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Maledetta primavera: dal cast alle location, tutte le curiosità sul film

Dopo aver diretto il documentario Chiara Ferragni – Unposted, la regista Elisa Amoruso ha nel 2020 dato vita al suo primo film di fiction, Maledetta primavera (qui la recensione).   La vicenda, liberamente ispirata al romanzo Sirley scritto dalla stessa regista, si costruisce a partire da una serie di ricorrdi della Amoruso che, in una primavera della sua gioventù, si trasferì con la sua famiglia nella periferia di Roma.

Un film d’esordio nostalgico e appassionato, dunque, a cui sono poi seguiti titoli come Time Is Up, Time Is Up 2 e le serie Fedeltà e The Good Mothers. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Maledetta primavera. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alle location dove si sono svolte le riprese. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme contenenti il film nel proprio catalogo.

Maledetta primavera cast

La trama di Maledetta primavera

Ambientato alla fine degli anni ’80, il film racconta la storia di Nina, una quattordicenne che si ritrova da un momento all’altro costretta a traslocare insieme alla sua famiglia in un quartiere nella periferia di Roma. La giovane però non è entusiasta di questo trasferimento nella caotica città, fatta di palazzi grigi, poca natura e tanti rumori. I suoi familiari non sono d’aiuto: il padre non è esattamente quello che si definirebbe un genitore esemplare e suo fratello minore è un bambino problematico. Neanche la presenza della nonna, una vecchina sorridente e grande giocatrice di carte, sembra risollevare il suo umore.

Un giorno, però, Nina farà un incontro che cambierà per sempre la sua vita, quello con Sirley, una giovane poco più grande di lei di origine brasiliana. Le due ragazze frequentano la stessa scuola e vivono l’una nel palazzo di fronte all’altra, cosa che permette loro di vedersi spesso. Nina e Sirley stringeranno un’amicizia così forte che la prima riuscirà – grazie alla seconda – finalmente ad apprezzare quello che ha intorno e insieme troveranno il loro posto nel mondo.

Maledetta primavera location

Il cast e le location del film

Ad interpretare Nina vi è l’attrice Emma Fasano, mentre i genitori Laura ed Enzo sono interpretati da Micaela Ramazzotti  e Giampaolo Morelli. Il fratello Lorenzo, invece, ha il volto di Federico Ielapi. Recitano poi nel film Sara Franchetti nel ruolo di nonna Adriana, Fabrizia Sacchi in quello di Nadia e Claudio Bigagli nel ruolo del prete. Ad interpretare Sirley, invece, vi è l’attrice Manon Bresch, recentemente vista anche nel film Netflix Le ladre.

Per quanto riguarda le location del film, il nuovo ambiente in cui Nina si vede catapultata si ritrova nella periferia romana, a Cinecittà est, una zona senza negozi caratterizzata solo da palazzi alveare che confinano con la campagna. Una parte del film è poi girata al mare, sulla spiaggia tra Sabaudia e San Felice Circeo, all’ombra della Torre Paola, posta a difesa di quel tratto di costa che, nel Cinquecento, era oggetto di incursioni saracene.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di Maledetta primavera grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 10 settembre alle ore 21:20 sul canale Rai 3.

Maledetta Primavera, recensione del film di Elisa Amoruso #RFF15

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Maledetta Primavera, recensione del film di Elisa Amoruso #RFF15

Documentarista dagli esiti altalenanti, che non vede corrispondenza tra qualità e successo del suo lavoro, Elisa Amoruso esordisce al lungometraggio di finzione con Maledetta Primavera, un evento speciale della Festa del Cinema di Roma 2020, in collaborazione tra la Selezione Ufficiale di Antonio Monda e la sezione autonoma e parallela Alice nella Città.

Dopo il bellissimo e acuto Strane Straniere, passato in sordina, e Chiara Ferragni Unposted, uno spot pubblicitario sulla fashion blogger e imprenditrice milanese che ha fatto il giro del mondo, avevamo visto Amoruso tornare a progetti più piccoli e interessanti con Bellissime, il film documentario presentato l’anno scorso sempre alla Festa di Roma, che in quest’anno strano ha deciso di ospitare l’opera prima di fiction della regista romana.

La trama di Maledetta Primavera

Maledetta primavera e un teen movie ambientato negli anni ’80 (1989) che racconta di tre donne. Nina (Emma Fasano) adolescente che si trapianta con la famiglia in un nuovo quartiere e in una nuova scuola, non conosce nessuno, non riesce a fare amicizia con nessuno se non con la bellissima vicina, dalla quale è irrimediabilmente attratta. Sirley (Manon Bresch), quella vicina consapevolmente conturbante, diversa, inquieta, troppo consapevole per la sua età, per la sua scuola, per chi la circonda, strana, diversa, che addirittura parla un’altra lingua e la parlerà soltanto con Nina, unica che sembra capirla. Laura (Micaela Ramazzotti), giovane moglie e madre che non riesce a capire la figlia adolescente, ma che per prima non riesce a comprendere se stessa, vivendo in un costante stato di agitazione e insoddisfazione. La storia racconta un pezzetto delle loro vite, dei loro desideri semplici eppure irrealizzabili.

Maledetta Primavera recensioneUn teen movie raccontato a distanza

Elisa Amoruso riesce con grazie a raccontare l’adolescenza, lo fa con attenzione, sia da un punto di vista della messa in scena, con oggetti e costumi, sia per quanto riguarda il tratteggiare caratteri e personaggi, in maniera precisa, realistica. Riesce un po’ meno a dare tridimensionalità agli adulti, ad un padre scapestrato e assente interpretato da Giampaolo Morelli, a Laura, che offre a Ramazzotti un ruolo che replica alla perfezione quanto portato al cinema dall’attrice fino a questo momento.

Tuttavia questo racconto delicato dell’adolescenza e dei suoi drammi insormontabili, proprio perché vissuti in quegli anni, Amoruso non riesce a cancellare il distacco che esiste tra macchina da presa e soggetto. Il suo incedere trai personaggi è quello di un occhio estraneo, indagatore, quasi giudicante, superiore su personaggi che invece hanno solo bisogno di essere mostrati ed accolti.

Maldamore: recensione del film con Luca Zingaretti

Maldamore è una commedia sentimentale che analizza i rapporti di coppia e le crisi coniugali, rovesciando la concezione classica di tradimento così come la maggior parte delle persone, innamorate e non, la concepisce; ossia, come la cosa più brutta che possa capitare in una relazione. Il regista Angelo Longoni (Facciamo fiesta, Non aver paura) tenta di infrangere questa barriera, analizzando le diverse dinamiche e le diverse convinzioni delle due storie che porta sullo schermo, cercando di far emergere quanto, in realtà, sia il tempo, e non l’infedeltà, ad essere il più grande nemico – ma al tempo stesso anche il più grande amico – di due persone che vogliono condividere la vita e che inciampano continuamente nel provare a non abbandonarsi alla quotidianità e alla monotonia, ma anche alla passione e all’irrazionalità.

In Maldamore Una sera Marco (Luca Zingaretti), sposato con Veronica (Ambra Angiolini), rivela al fratello di lei, il musicista Paolo (Alessio Boni), di aver tradito la moglie con una ragazza più giovane; in vena di confessioni, ma in realtà costretto da Marco, anche Paolo rivela al cognato di aver tradito la sua compagna, Sandra (Luisa Ranieri), durante una trasferta di lavoro. Nello stesso momento purtroppo, a causa di un interfono per bambini lasciato acceso per sbaglio, le due mogli hanno ascoltato le confessioni dei loro coniugi infedeli. Lo scoppio sarà inevitabile…

Maldamore

Maldamore, il film

Un’idea affascinante e, per certi aspetti, originale nel suo presupposto, ma che nei fatti viene sviluppata nella maniera sbagliata. Il problema più grande di Maldamore si trova nella mano del suo regista.

L’esperienza televisiva di Longoni si irradia a tutto spiano nel ritmo della narrazione, mentre un forte impianto teatrale si riflette sia nella messa in scena (vedi l’inizio del film, ad esempio), sia nella costruzione dell’apparato drammatico di tutta la vicenda. A Maldamore mancano vere idee di cinema, manca un assetto cinematografico che sia davvero capace di coinvolgere lo spettatore; non c’è vivacità nell’andatura della storia, i tempi sono eccessivamente allungati e i dialoghi mancano di arguzia. Perfino gli attori – tutti e quattro molto bravi se immaginati in qualsiasi altro contesto – risultano artefatti e molto poco spontanei, restituendo a chi guarda, con le loro urla, le loro peripezie, i loro drammi, la percezione di un mondo quasi finto, o comunque di una realtà lontana rispetto alle tradizionali commedie brillanti.

In definitiva, a parte qualche battuta esilarante e il cameo di Claudia Gerini che dona un po’ di colore ad una pellicola altrimenti spenta, Maldamore, prodotto da Maria Grazia Cucinotta e distribuito dalla Bolero Film, è un film caotico in cui tutto sembra essere sopra le righe, con più di una crepa a livello di sceneggiatura. L’uscita nelle sale è fissata per il 13 Marzo.

Maldamore: due clip del film con Ambra Angiolini

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Maldamore: due clip del film con Ambra Angiolini

Guarda le clip del film Maldamore di Angelo Longoni con Ambra Angiolini, Luca Zingaretti, Luisa Ranieri, Alessio Boni.

Leggi anche: Maldamore recensione del film con Luca Zingaretti

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Maldamore 2“Maldamore” è una storia di amori incrociati, una storia di tradimenti e riconciliazioni nel tipico filone della commedia all’italiana. Traditori e traditi, però, più che cinici e votati all’infedeltà si rivelano fragili, inadeguati ad affrontare e risolvere i problemi che la vita di coppia inevitabilmente pone. La relazione extraconiugale diventa lo specchio di questa fragilità, analizzata nelle vicende di due coppie tra i trentacinque e i quarant’anni: Marco (Luca Zingaretti) e Veronica (Ambra Angiolini), Paolo (Alessio Boni) e Sandra (Luisa Ranieri). La loro vita, solo in apparenza serena, verrà sconvolta in seguito a un banale incidente… Dal 13 marzo al cinema.

Maldamore la conferenza stampa con il regista Angelo Longoni

È stato presentato oggi, alla Casa del Cinema, Maldamore, la nuova commedia del regista Angelo Longoni, prodotta da Maria Grazia Cucinotta e distribuita dalla Bolero Film. Presenti alla conferenza stampa del film, oltre al regista e alla produttrice sopracitati, anche l’intero cast del film, tra cui i protagonisti Ambra Angiolini, Luisa Ranieri, Alessio Boni e Luca Zingaretti.

L’incontro si è aperto con una spiegazione da parte di Angelo Longoni circa la scelta della frase di Platone che accompagna la fine del film: “…soltanto l’amante può giurare e avere il perdono dagli dei, se trasgredisce un giuramento: dicono infatti che un giuramento d’amore non ha valore.”

“La frase di Platone che viene citata nel film, in chiusura, è molto significativa. Nel momento in cui la maggior parte delle persone fa un giuramento d’amore, si trova in uno stato emotivo che gli permette di credere che quel giuramento avrà valore per sempre. In realtà quel giuramento è considerato da tutti senza valore, perfino dagli dei, perché nel tempo le cose cambiano, la vita affettiva delle coppie stabili si trasforma e solo grazie ad una certa maturità si riesce ancora a stare insieme e ad avere una vita affettiva adulta e matura. Ho scritto questo film insieme a Massimo Sgorbani un po’ perché volevo parlare di cose che tutti noi viviamo quotidianamente, un po’ perché ho visto vivere l’esplosione di tantissime coppie. Nel momento in cui una persona soffre terribilmente, per amore, all’interno di una coppia, vista da fuori quella situazione è commedia, è ridicola. Da sempre i rapporti che si instaurano all’interno di una coppia, i conflitti d’amore in generale, generano la commedia. Da qui, dunque, sono nate le nostre considerazioni intorno alla frase di Platone”.

È intervenuta subito Maria Grazia Cucinotta, la produttrice del film, che parlato del motivo che l’ha spinta a scegliere di produrre Maldamore:

“Abbiamo ritrovato nel film, insieme a Silvia Natili e Giovanna Emidi, un pezzo di noi, un pezzo della nostra vita, qualcosa che ci apparteneva. È uno di quei film che vorresti fare, nonostante ci sia voluto un po’ perché il progetto diventasse una realtà. Per questo motivo devo ringraziare tutte le persone che hanno fatto sì che il film potesse uscire al cinema, inclusi gli attori, che non hanno voluto far il film semplicemente per soldi, ma perché era un progetto nel quale credevano fortemente”.

Agli attori protagonisti è stato chiesto: è necessario il tradimento nel matrimonio? È qualcosa che aiuta il matrimonio ad andare avanti? 

“Non credo nella contrattualizzazione di un amore – dichiara Alessio Boni – Non credo, allo stesso tempo, che sia necessario tradirsi per far sì che un matrimonio continui. Quello che succede nel film non è detto che debba per forza corrispondere alla realtà. Quando ho letto la sceneggiatura, mi ha subito colpito. Mi piace molto la comicità scritta, che diventa poi leggera grazie all’attore che la porta sullo schermo. Non sarei in grado di far ridere con delle battute o con una smorfia, ma se queste sono scritte bene, allora puoi essere in grado di far ridere ancora di più”.

“Non credo che i rapporti debbano per forza passare per il tradimento – continua Luisa Ranieri – Credo, però, che sia molto difficile tenere in piedi un rapporto dopo tanti anni. Bisogna reinventarsi, perché tra alti e bassi può succedere che qualcuno si possa distrarre all’interno della coppia. Ciò che mi piace di questo film è la chiave di lettura che viene offerta del perdono, e anche la frase che recito riguardo al “2%”, che non vuol dire necessariamente concedersi il lusso di poter tradire, ma vuol dire liberarsi, non concedersi totalmente, e quindi annullandosi, in un rapporto, ma lasciarsi una piccola quota di libertà, anche solo di pensiero, di fantasia. In questo senso, trovo intelligente, nel rapporto, lasciarsi una libertà di respiro, che poi alla fine è quella che, nei fatti, ti impedisce di tradire”.

“Le coppie vivono una vita molto quotidiana – afferma Ambra Angiolini – A parte i perbenismi che ci offrono la tv e i giornali, io conosco tante persone che vivono, anche in maniera dolorosa, ma comunque normale. Fa parte della vita. È ammesso, è concesso. È assurdo, invece, non considerarlo il tradimento”.

Maldamore“In una coppia non credo che il tradimento sia la cosa peggiore che possa capitare – prosegue Luca ZingarettiQuando c’è una reale condivisione, un affetto vero, credo che sia più grave non aver nulla da raccontarsi la sera o stare insieme fisicamente, ma non essere davvero presenti con la mente. Credo che sia questo oggi il problema più grande della maggior parte delle persone che stanno insieme”.

Quanto si è prestata una location come il Trento per una commedia del genere?

“Il Trento è stata un’esperienza straordinaria – rivela Angelo Longoni – E’ una città a misura d’uomo, estremamente ecologica. Se non ci fosse stata Trento, sarebbe stato impossibile realizzare il film in 6 settimane. Ci siamo trovati benissimo dal punto di vista organizzativo, anche grazie alla vivibilità della città. È un luogo dove ci si sposta facilmente, dove è facile ottenere la possibilità di girare in luoghi diversi. Se l’avessimo girato a Roma, probabilmente non ce l’avremmo fatta. Trento ha anche una sua caratteristica narrativa all’interno del film. Volevo fare una commedia assolutamente non localizzata, cioè senza una comicità dialettale o contestualizzata in una regione specifica. La comicità che abbiamo cercato di creare è una comicità che può essere assolutamente riconoscibile in altre città. È stato molto importante per me riuscire a mettere insieme un cast che avesse una portata italiana e non locale. Trento, in questo senso, si è prestata perfettamente, non avendo una tradizione comica dal punto di vista del linguaggio. Per fare quindi una commedia italiana e non regionale, era la location ideale”.

Come sono stati scelti gli attori protagonisti del film?

“Gli attori protagonisti di questo film fanno tutti teatro – continua Longoni – Credo che un attore che non si metta in gioco con il teatro, soffra di un caso grave di verginità. Chiunque non affronti il teatro, vale sia per gli attori ma anche per i registi, è incompleto. Le penso fermamente. La scelta degli attori è stata, dunque, dovuta a questo. Sono attori, indipendentemente da quello che hanno fatto in altri ambiti. Non volevo comici; volevo attori che potessero interpretare questi ruoli cercando nella verità dei personaggi e non nella caratteristica dell’attore, la possibilità di far ridere. Un attore si differenzia dal comico perché interpreta il ruolo cercando di assecondare la verità di quello che già di comico esiste; il comico deve aiutare questa realtà, la deve forzare, deve mettere qualcosa di se stesso per scatenare l’ilarità. Questo era quello che non volevo. L’idea quindi di avere attori veri, che fanno teatro, che fanno cinema, che fanno tutto, era la mia prerogativa”.

All’inizio, prima dell’esplosione dei personaggi, i protagonisti urlano, gridano, forse troppo. Dopo, paradossalmente, si scende di tono e tutto diventa più leggero. All’inizio sembra tutto molto esagitato. Si tratta di una scelta voluta?

“All’inizio vige una calma apparente – spiega il regista – Poi, nel momento in cui le radioline emettono la catastrofe … ecco, da quel momento esplode tutto. Finché non si chiude quella nottata, i personaggi si trovano ad un livello alto di tensione, di nervosismo. Da lì in poi la storia ha un altro andamento. C’è sempre il doppiopesismo che rientra, un doppiopesismo nell’amore che è un caratteristica degli italiani. Quello che facciamo subire è meno grave di quello che subiamo, e questa cosa fa parte del nervosismo iniziale del film”.

In chiusura, è stato chiesto al regista cosa rappresenta per lui l’amore.

“In amore la forma più alta di intelligenza è la bonta. È questo quello che mi ha insegnato mia moglie ed è questa la caratteristica principale che dobbiamo ritrovare nei rapporti”.

Maldamore sarà distribuito al cinema in 250 copie a partire dal prossimo 13 Marzo.

Malcolm McDowell contro il Babbo Natale assassino

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Dopo aver partecipato ai due horror firmati Rob Zombie, Malcom McDowell torna in un remake, stavolta per la regia di Stephen C. Miller (che dopo aver diretto qualche horror poco memorabile sarà presto sugli schermi col più ambizioso The Aggression Scale) : quello di Silent Night, Deadly Night, il cui originale risale al 1984. Il film originale vdeva protagonista Billy, un giovane traumatizzato da bambino dopo aver visto il padre assassinato da un uomo vestito da Babbo Natale;

Billy finirà per lui stesso per diventare un serial killer con lo stesso travestimento, andando in giro ad uccidere coloro che lui giudica ‘cattivi’. All’epoca il film venne praticamente bandito e ritirato velocemente dalle sale per il modo in cui demoliva il concetto di ‘spirito natalizio’… il caso volle che nel primo weekend di programmazione, Silent Night superò un altro ‘piccolo’ film appena uscito, intitolato A Nightmare On Elm Street… Tuttavia ciò non impedì l’uscita di alcuni sequel, dei quali il terzo fu diretto da Monte Hellman. Nel remake, McDowell avrà la parte del poliziotto che si metterà a caccia del maniaco; il titolo del film dovrebbbe essere semplicemente Silent Night.

Fonte: Empire

Malcolm & Marie: John David Washington difende la differenza d’età con Zendaya

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John David Washington ha difeso la sua relazione con Zendaya in Malcolm & Marie, dopo le critiche nate in merito alla loro differenza d’età. Zendaya, 24 anni, e Washington, 36, recitano insieme nel nuovo film di Sam Levinson, creatore della serie Euphoria, acquisito da Netflix lo scorso settembre per 30 milioni di dollari. Girato durante la pandemia, il film è stato uno dei primi ad essere interamente girato secondo i protocolli di sicurezza implementati a causa del Coronavirus.

Netflix ha pubblicato di recente il primo trailer ufficiale del film, che verrà distribuito a partire dal prossimo 5 febbraio. Il film è stato girato interamente in bianco e nero, in una sola location, e si svolge nell’arco di una sola notte. I personaggi di Malcolm e Marie discutono della loro relazione dopo che un evento sconosciuto innesca in loro una serie di frustrazioni. Grazie al trailer, si è già parlato di possibili nomination all’Oscar per la coppia, in particolare per Zendaya, che lo scorso anno ha già ottenuto un Emmy grazie al suo ruolo nella sopracitata Euphoria.

Tuttavia, ci sono stati alcuni detrattori che hanno trovato un po’ sconcertante la differenza di età di 12 anni tra Zendaya e John David Washington . Ora, la star di Tenet ha pubblicamente difeso la sua relazione professionale con Zendaya in una nuova intervista con Variety. Washington ha ammesso di non essere mai stato preoccupato per la differenza di età durante le riprese, proprio perché Zendaya è una donna adulta. Inoltre, ha affermato che tutto avrà maggiore senso quando le persone vedranno il film, sottolineando che ha imparato di più da Zendaya sul set di quanto lei abbia imparato da lui.

“Non me ne preoccupavo, perché è una donna. Le persone vedranno in questo film quanto sia donna. Ha molta più esperienza di me nel settore. Io ci sono dentro solo da sette anni. Lei è lì da più tempo, quindi ho imparato molto da lei. Sono io il novellino, in questo caso. Mi sono appoggiato tantissimo a lei durante le riprese.”

Di cosa parla Malcolm & Marie?

In Malcolm & Marie, un regista  (Washington) torna a casa assieme alla fidanzata (Zendaya) dopo il trionfo dell’anteprima di un suo film, sicuro dell’imminente successo finanziario e di critica.  La serata subisce però una svolta imprevista quando iniziano a emergere alcune rivelazioni sulla coppia, che ne mettono a dura prova la solidità dell’amore. Sam Levinson dà vita a un film di un’originalità rara, un’ode alle straordinarie storie d’amore hollywoodiane e un’espressione commovente della fiducia nel futuro del settore cinematografico.

Malcolm & Marie, la recensione del film con Zendaya

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Malcolm & Marie, la recensione del film con Zendaya

La recensione di Malcolm & Marie non può non cominciare con una considerazione importante: il film di Sam Levinson, disponibile su Netflix dal 5 febbraio, è stato girato in piena pandemia, e potrebbe a tutti gli effetti appartenere ad una specie di sottogenere che definiremo “cinema pandemico”, ovvero un cinema fatto di pochi attori, location uniche interne, troupe ridotta al minimo e basato principalmente su una sceneggiatura lineare e dei dialoghi fitti. Si parla tanto in Malcolm & Marie, e sembra che con i due episodi speciali di Euphoria arrivati nelle scorse settimane, Levinson abbia offerto ai suoi spettatori una specie di antipasto, per concludere con questa elegante portata principale in bianco e nero.

La trama di Malcolm & Marie

È l’una di notte, siamo in una lussuosa villa di Hollywood, Malcolm e Marie rientrano da una serata di gala, lo capiamo dai loro abiti eleganti. Man mano che li spiamo nella loro casa, attraverso le grandi finestre che danno sul giardino, veniamo messi a conoscenza della situazione: lui è un regista, lei la sua compagna, ex attrice, sono di ritorno dalla premiere del nuovo film di lui, un vero e proprio trionfo. Lui infatti balla per tutta la casa, bevendo e parlando senza sosta, carico di adrenalina. Lei, con fare meccanico, prepara la cena, maccheroni al formaggio, lo fa con gesti rapidi, palesando un malcelato nervosismo che di lì a poco esploderà.

Malcolm & Marie è la storia di un litigio, una discussione furiosa, una conversazione che vede due persone che si amano profondamente confrontarsi con le reciproche mancanze, con le proprie paure, una notte che li vede spogliarsi a poco a poco di ogni barriera. Certo, non c’è sempre da entrambe le parti la voglia di confrontarsi e la violenza verbale che ne consegue è una spia, da una parte e dall’altra in momenti differenti, un segnale che la tentazione di lasciarsi alle spalle i non detti è forte, ma i nostri protagonisti vanno avanti, affondano la lingua e i pensieri nelle loro idiosincrasie e cercano, in tutti i modi, di farlo insieme.

Un litigio lungo un film

Così come i due speciali di Euphoria già citati, anche in questo caso Levinson ha ridotto all’osso il suo progetto narrativo, tanto che sia il film in questione che gli episodi sembrano essere stati costruiti intorno alle esigenze pandemiche, per così dire. Il risultato, come accennato, è un lunghissimo flusso di coscienza a due voci in cui i due protagonisti affrontano qualsiasi tipo di argomento possa in qualche modo toccare, anche solo di sfuggita, la loro vita e l’esperienza personale. Ecco che la conversazione parte da una quasi “canonico” sentirsi dati per scontati, toccando in punta di piedi questioni razziali, questioni di genere, discorsi sull’importanza dell’ego per un artista, sull’influenza che la presenza dell’altro ha nella propria vita e nella propria arte, sui rapporti di co-dipendenza, sul passato e sul futuro. Insomma sulla vita stessa e la natura più intima di una storia d’amore. 

Splendidamente fotografato da Marcell Rév (lo stesso di Euphoria), Malcolm & Marie è anche un bellissimo film da un punto di vista puramente estetico. Non c’è un altro termine per definirlo, perché in ogni momento, in ogni inquadratura, in ogni costume e espressione dei suoi protagonisti, il film è bello, nell’eccezione più superficiale del termine. Talmente tanto bello che quando sono uscite le prime immagini del film, sembravano fotogrammi di uno spot di lusso, uno di quelli che sembrano mini film e promuovono brand di alta moda. Invece no, invece Sam Levinson usa di nuovo una confezione extra-lusso per raccontare, provarci almeno, la profondità dell’animo umano.

Malcolm & Marie recensione

E proprio qui, cade. Il regista, attraverso il suo discorso fitto e incessante, che replica una partita serrata di ping pong, non riesce ad aggiungere nulla al dialogo vivace e costruttivo su tutti i temi che tocca. Sembra non avere altra utilità se non quella di una vetrina dove i due interpreti si mettono in mostra. E, intendiamoci, anche se fosse solo questo il senso del film, una vetrine, un esercizio estetico, si tratterebbe comunque di un’ora e 46 minuti ben spesi. 

Due interpreti straordinari

Anche trai produttori, Zendaya e John David Washington sono dei fenomeni assoluti. Entrambi mettono in gioco ogni goccia del loro talento, da quello puramente fisico della presenza scenica, che in entrambi abbonda, a quello più intimo ed emotivo, delle inflessioni vocali, delle espressioni facciali, dei silenzi e dei momenti di ira. 

Zendaya, giovanissima reginetta del cinema e della tv, conferma un talento smagliante, che ha già messo al servizio dei Blockbuster, del cinema d’autore, della serialità di altissimo livello, dimostrando di poter passare dall’essere una ragazzina fragile e problematica, a un’adolescente sarcastica e cinica, fino ad apparire come una donna fatta e finita, elegante e raffinata, diventando la più giovane attrice della storia ad aver vinto un Emmy da protagonista. 

John David Washington, affascinante scoperta di Spike Lee, che lo ha fatto protagonista di BlacKkKlansman, si cimenta qui in un ruolo molto interessante, perché lo vede utilizzare il suo corpo con un approccio prima giocoso, poi molto intenso, una performance che si distacca da quanto ci ha fatto vedere fino a questo momento nel citato film di Lee o in Tenet, per esempio, e ci offre ancora un’altra faccia del suo talento, che, in questo caso, immaginiamo sia anche una questione di sangue, dato che suo padre è Denzel. 

Cinema da pandemia mascherato da prodotto indie

Malcolm & Marie paga forse il prezzo di un’urgenza narrativa che non sembra esserci sedimentata, ma è spinta più dalla pancia che da un ragionamento sistematico e compiuto, relativo a ciò che il regista stesso voleva raccontare. Superficiale quasi involontariamente, il film lascia l’impressione di aver sbirciato dentro casa di una coppia che gioca ad essere in crisi ma che in fondo è troppo bella, troppo ricca, troppo innamorata per avere davvero dei problemi. E forse la chiave del racconto è tutta qui, in questa magnifica apparenza che offusca ogni ragionamento e fa apparire Malcolm & Marie come grande cinema indie, quando invece siamo di fronte ad un buon esempio di cinema “pandemico”.

Malcolm & Marie: trailer del film Netflix con Zendaya

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Malcolm & Marie: trailer del film Netflix con Zendaya

Netflix ha diffuso il trailer italiano di Malcolm & Marie, il nuovo film originale in arrivo con protagonisti Zendaya e John David Washington. Dal 5 febbraio 2021 su Netflix.

Malcolm & Marie è scritto e diretto da SAM LEVINSON e prodotto da KEVIN TUREN, ASHLEY LEVINSON, SAM LEVINSON, ZENDAYA & JOHN DAVID WASHINGTON

In Malcolm & Marie in questo dramma romantico toccante di Sam Levinson con Zendaya e John David Washington, un regista  (Washington) torna a casa assieme alla fidanzata (Zendaya) dopo il trionfo dell’anteprima di un suo film, sicuro dell’imminente successo finanziario e di critica.  La serata subisce però una svolta imprevista quando iniziano a emergere alcune rivelazioni sulla coppia, che ne mettono a dura prova la solidità dell’amore. In collaborazione con il direttore della fotografia Marcell Rév, Levinson dà vita a un film di un’originalità rara, un’ode alle straordinarie storie d’amore hollywoodiane e un’espressione commovente della fiducia nel futuro del settore cinematografico.

Malavoglia: recensione del film

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Malavoglia: recensione del film

Come si legge nella cartella stampa, Pasquale Scimeca affronta una prova non facile: mettere in scena uno dei romanzi basilari della nostra cultura, lo abbiamo studiato tutti infatti e soprattutto doversi confrontare con una messa in scena precedente di grande prestigio: quella che ha dato alla storia del cinema La Terra trema di Luchino Visconti. La storia della famiglia Malavoglia che vive in un paese della provincia di Ragusa, è però attualizzata ai giorni nostri, e Ntoni è un ragazzo che vorrebbe fare il dj, Lia si innamora di un uomo sospetto che guida un Suv, mentre Mena intreccia una relazione con un ragazzo immigrato, Alef che viene ribattezzato Alfio una volta arrivato sul suolo italico.

La famiglia cade in disgrazia dopo che la barca con la quale si procuravano il pesce da vendere affonda portandosi in mare il capofamiglia, Bastianazzo. I Malavoglia si indebitano, riparano la barca, ma la sorte avversa gliela distrugge. La famiglia deve così affrontare diverse difficoltà  per sopravvivere. Scimeca decide di affrontare la storia in modo decisamente sperimentale, pensando un po’ forse ad altri film che hanno affrontato i classici della letteratura con un piglio moderno.

Notevole è la resa fotografica della pellicola, il film è stato girato con telecamere RED, che quindi consentono di avere una qualità full hd, ma che permettono anche di lavorare con altri contributi in digitale come le immagini degli sbarchi di clandestini e l’introduzione, girata in qualità diversa. Ma segue le tracce di Visconti sulla scelta del cast, che è composto da veri pescatori o giovani al primo film, fatta esclusione per l’attore protagonista, già presente in un altro lavoro del regista Rosso Malpelo. Il tema universale della storia di Verga, ossia che le vicissitudini della vita sono sempre le stesse in qualsiasi epoca si viva, vengono inserite nel contesto dell’Italia contemporanea, con le sue difficoltà e contraddizioni.

A collaborare con Scimeca alla stesura della sceneggiatura c’è anche Tonino Guerra, storico sceneggiatore di Michelangelo Antonioni, e la sua mano si avverte in più punti. Aldilà di una certa difficoltà in alcune rappresentazioni dei “giovani d’oggi”, il film si regge in bilico tra poesia e racconto filmico, di cui restano delle emozionanti immagini del mare in tempesta, a simbolo dell’imprevedibiltà degli eventi. Malavoglia esce il prossimo 29 Aprile, è stato riconosciuto di interesse nazionale ed è distribuito da Cinecittà Luce.

Malavita: Robert De Niro sul Set!

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Iniziate le riprese di Malavita, il nuovo film di Luc Besson, ecco arrivare la prima foto dal set che vede Robert De Niro dialogare con lo stesso regista.

Il film racconterà la storia della famiglia Manzonis, trasferitasi in Francia grazie a un programma di protezione testimoni, che avrà grosse difficoltà a lasciarsi indietro il proprio passato. Nel cast, anche Michelle Pfeiffer, Tommy Lee Jones, Paul Borghese e Dianna Agron.

Malarazza: dal 9 novembre 2017 al cinema

Malarazza: dal 9 novembre 2017 al cinema

Sulla scia di uno dei filoni cinematografici più rappresentativi del cinema italiano degli ultimi anni, la periferia torna ad essere al centro del dibattito con Malarazza (Una storia di periferia), opera seconda del regista e produttore Giovanni Virgilio (stimato per La bugia bianca, 2014, e per i suoi cortometraggi), al cinema dal 9 novembre distribuito da Mariposa Cinematografica e prodotto da Movie Side e Xenon Produzioni Cinematografiche in collaborazione con Studi Cinematografici Siciliani.

Il film racconta la storia di una giovane madre (interpretata da Stella Egitto, talento emergente) e suo figlio Antonino (Antonino Frasca Spada) che, assieme al fratello della donna (Paolo Briguglia nei panni del transessuale Franco), sono vittime di un sistema di potere malavitoso rappresentato dal boss in declino Tommasino Malarazza (David Coco) e Pietro (Cosimo Coltraro), detto U Porcu. Per queste tragiche esistenze non sembra esserci speranza per un riscatto sociale.

Ambientato a Catania, nei disagiati sobborghi (Librino) e nei quartieri degradati del centro (San Berillo), Malarazza è un film che ci porta dritti nel mondo della periferia tout court, non tanto (o non solo) in quella siciliana. Rosaria e suo figlio, infatti, divengono metafore di tutti quelle vite che abitano i quartieri periferici più degradati e mortificati, completamente dimenticati dal nostro Paese. La periferia come simbolo di sogni di gioventù traditi e trappole dalle quali, troppo spesso, diventa impossibile liberarsi. E Librino, il quartiere a sud ovest di Catania o San Berillo, quartiere della città vecchia, non fanno eccezione.

Malarazza è il classico esempio di un cinema d’autore che non vuole essere solo spettacolo, ma offrire spunti di riflessione quanto mai necessari su uno dei tanti luoghi al margine, il cui sogno di rinnovamento culturale, la cosiddetta “new town” è stato completamente infranto per mere ragioni politico-economiche. Ciò che resta di quella tanto agognata voglia di rinascita, non è altro che un agglomerato di casermoni in cui la disoccupazione giovanile (specie quella femminile) raggiunge percentuali senza pari, dove la coesione sociale sta svanendo in fretta e ogni strada può essere un confine tra ultimi e penultimi. Cosa sapremo in più e meglio dalla Commissione parlamentare che da un anno indaga sulle periferie e a dicembre presenterà la sua relazione finale?

In questo ritratto di un’umanità disperata, la colonna sonora gioca un ruolo fondamentale. Il mix di generi (si va dal rap, alla bossanova, per giungere fino al neomelodico, la musica più ascoltata nelle periferie di Catania) composto da Giuliano Fondacaro, infatti, detta i tempi e il ritmo all’incedere narrativo, amalgamandosi anche con la voce della popolarissima Arisa che – dopo essere stata pluripremiata al Festival di Sanremo ed aver presentato numerosi successi internazionali – per la prima volta canta in portoghese con il brano O pensamento de você.

Il film” – spiega il regista – “ci fa riflettere su quanto le periferie siano parte integrante delle città e che lo stato di degrado in cui sono lasciate non fa altro che aumentare ingiustizie e microcriminalità. Malarazza è una denuncia delle condizioni delle periferie urbane al fine di riflettere sulla crisi della legalità nelle aree più marginali dei territori, anche se spesso localizzate nei quartieri più centrali. Territori che domandano bellezza, giustizia e sicurezza per garantire un futuro e una speranza ai cittadini che vogliono affrancarsi dalla criminalità e dall’esclusione che logorano le loro vite. Sulla base della mia diretta esperienza ritengo che le amministrazioni locali facciano molto per ricucire gli strappi fra le periferie e il resto della città, ma purtroppo molte altre istituzioni restano a guardare. Come scriveva Italo Calvino, anche le più drammatiche e le più infelici tra le città hanno sempre qualcosa di buono. Quel qualcosa, però, dobbiamo scoprirlo e alimentarlo. Solo così avremo città migliori”.

Malarazza: al via le riprese del film di Giovanni Virgilio

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Catania e la sua periferia vista attraverso la storia di un boss decaduto e di una donna che cerca una vita migliore. Ecco cosa vuole raccontare Giovanni Virgilio nel suo secondo lungometraggio Malarazza, oggi al primo ciak.

Malarazza – trama: La giovane Rosaria è sposata a Tommasino Malarazza, boss decaduto del quartiere in cui vivono, Librino. Costretta a sposarsi perchè rimasta incinta, la donna è sfruttata e maltrattata dal marito. Può sempre contare sull’aiuto di Franco, suo fratello, un uomo di grande cultura costretto a vivere in condizioni da esiliato perché trans. La morte di Tommasino sembra dare una svolta alla vita di tutti, soprattutto a quella di Antonino, il figlio che Rosaria vuole salvare dalla vita di strada. Ma la libertà non è così facile da ottenere.  

Malarazza è una denuncia alle condizioni della periferia siciliana, aiutate dalle amministrazioni locali ma non dal resto del Paese. Commenta il regista:

La storia dei Malarazza e di Rosaria ci farà capire che le periferie sono una parte integrante delle nostre città e lo stato di degrado in cui sono lasciate non fa altro che aumentare la microcriminalità. Sulla base della mia diretta esperienza ritengo che la nostra amministrazione ha fatto tanto per avviare un processo di integrazione delle periferie; quello che chiediamo al nostro Stato è di non restare a guardare.” 

Nel cast del film Malarazza, Stella Egitto, Paolo Briguglia, David Coco, Cosimo Coltraro e Lucia Sardo. Il film è prodotto da Movieside Cinematografica e Xenon Produzioni Cinematografiche in collaborazione con gli Studi Cinematografici Siciliani. Le riprese dureranno 5 settimane e si svolgeranno interamente a Catania.

Malala: trailer italiano del film di Davis Guggenheim

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Malala: trailer italiano del film di Davis Guggenheim

Malala è un ritratto intimo e personale del Premio Nobel per la Pace Malala Yousafzai, divenuta un obiettivo dei Talebani e rimasta gravemente ferita da una raffica di proiettili durante un ritorno a casa sul bus scolastico, nella valle dello Swat in Pakistan. Allora quindicenne (ha compiuto 18 anni lo scorso luglio) era stata presa di mira, insieme a suo padre, per la sua battaglia a favore dell’istruzione femminile, e l’attentato di cui rimase vittima ha suscitato l’indignazione e le proteste di sostenitori da tutto il mondo. Miracolosamente sopravvissuta, ora conduce una campagna globale per il diritto all’istruzione delle bambine e dei bambini nel mondo, come co-fondatrice del Fondo Malala.

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Il film sarà al cinema dal 5 novembre, distribuito da 20th Century Fox Italia.

Mala Influencia, la spiegazione del finale: Reese ed Eros sopravvivono allo stalker?

Le cose finiscono male per i personaggi di Mala Influencia? Il nuovo thriller spagnolo di Netflix segue Reese Russell (Eléa Rochera), una ballerina adolescente che è bersaglio di uno stalker terrificante e misterioso. Il ricco padre di Reese, Bruce Russell (Enrique Arce), assume un ex detenuto, Eros Douglas (Alberto Olmo), come sua guardia del corpo per proteggerla.

Reese inizialmente è riluttante all’idea di essere sorvegliata, ma con il pericolo che cresce intorno a loro, lei ed Eros si avvicinano mentre cercano di scoprire l’identità dello stalker. Sebbene Reese sia circondata da persone sospette, tra cui compagni di classe gelosi e il suo ex fidanzato Raul (Fer Fraga), non capisce perché qualcuno voglia farle del male.

Reese, insieme a suo padre ed Eros, si ritrova faccia a faccia con l’aspirante assassino, che è qualcuno più vicino di quanto avrebbero mai potuto immaginare.

Come finisce Bad Influence? Ecco tutto quello che c’è da sapere su Reese ed Eros: sopravvivranno allo stalker e finiranno insieme?

Cosa succede alla fine di Bad Influence?

Durante il film, Reese sopravvive a diversi incidenti, tra cui un riflettore che le cade addosso durante un saggio di danza, una scioccante esplosione d’auto e un bouquet con un pacchetto regalo pieno di denti.

Mentre cerca di risolvere il mistero dello stalker, Reese inizia a sospettare dell’amica e coinquilina di Eros, Peyton (Mirela Balić). Reese scopre che Peyton non lavora in un bar come aveva detto, ma è una donna delle pulizie nella scuola superiore di Reese.

Reese espone la sua teoria a Eros, che più tardi chiede a Peyton nel loro appartamento se è lei che sta perseguitando Reese. Peyton nega l’accusa, ma mentre cerca di spiegarsi spinge Eros, facendogli perdere i sensi.

Reese arriva all’appartamento di Eros per cercarlo, seguita da Bruce, che sta cercando sua figlia. Peyton li fa entrare e, una volta che Eros si sveglia, confessa il suo sorprendente legame con tutti loro.

Chi è lo stalker di Reese?

Reese è paranoica riguardo a chi tra le persone che la circondano potrebbe volerle fare del male, e uno dei principali sospettati è il suo ex fidanzato, Raul. A un certo punto, anche suo padre, Bruce, viene indicato come possibile responsabile degli attacchi.

Alla fine, si scopre che lo stalker di Reese non è Raul, ma Peyton, un’amica di lunga data di Eros. Lei aveva cercato di dissuadere Eros dall’accettare il lavoro di guardia del corpo di Reese, poiché era lei la responsabile di averla terrorizzata.

Perché Peyton voleva uccidere Reese?

Peyton voleva vendicarsi di Reese e della sua famiglia.

Mentre teneva in ostaggio Reese, Eros e Bruce, Peyton ha rivelato che 16 anni prima sua madre e i genitori di Eros lavoravano in un ristorante di proprietà di Bruce. Una notte, il locale ha preso fuoco e i loro genitori sono morti, insieme alla madre di Reese.

Sebbene fosse solo un ragazzo, Eros fu incolpato dell’incendio e mandato in un centro di detenzione minorile. Lì, Eros, Peyton e il loro amico Diego (Farid Bechara) diventarono amici. Anni dopo, Bruce fece rilasciare Eros dal centro quando questi accettò di proteggere sua figlia.

Chi muore alla fine di Mala Influencia?

Reese, Eros e Peyton sopravvivono, ma con un colpo di scena, non Bruce, il padre di Reese. Durante la resa dei conti nell’appartamento, Eros attacca Peyton, permettendo a Reese e Bruce di fuggire. I tre corrono giù per le scale dell’edificio, mentre Peyton spara loro con la pistola dalla tromba delle scale. Si ferma e crolla a terra quando si rende conto di aver sparato a uno di loro.

Nella scena successiva, Reese è seduta su un molo e legge un post sui social media che annuncia la morte di Bruce, ucciso nella sparatoria. Nonostante Bruce sia morto, Reese lo chiama comunque e gli lascia un messaggio vocale dicendogli che è entrata in una compagnia di danza. Conclude il messaggio dicendo: “Spero che tu sia davvero orgoglioso di me. Ti voglio bene”.

Reese ed Eros finiranno insieme?

Sì, Reese ed Eros scoprono chi è lo stalker e restano insieme. Nella scena che segue il loro incontro con Peyton, condividono un momento emozionante e tranquillo mentre si baciano su un molo.

In un messaggio vocale a suo padre, Reese rivela di essere entrata nella compagnia di danza per cui aveva fatto l’audizione. Chiama Eros e gli lascia un messaggio per dirgli la notizia.

Nella scena finale, Eros fa visita a Reese durante le prove di danza. Dopo che gli altri ballerini se ne sono andati, Reese ed Eros si abbracciano e si baciano sul palco. I due ballano, finalmente in grado di rilassarsi dopo aver scoperto che le loro vite non sono più in pericolo.

Mal di pietre: recensione del film con Marion Cotillard

Mal di pietre: recensione del film con Marion Cotillard

Il cinema si tinge di sfumature francesi nella capitale romana e, cavalcando l’onda del Festival Rendez-vous, arriva in Italia dal 13 Aprile l’ultimo lavoro presentato a Cannes 2016 di Nicole Garcia: Mal di pietre.

Marrion Gotillard è Gabrielle, una donna prigioniera del bigottismo anni ’50 in un soffocante paesino nel sud della Francia, ed è alla ricerca disperata de “la cosa principale”. Incompresa da tutti e bisognosa d’amore, Gabrielle viene promessa in sposa a José (Alex Brendemühl), un umile operaio d’origini spagnole con il quale la giovane francese rifiuta d’instaurare un legame. Nonostante i vari tentativi di Josè, Gabrielle è costantemente aggrappata all’infelicità, finché per curarsi dai calcoli renali si reca in Svizzera e incontra André (Louis Garrel), un reduce di guerra che rispolvera i sogni di Gabrielle e risveglia il suo bisogno de “la cosa principale”.

Mal di pietre nasce dalla penna sarda di Milena Agus, ma viene rielaborata sotto forma di pellicola dalla Garcia, che sfrutta la bellezza di Marrion Gotillard per creare un personaggio fuori dalle righe.  Gabrielle è una donna tormentata dall’amore: vorrebbe comprenderlo, ma per farlo dovrebbe prima viverlo. I suoi tentativi, a tratti folli ed esplosivi, delineano un personaggio dalla profonda sofferenza interiore che non conosce il proprio posto nel mondo. Gabrielle scappa sempre dall’inquadratura, corre a perdifiato per i boschi, buca i polmoni con quell’aria che non ha alcun sapore e leviga i bordi dell’infelicità convincendosi che un giorno, quella “cosa principale” che ha sempre cercato, arriverà. Gabrielle è una donna che, come dice la madre, «vive in un mondo tutto suo», vede la vita come un rincorrersi di luci e ombre e la Garcia lavora su quest’aspetto tramite le inquadrature che d’improvviso si aprono come uno spiraglio e permettono a Gabrielle di camminare nel mondo in punta di piedi.

Mal di pietre è il male di Gabrielle, la protagonista

Mal di pietre, un male che affligge Gabrielle da tutta la vita. Mal di pietre, quella malattia che da profonda angoscia si trasforma in improvvisa voglia di vivere. Mal di pietre, il bisogno di sentirsi speciali, diversi, perché a essere normali si ha troppa paura.

mal di pietreL’arco narrativo della pellicola è diviso in due parti, esattamente come il cuore di Gabrielle. Prima della Svizzera, di André e del mal di pietre, c’era il piccolo paesino di mare, José e i goffi tentativi di salvare un matrimonio condannato ancor prima d’iniziare. La Garcia si concede spesso delle incorniciature ombrate per rappresentare José, un uomo che pur di amare la propria donna preferisce farlo in silenzio, acquattato nell’ombra, come se fosse una vergogna. Gabrielle è così abituata a vivere nell’infelicità da non accorgersi dell’opportunità arrivata con l’uomo che ha sposato. Con André, Gabrielle si convince di aver trovato “la cosa principale”, mentre José l’ha sempre avuta al suo fianco, amandola e proteggendola in quei silenzi opprimenti che in realtà costruivano soltanto muri.

Mal di pietre parla di un amore viscerale

Mal di pietre è una storia che racconta dell’amore viscerale, incompreso, quell’amore che mischia il sacro al carnale, perché a volere l’amore non è soltanto il corpo ma anche l’anima. Quell’amore, che per Gabrielle non è altro che “la cosa principale”, il sentimento che ogni essere umano dovrebbe assaporare e custodire per tutta la vita, in modo da scampare alle fauci incandescenti della miserabilità. La Garcia prende spunto da un piccolo racconto ambientato nell’entroterra sardo per raccontare l’amore tra luci e ombre, bene e male, realtà e finzione. Gabrielle vive una passione viscerale e desidera così tanto l’amore, cercandolo in ogni singola sfumatura, da non rendersi conto che, forse, “la cosa principale” l’aveva già trovata da tempo.

Mal di pietre, Nicole Garcia e Milena Agus tra film e romanzo

Mal di pietre, Nicole Garcia e Milena Agus tra film e romanzo

In vista dell’uscita di Mal di pietre, pellicola prodotta da Good Films, si è svolta presso la Casa del cinema a Roma la conferenza stampa che ha visto protagoniste la regista Nicole Garcia e l’autrice del romanzo Milena Agus, due donne dall’indubbio valore artistico che si sono confrontate per la prima volta faccia a faccia.

Che cosa l’ha colpita di questo romanzo?

Nicole Garcia: «Per me è stato un grandissimo regalo. Mi era stato consigliato da un amico e l’ho acquistato all’aeroporto di Marsiglia. L’ho letto durante il volo e quando sono atterrata mi sono subito messa in contatto con il produttore per sapere se i diritti del libro fossero disponibili.  In genere io leggo molto, ma non lo faccio per trovare dei soggetti. Preferisco creare soggetti originali. Quando ho letto Mal di pietre ho capito che c’era qualcosa per me, come quando si cerca qualcosa senza sapere esattamente cosa».

Come ha lavorato sui cambiamenti apportati al romanzo?

Nicole Garcia: «Per fare un adattamento bisogna impadronirsi del libro e penso che ci si possa anche allontanare da esso, ma non per questo tradirlo. Alla prima trasposizione ho visto le editrici un po’ timorose per la reazione che avrebbe potuto avere Milena, ma lei si è comportata da grande scrittrice qual è, dicendomi che il film le fosse piaciuto e che soprattutto ha capito che la trasposizione è una reinterpretazione del libro».

Mal di pietre: presentato a Roma il film di Nicole Angus

Che cosa le è mancato in questo adattamento?

Milena Agus: «La cosa che mi è mancata, ovviamente, è la Sardegna, perché il film è ambientato in Francia. Anche la nonna è una nonna francese. Il fatto che manchi la Sardegna implica che manchi tutta la spiritosaggine dei cagliaritani e i drammi interni. La nonna del libro è una nonna sarda, però io amo questa nonna francese. La mia nonna è buffa, ha una forma di follia che fa sorridere, mentre la nonna francese mi commuove profondamente, cosa che la mia non ha mai fatto. Inoltre oggi ho notato un altro particolare. Ho visto questo film tre volte e se nelle ultime due mi è sfuggito, oggi mi è chiaro: l’unica cosa affascinante che fa il reduce è parlarle. Nessuno parla mai con Gabrielle, neanche il marito, mentre il reduce lo fa».

Che cosa invece l’ha stupita?

Milena Agus: «Ho avuto l’impressione che mancasse qualcosa nel film, invece è sempre stato lì. Nel libro, la nonna sarda ha un quaderno nero dove scriveva le sue storie e per me sembrava impossibile poter recuperare questo dettaglio nella pellicola. Invece Nicole l’ha fatto, recuperando il valore della letteratura. La vita è nell’immaginazione. Se io non scrivessi, sarei pazza».

Amare con tanta passione è una malattia?

Nicole Garcia: «Dell’amore ormai se ne parla in tutte le salse. Non si può fare una radiografia corretta di questo termine. Nel libro trovo che ci sia un richiamo più concreto, ci si riferisce all’amore come “la cosa principale”. Lo si chiede a Dio, un aspetto sia sessuale che sacro, ricercata sia da uomini che donne. Questa estasi non è follia, bensì la ricerca di una delle cose più belle che abbiamo nella vita».

Si potrebbe fare un accostamento tra Gabrielle e Madame Bovary?

Nicole Garcia: «Non credo. Partendo dal fatto che l’ambientazione è nel sud della Francia e non in Normandia, io non trovo un accostamento possibile tra Gabrielle e Madame Bovary. Madame Bovary è più melanconica, un personaggio molto più urbano e soprattutto sprovvisto della forza vitale di Gabrielle».

Crede che questo sia un film generalmente femminile?

Nicole Garcia: «Non direi. In Francia il pubblico non è così diviso. Ho visto molti uomini commossi da questo film. Certo, forse per le donne è un film più di facile accesso, ma non credo che la sensibilità maschile sia diversa».

Un’autocritica?

Nicole Garcia: «Un aspetto che manca del libro, e che avrei voluto inserire, è questo contratto al limite della pornografia tra moglie e marito. Avrei dovuto fare una saga per inserirlo, in un film di due ore non ho potuto integrarlo».

Mal de Pierres: recensione del film con Marion Cotillard

Mal de Pierres: recensione del film con Marion Cotillard

Probabilmente il nome Milena Agus non dirà molto ai più, eppure gli appassionati di letteratura l’assoceranno subito a libri come Mentre Dorme il Pescecane e soprattutto Mal di Pietre, grazie al quale è stata tradotta in almeno cinque lingue e portata in cima alle classifiche francesi. La scrittrice cagliaritana ha aperto lo scrigno dei ricordi personali per condividere con il mondo la storia vera della nonna, cresciuta in un ambiente contadino, sposata per convenienza e considerata un’esagitata, una matta. Matta per la sua fragilità e insicurezza, per la sua facilità d’innamorarsi degli uomini sbagliati, che puntualmente le rifilano sofferenza, per le sue ossessioni e i suoi sogni ad occhi aperti.

Una persona simbolo di un preciso momento storico, piegato dalla guerra e da tanta popolare ignoranza, durante il quale si fa fatica a distinguere il bisogno dalla malattia psichica e si getta tutto nel primo calderone disponibile. Le intenzioni di un libro però possono essere incredibilmente differenti da quelle di un film per il grande schermo, anche in caso di ispirazione diretta. È il caso di Mal de Pierres, l’adattamento cinematografico firmato dall’attrice e regista francese Nicole Garcia, che pensa bene di trasformare la donna in un personaggio letterario e come tale di riadattarlo a nuovi contesti e nuove meccaniche. In questa rinnovata dimensione della storia, il sole e il vento caldo della Sardegna si trasformano nel clima mite del sud della Francia, mentre il Premio Oscar Marion Cotillard presta voce e corpo a Gabrielle, la protagonista.

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Come nell’opera letteraria, anche nel film è avvolta e divorata da un terreno ostile che non capisce i suoi desideri, che non ha tempo e voglia di rimanere ad ascoltarla, motivi per cui ha gravi problemi a relazionarsi con gli altri, a innamorarsi e a esprimere qualsivoglia sentimento. Qualcosa però, sin dalle primissime battute, sembra non andare per il verso giusto. I riferimenti alle pagine scritte si fanno subito pallidi, lontani, uno sfondo di cartapesta incollato a fatica su un set creato per l’occasione. Un racconto lineare e tragico, erotico e surreale, fatto sì di lacrime e passione ma senza carattere, senza mordente. Ogni scena scivola via come acqua su un vetro, vista e rivista, addirittura alcuni caratteri distintivi della carta vengono rimossi e abbandonati su schermo: Gabrielle non è più incompresa, giovane e ingenua, al contrario appare come costantemente pervasa da un istinto primordiale, non più innamorata ma bisognosa di riempire un vuoto fisico, egoista e seriamente distaccata dalla realtà. Non va molto meglio ai due personaggi che le ruotano intorno nella trama principale, nella finzione cinematografica interpretati da Alex Brendemühl e Louis Garrel, poco approfonditi e cambiati nell’animo. Pedine di poco conto, al servizio di una Regina spenta, sommessa, e per far spegnere un vulcano come Marion Cotillard ci vuole davvero tanto impegno.

Non bastano le sue nudità, in primo piano su schermo per oltre metà film (sì ma occhio alle controfigure…), a risollevare le sorti di un tracollo senza possibilità di appello; la Signora del cinema francese piange, corre, rincorre e si dispera in tutta la sua bellezza, questa si sempre inattaccabile, ma una direzione poco incisiva e un copione eccessivamente abbozzato la fanno crollare minuto dopo minuto. Nicole Garcia compie dunque peccato due volte, reinterpretando in modo libero e ambiguo un’opera estremamente interessante, incastonata in un determinato contesto che nello script scompare come per magia, e sprecando l’occasione di dirigere una fra le attrici più passionali e talentuose del cinema mondiale. Ciò che resta è un melò neppure troppo elegante, anzi semplice e a tratti imbarazzante, che meriterebbe di esser decostruito e rigirato da zero. Se il mondo di Gabrielle è fatto di numerosi elementi inesistenti, i 120 minuti di Mal de Pierres sono tutti reali e non c’è fantasia in cui rifugiarsi.

Makoto Shinkai: la classifica dei suoi film

Makoto Shinkai: la classifica dei suoi film

Il regista di anime Makoto Shinkai ha costruito un curriculum impressionante nel corso degli anni e con l’uscita di Suzume non c’è mai stato un momento migliore per classificare i film di Shinkai. Shinkai è un regista noto per la produzione di film anime che si concentrano molto sul dramma dei personaggi e sulle storie d’amore. I suoi film non hanno riscosso particolare successo fino all’incredibile successo di Your Name, ma grazie a questo, e ai film che lo hanno seguito, Shinkai è diventato uno dei nomi più riconoscibili degli anime.

Makoto Shinkai si è certamente fatto un nome come regista nel corso degli anni. Questa classifica elenca i dodici film dal peggiore al migliore.

La voce delle stelleLa voce delle stelle

La voce delle stelle è il quarto cortometraggio di Makoto Shinkai e, purtroppo, è il suo più debole. Tutti i tratti distintivi del suo lavoro sono qui in bella mostra, ma il film non si prende il tempo per metabolizzarli in modo significativo.

Quando la nave spaziale Lysithea inizia il suo viaggio a caccia dei Tarsians, temibili alieni incontrati per la prima volta su Marte, la studentessa Mikako Nagamine viene arruolata tra le forze terrestri. L’unico mezzo che ha per parlare con il suo ragazzo rimasto sulla Terra, Noboru Terao, è via e-mail.

Oltre le nuvole, il luogo promessoci

Oltre le nuvole, il luogo promessoci

Oltre le nuvole, il luogo promessoci è stato il primo lungometraggio di Makoto Shinkai e non ha avuto successo. Lo stile artistico caratteristico di Shinkai e il lavoro sui personaggi sono molto meglio eseguiti qui, quindi è più facile essere investiti nella storia, ma è proprio la storia a trascinare le cose verso il basso e a farlo crollare in classifica.

La storia d’amore principale è poco sviluppata, e mentre inizia come un’affascinante storia di vita quotidiana, la seconda metà diventa improvvisamente una storia d’azione con elementi fantascientifici troppo poco spiegati per l’importanza della posta in gioco. Ciò che rimane è un film disarticolato nella trama e, nel complesso, non riesce a mostrare ciò che rende grande l’opera di Shinkai.

Other Worlds

Other Worlds

Con una durata di circa due minuti, non c’è molto da dire su Other Worlds, sia in positivo che in negativo. Grazie al modo in cui Makoto Shinkai utilizza le ombreggiature e la musica, il cortometraggio riesce a trasmettere al pubblico una grande quantità di emozioni, per cui riesce comunque a lasciare un impatto, nonostante la sua breve durata.

Naturalmente, la breve durata significa anche che non c’è molto a cui affezionarsi, e questo finisce per rendere difficile la classificazione del film, anche se rimane di spicco confrontato con gli altri cortometraggi di Shinkai.

Minna No Uta: Egao

Minna No Uta Egao

Minna no Uta è un programma televisivo e radiofonico che va in onda in Giappone dagli anni ’60 ed è spesso utilizzato per promuovere nuovi cantanti e animatori; nel 2003, questo includeva un video musicale per “Egao” di Hiromi Iwasaki, realizzato dallo stesso Makoto Shinkai.

Il video musicale mostra la semplice storia di una donna che si lega al suo criceto domestico e, come gli altri cortometraggi di Shinkai, la sua breve durata rende difficile affezionarsi ai personaggi di questo film. Detto questo, “Egao” è affascinante con la sua animazione e la rappresentazione di quanto il criceto diventi importante per la donna, quindi anche se non c’è molto, vale sicuramente la pena guardarlo.

Lei e il gatto

Lei e il gatto

Lei e il gatto è stato il cortometraggio che ha attirato l’attenzione della CoMix Wave Films, lo studio di animazione principale di Makoto Shinkai. Come per gli altri cortometraggi di Shinkai, She and Her Cat è penalizzato dalla sua lunghezza, che rende difficile lo sviluppo completo di qualsiasi cosa.

Detto questo, la semplicità della storia d’amore tra un gatto e il suo padrone è eseguita magistralmente, e l’uso delle ombreggiature con lo stile artistico semplicistico aggiunge un livello di bellezza che non si vede negli altri cortometraggi di Shinkai. Nel complesso, è facile capire perché questo film abbia contribuito a dare il via alla sua carriera.

Il giardino delle parole

Il giardino delle parole

Nonostante i suoi punti di forza, Il giardino delle parole è piuttosto difficile da classificare. L’arte, l’animazione e la musica sono incredibili, e Takao e Yukino hanno una dinamica molto coinvolgente in cui è facile capire perché sono così importanti l’uno per l’altra, anche se le loro lotte personali finiscono per essere poco sviluppate.

Il problema più grande del film, tuttavia, è il modo in cui Takao si innamora di Yukino, dato che Takao è un liceale e Yukino è la sua insegnante. Quest’ultima non ricambia mai esplicitamente i suoi sentimenti, ma le spiacevoli implicazioni sono comunque presenti e la capacità di ignorarle sarà il fattore decisivo per il gradimento complessivo.

Someone’s Gaze

Someone’s Gaze

Tra tutti i cortometraggi di Makoto Shinkai, Someone’s Gaze è quello che riesce meglio a racchiudere i punti di forza del regista in poco tempo. La storia è quella semplice di un padre e di una figlia che si allontanano l’uno dall’altra, ma Shinkai fa un ottimo lavoro nel dare corpo alle loro dinamiche e ai loro caratteri individuali, in modo che tutto ciò che fanno risulti rinfrescante e reale.

Se a ciò si aggiungono le musiche e le immagini stellari di Shinkai, Someone’s Gaze è senza dubbio il migliore dei cortometraggi di Shinkai, anche se, proprio come i suoi predecessori, è penalizzato dalla sua durata.

5 cm al secondo

5 cm al secondo

Questo è uno dei film che, nel bene e nel male, fa uno dei lavori migliori per mostrare lo stile di Makoto Shinkai. Pur non essendo all’altezza dei suoi lavori successivi, la musica e le immagini sono di alto livello e, nonostante la breve durata, la scrittura fa molto per aggiungere peso emotivo a tutte le azioni di Takaki e Akari.

Questo, però, va a discapito del film, che nonostante tutto si conclude con i protagonisti che semplicemente non si ritrovano. È una conclusione sorprendentemente realistica e il realismo è parte della forza del film, ma questa sorta di nota negativa può renderlo difficile da guardare.

Suzume

Suzume

Suzume di Makoto Shinkai è il suo film più recente ed è uno dei suoi migliori. Suzume utilizza il terremoto di Tohoku del 2011 come sfondo per la sua storia, e non solo non è altro che rispettoso nei confronti di quella tragedia, ma la usa per raccontare una bella storia di superamento della perdita che rende facile relazionarsi con ogni personaggio.

Questo è particolarmente vero per la protagonista, e il forte sviluppo del personaggio di Suzume contribuisce a renderla una delle migliori protagoniste di Shinkai. Suzume ha anche un finale che i fan dell’anime discuteranno per un po’ di tempo. La mancanza di sviluppo della storia d’amore e di alcuni elementi della trama, lo penalizzano, ma gli conferiscono un ottimo posto in classifica.

I bambini che inseguono le stelle

I bambini che inseguono le stelle

Children Who Chase Lost Voices è molto diverso dal solito lavoro di Makoto Shinkai, e questo gioca tremendamente a suo favore. Mentre Shinkai si occupa tipicamente di urban fantasy, questo film è una storia fantasy a tutti gli effetti che trae chiara ispirazione dallo Studio Ghibli per la musica, il design dei personaggi, i mostri e i temi della natura e della vita.

Questo può far sembrare il film poco originale, ma Shinkai è in grado di creare una storia che si distingue da sola, con il suo caratteristico lavoro sui personaggi che crea una bella storia sulla perdita e sulla solitudine. Non è il tipo di storia per cui Shinkai è conosciuto, ma vale comunque la pena di guardarlo.

Your Name

Your Name

Your Name ha reso Makoto Shinkai un nome familiare nell’industria degli anime. L’arte e l’animazione sono sempre incredibili e la colonna sonora dei RADWIMPS fa un lavoro straordinario per esaltare ogni momento emotivo al massimo. Your Name è penalizzato dal fatto che Taki riceve uno sviluppo molto inferiore a quello di Mitsuha.

La loro relazione non è sviluppata, ma entrambi sono abbastanza accattivanti da renderli una coppia e il loro incontro non può che essere soddisfacente, soprattutto se si considera ciò per cui Shinkai era noto all’epoca. A sette anni dalla sua uscita, è ancora facile capire perché Your Name sia tenuto in così alta considerazione.

Weathering With You

Weathering With You

Makoto Shinkai ha realizzato molti grandi film nel corso degli anni, ma il migliore è senza dubbio Weathering with You. Il film non solo rende ancora più grandi i punti di forza di Your Name con una grafica e una musica ancora migliori, ma riesce a sopperire persino le carenze del suo predecessore.

Oltre a una storia molto più serrata, Hodaka e Hina vengono sviluppati molto meglio rispetto agli altri protagonisti di Shinkai, risultando molto valorizzati sia come coppia che come personaggi individuali. Il miglioramento del lavoro sui personaggi fa sì che gli stili emotivi della scrittura di Shinkai brillino il più possibile e, di conseguenza, Weathering with You è il miglior film di Makoto Shinkai fino ad oggi.

Making Of: recensione del film di Cédric Kahn

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Making Of: recensione del film di Cédric Kahn

Dopo Cannes 2023 Cédric Kahn arriva a Venezia 80 con il suo Making Of, film Fuori Concorso. La pellicola metacinematografica ci porta dietro le quinte della realizzazione di un film del regista Simon (Denis Podalydes). L’associazione con Effetto Notte di François Truffaut è immediata perché così come nel film del 1973 Kahn racconta crisi, personali e professionali, tra il cast e la troupe. Il film nel film racconta la storia di operai che lottano per proteggere la loro fabbrica dalla delocalizzazione. Ma nulla va come previsto. Simon sarà affiancato dalla produttrice Viviane (Emmanuelle Bercot) che cerca di mettergli i bastoni tra le ruote per la realizzazione del film. Vuole, infatti, riscrivere il finale e minaccia di tagliare il budget, tutti argomenti di matrice contemporanea. Mentre la produzione va a pezzi Joseph (Stefan Crepon), una comparsa con l’amore per il cinema, accetta di dirigere il dietro le quinte.

Making Of, la trama

Costi e processo creativo: come funziona la macchina cinematografica se sei un regista di una piccola produzione e devi fare i conti con tagli al budget e produttori? Making Of di Cedric Kahn collega il cinema all’interno del cinema, le due realtà si fondono e mentre nel film girato da Simon scoppiano le proteste – una vera e propria rivolta operaia in una fabbrica della provincia francese – il film di Kahn fa una critica sulle sorti del cinema contemporaneo. Diviso in atti come un’opera teatrale, all’inizio del film siamo subito immersi nell’azione. Una lunga inquadratura, piano sequenza, ci mostra le vicende del film ma subito dopo scopriamo l’effetto matrioska che Making Of tenta di realizzare.

La narrazione metacinematografica è davvero un marchio di fabbrica francese ma nell’ultimo anno sono tantissimi i film che si sono occupati di celebrare i vari aspetti della Settima Arte. Steven Spielberg con The Fabelmans, Damien Chazelle con Babylon. Il filo conduttore cambia a seconda del tema e del periodo storico in cui è ambientato il film e tende a evidenziare la complessità della macchina cinematografica che inevitabilmente risuona in tutte le persone che fanno parte del progetto.

Making Of film

Tre atti, due protagonisti

In Making Of si accavallano le voci dei due protagonisti. C’è il regista Simon che è incastrato da produttori e piani alti che vogliono pilotare il suo film. E poi c’è Joseph che guarda il mondo del cinema con occhi incantati sognando di farne parte. Due mondi opposti che cercano però di descrivere i disagi legati al lavoro dietro la macchina da presa. Quello che però cerca di fare Cedric Kahn è sovrapporre il mondo dietro le quinte e il cinema stesso. La trama creata dalla troupe di Simon viene riflessa anche nel film di Kahn: le proteste degli operai e le indigenti condizioni dei lavoratori. Poi subentrano anche i drammi personali del protagonista che cerca in tutti i modi di evitare di divorziare dalla moglie. Il tutto accompagnato a momenti del tipico umorismo irriverente dei francesi.

Ancora una volta poi Making Of mette davanti uno specchio i due protagonisti, da una parte un amore che finisce dall’altra uno che nasce. L’aspirante regista in erba Joseph si innamora dell’attrice protagonista Nadia (Souheila Yacoub). Per i tre atti che compongono il film viene trasmessa l’esigenza di salvare il cinema, di salvare questa macchina imperfetta e le persone che ci sono dietro. Mentre i drammi dei protagonisti vengono portati avanti – senza dare una chiusura definitiva – il film rimane con molte domande senza risposta. Parlando però di metacinema appare chiara la metafora non solo sulle condizioni su cui verte in cinema adesso ma sulla reazione di Kahn stesso a questo periodo storico. Making Of è una lunga seduta psicologica dove il regista cerca di mettersi a nudo attraverso le parole degli interpreti.

Making Of, Cedric Kahn: “Per adesso non ho programmi, mi dedico alla promozione dei miei due film”

Cédric Kahn presenta il suo Making Of a Venezia 80. Il film metacinematografico fuori concorso che racconta delle peripezie e dei problemi relativi alla produzione di un film. Il regista quest’anno è stato parecchio impegnato con la promozione di due film. Il primo – presentato a Cannes 2023 The Goldman Case che racconta, invece, una storia giudiziara: un uomo viene condannato per quattro rapine. Si dichiara innocente per una delle accuse e il suo caso diventa mediatico.

Il film nel film racconta la storia di operai che lottano per proteggere la loro fabbrica dalla delocalizzazione. Ma nulla va come previsto. Simon sarà affiancato dalla produttrice Viviane (Emmanuelle Bercot) che cerca di mettergli i bastoni tra le ruote per la realizzazione del film. Vuole, infatti, riscrivere il finale e minaccia di tagliare il budget, tutti argomenti di matrice contemporanea. Mentre la produzione va a pezzi Joseph (Stefan Crepon), una comparsa con l’amore per il cinema, accetta di dirigere il dietro le quinte. Making Of di Cedric Kahn collega il cinema all’interno del cinema, le due realtà si fondono e mentre nel film girato da Simon scoppiano le proteste – una vera e propria rivolta operaia in una fabbrica della provincia francese – il film di Kahn fa una critica sulle sorti del cinema contemporaneo.

Making Of film recensione
Making Of – foto dal film

Making Of a Venezia 80

Abbiamo chiesto al regista Cedric Kahn di quale tra i suoi film farebbe il Making Of: “Penso che lo farei proprio su Making Of perché durante le riprese ci sono stati continui colpi di scena e problemi da risolvere”, ironia della sorte una matrioska di film sarebbe interessante. Questa tecnica, usata moltissimo nel cinema francese – ricordiamo Effetto Notte di Truffaut – riesce a veicolare un messaggio abbastanza chiaro alla macchina cinematografica volendo anche fare un po’ di denuncia sui temi trattati.  “Sì, il messaggio è chiaro ed è relativo a tutti i problemi che deve affrontare la produzione”.

Per quanto riguarda il futuro di Cedric Kahn, il regista non ha dubbi. Dopo una promozione a Cannes 2023 e adesso a Venezia 80 – ben due progetti nel 2023 – il regista vorrebbe tanto avere il tempo di scrivere: “Penso che continuerò a fare promozione in Europa. Questi due film hanno richiesto tempo e adesso mi voglio concentrare su di loro. Non ho praticamente il tempo per scrivere”.

Makinarium: la nuova frontiera italiana degli effetti speciali

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Makinarium: la nuova frontiera italiana degli effetti speciali

Dall’esperienza de Il racconto dei racconti di Matteo Garrone nasce MAKINARIUM, la nuova frontiera italiana degli effetti speciali.

Il panorama cinematografico italiano e internazionale apre le porte a un nuovo centro creativo e produttivo, completamente italiano e con sede a Roma, MAKINARIUM. Specializzata nello sviluppo di effetti speciali integrati fisici e visivi, questa giovane factory si è consolidata grazie all’esperienza sul set de Il racconto dei racconti di Matteo Garrone, ed è già coinvolta in altre prestigiose produzioni, tra cui il remake del kolossal Ben Hur e Zoolander 2.

Una factory innovativa e tutta italiana accoglie per la prima volta sotto lo stesso tetto i migliori talenti creativi e le più importanti realtà specializzate in SFX/VFX, attivi dentro e fuori il bel paese: Makinarium riunisce sotto un unico brand le migliori maestranze nostrane e in parte europee provenienti da diversi settori – percezione visiva, post-produzione digitale, animazione 2D e 3D, animatronics, effetti meccanici, special make up e iperrealismo – che, finora, hanno quasi sempre lavorato in maniera dissociata.

Proprio l’integrazione tra i vari reparti, la collaborazione interdisciplinare tra diversi artisti e materie, è uno dei tratti distintivi del progetto, come sottolinea uno dei soci fondatori, Leonardo Cruciano: «Non è solo la tecnologia a rendere speciale Makinarium ma anche e soprattutto il metodo di lavoro. Abbiamo messo insieme artisti grafici e digitali, tecnici e ingegneri elettronici, meccanici dell’animatronica, special make up artist, VFX compositor, 3D artist, scultori, artisti e pittori che, nello stesso luogo, hanno avuto modo di scambiarsi idee, competenze ed esperienze. Il nostro sistema dà loro una struttura, li guida tutti verso il raggiungimento degli stessi obiettivi. Nella storia degli effetti speciali ogni qualvolta si è provato a tenere una cabina di regia creativa eterogenea di SFX e VFX, con una visione più integrata degli effetti, sono nati capolavori come Jurassic Park, Il Signore degli Anelli o Il Labirinto del Fauno». La sfida di Makinarium è proprio quella di personalizzare questo tipo di approccio in Italia, seguendo una visione della realtà concreta e al contempo pittorica.

 Questo metodo di lavoro ha portato al rapido sviluppo e alla brevettazione di un primo sistema di effetti speciali integrato, fiore all’occhiello e centro del successo di Makinarium. Si tratta di “LCW’S SFX Integrate System” che, combinando assieme effetti fisici e ritocchi digitali, permette di realizzare creature realistiche direttamente sul set del film, evitando l’uso separato del green screen e della CGI. Questo consente di ridurre notevolmente i costi di produzione e post-produzione, senza perdere nulla in termini di qualità, rendendo per altro molto più pratico il lavoro del regista sugli effetti speciali.


Sulla base della lunga esperienza e della creatività di Leonardo Cruciano – da anni impegnato nella creazione e nello sviluppo di effetti speciali cinematografici – e dei tanti professionisti coinvolti nel progetto, Makinarium ha potuto sperimentare nuove tecniche e sistemi, convogliati e perfezionati sul set del fantasy Il racconto dei racconti di Matteo Garrone. Un’esperienza significativa, che ha visto la società impegnata in prima linea in numerosi reparti (Special and Visual effects, Special Make-up, Creatures e Animatronics), e ha reso l’ultima fatica del regista romano un punto di riferimento per gli effetti visivi italiani. Come afferma il regista Matteo Garrone, a proposito del lavoro svolto da Makinarium: «Gli effetti speciali hanno lo scopo di portare il più possibile il film in un territorio di verosimiglianza, di credibilità fisica ed emotiva. Il lavoro sugli effetti visivi è caratterizzato da un percorso di creazione di tipo prettamente artigianale. Si è cercato di ricostruire fisicamente le creature fantastiche (come il drago e la pulce gigante) presenti nella sceneggiatura e lasciare all’intervento digitale solo i ritocchi. Un tipo di lavorazione che permette agli attori sul set di recitare a stretto contatto con le creature fantastiche e di calarsi appieno nel ruolo durante le riprese».

Makinarium dimostra che oggi è possibile realizzare effetti di livello internazionale anche nel nostro paese e a un costo più basso. Non a caso, altre prestigiose produzioni come Ben Hur e Zoolander 2 si sono rivolte proprio alla società per il lavoro sugli effetti speciali (special props e 3D face scan). Makinarium è inoltre coinvolta nel nuovo, atteso, progetto del regista Daniele Luchetti. Come afferma il business manager della società, Angelo Poggi: «I risultati che stiamo ottenendo sono eccellenti e competitivi anche fuori dai nostri confini. Tra l’altro, oltre a lavorare su produzioni terze, stiamo sviluppando produzioni in proprio, film e serie tv, un aspetto che andremo a intensificare sempre di più. Siamo convinti che anche il nostro paese possa realizzare produzioni di genere fantastico di livello internazionale e il fantasy di Garrone ne è l’esempio concreto».

Makinarium presenzierà al 68° Festival del cinema di Cannes con il cortometraggio Varicella di Fulvio Risuleo (coprodotto assieme a Revok) in concorso nella sezione “Semaine de la Critique”, e con il proprio stand (Palais 01-26.03): sarà possibile approfondire il lavoro della società grazie a una mostra temporanea che accoglie buona parte delle creature e degli effetti speciali realizzati sino a oggi.

Makinarium è una società fondata e composta da Angelo Poggi (Business Development Manager), Leonardo Cruciano (Supervision of Integrated SFX system) e Nicola Sganga (VFX Supervisor), e si avvale della collaborazione di numerosi creativi, artisti e professionisti del settore, come Bruno Albi Marini, Luigi Ottolino, Silvia Chicoli, Silvia Coscia, Valter Casotto, Luigi D’Andrea, Andrea Leanza, Franco Sabelli, Giuseppe Motta, Gian Paolo Fragale, Matteo Petricone, Lorenzo Tamburini, Valentina Visintin, Tommaso Ragnisco. Sito ufficiale: www.makinarium.it | Pagina Facebook: www.facebook.com/makinarium.sfx.vfx

Make-Up Artists and Hair Stylists Guild Awards 2019: le nomination

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Continuano ad essere annunciati i nominati dai vari sindacati dei reparti tecnici legati al mondo del cinema e oggi, dopo i nominati dal sindacato dei costumisti, è il turno dei Make-Up Artists and Hair Stylists Guild Awards 2019, i premi al miglior “trucco e parrucco”.

Ecco i nominati per i Make-Up Artists and Hair Stylists Guild Awards 2019

FEATURE-LENGTH MOTION PICTURE – BEST CONTEMPORARY MAKE-UP*

A Star is Born
Ve Neill, Debbie Zoller, Sarah Tanno

Beautiful Boy
Jean Black, Rolf Keppler

Boy Erased
Kimberly Jones, Mi Young, Kyra Panchenko

Crazy Rich Asians
Heike Merker, Irina Strukova

Welcome to Marwen
Ve Neill, Rosalina De Silva

Widows
Ma Kalaadevi Ananda, Denise Pugh-Ruiz, Jacqueline Fernandez

FEATURE-LENGTH MOTION PICTURE – BEST CONTEMPORARY HAIR STYLING

A Star is Born
Lori McCoy-Bell, Joy Zapata, Frederic Aspires

Crazy Rich Asians
Heike Merker, Sophia Knight

Nappily Ever After
Dawn Turner, Larry Simms

Vox Lux
Esther Ahn, Daniel Koye

Widows
Linda Flowers, Daniel Curet, Denise Wynbrandt

FEATURE-LENGTH MOTION PICTURE – BEST PERIOD AND/OR CHARACTER MAKE-UP

Bohemian Rhapsody
Jan Sewell, Mark Coulier

Mary Poppins Returns
Peter Robb-King, Paula Price

Mary Queen of Scots
Jenny Shircore, Hannah Edwards, Sarah Kelly

Stan & Ollie
Jeremy Woodhead, Marc Coulier

Vice
Kate Biscoe, Ann Pala Williams, Jamie Kelman

FEATURE-LENGTH MOTION PICTURE – BEST PERIOD AND/OR CHARACTER HAIR STYLING

Black Panther
Camille Friend, Jaime Leigh McIntosh, Louisa Anthony

BlacKkKlansman
LaWanda Pierre-Weston, Shaun Perkins

Bohemian Rhapsody
Jan Sewell, Julio Parodi

Mary Poppins Returns
Peter Robb-King, Paula Price

Mary Queen of Scots
Jenny Shircore, Marc Pilcher

FEATURE-LENGTH MOTION PICTURE – BEST SPECIAL MAKE-UP EFFECTS

Aquaman
Justin Raleigh, Ozzy Alvarez, Sean Genders

Black Panther
Joel Harlow, Ken Diaz, Sian Richards

Stan & Ollie
Mark Coulier, Jeremy Woodhead

The Ballad of Buster Scruggs
Christien Tinsley, Corey Welk, Rolf Keppler

Vice
Greg Cannom, Christopher Gallaher

TELEVISION SERIES, TELEVISION MINI SERIES OR TELEVISION NEW MEDIA SERIES – BEST CONTEMPORARY MAKE-UP

American Horror Story: Apocalypse
Eryn Krueger Mekash, Kim Ayers, Silvina Knight

Dancing with the Stars
Julie Socash, Alison Gladieux, Donna Bard

Saturday Night Live
Louie Zakarian, Amy Tagliamonti, Jason Milani

The Handmaid’s Tale
Burton LeBlanc , Talia Reingold, Erika Caceres

Westworld
Elisa Marsh, Allan Apone, Rachel Hoke

TELEVISION SERIES, TELEVISION MINI SERIES OR TELEVISION NEW MEDIA SERIES – BEST CONTEMPORARY HAIR STYLING

American Horror Story: Apocalypse
Michelle Ceglia, Helena Cepeda, Romaine Markus-Meyers

Dancing with the Stars
Gail Ryan, Brittany Spaulding, Jani Kleinbard

Empire
Melissa Forney, Theresa Fleming, Nolan Kelly

Grace and Frankie
Kelly Kline, Jonathan Hanousek, Marlene Williams

The Handmaid’s Tale
Karola Dirnberger, Ewa Cynk

TELEVISION SERIES, TELEVISION MINI SERIES OR TELEVISION NEW MEDIA SERIES – BEST PERIOD AND/OR CHARACTER MAKE-UP

Genius: Picasso
Davina Lamont, Natasha Lees, Hayden Bloomfield

GLOW
Lana Horochowski, Maurine Burke

The Marvelous Mrs. Maisel
Patricia Regan, Claus Lulla, Joseph A. Campayno

Saturday Night Live
Louie Zakarian, Amy Tagliamonti, Jason Milani

Westworld
Elisa Marsh, Allan Apone, Rachel Hoke

The Assassination of Gianni Versace: American Crime Story
Robin Beauchesne, Silvina Knight, Ana Lozano

TELEVISION SERIES, TELEVISION MINI SERIES OR TELEVISION NEW MEDIA SERIES – BEST PERIOD AND/OR CHARACTER HAIR STYLING

American Horror Story: Apocalypse
Michelle Ceglia, Helena Cepeda, Lydia Fantini

GLOW
Theraesa Rivers, Valerie Jackson

The Assassination of Gianni Versace: American Crime Story
Chris Clark, Natalie Driscoll, Massimo Gattabrusi

The Marvelous Mrs. Maisel
Jerry DeCarlo, John Jordan, Peg Schierholz

Vikings
Dee Corcoran, Peter Burke, Zuelika Delaney

TELEVISION SERIES, TELEVISION MINI SERIES OR TELEVISION NEW MEDIA SERIES – BEST SPECIAL MAKE-UP EFFECTS

The Assassination of Gianni Versace: American Crime Story
Michael Mekash, Silvina Knight, David Anderson

American Horror Story: Apocalypse
Eryn Krueger Mekash, Mike Mekash, David Anderson

Genius: Picasso
Davina Lamont , Goran Lundstrom, Natasha Lees

Saturday Night Live
Louie Zakarian, Jason Miliani, Tom Denier Jr.

Westworld
Justin Raleigh, Kevin Kirkpatrick, Thomas Floutz

MOTION PICTURE MADE FOR TELEVISION OR SPECIAL – BEST CONTEMPORARY MAKE-UP

A Legendary Christmas
April Chaney, Allison Bryan, Vanessa Dionne

King Lear
Naomi Donne, Sara Kramer

MTV Movie & TV Awards
Dionne Wynn

Oprah Winfrey Presents: Becoming Michelle Obama
Derrick Rutledge

To All the Boys I’ve Loved Before
Sharon Toohey, Madison Farwell

MOTION PICTURE MADE FOR TELEVISION OR SPECIAL – BEST CONTEMPORARY HAIR STYLING

The 2018 Rose Parade Hosted by Cord & Tish
Roxxi Dott, Jason Hamer, Candy Neal

Jesus Christ Superstar Live in Concert
Charles Lapointe, Kevin Maybee

King Lear
Naomi Donne, Sara Kramer

2018 MTV Video Music Awards
Shawn Finch, Maggie Connolly

Oprah Winfrey Presents: Becoming Michelle Obama
Nicole Mangrum

MOTION PICTURE MADE FOR TELEVISION OR SPECIAL – BEST SPECIAL MAKE-UP EFFECTS

Cocaine Godmother
Trefor Proud, Vicki Syskakis

King Lear
Naomi Donne, Sara Kramer

Philip K. Dick’s Electric Dreams: Crazy Diamond
Kirstin Chalmers, Kristyan Mallett, Satinder Chumber

The Royal Wedding Live with Cord and Tish!
Autumn Butler, Jason Hamer, Vincent Van Dyke

DAYTIME TELEVISION – BEST MAKE-UP

The Bold and the Beautiful
Christine Lai Johnson, Chris Escobosa, Jennifer Wittman

The Price Is Right
Carol Wood, Jason Collins

The Real Daytime
Melanie Mills, Glen Alen Gutierrez, Motoko Honjyo Clayton

The Young and the Restless
Patricia Denney, Marlene Mason, Kathy Jones

DAYTIME TELEVISION – BEST HAIR STYLING

The Bold and the Beautiful
Lisa Long, Danielle Spencer, Danielle Dixon

The Real Daytime
Roberta Gardener-Rogers, Rachel Mason, Ray Dodson

The Young and the Restless
Regina Rodriguez, Adriana Lucio, Vanessa Bragdon

CHILDREN AND TEEN TELEVISION PROGRAMMING – BEST MAKE-UP

A Series of Unfortunate Events
Rita Ciccozzi, Krista Seller, Bill Terezakis

Dancing with the Stars: Juniors
Zena Shteysel Green, Angela Moos, Patti Ramsey Bortoli

Henry Danger
Michael Johnston, Patti Brand-Reese, Melanie Mills

Sesame Street
Jane DiPersio-Murphy

Walk the Prank
Jennifer Aspinall, Ned Neidhardt

CHILDREN AND TEEN TELEVISION PROGRAMMING – BEST HAIR STYLING*

A Series of Unfortunate Events
Julie McHaffie, Dianne Holme

Dancing with the Stars: Juniors
Kimi Messina, Cheryl Eckert, Kim Ferry

Henry Danger
Joe Matke, Roma Goddard, Dwayne Ross

Lip Sync Battle Shorties
Jerilynn Stephens, Kathleen Leonard, Romy Fleming

Sesame Street
Jackie Payne

Walk the Prank
Ursula Hawks, Michelle Nyree-Collins

COMMERCIALS & MUSIC VIDEOS – BEST MAKE-UP

American Horror Story: Apocalypse “Promo”
Kerry Herta, Jason Collins, Cristina Waltz

Capital One “Mona Lisa”
Tania McComas, Leslie Devlin

Justin Timberlake – Supplies
Koji Ohmura, Marianna Elias-Tsangaris, Amy Mills

Tiffany & Co. – 2018 Spring Campaign: Believe In Dreams
Erin Ayanian-Monroe

Venus de Milo On the Go – Wonderful Pistachios
Margaret Prentice, Brian Penikas, Mark Villalobos

COMMERCIALS & MUSIC VIDEOS – BEST HAIR STYLING

American Horror Story: Apocalypse “Promo”
Joe Matke, Fernando Santaella-Navarro

Capital One “Louisiana Purchase”
Audrey Anzures, Jacklin Masteran, Elizabeth Rabe

Capital One “Mona Lisa”
Audrey Anzures, Elizabeth Rabe

Justin Timberlake – Supplies
Audrey Futterman-Stern, Tom Opitz

Weird Al Yankovic – Weezer “AFRICA”
Sean James Cummins

THEATRICAL PRODUCTION – BEST MAKE-UP

A Trip to the Moon
Vanessa Dionne, Jessica Mills, Renee Horner

Aladdin
Denise Reynolds, Patrice Madrigal

Annie
Vanessa Dionne, Christina Tracey, Brandi Strona

Candide
Darren Jinks, Brandi Strona

The Unauthorized Musical Parody of Rocky Horror
Michael Johnston, Tyson Fontaine, Lauren Lillian

THEATRICAL PRODUCTION – BEST HAIR STYLING

Aladdin
Debra Parr, Michele Arvizo, Chanthy Tach

Annie
Vanessa Dionne, Cassie Russek, Donna Levy

Blues in the Night
Danielle Richter

Love, Actually Live
Cassie Russek, Stephanie Fenner, Irma Nieves

Tosca
Jeanna Parham, Ashley Landis

Make-Up Artists and Hair Stylists Guild 2024: vincono Maestro e Saltburn

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Maestro e Saltburn hanno portato a casa i premi principali ai premi Make-Up Artists and Hair Stylist Guild (IATSE Local 706). La gilda ha tenuto la sua undicesima cerimonia di premiazione annuale domenica sera al Beverly Hilton Hotel.

La serata si è aperta con la consegna dei premi d’onore. L’attrice nominata all’Oscar Annette Bening è stata insignita del premio Distinguished Artisan. Tuttavia, a causa del COVID, Diana Nyad ha accettato il premio a suo nome.

Michael Westmore ha ricevuto il Vanguard Award per il suo lavoro in “Rocky”, “Star Trek”, “Mask” e “Raging Bull”. Kevin Haney ha ricevuto il premio alla carriera per il suo lavoro in “A spasso con Daisy”, “Guardiani della Galassia Vol. 3” e “Hocus Pocus 2”.

Sembra interessante notare che, sebbene non sia riuscito a entrare in nessuna cinquina per gli Oscar 2024, Saltburn di Emerald Fennell ha conquistato la gilda. Ecco di seguito i vincitori:

FILM

Best Contemporary Makeup

“Saltburn” (Siân Miller, Laura Allen)

Best Period and/or Character Makeup

“Maestro” (Sian Grigg, Jackie Risotto, Elisa Tallerico, Nicky Pattison-Illum)

Best Special Makeup Effects

“Maestro” (Kazu Hiro, Sian Grigg, Duncan Jarman, Mike Mekash)

Best Contemporary Hair Styling

“Saltburn” (Siân Miller, Laura Allen)

Best Period Hair Styling and/or Character Hair Styling

“Barbie” (Ivana Primorac, Marie Larkin, Clare Corsick)

TELEVISION SERIES

Best Contemporary Makeup

“The Idol” (Kirsten Sage Coleman, Mandy Artusato, Jessie Bishop, Erin Blinn)

Best Period and /or Character Makeup

The Crown” (Cate Hall, Emilie Yong-Mills, Debbie Ormrod, Stacey Holman)

Best Special Makeup Effects

Best Contemporary Hair Styling 

“The Morning Show” (Nicole Venables, Jennifer Petrovich, Janine Thompson, Lona Vigi)

Best Period and/or Character Hair Styling

“Queen Charlotte: A Bridgerton Story” (Nic Collins, Giorgio Galliero)

TELEVISION SPECIAL

Best Contemporary Makeup

“Dancing With the Stars” (Julie Socash, Donna Bard, Lois Harriman, Sarah Woolf)

Best Period and/or Character Makeup

“Saturday Night Live” (Louie Zakarian, Amy Tagliamonti, Jason Milani, Joanna Pisani)

Best Special Makeup Effects

“Saturday Night Live” (Louie Zakarian, Jason Milani, Bradon Grether, Tom Denier Jr.)

Best Contemporary Hair Styling

“Dancing With the Stars” (Kimi Messina, Joe Matke, Amber Nicholle Maher, Marion Rogers)

Best Period and/or Character Hair Styling

“Dancing With the Stars” (Kimi Messina, Dwayne Ross, Joe Matke, Brittany Spaulding)

DAYTIME TELEVISION GAME SHOW OR TALK SHOW

Best Makeup

“The Boulet Brothers’ Dragula” (Swanthula Boulet, Dracmorda Boulet)

Best Hair Styling

“The Young and the Restless” (Lauren Mendoza, Justin Jackson, Michelle Corona, Diana Santana)

CHILDREN AND TEEN TELEVISION PROGRAMMING

Best Makeup

“American Born Chinese” (Jorjee Linda Douglass, Mara Rouse, Nicole Hawkyard, Ralis Kahn)

Best Hair Styling

“The Santa Clauses” (Anissa Emily Salazar, Nina Adado, Morgan Ferrando, Patricia Lansingh)

COMMERCIALS AND MUSIC VIDEOS

Best Makeup

“American Horror Story: Delicate” (Kerry Ann Herta Jason Collins Alyssa Morgan Orlando Marin)

Best Hair Styling

“American Horror Story: Delicate” (Joe Matke, Jeri Baker, Johnny Lomeli)

THEATRICAL PRODUCTIONS (Live Stage)

Best Makeup

“Dr. Seuss’ How The Grinch Stole Christmas! The Musical” (Robyn-Marie Rebbe, Chloe Nil Acerol, Ashley Roller, Angelina Avallone)

Best Hair Styling

Make-Up Artists and Hair Stylists Awards 2014 ecco i vincitori

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Make-Up Artists and Hair Stylists Awards 2014 ecco i vincitori

Make-Up Artists and Hair Stylists AwardsSono tornati i Los Angeles i Make-Up Artists and Hair Stylists Awards, i premi che vengono assegnati dalla categoria di artisti, è il caso di definirli così a pieno titolo, che si occupano del “trucco e parrucco” dei film a Hollywood. Erano dieci anni che il premio non veniva consegnato, e quest’anno al Paramount Studios Theater di Los Angeles le categorie premiate sono state ben 14.

Dick Smith (L’Esorcista, Il Piccolo Grande Uomo, Il Padrino, Taxi Driver, Amadeus) è stato insignito del premio alla carriera per il trucco, tuttavia l’artista del make up cinematografico non era presente alla cerimonia per malattia. Il premio equivalente nella categoria parrucco è andato a Gail Ryan (Il Grinch, Blue Chips, 21 Grammi).

Trai vincitori, due film si contendono anche la nomination di categoria all’Oscar. Di seguito tutti i vincitori:

LUNGOMETRAGGIO CINEMATOGRAFICO

BEST CONTEMPORARY HAIR STYLING:
    Lee Daniels’ The Butler
Candace Neal
Robert Stevenson

BEST CONTEMPORARY MAKE-UP:
Prisoners
Donald Mowat
Pamela Westmore

BEST PERIOD AND/OR CHARACTER HAIR STYLING:
   American Hustle
Kathrine Gordon
Michelle Johnson

dallas buyers club poster italianoBEST PERIOD AND/OR CHARACTER MAKE-UP:
  Dallas Buyers Club
Robin Mathews

BEST SPECIAL MAKE-UP EFFECTS:
  Jackass Presents: Bad Grandpa
Stephen Prouty
Tony Gardner

SERIE TELEVISIVE E NEW MEDIA

BEST CONTEMPORARY HAIR STYLING:
  The Voice
Shawn Finch
Jerilynn Stephens

BEST CONTEMPORARY MAKE-UP:
Breaking Bad
Tarra Day
Steve LaPorte

BEST PERIOD AND/OR CHARACTER HAIR STYLING:
Vikings
Dee Corcoran

BEST PERIOD AND/OR CHARACTER MAKE-UP:
  Boardwalk Empire
Michele Paris

BEST SPECIAL MAKE-UP EFFECTS:
    The Walking Dead
Greg Nicotero
Jake Garber

MINISERIE TELEVISIVE O FILM TELEVISIVI

candelabriBEST PERIOD AND/OR CHARACTER HAIR STYLING:
Behind the Candelabra
Marie Larkin
Yvette Stone

BEST PERIOD AND/OR CHARACTER MAKE-UP:
   Behind the Candelabra
Kate Biscoe
Deborah Rutherford
Hiroshi Yada

PRODUZIONI TEATRALI

BEST MAKE-UP/HAIR STYLING:
Magic Flute
Darren Jinks
Samantha Wootten
Brandi Strona

PUBBLICITA’

BEST CONTEMPOARARY MAKE-UP:
    Wash the Day Away (Delta)
Tyson Fountaine
Brian Penikas

Make Up Stars, il nuovo talent show sul make-up presentato da Pilar Rubio

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“Make Up Stars”, il nuovo talent show prodotto da RTVE Play in coproduzione con Rakuten TV e Mega TV, è alla ricerca del prossimo grande professionista del make-up. Lo show, condotto da Pilar Rubio, debutta su RTVE Play il 19 dicembre e su Rakuten TV, una delle principali piattaforme di streaming in Europa, il 31 dicembre.

Make Up Stars è un talent show che mostra più da vicino l’universo del make-up professionale e della bellezza agli spettatori e i nuovi professionisti del make-up e la loro influenza su Instagram, TikTok e gli altri social network. Lo show, condotto da Pilar Rubio, vede 8 concorrenti sfidarsi a colpi di glitter, ombretti e fard per diventare il miglior professionista del make-up. La produzione, nata da un’idea di Develovers, mira a scoprire i talenti che diventeranno punti di riferimento nel campo del make-up e della bellezza, mostrando il trucco come forma di espressione artistica e promuovendo il talento dei partecipanti.

Oltre a Pilar Rubio, il team dello show è composto da due figure di spicco dell’industria del make-up, che saranno giurati permanenti durante le sei puntate di “Make Up Stars”:

  • David Molina, make-up artist di fama internazionale grazie alle sue collaborazioni con brand come Dior, Versace e Givenchy. Tra i suoi clienti figurano star come Victoria Beckham, Ashton Kutcher, Maria Sharapova, Isabeli Fontana e Karolina Kurkova
  • Camila Redondo, designer e influencer, è una delle voci più influenti nel mondo della bellezza e del make-up online. È anche la vincitrice dell’Idolo Award 2023 per il miglior content creator in ambito beauty ed è lei a gestire l’account Nobody is ugly

La regista dello show è Ainhoa Casado, con oltre 20 anni di esperienza nella direzione di team creativi in televisione e nella creazione di contenuti innovativi multipiattaforma. È stata responsabile di importanti format di intrattenimento come Operación Triunfo, Eurojunior e Tú sí que vales. A proposito del progetto dice: “Make Up Stars è un’esplosione di colori, luminosità ed emozioni. Una scoperta totale della magia e dell’arte del make-up”.

Ogni episodio sarà dedicato ad un aspetto specifico del make-up – body painting, caratterizzazione, make-up editoriale, drag queen, protesi ed effetti speciali – e spingerà i partecipanti a mostrare la propria creatività e abilità in diversi stili e tecniche, con i consigli dei migliori professionisti. Gli spettatori potranno così assistere a trasformazioni sorprendenti e conoscere le ultime tendenze del make-up.

“Make Up Stars” vedrà la partecipazione di ospiti come Lola Lolita, Carmen Farala, Agoney e le Twin Melodies, che canteranno anche la sigla dello show. In ogni episodio i concorrenti assisteranno ad una masterclass guidata da alcuni dei migliori professionisti del make-up come Miss Claudia, Anna Cartes, David Martí e Dugarte. I principali brand di make-up ed hairdressing hanno accettato di fornire i materiali per le varie prove.

Alla fine della stagione, il candidato più versatile vincerà un soggiorno a Londra e un corso di formazione presso la scuola di make-up del premio Oscar Christine Blundell. “Make Up Stars” debutterà il 19 dicembre su RTVE in Spagna e il 31 dicembre su Rakuten TV e sarà disponibile in 42 paesi europei nella sezione Free della piattaforma.

Make or Break: la seconda stagione in arrivo su su Apple TV+

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Make or Break: la seconda stagione in arrivo su su Apple TV+
La seconda stagione di Make or Break, la docuserie che porta lo spettatore dietro le quinte delle competizioni più prestigiose, insieme ai migliori surfisti del mondo in gara per il titolo al World Surf League (WSL) Championship Tour (CT), farà il suo debutto su Apple TV+ il prossimo 17 febbraio con i primi quattro episodi; gli altri quattro episodi usciranno la settimana successiva, il 24 febbraio.

Con interviste inedite, Make or Break torna nel mondo del surf professionale, offrendo un’immersione intima e profonda nelle aspirazioni, nelle sfide, nella carriera e nella vita personale dei surfisti che competono per rimanere nell’élite del WSL Championship Tour maschile e femminile. La docuserie porterà il pubblico nelle splendide località che hanno ospitato la stagione agonistica 2022, catturando gli alti e bassi del “Dream Tour”, tra cui il mid-season cut, le rivalità internazionali e i ribaltamenti da record che hanno infranto ogni pronostico.

Ogni episodio della serie, suddivisa in otto puntate, accende i riflettori sui surfisti di fama internazionale, offrendo interviste inedite con:

  • Kelly Slater
  • Tatiana Weston-Webb
  • Stephanie Gilmore
  • Owen Wright
  • Tyler Wright
  • Jack Robinson
  • Morgan Cibilic
  • Gabriel Medina
  • Filipe Toledo
  • Kanoa Igarashi
  • Griffin Colapinto
  • Italo Ferreira
  • Matthew McGillivray
  • Johanne Defay
  • John John Florence
  • Brisa Hennessy
La docuserie Make or Break è prodotta per Apple da Box to Box Films (“F1: Drive to Survive”, “Break Point”) in collaborazione con la World Surf League. I produttori esecutivi sono il vincitore dell’Oscar e del BAFTA James Gay-Rees (“Exit Through the Gift Shop”, “Amy”), il candidato al premio BAFTA Paul Martin, Warren Smith e il CEO della World Surf League Erik Logan.

Make or Break, la trama

La seconda stagione di “Make or Break” si aggiunge all’offerta sempre più ampia di programmi di saggistica sportiva su Apple TV+, tra cui un documentario recentemente annunciato sulla vita e la carriera rivoluzionaria del sette volte campione del mondo di Formula Uno Sir Lewis Hamilton; il docufilm recentemente annunciato “Underrated”, con la leggenda dell’NBA Stephen Curry; l’acclamata docuserie in quattro parti nominata agli Emmy Award “They Call Me Magic”, che racconta la vita e la carriera del due volte NBA Hall of Famer e icona culturale Earvin “Magic” Johnson; “The Dynasty”, una nuova docuserie sui New England Patriots, realizzata da Imagine Documentaries di Brian Grazer e Ron Howard, in associazione con NFL Films; “The Long Game: Bigger Than Basketball” sul fenomeno della pallacanestro Makur Maker; e “Greatness Code”, una serie breve senza sceneggiatura diretta da Gotham Chopra e co-prodotta da Uninterrupted e Religion of Sports.
Apple TV+ offre serie drammatiche e commedie, lungometraggi, documentari innovativi e intrattenimento per bambini e famiglie, ed è disponibile per la visione su tutti i tuoi schermi preferiti.  Dopo il suo lancio il 1° novembre 2019,Apple TV+ è diventato il primo servizio di streaming di prodotti completamente originali lanciato in tutto il mondo, ha presentato in anteprima titoli originali e ha ricevuto il maggior numero di premi più rapidamente che altri servizi di streaming dal momento del loro debutto. Ad oggi, i film, i documentari e le serie Apple Original sono stati premiati con oltre 315 vittorie e oltre 1.383 nomination ai premi, tra cui la commedia pluripremiata agli Emmy “Ted Lasso” e il vincitore dell’Oscar per il miglior film di quest’anno “CODA“.

Major Crimes 4: anticipazioni sulla prossima stagione

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Major Crimes 4Manca ancora un po’ all’arrivo di Major Crimes 4, l’atteso quarto ciclo di episodi della serie di successo firmata dal network TNT. Oggi nell’attesa vi sveliamo alcune anticipazioni.

In Major Crimes 4 è una serie televisiva statunitense creata da James Duff, Michael M. Robin e Greer Shephard. La serie è uno spin-off di The Closer e vede come protagonista il capitano Sharon Raydor, interpretata da Mary McDonnell.

La serie viene trasmessa in prima visione assoluta sul canale televisivo via cavo statunitense TNT dal 13 agosto 2012. In Italia viene trasmessa sul canale Premium Crime della piattaforma televisiva a pagamento Mediaset Premium a partire dal 19 novembre2012 e in chiaro verrà trasmessa sul canale Rete 4 nel corso del 2014.

Personaggi:

  • Capitano Sharon Raydor (stagioni 1-in corso), interpretata da Mary McDonnell e doppiata da Roberta Greganti.
  • Detective tenente Louie Provenza (stagioni 1-in corso), interpretato da G. W. Bailey e doppiato da Sergio Di Giulio.
  • Detective tenente Andy Flynn (stagioni 1-in corso), interpretato da Anthony Denison e doppiato da Pasquale Anselmo.
  • Detective tenente Michael Tao (stagioni 1-in corso), interpretato da Michael Paul Chan e doppiato da Franco Mannella.
  • Detective Julio Sanchez (stagioni 1-in corso), interpretato da Raymond Cruz e doppiato da Riccardo Niseem Onorato.
  • Buzz Watson (stagioni 1-in corso), interpretato da Phillip P. Keene e doppiato da Fabrizio Picconi.
  • Detective Amy Skyes (stagioni 1-in corso), interpretata da Kearran Giovanni e doppiata da Barbara De Bortoli.
  • Rusty Beck (stagioni 1-in corso), interpretato da Graham Patrick Martin e doppiato da Flavio Aquilone.
  • Comandante Russell Taylor (stagioni 2-in corso, ricorrente 1), interpretato da Robert Gossett e doppiato da Eugenio Marinelli.
  • Dr. Morales (stagioni 2-in corso, ricorrente 1), interpretato da Jonathan Del Arco.
  • Emma Rios (stagioni 2-in corso), interpretata da Nadine Velazquez.

Major Crimes 3×15: anticipazioni e promo

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Si intitola acting Out , Major Crimes 3×15, la quindicesima puntata della terza stagione della serie televisiva Major Crimes, che andrà in onda sul network americano TNT.

Major-Crimes-3x15In Major Crimes 3×15 Babbo Natale si ritrova a comparire sull’elenco dei cattivi dopo aver rapinato una banca, ma un flash mob con tutti che indossano costumi da Babbo Natale complica il suo arresto e l’unità di Major Crimes deve rimboccarsi le maniche per capire come le cose siano andate così male nell’operazione e assicurare il vero colpevole alla giustizia.

Major Crimes 3×06: anticipazioni e promo

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Si intitolerà Jane Doe, Major Crimes 3×06, il sesto episodi della terza stagione dello show  TNT.

http://youtu.be/WhITMbl6RoU://

Major Crimes 3×06In Major Crimes 3×06 il team si ritroverà a dare la caccia all’assassino di una giovane fuggita di casa, la cui identità è ignota ed i cui resti sono stati brutalmente gettati in un cassonetto dopo l’efferato omicidio; nel frattempo, Raydor si consulta con suo marito a proposito di una proposta particolarmente allettante da dover fare a Rusty.