Manca sempre meno all’uscita nelle sale di Batman v Superman Dawn of Justice. Uno dei personaggi che i fan aspettano di vedere è sicuramente Lex Luthor, che sarà interpretato da Jesse Eisenberg. Proprio in una recente intervista l’attore ha parlato della nemesi di Superman, rivelando quanto segue:
“Il mio personaggio è un megalamane. Un narcisista che pensa di poter salvare il mondo distruggendo Superman, che lui vede come una minaccia aliena arrivata per generare il caos. Sì, a volte pretende di fare del bene, ma in realtà si pone più come una minaccia, perché ha più potere di chiunque altro. Penso a me stesso come a colui che salverà l’umanità”.
Cosa ne pensate di queste dichiarazioni?
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Qui di seguito la trama ufficiale del film:
“Temendo le azioni incontrastate di un supereroe pari ad una divinità, il formidabile e fortissimo vigilante di Gotham City decide di affrontare il più riverito salvatore di Metropolis , mentre il mondo si batte per capire di quale tipo di eroe ha bisogno. E con Batman e Sup
erman in guerra, sorge qualcosa di nuovo che mette l’umanitá in un pericolo mai conosciuto prima”.
Ricordiamo che Batman v Superman Dawn of Justice, Zack Snyder è stato scritto da Chris Terrio, da un soggetto di David S. Goyer. In Batman v Superman saranno presenti Henry Cavill nel ruolo di Superman/Clark Kent e Ben Affleck nei panni di Batman/Bruce Wayne. Nel cast ci saranno anche: Amy Adams, Laurence Fishburne, Diane Lane, Jesse Eisenberg, Ray Fisher, Jason Momoa e Gal Gadot. Batman v Superman Dawn of Justice arriverà nelle sale italiane il 23 marzo 2016.

L’aver alterato la storia nel film precedente ha causato delle reazioni imprevedibili e incontrollate, e la nascita di un nuovo e potente nemico. Charles (
Il film arriverà al cinema il 18 agosto del 2016. Nel cast vedremo
progetto risalivano al 2012, quando Brad Peyton, regista di San Andreas, aveva firmato per sedere dietro la macchina da presa. Il lungo silenzio però aveva fattosospettare che il progetto fosse naufragato, invece a quanto pare non è così.
In questo, Brooklyn somiglia a An education, opera scritta dallo stesso Hornby e sempre legata ad un problema di “ambientazione” con protagonista una donna. Per Eilis, ogni cosa si riduce ad essere parte di un viaggio di formazione, che preso al principio attraverserà difficoltà e nel suo divenire conoscerà anche dolcezza e amore. Le lunghe attese, i corteggiamenti beneducati, il senso di solitudine poi, vengono messi in scena da una meravigliosa
Partendo da un fatto realmente accaduto, il Rathergate che scoppiò appunto qualche mese prima delle elezioni Presidenziali del 2004, Truth sembra porsi l’ambizioso obbiettivo di raccontare il momento esatto in cui l’informazione, il giornalismo, è stato stravolto completamente dalla violenza diretta e senza controlli della rete, dei blogger, di quel berciare continuo che non lascia tempo all’approfondimento e spaccia per notizie voci, dicerie, soffiate da fonte dubbia.
L’aspetto umano e la ricerca della verità diventano i veri protagonisti di un finale che, forse in maniera troppo sistematica, porta alla luce il vero significato di quel giornalismo che non c’è più: la curiosità, la voglia di fare domande e di arrivare, appunto, alla verità. Una conquista mutevole e indefinita, che cambia appena si crede di averla afferrata, una condizione che resta paradossalmente tra le più relative delle realtà umane.

Disney ha già adattato la storia raccontata da Rudyard Kipling in due occasioni. La prima nel 1967, con un film d’animazione diretto da Wolfgang Rethierman, ultimo film prodotto da Walt Disney, che morì durante la produzione. La seconda nel 1994, con un remake live-action diretto da Stephen Sommers.

Diretto da Kevin Reynolds, Risorto ha un approccio elementare e forse proprio per questo genuino, si meraviglia e gioisce degli accadimenti mostrati e si presenta come una confezione televisiva proiettata su grande schermo e destinata a quel pubblico ben disposto, che non si fa troppe domande. La caratterizzazione dei personaggi è perciò canonica, con un cattivo crudele e ottuso, un protagonista che segue una parabola narrativa precisa e prevedibile, dei personaggi di contorno accessori e gli Apostoli e Gesù che rappresentano l’unica nota di curiosa novità nel quadro. Liberi dalla sofferenza con cui il cinema li ha dipinti negli ultimi anni, questi discepoli, insieme al loro cristo risorto, sono gioiosi come bambini, portatori di quella sana allegria che a dire il vero si predica effettivamente dagli altari e che nel film conferisce un tocco, se non di vita, almeno di novità a un quadro decisamente piatto.
Captain America Civil War è diretto da

I quattro Cavalieri tornano per un’altra straordinaria avventura, elevando i limiti delle illusioni da palcoscenico e nuove altezze. Un anno dopo il loro straordinario spettacolo in stile Robin Hood, e dopo aver gabbato l’FBI, i quattro prestigiatori tornano con uno spettacolo di proporzioni enormi, nella speranza di smascherare un magnate della tecnologia.

Diretto da Timur Bekmambetov (“WANTED – SCEGLI IL TUO DESTINO”) e scritto da Keith Clarke (“THE WAY BACK”) e John Ridley (“DODICI ANNI SCHIAVO”), il film si ispira al romanzo epico di Lew Wallace Ben-Hur (Ben-Hur: A Tale of The Christ). I produttori sono Sean Daniel (trilogia de “LA MUMMIA”), Mark Burnett (“SON OF GOD”), Joni Levin (“THE WAY BACK”) e Duncan Henderson (“MASTER & COMMANDER – SFIDA AI CONFINI DEL MARE”). La produzione esecutiva sarà di Roma Downey (“LA BIBBIA”), Keith Clarke, John Ridley e Jason Brown. Le riprese avranno luogo a Roma e a Matera, Italia, l’uscita del film è prevista per il 26 Febbraio 2016.
La giovane regina di ghiaccio grazie alle sue abilità di congelare il nemico ha trascorso decenni in un remoto palazzo a radunare una legione di cacciatori letali, tra cui Eric (Hemsworth) e la guerriera Sara (Chastain), soltanto per scoprire che i suoi prediletti hanno ignorato il suo unico ordine: mai permettere al vostro cuore di cedere all’amore.
Lungo la strada, Mohammed incontrerà la tragedia e proverà la solitudine. Il mondo che lo circonda andrà in frantumi. Nonostante tutto, comunque, Mohammed sa che la sua voce lo libererà dal dolore che lo pervade, e porterà a un popolo senza voce la gioia. Per pagarsi gli studi universitari canta ai matrimoni e guida un taxi. Anche quando l’assedio nel territorio di Gaza si intensifica, e si vive in una situazione sempre più minacciosa, Mohammed sa di avere un dono raro; con la sua voce può far sorridere e dimenticare i problemi e i dolori.
È come prendere un personaggio degli X-Men, imbottirlo di LSD e rispedirlo su schermo.”
