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Imprevisti Digitali: il trailer del film di Benoît Delépine e Gustave Kervern

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Officine UBU è lieta di rilasciare il trailer di IMPREVISTI DIGITALI (Effacer L’historique / Delete History) che, dopo il trionfo alla 70esima edizione della Berlinale, dove si è aggiudicato l’Orso d’Argento, arriva dal 15 ottobre al cinema. Il film è diretto dalla consolidata coppia di registi Benoît Delépine e Gustave Kervern che raccontano, con il loro stile libero e dissacrante, le disavventure di tre vicini di casa le cui vite vengono stravolte a causa della loro inettitudine nel rapportarsi con le nuove tecnologie.

IMPREVISTI DIGITALI è una commedia sociale dolce-amara, parzialmente ispirata al Movimento dei Gilet Gialli, che mette a fuoco in modo ironico e pungente alcune delle assurdità che caratterizzano la deriva digitale della società moderna, ormai globalizzata e intangibile.

Tre vicini di casa in un sobborgo francese si ritrovano coinvolti in una serie di imprevisti causati dalla loro inettitudine nel rapportarsi alle nuove tecnologie. Marie ha paura di perdere il rispetto di suo figlio a causa di un sex tape finito online, Bertrand s’invaghisce della voce di una centralinista e cerca di proteggere la figlia dal cyber bullismo e Christine, che ha perso il marito a causa della sua dipendenza dalle serie tv, è disposta a tutto per far aumentare la sua valutazione come autista privato. I tre si lanceranno così in una battaglia contro i giganti di internet. Una battaglia ben al di fuori della loro portata… forse.

IMPREVISTI DIGITALI arriverà al cinema distribuito da Officine UBU da giovedì 15 ottobre.

Imprevisti Digitali, recensione del film con Corinne Masiero e Blanche Gardin

Vincitore dell’Orso D’Argento al settantesimo Festival di Berlino, esce il 15 ottobre Imprevisti Digitali, una commedia non convenzionale di Benoît Delépine e Gustave Kervern. I registi francesi rinnovano il sodalizio che li ha portati alla fama con Mammuth (2010), in cui Gerard Depardieu interpretava un pensionato in disarmo che riassapora la vita alla ricerca di un po’ di giustizia sociale. Proprio le tematiche sociali trattate in chiave satirica e politicamente scorretta sono anche al centro di Imprevisti digitali, prodotto da Delépine e Kervern assieme a Sylvie Pialat e Benoît Quainon.

Imprevisti Digitali, la trama

Periferia francese. Marie, Bertrand e Christine sono vicini di casa. Si trovano improvvisamente nei guai quando Marie, Blanche Gardin, scopre di essere protagonista di un video hard finito su internet dopo una notte di bagordi con un giovane, Vincent Lacoste, che ora la ricatta. La donna non vuole che il figlio veda il video, terrorizzata da ciò che il ragazzo potrebbe pensare di lei. Bertrand, Denis Podalydès, si invaghisce della voce di una centralinista e intanto vuole sbarazzarsi di un video apparso su internet in cui la figlia adolescente viene bullizzata a scuola. Infine, Christine, Corinne Masiero, è un’autista privata e il suo gradimento da parte dei clienti viene misurato in base al numero di stelle che riceve sul sito dell’azienda, regolarmente fermo a una. Demotivata e avvilita, fa di tutto per far migliorare la sua valutazione. I tre intraprendono così una crociata contro i colossi di internet, che ritengono colpevoli di aver stravolto le loro vite.

Imprevisti digitali in chiave “punk” e politicamente scorretta

Il film è dissacrante e divertente, con un buon ritmo. Le interpretazioni riescono a unire verità e grottesco senza essere ridicole, e non è facile. Blanche Gardin è bravissima nel trasformarsi in una sorta di Janis Joplin pasticciona e madre di famiglia, che spesso perde il controllo e non è responsabile di sé. Corinne Masiero dà corpo molto bene alla frustrata Christine, alienata e dipendente dalle serie tv. A  causa di questa dipendenza ha perso il marito e il precedente lavoro. Mentre Denis Podalydès è un goffo vedovo solo, alle prese con una figlia adolescente. L’uomo si invaghisce di una voce al telefono, per poi rendersi conto di aver preso un grosso abbaglio. Personaggi un po’ fantozziani , un po’ “scapigliati”, un misto di goffaggine, frustrazione e rabbia in cui ci si può facilmente rivedere. L’approccio comico dei registi, trasposto nella sceneggiatura di Cécile Rodolakis è più affidato a brevi battute, a situazioni comiche e all’uso del corpo, che non a lunghi dialoghi e dissertazioni, come spesso accade nella commedia francese. Una sceneggiatura che offre finalmente due figure femminili non subordinate a protagonisti maschili, ma che anzi emergono con forza, ognuna con la sua specificità, nelle interpretazioni di  Gardin e Masiero.

Imprevisti digitali e satira sociale

A giudicare dal titolo, Imprevisti Digitali (Effacer l’historique è il titolo originale), si potrebbe pensare che si tratti di un film leggero e superficiale, che si limiti a far ridere con delle gag su tre protagonisti imbranati, ma non è così. Il film non si limita a descrivere tre persone di mezza età che hanno a che fare con la tecnologia e sono in seria difficoltà perché non ne conoscono i meccanismi. Se così fosse, risulterebbe poco interessante e ormai ampiamente superato da una realtà in cui i quarantenni e i cinquantenni hanno imparato a destreggiarsi fin tropo bene con la tecnologia. Si tratta invece di un lavoro che non rinuncia alla passione dei registi: quella per le tematiche sociali e le dinamiche collettive.

Ecco dunque che assume un ruolo centrale la satira sociale, che mostra in modo efficace, anche con alcune esasperazioni un po’ grottesche, quanto la vita di ciascuno sia ormai dominata dalla tecnologia, ma non solo. Anche questo tema infatti è stato già più volte trattato. Qui si pone l’attenzione anche sui risvolti più spesso sottaciuti e a volte semplicemente assurdi, che però sembrano qualcosa di ineluttabile e vengono sovente acriticamente accettati. Si pensi ai dati, alle informazioni personali e riservate che sono oggi in mano alle grandi multinazionali dell’informatica e che peraltro siamo noi stessi a fornire, più o meno consapevolmente.

Nel film si parla anche dello sfruttamento cui sono sottoposti i lavoratori delle multinazionali dell’e-commerce. Più in generale si fotografa una società in cui tutto è monetizzato e disumanizzare, mentre i rapporti umani si sgretolano. I registi sono capaci di unire l’alto e il basso, stimolando una riflessione su questo, utilizzando abilmente mezzi farseschi, come un rocambolesco viaggio dei protagonisti, chi in Irlanda e chi a Palo Alto, in California – sede di molte aziende leader mondiali dell’IT – per andare a recuperare “alla fonte” i video incriminati, persi nel “cloud”.  Oppure la figura quasi mitica e al tempo stesso ridicola di un Dio/haker, interpretato da Bouli Lanners, a cui i protagonisti si rivolgono per risolvere i loro problemi.

Vi è dunque anche una riflessione sul raffreddamento dei rapporti umani, ormai troppo mediati dal virtuale, e sul conseguente senso di alienazione che, suggeriscono i registi, si può superare solo tornando al caro, vecchio, reale contatto umano. Esemplari in questo senso la vicenda di Bertrand con la centralinista, ma anche quella di Christine, che riceve valutazioni negative sul suo lavoro, senza che però nessun cliente si lamenti mai direttamente con lei per ciò che non va nei suoi servizi.

Lo sguardo disincantato sui movimenti

Parzialmente ispirato al Movimento dei Gilet Gialli, Imprevisti Digitali offre in realtà uno sguardo disincantato sui movimenti. Ciò che si percepisce è una voglia di portare i temi trattati in una dimensione collettiva. Marie, Bertrand e Christine sono stati militanti dei Gilet Gialli e, sebbene disillusi, tornano qui a sentirsi paladini di una causa collettiva. Tuttavia la loro lotta appare troppo improvvisata per portare a dei risultati, si mantiene in un orizzonte privato, nonostante le intenzioni. I registi sembrano guardare dunque con occhio smagato alla protesta sociale, ancora lontana dall’essere davvero collettiva, soprattutto su questi temi. I protagonisti però, a loro modo, ci provano. In maniera goffa, improvvisata, pasticciona, ma provano a non subire, a reagire, e già solo per questo si sentono un po’ meglio, ritrovano il sorriso.

Delépine e Kervern continuano dunque a trattare il sociale in maniera scanzonata, acuta e molto realistica. È probabilmente per questo che la commedia si è aggiudicata l’Orso d’Argento a Berlino: per la sua eccentricità e il suo non essere commedia pura, ma anche satira sociale a tratti feroce, che fa riflettere. A qualcuno potrà non piacere perché è molto esplicita e politicamente scorretta, ma è efficace. Un po’ sgualcita, come l’immagine sgranata scelta nella fotografia di Hugues Poulain, ma perciò più vera, sconclusionata forse, come i suoi protagonisti, ma permeata da una grande voglia di rivincita.

Imprevisti digitali al cinema: in palio biglietti gratuiti con cinefilos.it

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Debutterà al cinema questo giovedì Imprevisti digitali, il film vincitore dell’Orso d’Argento e distribuito da Officine UBU. Da oggi in palio per i lettori di Cinefilos.it 5 inviti validi ognuno per due biglietti gratuiti per il primo spettacolo serale per i giorni sabato 17 e domenica 18 ottobre.

NOTA BENE: Per poter richiedere il biglietto è indispensabile scrivere a eventi[@]cinefilos.it scegliere la città e la sale e comunicare il vostro nome e cognome. Gli inviti sono già validi per due persone, coloro che riceveranno una risposta di conferma avranno ottenuto un inviti. Chi non riceverà risposta è perché gli inviti saranno esauriti. Le città e le sale che aderiscono sooo:

  • MILANO – CINEMA ELISEO
  • TORINO – CINEMA ROMANO
  • BOLOGNA – CINEMA ROMA
  • ROMA – CINEMA QUATTRO FONTANE

Imprevisti digitali, il film

Imprevisti digitali è una commedia sociale dolce-amara, parzialmente ispirata al Movimento dei Gilet Gialli, che mette a fuoco in modo ironico e pungente alcune assurdità che caratterizzano la deriva digitale della società moderna, ormai globalizzata e intangibile.

Tre vicini di casa in un sobborgo francese si ritrovano coinvolti in una serie di imprevisti causati dalla loro inettitudine nel rapportarsi alle nuove tecnologie. Marie ha paura di perdere il rispetto del figlio a causa di un sex tape finito online, Bertrand s’invaghisce della voce di una centralinista e cerca di proteggere la figlia dal cyber bullismo e Christine, che ha perso il marito a causa della dipendenza dalle serie TV, è disposta a tutto per far aumentare la sua valutazione come autista privato. I tre si lanceranno così in una battaglia contro i giganti di internet. Una battaglia ben al di fuori della loro portata… forse.

Impiccalo più in alto: trama, cast e finale del film con Clint Eastwood

La carriera di Clint Eastwood è generalmente iniziata grazie ai celebri western di Sergio Leone. Da Per un pugno di dollari fino a Il buono, il brutto e il cattivo, questi permisero all’attore di ottenere fama mondiale. Tra questi e altri due classici come Lo straniero senza nome e Il texano dagli occhi di ghiaccio, Eastwood ebbe modo di girare un altro apprezzato, ma poco conosciuto, western. Si tratta di Impiccalo più in alto (il cui titolo originale Hang ‘Em High), uscito in sala nel 1968 per la regia di Ted Post, regista che tornò po a dirigere Eastwood nel poliziesco Una Magnum 44 per l’ispettore Callaghan.

Impiccalo più in alto è anche il film prodotto dalla Malpaso Company, fondata da Eastwood in quanto egli voleva un controllo più creativo sui suoi film, evitando sprechi di denaro e di tempo. Interessatosi alla sceneggiatura scritta da Leonard Freeman e Mel Goldberg, Eastwood diede il via al progetto, il quale con un budget di poco meno di 2 milioni di dollari arrivò ad affermarsi come un grande successo, guadagnando circa 11 milioni al box office. Il film fu inoltre ben accolto dalla critica, che lo indicò come un interessante incrocio tra lo stile dei western italiani e tematiche più proprie del territorio statunitense.

Ad oggi Impiccalo più in alto rimane un titolo poco noto della filmografia di Eastwood come attore, oscurato da pellicole divenute più celebri nel tempo. Si tratta dunque di un film da riscoprire, anche solo per avere un assaggio in più dell’idea che l’attore e regista ha di questo genere. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama di Impiccalo più in alto

Ambientato nell’Oklahoma del 1889, il film ha per protagonista Jed Cooper, il quale per aver comprato in buona fede del bestiame rubato, sta per essere impiccato senza processo. Lo salva però all’ultimo secondo il giudice Fenton, unico rappresentante della legge in quel luogo dimenticato da Dio. Cooper vuole vendicarsi degli uomini che lo hanno linciato, ma il giudice gli proibisce di farsi giustizia da sé, proponendogli invece un posto da sceriffo. Cooper accetta e Fenton gli lascia carta bianca, ma ad una condizione: se mai riuscirà a trovare gli uomini che lo hanno aggredito, Cooper dovrà portarli a Fort Grant vivi. Jed inizia da subito a dimostrarsi particolarmente adatto a quel ruolo, catturando uno dopo l’altro pericolosi criminali.

Durante il suo primo incarico, Cooper rintraccia Reno, uno dei suoi aggressori, nel saloon di una piccola città. Cooper tenta di arrestarlo, ma è infine costretto ad ucciderlo per legittima difesa. Venuto a conoscenza del fatto, Jenkins, un altro degli aggressori, si costituisce e svela a Cooper e a Fenton i nomi degli altri complici: Miller, Stone, Blackfoot, Maddow, Tommy, Loomis ed infine il capo della banda, il capitano Wilson. Fenton può così emettere i mandati di cattura e Cooper si mette alla ricerca della banda. Andare alla ricerca di questi pericolosi fuorilegge, tuttavia, potrebbe per lui rivelarsi un’impresa al di là delle sue possibilità e Cooper sarà dunque chiamato a dimostrare tutto il suo valore oltre alla sete di vendetta.

Impiccalo più in alto cast

Impiccalo più in alto: il cast del film

Quello in Impiccalo più alto nei panni di Jed Cooper è il primo ruolo da protagonista ricoperto da Clint Eastwood a Hollywood. L’attore, infatti, aveva fino a quel momento ricoperto ruoli di secondo piano e solo grazie alla trilogia western di Leone aveva avuto modo di cimentarsi come protagonista. Con questo film, Clint Eastwood ha introdotto un’idea di cowboy molto modernizzata, calata storie molto simili a quelle dei film con John Wayne ma con toni molto più seri. La sua figura snella e il cappello piatto a tesa larga del protagonista di questo film erano inoltre una boccata d’aria fresca in un genere che stava perdendo popolarità e inventiva.

Accanto ad Eastwood si ritrovano poi noti attori dell’epoca come Inger Stevens, che ricopre qui il ruolo della bella e malinconica negoziante Rachel Warren. Durante le riprese, la Stevens e Eastwood intrapresero una breve frequentazione. Pat Hingle, che avrebbe poi nuovamente recitato con Eastwood in Coraggio… fatti ammazzare!, interpreta qui il ruolo del giudice Fenton. Ed Begley, invece, è presente nei panni del crudele capitano Wilson, l’uomo ricercato da Cooper. Tra gli altri fuorilegge, in particolare, si ritrova l’attore Bruce Dern nei panni di Miller. Il celebre attore Dennis Hooper, invece, ricopre qui il ruolo di un predicatore.

Il finale di Impiccalo più in alto

Nel finale del film, durante l’esecuzione di Miller, Ben, Billy Joe e di altri tre condannati si consuma l’agguato a Cooper: Wilson, Loomis e Tommy approfittano dei festeggiamenti per assalirlo e crivellarlo di colpi. Cooper, però, sopravvive grazie all’intervento di Rachel Warren, una bella negoziante che lo soccorre e si prende cura di lui. Donna malinconica e silenziosa, Rachel confida poi a Cooper di stare cercando i due criminali che tempo addietro l’hanno violentata e hanno ucciso suo marito. Tra i due nasce poi l’amore, cosa che spinge Rachel a rinunciare ai propri propositi di vendetta. Cooper, però, non è della stessa idea e decide infine di partire per Red Creek, salutando Rachel per l’ultima volta.

Giunto di notte al ranch dove si nascondono Wilson, Loomis e Tommy, Cooper li uccide uno dopo l’altro. A questo punto, gli unici rimasti sono Jenkins, ancora in prigione a Fort Grant, e Maddow e Blackfoot, entrambi in fuga. Cooper si reca a trovare Jenkins e lo perdona, dopodiché minaccia Fenton di dimettersi se il giudice non concederà la grazia all’uomo. Fenton è titubante, ma riconosce che se vuole che in Oklahoma regnino l’ordine e la legge non può permettersi di perdere un uomo del valore di Cooper e acconsente di liberare Jenkins. Cooper riprende allora la propria stella di sceriffo, con Fenton gli consegna i mandati d’arresto per Maddow e Blackfoot, ricordandogli che “la legge li vuole ancora“.

Il trailer di Impiccalo più in alto e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Impiccalo più in alto grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple TV+ e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di lunedì 15 gennaio alle ore 21:10 sul canale Rai Movie.

Imperium: nuovi nomi nel cast

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Toni ColletteTracy Letts e Sam Trammell, famoso per il suo ruolo nella serie True Blood, entrano nel cast di Imperium, il thriller diretto da Daniel Ragussis con Daniel Radcliffe nei panni del protagonista, le cui riprese sono da poco iniziate in Virginia.

La sceneggiatura di Imperium è stata completata dallo stesso Ragussin e dall’ex agente dell’FBI Mike German, le cui attività di controterrorismo hanno ispirato il soggetto del film. Daniel Radcliffe interpreta, infatti, l’agente speciale dell’FBI Nate Foster, specializzato in operazioni di copertura e lotta al terrorismo. La sua missione consisterà nell’infiltrarsi sotto falsa identità in un gruppo neonazista.

Toni Collette interpreterà una collega veterana di Radcliffe, indurita dalla guerra. Tracy Letts è la leader del movimento neonazista mentre Sam Trammell è un apparentemente tranquillo padre di familia, che giocherà però un ruolo chiave nel reclutamento dei giovani al movimento.

Fonte: Variety

IMPAwards: premiati i migliori poster del 2016

IMPAwards: premiati i migliori poster del 2016

Sono stati assegnati da IMPAwards, famoso database di poster e locandine cinematografiche, i premi ai migliori poster dell’anno. Nella gallery di seguito trovate tutti i vincitori per le diverse categorie!

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Imogen Poots: 10 cose che non sai sull’attrice

Imogen Poots: 10 cose che non sai sull’attrice

L’attrice britannica Imogen Poots è divenuta celebre per il ruolo di Tammy nel film 28 settimane dopo, per poi costruirsi una carriera tra film mainstream e progetti più piccoli. Sia nell’uno che nell’altro caso, la Poots ha più volte dato dimostrazione di sapersi adattare a ruoli e contesti diversi grazie ad una versatilità che è negli anni divenuta il suo punto forte.

Ecco 10 cose che non sai su Imogen Poots.

Imogen Poots: i suoi film

1. Ha recitato in numerosi lungometraggi di successo. Il debutto cinematografico dell’attrice avviene nel 2006 con il film V per Vendetta, per poi ottenere maggiore celebrità recitato in 28 settimane dopo (2007). Nel 2008 recita invece in Me and Orson Welles, per poi apparire in Cracks (2009), Solitary Man (2009), I segreti della mente (2010), Jane Eyre (2011), Fright Night – Ill vampiro della porta accanto (2011), Una fragile armonia (2012), Need for Speed (2014), Non buttiamoci giù (2014), Jimi: All Is by My Side (2014), Tutto può accadere a Broadway (2014), Knight of Cups (2015), I Kill Giants (2017), Vivarium (2019) e Black Christmas (2019).

2. Ha recitato anche in televisione. Nell’arco della sua carriera l’attrice ha preso parte a diverse serie TV, tra cui Casualty (2004), Bouquet of Barbed Wire (2010) e Roadies (2016). Ha inoltre recitato nei film per la TV Miss Austen Regrets (2008) e Christopher and His Kind (2010).

Imogen Poots ha un fidanzato

3. È impegnata in una relazione sentimentale. L’attrice ha confermato di avere una relazione, dal maggio del 2018 con l’attore James Norton, celebre per il suo ruolo nella serie Happy Valley (2014).

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Imogen Poots non è su Instagram

4. Non ha un profilo personale. L’attrice ha confermato di non avere un proprio profilo sul social network Instagram, preferendo tenere la sua vita privata lontana dai riflettori. Esistono tuttavia alcune fan page dedicate all’attrice, dove è possibile trovare numerose sue foto e notizie dai suoi futuri progetti da interprete.

Imogen Poots in V per Vendetta

5. Ha recitato nel film con Natalie Portman. L’attrice compare in un piccolo ruolo nel film V per Vendetta, interpretando la giovane Valerie all’interno di un flashback. La versione adulta del personaggio è invece interpretata dall’attrice Natasha Wightman.

Imogen Poots in 28 settimane dopo

6. Ha recitato nel sequel del film horror. 28 settimana dopo è il sequel del film 28 giorni dopo, diretto dal regista Danny Boyle. In questo secondo capitolo, l’attrice interpreta il personaggio di Tammy, la quale insieme a suo fratello dovrà scongiurare una nuova diffusione del virus che trasforma in zombie gli esseri umani.

Imogen Poots e le GIF

7. Sono celebri le GIF dedicate all’attrice. Grazie ai suoi numerosi e variegati ruoli, l’attrice è divenuta protagonista di numerose GIF disponibili sul Web. Molte di queste la ritraggono in particolari momenti della sua carriera, e spesso sono utilizzate come potenziale risposta in una conversazione, sostituendo il messaggio scritto.

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Imogen Poots è su IMDb

8. Ha una pagina a lei dedicata. Sull’Internet Movie Database (IMDb), è possibile trovare una pagina esclusivamente dedicata all’attrice, dove sono contenute curiosità su di lei ma anche informazioni personali, nonché foto, video, premi e l’intera filmografia, tra cui anche i futuri progetti dell’attrice.

Imogen Poots: il suo 2019

9. È stato un anno ricco di progetti. Nel 2019 l’attrice è apparsa in diversi progetti cinematografici, recitando ad esempio nel film Vivarium accanto all’attore Jesse Eisenberg, ma anche nei film L’arte della difesa personale, Castle in the Grount e Black Christmas.

Imogen Poots età e altezza

10. Imogen Poots è nata a Londra, in Inghilterra, il 3 giugno 1989. L’altezza complessiva dell’attrice è di 164 centimetri.

Fonte: IMDb

Imogen Poots protagonista di Need For Speed, il film!

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Imogen Poots sarà la protagonista femminile di Need For Speed, film d’azione tratto dal famoso videogame per Playstation che sarà prodotto dalla DreamWorks. A dirigere la pellicola ci sarà Scott Waugh(Act of Valor) mentre la sceneggiatura  è stata affidata a George Gatins e John Gatins. La pellicola è in fase avanzata di casting, quindi non ci resta che scoprire quali altri nomi saranno compresi nel cast del film che è atteso per la fine del 2013. L’attrice Imogen Poots, vista recentemente in Jane Eyre è tra le più richieste giovani leve di Hollywood e presto la vedremo in Knight of Cups di Terrence Malick

Fonte: THR

Imogen Poots protagonista del remake di Un Natale rosso sangue

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Imogen Poots sarà la protagonista del remake di Un Natale Rosso Sangue, film horror del 1974 diretto da Bob Clark e con protagonista la Margot Kidder di Superman.

La storia è ambientata in una sorority (un’associazione studentesca femminile) durante le vacanze di Natale, dove un gruppo di ragazze subisce le minacce telefoniche di uno sconosciuto che comincia, poi, ad ucciderle.

Dopo un primo remake nel 2006, arriva adesso Jason Blum che ci riprova, proponendo la stessa storia e scegliendo la Poots per il ruolo della protagonista, con Sophia Takal in veste di regista e co-sceneggiatrice.

La Takal è avvezza al genere horror, e oltre a Imogen Poots, dirigerà anche Aleyse ShannonBrittany O’GradyLily Donoghue e Caleb Eberhardt. Le riprese inizieranno presto visto che la data è già stata fissata: venerdì 13 dicembre.

Abbiamo visto Imogen Poots in Knight of Cups e Need for speed, ma anche nel frizzante Tutto può accadere a Broadway e in Non Buttiamoci Giù.

Imogen Poots nel cast di Beautiful Ruins

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Imogen Poots nel cast di Beautiful Ruins

Il regista Todd Field porterà sul grande schermo una trasposizione del romanzo di Jess Walter, Beautiful Ruins, storia ambientata in Italia. Sul set vedremo l’attrice inglese Imogen Poots, già vista in Need for Speed. Pubblicata nel Giugno 2012, la storia parla di un americana che fa un viaggio in Italia nel 1962, precisamente in Liguria, durante la produzione del film Cleopatra. La sua storia si intreccerà a quella di altre tre persone, che girano ognuno intorno alla realtà dell’altro. La Poots impersonerà la giovane attrice Dee Moray. Il resto del cast è ancora sconosciuto.

Todd Field, conosciuto anche per Little Children e In the Bedroom, sta scrivendo la sceneggiatura proprio con l’autore del libro, Jess Walter. Field Produrrà il film con la Standard Film, con la Cross Creek di Brian Oliver e Tyler Thompson e la Smuggler di Brian Carmody e Patrick Milling Smith. Si dice che il film inizierà le sue riprese in Italia a Maggio 2014.

Comingsoon.net

Imogen Poots e Tim Meadows in Conner4real

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Imogen Poots e Tim Meadows in Conner4real

Il sito The Wrap riporta che l’attrice Imogen Poots è in trattative per unirsi a Andy Samberg e Akiva Schaffer nel nuovo film del trio comico The Lonely Island mentre Deadline ci rivela che a far parte del cast ci sarà anche Tim Meadows.

Il titolo del film dovrebbe essere Conner4real e sarà una satira rivolta al mondo dell’industria musicale: un rapper di nome Conner, raggiunto il successo da solista dopo aver lasciato la sua boy band, è costretto a riunirsi ai suoi ex colleghi quando il suo ultimo album si rivelerà essere un flop.

Conner4real sarà scritto dai The Lonely Island e co-diretto da Schaffer e Taccone per la Universal Pictures, con Judd Apatow e Rodney Rothman come produttori. Nel mentre che attendiamo ulteriori aggiornamenti vi ricordiamo che la Poots potremo vederla alla fine dell’anno in Knight of Cups, nuovo e attesissimo film di Terrence Malick.

Fonte: Comingsoon.net

Imogen Poots con Michael Pitt e Willem Dafoe sul set

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Imogen Poots con Michael Pitt e Willem Dafoe sul set

The Solution Entertainment Group ha annunciato che Imogen Poots (She’s Funny That Way) reciterà al fianco di Michael Pitt (The Dreamers), Isabelle Huppert (Amour) e Willem Dafoe in The Sleeping Sheperd, film scritto e diretto da Frank Hudec (Building Bombs).

Ispirato alla storia vera di Stéphane Breitwieser, il ladro d’arte più famoso al mondo, il film racconterà la storia di Alex (Pitt), un pittore fallito che, durante un viaggio in Europa, incontra Karoline (Poots), una ragazza ricca e annoiata con la quale decide di fuggire. Dopo essere stati catturati, la madre di Alex (Huppert) distruggerà delle opere dall’inestimabile valore nel tentativo di salvarlo, ma entrambi finiranno in prigione. Per ironia della sorte, i dipinti di Alex diventeranno così degli oggetti da collezione.

Fonte

Imogen Poots al fianco di Zoe Saldana in I Kill Giants

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Imogen Poots al fianco di Zoe Saldana in I Kill Giants

Arriva da Variety la notizia che Imogen Poots (Non buttiamoci giù, Knight of Cups, Tutto può accadere a Broadway) affiancherà Zoe Saldana (Star Trek Beyond, Guardians of the Galaxy Vol. 2) in I Kill Giants, adattamento cinematografico della graphic novel scritta da Joe Kelly e disegnata da JM Ken Niimura.

Madison Wolfe (True Detective, Joy) interpreterà la giovane protagonista del film, le cui riprese inizieranno il prossimo 27 settembre e si svolgeranno in Irlanda e in Belgio.

La pellicola sarà diretta da Anders Walter, con la produzione di Chris Columbus. Di seguito la trama della graphic novel:

Barbara Thorson è una ragazzina asociale ossessionata dai giochi di ruolo come Dungeons & Dragons. È dotata di una fantasia sfrenata ed è convinta del fatto che i giganti esistano davvero e stiano arrivando nella sua città per distruggere tutto. Fortunatamente Barbara è in possesso dell’unica arma in grado di fermarli: il prodigioso martello Coveleski.

 

Imogen Poots con Michael Pitt e Willem Dafoe sul set

Fonte: CS

Immortals: recensione del film di Tarsem Singh

Immortals: recensione del film di Tarsem Singh

Arriva finalmente al cinema l’atteso film Immortals diretto da Tarsem Singh e con protagonisti Henry Cavill, Freida Pinto, Mickey Rourke e John Hurt.

Il brutale e sanguinario Re Iperione e il suo feroce esercito stanno devastando la Grecia, demolendo tutto quello che trovano sul loro cammino con spietata efferatezza. I villaggi continuano a cadere di fronte alle legioni di Iperione e ogni vittoria lo porta un passo più avanti verso il suo obiettivo: risvegliare il potere dei Titani per conquistare gli dei dell’Olimpo e tutta l’umanità. Sembra che nulla sia in grado di fermare il malvagio re dal diventare il padrone indiscusso del mondo, fino a quando un semplice uomo di nome Teseo giura di vendicare la morte della madre, avvenuta durante uno degli attacchi di Iperione. Quando Teseo incontra l’Oracolo della Sibilla, Fedra, questa viene convinta dalle sue inquietanti visioni sul futuro del giovane a sostenerlo, poiché lui avrà un ruolo fondamentale per fermare questa distruzione.

Partendo da una solida base mitologica, Immortals racconta la storia di Teseo, rimaneggiandola, mescolando pura azione e tanta avanguardia tecnologica alle figure di uomini, oracoli e divinità, un po’ ciò che in precedenza era già accaduto e che va tanto di moda a Hollywood in quest’ultimo periodo. Il film come prevedibile è cosparso di effetti digitali e ricostruzioni scenografiche computerizzate che fecero il successo di 300 ma che in quest’ultima opera diventano quasi una caricatura ai limiti del ridicolo, compiacendo se stessi e i suoi artefici. Di 300, opera che seppur estremizzata nella sua natura eccentrica ben si sposava con le tematiche spartane, rimane be poco, se non i soli produttori. Tarsem Singh non è certo Zack Snyder e questo lo si capisce dai primissimi minuti di film. A distanza di quasi dieci anni (primo film The Cell e dopo The Fall) ritorna al grande schermo, e lo fa con una pellicola che ha nelle fondamenta alcuni limiti.

Immortals film

Le ambientazioni e tutta la messa in scena si sposa pochissimo con la storia, appesantita qua e la da una riscrittura tediosa e per certi aspetti presuntuosa. L’elemento che emerge dalle ceneri e che salva un po’ la baracca è la componente di epicità che si respira per tutto il film, quell’elemento che mancò in precedenza a Thor. Il film è epico nei toni e nel suo virtuosismo, ma questo non basta per fare una buona pellicola. Altra nota positiva è il cast, composto da interessanti nuove leve del cinema americano, su tutti il protagonista Henry Cavill (prossimo Superman proprio nel film di Snyder) e veterani del grande schermo come Mickey Rourke e John Hurt.

Pur effettuando un ulteriore tentativo di far rivivere in malo modo la mitologia greca, la pellicola di certo si presterà abbondantemente a intrattenere e divertire il grande pubblico. Nota negativa da sottolineare è il 3D, futile espediente economico e fastidioso, se non nelle ultimissime battute del film.

Immortals: ecco il secondo trailer originale

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Immortals: ecco il secondo trailer originale

La Relativity Media ha reso noto il secondo trailer del colossal mitologico Immortals, diretto da Tarsem Singh, al cinema il prossimo 11 novembre.

Immortals – Videoclip e Applicazioni Iphone e Android!

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Partecipa alla Social Competition e vinci fantastici premi: http://immortals.21news.it Dai produttori di 300, l’11/11/11 arriva al cinema il nuovo film di Tarsem Singh, con un cast d’eccezione: Henry Cavill, Freida Pinto, Mickey Rourke, Kellan Lutz, Isabel Lucas, Luke Evans, John Hurt, Stephen Dorff, Joseph Morgan, Corey Sevier, Steve Byers, Alan Van Sprang, Luccio Romano Orzari, Robert Maillet, Daniel Sharman.

Immortal ad Vitam: recensione del film di Enki Bilal

Immortal ad Vitam: recensione del film di Enki Bilal

Immortal ad Vitam è il film di fantascienza del 2004 di Enki Bilal con Linda Hardy, Thomas Kretschmann, Charlotte Rampling

La trama del film Immortal ad Vitam

Nell’anno 2095 la città di New York e’ un agglomerato urbano di umani ed esseri geneticamente modificati, dove vige una fortissima dittatura che suddivide la città in tre aree di influenza. La zona di Central Park, chiamata “zona di intrusione”, e’ stata considerata inabitabile per i normali esseri umani, e nel cielo sopra l’area vietata aleggia un’astronave a forma di piramide, dove all’interno gli antichi dei egizi stanno giudicando Horus.

Egli ha sette giorni di tempo per generare un erede, prima d perde la propria immortalità, e per adempiere a questo scopo il dio-falco sceglie Jill (Linda Hardy),una giovane ibrida che possiede doti sovrumane, l’unica a poter procreare una divinità’. Per ingravidarla pero’ Horus deve servirsi d un corpo umano mortale non geneticamente modificato, e per questo scopo decide di usare Nikopol (Thomas Kretschmann), prigioniero politico ibernato da trent’anni ed in combutta con la  Eugenetics Corporation, lobby del processo di ibridazione. Jill e Nikopol si troveranno cosi al centro di un’intricata rete di imbrogli e progetti oscuri, sempre a meta’ strada tra la vita mortale e un altrove indecifrabile.

Analisi di Immortal ad Vitam

 Uno dei più’ straordinari risultati dell’incontro fra cinema, graphic novel ed universo dei videogames. Un prodotto ibrido nel vero senso della parola (come ibridi sono d’altronde i suoi personaggi), dove il confine tra universi mediali appare tanto vaporoso quanto il clima psichedelico che in esso si respira.

Quella di Enki Bilal (famoso illustratore ed animatore scopertosi meritatamente regista visionario) e’ un’opera che travalica i semplici confini della fantascienza, proponendo un multiverso in cui le numerose citazione sci-filmiche (Metropolis e Blade Runner su tutte) si accostano ad una narrazione originale e multicentrica che affronta in maniera originalissima temi molto criptici come quelli del pantheon egizio (qui reso nel contesto alieno) e la modifica genetica del corpo (una futuribile denuncia all’ossessione per il ritocco estetico), senza dimenticare una azzeccatissima forma di progenie divina (come in una neo-annunciazione).

Gli accuratissimi effetti speciali di Matthieu Grospiron, volutamente mescolati fra un’estetica fumettistica ed una CGI da multiplayer games, creando un universo ricco di una flora e fauna visionaria e stratificata, esasperatane multiforme come in un quadro di Bosch. Gli unici due personaggi protagonisti di Immortal ad Vitam, gli unici per altro ad essere umani nel senso stretto del termine, si muovono in una realtà’ digitalmente ricreata, interagendo in maniera più’ che credibile con l’universo digitale dei personaggi multiformi, ognuno di essi creato con estrema cura ed elaborato nei minimi particolare, mostrando una carità’ ibrida fra il mondo umano, rettile e volante.

Bilal riesce finalmente a trasporre sul grande schermo la sua opera illustrata giovanile più’ ambiziosa e famosa, La fiera degli immortali, coniugandola con un’altra sua creazione meno nota,  La donna trappola, dando sfogo alla sua artistica convinzioni di poter dar vita al suo bidimensionale mondo eccentrico e poliedrico, tendenza che lo accomuna ad altri colleghi altrettanto visionari come Jan Pierre Jeunet, Terry Gilliam e Wes Anderson. Una fotografia eclettica, dalle tinte pop e psichedeliche che grazie a  Pascal Gennesseaux riescono a condire atmosfere da acquario, come in una grande barriera corallina di strani pesci mutanti.

Linda Hardy, dopo il semi sconosciuto esordio francese di Retro verso e la fama internazionale come rappresentante europea a Miss Mondo, si trova a diversi confrontare con un ruolo complesso, sia attorialmente che esteticamente, modificando totalmente il suo aspetto senza minare comunque la sua indubbia bellezza e bravura espressiva, qui capace di trasparire anche duetro il look rettile e blumarino. Thomas Kretschmann, dopo il battesimo del fuoco di Blade II (e destinato in futuro a ben altre glorie), pur accusando il colpo di una ancora precoce carriera, delinea il personaggio di Nikopol senza lode ne infamia, un ruolo nel complesso ben costruito seppur poco approfondito, capace comunque di affascinare se non altro per la presenza stessa del soggetto.

Immortal ad Vitam filmCharlotte Rampling si trova a dover ricoprire una posizione marginale nell’economia del racconto di Immortal ad Vitam, senza rinunciare a mostrare comunque le sue doti interpretative che restano comunque troppo oscurate all’interno di un personaggio troppo stretto e abbozzato come quello della lobbysta Elma Turner. Un film potente, seppur senza le pretese di un capolavoro, lontano anni luce dalle logiche commerciali hollywoodiane e che risente appieno del gusto fantasy francese e dell’autorialità cinematografica europea. Un prodotto di culto per i nerd della generazione 2.0, cresciuti a pane, fumetti e videogiochi, capaci di lasciarsi incantare da un universo visionario e digitale come da un romanzo di Verne, dove gli occhi si imbevono di immagini come in un trip da acido. Un film eccessivo, volutamente eclettico e capace di far sognare, rimanendo nel terreno della degustazione del buon cinema di genere.

Immersive Reality arriva a Notti di cinema e …a Piazza Vittorio

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Immersive Reality arriva a Notti di cinema e …a Piazza Vittorio

In prima assoluta a Roma, nella cornice di Piazza Vittorio, da giovedì 19 luglio andrà in scena l’Immersive Reality. Con l’innovativo format OverSense il GruppoDSE, azienda di Milano che da 30 anni sviluppa soluzioni tecnologiche per l’industria e la comunicazione, propone un percorso virtuale che sfida i nostri sensi costringendoli a provare emozioni incontrollabili a dispetto della razionale disamina che vede i nostri piedi camminare al sicuro  nel parco.

Liberi da cavi e console, e senza infrastrutture, a partire dall’età consigliata di 8 anni, chiunque può vivere questa esperienza che promette di lasciare tutti senza fiato.

Ben oltre la realtà virtuale, OverSense regala emozioni da vivere muovendosi liberamente in un labirinto di percorsi e di sfide da affrontare: basta indossare un visore e inizia l’avventura.

Immaturi: recensione del film con Raul Bova

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Immaturi: recensione del film con Raul Bova

Paolo Genovese porta al cinema un suo incubo: dover rifare l’esame di maturità. Il brillante regista lo fa attorniandosi di un cast di volti che attirano il pubblico ed una piccola storia, divertente ma non ridanciana, che ha una sua dignità. Immaturi racconta la storia di “sei personaggi in cerca d’autore” o meglio di maturità, sei uomini e donne che provano attraverso una regressione al liceo ad aggirare o superare le proprie paure e le proprie insicurezze.

Lo fa Giorgio/Raoul Bova, che affronta un dilemma cruciale con la sua compagna: è giusto fare un figlio solo perché si ha paura di perdere la donna amata? E lo fa Francesca/Ambra Angiolini: si può conciliare una dipendenza dal sesso ossessivo compulsivo con una storia d’amore adulta? E come loro gli altri personaggi che nel corso del film imparano che infondo crescere non è così traumatico e che una vita adulta può anche avere risvolti positivi.

Immaturi, il film

Questo affresco di una mezza generazione Genovese ce lo racconta con discrezione, la sua regia è una semplice segnaletica che segue lo svolgimento dei fatti senza mai invadere lo spazio che è tutti degli attori. Molte inquadrature ed ambientazioni, molti momenti del film hanno un profumo romantico e sincero che riesce a coinvolgere lo spettatore; il cast, in ottima sintonia, si trova a proprio agio in ogni set, in ogni occasione, certo a tratti mancano un po’ i tempi comici che ogni tanto erano richiesti dalla sceneggiatura, la quale a sua volta non è brillante in assoluto.

Ci sono diversi spunti di interesse e qualche personaggio ben tratteggiato, su tutti forse proprio Ricky Menphis, classico ‘bamboccione’ all’italiana, affiancato da due ottimi attori quali sono Maurizio Mattioli e Giovanna Ralli, ma anche il personaggio di Luca Bizzarri, diviso tra una vera amante ed una finta moglie convince e diverte, senza strafare, ma mantenendo un buon umore diffuso che sottende tutto il film. Notevole, come già ne La Banda dei Babbi Natale, è la colonna sonora, alla quale Genovese dimostra di prestare sempre molta attenzione, sfociando anche nel nostalgico più assoluto quando ripresenta canzoni universali come la sigla di Ufo Robot; ma i suoi momenti migliori Immaturi li mostra senza pudore (per fortuna) nelle scene ambientate in radio, davvero poetiche, con un Bizzarri che dimostra un talento che si sospettava avesse, ma che non era ancora emerso del tutto.

Poche parole restano per il resto del cast (Raul Bova, Ambra Angiolini, Luca Bizzarri, Paolo, Kessisoglu, Anita Caprioli, Luisa Ranieri), che convince con riserva, soprattutto la bella e imbranata Luisa di Barbora Bobulova, che esprime molta più enfasi di quella che sarebbe stata necessaria. In definitiva Genovese con Immaturi confeziona un buon film, una divertente commedia sul diventare grandi, sui molteplici significati di tale trasformazione schiacciando a volte la corda nostalgica che fa sempre presa sul pubblico. Non un film imperdibile, ma sicuramente godibile, che indica il discreto stato di salute dell’industria cinematografica italiana negli ultimi mesi … attenzione, discreto non buono.

Immaturi: Il viaggio, recensione del film di Paolo Genovese

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Immaturi: Il viaggio, recensione del film di Paolo Genovese

Dopo aver affrontato di nuovo l’esame di maturità nel primo film, i sette “Immaturi” si ritrovano per fare insieme il viaggio per festeggiare la prova superata. Decidono di andare insieme in vacanza nell’isola greca di Paros, ognuno con le proprie idee, desideri e metodi di affrontare la vita da grandi, finalmente, alla soglia dei 40 anni. Dopo il successo dello scorso Immaturi, era ovvio che la produzione, Medusa, pensasse ad un seguito. Che in realtà proprio seguito non è, visto che la buona idea del primo film, la ripetizione dopo venti anni dell’esame di maturità cancellato per un errore burocratico, viene ampliata verso ciò che alla maturità segue, ossia il viaggio insieme per dimenticare di avere affrontato quella prova. Immaturi: Il viaggio di Paolo Genovese infatti esce in addirittura 700 copie nel periodo post natalizio, il 5 Gennaio.

Una prova che in realtà nessuno supera mai completamente, come ci dimostra la vita quotidiana, e in effetti il film è un compendio delle brutte figure ed errori madornali che si incassano a vent’anni così come a quaranta. Quindi questo film non è certo di formazione, ma piuttosto di rassegnazione, al fatto che determinate azioni, determinate scelte saranno sempre quelle nonostante il tempo che passa. Tutto sta ad un certo punto, ad ammettere di aver fatto quel tipo di scelte. Più che maturare, responsabilizzarsi, capendo l’effetto provocato da quelle azioni.

Immaturi: Il viaggio, il film

Immaturi: Il viaggio di Paolo Genovese si fonda sull’equilibrio ben dosato dei tempi comici delle coppie da cui è composto, fra tutte, quella di Paolo Kessisoglu e Anita Caprioli, a cui è affidato il personaggio più serio e sofferente. Anche questa storia, lasciata volontariamente sospesa, ma aperta verso una risoluzione positiva, passa in secondo piano rispetto a quella che è la storia principale, l’eterna difficoltà dei rapporti tra uomini e donne, la necessità di avere un ruolo e di essere quindi la donna emancipata che non cerca la coppia o l’uomo donnaiolo che a quarant’anni ancora non ha trovato compagna. Due pesi, due misure, per i soliti stereotipi.

Gli attori incarnano bene tutte queste tipologie di personaggio, e il sentimento che li sovrasta in generale: la paura del tradimento, le bugie, la difficoltà di avere un rapporto sereno e responsabile mantenendosi comunque cosciente del mondo nel quale si vive. A tutta questa situazione fa da cappello infatti il cammeo di Zingaretti, nel ruolo del marito quasi tradito da una moglie che si invaghisce delle parole, strettamente scritte via sms da Virgilio (Paolo Kessisoglu) ma sotto dettatura della sua “parte femminile” Anita Caprioli della quale in realtà si innamora. Le parole del personaggio di Zingaretti sono in effetti il punto di svolta: “lei ci esca con mia moglie, in modo che lei abbia a che fare con una persona vera e non con delle parole”. Parole che chiudono il rapporto epistolare di Virgilio, con la moglie annoiata, ma che chiudono anche la porta al riconoscimento di quanto sia più difficile affrontare una maturità emotiva piuttosto che far finta di niente.

Immaturi: Il Viaggio – Trailer

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Immaturi: Il Viaggio – Trailer

Immaturi – Il viaggio e vedrà i protagonisti partire per il viaggio di fine scuola in Grecia. Le riprese sono iniziate il 22 agosto ed il 14 dicembre sono stati diffusi in rete la locandina e il trailer. L’uscita del film è prevista per il 4 gennaio 2012.

Immaturi – Il viaggio a gennaio nei cinema: sarà promosso?

Immaturi – Il viaggio a gennaio nei cinema: sarà promosso?

Il 5 gennaio uscirà nelle sale italiane Immaturi – Il viaggio di Paolo Genovese, sequel dell’apprezzato Immaturi (2011), sempre diretto dal regista romano, che delle due pellicole è anche sceneggiatore e ideatore del soggetto.

Immaturi 2 da record al Box Office!

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Immaturi 2 da record al Box Office!

Stravinta la sfida cinematografica dell’Epifania: ben 6 milioni di euro nei primi cinque giorni di programmazione. Dopo la straordinaria escalation al botteghino nazionale del gennaio di un anno fa, la banda di immaturi raccontata da Paolo Genovese fa ancora una volta centro. “Immaturi – Il viaggio”, attesissimo sequel, sbanca il box office nazionale, annienta tutta la concorrenza e si impone al primo posto in classifica con cifre da manuale. Distribuita da Medusa Film in 700 copie a partire dallo scorso 4 gennaio, la commedia di Genovese (prodotta da Marco Belardi per Medusa) ha chiuso i primi cinque giorni di programmazione in sala con ben 6 milioni di euro (6.025.972), vale a dire con una media giornaliera di 1 milione e 200mila euro e una media per copia di ben 7533 euro. Un successo che ha permesso al film di essere il dominatore incontrastato della sfida cinematografica dell’Epifania e il primo straordinario successo del nuovo anno.

Ecco la nostra recensione: Immaturi – Il viaggio

immagini concettuali di Harry Potter e i Doni della Morte

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Portkey segnala le primissime immagini concettuali di Harry Potter e i Doni della Morte: parte I e Harry Potter e i Doni della Morte: parte II.

Si tratta di screenshot presi da una featurette contenuta nella Ultimate Edition di Harry Potter e la Camera dei Segreti, uscito proprio oggi in DVD e Blu-Ray.

Ecco le immagini:

qui potete vedere presumibilmente villa Malfoy

qui invece, alle spalle dello scenografo Stuart Craig, due concept sospetti…

potrebbe trattarsi della Coppa di Tassorosso e del Diadema di Corvonero

Nel video viene intervistato lo scenografo Stuart Craig nell’ufficio di produzione dei Doni della Morte: alcune interviste presenti nelle Ultimate Edition del primo e del secondo film e nel DVD del Principe Mezzosangue (usciti tutti oggi), infatti, sono state registrate l’anno scorso. In molti, quindi, si aspettano qualche chicca e easter-egg nei vari dvd.

Immaculate: trailer dell’horror con Sydney Sweeney

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Immaculate: trailer dell’horror con Sydney Sweeney

“So che Dio mi ha salvato per un motivo…”. Abbiamo saputo solo alla fine dell’anno scorso che la Neon aveva acquisito i diritti nordamericani di un nuovo film horror psicologico a sfondo religioso intitolato Immaculate, interpretato da Sydney Sweeney (Euphoria, Madame Web) e dall’attrice italiana di The White Lotus Simona Tabasco, e oggi abbiamo finalmente il primo trailer decisamente inquietante.

Sydney Sweeney interpreta Cecilia, “una donna di fede devota a cui viene offerto un nuovo ruolo in un illustre convento italiano. Ma il suo caloroso benvenuto nella campagna europea viene presto interrotto quando Cecilia scopre che la sua nuova casa nasconde alcuni oscuri e terrificanti segreti”.

Il trailer di Immaculate mostra Cecilia che si ammala e gli esami ospedalieri confermano che è incinta. Seguono molte immagini sanguinose e inquietanti, mentre siamo portati a credere che la giovane donna abbia concepito immacolatamente. Questo film sembra abbastanza simile a un altro horror religioso di prossima uscita, The First Omen, ma entrambi hanno dei primi teaser piuttosto efficaci.

Jonathan Davino per la Fifty-Fifty Films ha prodotto Immaculate con Sydney Sweeney, insieme a David Bernad della Middle Child Pictures, che ha sviluppato il progetto con l’attrice dopo il loro lavoro insieme in The White Lotus. Teddy Schwarzman e Michael Heimler hanno prodotto per la Black Bear, che ha finanziato interamente e rappresentato i diritti di vendita internazionali. John Friedberg e Christopher Casanova della Black Bear sono stati produttori esecutivi, insieme a Will Greenfield.

Immaculate: la spiegazione dello scioccante finale del film

Immaculate: la spiegazione dello scioccante finale del film

Immaculate, l’horror religioso (la nostra recensione) del 2024 interpretato da Sydney Sweeney di Euphoria, che ha anche prodotto il film, diventa ancora più inquietante alla fine. Il film ha ricevuto recensioni per lo più positive da parte della critica, che ha lodato soprattutto il ruolo di Sweeney nel ruolo di Suor Cecilia. Alla fine di Immacolata, Suor Cecilia trascorre il resto della sua gravidanza miracolosa risentendosi di Padre Tedeschi e temendo di morire una volta nato il bambino a causa degli eventi sinistri a cui ha assistito nel convento, come l’aver visto le altre suore tagliare la lingua a Gwen dopo che questa aveva parlato contro il convento e i segreti che custodivano.

Prima della data prevista per il parto, Suor Cecilia finge un aborto spontaneo usando una gallina morta nel tentativo di essere portata in un vero ospedale. Padre Tedeschi lo scopre e cattura suor Cecilia prima che possa fuggire. Le spiega che ha usato il suo background in genetica per creare un altro Gesù usando pezzi di DNA trovati su un pezzo del crocifisso. Suor Cecilia è inorridita e dà fuoco al suo laboratorio. Le si rompono le acque e lei fugge nelle catacombe per scappare, finendo per uccidere Padre Tadeschi e dare alla luce qualcosa di non del tutto umano nella scena finale di Immaculate.

Suor Cecilia uccide il neonato nel finale di Immaculate?

Sydney Sweeney in IMMACULATE
Photo Courtesy of NEON

Dopo essere fuggita alla fine di Immaculate, Suor Cecilia partorisce da sola dopo essere scappata dalle catacombe sotto il convento e partorisce. Dopo aver tagliato il cordone ombelicale con i propri denti, Suor Cecilia afferra una grossa pietra e la fa cadere sul neonato. Tuttavia, Immaculate taglia in nero, lasciando il pubblico a chiedersi se abbia ucciso o meno il neonato.

Considerando che Suor Cecilia è rimasta incinta senza il suo consenso e gli orrori che ha vissuto durante la gravidanza, senza poter uscire, è molto probabile che sia stata lei a far cadere il sasso sul neonato, soprattutto perché non è chiaro cosa avesse partorito esattamente. Visti gli strani rumori che la prole emetteva, è implicito che qualsiasi cosa abbia partorito non fosse umana, e quindi l’ha uccisa.

Con padre Tedeschi morto e il suo laboratorio distrutto, suor Cecilia poteva assicurarsi che ciò che le era successo non sarebbe mai più accaduto a nessun altro. L’uccisione del bambino avrebbe doppiamente distrutto qualsiasi prova residua di ciò che Padre Tedeschi e il convento stavano facendo. Suor Cecilia non ha mai voluto il bambino; aveva perso i denti durante la gravidanza e la sua gravidanza era il risultato di esperimenti su di lei. Tenendo conto di tutto ciò, è logico che Suor Cecilia abbia deciso di uccidere il neonato, soprattutto se c’era la possibilità che questo portasse alla fine del mondo.

Cosa partorisce realmente Suor Cecilia alla fine di Immaculate

immaculate sydney sweeney

Sebbene la domanda alla fine di Immaculate possa ruotare intorno al fatto che Suor Cecilia abbia ucciso il neonato, gli indizi lasciati nel corso del film horror suggeriscono anche che c’è qualcosa che non va nella gravidanza o nel neonato. Dopo la nascita del bambino, il respiro affannoso suggerisce che non si tratta affatto di un bambino normale. Non si sentono i pianti di un neonato e il suo respiro sembra più quello di una creatura che di un essere umano. Immaculate non mostra mai l’aspetto del neonato, il che porta a molte speculazioni sulla natura dell’intera gravidanza.

Il bambino è in realtà la seconda venuta di Cristo? È possibile, ma improbabile. Considerando la sperimentazione genetica che Padre Tedeschi ha condotto per due decenni, è possibile che questo bambino sia stato corrotto o mutato in qualche modo molto prima di vedere la luce. Dopotutto, non è nato in circostanze normali, ma è stato costretto ad esistere da Padre Tedeschi. La seconda venuta di Gesù Cristo non era stata profetizzata in questo modo, con un uomo che tirava i fili per portarla a compimento. E così suor Cecilia aveva probabilmente dato alla luce qualcosa di potenzialmente malvagio, data la situazione che circondava la gravidanza.

Spiegazione di ogni morte nel finale di Immaculate

simona tabasco immaculate
Photo Courtesy of NEON

Immaculate ha avuto la sua buona dose di morti, anche se la maggior parte è avvenuta durante il culmine del film. Mentre è in travaglio, Suor Cecilia uccide la Madre Superiora con un crocifisso dopo che questa l’ha aggredita. In seguito, Cecilia brucia Padre Tedeschi dopo aver dato fuoco al suo laboratorio e lo pugnala al collo con un bisturi dopo che lui ha cercato di aprirla. Gwen viene uccisa dalle suore dopo che le hanno tagliato la lingua, anche se la sua morte avviene fuori campo e Suor Cecilia trova il suo corpo nelle catacombe alla fine di Immacolata.

E, naturalmente, chi potrebbe dimenticare che Suor Cecilia usa anche una pietra per porre fine alla vita del neonato negli ultimi secondi di Immaculate, concludendo il film con quella che sarà sicuramente la scena più discussa per gli anni a venire. Oltre alle morti che avvengono alla fine, Immaculate include la morte di Suor Mary (interpretata da Simona Tabasco, stagione 2 di White Lotus), che viene uccisa all’inizio del film.

Sembra che Suor Mary si renda conto di ciò che sta accadendo nel convento e tenti di scappare per salvarsi prima che accada qualcosa, ma viene catturata e sepolta viva da alcune delle altre suore. La sua morte dà il tono al film. C’è anche Suor Isabella, che si butta dal tetto dopo aver tentato di uccidere Suor Cecilia durante il suo bagno. Suor Isabella era arrabbiata perché riteneva che avrebbe dovuto essere lei a rimanere incinta in questo film horror incentrato sulle suore.

Perché Padre Tedeschi voleva creare un nuovo Gesù

Nella preparazione del finale dell’Immacolata è stato spiegato esattamente perché Cecilia era stata ingravidata: il convento voleva inaugurare artificialmente la seconda venuta di Gesù Cristo. Padre Tedeschi ha chiarito di voler creare un nuovo Gesù Cristo utilizzando il DNA rimasto dal chiodo trovato su un pezzo del crocifisso.

Sebbene l’Immacolata non approfondisca troppo le ragioni di padre Tedeschi, egli sentiva che lo scopo della sua vita era creare un nuovo Cristo. Proprio come suor Cecilia sentiva che lo scopo della sua vita era diventare una suora dopo che Dio l’aveva salvata dalla morte per sette minuti a causa di una caduta nel ghiaccio, padre Tedeschi ha capito che poteva usare la sua preparazione scientifica per creare un nuovo Gesù.

Cosa significano le maschere maschere rosse delle suore in Immacolata

Nel corso dell’Immacolata, suor Cecilia si imbatte in suore che indossano maschere rosse, una delle quali viene trovata sull’altare di Cristo. Il motivo delle maschere rosse non viene mai spiegato a fondo, ma è possibile che esse rappresentino il sangue di Cristo. Le suore che indossano le maschere rosse sono probabilmente le seguaci di Padre Tedeschi, che aderiscono a determinati rituali.

Probabilmente lavorano al suo fianco per garantire che gli esperimenti genetici abbiano il massimo successo possibile e che le altre suore non facciano troppe domande o cerchino di scappare. È certo che dietro le maschere rosse di Immaculate c’è un significato tematico più profondo , anche se il film stesso non approfondisce di cosa si tratti.

Il vero significato del finale di Immaculate

immaculate sydney sweeney

Il finale di Immaculate vede Suor Cecilia prendere in mano la situazione e finalmente riprendere il controllo del proprio corpo e della propria vita. Il finale del film horror allude all’autonomia corporea e ai diritti riproduttivi di una donna. Suor Cecilia viene trattata come un’entità secondaria fino a quando non rimane incinta, e Padre Tedeschi e le altre suore si preoccupano solo del benessere del feto e non di lei. Anche la questione del consenso è presente: il finale sottolinea gli orrori della gravidanza e la capacità di Suor Cecilia di scegliere cosa fare dopo essere stata costretta a una gravidanza indesiderata.

Come è stato accolto il finale di Immaculate

Il finale di Immaculate ha ricevuto una risposta mista, ma per lo più positiva, da parte della critica, così come il film stesso. Non sorprende che l’elemento più controverso sia stato l’ambiguità. Il fatto di non mostrare esattamente cosa Cecilia avesse partorito in Immaculate, e il fatto che il film si rifiutasse di confermare se l’avesse effettivamente ucciso, è stato visto da alcuni come una regia incredibilmente intelligente, mentre altri ritengono che il film avrebbe fatto meglio con un finale più conclusivo.

Sydney Sweeney ha spiegato in un’intervista a EW che in realtà sono state girate diverse inquadrature per il finale di Immaculate e che il finale ambiguo è stato scelto perché sia lei che il regista Michael Mohan lo ritenevano la scelta migliore per la trama:

“L’abbiamo girato in più modi. Quello che vedete è in realtà il primo ciak che abbiamo girato, e poi ne abbiamo fatti altri due per coprire le nostre basi nel caso volessimo mostrare angolazioni diverse, ma il nostro istinto è sempre stato quello di non mostrarlo mai, e quindi abbiamo scelto il primo ciak”.

Tuttavia, mentre le domande lasciate alla fine di Immaculate sono state considerate da alcuni critici e spettatori come troppo vaghe (soprattutto se si considera l’intenso accumulo di domande nel resto del film horror del 2023), altri aspetti del climax sono stati particolarmente apprezzati. L’interpretazione di Sweeney durante la scena finale è stata sottolineata in molte recensioni, così come diversi momenti chiave, come quando Cecilia morde il proprio cordone ombelicale.

Nel complesso, Sweeney e Mohan hanno adottato un approccio ponderato al finale di Immaculate, che sembra aver dato i suoi frutti, dal momento che la maggior parte delle reazioni della critica è stata positiva. È un finale che è stato anche semi-improvvisato, come ha rivelato Sweeney, il che spiega il perché dell’approccio un po’ anticonvenzionale di non rivelare mai esattamente il risultato della gravidanza:

“È stato uno di quei momenti in cui abbiamo bloccato la telecamera e poi Mike ha detto: ‘Ok, Syd, cosa pensi di voler fare?’. E io ho pensato: “Proviamo e vediamo cosa succede”. Ed è quello che è successo”.

Immaculate – La Prescelta, recensione del film con Sydney Sweeney

Dopo che Quentin Tarantino ha dichiarato il suo amore per i loro film in tutti i modi possibili, e dopo che James Wan e Edgar Wright hanno recentemente reso il loro personale omaggio alla gloriosa stagione dei B-movie horror italiani con Malignant e Ultima notte a Soho, ecco arrivare Immaculate. Interpretato (e co-prodotto) da Sydney Sweeney, questo nuovo horror ha spinto ancora più agli estremi l’omaggio ai maestri dell’horror all’italiana ambientando la storia nel nostro Paese e utilizzando tutti gli strumenti e i trucchi di un film a basso costo, allo stesso modo dei sopra citati cineasti.

Immaculate, la trama

La vicenda di Immaculate segue le gesta di Suor Cecilia, giovane e innocente novizia che arriva in un vecchio convento di campagna dove viene accolta nel migliore dei modi. In particolare la nuova arrivata stringe amicizia con la giovane novizia Guendalina e con il sacerdote del convento, Padre Sal. Ben presto però cominciano ad accadere eventi strani e terrificanti, il più inspiegabile dei quali si manifesta quando Cecilia scopre di essere incinta…

Photo Courtesy of NEON

L’amore e la conoscenza della storia del cinema horror non sono sufficienti se non si ha qualcosa da dire veramente esplorando il genere. Gli input e gli stili dei capolavori del passato devono servire come spunto per per trovare una propria voce. È quello che purtroppo non succede con Immaculate: lo sceneggiatore Andrew Lobel e il regista Michael Mohan – che aveva già lavorato con Sydney Sweeney nel 2011 grazie a  Voyeurs – sembrano essere molto più desiderosi di offrire il loro omaggio al passato che di creare una trama solida.

In questo modo Immaculate sviluppa una storia che diventa ben presto un mix zoppicante tra Il presagio e Rosemary’s Baby, con brevi spruzzi di Midsommar di Ari Aster e (questo fa veramente male…) Shining di Stanley Kubrick. L’elemento che invece manca del tutto è  quel pizzico di novità nell’esposizione estetica o narrativa, un colpo di scena o un tocco visivo in grado di dare una spruzzata di originalità.

Atmosfere e estetica alla base del film

Mohan si concentra soprattutto nel ricreare le atmosfere e l’estetica “economica” ma efficace degli orrori italiani degli anni ’60 e ’70. Il direttore della fotografia Elisha Christian (Voyeurs, La casa di notte) è piuttosto abile nell’utilizzare l’assenza di luce per creare immagini spaventose, mentre il regista aggiunge un paio di scene in cui gli effetti cruenti sono chiaramente realizzati “alla buona”, proprio per farli risaltare l’artigianalità del prodotto. È proprio questa la parte migliore di Immaculate: guardare il sangue sgorgare a fiotti e godersi i momenti in cui si vede quanto sia in realtà salsa di pomodoro, o quello che si adoperava decenni fa. Se solo Mohan e Sobel avessero spinto ancora di più questo aspetto del loro film, magari rendendolo così folle da trasformarsi in una commedia parossistica, forse Immaculate avrebbe potuto funzionare. Invece l’horror sembra purtroppo prendersi sul serio, creando così un vuoto che scena dopo scena si trasforma in noia.

Photo Courtesy of NEON

Eros e Thanatos fuori tempo massimo

Ciò che funziona ancora meno è poi la “sessualizzazione” del personaggio principale, il tentativo di mescolare innocenza e lussuria come facevano Bava e soprattutto Fulci in quegli anni. Nella seconda parte del film lo spettatore può vedere Sydney Sweeney che indossa praticamente soltanto la classica camicia da notte bianca trasparente, capo di vestiario che ovviamente nella resa dei conti finale viene più volte imbrattato con il sangue suo e di altri personaggi. Questa unione esplicita di Eros e Thanatos funzionava decenni fa, quando i film e il loro ruolo in un altro tipo di società erano molto diversi. Adesso, invece, sembra solo un trucco economico e ingenuo…

Un film dell’orrore può sbagliare in tanti modi che potrebbero tutto sommato renderlo ancora stranamente piacevole: esagerare con gli effetti, coi brividi a buon mercato, con la parodia slapstick e così via. Gli appassionati del genere lo sanno bene. L’unica cosa che va evitata è la mancanza di tentativi, lo scivolare in qualcosa di noioso. Immaculate contiene alcune idee che alla fine non diventano mai un insieme coeso, risultando in una sequenza infinita di scene già viste dal pubblico  in molti, troppi altri film decisamente migliori. Sydney Sweeney lotta, piange, alla fine combatte. Ma non ci interessa davvero il suo personaggio o il suo destino, soprattutto perché siamo un po’ troppo annoiati per raggiungere una anche minima empatia…

Imma Tataranni – Sostituto procuratore, la serie tv: trama, cast e dove vederla

Imma Tataranni – Sostituto procuratore è la serie tv italiana diretta da Francesco Amato e liberamente tratta dai romanzi di Mariolina Venezia. La serie tv è prodotta da Alessandra Ottaviani, Daniela Troncelliti, Beppe Caschetto, Anastasia Michelagnoli, con Rita Rognoni trai produttori esecutivi per conto di Rai Fiction e ITV Movie. La fotografia è curata da Roberto Forza. Montaggio da Claudio Di Mauro. Le musiche sono di Andrea Farri. Scengrafie e costumi sono rispettivamente di Emita Frigato e Paola Marchesin.

La seire è scritta da Mariolina Venezia, Salvatore De Mola, Luca Vendruscolo, Michele Pellegrini, Pier Paolo Piciarelli.

Imma Tataranni – Sostituto procuratore: dove vederla in streaming

La serie ha debuttato su RAI 1 dal settembre del 2019. Imma Tataranni – Sostituto procuratore in streaming è disponibile su Raiplay.

Imma Tataranni – Sostituto procuratore: la trama e il cast

La serie ruota attorno al personaggio Imma Tataranni, un sostituto procuratore della Procura della Repubblica di Matera. Donna forte, determinata e piena di risorse, non fa sconti a nessuno né sul luogo di lavoro né in famiglia; tuttavia possiede un lato dolce e ironico che solo di tanto in tanto lascia emergere. Avendo dovuto faticare molto per raggiungere la posizione che occupa, crede tenacemente nei valori della giustizia ed è perciò incorruttibile. Nelle sue indagini attraverso la Basilicata e dintorni, Imma verrà affiancata in particolare dal timido ed efficiente Ippazio Calogiuri, e da molti altri curiosi personaggi.

Protagonisti di Imma Tataranni – Sostituto procuratore sono Vanessa Scalera come Immacolata “Imma” Tataranni, Massimiliano Gallo come Pietro De Ruggeri, Alessio Lapice come Ippazio Calogiuri, Carlo Buccirosso come Alessandro Vitali, Barbara Ronchi come Diana De Santis, Carlo De Ruggieri come il dottor Taccardi, Alice Azzariti come Valentina De Ruggeri, Dora Romano come mamma di Pietro, Lucia Zotti come mamma di Imma, Antonio Gerardi come don Mariano, Ester Pantano come Jessica Matarazzo. Monica Dugo come Maria Moliterni e Cesare Bocci come Saverio Romaniello.

Curiosità

  • La serie è composta da una stagione lunga sei episodi.
  • La prima stagione viene trasmessa in prima serata su Rai 1 dal 22 settembre al 27 ottobre 2019. Pochi giorni dopo la conclusione viene rinnovata per una seconda stagione.

Imelda Staunton: 10 cose che non sai sull’attrice

Imelda Staunton: 10 cose che non sai sull’attrice

L’attrice Imelda Staunton è una delle icone inglesi della recitazione. Una vera e propria veterana del cinema, della televisione e del teatro, che negli anni ha dato vita a personaggi straordinari, passando con grande naturalezza dalle opere più autoriali fino ad una saga blockbuster come Harry Potter. Basta leggere la sua filmografia per rendersi conto dell’importanza di quest’attrice, che ancora oggi continua a regalare interpretazioni straordinarie.

Ecco 10 cose che non sai su Imelda Staunton.

Imelda Staunton: i suoi film e le serie TV

1. Ha preso parte a celebri film. Dopo anni di teatro, nel 1986 la Staunton ha debuttato anche al cinema con il film Comrades. Rivela poi ulteriormente il suo talento grazie a Antonia e Jane (1991), per poi recitare in Gli amici di Peter (1992), Molto rumore per nulla (1993), di Kenneth Branagh, Ragione e sentimento (1995), di Ang Lee, La dodicesima notte (1996) e Shakespeare in Love (1998). Nel 2004 si consacra grazie a Il segreto di Vera Drake (2004), ottenendo anche una nomination all’Oscar. Recita poi in Nanny McPhee – Tata Matilda (2005) e assume il ruolo di Dolores Umbridge nei film Harry Potter e l’Ordine della Fenice (2007) e Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 1 (2010). Altri film in cui la si ritrova sono Another Year (2010), 1921 – Il mistero di Rookford (2011), Pride(2014), Maleficent (2014), Ricomincio da me (2017), Downton Abbey (2019) e Downton Abbey II – Una nuova era (2022).

2. Ha recitato anche in note serie TV. Oltre al cinema, la Staunton ha recitato anche per la televisione in diverse occasioni, ad esempio nelle miniserie Cambridge Spies (2003) e Fingersmith (2005). Ha poi recitato anche nei film TV Cittadino X (1995), Uno zoo in famiglia (2005) e The Girl – La diva di Hitchcock (2012). Tra il 2010 e il 2011 ha partecipato ad alcuni episodi di Psychoville, mentre dal 2022 è tornata alla ribalta sul piccolo schermo con il suo ruolo della regina Elisabetta II in The Crown.

3. È anche doppiatrice. Oltre ad aver recitato concretamente davanti la macchina da presa per cinema e televisione, l’attrice ha in diverse occasioni lavorato anche come doppiatrice. Ha ad esempio dato voce al personaggio di Bunty nel film d’animazione Galline in fuga (2000), mentre nel 2010 ha dato voce ai grandi fiori nel film Alice in Wonderland. Ha poi doppiato Mrs. Santa in Il figlio di Babbo Natale (2011), Regina Victoria in Pirati! Briganti da strapazzo (2012) e la zia Lucy in Paddington (214) e Paddington 2 (2017).

Imelda-Staunton-Harry-Potter

Imelda Staunton è Dolores Umbridge in Harry Potter

4. È stata la prima scelta per il ruolo. Quando è arrivato il momento di introdurre il temibile personaggio di Dolores Umbridge nella saga di Harry Potter, i produttori non avevano dubbi sul fatto che dovesse essere la Staunton ad interpretarlo. L’attrice era infatti giudicata l’unica in grado di poter rendere davvero odiosa la Umbridge al cinema, facendo sì che fosse difficile simpatizzare per lei. La Staunton, pur riconoscendo la difficoltà di tale ruolo, non si tirò indietro e accettò la sfida, riuscendo a dar vita ad uno degli antagonisti più memorabili della saga.

5. Ha lavorato a stretto contatto con la costumista per l’aspetto del personaggio. In preparazione per il personaggio, la Stauntone la costumista Jany Temime hanno avuto l’idea di rendere il vestito più imbottito e più saturo man mano che il film procede, in quanto il romanzo descrive la Umbridge come fisicamente paffuta, simile ad un rospo. Tali cambiamenti avrebbero inoltre accentuato il suo divenire sempre più malvagia, un aspetto accentuato anche dal colore del suo abito, che da rosa sgargiante diventa sempre più cupo.

Imelda Staunton in The Crown

6. Interpreta la celebre regina inglese. Dopo essere stata interpretata da Claire Foy e Olivia Colman, per la quinta e sesta stagione di The Crown la regina Elisabetta II ha il volto della Staunton. Nell’assumere il ruolo l’attrice ha raccontato di aver provato una certa paura, in quanto la sua versione della regina è quella che tutti conoscono meglio in quanto ovviamente più legata al presente. Nell’interpretarla, dunque, ha dovuto trovare un giusto equilibrio tra la fedeltà alla vera regina e una propria versione di lei.

7. Si è preparata al ruolo in diversi modi. Per poter entrare nei panni e nella psicologia della regina, l’attrice si è aiutata grazie al lavoro svolto da truccatori, che senza strafare le hanno permesso di cambiare aspetto quel tanto che bastava affinché potesse sentirsi più vicina al ruolo. Allo stesso tempo, la Staunton ha lavorato con un coach di dialetto e di postura per acquisire un tono più regale tanto nel parlato quanto nei movimenti. L’interpretazione dell’attrice è poi stata particolarmente apprezzata per il suo onorare la vera regina.

Imelda-Staunton-The-Crown

Imelda Staunton in Downton Abbey

8. Ha recitato accanto a suo marito. Jim Carter, marito della Staunton, è noto in particolare per aver recitato nel ruolo del maggiordomo Carson nell’acclamata serie televisiva Downton Abbey. Nei due film che sono poi stati realizzati in seguito al termine di questa, la Staunton ha avuto modo di recitare accanto al marito nei panni di Lady Bagshaw. Nel secondo film, inoltre, c’è una scena in cui i loro due personaggi vengono scambiati per una coppia, cosa che nella realtà, appunto, i due sono davvero.

Imelda Staunton: il marito e il figlio

9. Suo marito e sua figlia sono a loro volta degli attori. L’attrice inglese Imelda Staunton e l’attore Jim Carter si sono conosciuti nel 1982 durante le prove per Guys and Dolls di Richard Eyre al National Theatre. Come disse la Staunton: “Abbiamo lavorato assieme per un anno ed è stata una lenta combustione anziché una corsa eccitante di passione.” I due si sono poi sposati nel 1983 e oggi hanno una figlia, Bessie, nata nel 1993. La figlia ha poi seguito le orme dei genitori, divenendo a sua volta un’attrice. La si può ad esempio ritrovare in Bridgerton nel ruolo di Prudence Featherington.

Imelda Staunton: età e altezza dell’attrice

10. Imelda Staunton è nata a Londra, Inghilterra, il 9 gennaio del 1956. L’attrice è alta complessivamente 1,52 metri.

Fonte: IMDb

Imelda Staunton e Miranda Richardson in Maleficent

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Imelda Staunton e Miranda Richardson in Maleficent

Imelda Staunton e Miranda Richardson potrebbero partecipare all’ambizioso progetto di Maleficent, la rilettura de La Bella Addormentata nel Bosco dal punto di vista della strega Malefica.