto all’assecondare la sua datrice di lavora, la ricca signora Norma Haverhill. Quando la signora Haverhill gli chiede di assumere come nuova apprendista la sua bisnipote Maya, ribelle e problematica, il caos si insinua con prorompenza nella spartana esistenza di Narvel. Nel cast, Joel Edgerton (Narvel Roth), Sigourney Weaver (Mrs. Haverhill), Quintessa Swindell (Maya), Eduardo Losan (Xavier).

Con Master Gardener siamo di fronte a un corpus filmico che non funziona sulla base della prosecuzione di una storia, ma attraverso la ripetizione e la declinazione differente di archetipi narrativi e filmici già ben consolidati da Schrader. Una messa in scena ordinata e austera, personaggi che scovano la loro tridimensionalità attraverso un cammino sofferto che passa per il potere della catarsi cinematografica e del minimalismo tecnico.

Master Gardener: l’ultimo saluto di Schrader

Laddove First Reformed e The Card Counter univano viaggi personali a temi scottanti – la crisi climatica nel primo caso, le ferite inflitte alla psiche yankee dalla lotta amorale contro il terrorismo globale – in Master Gardener questa cornice contemporanea non scompare, ma si fluidifica nello spettro visibilissimo della storia di un uomo profondamente tormentato dal passato.

Il razzismo radicato nella società america e l’esistenza di una parte dell’America che, dimenticata dal sistema, cerca rifugio nell’estremismo sono tematiche funzionali al delinearsi di un arco caratteriale estremamente controverso, che deve ricalcare le tracce del passato violento aggrappandosi a un’esistenza spartana, in cui la cura dell’Altro e l’insegnamento sono parte fondamentale di un cammino che conduce al messaggio forse più romantico che Schrader abbia mai posto su schermo.

È l’onnipresente voce fuori campo del protagonista a condurci poeticamente dentro di sè, raccontandoci come la resilienza fondante la vegetazione debba farci contemplare anche sulla nostra esistenza e, soprattutto, sopravvivenza. La storia di Narvel esiste nei confini della soggettività del suo personaggio ma si apre quanto mai alla speranza tramite l’incontro di psicologie inedite in Schrader, che si sofferma in maniera arguta su due diverse declinazioni del femminile, rappresentate da una rosa matura (Sigourney Weaver) e da un bocciolo di cui è necessario prendersi cura, nonostante le resistenze iniziali (Quintessa Swindell). Attraverso il ricongiungimento con la fisicità delle cose, la terra, la manualità, si curano non solo giardini ma anche anime. E proprio l’anima di Schrader sembra cavalcare con grandissimo affetto una sorta di seconda giovinezza, incapsulata dalla luminosità di Maya (Swindell).

Con First Reformed ci siamo chiesti se Dio, in ultima istanza, ci perdonerà; con The Card Counter siamo a passati a una riflessione ancora più intimista, se siamo in grado di perdonare noi stessi. In Master Gardener, la risposta a queste domande trova soluzione nei legami e nella speranza più pura. “Non avrei mai voluto andarmene senza fare un film che dicesse al mondo ti voglio bene“, ha dichiarato Scharader. Nel silenzio contemplativo con cui Narvel si dedica alla scrittura privata, ci apriamo alla condivisione del saluto di un immenso Maestro, che consegna a una nuova generazione di attori le chiavi per aprire i giardini della sua eredità.

Massimo Troisi: a 20 anni dalla morte, una poesia per ricordarlo

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Massimo Troisi“Si… no, mo me lo segno…non vi preoccupate”. Così Massimo Troisi rispondeva al monaco, che gli ricordava che “doveva morire”, in Non ci resta che piangere, commendia che l’attore e regista napoletano girò insieme a Roberto Benigni. A 20 anni dalla prematura scomparsa di Troisi, lo ricordiamo e lo celebriamo con le parole che il suo amico e collega, Roberto, scrsse in occasione della sua morte:

Una poesia di Roberto Benigni. A Massimo Troisi

Non so cosa teneva “dint’a capa”,
intelligente, generoso, scaltro,
per lui non vale il detto che è del Papa,
morto un Troisi non se ne fa un altro.
Morto Troisi muore la segreta
arte di quella dolce tarantella,
ciò che Moravia disse del Poeta
io lo ridico per un Pulcinella.
La gioia di bagnarsi in quel diluvio
di “jamm, o’ saccio, ‘naggia, oilloc, azz!”
era come parlare col Vesuvio, era come ascoltare del buon Jazz.
“Non si capisce”, urlavano sicuri,
“questo Troisi se ne resti al Sud!”
Adesso lo capiscono i canguri,
gli Indiani e i miliardari di Holliwood!
Con lui ho capito tutta la bellezza
di Napoli, la gente, il suo destino,
e non m’ha mai parlato della pizza,
e non m’ha mai suonato il mandolino.
O Massimino io ti tengo in serbo
fra ciò che il mondo dona di più caro,
ha fatto più miracoli il tuo verbo
di quello dell’amato San Gennaro

Massimo Troisi (San Giorgio a Cremano, 19 febbraio 1953 – Roma, 4 giugno 1994) è stato un attore, regista e sceneggiatore italiano, ricordato soprattutto per essere stato l’esponente della nuova comicità napoletana (portata alla ribalta dal gruppo teatrale La Smorfia nella seconda metà degli anni settanta), assieme a Lello Arena ed Enzo Decaro. Nel 1996 fu candidato ai premi Oscar come miglior attore e miglior sceneggiatura non originale per il film Il postino. Scomparve prematuramente, a quarantuno anni, per un fatale attacco cardiaco, conseguente a febbri reumatiche di cui soffriva sin dall’età di dodici anni.

Massimo Troisi, il docu-film di Mario Martone al cinema il 19 febbraio 2023

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Il 19 febbraio 2023 in occasione del 70° anniversario della nascita dell’indimenticabile MASSIMO TROISI uscirà nelle sale il docu-film omaggio al grande artista diretto da Mario Martone. Tramite contenuti, documenti inediti e le testimonianze di colleghi e amici il docu-film mira a raccontare la genialità e il mito di Massimo Troisi. LAGGIÙ QUALCUNO MI AMA è scritto da Mario Martone e da Anna Pavignano, compagna di vita e di lavoro di Troisi. Una produzione INDIANA in associazione con VISION DISTRIBUTION e MEDUSA FILM. Il film sarà distribuito in Italia da MEDUSA FILM / VISION DISTRIBUTION e nel mondo da VISION DISTRIBUTION

“Questo film-documentario è nato dal mio incontro con Mauro Berardi, storico produttore di Massimo, ed è un vero e proprio omaggio alla figura di quel grande artista che è stato Troisi, con la testimonianza diretta di Anna Pavignano, sceneggiatrice dei film di Massimo nonché sua compagna e la regia attenta e prestigiosa di Mario Martone. Un progetto che, come Indiana, ci rende orgogliosi. Il fatto che sia stato abbracciato da Vision e Medusa fa sì davvero che ora sia il mondo del cinema italiano a sostenerlo e diffonderlo”. Fabrizio Donvito, Partner & Co-CEO Indiana Production

Massimo Troisi
Massimo Troisi, foto di Anna Pavignano

“L’incontro di due napoletani di rango, Massimo Troisi e Mario Martone, con l’aiuto della sceneggiatrice e compagna di Troisi Anna Pavignano, darà vita a un film emozionante e di alto profilo. Medusa Film e il gruppo Mediaset hanno creduto subito in questo progetto cinematografico che attraverso contenuti  e testimonianze inedite  traccerà un ritratto originale dell’attore napoletano per rendere ancora più universale la sua  popolarità non solo per il pubblico che lo ha visto e conosciuto ma anche per le nuove generazioni.” Giampaolo Letta, Vice Presidente e Amministratore Delegato Medusa Film

“Siamo felici e orgogliosi di portare al cinema la storia di Massimo Troisi, raccontata da un grande autore come Mario Martone. I ricordi preziosi di Anna Pavignano renderanno questo film un’esperienza unica per lo spettatore. Insieme a Indiana e Medusa cercheremo di garantire a questo prestigioso progetto la distribuzione migliore, celebrando uno dei più grandi artisti che il nostro paese abbia mai avuto.”  Massimiliano Orfei, Amministratore Delegato Vision Distribution

Massimo Fagioli e Marco Bellocchio per Diavolo in Corpo

Massimo Fagioli e Marco Bellocchio per Diavolo in Corpo

Nel 1986 esce Diavolo in Corpo di Marco Bellocchio, il regista dedica personalmente il film a Massimo Fagioli.

Medico specializzato in neuropsichiatria, Fagioli è divenuto celebre per la sua teoria della nascita e per i suoi seminari di Analisi Collettiva, una prassi di cura per la guarigione dalla malattia mentale basata sull’interpretazione dei sogni, a cui lo stesso Bellocchio prende parte.

Diavolo in corpo non sarà l’unico film che porta i segni del percorso di Bellocchio con l’analista (basti pensare che anche Buongiorno, notte, si avvale molto della dimensione del sogno), ma è con questo film che il suo apporto è chiaramente dichiarato nelle volontà del regista di restituirci una storia attraverso il sogno e la psicanalisi.

Marco Bellocchio e la psicanalisi: il percorso e la collaborazione con Massimo Fagioli per Diavolo in Corpo

Uscito nel 1986, è ormai ricordato soprattutto per un’unica scena che, sistematicamente censurata, fu ripristinata integralmente in occasione della sua uscita in DVD: si tratta della fellatio che la protagonista, Giulia (Maruschka Detmers) pratica al giovane Federico Pitzalis. Dunque, seppur profondamente inserito nel tessuto indubbiamente erotico che ammanta la pellicola, la costruzione del film si basa completamente sulla psicanalisi e sui processi di rimozione del trauma. Il trauma a cui si allude è l’eredità degli anni di piombo e, nello specifico, il lutto dei sopravvissuti alle vittime dirette del terrorismo.

La trama è semplice: Andrea (Federico Pitzalis) è folgorato dalla bellezza di Giulia. La segue e ne rimane sedotto, divenendone l’amante. Ma Giulia è in una situazione tutt’altro che semplice: figlia di una vittima di terrorismo, è promessa sposa di Giacomo Pulcini, terrorista pentito, colpevole proprio dell’omicidio del padre di Giulia.

Massimo Fagioli

Sarà proprio quest’ambigua figura a porsi come personificazione dell’incontrollabile e dell’incomprensibile. Nel 1986 si stava lentamente uscendo dagli anni di piombo e l’omicidio Moro (caso simbolo del terrorismo rosso), in mancanza della completa comprensione di quanto accaduto, si stava trasformando inevitabilmente in ricordo. Giulia, i suoi sbalzi di umore, la sua risata incontrollata, il suo essere una lussuriosa femme fatale e le sue relazioni ambigue si configura come la personificazione dell’isteria, come il simbolo di un trauma che non voleva restare insoluto e inascoltato e che Bellocchio traspone in una storia intima incastrata in uno scenario socio-politico complicato che vorrebbe sbrogliare attraverso la psicanalisi. Ma, nel fallimento sistematico del tentativo ci dice il regista o, più plausibilmente, Massimo Fagioli per bocca dello psicanalista di Giulia, che «Il mondo è quello che è e noi siamo quello che siamo, e la psicanalisi non ha certo il compito di trasformare il mondo, ma piuttosto quello di» aiutarci ad adattarvisi nel migliore dei modi. Se Bellocchio è riuscito ad “adattarsi” al mondo, forse ci è riuscito grazie a Fagioli del quale, poco dopo la sua morte dice, “mi ha salvato la vita”.

Massimo Decimo Meridio de Il Gladiatore era una persona reale? la spiegazione delle influenze storiche

Uscito nel 2000, Il gladiatore di Ridley Scott è un film epico sulla vendetta, la perdita e la giustizia dal punto di vista di Maximus Decimus Meridius, interpretato da Russell Crowe. Sia il personaggio che la storia hanno una profondità tale da far chiedere a molti se Massimo Decimo Meridio fosse una persona reale e quali figure dell’antica Roma lo abbiano ispirato. Il film racconta la storia di Massimo, un generale romano diventato gladiatore che cerca di vendicare la morte della sua famiglia, uccisa dal malvagio figlio dell’imperatore Commodo (interpretato da Joaquin Phoenix). Sebbene Il Gladiatore presenti personaggi storici reali, Massimo Decimo Meridio non era una persona reale.

Ambientato nel 180 d.C., Il gladiatore mette in mostra una grande profondità storica. Il film mostra il mondo dei gladiatori, i giochi politici e le campagne militari che erano comuni a quel tempo. I personaggi storici chiave di Il gladiatore includono l’imperatore romano Marco Aurelio, suo figlio Commodo e sua figlia Lucilla. Il personaggio principale, Massimo, non è reale. La creazione di questo personaggio è invece influenzata da diversi personaggi dell’antica Roma. Il personaggio di Massimo in Gladiator è basato principalmente sui generali romani, sui gladiatori stessi e sulla vita che conducevano.

Il gladiatore è disponibile in streaming su Paramount+.

Massimo Decimo Meridio non è reale, ma è frutto di molte influenze

Russell Crowe e Connie Nielsen in Il gladiatore (2000)

Diversi personaggi reali hanno influenzato Maximus, così come le storie dei gladiatori dell’antica Roma

Una delle maggiori influenze per Maximus Decimus Meridius è stato il generale romano Marco Nonio Macrino. Marco era un generale, statista e consigliere durante il regno di Marco Aurelio, proprio come Massimo era generale e consigliere di Marco Aurelio nel film. Inoltre, sia Massimo che Marco erano ammirati e benvoluti dall’imperatore. Un’altra influenza è Avidio Cassio, un generale romano che acquisì importanza sotto Marco Aurelio e che a un certo punto si autoproclamò imperatore dopo aver ricevuto notizie, sebbene false, della morte di Aurelio.

Russell Crowe ha vinto l’Oscar come miglior attore per la sua interpretazione di Massimo Decimo Meridio in Il gladiatore.

Una terza influenza, anche se minore, è il lottatore Narciso, che fu il vero assassino di Commodo dopo che questi divenne imperatore. Per inciso, nella prima bozza de Il gladiatore, Massimo doveva originariamente chiamarsi Narciso. Naturalmente, Massimo è stato ispirato anche dal grande guerriero Spartaco. Sia Massimo che Spartaco erano schiavi che divennero famosi gladiatori ed entrambi pianificarono una rivolta contro lo Stato romano, cercando di rovesciare la corruzione. Il personaggio di Massimo è influenzato anche dalla vita dei gladiatori. Come Massimo, la maggior parte dei gladiatori erano schiavi e prigionieri di guerra o avevano un passato criminale.

I gladiatori erano classificati in vari gruppi a seconda del tipo di arma che usavano e dell’armatura che indossavano. Tra i più noti vi sono i Sanniti (singolare: Sannita), che erano i più pesantemente corazzati e impugnavano le classiche spade corte gladius, i Murmillones (singolare: Myrmillo), o “uomini pesce”, che avevano armature e stili simili, i traci (singolare: traex), che brandivano pugnali ricurvi simili a scimitarre chiamati sica, e i retiarii (singolare: retiarius), che usavano una grande rete e un tridente come armi (tratto da The Colosseum).

Le caratteristiche che hanno dato vita a Maximus in Il gladiatore sono anche un simbolo di giustizia e rettitudine…

Dal design dell’armatura di Massimo al piccolo scudo rotondo e alla spada corta che portava, si può dedurre che Massimo fosse un gladiatore hoplomaco. Era anche comune vedere diversi tipi di gladiatori accoppiati o messi uno contro l’altro, come si vede quando Massimo combatte contro gli essedarius, gladiatori che cavalcavano carri. Come mostrato nel primo combattimento di Massimo Decimus Meridius come gladiatore, alcuni scontri servivano a rievocare battaglie famose in cui l’esercito romano era uscito vittorioso. Altri combattenti nell’arena erano i Bestiarii, che combattevano contro animali selvatici, ad esempio leoni e tigri.

Sebbene sia un personaggio di fantasia, è chiaro che Maximus Decimus Meridius in Il gladiatore è fortemente ispirato a diversi personaggi storici romani e a fatti storici sulla vita dei gladiatori nell’antichità. Grazie a queste influenze, gli spettatori possono farsi un’idea di come fosse la vita di una persona nell’antica Roma. Inoltre, le caratteristiche che hanno dato vita a Maximus in Il gladiatore fungono anche da simbolo di giustizia e rettitudine in un contesto di corruzione.

Il protagonista de Il Gladiatore 2 è reale?

Paul Mescal interpreta Lucius nel tanto atteso sequel del Gladiatore

A oltre vent’anni dall’uscita nelle sale e dal successo agli Oscar de Il Gladiatore, sta per arrivare il sequel dell’epico film storico. Anche se può sembrare strano vedere un film che è il sequel di una storia in cui sia l’eroe che il cattivo muoiono, il film sta prendendo una direzione interessante. L’eroe di questo film è il nipote di Commodo, che ha visto suo zio ucciso da Massimo nel primo film. Tuttavia, nel film, suo nipote Lucio (Paul Mescal) ha preso ispirazione da Massimo Decimo Meridio piuttosto che da suo padre. Sapeva che ciò che Massimo aveva fatto come gladiatore era giusto.

Infatti, Lucius Verus II in Il Gladiator 2 è basato su un personaggio storico reale, ma la sua storia cambierà drasticamente nel film. Lucius morì giovane nella vita reale e morì prima ancora che Commodo diventasse imperatore. Se Lucius fosse vissuto, avrebbe potuto diventare imperatore, ma invece fu Septimus Severus a diventare imperatore. Tuttavia, non è ancora chiaro se Severus sia imperatore in Il Gladiatore 2. Proprio come Il Gladiatore ha cambiato i fatti storici, come Massimo Decimus Meridius e le sue ispirazioni, anche il secondo film probabilmente farà lo stesso.

Massimiliano Caiazzo: 10 cose che non sai sull’attore

Massimiliano Caiazzo: 10 cose che non sai sull’attore

Al giovane attore Massimiliano Caiazzo sono bastati pochi ruoli tra cinema e televisione per affermarsi come uno dei volti più interessanti della sua generazione per quanto riguarda la recitazione. Dotato di carisma e versatilità, Caiazzo è infatti passato con naturalezza dal dramma a sfumature più leggere, dando prova di possedere un futuro radioso davanti a sé, che lo rende un interprete tutto da scoprire e da tenere d’occhio.

Ecco 10 cose che non sai di Massimiliano Caiazzo.

Massimiliano Caiazzo: i suoi film e le serie TV

1 È noto per alcune serie televisive. Ad aver reso celebre Caiazzo vi sono principalmente alcune televisive, a partire naturalmente da Mare fuori, dove dal 2020 interpreta uno dei protagonisti, Carmine Di Salvo, accanto ad attrice e attori come Carolina Crescentini, Nicolas Maupas, Serena Codato e Giacomo Giorgio. Ha poi recitato anche in un episodio della serie Love Dilemma, più precisamente in quello intitolato Mi fido di te. Nel 2022 prende invece parte ad uno degli episodi di Filumena Marturano. Prossimamente, invece, lo si vedrà nella serie Uonderbois, con Serena Rossi. Nel 2024 torna a recitare nella quarta stagione di Mare fuori.

2. Ha iniziato a recitare anche per il cinema. Nel 2021 arriva per Caiazzo la prima avventura in un lungometraggio. Si tratta di School of Mafia, nel quale tre ragazzi newyorchesi con sogni e progetti per il proprio futuro vedono i loro sogni ostacolati dai loro padri, tre boss mafiosi che sono determinati a farli diventare i loro eredi. Qui Caiazzo interpreta il giovane Turi, personaggio poi interpretato da Nino Frassica nella sua versione adulta. Nel 2023 torna poi al cinema recitando in Piano piano, film ambientato nel 1987 a Napoli, dove gli abitanti di un condominio di periferia si godono gli ultimi mesi prima di lasciare il posto a un’autostrada che spazzerà via per sempre il loro piccolo mondo.

Massimiliano Caiazzo in Piano piano

3. Ha interpretato un personaggio “negativo”. Nel film Piano piano l’attore ha interpretato per la prima volta un ruolo “da cattivo”, quello di un delinquente in un piccolo mondo di degrado. Parlando del personaggio, tuttavia, l’attore ha raccontato di non aver mai giudicato le sue azioni, sottolineando invece come in lui siano presenti momenti di fragilità che lasciano intuire la motivazione di determinati comportamenti. Per l’attore, dunque, il lavoro da fare è stato tutto incentrato sul far emergere queste sfumature, evidenziando come la natura del suo personaggio sia un prodotto del contesto in cui vive.

Mare Fuori 4 recensione
Massimiliano Caiazzo in Mare fuori

Massimiliano Caiazzo in Mare fuori

4. È uno dei protagonisti della serie. Sin dalla prima stagione di Mare fuori, Caiazzo ricopre il ruolo di Carmine Di Salvo, un adolescente appartenente ad una nota famiglia camorrista, ma che si rivela una persona gentile e di buon cuore, che odia la violenza e la prevaricazione tipiche del contesto in cui è nato. La popolarità che la serie ha donato all’attore lo sta portando ad essere riconosciuto ovunque, un cambiamento a cui Caiazzo ha affermato di doversi ancora abituare del tutto.

5. Ha lavorato molto sul personaggio. Per dar vita a Carmine, Caiazzo ha raccontato di aver inizialmente svolto un lavoro di analisi sugli aspetti fisici ed emotivi del personaggio, avvicinandosi così sempre di più ad esso. Tuttavia, l’attore ha anche sottolineato come egli stia bene attento a mantenere un confine evidente tra sé e il proprio personaggio, senza mai confondere le due cose. Giunto alla quarta stagione, l’attore si dice però sempre più vicino al suo personaggio, comprendendolo tanto negli aspetti positivi che in quelli negativi.

Massimiliano Caiazzo è su Instagram

6. Ha un profilo sul social network. L’attore è naturalmente presente sul social network Instagram, con un profilo seguito attualmente da 1.4 milioni di persone. Su tale piattaforma egli ha ad oggi pubblicato appena una settantina di post, tutti relativi alle sue attività come attore o modello. Si possono infatti ritrovare diverse immagini relative a momenti trascorsi sul set ma anche foto promozionali dei suoi progetti. Seguendolo si può dunque rimanere aggiornati sulle sue attività.

Massimiliano-Caiazzo-Instagram
Massimiliano Caiazzo in Piano piano

Massimiliano Caiazzo: Elena D’Amario e Maria Esposito, chi è la fidanzata dell’attore?

7. L’attore ha una relazione con la balleria. Nonostante siano molti i fan di Mare fuori che sperano in una relazione tra Caiazzo e la sua collega di set Maria Esposito, tra i due sembrerebbe esserci nulla più che un’amicizia. Caiazzo, infatti, è attualmente fidanzato con la ballerina e attrice Elena D’Amario. I due non sono molto attivi sui social in quanto a condividere aspetti della loro vita insieme, ma di tanto in tanto emergono foto che li ritraggono insieme, riconfermando dunque il loro essere ancora una coppia. La stessa Esposito, d’altronde, già nei mesi scorsi aveva messo fine alle voci su una sua relazione con Caiazzo, bollando la cosa come completamente falsa.

Massimiliano Caiazzo e il rapporto con la madre, il padre e il fratello

8. È sostenuto dai genitori. La madre di Caiazzo è un’insegnante, mentre il padre un funzionario. L’attore ha raccontato che entrambi ipotizzavano una carriera diversa per il figlio, che per andare incontro alle loro aspettative si era iscritto ad un corso di laurea in biotecnologie. La passione per la recitazione lo ha però infine spinto a mollare tutto e inseguire la propria passione. Stando a quanto dichiarato dall’attore, nonostante i dubbi iniziali dei due genitori circa le sicurezze che il mondo dello spettacolo può dare a livello lavorativo, i due iniziano ora a ricredersi e sono i primi sostenitori del figlio.

9. Ha un fratello. Massimiliano ha inoltre un fratello di nome Riccardo e i due si somigliano moltissimo, tanto nei capelli quanto nello sguardo. I due compaiono talvolta l’uno nei social dell’altro, dimostrando dunque di andare d’accordo e poter vantare un ottimo rapporto tra fratelli. Non sappiamo però cosa faccia nella vita Riccardo, anche se non dovrebbe far parte del mondo dello spettacolo.

Massimiliano Caiazzo: età, altezza e dove vive l’attore

10. Massimiliano Caiazzo è nato a Vico Equense, il 28 agosto del 1996. L’attore è alto complessivamente 1.82 centimetri. Cresciuto in Campania, tra Vico Equense e Napoli, Caiazzo risiederebbe oggi a Roma.

Fonti: IMDb, DoCinema, Instagram

Massimiliano Caiazzo ospite al Carbonia Film Festival 2023

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Massimiliano Caiazzo ospite al Carbonia Film Festival 2023

Nell’attesa della prossima edizione del Carbonia Film Festival, che prenderà il via il prossimo giovedì 4 maggio, si arricchisce di alcune novità il cartellone della manifestazione che quest’anno ha il suo focus su giovani e territorio. La serata di chiusura del festival avrà infatti tra i suoi protagonisti uno dei volti più noti e apprezzati della serialità made in Italy, Massimiliano Caiazzo.

L’attore napoletano classe 1996 è diventato una vera e propria icona grazie al ruolo di Carmine Di Salvo nella serie fenomeno degli ultimi anni, Mare Fuori. Massimiliano Caiazzo ha recentemente debuttato al cinema e a Carbonia, domenica 7 maggio, presenterà proprio il suo esordio sul grande schermo in Piano Piano di Nicola Prosatore.

Il film, opera prima di Prosatore presentata in anteprima all’ultimo Festival di Locarno e in sala dal 16 marzo per I Wonder Pictures, è un coming of age ambientato nella Napoli del 1987, anno in cui la squadra partenopea vinse lo scudetto.

A presentare il film e incontrare il pubblico del festival al Cine-Teatro Centrale saranno presenti il regista Nicola Prosatore insieme a due dei protagonisti Dominique Donnarumma e Massimiliano Caiazzo.

Massimiliano Bruno presenta il marcio della politica italiana in Viva l’Italia

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Ha presentato oggi il suo secondo film Massimiliano Bruno, che l’anno scorso ha esordito dietro la macchina da presa con Nessuno mi può Giudicare, e che torna più agguerrito che mai con Viva l’Italia, un ritratto feroce e comico della nostra società (a)politica.

Massimiliano Bruno presenta Beata Ignoranza con Alessandro Gassmann e Marco Giallini

Massimiliano Bruno presenta a Roma la sua nuova commedia Beata ignoranza, in sala dal 23 febbraio, in cui affronta il tema delle nuove tecnologie: sì o no? Vivere social, digitale, smart, o restare orgogliosamente analogici? Il cast, composto dalla coppia di protagonisti Alessandro Gassmann (Filippo) e Marco Giallini (Ernesto), affiancata da un nutrito gruppo di attori tra cui Carolina Crescentini, Valeria Bilello e l’esordiente Teresa Romagnoli, ha commentato la difficile ricerca di un equilibrio nell’uso di internet, in un’epoca in cui il rischio dipendenza da social è sempre dietro l’angolo.

Come nascono l’idea e la struttura del film?

Massimiliano Bruno: “L’idea nasce da un post condiviso anni fa, in cui mi lamentavo del fatto che non riuscivo ad andare spesso a teatro, o al cinema, leggevo sempre meno e dedicavo meno tempo alla vita sociale fuori casa, mentre perdevo un po’ troppo tempo sui social network. Da lì è nata una storia nella quale, con Herbert Simone Paragnani e Gianni Corsi [sceneggiatori assieme al regista ndr] abbiamo raccontato le nostre anime, dove c’e una parte di Ernesto e una di Filippo: io stesso, da un lato mi dico che non dovrei stare troppo tempo sui social, dall’altro  non riesco a non rispondere a un messaggio su Whatsapp”. “La forma della sceneggiatura, poi, nasce dall’amore per la commedia all’italiana, in particolare per C’eravamo tanto amati e Dramma della gelosia, e li richiama: lì i personaggi parlavano direttamente col pubblico guardando in macchina, si aprivano finestre sul loro passato. Così siamo arrivati ad una sceneggiatura diversa dalle ultime che ho scritto”.

Come ha gestito due attori come Gassmann e Giallini?

Bruno: “Marco Giallini e Alessandro Gassmann mi sembravano i prototipi giusti per raccontare i personaggi di Ernesto e Filippo, perché Gassmann anche nella vita è molto superficiale e Giallini è un anziano travestito da motociclista della Nomentana” (ride). “Sono molto diversi tra loro, ma quando sono insieme, riescono sempre a trovare un equilibrio. Potrebbero proseguire la loro carriera assieme ancora per un po’, come hanno fatto Vittorio Gassmann e Tognazzi”  

Come vi rapportate ai social media?

Giallini e Gassmann ripropongono, tra il serio e il faceto, la dicotomia tra i rispettivi personaggi.

Marco Giallini: “Come Ernesto, non sto molto sui social. Penso che andrebbero utilizzati anche per imparare dal passato, conservare la memoria, non ripetere gli sbagli, mentre vedo che per l’80% c’è robaccia”.

Alessandro Gassmann: “Uso mediamente i social, soprattutto Twitter, anche per fare piccole battaglie civili, e credo sia importante conoscerli anche se non si apprezzano. In rete c’è tutto il meglio e tutto il peggio della società, io preferisco conoscerlo bene, poi decidere se usarlo o no. Se usato bene può essere una macchina meravigliosa, che la mia generazione non aveva”.

Carolina Crescentini: “I social sono utili e anch’io li uso, ma dietro a uno schermo ci si sente tutelati, liberi di non essere sé stessi, bensì quello che si vorrebbe essere. Perciò si aggredisce, si dicono cose che non si avrebbe mai il coraggio di dire faccia a faccia, una serie di falsità, si fanno battaglie sociali virtuali, ma il social media è solo una facciata. Nella realtà, quando c’è veramente da manifestare non lo si fa. Dunque non è la società che sta cambiando, è solo la sua apparenza”.

Tema del film è anche la scuola, moderna o all’antica, qual è la scuola giusta secondo voi?

Gassmann: “Mi sembra che la scuola in Italia non se la passi benissimo. Sono convinto che una scuola ipersevera, dove conta solo il voto, sia sbagliata, ma sono convinto anche che, partendo dai genitori e passando per la scuola, non si possa essere finti coetanei dei propri figli o allievi. Bisogna fare il proprio mestiere di genitore o insegnante, è ciò che cerco  di fare con mio figlio. Un giovanilismo come quello del mio personaggio è deleterio”.

Beata ignoranza è in sala dal 23 febbraio, prodotto da Fulvio e Federica Lucisano e Rai Cinema.

Massimiliano Bruno ci invita al cinema per Viva l’Italia

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Viva L’Italia, secondo film di Massimiliano Bruno, uscirà nelle sale cinematografiche il 25 ottobre. Bruno (attore, sceneggiatore e regista), dopo essersi imposto al grande pubblico interpretando il personaggio di Nando Martellone  nella serie televisiva Boris e dopo aver goduto del successo di Nessuno mi può giudicare (Nastro d’Argento 2011), suo primo film da regista, torna dietro la macchina da presa.

Massaggi scomodi per John Travolta

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Massaggi pericolosi per John Travolta. Secondo molti, Scientology starebbe facendo di tutto per mascherare la presunta omosessualità di John Travolta. Ora però l’attore si trova ad affrontare una