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In The Trap, il film horror al cinema da Marzo

In The Trap, il film horror al cinema da Marzo

Il film horror made in Italy In the Trap diretto da Alessio Liguori e con protagonista tra gli altri David Bailie, volto già conosciuto grazie alla saga di Pirati dei Caraibi, e Miriam Galanti, attrice emergente del cinema italiano, arriverà nelle sale italiane dal 26 marzo 2020.

Dopo il grande successo al Marché du Film dell’ultimo Festival di Cannes e dopo essere approdato anche al 76° Festival di Venezia, il film di Liguori, regista italiano tra le promesse del cinema di genere, è diventato un vero e proprio caso cinematografico, grazie all’interesse dimostrato da molti paesi europei, tanto da essere in gara nella sezione Méliès D’Argent Competition del Festival di Trieste.

In The Trap, il film

Scritto da Daniele Cosci e realizzato in larga parte nella scenografia ricostruita all’interno degli studi della Latina Film Commission, In The Trap, girato in lingua inglese, è una pellicola prodotta da Dreamworldmovies e Mad Rocket Entertainment.

Il film racconta la storia di Philip, un giovane convinto che una forza oscura stia tentando di impossessarsi di lui e da due anni vive recluso nel proprio appartamento. Nella sua vita tuttavia irrompe Sonia, una vicina di casa che lo farà riflettere sulle proprie paure. Da questo momento in poi, gli eventi prenderanno una piega inaspettata e getteranno una luce sinistra anche sul passato dello stesso protagonista.

L’intera vicenda si svolge all’interno della casa di Philip, una vera e propria prigione-labirinto che, grazie ad un accurato montaggio e ad una regia claustrofobica, diventa essa stessa protagonista insieme ai personaggi che ne entrano in contatto.

In The Trap: trama

Il film narra la storia di Philip (Jamie Paul), un giovane correttore di bozze prigioniero da due anni nel suo appartamento. Il ragazzo è sicuro che una forza maligna voglia impossessarsi di lui e non riesce a liberarsi da questa idea, nemmeno con l’intervento di Padre Andrea, il suo unico contatto con il mondo esterno. Grazie alla conoscenza di Sonia (interpretata da Miriam Galanti), una vicina di casa, Philip inizierà ad aprire gli occhi, rendendosi conto che quello che sta vivendo è forse frutto solo della sua fantasia. Ma niente è come sembra e qualcosa o qualcuno ha infatti creato apposta una trappola mentale per incastrarlo in maniera definitiva.

  • Titolo: In The Trap
  • Release date italiana: 26 marzo 2020
  • Distributore: Zenit Distribution
  • Regia: Alessio Liguori
  • Durata: 90’
  • Genere: Horror psicologico

In the Soop: Friendcation, la nuova serie coreana in arrivo su Disney+

In the Soop: Friendcation è la nuova serie coreana in arrivo su Disney+

In the Soop: Friendcation: quando esce e dove vederla in streaming

In the Soop: Friendcation in streaming sarà disponibile in Italia dal 19 ottobre in esclusiva su Disney+.

In the Soop: Friendcation: trama e cast

Con Park Seo-jun (The Marvels), il rapper Peakboy, Choi Woo-shik (Parasite), Park Hyung-sik (Soundtrack #1) e V dei BTS, In the Soop: Friendcation offre al pubblico uno sguardo ravvicinato sulla vita di questi cinque amici famosi, che si allontanano dalla loro quotidianità per staccare la spina in un rilassante viaggio a sorpresa.

In the Soop: Friendcation è uno spinoff della serie IN THE SOOP ed è l’ultima novità che si aggiunge alla library di intrattenimento, in continua espansione, disponibile su Disney+. I fan del K-Pop possono anche godersi BTS: PERMISSION TO DANCE ON STAGE – LA, attualmente disponibile su Disney+. Questo esclusivo film concerto in 4K presenta l’esibizione live dei BTS al Sofi Stadium di Los Angeles nel novembre 2021.

In the Mood for Love: sentimenti e segreti nel capolavoro di Wong Kar-Wai

Il regista Wong Kar-Wai, figura anomala del cinema hongkonghese, si è sempre impegnato con i suoi film a ricercare l’essenza dei sentimenti umani, facendo di questi il motore portante di racconti che esulano dai canoni narrativi a cui si è abituati. Kar-Wai, infatti, lavora primariamente sul potere dell’immagine, utilizzando le possibilità e i mezzi del cinema per far emergere i contenuti di suo interesse. Nel suo cinema è dunque fondamentale il fluire del tempo, filtrato attraverso una percezione sentimentale in grado di isolare e dare forma anche alle modificazioni più impercettibili della realtà. Il suo capolavoro, da questo punto di vista, è il film del 2000 In the Mood for Love (qui la recensione).

Questo doveva originariamente essere uno dei capitoli di un film a episodi dedicato al cibo, che descrivesse il modo in cui questo influisce sulla vita della comunità cinese di Hong Kong nel corso del tempo, ma durante la sua lavorazione l’idea originale si è evoluta progressivamente fino a prendere la durata di un lungometraggio a sé stante. In the Mood for Love, tuttavia, non possiede una vera e propria sceneggiatura, ma è primariamente il frutto di una serie di suggestioni, immagini, sentimenti e stati d’animo. Assolutamente esplicativo è a tal proposito il titolo, che racchiude il desiderio d’amore dei due protagonisti. Un desiderio che si manifesta attraverso sguardi, incontri fugaci, parole non dette, fino a disperdersi nel tempo senza mai concretizzarsi.

Affinché tutto ciò emerga con maggior chiarezza e forza, Kar-Wai per In the Mood for Love non si avvale dell’uso della macchina a mano o di luci naturali, ma al contrario fa ampio uso di tecniche di ripresa stranianti come carrellate, ralenti, frammenti racchiusi fra dissolvenze al nero e primissimi piani così ravvicinati da essere quasi astratti, il tutto con luci particolarmente innaturali. Così facendo egli rende chiara la dimensione emotiva del film, con una messa in scena che esteriorizza l’animo dei due protagonisti e costruisce un’atmosfera di cui lo spettatore diventa parte integrante. Sentimenti e segreti alla base del racconto vengono così condivisi con chi guarda, con un impatto emotivo particolarmente forte.

La trama e il cast di In the Mood for Love

In the Mood for Love è ambientato nel 1962, a Shanghai. Qui il signor Cho e la signora Chang si scoprono vicini di casa, con incontri brevi e fugaci, finché, un giorno, il signor Cho non invita la vicina fuori a cena e i due trovano il coraggio di ammettere che i rispettivi coniugi portano avanti da mesi una relazione adulterina. Da questo momento i due instaurano una relazione parallela: si chiedono cosa facciano la moglie e il marito quando sono insieme, com’è iniziata, chi ha fatto il primo passo. Ciò che comincia come un sodalizio e un gioco malsano, si trasforma ben presto in qualcosa di più. Le frequenti assenze dei rispetti consorti, portano i due vicini a sviluppare sentimenti reciproci sempre più, arrivando a un punto in cui non riescono più a distinguere la realtà dalla fantasia.

Ad interpretare il signor Cho vi è Tony Leung, tra i più noti attori asiatici, nonché frequente collaboratore di Kar-Wai e recentemente visto come villain nel film Marvel Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli. Ad interpretare la signora Chang, invece, vi è l’attrice Maggie Cheung, a sua volta frequente collaboratrice di Kar-Wai e tra le più note attrici asiatiche di sempre. Entrambi, con In the Mood for Love, si sono trovati a dover improvvisare la gran parte delle loro scene, su richiesta del regista. L’obiettivo, coerentemente con l’intento del film, era quello di far emergere una forte spontaneità nelle interazioni dei loro personaggi. La Cheung, inoltre, indossa nel film oltre 40 abiti diversi e sfoggia diverse capigliature. Attraverso questo stratagemma si può infatti avvertire il cambiare delle stagioni e l’inesorabile trascorrere del tempo.

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La colonna sonora di In the Mood for Love

Oltre ai sinuosi movimenti di macchina, alle luci non naturalistiche, agli abiti e alle interpretazioni dei due protagonisti (Leung è stato premiato per la Miglior interpretazione maschile al Festival di Cannes)), In the Mood for Love esprime il suo senso più profondo anche attraverso la colonna sonora. Questa si fa a sua volta espressione dei pensieri e degli stati d’animo dei due (non) amanti, esprimendo quel senso di incertezza e mistero attraverso un brano come Quizas, Quizas, Quizas, di Nat King Cole, tra i più noti tra quelli presenti nel film. Un tango che esprime quel senso di danza perpetua che i protagonisti compiono senza però giungere mai ad un concretizzarsi del loro amore. Altrettanto popolare è Yumeji’s Theme, del compositore Shigeru Umebayashi, che a sua volta sembra descrivere in musica l’altalena emotiva dei due protagonisti.

Il trailer di In the Mood for Love e dove vedere il film in streaming e in TV

Attualmente In the Mood for Love non è presente, in Italia, su nessuna delle principali piattaforme streaming TVOD (Transactional Video On Demand) o SVOD (Subriscription Video on Demand) come Netflix o Prime Video. Il film, tuttavia, è presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 15 marzo alle ore 21:10 sul canale Rai Movie. Sarà dunque poi possibile recuperarlo anche, per un limitato periodo di tempo, sulla piattaforma Rai Play.

Fonte: IMDb

In the Mood for Love: recensione del film di Wong Kar-Wai

In the Mood for Love: recensione del film di Wong Kar-Wai

In the Mood for Love è il film culto del 2000 diretto da Wong Kar-Wai e con protagonisti Tony Leung, Maggie Cheung, Rebecca Pan, Lai Chen, Gong Li.

La trama di In the Mood for Love: Un uomo e una donna a Hong Kong, all’inizio degli anni sessanta: storia dei brevi incontri ritrosi tra il signor Chow e la signora Chan, vicini di casa che scoprono casualmente che i rispettivi coniugi sono amanti e inscenano, come in una prova, le rispettive rivelazioni. Si incontrano, si chiedono cosa staranno facendo gli altri due, si parlano come se parlassero a loro, si guardano allontanarsi, e inevitabilmente, senza dirselo mai, finiscono per amarsi.

In the Mood for Love, l’analisi

“Fu un momento imbarazzante. Lei se ne stava timida a testa bassa per dargli l’occasione di avvicinarsi, ma lui non poteva, non ne aveva il coraggio. Allora lei si voltò e andò via.”

Nel repertorio di film sentimentali, In the Mood for Love è indubbiamente tra i più sofisticati ed evocativi.

I due protagonisti vivono un rapporto inizialmente discreto, fondato sul riserbo e un comune dolore, la condivisione implicita di un tradimento: si accorgono della relazione fra i rispettivi coniugi attraverso piccoli indizi, una borsa, una cravatta identici. Alla ricerca dell’equilibrio di una verità da tacere agli altri, il signor Chow e la signora Chan maturano progressivamente una complicità e un’empatia che diventa amore inespresso, intrappolato nel non detto eppure intimo e profondo. Le loro anime si muovono all’unisono, ma i due si sfiorano appena, imprigionati nelle convenzioni che scandiscono le loro vite.

Fra brevi incontri, cene, passeggiate notturne in strade deserte e attese sotto la pioggia, lo scorrere del tempo è sottolineato dagli eleganti abiti di lei e da una colonna sonora che si fa espressione dei pensieri dei due (non) amanti: lo struggente tema ricorrente Yumeji’s theme dilata gli istanti fra sinuosi ralenti, le note di Quizàs, quizàs, quizàs danno voce allo struggimento dei due protagonisti.

Wong Kar-Wai orchestra poeticamente questo malinconico viaggio di un amore sospeso e intangibile attraverso una regia pronta a focalizzarsi su ogni dettaglio, riprendendo i due da originali angolazioni e, con un suggestivo stratagemma, lasciando sempre sullo sfondo gli adulteri coniugi: questi ultimi sono solo una voce fuori campo o talvolta ripresi di spalle, inconsistenti agli occhi degli spettatori.

Tra spazi angusti in cui vive una sensualità reticente, la calda fotografia di Christopher Doyle, spesso soffusa, sottolinea sguardi e gesti di estremo pudore, immortalando i due perfetti protagonisti: la leggiadra e raffinata Maggie Cheung e uno struggente Tony Leung, premiato come migliore attore al Festival di Cannes per la sua palpitante e allo stesso tempo delicata interpretazione.

Il sentimentalismo soft di In the Mood for Love lo rende una pellicola indimenticabile e una riflessione sulle scelte che condannano all’abbandono, lasciandoci prigionieri di una malinconica memoria: “Quando ripensa a quegli anni lontani, è come se li guardasse attraverso un vetro impolverato: il passato è qualcosa che può vedere, ma non può toccare; e tutto ciò che vede è sfocato, indistinto”.

Alimentato da occasioni non colte, il ricordo è così sublimato nel silenzio e nell’imponenza di un edificio cambogiano che consegna l’amore irrealizzato all’immortalità.

In The Mood For Love: evento speciale al cinema per i 25 anni

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In The Mood For Love: evento speciale al cinema per i 25 anni

Lucky Red, in collaborazione con Tucker Film, è lieta di comunicare il ritorno in sala del capolavoro di Wong Kar Wai: a 25 anni dalla prima uscita torna sul grande schermo In The Mood For Love nella versione in 4K del 2021, restaurata dall’Immagine Ritrovata di Bologna e dalla Criterion sotto lo sguardo attento del regista.

Presentato nel 2000 al Festival di Cannes, In the Mood for Love ottenne il premio per la miglior interpretazione maschile a Tony Leung, e il Grand Prix tecnico per la fotografia di Christopher Doyle. Melodramma intenso e raffinatissimo che ha fatto la storia, il film ètratto dal romanzo breve Un incontro di Liu Yichang.

Sulle note di una colonna sonora ricchissima in cui domina l’inconfondibile tema musicale Yumeji’s Theme del compositore giapponese Shigeru Umebayashi, e con inquadrature che sembrano opere d’arte, una storia d’amore struggente e sensuale, un racconto universale e senza tempo diventato ormai un cult assoluto che, grazie anche alla versione restaurata, esplode sul grande schermo in tutto il suo fascino.

Per il 25° anniversario sarà disponibile nei cinema sia in versione originale con i sottotitoli che nella versione doppiata, un evento speciale solo il 17, 18 e 19 febbraio.

La trama di In the Mood for Love

Hong Kong, 1962. Chow (Tony Leung), redattore capo di un quotidiano locale, trasloca con sua moglie in un nuovo appartamento situato in un immobile abitato per lo più da persone della comunità di Shanghai. Incontra Li-zhen (Maggie Cheung), una donna giovane e molto bella  che si è appena trasferita lì insieme a suo marito. La donna lavora come segretaria in una ditta di esportazioni, mentre suo marito è rappresentante per conto di una società giapponese, pertanto viaggia frequentemente per affari. Dato che anche sua moglie è spesso fuori casa, Chow trascorre molto tempo in compagnia di Li-zhen. Si ritrovano spesso a giocare a mah-jong o a discutere degli ultimi pettegolezzi. Chow e Li-zhen diventano molto amici, fino a quando scoprono che i loro rispettivi coniugi hanno una relazione…

 

In the mood for Love: Cannes 2020 celebra i 20 anni del film

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In the mood for Love: Cannes 2020 celebra i 20 anni del film

Quest’anno, Cannes Classics celebrerà il 20° anniversario di In the Mood for Love di Wong Kar-wai, prima della sua uscita sul grande schermo nell’estate del 2020 in tutto il mondo!

Presentato nella Selezione Ufficiale e in Concorso nel 2000, In the Mood for Love, diretto dal regista di Hong Kong Wong Kar-wai, ha vinto il Premio Interpretazione maschile al suo attore protagonista Tony Leung e si è aggiudicato il Gran Premio della Commissione tecnica superiore.

Il restauro in 4K del film realizzato dal negativo originale è stato condotto da Criterion e L’Immagine Ritrovata sotto la supervisione di Wong Kar-wai.

In the Mood for Love, presentato per la prima volta il 20 maggio 2000, sarà proiettato al 73 ° Festival di Cannes, con la partecipazione di Wong Kar-wai.

In the Mood for Love di Wong Kar-wai con Tony Leung e Maggie Cheung.
Direttore della fotografia: Christopher Doyle.
Musica: Shigeru Umebayashi.

Restauro 4k dal negativo originale supervisionato da Wong Kar-wai ed eseguito da Criterion (New-York) e L’Immagine Ritrovata (Bologna).

Il film sarà distribuito in tutto il mondo grazie a Janus Films (USA, Regno Unito, Australia / Nuova Zelanda), The Jokers Films (territori di lingua francese), Koch Films (territori di lingua tedesca), Avalon DA (Spagna), Leopando Filmes ( Portogallo), Inoekino (CIS), Asmik Ace (Giappone), Catchplay Inc. (Taiwan), NK Contents (Corea del Sud).

In the Mood for Love torna al cinema dal 28 aprile

In the Mood for Love torna al cinema dal 28 aprile

Le sale cinematografiche italiane riaprono le porte e riaccendono gli schermi. Una notizia talmente bella, talmente attesa, che merita di accompagnarsi a una notizia altrettanto forte: mercoledì 28 aprile sarà infatti In the Mood for Love, il capolavoro di Wong Kar Wai, a segnare la storica ripartenza! Il racconto più romantico di sempre, oggi nella meravigliosa versione 4K, per una data che non è un semplice numero sul calendario…

In the Mood for Love, distribuito dalla Tucker Film, è stato restaurato da L’Immagine ritrovata di Bologna e dalla Criterion di New York, partendo dal negativo originale, e Wong Kar Wai ha supervisionato tutte le operazioni. Wong Kar Wai, d’altronde, non è un regista qualunque: è il geniale capofila della new wave cinese. E la Tucker Film porterà al cinema anche le sue prime due opere, As Tears Go By e Days of Being Wild, e le versioni 4K di Angeli perduti, Hong Kong Express e Happy Together. Un prezioso percorso monografico intitolato Una questione di stile e inaugurato, appunto, da In the Mood for Love.

Hong Kong, 1962. Un uomo e una donna, il signor Chow e la signora Chan. Due dirimpettai che si trovano a vivere un amore casto e clandestino. Due attori meravigliosi, Maggie Cheung e Tony Leung Chiu-wai, che hanno spalancato le porte dell’Occidente agli splendori del nuovo cinema asiatico (Tony Leung Chiu-wai, ricordiamo, è stato incoronato al Festival di Cannes nel 2000). Ecco In the Mood for Love. Un melodramma intenso e raffinatissimo che ha davvero fatto epoca. Non tanto love story, come spiega lo stesso Wong Kar Wai, quanto «l’analisi dei possibili sviluppi di una vicenda sentimentale».

«I protagonisti – sono ancora parole di Wong Kar Wai – passano gradualmente dalla posizione iniziale di vittime, entrambi traditi dai rispettivi coniugi, a quella opposta di amanti. Non è quindi solo un film su una relazione extraconiugale, o sul matrimonio, bensì sulle condizioni che un amore si trova a vivere con il passare del tempo. Possiamo dire che In the Mood for Love è un film che parla di segreti…».

Pochi sanno descrivere gli stati d’animo come li descrive Wong Kar Wai, traducendoli in pura essenzialità, e questo immenso cult (scandito dall’ormai celebre colonna sonora di Michael Galasso) rimane un modello inimitabile. Dopo vent’anni.

In the Mood for Love nei cinema italiani

In the Mood for Love nei cinema italiani

In the Mood for Love nei cinema italiani! L’eterno capolavoro di Wong Kar Wai, restaurato in 4K e distribuito dalla Tucker Film, uscirà in 27 sale (il dato è aggiornato al momento in cui scriviamo), segnando simbolicamente la grande e attesissima ripartenza. Del resto, ora che il bisogno di bellezza è più urgente che mai, In the Mood for Love rappresenta davvero il titolo perfetto…

Hong Kong, 1962. Un uomo e una donna, il signor Chow e la signora Chan. Due dirimpettai che si trovano a vivere un amore casto e clandestino. Due attori meravigliosi, Maggie Cheung e Tony Leung Chiu-wai, che hanno spalancato le porte dell’Occidente agli splendori del nuovo cinema asiatico (Tony Leung Chiu-wai, ricordiamo, è stato incoronato al Festival di Cannes nel 2000). Ecco In the Mood for Love. Un melodramma intenso e raffinatissimo che ha davvero fatto epoca. Non tanto love story, come spiega lo stesso Wong Kar Wai, quanto «un film che parla di segreti…».

La Tucker Film , porterà al cinema anche le sue prime due opere, As Tears Go By e Days of Being Wild (mai uscite in Italia!) e le versioni 4K di Angeli perdutiHong Kong Express e Happy Together. Un prezioso percorso monografico intitolato Una questione di stile e inaugurato, appunto, da In the Mood for Love.

Tutte le sale:

  • Ancona – Azzurro (dal 28 aprile)
  • Bassano del Grappa – Metropolis (dal 29 aprile)
  • Belluno – Italia (solo 28 aprile)
  • Bologna – Lumière (dal 29 aprile)
  • Cremona – Po spazioCinema (dal 29 aprile)
  • Genova – Corallo (dal 29 aprile)
  • La Spezia – Controluce (dal 29 aprile)
  • Mestre – Dante (dal 29 aprile)
  • Milano – Anteo, Beltrade e Cinemino (dal 28 aprile)
  • Monza – Capitolo spazioCinema (dal 29 aprile)
  • Napoli – Corallo (dal 1° maggio)
  • Padova – Multiastra (dal 29 aprile)
  • Parma – Astra (solo 28 aprile)
  • Pordenone – Cinemazero (dal 28 aprile)
  • Reggio Emilia – Rosebud (solo 3 e 5 maggio)
  • Rimini – Tiberio (solo 3 e 4 maggio)
  • Roma – Greenwich e Nuovo Olimpia (dal 29 aprile)
  • Spoleto – Sala Frau (dal 29 aprile)
  • Torino – Massimo (dal 29 aprile)
  • Trento – Astra (dal 29 aprile)
  • Treviglio – Anteo spazioCinema (dal 29 aprile)
  • Trevignano Romano – Palma (dal 30 aprile)
  • Udine – Visionario (dal 28 aprile)
  • Trieste – Ariston (dal 26 aprile)

In the Mood for Love di Wong Kar-wai

In the Mood for Love di Wong Kar-wai

In the Mood for Love – Anno: 2000 – Regia: Wong Kar-wai – Sceneggiatura: Wong Kar-wai – Cast: Tony Leung, Maggi Cheung

È il 1962 e a Shanghai, il signor Cho (Tony Leung) e la signora Chang (Maggi Cheung) si scoprono vicini di casa, i loro incontri sono brevi e fugaci finché, un giorno, il signor Cho non invita la vicina fuori a cena e i due trovano il coraggio di ammettere che i rispettivi coniugi portano avanti da mesi una relazione adulterina. Da questo momento i due instaurano una relazione parallela: si chiedono cosa facciano la moglie e il marito quando sono insieme, com’è iniziata, chi ha fatto il primo passo.

Ciò che comincia come un sodalizio e un gioco malsano, si trasforma ben presto in qualcosa di più. Le frequenti assenze dei rispetti consorti, portano i due vicini a fare sempre di più affidamento l’uno sull’altra. La recita, a un certo punto, cessa di essere tale e i due protagonisti si trovano sempre di più invischiati nei loro sentimenti e arrivano a un punto in cui non riescono più a distinguere la realtà dalla fantasia.

Sin dall’inizio sembra che le loro vite siano destinate a incrociarsi. L’attenzione della macchina da presa si concentra sui due protagonisti, inquadrando i rispettivi coniugi e i caratteri che gli gravitano intorno di sfuggita, sono dei particolari che arricchiscono la pellicola; il signor Cho e la signora Chang, sembrano due anime affini dall’inizio. Il loro modo nel vestire, impeccabile, li isola e li esalta, evidenziandoli l’uno all’occhio dell’altra. Eppure, il loro incontro è sofferto e trepidato, vi è un valzer fuori sincrono che li porta sempre a sfiorarsi e mai a toccarsi, il regista gioca su un ritmo esasperante di campi e controcampi, fino al momento in cui si trovano uno di fianco all’altro in un taxi, decisi a passare almeno una notte insieme.

Ciononostante il loro amore non è destinato a concretizzarsi, rimane sospeso a mezz’aria, tutto ciò che resta è un’impressione, una sensazione, un segreto sussurrato nella cavità di un albero. Spettacolare è il montaggio di William Chung che restituisce piccole schegge di comportamenti abituali e gesti rituali che si ripetono senza perdere la purezza e la perfezione con la quale vengono compiuti. Di rilievo anche la colonna sonora di Michael Galasso e Shigeru Umebayashi che asseconda i toni della narrazione.

Acclamato alla 53° edizione del Festival di Cannes per l’interpretazione di Tony Leung, In the mood for love è considerato dalla critica una delle pellicole più importanti del 21° secolo.

In The Mandalorian & Grogu debutterà ufficialmente il primo Jedi mandaloriano

Questa nuova teoria fa pensare a The Mandalorian & Grogu, il prossimo film di Star Wars, che porterà per la prima volta in live-action il primo Jedi mandaloriano, Tarre Vizsla. The Mandalorian & Grogu sarà un enorme passo avanti sia per il franchise di Star Wars che per quello di The Mandalorian, ampliando la portata della storia di Din Djarin e Grogu come mai prima d’ora, senza perdere di vista questi due amati personaggi. Un filone sarà particolarmente importante per l’avanzamento della storia di The Mandalorian, soprattutto per ciò che preannuncia sul futuro di Din e Grogu.

L’Armaiola parlò per la prima volta della profezia del Mitosauro ne The Book of Boba Fett, quando disse a Din Djarin che “le canzoni degli eoni passati predicevano il sorgere del Mitosauro per annunciare una nuova era di Mandalore”. Questo Mitosauro è stato visto per la prima volta nella terza stagione de I Mandaloriani da Bo-Katan Kryze nelle Acque vive di Mandalore e, in seguito, Grogu ha percepito la stessa creatura nello stesso luogo, presumibilmente attraverso la Forza. Poiché questa profezia sarà senza dubbio vista nella storia di The Mandalorian, Star Wars dovrà tornare dove tutto è iniziato: l’antica Mandalore.
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L’antica Mandalore (e i Mandaloriani) non sono mai stati visti prima

L’Armaiola descrive la profezia di cui sopra come risalente a “eoni”, anche se i Mandaloriani esistono solo da circa 10.000 anni – cosa che conferma anche ne Il libro di Boba Fett. Nonostante la storia dei Mandaloriani, dell’antica Mandalore si è visto ben poco. A parte alcune illustrazioni, come quella qui sopra, delle proprietà di Star Wars Legends, l’antica Mandalore è esistita quasi solo nel folklore. Mostrando l’antica Mandalore e i Mandaloriani, questa profezia potrebbe diventare ancora più significativa.

La cosa più vicina a mostrare l’aspetto degli antichi Mandaloriani nel canone di Star Wars è Tarre Vizsla, il primo Jedi mandaloriano e il creatore della Darksaber. L’aspetto di Tarre Vizsla è stato finora visto solo nelle rappresentazioni artistiche realizzate per Star Wars Rebels, ma ci sono differenze significative tra l’armatura di Vizsla e quella dei Mandaloriani moderni. L’elmo di Vizsla ha la stessa visiera a forma di T, anche se non nasconde completamente il viso, facendolo assomigliare più a un elmo da cavaliere del mondo reale. Tuttavia, c’è un accenno all’aspetto che il pianeta poteva avere nell’antichità.

La terza stagione ha accennato all’aspetto dell’antica Mandalore

The Mandalorian Bo-Katan

Il momento in cui il pubblico di Star Wars si è avvicinato di più all’antico Mandalore è stato nella terza stagione di The Mandalorian . C’è un momento con il verde del pianeta nel finale della terza stagione che deve essere significativo, poiché è stato mantenuto nel montaggio finale per un motivo, anche se si tratta di una scena piuttosto veloce che sembra non avere alcuno scopo reale per l’episodio nel suo complesso, a parte continuare l’idea tematica della speranza e della vita che persiste di fronte alla distruzione. Questa scena avrebbe potuto preparare il primo vero sguardo del pubblico all’antica Mandalore in The Mandalorian & Grogu.

Molto tempo fa, tutta Mandalore aveva questo aspetto, ma dopo continue guerre contro avversari come i Jedi, l’intera superficie è stata distrutta, lasciando dietro di sé solo sabbia. Una vita del genere, come dice Bo-Katan nella terza stagione di The Mandalorian, poteva essere promossa e sostenuta solo nelle città a cupola di Mandalore, come il centro civico di Sundari. Dopo che la Grande Epurazione ha distrutto anche queste città, si pensava che anche tutta la vegetazione precedente di Mandalore fosse stata distrutta. Questa scena della terza stagione, tuttavia, dimostra il contrario e rimanda ai tempi antichi di Mandalore.

Il film potrebbe contenere un flashback di Tarre Vizsla

Questo accenno all’esplorazione dell’antica Mandalore in The Mandalorian & Grogu, insieme all’importanza di questa antica profezia e al concept art di Tarre Vizsla già esistente in Rebels , suggeriscono che il più famoso guerriero antico di Mandalore potrebbe essere visto in un flashback nel prossimo film. Vizsla sarebbe la figura mandaloriana perfetta su cui concentrarsi quando si guarda all’antica Mandalore, vista l’influenza che ha avuto nella storia mandaloriana che si è poi vista in tutto Star Wars. Inoltre, ha un legame unico con i personaggi principali.

Come Din Djarin e Grogu si legano alla storia di Tarre Vizsla

Il motivo principale per mostrare un flashback di Tarre Vizsla, in particolare in The Mandalorian & Grogu, è il modo in cui la sua storia si collega a quella di Din e Grogu. Din Djarin ha impugnato la Darksaber per un certo periodo di tempo dopo averla vinta dal Moff Gideon e, sebbene Din Djarin non abbia mai padroneggiato la Darksaber, è comunque parte integrante della storia dell’arma. Quanto a Grogu, tecnicamente è ancora un Jedi mandaloriano, poiché continuerà a usare le vie della Forza anche quando si addestrerà come apprendista mandaloriano sotto gli insegnamenti e la supervisione di Din Djarin.

Non solo, ma il duo fa anche parte di un gruppo di Mandaloriani che ha tra i suoi discendenti diretti Tarre Vizsla. Sebbene Paz Vizsla sia morto in nome del salvataggio dei suoi compagni mandaloriani, ha un figlio, Ragnar Vizsla, ed è probabile che Paz non fosse l’unico Vizsla tra i Figli della Guardia. Tornare a colui che è forse il Vizsla più famoso e mostrarlo di più nel suo periodo di massimo splendore sarebbe una decisione saggia, che sembra particolarmente probabile considerando che anche il regista Jon Favreau è un Vizsla.

Il legame più significativo con Tarre Vizsla, tuttavia, è il fatto che l’Armiere tira fuori la profezia solo dopo aver raccontato la storia e l’eredità del Jedi mandaloriano. Tornare al momento in cui questa profezia è stata predetta per la prima volta, forse ai tempi di Tarre Vizsla, le darebbe molto più peso quando alla fine la si vedrà nelle storie future di The Mandalorian, tra cui The Mandalorian & Grogu. Anche se è ancora da vedere se The Mandalorian & Grogu mostrerà effettivamente l’antica Mandalore e Tarre Vizsla o meno, è certamente una possibilità eccitante.

In the Land of Saints and Sinners: il trailer del film con Liam Neeson

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In occasione della presentazione alla 80esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia, ecco il trailer originale di In the Land of Saints and Sinners, il film diretto da Robert Lorenz e presentato nella sezione Orizzonti Extra. Nel cast del film Liam Neeson, Kerry Condon, Jack Gleeson, Colm Meaney e Ciarán Hinds.

Questa è la seconda collaborazione di Liam Neeson con Robert Lorenz dopo The Marksman nel 2019 e il primo ruolo da protagonista importante di Kerry Condon dalla sua nomination all’Oscar come migliore attrice non protagonista per Gli Spiriti dell’Isola.

In the Land of Saints and Sinners, la trama

Irlanda, anni ’70. Desideroso di lasciarsi alle spalle il suo oscuro passato, Finbar Murphy (Liam Neeson) conduce una vita tranquilla nella remota città costiera di Glen Colm Cille, lontano dalla violenza politica che attanaglia il resto del paese. Quando arriva una minacciosa banda di terroristi, guidata da una donna spietata di nome Doireann (Kerry Condon), Finbar scopre presto che uno di loro ha abusato di una giovane ragazza del posto. Coinvolto in un gioco sempre più feroce del gatto col topo, Finbar deve scegliere tra rivelare la sua identità segreta o difendere i suoi amici e vicini.

In the House, ecco il nuovo poster

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In the House, ecco il nuovo poster

François Ozon è uno dei registi francesi che dopo Patrice Leconte è considerato come uno dei massimi esponenti del cinema romantico contemporaneo, così come ha dimostrato il suo Ptiche, splendida antologia sull’amore femminile. Eppure non possiamo non notare come di recente  l’autore si diverta a giocare con i turbamenti e le angosce dell’uomo, come se si trovasse a suo agio nel ruolo di un moderno Buñuel.

Gia nel 2003 con Swimming Pool il regista ci proponeva un torbido dramma sulla sessualità repressa, ed oggi con il nuovo lungometraggio In the Hose, Ozon torna a parlarci delle aberranti relazioni omosessuali che si instaurano tra una un’insegnante di letteratura di un liceo ed un suo allievo brillante che aspira a diventare scrittore. Tratta dall’opera teatrale del drammaturgo spagnolo Juan Mayorga intitolata Il ragazzo dell’ultimo banco, la pellicola presenta un cast di eccezione che comprende nomi del calibro di Kristin Scott Thomas, Emmanuelle Seigner, Fabrice Luchini e Denis Menochet. Il film ha già fatto la sua figura a Cannes e a Venezia, uscendo in Francia in ottobre e programmato per il prossimo 29 marzo nelle sale americane. Ecco di seguito il primo poster ufficiale della versione internazionale rilasciato dalla Mandarin Cinéma. Una versione surreale e grottesca de Il laureato.

 

 

 

 

 

In The Heart of the Sea: teaser trailer italiano del film con Chris Hemsworth

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Ecco il teaser trailer di In The Heart of the Sea, film interpretato da Chris Hemsworth che ritrova alla regia Ron Howard, che già lo aveva brillantemente diretto in Rush.

in-the-heart-of-the-sea-chris-hemsworthNell’inverno del 1820, la baleniera del New England viene attaccata da una creatura incredibile: una balena dalle dimensioni e la forza elefantiache, ed un senso quasi umano di vendetta. Il disastro marittimo, realmente accaduto, avrebbe ispirato Herman Melville a scrivere Moby Dick. Ma l’autore ha descritto solo una parte della storia. “In the Heart of the Sea” rivela le conseguenze di quella straziante aggressione, di come i superstiti dell’equipaggio della nave vengono spinti oltre i loro limiti e costretti a compiere l’impensabile per poter sopravvivere. Sfidando le intemperie, la fame, il panico e la disperazione, gli uomini mettono in discussione le loro convinzioni più radicate: dal valore della vita alla moralità delle loro spedizioni, mentre il capitano cerca di riprendere la rotta in mare aperto, ed il primo ufficiale tenta di sconfiggere il capodoglio.

I protagonisti di “In the Heart of the Sea” sono Chris Hemsworth (“The Avengers”; “Rush”) nei panni del veterano primo ufficiale della nave, Owen Chase; Benjamin Walker (“La Leggenda del Cacciatore di Vampiri”) è l’inesperto capitano, George Pollard; Cillian Murphy (“Il Cavaliere Oscuro: Il Ritorno”) ritrae il secondo ufficiale, Matthew Joy; e Ben Whishaw (“Skyfall”) è il romanziere Herman Melville, le cui indagini sul caso hanno contribuito a portare alla luce gli eventi a distanza di 30 anni.

Fonte: WB Italia

In the Heart of the Sea: teaser poster italiano del film con Chris Hemsworth

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Ecco il teaser poster italiano di In the Heart of the Sea, prossimo film diretto da Ron Howard che vede protagonista Chris Hemsworth. Regista e attore hanno rinnovato la loro collaborazione dopo il fortunato incontro con Rush.In the heart of the sea

Nell’inverno del 1820, la baleniera del New England viene attaccata da una creatura incredibile: una balena dalle dimensioni e la forza elefantiache, ed un senso quasi umano di vendetta. Il disastro marittimo, realmente accaduto, avrebbe ispirato Herman Melville a scrivere Moby Dick. Ma l’autore ha descritto solo una parte della storia. “In the Heart of the Sea” rivela le conseguenze di quella straziante aggressione, di come i superstiti dell’equipaggio della nave vengono spinti oltre i loro limiti e costretti a compiere l’impensabile per poter sopravvivere. Sfidando le intemperie, la fame, il panico e la disperazione, gli uomini mettono in discussione le loro convinzioni più radicate: dal valore della vita alla moralità delle loro spedizioni, mentre il capitano cerca di riprendere la rotta in mare aperto, ed il primo ufficiale tenta di sconfiggere il capodoglio.

I protagonisti di “In the Heart of the Sea” sono Chris Hemsworth (“The Avengers”; “Rush”) nei panni del veterano primo ufficiale della nave, Owen Chase; Benjamin Walker (“La Leggenda del Cacciatore di Vampiri”) è l’inesperto capitano, George Pollard; Cillian Murphy (“Il Cavaliere Oscuro: Il Ritorno”) ritrae il secondo ufficiale, Matthew Joy; e Ben Whishaw (“Skyfall”) è il romanziere Herman Melville, le cui indagini sul caso hanno contribuito a portare alla luce gli eventi a distanza di 30 anni.

In The Heart of the Sea: nuovo trailer con Chris Hemsworth

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Ecco il nuovo teaser trailer originale di In The Heart of the Sea, film interpretato da Chris Hemsworth che ritrova alla regia Ron Howard, che già lo aveva brillantemente diretto in Rush.

in-the-heart-of-the-sea-chris-hemsworthNell’inverno del 1820, la baleniera del New England viene attaccata da una creatura incredibile: una balena dalle dimensioni e la forza elefantiache, ed un senso quasi umano di vendetta. Il disastro marittimo, realmente accaduto, avrebbe ispirato Herman Melville a scrivere Moby Dick. Ma l’autore ha descritto solo una parte della storia. “In the Heart of the Sea” rivela le conseguenze di quella straziante aggressione, di come i superstiti dell’equipaggio della nave vengono spinti oltre i loro limiti e costretti a compiere l’impensabile per poter sopravvivere. Sfidando le intemperie, la fame, il panico e la disperazione, gli uomini mettono in discussione le loro convinzioni più radicate: dal valore della vita alla moralità delle loro spedizioni, mentre il capitano cerca di riprendere la rotta in mare aperto, ed il primo ufficiale tenta di sconfiggere il capodoglio.

I protagonisti di “In the Heart of the Sea” sono Chris Hemsworth (“The Avengers”; “Rush”) nei panni del veterano primo ufficiale della nave, Owen Chase; Benjamin Walker (“La Leggenda del Cacciatore di Vampiri”) è l’inesperto capitano, George Pollard; Cillian Murphy (“Il Cavaliere Oscuro: Il Ritorno”) ritrae il secondo ufficiale, Matthew Joy; e Ben Whishaw (“Skyfall”) è il romanziere Herman Melville, le cui indagini sul caso hanno contribuito a portare alla luce gli eventi a distanza di 30 anni.

Fonte

In The Heart of the Sea: nuovo trailer con Chris Hemsworth

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Rilasciato un nuovo trailer di In The Heart of the Sea, il prossimo film di Ron Howard con Chris Hemsworth. Diamogli uno sguardo.

In the heart of the seaNell’inverno del 1820, la baleniera del New England viene attaccata da una creatura incredibile: una balena dalle dimensioni e la forza elefantiache, ed un senso quasi umano di vendetta. Il disastro marittimo, realmente accaduto, avrebbe ispirato Herman Melville a scrivere Moby Dick. Ma l’autore ha descritto solo una parte della storia. “In the Heart of the Sea” rivela le conseguenze di quella straziante aggressione, di come i superstiti dell’equipaggio della nave vengono spinti oltre i loro limiti e costretti a compiere l’impensabile per poter sopravvivere. Sfidando le intemperie, la fame, il panico e la disperazione, gli uomini mettono in discussione le loro convinzioni più radicate: dal valore della vita alla moralità delle loro spedizioni, mentre il capitano cerca di riprendere la rotta in mare aperto, ed il primo ufficiale tenta di sconfiggere il capodoglio.

I protagonisti di “In the Heart of the Sea” sono Chris Hemsworth (“The Avengers”; “Rush”) nei panni del veterano primo ufficiale della nave, Owen Chase; Benjamin Walker (“La Leggenda del Cacciatore di Vampiri”) è l’inesperto capitano, George Pollard; Cillian Murphy (“Il Cavaliere Oscuro: Il Ritorno”) ritrae il secondo ufficiale, Matthew Joy; e Ben Whishaw (“Skyfall”) è il romanziere Herman Melville, le cui indagini sul caso hanno contribuito a portare alla luce gli eventi a distanza di 30 anni.

Fonte: CS

In The Heart of the Sea: ecco la data d’uscita italiana

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In The Heart of the Sea, la nuova avventurosa collaborazione tra Ron Howard e Chris Hemsworth arriverà in Italia il prossimo 17 dicembre 2015 distribuito da Warner Bros.

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In the heart of the sea Chris Hemsworth Nell’inverno del 1820, la baleniera del New England viene attaccata da una creatura incredibile: una balena dalle dimensioni e la forza elefantiache, ed un senso quasi umano di vendetta. Il disastro marittimo, realmente accaduto, avrebbe ispirato Herman Melville a scrivere Moby Dick. Ma l’autore ha descritto solo una parte della storia. “In the Heart of the Sea” rivela le conseguenze di quella straziante aggressione, di come i superstiti dell’equipaggio della nave vengono spinti oltre i loro limiti e costretti a compiere l’impensabile per poter sopravvivere. Sfidando le intemperie, la fame, il panico e la disperazione, gli uomini mettono in discussione le loro convinzioni più radicate: dal valore della vita alla moralità delle loro spedizioni, mentre il capitano cerca di riprendere la rotta in mare aperto, ed il primo ufficiale tenta di sconfiggere il capodoglio.

I protagonisti di “In the Heart of the Sea” sono Chris Hemsworth (“The Avengers”; “Rush”) nei panni del veterano primo ufficiale della nave, Owen Chase; Benjamin Walker (“La Leggenda del Cacciatore di Vampiri”) è l’inesperto capitano, George Pollard; Cillian Murphy (“Il Cavaliere Oscuro: Il Ritorno”) ritrae il secondo ufficiale, Matthew Joy; e Ben Whishaw (“Skyfall”) è il romanziere Herman Melville, le cui indagini sul caso hanno contribuito a portare alla luce gli eventi a distanza di 30 anni.

Il fillm diretto da Ron Howard uscirà il 17 dicembre 2015.

In the Heart of the Sea: Brendan Gleeson nel cast

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In the Heart of the Sea: Brendan Gleeson nel cast

Dopo Cillian Murphy, Chris Hemsworth, Tom Holland e Benjamin Walker, anche Brendan Gleeson è entrato nel cast di In the Heart of the Sea, avventura in alto mare diretta da Ron Howard.

Il film sarà ispirato a una storia vera e racconterà l’affondamento della baleniera Essex nel XIX secolo, evento che ha ispirato Moby Dick di Herman Melville; la ciurma della nave rimase alla deriva per ben  novanta giorni in tre piccole barche prima di soccombere.

La sceneggiatura sarà firmata da Charles Leavitt e le riprese inizieranno a Londra a metà settembre. Ron Howard tornerà in sala a settembre con Rush, pellicola ispirata alla rivalità fra i piloti Niki Lauda(Daniel Bruhl) e James Hunt(Chris Hemsworth).

fonte: Empire

In The Fire: una clip esclusiva dal film con Amber Heard

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In The Fire: una clip esclusiva dal film con Amber Heard

Ecco una clip esclusiva di In The Fire, il thriller supernatural in costume che segna il ritorno al cinema di Amber Heard. Il film è distribuito da RS Productions in collaborazione con Mirari Vos a partire dal 14 settembre.

https://www.youtube.com/watch?v=oJe61XxdtQM

Dopo la calorosa accoglienza del pubblico al Taormina Film Fest lo scorso giugno, dove è stato presentato in anteprima mondiale alla presenza del regista e del cast, arriva finalmente nelle sale l’opera cinematografica che segna il ritorno sul grande schermo della attrice che si è lasciata finalmente tutta la storia con l’ex marito alle spalle. Il film è diretto da Conor Allyn e nel cast vede anche attori italiani (è una produzione anche italiana)

Nel film Amber Heard è Grace, una psichiatra americana chiamata a risolvere il caso di un bambino disturbato e forse posseduto sul finire del 1800 in Colombia quando la psicanalisi non era ancora considerata una scienza – specie se praticata da una donna – ma tutti preferivano credere nella superstizione e nel maligno.  Durante il viaggio la donna verrà messa alla prova non solo come medico ma anche come persona, e nella lotta tra scienza e fede dovrà trovare il modo per salvare il bambino e la sua famiglia, ma anche sè stessa.

In The Fire: trailer del film con Amber Heard

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In The Fire: trailer del film con Amber Heard

RS Productions in collaborazione con Mirari Vos annuncia l’uscita nei cinema italiani dal prossimo 14 settembre di In The Fire, svelandone il trailer ufficiali.  In The Fire è un thriller supernatural in costume prodotto da Iervolino & Lady Bacardi Entertainment in collaborazione con Paradox Studios e Angel Oak Films, diretto da Conor Allyn e con Amber Heard, Eduardo Noriega, Lorenzo McGovern Zaini e Luca Calvani.

Dopo la calorosa accoglienza del pubblico al Taormina Film Fest lo scorso giugno, dove è stato presentato in anteprima mondiale alla presenza del regista e del cast, arriva finalmente nelle sale l’opera cinematografica che segna il ritorno sul grande schermo di Amber Heard.

Nel film Amber Heard è Grace, una psichiatra americana chiamata a risolvere il caso di un bambino disturbato e forse posseduto sul finire del 1800 in Colombia quando la psicanalisi non era ancora considerata una scienza – specie se praticata da una donna – ma tutti preferivano credere nella superstizione e nel maligno.  Durante il viaggio la donna verrà messa alla prova non solo come medico ma anche come persona, e nella lotta tra scienza e fede dovrà trovare il modo per salvare il bambino e la sua famiglia, ma anche sè stessa.

La trama di In The Fire

Una psichiatra americana vedova e senza figli (Heard) viene chiamata in una ricca fattoria in Colombia, a risolvere il caso di un bambino disturbato (McGovern Zaini). A contattarla era stata la madre del piccolo preoccupata anche dalle sempre più insistenti accuse da parte del prete locale e dai contadini – tormentati da misteriosi eventi avversi – che il piccolo fosse il diavolo. Quando la dottoressa arriva scopre che la madre del ragazzino è morta e che il padre stesso (Noriega) ha iniziato a credere alla possibile possessione del bambino. Mentre la donna tenta una psicoanalisi del giovanissimo paziente, gli eventi nefasti si intensificano e la sua “cura” diventa una corsa per salvare il piccolo dalla furia dei concittadini… e forse anche da sé stesso, quando ella stessa inizia a temere che quel che sta succedendo nella “hacienda” abbia a che fare con qualcosa di orribile e soprannaturale.

IN THE FIRE di Conor Allyn, sarà nei cinema italiani il prossimo 14 settembre, distribuito da RS Productions in collaborazione con Mirari Vos.

In the fabulous underground, in arrivo su Rakuten Tv e Amazon Prime Video

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È in uscita gratuita a dicembre su Rakuten Tv, Amazon Prime Video e per gli abbonati del canale Rarovideo l’opera In the fabulous underground”.

Il film dei registi Mauro John Capece (Reverse, La Scultura e La Danza Nera) e Claudio Romano (Ananke) è stato scritto dalla docente Betty L’Innocente e si è avvalso della collaborazione di Marco Fioramanti, noto artista italiano e intimo amico di Anton Perich.

Il documentario racconta la vita straordinaria di Anton Perich, artista, fotografo, pittore e regista underground, attivo a New York a partire dagli anni ’70.

Perich si trasferì dalla Parigi dei Letteristi a New York dove iniziò a collaborare insieme ad Andy Warhol come fotografo per la rivista Interview Magazine. Assiduo frequentatore del Max’s Kansas City e dello Studio 54 ha immortalato nei suoi scatti la “beat generation”, la “punk generation” e la “Warhol generation”. Nel 1978 inventò la Painting Machine, ovvero la prima macchina al mondo in grado di dipingere; oggi è valutata come il primo prototipo di stampante a getto d’inchiostro e plotter. Anton Perich, considerato un pioniere dell’arte digitale, fondò nel 1978 NIGHT, lo spazio galleria interattivo per le sue opere fotografiche. Oggi le sue fotografie sono esposte in tutte in mondo.

“In the Fabulous Underground”, girato tra gli Stati Uniti e la Croazia, è un importante documento sulla nightlife della Factory di Warhol.

Il documentario è un viaggio tra il passato e il presente, tra Mikulići, città natale dell’artista, e New York, sua città d’adozione. Per raccontare il fermento di quegli anni l’opera si affida alle testimonianze di artisti quali Taylor Mead (scrittore e attore in numerose pellicole di Andy Warhol), Susan Blond (attualmente produttrice discografica, al tempo nota per essere stata la prima donna andata in onda senza veli sulla TV americana, proprio in un film di Perich) e Victor Bockris (biografo di Andy Warhol, Lou Reed, Patti Smith).

A rendere unico “In the Fabulous Underground” sono i filmati inediti girati fra lo Studio 54 e il Max’s Kansas City che mostrano personaggi del calibro di Salvador Dalì, Muhammad Alì, Taylor Mead e lo stesso Andy Warhol.

In the Clearing, la recensione della serie con Teresa Palmer

In the Clearing, la recensione della serie con Teresa Palmer

La serie australiana in otto puntate In the Clearing, prodotta da Disney+ e andata in streaming su Hulu negli Stati Uniti, è ispirata dalle vicende reali legate alla setta chiamata The Family, formatasi nella metà degli anni ‘60 con a capo il leader carismatico Anne Hamilton-Byrne. Alla base dello show troviamo il libro In the Clearing, pubblicato da J.P. Pomare nel 2019, versione drammatizzata degli eventi che condussero alla dispersione della setta da parte della polizia australiana nel 1987.

Protagonista di In the Clearing è Freya Heywood (Teresa Palmer), la quale in seguito alla temporanea scomparsa del figlio Billy si trova costretta a rivivere gli orrori della gioventù legati al culto comandato da Adrienne Beaufort (Miranda Otto) con il sostegno del dottor Bryce Latham (Guy Pearce). Il pilot dello show intitolato The Season of Unfoldment – scritto da Matt Cameron e diretto da Jeffrey Walker – risulta sicuramente l’episodio migliore della produzione, pur evidenziando già in maniera sostanziale una serie di problemi e limiti che minano col passare delle puntate l’intera operazione.

In the Clearing, una serie limitata da una narrazione singhiozzante

La volontà evidente di non “spiegare” fin dall’inizio le coordinate della vicenda, i ruoli e le relazioni tra i personaggi principali produce infatti un effetto altalenante: se da una parte infatti chi guarda The Season of Unfoldment viene costretto continuamente a chiedersi cosa stia realmente succedendo, dall’altra diventa impossibile non notare quanto la narrazione si faccia immediatamente confusa, spezzata, quasi costretta di lasciare alla messa in scena il compito di evocare situazioni e atmosfere del thriller psicologico.

E questo meccanismo quasi inceppato col passare delle puntate si fa sempre più evidente, minando le fondamenta stesse dello show. In molti momenti, forse addirittura troppi, In the Clearing sembra ricalcare le orme di un’altra miniserie con un’ambientazione simile e una storia che abbracciava ugualmente il thriller psicologico, ovvero quella Top of the Kale diretta da Jane Campion, che vedeva protagonista una notevole Elisabeth Moss. In questo caso ci troviamo però di fronte a un tentativo macchinoso e probabilmente mal organizzato, il quale disperde tutti o quasi i possibili spunti di interesse a causa principalmente della sua narrazione singhiozzante.

In-the-clearing-recensione

Deboli prove d’attori

In un tale guazzabuglio anche i tre attori protagonisti non offrono certamente il meglio delle loro capacità: se comunque Guy Pearce riesce a risultare almeno credibile in virtù di una prova maggiormente soffusa, lo “scontro” di personalità e psicologie tra Miranda Otto si risolve in qualcosa di piuttosto deludente. L’attrice amata nella trilogia de Il Signore degli Anelli di Peter Jackson si affida eccessivamente al trucco e ai costumi per sorreggere un personaggio molto meno ambiguo e ambiguamente affascinante di quanto in realtà dovrebbe risultare.

La Palmer invece dimostra chiaramente di non riuscire a dotare la figura di Freya della necessaria bidimensionalità per diventare una vittima credibile che decide di affrontare i propri demoni personali. E se le due figure principali e antagoniste non destano realmente interesse presso il pubblico neppure con lo scorrere delle puntate, come può l’intero prodotto risollevarsi dalla falsa partenza? E infatti In the Clearing non ci riesce, sbandando continuamente alla ricerca di fascinazioni estetiche non supportate da una storia che renda il tutto avvincente per gli spettatori. Molte immagini sono belle da vedere, paesaggi e ambientazioni indubbiamente dotati di un fascino selvaggio, quasi ancestrale. Ma In the Clearing possiede davvero poco più di questo…

In The Clearing con Teresa Palmer dal 24 maggio su Disney+

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In The Clearing con Teresa Palmer dal 24 maggio su Disney+

Dopo avervi segnalato il trailer, oggi apprendiamo che Disney+ ha annunciato che la sua prima serie originale australiana, In The Clearing, debutterà il 24 maggio sulla piattaforma streaming. Gli episodi successivi verranno rilasciati a cadenza settimanale. In The Clearing è una serie thriller psicologica composta da otto episodi e basata sul best-seller poliziesco “In The Clearing” dell’autore J.P. Pomare, ispirata all’oscurità dei culti realmente esistenti in Australia e nel mondo.

Girato nello stato del Victoria, in Australia, In The Clearing è un thriller drammatico e psicologico che segue gli incubi di una setta e di una donna costretta ad affrontare i demoni del suo passato per fermare il rapimento e la coercizione di bambini innocenti nel futuro. La serie scava sotto la pelle e dentro la mente, confondendo i confini tra passato e presente, realtà e incubo in modo tormentato.

Teresa Palmer (A Discovery of Witches – Il manoscritto delle streghe), Miranda Otto (Unusual Suspects, Homeland – Caccia alla spia) e Guy Pearce (Jack Irish, Mare of Easttown) guidano una schiera stellare di attori australiani, tra cui Hazem Shammas (Safe Harbour), Mark Coles-Smith (Mystery Road), Kate Mulvany (The Twelve) e anche la star emergente Julia Savage (Blaze, Mr. Inbetween).

In The Clearing è diretta da Jeffrey Walker (Young Rock, Lambs of God) e Gracie Otto (Seriously Red, Bump, Deadloch). La serie è creata e scritta da Elise McCredie (Stateless) e Matt Cameron (Jack Irish), con il co-sceneggiatore Osamah Sami (Il matrimonio di Ali). La serie è prodotta per Disney+ da Jude Troy di Wooden Horse (The Other Guy 1 & 2), mentre Richard Finlayson di Wooden Horse ed Elizabeth Bradley di Egeria sono i produttori esecutivi insieme a Jeffery Walker, Jude Troy, Elise McCredie e Matt Cameron.

Un efficace sistema di parental control assicura che Disney+ rimanga un’esperienza di visione adatta a tutti i membri della famiglia. Oltre al “Profilo Bambini” già presente sulla piattaforma, gli abbonati possono impostare dei limiti di accesso ai contenuti per un pubblico più adulto e creare profili con accesso tramite PIN, per garantire massima tranquillità ai genitori.

In the Box: l’horror italiano in concorso al NoirFest 2014

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In the Box: l’horror italiano in concorso al NoirFest 2014

In the BoxSarà presentato in concorso al 24. Courmayeur Noir in Festival, In the Box, il film di Giacomo Lesina con Antonia Liskova in concorso al 24. Courmayeur Noir in Festival.

Una giovane donna si risveglia dentro le quattro mura di un garage. Mura all’apparenza inoffensive come la maggior parte dei luoghi di una grande metropoli. Ma che ora la separano da tutto e da tutti. All’interno del piccolo spazio, un’automobile esala anidride carbonica; un gas che ogni giorno senza saperlo respira quando esce per strada. Un gas che sembra così innocuo, ma che lì dentro diventerà micidiale. Ad averla chiusa nel garage è uno sconosciuto che sa ogni cosa di lei, del suo passato. E soprattutto di ciò che ha di più importante al mondo: la figlia piccola che l’aspetta a casa. Non le rivela il motivo per cui l’ha imprigionata. Solo il tempo a disposizione per salvarsi.

Distribuito da Istituto Luce-Cinecittà, una nuova incursione del cinema italiano nel film di genere. Unità di luogo e tempo, per un thriller dall’azione compatta; teso, claustrofobico, con una protagonista sorprendente.

In the Box al Courmayeur Noir in Festival

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In the Box al Courmayeur Noir in Festival

Courmayeur-Noir in Festival 2È per Venerdì 12 la prima mondiale dell’unico film italiano in concorso al 24. Noir in Festival di Courmayeur: IN THE BOX, l’opera prima di Giacomo Lesina, prodotta da Michelangelo Film e distribuita da Istituto Luce-Cinecittà. Protagonista, Antonia Liskova

Una nuova incursione del cinema italiano nel film di genere.
Unità di luogo e tempo, per un thriller dall’azione compatta; teso, claustrofobico, con una protagonista sorprendente.

IL FILM
Una giovane donna si risveglia dentro le quattro mura di un garage. Mura all’apparenza inoffensive come la maggior parte dei luoghi di una grande metropoli. Ma che ora la separano da tutto e da tutti. All’interno del piccolo spazio, un’automobile esala anidride carbonica; un gas che ogni giorno senza saperlo respira quando esce per strada. Un gas che sembra così innocuo, ma che lì dentro diventerà micidiale. Ad averla chiusa nel garage è uno sconosciuto che sa ogni cosa di lei, del suo passato. E soprattutto di ciò che ha di più importante al mondo: la figlia piccola che l’aspetta a casa. Non le rivela il motivo per cui l’ha imprigionata. Solo il tempo a disposizione per salvarsi.

Quanto siamo liberi? È una domanda che ci si pone spesso, ma a cui difficilmente riusciamo a dare risposta. Perché la maggior parte di noi conduce una vita tranquilla, fatta di una routine che ci protegge, tiene a bada le nostre paure. E se la nostra esistenza, all’improvviso, sfuggisse al nostro controllo e finisse nelle mani di un altro? [Dalle note di regia di Giacomo Lesina]

In solitario: recensione del film con François Cluzet

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In solitario: recensione del film con François Cluzet

In In solitario Yann Kermandec (François Cluzet) sostituisce all’ultimo momento l’amico Drevil  (Guillaume Canet) nella competizione di vela più importante al mondo. Nonostante l’età e la grande esperienza, questa è la prima vera chance per dimostrare le sue capacità, navigando “in solitario” da un capo all’altro del globo.  Dopo una sosta obbligata alle Canarie però, Kermandec si accorge di non essere più solo: un giovane clandestino, Mano Ixa (Samy Seghir) è salito a bordo. Se la giuria dovesse accorgersene, la squalifica sarebbe immediata.

Queste le premesse di In Solitario, film d’esordio del direttore della fotografia Christophe Offenstein. Sullo sfondo di un viaggio in cui l’uomo affronta da solo l’ostilità della natura, va in scena l’incontro di due vite distanti e l’evolversi del loro rapporto. Per non sfociare nel classico “drammone”,  Offenstein sceglie una regia asciutta, limitando il coinvolgimento emotivo del pubblico con uno stile da “cronaca sportiva”. Ciò è accentuato dalla fotografia piuttosto asettica; nelle sequenze in barca si predilige l’uso di inquadrature ampie e sintetiche, unite da un montaggio essenziale. Perfino la colonna sonora, costruita su un singolo tema ricorrente, è puramente decorativa, non enfatizzando le (poche) sequenze di pathos narrativo.

Il regista dosa adeguatamente i pochi ingredienti a sua disposizione, riuscendo ad ottenere un film che dissimula efficacemente un soggetto così scarno. Ne deriva una scansione ritmica e meccanica degli eventi e, soprattutto, una cronica mancanza di tensione: secondo alcuni il viaggio di Kermandec è metafora della vita, che non si può affrontare “in solitario”, ma solo confrontandosi con gli altri. In realtà Yann non si confronta con nessuno, risolvendo da solo ogni problema, tecnico o di rapporti umani, al grido di “questa è la mia gara!”. Vince praticamente sempre, e anche quando perde, tutti applaudono. Vanificata così ogni possibilità di sviluppi originali, la trama finisce per concludersi nel modo più scontato possibile.

In Solitario vorrebbe coniugare le chiavi del successo di due film dell’anno scorso, il setting estremamente evocativo di Vita Di Pi (di Ang Lee) e l’originale storia di Quasi Amici, con cui il film di Offenstein condivide produttori e attore protagonista. Purtroppo però, anche per via delle già citate scelte registiche, il film non riesce ad eguagliare né la complessità d’intreccio della pellicola di Lee, né la profondità emotiva e la leggerezza dei toni di Quasi Amici.

Il regista, proprio come il protagonista, si mette dunque in gioco senza rischiare nulla; malgrado la bravura degli attori (spicca la recitazione rabbiosa e diretta di Cluzet) il film risulta privo di mordente, non riuscendo ad emozionare come ci si aspetterebbe.

di Cristiano Bacci 

In silenzio: recensione della miniserie con Arón Piper

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In silenzio: recensione della miniserie con Arón Piper

Se state cercando su Netflix una serie che per tutta la sua durata vi lasci con il fiato sospeso In silenzio è la scelta giusta. Questa nuova miniserie è incentrata sul personaggio di Sergio Cisar interpretato da Aròn Piper, diventato famoso con il ruolo di Ander Muñoz fin dalla prima stagione del teendrama Élite. Nel numeroso cast di questo thriller psicologico, diviso in sei parti, però c’è anche un altro talento del liceo Las Encinas, infatti spicca il nome anche di Manu Rìos, visto proprio in questi giorni sul red carpet del Festival di Cannes per Strange Way of Life il cortometraggio di Pedro Almodóvar.

La trama di In silenzio

In silenzio comunque non è la solita serie spagnola ma un racconto cupo, sobrio e ipnotico dove si studia la personalità di un ragazzo che è stato accusato di aver ucciso entrambi i genitori. La serie parte proprio da questo avvenimento dove vengono mostrati il cadavere di una donna e poi di un uomo che sono precipitati dal balcone dell’ultimo piano di una palazzina di un quartiere benestante di una contemporanea città spagnola che non viene mai rivelata ma che sembra Bilbao. Subito viene indagato e arrestato Sergio il figlio adolescente che non farà resistenza e mai collaborerà con la giustizia. Negli anni successivi, passati in detenzione nel carcere minorile, il ragazzo si chiude in un mutismo e mai rivelerà le motivazioni del crimine e se veramente è stato lui a commettere il duplice omicidio.

Dopo sei anni, grazie anche alla sua buona condotta Sergio, soprannominato da tutti come “L’assassino del balcone”, esce dalla prigione e torna a vivere nella casa, quella dell’omicidio, ora sua essendo l’unico erede. Oltre a indossare alla caviglia un’apparecchio elettronico, che segna ogni suo postamento, il ragazzo non sa che è anche sorvegliato 24 ore su 24, con delle telecamere e dei microfoni nascosti nell’appartamento, da una psichiatra di nome Ana (Almudena Amor) e dal suo team di investigatori, che desiderano studiare se sia un pericolo per la società. L’operazione segreta nel frattempo essa stessa è supervisionata dal vicecommissario Cabrera (Aitor Luna), che come si svela fin dall’inizio, è corrotto ed è stato mandato a sabotarla.

In silenzio recensione serie tv netflix
Cr. LANDER LARRAÑAGA/NETFLIX © 2022

Il taciturno giovane intanto non passa le sue giornate sdraiato sul divano e recluso nella casa del mistero, anzi viene inserito in un programma di recupero, affidato a un pastore evangelico, molto ambiguo, che lo fa lavorare in una serra. Il primo episodio si chiude con la presentazione di Marta (Cristina Kovani) un’addetta alle vendite di un negozio in centro città ma cosa più importante è una delle tante ammiratrici di Sergio. La dottoressa Ana non perderà tempo e chiederà aiuto alla ragazza che accetterà la missione anche rischiando la sua relazione con il suo fidanzato Eneko (Manu Rìos) che gestiste un’agenzia immobilare.

Gli ulteriori cinque episodi, senza svelare troppo la trama piena di colpi di scena, evidenziano varie dinamiche come quella dell’abuso emotivo, la manipolazione, l’isolamento e il disprezzo di sé che prova il protagonista su se stesso. Sergio già dal primo incontro con Marta si apre e racconta che l’unica ragione della sua vita è ritrovare la sorella minore Noa, data in adozione dopo la morte dei facoltosi genitori. La qualità della trama non annoia mai, anzi ti fa desiderare sempre di più capire chi è veramente Sergio, del perchè Ana è ossessionata dal suo paziente e perchè sembra che i due protagonisti, di questo perverso gioco tra schermi e videoregistrazioni, hanno sempre di più cose in comune. Alla fine Noa si rivelerà come la soluzione all’intricato caso che finisce con un vero e proprio salto nel buio del ragazzo e della sua psichiatra che finalmente si incontreranno di persona. 

Non la solita miniserie spagnola

In silenzio è un prodotto seriale con un cast eccellente che per chi ha familiarità con le varie produzioni spagnole di Netflix riconoscerà volti noti e non parlo solo i due giovani attori di Élite. Quelli che spiccano di più, anche merito dei ruoli con più sfumature, sono quello del silenzioso Sergio e di Ana. L’attrice Almudena Amor è impeccabile nel mostrare la sua vera natura della psichiatra, quella ancora più malata del ragazzo che vuole capire e curare.

Per concludere anche se la miniserie è piuttosto cupa fin dall’inizio, viene mostrata sia la corruzione nella polizia che nella setta religiosa, c’è qualche speranza per i personaggi man mano che lo spettacolo procede e lo vediamo con il personaggio di Marta o di Greta (Aria Bedmar) l’unica donna, oltre alla psichiatra che fa parte del team degli investigatori. In silenzio è una miniserie che si svela lentamente, capitolo per capitolo, un’esperienza visiva così eccezionale anche merito della regia uniforme dei registi Gabe Ibáñezna, Esteban Crespo e Aitor Gabilondo.

In ricordo di Audrey Hepburn: i migliori film dell’attrice

In ricordo di Audrey Hepburn: i migliori film dell’attrice

Nell’immaginario collettivo, Audrey Hepburn non è stata solamente una eclettica protagonista nel panorama cinematografico internazionale, ma anche una grande icona di stile, riuscita a influenzare intere generazioni. La sua bravura, accompagnata da un magnetico charme, l’ha consacrata come diva di Hollywood fra gli anni Cinquanta e Sessanta, riflettendo attraverso le sue pellicole anche la sua spiccata personalità.

In ricordo di Audrey Hepburn, a 30 anni dalla sua morte, ripercorriamo i suoi migliori film, lungometraggi che hanno contribuito a renderla immortale.

Sabrina

La pellicola del 1954, diretta da Billy Wilder, segue la storia di Sabrina, a cui Audrey Hepburn dà il volto, figlia dell’autista di una famiglia ricca che, dopo essere stata per due anni a Parigi, torna a casa completamente cambiata. La sua versione più chic ed elegante fa innamorare uno dei due rampolli della dinastia, Linus, seppur lei sia invaghita dell’altro, David. In questo film la Hepburn fu affiancata da due attori importanti nel panorama di Hollywood, Humphrey Bogart e William Holden, con il quale ultimo ebbe una relazione nel periodo della sua produzione.

Fra l’altro, una delle curiosità più interessanti di Sabrina, è che la produzione e Billy Winder stesso, chiesero all’attrice di acquistare lei stessa nelle boutique parigine alcuni capi d’abbigliamento che poi avrebbero utilizzato sul set. Per la sua interpretazione la Hepburn ebbe una nomination agli Oscar come miglior attrice mentre la costumista Edith Head lo vinse per i migliori costumi.

Cenerentola a Parigi

In questa pellicola diretta da Stanley Donen, e uscita nel 1957, Audrey Hepburn interpreta Jo Stockton, una libraia dalla bellezza irresistibile che strega un fotografo di moda di New York, Dick Avery, interpretato da Fred Astaire. Avery crede che Jo possa essere il nuovo volto della rivista di moda Quality e così cerca di convincerla assieme alla direttrice Maggie.

Il guardaroba della Hepburn, che nel film finisce per essere una modella, è tutto firmato da Givenchy. Cenerentola a Parigi fu il primo musical della diva, si ricordino poi le famose canzoni How Long Has This Been Going On?, brano che cantò da solista, e S’Wonderful, in duetto con Astaire.

My Fair Lady

Un altro musical per l’incantevole Audrey Hepburn, che in questa pellicola interpreta una ragazza della classe operaia, la quale ben presto si trasforma in una donna presentabile per l’alta società. A insegnarle usi e modi corretti il professore Henry Higgins, un uomo arrogante e presuntuoso. Il film, del 1964, ebbe in cabina di regia George Cukor, cineasta molto famoso che diresse anche Judy Garland nella pellicola cult È nata una stella.

My Fair Lady è considerato, per quegli anni, il lungometraggio su cui Hollywood investì di più, ben 17 milioni di dollari, ma che ebbe d’altra parte un grande successo al botteghino, incassandone 72 milioni. Inoltre la Hepburn ebbe una nomination ai Golden Globe come migliore attrice in un film commedia o musicale.

Colazione da Tiffany

Un titolo che non ha bisogno di commenti. Colazione da Tiffany è uno dei film cult per eccellenza, prodotto nel 1961 con la regia di Black Edwards. La Holly Golightly di Audrey Hepburn non solo è stata consacrata come perfetta icona di una femminilità sopraffine, ma è anche diventata un reale modello di stile da seguire. Seppur il personaggio caratterizzato dall’attrice si discosti da quello rappresentato nell’omonimo romanzo di Truman Capote, la sua indole a tratti sognatrice, svampita e al tempo stesso elegante e avvenente l’ha resa una delle migliori protagoniste nate da mamma Hollywood.

La trama segue per l’appunto la vita di Holly, una mondana newyorkese con l’obiettivo di trovare un uomo ricco da sposarsi e poter così vivere da mantenuta. Nel suo stesso palazzo incontra poi uno scrittore in piena crisi, interpretato da George Peppard, del quale si innamora follemente. Quando tutt’ora pensiamo alla pellicola, sono due gli elementi che tornano alla mente; il primo è l’immagine della Hepburn che consuma la sua colazione dinanzi al negozio di Tiffany; il secondo è la sequenza memorabile al balcone, quando Holly intona Moon River suonando una chitarra e ascoltata dal suo Paul.

Vacanze romane

Diretta da William Wyler del 1953, Vacanze romane è la pellicola che porta Audrey Hepburn sotto le luci della ribalta, decretandone la sua fama. Qui l’attrice si aggiudica il suo primo ruolo da protagonista in una storia ambientata in un’Italia la cui Roma edulcorata e soleggiata fanno da magico sfondo. La storia tesse infatti la sua tela attorno alla principessa Ann la quale, stanca del suo calendario pieno di incontri e appuntamenti, decide di scappare nella Capitale per avere un momento di libertà. Lì incontra il giornalista americano Joe Bradley, interpretato da Gregory Peck, con cui vive un’indimenticabile avventura.

Nel panorama hollywoodiano – e non solo – Vacanze romane è diventato un classico del cinema, e può farsi vanto della scena iconica dei due protagonisti in sella ad una Vespa Piaggio, diventata famosa grazie al film, mentre attraversano Roma, da Via del Corso a Piazza del Popolo. Inoltre, la Hepburn si aggiudicò un Oscar come migliore attrice e un Golden Globe.

In programma un film su Mago Merlino

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In programma un film su Mago Merlino

Merlino

La Working Title  vuole produrre un film su Mago Merlino. C’è infatti in programma di sviluppare un soggetto che ha come protagonista la mitica figura del mago che tutti o quasi ricorderanno come il simpatico vecchietto del più classico dei film Disney La Spada nella Roccia.

In prima tv su Sky Cinema dal 24 ottobre Sonic 2 – Il Film

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In prima tv su Sky Cinema dal 24 ottobre Sonic 2 – Il Film

Debutterà Lunedì 24 ottobre alle 21.15 su Sky Cinema Uno, in streaming su NOW e disponibile on demand Sonic 2 – Il Film. Il riccio blu più amato al mondo torna con una nuova avventura un film di Jeff Fowler con James Marsden e Jim Carrey e le voci di Idris Elba e Ben Schwartz.

Dopo il grande successo al botteghino, il riccio più veloce del mondo arriva in prima tv su Sky con Sonic 2 – Il Film, lunedì 24 ottobre alle 21.15 su Sky Cinema Uno, in streaming su NOW e disponibile on demand.

Il secondo capitolo cinematografico della storia basata sul videogioco dal successo planetario targato SEGA vede di nuovo alla regia Jeff Fowler. E tornano nel cast James Marsden, Tika Sumpter, Natasha Rothwell, e Jim Carrey, ancora nei panni del malvagio Eggman. Con loro anche la new entry Shemar Moore. Ad impreziosire questa avventura animata anche le voci di Ben Schwartz per Sonic, Idris Elba per Knuckles e Colleen O’Shaughnessey per Tails. La sceneggiatura è di Pat Casey, Josh Miller e John Whittington.

La trama del film

Il riccio blu più amato del mondo è tornato per una nuova e spettacolare avventura. Dopo essersi stabilito a Green Hills, Sonic non vede l’ora di dimostrare che ha tutto ciò che serve per essere un vero eroe.

La nuova sfida non si fa attendere: il Dr. Robotnik è tornato con un nuovo alleato, Knuckles, che lo aiuterà nella ricerca di uno smeraldo che ha il potere di distruggere la civiltà. Con il suo nuovo compagno d’avventura Tails, Sonic intraprende un viaggio in giro per il mondo per trovare lo smeraldo prima che cada nelle mani sbagliate.

SONIC 2 – IL FILM, lunedì 24 ottobre alle 21.15 su Sky Cinema Uno, in streaming su NOW e disponibile on demand. 

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