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Il colore delle magnolie 5 si farà, Netflix rinnova la serie

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Il colore delle magnolie 5 si farà, Netflix rinnova la serie

La quinta stagione di Il colore delle magnolie (Sweet Magnolias) è stata ufficialmente rinnovata da Netflix, confermando che il dramma romantico continuerà con una nuova serie di episodi. La stagione 4 di Sweet Magnolias ha continuato a trarre spunto dalle pagine dell’omonima serie di libri di Sherryl Woods, mostrando la vita quotidiana di Maddie (JoAnna Garcia Swisher), Dana Sue (Brooke Elliott) e Helen (Heather Headley) a Serenity, nella Carolina del Sud. Il ritorno dello show nel febbraio 2025 ha visto la sua popolarità su Netflix, ma, dopo mesi di incertezza, non era chiaro se la serie sarebbe stata rinnovata per altri episodi.

Ora, Deadline ha confermato che Il colore delle magnolie (Sweet Magnolias) è stata rinnovata per la quinta stagione, con le storie di Maddie, Dana Sue e Helen che continueranno per un’altra serie di episodi. Questo avviene dopo che la quarta stagione ha mantenuto un posto nella Top 10 delle serie in lingua inglese di Netflix per due settimane di fila, raggiungendo il numero 4 al suo apice. Tuttavia, nonostante queste statistiche, la quinta stagione è stata confermata, il che indica che il dramma ha un forte futuro davanti a sé.

Cosa significa la stagione 5 di Sweet Magnolias per il drama

Con la conferma della quinta stagione di Sweet Magnolias , lo show affronterà i molteplici cliffhanger su cui si è concluso negli ultimi episodi. Il più grande di questi è il potenziale trasferimento di Maddie a New York per un lavoro editoriale, che la porterà lontano dalla piccola città in cui si trova dall’inizio della serie. Ciò significa anche che la serie può continuare a seguire le idee della sua vita quotidiana, soprattutto quando la sua relazione con Cal (Justin Bruening) si approfondisce ora che sono sposati. Anche i suoi amici e le loro rispettive storie sono destinati a ricevere i riflettori puntati su di loro.

La serie ha già fatto alcune mosse audaci in passato, con i cambiamenti del libro della quarta stagione di Sweet Magnolias che offrono dinamiche diverse sullo schermo rispetto a quelle viste sulla pagina. Man mano che l’adattamento della serie di Woods procede, nuove trame come il potenziale trasferimento di Maddie possono contribuire a differenziare lo show, aggiungendo strati di dramma non presenti nel materiale di partenza. Per quanto riguarda le altre trame generali, anch’esse possono imitare ciò che c’è sulla pagina, offrendo al contempo nuove idee e presentazioni per i personaggi principali della serie.

Il colore delle magnolie 4: le 8 maggiori differenze rispetto ai libri

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Il colore delle magnolie (Sweet Magnolias), la serie preferita dai fan di Netflix, ha appena pubblicato la quarta stagione e la nuova stagione ha rivelato importanti cambiamenti rispetto ai libri di Sweet Magnolias. Il colore delle magnolie si basa sull’omonima serie di libri scritta da Sherryl Woods. Molti dei personaggi di Sweet Magnolias sono presenti anche nei libri (anche se non tutti), ma le loro storie hanno iniziato ad assumere un aspetto molto diverso man mano che lo show di Netflix ha rilasciato altre stagioni.

Il finale della quarta stagione di Il colore delle magnolie, in particolare, ha rivelato alcune importanti deviazioni dagli archi narrativi originali di Sweet Magnolias nei libri. Tuttavia, anche all’inizio di questa nuova stagione, Il colore delle magnolie ha incluso alcuni colpi di scena davvero scioccanti che hanno cambiato notevolmente i libri. Questi 8 punti della trama della quarta stagione di Il colore delle magnolie rappresentano i maggiori cambiamenti che lo show ha apportato ai libri in questa stagione.

La trama di Isaac non esisteva nei libri

Isaac è il figlio segreto di Bill su Netflix, ma questa storia è nuova

Isaac è stato scioccamente rivelato essere un altro figlio di Bill Townsend, oltre ai tre figli di Maddie, Ty, Kyle e Katie, e alla figlia di Noreen, Bex. Dato che Isaac era un po’ più grande, però, questo è stato probabilmente uno scandalo ancora più grande di quando Bill ha avuto una relazione con Noreen. Forse per questo motivo, pochissime persone, anche nella quarta stagione, avevano idea che Isaac fosse il figlio di Bill. La situazione è cambiata improvvisamente quando Bonnie, la madre di Bill, ha dichiarato la verità di fronte a una stanza piena di abitanti di Serenity.

Nonostante tutti i drammi che questa parentela ha provocato in Il colore delle magnolie, Isaac non era affatto un personaggio dei libri. Isaac è stato inventato per lo show di Netflix, il che significa che tutte le storie relative a Isaac sono esistite solo nello show. Questo include la relazione di Isaac con Bill, naturalmente, ma anche il suo rapporto con Michael, la sua amicizia con Noreen e il suo lavoro nella cucina di Dana Sue. Sembra inoltre che Isaac si stia avvicinando sempre di più ai tre figli di Maddie e Bill.

Isaac è stato inventato per lo show di Netflix, il che significa che tutte le trame relative a Isaac sono esistite solo nello show.

La lotta di Annie contro i disturbi alimentari non è al centro dello show

Questa trama straziante è una parte importante dei libri di Sweet Magnolias

Annie, la figlia di Dana Sue, è un personaggio importante sia nei libri che nello show, ma il suo arco caratteriale è cambiato parecchio nella serie Netflix. In particolare, nei libri di Il colore delle magnolie, Annie lotta con un disturbo alimentare e questo è un punto importante della trama. Il colore delle magnolie ha evidentemente scelto di non concentrarsi su questa storia, poiché l’arco narrativo di Annie si è invece concentrato sul suo complesso rapporto con il padre (che è notevolmente migliorato nel corso delle stagioni), sulla sua storia d’amore con Ty e sulla sua passione per la fotografia.

Questo non vuol dire però che questa trama non sarà mai presente nello show. La quinta stagione di Il colore delle magnolie  è ancora stata confermata, ma molti sperano che Netflix rinnovi lo show per una seconda stagione. Se lo show verrà rinnovato, è possibile che questa trama dei libri venga utilizzata nella nuova stagione o in eventuali stagioni future. Sembra alquanto improbabile che ciò accada, poiché si tratterebbe di un cambiamento significativo per il personaggio, ma non è da escludere.

Noreen rimane a Serenity solo nella serie Netflix

Noreen diventa un personaggio importante nella serie, ma non era così nei libri

Nella serie Netflix di Il colore delle magnolie, Noreen finisce per mettere radici a Serenity e sviluppare un rapporto di amicizia con Maddie e i suoi figli, il che rappresenta un importante allontanamento dalla sua storia nei libri. Nei libri di Sweet Magnolias , Noreen torna a casa nel Tennessee dopo la relazione con Bill e vi rimane. Anche se si tratta di un cambiamento meno significativo, nei libri Noreen ha anche un figlio e non una figlia.

Questo cambiamento, con la permanenza di Noreen a Serenity, ha rimodellato completamente non solo il personaggio di Noreen, ma anche gli altri personaggi principali. In particolare, questa trama ha rappresentato un punto di crescita per Maddie, che è passata dal (comprensibile) risentimento per Noreen alla sua accettazione e persino all’accoglienza nella famiglia in molti modi. Noreen è diventata sempre più importante anche in Serenity, facendo amicizia con Isaac e lavorando nell’assistenza all’infanzia.

Ty non è andato in tournée in Europa nei libri

Questa storia sta per avere importanti implicazioni per lo show di Netflix

Tra le principali rivelazioni della quarta stagione di Il colore delle magnolie c’è stata la grande opportunità di carriera di Ty, che ha deciso di andare in tour in Europa come apripista per un’altra band. Questo è un cambiamento importante rispetto alla storia di Ty nei libri e ha influenzato direttamente la decisione di Annie su Ty nella quarta stagione. Nei libri, Ty si dedica al baseball e alla fine gioca per gli Atlanta Braves.

Resta da vedere cosa significherà questo cambiamento di carriera per la storia di Ty in Il colore delle magnolie, soprattutto alla luce della sua relazione con Annie. Nel primo episodio della quarta stagione, Ty e Annie sono finalmente diventati una coppia ufficiale. Alla fine della quarta stagione, però, a Ty è stata data questa opportunità e Annie è stata ammessa alla scuola dei suoi sogni in California, mandandoli a migliaia di chilometri di distanza in direzioni opposte. Inizialmente sembravano entrambi felici l’uno dell’altra, ma quando Ty ha chiesto ad Annie di rimandare l’iscrizione e di raggiungerlo in tournée, Annie ha messo fine alla relazione.

Resta da vedere cosa significherà questo cambiamento di carriera per la storia di Ty in Il colore delle magnolie, soprattutto alla luce della sua relazione con Annie.

Nei libri di Sweet Magnolias , Ty e Annie finiscono per sposarsi, e ora non è chiaro se lo show di Netflix seguirà questa trama. Vale la pena notare che Annie rimane a Serenity anche nei libri, il che significa che l’intera storyline dello show ha apportato diversi cambiamenti importanti alla relazione tra Annie e Ty nei libri. Se lo show verrà scelto per una quinta stagione, sarà interessante vedere cosa succederà a questa storia.

Maddie e la suocera non si odiano nei libri

Le tensioni tra Maddie e Bonnie sono alte nella quarta stagione

Una delle più grandi schermaglie della quarta stagione di Il colore delle magnolie è quella tra Maddie e sua suocera, Bonnie. Durante il primo episodio della quarta stagione, è chiaro che Maddie e Bonnie non vanno d’accordo, dato che lei, Dana Sue e Helen scherzano sul fatto che Bonnie apparirà se pronunceranno il suo nome tre volte. La portata del loro disprezzo reciproco diventa chiara quando Bonnie arriva nell’episodio successivo per rivelare la scioccante notizia della morte di Bill. Alla luce della tragedia, Maddie tenta di fare la brava, ma Bonnie diventa sempre più aggressiva.

L’astio tra Maddie e Bonnie giunge al culmine dopo il funerale di Bill, quando Maddie prende la mano di Bonnie appena prima che questa la colpisca in faccia. Questo avviene dopo che Bonnie ha fatto commenti quasi continui su come Maddie, i suoi figli e vari altri personaggi non stiano piangendo Bill in modo adeguato. È interessante notare che nei libri di Sweet Magnolias non esiste questa tensione tra Maddie e Bonnie. Bill è poco presente nei libri, quindi lo stesso vale per sua madre.

Nei libri di Sweet Magnolias , questa tensione tra Maddie e Bonnie non esiste.

Il matrimonio di Cal e Maddie non è una sorpresa nella storia originale

La decisione di Maddie di sposarsi ha causato delle fratture tra le migliori amiche della serie

Lepisodio 1 della quarta stagione di Il colore delle magnolie si è concluso in modo scioccante non solo per il pubblico, ma anche per molti personaggi. Cal e Maddie organizzano quella che quasi tutti credono essere una festa di Halloween, ma che in realtà è il loro matrimonio. Questo porta a una rara frattura tra Maddie e le sue migliori amiche, Helen e Dana Sue, perché si sono sentite colte di sorpresa ed escluse.

Questo problema, tuttavia, non si pone nei libri, perché nei libri di Il colore delle magnolie il matrimonio di Maddie e Cal non è una sorpresa. Al contrario, il loro fidanzamento e il loro matrimonio sono piuttosto convenzionali, con il coinvolgimento dei migliori amici di Maddie. Questa è stata una scelta un po’ strana per lo show di Netflix, non solo perché era fuori dal personaggio di Maddie, ma anche perché era abbinata a un salto temporale di un anno che saltava il fidanzamento di Cal e Maddie. Il fatto che Helen e Dana Sue abbiano avuto reazioni probabilmente egocentriche al matrimonio ha reso il tutto ancora peggiore.

Maddie non si trasferisce a New York City nei libri

Questa rivelazione della quarta stagione lascia in sospeso il futuro dello show

Una delle rivelazioni più scioccanti della quarta stagione, e una delle principali deviazioni dai libri di Sweet Magnolias , è la notizia che Maddie si trasferirà a New York. Nonostante Il colore delle magnolie sia incentrato esclusivamente sulla piccola città di Serenity, nella Carolina del Sud, la storia di Maddie ha preso una piega sorprendente proprio alla fine della quarta stagione, con l’annuncio che ha accettato un lavoro da editrice a New York. Questa trama per Maddie non esisteva nei libri, il che ha lasciato una serie di enormi domande senza risposta dopo la quarta stagione.

È difficile immaginare Serenity senza Maddie, ma è ancora più difficile immaginare che Sweet Magnolias si divida tra Serenity e New York, soprattutto perché questo significherà che le tre migliori amiche non condivideranno più lo schermo insieme (almeno non così spesso). Inoltre, non è chiaro se la famiglia di Maddie si trasferirà con lei, il che cambierebbe ulteriormente la serie. Con la quinta stagione non confermata e un cambiamento così massiccio – che non ha seguito affatto i libri – sarà interessante vedere se/come lo show continuerà.

È difficile immaginare Serenity senza Maddie, ma è ancora più difficile immaginare Il colore delle magnolie che si divide tra Serenity e New York.

Bill Townsend non muore nei libri

Bill è un personaggio molto minore nei libri di Sweet Magnolias

Il più grande shock della quarta stagione è la rivelazione che Bill Townsend è morto improvvisamente. Bill non era uno dei personaggi preferiti dai fan, alla luce della sua relazione con Noreen e del trattamento riservato a Noreen e Maddie. Si era anche messo con Kathy, la sorella spesso difficile di Ronnie (che non compare nei libri), il che non lo ha aiutato a diventare più simpatico. Tuttavia, è stato davvero sorprendente e tragico che sia morto in giovane età e apparentemente dal nulla.

Questo è un altro grande cambiamento rispetto ai libri, perché non solo Bill non è morto nei libri, ma è stato a malapena presente nei libri. C’era tensione a causa del divorzio di Maddie da Bill e della sua nascente storia d’amore con Cal, ma Bill non era certo un personaggio principale nei libri, soprattutto dopo la separazione da Maddie. Sembra che questa scelta sia stata fatta nello show di Netflix per offrire una sorta di colpo di scena importante con cui i personaggi dovessero confrontarsi e crescere nella nuova stagione.

Purtroppo per Bill, l’impatto sui personaggi principali, compresi i suoi figli, è stato minimo. I ragazzi erano chiaramente dispiaciuti per la scomparsa del padre, ma, come ha sottolineato la stessa Bonnie, il loro processo di elaborazione del lutto non è stato quello che ci si aspetterebbe. Sebbene questa sia stata una delle trame più sorprendenti della quarta stagione di Il colore delle magnolie e l’allontanamento più significativo dai libri nella nuova stagione, è purtroppo improbabile che la morte di Bill abbia un impatto troppo significativo in futuro.

Il colore delle magnolie – Stagione 5: conferma, cast e tutto quello che sappiamo

L’affascinante serie romantica di Netflix Il colore delle magnolie (Sweet Magnolias) è diventata silenziosamente uno dei maggiori successi dello streamer, e ora è stata rinnovata per la quinta stagione. Basata sui romanzi di Sherryl Woods (che debuttò nel 2020), la serie riguarda un trio di amiche di una vita che vivono in una pittoresca cittadina della Carolina del Sud. Mentre cercano di occuparsi delle loro famiglie e delle loro carriere, il gruppo si sostiene a vicenda attraverso i molti alti e bassi che la vita gli riserva. Amata per il suo dramma a basso impatto, Il colore delle magnolie (Sweet Magnolias) ha già accumulato una serie impressionante su Netflix.

La quarta stagione di Sweet Magnolias torna a Serenity e riprende l’ensemble dopo un breve salto temporale. Sebbene le solite storie d’amore, i colpi di scena e le svolte siano tutti presenti, le Magnolie iniziano anche a fare i conti con le loro vite in rapido cambiamento. Il finale della quarta stagione di Il colore delle magnolie (Sweet Magnolias) vede i personaggi principali tutti in posti nuovi (sia in senso letterale che figurato) e questo getta le basi per una quinta stagione altrettanto emozionante e unica. Sebbene l’intimità di Sweet Magnolias sia la sua principale attrattiva, la possibilità di cambiare ritmo potrebbe garantire il successo della quinta stagione.

Ultime notizie su Il colore delle magnolie – stagione 5

Netflix rinnova finalmente l’affascinante serie

Dopo mesi di incertezza sul futuro dello show, le ultime notizie confermano che Sweet Magnolias è stata rinnovata per la quinta stagione. Sebbene sembrasse altamente improbabile che Netflix cancellasse il dramma del Sud, i mesi passavano senza alcun aggiornamento positivo. Un post sul sito web della WGA suggeriva che la serie sarebbe tornata, ma la notizia non è mai stata confermata ufficialmente. Ora Netflix ha ordinato un’altra stagione di Il colore delle magnolie , anche se al momento non si sa molto sul suo ritorno.

La quinta stagione di Sweet Magnolias è confermata

Netflix ha rinnovato l’affascinante serie del Sud

Sebbene la quarta stagione di Il colore delle magnolie  abbia registrato una certa flessione nel numero totale di spettatori (almeno in base alla sua posizione nella classifica dei primi 10), lo show aveva ancora una forte presa sul pubblico. Pertanto, è stato sorprendente che Netflix abbia aspettato fino ad aprile per rinnovare Il colore delle magnolie  per la sua quinta stagione. La prossima stagione sarà composta da 10 episodi e la showrunner/produttrice esecutiva Sheryl J. Anderson tornerà al suo doppio ruolo.

La quarta stagione di Sweet Magnolias ha debuttato il 6 febbraio 2025.

Non è chiaro quando inizierà la produzione della quinta stagione, e Sweet Magnolias non è noto per mantenere un programma costante. È possibile che si prospetti un’attesa pluriennale: la serie ha trasmesso stagioni consecutive solo una volta dal suo debutto nel 2020. Questi ritardi potrebbero essere imputati alla pandemia COVID-19 e agli scioperi di Hollywood del 2023, che non saranno un fattore per la quinta stagione.

Dettagli sul cast della quinta stagione di Il colore delle magnolie

Chi torna a Serenity e chi se ne va nella quinta stagione?

Mentre il grande cast di Il colore delle magnolie  è forse il suo aspetto più forte, c’è un personaggio che non tornerà nella quinta stagione. Anche se ha avuto i suoi alti e bassi nel corso della prima manciata di stagioni, Bill Townsend (interpretato da Chris Klein) era senza dubbio parte del tessuto di Serenity, e la sua morte nella quarta stagione è stata davvero scioccante. Su una nota più leggera, è stato confermato il ritorno del trio di Magnolie: JoAnna Garcia Swisher nel ruolo di Maddie Townsend, Brooke Elliott in quello di Dana Sue Sullivan e Heather Headley in quello di Helen Decatur.

Sono attesi anche altri personaggi secondari, tra cui Anneliese Judge nel ruolo di Annie, che cerca ancora di portare avanti la sua relazione con Ty (Carson Rowland), nonostante le loro vite divergano su due strade diverse. Anche i coniugi dovrebbero tornare, con Erik (Dion Johnstone), lo spasimante di Helen, che finalmente le chiederà di sposarlo nella quarta stagione, e Ronnie (Brandon Quinn) che continuerà a frequentare Dana Sue dopo aver rinnovato i loro voti nella terza stagione. Il Cal Maddox di Justin Bruening ha sposato Maddie nella quarta stagione e si è impegnato con lei nonostante i suoi grandi cambiamenti di vita.

Dettagli sulla trama della stagione 5 di Il colore delle magnolie

Grandi cambiamenti in arrivo per le Magnolie

La quarta stagione di Il colore delle magnolie  aveva molto da recuperare e, dopo un salto temporale tra la terza e la quarta stagione, c’erano già alcuni grandi cambiamenti a Serenity. Tuttavia, man mano che le cose procedevano, nel finale di stagione si è delineato un quadro più chiaro delle potenziali trame della quinta stagione. Forse la questione più urgente che dovrà essere esplorata nella quinta stagione è il trasferimento di Maddie a New York. Le è stato offerto il lavoro della sua vita in uno studio di Manhattan e l’ha accettato. Questo contribuisce a realizzare le sue ambizioni di carriera, ma la porterà anche lontano da Serenity e dagli amici di sempre.

Questo aiuta a realizzare le sue ambizioni di carriera, ma la porterebbe anche lontano da Serenity e dai suoi amici di sempre.

Altrove, Dana si sta preparando per la sua nuova scuola di cucina e Helen sta finalmente iniziando a fare sul serio con Erik dopo la proposta di matrimonio. Un’altra grande domanda riguarda lo stato della relazione tra Annie e Ty, e sembra che i giovani piccioncini stiano prendendo strade diverse. Annie è stata accettata nella scuola dei suoi sogni in California, mentre la band di Ty sta per intraprendere un grande tour. Poiché Annie ha rifiutato l’offerta di Ty di andare in tournée, i due potrebbero cercare di far funzionare la cosa a distanza, oppure lasciarsi.

Con tutti i cambiamenti che stanno avvenendo intorno a Serenity, è chiaro che la quinta stagione di Il colore delle magnolie  potrebbe essere un nuovo capitolo della serie ed esplorare il mondo al di là della Carolina del Sud. La quinta stagione potrebbe seguire Annie in California e Maddie a New York, aprendo le porte a nuove amicizie (e forse anche ad amori) ai lati opposti del Paese. Questo non significa che non ci saranno sviluppi emozionanti anche in Serenity, ma la portata potrebbe espandersi nei prossimi episodi.

Il colore delle magnolie – Stagione 4, la spiegazione del finale: quel personaggio sta davvero lasciando Serenity?

Il finale della quarta stagione di Il colore delle magnolie (Sweet Magnolias) ha provocato una montagna russa di emozioni per Maddie, Helen e Dana Sue, tutte per motivi diversi, e ha delineato un futuro molto diverso per le Sweet Magnolias in una potenziale quinta stagione. Iniziata all’indomani delle dimissioni del sindaco di Serenity, la quarta stagione di Il colore delle magnolie (Sweet Magnolias) ha mostrato una nuova normalità per gli abitanti della cittadina della Carolina del Sud, di cui le vite personali e professionali di Helen, Dana Sue e Maddie facevano parte in modo massiccio. Il loro lavoro alla fondazione ha continuato a tenere unita la città in momenti felici e difficili, come hanno dimostrato gli sforzi di ricostruzione dopo la tempesta.

Il finale della quarta stagione di Il colore delle magnolie (Sweet Magnolias) è stato il culmine dei vari drammi della stagione, a partire dalla morte scioccante di Bill e dall’impatto che il suo funerale ha avuto su tutti gli abitanti di Serenity nel corso della quarta stagione, soprattutto attraverso sua madre Bonnie, che ha causato la sua parte di problemi.

Con la tempesta che arriva subito dopo e che finalmente riunisce Helen ed Erik, Serenity non ha avuto un momento di calma nella quarta stagione di Il colore delle magnolie (Sweet Magnolias). Tuttavia, gli sviluppi più importanti si sono concentrati sui percorsi che hanno portato Maddie, Dana Sue e Helen in direzioni opposte, mettendo alla prova la loro amicizia in modi nuovi nonostante il loro legame sia più forte che mai nella quarta stagione di Il colore delle magnolie (Sweet Magnolias).

Perché Maddie accetta l’offerta di lavoro lontano da Serenity

È il lavoro dei sogni di Maddie e tutti sono felici per la sua carriera

La più grande minaccia alla vita felice di Maddie, Dana Sue e Helen a Serenity è il nuovo lavoro di marketing di Maddie a Manhattan con una casa editrice indipendente. Maddie, che studia marketing ma non è in grado di utilizzare la sua laurea, è stata una storia chiave di Il colore delle magnolie (Sweet Magnolias) fin dalla prima stagione, in quanto Maddie ha messo in pausa la sua carriera per fare la casalinga. Per questo motivo è stato molto difficile rifiutare la proposta della casa editrice, soprattutto dopo che la stessa Maddie ha ammesso che la parte migliore del diventare autrice è stata la commercializzazione del suo libro.

Maddie era riluttante ad accettare l’offerta di lavoro perché l’avrebbe allontanata da Serenity, ma oltre a farla uscire dalla sua zona di comfort, l’avrebbe resa finalmente felice dal punto di vista professionale. L‘accettazione del cambiamento è stata al centro della quarta stagione di Il colore delle magnolie (Sweet Magnolias), con Dana Sue che ha dovuto accettare che i sogni di Annie la portassero via dal Serenity e la relazione tra Helen ed Erik che era abbastanza solida da essere disposta a superare qualsiasi tempesta potesse arrivare. Questo fa sì che Maddie accetti l’offerta di lavoro come unica scelta possibile, perché realizzerebbe il suo sogno, cosa a cui le Magnolie non si opporrebbero mai.

La storia d’amore tra Helen ed Erik sembra finalmente destinata a durare dopo la quarta stagione di Il colore delle magnolie

La vita sentimentale di Helen ha subito grandi sconvolgimenti dalla stagione 1 di Il colore delle magnolie (Sweet Magnolias), ma la sua chimica con Erik è sempre stata innegabile. All’inizio i due avevano cercato di esplorare i sentimenti romantici che provavano l’uno per l’altra, ma tra i problemi di Erik nell’andare avanti dopo la morte della moglie e il ritorno di Ryan, il primo amore di Helen, a Serenity, Helen ed Erik non hanno mai potuto dedicarsi completamente l’uno all’altra. Anche l’ inizio della stagione 4 diIl colore delle magnolie (Sweet Magnolias) sembrava allontanarli, con Helen che usciva con Alexander ed Erik che stava ancora con Genevieve, ma il finale della stagione ha finalmente fatto sbocciare il loro amore.

La relazione che [Helen ed Erik] hanno costruito è stata finalmente aperta e solidale, con i due che hanno riconosciuto i problemi che hanno dovuto affrontare e come questo li abbia resi partner migliori l’uno per l’altro.

La consapevolezza che le loro rispettive relazioni non erano le storie d’amore che volevano dalle loro vite ha convinto Helen ed Erik a rompere, nonostante non sapessero che entrambi avevano intenzione di farlo. Tuttavia, è stata Helen a rischiare la vita guidando nella tempesta che ha effettivamente riunito Helen ed Erik, che l’ha salvata da un albero abbattuto. La relazione che hanno costruito è stata finalmente aperta e solidale, con i due che hanno riconosciuto i problemi che hanno dovuto affrontare e come questo li ha resi partner migliori l’uno per l’altro, con il finale della quarta stagione che ha consolidato il loro legame con Erik che ha chiesto a Helen di sposarlo.

Perché Annie rifiuta l’offerta di Tyler di andare in tournée

Carson Rowland e Anneliese Judge in Il colore delle magnolie (Sweet Magnolias)

La quarta stagione di Il colore delle magnolie (Sweet Magnolias) ha visto anche un’altra coppia amata dai fan riunirsi finalmente dopo anni, con Ty che ha trovato il coraggio di ammettere i suoi sentimenti per Annie ad Halloween. Sebbene il loro incontro sia stato atteso per intere stagioni, è avvenuto in un momento particolarmente difficile per entrambi, poiché Annie era alle prese con le domande di ammissione al college e la band di Ty stava per partire per il tour. Questo ha fatto sì che Ty e Annie trascorressero i primi mesi di frequentazione separati e dopo una buona dose di sviluppi drammatici, visto che prima di partire Ty ha dovuto affrontare la morte del padre e la scoperta che Isaac era segretamente suo fratello.

Il ritorno a Serenity per Natale ha permesso a Ty di fare chiarezza su quello che voleva fosse il suo futuro, essendo fiducioso e felice per il suo tour in Europa in apertura di una band conosciuta durante il tour negli Stati Uniti. Tuttavia, chiedere ad Annie di mettere da parte i suoi sogni di fotografa per seguirlo in Europa è stato del tutto ingiusto e qualcosa che Ty avrebbe dovuto aspettarsi che Annie rifiutasse, conoscendo il suo entusiasmo per la scuola dei suoi sogni che aveva accettato la sua domanda. Il fatto che Ty sia stato lontano da Annie per la maggior parte del tempo in cui sono stati insieme rende comprensibile la sua richiesta, ma avrebbe potuto distruggere il loro rapporto se Annie avesse detto di sì.

Come Dana Sue e Ronnie hanno finalmente risolto i loro problemi e cosa significa per la quinta stagione

Dana Sue e Ronnie Il colore delle magnolie - stagione 4

La relazione tra Ronnie e Dana Sue era praticamente finita all’inizio di Il colore delle magnolie (Sweet Magnolias), quando i due si erano separati, ma pian piano avevano riconquistato la fiducia l’uno dell’altra ed erano tornati insieme, con la terza stagione di Sweet Magnolias che aveva permesso loro di celebrare i progressi fatti con il rinnovo delle promesse nuziali. La sorprendente morte di Bill ha comunque lasciato Ronnie alle prese con il problema di quale sarebbe stata la sua eredità dopo la sua morte, portando all’acquisto estemporaneo di una moto che ha ricordato a Dana Sue le volte in cui non poteva contare su Ronnie, cosa che l’ha portata a cacciarlo da Serenity.

Ronnie viene presentato solo nel finale della prima stagione, in Il colore delle magnolie (Sweet Magnolias), e la sua apparizione a sorpresa sottolinea quanto fosse grave la situazione tra lui e Dana Sue, che prima di allora lo aveva appena nominato.

Il superamento dei loro problemi nella stagione 3 di Sweet Magnolias ha dato una chance alla relazione tra Dana Sue e Ronnie, ma l’acquisto spontaneo di Ronnie ha fatto temere a Dana Sue il ritorno dei suoi peggiori impulsi nella stagione 4 di Il colore delle magnolie (Sweet Magnolias). La loro prima reazione di andare volontariamente in terapia con il pastore June ha dimostrato quanto sia migliorato il rapporto tra Dana Sue e Ronnie, che non hanno dovuto affrontare troppe prove e tribolazioni prima di decidere di capire la causa principale delle azioni di Ronnie, dimostrando che i problemi principali che incombevano su di loro erano finalmente risolti.

Come il finale della stagione 4 di Sweet Magnolias prepara la stagione 5

Il colore delle magnolie - stagione 4 finale

Anche se la quinta stagione di Il colore delle magnolie (Sweet Magnolias) non è ancora stata confermata, il finale della quarta stagione la rende estremamente diversa da tutte le stagioni precedenti. Infatti, con la scelta di Maddie di accettare un’offerta di lavoro che la porterà fuori da Serenity, la quinta stagione di Il colore delle magnolie potrebbe includere la prima volta che le Magnolie del titolo vivono separate l’una dall’altra e non tutte a Serenity. Il lavoro di Maddie che la porta a Manhattan significherebbe anche che tutti i Townsend del bar Ty si trasferirebbero con lei, insieme a Cal, lasciando intendere un futuro inaspettato per molti dei personaggi centrali di Il colore delle magnolie (Sweet Magnolias).

Il finale della quarta stagione di Il colore delle magnolie – Stagione 4 prevedeva anche la straziante separazione tra Ty e Annie, dopo che lui l’aveva spinta a unirsi a lui nel suo tour invece di andare al college dei suoi sogni, incrinando il loro rapporto e lasciando intendere che il loro futuro immediato nella quinta stagione sarebbe stato trascorso separati. Allo stesso tempo, il fidanzamento di Helen ed Erik nel finale della quarta stagione di Il colore delle magnolie indica anche che Serenity vedrà presto un altro matrimonio, rendendo le vite di Helen e Dana Sue particolarmente impegnate nella loro città natale, dato che probabilmente saranno entrambe coinvolte nell’organizzazione della cerimonia di Helen ed Erik.

Il colore delle magnolie – Stagione 3: data di uscita, trailer e tutto quello che sappiamo

Netflix ha ufficialmente ordinato la terza stagione di Il colore delle magnolie (Sweet Magnolias) e il prossimo capitolo della popolare serie drammatica sarà presto disponibile sul servizio di streaming. La seconda stagione della serie drammatica ambientata nel sud del mondo è stata trasmessa il 4 febbraio 2022 e il cast della seconda stagione di Il colore delle magnolie ha visto il ritorno di JoAnna Garcia Swisher nel ruolo di Maddie Townsend, Heather Headley in quello di Helen Decatur e Brooke Elliott nel ruolo di Dana Sue Sullivan. Dal momento che il finale si è concluso con molte domande rimaste senza risposta, senza dubbio molti spettatori si stanno chiedendo cosa aspettarsi e quando vedere la terza stagione diIl colore delle magnolie.

Ambientata nella Carolina del Sud, Il colore delle magnolie di Netflix è basata sui romanzi Sweet Magnolias di Sherryl Woods. La serie di Netflix si concentra sulla vita di queste tre amiche di una vita che vivono a Serenity, nella Carolina del Sud. Mentre la prima stagione si è conclusa con un grosso cliffhanger, la seconda stagione di Il colore delle magnolie offre invece diversi colpi di scena individuali per più personaggi, preparando storie emozionanti per la terza stagione di Il colore delle magnolie. I fan di Il colore delle magnolie hanno dovuto aspettare due anni per scoprire chi era in macchina con Kyle nel finale della prima stagione. Fortunatamente, la storia non si ripete e il pubblico dovrà aspettare solo poco più di un anno per la terza stagione di Il colore delle magnolie.

Le ultime notizie sulla stagione 3 di Il colore delle magnolie

Le ultime notizie sulla terza stagione di Il colore delle magnolie vedono il prossimo capitolo delle storie di Maddie, Helen e Dana Sue ottenere una data di messa in onda. La data di uscita della terza stagione di Il colore delle magnolie si sta avvicinando rapidamente: Netflix ha promesso di far debuttare il terzo capitolo il 20 luglio 2023. Il colosso dello streaming seguirà la tendenza a rilasciare l’intera stagione in un’unica soluzione, anziché distribuire gli episodi uno alla volta. Ciò significa che tutti e 10 gli episodi della stagione 3 di Il colore delle magnolie, della durata di un’ora, saranno disponibili il 20 luglio.

Data di uscita di Il colore delle magnolie – Stagione 3

La terza stagione di Il colore delle magnolie è stata confermata e la prossima puntata ha finalmente una data di uscita. La terza stagione di Il colore delle magnolie debutterà su Netflix giovedì 20 luglio 2023, dando al pubblico l’intero fine settimana per godersi tutti i 10 episodi della durata di un’ora. Netflix ha annunciato la data di uscita ufficiale a maggio (via Deadline) e ha rilasciato alcune foto in anteprima per accompagnare la notizia. Gli spettatori non hanno dovuto aspettare a lungo perché la terza stagione di Il colore delle magnolie fosse confermata dal colosso dello streaming, dato che Netflix ha ufficialmente rinnovato la serie TV nel maggio del 2022, appena due mesi dopo la première della seconda stagione.

Il cast della terza stagione di Sweet Magnolias

Molti attori di Sweet Magnolias riprenderanno i loro ruoli per la terza stagione, tranne uno. Il cast della terza stagione di Il colore delle magnolie vedrà il ritorno delle tre protagoniste principali, JoAnna Garcia Swisher(Reba) nel ruolo di Maddie Townsend, Heather Headley(Il Re Leone) nel ruolo di Helen Decatur e Brooke Elliott(Drop Dead Diva) nel ruolo di Dana Sue Sullivan. Inoltre, Chris Klein(American Pie) riprenderà il ruolo dell’ex marito fannullone di Maddie, Bill, così come gli attori che interpretano i loro tre figli, Kyle, stella del baseball, di Logan Allen(Bernie the Dolphin), Ty, amante del teatro, di Carson Rowland(Pretty Little Liars) e Katie, di Bianca Berry Tarantino(Swamp Thing).

Anneliese Judge(Dov’è Rose) torna nel cast della terza stagione di Il colore delle magnolie nel ruolo di Annie, la figlia di Dana Sue, e lo stesso vale per Cal Maddox di Justin Bruening(Grey’s Anatomy), ex allenatore di baseball di Kyle e interesse amoroso di Maddie. Jamie Lynn Spears(Zoey 101) interpreterà ancora una volta Noreen, l’amante di Bill, e nonostante il mistero della paternità di Isaac sia stato risolto, ci saranno sicuramente altri drammi, dato che Chris Medlin(Diana) interpreterà ancora una volta Isaac. Infine, ritorna il sous chef di Dana Sue, Erik, interpretato da Dion Johnstone(The Tempest). Purtroppo, Cindy Karr non farà parte del cast della terza stagione di Il colore delle magnolie nel ruolo di Miss Frances, perché il suo personaggio è morto nella seconda stagione.

Di cosa potrebbe parlare la trama di Il colore delle magnolie Stagione 3

Senza dubbio la storia della terza stagione di Il colore delle magnolie sarà caratterizzata da drammi, segreti nascosti e più romanticismo. Si spera che gli spettatori scoprano l’identità di chi possiede l’account Instagram Serenity Secrets e del nuovo misterioso personaggio che entra in gioco nell’episodio finale della seconda stagione. Nuove relazioni saranno esplorate, altri segreti saranno rivelati e i personaggi principali dovranno affrontare le ripercussioni nella terza stagione di Il colore delle magnolie. Per cominciare, Maddie dovrà capire cosa fare con i problemi di rabbia di Cal dopo essere stato arrestato per una rissa da Sullivan e aver perso il lavoro.

Helen, reduce dal dolore di un aborto spontaneo, è divisa tra le migliori storie d’amore di Sweet Magnolias : è costretta a scegliere tra Erik e il suo ex Ryan quando questi le chiede improvvisamente di sposarlo nel finale della seconda stagione. Nel frattempo, Dana Sue e suo marito Ronnie si sono ufficialmente riconciliati, ma lei riceverà un assegno inaspettato a un certo punto della storia della terza stagione di Il colore delle magnolie, che la porterà a chiedersi come aiutare al meglio Serenity mantenendo intatta la sua fragile famiglia. Ci sono altre rivelazioni da esplorare, come il fatto che Bill sia il padre di Isaac e l’impatto della morte di Frances. In ogni caso, la terza stagione di Il colore delle magnolie sembra destinata a decuplicare il dramma.

Trailer della terza stagione di Il colore delle magnolie

Il trailer della terza stagione di Il colore delle magnolie è stato pubblicato a poche settimane dalla data di uscita del film, e ha anticipato alcune delle trame che caratterizzeranno il prossimo episodio. Il trailer sottolinea innanzitutto il tema principale dello show: l’amicizia. Mentre le storie d’amore, le carriere e le vite dei loro figli guidano la narrazione, la terza stagione di Il colore delle magnolie continua a dare la massima importanza all’amicizia tra Helen, Maddie e Dana Sue. Sebbene il trailer riveli pochi segreti sulla storia di Il colore delle magnolie – stagione 3, dà agli spettatori un primo sguardo a dove si troveranno i personaggi quando inizierà il prossimo capitolo della storia.

Il trailer della terza stagione di Il colore delle magnolie inizia con un’eterna dichiarazione di amicizia tra i tre protagonisti, prima di lanciarsi nelle lotte che dovranno affrontare. Cal e Maddie si ricongiungono dopo l’arresto di lui, con il primo che dice alla seconda che non intende fare del male alle persone, ma finisce sempre per accadere. La scena si sposta poi su Helen, combattuta tra la scelta di Ryan e quella di Erik, che dice a Ryan che deve impegnarsi a rimanere a Serenity perché le cose tra loro funzionino. Dana Sue e Ronnie sembrano andare d’amore e d’accordo, ma il misterioso personaggio del finale della seconda stagione di Steel Magnolias ha qualche legame con Dana Sue, che sembra essere deleterio.

Il Colore della Libertà, il trailer del film con Lucas Till

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Il Colore della Libertà, il trailer del film con Lucas Till

Ecco il trailer di Il Colore della Libertà, l’ultimo film del regista candidato all’Oscar Barry Alexander Brown con la produzione esecutiva di Spike Lee, che vede nel cast: Lucas Till, Lucy Hale, Cedric The Entertainer e Brian Dennehy. Tratto dal libro di memorie di Bob Zellner, il film racconta la storia vera del movimento per i diritti civili degli anni ’60.

Tratto dal celebre libro di memorie The Wrong Side of Murder Creek: A White Southerner in the Freedom Movement di Bob Zellner e Constance Curry, Il Colore della Libertà ripercorre alcuni degli anni più bui della storia degli Stati Uniti, quelli della ferocia del Ku Klux Klan e delle battaglie fondamentali per la fine della segregazione razziale.

Il Colore della Libertà, la trama

Ambientato negli anni ’60, la pellicola offre un ritratto reale e coraggioso del giovane Bob Zellner, nipote di un membro della setta razzista (interpretato dal talentuosissimo Lucas Till) che si ritrova, suo malgrado, a dover scegliere ad un certo punto della sua vita da che parte della storia voler stare.

Il regista schiva con audacia gli stereotipi narrativi anglosassoni del “giovane bianco” che si erge a paladino, restituendo un ritratto crudo e reale, fatto anche di contraddizioni e inquietudini, di un giovane che si ritrova a fare i conti con un risveglio morale del tutto inaspettato e per cui dovrà scontrarsi anche con gli affetti a lui più cari. Nel film le storie dei singoli personaggi si incontrano e si alternano con immagini di repertorio, in cui si riconosce in modo inequivocabile il percorso decennale del regista al fianco di Spike Lee come suo montatore. Barry Alexander Brown riesce, così, a restituire con estrema verosimiglianza tutte le assurdità e le crudeltà degli Stati del Sud di quegli anni – le stesse che, purtroppo, ancora oggi vengono denunciate dal movimento di Black Lives Matter – mostrandosi come un vero e proprio “grido di rivolta”, un monito a non dimenticare il passato, a continuare a raccontare un pezzo di storia che oggi più che mai è di grande attualità.

Il Colore della Libertà al cinema il 2 dicembre

Il Colore della Libertà al cinema il 2 dicembre

Debutterà  2 dicembre con Notorious Pictures, Il Colore della Libertà, l’ultimo film del regista candidato all’Oscar Barry Alexander Brown con la produzione esecutiva di Spike Lee, che vede nel cast: Lucas Till, Lucy Hale, Cedric The Entertainer e Brian Dennehy. Tratto dal libro di memorie di Bob Zellner, il film racconta la storia vera del movimento per i diritti civili degli anni ’60.

Tratto dal celebre libro di memorie The Wrong Side of Murder Creek: A White Southerner in the Freedom Movement di Bob Zellner e Constance Curry, Il Colore della Libertà ripercorre alcuni degli anni più bui della storia degli Stati Uniti, quelli della ferocia del Ku Klux Klan e delle battaglie fondamentali per la fine della segregazione razziale.

Il Colore della Libertà, la trama

Ambientato negli anni ’60, la pellicola offre un ritratto reale e coraggioso del giovane Bob Zellner, nipote di un membro della setta razzista (interpretato dal talentuosissimo Lucas Till) che si ritrova, suo malgrado, a dover scegliere ad un certo punto della sua vita da che parte della storia voler stare.

Il regista schiva con audacia gli stereotipi narrativi anglosassoni del “giovane bianco” che si erge a paladino, restituendo un ritratto crudo e reale, fatto anche di contraddizioni e inquietudini, di un giovane che si ritrova a fare i conti con un risveglio morale del tutto inaspettato e per cui dovrà scontrarsi anche con gli affetti a lui più cari. Nel film le storie dei singoli personaggi si incontrano e si alternano con immagini di repertorio, in cui si riconosce in modo inequivocabile il percorso decennale del regista al fianco di Spike Lee come suo montatore. Barry Alexander Brown riesce, così, a restituire con estrema verosimiglianza tutte le assurdità e le crudeltà degli Stati del Sud di quegli anni – le stesse che, purtroppo, ancora oggi vengono denunciate dal movimento di Black Lives Matter – mostrandosi come un vero e proprio “grido di rivolta”, un monito a non dimenticare il passato, a continuare a raccontare un pezzo di storia che oggi più che mai è di grande attualità.

Il colore del melograno: il film diretto da Sergej Paradjanov

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Il colore del melograno: il film diretto da Sergej Paradjanov

Il colore del melograno (Sayat Nova) (Brotseulis kvaviloba-Sayat Nova) è il film del 1968 diretto da Sergej Paradjanov

Nel tempio del cinema vi sono immagini, luci, realtà. Paradjanov
È stato il maestro di questo tempio
.”
Jean-Luc Godard

Il colore del melograno (Sayat Nova)
(Brotseulis kvaviloba-Sayat Nova)
Anno: 1968
Diretto da: Sergej Paradjanov
Con: Sofiko Chiaureli, Melkon Aleksanyan, Vilen Glastyan, Georgi Gegechkory.

Sinossi: Il film è la biografia di Sayat Nova, poeta armeno del XVIII secolo, ma la sua vita non è qui raccontata in maniera tradizionale, bensì attraverso dei tableaux che ne rievocano in maniera metaforica e surreale le varie fasi: infanzia e adolescenza, servizio del principe e amore proibito per la di lui figlia, convento e morte per mano dei soldati persiani di Agha Mohammed Khan.

Analisi: Ci sono molti modi per raccontare una storia. E poi, chi dice che al cinema si debbano solo raccontare delle storie o raccontarle in un certo modo? Si pensa, per tradizione consolidata, a un film che sia articolato come racconto, come prosa narrativa. Ma ci sono anche film che ricordano più le enciclopedie (Greenaway), e c’era chi, come Pasolini, tra il ’65 e il ’71 parlava di un cinema di poesia.

Il colore del melograno

Questo film del georgiano di origini armene Sergej Paradjanov è probabilmente un esempio di cinema di poesia.

Sayat Nova è considerato il maggiore poeta armeno (ma si dovrebbe piuttosto parlare di “ashug”, qualcosa di simile a un trovatore), e il film si ripropone di visualizzarne (più che narrarne) la vita facendo ricorso al simbolismo e alla metafora, utilizzando, cioè, dei procedimenti tipici del linguaggio poetico.

In una delle prime sequenze vediamo il poeta bambino che, affascinato dai libri, ne dispone a centinaia sui tetti di un convento, per poi su questi stessi tetti distendersi e spalancare le braccia come in una crocifissione: è già una prefigurazione metaforica del suo futuro martirio. Ancora, vedere la mano di Sayat Nova bambino “schiacciata” tra due libri mentre un prete gli raccomanda di leggere per la gente, è il correlativo oggettivo della poesia come missione e come fardello.

Quando, nella prima parte del film, ci viene mostrata l’infanzia di Sayat, essa è introdotta da una didascalia con una citazione del poeta, che recita: “Dai colori e dagli aromi di questo mondo, la mia fanciullezza trasse una lira da poeta, e me la offrì”. I riti religiosi, il lavoro dei tintori e quello dei monaci bibliotecari,  il riposo nei bagni pubblici: tutto ciò è mostrato come manifestazione del mondo coi suoi colori agli occhi del poeta bambino.

Per tutto il film, Paradjanov ci mostra direttamente “i colori e gli aromi” di quel mondo fisico che dovette alimentare l’ispirazione poetica di Sayat Nova, e lo fa senza utilizzare una logica discorsiva o narrativa in senso classico, preferendo piuttosto fare poco ricorso alla parola e tentando di dare corpi e immagini visive a quelle sensazioni che la poesia può evocare.

Anche l’amore tra il poeta e la figlia del principe è reso in chiave simbolica, attraverso sguardi e gesti ripetuti lentamente come in un rituale, così come la morte del poeta (che avvenne per mano di soldati persiani), è resa attraverso una sequenza di gesti e l’immagine di Sayat disteso sul pavimento attorniato da candele su cui scendono dei galli che svolazzando si bruciano.

Ho scritto più sopra “rituale”. È questa l’impressione dominante che si ha quando si guarda questo film: quella di trovarsi di fronte a un rituale in cui ogni gesto sembra ispirato da un processo profondo, ogni azione è in sé altamente simbolica di una qualche altra realtà che la precede, e il gesto fisico è spiritualizzato.

Ciò avvicina la modalità di rappresentazione di questo film a quella del teatro No giapponese, mentre le inquadrature, frontali e a macchina da presa fissa, sembrano riportare alle illustrazioni medioevali piatte e senza prospettiva, in cui corpi e oggetti sono collocati in una dimensione altra, in uno spazio non percepibile, come sospeso e onirico.

Non stupisce che un film del genere, in cui domina una componente spirituale e un approccio surreale alle tradizioni culturali del popolo armeno, sia dispiaciuto, alla sua uscita, ai burocrati e ai potenti di quella che allora (1968) si chiamava URSS. Il governo sovietico (che obbligò tra l’altro il regista a modificare il titolo originario “Sayat Nova” in Il colore del melograno) esercitò infatti notevoli pressioni sull’artista Paradjanov, accusandolo di aver deviato enormemente dai canoni del realismo socialista, per poi condannare anche l’uomo a cinque anni in un campo di riabilitazione con l’accusa di omosessualità e furto. Contro la condanna si mossero alcuni artisti e colleghi registi, e Paradjanov fu liberato, ma gli fu negato, per alcuni anni, di dirigere altri film.

Attualmente, Il colore del melograno amatissimo per la sua forza visionaria da molti cineasti tra cui Fellini e Tarkovskij, è difficilmente reperibile, fatte salve le edizioni in DVD della Ruscico e della Kino.

Forse che agli artisti che in vita hanno scontato l’oppressione della censura e le pressioni dei burocrati, tocchi anche affrontare, dopo morti, la beffa di un mercato che si dice libero e invece ha vincoli particolarmente restrittivi?

Allora quest’opera, come altri invisibili, sconta lo stesso destino del poeta bambino, consapevole che la poesia è bellissima missione, ma anche fardello e martirio, e conferma che i veri poeti, anche quelli dello schermo, sono quelli scomodi anche dopo tanto tempo.

 

Il collezionista: la spiegazione del finale del film con Morgan Freeman

Gli anni Novanta sono stati particolarmente importanti per il genere thriller, che ha durante questi visto riformulare i propri canoni e i limiti versi cui spingersi sempre di più. Titoli come Seven, Copycat, Il fuggitivo, Il cliente o Il rapporto Pelican sono solo alcuni esempi delle tante declinazioni che questo genere ha assunto nel tempo. Un altro celebre film di questo genere è Il collezionista, diretto nel 1997 da e basato sull’omonimo romanzo poliziesco dello scrittore statunitense James Patterson.

Si tratta del primo adattamento cinematografico dei suoi romanzi dedicati al criminologo Alex Cross, a cui seguiranno Nella morsa del ragno, ed il prequel Alex Cross – La memoria del killer. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Il collezionista. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama e il cast di Il collezionista

Protagonista del film è Alex Cross, psicologo e criminologo per conto della polizia, che sta cercando da giorni sua nipote misteriosamente scomparsa. Sebbene Hatflied, a capo delle indagini, e gli agenti Nick e Davey, non siano d’accordo con l’intromissione dell’uomo, ritenendolo inopportuno e di intralcio, Alex va comunque con loro nel South Carolina, dove è stata ricoverata una donna sopravvissuta a un maniaco conosciuto come Casanova. La vittima si chiama Kate McTiernan, una giovane dottoressa determinata e coraggiosa.

La donna era stata rapita all’interno del suo appartamento da un uomo detto “il collezionista”, soprannominato così perché solito sequestrare e collezionare bellissime donne. Riuscita a fuggire dal luogo in cui egli tiene tutte le sue prede, Kate può ora essere fondamentale per Alex per scoprire qualcosa di più su questo collezionista, che ritiene responsabile anche della sparizione di sua nipote. La coppia comincia a mettere insieme numerosi indizi, ma quello che arrivano a scoprire li spiazzerà completamente, mettendoli entrambi in grave pericolo.

Il collezionista trama
Morgan Freeman e Bill Nunn in Il collezionista. © 1997 Paramount Pictures

Nel ruolo di Alex Cross vi è l’attore Morgan Freeman, che ha ottenuto la parte dopo che Denzel Washington vi ha rinunciato per via di altri impegni. Ad interpretare Kate McTiernan vi è l’attrice Ashley Judd, nota anche per i thriller Colpevole d’innocenza e High Crimes – Crimini di Stato. L’attrice ha preso lezioni di kick-boxing prima di girare il film e ha insistito per fare molti dei suoi stunt. Completano il cast Cary Elwes nel ruolo del detective Nick Ruskin, Alex McArthur in quello del detective Davey Sikes, Brian Cox nel ruolo di Hatfield e Tony Goldwyn in quello di Dr. William Rudolph.

La spiegazione del finale

Alex scopre, con l’aiuto del PDR, che a Kate è stato somministrato un farmaco chiamato Sistol. Scopre che un chirurgo plastico di nome Will Rudolph ha ordinato un sacco di Sistol due anni fa. Ma la parte intrigante è che l’uso del Sistol per la chirurgia plastica è vietato. Lui rivela di averlo ordinato con l’intento di curare la leucemia. Ma, in un posto piccolo, ordinare una quantità così grande di Sistol fa sì che Alex dubiti ancora di più di Rudolph e si convince che sia lui stesso Casanova o che possa condurli a Casanova.

Cominciano così a seguirlo senza avvisare la polizia di Durham. Lo seguono fino ad un pub, dove Rudolph viene visto parlare con una giovane donna. Nel modo in cui si approccia a lei, Kate riconosce l’uomo con cui ha a sua volta interagito e conferma che si tratta di Casanova. Rudolph, però, riesce a sfuggire ai due, arrivando anche a ferire Alex. Per quest’ultimo e Kate diventa allora vitale individuare il luogo dove vengono tenute prigioniere le donne rapire.

Il collezionista Ashley Judd Morgan Freeman
Morgan Freeman, Ashley Judd e Richard T. Jones in Il collezionista. © 1997 Paramount Pictures

Nel frattempo, Rudolph giunge proprio in tale ambiente segreto, dove si scopre che però non è lui Casanova, ma ne è il complice. I due iniziano a litigare e Casanova spara un proiettile in direzione di Rudolph, anche se solo per minacciarlo. Il suono viene però udito da Alex, trova davanti ad uno degli ingressi che conducono alla grotta. Entratovi, riesce finalmente a catturare Rudolph e a liberare le ragazze, anche se Casanova riesce a sfuggirgli.

Alex può dunque riabbracciare sua nipote e ora che tutto sembra quasi finito, Kate lo invita a casa sua per cena. Nella sua stanza d’albergo, Alex trova però improvvisamente delle somiglianze tra il messaggio scritto a mano da Casanova e la firma del detective Nick Ruskin. Nel frattempo, Nick è venuto a completare il suo cerchio uccidendo Kate. Scopriamo così che Casanova è il detective Nick Ruskin. Kate non conosce la sua vera identità e lo accoglie a casa.

Ben presto, però, capisce che Nick è l’assassino, poiché inizia a parlare in modo molto simile al vero Casanova. Proprio nel momento in cui Nick sta per far saltare in aria l’appartamento sfruttando una fuga di gas, Alex arriva sul luogo e gli spara usando una busta del latte in modo che lo scoppio non faccia esplodere la casa. Alla fine, Casanova muore dunque tra le mani di Alex mentre va ad abbracciare Kate, che sta ancora tremando di paura per il suo secondo scontro con l’assassino.

Il trailer di Il collezionista e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Il collezionista grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple TV, Prime Video, Paramount+ e Netflix. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video.

Il collezionista di ossa: libro, trama e cast del film con Denzel Washington

Nel lungo elenco dei thriller più celebri degli anni Novanta si ritrova anche Il collezionista di ossa, uscito in sala nel 1997 per la regia di Phillip Noyce, autore già affermatosi grazie ad altre note pellicole di questo genere. La storia ruota qui intorno ad un misterioso serial killer con un modo molto personale di uccidere, mentre il protagonista Lincoln Rhyme dovrà risolvere il caso prima che sia troppo tardi. Il personaggio del criminologo Rhyme viene qui adattato per la prima volta per il grande schermo dopo essere diventato particolarmente celebre nel mondo letterario.

Il personaggio nasce infatti dalla penna dell’acclamato scrittore Jeffrey Deaver, che ha costruito proprio sul Ciclo di Lincoln Rhyme e Amelia Sachs la sua grande fortuna. Dal 1997 ad oggi, questo si compone di ben 16 romanzi, grazie ai quali si è consolidata la fama del personaggio. Da subito gli studios si sono interessati a realizzare un film sul primo di questi libri, e con il supporto della Universal ciò è divenuto una realtà in breve tempo. Avvalsosi di alcuni tra gli attori più in voga al momento, Il collezionista di ossa ha così raggiunto le sale, accolto con grande entusiasmo.

Pur ricevendo recensioni contrastanti, il film riuscì infatti ad affermarsi al box office, dove ottenne un buon risultato. A fronte di un budget di circa 48 milioni di dollari, il titolo arrivò infatti ad incassarne circa 151 in tutto il mondo. Meritevole di essere riscoperto ancora oggi, tanto per le sue grandi interpretazioni quanto per l’intreccio del mistero lo anima, Il collezionista di ossa presenta diverse curiosità da scoprire prima di una nuova visione. Di seguito si approfondiranno dunque queste, come anche le piattaforme streaming dove è possibile trovare e rivedere comodamente il film.

Il collezionista di ossa: la trama del film

Protagonista del film è il detective Lincoln Rhyme, uno dei migliori criminologhi di tutta New York. Nel corso della sua carriera ha infatti risolto numerosi complessi casi grazie alla sua acuta capacità di osservazione. All’attività sul campo ha poi unito anche quella di scrittore, divenendo un affermato autore di best seller di genere crime, nei quali riversa molte delle sue esperienze professionali. La sua bella vita si infrange però improvvisamente nel momento in cui a causa di un incidente si ritrova paralizzato alle braccia e alle gambe. Tale nuova situazione getta Rhyme in uno stato di profondo sconforto, portandolo a decidere di voler ricorrere al suicidio per porre fine ai suoi dolori.

A fermare il detective dal compiere il gesto estremo arriva però un improvviso caso, che per complessità sembra fatto apposta per Rhyme. A proporlo al criminologo è la poliziotta Amelia Donaghy, la quale gli chiede di aiutarla nella risoluzione di quella che è a tutti gli effetti una scia di omicidi ad opera di uno stesso serial killer. Pur se inizialmente riluttante, Rhyme finisce con l’accettare, e la collaborazione tra i due porta alla scoperta di nuovi dettagli che stringono la cerchia dei sospettati. In breve, i due individuano il modus operandi dell’assassino, al quale però manca ancora un volto. Ciò che Rhyme non sa, però, è che questo prevede come gran finale una vittima a loro ben nota. Arrivare alla risoluzione del caso quanto prima sarà l’unico modo per impedire che il delitto si compia.

Il collezionista di ossa cast

Il collezionista di ossa: il cast del film

Per conquistare ulteriormente l’attenzione degli spettatori, i produttori del film si avvalsero della partecipazione di alcuni celebri interpreti di Hollywood per i ruoli principali. Al premio Oscar Denzel Washington è stato infatti assegnato il ruolo del detective Lincoln Rhyme. Un personaggio per il quale l’attore si è preparato leggendo diversi dei romanzi di Deaver, studiandone caratteristiche e personalità. Documentatosi anche per quanto riguarda il mestiere del criminologo, l’attore ha avuto modo di rendere ulteriormente realistica e credibile la propria interpretazione del personaggio. Accanto a lui, nel ruolo di Amelia Donaghy vi è invece Angelina Jolie. Oggi acclamata e popolare, all’epoca del film la Jolie non era ancora particolarmente nota, e fu proprio Il collezionista di ossa a farle guadagnare ulteriore notorietà.

Nel film si ritrova poi l’attore Michael Rooker, oggi noto per il ruolo di Yondu in Guardiani della Galassia, e qui impegnato ad interpretare il ruolo dell’incompetente detective Howard Cheney, subentrato a Rhyme in seguito all’incidente di questi. La celebre attrice e cantante Queen Latifah, apprezzata in particolare nel film Chicago, dà qui vita all’infermiera di Rhyme, Thelma. Gli attori Mike McGlone e Ed O’Neill, quest’ultimo noto per il ruolo di Jay in Modern Family, interpretato invece i detective Kenny Solomon e Paulie Sellitto. Luiz Guzman, celebre caratterista di Hollywood, ricopre invece il ruolo del detective Eddie Ortiz. L’attore Bobby Cannavale veste qui i panni di Steve, fidanzato di Amelia. Infine, l’attore Leland Orser, divenuto celebre per essere una delle vittime del thriller Seven, ricopre qui il ruolo di Richard Thompson, responsabile della manutenzione delle macchine di Rhyme.

Il collezionista di ossa: il trailer e dove vedere il film in streaming

Gli appassionati del film possono fruirne grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Il collezionista di ossa è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play e Apple iTunes. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film verrà inoltre trasmesso in televisione sabato 14 novembre alle ore 21:30 sul canale TV8.

Fonte: IMDb

Il collezionista di carte, recensione del film di Paul Schrader

Il collezionista di carte, recensione del film di Paul Schrader

Definito sul red carpet il King of Venice vista la massiccia presenza di suoi lavori al festival (oltre al film in concorso anche Dune e la serie HBO Scenes from a Marriage) Oscar Isaac ha cominciato questa sua avventura al Lido come protagonista del film The Card Counter di Paul Schrader, distribuito in Italia in 232 sale cinematografiche a partire dal 3 settembre con il titolo più ridondante de Il Collezionista di Carte. Il film prodotto da Martin Scorsese, conserva il carattere duro e deciso dei precedenti film di Schrader e si concentra su pochi personaggi mostrandocene le varie sfaccettature. Il passato e i fantasmi che in esso si tentano di seppellire, un po’ i Leitmotive di questa mostra, sono centrali anche nella sceneggiatura di The Card Counter.

Il collezionista di carte, la trama

William “Tell” Tillich, Oscar Isaac per l’appunto, è un ex detenuto che mantenendo un basso profilo e “accontentandosi” di vincere piccole somme passa le sue giornate in solitaria spostandosi da un casinò all’altro giocando a Black Jack e contando le carte.

Vive nelle camere dei motel che, di volta in volta cambia, come un fantasma senza lasciare traccia. Nonostante i suoi tentativi di passare inosservato, viene però notato da La Linda (Tiffany Haddish) una donna che si occupa di mettere in contatto giocatori di poker promettenti con possibili investitori ma declina l’offerta.

Un giorno in uno dei tanti casinò dove sta giocando Tell si imbatte in un seminario sulla sicurezza tenuto dal maggiore John Gordo (Willem Dafoe), sua vecchia conoscenza, e le cose cambieranno. A quel punto il giocatore sarà costretto a richiamare La Linda e ad accettare la sua proposta per provare a chiudere i conti con il suo vissuto aiutando un ragazzo (Tye Sheridan) che condivide con lui, anche se indirettamente, un’esperienza traumatica.

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Oscar Isaac stars as William Tell in THE CARD COUNTER, a Focus Features release.
Credit: Courtesy of Focus Features

Solida regia e ottimo ritmo

La regia di Paul Schrader è solida e ritmata, il film coinvolge e intrattiene ma allo stesso tempo prende una chiara posizione politica e mette in luce un vergognoso fatto della storia recente troppo presto ripiombato nell’ombra.

Il passato del protagonista ci viene svelato tramite l’uso del flashback che attraverso le orchestrazioni messe in atto dalla regia di Schrader trascineranno visivamente anche lo spettatore nel vortice dei ricordi favorendo maggiormente la comprensione dei motivi che spingono il personaggio ad agire e i sensi di colpa che lo tormentano.

Chi correrà al cinema aspettandosi un film sul gioco della carte sul modello di 21 di Robert Luketic rimarrà sicuramente deluso, non è quella l’intenzione di Schrader che sfrutta un’ambientazione accattivante per raccontare la sua storia, ciò risulta ancora più chiaro nelle fasi finali del film in cui la partita più importante da giocare sarà quella lontana dal tavolo. Isaac regala un’interpretazione credibile e suadente, di concerto con il resto del cast ben amalgamato. 

Il collezionista di carte, dal 3 settembre al cinema. Ecco il trailer

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Lucky Red è lieta di annunciare l’arrivo nelle sale cinematografiche dal 3 settembre de Il collezionista di carte, scritto e diretto da Paul Schrader con Oscar Isaac, Tye Sheridan, Tiffany Haddish e Willem Dafoe.

Il film sarà presentato in concorso alla 78. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.

La trama de Il collezionista di carte

Dei fantasmi del passato non ci si libera così facilmente. Prodotto da Martin Scorsese e in concorso al Festival di Venezia, il nuovo film di Paul Schrader vede Oscar Isaac nel ruolo di William Tell, un ex militare che vive come giocatore d’azzardo professionista e attira l’interesse di una misteriosa finanziatrice.

La vita ordinaria di Tell viene però sconvolta dall’incontro con Kirk (Tye Sheridan), un giovane in cerca di vendetta contro un nemico comune.

Il Colibrì: trailer del film con Pierfrancesco Favino

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Il Colibrì: trailer del film con Pierfrancesco Favino

Guarda il trailer del film Il Colibrì di Francesca Archibugi scritto da Laura Paolucci, Francesco Piccolo e Francesca Archibugi, tratto dall’omonimo romanzo di Sandro Veronesi Premio Strega 2020 edito da La Nave di Teseo, è interpretato da Pierfrancesco Favino, Kasia Smutniak, Berenice Bejo, Nanni Moretti, Laura Morante, Sergio Albelli, Benedetta Porcaroli, Massimo Ceccherini, Alessandro Tedeschi, Fotiní Peluso, Francesco Centorame, Pietro Ragusa, Valeria Cavalli.

Il Colibrì è prodotto da Domenico Procacci per Fandango con Rai Cinema e co-prodotto da Anne-Dominique Toussaint per Les Films des Tournelles – Orange Studio e sarà nelle sale dal 14 ottobre distribuito da 01 Distribution. Sui titoli di coda del film, la cui colonna sonora è firmata da Battista Lena, e nel trailer, un brano inedito di Sergio Endrigo e Riccardo Sinigallia dal titolo “Caro amore lontanissimo”. Un capolavoro ritrovato dal prezioso catalogo editoriale di Sugarmusic, in collaborazione con Concertone, che Claudia Endrigo, figlia del grande cantautore, ha voluto affidare unicamente alla voce di Marco Mengoni. Le vendite internazionali de Il Colibrì sono a cura di Fandango Sales.

Il Colibrì: le prime foto dal set con Pierfrancesco Favino

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Il Colibrì: le prime foto dal set con Pierfrancesco Favino

Sono iniziate le riprese de Il Colibrì, film di Francesca Archibugi, prodotto da Domenico Procacci, una produzione Fandango con Rai Cinema  e tratto dal romanzo di Sandro Veronesi vincitore del Premio Strega 2020.

Nel cast di Il Colibrì a interpretare il protagonista Marco Carrera, il “Colibrì”, Pierfrancesco Favino, Nanni Moretti nel ruolo dello psicoanalista Carradori e Kasia Smutniak in quello di Marina Molitor. Nel ruolo di Luisa Lattes, il grande amore di Marco Carrera, Berenice Bejo. Laura Morante e Sergio Albelli sono i genitori di Marco, nel ruolo della sorella Irene Fotinì Peluso e in quello del fratello Giacomo Alessandro Tedeschi. Benedetta Porcaroli è invece Adele, la figlia di Carrera e a interpretare “l’Innominabile” Duccio, Massimo Ceccherini.

La sceneggiatura del film è firmata da Francesca Archibugi, Laura Paolucci e Francesco Piccolo, la fotografia da Luca Bigazzi, la scenografia è curata da Alessandro Vannucci, i costumi sono di Lina Nerli Taviani e il make up and special effects di Lorenzo Tamburini. A cura di Esmeralda Calabria il montaggio.

“Un libro bellissimo nel quale mi sono identificata come se fosse la mia autobiografia. Attori di  bravura commovente. La possibilità di raccontare la vita di un gruppo di uomini e donne in età differenti, e insieme un pezzo di vita del nostro paese. Sono spaventata e felice” dichiara Francesca Archibugi.

La compagine produttiva composta da Fandango con Rai Cinema si arricchisce di una preziosa collaborazione internazionale con la francese Les Films des Tournelles di Anne-Dominique Toussaint che insieme a Fandango aveva già prodotto Respiro di Emanuele Crialese.
 
Il film sarà distribuito in Italia da 01 Distribution mentre le vendite internazionali sono a cura di Fandango Sales, che inizierà le trattative di prevendita a Cannes. Le riprese avranno luogo a Roma, Parigi, Firenze e al Monte Argentario e una durata di 9 settimane. Il romanzo, pubblicato in Italia nel 2019 dalla casa editrice La Nave di Teseo, sarà tradotto in 25 lingue.

Il colibrì: dal cast alle location, tutto quello che c’è da sapere sul film

Vincitore del Premio Strega 2020, il romanzo Il colibrì ha nuovamente imposto Sandro Veronesi come uno degli scrittori più importanti e noti in Italia. Già noto per Caos Calmo, Veronesi affronta qui quella che viene descritta come la “strenua lotta che facciamo tutti noi per resistere a ciò che talvolta sembra insostenibile”. Il romanzo ripercorre infatti una vita intera tra dolori e amori. Dato il suo successo, anch’esso è diventato poi un film nel 2022 per la regista di Francesca Archibugi.

Il colibrì (qui la recensione), è stato dunque presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma 2022, dove è stato apprezzato per la capacità di aver saputo riportare il complesso racconto di Veronesi sullo schermo, avvalendosi di un cast di celebri interpreti del panorama italiano. Molto apprezzata, però, è stata anche la colonna sonora, caratterizzata dal brano Caro amore lontanissimo, cantato da Marco Mengoni e poi candidato come Miglior canzone originale ai David di Donatello.

Per chi ha letto il libro – ma anche per chi non lo avesse fatto – è dunque questo un titolo da non perdere, capace di appassionare per la forza del suo racconto così umano. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Il colibrì. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alle location dove si sono svolte le riprese. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Il colibrì cast

La trama di Il colibrì

È il racconto della vita di Marco Carrera, “il Colibrì”, una vita di coincidenze fatali, perdite e amori assoluti. La storia procede secondo la forza dei ricordi che permettono di saltare da un periodo a un altro, da un’epoca a un’altra, in un tempo liquido che va dai primi anni ‘70 fino a un futuro prossimo. È al mare che Marco conosce Luisa Lattes, una ragazzina bellissima e inconsueta. Un amore che mai verrà consumato e mai si spegnerà, per tutta la vita. La sua vita coniugale sarà un’altra, a Roma, insieme a Marina e alla figlia Adele.

Marco tornerà a Firenze sbalzato via da un destino implacabile, che lo sottopone a prove durissime. A proteggerlo dagli urti più violenti troverà Daniele Carradori, lo psicoanalista di Marina, che insegnerà a Marco come accogliere i cambi di rotta più inaspettati. Il Colibrì è la storia della forza ancestrale della vita, della strenua lotta che facciamo tutti noi per resistere a ciò che talvolta sembra insostenibile. Anche con le potenti armi dell’illusione, della felicità e dell’allegria.

Il colibrì Kasia Smutniak

Il cast e le location del film

Protagonista nel film, nel ruolo di Marco Carrera da adulto, vi è l’attore Pierfrancesco Favino. Il personaggio da giovane è invece interpretato da Francesco Centorame, attore divenuto celebre per il ruolo di Elia nella serie Skam Italia. Recitano poi nel film Nanni Moretti nel ruolo dello psicoanlisita Daniele Carradori, Kasia Smutniak in quello di Marina Molitor, moglie di Marco e Benedetta Porcaroli nel ruolo di sua figlia Adele. Completano il cast Berenice Bejo nel ruolo dell’amata Luisa Lattes e Laura Morante in quello di Letizia Carrera. L’attrice Fotinì Peluso, infine, è Irene Carrera.

Per quanto riguarda le location, la villa al mare dove si svolgono tutti gli avvenimenti più significativi della vita di Marco Carrera, si trova in Maremma, tra Capalbio, Porto Ercole (Monte Argentario) e Ansedonia, frazione del comune di Orbetello. Le riprese si sono poi svolte anche a Roma, ma in particolar modo a Firenze, la città dell’infanzia di Marco. Nelle riprese fiorentine sono state coinvolte piazza Savonarola, piazza Santo Spirito, piazza del Mercato Nuovo, ponte Santa Trinita.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di Il colibrì grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 11 settembre alle ore 21:30 sul canale Rai 1.

Il colibrì, recensione del film con Pierfrancesco Favino e Nanni Moretti

Una vita tranquilla, almeno apparentemente, è quella immaginata da Sandro Veronesi nel suo romanzo vincitore del Premio Strega 2020. Una storia difficile da sintetizzare e ricca di temi importanti, che Francesca Archibugi porta in sala – a partire dal 14 ottobre (distribuito da 01 Distribution) – nel film omonimo Il Colibrì. Scelto come titolo d’apertura della rinnovata Festa del Cinema di Roma, e inserito nella sezione Grand Public dedicata al cinema per il grande pubblico, il nuovo film della regista di Vivere colpisce al cuore, ma non solo, visto il cast All-Star riunito per l’occasione.

Quelli di Nanni Moretti e Pierfrancesco Favino spiccano tra i nomi di Kasia Smutniak, Berenice Bejo, Laura Morante, Benedetta Porcaroli, Massimo Ceccherini, Fotiní Peluso e Pietro Ragusa – tra gli altri – ed è paradossalmente tra loro due che si sviluppa il rapporto più importante in Il Colibrì. Tra tante relazioni, amorose o familiari, grandi amori e insopportabili dolori, la tensione che lega Daniele e Marco cambia con il passare del tempo e li lega sempre di più, dalle prime preoccupazioni professionali all’atto più estremo di vicinanza e amicizia.

Chi è il Colibrì?

Favino (che per una curiosa coincidenza, da anni convive felicemente con il soprannome di Picchio) è Marco Carrera, al quale sin da piccolo viene affibbiato quel nomignolo, per via di uno squilibrio ormonale che non lo faceva crescere e sviluppare come dovuto, ma che resta per tutta la vita il Colibrì, sebbene una cura sperimentale gli avesse permesso di avere infine una statura normale. Ed è la sua storia che seguiamo, nella sua quasi interezza, di ricordo in ricordo, saltando da un’epoca a un’altra, in un tempo liquido che va dai primi anni ‘70 fino a un futuro prossimo – il 2030 – nel quale lo Stato italiano si è finalmente deciso a dare una prova da tempo richiesta di umanità e civiltà.

Ma tutto inizia da bambini, quando al mare Marco conosce Luisa Lattes, una ragazzina bellissima e inconsueta. Una passione idealizzata e quindi ineguagliabile, un amore che mai verrà consumato e mai si spegnerà, per tutta la vita. A differenza di quello per la moglie Marina, madre della figlia Adele. Tra coincidenze incredibili e prove durissime, Marco passa da Roma a Firenze, spesso accompagnato dal vigile e amorevole sguardo di Daniele Carradori, lo psicoanalista di Marina, che insegnerà a Marco come accogliere i cambi di rotta più inaspettati.

La forza della vita

Dicevamo della difficoltà di adattare in maniera ineccepibile un intreccio tanto articolato, ricco di personaggi e di connessioni diverse a seconda del momento storico vissuto attraverso il costante alternarsi di passato e presente. Un reticolo esistenziale notevole, che tra momenti da ricordare e parentesi didascaliche non può che dare a tratti la sensazione di non riuscire a legare ugualmente tutti gli elementi. Nonostante la presenza di alcune costanti, veri fulcri della narrazione.

In primis la telefonata che riceve Marco, con cui si apre Il Colibrì e che rivediamo – ogni volta inquadrata diversamente, sempre più da vicino – mano a mano che prende forma il personaggio di Favino e si forma la sua consapevolezza del proprio vissuto. Che passa anche dalle rare e complicate riunioni familiare e dall’evoluzione del suo amore – idealizzato – per la onnipresente Lucia Lattes di Bérénice Bejo. Altro personaggio chiave, testimone distante e ambiguo, forse la figura femminile più interessante tra le varie (dalla Morante, alla sempre eccessiva Smutniak).

Non è mai facile assistere a una agonia, l’altrui come la propria, ma in quella che Il Colibrì descrive come la “strenua lotta che facciamo tutti noi per resistere a ciò che talvolta sembra insostenibile” resta la speranza. Di trovare la felicità, dopo tante finzioni e paure, di scoprirsi protagonisti di una vita vera, di non aver sprecato il proprio tempo – come un colibrì, costretto a uno sforzo “assurdo” per restare fermo – e anzi di aver trovato il coraggio di diventarne padroni e disporne nel momento più delicato di questo lungo addio.

Il Colibrì in prima tv su SKY e NOW

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Il Colibrì in prima tv su SKY e NOW

Arriva in prima tv lunedì 24 aprile Il Colibrì di Francesca Archibugi, melodramma corale con protagonista Pierfrancesco Favino, in onda alle 21.15 su Sky Cinema Uno (alle 21.45 anche su Sky Cinema Drama), in streaming su NOW e disponibile on demand.

Tratto dall’omonimo best-seller – vincitore del premio Strega – di Sandro Veronesi, il film vanta un grandissimo cast corale che vede, accanto a Pierfrancesco Favino, Kasia Smutniak, Bérénice Bejo, Laura Morante, Sergio Albelli, Alessandro Tedeschi, Benedetta Porcaroli, Massimo Ceccherini, Fotinì Peluso, Francesco Centorame, Pietro Ragusa, Valeria Cavalli e inoltre la partecipazione di Nanni Moretti. La sceneggiatura è firmata da Francesca Archibugi, Laura Paolucci e Francesco Piccolo.

La trama del film Il Colobrì

Il film è il racconto della vita di Marco Carrera, “il Colibrì”, una vita di coincidenze fatali, perdite e amori assoluti. La storia procede secondo la forza dei ricordi che permettono di saltare da un periodo a un altro, da un’epoca a un’altra, in un tempo liquido che va dai primi anni ‘70 fino a un futuro prossimo. È al mare che Marco conosce Luisa Lattes, una ragazzina bellissima e inconsueta. Un amore che mai verrà consumato e mai si spegnerà, per tutta la vita.

La sua vita coniugale sarà un’altra, a Roma, insieme a Marina e alla figlia Adele. Marco tornerà a Firenze sbalzato via da un destino implacabile, che lo sottopone a prove durissime. A proteggerlo dagli urti più violenti troverà Daniele Carradori, lo psicoanalista di Marina, che insegnerà a Marco come accogliere i cambi di rotta più inaspettati. Il Colibrì è la storia della forza ancestrale della vita, della strenua lotta che facciamo tutti noi per resistere a ciò che talvolta sembra insostenibile. Anche con le potenti armi dell’illusione, della felicità e dell’allegria.

Il codice dei campioni: seconda stagione in uscita su Apple TV+

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Il codice dei campioni: seconda stagione in uscita su Apple TV+

Il codice dei campioni 2 è la seconda stagione della serie tv Apple Original di documentari sportivi senza sceneggiatura vincitrice dell’Emmy che rivela ciò che veramente spinge i più grandi atleti del mondo al raggiungimento del successo. In questa stagione Lindsey Vonn, Marcus Rashford, Russell Wilson, Leticia Bufoni, Scout Bassett e Bubba Wallace alzano il sipario sul momento cruciale della propria carriera che li ha consacrati alla grandezza.

Il codice dei campioni 2: quando esce e dove vederla in streaming

Il codice dei campioni 2 in streaming uscirà il 13 maggio su Apple TV+.

Il codice dei campioni 2: trama e cast

La serie è prodotta per Apple TV+ da Religion of Sports e UNINTERRUPTED. Tutti gli episodi sono diretti da Gotham Chopra, che è anche produttore esecutivo con Ameeth Sankaran di Religion of Sports, Giselle Parets, Maverick Carter, Jamal Henderson, Devin Johnson e Philip Byron di UNINTERRUPTED e il co-produttore esecutivo Matt Rissmiller.

Trailer della seconda stagione di Il codice dei campioni

Il codice dei campioni si unisce agli altri programmi di saggistica sportiva di Apple TV+, tra cui la serie in quattro parti su Earvin “Magic” Johnson “They Call Me Magic”; “The Long Game: Bigger Than Basketball” sul promettente talento NBA Makur Maker; “Make or Break”, che svela il dietro le quinte dell’élite della World Surf League. Presto si uniranno a questa rosa anche il documentario recentemente annunciato sulla vita e la carriera del sette volte campione del mondo di Formula 1 Sir Lewis Hamilton; la serie di documentari “The Dynasty” sui New England Patriots, prodotta della Imagine Documentaries di Brian Grazer e Ron Howard, in associazione con NFL Films.

Il Codice da Vinci

Il Codice da Vinci

Fermi tutti, momentanea interruzione delle comunicazioni per dare una ferale notizia a tutti i maschi single in arrivo alla Mostra. Da fonti certe, Eva Carducci, l’adorata e corteggiatissima ‘sellerona’ di Cinematografo, sembra aver trovato finalmente un fidanzato degno di lei. Venezia 73Quasi la raggiunge in altezza – e non è cosa da poco – di colorito è un po’ verdognolo ma sembra fisicamente ben piazzato, vari paparazzi del Lido l’hanno vista arrivare con questo nuovo affascinante individuo e… ah no, aspè. Come non detto. È il solito armadio pieno de scarpe, accessori per le riprese e kalashnikov che si porta dietro. C’è ancora speranza, mettete via i barbiturici.

Comunque, fa bene a incollarsi l’intero guardaroba da casa. Mica come me, che avete rischiato di vedermi al Lido vestito per dodici giorni nello stesso modo come Paperino e Dylan Dog. Gli spedizionieri che avevano il compito di trasportare le valigie mie e dei colleghi dai ridenti lidi di Cinecittà al Lido con la Elle maiuscola ma ridente per un cazzo, infatti, avevano deciso di partirsene con ogni genere di inutile suppellettile – compresa una tastiera a forma di rana sexy e un paio di confezioni di supposte col marchio dei Marvel Studios, gadget residuato di qualche conferenza della Fase due – dimenticando però i preziosi e ingombranti bagaglioni, dove è stipato tutto ciò che serve a un giornalista professionale e igienico nel corso della manifestazione. Durante l’ultima giornata di lavoro romano per tutto il tempo ci siamo scherzati dicendo ‘ma tu pensa se si dimenticano. Ah, ah’. E invece. Fortuna che a fine giornata mentre io mi ingozzavo di pressbook nel tentativo di carpire qualche informazione pregressa, qualcuno s’è fatto venire il dubbio e ha mandato un messaggio a chi di dovere, che a quel punto si trovava già tra Firenze e Pistoia dove ha appositamente richiesto un corso lampo di arzigogolate bestemmie toscane ai locali da utilizzare una volta resisi conto che dovevano sbrigarsi a tornare indietro.

PaperinoAvrei pure puzzato come un camion che trasporta capre, ma questo al Lido è un dettaglio e dubito che qualcuno si sarebbe fatto salire la mosca al naso (ogni riferimento a dove di solito si poggiano le mosche è assolutamente voluto) perché per i frequentatori della Mostra odorare di selvaggina o di pescato macerato è un tratto distintivo, un segno di riconoscimento, un legame di fratellanza. Durante quei fatidici 12 giorni quasi tutto è ammesso e se ne vede di ogni – e del resto, s’è costretti per la gran parte a vivere con un nugolo di sconosciuti come nelle comuni degli anni ’70, ma in appartamenti di quindici metri quadri – servizi inclusi – dalla sempre stilosa ascella pezzata, da esibire con nonchalance quando si alza la mano per porre una domanda in conferenza stampa, alle Converse cenciose e masticate sopravvissute a tutte le lezioni di ginnastica delle scuole medie, regolarmente abbinate agli smoking fuori misura rubati da qualche stock d’avanzo da Mas, classica tenuta da cena di Gala a cui non ti fanno entrare se non hai il vestito elegante, ma non si mettono certo a controllare lo stato impietoso della biancheria intima. Tutto questo, senza nominare la storica fragranza di lisca andata mista a cloaca chiaramente avvertibile nelle ultime file della sala Volpi, che ha generato varie leggende metropolitane come quella del Fantasma del Pescatore Piscione, una sorta di rip-off del Fantasma Formaggino con un finale infinitamente più volgare e nonsense.

Avrete notato che non sto parlando di cinema, ma a parte che il primo giorno è tutto viaggio, ritiro accrediti, spesa, sistemazione e fuffa – e non poteva mancare il classico rovesciamento alla cazzo di cane di sostanza tossica nella valigia, in questo caso una maledetta boccia di Perlana avanzato dalle vacanze che ho detto ‘dai, me lo porto. Non si sa mai’ – meglio che vi abituate perché come v’ho detto io quest’anno seguo le Giornate degli Autori, la cui selezione è notoriamente costituita da commedie leggerine e poco adatte allo spirito di esigenti cinefili come voi. Tipo, c’è un film dove una coppia di psicopatici rapisce una povera crista con lo scopo di eccitarsi sessualmente mentre la trattano crudelmente come un cane da compagnia. Lo so, voi siete fini intellettuali e queste operette di puro intrattenimento non vi appagano, ma in questo periodo di terrorismi, terremoti e terrine mal confezionate c’è anche voglia di ridere e di distrarsi, un po’ di puro divertissement ci vuole, e che diamine. Non fate sempre quelle facce serie.

A proposito di terrorismo, dopo i fattacci di Nizza qui hanno deciso che era il caso di allestire enormi pilastroni per bloccare il passaggio a potenziali furgoni assassini, con il risultato di incasinare totalmente anche il resto del traffico. I furgoni sicuramente non ci passano. Restiamo in attesa di capire se riuscirà a passarci la valigia della Carducci.

(Ang)

Codice da VinciOggi è il giorno prima dell’apertura, e come giustamente anticipato da Andrea sarebbe dedicato a prendere possesso dell’appartamento, svuotare la valigia, ritirare l’accredito e fare un minimo di spesa. Sono preoccupata per tutti gli aspetti sopra elencati, non solo perché pure io – pur non essere da meno – sono partita con una valigia alta quanto me e uno zaino che pare la custodia di un violoncello, tant’è che in stazione mi hanno scambiata per una musicista, ma perché come ogni anno le sorprese al Lido sono dietro la prima fermata di Vaporetto. Sperando di riuscire a scendere da questo treno (sì, vi scrivo dal treno e sì, non vi offendete, è perché non ho una ceppa da fare e devo pur passare il tempo) visto che appena metto lo zaino mi ribalto come una tartaruga sul dorso, da domani vi racconteremo un po’ di novità legate al nostro arrivo. Vi anticipo qualcosa: quest’anno per entrare in casa non abbiamo una chiave. Che tu dici, va bene, ci sta. Siamo quasi nel 2017, che voi che sia, ce stanno le porte con le schede, ce stanno le app che aprono le serrature. Ma magari. Quest’anno, per aprire, abbiamo la sceneggiatura del Codice da Vinci. E con Vinci si intende ovviamente la collega Marilena (Vinci), che avrà il compito di aiutarci a risolvere la situazione svelando l’arcano. Nel senso che sparse per il Lido abbiamo le istruzioni su come arrivare al criptex per decifrare con un codice la porta de casa. Tipo caccia al tesoro, scendiamo dal Vaporetto e ci dividiamo, gli indizi sono ovunque, dal cartello di via Dandolo all’ex buca della Darsena. E noi scaveremo per ricostruire pezzi di un disegno più grande, che ci permetteranno finalmente di trovare un bossolo, digitare il codice a 247 cifre e dire la parola d’ordine, per poter mettere il culo su un divano e poi finalmente sistemare la valigia. Ci hanno anche detto che dobbiamo stare attenti, perché leggendo al contrario le istruzioni abbiamo in anteprima la sceneggiatura del film di Malick, e mentre la leggi scoppia una pioggia torrenziale accompagnata da una tempesta di zanzare, pronte a darti il benvenuto, come solo il Lido sa fare. Temo molti di noi ci lasceranno sul campo, altri andranno dispersi e ce li ricorderemo così, mentre vagano tra via Sandro Gallo e i corridoi dell’Excelsior (incontreranno finalmente quelli che dagli anni scorsi vagano per trovare i cessi dell’hotel, ma solo Ang ne conosce l’ubicazione) per poi lasciarsi morire stremati sulla sabbia davanti al red carpet. Probabilmente qualche giovane autore ci farà un film, che porterà alla Mostra l’anno prossimo. E probabilmente, visto quanto ci metteremo per entrare in casa, a usare la sceneggiatura sarà Lav Diaz.

(Vì)

Il cliente: trama, cast e curiosità sul film di Asghar Farhadi

Il cliente: trama, cast e curiosità sul film di Asghar Farhadi

Affermatosi come uno dei maggiori esponenti del cinema iraniano nel mondo, Asghar Farhadi ha realizzato dal 2003 ad oggi una serie di film che esplorano le tradizioni del suo paese, come anche i suoi lati meno apprezzabili. Fornendo così un ritratto brillante e mai banale della società del suo paese, egli ha saputo parlare anche a popoli culturalmente e geograficamente lontani. Celebre per il film Una separazione, con cui ha vinto il premio Oscar per il miglior film straniero, questi è poi tornato a far parlare di sé e dell’Iran con Il cliente, film del 2016 con cui ha vinto un secondo Oscar per il miglior film straniero.

Liberamente ispirato a Morte di un commesso viaggiatore, di Arthur Miller, Farhadi raccontò di aver scelto tale opera per via delle somiglianze tra questa e il film che intendeva realizzare. In particolare, il tema dell’umiliazione è il motore fondante del racconto, il quale va ad esplorare un complesso rapporto di coppia in seguito ad eventi spiacevoli. Al momento della sua uscita Il cliente venne accolto come un nuovo capolavoro del regista, qui alla prova con un’opera tanto ambiziosa quanto complessa da un punto di vista del messaggio intrinseco. Presentato in concorso al Festival di Cannes, il film vinse il Prix du scénario e il Prix d’interprétation masculine.

Il cliente è infatti un film che non lascia indifferenti, ma spinge a prendere in considerazione realtà complesse e particolarmente drammatiche. Ancora una volta l’Iran diventa il teatro per riflessioni umane applicabili a livello mondiale. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Il cliente: la trama del film

Protagonisti del film sono Emad e Raana, una coppia di attori di Teheran, i quali nonostante le difficoltà presenti nel paese si impegnano per avere una vita quanto più possibile serena. I due sono ora impegnati nell’allestimento teatrale di Morte di un Commesso Viaggiatore, opera verso la quale nutrono un certo trasporto. Se le prove di questa impiegano molto del loro tempo, la coppia deve anche affrontare una serie di problematiche scaturite dal rischio di crollo del palazzo dove vivono. Costretti a trasferirsi senza preavviso, il loro collega Babak gli trova ospitalità presso un nuovo appartamento. Qui Emad e Raana sembrano poter trovare una tranquillità temporanea, ma la loro convinzione verrà presto infranta.

I due vengono infatti a sapere che lì dove soggiornano ora loro, un tempo viveva una prostituta, la quale usava proprio quell’appartamento per ricevere i propri clienti. Proprio uno di questi si presenterà un giorno nuovamente alla porta. Non trovando la donna che era solito visitare decide allora di aggredire e forse violentare la povera Raana. Da quel momento il rapporto con Emad si incrina, con lui deciso a denunciare l’accaduto e lei desiderosa invece di dimenticare tutto, affranta dalla vergogna. La loro vicenda personale e artistica andrà così sempre più complicandosi, portando alla luce tutte le fragilità possibili in una coppia.

Il cliente cast

Il cliente: il cast del film

Per dar vita ai personaggi principali del film, Farhadi ha deciso di affidarsi ad alcuni attori già apparsi nei suoi precedenti film. A ricoprire il ruolo di Emad è così l’attore Shahab Hosseini, qui alla sua terza collaborazione con il regista dopo i film About Elly e Una separazione. Grazie al suo intenso ruolo in Il cliente, Hosseini ha poi vinto il prestigio premio per la miglior interpretazione maschile al Festival di Cannes. Il ruolo di Raana è invece affidato a Taraneh Alidoosti, qui alla sua quarta collaborazione con Farhadi dopo The Beautiful City, Chaharshanbe Suri e About Elly. Infine, l’attore e montatore iraniano Babak Karimi, residente però in Italia, interpreta qui Babak, dando vita alla sua terza collaborazione con Farhadi.

Il cliente: l’Oscar, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Candidato al premio Oscar come miglior film straniero per Il cliente, Farhadi ha annunciato la sua volontà di non partecipare alla cerimonia. Ciò per protestare contro le misure restrittive imposte dall’allora presidente Trump. Queste vietavano infatti l’ingresso negli Stati Uniti di persone provenienti da alcuni paesi del Medio Oriente. Al momento della vittoria dell’Oscar, una rappresentante del regista ha dunque letto una sua lettera di ringraziamento. In questa però si esprime anche il forte rammarico per una simile divisione razziale, la quale genera nulla se non paura e guerra. Il gesto, naturalmente apprezzato, ha così contribuito a portare ulteriormente all’attenzione tale problematica.

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Il cliente è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes e Now. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 6 aprile alle ore 21:00 sul canale Rai 5.

Fonte: IMDb

 

Il cliente: libro, trama e cast del film con Susan Sarandon

Il cliente: libro, trama e cast del film con Susan Sarandon

Ancora oggi il regista Joel Schumacher è ricordato principalmente per i disastrosi film Batman Forever e Batman & Robin. Eppure, nella sua filmografia si possono ritrovare film che dimostrano la sua grandezza come uomo di cinema. In particolare, si possono citare titoli come St. Elmo’s Fire, Linea mortale e Un giorno di ordinaria follia. Tra i suoi più apprezzati film degli anni Novanta si annovera anche Il cliente, un solido legal thriller ricordato per la sua complessa vicenda, i risvolti da puro giallo e interpretazioni ancora oggi tra le migliori degli attori coinvolti.

Scritto da Robert Getchell e Akiva Goldsman, il film è tratto dall’omonimo romanzo del 1993 scritto da John Grisham. Lo scrittore, dalle cui opere sono stati tratti anche film come Il rapporto Pelican e La giuria, è un esperto di gialli giudiziari, avendo lui conseguito la laurea in legge e aver lavorato per anni come avvocato. Proprio grazie a questa sua esperienza, i suoi racconti sono particolarmente solidi e tesi da questo punto di vista, configurandosi alla perfezione anche per il cinema. Proprio per questo Il cliente, a fronte di un budget di 45 milioni di dollari, è arrivato a guadagnarne oltre 117 nel mondo.

Apprezzato dalla critica e dal pubblico, il film permise di realizzare anche una serie TV omonima, anch’essa basata sul libro di Grisham e andata in ondata in onda dal 1995 al 1996. Per tutti gli amanti del thriller, ancora oggi Il cliente è un titolo da non perdere assolutamente. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Il cliente: la trama del film

Protagonista del film è l’undicenne Mark Sway, la cui vita è da sempre molto difficile e priva di controllo. Abbandonato dal padre quando era appena un bambino, egli vive in una misera roulotte insieme alla madre e al fratellino. Insieme a questo, Mark è solito avventurarsi nei boschi in cerca di qualcosa da fare. È proprio qui che un giorno Mark diventa testimone del suicidio di un avvocato legato alla mafia, il quale prima di togliersi la vita rivela al ragazzo dov’è sepolto il corpo di un senatore ucciso dal criminale Barry Muldano. Sotto shock per l’accaduto, Mark non tarda a comunicare quanto accaduto, venendo subito raggiunto dall’FBI.

Gli agenti che lo incontrano vorrebbero fargli rivelare quanti più dettagli possibile circa quanto da lui visto, ma Mark comprende che, nel caso parlasse, diventerebbe subito un obiettivo primario da parte della mafia. Insieme a sua madre, il ragazzino ricerca dunque un avvocato di cui potersi fidare e lo trova in Reggie Love. La donna, di indole testarda, si offre da subito di proteggere Mark dalla polizia federale, dalle grinfie del Reverendo Roy Foltrigg, procuratore distrettuale, e dallo stesso Muldano, che cercherà di mettere a tacere il piccolo testimone.

Il cliente cast

Il cliente: il cast del film

Trovare un interprete per il ruolo dell’undicenne Mark Sway non fu affatto semplice. Grisham, infatti, aveva potere decisionale sulle scelte di casting e per tale ruolo aveva richiesto un bambino che non avesse esperienze pregresse nel cinema. Egli sosteneva che il film non avrebbe funzionato con un noto attore bambino dall’accento fasullo nel ruolo e che scegliendo uno sconosciuto nella parte (preferibilmente dall’area di Memphis, dove è ambientata la storia) la credibilità del film non sarebbe stata compromessa. Alla fine fu scelto il compianto Brad Renfro, che arrivò a battere nella selezione anche Macaulay Culkin, noto per il film Mamma ho perso l’aereo.

Per convincere l’attrice Susan Sarandon ad accettare la parte dell’avvocato Reggie Love, il regista Joel Schumacher le ha proposto un “matrimonio cinematografico”, inginocchiandosi in mezzo a un affollato ristorante di New York. Davanti a quel gesto, l’attrice accettò e per la sua interpretazione è poi stata candidata al premio Oscar. Ad interpretare il duro Reverendo Roy Foltrigg vi è invece l’attore Tommy Lee Jones, acclamato in quegli anni grazie anche al thriller Il fuggitivo. Mary-Louise Parker interpreta Dianne Sway, madre di Mark, mentre Anthony LaPaglia è il mafioso Barry Muldano. William H. Macy è il dottor Greenway, mentre J. T. Walsh è l’avvocato Jason McThune.

Il cliente: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Il cliente è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV e Disney+. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di lunedì 23 ottobre alle ore 21:15 sul canale La7.

Fonte: IMDb

Il clandestino: intervista a Edoardo Leo e Rolando Ravello

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Il clandestino: intervista a Edoardo Leo e Rolando Ravello

In occasione della presentazione de Il Clandestino, la nuova fiction Rai in onda dall’8 aprile su RaiUno, abbiamo intervistato Edoardo Leo e Rolando Ravello, rispettivamente protagonista e regista della serie.

Luca Travaglia (Edoardo Leo), ex ispettore capo dell’antiterrorismo, ha lasciato la polizia in seguito a un violento attentato che è costato la vita alla sua donna. Trasferitosi a Milano, lavora come buttafuori nelle discoteche, cercando di anestetizzare il dolore. Il muro che ha alzato tra se stesso e la vita comincia a sgretolarsi quando incrocia sulla sua strada Palitha (Hassani Shapi), un cingalese intraprendente e sopra le righe che lo trascina nell’impresa di mettere in piedi un’improbabile agenzia investigativa.

Il Clandestino, recensione della serie con Edoardo Leo

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Il Clandestino, recensione della serie con Edoardo Leo

È insolito, in un mondo dell’intrattenimento stravolto di “tratto da” e “basato su”, trovare nel panorama della serialità italiana un prodotto originale, eppure Il Clandestino, nuova fiction Rai con Edoardo Leo (qui la nostra intervista), spicca proprio per questo elemento di originalità. La serie, creata da Renato Sannio e Ugo Ripamonti e diretta da Rolando Ravello, si inserisce nel genere noir, e, in sostanza, è una detective story in cui seguiamo le vicende di Luca Travaglia, un ex ispettore dell’antiterrorismo che lascia la polizia e… si mette in proprio.

Il Clandestino, la storia di Luca Travaglia

La storia de Il Clandestino parte con antefatto: Travaglia (Leo), in servizio sotto copertura, viene coinvolto in un attentato in cui perde la vita la sua compagna. Questo evento (anche per dettagli specifici che non riveleremo in questa sede) lo convince a cambiare vita. Lascia la polizia e si trasferisce a Milano, reinventandosi come buttafuori e andando a occupare il retro di un’officina di soccorso stradale gestita da Palitha (Hassani Shapi), un simpatico e intraprendente cingalese che, spinto dalla possibilità di guadagno ma anche da una innegabile simpatia per Luca, lo convince a mettere su una specie di agenzia investigativa. Così, la vita di Travaglia, avviata inesorabilmente verso la disgregazione e l’autodistruzione, sembra assumere nuovamente un senso. Tuttavia, il suo tormentato passato non esita a fargli visita, di tanto in tanto.

Milano multietnica luogo/personaggio

Pur essendo chiaramente una storia derivativa, Il Clandestino riesce a innestare su un concept abbastanza familiare delle peculiarità che ne costituiscono l’aspetto vincente. L’ambientazione milanese della vicenda è uno degli angoli più interessanti della serie: non la “Milano da bere” già cantata e raccontata da molti, ma quella multietnica, sfaccettata, da una parte violenta, dall’altra ricca di storie e di culture. E Ravello riesce a raccontarlo con il dono della sintesi e dell’efficacia, imponendo a tutto lo show il suo stile asciutto e privo di fronzoli, ma denso di fatti, che rifiuta il melodramma e si focalizza sull’azione, principale veicolo di emozioni e approfondimento psicologico. Travaglia non ci viene (troppo) mostrano mentre rimugina e si strugge sul suo passato, ma apprendiamo molto del suo modo di essere da come si approccia agli amici, al lavoro, alle varie umanità che incrocia nella Milano insolita ma autentica che la serie ha per ambiente/personaggio.

il clandestino Milano
ph – Loris T. Zambelli

Ogni episodio (dodici in tutto, per sei serate su RaiUno) propone una trama verticale in cui Travaglia è coinvolto in una nuova indagine, mentre la trama orizzontale volta a raccontare i traumi del protagonista si dipana un pezzetto alla volta, affondando sempre di più dentro al suo passato e dentro alle ragioni che lo hanno portato lì, dove si trova adesso. Questa formula permette dunque all’azione di essere sempre interessante e di mantenere alta l’attenzione dello spettatore che, mentre segue le vicende dei personaggi di volta in volta chiamati in causa, si affeziona pian piano a Luca, scoprendone il passato e il suo grande dilemma.

Un linguaggio “da fiction”

Con un approccio molto pratico, Il Clandestino riesce a distinguersi per originalità e onestà di rappresentazione, anche se fatica a distaccarsi da un certo linguaggio da fiction che, in scambi di dialogo banalizzati dal classico parlato televisivo “finto” e alcune dinamiche di scena, inciampa clamorosamente, svelando la sua natura più nazional popolare, rivendicata poi dalla sua destinazione d’uso, la prima serata di RaiUno. Niente che però possa minarne la popolarità o il successo agli occhi del pubblico di riferimento, abituato e confortato da quello stesso linguaggio.

Il Clan recensione del film diretto da Pablo Trapero

Il Clan recensione del film diretto da Pablo Trapero

Il ClanNell’Argentina militarizzata d’inizio anni ’80 Arquimedes, ex agente dei servizi segreti e all’apparenza irreprensibile patriarca della famiglia Puccio, porta avanti in gran segreto una redditizia attività di sequestri di persona su commissione che coinvolgono giovani facoltosi, uccidendo spietatamente gli ostaggi in seguito la riscossione del riscatto. Appoggiato informalmente dal governo dittatoriale e sostenuto dall’intera famiglia, Arquimedes opera con il coinvolgimento del figlio maggiore Alejandro, giovane promettente rugbista ben presto attanagliato da pericolosi rimorsi di coscienza.

Considerato da molti punta di diamante della recente new age sudamericana tanto foriera di ottime critiche nella passata stagione festivalera, Il Clan cinematografizza uno dei fatti di cronaca nazionale argentina più discussi degli ultimi trent’anni, partendo dalla vocazione di dipingere le gesta di un Padrino post-peronista con chiari echi socio-politici tanto cari (e forse anche troppo abusati) alla tradizione del cinema storico d’inchiesta. Pablo Trapero – premiato con un discusso Leone d’Argento alla migliore regia a Venezia 2016 – torna ai caldi temi del dramma umano incastonato nel dramma della Storia attraverso un racconto dal sapore pseudo mafioso che tenta di unire la forza delle vicende reali con il gusto del racconto filmico, fotografando il tutto con uno stile ibrido e spesso confusionario a metà strada fra l’occhio neorealista di F. Solinas e le calibrate geometrie di J.J. Campanella.  Allontanandosi decisamente dai picchi di alta qualità estetica e drammatica dei ben più coerenti Leonera (2008) e Carancho (2010) Trapero opta per una dinamica rappresentativa che predilige l’asciuttezza delle location e la spigolosità dei dialoghi rispetto alla compattezza dell’insieme, col risultato di sconfinare eccessivamente nel didascalismo cronachistico agé e d’intavolare una sfilza di personaggi stereotipati che paiono prelevati di forza dalle pagine ammuffite dei rotocalchi di una storia nota ma a lungo taciuta. Guillermo Francella, volto notissimo della televisione leggera argentina, incarna la figura di un boss fedele tanto al lavoro quanto agli affetti che miscela l’impassibilità del Don Corleone brandoniano con lo charme tenebroso di un Bogart del sud continente, senza però riuscire a imprimere quel giusto guizzo di attrazione-repulsione tanto necessario anche ai villain delle realtà, lasciando il gravoso compito al non certo scadente Peter Lanzani di scavarsi addosso le frustrazioni e le angosce di un figlio obiettore di coscienza e al contempo suggestionato da un padre-padrone degno di un dramma familiare shakespeariano. Un prodotto anonimo che avrebbe dovuto (e potuto) tradurre in una forma filmica avvincente i grandi temi del conflitto umano d’ogni tempo (amore, sesso, denaro) usando l’appeal di una struttura cronachistica rivelatasi tanto reale quanto assurda nel suo riecheggiare goffamente a tanta cine-tv filonoir.Il clan 2

Il cittadino illustre recensione del film con Oscar Martínez

Il cittadino illustre recensione del film con Oscar Martínez

Autentica sorpresa di Venezia 73. dove ha vinto al Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile a Oscar Martínez, arriva in sala Il cittadino illustre (El Ciudadano Ilustre), film della coppia di registi argentina Mariano Cohn e Gastón Duprat, accolto molto positivamente dalla critica.

Il cittadino illustre: la storia

La pellicola ha al centro la figura fittizia di Daniel Mantovani, uno scrittore argentino che abita in Europa da oltre trent’anni e che ha raggiunto la definitiva consacrazione dopo aver ricevuto il premio Nobel per la letteratura. Un giorno gli viene recapitata una lettera spedita dal comune di Salas (città in cui è nato e dove sono ambientati tutti i suoi romanzi) con la quale viene invitato a ricevere il più alto riconoscimento del suo paese: la medaglia al Cittadino Onorario. Sorprendentemente (essendo una personalità alquanto schiva), Daniel decide di accettare l’invito e di recarsi per qualche giorno al paese. Le conseguenze della sua permanenza saranno tanto imprevedibili quanto devastanti.

Il cittadino illustre: la recensione

Girato in maniera asciutta, realistica e profondamente ispirata, e interpretato da un Oscar Martínez davvero memorabile, la vera forza de El Ciudadano Ilustre sta tutta nella sceneggiatura. Attraverso la storia di Mantovani si raccontano tutta una serie di dibattitti ancora aperti nella cultura e nella società dell’Argentina, e si mettono in parallelo due modi opposti di vedere il mondo, rappresentati uno dallo sguardo paesano del Salas, l’altro dalla personalità cosmopolita di Daniel.

Tutte queste tematiche vengono affrontate con disarmante intelligenza e spirito beffardo, senza mai tralasciare quella vena malinconica e amara che la geniale opera di Cohn e Dupart si porta dietro, avvalorando così la celebre massima che recita “Nessuno è profeta in patria!”.

Attraverso un’ideale suddivisione in capitoli assistiamo al viaggio di un’artista che vede il fascino esercitato sui suoi concittadini tramutarsi in disprezzo, e che prende gradualmente consapevolezza di quante insormontabili differenze esistano tra la sua figura e quel paese che da sempre rappresenta la sua fonte primaria di ispirazione.

il cittadino illustreIn questo senso, Il cittadino illustre diventa una riflessione mai scontata e lungimirante sul rapporto tra uomo e produzione artistica, e sull’utilizzo della realtà e della finzione come strumenti per dare vita alla propria opera (la scrittura, in questo caso).

Un’esilarante commedia dai risvolti narrativi travolgenti, intrisa di realismo mai grottesco e di misurata malinconia.

Il cinico l’infame il violento: recensione del film di Umberto Lenzi

Il cinico l’infame il violento è il film del 1977 diretto da Umberto Lenzi e con protagonista nel cast di Maurizio Merli, Tomas Milian, John Saxon, Renzo Palmer e Gabriella Lepori.

Il cinico l’infame il violento, la trama

Trama: A Milano una serie di furti, rapine ed estorsioni getta il panico tra la popolazione, facendo intuire il ritorno del perfido bandito Luigi Maietto, detto “Il Cinese”, appena uscito di galera. La prima cosa che vuole fare è consumare la sua vendetta, giustiziando il poliziotto che, con la sua testimonianza, lo aveva fatto condannare all’ergastolo. L’uomo in questione è l’ex commissario Leonardo Tanzi, che nel frattempo ha lasciato la polizia e si è trasferito da Roma a Milano.

Analisi

 Il western era morto, o almeno non brillava più di luce propria come negli anni della gloria (i favolosi ’60); il genere che spopolava nei cinema di tutta la penisola era il poliziottesco nudo e crudo, Cinico, Infame, Violento come il titolo dell’omonima pellicola diretta dal Guru Umberto Lenzi nel 1977.

Lenzi confeziona un prodotto stron cato dalla critica, che vede solo un mero tentativo di riunire in un’unica pellicola il terzetto per eccellenza del poliziottesco italiano anni ’70: Tomas Milian, Maurizio Merli e John Saxon. A parte rare eccezioni- tipo l’articolo scritto da Giovanna Grassi per Il Corriere della Sera in difesa del film, questo viene considerato un pasticcio di generi, popolato da attori inespressivi dalle scarse capacità e dove l’unica attrazione sembrano essere gli ettolitri di sangue versati sulla scena.

Il cinico l’infame il violento tenta proprio di mescolare i generi, proponendo agli spettatori una commistione tra commedia, poliziottesco e classico film di tensione e di rapina, rendendo effettivo il termine stesso pulp inteso come pasticcio: al suo esordio al cinema incassa ben 1.800.000.000 di lire, mostrando quindi di cogliere in pieno i gusti del pubblico medio. 

Milian è il mattatore assoluto della pellicola, Merli invece, almeno secondo Mereghetti, è assolutamente inespressivo e perde la sfida con Milian, perché pur interpretando il ruolo del “buono” di turno, viene soppiantato nei cuori degli spettatori dal bandito senza scrupoli interpretato dal cubano, una sorta di preludio al ben più noto Tony Montana (al quale darà vita- e corpo- l’immenso Al Pacino nel 1983).

Il titolo del film doveva essere un altro, il più scontato Insieme per una grande rapina, lontano dal sapore epico della trilogia di Sergio Leone: con questo titolo fu comunque distribuito in sala il trailer della pellicola. La pellicola fu interamente girata a Roma (nonostante la prima parte ambientata a Milano), e come nel precedente Roma a mano armata Merli e Milian non si incontrarono mai, nemmeno sul finale, dove la scena della morte del Cinese fu girata con una controfigura.

Gli incidenti e i litigi erano all’ordine del giorno: una volta Merli si ferì con la propria pistola durante una scena; in un’altra circostanza Merli litigò con l’attrice Gabriella Giorgelli e con Lenzi stesso per via della stessa pistola; la discussione si fece talmente accesa che Merli tentò di sferrare un calcio alla Giorgelli, che fu “salvata” da una parrucchiera intervenuta per difenderla; non fu però altrettanto fortunata quando, in un’altra sequenza, dovevano versare in faccia al suo personaggio del vetriolo, sostituito nella realtà con un liquido che doveva solo provocare del fumo, ma che in realtà le bruciò davvero la pelle.

Il Cinemino: grande successo per il crowdfunding

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Ha registrato un enorme successo la raccolta fondi dedicata alla nascita della nuova sala a Milano, Il Cinemino. In un solo mese di crowdfunding, con più di 25.000 euro, è stato raggiunto metà dell’obiettivo di campagna con ancora 27 giorni per raggiungere il traguardo dei 50.000€.

Il progetto prenderà forma definitivamente a Febbraio, quando Il Cinemino aprirà le porte al pubblico. Ecco un primo resoconto:

• 236 donatori online su ilcinemino.starteed.com
• 133 donatori offline durante gli open day c/o Il Cinemino
• 25.787€ sui 50.000 euro di obiettivo
• 11 poltrone di Il Cinemino dedicate
• oltre 18 mila interazioni sui social network in poco più di un mese
• 26 giorni rimanenti.

I lavori di ristrutturazione proseguono a Milano, in via Seneca 6, a pochi passi da Porta Romana, per dar vita a un cinema, anzi a Il Cinemino.

«Ci facciamo un cinemino» è una frase che i milanesi dicono spesso e da lì nasce il nome del circolo cinematografico che sta per aprire in un luogo piccolo e raccolto. «Era lo showroom di un designer con le pareti bianche – commenta la squadra di Il Cinemino – noi abbiamo dovuto trasformarlo: per le proiezioni c’è bisogno di nero affinché la luce del cinema possa risaltare».

Molti i donatori on line ma non solo. Durante le vacanze natalizie in tanti hanno varcato la soglia di Il Cinemino, per controllare l’andamento dei lavori, per proporre progetti e consigliare film, per regalare carnet e per acquistare i quadri a tema cinematografico realizzati dal giovane artista Andrea Borrelli conosciuto come The Man Who Draw Too Much.

Il Cinemino: al via crowdfunding, un nuovo cinema alla città di Milano

Tra i sostenitori anche l’attore e produttore Valerio Mastandrea che ha scelto di donare una delle 75 poltrone di Il Cinemino alla memoria di Claudio Caligari«Grazie davvero di cuore – dichiara la squadra di Il Cineminonon tanto e non solo per averci sostenuto, ma per aver voluto ricordare un grande autore, uomo e amico, rendendo così Il Cinemino ancora più simile ai nostri sogni».

È possibile continuare a sostenere il progetto fino alla fine del mese: mancano ancora 26 giorni alla conclusione del crowdfunding su ilcinemino.starteed.com.

Il Cinemino: al via crowdfunding, un nuovo cinema alla città di Milano

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A Milano, in via Seneca, a pochi passi da Porta Romana, sta nascendo un cinema. Anzi, Il Cinemino.

Un cine-circolo con sala da 75 posti gestito da un’associazione e un bar dalla forte impronta milanese saranno il biglietto da visita di Il Cinemino, un luogo che si muove a cavallo tra cinema di quartiere e hub internazionale. Un punto di incontro e uno spazio di confronto per tutti coloro che amano la settima arte, che ne parlano, la realizzano e hanno bisogno di un posto dove incontrarsi e far nascere nuovi progetti.

Il Cinemino
Foto di gruppo dei soci Il Cinemino (da sinistra: Alberto Bozzoli, Agata De Laurentiis, Luisa Gannitrapani, Raoul Simoni, Graziano Palamara, Guido Casali, Sara Sagrati, Paola Ruggeri, Davide Verazzani). Foto di Marco Maria Marcolini

Sabato 2 dicembre, in concomitanza con l’apertura ufficiale della campagna di crowdfunding e dell’inizio di lavori, il team che darà vita a Il Cinemino ha aperto le porte della sede per presentare il progetto alla comunità. Un grande successo che ha visto la partecipazione di centinaia di persone, curiosi e addetti ai lavori, che hanno sostenuto il progetto tra una fetta di torta e un brindisi.

L’idea di Il Cinemino nasce da un gruppo di amici che, tutti operanti nel mondo dell’intrattenimento, hanno deciso di dar vita a un luogo e a un progetto che li rappresentasse. L’amore per il cinema si mescola a quello per Milano, dando così vita ad un mix esplosivo che, seppur fortemente radicato nel tessuto culturale cittadino, strizza l’occhio alle esperienze europee. Il quartiere Porta Romana è stato scelto proprio in quest’ottica: una zona vivace, a metà strada tra centro e periferia, ricca di locali, bar, teatri ma non ancora toccato da nuovi progetti di rinascita cinematografica.

L’offerta di Il Cinemino sarà caratterizzata da film inediti, produzioni italiane, soprattutto milanesi, documentari, ma anche cortometraggi, videoclip, VR, animazione d’autore, film per bambini e ragazzi, ma anche produzioni fuori formato e sperimentali. Tutto proposto in lingua originale e in multiprogrammazione, ovvero con titoli differenti durante la giornata in base a orario e giorno della settimana. I pomeriggi a target bambini e ragazzi, lasceranno il posto a incontri con autori, documentari, rassegne, maratone e proiezioni speciali.

Il Cinemino darà grande importanza al rapporto con la città. Al cine-circolo sarà affiancato Il Bar del Cinemino, un angolo accogliente che proporrà pranzi, merende e aperitivi a base di prodotti milanesi e lombardi… senza dimenticare i pop-corn!

Il Cinemino si propone come un luogo di aggregazione, confronto e cultura, che prende spunto dal glorioso passato dei cinema di quartiere ma si propone come trampolino di lancio per futuri progetti, visioni internazionali e pubblici molteplici e variegati.

MA QUANDO APRIRÀ IL CINEMINO?

L’obiettivo è quello di inaugurare a inizio 2018.

Aiutaci a regalare alla città di Milano un nuovo cinema!

SEGUI IL CINEMINO

Il Cinemino, campagna di crowdfunding: ilcinemino.starteed.com
Il Cinemino – Sito ufficiale (under construction): www.ilcinemino.it
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Il Cinema si fa realtà: il Batcave Home Theater e il riccone col suo Jurassic Park

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A volte la realtà entra al cinema: vita di tutti i giorni, niente virtuosismi, camere tra la folla, temi caldi. Altre volte, il cinema deborda nella realtà: influenza

Il Cinema Ritrovato dal 1° al 12 luglio al cinema 4 Fontane di Roma

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Il Cinema Ritrovato è il più antico e importante festival al mondo, totalmente consacrato alla Storia del Cinema; si svolge a Bologna dal 25 giugno al 3 luglio e giunge quest’anno alla sua trentaseiesima edizione. Per la prima volta quest’anno, una selezione di 18 film restaurati dai maggiori archivi del mondo, sarà mostrata a Roma al cinema 4 Fontane dall’1 al 12 luglio, in versione originale sottotitolata. Sarà un’occasione unica per vedere capolavori della storia del cinema, notissimi, ma anche sconosciuti e ritrovarne, attraverso la qualità del restauro, tutta l’emozione originaria. Per il manifesto di quest’anno è stata scelta una delle scene più felici di un film memorabile, Il conformista, che avvia la seconda stagione creativa del giovanissimo Bernardo Bertolucci.

I TITOLI DELLA RASSEGNA:

  • NOSFERATU di Friedrich Wilhelm Murnau, 1922
  • SHERLOCK JR. VS THE KID di C.Chaplin & B. Keaton,          1925
  • LUCI DELLA CITTÀ di Charles Chaplin, 1931
  • IL GRANDE DITTATORE di Charles Chaplin, 1940
  • SCIUSIA’ di Vittorio De Sica , 1946
  • GLI INVASORI SPAZIALI di William Cameron Menzies, 1953
  • LA CIOCIARA di Vittorio De Sica, 1960
  • IL DIO NERO E IL DIAVOLO BIONDO di Glauber Rocha, 1964
  • GLI AMORI DI UNA BIONDA di Milos Forman, 1965
  • FRANK COSTELLO DI: Jean-Pierre Melville, 1967
  • IL CONFORMISTA di Bernardo Bertolucci, 1970
  • L’ULTIMO SPETTACOLO di Peter Bogdanovich, 1971
  • TONY ARZENTA   di Duccio Tessari, 1973
  • TENEBRE di Dario Argento, 1975
  • TOMMY di Ken Russell, 1975
  • PICNIC AD HANGING ROCK di Peter Weir, 1975
  • UNA GIORNATA PARTICOLARE di Ettore Scola, 1977
  • AVSKEDET di Tuija-Maija Niskanen, 1982