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Incastrati: intervista a Marianna di Martino e Anna Favella

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Incastrati: intervista a Marianna di Martino e Anna Favella

Sarà disponibile dal 1° gennaio 2022 la nuova serie targata Netflix dal titolo Incastrati, che segna l’esordio di Ficarra & Picone con la serialità. Ecco l’intervista a Marianna di Martino e Anna Favella, co-protagoniste della serie.

Un omicidio, due amici capitati nel posto sbagliato al momento sbagliato e tanti malintesi che li porteranno in situazioni surreali. Questo il mix di ingredienti, tra comicità e genere crime, della nuova serie Incastrati, che debutterà, in Italia, il 1° gennaio 2022 solo su Netflix.

Scritta, diretta e interpretata da Salvo Ficarra e Valentino Picone, che per la prima volta si cimentano con la serialità, Incastrati è prodotta da Attilio De Razza per Tramp Limited ed è interamente girata in Sicilia.

Incastrati, la trama

Incastrati è una serie comedy in 6 episodi che, attraverso il linguaggio e l’ironia tipici di Ficarra & Picone, racconta, in perfetto stile commedia degli equivoci, una vicenda criminosa. Al centro della storia due amici che rimangono coinvolti nelle vicende di un omicidio eccellente. Cercando di scappare dalla scena del crimine, i due si mettono sempre più nei guai in un crescendo di eventi che li porterà addirittura a dover fare i conti con la mafia.

Nel cast, oltre a Salvo Ficarra (Salvo) e Valentino Picone (Valentino), Marianna di Martino (Agata Scalia), Anna Favella (Ester), Tony Sperandeo (Tonino Macaluso, detto “Cosa Inutile”), Maurizio Marchetti (Portiere Martorana), Mary Cipolla (Signora Antonietta), Domenico Centamore (Don Lorenzo, detto “Primo Sale”) e Sergio Friscia (Sergione). La serie vede tra gli scrittori anche Fabrizio Testini, Leonardo Fasoli, Maddalena Ravagli.  Tra i produttori Nicola Picone per Tramp Limited.

Incastrati: Ficarra & Picone sulla serie Netflix

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Incastrati: Ficarra & Picone sulla serie Netflix

Sarà disponibile dal 1° gennaio 2022 la nuova serie targata Netflix dal titolo Incastrati, che segna l’esordio di Ficarra & Picone con la serialità. Ecco la nostra intervista.

Un omicidio, due amici capitati nel posto sbagliato al momento sbagliato e tanti malintesi che li porteranno in situazioni surreali. Questo il mix di ingredienti, tra comicità e genere crime, della nuova serie Incastrati, che debutterà, in Italia, il 1° gennaio 2022 solo su Netflix.

Scritta, diretta e interpretata da Salvo Ficarra e Valentino Picone, che per la prima volta si cimentano con la serialità, Incastrati è prodotta da Attilio De Razza per Tramp Limited ed è interamente girata in Sicilia.

Incastrati, la trama

Incastrati è una serie comedy in 6 episodi che, attraverso il linguaggio e l’ironia tipici di Ficarra & Picone, racconta, in perfetto stile commedia degli equivoci, una vicenda criminosa. Al centro della storia due amici che rimangono coinvolti nelle vicende di un omicidio eccellente. Cercando di scappare dalla scena del crimine, i due si mettono sempre più nei guai in un crescendo di eventi che li porterà addirittura a dover fare i conti con la mafia.

Nel cast, oltre a Salvo Ficarra (Salvo) e Valentino Picone (Valentino), Marianna di Martino (Agata Scalia), Anna Favella (Ester), Tony Sperandeo (Tonino Macaluso, detto “Cosa Inutile”), Maurizio Marchetti (Portiere Martorana), Mary Cipolla (Signora Antonietta), Domenico Centamore (Don Lorenzo, detto “Primo Sale”) e Sergio Friscia (Sergione). La serie vede tra gli scrittori anche Fabrizio Testini, Leonardo Fasoli, Maddalena Ravagli.  Tra i produttori Nicola Picone per Tramp Limited.

Incastrati, il trailer della seconda stagione della serie Netflix di Ficarra e Picone

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INCASTRATI, la serie che ha segnato il fortunato esordio di Ficarra & Picone nel mondo della serialità, torna con una seconda stagione, in sei episodi, il 2 marzo solo su Netflix, in tutti i Paesi in cui il servizio è attivo. I nuovi episodi ritroveranno Salvo Ficarra e Valentino Picone sia dietro che davanti alla macchina da presa, in qualità di registi, sceneggiatori e attori.

INCASTRATI, la trama

La seconda stagione di INCASTRATI comincia laddove era finita la prima: Salvo e Valentino sono in pericolo di vita. I nostri due “eroi” si ritrovano, ancora, incastrati e intrappolati in una serie di vicende all’interno delle quali è arduo districarsi senza ferire i sentimenti delle persone che amano. A complicare le cose una sequenza infinita di colpi di scena e novità tra cui un duplice omicidio dietro il quale si nasconde un uomo misterioso, l’ingresso in scena di malavitosi stranieri, le complesse indagini sul “caso dell’omicidio Gambino” che non trovano soluzioni, i rapporti di coppia sempre più burrascosi fra Salvo, Valentino e le rispettive compagne.

Anche questa nuova stagione sarà sempre in bilico fra la comicità tipica di Ficarra&Picone e i codici canonici del genere thriller su cui è basata tutta la serie.

Prodotta da Attilio De Razza per Tramp Limited, la seconda stagione manterrà la stessa squadra di scrittura della prima, oltre a Salvo Ficarra e Valentino Picone, Fabrizio Testini, Leonardo Fasoli, Maddalena Ravagli.

Confermato il cast principale. Oltre a Salvo Ficarra (Salvo) e Valentino Picone (Valentino), Anna Favella (Ester), Marianna di Martino (Agata Scalia), Tony Sperandeo (Tonino Macaluso, detto “Cosa Inutile”), Maurizio Marchetti (Portiere Martorana), Domenico Centamore (Don Lorenzo, detto “Primo Sale”), Sergio Friscia (Sergione), Mary Cipolla (Signora Antonietta) e con la partecipazione di Leo Gullotta (Procuratore Nicolosi).

Incastrati 2: recensione dei primi quattro episodi della serie Netflix

Salvo Ficarra e Valentino Picone ci tengono a sottolineare che Incastrati 2 è l’ultimo capitolo, in sei episodi, del loro primo esperimento nella serialità televisiva. Dunque, non si faccia illusioni su un possibile proseguimento, chi ha apprezzato questo lavoro. Quello che è certo, è che sarà possibile seguire le vicende di Salvo e Valentino, sempre invischiati in questioni di mafia più grandi di loro e non solo, dal 2 marzo in esclusiva su Netflix.

La trama di Incastrati 2

Salvo (Salvo Ficarra) e Valentino (Valentino Picone) cercano di riprendere la loro vita di sempre. Mentre stanno andando a lavoro col furgone, però, una distrazione è fatale e succede qualcosa di inaspettato. I due incroceranno la latitanza di Padre Santissimo (Maurizio Marchetti), accompagnato da Tonino – Cosa Inutile (Tony Sperandeo) e da lì prenderà il via una nuova girandola di vicende. I due si troveranno di nuovo in pericolo, a doversi districare tra i dictat del boss e la volontà di proteggere le donne che amano, con le quali i rapporti non sono affatto facili. Salvo ed Ester (Anna Favella) sono separati, in seguito al tradimento di lei, ma entrambi non hanno abbandonato le speranze di ricostruire la loro storia. Mentre, Valentino e Agata (Marianna di Martino) stanno per andare a vivere insieme, ma non saranno soli. Assieme a loro ci sarà, infatti, anche Robertino (Luca Morello), il figlio di Agata. La donna è impegnata, poi, nelle indagini sull’ omicidio Gambino e a questo si aggiunge l’uccisione di due operai, ancora avvolta nel mistero. Anche la mafia di Padre Santissimo, poi, avrà i suoi rompicapi, dovendo estinguere un debito niente meno che coi messicani.

Incastrati 2, ritmo, scrittura efficace, esperienza trentennale

Incastrati 2 ha un buon ritmo, anche grazie al montaggio di Claudio Di Mauro. Gode, certo, dell’affiatamento ormai trentennale della coppia FicarraPicone. Le gag divertono e si ride, i tempi comici sono buoni e più che rodati. Ma non è solo per questo che sono efficaci. Mentre si ride, infatti, spesso si riflette, il che non guasta. Merito anche della scrittura, che ha visto il duo comico collaborare con Leonardo Fasoli, Maddalena Ravagli e Fabrizio Testini in un lavoro d’equipe riuscito.

Un’ironia trasversale, che non risparmia nulla

L’ironia e lo sberleffo in Incastrati 2 spaziano su ogni argomento e spesso sono ficcanti. Si ride sulla mafia, ma anche sulla collusione mafiosa, ben più sottile, sulla sanità, col balletto tra pubblico e privato – il dottor Tantillo, interpretato da Gino Astorina, ne è esempio perfetto. Si ironizza sul circo mediatico, ovvero sul giornalismo sensazionalistico, esemplificato perfettamente dai due caratteri opposti di Sergione (Sergio Friscia) e Bellomo (Matteo Contino). Non vengono risparmiate neanche le stesse serie tv – se nella prima serie c’era The touch of the killer, in questa seconda c’è il prequel, The look of the killer. La comicità e l’ironia non risparmiano neppure i rapporti di coppia, quelli genitori-figli, e ovviamente, gli stereotipi legati al sud.

La commistione dei generi in Incastrati 2

Diversi sono i generi cinematografici che si fondono in Incastrati 2, ognuno evidentemente amato e ripreso con precisione nei codici. Thriller, ovviamente, ma anche western, action movie, film romantico, vanno ad arricchire la commedia. Si potrebbe pensare che questa sorta di insalata di generi disturbi, invece è ben orchestrata e diverte.

Incastrati 2, Salvo Ficarra e Anna Favella
Incastrati. (L to R) Anna Favella as Ester, Salvatore Ficarra as Salvo in episode 104 of Incastrati. Cr. Dario Palermo/Netflix © 2021

Le musiche di Paolo Buonvino e la fotografia di Daniele Ciprì

Le musiche di Paolo Buonvino sono trascinanti e si percepisce come si sia divertito a spaziare tra i generi. I violini accompagnano egregiamente tutta la serie, a partire dalla sigla iniziale, fumettistica. Ogni situazione ha musiche appropriate: da quella romantica, con canzoni d’amore, al western, all’azione, alla suspense. La fotografia di Daniele Ciprì ha i colori vividi che si adattano alla commedia ed esaltano il sole della Sicilia, richiamato dal furgone giallo dei protagonisti.

Gli omaggi in Incastrati 2

Del tributo al genere western si è detto sopra e lo spettatore lo apprezzerà senz’altro. Ma tra gli omaggi schietti a capolavori e artisti del nostro cinema, spicca sicuramente quello a Massimo Troisi. In particolare, a Non ci resta che piangere. Si parte dal Padre Santissimo, che non può non ricordare il Santissimo Savonarola, fino ad arrivare al “Grazie Salvo!”, che riprende il “Grazie Mario!” di Non ci resta che piangere. I due autori, registi e sceneggiatori assicurano poi che vi sarà un’altra, più corposa, citazione del genio di Massimo Troisi, voluta per omaggiare il regista e attore da loro tanto amato. Incastrati 2 ha dunque gli ingredienti giusti per offrire un buon intrattenimento da vedere sul piccolo schermo, divertendosi, ma anche riflettendo. Prodotta da Tramp Limited, la serie originale Netflix, che sarà distribuita in 190 paesi, è disponibile sulla piattaforma dal 2 marzo.

Incassi USA: prime proiezioni del 4 Luglio, primato a La Notte del Giudizio

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Arrivano finalmente le prime proiezioni e incassi USA per il lungo week end del 4 Luglio. A sorpresa primato per il sorprendente La Notte del Giudizio Election Year, mentre deludono The Legend of Tarzan e Il GGG. 

Tuttavia il venerdì sera è andato a La Notte del Giudizio – Election Year, che con 14.4 milioni di dollari ha battuto tutti. Secondo posto invece per The Legend of Tarzan che ha superato 14 milioni di dollari e dovrebbe chiudere a quota 40 nei quattro giorni. Terzo posto per Alla Ricerca di Dory, con 13.4 milioni di dollari e 343 milioni complessivi. Brutto esordi per IL GGG di Steven Spielberg, che incassa solo 7 milioni e non dovrebbe superare i 25 milioni totale. In fine Independence Day: Rigenerazione che incassa altri 4.6 milioni e che dovrebbe raggiungere gli 80 milioni nella seconda settimana, molto al disotto delle aspettative della FOX.

 

Incassi da record per Spider-Man: No Way Home

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Incassi da record per Spider-Man: No Way Home

Incassi da record per Spider-Man: No Way Home che ha esordito ieri con 3 milioni di euro in 600 cinema. Un risultato straordinario che segna la miglior apertura di sempre in Italia per Sony Pictures, il miglior debutto di tutti gli Spider-Man e anche il miglior primo giorno di sempre per un film di supereroi non corale. Thomas J. Ciampa, Senior Vice President di Warner Bros. Entertainment Italia ha dichiarato: «Un esordio straordinario per il supereroe più amato di sempre che conferma ancora una volta, in un momento complesso come quello che stiamo vivendo, la grande voglia di cinema e l’unicità dell’esperienza in sala che riesce con la sua magia a trasportare le persone nelle storie, in un modo che non conosce eguali. Sono certo che, con il Natale alle porte, questo debutto sia solo il primo miglio di una lunga corsa che ci vedrà protagonisti verso un incredibile risultato finale». Spider-Man: No Way Home di Jon Watts, con  Tom Holland,  Benedict Cumberbatch, Marisa TomeiZendaya, Jacob Batalon, Jamie FoxxWillem Dafoe, prodotto da Sony Pictures e distribuito solo al cinema da Warner Bros. Entertainment.

LEGGI ANCHE: Spider-Man: No Way Home, recensione del film con Tom Holland

Le riprese di Spider-Man: No Way Home si sono svolte ad Atlanta. Nel film vedremo Tom HollandZendaya, Jacob Batalon, Tony Revolori Marisa Tomei tornare nei loro personaggi del francise. Inoltre, il film vedrà, trai suoi interpreti, anche Benedict Cumberbatch nei panni di Doctor Strange, che poi vedremo in Doctor Strange in the Multiverse of Madness, diretto da Sam RaimiJamie Foxx che tornerà a vestire i panni di Electro, come in The Amazing Spider-Man 2, Willem Dafoe nei panni di Norman Osborne/Green Goblin e infine Alfred Molina, che sarà di nuovo Doctor Octopus di Spiderman 2.

Spider-Man: No Way Home è diretto da Jon Watts (già regista di Homecoming e Far From Home) e prodotto da Kevin Feige per i Marvel Studios e da Amy Pascal per la Pascal Production. Il film arriverà nelle sale italiane il 15 dicembre 2021.

Incassi al cinema nel 2023: primo semestre con +54% di presenze

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Incassi al cinema nel 2023: primo semestre con +54% di presenze

Incassi al cinema nel 2023 al 30 giugno 2023 hanno registrato un incasso complessivo di circa 221.3 milioni di € per un numero di presenze pari a 31.6 milioni di biglietti venduti dall’inizio dell’anno. Si tratta di un risultato in termini di presenze del 54% superiore allo stesso periodo del 2022.

In netto miglioramento anche il confronto con i risultati del periodo pre-pandemico 2017-2019: negli ultimi due mesi il mercato ha recuperato quasi  10 punti in percentuale scendendo al 30 giugno ad un differenziale negativo del 27,9% in incassi (-35% invece le presenze). Al 31/12/22 la differenza negativa era del 48,2% in incassi e del 51,6% in presenze.

Questa la top 10 degli incassi dal 1° gennaio a 30 giugno: 1) Super Mario Bros. (20.3mln); 2) Avatar – la via dell’acqua (€ 17.2mln); 3) Fast X (18.5mln); 4) La Sirenetta (11.7mln); 5) Guardiani della Galassia Vol.3 (10.8mln); 6) Creed III (€ 6.8mln); 7) Spider-Man: Across the Spider-Verse (5.9mln); 8) Ant-Man and the Wasp: Quantumania (€5.9mln); 9) John Wick 4 (5.6mln); 10) Me contro Te il film – Missione giungla (€4.7mln).

Per quanto riguarda le produzioni italiane, incluse le co-produzioni, si evidenzia un incasso di oltre 48.2 milioni di € per un numero di ingressi pari a circa 7.3 milioni di biglietti venduti ed una quota sul totale delle presenze di circa il 23,3% (nel 2022 era del 17,8% mentre nel periodo pre-pandemico 2017-2019 la media era del 22,5%). Positivi anche i dati emersi da CinExpert, il monitoraggio sulle caratteristiche sociodemografiche del pubblico realizzato per CINETEL dalla società Ergo Research.

Crescono, in maniera determinante, il pubblico femminile (+80% rispetto al 2022) e gli ingressi dei “35-49enni” (+63% rispetto all’analogo periodo del 2022). Ancora più netta la crescita, seppure con una % inferiore sul totale, dei “50-59enni” (+95%) e “60+” (+73%). Notizie positive visto che lo scorso anno le fasce più colpite dalle restrizioni pandemiche furono proprio quelle rappresentate dal pubblico più adulto in generale e femminile in particolare.

Il recupero di queste fasce rappresenta un elemento fondamentale anche guardando al confronto con il mercato francese: in un mercato con un totale presenze 2,5 volte quello italiano, siamo competitivi sulle fasce centrali (25-49 anni), più deboli nelle altre fasce di età, in particolare nel segmento 60+ che rappresenta il 27% del mercato francese, con un rapporto quasi 7 a 1 con l’Italia. In generale il mercato conferma quindi il trend di crescita dei periodi precedenti facendo ben sperare per i prossimi mesi che vedono grandi titoli italiani e internazionali in uscita e diverse iniziative di promozione per il pubblico.

Incarnate: recensione del film con Aaron Eckhart

Incarnate: recensione del film con Aaron Eckhart

Arriva l’8 febbraio in sala Incarnate, film con protagonista Aaron Eckhart prodotto dalla Blumhouse. In Incarnate  Reduce da un tragico incidente che lo ha lasciato paraplegico e privo dei più cari affetti, il dottor Seth Ember è divenuto col tempo un “incarnato”, un individuo dotato della particolare capacità di immergersi nella psiche di soggetti posseduti da entità demoniache ed esorcizzarli mediante una complessa strategia onirica. Inizialmente riluttante nell’accogliere direttamente dal Vaticano il caso di un bambino tormento da una feroce entità malefica, Seth decide di accettare quando scopre che il demone potrebbe essere lo stesso che ha causato la morte della moglie e del figlio.

Incarnate, il film

Pochi attori possono vantare una carriera cinematografica tanto schizofrenica quanto quella di Aaron Eckhart, bizzarro oggetto hollywoodiano capace di passare apparentemente senza alcuna difficoltà né ritegno da un piccolo capolavoro d’autore come Sully di Clint Eastwood a un imbarazzante aborto spontaneo di genere qual è Incarnate, ennesimo maldestro e mancato tentativo di rivitalizzare un filone ormai privo di sbocchi degni di nota come quello delle possessioni demoniache. L’ormai collaudata formula Blumhouse (rapidità, risparmio, competenza) capace di ottime sorprese in ben altre sedi qui non riesce a replicare il consueto miracolo, generando un prodotto privo di qualunque ragion d’essere che scivola viscoso fra le impacciate dita registiche di un Brad Peyton decisamente anonimo e alquanto ridimensionato dai fasti apocalittici di San Andreas, seppur ben preparato a livello tecnico.

Cercando pietosamente di amalgamare la filosofia dei viaggi astrali di Insidious con la meccanica visionaria degli innesti onirici di The Cell e Inception (facendo un ben magro servizio al capolavoro di Nolan) Incarnate dà origine a una narrazione a metà strada fra i cliché classici del genere diabolico e stantie suggestioni ateo-scientifiche, con il risultato di creare un ibrido che non appare né carne né pesce, nonostante alcune interessanti premesse per una fresca novità tematica fossero obbiettivamente presenti.

IncarnateIl comparto attoriale – con Aaron Eckhart ai minimi storici da I, Frankenstein affiancato dal giovane David Mazouz e dall’affascinante Carice van Houten –  di per sé non può essere accusato di alcun crimine, se non forse di una piattezza generale indirettamente generata dalla mancanza di convincimento per uno script, quello di Ronnie Christensen, farraginoso e privo della materia di base per dare sostanza alla seppur ottima e suggestiva fotografia di Dana Gonzales, capace in più occasioni di occhieggiare a classici come Silent Hill e a gran parte della produzione targata Jason Blum. Peyton tenta il tutto e per tutto sfoderando urli, volti sfigurati, contorsionismo ultraterreno e l’immancabile voce gutturale dal profondo inferno, ma, a conti fatti, Incarnate non può far altro che accartocciarsi su sé stesso senza portare nulla di veramente degno e necessario da giustificare novanta minuti di visione, rivelando ingenuità e difetti dai quali, parafrasando il sottotitolo italiano, sarà davvero impossibile nascondersi.

Incarnate: due clip dal film con Aaron Eckhart

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Incarnate: due clip dal film con Aaron Eckhart

Ecco due nuove clip da Incarnate, l’insolito horror sugli esorcismi con protagonista Aaron Eckhart, al cinema dall’8 febbraio scorso.

Incarnate recensione del film con Aaron Eckhart

Protagonista della storia è il dottor Seth Ember, un uomo che è costretto su una sedia a rotelle in seguito ad un incidente d’auto. Questo suo handicap però lo ha dotato di un’abilità che gli consente di “esorcizzare dall’interno” i posseduti, entrando con il pensiero nelle loro menti. Arruolato dal Vaticano per esorcizzare un ragazzo, l’uomo rimane sconvolto quando scopre che dentro il giovane c’è lo spirito maligno che aveva provocato la morte di sua moglie e di suo figlio un anno prima. Ember cercherà di redimersi e di distruggere il demone prima che possa scatenare la sua furia nel mondo.

Al fianco di Aaron Eckhart, a completare il cast del film, ci sono anche Carice van Houten (Il Trono di Spade), David Mazouz (Gotham) e Catalina Sandino Moreno.

Incarnate: Aaron Eckhart e Carice Van Houten nel nuovo trailer

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Incarnate: Aaron Eckhart e Carice Van Houten nel nuovo trailer

Torna a mostrarsi in un nuovo trailer ufficiale Incarnate, la pellicola horror prodotta dalla Blumhouse Picture e diretta da Brad Peyton. Protagonista della pellicola, come appare ben visibile dal trailer a seguire, la coppia composta da Aaron Eckhart e Carice Van Houten.

https://www.youtube.com/watch?v=jOp75JYzcSg

Protagonista della storia è il dottor Seth Ember, un uomo che è costretto su una sedia a rotelle in seguito ad un incidente d’auto. Questo suo handicap però lo ha dotato di un’abilità che gli consente di “esorcizzare dall’interno” i posseduti, entrando con il pensiero nelle loro menti. Arruolato dal Vaticano per esorcizzare un ragazzo, l’uomo rimane sconvolto quando scopre che dentro il giovane c’è lo spirito maligno che aveva provocato la morte di sua moglie e di suo figlio un anno prima. Ember cercherà di redimersi e di distruggere il demone prima che possa scatenare la sua furia nel mondo.

Al fianco di Aaron Eckhart, a completare il cast del film, ci sono anche Carice van Houten (Il Trono di Spade), David Mazouz (Gotham) e Catalina Sandino Moreno.

Incarnate arriverà nelle sale USA il prossimo 2 dicembre.

Fonte: Joblo Movie Trailer

Iñarritu commuove il pubblico di Cannes

Standing ovation per ”Biutiful” di Alejandro Iñarritu. Infinita, il pubblico in piedi applaude imperterrito nonostante il film di oltre due ore sia tutt’altro che allegro, cogliendo di sorpresa regista e cast.

 

Inarrestabile: recensione del film con Jharrel Jerome e Jennifer Lopez

Le storie di imprese sportive hanno sempre un certo fascino, perché ci ricordano di cosa può essere capace l’essere umano anche – se non soprattutto – quando si trova a doversi confrontare con mastodontiche difficoltà, che siano esterne o interne a sé. Film come Million Dollar Baby, Tonya, Invictus – L’invincibile o The Blind Side sono solo alcuni dei più brillanti esempi a riguardo, con il capolavoro del 1976 Rocky quale esempio perfetto di underdog che ribalta i pronostici e ottiene la propria rivincita. Ed è proprio al film con Sylvester Stallone che William Goldenberg si è ispirato per dar vita alla sua opera prima come regista: Inarrestabile.

Il film, distribuito direttamente su Prime Video e basato sul libro Unstoppable: From Underdog to Undefeated: How I Became a Champion, ci presenta infatti un giovane con il sogno di diventare un campione di wrestling nonostante la sua condizione fisica apparentemente inconbiliabile con questo desiderio: la mancanza di una gamba. Se si considera che quella narrata è una storia vera, quella di Anthony Robles, ecco che si comprende di essere davanti ad un film di questo genere con tutte le caratteristiche per emozionare, intrattenere e ispirare.

D’altronde, a fare da garanti sulla qualità del progetto ci sono anche i grandi amici-colleghi Matt Damon e Ben Affleck. I due si riuniscono qui in veste di produttori dopo aver realizzato nel 2023 un altro film che in modo tangenziale toccava l’ambito sportivo: Air – La storia del grande salto. Non compaiono dunque in scena ma supervisionano un film che segue passo passo le coordinate di questa tipologia di racconto, talvolta fin troppo pedissequamente ma riuscendo a far emergere non solo il desiderio del protagonista e i tentativi di concretizzarlo quanto anche le ragioni dietro di esso.

Jharrel Jerome in Inarrestabile
Jharrel Jerome in Inarrestabile. Foto di Ana Carballosa/Prime, © Amazon Content Services LLC

La trama di Inarrestabile: crederci sempre, mollare mai

La storia è dunque quella di Anthony Robles (Jharrel Jerome), giovane nato senza una gamba con la passione per il wrestling, attività che porta avanti nonostante la sua mancanza. Anzi, proprio in vista di questa, Anthony si allena il doppio dei suoi coetani e affronta sforzi maggiori con l’obiettivo di rendere quel suo “difetto” un vantaggio. Mentre cerca di consolidare la propria reputazione in questo sport, però, deve anche fare i conti con una situazione familiare tutt’altro che idilliaca, con la madre Judy (Jennifer Lopez), afflitta da problemi economici e da un compagno violento (Bobby Cannavale).

Storia di una madre e di un figlio in cerca di rivalsa

Partiamo proprio da questi ultimi dettagli di trama. Inarrestabile ci propone un racconto che si muove su due binari, che spesso e volentieri si incrociano tra loro. Il primo è quello degli allenamenti e dell’attività sportiva di Anthony, mentre il secondo è quello legato alla sua sfera privata e alle dinamiche famigliari. Queste ultime hanno un peso molto importante all’interno del film, fungendo sostanzialmente da motore per la volontà del protagonista di affermarsi a livello sportivo. Il rapporto con la madre è dunque il vero cuore di Inarrestabile, che pur mantenendosi sempre allineato con il punto di vista di Anthony si configura quasi come un racconto a due voci.

Entrambi sono infatti personaggi in cerca di un riscatto per qualcosa che gli è stato tolto o per il modo in cui sono sempre stati trattati dalla società. Degli underdog, a punto, come afferma lo stesso Robles con il titolo della sua autobiografia. Ecco allora che si può ritrovare grande emozione nei loro scambi, grazie in particolare ad una Jennifer Lopez che rinuncia ai panni da diva per mettersi a disposizione di questa madre fragile e disposta ad ogni sacrificio pur di vedere trionfare suo figlio. È dunque nella costruzione del loro rapporto – più che nella rappresentazione della disabilità – che il film trova quella chiave per garantirsi – o perlomeno provarci – l’attenzione dello spettatore.

Jharrel Jerome è Anthony Robles in Inarrestabile
Jharrel Jerome in Inarrestabile. Foto di Ana Carballosa/Prime, © Amazon Content Services LLC

Inarrestabile trova la propria forza nei suoi protagonisti

Come si diceva, Inarrestabile non riesce ad evitare – forse anche volutamente, per non andare su territori incerti – tutta una serie di prevedibili tappe e stereotipi. Cosa che a suo modo impedisce al film di avvalersi di elementi degni di nota che gli permettano di essere ricordato, pur riuscendo a regalare più di qualche emozione durante la visione, cosa che per certi versi può bastare. Sono però diversi gli sprechi all’interno del film, dai grandi attori qui sottoutilizzati, come avviene per Don Cheadle nel ruolo dell’allenatore di Anthony, ad una serie di imput narrativi poi non sviluppati.

Inoltre, bisogna anche tener presente che il tipo di wrestling praticato da Anthony non è fonte di particolare spettacolo, svolgendosi quasi del tutto al suolo e basandosi su prese e sottomissioni. Per questo motivo, quando il film si concentra sull’animo dei due protagonisti – dove oltre a Lopez spicca anche un valido (attore visto in Moonlight e voce originale di Miles Morales in Spider-Man: Un nuovo universo e i suoi sequel) – trova terreno solido per giungere al suo finale e regalare una visione che, senza dubbio, motiva a non arrendersi davanti alle difficoltà.

Inarrestabile: la storia vera dietro al film su Anthony Robles

Inarrestabile: la storia vera dietro al film su Anthony Robles

Il film biografico sportivo Inarrestabile (Unstoppable) racconta la straordinaria storia vera di Anthony Robles, che ha affrontato ostacoli e sfide sia dentro che fuori dal campo di wrestling, diventando campione NCAA di wrestling nel 2011. Diretto dal montatore William Goldenberg, vincitore di un premio Oscar e al suo debutto come regista, Unstoppable è basato sul libro del 2012 di Robles , Unstoppable: From Underdog to Undefeated: Come sono diventato un campione.

Il vincitore dell’Emmy Jharrel Jerome guida un cast eccezionale di Inarrestabile (Unstoppable) che comprende Jennifer Lopez, Michael Peña, Don Cheadle e Bobby Cannavale. Inarrestabile (Unstoppable)  ha ricevuto recensioni per lo più positive, ottenendo un punteggio di critica su Rotten Tomatoes del 74%. Ben Affleck, Matt Damon e il vero Anthony Robles hanno prodotto il film. Robles appare anche nel film come suo doppio in alcune scene. Unstoppable è stato reso disponibile in streaming esclusivamente su Prime Video il 16 gennaio 2025.

Come dimostrato alla fine di Inarrestabile (Unstoppable), Robles rimane l’unico lottatore NCAA con una gamba sola a vincere un campionato nazionale e il primo atleta a essere ingaggiato da Nike dopo il ritiro da uno sport. Dato che Robles ha partecipato direttamente alla creazione e alla produzione del film, Unstoppable descrive accuratamente la sua ispirante storia vera. Ci sono tuttavia alcune piccole modifiche, come il nome del patrigno violento e l’apparizione fittizia di Robles nel campionato di wrestling NCAA del 2010.

Anthony Robles ha preferito l’Arizona State all’Università di Drexel

Michael Peña in Inarrestabile (Unstoppable)

Dopo aver ottenuto 96-0 nei suoi anni da junior e senior alla Mesa High School di Mesa, Arizona, Anthony Robles è rimasto sorpreso dal fatto che nessuno dei suoi migliori college lo abbia reclutato. Tra questi, Iowa, Oklahoma State e Columbia. Dopo aver rifiutato una borsa di studio completa per lottare alla Drexel University di Philadelphia, Pennsylvania – che avrebbe fatto parte della NCAA Division I Coastal Athletic Association – Robles si è iscritto come matricola e ha iniziato a gareggiare per la ASU nel 2007-2008 con un record di 25-11. Nell’anno da secondo anno Robles è salito a 29-8. È stato nominato All-American. È stato nominato All-American, ha vinto il campionato Pac-10 e si è classificato quarto al campionato NCAA nella divisione 125 libbre.

Anthony Robles ha vinto il Campionato NCAA di wrestling 2011 con un record imbattuto di 36-0

La storica stagione 2010-2011 di Robles è stato il suo ultimo anno di eleggibilità ad Arizona State. Come si legge in Unstoppable, Robles ha ottenuto un perfetto 36-0 e si è laureato campione nazionale NCAA di lotta libera nel 2011. Inoltre, Robles ha ottenuto numerosi altri risultati ad Arizona State, tra cui quattro partecipazioni al campionato Pac-10 e tre vittorie consecutive nella divisione 125 libbre. In carriera ha totalizzato 122 vittorie all’ASU, l’ottavo posto nella storia della scuola, e ha stabilito i record stagionali di vittorie con punti bonus (31) e cadute tecniche (24). Robles è entrato a far parte dei più grandi lottatori dell’Arizona State di tutti i tempi, che comprendono anche Dan St. John, Zahid Valencia e Markus Mollica, tutti due volte campioni NCAA.

Il 2 volte campione NCAA Matt McDonough non ha sconfitto Anthony Robles nel 2010

Inarrestabile (Unstoppable)

Robles ha vinto il campionato NCAA di wrestling 2011 nella divisione 125 libbre contro Matt McDonough dell’Università dell’Iowa, che ha vinto il titolo NCAA nel 2010 e nel 2012. Il filmato afferma che McDonough ha sconfitto Robles nel campionato nazionale del 2010, ma non è esatto. Quell’anno McDonough ha sconfitto la matricola Andrew Long di Iowa State. Il filmato afferma anche che McDonough ha vinto due campionati nazionali consecutivi, il che è falso. Tuttavia, ha vinto due titoli NCAA nel 2010 e nel 2012 e ha perso contro Robles nel 2011. Nel 2010 Robles è stato nominato All-American dopo aver ottenuto un punteggio di 32-4. Alla fine si è classificato settimo nella categoria di peso NCAA 125 libbre dopo aver vinto il campionato Pac-10.

Anthony Robles aveva un patrigno violento di nome Ron, non Rich, Robles

Il più grande conflitto fuori dal campo di Robles in Unstoppable e nella realtà era il suo patrigno violento. Chiamato Ron, non Rich, nella vita reale, il patrigno di Robles era verbalmente violento con Robles e fisicamente violento con sua madre Judy. Ron alla fine lasciò Judy per un’altra donna, come si vede nel film. Secondo Deadspin, “Ron criticava il figliastro senza pietà e a volte abusava fisicamente di Judy in sua presenza”. Nella vita reale, l’astio di Ron nei confronti di Anthony era più razziale di quanto suggerisca Unstoppable. “Judy ha detto che Ron non poteva perdonare a suo figlio il colore della sua pelle – il padre biologico di Anthony è nero – né perdonarle l’amore che prova per Anthony.

Robles è in contatto con loro ancora oggi

Don Cheadle in Inarrestabile (Unstoppable)

Sia l’allenatore del liceo di Anthony Robles, Bobby Williams (Michael Peña), che Shawn Charles (Don Cheadle), continuano a essere dei grandi sostenitori. In un’intervista a TODAY, Robles ha rivelato: “Bobby Williams è sempre stato una figura paterna per me. Quando sono entrato nella stanza del wrestling per la prima volta, mi ha trattato come se fossi già un campione nazionale”. Robles attribuisce a Williams il merito di averlo aiutato a trovare il suo stile di lotta unico che ha contribuito a renderlo un campione nazionale. Per quanto riguarda l’allenatore Shawn Charles, Robles apprezza la sua costante fonte di motivazione. “Mi ha costretto a uscire regolarmente dalla mia zona di comfort. Mi ha sfidato a pensare a un livello diverso e a migliorarmi”.

Judy Robles è davvero fieramente protettiva nei confronti del figlio e della famiglia+

Jennifer Lopez e Jharrel Jerome in Inarrestabile (Unstoppable)
Jennifer Lopez e Jharrel Jerome in Inarrestabile (Unstoppable)

Judy Robles è una vittima di abusi domestici che fa di tutto per mantenere l’equilibrio e un senso di pace e normalità nella sua casa distruttiva. Si spinge fino a donare troppo sangue per mettere in tavola il cibo per i suoi figli, sostenendo in ogni modo l’impegno di Anthony nel wrestling. La scena all’inizio di Unstoppable in cui rimprovera i disturbatori di Anthony è basata su eventi reali ed esemplifica perfettamente la sua feroce lealtà verso il figlio e la famiglia. Jennifer Lopez, che interpreta Judy nel film, ha invitato la vera Judy e Anthony Robles a casa sua per saperne di più sulla sua storia nel 2021 (via ESPN).

I messaggi dei fan dei bambini hanno motivato Anthony Robles dopo la sconfitta nei quarti di finale del 2010

Sebbene Robles non abbia effettivamente gareggiato e perso la finale del campionato NCAA 2010 nella sua categoria di peso, si è scoraggiato dopo la sconfitta nei quarti di finale, passando dal quarto posto del 2009 al settimo. Robles ha ricevuto un mucchio di lettere di fan da parte di bambini dopo la straziante sconfitta che lo hanno ispirato non solo a vincere per se stesso, ma anche a ispirare quei bambini a seguire i loro sogni. Secondo USA Today, le lettere dei fan, che ancora oggi conserva in una teca per i trofei, “hannocambiato completamente la traiettoria della mia vita”. Robles ha rivelato che diventare campione nazionale “non era importante per me. In realtà, ciò che mi importava ora è che volevo mostrare a questi ragazzi che tutto è possibile”.

La squadra di wrestling dell’Arizona State è stata tagliata nel 2008 ma è stata reintegrata da donatori privati

Come illustra Unstoppable, l’Arizona State University intendeva tagliare il suo programma di lotta libera NCAA Division I, così come il nuoto e il tennis, per motivi finanziari (via The Daily). Ciò è avvenuto nel 2008 ed è durato solo poco più di una settimana, dopo che una serie di donatori privati ha permesso all’ASU di continuare con tutti e tre i programmi. In Unstoppable, sembra che il taglio e il ripristino del programma di wrestling dell’ASU sia avvenuto poco prima del terzo anno di Robles, il che significa che sarebbe avvenuto prima della sua stagione 2009-2010. Unstoppable modifica leggermente la tempistica del taglio del programma di wrestling dell’ASU per ottenere un effetto drammatico.

Inarrestabile (Unstoppable), la spiegazione del finale: Anthony Robles vince il campionato nazionale?

Il finale del film biografico sportivo Inarrestabile (Unstoppable) racconta la straordinaria storia vera di Anthony Robles, che ha affrontato ostacoli e sfide sia dentro che fuori dal campo di lotta prima di diventare campione di wrestling NCAA nel 2011. Diretto dal montatore William Goldenberg, vincitore di un premio Oscar e al suo debutto come regista, Inarrestabile (Unstoppable) è basato sul libro Unstoppable di Robles del 2012 : From Underdog to Undefeated: Come sono diventato un campione.

Il vincitore dell’Emmy Jharrel Jerome guida un cast eccezionale di Inarrestabile (Unstoppable) che comprende Jennifer Lopez, Michael Peña, Don Cheadle e Bobby Cannavale. Inarrestabile (Unstoppable) ha ricevuto recensioni per lo più positive, ottenendo un punteggio di critica su Rotten Tomatoes del 74%. Ben Affleck, Matt Damon e il vero Anthony Robles hanno prodotto il film. Robles appare anche nel film come suo doppio in alcune scene. Inarrestabile (Unstoppable) è stato reso disponibile in streaming esclusivamente su  Prime Video il 16 gennaio 2025.

Come dimostrato alla fine di Unstoppable, Robles rimane l’unico lottatore NCAA con una gamba sola a vincere un campionato nazionale e il primo atleta a essere ingaggiato da Nike dopo il ritiro da uno sport. Dato che Robles ha partecipato direttamente alla creazione e alla produzione del film, Unstoppable descrive accuratamente la sua ispirante storia vera. La fine di Inarrestabile (Unstoppable) mette in evidenza la vittoria ispiratrice di Robles e la fine di un percorso difficile pieno di sacrifici, sostegno e determinazione che hanno giocato un ruolo fondamentale nel portarlo a destinazione.

Anthony Robles ha sconfitto Matt McDonough per diventare campione NCAA 2011

Il finale di Inarrestabile (Unstoppable) si concentra sulla meritata vittoria di Robles contro il campione nazionale in carica di 125 libbre Matt McDonough dell’Università dell’Iowa. La storica stagione 2010-2011 di Robles è stato il suo ultimo anno di eleggibilità all’Arizona State. Come si vede in Inarrestabile (Unstoppable), Robles ha ottenuto un perfetto 36-0 e si è laureato campione nazionale di wrestling NCAA 2011, sconfiggendo McDonough e impedendogli di diventare un tre volte campione NCAA.

All’inizio del film, Robles guarda scioccato dopo essere stato ignorato dal capo allenatore dell’Iowa, Tom Brands, dopo aver vinto il campionato liceale. L’Iowa era una delle scelte migliori di Robles per l’università e probabilmente credeva che arrivare primo gli avrebbe procurato l’attenzione che meritava da parte di uno storico programma di wrestling universitario come l’Università dell’Iowa. Anche se in Inarrestabile (Unstoppable) Robles non si mostra vendicativo, è probabile che la vittoria del titolo NCAA 2011 sia stata ancora più bella di quella del campione in carica dell’università che non lo aveva scelto. Nonostante questo, Robles è un campione onorevole e festeggia la sua vittoria con la madre Judy, che per molti versi è la sua campionessa personale.

Anthony Robles ha perso contro McDonough nelle finali NCAA del 2010?

Michael Peña in Inarrestabile (Unstoppable)

Anthony Robles non ha affrontato McDonough nella finale del campionato NCAA di wrestling del 2010 nella divisione 125 libbre, e questo è probabilmente il più grande errore di fatto del film. Sebbene McDonough abbia vinto il titolo NCAA nel 2010 e nel 2012, non si è trattato di un campione ininterrotto come affermato nel film. Al contrario, quell’anno McDonough ha sconfitto la matricola Andrew Long di Iowa State, mentre Robles si è classificato settimo dopo aver perso ai quarti di finale. Si trattò di un calo per Robles, che l’anno precedente si era classificato quarto al secondo anno. Inarrestabile (Unstoppable) ha probabilmente esagerato lo slancio di McDonough per renderlo un avversario più temibile per Robles nel 2011, anche se il suo record nella vita reale e i suoi riconoscimenti erano certamente abbastanza impressionanti.

La spiegazione della storia del wrestling dell’Università dello Iowa e di Tom Brands

L’allenatore di wrestling dell’Università dell’Iowa Tom Brands viene dipinto come un antagonista in Inarrestabile (Unstoppable). In realtà, Brands è un lottatore e una persona piuttosto impressionante, avendo vinto una medaglia d’oro olimpica nel 1996 dopo essere diventato campione del mondo nel 1993. Brands ha anche avuto una stagione da imbattuto nel 1991, quando è arrivato a 45-0, aggiungendo un record di 158-7-2 nella sua carriera di lottatore collegiale all’Università dell’Iowa. Inoltre, Brands è stato 4 volte All-American e 3 volte campione NCAA. È stato assistente allenatore dell’Iowa per 12 stagioni, dal 1993 al 2004, prima di diventare allenatore capo a Virginia Tech e poi all’Iowa nel 2006. È stato il capo allenatore di wrestling dell’Iowa per 19 anni.

Perché Anthony Robles è tornato sui gradini del Rocky Steps prima del suo incontro di campionato

Quando Robles ha partecipato al campionato liceale all’inizio di Inarrestabile (Unstoppable), ha fatto in modo di salire in cima alla famosa Rocky Steps di Philadelphia, cosa che il vero Robles ha fatto davvero. Prima del suo incontro di campionato del 2011, Robles è tornato nel luogo storico e ha messo un piede sopra le impronte incise di Rocky, creando così un’immagine duratura in Inarrestabile (Unstoppable) che dimostra le caratteristiche fisiche uniche di Robles e il suo desiderio di essere un campione. Robles porta questa energia da “occhio della tigre” nella sua battaglia per il campionato, riallacciandosi al periodo in cui ha vinto l’ultimo grande campionato al liceo.

Cosa è successo ad Anthony Robles dopo la vittoria del titolo nazionale 2011

Come viene mostrato prima dei titoli di coda di Inarrestabile (Unstoppable), la storia di Anthony Robles ha ispirato milioni di persone, tra cui il fondatore e CEO di Nike Phil Knight, che ha dichiarato: “Dopo quello che ha realizzato, Anthony Robles sarà un atleta Nike per tutta la vita”. Robles si è ritirato dal wrestling dopo aver vinto il titolo NCAA nel 2011 ed è diventato un oratore motivazionale, attualmente in collaborazione con Keppler Speakers e Washington Speakers Bureau. Nel 2011 Robles ha vinto il prestigioso Jimmy Valvano ESPY Award per la sua perseveranza. Nel 2012 è diventato analista di wrestling NCAA per ESPN, prima che il Presidente Obama lo nominasse membro del President’s Council on Fitness, Sports & Nutrition nel 2013.

Robles ha scritto il suo libro Unstoppable subito dopo la vittoria del titolo NCAA 2011. Il libro è stato pubblicato nel 2012 e ha ispirato l’omonimo film. Negli ultimi anni, Robles ha assunto il ruolo di allenatore di wrestling presso la Mesa High School, dove è rimasto imbattuto e ha ottenuto un impressionante record di 96-0 durante il suo anno da junior e da senior sotto la guida dell’allenatore Bobby Williams. Sua madre, Judy Robles, si è laureata all’Arizona State University nel 2014 e ha conseguito il dottorato in Educazione nel 2022. Attualmente è assistente del decano degli studenti dell’ASU. In questo modo, Unstoppable è diventato una storia di successo non solo per Anthony Robles, ma anche per sua madre Judy.

Il vero significato del finale di Inarrestabile (Unstoppable)

Don Cheadle in Inarrestabile (Unstoppable)

Inarrestabile (Unstoppable) è una storia di speranza, resa ancora più palpabile perché in gran parte vera. In Unstoppable e nella vita reale di Robles ci sono molti momenti in cui avrebbe potuto perdere la concentrazione sul suo sogno di wrestler e crollare sotto il peso della pressione e delle aspettative. Se Robles stesso è un incredibile faro di ispirazione, Inarrestabile (Unstoppable) dimostra che non avrebbe potuto farcela da solo, soprattutto senza l’incrollabile sostegno di sua madre Judy, la fiducia iniziale in lui da parte dell’allenatore del liceo Bobby Williams e le sfide che l’allenatore dell’ASU Shawn Charles presentava a Robles ogni giorno. Inarrestabile (Unstoppable) è un promemoria di come un campione si costruisca attraverso l’abilità e la determinazione, ma anche attraverso la forza del proprio carattere.

In your eyes: primo sguardo al film scritto da Joss Whedon

In your eyes: primo sguardo al film scritto da Joss Whedon

La notizia che farà felici tutti i fan di Joss Whedon si chiama In your eyes: questo nuovo lavoro, prodotto dalla casa indipendente di Whedon, la Bellweather, era stato quasi interamente realizzato già nel 2012 ma, dopo alcuni intoppi tecnici di varia natura, ecco che verrà ufficialmente presentato nel 2014, al Tribeca Film Festival.

Leggi anche: Joss Whedon: “Il Padrino II è la mia stella polare per Avengers Age of Ultron”.

Il film narra le vicende di Dylan (Micheal Stahl-David in Cloverfield) e Rebecca (Ruby Spark Zoe Kazan), due persone completamente diverse (i classici opposti) che, in realtà, sono collegati in modi del tutto imprevedibili, che nessuno potrebbe facilmente immaginare. Com’è chiaramente intuibile, In your eyes racconta una storia d’amore che strizza l’occhio ripetutamente alla fantascienza ; un film pregno di tensione e condito da atmosfere degne delle più torbide storie d’amore.

Una buona notizia per chi, amando Whedon, dovrà aspettare per forza il 2015 per potersi godere Avengers Age of Ultron.

Fonte: Comicbookmovie.com

In viaggio, recensione del documentario di Gianfranco Rosi

In viaggio, recensione del documentario di Gianfranco Rosi

Nei primi nove anni del suo pontificato, Papa Francesco ha compiuto 37 viaggi visitando 53 Paesi: nel documentario In Viaggio, presentato fuori concorso a Venezia 79, questi itinerari diventano per Gianfranco Rosi viatico per riunire il cammino di un uomo con molte delle terre che aveva esplorato nei suoi documentari precedenti. Povertà, migrazione, ambiente, solidarietà e guerra sono solo alcune delle tematiche che In Viaggio affronta, cercando di mettere in relazione la Via Crucis del Papa con gli itinerari degli “uomini di Fuoco” di Rosi, tracciati da Fuocoammare (2016) e Notturno (2020).

L’umanità di Papa Francesco

Il 13 marzo 2013 Jorge Mario Bergoglio si presentò ufficialmente al mondo come Papa Francesco con una frase memorabile, ma umilissima: “Fratelli e sorelle, buonasera!“. Gianfranco Rosi estende la propensione alla cordialità di Francesco decidendo di incentrare In Viaggio sull’umanità del papa, relegando alla documentazione – la maggior parte del prodotto finito è composto da filmati d’archivio – il mistero della visione, che avrebbe potuto disvelarsi in tutta la sua potenza se ci fossero stati mostrati scorci più inediti del Pontefice oltre la sfera religiosa, nel suo attaccamento all’incontro con l’altro, alla parola, alla cordialità come vero significato di fede.

Il viaggio del Papa è un’esperienza in divenire, di cui però ci sfugge l’immediatezza: non ci mostra nulla che già non sappiamo, nessun contatto di Francesco che non sia già stato immortalato da giornalisti e televisioni. L’impatto semiologico della sua figura rimane invariato: Francesco è veicolo di comunicazione, è un papa che ammette l’errore ma non smette mai di provare. Gianfranco Rosi sposta la cinepresa dalle guerre e dai rifugiati, centro propulsore delle sue precedenti narrazioni, per soffermarsi sull’incontro dello straniero con popoli altri, sulla sua predisposizione all’adattamento fiducioso, in totale opposizione all’indisponenza spesso mostrata dai vertici nei riguardi di questioni così spinose. È un Papa che parla nella lingua della gente che va a visitare ma, soprattutto, guarda dritto negli occhi chi ha di fronte, siano – indifferentemente – proseliti, capi di stato, bambini e adulti.

Un frame di In Viaggio

Si può sognare viaggiando in alto

Forse questo Papa vorrebbe solo qualcuno che, a sua volta, gli rispondesse con lo sguardo, compito a cui il controcampo silenzioso di Rosi non riesce ad adempiere. Resta la figura di un pontefice solitario e in solitudine che, nonostante la continuità verbale e solidale che garantisce ai fedeli, fatica a trovare il destinatario ultimo dell’appello che reitera diffusamente: “Non abbiate paura di sognare“. Un Papa che porta su di sè il peso dei conflitti e catastrofi che invadono la Terra, la cui fisicità muta col passare dei viaggi e la constatazione che le distanze concettuali sono molto più difficili da abbattare rispetto a quelle fisiche.

Forse la vicinanza partecipe – a dispetto della lontananza geografica – non conosce limiti sopra di noi, dove regna il Divino e dove si trovano gli astronauti della Stazione Spaziale Internazionale con cui Papa Francesco instaura il dialogo più memorabile di In Viaggio. Nella distanza della ricezione della parola con gli astronauti, negli attimi di tempo necessari per decifrare un messaggio che arriva da lontanissimo, solo allora la solitudine del Pontefice trova un appiglio: in cielo, lontani dalla nostra Terra, c’è ancora spazio per il sogno e la sofferenza terrena può assumere un senso, nell’abbraccio umano di chi viaggia nello spazio con curiosità e, soprattutto, speranza.

In viaggio verso un sogno: la recensione del film con Shia LaBeouf

Inizialmente previsto per la sala cinematografica, anche il film In viaggio verso un sogno – The Peanut Butter Falcon è infine approdato ad una distribuzione in streaming, trovando il proprio spazio in piattaforme come Chili, Rakuten TV e Tim Vision. Scritto e diretto dagli esordienti Tyler Nilson e Michael Schwartz, questo è un buddy movie di puro stampo indie, che porta con sé l’onere e l’onore di aver per protagonista un attore affetto da sindrome di Down. Una novità non indifferente all’interno dell’industria, che negli ultimi anni ha tuttavia visto il fiorire di opere con al centro persone e personaggi troppo spesso dimenticati.

La vicenda è quella di Zak (Zack Gottsagen), ragazzo affetto da tale sindrome e un grande sogno nel cassetto: diventare un famoso lottatore di wrestling. Fuggito dall’ospizio dove la sua famiglia lo aveva abbandonato anni prima, questi intraprenderà un lungo viaggio attraverso i selvaggi territori della Carolina del Nord, con l’intenzione di incontrare il leggendario Salt Water Redneck, da cui spera di imparare l’arte del combattimento. Ad accompagnarlo nella sua avventura vi è Tyler (Shia LaBeouf), pescatore buono di cuore ma con numerosi problemi alle spalle, con il quale stringerà una sincera amicizia.

In viaggio verso un sogno, consapevoli dei propri limiti

Quando i due aspiranti registi incontrarono il giovane Gottsagen ad un laboratorio per attori con disabilità, rimasero particolarmente colpiti da lui e dal suo carisma. Questi raccontò loro del suo grande desiderio di diventare un attore, e su tale sogno Nilson e Schwartz basarono la storia divenuta poi film. Decidendo di scrivere il ruolo del protagonista per un ragazzo affetto dalla nota sindrome, i due debuttanti si sono evidentemente assunti tutti i rischi del caso, ricercando la giusta chiave con cui poter dar vita al tutto.

Ne è così nato un film che sfoggia la possibilità per la settima arte di rappresentare con successo quelle diversità che spesso non hanno voce, inserendo il suo protagonista in un contesto tradizionalmente consolidato. Descritto come una moderna rivisitazione della storia di Huckleberry Finn, In viaggio verso un sogno riesce così allo stesso tempo sia a mantenersi aggrappato a solidi riferimenti preesistenti, sia a proporre una novità meno scontata di quanto si potrebbe immaginare.

Il rischio maggiore per tale progetto poteva essere quello di sfociare in un pietismo fuori luogo e controproducente, come spesso accade in questi casi. I due registi, così come lo stesso attore protagonista, sono consapevoli dei limiti imposti dalla sindrome, e riescono a parlarne sia senza sottolineature sia senza il bisogno di dover nascondere qualcosa già di suo evidente. Ciò permette allo spettatore di non vedersi sbattuti in faccia motivi per cui dovrebbe sentirsi a disagio, con la diversità che appare essere soltanto un altro colore nel dipinto dell’umanità. Sorretto da LaBeouf e dall’attrice Dakota Johnson, qui nei panni della dipendente dell’ospizio alla ricerca del giovane Zak, il protagonista riesce a distogliere l’attenzione dalla sua caratteristica principale per catturare invece con le sue notevoli doti da interprete.

In viaggio verso un sogno recensione

In viaggio verso un sogno: la recensione

Il giovane Gottsagen è dunque il punto d’originalità del film, inserito in un viaggio dell’eroe pur sapendo di non potersi definire tale. “Io non posso essere un eroe, perché ho la sindrome di Down”, esclama il protagonista in una delle poche ed esplicite dichiarazioni d’intenti. Eppure, ogni evento è costruito per lui, per esaltarne le reali capacità prima di ogni altra cosa. Con In viaggio verso un sogno si riscrive dunque la fisionomia dell’eroe tipo, e dato il successo dell’opera, che negli Stati Uniti è stata eletta come il film indipendente dal maggior incasso del 2019, sembra che tale riscrittura sia stata ampiamente apprezzata e premiata.

C’è da dire che la storia scritta dai due autori può anche essere vista come un’arma a doppio taglio, poiché se da una parte aspira ad esaltare, sempre con discrezione, il proprio protagonista, dall’altra finisce per poter vantare pochi altri spunti di particolare interesse. Il viaggio compiuto dai due è infatti ovviamente parte di una tradizione che, per quanto funzionante, ci si può stufare di rivedere per l’ennesima volta. Con un ritmo nella prima parte piuttosto sottotono ed alcune ripetizioni di espedienti stilistici, in questo caso di alcune sequenze di montage, si rischia infine di eccedere con l’ormai inflazionata “estetica indie”.

Dalla metà in poi, fortunatamente, gli eventi permettono al film di ottenere un maggior coinvolgimento, e grazie alla chimica tra i due attori protagonisti si riesce ad affezionarsi all’amicizia tra loro, raccontata in modo prima di tutto genuino. La speranza è che film del genere possano dunque diventare sempre più presenti, e che per ogni tipo di spettatore possa esserci un eroe in cui ritrovarsi.

In viaggio verso un sogno con Shia LaBeouf da oggi in On Demand

In viaggio verso un sogno con Shia LaBeouf da oggi in On Demand

E’ da oggi disponibile on demand in prima visione In viaggio verso un sogno – The peanut butter falcon, il film rivelazione negli Stati Uniti diretto da Tyler Nilson e Michael Schwartz che vede protagonisti l’emergente Zack Gottsagen e le star hollywoodiane Shia LaBeouf e Dakota Johnson, e che sarà disponibile a partire dal primo giugno in PRIMA VISIONE ON DEMAND sulle principali piattaforme digitali. Nel cast del film anche John Hawks, Jon Bernthal, Bruce Dern.

In viaggio verso un sogno – The peanut butter falcon ha fatto parlare molto di sé fin dalla première allo scorso South by Southwest (Texas), dove il passaparola generato dalla calorosa accoglienza ricevuta da parte di pubblico e critica gli ha permesso di raggiungere oltre 20 milioni di dollari al box office, diventando il maggiore incasso di un film indipendente nel 2019 negli Stati Uniti. É un’originale storia di amicizia on the road raccontata con leggerezza, umorismo e sensibilità, che saprà conquistare il cuore degli spettatori grazie anche alla straordinaria interpretazione di Zack Gottsagen.

Grazie a Officine UBU, In viaggio verso un sogno – The peanut butter falcon è disponibile ON DEMAND sulle principali piattaforme digitali, inclusa Vativision, la nuova piattaforma che debutterà nella prima decina di giugno, su SKY Primafila Premiere e sulla nuova piattaforma digitale #iorestoinSALA, fortemente voluta e gestita dagli esercenti cinematografici colpiti dalla fase emergenziale che ha imposto la chiusura delle sale. #iorestoinSALA è la nuova iniziativa digitale nata dalla volontà comune di un gruppo di Esercenti cinematografici che gestiscono circa 70 strutture per un totale di circa 170 schermi e che, in attesa di poter tornare a riempire fisicamente le sale, hanno deciso di creare una soluzione on-line per mantenere vivo il rapporto i propri spettatori, offrendo anche una serie di attività collaterali quali presentazioni, dibattiti e promozioni.

In viaggio verso un sogno – The peanut butter falcon, la trama

Zak (Zack Gottsagen), un giovane ragazzo con la sindrome di Down, scappa dalla casa di cura dove vive per inseguire il sogno di allenarsi con il suo eroe e diventare un wrestler professionista. In un’imprevista svolta del destino, la strada di Zak s’incrocia con quella di Tyler (Shia LaBeouf), un burbero fuorilegge in fuga. Tra i due nascerà un’amicizia così forte da riuscire persino a convincere Eleanor (Dakota Johnson), amorevole ma determinata tutrice di Zak, a unirsi al loro viaggio verso la Florida. Un’avventura moderna in stile Mark Twain per sognare senza limiti.

In viaggio verso un sogno – The peanut butter falcon: il trailer

Una clip dal film con protagonisti Shia LaBeouf e Dakota Johnson

In viaggio per l’Europa: ritorna Madagascar, in 3D

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Tenetevi forte: i simpaticissimi protagonisti a quattro e due zampe di Madagascar stanno per tornare nelle sale italiane. Il 22 agosto per l’esattezza. In questo episodio Alex, Marty, Gloria, Melman, i mitici Pinguini, ma anche Lemuri e Scimmie ripartono dall’Africa per giungere Montecarlo in cerca di Skipper (in luna di miele con la bambolina che ha sposato nel secondo episodio), e altri amici. Riescono a trovarli, ma vengono scoperti da Capitan DuBois e la sua squadra di agenti di polizia. Raggiunta la stazione si uniscono a un circo viaggiante per l’Europa, ma purtroppo per loro la Francia ha spedito a tutta l’Europa le immagini del gruppo e adesso sono ricercati in ogni Paese.

In viaggio con Pedro Almodovar: arrivano gli Amanti Passeggeri

In viaggio con Pedro Almodovar: arrivano gli Amanti Passeggeri

gli-amanti-passeggeriErano anni che Pedro Almodovar non tornava a visitare le pittoresche stanze create dalla sua immaginazione. Quei mondi ultra pop dai colori sgargianti sembravano essere stati messi da parte in favore di altri orizzonti narrativi, votati agli intensi drammi umani in bilico tra esistenze borderline (il bellissimo Tutto su mia madre), ambigui viaggi nel desiderio e nella sessualità (La mala educacion), microcosmi femminili a tinte forti (Volver) oppure torbidi noir (La pelle che abito, la sua ultima pellicola) dove ritrova addirittura il suo attore feticcio Antonio Banderas, prestato per un decennio alla grande industria di Hollywood.

In viaggio con mio figlio: recensione del nuovo film con Robert De Niro

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Approda finalmente nelle sale cinematografiche italiane In viaggio con mio figlio (titolo originale Ezra). La pellicola, prodotta, diretta e interpretata dall’attore e regista Tony Goldwyn (Una famiglia vincente- King Richard, il presidente Grant nella serie Scandal), era già stata presentata in Italia in anteprima tra le proiezioni speciali all’Alice nella città, una sezione della Festa del cinema di Roma. L’anteprima mondiale si era invece svolta durante il Toronto Film Festival il 9 ottobre 2023. Il film, portatore di importanti tematiche come la consapevolezza sull’autismo e il rapporto padre- figlio, vede la partecipazione di un cast d’eccellenza. Bobby Cannavale (Blue Jasmine, Blonde) qui interpreta Max, un padre che fa di tutto per essere presente per suo figlio Ezra, mentre Rose Byrne (Come un tuono, Marie Antoinette) è nel ruolo di Jenna, ex moglie di Max. Altre importanti figure nel cast sono Robert De Niro (The Alto knights, Taxi Driver), padre di Max nel film, e Vera Formiga (The departed- il bene e il male, Hawkeye),  che è nei panni di Grace, un’amica di Max.

In viaggio con mio figlio: un amore senza limiti

Max lavora come stand up comedian: sta cercando di farsi notare il più possibile dai “pezzi grossi” della comicità come Jimmy Kimmel per poter finalmente essere il padre che suo figlio,  Ezra, merita. Ezra vive con la madre, in quanto i genitori sono divorziati: per quanto il bambino si diverta col padre, tutto viene un po’ complicato dal fatto che lui sia molto facilmente influenzabile e abbia delle difficoltà sociali dovute all’autismo.

Dopo un’atto di ribellione, Ezra viene espulso da scuola, con il consiglio delle insegnanti di utilizzare psicofarmaci per calmarlo e di iscriverlo in una scuola privata specializzata per bambini autistici. Max non accetta di chiudere Ezra in una campana di vetro, di non farlo crescere nel pluralismo di una scuola pubblica; dopo il litigio con Jenna, madre di Ezra, il bambino sente un pezzo di discussione tra la donna e il suo nuovo compagno Bruce in cui in due ipotizzavano di “togliere di mezzo” Max. Pensando che il proprio padre fosse in pericolo, Ezra fugge di casa e viene accidentalmente investito da una macchina.

Pensando che non si trattasse di un incidente, il medico prescrive dei farmaci al bambino: alla violenta reazione di Max, scatta per il padre un ordine restrittivo nei confronti di Ezra. Ma l’amore e l’impulsività porteranno Max a fare la qualsiasi pur di poter continuare a stare con suo figlio.

In viaggio con mio figlio: discriminazione o best interest?

L’azione che da inizio al climax di sfortunati eventi presentati in In viaggio con mio figlio è l’espulsione da scuola di Ezra, dopo che il bambino ha incitato altri compagni ad uscire da scuola. Pur trattandosi  certamente di un fatto potenzialmente pericoloso, ci si chiede se le raccomandazioni delle maestre a spostare Ezra in  una scuola “speciale” e di dargli psicofarmaci siano fatte nell’interesse del minore (in gergo giuridico best interest of the minor) o piuttosto perché si tratta di un bambino più difficile, che necessita più tutele e attenzioni di altri.

La questione quindi diventa un ottimo spunto di riflessione: per un bambino come Ezra, è meglio essere escluso a priori da un contesto pluralista come la scuola pubblica o continuare a farne parte, con tutte le difficoltà che ne possono derivare? Un ruolo fondamentale in questa scelta lo potrebbero giocare delle maestre in grado di dedicare maggiori attenzioni a un alunno come Ezra, ma in una scuola pubblica questo non è sempre possibile.

La crescita di Ezra

All’inizio del film Ezra è possibile per il pubblico notare tutte le piccole fissazioni che caratterizzano il  personaggio: citare sempre frasi di film, parlare in maniera diretta e sincera e l’odio per il contatto fisico.

Proprio durante il road trip con Max, tutte queste sue caratteristiche emergono in maniera più chiara e problematica, come l’odio per le banane e la paura per le posate di metallo. Piano piano però Ezra riesce a superare tutte queste cose, grazie al supporto del padre e anche grazie alla gentilezza di un altra bambina: sembra quasi commuovente l’abbraccio tra quest’ultima e Ezra, il quale, con uno sforzo incredibile, cerca anche di ricambiare.

Il rapporto padre- figlio

In viaggio con mio figlio è certamente una pellicola che tratta in maniera anche profonda il rapporto padre-figlio, questa volta sviluppato su tre generazioni. A legare nonno, padre e nipote sembra anche essere lo spettro autistico: proprio nei tre questo sembra manifestarsi in maniera differente. Stan, il nonno, non riesce neanche a dire la parola autismo, evitando di parlare di questo come di altre questioni serie e fortemente emotive; Max invece, nonostante cerchi di esserci per suo figlio più di quanto suo padre fece con lui, è dominato da una rabbia incontrollato e da una certa impulsività che lo porta a prendere decisioni irrazionali in nome dell’amore. Nonostante tutto, Max e Stan riusciranno a risanare il loro rapporto, avendo finalmente una discussione sincera sul passato, sul presente e sul futuro.

In viaggio con mio figlio è in definitiva una pellicola che riesce a integrare tematiche delicate come il rapporto padre- figlio in una famiglia con genitori divorziati con un contesto comunque allegro e a tratti comico.

In viaggio con Eugene Levy: rinnovata per una terza stagione la serie Apple Tv+

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Oggi, Apple TV+ ha annunciato il rinnovo della terza stagione di “In viaggio con Eugene Levy“, la serie di viaggi condotta e prodotta dal vincitore dell’Emmy Eugene Levy (“Schitt’s Creek”). La nuova stagione di otto episodi seguirà il celebre conduttore in un’avventura in giro per il mondo con l’obiettivo di stilare la sua “lista definitiva dei viaggi da fare”. Se vuole avvicinarsi sempre più a diventare un vero viaggiatore, dovrà spuntare dal suo elenco alcune delle esperienze più imperdibili al mondo… Il problema è che non ha la minima idea da dove cominciare!

In viaggio con Eugene Levy – rinnovata per una terza stagione

Sin dal suo debutto, “In viaggio con Eugene Levy” ha ricevuto grandi consensi dalla critica di tutto il mondo. Salutata come “abbagliante, deliziosa… e magnificamente girata”, “forse la miscela perfetta di documentario di viaggio e commedia pura”, è condotta da un Levy che è “un vero piacere da guardare” ed è “infinitamente divertente”. La serie è stata anche recentemente premiata come Miglior spettacolo di viaggio/avventura e Miglior serie non strutturata ai Critics Choice Real TV Awards. La prima e la seconda stagione complete sono disponibili in streaming su Apple TV+.

In viaggio con Eugene Levy«Apprezzo davvero ciò che questo show sta cercando di fare per me», ha detto il conduttore e produttore esecutivo Eugene Levy. «Ma per essere un vero viaggiatore esperto, devi avere un forte senso di avventura e curiosità e mi vergogno di dire che nelle ultime due stagioni non ho sviluppato nessuna di queste qualità, però devo ammettere che mi sto divertendo molto a impegnarmici. Quindi il viaggio continua, a quanto pare».

Dopo aver sconfitto alcune delle sue più grandi paure nel corso della prima e della seconda stagione, Levy ammette che i suoi viaggi lo hanno cambiato in meglio. Ora è di nuovo pronto per un’avventura che promette di ampliare i suoi orizzonti più di ogni altra. Unisciti a lui per questo nuovissimo viaggio sorprendente!

La serie è prodotta per Apple TV+ da Twofour e i produttori esecutivi sono Levy, David Brindley, Nic Patten, Sara Brailsford, Iain Peckham e Lily Fitzpatrick.

“In viaggio con Eugene Levy” si aggiunge alla sempre più numerosa gamma di docuserie acclamate dal pubblico e premiate dalla critica presenti su Apple TV+, tra cui “The Dynasty: New England Patriots”, la docuserie sui New England Patriots, di Brian Grazer. e Imagine Documentaries di Ron Howard, in associazione con NFL Films; “Hollywood Con Queen”, il documentario che racconta la storia incredibile di una delle più grandi truffe di Hollywood del produttore esecutivo Chris Smith; “Il mondiale di Messi: l’apice di una leggenda”, la docuserie in quattro parti che offre uno sguardo inedito ed esclusivo sul dietro le quinte delle cinque partecipazioni di Messi alla Coppa del Mondo FIFA e della sua trionfale vittoria nel 2022 con la Nazionale argentina e molto altro ancora.

In viaggio con Eugene Levy: la seconda stagione dall’8 Marzo su Apple TV+

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In viaggio con Eugene Levy, la seconda stagione della serie di viaggi condotta e prodotta dal vincitore dell’Emmy Eugene Levy, torna domani, 8 marzo, su Apple TV+.

Dopo aver affrontato alcune delle sue paure più grandi nel corso della prima stagione, Eugene Levy esce ancora una volta dalla sua zona di comfort. Questa volta si imbarca in un viaggio “imperdibile” per ogni giramondo che si rispetti: un grande tour dell’Europa. La seconda stagione in sette parti segue Levy nel suo viaggio dal nord al sud del continente. Lungo il percorso, si imbatte in splendide gemme locali nascoste, scopre il suo albero genealogico e cerca di ampliare il suo palato sperimentando le specialità del posto.
Unitevi a lui nel viaggio di una vita che non sapeva di dover fare.

Gli episodi di In viaggio con Eugene Levy 2

Episodio 1 – Svezia: Midsommar – Festa di mezza estate (uscita 8 marzo) 
Eugene dà il via alla sua epica avventura con una celebrazione festosa, si esercita a chiamare le alci e scende in kayak uno dei fiumi più lunghi del Paese.

Episodio 2 – Scozia: Il Paese di mia madre (uscita 8 marzo)
Il passato incontra il presente: Eugene esplora la sua emozionante storia familiare a Glasgow e vive come un reale nello splendido castello di Candacraig.

Episodio 3 – Francia: I segreti di Saint-Tropez (uscita15 marzo)
Eugene ha un assaggio di glamour con Joan Collins, amplia il suo palato con le ostriche e si cimenta nell’arte dell’apicoltura in Provenza.

Episodio 4 – Germania: Health Resort (uscita 22 marzo)
Fuori dai sentieri battuti, a Sylt, Eugene esplora un mondo di benessere, con tanto di bagni di fieno e digiuno al rifugio olistico Lanserhof.

Episodio 5 – Italia: La Dolce Vita (uscita 29 marzo)
Eugene approfondisce la conoscenza del suo paese europeo preferito da visitare. In programma: la caccia al tartufo, la raccolta del vino e le giostre.

Episodio 6 – Grecia: Island-Hopping nell’Egeo (uscita: 5 aprile) 
Sulla piccola isola di Milos, Eugene riflette sul valore della famiglia quando fa amicizia con una coppia padre-figlio che vive il proprio sogno.

Episodio 7 – Spagna: Avventure in Andalusia (uscita: 12 aprile)
Il viaggio di Eugene si conclude in Spagna, dove incontra l’icona del calcio Héctor Bellerín e si gode l’epica sfida tra Real Betis e Sevilla FC.

In viaggio con Eugene Levy: intervista al protagonista

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In viaggio con Eugene Levy: intervista al protagonista

Eugene Levy è il viaggiatore riluttante di In viaggio con Eugene Levy (in originale The Reluctant Traveller), disponibile su Apple TV+ dal 24 febbraio 2023. Ecco cosa ha raccontato della sua esperienza in questa serie atipica.

In viaggio con Eugene Levy è prodotto per Apple TV+ da Twofour e lo stesso Levy, oltre a essere protagonista, è produttore esecutivo insieme a David Brindley. La serie si aggiunge alla crescente gamma di docuserie acclamate dal pubblico e premiate dalla critica presenti su Apple TV+, tra cui la serie di documentari “The Big Conn”, che racconta la più grande frode previdenziale della storia; il pluripremiato documentario evento “Prehistoric Planet”, con la voce narrante del nominato agli Oscar Sir David Attenborough; “Make or Break”, la docuserie sulla World Surf League; la docuserie sull’home-design nominata agli Emmy “Home”; la docuserie sulla guerra moderna nominata agli Emmy “The Line”; la serie di documentari in quattro parti “They Call Me Magic”, che racconta la vita e la carriera del due volte NBA Hall of Famer e icona culturale Earvin “Magic” Johnson; la docuserie “Watch the Sound with Mark Ronson”, nominata agli Emmy; “Gutsy”, il documentario delle produttrici esecutive e conduttrici Hillary e Chelsea Clinton che è un viaggio intimo alla scoperta di alcune delle donne più straordinarie del mondo.

Apple TV+ offre serie drammatiche e commedie avvincenti e di qualità, lungometraggi, documentari innovativi e intrattenimento per bambini e famiglie, ed è disponibile per la visione su tutti i tuoi schermi preferiti. Dopo il suo lancio il 1° novembre 2019, Apple TV+ è diventato il primo servizio di streaming completamente originale a essere lanciato in tutto il mondo, ha presentato in anteprima più successi originali e ha ricevuto riconoscimenti più velocemente di qualsiasi altro servizio di streaming. Ad oggi, i film, i documentari e le serie originali Apple sono stati premiati con 299 vittorie e 1.274 nomination ai premi, tra cui la commedia pluripremiata agli Emmy “Ted Lasso” e il vincitore dell’Oscar come Miglior film di quest’anno “CODA“.

In viaggio con Eugene Levy: il trailer della seconda stagione della serie Apple TV+

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In occasione del Television Critics Association Winter Press Tour 2024, Apple Tv+ ha svelato il trailer della seconda stagione di “In viaggio con Eugene Levy“, la serie di viaggi condotta e prodotta dal vincitore dell’Emmy Eugene Levy. La nuova avventura tutta europea del più improbabile dei viaggiatori farà il suo debutto su Apple TV+ l’8 marzo con i primi due episodi seguiti da nuove puntate ogni settimana fino al 12 aprile.

Dopo aver affrontato alcune delle sue paure più grandi nel corso della prima stagione, il vincitore delll’Emmy Eugene Levy esce ancora una volta dalla sua zona di comfort. Questa volta si imbarca in un viaggio “imperdibile” per ogni giramondo che si rispetti: un grande tour dell’Europa. La seconda stagione in sette parti segue Levy nel suo viaggio dal nord al sud del continente. Lungo il percorso, si imbatte in splendide gemme locali nascoste, scopre il suo albero genealogico e cerca di ampliare il suo palato sperimentando le specialità più uniche del posto. Unitevi a lui nel viaggio di una vita che non sapeva di dover fare.

In questa stagione, Levy si spinge ancora più lontano dai sentieri battuti, ispirato a sperimentare pratiche locali e fughe con amici vecchi e nuovi, tra cui la preparazione per la mezza estate secondo la tradizione svedese in un’avventura di inseguimento di alci; la prima volta nella terra d’infanzia di sua madre – la Scozia; una cena con un luminare per assaggiare la cucina francese a Saint-Tropez; il benessere di un “bagno di fieno” sotto i tetti di paglia tedeschi sull’isola di Sylt; una battuta di pesca intorno a Milo; conoscere le usanze medievali e raccogliere l’uva in Italia; giocare a calcio con un giocatore di caratura internazionale a Siviglia, in Spagna. 

“In viaggio con Eugene Levy” è prodotto per Apple TV+ da Twofour ed è prodotto esecutivamente da Levy, David Brindley, Nic Patten e Sara Brailsford.

In viaggio con Eugene Levy, la serie Apple Original condotta dal vincitore dell’Emmy Eugene Levy

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Apple TV+ ha annunciato oggi che In viaggio con Eugene Levy, una nuova serie sui viaggi condotta e prodotta dal vincitore dell’Emmy Eugene Levy (“Schitt’s Creek”), farà il suo debutto il 24 febbraio. La serie, composta da otto episodi, segue Levy in viaggio verso alcune delle destinazioni più belle e spettacolari del mondo: Costa Rica, Finlandia, Italia, Giappone, Maldive, Portogallo, Sudafrica e Stati Uniti, alla scoperta di hotel straordinari e dei luoghi e le culture che li circondano.

Pur consapevole di non essere il tipico conduttore di programmi itineranti, di non avere solitamente uno spirito avventuroso, né di essere un esperto di viaggi in giro per il mondo, Eugene Levy è convinto che sia finalmente arrivato il momento di allargare i suoi orizzonti. Così prepara la valigia con una certa trepidazione e con la speranza che quest’esperienza possa aprire un capitolo completamente nuovo della sua vita, anche se ciò potrebbe comportare l’affrontare alcune delle sue paure più grandi. Unitevi a lui mentre si allaccia la cintura alla volta di avventure sorprendenti e illuminanti!

In viaggio con Eugene Levy è prodotto per Apple TV+ da Twofour e lo stesso Levy, oltre a essere protagonista, è produttore esecutivo insieme a David Brindley. La serie si aggiunge alla crescente gamma di docuserie acclamate dal pubblico e premiate dalla critica presenti su Apple TV+, tra cui la serie di documentari “The Big Conn”, che racconta la più grande frode previdenziale della storia; il pluripremiato documentario evento “Prehistoric Planet”, con la voce narrante del nominato agli Oscar Sir David Attenborough; “Make or Break”, la docuserie sulla World Surf League; la docuserie sull’home-design nominata agli Emmy “Home”; la docuserie sulla guerra moderna nominata agli Emmy “The Line”; la serie di documentari in quattro parti “They Call Me Magic”, che racconta la vita e la carriera del due volte NBA Hall of Famer e icona culturale Earvin “Magic” Johnson; la docuserie “Watch the Sound with Mark Ronson”, nominata agli Emmy; “Gutsy”, il documentario delle produttrici esecutive e conduttrici Hillary e Chelsea Clinton che è un viaggio intimo alla scoperta di alcune delle donne più straordinarie del mondo.

Apple TV+ offre serie drammatiche e commedie avvincenti e di qualità, lungometraggi, documentari innovativi e intrattenimento per bambini e famiglie, ed è disponibile per la visione su tutti i tuoi schermi preferiti. Dopo il suo lancio il 1° novembre 2019, Apple TV+ è diventato il primo servizio di streaming completamente originale a essere lanciato in tutto il mondo, ha presentato in anteprima più successi originali e ha ricevuto riconoscimenti più velocemente di qualsiasi altro servizio di streaming. Ad oggi, i film, i documentari e le serie originali Apple sono stati premiati con 299 vittorie e 1.274 nomination ai premi, tra cui la commedia pluripremiata agli Emmy “Ted Lasso” e il vincitore dell’Oscar come Miglior film di quest’anno “CODA“.

In viaggio con Eugene Levy, la recensione della serie Apple Tv+

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In viaggio con Eugene Levy, la recensione della serie Apple Tv+

La pandemia del 2020 ha messo in pausa il mondo, soprattutto ha interrotto per molti mesi in maniera totale, l’abitudine al viaggio. Aeroporti, porti e stazioni chiuse non hanno visto più passeggeri, viaggiatori, persone che si spostano da una parte all’altra della Terra per dovere o per piacere, per festeggiare, per scoprire, per raggiungersi.

E mentre il mondo finalmente ha ripreso a muoversi, prima con cautela e sospetto, poi sempre più freneticamente, di nuovo come nel pre-pandemia, arriva su Apple Tv+ una nuova docu serie che ha proprio nel valore del viaggio e della scoperta il suo cuore pulsante. Si intitola In viaggio con Eugene Levy ed è condotto proprio dall’attore vincitore dell’Emmy per Schitt’s Creek che ci fa da guida in otto location del mondo.

Dal Nord Europa al cuore desertico degli Stati Uniti fino a Venezia o alla foresta pluviale, Levy raggiunge posti inesplorati, location lussuose, capanne in mezzo al nulla, deserti, pianure, ghiacciai, boschi, lagune e vulcani. Insomma viaggia (sempre in tutta sicurezza, si intende) alla scoperta di posti particolari e usi e costumi del posto, con la cauta curiosità che, come ha lui stesso dichiarato, non è mai stata una sua caratteristica predominante. Tuttavia, la chiave della serie è proprio qui, nella riluttanza del suo protagonista al viaggio.

In viaggio con Eugene Levy, le avventure di un viaggiatore riluttante

Il concetto chiave dello show è meglio espresso infatti nel titolo originale che recita: The Reluctant Traveller, il viaggiatore riluttante, appunto. Ma perché dovremmo seguire le avventure di un uomo che non vuole averne? Perché Levy si mette continuamente fuori dalla sua zona di conforto per provare esperienze nuove e incontrare non solo persone ma modi di vita differenti.

Ogni episodio è un’avventura nuova, tutta raccontata con il tono sempre elegante, composto, ironico e gentile di Levy, che, dentro una lussuosa suite sul Canal Grande, o una cuccetta di legno dentro a una foresta lappone, approccia ogni momento con la stessa distaccata curiosità. È come se si ponesse di fronte a tutte le circostanze con grande scetticismo, pur rimanendo sempre possibilista. Dopotutto solo provando delle esperienze si può capire se fanno per noi o meno, ed è quello che fa Eugene Levy in ognuno degli otto episodi di cui è composta la serie, in ognuna delle otto location in cui la serie ci accompagna.

In viaggio con Eugene LevyL’immersione in un bagno di suoni alle Maldive, il galleggiamento sul ghiaccio in Finlandia, il contatto con la Nazione Navajo nello Utah, il comando di una barca a vela a Lisbona, l’assaggio della cultura culinaria di Tokyo e il viaggio nella giungla della Costa Rica sono solo alcune delle esperienze di cui Levy gode nella serie, ed è chiaro che In viaggio con Eugene Levy ha uno scopo molteplice.

Perché se da una parte la serie può anche soltanto mostrare dei luoghi che per alcuni restano delle mete irraggiungibili e da sogno, può essere anche un invito al viaggio vero e proprio, un modo per scegliere la prossima vacanza, ma anche la conferma che solo uscendo dalla propria zona di conforto si può imparare ad apprezzare e amare quello che ci circonda. Perché viaggiare apre la mente, allarga gli orizzonti e ci fa diventare cittadini del mondo, anche se magari non siamo proprio appassionati di avventura e non abbiamo particolari curiosità nemmeno per quello che mangia il nostro vicino di casa.

In vendita la replica della Batmobile (la Tumbler)

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Il sito Collider ha condiviso una notizia molto interessante, che potrebbe senza dubbio interessare nerd e fan della serie cinematografica sull’Uomo Pipistrello targata Nolan. E’ stato infatti costruito un modello funzionante, che può legalmente circolare in strada, della celebre Batmobile, la Tumbler, che vediamo per la prima volta in Batman Begins. L’automobile è regolarmente in vendita alla modica cifra di 1 milione di dollari. Si tratta di un veicolo legale, che può circolare sulle strade normali accanto alle altre normali autovetture.

L’auto è provvista di pneumatici da 44 pollici, telecamere di assistenza alla guida (necessarie per un tale veicolo) e uno stereo con Bluetooth e iPod integrato, così mentre guidate di notte potete ascoltare la colonna sonora di Batman di Hans Zimmer, e andare a caccia di criminale da contrastare.

Certo, non è ancora chiaro se il possessore sarà in grado di saltare da un edificio all’altro o di sparare fuoco dalla parte posteriore, ma a pensarci bene queste caratteristiche è meglio non inserirle, per evitare che un pivello del volante molto ricco possa distruggere la città!

Ecco alcune immagini della Batmobile in vendita!

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In vendita la collection-figure di Miyazaki

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Un gadget particolare per gli appassionati di Hayao Miyazaki, ma in generale un bel progetto di beneficenza. L’idea è venuta a Martin Hsu, designer nato a Taiwan, che ora vive e lavora in California, curriculum di eccellenza ed esperienza, ora alle prese con un lavoro di modellazione molto particolare.

Hsu ha infatti deciso di lavorare ad una tiratura limitata di figure collezionabili di Hayao Miyazaki, celebre fondatore dello Studio Ghibli, che saranno note col nome di Miya –san. Le figure saranno di sei pollici di altezza, appositamente progettate come tributo al fumettista, sceneggiatore, regista, produttore giapponese, che ha recentemente annunciato il suo ritiro. Oltre a questo aspetto, a rendere ancora più impressionante il lavoro del designer, è l’intenzione di donare i proventi delle figure all’organizzazione Karakuwa –Maru, concentrata sul restauro delle aree della città giapponese di Kesennuma, dopo il terremoto e devastazioni dello tsunami nel 2011. Eccovi l’immagine:

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La tiratura della figurina sarà pari solo a 300 esemplari e in totale costerà 95 dollari ciascuna, un prezzo all’apparenza alto ma compensato dalla sua particolarità e dalla fattura completamente artigianale, da collezione. I fans possono pre-ordinare una di queste figure sul sito Tenaciuos Toys, che le avrà disponibili fino alla fine di gennaio. La collection-figure saranno poi spedire in Aprile. Hsu ha collaborato con il pluripremiato Bigshot Toyworks, con circa 20 anni di esperienza nel campo del design di prodotto basata sui caratteri.

Gli appassionati di Miyazaki saranno quindi doppiamente contenti di questa opportunità, sapendo le intenzioni nobili del lavoro di Martin Hsu.

Fonte: Yahoo Movies UK

In uscita un docufilm in onore della scrittrice Dacia Maraini

In uscita un docufilm in onore della scrittrice Dacia Maraini

Dacia Maraini

Il regista livornese Irish Braschi ha deciso di omaggiare una delle più grandi scrittrici italiane, Dacia Maraini, in un docufilm biografico, Io sono nata viaggiando.

L’attrice è una delle più conosciute  intellettuali italiane viventi ed è davvero nata viaggiando, trasferitasi subito dopo la nascita nel 1936 a Fiesole da un’aristocratica famiglia cosmopolita, visse l’infanzia in Giappone durante la Seconda Guerra Mondiale, dove è stata in un campo di concentramento con i genitori prima di tornare in Italia. Ha vissuto in Sicilia, terra natìa della madre, e poi a Roma col padre, viaggiando per tutto il mondo , per lavoro ma anche per diletto.

L’attrice dice di sé stessa che realmente è nata viaggiando:

“Io sono nata viaggiando. Il primo sapore che ho conosciuto, e di cui conservo la memoria, è il sapore del viaggio. Un gusto di bagagli appena aperti: naftalina, lucido da scarpe e quel profumo che impregnava i vestiti di mia madre in cui affondavo la faccia con delizia.”

Il regista Braschi, ex assistente di Paolo Virzì, ha girato questo docufilm che uscirà nelle sale italiane solo per tre giorni, L’ 11, il 12 e il 13 Novembre, prima di essere proiettato su Sky in occasione del compleanno dell’attrice. La voce narrante del film sarà Maria Pia di Meo, celebre doppiatrice di Meryl Streep e Audrey Hepbrun.

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